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Giornalino Parrocchiale Ed. Sagra 2011
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2
Don Sergio
…l’onda di fede, di gioia e di entusiasmo dei nostri gio-
vani pellegrini a Madrid si sono riversati nella nostra co-
munità.
Il campeggio delle nostre famiglie a Redagno nel Trenti-
no, combaciava proprio con i giorni della GMG, quindi i
messaggi che ci venivano inviati dai nostri giovani erano
un aggiornamento prezioso e una comunione continua.
Ricordo che nella giornata di sabato in cui venne un pic-
colo nubifragio alla presenza del Papa, i nostri giovani,
anche loro madidi di pioggia, ebbero la forza d’intonare
un inno a cui tutta la piazza rispose trasformando in piog-
gia un momento di difficoltà.
La catechesi del Vescovo di Parma, Enrico Solmi, ai no-
stri giovani “La Croce albero della Vita”, è per la nostra
parrocchia il fulcro della nostra Sagra (ultracentenaria)
dedicata a Gesù Crocifisso.
Riporto le parole del Vescovo Solmi: “ Mi sono reso con-
to di essere davvero felice solo se rimango attaccato a
Lui, radicato il Lui. Lui offre una strada verso una gioia
che nemmeno ci immaginiamo! La croce non è un legno
secco che non può germogliare o dare frutti, al contrario
è l’albero della Vita, germoglia, è la radice di un mondo
nuovo nel quale siamo nati. La speranza passa da una
ferita: il costato trafitto di Cristo è come una fessura che
fa vedere chi è Dio, il suo Amore per noi. È come quando
in montagna da uno spiraglio tra la nebbia, o le nuvole,
posso vedere il panorama che si schiude in modo sor-
prendente. In quella ferita al cuore di suo Figlio, Dio si fa
conoscere e noi lo conosciamo come Amore totale che da
se stesso e non trattiene alcunché per se stesso”.
Ora termino questa lettera, ringrazio il Vescovo Mons.
Solmi che ci ha fatto riflettere sul Cristo Crocifisso e Ri-
sorto.
Desidererei che ci fermassimo a meditare il Cristo Croci-
fisso nella nostra chiesa parrocchiale, opera dello scultore
Marino Quartieri che il Vescovo Mons. Foresti ha bene-
detto; e in più soffermarci a riflettere la parola
“AMORE” che i nostri catechisti hanno posto sotto il
grande Crocifisso.
3
Una ragazza di 18 anni scriveva così ad un giornale:
<<Sento giusto autodenunciarmi: sto diventando insensi-
bile. Sono una diciottenne che si dice curiosa, ma è molto
ignorante. Non ho mai provato molto interesse nel guar-
dare i telegiornali. Mi ha colpita però una cosa del mio
atteggiamento: davanti a tanti orrori (omicidi, suicidi,
violenza, guerre…) non mi sento scuotere . Sono assue-
fatta alla violenza che mi rimbomba negli occhi e nelle
orecchie , ma mi reputo una persona sensibile. Com’è
allora che mi fa più paura pensare ad un prelievo del san-
gue che alla tragedia di una moglie che perde un figlio o
ad un ragazzo della mia età che si suicida? >>. Quello
che questa ragazza denuncia è probabilmente un senso di
apparente distacco che i giovani hanno nei confronti del
dolore e della vita: eppure paradossalmente il volontaria-
to giovanile sembra in crescita. Perché allora questa ap-
parente “insensibilità”?
Penso che l’accento si debba mettere sul capire fino in
fondo se i giovani sono “innamorati” oggi della vita così
come è, senza false illusioni né in senso positivo né in
senso negativo. Ritengo che probabilmente ai nostri ra-
gazzi nessuno più parla della vita in modo vero e leale,
come un’esperienza bella e impegnativa, ricca di eventi,
ma lunga da percorrere e piena di fatica e di delusioni, da
scoprire giorno per giorno e da vivere con l’impegno ne-
cessario. Diceva una scrittrice: <<Con gli anni la vita
diventa non diventa più facile, ma può diventare più
grande e più bella >>.
L’età giovanile è per definizione l’età delle grandi aspet-
tative, in cui le speranze sgorgano naturali come il respi-
ro. Ma è anche la fatidica età della linea d’ombra, segnata
da quella fragilità che rende talora insostenibile la pro-
spettiva dell’assunzione di responsabilità proprie di ogni
uomo e donna, avvertite come un peso schiacciante. Scri-
ve il monaco di Bose Enzo Bianchi che <<i luoghi comu-
ni sui giovani ormai si sprecano…Oggi si sente continua-
mente parlare di giovani, del loro “non essere più come
quelli di una volta” delle loro attese e delle loro frustra-
zioni, del loro futuro…Si sente ripetere che “i giovani
sono il futuro della società (o della Chiesa)”, senza ren-
dersi conto che questa affermazione, da un lato, tende a
marginalizzarli dal presente e a ignorare che in realtà
essi sono già “una parte del presente” della
società, mentre dall’altro ignora pericolosamente il dato
che più affligge oggi chi ha tra i venti e i trent’anni: la
mancanza di speranza nel futuro>>.
Colpisce vedere quanto i ragazzi oggi si sentano soli e
quanto siano pieni di paure…Eppure se affidiamo a loro
qualcosa di impegnativo subito essi rispondono con gene-
rosità….L’esperienza del campeggio di Redagno e
l’evento unico della Giornata mondiale della Gioventù di
Granada-Madrid ne sono un’ampia dimostrazione. Que-
ste due esperienze estive con i giovani della nostra par-
rocchia mi hanno fatto cogliere un volto bello dei nostri
ragazzi: se gli stati d’animo sono sempre alquanto impre-
vedibili, c’è una carica e un’energia “esplosiva” che non
si rassegna all’ineluttabile, ma impegna a volere cambia-
re quel pezzo di mondo nel quale si vive…quartiere e
comunità parrocchiale… Dio opera il miracolo della vita
nel cuore dei nostri giovani e li chiama al cambiamento!
Qualcuno ha paragonato la vita ad uno “spettacolo” in cui
ognuno è chiamato a recitare bene la sua parte… Non
importa se sia una parte da comparsa o da protagonista.
Nemmeno se l’azione è di poco conto e le battute sono
troppo brevi. Quello che conta è non voler uscire di scena
prima della propria ora, ma essere degni della parte che è
stata assegnata.
In questo inizio di nuovo anno, credo che la vita che noi
adulti consegniamo ai nostri giovani si debba vivere “a
occhi aperti” come uno “spettacolo” che ci stupisce ogni
giorno e come la vita “a occhi chiusi” è un miracolo che
ci commuove ogni ora. Tutti, in particolare i giovani, cu-
stodiscono nel più profondo del cuore un germe di mira-
colo. Diceva lo scrittore R: Bach: <<Non dar retta ai tuoi
occhi e non credere a quello che vedi . Gli occhi vedono
solo ciò che è limitato. Guarda con il tuo intelletto, e sco-
pri quello che conosci già, allora imparerai come si vi-
ve>>.
Stiamo attenti al miracolo che il Signore sta compiendo
dentro il cuore dei nostri giovani!!!!
4
Carissime suore del preziosissimo sangue, amichevol-
mente dette preziosine,
sono già passati 50 anni dal momento che siete state chia-
mate a prestare il vostro servizio presso la nostra parroc-
chia di S.CATERINA.
era una parrocchia giovane,che insieme ad un giovane
parroco iniziava a crescere.
Cosa dire: GRAZIE……
In tutti questi anni il vostro è stato un servizio totale.
Prima di tutto all’asilo, che molti di noi hanno frequenta-
to e dove abbiamo imparato a muovere i primi passi
nell’educazione e nella fede, continuando poi con il cate-
chismo.
Non possiamo dimenticare i campeggi; veri e propri tra-
slochi perché nulla poteva essere lasciato a casa, tutto
poteva essere utile.
Poi è nata la casa “della gioia e del sole”, e anche in quel
contesto non avete fatto mancare il vostro contributo,
anzi gli anziani e non, vi aspettavano con amore per poter
pregare con voi.
Anche i momenti di grande lavoro, ma anche di festa ,
come ad esempio la sagra, ci hanno visto lavorare insie-
me, fianco a fianco e fatto godere della vostra presenza.
Per ultimo, ma per questo non meno importante, anzi, il
vostro servizio alla parrocchia, alla chiesa, agli ammalati,
a chiunque vi si avvicinasse per cercare una parola di
conforto, di amicizia, di fraternità.
Anche i tanti sacerdoti che sono passati per
S.CATERINA, non possono che ricordare tutto il bene
ricevuto delle preziosine.
Avremmo voluto citarvi e ringraziarvi una per una, com-
preso quelle che ci hanno preceduto in paradiso.
Potevamo scrivere per ore, perché tanto siete state per
ognuno di noi,e conserviamo ricordi che custodiremo
gelosamente nel nostro cuore.
Vi diciamo ancora grazie.
Portatelo con voi e condividetelo con tutte.
Non vi dimenticheremo.
Chissà se c’è qualcuno alla Crocetta che conosce la vera
origine della presenza della comunità delle Suore del Pre-
ziosissimo Sangue nella Parrocchia del SS.Crocifisso!
Tutti potrebbero rispondere: “Certo, le suore del Prezio-
sissimo Sangue arrivarono alla Crocetta nell’anno in cui
venne inaugurato l’Asilo Parrocchiale, cioè nel 1961”. E’
vero, ma come mai proprio le Suore del Preziosissimo
Sangue di Gesù furono scelte per questa missione? Come
mai proprio loro e non altre?
La vera origine di questa scelta risale all’Anno Santo
1950, anno in cui don Sergio Mantovani, giovane e pro-
mettente seminarista, pronto ad affrontare a
piedi un pellegrinaggio verso Roma, fu col-
pito da una malattia per la quale si rese
necessario un ricovero in casa di cura
Domenichini.
In questa casa di cura prestava
la propria opera Suor
Emilia, dalla quale
don Sergio rimase
colpito per la grande disponibilità e pazienza dimostrata
nei suoi confronti durante tutto il periodo in cui rimase
ricoverato.
Fu così che don Sergio decise che, nel caso in cui si fosse
prospettata la necessità di Suore nella Parrocchia presso
la quale avrebbe svolto il proprio apostolato, la scelta
sarebbe ricaduta sulle Suore del Preziosissimo Sangue,
tanto umili e disponibili.
Quattro anni dopo don Sergio, Assistente del Centro
Sportivo Italiano, divenne per un breve periodo, segreta-
rio di Mons. Montini (futuro Papa Paolo VI) segretario
del Papa Pio XII; in quell’occasione gli chiese se in caso
di bisogno avesse potuto contare sul suo aiuto. Mons.
Montini diede a don Sergio la propria disponibilità, rassi-
curandolo.
Così don Sergio che dal 1959 era divenuto Cappellano
nella Parrocchia del SS. Crocifisso, dà inizio ai lavori
per la realizzazione, a tempo di record, dell’asilo
parrocchiale. Nel 1961, essendo ormai
(Continua a pagina 5)
CINQUANT’ANNI DOPO ….. di un parrocchiano
5
prossima l’apertura si recò a Milano dal Cardinale Arci-
vescovo Montini per chiedere di poter avere una comuni-
tà di Suore del Preziosissimo Sangue nell’asilo della Cro-
cetta.
La richiesta di don Sergio era oltremodo ardimentosa
anche perché in quel periodo il ”Mognalium”, ossia il
sacerdote responsabile di tutte le Congregazioni di suore
della Diocesi di Milano, aveva impartito disposizioni af-
finché più nessuna suora di qualunque congregazione
milanese potesse prestare la propria azione pastorale al di
fuori del territorio diocesano.
Ciò nonostante don Sergio non s’arrese nella sua inten-
zione e memore della promessa ricevuta dal Cardinal
Montini nel 1954 gli chiese un appuntamento.
In sala d’attesa don Sergio si trovò con un altro Parroco
che, ad insaputa di entrambi, avrebbe giocato un ruolo
fondamentale sull’aspirazione di don Sergio.
Il Parroco ignoto fu ricevuto per primo e il suo incontro
ebbe durata molto breve. Fu quindi la volta di don Sergio.
Il Cardinale lo accolse con estrema affabilità e gli chiese
di esporre il suo problema. Sentitane la sostanza, quasi
non gli fece terminare il discorso e gli disse: “Guarda don
Sergio, il sacerdote che hai visto uscire è venuto a chie-
dermi di togliere la comunità di Suore dalla sua Parroc-
chia, tu fai una richiesta al momento giusto e, anche se
esistono in tal senso disposizioni contrarie io esaudisco il
tuo desiderio; avrai le suore del Preziosissimo Sangue
nella tua Parrocchia”.
Fu così che il 26 Maggio 1961 le prime quattro Suore del
Preziosissimo Sangue: Suor Rosetta Colombo Superiora,
Suor Chiara Cappellini, Suor Costantina Savioni e Suor
Clementina Casiraghi, accompagnate dalla Rev.da Madre
Generale, Suor Gabriella Barale, giunsero alla Crocetta.
(Continua da pagina 4)
L’accoglienza della popolazione fu entusiasta; si legge
dalle cronache della comunità delle Suore: “La popola-
zione ci attende con gioia, le campane suonano, la chiesa
è addobbata a festa, si canta, si prega, tutti dimostrano
grande gioia perché finalmente le suore sono con loro:
noi siamo commosse di questa manifestazione e ci colpi-
sce moltissimo il canto del Te Deum innalzato in ringra-
ziamento perché Dio ha esaudito il loro desiderio. Questo
ci fa riflettere per impegnarci ad essere una vera testimo-
nianza di Carità, Amore verso tutti ed aumenta in noi
l’entusiasmo di donarci senza esitazione”.
A questi sentimenti, unitamente alla continua preghiera,
la comunità di Suore del Preziosissimo Sangue ha sem-
pre attinto divenendo essa stessa protagonista attiva e
testimone privilegiata del cammino di Fede che la nostra
Parrocchia ha cercato di compiere.
Non c’è persona, giovane o adulta che sia del no-
stro quartiere, che non leghi alle “Suore” un ricordo o un
fatto della propria vita. Questo a riprova dell’impegno
profuso con immensa dedizione nella loro azione di apo-
stolato non fatto di grandi gesti, ma di una presenza con-
tinua, discreta, importante nelle azioni quotidiane. Così
l’azione pastorale delle Suore si è sì manifestata princi-
palmente nella conduzione della scuola materna, ma allo
stesso tempo non si possono dimenticare l’impegno per il
catechismo, il servizio e la disponibilità per ogni iniziati-
va attuata in Parrocchia, gli innumerevoli campeggi cui
hanno partecipato e da ultimo, in ordine di tempo, la pre-
ziosa presenza nella Casa della Gioia e del Sole.
Ed è per tutto questo che esprimiamo a tutte le Suore che
hanno vissuto nella nostra Parrocchia un sincero quanto
affettuoso ringraziamento!
6
You can’ t go back home from serbia
(NON si può tornare a casa dalla Serbia)
E chi se lo sarebbe mai immaginato di tornare a casa in
lacrime? Io no di certo, ma neanche Francesco, né tanto-
meno Matteo, che ha passato il suo diciottesimo comple-
anno in una macchina! Neanche lui si sarebbe mai imma-
ginato di uscire dalla frontiera dicendo: “Questo è stato il
compleanno più bello della mia vita” !
Noi credevamo di entrare e uscire da quel villaggio in
Serbia senza radicali cambiamenti, ma così non è stato,
anzi credo che questa sia stata l’esperienza più bella del-
la nostra vita, e credo che lo sarà ancora per molto tempo,
perché noi lì ci torneremo, a costo di andarci a piedi.
Alle 5 di un venerdì mattina, (dopo aver conosciuto
l’altra famiglia che insieme alla famiglia Garuti va a No-
vi Sad da moltissimi anni), siamo partiti alla volta di un
villaggio a Camenica, in provincia di Novi Sad. Dopo 11
lunghe ore di viaggio in cui abbiamo vagato nella fantasi-
a per costruirci una immagine di quel villaggio di ragazzi
e bambini che pensavamo abbandonati o con situazioni
disastrose alle spalle, siamo finalmente giunti a destina-
zione, e lì abbiamo scoperto che l’immagine che ci erava-
mo fatti era totalmente sbagliata! Quel posto era bellissi-
mo e grande, 13 casette abitate da circa 12 persone l’una,
era davvero magnifico, completamente immerso nella
natura a pochi passi dal Danubio! Sì, era davvero meravi-
glioso, al punto che io mi sono subito chiesto: “ma che
problemi possono mai avere questi bambini in un posto
così?” Appena arrivati abbiamo conosciuto un ragazzo di
nome Mile con cui avevamo avuto contatti
per facebook. Mile era l’organizzatore di
un megatorneo di calcetto composto da
circa 8 squadre che abbiamo cominciato il
giorno dopo, ma di questo parlerò successi-
vamente. Prima voglio che sappiate com’ è
stato il primo impatto con questa nuova
realtà: subito io mi sono lanciato con un
inglese misto al dialetto modenese e
all’italiano, cosa che mi ha fatto capire che
forse dovrei mettermi a studiare anche
quella materia, mentre Fran-
cesco e Matteo che da adesso
in poi chiamerò Checco e
Matte sono partiti un po’
timidamente, ma successivamente alla conoscenza di
questo ragazzo abbiamo conosciuto i bambini, e li è suc-
cesso l’inverso, cioè Matte e Checco si sono buttati men-
tre io ho cominciato a sentirmi un po’ in difficoltà, non
mi sembrava il mio posto, mi sentivo spaesato….. tutti
quei bambini che venivano lì, ti guardavano e con gli
occhi ti dicevano: “Oh ti prego, abbracciami perché io
non ho nessuno” non mi facevano stare bene, infatti ho
passato le 7 ore precedenti al sonno un po’ imbronciato e
pensieroso, mentre Matte e Checco non so come ma sem-
bravano abbastanza a loro agio. Il giorno dopo, la luce
del sole e la confusione che facevo ci ha fatti svegliare
tutti e tre, con l’aiuto di Paolo che mooooolto dolcemente
è entrato in camera con le nostre divise da calcetto e noi
ci siamo vestiti, abbiamo mangiato e siamo andati a pren-
derne tante, ma tante……! E non c’è da chiedersi il per-
ché, visto che quelli sono ragazzi che adorano il calcio e
giocano sempre a quello, poi mancava la nostra punta di
diamante che era Checco e avevamo un portiere molto
scarso cioè io, e Paolo, Pier e Matte che facevano il pos-
sibile per rendere meno umiliante possibile la sconfitta.
Poi, dopo un sostanzioso pranzo abbiamo passato il resto
delle giornata con i ragazzi e i bambini, e lì anche io sono
uscito dal mio guscio e mi sono lanciato insieme a Matte
e Checco in un rapporto di amicizia con 2 ragazzi e so-
prattutto con tutti quei bellissimi bambini che non si stac-
(Continua a pagina 7)
7
cavano più nè dalle gambe nè dal cuore. Il terzo giorno,
cioè la domenica di Pasqua siamo andati prima a Messa e
poi siamo stati al villaggio a giocare con i bambini e ad
approfondire il nostro nuovo rapporto con Shine e Mile,
due ragazzi davvero fantastici! La cosa che più mi ha col-
pito è stata che due ragazzi di 19 anni stessero con noi
come se avessimo la loro età, e abbiamo potuto parlare in
inglese all’infinito imparando piano piano la bellezza di
quelle due persone (fino ad ora non ho nominato la Mu-
thu la Jaya, la Tiziana, la moglie di Pier, Giulia, per il
semplice fatto che tutte queste nuove emozioni sono sta-
te talmente grandi per me Matte e Checco che non erava-
mo mai stati in quel posto….. ma vi garantisco che non
finiremo mai di ringraziarli per averci dato l’opportunità
di venire in quel posto magnifico)…. e con gli abbracci e
i baci dei bambini abbiamo conosciuto anche i più picco-
li. L’ultimo giorno abbiamo fatto gli spaghetti per tutti!
Per quel villaggio gli spaghetti erano come per noi il Mc
Donal’d. Ne mangiavano 5 o sei piatti a testa, adoravano
gli spaghetti e noi adoravamo sempre di più loro che con
un sorriso e la bocca sporca di pomodoro ci strappavano
il cuore, ma questo noi non l’abbiamo impedito, e non
eravamo ancora coscienti di quello che avrebbe compor-
tato il martedì mattina alle 10. Subito dopo gli spaghetti
abbiamo messo su della musica e abbiamo ballato, sia i
più piccoli che i più grandi. A mezzanotte abbiamo canta-
to tanti auguri a Matte che è diventato maggiorenne, ab-
biamo ripreso a ballare e alla fine fuori dal salone abbia-
mo cominciato a dirci addio, insieme a tutti i ragazzi e
(Continua da pagina 6) bambini che davano un abbraccio dopo l’altro a tutti noi,
dicendoci con gli occhi grazie perché ci avete dato tantis-
simo affetto, un affetto che non è fatto di oggetti, un af-
fetto fatto di contatto di parole di risate, un affetto che ci
rimarrà nel cuore, per sempre. E così il martedì mattina
dopo aver risalutato tutti, alle nove siamo ripartiti per
Modena, con gli occhi gonfi di lacrime e con tutti i fram-
menti del nostro cuore sparsi in ogni bimbo. Voglio rin-
graziare la Muthu la Jaya, la Tiziana, Paolo, Pier, sua mo-
glie e la Giulia per averci dato l’opportunità di vivere
l’esperienza più bella della nostra vita, poi Shine e Mile
per averci fatto capire che l’amicizia non è fatta da nume-
ri che indicano l’età ma da persone che si parlano e si
conoscono e creano un rapporto profondo. Poi vogliamo
ringraziare tutti i bambini, Vidoie che è il direttore che ci
ha fatto mangiare la carne più buona del mondo la sera
della vigilia di Pasqua, e soprattutto che ci ha fatto vede-
re la sua infinita bontà e tutto il bene che vuole a quei
bambini fra una tirata di orecchio e l’altra, Davor che è
un ragazzo meraviglioso che è stato aiutato e seguito da
Paolo e la Tiziana e considerato come un fratello da Pao-
lo e dalla Muthu, poi Mladen, Zoran, altri ragazzi che
s o n o o r m a i f u o r i d a l v i l l a g g i o .
Poi ringrazio il Signore per aver dato l’opportunità a tutti
questi poveri bambini e ragazzi di viviere la loro solitudi-
ne in questa grandissima famiglia a Novi Sad, in un vil-
laggio del Dece Selo.
Simone Radicia
Medjugorie 2011
Parrocchia S. Caterina
8
Quest’ anno come campeggio dei gruppi giovanili siamo
andati a Redagno (BZ) in una casa-albergo completamen-
te circondata dalle montagne, senza altre case nelle vici-
nanze e ci sentivamo un po’ persi ... ed era proprio
l’essere persi il tema del nostro kamp : come nella serie
televisiva “LOST” i nostri animatori erano naufraghi in
questo posto sperduto, tutti di nazioni diverse: Italia, In-
ghilterra, Francia, Germania, America e Giappone; con
questa divisione facevamo attività diverse tutti i giorni.
Abbiamo anche fatto due gite: al Corno Bianco e alla
baita Malghette, tutte con la peggior guida immaginabile,
Herman, che ci ha fatto fare sentieri improponibili per dei
ragazzi cresimandi del 99
In 86 abbiamo imparato cos’è la condivisione: nel gioco,
nella preghiera, nella discussione, nelle passeggiate, nel
sonno, nel pranzo, nella fatica…
Per questo campeggio vorremmo fare un ringraziamento
particolare a tutti gli animatori che si sono impegnati
moltissimo nell’organizzazione di ogni cosa: giochi, gite,
preghiere e ci hanno fatto trascorrere un campeggio uni-
co; grazie anche a Padre Mauro nostra guida nella Fede
che ci faceva sentire Gesù in mezzo a noi.Grazie a Don
Sergio che si è fidato di noi. Grazie a tutti!!
Redagno Ragazzi 19-24 luglio 2011
9
...Che meraviglia!!! Così ci piace introdurre questo breve
articolo nel quale vorremmo riportare tutte le indescrivi-
bili sensazioni, provate in 7 giorni di soggiorno in quel
magico posto immerso nel verde e soprattutto circondato
da splendidi “amici”. Già dai primi giorni abbiamo com-
preso perché così tante famiglie, puntualmente da ormai
15 anni, si ritrovano a condividere relax, avventura, spi-
ritualità e amicizia, per non parlare dei frutti della terra,
che quasi tutti sono riusciti a trovare, tranne noi e un altro
amico di avventura!
Abbiamo apprezzato molto anche i momenti di preghiera
che non sono “mai” mancati grazie alla preziosa presenza
di Don Sergio: la messa all’aperto, le preghiere del matti-
no e della sera, compresa la recita di almeno un rosario
per chi viaggiava con lui in macchina nel tragitto tra una
meta ed un’altra.
E l’organizzazione… eccellente! Vogliamo ringraziare di
cuore chi, con tanta passione ed entusiasmo, è riuscito a
condurci in luoghi magici e speciali, dando la possibilità
a tutti di contemplare quegli indimenticabili paesaggi in
molti casi surreali, tra ruscelli e cascate di acqua fresca e
cristallina, che forse avremmo potuto vedere solo in car-
tolina o in tv: finalmente abbiamo potuto provare
l’ebbrezza di salire a più di 2700 metri per poi ammirare,
da ancora più in alto, le meraviglie del creato.
Anche la musica di ben sette “pazzi musicisti” ha avuto il
suo libero sfogo in diversi contesti: dall’animazione litur-
gica alle scatenate cantate nelle fresche serate di Agosto,
per non parlare dell’ultima sera in cui si è suonato e can-
tato fino a tarda notte intorno ad un falò…mangiando pop
corn e sorseggiando calde tisane (queste ultime a dir la
verità non ci sono mai mancate…puntualmente arrivava-
no calde e gustose prima di andare a dormire!!!!)
Insomma… non è mancato proprio nulla..anzi no, sicura-
mente è mancato qualche amico che per diversi motivi ha
dovuto rinunciare a questi indimenticabili giorni ma che
ci auguriamo di poter ritrovare nei prossimi anni.
Grazie di cuore a tutti coloro che con affetto e gioia, ci
hanno accolto in questa meravigliosa esperienza.
Messaggio dal Coro…
10
Il Canterino
Anche quest’anno il nostro coro parrocchiale ha par-
tecipato alle attività della Parrocchia con impegno e
entusiasmo: prima di tutto la preparazione della Pa-
squa e delle celebrazioni legate al Triduo Pasquale,
durante le quali abbiamo preparato diversi canti nuo-
vi; a seguire svariati matrimoni e battesimi nei mesi
estivi.
Decisamente da ricordare l’animazione della Messa
del 28 giugno al Parco Amendola in occasione di
“Fraternamente”, la due giorni Francescana, invitati
dall’Ordine Francescano Secolare di Modena di cui
alcuni amici della parrocchia fanno parte.
L’obiettivo principale ed imminente dopo la pausa
estiva è certamente la Sagra, poi ci riuniremo per pro-
grammare il nuovo anno.
Il gruppo continua a crescere e nuovi amici si sono
aggiunti, segno che amicizia, preghiera e canto conti-
nuano a persistere come eccezionali elementi di ag-
gregazione.
Rinnovo il nostro ringraziamento a tutte le persone
che contribuiscono al “successo” del coro, a Padre
Mauro che ci segue e ci sostiene con periodici incon-
tri di preghiera, a chi dedica tempo ed impegno alla
buona riuscita di tutte le nostre iniziative.
Chiunque abbia voglia di partecipare alle nostre atti-
vità sarà sempre benvenuto!
Silvia
SALDO EURO 3.633,65
FONDO SOLIDARIETA' AL 23/8/2011
VERIFICA 3.633,65
RIEPILOGO ENTRATE (DAL LUGLIO 2009)
592,08 DIGIUNO ACQUA MINERALE
12.239,95 DONAZIONI PRIVATE
8.039,11 DONAZIONI CASSETTA CHIESA
12.040,27
INIZIATIVE PARROCCHIA (GREST, VENDITA TORTE,
GRUPPO NOI PER VOI, GRUP-PO FAMIGLIE, CATERINO, ECC)
12,97 COMPETENZE
7.651,83 CENA DI SOLIDARIETA'
TOT ENTRATE 41.996,21 OK DAL LUGLIO 2009
RIEPILOGO USCITE (DAL LUGLIO 2009)
- 1.287,00
CONTRIBUTO PER DISTRIBUZIO-NE ALIMENTI
- 36.908,61
CONTRIBUTO EROGATO A FAMI-GLIE
- 166,95 BOLLI TENUTA CONTO
TOT USCITE -38.362,56 OK DAL LUGLIO 2009
Fondo di Solidarietà
11
SALDO EURO 3.633,65
FONDO SOLIDARIETA' AL 23/8/2011
VERIFICA 3.633,65
RIEPILOGO ENTRATE (DAL LUGLIO 2009)
592,08 DIGIUNO ACQUA MINERALE
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8.039,11 DONAZIONI CASSETTA CHIESA
12.040,27
INIZIATIVE PARROCCHIA (GREST, VENDITA TORTE,
GRUPPO NOI PER VOI, GRUP-PO FAMIGLIE, CATERINO, ECC)
12,97 COMPETENZE
7.651,83 CENA DI SOLIDARIETA'
TOT ENTRATE 41.996,21 OK DAL LUGLIO 2009
RIEPILOGO USCITE (DAL LUGLIO 2009)
- 1.287,00
CONTRIBUTO PER DISTRIBUZIO-NE ALIMENTI
- 36.908,61
CONTRIBUTO EROGATO A FAMI-GLIE
- 166,95 BOLLI TENUTA CONTO
TOT USCITE -38.362,56 OK DAL LUGLIO 2009
“In una terra ospitale, educhiamo all’accoglienza” “In una terra ospitale, educhiamo all’accoglienza “ è
il titolo della sesta giornata per la salvaguardia del
creato promossa dalla CEI che si celebra come ogni
anno il primo settembre .
L’uomo, al quale Dio ha affidato gratuitamente il
creato, ha il dovere di gestire lo stesso con santità e
giustizia e, condividendolo con gli altri uomini, egli
stesso deve divenire autentico spazio di ospitalità.
L’ospitalità può divenire la misura concreta dello
sviluppo umano, la virtù che getta il seme della soli-
darietà nel tessuto della società. L’uomo ospitale
riconosce con i fatti a ogni persona il diritto a sentir-
si di casa nel cuore stesso di Dio.
Il tema scelto quindi non è casuale ed è di estrema
attualità richiamando con drammatica urgenza le
dinamiche delle migrazioni internazionali nel loro
legame con la questione ambientale; sempre più uo-
mini e donne sono costretti ad abbandonare la pro-
pria terra divenuta inospitale per il mancato accesso
all’acqua,al cibo ,alle foreste, all’energia come pure
il crescente inquinamento, i disastri naturali o i cam-
biamenti climatici; secondo stime affidabili ,entro
pochi decenni il numero dei profughi ambientali po-
trebbe raggiungere i 200 milioni.
In questo contesto la Chiesa, quindi anche tutti noi
laici, è chiamata ad essere testimone di Dio
nell’accoglienza del povero e del bisognoso,
nell’impegno per un mondo più giusto, solidale e in
pace, nella difesa profetica della vita, dei diritti di
ogni donna e uomo, in particolare di chi è straniero
e, immigrato emarginato, nella custodia di tutte le
creature e nella salvaguardia del creato.
Ed è attraverso un atteggiamento di gratitudine a Dio
per il Dono del creato, di responsabilità nel rendere
più bella la creazione e di gratuità nel servizio verso
ogni persona che si può alimentare ed educare
all’accoglienza.
È importante sottolineare come su questi temi le di-
verse Chiese e comunità cristiane abbiano raggiunto
una significativa sintonia;tutti infatti siamo chiamati
a cooperare perché le risorse ambientali siano pre-
servate dallo spreco, dall’inquinamento, dalla merci-
ficazione e dall’appropriazione da parte di pochi.
Il messaggio si conclude con la citazione di Matteo
che saranno beati i miti perché erediteranno la ter-
ra;la mitezza coincide con la purezza del cuore che
induce uno stile di vita e di relazioni nelle quali la
sobrietà, l’umiltà e la condivisione prevalgono sullo
spreco, le prevaricazioni e l’egoismo.
Per saperne di più consultare il sito
www.chiesacattolica.it
Antonio
12
Ho letto un libro… a cura di Letizia Anzalone
Riflessioni Spirituali
Padre Serafino Tognetti
Era da tanto tempo che desideravo
partecipare alla S. Messa con mag-
giore comprensione di ciò che fa-
ceva il sacerdote e di ciò che stava
accadendo nella Liturgia, ma ho
continuato a lungo ad andarci un
po’ per tradizione, perchè non sa-
pevo mai da che fonti attingere per
vivere quel momento in modo più
rispettoso, consapevole, intimo
Qualche mese fa ho acquistato
un libro di Padre Serafino To-
gnetti intitolato: “ La Santa.
Messa, riflessioni spirituali”.
Ho iniziato a leggerlo e man ma-
no che sfogliavo le pagine, tante
nuvole che prima mi offuscavano
la mente scomparivano, e appari-
vano le risposte alle mie doman-
de.
Leggendo quel libro mi sono resa
sempre più conto della grandezza
incommensurabile
dell’Eucarestia.
La Messa è un atto in cui entrare.
Cristo si fa presente lì, e
quell’atto è la Sua morte e la Sua
Resurrezione.
Entrati in quell’atto si è realmen-
te fuori dal tempo, perché
quell’atto non ha rapporto con
tempi e luoghi.
La S. Messa è il sacrificio di Cri-
sto, è Gesù che si sta offrendo, è
la Sua intercessione per tutti.
Gesù è Colui che salva e io sono
lì.
Se io sono lì significa che credo
alla vita eterna, credo che al di là
della morte c’è la vita.
Quando ricevo l’Eucarestia Gesù
entra in me e io sono in Lui.
E in Lui ci sono anche le persone
che ho amato e che ora tramite la
Sua infinita misericordia vivono
nell’eternità, nell’eterna adora-
zione del Suo volto.
Devo imparare a raccogliermi di
più dopo l’Eucarestia perché è il
minimo che io possa fare dinanzi
a tanto amore gratuito.
Silvia Fattori
13
…per aver contribuito con uno sforzo economico
notevole alla nostra spedizione madrilena!! Durante
l'anno le attività di autofinanziamento fatte dai ra-
gazzi hanno fatto si che i ragazzi non pagassero la
quota intera (che ammontava a 620 euro) ma solo
una parte di essa. Nello specifico:
Il gruppo "grandi" (cioè dalla quinta superiore in su)
ha avuto un risparmio di 200euro per ciascun ragaz-
zo, mentre il gruppo dei più "piccoli" (dalla seconda
superiore alla quarta superiore) ha avuto un rispar-
mio pro capite di 150euro!!
L'impegno dei ragazzi abbinato alla generosità della
nostra comunità ha reso più accessibile l'avventura
di Madrid 2011!!
Ancora GRAZIE INFINITE!!
Un immenso GRAZIE a tutta la nostra comunità…
La GMG è un esperienza unica e irripetibile. A CUATRO VIENTOS per la veglia e per la messa celebrata dal papa si
sono radunati circa un milione e mezzo di pellegrini (quasi tutti ragazzi), non ho mai visto una folla cosi numerosa per
un solo appuntamento. La GMG è stata molto faticosa ma a tutti noi ha regalato forti emozioni e tanti ricordi.
Che dire di questa grande avventura di Madrid 2011?? Io posso fare il paragone con la mia epserienza, da "animato",
della GMG di Colonia del 2005. Il gemellaggio spagnolo (Ad Armilla un paesino vicino Granada) è stato molto più
stimolante e accogliente rispetto al gemellaggio tedesco (Khal vicino a Wurzburg). Ci siamo sentiti tutti molto ben
voluti, non vedevano l'ora che arrivassimo e questo lo percepivamo chiaramente!!
Il passaggio a Madrid è stato abbastanza traumatico, invece. A Colonia noi di S.Caterina eravamo stati ospitati in fa-
miglia, mentre questa volta siamo stati sistemati prima in una palestra e poi nelle sale di una parrocchia. Madrid è una
città meravigliosa ma si è anche rivelata caotica (aggiungete voi 1,5 milioni di pellegrini alla terza città europea per
abitanti!!) e gigantesca (dai 90 ai 120 minuti di metro per raggiungere il centro di Madrid o la nostra catechesi quoti-
diana).
Le difficoltà logistiche (e non solo...) non sono mancate, dunque, ma proprio per questo vanno elogiati i nostri ragaz-
zi, sia quelli di S.Caterina che della Madonnina (nostra preziosissima e insostituibile compagna di avventura), che
sono sempre stati comprensivi, disponibili e scattanti . Il sorriso non è mai mancato, l'unione tra le due parrocchie si è
fatta più forte giorno dopo giorno, l'entusiasmo di partecipare a un evento così unico è sempre stato altissimo, insieme
alla consapevolezza che al nostro fianco c'era il Signore.
Grazie ragazzi, grazie a chi, come don Sergio, ha pregato sempre per noi, grazie a chi ci ha ospitato, grazie a padre
Mauro e a Don Matias, grazie a chi abbiamo incontrato, insomma grazie a tutti!! Ma soprattutto Grazie Signore!!
Cari giovani, permettetemi che, come Successore di Pietro, vi ricordi che
seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella comunione della Chiesa. Non si può seguire Gesù da soli.
Chi cede alla tentazione di andare «per conto suo» corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo,
o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui.
Ritagli di Santità A cura di Cristina Corradini
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È davvero difficile commentare un esperienza del genere: o meglio è difficile far capire a chi non ha partecipato cosa
per me è stata la gmg di Madrid 2011. Prima di partire ero sì carico ma credevo già di sapere cosa mi aspettava,
in realtà non ne avevo la minima idea. Penso, inoltre, che la gmg sia un esperienza che solo chi vi partecipa è in grado
di comprendere. Per quel che riguarda me, la giornata mondiale della gioventù è stata un qualcosa di unico, qualcosa
che ha colpito nel profondo la mia spiritualità, qualcosa che mi ha fatto capire cosa sia essenziale nella vita, qualcosa
che mi ha fatto conoscere nuovi ragazzi. Durante la mia permanenza ad Armilla prima a Madrid poi ho potuto com-
prendere quanti tipi persone ci siano al mondo. Quando ero a Cuatro Vientos ho trovato un punto sopraelevato ed ho
potuto osservare l'oceano di gente che c'era ed il continuo flusso di persone che arrivava e che non cessava mai, in
quel momento ho pensato "che bello... e io ci sono in mezzo". La cosa che però mi ha colpito di più è stata pensare
che ognuno di quei pellegrini aveva una storia sua e solo a sè uguale. Dormendo fianco a fianco a persone che non
avevo mai visto e non vedrò,
probabilmente, mai più, mi so-
no trovato a conoscerne alcune
affascinanti e non ma uniche.
Ciò che, però, mi è rimasto più
impresso è stato il fatto che così
tanta gente era riunita per un
solo motivo: la fede in Cristo,
morto e risorto per la salvezza
di tutti noi.
Devo dire che non è stata una passeggiata, anche perchè avevamo dei ritmi e degli orari assurdi, ma ne è valsa davve-
ro la pena! Alla partenza mi aspettavo veramente molto e penso di essere stato ripagato: vedere cosi tanti giovani, par-
lare con gente da tutto il mondo (per es dal brasile, u.s.a, sudafrica e australia) e sapere che eravamo tutti li per un'uni-
ca ragione mi ha reso veramente felice! E poi come non dimenticare la stupenda famiglia in cui sono stato ospitato!
Penso che sia un'esperienza da fare assolutamente e lo auguro a chi non ne avuto la possibilità! E infine voglio ringra-
ziare tutti quelli che mi hanno dato la possibilità di partecipare. Gracias!!!
La GMG mi ha dato innanzitutto la possibilità di divertir-
mi conoscendo nuove persone e stringendo nuove amici-
zie. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con ragazzi di
culture diverse dalla mia, tutti, però, accomunati dall' in-
tento di incontrare il papa e soprattutto uniti in Gesù!! A
Granada e a Madrid ho avuto il tempo di riflettere anche
su me stesso, sulla mia vita e sulla mia fede.
Vorrei ringraziare gli animatori, insieme a Don Sergio,
Padre Mauro e tutta la comunità, perchè, ognuno con il
proprio contributo, mi hanno dato la possibilità di fare
questa esperienza. Un immenso grazie va anche a tutti i
miei compagni di avventura per i bei momenti passati
insieme!! Grazie davvero!!
Aver fede significa appoggiarsi sulla fede dei tuoi fratelli,
e che la tua fede serva allo stesso modo da appoggio per quella degli altri. Vi chiedo, cari amici, di amare la Chiesa,
che vi ha generati alla fede, che vi ha aiutato a conoscere meglio Cristo, che vi ha fatto scoprire
15
È stata un’ esperienza fantastica, che mi ha riempito il cuore di gioia! Ad Armilla le famiglie sono state gentilissime;
ci hanno accolto a braccia aperte, contente di poter trascorrere con noi quei pochi giorni in preparazione a Madrid..i
giovani della comunità ci hanno trattati come veri e propri fratelli, e sono sicura che non li dimenticheremo mai!
A Madrid, due milioni di giovani riuniti per condividere con gli altri la propria fede: che meraviglia!
Sono stati giorni intensi, faticosi, ma ci hanno regalato tantissime emozioni..abbiamo cantato, ballato, riso, scherzato e
niente è riuscito a fermarci , nemmeno la pioggia che ci ha presi di sorpresa l’ultima notte durante la veglia!
Di cose da dire ce ne sarebbero tante, ma mi limito a ringraziare di cuore tutti coloro che hanno condiviso con noi
questa esperienza, e i nostri genitori che ci hanno dato la possibilità di vivere questa grande esperienza di fede!
Sono partito per la JMJ con grandi speranze e aspettative, alcune sono state rispettate altre decisamente no, mentre
altre piacevoli inaspettate sensazioni mi hanno profondamente colpito.
Ho potuto sentire l’accoglienza, l’ospitalità e la gentilezza delle famiglie di Granada, e di tutta la comunità; ho potuto
ammirare come centinaia di migliaia di persone di nazionalità, cultura, tradizioni, colori diversi erano una accanto
all’altra per lo stesso grande motivo.
Ho potuto assaporare un’apertura delle persone al dialogo così grande che mi chiedo come mai venga fuori solo in
queste occasioni, e sono stato felice di poter vedere le bandiere della Palestina e di Israele sventolare insieme nella
cattedrale di Granada. Personalmente però riconosco la vera chiesa in queste persone ed in questa allegria comune. Ho
avuto serie perplessità constatando grosse incongruenze tra ciò che invece è stato detto e fatto dalla chiesa dei cardi-
nali e del papa. Non posso essere d’accordo con una chiesa che celebra la veglia in degli stadi dove per divertimento
vengono ammazzati animali, non posso essere d’accordo nel sentire le preghiere per le persone sfruttate e avere come
sponsor Nike e locali convenzionati come Burger King e Mc Donald (che devastano intere aree africane e sudameri-
cane) e affini, non posso essere d’accordo sulla richiesta di maggior sobrietà quando poi viene utilizzato un ostensorio
del 1500 tutto d’oro decorato con gemme preziose. E mi fermo. Ecco ho potuto vivere una JMJ con grandi emozioni e
soddisfazioni, ma non riesco e
non posso nascondere anche un
profondo rammarico.
Dopo tanta attesa finalmente
ho partecipato alla GMG! Non
quella diocesana, ma quella
Mondiale!!Qual è la differen-
za?? Non ci si sente fratelli
solamente di qualche centinaio di persone, ma del mondo intero, di tutti i popoli!! E' proprio questa una delle cose che
mi ha sempre emozionato e entusiasmato pensando alla GMG: ritrovarsi in tantissimi giovani con lingue, culture, sto-
rie, esperienze diverse ma accomunati dalla stessa fede per un Dio che si è fatto Uomo ed è vissuto più di duemila
anni fa, ma che è ancora vivo e ben presente in noi e in mezzo a noi, perchè, se così non fosse, tutto ciò non sarebbe
stato possibile!!
E' stata un'esperienza indimenticabile i cui frutti dobbiamo riuscire a portare a chi non è potuto venire e a chi incontre-
remo!! La mia, poi, è stata un'esperienza un po' diversa da quella dei miei amici.
Mi sono ammalata gli ultimi quattro giorni e questo mi ha impedito di partecipare di persona al cuore della GMG
(catechesi dei vescovi, arrivo del papa e purtroppo anche alla veglia e alla messa a Quatro Vientos). Tuttavia è proprio
in questi momenti che senti quanto il Signore ti ami. Innanzitutto i miei amici mi sono stati molto vicini sia con le
parole che con gesti concreti, inoltre, ho potuto sperimentare cosa vuol dire essere “Radicati e fondati in Cristo, saldi
nella fede” (Col 2,7) che era il titolo di questa GMG. Infatti, soprattutto gli ultimi due giorni, che gli altri hanno vis-
suto a Quatro Vientos e io ho passato in casa a seguire gli avvenimenti in tv, mi sono sentita molto vicina ai miei ami-
ci, proprio come se fossi stata là con loro ed ero piena di gioia. Questo vuol dire essere in comunione, questa è la
grandezza della fede!!
In ultimo, penso che abbiamo molto da imparare dalle famiglie che ci hanno ospitato ad Armilla, riguardo all'acco-
glienza, perchè ci hanno trattato come dei figli e ci hanno fatto sentire come a casa! Le porteremo sempre nel cuore
assieme a tutte le persone che abbiamo incontrato!
Ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di vivere questa esperienza!!
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Alzi lo sguardo e vedi persone, un'infinità di ragazze e ragazzi , bandiere da ogni angolo del mondo fino all'orizzonte,
dove i colori sgargianti delle magliette e degli stendardi si mescolano al grigiore del crepuscolo... si prospettava così
il panorama di cuatro vientos, dove quasi un milione e mezzo di ragazzi si sono riuniti, richiamati dalla loro fede, per
un ritrovo mondiale dove regnava l'amicizia e lo spirito cristiano, dove il prossimo era tuo amico, e dove se incontravi
qualcuno ci parlavi come con il più vecchio dei tuoi amici (con giusto qualche difficoltà con la lingua). Vedere per le
strade di Madrid gruppi di ragazzi pieni di energia e pronti a fare qualsiasi cosa ti fa comprendere che il futuro è nelle
loro mani, ed è ben riposto.
Questa Gmg è stata un esperienza unica e indimenticabile.
Ricorderò sempre le feste a Granada dove potevi ballare e chiaccherare con ragazzi provenienti da varie parti del glo-
bo(Brasile,Libano,Canada,Sud Africa..).La Gratitudine verso le nostre famiglie di Armilla che ci hanno accolti e trat-
tati come loro figli senza farci mancare nulla. La Stanchezza accumulata nelle varie camminate e nei vari viaggi sia in
corriera che metropolitana. Le giornate in giro per Madrid e Granada,il bagno al mare e la notte sotto le stelle alla
sierra nevada. Le ultime 2 giornate a cuatro vientos con un milione e mezzo di persone, il caldo soffocante e la piog-
gia durante la veglia, l'emozione di vedere una marea di gente intorno a te e come disse il Papa quella notte noi non ci
scorderemo mai di quella giornata e della veglia che ci ha reso ancora più saldi nella nostra fede.
Infine ringrazio di vero cuore i miei compagni di viaggio per tutti i momenti passati insieme, per le tante chiacchere e
risate, perchè senza di loro probabilmente questa esperienza non sarebbe stata tanto eccezionale!!
Cosa mi ha lasciato questa gmg? È la classica domanda che ci si pone dopo
un’esperienza così coinvolgente come questa. A distanza di qualche giorno
dal rientro posso sicuramente affermare che è stata una grande opportunità
parteciparvi. Nonostante lo scetticismo iniziale dovuto soprattutto alla convin-
zione che “fatta una gmg, le hai fatte tutte”, ad oggi mi sono resa conto di a-
ver avuto bisogno di questi giorni: mi hanno aiutata a dialogare un po’ con me
stessa e con gli altri, a ritrovarmi nella fede. È proprio vero che quando meno
te lo aspetti si manifesta il desiderio di pensare alla propria vita come vera
testimonianza di Cristo. E cosa può rendere meglio questo concetto se non il
vedere sciami di ragazzi sorridenti riuniti sotto un unico credo? Freschi, viva-
ci, simpatici, casinisti, speranzosi, vogliosi di imparare e fare esperienze, coc-
ciuti e polemici: questi sono i giovani della gmg. Non disperdiamo l’enorme
risorsa che la gioventù cristiana di tutto il mondo rappresenta, ma sfruttiamola
per migliorarci, confrontarci e combattere quelle scomode incorenze che an-
cora oggi purtroppo macchiano la Chiesa come istituzione.
Cari giovani, anche oggi Cristo si rivolge a voi con la stessa domanda
che fece agli apostoli: «Ma voi, chi dite che io sia?».
Rispondetegli con la generosità e l’ audacia del vostro cuore giovane!! Ditegli: Gesù, io so che Tu sei il Figlio di Dio,
che hai dato la Tua vita per me. Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola.
Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita nelle tue mani.
Voglio che Tu sia la forza che mi sostiene, la gioia che mai mi abbandona.
Prima di partire per la GMG non avevo nessuna aspettativa precisa perché pensavo che sarebbe stata un’esperienza
talmente particolare e unica, da non riuscire a immaginare come sarebbe stata. Ora posso dire che è stato davvero co-
sì, perché non avevo previsto molte delle cose che ho visto e vissuto in Spagna. Le famiglie che ci hanno ospitati ad
Armilla durante il gemellaggio, ci hanno accolti con calore e ci hanno trattati come figli. Ci hanno dato talmente tante
attenzioni e tanto amore, che molti di noi siamo arrivati a pensare che noi stessi non saremmo stati così accoglienti al
loro posto. A Madrid l’accoglienza è stata totalmente diversa, soprattutto da parte di qualcuno, che non vedeva di
buon occhio noi pellegrini. Ma la cosa che mi ha stupita è stato il rapporto che c’era tra le persone di diversa prove-
nienza: ognuno era fiero del proprio paese e guardava con simpatia e curiosità i gruppi di altre nazionalità, cosa che
purtroppo nella vita quotidiana non avviene molto spesso. Un’altra bellissima sorpresa è stata la naturalezza e la velo-
cità con cui il nostro gruppo, composto da noi di Santa Caterina e dai ragazzi della Madonnina, si sia fuso ed amalga-
mato! Il clima era particolare: sembravamo quasi un’enorme famiglia di 45 persone, che condivideva i momenti belli
ed emozionanti e si supportava nei omenti più difficili. Insomma, è stata un’esperienza unica vissuta con persone stu-
pende!
Cos’è la JMJ?
La JMJ è partire per un lungo viaggio con i propri amici ma senza sapere ciò che ti aspetta. E’ salire sulla corriera n°
9 e fantasticare un po’ su quei giorni che stai per vivere.
La JMJ è arrivare a Granada dopo non so quante ore di viaggio, con un caldo terribile e trovare delle famiglie che ti
accolgono a braccia aperte, che ti dicono: “noi siamo una grande famiglia e voi sarete i nostri figli”.
La JMJ è trovarsi in una piazza insieme a centinaia di giovani provenienti da tutto il Mondo e scattare una foto insie-
me e festeggiare, scambiarsi cappelli, bandiere o spille per avere un ricordo di quell’incontro.
La JMJ è fare una veglia nella Plaza De Toros ed avere i brividi quando il vescovo di Granada alza il Santissimo Sa-
cramento e tutti i giovani cominciano a gioire, battere le mani e a lodare il Signore.
La JMJ è arrivare a Madrid e trovarsi in 240 in una palestra da 100 con 4 docce e 4 bagni, ma essere poi “miracolati”
e quindi spostati nei locali di una parrocchia più confortevole.
La JMJ è anche farsi più di un’ora e mezzo di metro e treno e poi grandi camminate per andare ad una catechesi. Fini-
ta la catechesi cercarsi il ristorante per mangiare verso le 15 o anche 15.30 e la cena verso le 23.
La JMJ è trovarsi a Cuatro Vientos con 2 milioni di giovani per lodare lo stesso Dio e sentirsi un'unica grande fami-
glia.
La JMJ è una gran fatica ma che sa pagarti con emozioni uniche e tornare a casa con una felicità che poche cose rie-
scono a darti!!!
17
GMG 2011, un’esperienza nuova per molti di noi, una fantastica esperienza aggiungerei e nè il caldo, la stanchezza e i
disagi ci hanno impedito di viverla così intensamente. Occasione di divertimento con la certezza di venire a contatto
con i giovani di tutto il mondo; tutto questo non ha tolto comunque spazio al motivo più importante per il quale ci sia-
mo riuniti in Spagna: la nostra fede. I momenti di preghiera con il papa ma anche le singole catechesi hanno offerto
momenti di profonda riflessione e opportunità di cercare risposte.
Vorrei concludere con un ringraziamento a Dani e a Fanfa che ci hanno supportati e sopportati durante il nostro cam-
mino.
Cari giovani, prego per voi con tutto l’affetto del mio cuore!
Vi raccomando alla Vergine Maria
Vi chiedo anche di pregare per il Papa, perché come Successore di Pietro, possa proseguire confermando i suoi fratelli nella fede.
Che tutti nella Chiesa, pastori e fedeli, ci avviciniamo ogni giorno di più al Signore, per crescere nella santità della vita e dare così
testimonianza efficace
che Gesù Cristo è veramente il Figlio di Dio, il Salvatore di tutti gli uomini
e la fonte viva della loro speranza.
"Grazie. E' stata questa l'unica parola che, nel turbinio di emozioni durante la JMJ, riusciva ad affiorare nella mia te-
sta. Un grazie alle persone che hanno reso possibile questo grande evento, un grazie alla parrocchia che ci ha suppor-
tato nella nostra preparazione, un grazie ai compagni di viaggio con cui ho condiviso tanto. Ma soprattutto un grazie
al Signore, colui che ci ha richiamato "da ogni angolo della terra" per una sola, grande, ragione: l'amore verso Dio e
verso il prossimo."
Un grande grazie a tutti quelli che hanno reso indimenticabile e indelebile nel cuore questa esperienza. Un altro gran-
de grazie va alle famiglie di Armilla che ci hanno accolto come se fossimo loro figli.
Non è semplice mettere su carta tutta la nostra storia vissuta in questi magnifici 11 giorni in Spagna alla Giornata
Mondiale della Gioventù con Benedetto 16, ma ci impegneremo a rendere partecipe tutta la parrocchia della nostra
esperienza al più presto!
In questo articolo però voglio ringraziare a nome di tutti, due persone molto speciali che hanno reso possibile que-
sta fantastica GmG, oltre ovviamente alla parrocchia e a tutti voi che ci avete aiutato economicamente e con la pre-
ghiera!
Queste due persone si chiamano Daniele Ferraguti e Stefano Fanara, che ci hanno portato in Spagna con tantissimi
sacrifici con tantissima pazienza, e ovviamente con una costante convinzione di quello che stavano facendo, cioè far
vedere a tutti noi piccoli e ai giovani più grandi, che 2 milioni di nostri coetanei hanno sopportato fatiche, fame, cal-
do, sete, vento, pioggia, sporco, continuo spirito di sacrificio, adattamento e fratellanza tutti insieme sempre con il
sorriso e soprattutto SALDI NELLA FEDE!
E a queste due persone voglio dire a nome di tutti noi della GMG e di tutti i parrocchiani GRAZIE per averci fatto
vivere al 100% questa esperienza unica che è andata di giorno in giorno aumentando…saldi nella fede!
Grazie mille davvero di cuore!
Un GRANDE
A Stefano A Daniele
Non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri
la gioia della vostra fede. Il mondo ha bisogno
della testimonianza della vostra fede, ha bisogno certamente di Dio!
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Forse non tutti lo sanno o meglio, alcuni lo hanno scoperto da poco; infatti come ogni GMG lo stupore più grande è
vedere quanti giovani provenienti da tutti gli angoli della terra si siano trovati a Madrid per un unico motivo: Condivi-
dere con il prossimo la FEDE in Cristo.
Vorrei ringraziare tutte le persone che con me hanno condiviso questa magnifica esperienza, inoltre vorrei dedicare un
pensiero alla nostra comunità parrocchiale che ci ha sempre sostenuto e assistito in tutto il periodo pre e post gmg..
La giornata mondiale della gioventù rimarrà per
sempre nei nostri cuori, è un’ esperienza che consi-
glio a tutti!! Ti cambia, ti entra dentro e non ti la-
scia più!! So che può sembrare uno spot pubblicita-
rio ma è quello che sto provando in questo momen-
to; vedere cosi tanti giovani, che provengono da
tantissimi paesi, per un solo scopo è meraviglioso.
Vivere 12 giorni all’ insegna del Suo nome ti per-
mette di capire che importanza ha nella tua vita e
che ruolo gli riservi… Infine vorrei ringraziare
tutti coloro che vi hanno partecipato ma in partico-
lare tutti coloro che nei mesi precedenti ci hanno
seguiti e sostenuti durante le nostre iniziative; è
anche grazie a voi, e per voi, che abbiamo parteci-
pato alla GMG. GRAZIE DI CUORE.
"Abbiamo ricevuto un’accoglienza fantastica da persone che non ci conoscevano, e che ugualmente ci hanno trattato
come loro figli; abbiamo pregato in silenzio per sentire come si possa esprimere la stessa fede in decine di diverse
lingue; abbiamo conosciuto persone che da “compagni di viaggio” ora chiamiamo “amici”; abbiamo ascoltato il silen-
zio di un milione di persone durante l’eucarestia, un silenzio più forte di un urlo. Le difficoltà che ci si sono presentate
non ci hanno fermato: le lingue diverse, le docce fredde, l’influenza, i temporali, Checco che canta, gli autisti… Li
abbiamo superati con un sorriso stampato in faccia, insieme. Speravo di tornare con delle risposte, ma in realtà ho rea-
lizzato che la strada da fare è ancora tanta, e anche se i dubbi aumentano e le certezze diminuiscono ho capito che non
è importante dove stai andando, ma chi ti accompagna nel cammino. E’ stata un’esperienza indimenticabile, grazie a
tutti!"
19
Per la crescita della vostra amicizia con Cristo è fondamentale Il vostro gioioso inserimento nelle parrocchie, comunità e movimenti, La partecipazione all’Eucarestia ogni domenica, Il frequente accostarsi al sacramento della riconciliazione La preghiera e la meditazione della Parola di Dio.
Tratti dall’omelia di
Papa Benedetto XVI
La Ricetta de l Me se di Cristina e Valentina
MOUSSE AL CIOCCOLATO FONDENTE
Ingredienti per 8 persone:
250 g di cioccolato fondente amara,
120 g di zucchero,
5 albumi d’uovo,
500 g di panna fresca da montare.
Preparazione:
Tagliare il cioccolato in piccole scaglie e metterle a
sciogliere in una bacinella sopra un pentolino con-
tenente acqua tiepida, mescolando ogni tanto con
un cucchiaio. Quando sarà ben sciolto, levarlo dalla
fonte di calore.
Nel frattempo montare la panna fresca ben ferma e
conservarla in frigorifero.
Montare a neve ben ferma gli albumi, incorporarvi
pian piano, continuando a sbattere, lo zucchero e
lavorare fino ad ottenere una massa densa e cremosa.
Versare il cioccolato appena tiepido nella meringa,
mescolando con un cucchiaio di legno, quindi ag-
giungervi la panna montata e amalgamare bene, deli-
catamente.
Versare la mousse in tante coppette o in una ciotola
grande e mettere in fresco ad indurire.
Al momento di servire, se si è preparata la ciotola
grande, fare le porzioni usando un cucchiaio. Avere
l’accortezza di bagnare ogni volta il cucchiaio con
acqua tiepida per far staccare bene la mousse la-
sciandola bella liscia.
Questo dolce si conserva in frigorifero per un paio di
giorni.
Tratto da “Eco-consigli, 100 azioni quotidiane per
aiutare il pianeta”
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20
Spesso non ci rendiamo conto che, nel
traffico cittadino, l’automobile è un mez-
zo così lento che, su certi percorsi brevi,
la differenza di tempo rispetto l’andare a
piedi è irrilevante. Facendo la prova, possiamo renderci
conto che forse un luogo che raggiungiamo in auto in 10
minuti (contando naturalmente anche il tempo di po-
steggio) lo possiamo raggiungere a piedi in un quarto
d’ora. La nostra camminata, se siamo normali adulti
senza problemi di deambulazione, è meno lenta di quel
che immaginiamo: camminando spediti, ma senza forza-
re, percorriamo dai 4 ai 6 chilometri in un’ora. E allora,
vale la pena di guidare nervosi, spendere denaro e inqui-
nare, per un risparmio di tempo così esi-
guo? Ci accorgiamo dunque che la prima
possibile alternativa all’auto, non di rado,
è andare a piedi.
Un altro mezzo pratico, sportivo, benefico per la salute
e assolutamente non inquinante è la
Bicicletta. […] Dunque, se il percorso lo consente, l’uso
della bicicletta è decisamente consigliabile. Ogni biciclet-
ta può andar bene, anche le più vecchie: ma è chiaro che
con i modelli più nuovi e leggeri la fatica diminuisce. Lo
strumento di mobilità sostenibile urbana che negli ultimi
anni ha riscosso maggior successo anche in Italia è quello
del bike-sharing. In pratica, è un servizio di noleggio che
consente agli utenti di prelevare una bicicletta in apposite
stazioni dislocate nelle città, per poi restituirla in un altro
punto di raccolta una volta giunti a destinazione.
Se invece il luogo da raggiungere non è così vicino, oc-
corre sempre valutare la possibilità di usare, in alternativa
all’auto, i mezzi pubblici: tram, autobus, filobus, ...
Eco-consiglio: Trasporti