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Pensioni e italiani: tema sconosciuto Il boom del digital banking Il magazine dell’investitore inFormato MARZO 2018 Per l’81% delle famiglie, la pensione futura non sarà soddisfacente. Eppure la pensione integrativa non decolla NEWS Scelte finanziarie, tra cuore e cervello Pir, chiarimenti su minori, derivati e startup Dopo le linee guida del Mef, arriva la circolare n. 3/E del 26 febbraio 2018 dell’Agenzia delle Entrate La silver economy Supplemento di ProfessioneFinanza.com | Testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del Tribunale della Spezia al n. 03/2009 il 12/06/2009 Pubblicazione riservata a investitori professionali

cervello italiani: tema sconosciuto - ProfessioneFinanza · nozioni limitate o inesistenti sulle pensioni. E la situazione non è mol-to diversa per il resto degli italiani: dalla

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Page 1: cervello italiani: tema sconosciuto - ProfessioneFinanza · nozioni limitate o inesistenti sulle pensioni. E la situazione non è mol-to diversa per il resto degli italiani: dalla

Pensioni e italiani: tema sconosciuto

Il boom del digital banking

Il magazine dell’investitore inFormato

MARZO 2018

Per l’81% delle famiglie, la pensione futura non sarà soddisfacente. Eppure la pensione integrativa non decolla

NEWS

Scelte finanziarie, tra cuore e cervello

Pir, chiarimenti su minori, derivati e startup

Dopo le linee guida del Mef, arriva la circolare n. 3/E del 26 febbraio 2018 dell’Agenzia delle Entrate

La silvereconomy

Supplemento di ProfessioneFinanza.com | Testata giornalistica iscritta al Registro Stampa del Tribunale della Spezia al n. 03/2009 il 12/06/2009Pubblicazione riservata a investitori professionali

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PREVIDENZA

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NEWS Pubblicazione riservata a investitori professionali

MARZO 2018

Per i Millennial la pensione è un argomento quasi sconosciuto. Se-condo l’ultima ricerca “La ri-evo-luzione delle pensioni: rapporto sullo stato dell’arte delle pensioni italiane” realizzata da State Stre-et Global Advisors in collabora-zione con Prometeia, il 75% degli under-35 italiani afferma di avere nozioni limitate o inesistenti sulle pensioni. E la situazione non è mol-to diversa per il resto degli italiani: dalla survey emerge, infatti, che il 70% delle famiglie pensa di non avere informazioni sufficienti sulle

pensioni integrative e, allo stesso tempo, l’81% degli interpellati ritie-ne che la propria pensione futura non sarà soddisfacente.Inoltre, per la maggior parte degli intervistati, i costi rappresentano il principale ostacolo all’utilizzo di fondi pensione complementari, benché le commissioni dei fondi pensione integrativi siano meno di un quarto di quelle dei fondi co-muni e di altri prodotti pensionistici privati.“Il messaggio è chiaro: in Italia è necessario un maggiore impegno,

promosso dal Governo, per infor-mare ed educare la popolazione in merito ai vantaggi dell’investi-mento nei fondi pensione integra-tivi - ha dichiarato Antonio Iaquin-ta, head of institutional business in Italia di Ssga - Riteniamo che una campagna promozionale organiz-zata dal Governo potrebbe essere un modo efficace di educare i la-voratori sui fondi pensione integra-tivi e sfatare i miti sul tema. Questo potrebbe inoltre essere utile per ripristinare la fiducia dei lavoratori nelle pensioni”.

Il 75% dei Millennial italiani afferma di avere nozioni limitateo inesistenti sulle pensioni. Ma anche per gli over-35 la situazione non è diversa. I dettagli nella ricerca realizzata da State Street Global Advisors in collaborazione con Prometeia

Pensioni e italiani: tema sconosciutoPer l’81% delle famiglie, la pensione futura non sarà soddisfacente. Eppure la pensione integrativa non decolla

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INNOVAZIONE

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MARZO 2018

Il digital banking è un trend in continua crescita in tutta Europa. E anche l’Italia non è da meno. Nonostante, infatti, l’Italia sia fra i Paesi in Europa dove si fa meno ricorso all’home banking – come emerso da una recente indagine di Eurostat - la corsa del mondo bancario verso i servizi digitali è in atto e inizia a piacere sempre più agli italiani. Nel nostro Paese, però, la filiale rimane un punto fermo a conferma che i due canali sono sempre più complementari. Questo quanto emerge dall’ottava edizione del CheBanca! Digital Banking Index, l’osservatorio che misura come il digitale stia cambian-do il rapporto tra banca e clienti. Dallo studio emerge, infatti, che in 2 anni i correntisti che operano abitualmente sull’online (web o app) sono cresciuti in Italia del 14,2%, arrivando a quota 18,7 milioni; possiedono complessivamente 25,6 milioni di conti che gestiscono on-line (pari a una media di 1,31 conti online per individuo); inoltre, 3,2 milioni hanno un con-to titoli per la gestione dei propri investimenti. Tra questi ultimi, il 63% è dato da trader attivi che dichiarano di operare direttamente online nella gestione del proprio portafoglio titoli, mentre i restanti dichiarano di non gestire in autonomia i propri portafogli titoli online, delegando a profes-sionisti. Nonostante il web sia ancora la soluzione più utilizzata (dal 71,2%), a cre-scere maggiormente è il mobile banking che in due anni ha registrato un

incremento del 71%, raggiungen-do i 6,5 milioni di utenti. In questo scenario, però, nel nostro Paese la filiale resta un punto fermo per gli italiani, a prescindere dalla loro propensione all’utilizzo degli stru-menti bancari digitali. Il 75,5% dei correntisti on-line è stato, infatti, al-meno una volta in una filiale negli ultimi tre mesi non solo per le ope-razioni più complesse (investimenti, gestione del risparmio, trading), ma anche per l’aggiornamento della documentazione o per compiere pagamenti. E l’abitudine di visita alla filiale tradizionale non cambia all’aumentare dei conti correnti online utilizzati: anche i correntisti più dotati e più attivi a distanza, sono clienti bancari che manten-gono comunque una relazione con la filiale fisica della propria banca, il che dimostra che i due canali – online e fisico – non sono alternativi, ma complementari.

“Crescita inarrestabile dei correntisti online e forte sviluppo di mobile banking e App. Ma gli italiani non rinunciano alla filiale”

Il boom del digital banking

“I risultati dall’ottava edizione del CheBanca! Digital Banking Index”

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INVESTIMENTI

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MARZO 2018

Scelte finanziarie, tra cuore e cervello

Il ruolo della finanza comportamentale nella gestione degli investimenti

L’investitore italiano ritiene di avere capacità finanziarie superiori alla media, è talvolta overconfident e molto spesso è avverso alle perdite. Inoltre, è esposto a errori di valutazione che possono distorcere la percezione del rischio. Ecco i principali bias da non commettere

Nella scelta e gestione degli investimenti non basta solo un’ottima tecnica di investi-mento. Serve anche la disciplina per affron-tarla e un consulente capace di supportare il cliente. In soccorso arriva la finanza com-portamentale, ossia quella branca degli stu-di economici che indaga i comportamenti dei mercati finanziari includendo nei propri modelli i principi di psicologia legati al com-portamento individuale e sociale. Secondo quanto è emerso dal Report on financial in-vestments of italian household della Consob (2015), l’investitore italiano ritiene di avere capacità finanziarie superiori alla media, ma ha limitate conoscenze finanziarie di base,

è talvolta overconfident e molto spesso è avverso alle perdite. Nello stesso tempo, è esposto a errori di valutazione che possono distorcere la percezione del rischio. Ecco i principali bias da non commettere: oltre all’eccessiva sicurezza (overconfidence), si parla di eccessivo ottimismo quando si tende a sopravvalutare le probabilità degli eventi positivi e a sottovalutare le probabili-tà degli eventi negativi, arrivando a errori di valutazione nella formulazione delle proprie stime; di errore di conferma (o confirmation bias), quando l’individuo sottovaluta, o non considera, le informazioni che contraddi-cono il suo punto di vista, oppure tende a

dare troppa importanza alle informazioni che supportano le sue convinzioni o ipote-si, di home bias quando tende a preferire investimenti geograficamente vicini, che crede di conoscere meglio, e di status quo bias quando è riluttante a cambiare la pro-pria situazione corrente. Chiude il rimpianto, sensazione che si verifica ex-post, ma che può condizionare la scelta anche ex-ante: per esempio, la fobia del rimpianto rischia di portare un individuo a posticipare le deci-sioni (come stoppare una perdita, tenendo più a lungo un titolo perdente in portafoglio) e questo potrebbe avere riflessi sull’investi-mento effettuato.

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RISPARMIO

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FEBBRAIO 2018

Pir, chiarimenti su minori, derivati e startupDopo le linee guida sul regime di non imponibilità introdotto dalla legge di bilancio 2017 pubblica-te nel mese di ottobre scorso dal Ministero dell’Economia e delle Fi-nanze, con la circolare n. 3/E del 26 febbraio 2018, l’Agenzia delle Entrate ha fornito alcuni chiari-menti interpretativi in tema di piani di risparmio a lungo termine (Pir). Tra i principali chiarimenti ci sono quelli che riguardano i minori, le startup e i derivati.

Visto che non ci sono limiti minimi all’età delle persone fisiche che possono essere titolari di un Pir, si ritiene che anche un minore possa rivestire tale qualifica. In tale ipote-si, i redditi del minore soggetti all’u-sufrutto legale dei genitori sono imputati ai genitori titolari dell’usu-frutto. Ne consegue che, al fine di

rispettare il principio di unicità del Pir, il regime di non imponibilità in esame si applica solo nel caso in cui l’usufruttuario, a cui è imputato il reddito finanziario derivante da investimenti inseriti in un Pir intesta-to a un minore, non sia contempo-raneamente titolare di altro Pir.

In tema di imprese, intanto, l’age-volazione Pir è cumulabile con gli incentivi per gli investimenti in star-tup innovativeQuanto infine ai derivati, è stata segnalata la possibilità di effettua-re investimenti in strumenti finan-ziari derivati solo attraverso Oicr Pir compliant. In tal caso, l’inve-stimento in strumenti derivati può essere effettuato nell’ambito della quota “libera” del 30% e unica-mente allo scopo di ridurre il rischio insito negli investimenti qualificati.

Sono 33 i gruppi che promuovono, a fine 2017, 64 fondi aperti Pir com-pliant, con un patrimonio promosso che ammonta a circa 16 miliardi, di cui 4 miliardi da fondi pre-esistenti. Le loro vendite nette, nel 4° trimestre 2017, sono state pari a 3,4 miliardi, mentre nell’intero anno sono arrivate a circa 11 miliardi. Lo si è appreso nella mappa trimestrale del risparmio gestito di Assogestioni, dalla quale è emerso che ci sono 27 fondi aziona-ri, 24 fondi bilanciati, 10 fondi flessibili e 3 fondi obbligazionari. Con quasi 6 miliardi di raccolta, poi, i Pir più gettonati sono stati quelli bilanciati, seguiti dai flessibili (2,6 miliardi) e dagli azionari (2,26 miliardi).

Dopo le linee guida del Mef, arriva la circolare n. 3/E del 26 febbraio 2018 dell’Agenzia delle Entrate

“Da 33 gruppi, 64 fondi aperti Pir compliant”

PIRI piani individuali di rispar-mio (Pir) a lungo termine sono stati introdotti dalla legge 11/12/2016, n. 232, e rappre-sentano una nuova forma di risparmio fiscalmente incenti-vato. Prevedono, infatti, impor-tanti incentivi fiscali ai rispar-miatori che punteranno sulle imprese italiane. In pratica, i Pir sono contenitori - fondi comu-ni, polizze Vita, gestioni patri-moniali - volti a canalizzare flus-si finanziari verso le Pmi italiane e dunque a sostenere lo svilup-po economico del Paese.

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CONSULENZA

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MARZO 2018

Silver economy, nuova realtà degli over 60

Un giro d’affari che può muovere fino a 122,5 miliardi di euro

Complici il minor numero di nascite e l’aspettativa di vita che continua ad aumentare, secondol’Istat, nei prossimi 20 anni la quota di persone over 65 si avvicinerà al 30% (con un incremento di quasi 8 punti percentuali rispetto al 2016), mentre quella degli over 85 sarà oltre il 5%

È una continua, lenta e inarresta-bile certezza: l’Europa sta invec-chiando e l’Italia non è da meno. Anzi i tassi di “invecchiamento” sono addirittura maggiori. Secon-do l’Istat, nei prossimi 20 anni la quota di persone over 65 si avvi-cinerà al 30% (con un aumento di quasi 8 punti percentuali rispetto al 2016), mentre quella degli over 85 sarà oltre il 5%. Questo perché le nascite si contraggono e l’a-spettativa di vita aumenta grazie al progresso economico e scien-tifico. Gli anziani di oggi sono, in-fatti, decisamente diversi dall’idea

dei nostri nonni di pochi anni fa: capita infatti sempre più spesso di vedere over 60 che vanno in pa-lestra e si divertono a organizzare serate con amici, che progettano viaggi all’insegna della scoperta e dell’avvenuta e che si collegano a internet da tablet o smartphone, scaricando App e partecipando ai social come se fossero giovanot-ti. È il fenomeno della silver economy o, in italiano, dell’economia d’ar-gento, definita anche come l’insie-me di servizi e di prodotti destinati alla platea degli over 50. Un setto-

re, il cui il giro d’affari della fascia di popolazione con più di 60 anni di età può arrivare a muovere fino a 122,5 miliardi di euro. Lo ha cal-colato il Centro studi e ricerche di Itinerari previdenziali. E gli impatti si prevedono positivi su una pluralità di aree. Fra i mercati chiave per lo sviluppo della silver economy si possono citare, infatti, oltre ai servi-zi sanitari e sociali, anche l’edilizia (ristrutturazioni abitazioni), la tec-nologia (domotica, teleassistenza), il benessere, il turismo, la cultura, la sicurezza e i prodotti del credito e finanziari.