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NUMERO 2 VII/VIII 2009 giornalino educativo SFERA DEL CORPO 1

BRICIOLE EDUCATIVE 2

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Per genitori. Può dare una occasione di riflettere come educare il bambino.

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NUMERO 2VII/VIII 2009giornalinoeducativo

SFERA DEL

CORPO1

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11.. Mostrate ai vostri figli amore ed attenzio-ni durevoli ed ininterrotte – ciò è cosìimportante per la loro salute psichica e spi-rituale, quanto il nutrimento per il corpo.

22.. Siate generosi nel sacrificare ai vostrifigli il vostro tempo e nel mostrare a loro lavostra comprensione – giocare con i figli oleggere a loro a voce alta conta più di unacasa eccessivamente organizzata.

33.. Rendete possibile ai vostri figli di acqui-sire nuove esperienze, e già dai primi gior-ni della loro vita parlate molto a loro – ciòarricchisce il loro sviluppo spirituale.

44.. Stimolate i vostri figli al gioco, in ognisua forma: da soli, con altri ragazzini, perstudiare il mondo circostante, per imitare,per sperimentare, per costruire, per la crea-zione fantasiosa.

55.. Lodate più spesso e più ad alta voce iloro sforzi piuttosto che le loro conquiste.

66.. Affidate ai vostri figli – in modo corri-spondente alla loro età – la responsabilitàper qualcosa, la cura di qualcosa, che con-

tinuerà a crescere – in modo simile ad altreabilità bisogna essere continuamente inallenamento.

77.. Ricordatevi che ogni figlio è unico nelsuo genere – il modo in cui trattate un figlioe che va bene per lui, non deve andar beneanche per un altro.

88.. Se mostrate la vostra disapprovazione edinsoddisfazione, definite chiaramente comei vostri figli devono migliorare, senza esige-re troppo da loro, ma basandosi sulla loroetà, sulla loro personalità e sulla loro capa-cità intellettiva.

99.. Non utilizzate mai la minaccia secondocui toglierete il vostro amore nei confrontidei vostri figli, e non dite a loro che li affi-derete a qualcun altro. Potete rifiutare e nonaccettare il loro comportamento, ma nonpermettete mai che in essi nasca il sospettoche potete rifiutare la loro persona.

1100.. Non aspettatevi la gratitudine. I vostrifigli non hanno chiesto di nascere – è statauna vostra decisione. s

“I DIECI COMANDAMENTI” NELL’EDUCAZIONE

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1Briciole educative

• Maturitaʼ nella sfera del corpo(parte prima) . . . . . . . . 2

• Le ragazze scrivono . . . . . . 4

• La testimonianza . . . . . . 5• La droga nella vita dei ragazzi. . . 6• Se vostro figlio prende la droga? . . 7

• Come comincia la tossicodipendenza? 9• Percheʼ attratti dallʼalcool? . . . 10• Come aiutare i ragazzi a non bere? . 11• PATERNITAʼ - ciclo“Il padre eʼ una guida”. . . . . . 12• MATERNITAʼ - ciclo“La madre insegna ad amare” . . . 14• Come aiutare i ragazzi

a non bere (continuazione). . . . 16

In questo numero vorremmo

presentarVi alcuni cicli. Il primo ciclo è

dedicato alla valutazione seguente:

quando l’uomo è maturo nelle singole

sfere della propria vita? Sono le sfere: del

corpo, della corporeità, della sessualità,

del pensiero, dell’emozione, della mora-

lità, della spiritualità e della libertà.

Come prima - la sfera del corpo. E le

deviazioni che ne risultano, le quali

riguardano i giovani, i nostri figli. La

maturità nella sfera del corpo può essere

ostacolata da ciò che è contrario alla

salute del corpo, ossia: anoressia, buli-

mia, droga, alcolismo, aggressività, uno

stile di vita malsano.

Parleremo della maggior parte di que-

sti problemi che possono accadere ai

nostri giovani, fornendo alcuni utili pen-

sieri e consigli. Il secondo ciclo è colle-

gato con la convinzione che l’educazio-

ne è efficace soltanto quando i genitori

sono bravi padri e madri, e quando agi-

scono insieme.

Da qui due articoli che riguardano

la paternità e la maternità. Continuere-

mo entrambi i cicli per aiutarVi a realiz-

zare i Vostri ruoli nel miglior modo pos-

sibile nei confronti dei bambini e dei

ragazzi, che sicuramente amate e che

vorreste aiutare.

Buona lettura!

INTRODUZIONE

CONTENUTTI

BRICIOLE EDUCATIVE Un e-giornalino per i genitori.Edito dalla Casa Editrice MIMEP-DOCETE, via PapaGiovanni XXIII, 4; 20060 Pessano con Bornago (MI)Preparato dal gruppo redazionale.

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2 Briciole educative

Incominciamo il ciclo sul mistero del-l’uomo. Chi siamo? Come indirizzare lenostre sfere, dateci da Dio?

In questo coloquio riflettia-mo sulla sfera delcorpo. Il corpo è il

primo elemento dicui ci rendiamoconto; all’iniziodella nostra vitanon scopriamosubito tutte le sfere,ma gradualmente.Non tutte sono così”rumorose” come ilcorpo. Purtroppo in ognisfera possiamo avere dei pro-blemi, e perciò l’esistenza che è basatasulla cosiddetta spontaneità, in ogniambito non è sintomo di maturità. Ibambini piccoli possono agire basando-si sulla spontaneità, ma quando sonoancora piccoli. Già quando frequentanol’asilo, la spontaneità non basta. In ognisfera bisogna sapere qual è il pericolo e qualè il criterio di maturità. Ebbene, quando sitratta del corpo, questi pericoli sono moltoevidenti, e a volte anche drammatici. Ineffetti, qualsiasi comportamento estremo èpericoloso in qualsiasi sfera, e nell’ambitodel corpo una minaccia importante è quan-do si è schiavi del proprio corpo.

NON DOVETE ESSERE SCHIAVI DEL VOSTRO CORPOPurtroppo conosco persone che sono

schiavi del proprio corpo, e fanno soltantociò che vuole il loro corpo. Chi è minaccia-to da questa estremizzazione, cioè chi èschiavo del suo corpo? Chi si identifica con

il suo corpo, affermando che “Io sono il miocorpo”. Più una persona è povera spiritual-mente, moralmente, socialmente, psicologi-camente, più si concentra sulla sua corporei-

tà, e più, lui o lei, sono minacciati dalfatto che sono schiavi del proprio

corpo. Quindi, chi tralascia lealtre sfere della sua esistenza,della sua umanità, colui o coleiche si concentra sulla suacomodità, che è soddisfatto semangia, dorme, e, parlando inmodo brutale ma sincero,

colui o colei che sazia i propriistinti, una tale persona gra-

dualmente inizierà adessere convinto che

è composto sol-tanto da corpo, eche le altre sfereo non esistonoo sono inutili odi secondaria

importanza, eche la più signifi-

cativa è la sfera dellacorporeità.

Viviamo in una civiltà che ci tenta permezzo di questo tipo di riduzione del sé e ditutta la ricchezza dell’umanità soltanto allacorporeità, perché abbiamo il culto delcorpo. Nella maggior parte dei media cosid-detti liberali e laici osserviamo il culto delcorpo, in tutte le pubblicità, in tutte lepromozioni delle merci, e quandosi tratta della salute fisica, del-l’aspetto esteriore, posso tran-quillamente affermare, e pensodi non esagerare, che è promos-so il culto del corpo, e l’uomo, seè un po’ povero spiritualmente,moralmente o psichicamente, si

MMAATTUURRIITTAA’’ NNEELLLLAA SSFF ERA DEL CORPO

PARTE 1

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nutrirà di questi media spesso tossi-ci. Davvero già durante l’infan-zia si può credere che l’io èrappresentato dal suo corpo.Allora tale uomo pensa cheè lui che guida la propriavita, e nessuno dirà che:“E‘ il mio corpo checomanda la mia vita”, oforse affermerà ciò quandonon ne potrà più di questasituazione; all’inizio la constata-zione: “Faccio ciò che voglio” appa-re addirittura attraente, mentre in realtà fac-cio ciò che vuole il mio corpo, soltanto cheper adesso non ne so ancora nulla. Così que-sto genere di schiavitù del corpo sulla perso-na forse è una forma nascosta di auto-schia-vitù, ossia questo uomo o questa donna nonsi rendono conto che sono diventati schiavidel proprio corpo, mentre qualcuno cheguarda dall’esterno si renderà rapidamenteconto che questo individuo in realtà si con-centra sul mangiare, sul dormire, sul soddi-sfare i propri istinti, cosicché semplicementecercherà una vita comoda, senza sforzi.

SIETE PIU’ FORTI DEL VOSTRO CORPOUna volta sono stato con un gruppo di

giovani in montagna, erano maturandi, sem-brerebbe quindi che fossero forti. Doponemmeno un chilometro, il primo maturan-do si è seduto su un sasso dicendo: “Io non

vado più avanti”. “Perché?”. “Perché nonne ho voglia”. Ecco, non era tanto chelui non ne aveva voglia, quanto che ilsuo corpo non ne aveva voglia, e lui sisottometteva passivamente. Anche ioa volte sono stanco, per esempio

quando vado molto a lungo in biciclet-ta dopo tanti chilometri posso sentire

male alle gambe, ma continuo apedalare, perché sono più forte

del mio corpo. Invece le per-sone che sono molto imma-ture diventano schiave delcorpo non sapendonealcunché. Che cosa suc-cede allora? Il corpodiventa come un cancro,

ossia io allora mi concentrosulla mia corporeità invece

che sulle altre sfere della miaumanità, così come il cancro si svi-

luppa e prende il sopravvento sugli altri siste-mi e tessuti dell’organismo, ed allora il miocorpo, sul quale mi concentro, ferisce la miasfera morale, spirituale, religiosa, sociale, etutte queste sfere muoiono in me, divento,utilizzando il linguaggio biblico, un uomodel corpo, un uomo primitivo, e dipendentedal corpo e dagli istinti. Tuttavia, al terminedi questo procedimento, anche il corpoperde, perché riducendo la mia umanità educcidendo ciò che è al di là del corporale,anche il corpo muore. Questo è il miocorpo. Quindi, dal momento in cui io sonoferito e in un certo qual modo mutilato,anche il mio corpo lo sarà. Dunque, l’esse-re schiavo del corpo finisce male per l’uo-mo, ma finisce male anche per la sua cor-poreità. E così, l’uomo e questa sua sferadel corpo perdono, e l’uomodiventa schiavo del man-giare, schiavo dellacomodità, schiavodella pigrizia,schiavo degli istin-ti, e ciò conduce adipendenze, e tal-volta addirittura acrimini. ss

3Briciole educative

F EERRAA DDEELL CCOORRPPOO

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Q ualcuno di voi ha avuto a che farecon la bulimia o con l’anoressia?Hmmm... E’ possibile che una certa

parte di voi, sì. Anche io ci ho avuto a chefare... più di quanto volessi. Ma questo artico-lo non deve riguardare me. Questo deveessere un articolo rivolto a voi, affinchè voiosserviate questi problemi da un’altra prospet-tiva. Che cosa pensate quando venite a sapereche qualcuno del vostro ambiente ha unproblema con la bulimia o con l’anoressia?Che cosa vi viene in menteinnanzitutto? Lo so che cosa:“Che stupida che è!” “Forsenon è normale!”, ecc... A volteinoltre penserete che le è suc-cesso questo perchè volevaessere magra. E chi penseràche questa ragazza (i ragazzipiù raramente) ha un proble-ma? Hmmm... così non pensanessuno, e ciò non va bene.Voglio che diventiate con-sapevoli del fatto che l’anores-sia e la bulimia sono principalmente malattiedell’anima che si riflettono sul corpo.

Le persone malate semplicemente sonoinfelici... Hanno problemi di vario genere.Problemi a scuola, la mancanza diaccettazione, il divorzio dei genitori, la mortedi qualcuno di caro, la solitudine, ... Le causesono moltissime. Ed allora, l’anoressia e labulimia diventano trampolino di lancio perallontanarsi (ma soltanto in apparenza) daquesti problemi.

Nel caso della bulimia, il cibo fornisce unapparente sollievo, una dimenticanza...soltanto che poi sopraggiungono i rimorsi dicoscienza, che si è mangiato così tanto (per

non dire brutalmente - che si è divorato), edallora che cosa si può fare? Ovviamente - si vain bagno e si vomita tutto... E dopo? Nulla... E’“un giro del fumo”... Ed allora la bulimiadiventa un mezzo per eliminare i problemi.Con l’anoressia la situazione è simile... nonmangiare... che soffra il corpo se soffre la miaanima! Ach, questo mangiare! Si ama il ciboe contemporaneamente lo si odia! Apparenteallontanamento dai problemi... ma soloapparente... perchè allora si aggiunge ancora

un problema: si è malati.Tuttavia, queste persone nonse ne rendono conto...Arrivano a comprenderlo piùtardi... ma non semprevogliono riconoscere il pro-blema e lottare contro esso.

Poi la bulimia o l’anores-sia (o entrambe) diventano ilvostro incubo peggiore...Perchè è come una palude difango in cui si cade... Ed èvero che si può guarire, ma

soltanto fino ad un certo punto, perchèl’anoressia o la bulimia possono tornare inqualsiasi momento... una piccola delusione,un problema irrisolvibile, ed ecco che lamalattia ritorna. Perchè bulimica o anoressicalo si rimane fino alla fine della propria vita.Un incubo. E questo è un riassunto di ciò cheavviene con queste due malattie... Dovetecomprendere che l’anoressia e la bulimiasono semplicemente delle malattie, e che lepersone che hanno queste malattie non sonosciocchi adolescenti. Sono semplicementeadolescenti sensibili, che bisogna aiutare, enon prenderle in giro o ignorarle. Spero chequesto articolo vi farà riflettere un po! ss

4 Briciole educative

Le ragazze scrivono

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In verità non so da dove iniziare il mioracconto. Forse semplicemente inizieròdal momento in cui ho smesso di man-

giare. No, non è stato subito, oggi possoconstatare che è stato un processo che allafine mi ha condotto a pesare 49 chili conun’altezza di 170 cm. Spesso mi chiedocome sono potuta giungere a questo punto.Come io, una persona così forte, che tuttiritenevano priva di problemi, sono potutagiungere ad una tale condizione? La rispos-ta è abbastanza semplice, poichè ad uncerto punto della mia vita sono rimastacompletamente sola.

Qualcuno chiederà: non avevi i genitorio degli amici, che avrebbero potuto aiutar-ti? Ce li avevo, ma... Non riuscivo a ritrovar-mi, non avevo un mio posto. A casa stavomale, volevo fuggire da là. In verità nessunosi prendeva cura di me, tutti erano occupatidai propri affari. In quel periodo avevoanche perso un amico che era una miaanima gemella, che mi comprendeva e cheera sempre con me. Era il periodo in cuiavevo iniziato l’Università. Abbastanzavelocemente risultò che non mi ero ambi-entata, e che non ero riuscita a fare ami-cizia con i miei compagni di corso. La miamigliore amica, con la quale avevamo sti-pulato un patto di “amicizia fino alla finedel mondo”, si era dedicata agli studi, ecosì aveva sempre meno tempo per me. Erorimasta sola. Non sapevo a chi rivolgermicon i miei problemi. Stavo così male.Andavo in giro sempre più triste e depressa.

Poco tempo dopo, mi sono ammalatad’influenza. Delle complicazioni causatedalla malattia fecero sì che per la primavolta in vita mia sono dimagrita di quasi 7chili. E’ stato allora che ho perso la voglia dimangiare. All’improvviso, come per il tocco

di una bacchetta magica, la gente ha co-minciato ad interessarsi di me, a mostrarecommozione. Iniziarono ad abbracciarmi,a consolarmi.

Ero felice, non volevo perdere questasensazione, quindi continuavo a non man-giare - per più di due anni. Sono cadutanella palude fangosa che mi ha distruttocompletamente e che ha ucciso in me ilvero “io”. La gente pensa che l’anoressiacolpisce soltanto quelle ragazze chevogliono dimagrire velocemente, sognandole misure delle modelle... Ma questa non èla verità, poichè questa malattia attaccaanche coloro che si sentono persi e chesono soli, i quali in questo modo invocanoun aiuto! ss

5Briciole educative

LLAA TTEESSTTIIMMOONNIIAANNZZAA

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Nella vita di ogni famiglia può succe-dere qualche fatto che metterà allaprova le forze dei genitori, incuterà

timore, farà sì che essi si sentiranno fragili.Questo può essere causato dalla droga.

Si può acquistare la droga a scuola, da unamico, farne richiesta per telefono; veri “cen-tri commerciali” della droga sono le discote-che. I drogati più giovani hanno 7-8 anni.

La droga è una condizione di dipendenza,nella quale l’uomo non riesce fare a meno diessa. Si rilevano due tipi di dipendenza:

psichica – causati da un bisogno psicolo-gico di acquisire una dose di droga, che, senon più presa, causa fenomeni di malesseree timore;

fisica – farà sorgere un bisogno irrefrena-bile di assumerla, quando la dose di droganon viene più presa c’è la minaccia dimorte.

Le droghe più popolari sul mercatodanno una dipendenza psichica.

Le droghe possono essere distinte in tregeneri:

* sostanze che agiscono in modo daritardare il sistema nervoso, come per esem-pio la codeina, la morfina, l’oppio;

* sostanze che stimolano il sistema ner-voso centrale, come per esempio l’anfetami-na, la cocaina, l’ecstasy, il crack;

* sostanze che causano disturbi al siste-ma nervoso centrale, come per esempiol’hascisc, la canapa indiana, l’LSD.

Le cause della tossicodipendenza:la prima volta i giovani cercano la droga

per provare “il frutto proibito”, per curiosità,per fuggire dai problemi sociali: una delusio-ne d’amore, il pericolo di essere respinti dalgruppo dei coetanei, una famiglia frantumata,la fuga dai problemi della scuola, per giocoossia quando la droga viene presa duranteuna festa come divertimento. ss

6 Briciole educative

LA DROGAnella vita

dei ragazzi

LA DROGAnella vita

dei ragazzi

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? ?

???

Di solito, veniamo a sapere tardi che unapersona si droga. Se si dimostra che ècosì, e che vostro figlio ha iniziato a

prendere droga o è tossicodipendente, ovvia-mente vi sentite molto addolorati. Non tutticoloro che assumono droga diventano subitodrogati, tuttavia la strada dalla prima voltaalla dipendenza non è molto lunga. Vienepreceduta da alcuni segni, ed è importanteche i genitori sappiano riconoscerli. In questicasi, nei ragazzi si può osservare: improvvisicambiamenti d’umore e di attività; l’isola-mento e la chiusura in sé, il trascorrere iltempo nella solitudine; un improvviso cam-biamento di amici, soprattutto verso quellipiù grandi; un calato interesse per la scuola,per un hobby che si coltivava fino ad allora,per uno sport; l’isolamento dai genitori edalla famiglia; ritardi inspiegabili, il ritornaretardi la sera, bugie; il portare fuori da casaoggetti preziosi; un immotivato possesso dimateriali come carta, pipe, aghi, siringhe,pasticche, polvere bianca, piccoli sacchetti diplastica, tubetti di colla, oli lubrificanti, boc-chini, piccoli cristalli, roba secca, pezzetti dialluminio, medicinali senza ricetta, vasetti;l’utilizzo di espressionimisteriose durante icolloqui, come peresempio: bruciare,essere in estasi, dealer,drag, anfa, speed, pol-vere, erba, … puòsignificare che vostrofiglio ha contatto conl’ambiente della tossi-codipendenza.

La teoria delle dipendenze afferma che latossicodipendenza è collegata allo stress, eche i tossicodipendenti cercano di liberarsidalla tensione psichica dell’esistenza.

Che cosa fare, quando un bambino ha giàdietro di sé il primo contatto con la droga?

Può accadere che, nonostante i vostrimigliori tentativi, attenzioni e conoscenza delproblema, vostro figlio si droga.

ALLORA:- non fatevi prendere dal panico né ten-

tate di parlare seriamente con vostro figlioquando è sotto l’influsso degli stupefacen-ti;

- non fate finta che non è vero, non cre-dete nelle argomentazioni presentate, noncredete sconfinatamente a vostro figlio;

- non giustificate vostro figlio, cercandola colpa in voi stessi oppure nelle “cattivecompagnie”;

- non credete quando vostro figlio vi ras-sicura che ha il controllo sulla droga e chese la caverà da solo con questo problema;

- non proteggete eccessivamente vostrofiglio dalle conseguenze dell’assunzione di

droga, per esempionon scrivete le giustifi-cazioni di assenzadalla scuola causatedal cattivo stato disalute psico-fisicadopo che vostro figlioha preso stupefacenti;non pagate i debiti divostro figlio;

- non arrendetevi! ss

7Briciole educative

Se Vostro figlio

prende la droga?

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L a tossicodipendenza inizia in modoinnocente, dall’alcool, dalle disco-teche, da nuovi amici e spesso

durante le vacanze estive. Una grossa partedel tempo libero viene impegnata, da alcu-ni dei nostri figli, nell’hobby della droga,che molto velocemente può diventaredipendenza.

“La droga è ovunque, dappertutto c’è lapossibilità di acquistarla”, dicono gli ex-tos-sicodipendenti.

“Se non sapete con chi, dove e conquale obiettivo vostro figlio parte, non siated’accordo con la sua partenza per le vacan-ze. Nel caso in cui possedete queste infor-mazioni, nonostante ciò dite a vostro figliodi telefonare a casa. Spesso viaggi innocuiper esempio in campeggio o per corsi dibarca a vela sono periodi in cui i vostri figlihanno la possibilità di provare la droga,mentre per esempio con l’eroina ci si puòassuefare già dalla sua prima assunzione”,dice una direttrice di un Centro dellaTerapia dalle Dipendenze.

Uno strano comportamento, nuoviconoscenti, la scomparsa di piccole sommedi denaro, ritorni tardivi a casa oppure unimprovviso dimagrimen-to, sono solo alcuni deicomportamenti di unapersona che molto pro-babilmente è agli inizidella strada verso la tossi-codipendenza. Esistonotre tipi di sostanze chedanno assuefazione: glistimolanti, gli allucinoge-ni ed i calmanti.

Una delle droghe sti-molanti più popolari èl’anfetamina. La persona

che assume anfetamina spesso trascorresveglia le notti, non ha appetito, compieattività che esigono molta concentrazioneed attenzione, per esempio disegna a lungominuscole figure complicate. I ragazziprendono spesso l’anfetamina come dopingnelle discoteche.

Per quanto riguarda le sostanze calman-ti, come per esempio l’eroina, possiamonotare che i ragazzi i quali ne fanno usoreagiscono più lentamente. Essi per esem-pio si addormentano davanti alla televisio-ne, e a volte perfino a tavola durante i pasti.

La cosa più facile è riconoscere i sinto-mi dell’uso di sostanze allucinogene comeper esempio l’LSD. Sotto il loro effetto, lepersone si comportano in modo irrazionale.

Il modo più semplice per controllare seuna persona ha assunto droga è controllarela reazione delle sue pupille alla luce.Bisogna chiedere al ragazzo di chiuderefortemente le palpebre, e poi di aprire gliocchi. Se c’è la reazione alla luce cioè se lagrandezza della pupilla cambia, significache va tutto bene, se invece non c’è reazio-ne possiamo supporre che il giovane è sottol’effetto di droghe.

“Se vostro figlio ha fre-quenti cambiamenti diumore, è cattivo, aggressi-vo, ha mancanza di appe-tito oppure un appetitomaggiore, in generale è inun cattivo stato psico-fisi-co, trascura i suoi doveri,non mantiene le promes-se, si isola dalla famiglia, edalla casa spariscono soldioppure oggetti preziosi espesso ci sono strane tele-fonate, quasi di sicuro

8 Briciole educative

COME COMINCIA LA TOSSICODIPENDENZA

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prende la droga”, afferma un adolescenteche è un tossicodipendente in cura.

Una terapeuta commenta: “La sceltamigliore è chiedere agli stessi tossicodipen-denti quali sono i sintomi dell’assunzionedi droga, essi lo sanno benissimo!”.

I genitori dovrebbero inquietarsi quandonotino che i loro figli possiedono vari stranimateriali, i quali abbiamo elencato sopra.

Un paziente di un centro per tossicodi-pendenti racconta: “Prendevo l’eroina. Perassumerla è necessario per esempio unfoglietto di alluminio. Una volta è successoche, durante l’assenza dei genitori, ne èvenuto a mancare in casa. Ne ho preso inprestito un po’ dalla vicina. Le ho detto chestavo cucinando il pollo”.

Un’altra paziente adolescente afferma:“La generazione dei nostri genitori pensasecondo lo stereotipo che il drogato appar-tiene ai ceti sociali più inferiori, come quel-li che si vedono nelle stazioni ferroviarie.Tuttavia, la maggioranza dei tossicodipen-denti è costituita dai ragazzi di cosiddettabuona famiglia. Nelle stazioni ferroviarie

stanno quelli che hanno toccato il fondo eche hanno una minima possibilità di ritor-nare ad una vita normale”.

La direttrice del centro fa questo appel-lo: “I genitori dovrebbero necessariamentecontrollare il denaro dei loro figli.Dovrebbero sapere bene come i loro figlispendono i soldi che vengono dati a loro”.

E’ molto importante notare quando stasuccedendo qualcosa al giovane, e cerca-re di parlare con lui in modo tranquillo ecordiale. ss

9Briciole educative

A TOSSICODIPENDENZA

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PPEERR CCOONNFFOORRMMAARRSSII CCOONN II CCOOMMPPAAGGNNII

AAPPPPAARRTTEENNEERREE AADD UUNN GGRRUUPPPPOO

Quando i ragazzi entrano nell’età dellaricerca dei legami fuori casa, la cosa piùimportante per loro è appartenere e confor-marsi ad un gruppo. I ragazzi spesso sannooppure pensano che coloro con i quali voglio-no avere a che fare bevono, tuttavia il bisognodi appartenenza e di adeguamento è così forteche questo fatto non li disturba. A volte puòessere al contrario: il frutto proibito in aggiun-ta attira, ed inoltre quando si assaggia insieme,si acquisisce presto il senso di un’apparentecomunità.

PPEERR SSEENNTTIIRRSSII AADDUULLTTOO

I ragazzi che stanno maturando, formano ipropri atteggiamenti nei con-fronti del bere, del fumare edel drogarsi. In seguito a pres-sioni dall’esterno (i coetanei, icomportamenti degli adulti, ifilm, ecc…), cambiano il pro-prio precedente rapportonegativo nei confronti dell’al-cool. L’alcool è associato conla maturità, l’avventura, l’es-sere uomo e il divertimento;sembra che dia il senso del-l’appartenenza, dell’autono-mia, permette all’adulto didivertirsi.

PPEERR EESSSSEERREE ““AALL TTOOPP”” Un giovane che entra nell’età della matura-

zione è spesso stressato, insicuro, si vergogna,si sente impacciato. Quindi i giovani bevonoperché vogliono allontanare lo stress e l’insicu-rezza, per sentirsi più liberi in compagnia,soprattutto nei riguardi di persone dell’altrosesso.

PPEERR SSEENNTTIIRRSSII MMEEGGLLIIOO

Alcune persone pensano che l’alcoolmigliorerà il loro stato psico-fisico o che per-

metterà di dimenticare i problemi. Se vi sem-bra che vostro figlio ha dei problemi, convin-cetelo che non deve superarli da solo e chepuò chiedere l’aiuto di qualcuno.PPEERR CCEESSSSAARREE DDII EESSSSEERREE TTIIMMIIDDOO

Tutti i giovani attraversano periodi di insi-curezza, di vergogna e di timidezza, ma avolte non sono in grado di fare fronte a questadifficoltà. Come genitori, ricordate a vostrofiglio – o piuttosto fategli percepire – quantoegli è importante per voi, quanto lo amate,quanto è attraente per gli altri e quanto puòoffrire a loro. I ragazzi vogliono sentire che val-gono qualcosa per i loro genitori, per i coeta-nei e per il mondo…PPEERR VVEEDDEERREE CCOOMM’’ÈÈ

L’alcool è circondato damolti miti, a proposito dellasua azione circolano informa-zioni ambigue e a volte fanta-stiche. La curiosità, naturalenell’età della crescita, spinge igiovani a compiere esperienzestrane, nuove e a volte ancheproibite.

PPEERR SSPPEEZZZZAARREE

UUNN DDIIVVIIEETTOO

Alcuni adolescenti bevonoperché è proibito. Vogliono

mettersi alla prova, e forse met-tere alla prova anche Voi, cari lettori. Il fattoche verificano che cosa significa spezzare undivieto così forte – non significa che farannosempre così. Dagli accordi tra di voi dipendequale sarà l’esito degli esperimenti.PPEERR DDIIVVEERRTTIIRRSSII

Molti giovani non sanno come immagi-narsi una bella festa senza alcool, il chenon è difficile da immaginare, perché nellacultura della società mancano modellialternativi di come divertirsi e come trascor-rere il tempo libero. ss

10 Briciole educative

Perchè attratti...Perchè attratti...

ddaall ll’’aall cc oooo ll??

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Parlate con i vostri figli a proposito dell’alcool e della drogaControllate se di sicuro comprende il peri-

colo ed i problemi ad esso collegati. Non inti-moritelo e non stressatelo – semplicementetrasmettete al ragazzo informazioni oggettivea proposito dell’azione dell’alcool e del mec-canismo della dipendenza e chiarite tutti idubbi.

Imparate ad ascoltare davvero i vostri figliIl parlare costituisce soltanto metà del

successo. Dovete anche essere in grado diascoltare e di sapere quando il ragazzo ne habisogno – vi permetterà di comunicare aper-tamente. Quando parla di cose importantiper sé – cercate di accogliere la sua prospet-tiva nei confronti del mondo; cercate di com-prenderlo, e non di insegnargli.

Aiutate i vostri figli a sentirsi bene con se stessiGli adolescenti spesso sono insicuri. Per

loro è molto importante sapere che i genitorisi fidano di loro, credono nel loro valore,apprezzano le loro abilità, prendono in con-siderazione la loro opinione. Semplicemente:nei momenti opportuni lodate il ragazzo,mostrategli la vostra meraviglia ed approva-

zione, trattate seriamente le sue opinioni e lesue decisioni.

Aiutate i vostri figli a costruirsi un chiaro sistema di valoriUn forte sistema di valori, un senso di chia-

rezza nel distinguere tra bene e male, darannoal ragazzo il coraggio per prendere decisioniautonome sulla base della propria opinione, enon sulla base della pressione dei colleghi.

Siate un buon modello ed esempioI ragazzi conoscono bene le vostre abitu-

dini e gli atteggiamenti nei confronti dell’al-cool – non vengono imbrogliati facilmente.Ricordate, che se voi stessi avete problemicon il bere, vostro figlio ha più possibilità diavere simili problemi.

Aiutate i vostri figli a sapere affrontare le situazioni di pressione da parte dei loro colleghiSoprattutto i ragazzi che sono stati educa-

ti ad essere gentili, simpatici e cordiali, pos-sono avere difficoltà nel reagire alle pressionidell’ambiente. Le difficoltà nello scegliere ciòche è impopolare saranno affrontate peggioda quei ragazzi per i quali i coetanei sonopunto fondamentale di sostegno e di riferi-mento. (continuazione p. 16)

11Briciole educative

CCoommee aaiiuuttaarree ii rraaggaazzzzii

A NON BERE

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Un padre sul suo posto di lavoro puòessere un gigante, un “cervellone”,un maestro, un conduttore di danze,

ma in casa può apparire soltanto come unapersona che si lamenta,che è sempre stanco,oppure come un indivi-duo che fugge, fatto chenon gli porta onore agliocchi della moglie e deifigli. Ed essi forse si aspet-tano qualcosa da que-st’uomo che è vicinissi-mo a loro ed il più impor-tante – soprattutto d’esta-te, quando finalmente favacanza e può dimostra-re qualcosa insieme aloro e per loro.

PERCHE’ PROPRIO IL PAPA’?Perché proprio il papà? Perché il suo

campo d’azione è più il mondo piuttosto chela casa. E in questo mondo egli deve condur-re i suoi figli, abituarli ad esso, insegnare aloro le leggi che lo governano, metterli inguardia dai pericoli ed allenarli a come muo-versi in esso. Perché è lui che ha più forza epiù resistenza, e contemporaneamente menoindulgenza iper-protettiva nei confronti deicapricci dei figli durante un’eventuale escur-sione oppure nell’acquisizione di un’abilitàche poi fornirà a loro la gioia per la vittoriasulle proprie debolezze. Perché con il papà èpiù facile abituarsi a non aver paura, ad esse-

re forti, sicuri, e superare l’incapacità delmuoversi e dell’esistere nel mondo un po’estraneo del bosco, del lago, delle montagne,di un luogo desertico. Perché diventando

guida nel mondo delleescursioni delle vacan-ze, poi ha il diritto el’autorità per essereguida nella vita quoti-diana, nelle leggi dellacoscienza, negli obbli-ghi e nelle regole simil-mente indispensabili,come durante le escur-sioni in montagna, allago, al mare o in cam-pagna.

ORGOGLIOSIDEL PADRELa pop-cultura ora distrugge la buona

immagine e l’autorità del padre, mostrando-lo o come un mostro, o come un deboleincapace. Ci sono padri che confermanoquesto ritratto di sé a casa propria. Invece ifigli vogliono davvero essere orgogliosi delproprio padre. Vogliono scoprire di essereimportanti per lui, di essere degni dei suoisforzi, del tempo, dell’inventiva creativa, edanche di essere difesi se necessario. Durantel’anno non c’è molto tempo disponibile, male vacanze dovrebbero essere pianificate epreparate in modo che siano occasione perconoscersi vicendevolmente in luoghi, situa-zioni e sfide nuovi. E di conseguenza anche

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LLAA PPAATTEERRNNIITTAA’’II ll ppaaddrree ee ’’ uunnaa gguuiiddaa.. .. ..

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stringere i legami, superare la propria indif-ferenza, noia, pigrizia. Allora anche lamoglie potrà notare ciò che non si aspetta-va nel marito e nel padre dei suoi figli.Perché forse ha già creduto nel fatto che èlei che educa, è lei che li guida, che li inse-gna, che è un’autorità per loro, mentre suomarito è “un’aggiunta problematica allavita familiare”? Nessun uomo vuole essereun’aggiunta! Quindi se non riesce ad agiretanto a casa, che almeno cerchi di compie-re la sua missione educativa nel mondo chegli è più vicino.

FATE UN CAMPEGGIO!Molti tra noi sono andati in barca vela,

hanno scalato le montagne, hanno fattocampeggio, … e anche se non è così, vale lapena imparare qualcosa. Io stesso l’ho fattoper i più giovani. Ho imparato i principidegli scout e dei militari, dei girovaghi, di chisuona la chitarra e di chi canta intorno alfuoco. Questa è un’eccezionale salvezzadall’ozio nostro e dei nostri figli, per i qualiadesso è così facile annoiarsi, e la noia, si sa,è cattiva consigliera! Ed il premio è il gustodella vittoria sul proprio ozio e sulla pigriziadei nostri figli, i quali forse non avrebberosuperato il confine dei propri timori, dellacomodità, della sonno-lenza. Molte madridifendono i propri figlida questo speciale sorri-so vittorioso!

IL TESTDEL CORAGGIOUna volta abbiamo

fatto un test del corag-gio dei piccoli e deigrandi. Dovevamo sca-lare un’alta torre suscale ma senza prote-zioni. Il premio per unatale scalata, verso le 4

del mattino d’estate, era la vista dell’albasul mare. Con un gruppetto di ragazziniabbiamo fatto alcuni tentativi di salita suquesta torre. La volta successiva ci siamoarrampicati sopra al buio. Quando la mag-gior parte dei presenti era salita in cima, hourlato da lassù che, dopo un minuto ditempo, ci sarebbe stato un sorgere del soleunico nel suo genere. Poco dopo tutti si tro-vavano sulla piattaforma. L’alba era davveroincredibile, tuttavia alcuni non guardavanotroppo il sole infuocato, ma urlavano:“Siamo saliti, Dio mio, siamo saliti! Comelo racconterò a mia madre?”. Quandosiamo scesi, era come se non fossero giàpiù gli stessi. Ed alle loro madri l’ho dovutoraccontare io stesso, perché non vi avrebbe-ro creduto. Non ho raccontato un fatto:quanto ho avuto paura, guardando i ragaz-zini che si arrampicavano sulle scale con legambe tremanti. Ma sapevo che essi dove-vano salire, per non avere in seguito pauradi fronte a qualsiasi cosa. Poco tempo fa,uno di loro, già padre adulto, mi ha scritto:“Mi sono arrampicato su quella torre con ilmio figlioletto di sei anni. Non è più ugua-le a prima”. Ed io ho risposto: “E tu non seipiù lo stesso padre. Continua così!”. ss

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Gli inizi di ogni esistenza umanasono stati affidati da Dio alladonna, non sottraendo a questa

regola nemmeno Suo Figlio, le cui originisono state poste tra le mani della VergineSantissima. All’inizio la donna derivò dalcorpo dell’uomo, ma poi i ruoli si sonoinvertiti e l’uomo è diventato completamen-te dipendente dal grembo della donna.Questo affidamento dei destini dell’umani-tà alla donna testimonia la sua particolarevocazione e missione, che deve realizzare.Questa vocazione deve rendere la donnaconsapevole della sua speciale dignità di“donna coraggiosa”, la quale dovrebbedivenire la sorgente della forza spiritualeper gli altri.

ESSERE MADREL’essere madre esige dalla donna ade-

guate predisposizioni fisiche e psi-chiche, ed anche perciò Dio l’hadotata di una specifica struttu-ra psichica e di una particola-re capacità nel ricevere certistimoli intellettuali.

Tali predisposizioni psi-chiche ed emotive predesti-nano la donna ad un migliorefunzionamento nel mondodelle persone. Nei rapporti inter-personali sono più inclini ad un legamesentimentale - affettivo, di cui sono sosteni-trici e che difendono.

Ogni donna ha la vocazione alla mater-nità, che può realizzare in senso fisico o

spirituale. Dio in modo particolare destinal’uomo alla donna, affidandolo alla suainnata e naturale sensibilità, indipendente-mente dalle condizioni esterne della suaesistenza – sociali e materiali. Il dono bel-lissimo dell’essere madre esige dalla donnadi sacrificarsi, perché con questa sceltasono collegate molte rinunce e imprevedi-bili difficoltà della vita. In pratica ciò signi-fica che la volontà di diventare madre siesprime nell’affidamento di tutta la propriapersona al servizio di questa missione.

IL PRIMO SENTIMENTOIl primo sentimento che sperimenta la

madre, abbracciando il piccolo nato, è lameraviglia, nel constatare che “esso è mio”.

La donna non è in grado di comprende-re di essere diventata colei che ha dato lavita ad un nuovo uomo. La sua gioia, insie-

me all’incredulità, può essere defini-ta come la gioia per un miracolo.

Tra la madre ed il figlio si creaun forte legame, che influen-za le relazioni d’entrambi.La madre, sotto l’influsso diquesto legame, è in grado dicompiere vari sacrifici per il

suo bambino. Sente una indi-cibile commozione, quando si

china sopra di lui mentre lo accu-disce, oppure quando è lei stessa, guida-

ta da un proprio bisogno, a prenderlo tra lebraccia e ad accarezzarlo. Anche il bambi-no risponde per mezzo di un forte legameemotivo e reagisce con la tristezza oppure

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La madre insegna ad amareLLAA MMAATTEERRNNIITTAA’’

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con il pianto se intorno non vede la madre,mentre quando ella è vicino a lui, il picco-lo si addormenta con fiducia, sentendosisicuro ed amato.

La madre sperimenta la gioia per lo svi-luppo e la crescita fisica del neonato. Ilbambino, sviluppandosi sotto gli occhidella madre, la quale lo accompagna inquesto fenomeno, la riempie di un’enormequantità di esperienze belle e commo-venti. Quando per la prima voltaalza la testa per vedere checosa succede in questo nuovomondo sconosciuto, quandocompie i primi passi percamminare, oppure quandopassa dai vagiti al primogrido: “Mamma!”, lascianella donna dei ricordi indele-bili, che sono per lei motivo diorgoglio e di felicità che allarga ilcuore.

LA CREATIVITA’Col tempo, quando il bimbo diventa

sempre più grande, ed acquisisce certe abi-lità manuali, la madre sente la felicità dellacreatività. Il fare insieme i lavoretti manua-li, il collage, il modellare il pongo e la pla-stilina, i puzzle, che per il bambino sononuove forme di gioco, agli occhi dellamadre appaiono come autonome “opered’arte” realizzate dal suo bambino.

Per una madre, il proprio figlio continuaad essere un mistero, infatti non sa comediventerà quando crescerà, se sarà unuomo buono, che interessi avrà, che cosafarà nel futuro. Tutto ciò diventa per lamadre gioia della scoperta, che sente nellacontinua presenza vicino a suo figlio.

L’ACCOMPAGNAMENTOE’ difficile qui non accennare anche alla

gioia dell’accompagnamento. Accompa-

gnare significa andare con qualcuno lungola stessa strada, vivere insieme molte situa-zioni ed avvenimenti della vita quotidiana.La madre accompagna suo figlio in tutti imomenti più significativi della sua esisten-za: la prima pagella, la Confessione e laSanta Comunione, la Cresima, la sceltadelle Superiori, l’esame di maturità, ecc…La mamma diventa il testimone e la compa-

gna di tutti questi avvenimenti. Se tra ilbambino e sua madre c’è un rap-

porto molto buono, lei diventaconsigliera anche nelle que-stioni di cuore: il primoamore e i drammi e i dubbiche lo seguono.Accompagnare significa

camminare vicino, essendosempre pronti a sostenere ed

offrire una mano di aiuto.Il bambino, insieme all’entrata

nell’età della giovinezza, e poi della matu-rità, inizia a diventare autonomo, passa dalcontrollo dei genitori all’autocontrollo edalle scelte indipendenti. La madre intantopercepisce una gioia prima sconosciuta: lagioia della maturazione. Infatti sotto i suoiocchi il bambino diventa uomo/donnamaturo/a, capace di una esistenza autono-ma.

LA REALIZZAZIONEAlla fine, per ogni madre è preparata la

felicità della realizzazione, che sperimentatenendo sulle ginocchia un nipote, senten-dosi utile e necessaria, come persona pienadi esperienza e la quale fornisce serenitàdell’animo ed amore.

Per ogni donna l’essere madre è ungrande compito, e contemporaneamenteuna felicità che ella vive insieme al marito,il quale grazie a lei può percepire il donodella paternità. ss

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Stabilite principi chiari che riguardino l’alcool e la drogaI principi che regolano la vostra casa

devono essere chiari e coerenti. Dite ai vostrifigli che non possono bere, fumare, drogarsie fare altre cose che non volete che essi fac-ciano. Che conoscano anche bene le conse-guenze del trasgredire queste regole. Questeconseguenze dovrebbero essere inaccordo con l’età e la sensibilitàdel ragazzo e non possono vio-larne la dignità.

Stimolate i vostri figli a compiere attività sane e creativeI vostri figli

hanno tante buoneproposte nella lorovita? Organizzatea loro qualcosa diinteressante, stimo-lateli a compieresport, ad avere unhobby, ad avere varieoccupazioni extra-scola-stiche – qualsiasi cosa, chepuò divertirli veramente. E lacosa migliore è quando, a volte,voi stessi farete qualcosa con loro!

Parlate con i genitori degli altri ragazziTutti fanno le vostre stesse esperienze.

Parlatene con i vicini, con i genitori deglialtri ragazzi del vostro ambiente. Quandovostro figlio si reca con gli amici ad una

festa, assicuratevi che, se i ragazzi sono piùgiovani, là ci sia una “chaperon”, e che nonci sarà alcool.

Sappiate come comportarvi quando sospettate qualcosaImparate a riconoscere i segnali di avverti-

mento, i quali testimonianoche vostro figlio ha

iniziato a “spe-rimentare”

con l’alco-ol, ed informa-

tevi a chi potete chie-dere aiuto.

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Una continuazioneCCoommee aaiiuuttaarree ii rraaggaazzzzii

A NON BERE

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L’educazione rigidaI genitori rigidi, pur amando i loro figli, man-tengono una rigorosa distanza tra loro e sestessi e ritengono che mostrare a loro l’affettoed una cordiale attenzione è inopportuno operfino nocivo. Considerano ogni espressio-ne di affetto come segno di debolezza, cheostacola il lavoro educativo. Non apprezzanonemmeno l’importanza della premiazioneabile e della lode dei bambini per le lorobuone azioni. Infatti pensano che la gentilez-za e la diligenza siano naturali e non abbia-no bisogno di essere premiate. Invece, nel-l’educazione dei figli applicano le punizionied i rimproveri. Ma così i figli, picchiati perpunizione, provando un profondo senso ditorto e di rancore, si allontanano dailoro genitori, i quali perdono lapossibilità di comunicare conloro.

L’educazione permissivaAll’estremo oppostorispetto all’educazioneeccessivamente severa, sitrova la situazione in cui igenitori esprimono troppoaffetto. Quando essi sonotroppo premurosi ed affettuosinei confronti dei loro figli, questisono isolati dai loro coetanei – e nonsoltanto nel timore che imparerebbero uncomportamento inappropriato, ma innanzi-tutto a causa dell’egoismo dei genitori.L’atteggiamento di questi genitori è a-critico.Non vedono nei loro figli alcun difetto né sin-tomi di egoismo o pigrizia. Ritengono che iloro figli siano sempre deboli, gracili, indifesie buoni. Prendono sempre le loro parti seavviene una lite tra i ragazzini e ritengonosempre che i loro figli siano vittime della pre-potenza dei coetanei, anche se è la loro prolead iniziare i litigi, a strappare di mano agli altri

i giocattoli e a picchiare i più piccoli. Taligenitori pensano che stanno proteggendo iloro figli, sostituendosi a loro nelle attivitàbasilari, e perfino nei lavori domestici. I ragaz-zini difesi in questo modo dai loro genitori,quando si troveranno tra gli estranei nonsapranno fare alcunché autonomamente epagheranno per la propria incapacità, spesso,con voti peggiori a scuola.

Le adulazioni e le promesseUn amore inteso male nei confronti dei figlipuò avere anche altre forme. Spesso i genito-ri cercano di assicurarsi un buon comporta-mento dei loro figli per mezzo di adulazionie di promesse. Questi metodi non sono adat-

ti, perché insegnano ad agire per tor-naconto, in modo furbo e cal-

colatore. A volte i figli pro-mettono che saranno

obbedienti, ma dopofanno i dispetti alle loromadri, osservando cheeffetto farà su di loroun tale comportamen-to. I genitori possonoavere difficoltà simili

con un figlio unico, abi-tuato ad occupare un

posto centrale a casa.Spesso anche, se i figli sono

trattati ciascuno in modo diversoda uno o da entrambi i genitori, anche

se tale atteggiamento può essere giustifica-to da varie cause, questo fatto può cambia-re il comportamento della prole e distrugge-re la buona convivenza nella famiglia,obbligandoli a diventare rivali per ottenerel’affetto dei genitori oppure conducendoliad un’apparente rassegnazione. Quindi ènocivo trattare meglio un figlio rispettoall’altro o agli altri. Infine, a volte i genitorinon sono costanti e continuano a cambiareil modo di educare i loro figli. s

GLI ERRORI PIU’ FREQUENTI NELL’EDUCAZIONE

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“Adornate i fanciulli per farli belli. Perchè non fate tutto il possibile per addobbare le loro anime con le virtù che li renderamo graditi a Dio ed agli uomini?”.beato don Ignazio Klopotowski