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Bilancio secondo «Principi civilistici» vs Bilancio secondo «Ias/Ifrs» Testo consigliato o altro materiale di riferimento: Dezzani, Biancone, Busso, Ias/Ifrs, Ipsoa, Milano, 2014, Introduzione Ifrs 13

Bilancio secondo «Principi civilistici» vs Bilancio

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Page 1: Bilancio secondo «Principi civilistici» vs Bilancio

Bilancio secondo «Principi civilistici»

vsBilancio secondo «Ias/Ifrs»

Testo consigliato o altro materiale di riferimento:

Dezzani, Biancone, Busso, Ias/Ifrs, Ipsoa, Milano, 2014, Introduzione Ifrs 13

Page 2: Bilancio secondo «Principi civilistici» vs Bilancio

INDICE

1. Bilancio «civilistico» e Bilancio «IAS/IFRS»

2. Differenti principi generali (clausola generale del bilancio)

3. Differenti principi di base di formazione del bilancio

4. «Costo storico» vs «fair value»

4.1. Definizione delle singole componenti: analisi delle singole componenti

4.2. Modalità di determinazione del fair value

4.3. Gerarchia del fair value

4.4. Il fair value delle attività non finanziarie

5. «Prudenza» vs «mark to market»

6. Prevalenza della forma sulla sostanza e viceversa

7. Bilancio individuale, bilancio separato e bilancio consolidato

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1. Bilancio «civilistico» e Bilancio «Ias/Ifrs»P

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Bilancio «Civilistico» Bilancio «Ias/Ifrs»

Deriva da principi di civil law(legislazione civile del Paese)

Deriva da principi di common law(principi elaborati da appositi

organismi professionali)

Prevalenza forma sulla sostanza Prevalenza sostanza sulla forma

L’adozione di uno o l’altro modello deriva da:

(a) Imposizione legislativa; (b) Scelta, quando consentita

N.B.: non è

comunque possibile integrare

i due modelli

Differenze principali:1. Principi generali; 2. Destinatari informativa di bilancio; 3. Criteri di valutazione; 4. Postulati e concezioni di reddito5. Bilancio d’esercizio e bilancio separato.

Le disposizioni

analitiche non devono

contrastare la

«clausola generale»

Le disposizioni

analitiche possono

contrastare il

framework

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2. Differenti principi generali (clausola generale del bilancio)P

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IV e VII Direttiva CEE Regolamento CE n. 1606/2002

Non un corpus unico di principi contabili, ma solo la clausola

generale della «chiara e veritiera rappresentazione»

Corpus unico di principi contabili: i principi contabili internazionali

dello IASB

Ogni stato europeo membro UE ha, quindi, un suo modello di

bilancio «vero e corretto»

Il modello di bilancio è uniforme in tutti quei Paesi in cui gli

IAS/IFRS sono adottati

Naturalmente in ogni Paese ove

sono adottati anche gli IAS/IFRS

coesisteranno due modelli di

bilancio

Corpus Autonomo

Non rinvio a normative nazionali

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3. Differenti principi di base di formazione del bilancioP

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Bilancio «Civilistico» Bilancio «Ias/Ifrs»

È caratteristico di un sistema nel quale le società (a) non hanno capitale

diffuso, (b) fanno scarso ricorso al mercato del capitale di rischio, (c)

preferiscono indebitamento bancario

È caratteristico di un sistema nel quale le società (a) hanno capitale diffuso, (b) gli azionisti non sono interessati alla gestione e mirano ad ottenere

rendimenti importanti a breve termine

Ne conseguono i seguenti diversi postulati nella formazione del bilancio

Finalità informativa, privilegia:

I creditori sociali Gli investitori attuali/potenziali

1. Costo storico2. Prudenza («conservatorism»)3. Prevalenza della forma sulla sostanza4. Reddito prodotto (o realizzato)

1. Fair value2. Mark to market («optimism»)3. Prevalenza della sostanza sulla forma 4. Reddito potenziale (o realizzabile)

Problemi in periodo di crisi: perdite in conto economico

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4. «Costo storico» vs «fair value»P

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COSTO STORICOI beni e i diritti sono iscritti nello

stato patrimoniale in base al loro costo di acquisizione o di produzione

interna (salvo svalutazioni)

FAIR VALUEI beni e i diritti sono iscritti nello

stato patrimoniale in base al loro valore di mercato (o valore equo o

corrente) con rilevazione di plusvalori o minusvalori

Il fair value è un concetto ripreso in numerosi principi contabili internazionali, sia come criterio

di rilevazione iniziale di attività e passività (es: Ias39, Ifrs 3), sia come criterio di valutazione

successiva obbligatorio (es. Ias 39) o alternativo (es: Ias 16, Ias 38, Ias 40)

Dove si trova la definizione di fair value?

IFRS 13Emanato per esigenze di

uniformità tra i vari IAS/IFRS

Si applica quando un altro Ias/Ifrs richiede o consentevalutazioni al fair value o informazioni integrative

sulle valutazioni del fair value

È un criterio di valutazione di mercato, nonspecifico di quella determinata azienda che deveutilizzarlo per eseguire una certa valutazione(iniziale o successiva) di un’attività o di unapassività

Per l’utilizzatore del bilancio è importante

conoscere le modalità di ottenimento del fair value.

Si applica anche in quei casi in cui la valutazione si basa sul fair value (es. Ias 36)

Nel determinare il valore recuperabile si serve del «Fair value al

netto dei costi di vendita»

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4.1. Fair value: nuova vs vecchia definizione P

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Il fair value è «il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione»

Vecchia definizione

Nuova definizione

Il fair value è «il corrispettivo al quale un’attività potrebbe essere scambiata, o una passività estina, in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili»

Una prima analisi della nuova definizione: Valutazione con metodo dell’exit pricemigliore in quanto predilige l’ottica del venditore Stima riferibile alla data della valutazione Transazione regolare da cui valore equo. Non riferibile a situazioni «particolari» come una

«liquidazione forzata» Valutazione fatta a valori correnti di mercato e non a valori Entity specific value

Alcuni punti deboli:Non specificava se un’entità stesse comprando o

vendendoNon chiariva la data di valutazione Non chiariva il significato di estinguere una

passività

È il valore attuale dei flussi di cassa che un’entità prevede di otteneredall’uso di un’attività o dalla sua dismissione al termine della sua vita utile o che prevede di sostenerequando estingue una passività

Perché l’emanazione di una nuova definizione?

Le novità

Prezzo di chiusura: prezzo percepito per vendere un’attività o pagato per trasferire una passività (venditore)Prezzo di apertura: pagato per acquistare un’attività o percepito per assumere una passività (compratore)

Una meno complessa e che garantisse uniformità nei criteri di valutazione

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4.1. bis Definizione di fair value: analisi delle singole componentiP

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Il fair value è «il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione»

Nuova definizione

La valutazione del fair value presuppone che l’operazionedi vendita delle attività o di trasferimento delle passività sia regolare (cioè non condizionata da un contesto non

ordinario: liquidazione forzata , vendita sottocosto)e abbia luogo:

• nel mercato principale; o• in assenza di un mercato principale, nel mercato più

vantaggioso.

Il «mercato più vantaggioso» è quello che massimizza l’ammontare percepibile per la

vendita di un’attività o che riduce al minimo l’ammontare da pagare per il trasferimento della

passività, dopo ver considerato i costi dell’operazione e gli eventuali costi di trasporto

(nel caso di attività non finanziarie)

Il «mercato principale» è il mercato con il maggior volume e il massimo livello di attività

per l’attività o per la passività considerata

N.B.:Il mercato principale per la stessa attività potrebbe

essere diverso per entità diverse.«Accessibilità al mercato»

Nel determinare correttamente il fair valuedell’attività/passività è necessario individuare:Le caratteristiche della attività o passività oggetto divalutazioneLa Base di determinazione del valore: capire se si stavalutando una singola attività o passività, o aggregati diattività e/o passività

Condizione o ubicazione: Considerare i costi di

trasposto, ma non sempre (es. merce)

Costi per portare l’attività nello stato ideale per la sua commercializzazione (es. whisky)

Limitazione alla vendita o all’uso dell’attività: È considerata nella

valutazione del prezzo se si trasferisce con l’attività (strumento finanziario con vincolo temporale)

Non influenza il prezzo se non si trasferisce con l’attività e resta «vincolata all’azienda» (es. destinazione specifica edificio)

Non compete all’IFRS 13 definire la «base di riferimento», ma tale funzione è rimandata a specifici IAS/IFRS: IAS 36: cash generating unitIFRS 9 : unico strumento finanziario intesa in senso potenziale

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4.1. ter Definizione di fair value: analisi delle singole componentiP

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Il fair value è «il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività ovvero che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione»

Il fair value deve esprimere il prezzo di chiusura alla data della valutazione

Gli operatori di mercato sono compratori e venditori sul mercato principale (o su quello

più vantaggioso): indipendenti l’uno dall’altro; ben informati e consapevoli anche dei

rischi; in grado di effettuare l’operazione; disponibili a effettuare l’operazione,

ma non forzati né costretti in alcun modo;

intenzionati ad agire per soddisfare nel modo migliore il loro interesse economico.

Il fair value deve esprimere il prezzo rispondente alle condizioni correnti di mercato a prescindere dal fatto che esso sia osservabile direttamente o che venga stimato

con una tecnica di valutazione

Nuova definizione

Nella formulazione del fair value: I costi dell’operazione non devono essere considerati in quanto sostenuti

esclusivamente per vendere l’attività o trasferire la passività I costi di trasporto sono considerati se l’ubicazione è una caratteristica

intrinseca dell’attività (es. merci). I costi di transazione invece non sono da considerare in quanto legati all’operazione (es. negoziazione titoli)

Valutare possibili limitazioni di vendita /uso che possono derivare dalla natura (es. destinazione d’uso) e/o dalla durata (temporale).

Soggettività dei valori di bilancio!!

Ricorda: punto di vista dell’venditore

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4.2. Modalità di determinazione del fair valueP

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Obiettivo

La tecnica di valutazione da adottare deve: (a) essere adatta alle circostanze; (b) essere basata su dati disponibili e sufficienti per

valutare il fair value; (c) massimizzare l’utilizzo di input osservabili e ridurre al

minimo l’utilizzo di input non osservabili.

Caratteristiche tecniche di valutazione

Stimare il prezzo a cui avrebbe luogo una regolare operazione di vendita di un’attività o di trasferimento di una passività tra operatori di mercato alla data di valutazione, alle condizioni di mercato correnti

Metodo reddituale

Da utilizzarsi singolarmente o in modo combinato.

Risultati differenti: il prezzo scelto deve essere quello più

rappresentativo considerate circostanze specifiche.

Utilizza prezzi e informazioni derivanti da operazioni di

mercato di attività e passività identiche/similari

(tecniche che utilizzano multipli di mercato)

Determinazione dei prezzi a matrice

Osservazione diretta di quotazioni ufficiali in mercati attivi (livello 1)

Modalità di determinazione del fair value

Quando non è possibile determinare direttamente il prezzo Tecniche di valutazione (livello 2 e livello 3)

Valutazione di mercatoMetodo del costo

Tecniche maggiormente utilizzate

Riflette l’ammontare che sarebbe richiesto al momento

per sostituire la capacità di servizio di un’attività (costo di

sostituzione corrente).Presupposto: un operatore di

mercato non sarebbe disposto a pagare un importo maggiore rispetto a quello da sostenere

per sostituire la capacità di servizio

Converte importi futuri in un unico importo corrente.

Comprende: tecniche del valore attuale; modelli di misurazione del

prezzo delle opzioni; metodo degli utili in

eccesso per esercizi multipli (Att. Immateriali)

Un «mercato attivo» è un mercato in cui le operazioni relative all’attività

o alla passività oggetto di valutazione si verificano con una

frequenza e con un volume sufficienti a fornire informazioni utili

per la determinazione del prezzo su base continuativa.

Può essere: principale o vantaggioso

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4.3. IFRS 13: Gli input definizione e classificazioneP

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Gli input osservabili

Input elaborati utilizzando dati di mercato, come le informazioni

disponibili al pubblico su operazioni o fatti effettivi, che riflettono le

assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel

determinare il prezzo dell’attività o passività

Gli input non osservabili

L’input: le assunzione che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il prezzo dell’attività o passività necessarie per stimare correttamente il fair value

Input per i quali non sono disponibili informazioni di mercato e che sono

elaborati utilizzando le migliori informazioni disponibili in merito a

assunzioni che gli operatori di mercato utilizzerebbero nel determinare il

prezzo dell’attività o passività

Per individuare le possibili assunzioni elaborabili dal generico operatore è necessario considerare:

Gli input si suddividono in due categorie

I costi di trasporto per trasferire l’attività o la passività nel suo ipotetico mercato Costi eventuali per potare l’attività dal suo attuale stato a quello normalmente richiesto da un operatore di mercato

Inoltre è necessario considerare per la derivazione degli input non osservabili sul mercato:• L’utilizzo di dati propri dell’impresa. Tuttavia vanno modificarti se è lecito ipotizzare che altri operatori in

circostanze simili utilizzerebbero dati diversi o se sono presenti elementi specifici dell’entità non disponibili ad altri operatori di mercato. (es. venetuali sinergie specifiche dell’entità)

• La rischiosità dell’operazione (es. rischi inerenti ad una particolare tecnica di valutazione che potrebbe ragionevolmente potrebbe restituire un fair value poco attendibile)

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4.4. Gerarchia del fair valueP

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L’Ifrs 13 prevede una gerarchia degli input utilizzati per la determinazione del fair value

Level «1»

Level «2»

Level «3»

Mark to market

Mark to model

N.B.: La gerarchia riguarda gli input e non i criteri determinazione. Ad esempio, una tecnica del valore attuale potrebbe essere qualificata come di Livello 2 o di Livello 3 a seconda della qualità degli input utilizzati.

Input di Livello 1

• Sono prezzi quotati in mercati attivi per le attività o passività identiche a quelle oggetto di valutazione a cui si può accedere alla data di valutazione;

• Si deve far riferimento al mercato principale di negoziazione o, in assenza, a quello più vantaggioso

Input di Livello 2 (utilizzati in tecniche di valutazione danno origine a un fair value

di Livello 2)

• Sono input, diversi da quelli di Livello 1, ma osservabili direttamente o indirettamente per tutta la durata contrattuale dell’attività/passività da valutare, e comprendono:

(a) prezzi quotati per attività o passività similari in mercati attivi;(b) prezzi quotati per attività e passività identiche o similari in mercati non attivi; (c) dati diversi dai prezzi quotati (es: tassi di interesse e curve dei rendimenti osservabili a

intervalli comunemente quotati, spread creditizi, ecc.);(d) Input corroborati dal mercato supportati da dati di mercato osservabili attraverso analisi

di correlazione o altre tecniche statistiche .

Input di Livello 3(utilizzati in tecniche di valutazione danno origine a un fair value

di Livello 3)

• Sono input non osservabili; • La tecnica di valutazione utilizza quindi dati che non riflettono quotazioni di mercati

attivi o prezzi formati in mercati non attivi né input osservabili indirettamente . • La finalità, però, è la stessa, ossia quella di individuare un prezzo di chiusura alla data di

valutazione che rifletta il punto di vista dell’operatore che possiede l’attività o la passività.

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4.5. Il fair value delle attività non finanziarieP

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Il fair value di un’attività non finanziaria (es: immobili, impianti, ecc.) considera la capacità di un operatore economico di ottenere benefici economici

a) impiegando l’attività nel suo massimo e migliore utilizzo; o

b) vendendola ad altro operatore di mercato che la impiegherebbe nel suo massimo e miglior utilizzo.

Il concetto di massimo e migliore utilizzo fa riferimento a:

utilizzo fisicamente possibile utilizzo legalmente consentito utilizzo finanziariamente fattibile

Considera le caratteristiche fisiche dell’attività che gli operatori di

mercato prenderebbero in considerazione ai fini della determinazione del prezzo

dell’attività (es: ubicazione o dimensioni di un immobile)

Considera le eventuali restrizioni legali all’utilizzo dell’attività che

gli operatori di mercato prenderebbero in considerazione ai fini della determinazione del

prezzo dell’attività (es: normative riguardanti piani urbanistici e

territoriali relativi a un immobile)

Considera se l’utilizzo fisicamente possibile e legalmente consentito genera reddito o flussi finanziari

adeguati a produrre il rendimento che gli operatori di mercato si

aspetterebbero da un investimento in quell’attività utilizzata in modo specifico.

Come?

Requisito non richiesto per

gli STRUMENTI

FINANZIARI, passività e

elementi del capitale

proprio

Nel definire il massimo e miglior utilizzo ci si pone nell’ottica degli operatori di mercato e non nel

punto di vista dell’entità anche se quest’ultima lo utilizza in modo diverso.

A meno che altri fattori o gli operatori del mercato non ne individuino un utilizzo alternativo tale da

massimizzare il valore dell’attività

Massimo valore

Un’attività va sempre valutata al miglior e

massimo utilizzo anche se non utilizzata

dall’entità (es. brevetto non sfruttato)

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4.6. Il fair value delle passività finanziarie e non finanziarieP

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Il fair value di una passività (e strumenti di capitale proprio), sia essa finanziaria o non finanziaria, è il prezzo che un’entità pagherebbe per trasferire la medesima passività in una transazione regolare tra operatori del mercato

A differenza della versione precedente

Il concetto di trasferimento sott’intende:

In riferimento ad una passività

Nella determinazione del fair value è necessario sfruttare al

massimo i dati osservabili a scapito di quelli non osservabili

In riferimento a strumenti di capitale proprio

che la passività rimanga in

essere e che il ricevente

adempia all’obbligazione

Nella determinazione del fair value non deve essere preso a

riferimento il prezzo d’estinzione della passività

Lo precisa successivamente l’IFRS 13

Dalla definizione di fair valuederivia che

che lo strumento

rappresentativo resti in

essere e che il ricevente si

assuma il rischio e le

responsabilità che da tale

strumento discendono

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4.7. Il fair value al momento della rilevazione iniziale P

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Per rilevazione iniziale si intende il primo inserimento in bilancio dell’attività acquisita e/o della passività sostenuta

Il prezzo dell’operazione è il prezzo pagato per acquistarel’attività o percepito per assumere la passività (prezzo diapertura)

Fair value è il prezzo di chiusura: ovvero il prezzo percepito dalla vendita attività o pagato per trasferimento passività

Salvo ulteriore precisazione da altri principi l’IFRS 13 stabilisce che in caso di differenza tra fair value e

costo della transazione (operazione) questi va rilevato a

conto economico

In molti casi, tuttavia, il prezzo dell’operazione coincide con il suo fair value

Nuova Definizione

Tuttavia a volte i prezzi

possono divergere

L’IAS 39 chiarisce i casi in cui la differenza viene

accolta a conto economico

Exit price ≠ entry price

Il principio in questione elenca una serie di

situazioni che potrebbero indicare che il prezzo dell’operazione non

coincide con il suo fair value

Fair valueLivello 1Livello2

SI!

Fair valueLivello 3

NO!

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5. «Prudenza» vs «mark to market»P

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Bilancio «Civilistico» Bilancio «Ias/Ifrs»

Prudenza

Sono incluse nella determinazione del reddito d’esercizio le «perdite

presunte» ma non gli «utili sperati sulle operazioni in corso»

Mark to market

Sono incluse nella determinazione del reddito d’esercizio sia le «perdite

presunte» che gli «utili sperati sulle operazioni in corso»

A conto economico (P&L) sono imputati, quindi, le plusvalenze/minusvalenze da fair

value relative alle attività correnti (per quelle non correnti sono rilevati nel

prospetto OCI)

Esempio

La società Alpa S.r.l. ha acquistato in data 31/10/2013 azioni per un controvalore di euro 100,00. Alla fine dell’esercizio il valore corrente di quelle azioni rilevabile dal mercato borsistico è pari a 120,00

Valutazione al 31/12/2013

Prudenza: 100,00

Mark to market: 120,00

Concezione di «reddito prodotto»

Concezione di «reddito potenziale»

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6. Prevalenza della forma sulla sostanza e viceversaP

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Bilancio «Civilistico» Bilancio «Ias/Ifrs»

Privilegia la forma giuridica dell’operazione

Privilegia la sostanza economico-finanziaria dell’operazione

Classico esempio: contratto di leasing

Prevalenza della forma sulla sostanza

Prevalenza della sostanza sulla forma

Il bene oggetto del leasing è iscritto nel bilancio della società di leasing

Il bene oggetto del leasing è iscritto nel bilancio della società locataria

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7. Bilancio individuale, bilancio separato e bilancio consolidatoP

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Modello europeo Modello Ias/Ifrs

Bilancio consolidato Bilancio d’esercizio

Bilancio consolidato Bilancio separato Bilancio individuale

Modello IAS/IFRS

Bilancio consolidatoÈ il bilancio di un gruppo di imprese, redatto dalla capogruppo come se si trattasse di un’unica entità economica

Bilancio separato

È il bilancio della società controllante, della partecipante in una società collegata (influenza notevole) o in una società a controllo congiunto, nel quale le partecipazioni sono contabilizzate al costo o al farir value (IAS 39) e IAS 27 (bilancio separato)

Bilancio individualeÈ il bilancio di un’impresa che non detiene partecipazioni di controllo, di collegamento o a controllo congiunto (joint ventures) ma eventualmente solo azioni o partecipazioni senza influenza. Tali titoli valutati secondo lo IAS 39.

Modello europeo

Bilancio

consolidato

Bilancio

d’esercizio

Definizioni

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(…) segueP

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(A) Società capogruppo

Esempio

(B) Controllata di (A) e

controllante di (C) e (D)

(C) Controllata diretta di (B) e

indiretta di (A)

(D) Collegata di (B)

60%

70% 30%

Redige il bilancio consolidato e il

bilancio separato

Redige il bilancio consolidato e il

bilancio separato

Redige il bilancio individuale Redige il bilancio

individuale

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8. Principi adottati per la redazione del bilancio consolidato e separatoP

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Partecipazioni di controllo

Trattamento contabile della partecipazioni nel consolidato

Controllo congiunto

Partecipazioni in società collegate

Partecipazioni destinata alla

vendita

Partecipazioni diverse dalla precedenti o

senza influenza

Consolidamento integrale IFRS 10

Consolidamento proporzionale

IFRS11

Metodo P.N.IAS 28

Fair valueIAS39

Il minore tra il metodo tra il

valore contabile ed il fair value dedotti

i costi di venditaIFRS 5

Trattamento contabile partecipazioni nel bilancio separato della capogruppo

Condizione necessario per redigere il consolidato Condizione non necessaria

Joint

venture

Joint

operation

La valutazione della partecipazioni avviene al fair value o costo a seconda dei casi.

IAS 39 – IAS 27 (bilancio separato)

Trovano applicazione gli stessi principi adottati per il consolidato

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9. Principi adattati per la redazione bilancio individuale P

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Partecipazioni di controllo

Trattamento contabile della partecipazioni nel bilancio individuale

Controllo congiunto

Partecipazioni in società collegate

Partecipazioni destinata alla

vendita

Partecipazioni senza influenza

Fair valueIAS39

Il minore tra il metodo tra il

valore contabile ed il fair value dedotti

i costi di venditaIFRS 5

Un’entità che redige il bilancio individuale non

può avere questo tipo di partecipazione

Condizione non necessaria

Trovano applicazione gli stessi principi adottati dalla capogruppo per il consolidato e separato