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7/25/2019 Breve Storia Delle Neuroscienze
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Breve storia delle Neuroscienze
BREVE STORIA DELLE NEUROSCIENZE
(Da una conferenza del Prof. M. Piccolino)
La parola neuroscienze deriva dallinglese neuroscience, unneologismo coniato nel 1!" circa (o almeno apparso pu##licamente nel
1!") per opera di uno scienziato americano, $rancis %. &c'mitt. &c'mitt si
era reso conto c'e per studiare il sistema nervoso, #isognava associare
scienziati con diversa formazione, siologi, #ioc'imici, matematici, sici,
c'imici, microscopisti (&c'mitt era un microscopista elettronico e un
neuroc'imico ed aveva fatto importanti scoperte sulla struttura della
mielina), ed inoltre neurologi, psic'iatri per indicare il gruppo di ricerca
c'e aveva costituito nel Massac'usset (in una struttura vicina ma non
corrispondente al cele#re Massac'usset *nstitute of +ec'nolog) aveva
inventato -uesta parola, neuroscience appunto, ed indicato il programma di
ricerca da lui organizzato The Neuroscience Research Program (/P).
Dopo &c'mitt, la parola neuroscience, ed i termini da essa derivati nelle
varie lingue, si sono poi di0use, e nel tempo lo stesso concetto di
neuroscienze si allargato, arrivando a comprendere anc'e c'i si interessa
di psicologia cognitiva, gli esperti di scienza della comunicazione e di teoria
dei sistemi, alcuni sociologi e persino alcuni loso (-uelli per esempio c'e
si occupano di un certo tipo di epistemologia, si parla ora addirittura di
neurolosoa).
Le neuroscienze, intese come studio del cervello e pi2 in generale del
sistema nervoso, presentano elementi particolari c'e le di0erenziano
rispetto alle altre scienze #iologic'e, soprattutto per -uanto riguarda il
percorso storico c'e 'a portato alla loro nascita. 3uesta particolarit4 nascesoprattutto dalloggetto proprio dello studio delle neuroscienze, il sistema
nervoso e il cervello in particolare. &tudiare il cervello come percorrere un
circolo c'e si c'iude su se stesso5 luomo c'e studia lorgano c'e gli
permette di pensare, di studiare. &i comprende allora come lo studio di
- 1 -
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-ueste funzioni superiori, c'e sono state considerate dallantic'it4 tra le pi2
elevate degli esseri umani, a##ia incontrato particolari di0icolt4.
6l cervello ci si interessa da molto tempo, come ci documentato per
es. dal papiro di 7d8in &mit' (vedi $ig. 1), il primo testo della storia dove
sia documentata la parola cervello, scritta in geroglici egiziani, papiro c'e
risale al 9:** secolo a.;., e corrisponde ad un trattato medico nelle cui
pagine il termine cervello ricorre sei volte (gli egiziani operavano sul
cervello, trapanavano il cranio in caso di lesioni ed in altre circostanze ed
avevano -uindi una notevole conoscenza di -uesta struttura). &e##ene,
come 'o detto, il papiro di 7d8in &mit' risalga al 9:** secolo esso registra
pro#a#ilmente una scienza c'e risale al periodo del regno antico, al terzo
millennio a. ;., -uindi la storia lunga.
%ltre c'e lunga, -uesta storia delle neuroscienze un po complicata.
$acendo un salto in avanti di molti secoli, al &eicento, al periodo successivo
- 2 -
Fig. 1 Due pagine del papiro di Edwin Smith, il primo testo scritto della storia in cui sia documentata la
parola cervello, riportata in basso a destra.
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alla rivoluzione galileiana, ci accorgiamo c'e mentre si sviluppa la
microscopia moderna e le ricerc'e nellam#ito delle scienze della vita
compiono enormi passi avanti, non accade -ualcosa di simile per il cervello,
il cui studio inizier4 con -uasi due secoli di ritardo rispetto ad altri settori di
-uelle c'e ora indic'iamo come scienze #iologic'e. ;ertamente -uesto
dipende dalla particolarit4 di -uesto organo, il cervello, e dal fatto c'e, nel
corso della storia della cultura, il cervello stato associato alla mente e
allanima, e -uindi lo studio del cervello 'a avuto delle valenze complesse
c'e ne 'anno reso di0icile e pro#lematico lo sviluppo.
3uello c'e vedete nella gura " il frontespizio di unedizione delle
opere di
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Nellantichit ci sono due concezioni,
fondamentali a proposito della localizzazione di
quelle che ora consideriamo le funzioni nervose
pi elevate (percezione, memoria, mente,
conoscenza) una scuola che attri!uisce queste
funzioni al cervello" #l primo a proporre una
localizzazione cere!rale di queste due funzioni
$ stato pro!a!ilmente un medico di %rotone,
&lcmeone vissuto attorno al ' a"%" &nche
*latone esprime una opinione simile" %$ poi
unaltra scuola di pensiero, che fa capo ad
&ristotele, secondo cui queste funzioni hanno
la loro sede centrale nel cuore" +i pu
immainare quali fossero alcuni deli
aromenti a sosteno di questa seconda idea, che a noi pare ora inverosimile quando uno pensa,
immaina, si emoziona, $ il cuore che con le sue palpitazione sem!ra reaire" .isona
considerare tra laltro che &ristotele non aveva chiara la differenza tra nervi e vasi sanuini e
interpretava la massa di strutture pi o meno tu!ulari che provenivano dal cuore e si irradiavano
verso il resto del corpo come vie attraverso cui il cuore controllava, dalla sua posizione centrale,
tutte le funzioni delloranismo" /ichiamandosi a concezioni anteriori, 0aleno, aveva
sistematizzato una particolare concezione secondo la quale le funzioni superiori, le funzioni
mentali, non sono localizzate nella massa del cervello ma nei ventricoli cere!rali" li riteneva
che dai ventricoli cere!rali provenisse un pneuma (indicato anche come spirito animale o
spiriti animali), che dalle cavit cere!rali sare!!e stato insufflato nei nervi (considerati come
dei tu!icini cavi) andando poi ai muscoli, che per la sua azione si sare!!ero contratti" 0aleno
dimostrava limportanza dei nervi confermando questa sua lidea con un esperimento che
eseuiva di solito con dei maiali (esperimento raffiurato sul frontespizio delledizione delle sue
opere illustrata nella 4i" 2)" & proposito delluso che faceva di animali per i suoi esperimenti,
!isona considerare che 0aleno non ha quasi mai eseuito ricerche anatomiche sulluomo,
se!!ene la tradizione tramandasse che eli si fosse occupato anche di anatomia umana" +olo nel
%inquecento, con li studi di .erenario da %arpi, 0a!riele 4alloppio e &ndrea 5esallio apparir
- ' -
Fig. 2. Il rontespi!io di un"edi!ione delle operedi #aleno pubblicata a $ene!ia nel 1%&1"
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in modo inequivoca!ile che le conoscenze di anatomia umana attri!uite a 0aleno erano di fatto
derivate in lara misura dallo studio deli animali, in particolare di maiali, pecore, !uoi e, pi
limitatamente di scimmie" #n particolare la rete mirabilis una struttura vascolare che 0aleno
individuava alla !ase del cervello e alla quale attri!uiva un funzione essenziale per la raffinazione
deli spiriti vitali e per la formazione del pneuma, non $ presente nel cervello delluomo, come $
stato messo in evidenza per la prima volta nel 121 da .erenario da %arpi" 6uesta formazione $
assente anche nei primati, mentre $ !en sviluppata nel cervello di alcuni dei comuni mammiferi
che 0aleno usava sia a scopi anatomici che per dimostrazioni di fisioloia sperimentale, come,
tra li altri, i maiali"
ellesperimento in cui voleva illustrare la sua concezione
pneumatica della funzione nervosa, e c'e eseguiva di solito su di un
maialino,
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del corpo umano.
6ddirittura c
una frase
attri#uita a
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ragionamenti e i ricordi complessi. 3uesta immagine stata riprodotta in
moltissimi testi, per tutto il medioevo, con -ualc'e variazione5 le funzioni
assegnate alle tre celle si collocano sempre nellam#ito delle attri#uzioni
galenic'e, per@ ci possono essere ulteriori suddivisioni e varianti, come per
esempio nello sc'ema a sinistra della $ig. =, dove nel ventricolo centrale
localizzata la funzione estimativa oltre alla funzione cogitativa. ;i sono varie
ragioni c'e spiegano perc'C la cella anteriore sia considerata sede
soprattutto delle funzioni sensoriali. ella dissezione c'e si fa del cervello i
nervi c'e appaiono in modo pi2 evidente per le loro dimensioni sono i nervi
ottici e i nervi olfattivi, nervi c'e sem#rano penetrare nel cervello attraverso
la parte anteriore, come aveva gi4 rilevato 6lcmeone. Per -uanto riguarda la
localizzazione della altre facolt4 nella cella media e posteriore (lultima
-uesta rispetto alla sede della funzione sensoriale) #isogna considerare
come si sviluppa, secondo lo sc'ema galenico, il processo c'e ci porta a
reagire a sollecitazioni esterne. Le azioni c'e noi compiamo in risposta a
stimoli esterni sono #asate in primo luogo sulla sensazione ed
interpretazione degli stimoli sensoriali (funzioni c'e si svolgono come
a##iamo detto nella cella anteriore). Do##iamo poi pensare e riAettere, ed
inne ric'iamare i ricordi e le passate esperienze attraverso la funzionememorativa. La memoria deve essere -uindi situata dopo la sede delle
funzioni sensoriali (cella anteriore) e delle funzioni razionali (cella mediana).
isogna tener anc'e presente c'e la terza cella della suddivisione
galenica (c'e per noi sare##e il -uarto ventricolo situato, come noto, nel
#ul#o dellencefalo) in stretta prossimit4 col midollo spinale. *l midollo
spinale era considerato un luogo di eEusso delle azioni nervose attraverso
le -uali il cervello controllava la maggior parte dei movimenti del corpo ed
era -uindi naturale c'e la camera cere#rale da cui partiva il pneuma
destinato ad inAuenzare i muscoli fosse situata in prossimit4 del midollo
spinale, e fosse dun-ue posteriore rispetto alle altre due celle. 3uindi,
secondo -uesto sc'ema, il pneuma circolava in -uesto modo5 arrivava
attraverso i nervi nella parte anteriore del cervello, su#endo un processo di
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puricazione c'e lo rendeva particolarmente adatto alle funzioni nervose e
mentali c'e avevano la loro sede nelle cavit4 cere#rali, e poi prendeva la via
di -uello c'e noi c'iamiamo midollo spinale per arrivare inne ai muscoli
attraverso la via dei nervi. Fna delle prove c'e si davano del fatto c'e la
virt2 memorativa risiedesse nella terza cella era losservazione secondo
cui una persona di solito alza la testa -uando fa lo sforzo di ricordare.
3uesto accade, si diceva, perc'C in tal modo il pneuma Auisce meglio verso
lultimo dei ventricoli. 3uesto era il tipo di evidenze c'e si davano per
fondare una concezione c'e 'a condizionato per secoli linterpretazione
delle funzioni cere#rali, evidenze a##astanza di poco conto potremmo
o##iettare noi, col senno di poi.
Fna delle ragioni c'e spiegano la grande a0ermazione storica della
dottrina di
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cere#rale come da un involucro protettivo (il termine corteccia con il
-uale si designa ancora la parte pi2 esterna della massa cere#rale reca il
ricordo di una concezione c'e assegna una funzione secondaria, di tipo
protettivo, alla sostanza esterna del cervello). ;onsideriamo anc'e c'e nella
concezione dei -uattro elementi a cui la medicina antica faceva riferimento,
la massa del cervello veniva considerata ricca di elemento terroso e -uindi
particolarmente inadatta ad ospitare lanima (eGo le funzioni nervose pi2
elevate). 6 proposito della collocazione nelle celle cere#rali di una essenza
aerea e celestiale #isogna notare c'e nelle dissezioni c'e si facevano del
cervello i ventricoli apparivano di solito vuoti, perc'C, in assenza di
opportuni accorgimenti, il li-uido cere#rospinale c'e in essi circola,
fuoriesce in modo inavvertito. &i dovr4 attendere no al 1!HI prima c'e uno
scienziato napoletano di origine pugliese, Domenico ;otugno, dimostrasse
c'iaramente c'e i ventricoli cere#rali non sono vuoti, ma ripieni di un
li-uido, c'e noi oggi conosciamo come li-uido cere#ro?spinale o cefalo?
rac'idiano.
Leonardo, c'e pure il grande artista c'e conosciamo, e c'e si occup@
molto anc'e di anatomia,
per -uanto riguarda ilcervello si rif4
essenzialmente alle idee
galenic'e, come possiamo
vedere dalla $ig. I. *n
e0etti i primi disegni
anatomici di Leonardo,
se##ene siano a0ascinanti
dal punto di vista artistico,
appaiono convenzionali dal
punto di vista scientico, e
rimandano alla concezione
a tre celle di
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Leonardo conosceva molto #ene1. 6d un certo punto per@, sulla #ase della
sua pratica delle dissezioni anatomic'e del corpo umano, Leonardo cam#ia
atteggiamento. /icordiamo c'e nellantic'it4 la pratica anatomica sul corpo
umano stata limitata -uasi esclusivamente alla scuola alessandrina, e col
tempo essa stata praticamente a##andonata, come stata trascurata ad
un certo punto anc'e -uella relativa allo studio degli animali. Lanatomia
riprende nel medioevo, e tra il dodicesimo e tredicesimo secolo ritornano le
dissezioni sul corpo umano (a ologna in particolare), inizialmente non tanto
per lo studio scientico del corpo umano, -uanto per sta#ilire la causa di
morte.;a questa pratica di tipo medico-leale si passa poi allanatomia umana per lo studio
della struttura delloranismo
. +ornando a Leonardo e ai suoi studi anatomici, ad un certo punto il
grande artista inietta i ventricoli cere#rali con della cera (essendo un artista
era a#ituato a manipolare -uesto materiale) e comincia a rendersi conto c'e
i ventricoli sono fatti in modo a##astanza diverso da -uel c'e
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el 1JI= :esallio scrive il De humani corporis abrica, unopera
fondamentale per lo sviluppo dellanatomia e della scienza moderna". *n
campo anatomico :esallio rompe in modo deciso con la tradizione galenica,
mostrando tra laltro in diversi casi lassenza nel corpo umano di alcune
strutture c'e il medico di Pergamo vi aveva collocato sulla #ase dei suoi
studi anatomici condotti sugli animali (tra laltro la rete mirabilis, di cuia##iamo gi4 parlato, e alla -uale
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onostante limportanza degli studi anatomici, lopera di :esallio non
porta per@ ad una vera rivoluzione nello studio del cervello, e molto resta
ancora da fare prima c'e la nuova anatomia possa promuovere un radicale
rinnovamento della siologia cere#rale. &e osserviamo la parte destra della
$ig. H in cui viene riprodotta una visione della supercie del cervello tratta
dalDe umani corporis abrica ci rendiamo conto di come limmagine delle
circonvoluzioni cere#rali c'e :esallio ci presenta, se##ene molto pi2
realistica di -uelle precedenti, non permetta di identicare un pattern
morfologico preciso nellam#ito della congurazione piuttosto irregolaredelle pieg'e e delle estroAessioni della supercie del cervello. 7 limmagine
c'e pu@ produrre un osservatore attento, e su sua indicazione un artista
riprodurre, ma non limmagine c'e sare##e disegnata da uno studioso c'e
avesse confrontato la supercie di molti cervelli diversi e avesse cercato di
rintracciare, al di l4 dellapparente irregolarit4 e varia#ilit4, un ordine, una
- 12 -
Fig. Due immagini del cervello dalDe humani corporis fabrica di $esallio
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struttura c'e si ripete, un pattern insomma. Lesistenza di una regolarit4
nella congurazione esterna del cervello sar4 dimostrata solo a distanza di
oltre due secoli da :esallio, -uando lo studio accurato del cervello
delluomo, e il confronto con il cervello di altri animali di forma pi2
semplice, permetter4 di identicare lordine e la costanza c'e esistono al di
sotto dellapparente irregolarit4 della supercie cere#rale. 6 partire da
-uesto ordine si potr4 -uindi arrivare a costruire mappe del cervello c'e
saranno il punto di partenza di concezioni veramente nuove della funzione
cere#rale. &olo allora verranno davvero messe in crisi dalle fondamenta le
concezioni sulla siologia cere#rale derivate dalla medicina classica ed in
particolare dalla tradizione galenica. *nsomma, con :esallio la scienza
dellanatomia fa un passo avanti fondamentale, ma non altrettanto accade
per la scienza del cervello.
Dopo :esallio c
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c'e come a##iamo visto erano considerate il centro delle funzioni pi2
elevate dellorganismo. Malpig'i vede la corteccia cere#rale come costituita
da una miriade di g'iandole produttrici di un Auido c'e poi scorre nei nervi
(il Auido nerveo,). *n e0etti tutta la concezione sio?anatomica di Malpig'i
imperniata sul concetto di g'iandola e di secrezione, e -uesta ossessione
della g'iandola spinge lo scienziato emiliano a vedere nel cervello un
organo secretore. 6 proposito di ossessioni scientic'e, potremmo
ricordare -ui en passant la cosiddetta ossessione del cerc'io ? la hantise
du cercle come l'a c'iamata 6leKandre orC ? c'e impedB a
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;on illis laspetto esterno del cervello comincia a corrispondere a
-uello moderno, ma in assenza di concezioni davvero nuove della siologia
cere#rale le osservazioni anatomic'e dello scienziato inglese non
promuovono una vera rivoluzione anatomica irreversi#ile. Fno dei pi2
grandi anatomici del &ettecento, il francese $eliK :ic- d6zr, disegna infatti
la supercie esterna del cervello senza intravedervi alcuna apparente
regolarit4, come si vede dalla $ig. , dove le circonvoluzioni 'anno piuttosto
un aspetto decorativo, e ric'iamano visivamente
limmagine di minuscole anse intestinali
(ricordiamo c'e un medico alessandrino,
7rasistrato, le aveva indicate come processi enteroidi proprio per -uesta
apparente somiglianza agli intestini). ellimmagine di :ic- d6zr non c
nessun pattern c'e permetta per esempio di identicare e distinguere in
modo c'iaro e costante una particolare area della supercie cere#rale da
unarea situata ad una certa distanza.
- 1 -
g. 8 Una veduta della faccia
infei!e del cevell! tatta
Fig. / Due immagini settecentesche della supericie cerebrale. Si noti in entrambe le illustra!ioni di un
evidente pattern delle circonvolu!ioni e dei solchi cerebrali.
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Fna delle circostanze c'e nel &ettecento contri#uisce a ritardare lo sviluppo
dello studio del cervello da mettere in relazione con gli esperimenti di
-uello c'e viene considerato il pi2 grande siologo del &ettecento, lo
studioso di origine svizzera 6l#rec't von Naller, c'e insegn@ a lungo in
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tipo contrattile nC come so0erenza dellanimale e concluse pertanto c'e la
corteccia non era nC irrita#ile nC sensi#ile. Lidea c'e dalla stimolazione
della corteccia cere#rale non si ottenga alcuna reazione dellanimale
indu##iamente e##e uninAuenza negativa sullo sviluppo dello studio del
cervello, inAuenza c'e fu particolarmente signicativa per lautorevolezza
dello scienziato c'e la formul@. Naller fu uno dei pi2 grandi eruditi del
&ettecento, e scrisse opere fondamentali in vari campi della scienza
dellepoca (ed anc'e composizioni di natura letteraria e losoca), e i suoi
Elementa phisiologiae rappresentarono forse lopera c'e e##e pi2 risonanza
nellam#ito della cultura medica del &ettecento.
Per Naller, come per Malpig'i, il cervello una struttura
essenzialmente secretiva c'e ela#ora il Auido nerveo, la sua corteccia
insensi#ile ed 'a una struttura essenzialmente omogenea, senza evidenti
di0erenziazioni topograc'e tra una parte e laltra della sua supercie.
3uesto tipo di concezioni non promuoveva certo linteresse per lo studio
delle funzioni cere#rali, nonostante c'e cominciassero ad apparire nel
&ettecento indicazioni della specicit4 di alcune aree cere#rali (nel 1!O" per
esempio $rancesco
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midollo spinale c'e permettono di ri#altare la concezione classica secondo
la -uale il midollo spinale sare##e solo un enorme fascio di nervi di origine
cere#rale, una propaggine del cervello sprovvista di ogni autonomia
anatomico?
funzionale. 3uesto nuovo modo di
vedere il midollo spinale in parte
dovuto al metodo comparativo c'e
empo '2+enso musicale ''
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derivate espressioni del linguaggio comune come avere la #ozza della
matematica, e lidea persistente nellimmaginario culturale c'e il carattere
ed anc'e le -ualit4 morali di una persona siano in -ualc'e modo scolpite
nella forma della sua testa.
La maggior parte delle funzioni c'e
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3uesta idea c'e il cervello sia costituito di diverse parti con diverse
funzioni porta ad una grande attenzione sulla forma del cervello, c'e nelle
illustrazioni scientic'e dellepoca era rappresentato in modo molto
accurato. +uttavia la frenologia era considerata una dottrina atea e
materialista, e per -uesto J, sta#ilendosi
a Parigi. ellam#iente scientico u0iciale, soprattutto in $rancia la
frenologia fu avversata perc'C considerata una pseudoscienza dalle #asi
incerte. *n e0etti
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or#itale del lo#o frontale, e c'e una loro crescita eccessiva provocava una
protrusione dei glo#i oculari. %sservazioni analog'e contri#uirono alle altre
localizzazioni frenologic'e propugnate da
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senza che le loro unzioni siano perdute) *asta una porzione assai ristretta
di +uesti lobi all(esercizio delle loro unzioni. QR S
, misura che si producono +ueste sottrazioni' tutte le unzioni si
indeboliscono gradualmente' e passati certi limiti' si estinguono del tutto)
Dun+ue i lobi cerebrali concorrono con tutto il loro complesso all(esercizio
pieno e intero delle loro unzioni)QR S
-uando una percezione perduta' anche le altre lo sono. +uando una
acolt/ 0 scomparsa' tutte le altre scompaiono) Dun+ue non vi una sede
distinta per le diverse percezioni) 1a acolt/ di percepire' di giudicare' di
volere una cosa' risiede nello stesso luogo di +uella di percepire' di
giudicare' di volere una cosa diversa' di guisa che +uesta acolt/'
essenzialmente una' ha essenzialmente la sua sede in un solo organo)
onostante -ueste posizioni fortemente anti?localizzazioniste di
molti inAuenti scienziati dell%ttocento, pure il concetto di localizzazione
cere#rale trovava attenzione nellam#iente clinico dellepoca. 3uesto
accadeva soprattutto perc'C i medici si rendevano progressivamente conto
c'e dopo una lesione cere#rale il paziente c'e aveva la fortuna di
sopravvivere perdeva alcune funzioni specic'e, mentre manteneva la piena
integrit4 di altre. *n seguito a danni cere#rali si potevano avere perditelocalizzate della sensi#ilit4 in una parte del corpo pi2 o meno circoscritta,
perdite ugualmente localizzate del movimento, alterazioni isolate della
capacit4 di parlare, o di leggere, o di interpretare le parole e cosB via.
&ullonda del grande interesse dei clinici di Parigi per le idee di
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ma anc'e la dimostrazione di una prima c'iara asimmetria morfo?funzionale
del cervello.
Fno dei personaggi di -uesta storia ean aptiste ouillaud, un
medico francese c'e era stato allievo di > franc'i a c'i gli avesse portato una c'iara dimostrazione c'e una
lesione grave nel lo#o frontale non produceva la perdita della funzione del
linguaggio.Le idee di ouillaud era seguite da altri clinici dellepoca e tra -uesti
era particolarmente attivo un allievo di ouillaud (e suo genero), 7rnest
6u#urtin. *l pro#lema delle localizzazione cere#rali in generale e del
linguaggio in particolare era riemerso nel 1OH1 nellam#ito di discussioni
sorte nel corso di riunioni della $oci0t0 d(,nthropologie' fondata proprio in
-uellanno da Paul roca, c'irurgo allospedale di icTtre alla periferia di
Parigi e uno tra i primi cultori dellantropologia in $rancia. 6u#urtin
ria0erm@ la sua convinzione della localizzazione al lo#o frontale di lesioni in
grado di compromettere la funzione del linguaggio e di dare origine alla
condizione indicata allora come afemia e poi conosciuta come afasia
(notiamo -ui en passant come il termine afemia ritorner4 poi nella
neurologia moderna per designare alcune specic'e anomalie
- 23 -
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dellarticolazione del linguaggio). 6 supporto della sua convinzione 6u#urtin
arriv@ pu##licamente a dire c'e avre##e a##andonato la sua idea se -ualc'e
collega gli avesse mostrato il caso di un paziente c'e aveva perso la
funzione del linguaggio e nel -uale non si riscontrava alcuna evidente
lesione nel lo#o frontale. roca si propose di accettare in -ualc'e modo la
sda. 6lcuni giorni dopo c'e 6u#urtin aveva lanciato la sua provocazione,
egli concentr@ la sua attenzione su un paziente ricoverato nel suo ospedale
in gravi condizioni generali per una gangrena alla gam#a sinistra, c'e era
incapace di parlare (il nome di -uesto paziente era Le#orgne, ma era
conosciuto come Tan perc'C -uesta era lunica parola c'e riusciva a
pronunciare, -ualun-ue cosa di proponesse di dire). roca c'iese a 6u#urtin
di visitare con lui il paziente per accertarsi del fatto c'e ci si trovava
davvero dinanzi ad un individuo c'e aveva perso in modo specico la
funzione del linguaggio. 3uando il paziente morB roca ne fece lautopsia e
port@ poi il cervello ad una riunione della $oci0t0 d(,nthropologie. el
cervello del povero Tan appariva una lesione c'e, come volevano ouillaud e
6u#urtin, era situata proprio nel lo#o frontale ($ig. 1=). La cosa inaspettata
era per@ c'e la lesione era ristretta ad una piccola area del lo#o, ed
esattamente al piede della terza circonvoluzione frontale dellemisfero disinistra. 3ualc'e tempo dopo roca e##e modo di esaminare un altro
paziente anc'egli afemico e di nuovo trov@ una lesione localizzata nella
stessa zona del lo#o frontale, e di nuovo solo nellemisfero sinistro. &ulla
#ase di -uesti studi veniva identicata per la prima volta larea del
linguaggio, -uella c'e verr4 poi detta area di roca (vedi $ig. 1I).
- 2' -
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Fig. 12 +a locali!!a!ione dell"area di roca e dell"area di 3ernic4e con l"indica!ione del collegamento
che esiste tra le due regioni attraverso il ascicolo arcuato.
6 parte gli aspetti teatrali di -uesta storia, comprensi#ili in unepoca
in cui la scienza aveva un gran impatto culturale e sociale, e suscitavainteresse e prese di posizioni forti, come poteva accadere nella $rancia
positivista del diciannovesimo secolo, c da fare una considerazione
importante in merito al ruolo di roca nella scoperta dellarea del
linguaggio. roca non era stato il primo a dimostrare c'e una lesione del
lo#o frontale poteva essere associata alla perdita del linguaggio. /ispetto ai
clinici e agli stessi anatomici, roca c'e pure era, come a##iamo detto un
c'irurgo, aveva un vantaggio importante c'e gli permise di riconoscere in
modo preciso larea del linguaggio. 7gli credeva in una costanza del disegno
delle circonvoluzioni e dei solc'i e scissure cere#rali, e derivava la sua
ducia dai suoi interessi antropologici. Pi2 degli stessi anatomici furono
infatti gli antropologi (e gli anatomo?comparati) i primi a riconoscere
lesistenza di una regolarit4, al di sotto della varia#ilit4 apparente del
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disegno della supercie cere#rale. 3uesta convinzione emergeva soprattutto
dal confronto del cervello umano, -uello c'e presenta un maggior sviluppo
ed una maggior complessit4 della corteccia cere#rale, con il cervello di altre
specie animali nelle -uali, per la minore complessit4, pi2 facile identicare
lordine e la regolarit4.
Larea di roca la sede del centro di programmazione motoria del
linguaggio e la sua lesione produce la di0icolt4 di pronunciare parole (si
tratta di una afasia di tipo motorio). &e##ene sia incapace di parlare, il
paziente a0etto da afasia di roca conserva per@ la capacit4 di riconoscere
le parole sentite e lette. La situazione molto diversa in un altro distur#o
del linguaggio studiato nel 1O!I dallo scienziato tedesco ;arl ernicUe,
distur#o caratterizzato dalla perdita selettiva della capacit4 di capire le
parole ascoltate (il paziente non riesce a ripetere le parole c'e sente, ma
pu@ parlare, articolare discorsi anc'e complessi c'e non dipendano dalle
parole ascoltate). ernicUe dimostr@ c'e -uesto tipo di afasia sensoriale
era associata ad una lesione selettiva localizzata al lo#o temporale del
cervello, anc'essa situata esclusivamente nel lo#o di sinistra.
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Fig.1'. Immagini in 5omograia ad emissione di positroni ottenute nel corso dell"esecu!ione di compiti
linguistici. Si noti la corrisponden!a tra l"area di roca e 3ernic4e con le !one che si attivano rispettivamente
durante la pronuncia o l"ascolto delle parole
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La $ig. 1" illustra la localizzazione delle aree di roca e di ernicUe e
la $ig. 1= mostra come gli studi recenti condotti con sosticate tecnic'e di
imaging a##iamo dimostrato la piena validit4 delle localizzazioni di roca e
di ernicUe. ellepoca moderna lo studio dei centri cere#rali del
linguaggio 'a conosciuto sviluppi enormi, e si #asato, oltre c'e sulluso di
nuove metodic'e, anc'e sulla colla#orazione tra studiosi con formazione e
competenze diverse (linguisti e studiosi del linguaggio di formazione
umanistica lavorano a stretto contatto con psicologi, neurologi, psic'iatri,
neuroradiologi)5 -uesto uno dei tanti aspetti dellinterdisciplinariet4 c'e si
sviluppata nellam#ito delle moderne neuroscienze.
el periodo c'e va da roca a ernicUe si situa unaltra delle tappe
fondamentali del percorso c'e porta alla0ermazione del concetto di
localizzazioni cere#rali. el 1O!> due giovani siologi tedesc'i,
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i cui limiti si deniranno per un certo tempo in modo sempre pi2 preciso.
3uesto avviene anc'e perc'C con lo sviluppo di tecnic'e istologic'e sempre
pi2 sosticate si dimostrer4 c'e la struttura microscopica della corteccia
cere#rale, lungi dallessere costante e senza variazioni da un zona allaltra
come ritenevano i primi istologi, presenta caratteri diversi c'e permettono
di assegnare una connotazione morfologica precisa alle diverse zone delle
mappe cere#rali.
6 proposito della aree sensoriali interessante osservare c'e, se##ene
il concetto di localizzazione corticale dei meccanismi sensoriali si a0ermi
relativamente tardi nello studio del cervello, tuttavia era stata proprio una
funzione sensoriale, -uella visiva, la funzione di cui era stata fornita una
prima c'iara evidenza di localizzazione. el 1OJJ infatti (e dun-ue sei anni
prima della scoperta di roca) uno studioso dellFniversit4 di Pavia,
artolomeo Panizza, aveva pu##licato uno studio in cui dimostrava c'e la
visione localizzata nel lo#o occipitale. Panizza #asava le sue conclusioni su
studi anatomo?clinici e su esperimenti di lesioni condotti sugli animali.
Purtroppo le idee di Panizza non e##ero larga circolazione e non
inAuenzarono immediatamente la cultura scientica dellepoca, e -uesto
avvenne paradossalmente anc'e a causa dellinAuenza della cartograacere#rale di
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%ltre c'e a nuovi metodi di indagine (tra -uesti lo sviluppo straordinario
delle metodic'e di imaging c'e permettono di studiare le funzioni cere#rali
in modo non invasivo e sono -uindi applica#ili direttamente anc'e alluomo)
il ricorrere, nellinterpretazione dellorganizzazione funzionale del cervello,
di atteggiamenti pi2 o meno glo#alisti proviene anc'e dallo sviluppo di
settori della scienza diversi, e a volte apparentemente molto distanti dalla
neuroanatomia e dalla neurosiologia classica, come la psicologia cognitiva,
la scienza delle comunicazioni e linformatica, la machine vision, la teoria
dei sistemi. Da -ueste discipline emerge la necessit4 c'e gli elementi di un
sistema interagiscano tra di essi perc'C il sistema possa sviluppare
prestazioni elevate e complesse, come per esempio la capacit4 di
riconoscere immagini, di interpretare testi, arrivare a decisioni operative
e0icaci in risposta a sollecitazioni esterne pi2 o meno complesse.
&e consideriamo -uesta convergenza di settori diversi della scienza
moderna nello studio del cervello non possiamo non riconoscere la validit4
del concetto e del termine di neuroscience creato come a##iamo detto
trentanni fa proprio per sottolineare la vastit4 delle discipline c'e potevano
concorrere a rendere e0icace lo studio del cervello. 6 proposito dellapporto
di scienze diverse alla comprensione delle funzioni cere#rali, #isogna notarecome linAusso sia stato #idirezionale. * risultati ottenuti nella ricerca
neurosiologica degli ultimi decenni 'anno infatti avuto ricadute importanti
anc'e su settori scientici e tecnologici lontani. Lo sviluppo di sensori nei
sistemi tecnologici, le nanotecnologie, la visione articiale adottano infatti
(o implementano come si dice ora) alcuni paradigmi operativi derivati
proprio dalla ricerca neurosiologica, in particolare in am#ito sensoriale,
paradigmi c'e in parte considereremo fra poco.
;oncludiamo -uesta #reve rassegna storica dicendo -uello c'e non
diremo, accennando cio a due linee fondamentali dello sviluppo storico
delle neuroscienze sulle -uali non potremo so0ermarci. Da un lato
lemergenza dellelettrosiologia, cio di -uella scienza c'e mette in
evidenza lintervento dellelettricit4 in alcuni importanti meccanismi
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siologici, e in particolare nella codicazione e trasmissione
dellinformazione nelle cellule e #re nervose, e dallaltro gli studi istologici
c'e tra %ttocento e ovecento 'anno posto le #asi dellorganizzazione
morfo?funzionale del sistema nervoso a livello microscopico.
*n rapporto alla prima linea di sviluppo, non parleremo -ui di Luigi
misur@ la velocit4 di conduzione dellimpulso
nervoso e neppure di ulius ernstein c'e per primo ottenne una
registrazione elettrica della forma donda di -uesto impulso, e ipotizz@ poi
c'e alla #ase dei fenomeni elettrici delle mem#rane eccita#ili vi fosse un
potenziale elettroc'imico dovuto alla distri#uzione asimmetrica di ioni trainterno ed esterno della #re muscolari e nervose. on dir@ neppure di
eit' Lucas e di 7dgar Douglas 6drian c'e misero in evidenza in modo
c'iaro il carattere autorigenerativo ed esplosivo della generazione del
segnale nervoso e del suo propagarsi lungo la #ra, un fenomeno c'e essi
assimilarono alla progressione dellaccensione di una miccia. on dir@
neppure di come, a partire da una registrazione dellimpulso nervoso
eseguita nel 1= da 6lan Lod NodgUin e 6ndre8 $ielding NuKle con un
elettrodo inserito allinterno dellassone gigante di calamaro, si sia messo in
moto il cammino di ricerca c'e 'a portato a c'iarire nel 1J" in modo
denitivo il meccanismo della generazione e della propagazione dellimpulso
nervoso5 con NodgUin e NuKle siamo ormai al giorno doggi, ed da loro
c'e iniziano i moderni corsi di eurosiologia.
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; un altro aspetto dello sviluppo storico delle neuroscienze di cui
non vi parler@. 7 -uello c'e riguarda lemergere tra %ttocento e ovecento
della dottrina del neurone, di -uella concezione c'e alla #ase della
organizzazione microscopica del tessuto nervoso. &econdo -uesta
concezione i circuiti nervosi sono costituiti da cellule c'e con i loro
prolungamenti sta#iliscono contatti (indicati ad un certo punto come
sinapsi) attraverso i -uali passa linformazione tra una cellula e laltra in
assenza di continuit4 protoplasmatica, secondo un meccanismo #asato sulla
li#erazione da parte della cellula presinaptica di una sostanza c'imica c'e
agisce sulla cellula postsinaptica generando un potenziale elettrico (di
caratteristic'e diverse a seconda dei vari tipi di sinapsi). &econdo la dottrina
del neurone, le cellule nervose ricevono il loro input prevalentemente della
zona dei dendriti o del corpo cellulare ed emettono il loro output alla
terminazione dellassone.
&e##ene -ueste concezioni ci sem#rino ora ovvie, a#ituati come siamo
a concepire lesistenza di cellule nervose, di dendriti, di assoni, pure
do##iamo considerare come essa sia stata a lungo contrastata da una
concezione alternativa, c'e vedeva il tessuto nervoso costituito da una rete
di #re continue luna con laltra, un vero sincizio protoplasmatico nel -ualeil Ausso di segnali avveniva in modo #idirezionale e senza percorsi o##ligati.
3uesta teoria reticolare fu propugnata nell%ttocento dallistologo tedesco
osep' H, per sferrare un attacco pesante alla teoria neuronale e pi2 o meno
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direttamente al suo principale sostenitore, ;aWal. La teoria neuronale 'a
posto le #asi del moderno studio della siologia nervosa, soprattutto -uando
essa 'a integrato nel suo am#ito le conoscenze moderne sui meccanismi
sinaptici emerse attorno agli anni cin-uanta del ovecento, ed in -ualc'e
modo essa rappresenta lantefatto di tutto -uello c'e noi ora conosciamo sui
meccanismi operativi dei circuiti nervosi del nostro cervello.