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www.federtennis.it www.supertennis.tv Anno VIII - Numero 1-2 Gennaio/Febbraio 2011 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) Art.1 Comma1 - LO/MI AUSTRALIAN OPEN FRANCESCA NO LIMITS FLAVIA E GISELA REGINE DI MELBOURNE PERSONAGGI SARA ERRANI Come voi non c’è nessuno

Come voi non c’è nessuno - Federazione Italiana Tennis dopo averlo eguagliato al Roland Garros. ... Via Pila Cipolla, 6 - 40026 IMOLA (Bo) ... Danilo Manganaro, Ettore Marte,

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Anno VIII - Numero 1-2 Gennaio/Febbraio 2011 - Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) Art.1 Comma1 - LO/MI

AUSTRALIAN OPENFRANCESCA NO LIMITS

FLAVIA E GISELAREGINE DI MELBOURNE PERSONAGGISARA ERRANI

Come voi non c’è nessuno

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Panatta vs Schiavone

3Super Tennis

DI GIANCARLO BACCINI

il fondo

IIl dibattito è cominciato subito dopo che, grazie alla mera-vigliosa vittoria di Melbourne sulla Kuznetsova, si era capito che Francesca Schiavone sarebbe diventata numero 4 del mondo, eguagliando così Adriano Panatta anche nel best ranking dopo averlo eguagliato al Roland Garros. Più gran-de lui nella sua epoca, o più grande lei in questa?Si ha un bel dire che i confronti fra campioni di ere diver-se sono impossibili, specie quando, come in questo caso, vengono addirittura effettuati fra giocatori di sesso diverso (certo che è così, solo un cretino potrebbe pensare il con-trario…). La tentazione è lo stesso irresistibile. L’accademico esercizio di cercare e paragonare elementi comuni e diffor-mi per trovare “un vincitore” è infatti troppo stuzzicante e divertente per rinunciarci. Specie quando è proprio uno dei due “paragonandi” ad aprire il dibattito come è successo stavolta, con Panatta impegnatissimo a sottrarre spazio sui giornali alla Schiavone dichiarando (la sintesi è mia ma credo esprima alla perfezione ciò che Adriano non solo ha infelice-mente inteso dire, ma che sicuramente pensa): “Francesca è bravissima ma il tennis femminile fa ridere i polli”.Nonostante vada respinto in quanto moralmente ingiusti-ficabile e tecnicamente ingiustificato, il giudizio di Panat-ta non è però soltanto frutto del razzismo maschilista che continua a infestare il mondo del tennis a dispetto di ogni evidenza contraria. In vita mia ho conosciuto abbastanza sportivi professionisti per non aver ormai metabolizzato con assoluta certezza la convinzione che nessuno di loro diventa competitivo al massimo livello se non è arciconvinto di esse-re un potenziale campione del mondo e, dunque, non nutre un più o meno giustificato complesso di superiorità. Per cui è normale che Panatta pensi e dica che ai tempi suoi era tutto più difficile. Però è normale anche che gli osservato-ri prendano spunto dalle sue parole per vedere fino a che punto può, o no, aver ragione. E infatti, come dicevo, il dibattito “Chi è stato più bravo, Panatta o la Schiavone?” è subito divampato fra gli appassionati, approdando an-che in tv, su “SuperTennis”.Per mettere qualche punto fermo nella discussione abbia-mo perciò innanzi tutto analizzato il – come dire? – “qua-dro ambientale” dei rispettivi successi al Roland Garros. Nel 1976, quando ha vinto Panatta, fra i primi 200 gioca-tori della classifica ATP erano rappresentate 31 naziona-lità e in tabellone mancavano 9 dei primi 20 del mondo, incluso il numero 1 Jimmy Connors. Nel 2010, quando ha vinto la Schiavone, fra le prime 200 giocatrici della classifi-ca WTA erano rappresentate 45 nazionalità e in tabellone mancava soltanto una delle prime 20 del mondo. Cifre che ci dicono, oggettivamente, due cose. Uno: il tennis

di oggi è molto più globale di quello di 35 anni fa, ergo la base si è enormemente allargata e di conseguenza primeg-giare è frutto di un processo selettivo più arduo. Due: il va-lore tecnico del campo dei partecipanti al Roland Garros del ’76 era di gran lunga inferiore a quello delle partecipanti al Roland Garros del 2010 (e infatti chi ha la mia età ricorderà che i primi anni ’70 sono stati i più difficili per lo Slam parigi-no, al punto che persino Clerici e Tommasi arrivarono a ipo-tizzare che il Foro Italico potesse superarlo per importanza).Se poi ci aggiungiamo la considerazione che, lungo la strada verso il trionfo, la Schiavone ha sconfitto tre Top 10 e Panatta solo due, ecco legittimata la tesi di chi ritiene l’impresa di Francesca di maggior valore tecnico rispetto a quella di Adriano.Al che i “panattiani” giustamente replicano che però uno dei due Top 10 battuti dal loro beniamino era nientepo-podimenoché Bjorn Borg, il quale al Roland Garros perse soltanto per mano sua. E in effetti, con tutto il rispetto per le chiome di Wozniaki, Demetieva e Stosur, lo scalpo di Borg è ben altra cosa…Pareggio, dunque? Beh… i filo-Francesca a questo punto allargano il campo di indagine e buttano sul piatto le tre vittorie in Fed Cup contro l’isolata vittoria in Coppa Davis, nonché il fatto che al Masters di fine anno la Schiavone sia diventata l’unica italiana a vincere almeno una partita, cosa che a Panatta non riuscì (Stoccolma, dicembre 1975); e, soprattutto, il raggiungimento dei quarti di finale in tut-ti e quattro i tornei del Grande Slam contro i miseri due (Wimbledon, oltre a Parigi) del rivale. Ma i filo-Adriano hanno buon gioco a controbattere citando la vittoria agli Internazionali d’Italia, la settimana prima di quella a Parigi (e scusate se è poco!).Insomma, personalmente alla fin fine penso di poter trarre da tanto discutere un’unica conclusione. Cioè che il tennis italiano è stato fortunato negli anni ’70 ad avere Panatta, che l’ha fatto diventare popolare quasi quanto il calcio, ed è fortunato adesso ad avere la Schiavone, che ne ha sancito la rinascita riportandolo in prima pagina dopo tre decenni.PS/1 – Naturalmente – ça va sans dire – né Panatta né la Schiavone possono insidiare il trono tricolore di Nicola Pie-trangeli, incoronato da due Roland Garros, due Internazio-nali d’Italia e, perché no?, da una sconfitta al quinto set con Rod Laver nella semifinale di Wimbledon; unico nostro gio-catore fino ad oggi ammesso alla Hall of Fame del tennis.PS/2 – Avendoli visti giocare tutti e due sono sicuro che un’ipotetica sfida tra la Schiavone di Parigi 2010 e il Panatta di Parigi 1976 sarebbe vinta, e pure agevolmente, da Fran-cesca, che tira più forte e corre di più.

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dal 1973

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Maestri nel campo

Cremonini S.R.L.

FORNITORE UFFICIALE

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COMITATO DI DIREZIONEGiancarlo Baccini, Angelo Binaghi, Giovanni Milan, Nicola Pietrangeli, Gianni Romeo, Felicetta Rossitto

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COORDINAMENTO REDAZIONALEAngelo MancusoSUPERTENNIS TEAMMartina CiprianiAntonio Costantini (foto editor)Amanda LanariAnnamaria Pedani (grafica)

FOTOArchivio FIT, Antonio Costantini,Angelo Tonelli

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:Roberto Bonigolo, Massimiliano Brocchi, Dario Castaldo, Roberto Commentucci, Lazzaro Cadelano, Maria Grazia Ciotola, Ferdinando De Fenza, Demetrio De Gaetano, Giovanni Di Natale, Nicola Gardini, Marcello Giordani, Giuseppe Grignani, Rosaria Ioanà, Marianna La Forgia, Michael John Lazzari, Danilo Manganaro, Ettore Marte, Nicola Pietrangeli, Sergio Pioppi, Marco Preti, Enrico Roscitano, Federico Rossi, Ida Santilli, Roberto Senigalliesi, Fausto Serafini, Mauro Simoncini, Tiziana Tricarico, Piero Valesio, Ugo Veglia

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6 Primo piano

Fed Cup: azzurre da leggenda

8 Primo Piano

Australian Open: Francesca no limits

12 Primo Piano

Australian Open: Nole mette tutti in riga

20 Io e il Tennis

SARA ERRANI “Ringhio” azzurro

22 Vita da circolo

Il cruscotto del tuo club

24 L’angolo tecnico

Un tennista del tuo calibro…

28 Panorama Lemon Bowl: nozze d’argento

Dove si gioca a marzo - Giudici di Gara

La crescita del tennis italiano: numeri da record - Paddle

32 La voce delle Regioni

41 Beach Tennis

Un 2011 da protagonisti

43 Tennis in Carrozzina

A caccia di punti!

5Super Tennis

SU QUESTO NUMERO

Le rubriche

15 IL PROCESSO DEL MESE Genitori sotto accusa: Judy: “molla” Andy!

17 LARGO AI GIOVANI Alessandro Colella

19 IL DOTTOR PARRA RISPONDE Caviglie e tendini

27 MAESTRI Il successo è garantito

45 MARZO 2011 SU SUPERTENNIS TV

46 LA POSTA DI NICOLA Pietrangeli risponde alle vostre domande PROMOSSI & BOCCIATI Le pagelle di Giancarlo Baccini

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Super Tennis

AZZURRE da leggendaL’Italia non si ferma più: abbattuta a Hobart anche l’Australia della n.5 Stosur. “Questa è la più forte nazionale che il tennis italiano ha mai avuto”, dice il Presidente della FIT Angelo Binaghi. Tre titoli negli ultimi cinque anni (quattro le finali giocate), due consecutivi (2009 e 2010 dopo il primo trionfo nel 2006), Schiavone, Pennetta & Company sono imbattute da tre anni. E ad aprile si vola in Russia per quinta semifinale dal 2006

ormai imbattute da tre anni, dal febbraio 2008, quando furono sconfitte in casa, a Napoli, dalla Spagna. Dopo il secondo titolo mondia-le a squadre di fila a San Diego contro gli Stati Uniti nello scorso novembre, si ricominciava con una trasferta da brividi: Hobart, di fronte l’Australia di Saman-tha Stosur, numero cinque del mondo, e di Jarmila Groth, ven-titreenne nata a Bratislava, in Slovacchia, una delle emergenti del circuito: ad inizio gennaio, proprio in Tasmania, aveva vin-to il torneo Wta. L’Australia, a

detta dello stesso capitano David Taylor, più forte degli ultimi venti anni.Insomma per le campionesse del mondo in carica un ostacolo duro sui campi in cemen-to del “Domain Tennis Centre” di Hobart, che ha ospitato la sfida il 5 e 6 febbraio scor-si. Anche perché in passato contro la squa-dra aussie non eravamo mai stati granché fortunati: cinque ko in altrettante sfide. Non

Binaghi - è sempre difficile fare paragoni ma credo, lo ripeto, che questa sia la squa-dra italiana di tennis in assoluto più forte di tutti i tempi. E di squadre maschili forti ne abbiamo avute”. I numeri sono lì a dimostrarlo: tre titoli negli ultimi cinque anni (quattro le finali giocate), due consecutivi (2009 e 2010 dopo il primo trionfo nel 2006), le azzurre di Fed Cup sono

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fed cup

HHDI ANGELO MANCUSO

HOBART - “Questa è la più forte nazionale che il tennis italiano ha mai avuto sia a livel-lo di individualità che come gruppo”. Ecco le parole del Presidente della FIT Angelo Binaghi dopo la splendida vittoria delle azzurre in Australia. “Vinciamo sia in casa che fuori e su tutte le superfici - continua

La soddisfazione di Flavia Pennetta.A sinistra il centrale del “Domain Tennis Centre” di Hobart.In basso la gioia della squadra azzurra dopo la vittoria

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Super Tennis

questa volta, però: è finita 4-1 per la azzurre tra gli applausi dello sportivissimo pubblico di Hobart (davvero un esempio unico di cor-rettezza ed educazione). “E’ stata una grande soddisfazione, queste ragazze non finiscono mai di sorprenderci - racconta ancora Binaghi ritornando sulla trasferta in Tasmania - vincere in Australia è un risultato straordinario. In questi anni ab-biamo battuto tutti, Australia, Russia, Fran-cia, Stati Uniti, in casa e fuori. Non so quante altre nazionali nella storia dello sport italia-no hanno ottenuto tanti e tali straordinari successi nell’arco di quattro, cinque anni”. Quindi una battuta: “Vuol dire che chiede-remo al Presidente dell’ITF Ricci Bitti di farci giocare contro il resto del mondo…”.E dire che la sfida era cominciata nel peg-giore dei modi: la nostra numero uno (e numero quattro della classifica mondiale), Francesca Schiavone, era incappata nella classica giornata storta contro la Groth. In vantaggio 76 2-0, aveva avuto la palla del 3-0, poi un black- out prolungato con la giovane avversaria, al debutto in Fed Cup, che ne approfittava centrando un doppio

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RISULTATIAustralia c. Italia 1-4Jarmila Groth (AUS) b. Francesca Schiavo-ne (ITA) 67 (4) 63 63 Flavia Pennetta (ITA) b. Samantha Stosur (AUS) 76(5) 67(5) 64Francesca Schiavone (ITA) b. Samantha Stosur (AUS) 76 (1) 36 75Flavia Pennetta (ITA) b. Jarmila Groth (AUS) 63 62Sara Errani/Roberta Vinci (AUS) b. Ana-stasia Rodionova/Rennae Stubbs (AUS) 26 76 (1) 64

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Super Tennis

primo piano

63. Uno a zero per l’Australia, strada in sa-lita e umore grigio, come i nuvoloni che per entrambi i giorni della sfida si sono adden-sati nel cielo di Hobart, in un’estate, quella australe, che quest’anno ha fatto parecchi capricci agli antipodi. A rimetterci in corsa ci pensava Flavia Pennetta: 76(5) 67(5) 64 alla Stosur, già battuta nelle altre tre precedenti occasioni, al termine di un match tesissimo. Uno a uno e brutti pensieri scacciati via. Sì, perché il giorno dopo ecco il capolavoro. In apertura la Schiavone aveva di fronte la Sto-sur, che fa venire in mente i dolci ed esaltanti ricordi di una domenica parigina di inizio giugno in cui Francesca, e con le il tennis

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cutiva in maglia azzurra per Flavia (venti in totale in singolare). Quindi la ciliegina sulla torta: Sara Errani e Roberta Vinci battevano Anastasia Rodionova e Rennae Stubbs per 26 76 (1) 64 dopo aver annullato alle avver-sarie anche un match point nel secondo set. Per la Vinci si è trattato della 16esima vittoria consecutiva in doppio. Roberta è imbattuta in Fed Cup: nella storia della manifestazione come lei ha fatto solo l’indonesiana Angeli-que Widjaja (16).“In Fed Cup servono cuore e carattere, ol-tre alle qualità tecniche e fisiche”, dice il capitano azzurro Corrado Barazzutti, che poi aggiunge: “Questo gruppo di ragazze ha ancora una volta dimostrato un grande attaccamento alla maglia azzurra, un grande amore per la nazionale. In queste occasioni sono delle giocatrici che tirano fuori tutto quello che hanno dentro, riescono ad espri-mersi a dei livelli altissimi. In Australia ab-biamo giocato uno degli incontri più difficili degli ultimi anni. Le ragazze erano lì da oltre un mese, lontane da casa. E’ stato un lungo avvicinamento. Anche dopo gli Australian Open si sono allenate alla grande per pre-sentarsi al meglio a questo impegno. E poi a Hobart il clima, il vento… Le ragazze han-no confermato di essere uno squadrone”. Corrado non ha mai pensato ad un possibile appagamento della squadra dopo i tre titoli negli ultimi cinque, due consecutivi. “Mai avuto dubbi in tal proposito, sono grandis-sime professioniste che continuano a voler centrare risultati a tutti i costi e lottando su

italiano, avevano toccato il cielo con un dito conquistando il Roland Garros. Altro match da cuori forti e altra impresa della milane-se che riscattava prontamente l’inatteso ko con la Groth e batteva la rivale in tre set (76 36 75), dopo che sotto 5-4 “Sam” le aveva annullato ben tre match point (sul primo il diritto dell’australiana aveva appena toccato la riga). Per Francesca si è trattato del ven-tunesimo successo in singolare in Fed Cup; eguagliato il record di Silvia Farina. Due a uno Italia e azzurre a un passo dalla vittoria. A chiudere il conto ci pensava la Pennetta, ormai praticamente invincibile in Fed Cup: 63 62 alla Groth e decima vittoria conse-

TUTTI I NUMERI DELLE RAGAZZE IRRESISTIBILISempre più numeri da ragazze irresistibili quelli delle azzurre che, vincendo ad Hobart contro l’Australia hanno conquistato la quinta semifinale in Fed Cup negli ultimi sei anni (manca all’ap-pello solo l’edizione del 2008).

4 I match perduti dalle azzurre sui 32 giocati negli ultimi tre anni in Fed Cup: è successo nella sfida di Hobart a Francesca Schiavone, superata da Jarmila Groth nel match d’apertura,

sempre alla Schiavone nella finale del 2010 contro gli Usa, sconfitta dalla statunitense Melanie Oudin; ancora alla Schiavone, superata dall’ucraina Alona Bondarenko al primo turno del 2010; a Flavia Pennetta nella semifinale 2009, battuta dalla russa Svetlana Kuznetsova capace poco più di un mese dopo di trionfare sul centrale del Roland Garros di Parigi.

4 Le finali disputate dall’Italia, tutte negli ultimi cinque anni. Tre le vittorie - con il Belgio a Charleroi nel 2006, con gli Stati Uniti a Reggio Calabria nel 2009 ed a San

Diego nel 2010 - contro una sola sconfitta, subita con la Russia nel 2007 a Mosca.

8 La serie positiva delle azzurre, che non perdono un incontro dalla sfida contro la Spagna a Napoli nel febbraio del 2008.

8 Le sfide in trasferta vinte sulle ultime nove giocate.

16 Le vittorie consecutive in doppio in Fed Cup per Roberta Vinci, tutt’ora imbattuta. La tarantina ha così eguagliato lo storico record dell’indonesiana Angelique Widjaja (16).

20 I match di singolare giocati in Fed Cup da Flavia Pennetta che ha vinto gli ultimi dieci di fila.

37 I match di singolare disputati da Francesca Schiavone, che detiene anche il primato nella classifica delle italiane con più presenze in Fed Cup, tra singolare e doppio: 41. Francesca

ha anche eguagliato il numero di vittorie in singolare detenuto da Silvia Farina (21).

49 Le partecipazioni consecutive dell’Italia in Fed Cup fin dall’anno della sua isti-tuzione (1963).

IL RECORD SI VESTE DI ROSA - Tra il 1976 ed il 1980 l’Italtennis maschile ha conquistato una Coppa Davis (nel 1976 a Santiago del Cile) disputando altre tre finali: nel 1977 in Au-stralia, nel 1979 negli Stati Uniti e nel 1980 in Cecoslovacchia. Le azzurre hanno fatto meglio portando a casa tre Fed Cup su quattro finali disputate dal 2006 al 2010. Nel periodo citato i nostri giocatori in Davis hanno battuto un top 10 (Orantes) e un top 20 (Newcombe), mentre le azzurre attuali in Fed Cup hanno sconfitto 3 top 10 (Mauresmo, Kuznetsova e Stosur) e due top 20 (Cornet e Golovin).

ITALIA SEMPRE PRIMA - Il team tricolore ha rinsaldato la prima posizione nel ranking Itf per nazioni, che viene pubblicato all’indomani di ogni turno del World Group.

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Super Tennis9

ogni punto”.L’Italia, bi-campione in carica e prima nel ranking ITF per nazioni, il 16 e 17 aprile è attesa da un’altra sfida durissima: le azzurre affronteranno, ancora in trasferta la Russia. In palio la quinta finale negli ultimi sei anni, la terza consecutiva. La favola continua.

AD APRILE LE AZZURRE SFIDANO LA RUSSIA IN TRASFERTASarà la Russia l’avversaria dell’Italia nelle semifinali di Fed Cup in programma il week-end del 16-17 aprile: le azzurre, campionesse in carica, affronteranno l’impegno in trasferta. A Mosca Kuznetsova e Pavlyuchenkova hanno infatti battuto la Francia per 3-2 recupe-rando il doppio svantaggio della prima giornata. Nel bilancio tra le due nazioni la Russia è in vantaggio per 4-1 ma l’Italia si è aggiudicata l’ultima sfida, disputata due anni fa in semifinale a Castellaneta Marina. Le azzurre, che sono in semifinale per la quinta volta in sei anni, puntano a raggiungere la quinta finale (la terza consecutiva).Nell’altra semifinale di fronte Belgio e Repubblica Ceca.

PRECEDENTI Italia-Russia 1-4

2009, Castellaneta Marina (Italia), Semifinali - terra battutaItalia b. Russia 4-1Pennetta (ITA) b. Chakvetadze (RUS) 64 60Schiavone (ITA) b. Kuznetsova (RUS) 16 62 63 Kuznetsova (RUS) b. Pennetta (ITA) 60 63 Schiavone (ITA) b. Pavlyuchenkova (RUS) 76(7) 46 62Errani/ Vinci (ITA) b. Pavlyuchenkova/Petrova (RUS) 16 63 64

2007, Mosca (Russia), Finale – veloce indoorRussia b. Italia 4-0Chakvetadze (RUS) b. Schiavone (ITA) 64 46 64Kuznetsova (RUS) b. Santangelo (ITA) 61 62Kuznetsova (RUS) b. Schiavone (ITA) 46 76(7) 75Vesnina (RUS) b. Santangelo (ITA) 62 64

2005, Brindisi (Italia), 1° turno World Group I – terra battutaRussia b. Italia 4-1

Schiavone (ITA) b. Safina (RUS) 75 63Dementieva (RUS) b. Garbin (ITA) 64 63Dementieva (RUS) b. Schiavone (ITA) 46 76(2) 60Bovina (RUS) b. Camerin (ITA) 63 36 62Douchevina/Safina (RUS) b. Garbin/Santangelo (ITA) 63 75

1980, Berlino (Germania), 2° turno World Group – terra battutaUrss b. Italia 2-1Porzio (ITA) b. Zaitseva (URSS) 63 63Morozova (URSS) b. Simmonds (ITA) 64 62Kashevarova/Zaitseva (URSS) b. Porzio/Simmon-ds (ITA) 75 36 97

1968, Parigi (Francia), 2° turno World Group – terra battutaUrss b. Italia 3-0Baksheeva (URSS) b. Pericoli (ITA) 75 86Dmitrieva (URSS) b. Riedl (ITA) 60 63Baksheeva/Morozova (URSS) b. Gordigiani/Pe-ricoli (ITA) 62 63

A destra Francesca Schiavone

stringe la mano a Samantha Stosur

dopo averla battuta.

In alto: a sinistra il doppio azzurro

formato da Roberta Vinci e Sara Errani,

a destrala grinta della

Schiavone

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La Schiavone continua a riscrivere la storia del

tennis italiano e non solo. A Melbourne negli ottavi ha battuto la russa

Kuznetsova al termine del match femminile più lungo di sempre: 4 ore e

44 minuti di spettacolo ed emozioni sull’HiSense Arena. Un’impresa che le

è valsa la quarta posizione nella classifica mondiale: mai un’azzurra è arrivata

così in alto nel ranking

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australian open

La Schiavone continua a riscrivere la storia del

tennis italiano e non l A M lb li

FRANCESCAno limits

M re 3 set point persino all’innocua Niculescu. Si è insomma dovuta aggrappare al torneo con le unghie e in più sul veloce non hai mai battuto l’avversaria. Anche se in classifica la precede di 20 posizioni non è favorita. La storia è quella di un ottavo di finale degli Au-stralian Open, ed è ambientata sull’HiSense Arena perché gli organizzatori non hanno

La grinta di Francesca

Schiavone. A destra l’orologio del

‘HiSense Arena” indica la durata del match vinto

dall’azzurra contro la russa Kuznetsova

DI DARIO CASTALDO

MELBOURNE - Quentin Tarantino spezze-rebbe il racconto in due volumi. Il primo film racconterebbe una partita normale fra due giocatrici eccezionali, la tredicesima pun-tata della sfida tra Svetlana Kuznetsova - la russa che ha appena messo fine alla carriera

di Justine Henin - e Francesca Schiavone, l’italiana che come il vino buono sa sfrut-tare il tempo che passa per migliorare. La moscovita finora ha corso spedita, l’azzurra ha invece faticato a ‘sentire la palla’, è stata costretta al terzo set dalla Parra Santonja, è andata a due punti dalla sconfitta contro la numero 104 del mondo e ha dovuto annulla-

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offerto alle ultime due vincitrici del Roland Garros il palcoscenico della Rod Laver e le hanno spedite su un impianto che non evoca una gloria del tennis ma una marca di con-dizionatori. Non solo per questo lo stadio è freddino nell’accoglienza di due atlete che le copertine se le sono sempre guadagnate solo per le loro vittorie. La prima parte del film potrebbe essere ar-ricchita con qualche flash back sui preceden-ti in Fed Cup - la battaglia nella finale di Mo-sca vinta dalla russa e la rimonta dell’azzurra sulla terra di Castellaneta - non trascurerà il lavoro invernale della Kuznetsova con il suo nuovo coach spagnolo né la consacrazione della milanese, che a forza di vittorie parigi-ne e tweener newyorchesi s’è ritagliata un ruolo da protagonista assoluta del circuito. Non più solo grinta e cuore ma genio della lampada, specie in via d’estinzione. Il film si snoderebbe parallelamente al racconto dei primi due set, che a dispetto del punteggio (64 per la Schiavone, 61 per la Kuznetsova) sono tanto tirati da durare quanto il primo volume di Kill Bill, 106 minuti. Tirati, non belli. Perché la milanese continua a sprazzi a “non sentire” la palla e perché la russa al-terna frustate di dritto ad errori marchiani. Ma siccome nello sport come nelle arti visive la bellezza sta anche nella carica emotiva, la partita tiene tutti incollati alle sedie e l’Hi-Sense con l’andare del pomeriggio si scalda, eccome. Nella specialità del coinvolgimento passionale sono due delle interpreti più lim-pide e antitetiche, la formica e la cicala. La bellezza, insomma, anche in questo primo volume non manca. E sui titoli di coda Schia-vone e Kuznetsova rimandano il verdetto al secondo capitolo dello sfida. Un terzo set indimenticabile. Un capolavoro tecnico, agonistico ed emotivo. Un capitolo a parte - il terzo set - un film da vedere e rivedere. Un epilogo lungo tre ore, esatte e memorabili, scandite dagli interventi del medico e dell’occhio di falco, da 31 palle break e da 6 match point annullati, dai boati di un pubblico prima partecipe, poi coinvol-to e infine in visibilio e soprattutto da un ten-nis altamente spettacolare. “Quando vivi un pomeriggio così intenso e ammiri gesti del genere, finisci per essere completamente coinvolto dalla vicenda umana e sportiva e non senti la fatica” dirà nei corridoi il cata-lano Enric Molina, suo malgrado giudice di sedia del match. In campo, invece, la fatica si accusa eccome. Ma l’effetto è catartico. Liberate dalle zavorre psicologiche, Fran-cesca e Sveta lasciano andare il braccio e collezionano colpi vincenti. Un applauso a scena aperta ad ogni mazzata della mosco-

vita, un boato ad ogni ruggito della leones-sa: nell’entusiasmo della folla c’è il piacere di chi sa apprezzare, la soddisfazione di chi ha una storia da raccontare e l’orgoglio di chi se ne sente co-protagonista. Col senno i poi, i tre match point consecutivi per la Kuznetsova sull’8-7 e gli altri tre per la rus-sa sul 9-8 sembrano il classico omaggio ai B movies, i film dal copione scontato in cui l’eroina riesce a salvarsi nonostante la pistola puntata alla tempia. Alla Tarantino, appunto. Col senno di poi, quando la Schiavone esce dal tunnel, il finale della storia diventa chia-ro e il pubblico si schiera dalla sua parte. Lo sanno tutti che vincerà lei. Quando sul 13-13 le telecamere si soffermano sull’orologio a bordo campo e fermano l’attimo fuggente sulle 4 ore e 20 minuti, nella testa di Fran-cesca rimbalza un incoraggiante “Brava, fi-sicamente sei una roccia!”, in quella di Svet-lana un deprimente “La dovevo chiudere prima!”, fra i giornalisti si incunea il panico della statistica da verificare (superate le 4 ore e 19 di Zahlavova Strycova-Kulikova) e da aggiornare, e fra il pubblico la sensazione

dolcissima dell’“Io c’ero”. Non resta insomma che trovare un finale adatto al racconto, perché ormai è scritto che sia Francesca ad entrare nella storia dalla porta principale. E’ scritto perché una campionessa non può accontentarsi di te-nersi dietro entrambe le Williams e di egua-gliare il best ranking italiano di sempre, con la quarta posizione che la attende dopo gli Australian Open, non può accontentarsi di aver annullato 6 match point alla Kuznetsova e di aver disputato la più lunga partita nella storia degli Slam femminili. Prima di scrivere la parola FINE, la Schiavone deve vincerla. E per farlo impiega altri 24 minuti. Così, solo quando anche l’orologio ha deciso di parte-cipare a modo suo alla narrazione, indican-do un tempo che più facile non si può - 4 ore e 44 minuti - la milanese mette la firma con una volée bassa al trentesimo game del terzo set, al trecentocinquattottesimo punto del match, e chiude con le braccia al cielo e un sorriso così. “Sogno un giorno di far vedere a mio figlio il dvd della partita” dirà. Già, come se ne bastasse uno.

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FLAVIA & GISELA REGINE A MELBOURNE“Il nostro segreto è la grande amicizia”MELBOURNE - Il 2010 si era chiuso con la prima posizione nel ranking mondiale di doppio e con il titolo ai Wta Championships. Meglio non poteva iniziare il 2011: Flavia Pennetta e Gisela Dulko (nella foto durante la premmiazione) hanno conquistato il titolo di doppio femminile agli Australian Open. Per il duo italo-argentino è il primo titolo dello Slam da quando, poco più di un anno fa, decisero di fare coppia fissa. In finale sulla “Rod Laver Arena” hanno battuto formazione composta dalla bielorussa Victoria Aza-renka e dalla russa Maria Kirilenko, teste di serie numero 12, in tre set: 26 75 61.Flavia e Gisela sino alla finale non ave-vano perso un set ed avevano concesso alle avversarie 29 giochi nei cinque match disputati. “Ci aiuta moltissimo il fatto di essere ami-che - dicono in coro Flavia e Gisela - per-ché anche nei momenti difficili nessuna accusa l’altra”. E ancora Flavia: “La felici-tà che procura un successo così prstigio-so non è diversa da quella di una Fed Cup o di un titolo di singolare, è comunque una gioia enorme”.La Pennetta in carriera aveva già giocato una finale Slam di doppio, agli US Open 2005, raggiunta in coppia con la russa Elena Dementieva: perse la sfida per il ti-tolo (62 57 63) contro la statunitense Lisa Raymond e l’australiana Samantha Stosur. Un titolo di doppio femminile in uno Slam lo aveva già conquistato Mara Santangelo, in coppia con l’australiana Alicia Molik: nel 2007 al Roland Garros ha battuto in finale per 76 (5) 64 la slovena Katarina Srebotnik e la giapponese Ai Sugiyama. Nel 1986 agli US Open la faentina Raffaella Reggi ha invece vinto il titolo del doppio misto in-sieme allo spagnolo Sergio Casal, superando per 64 64 la coppia americana formata da Martina Navratilova e Peter Fleming. Flavia e Gisela - al loro primo anno insieme - hanno chiuso il 2010 al primo posto del ranking mondiale di doppio. Nella passata stagione sono andate a segno a Miami, Stoccarda, Roma, Bastad, Montreal, Mosca e ai Wta Championships di Doha, e sono state finaliste a Madrid e Pechino.

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australian open

Nole mette tutti in riga

Il primo appuntamento dello Slam del 2011 ha incoronato Novak Djokovic, che in finale ha battuto il coetaneo Murray. Il torneo ha “bocciato” Nadal e Federer: Rafa ko come nel 2010 per problemi fisici, Roger mai in partita nella semifinale persa contro il serbo. E intanto il solco tra i primi del ranking mondiale e il resto del gruppo sembra essere aumentato

DI ANGELO MANCUSO

MELBOURNE - Novak Djokovic contro Andy Murray: questa la finale degli Australian Open 2011. Ha vinto il serbo in tre set (64 62 63) e a dirla tutta non è stata una gran finale, tutt’altro. Non ha giocato al meglio lo scozzese, ma non ha neppure strabiliato “Nole”, che pure in semifinale aveva rifilato un sonoro tre set a zero al campione uscente Federer. Eppure è stata la miglior finale possibile dopo l’uscita di scena del numero uno Rafa Nadal e appunto del numero due Roger Fe-derer. Per trovare una finale di Slam senza nessuno dei due bisogna tornare al 2008: sempre qui il titolo lo vinse proprio Djoko-vic che, dopo aver eliminato in semifinale lo stesso Federer, mise ko il francese Tson-ga conquistando così il suo primo titolo in un Major. Andando più indietro nel tempo, quella tra il serbo e lo scozzese è stata la ter-za finale di un torneo dello Slam senza Na-dal e Federer degli ultimi sei anni: nel 2005, sempre qui in Australia, Safin superò in finale l’idolo di casa Hewitt dopo aver battuto in

semifinale lo svizzero annullandogli anche dei match point.Già questi dati mettono in risalto che, in qualche modo, gli Australian Open, lo Slam che apre tradizionalmente la stagione, un paio di messaggi li hanno lanciati. Primo: come l’anno scorso super Nadal si è dovuto arrendere nei quarti prima ai proble-mi fisici che all’avversario di turno (nel 2010 fu Murray, quest’anno è stato il connazionale David Ferrer). Rinviato, dunque, il sogno di

Novak Djokovic, vincitore degli

Australian Open con la coppa.

A destra il serbo con Roger Federer

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Super Tennis13

Siamo lontani dal miliardo di telespettatori che seguivano il Festival di Primavera negli anni Ottanta, quando l’offerta televisiva nella Cina Popo-lare era molto limitata, ma Li Na può vantarsi comunque di aver spinto 130 milioni di connazionali a sintonizzare i televi-sori sulla Rod Laver Arena. E per un’ora abbon-dante - finché è stata avanti 6-3 3-2 con la Clij-sters - la ventinovenne di Wuhan ha alimentato il sogno di una nazione. Tutto il continente, a dire la verità, ha fatto il tifo per lei, perché la prima volta dell’Asia in una finale Slam non si dimenti-ca, tanto più se il palcoscenico è Melbourne, una delle città più multiculturali e multietniche del pianeta, con un ex popolarissimo sindaco nato ad Hong Kong e una delle chinatown più antiche d’occidente. I mercanti dell’Impero di Mezzo si sono affacciati in Australia 180 anni fa a bordo delle navi da carico britanniche, si sono insediati ai tempi della corsa all’oro vittoriana e nel frat-tempo sono diventati quasi 700mila, più del 3%

della popolazione del Paese. Fra di loro si sono affermati uomini politici, attori e industriali di successo. La maggior parte degli altri ha comunque trovato fortuna come ristoratori e commercianti. Se questo - come ha

confermato Djokovic - è lo Slam di tutti, il major nel quale ogni giocatore trova un suo gruppetto di tifosi, i più numerosi non possono che essere i cinesi. Era scritto, insomma, che dovesse succe-dere a Melbourne. Che dopo la prima vittoria di doppio - con coppia Yan-Zheng nel 2006 - i tem-pi fossero maturi per la prima finale di singolare con un rappresentante cinese. Del resto il tor-neo ha adottato la definizione di “Slam dell’Asia e del Pacifico” (sottotitolo implicito “se non puoi batterli, unisciti a loro”) e a prescindere dall’esi-to, la finale tra l’asiatica Li Na e Kim ‘Aussie’ Cli-jsters ha registrato l’audience televisiva più alta nella storia del tennis femminile, mettendo tutti d’accordo. A parte Sam Stosur, s’intende.

di Dario Castaldo

LA PRIMA FINALE DI UNA CINESE NELLO SLAM DEI DUE MONDI

vincere i quattro titoli dello Slam consecuti-vamente, anche se non nella stessa stagione. In due hanno centrato il prestigioso traguar-do e pure nello stesso anno: lo statunitense Donald Budge nel 1938, l’australiano Rod Laver due volte, nel 1962 e nel 1969. Insom-ma sono passato un po’ di anni. E già questi dati danno una misura della difficoltà estre-ma di infilare un poker del genere. Dopo Ro-land Garros, Wimbledon e US Open 2010, al mancino di Manacor mancava appunto il torneo di Melbourne. Ci potrà riprovare.Secondo: nella semifinale persa nettamente contro Djokovic (76 75 64), Federer ha dato, forse per la prima volta dopo anni di domi-nio più o meno incontrastato, l’impressio-ne di una resa incondizionata. Con “Nole” aveva già perso in semifinale lo scorso set-tembre agli US Open, ma a New York c’era stata battaglia vera in campo e l’epilogo era arrivato solo al quinto set. C’è una bella dif-ferenza con il match visto sulla “Rod Laver Arena”. Solo una giornata storta o i primi se-gnali del peso degli anni che passano? Non bisogna infatti dimenticare che il campione di Basilea ormai veleggia verso i trenta. I prossimi appuntamenti potranno dare una risposta più precisa.La miglior finale possibile dopo i ko dei due principali favoriti, si diceva: nella finale dello Slam australe si sono sfidati infatti i due unici giocatori, Djokovic e Murray appunto, che in qualche modo hanno dato, anche nelle passate stagioni, qualche segnale di potersi inserire nel “duopolio” Nadal-Federer delle ultime stagioni. Tutto il resto del gruppo è lontano, lontanissimo, e il primo appunta-mento che conta del 2011 lo ha chiaramen-te confermato. Per Djokovic, coetaneo di Murray con i suoi 23 anni (Novak è nato il 22 maggio 1987, Andy il 15 maggio) è stata la

quarta finale di Slam: due i titoli conquistati entrambi a Melbourne (il primo nel 2008). Manca invece ancora all’appello Murray: per lo scozzese, che in semifinale ha eliminato Ferrer in quattro set, tre finali tutte perse: le prime due sempre contro Federer (nel 2008 a New York e nel 2010 in Australia). I sudditi di Sua Maestà la Regina Elisabetta devono,

almeno per il momento, continuare a sogna-re quel titolo in uno Slam che manca dal lon-tanissimo 1936, quando il mitico Fred Perry centrò l’ultimo dei suoi tre trionfi a Wimble-don, il torneo di casa.E anche il solco tra le “seconde linee”, in-somma gli outsiders, e coloro che remano più indietro, si è dilatato. Un dato su tutti:

l’unico top ten uscito prima degli ottavi è stato Mikhail Youznhy (nu-mero 10), battuto dal ventenne canadese di origini montenegri-ne Milos Raonic, numero 152 del ranking Atp, partito dalle qualifi-cazioni. Si è avuta l’impressione, un po’ come succede spesso del torneo femminile, che i giochi veri siano cominciati a partire dai quarti: fino a quel momento calma piatta con i principali favoriti avanti senza ec-cessivi patemi o difficoltà.Anzi l’unica sorpresa vera del tor-neo l’ha regalata Alexandr Dol-gopolov, arrivato a Melbourne da numero 46 del ranking mondiale. Il ventiduenne ucraino di Kiev, dopo aver eliminato il francese Jo-Wilfried Tsonga (n.13) negli ottavi, ha concesso il bis metten-do ko, sempre in cinque set, uno dei principali favoriti del torneo, lo svedese Robin Soderling, numero 4 del seeding e del mondo. Un ex-ploit quello di Dolgopolov, figlio d’arte (ache il padre Oleksandar è stato un giocatore professionista), 183 cm di altezza e coda di caval-lo, isolato nel quadro generale del torneo. Il tennista dell’est si è poi arreso nei quarti a Murray.

La delusione di Rafa Nadal, sconfitto nei quarti di finale dal connazionale

David Ferrer

A sinistra la vincitrice Kim Clijsters, a destra la finalista Li Na

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AAgli occhi dei registi televisivi sono preziosissimi, funzionali allo spettacolo, ineliminabili durante una diretta. Quando giocano i loro pargoli si piazzano in punti strategici delle arene in modo da essere facilmente raggiungibili dagli occhi dei succitati pargoli e delle telecamere. Formano spesso con le loro creature un tutt’uno che comunica con un linguaggio privatissimo e cifrato. Sono i genitori. E sono loro ad essere sotto accusa nel processo di questo mese: genitori che con la loro presenza assistono i loro figli impegnati nella pressoché quotidiana lotta per la sopravvi-venza tennistica oppure giudici implacabili che non si sa bene se aiutano i loro figli a vincere ma di certo ne frenano la crescita psi-cologica ed umana?

L’ACCUSAL’ultimo caso in ordine di tem-po è certamente quello di Andy Murray. Che è assistito spesso e volentieri da mamma Judy, una signora all’apparenza leggiadra, ma che si trasforma in una feli-na reggitrice quando si tratta di spronare il figlio. Sprone che nel-la finale di Melbourne, come in molte altre occasioni, si è rivelato fallimentare e molti osservatori hanno sottolineato che mamma Judy dovrebbe, come dire, con-cedere ad Andy lo spazio per crescere dentro. Perché senza crescita dentro si può anche ri-schiare di vincere uno Slam, ma più spesso non ci si arriva. Nella maggioranza dei casi la presen-za genitoriale a bordo campo si rivela un boomerang. Altro che supporto psicologico, altro che punto di riferimento: spesso il genitore diventa anche suo mal-

grado un giudice. E il ragazzo o la ragazze impegnati in una di-sciplina che più individuale non si può quando è sotto giudizio s’inchioda. Sarà un caso che uno come Rafa Nadal (anche per altri problemi, ma questo è un altro discorso) sia assistito dal “solo” zio Toni ovunque? E che i sognori Federer si vedano con parsimonia alle partite del gran-de figlio? Certo in quel caso c’è Mirka a vestire tutti i ruoli familiari possibili, ma quando i signori Federer si presentano è quasi sempre una festa e Roger si giova della festa, non si sente a causa della loro presenza ob-bligato a vincere.

LA DIFESAQuesta del ruolo dannoso dei genitori a bordo campo è una favoletta, più o meno come la presenza di una nutrita colonia di coccodrilli nelle fogne di New York. Basti pensare che a Mel-bourne ha vinto Nole Djokovic che è assistito costantemente dal padre Srdijan che non è propriamente un personaggio che passa inosservato. Pensa-te inoltre alle nostre azzurre; quando Francesca Schiavone guarda verso suo padre (se c’è) è per lei motivo di conforto, non di stress. E che dire di Oronzo Pennetta che durante gli incon-tri della figlia si sposta continua-

mente da un un punto all’altro dello stadio? Sarà per motivi scaramantici, sarà per gestire lo stress (suo): ma mai dalle lab-bra di Flavia è uscita una parola che alludesse ad una presenza ingombrante dei propri genito-ri. Escludendo da questa sede i casi da codice penale come quello di papà Dokic e quelli spesso censurabili come papà Sharapova, i genitori devono stare a fianco dei loro figli atleti: non fosse altro per dar loro un punto di riferimento in una vita in cui ragazzi e ragazze si trasfor-mano in trottoline sballottate da una parte all’altra del globo sen-za spesso avere l’opportunità di capire cosa sia quel globo.

LA SENTENZALa situazione è delicata. Questa corte decide di introdurre un test per i genitori dei tennisti di ogni ordine e grado. Solo se ri-sulterà chiaro che la loro presen-za a bordo campo è gradita ai figli, se sarà evidente che il loro ruolo è solo quello di assistere alle loro prodezze e non di cer-care un’inquadratura televisiva in più, allora potranno accedere ai courts. E sarà concessa loro una sorta di una sorta “paten-tino genitoriale a punti”: ogni intemperanza, ogni accertato desiderio di apparire alle spalle dei celebri eredi, ogni tentativo di imporre la propria presenza ai medesima oppure ogni pro-tagonismo personale costerà punti. Finiti i punti potranno seguire i tornei dei figli solo in tv. Non si sa se in questo modo avremo più tennisti vincenti: ma può darsi che avremo qualche personalità strutturata in più. Il che non sarebbe poco.

Murray ha perso a Melbourne la terza finale di Slam giocata in carriera dimostrando ancora una volta scarsa maturità. In tribuna a sostenerlo, come sempre, la madre, figura spesso ingombrante. E se la sua

presenza costante facesse male al figlio? Basta ricordare i casi di papà Dokic o papà Sharapova

Judy: “molla” Andy!

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DI PIERO VALESIO

GENITORI SOTTO ACCUSA

il processo del mese

Andy Murray

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UN NUMERO IMPERDIBILE

IN EDICOLA

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AAndate in una delle tante SAT che allietano i nostri Circoli, e provate a chiedere ai ragazzini di indicarvi il loro campione pre-ferito: assisterete ad un auten-tico plebiscito, ascolterete un coro unanime di voci bianche: “Rafael Nadal!”. Inutile ribattere con un “ma non vi piace anche Federer?” Vi travolgeranno di infantili proteste, piccati, incrol-labili. “Rafa Nadal!”. Dappertutto la stessa storia. Con il grande coraggio, la mostruo-sa intensità di gioco, la ferrea determinazione, la straripante esuberanza atletica, la capacità di esaltarsi nei momenti-chiave, il campione spagnolo resta il be-niamino dei bambini delle scuole tennis, che prestissimo imparano ad imitarne i gesti, l’andatura, il modo di esultare. Il maiorchino è da sempre considerato un ma-gnifico testimonial per il nostro sport. E il suo carisma non fa pre-sa solo sui più piccoli, ma anche su ragazzi più cresciuti, e addirit-tura su giovani agonisti di buone prospettive. E’ il caso di Alessandro Colella, uno dei nostri migliori elementi della fortunata classe 92, un’an-nata che è una cornucopia di ta-lenti: gente come Bernard Tomic, Filip Krajinovic, Ryan Harrison, e, perché no, Federico Gaio. Alessandro, un torinese tanto ti-gnoso e determinato in campo, quanto tranquillo e sorridente fuori dal rettangolo di gioco, lo ripete da sempre, come un man-tra: “Il mio giocatore preferito è Rafa Nadal. Lo ammiro tan-tissimo e cerco costantemente di ispirarmi a lui”. La natura lo ha aiutato: Colella è mancino, come il guerriero di Manacor, e si esprime al meglio sulla terra ros-

sa. Quando lo vedi giocare, non puoi non identificarlo immedia-tamente con quella particolare, inconfondibile tipologia di tenni-sti, che anche nel moderno ten-nis omologato, in cui tutti paiono giocare nello stesso modo, costi-tuisce un caso a se, un unicum. Una famiglia, quella dei mancini terraioli, magari un po’ muscola-ri, ma sempre indomiti guerrieri, cui possiamo annettere, sia pure con carature tecniche diverse, parecchi giocatori del passa-to e del presente: gli argentini Horacio De La Pena e Mariano Puerta, il tedesco Carl Uwe Ste-eb, l’austriaco Thomas Muster, lo svedese Andreas Vinciguerra, il brasiliano Thomaz Bellucci, e tanti altri, fino ad arrivare all’im-mortale Rafa: l’evoluzione della specie, il più forte di tutti, tanto forte da aver imparato a vincere anche fuori dal rosso. E proprio come loro, sia pure per adesso a livelli più bassi, il nostro Colella mostra tutte le

caratteristiche della categoria: una formidabile capacità di co-prire il campo e di soffrire in di-fesa, grazie alla grande rapidità di spostamento, e una notevo-lissima resistenza alla fatica, che lo rende temibile nello scambio prolungato. Come loro, Ales-sandro dispone di un diritto ca-rico e pesante, carico di topspin velenoso, con cui ama martel-lare il rovescio del malcapitato avversario destrimane. Come loro, ha un rovescio più piatto e penetrante, (Alessandro è bimane) che usa molto bene in fase di manovra, sulla traiettoria incrociata, per aprirsi il campo e comandare con il diritto. Come loro, non dispone di un servizio particolarmente incisivo, nono-stante l’esecuzione con la tecni-ca a piedi bloccati, stile Roddick. Come loro, non è particolar-mente a suo agio nelle giocate di fino. Il mancino terraiolo è uomo da clava, non da fioretto. Non chiedetegli ricami.

Con queste armi, tanta volontà e abnegazione negli allenamenti, il nostro piemontese è arrivato, quattordicenne, ad essere sele-zionato per il Centro Federale di Tirrenia, dove tuttora si allena. Nel suo palmares, un mondiale under 14 a squadre nel 2006, con la rappresentativa azzurra in cui figuravano anche il suo ami-co Federico Gaio e Giacomo Miccini, e un titolo nel torneo di doppio all’Orange Bowl under 16 nel 2008. Lo scorso anno, l’azzurro ha terminato la carriera juniores con un best rank di n. 17 del mondo, grazie ad alcuni ottimi risultati, fra cui spiccano le vittorie a Salsomaggiore e a Cap D’Ail. Alessandro però non si è limitato ai tornei giovanili e ha iniziato prestissimo a fare esperienza nei tornei profes-sionistici, entrando in classifica mondiale a 16 anni. Attualmen-te, in attesa di ripartire per la sua prima vera stagione nel cir-cuito pro, l’azzurro è intorno al 950esimo posto del ranking Atp, soprattutto in virtù di un paio di quarti di finale messi insieme nei futures italiani. Chi lo cono-sce bene (è il caso di Giancarlo Palumbo, tecnico nazionale, che lo ha allenato a lungo a Tirrenia) sostiene che Alessandro potrà crescere tantissimo acquisendo una maggiore consapevolezza dei propri mezzi. “Alessandro è un grande lottatore, ed è un generoso.” Riassume Palumbo. “Ma può e deve diventare più aggressivo. Anche perché le armi per incidere le ha. Il rove-scio è molto migliorato, e con il diritto, se si decide a mettere i piedi in campo, fa male”.E allora, coraggio, Alessandro. Modello Rafa.

Torinese tanto tignoso e determinato in campo, quanto tranquillo e sorridente fuori dal rettangolo di gioco. Il suo modello è il n.1 spagnolo: è mancino come Nadal e si esprime al meglio sulla terra rossa. Ha

chiuso il 2010 da da n.17 juniores ed ora lo attende la prima vera stagione nel circuito professionistico

Modello Rafa

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DI ROBERTO COMMENTUCCI

ALESSANDRO COLELLA

largo ai giovani

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PER TUTTI GLI APPASSIONATI

LE IMMAGINI INEDITE DELLE TENNISTE PIÙ SEXY

FIRMATE DA RAY GIUBILO

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Prof. Parra sulla base della sua esperien-

za personale qual è lo sport dove sono mag-giormente sollecitati i ligamenti della caviglia? (L. F. – AGRIGENTO)

Caro Lettore, il tennis è sicuramente lo sport ove i ligamenti della caviglia sono maggiormente sollecitati. Questo è dovuto alle superfici di gioco. Il tennis moderno è giocato su superfici dure, il cemen-to, per fare un esempio, che favoriscono in modo esponenziale questo tipo di infortunio da overuse ed i traumi distorsivi.

Prof. Parra ho sentito parlare in una trasmissione televisiva dell’infiammazione del tendine del sovraspinato. Secondo

la sua esperienza professionale qual è la causa principale di questo infortunio? (C. S. – MILANO)

Egregio Lettore, non si parla più di infiammazioni a carico dei tendini, anche in occasione di un problema acuto vi è sempre alla base una piccola degenerazione che può portare a pro-gressive erosioni fino a rotture vere e proprie del tendine. La causa di questo infortunio è la ripetizione del gesto atletico, in particolare nel tennis il servizio sempre più potente ed esa-sperato.

Prof. Parra quali sono gli accorgimenti ai quali un atleta deve attenersi per prevenire un infortunio durante un’attività

sportiva di tipo amatoriale? Nello specifico, esistono degli ac-corgimenti da adottare nel tennis? (A. L. – VENEZIA)

Caro Lettore, ogni qual volta ci si accinge ad intraprendere una qualsiasi attività fisica bisogna eseguire un congruo numero di esercizi che permettono di riscaldare l’apparato muscolare. Nel caso specifico dell’attività amatoriale diventa fondamentale questa prassi. Consideri che i campioni, prima di ogni allena-mento, eseguono sempre importati attività di riscaldamento.

Prof. Parra nella sua personale casistica quali sono gli infor-tuni che colpiscono principalmente i tennisti, e quali a suo

avviso le cause scatenanti? (G. M. GROSSETO)

Caro Lettore, l’infortunio che colpisce maggiormente il tenni-sta è legato all’articolazione della spalla. Causa scatenante le forti sollecitazioni causate dal servizio, un gesto ripetuto e, di per sé, molto usurante. Purtroppo, la riduzione dei tempi di recupero, causa calendari molto densi di appuntamenti agoni-stici, non permettono agli atleti di recuperare opportunamente le energie spese. Tempi di riposo prolungati potrebbero certo attenuare questo tipo di infortunio.

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scrivete a Pier Francesco Parra via mail a: [email protected] oppure per posta a: Ufficio Stampa FIT - Stadio Olimpico, Curva Nord, scala G - 00194 romail Dr Parra risponde

MEDICINA A BORDO CAMPO

Caviglie e tendini

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Super Tennis20

io e il tennis

Sara Errani

“Ringhio” azzurroIn campo non molla mai, ma fuori è una romagnola atipica che si schermisce dietro un sorriso timido. A 12 anni ha avuto il coraggio di volare in Florida per provare con l’Accademia di Nick Bollettieri. Poi a 15 la scelta di allenarsi a Valencia con Pablo Lozano, tuttora suo coach. E’ una delle colonne dell’Italia di Fed Cup e a 23 anni in carriera ha già vinto due titoli Wta

romagnola atipica che si schermisce dietro un sorriso timido. Col suo sguardo ha però conquistato la Tasmania, tanto che il mastro delle cerimonie di Hobart ha espresso il suo apprezzamento per i suoi occhi celesti. Il complimento pubblico la fa arrossire come se fosse la prima volta. Eppure sarà la cin-quecentesima. “Sarà – risponde – ma preferisco che si dica

che sono una bella persona. A questo tengo davvero” E come giocatrice, che giudizio ti piace sentire sul tuo conto?“Che dò tutto, che sono una tosta, che lotto. Che non mollo mai”. Umile dentro e fuori il campo, non a caso IDI DARIO CASTALDO

Il Dartagnan dell’Italia di Fed Cup è uno scricciolo di un metro e sessantatre che in campo sprinta come un furetto e picchia come un ossesso. Finché impugna la rac-chetta, Sara Errani ringhia come il Gattuso di Germania, ma appena la ripone nel borsone si trasforma in una ragazza introversa, in una

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hai eletto a punto di riferimento David Ferrer, col quale condividi circolo e atteg-giamento. Sperando di arrivare a condivi-dere anche i risultati.“Eh, magari! Lui è davvero un mito, la dimo-strazione che la serietà e l’impegno profusi in allenamento pagano. David è un grande esempio” Da piccola a quale tennista ti ispiravi?“Ad essere onesta a nessuna. Il primo ricor-do legato al tennis è mio padre Giorgio che gioca con mio fratello Davide nel circolo di Massa Lombarda. Ma siccome ho sempre guardato pochissimo la televisione, non ho mai avuto come idoli la Seles, la Hingis o altre”. Come ti sei avvicinata a questo sport?“Mio padre mi mise in mano la prima rac-chetta. C’è una ripresa video in cui gioco nel giardino, avrò avuto due o tre anni. Ma nella mia giovinezza ci sono stati anche il calcio, come mio fratello, e il basket”. Il basket?“Sì, facevo il playmaker e me la cavavo an-che bene. In prima media facevo parte della rappresentativa della scuola e giocavo con ragazze più grandi di me”. Quando sei stata costretta a scegliere?“Quando partecipai ad un raduno di under 12 a Trento. Mi dispiacque abbandonare gli altri sport, ma capii che la mia strada era il tennis”. E la scuola?“Anche quella rinuncia mi pesò. Perché alle elementari e in prima media ero una delle migliori della classe. Ma già dall’anno se-guente dovetti cominciare a sostenere gli esami di fine anno da privatista” Visto che nel frattempo ti eri dedicata a tempo pieno al tennis…“In famiglia decidemmo di provare l’Acca-demia di Nick Bollettieri, perciò a 12 anni mi trasferii a Bradenton. Nel mio corso c’erano la Sharapova, la Jankovic, la Golovin, Malis-se, Mathieu e Tommy Haas, ma anche tanti ragazzi che non ce l’hanno fatta a sfondare. In Florida rimasi 7 mesi, ma non fu un pe-riodo facile: dividevo la stanza con altre ra-gazze più grandi di me e non parlavo bene inglese. Spesso mi veniva da piangere”. Nonostante quelle difficoltà hai deciso giovanissima di trasferirti in Spagna“Avevo 15 anni e mio padre mi spinse a

“Gli asciugamani” Come Federer?“No (ride ndr), ne prendo giusto uno per mio padre, che collezio-na quelli degli Slam” E che ricordi conservi?“Tanti” Il più bello?“E’ legato al primo titolo Wta vinto a Palermo. Anzi, proba-bilmente al secondo, quello di Portorose. Era l’estate del 2008. Avevo appena vinto il torneo in

Sicilia sulla terra rossa, battendo Flavia (Pen-netta ndr) in semifinale, e la settimana dopo c’era da cambiare superficie per giocare sul cemento, in Slovenia. Beh, a Portorose ho perso il primo set contro la Camerin, poi ho battuto 3 delle prime 4 teste di serie, fra le quali anche la Wozniacki, e ho vinto il torneo. Quello è sicuramente il ricordo più bello”. Obiettivi futuri? “Tornare a giocare uno Slam da testa di se-rie” E possibilmente vincere una partita al Ro-land Garros“Già – sorride – è incredibile. Ho raggiunto il terzo turno in tutti i tornei del Grande Slam tranne che a Parigi. Al Roland Garros non sono mai riuscita a vincere un match né nel-le qualificazioni né nel tabellone principale. Sembra assurdo …”. Puoi sempre chiedere consiglio alla Schia-vone“Da lei c’è tutto da imparare” E se dovessi ‘rubarle’ una qualità in par-ticolare?“Direi la capacità di giocare sempre la sua partita a prescindere dall’avversaria. A Mel-bourne per esempio io sono entrata in cam-po contratta, in soggezione, perché dall’altra parte della rete c’era Venus Williams. Ecco, in questo aspetto devo crescere ancora”.

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provare l’accademia di Dorocenko. Lì ebbi la fortuna di conoscere Pablo Lozano, che è tutt’ora il mio allenatore” Da allora non hai più lasciato la Spagna e Valencia è diventata la tua seconda casa“Ci sto benissimo, lì sono veramente a mio agio. Voglio comprarmi una bicicletta per essere ancora più indipendente. Finito un torneo torno a Valencia, mi sdraio sul diva-no e accendo la musica. O meglio ancora il televisore. Così guardo un po’ di calcio e mi rilasso”. Qualche preferenza?“Nella Liga tifo per il Valencia. In serie A per nessuna squadra in particolare, ma devo dire che provo una certa antipatia per l’Inter…”. In una vita del genere c’è spazio per un ragazzo che non venga dall’ambiente ten-nistico? “Io non ho preclusioni, non ho mai pensato che un compagno dovesse o non dovesse essere un tennista. Se succede, succede” Ed è successo?“No. Non ancora”. Cosa ti porti dietro dopo ogni torneo?

CHI E’ SARA ERRANI - E’ nata a Massa Lombarda il 29 aprile 1987- In carriera vanta due titoli Wta in singolare (Palermo e Portorose nel 2008) ed altre due finali (Palermo e Portorose nel 2009)- Sei i titoli in doppio- Best ranking: numero 31 il 23 febbraio 2009

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vita da circolo

ICi sono circoli che crescono, acquisiscono prestigio e nuovi soci. Altri faticano, stanno smarrendo la loro identità sportiva o quel clima accogliente che un amante della racchetta riconosce subito. Per tutti è importante capire i meccanismi che stanno dietro a queste tendenze: c’è un manuale che può aiutare

DI DANILO MANGANARO

Il tuo circolo va forte, è sempre sulla strada maestra del successo e ogni anno fa registra-re un aumento di iscrizioni di frequenza? O sta rallentando, non sei più tanto sicuro che la strada sia quella giusta perché i soci sono sempre meno e nell’atmosfera che vi si respi-

Antonucci in un nuovo, interessantissimo manuale edito da Franco Angeli. Si intitola “Comunicare il circolo” e si propone come una guida pratica alla comunicazione e alla promozione dei circoli sportivi o di strutture per il tempo libero, wellness, palestre ecc.ecc.. Dunque non specificamente tennis club. Eppure, leggendolo, si capisce benissimo

Il cruscotto del tuo club

ra qualcosa non torna? C’è un buon sistema per tenere il tutto sotto controllo, proprio come si fa tenendo d’occhio gli strumenti e le spie nel cruscotto della nostra automobile, controllando i giri del motore, la temperatura dell’acqua, le luci, gli indicatori di direzione. Lo spiegano con grande acutezza ma altret-tanta semplicità Stefano Lefevre e Roberto

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che chi scrive, oltre a essere esperto di strate-gie di comunicazione d’impresa, ha perfetta-mente in mente il suo circolo di tennis come ambiente di riferimento. E tra mille spunti, davvero utili, che aiutano a guardare ogni dettaglio della vita da circolo con un ‘occhio diverso, più attento e sensibile (se si vuole davvero sviluppare l’attività sociale al meglio) c’è questa idea del “cruscotto” con quattro indicatori fondamentali, che vogliamo qui ap-profondire perché ci sembra particolarmente interessante. Ogni circolo ha una sua visione originaria (spiegano gli autori) e cioè gli obbiettivi spor-tivi, sociali, etici che i soci fondatori si erano posti il giorno fatidico della stesura dello sta-tuto. E, conseguentemente ha intrapreso una missione. Cioè si è incamminato sul percorso delle azioni necessarie a cercare di raggiun-gere quegli obbiettivi, nel corso della sua sto-ria, passata, presente e futura.Per poter meglio capire, e tenere sotto con-trollo, l’andamento di questa marcia Lefevre e Antonucci suggeriscono ai dirigenti e/o ai gestori di attivare quattro indicatori, secondo loro fondamentali: l’attrattività, la rappresen-tatività, la prontezza e la condivisione. Per attrattività si intende il modo in cui il cir-colo viene percepito dall’esterno. Quanto fascino suscitano gli eventi e le iniziative che organizza, quanto sia considerato positivo e prestigioso il fatto di frequentarlo o di co-

noscere qualcuno che potrebbe introdurci. In soldoni, il grado di com-piacimento che leggia-mo negli occhi del nostro interlocutore quando gli diciamo che siamo soci di quel circolo. Anche la rappresenta-tività è un indicatore di percezione dall’esterno. Valuta insieme il numero

degli iscritti di un club ma anche le loro qua-lità umane e professionali rispetto agli iscritti ad altri circoli. E alla fine si riflette nel peso dell’opinione e della voce del circolo nel mo-mento in cui prende posizione su un tema di interesse collettivo.La prontezza è invece un valore percepito all’interno, dai soci. Consiste nella capacità da parte di chi gestisce di cogliere e sod-disfare nuove esigenze o di risolvere nuove problematiche che si sviluppano all’interno del sodalizio.Per condivisione si intende infine la condi-visione dei valori e degli obbiettivi fondativi (con il relativo percorso di iniziative per rag-giungerli) tra i soci. Qualcosa che si esprime

anche come senso di appartenenza al club e alla cultura, alle idee che esprime nella sua vita quotidiana. Lefevre e Antonucci nel loro libro propongono una serie di ulterio-ri indicazioni pratiche per mettere a punto questi quattro strumenti e poter leggere i dati che, come indicatori, esprimono mese dopo mese, anno dopo anno. Indicatori che aiutano chi ha la responsabilità del circolo e vuole vederlo prosperare a fare le scelte mi-gliori. O semplicemente a fare meno errori non trascurando aspetti della vita di club che nella routine della quotidianità possono sem-

brare marginali e invece svolgono un ruolo fondamentale. Come l’accoglienza, il bar, il parcheggio, il valore dei soci più anziani, la segreteria, il sito internet. Eh sì, ce n’è di cose da tenere sempre sott’oc-chio per far grande il nostro club…

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“Comunicare il circolo”, di Stefano Lefevre e Roberto Antonucci, 104 pagine, edito da Franco Angeli nel gennaio 2011, si trova in libreria e costa 17 euro

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Una delle caratteristiche delle corde spesso troppo trascurata al momento della scelta è proprio lo spessore del filamento, che condiziona, insieme ai materiali e alla struttura, le prestazioni e la durata dell’armeggio, ma anche la rigidità del piatto della racchetta

Un tennista del

l’angolo tecnico

DI MAURO SIMONCINI

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C tuo calibro…

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La TABELLA di CONVERSIONEGauge millimetri15 1.41-1.49 mm 15L 1.34-1.40 mm16 1.26-1.33 mm 16L 1.22-1.26 mm 17 1.20-1.24 mm 17L 1.16-1.20 mm 18 1.10-1.16 mm 19 1.00-1.10 mm

Ci si trova spesso, nei negozi specializzati di tutta Italia, a dover predicare attenzione. Su cosa? Sulla maggior attenzione da riporre nella scelta della corda giusta. Capita troppo frequentemente che la scelta della racchetta venga ponderata anche minu-ziosamente, storcendo il naso per 5 grammi di troppo nel peso o per mezzo centimetro in più di bilanciamento. Anche da chi - per capacità tecniche e livello di gioco - non è certo in grado di accorgersi se in mano ha un telaio con ovale midplus da 98 pollici quadra-ti o 100. E poi al momento dell’acquisto ci si fa montare la “prima corda che passa”. Anzi, siccome la spesa è stata già considerevole, ci si accontenta del tipo di corda più economi-co (e dunque di minor qualità) che c’è. Errore fatale. Perché la corda può modificare, e di molto, la prestazione sul campo.Sperando che questo modo di scegliere sia sempre meno diffuso, prima ancora di ragio-nare sulle varie tipologie di corda dal punto di vista dei materiali impiegati (budello natu-rale, nylon, aramide, poliestere etc.) e della costruzione (monofilo, avvolgimento, multi-filo, etc.), analizziamo un’altra variabile della corda molto importante da considerare al momento della scelta: il calibro.

Non è un’arma ma…attenti al calibroPiù volgarmente definito anche diametro o spessore, il calibro di un corda da tennis può avere valori variabili da 1 –1,10 mm sino a quasi 1,50 mm. Escludendo gli estremi, in commercio nei negozi si trovano più fre-quentemente corde dal calibro variabile tra 1,24 mm e 1,35 mm.A livello internazionale (quindi sulle confezio-ni corde) viene riportata una misura specifica che riguarda proprio il concetto di diametro, il Gauge (vedi tabellina di conversione con i millimetri, qui a fianco).Più alto è il numero, più sottile è la corda. Molto semplicemente una corda gauge 17 è più sottile di una gauge 16. La maggior parte delle corde in commercio, come già accen-nato, hanno un gauge variabile dal 15 al 18. Un ulteriore livello di indicazione “fine” del calibro, è una L maiuscola (per es. 16L), che sta per “light”, a indicare lo spessore legger-mente minore di quello indicato dalla cifra.

In generale comunque è meglio (perché più semplice) far riferimento ai millimetri, dove è possibile. E andare a intepretare i Gauge solo quando è necessario.

Mezzo millimetrogrande differenzaMa… possibile che 0,5 millimetri possano “fare la differenza”? Si, sicuramente. Si parte da un presupposto: le corde a un certo punto della loro vita devono rompersi. Meglio se non troppo presto, certo; perché a quel punto il problema diventa più che al-tro economico. Ma genericamente sarebbe buona regola per ogni giocatore utilizzare il calibro di corda più sottile possibile (a patto appunto che non si rompa troppo presto).Perché è meglio “il sottile”? Sull’argomento si è scritto e detto tutto e il contrario di tutto. Proviamo a spiegare le diverse motivazioni.Una corda più sottile crea un piatto corde più elastico, che si traduce in una sensazione di maggior morbidezza. Il comfort è migliore (pensando a chi ha qualche fastidio a brac-cia e gomiti). Si generano più facilmente gli spin. Il piatto corde più elastico garantisce anche una miglior sensibilità.La corda più spessa dura di più, perché più resistente all’usura e allo sfregamento. Crea un piatto corde più duro, rilasciando anche meno energia al momento dell’impatto. Il tocco e la sensibilità sono minori.E, particolare davvero importante, una cor-da dal calibro maggiore, “tiene meglio la

tensione”. E’ proprio forse questo uno dei difetti più sensibili delle corde più sottili, al di là delle questioni economiche di durata. Tendono a smollarsi più fretta, con conse-guente rischio di minor controllo.Ovviamente le differenze saranno più tangi-bili con differenze di calibro più evidenti (dai 0,5 mm in su).

L’abbinamento giusto:una scelta... di spessorePochi poi fanno anche attenzione a sceglie-re correttamente l’abbinamento del calibro della corda con il proprio telaio. Esempio emblematico: un attrezzo agonistico con ovale mid (90 o 93 pollici quadrati) peso ben oltre i 300 grammi, bilanciamento al cuore o verso il manico (molto “indietro”) e magari anche schema corde molto fitto, 18x20. Quella che si dice… una “mazza”. Al di là del tipo di corda e della tensione (meglio bassa) che sarebbe opportuno uti-lizzare, sarebbe davvero improponibile un calibro da 1,35 mm o anche da 1,30. Il piat-to corde risulterebbe troppo duro e di poca spinta con un telaio già difficile e anche a livello di peso. Una corda spessa andrebbe meglio probabilmente su un telaio sempre agonistico ma più profilato e potente, più leggero, magari in mano a un tennista dal gioco classico e dai gesti compatti; colpi piatti e in back, poche digressioni moderne alla Nadal. E la tensione si manterrebbe an-che più a lungo.

Nelle immagini qui sotto, alcuni particolari delle confezioni di diversi modelli di corda in cui si nota la specifica delle misure del calibro, espresso sia in millimetri sia nel parametro internazionalmente condiviso del gauge. A numeri più alti di gauge corrispondono spessori minori in millimetri

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SSi è svolto presso il centro tec-nico di Tirrenia il meeting an-nuale organizzato dall’ATIT (As-sociazione Toscana Insegnanti di Tennis), meeting riconosciu-to dalla FIT e nel quale è inter-venuto tutto lo staff dell’Istituto Superiore di Formazione Ro-berto Lombardi a cominciare dal suo Direttore Michelangelo Dell’Edera.L’incontro ha riscosso un gran-de successo, grazie anche all’ottima organizzazione del presidente dell’ATIT Carlo Ciulli; ben 140 presenze con istruttori, maestri e tecnici pro-venienti non solo dalla toscana, ma anche da altre regioni.Il meeting aveva come argo-mento la videoanalisi ed i pro-tocolli tecnici, argomenti che suscitano molto interesse da parte degli addetti ai lavori per il ruolo fondamentale che rico-prono nella formazione e nello sviluppo di giovani tennisti.Tutta la parte riguardante la videoanalisi è stata trattata da Danilo Pizzorno, uno dei precursori della videoanalisi sportiva in Italia e che ha lavo-rato anche con molti giocatori professionisti, mentre la parte riguardante la tecnica e l’osser-vazione degli errori ricorrenti in età giovanile, è stata svolta dai docenti dell’Istituto Superiore di Formazione, Brocchi, Volturo e Sbardellati. Nella prima par-te della mattinata Pizzorno ha descritto tutte le tecniche di acquisizione dell’immagine, ha mostrato il materiale necessario ed i metodi di osservazione che devono essere utilizzati per una

corretta videoanalisi tecnica nel tennis. Nella seconda parte della mattinata sono intervenuti i tre docenti della FIT, esponen-do quelli che sono i protocolli tecnici elaborati grazie alla si-nergia tra l’Istituto Superiore di Formazione ed il Settore Tecni-co Nazionale; l’aspetto interes-sante e che rappresenta la vera novità presentata in questo meeting è proprio il fatto che i docenti oltre ad aver presen-tato a livello teorico quelle che sono le caratteristiche della tec-nica moderna, hanno mostrato come sfruttare la videoanalisi per ottenere spunti di osser-vazione sulla tecnica esecutiva di un colpo che non sarebbero stati possibili ad occhio nudo.

Nel pomeriggio i lavori sono ripresi prima in aula, dove Mi-chelangelo Dell’edera e Gian-carlo Palumbo hanno mostrato tutti i nuovi progetti federali, a partire dalla classificazione delle scuole tennis per arrivare alla struttura ed i servizi offerti dal Settore Tecnico Nazionale e dal centro tecnico di Tirrenia. I partecipanti sono stati trasferiti poi in campo, dove Pizzorno ed i tecnici dell’Istituto Superiore di Formazione hanno mostrato come applicare praticamente la videoanalisi e come svolge-re delle esercitazioni tecnico-tattiche in campo con giocatori under di buon livello sfruttando la presenza al Centro Tecnico della campionessa italiana e

neocampionessa del Lemon Bowl 2011 Martina Zerulo, che si è gentilmente prestata come “cavia” per una dimostarzione reale di come tutta la teoria di cui tanto si parla può essere messa in pratica.Questo primo esperimento di grande successo darà il via ad una nuova formula anche per gli aggiornamenti rivolti a Ma-estri, Tecnici ed Istruttori che l’Istituto Superiore di Forma-zione proporrà su tutto il ter-ritorio nazionale, formula che comprenderà lo sviluppo di argomenti teorici, anche mo-notematici, supportato da una parte pratica sul campo, che permetta a tutti di cogliere l’ef-fettiva utilità dei temi trattati.

Si è svolto al Centro Tecnico di Tirrenia il meeting annuale dell’ATIT (Associazione Toscana Insegnanti di Tennis), incontro riconosciuto dalla FIT ed al quale è intervenuto tutto lo staff dell’Istituto Superiore

di Formazione “Roberto Lombardi”. Si è discusso delle didattiche di formazione e sviluppo dei giovani

PROTOCOLLI TECNICI E VIDEOANALISI

Il successo è garantito

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maestri

DI MASSIMILIANO BROCCHI (TECNICO FIT E COMMENTATORE DI SUPERTENNIS TV)

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L’

LEMON BOWL

panorama

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DI MARCELLO GIORDANI

La 25esima edizione del torneo ancora una volta non ha tradito le aspettative rivelandosi un appuntamento di primo piano del panorama giovanile internazionale. Numeri in grande evidenza con la

bellezza di 1721 partecipanti che collocano la manifestazione del 2011 al secondo posto di sempre

Nozze d’argento

L’Epifania tutte le feste porta via e come da tradizione ha coinci-so anche con l’ultimo atto del tradizionale appuntamento con il Lemon Bowl. Una manifesta-zione che ancora una volta non ha tradito le aspettative rivelan-dosi un appuntamento di primo piano del panorama giovanile internazionale. Numeri ancora in grande evidenza con la bel-lezza di 1721 partecipanti che collocano questa edizione al secondo posto nella storia del torneo dopo quella record dello scorso anno con ben 1836 iscrit-ti. Ma ai numeri da record che sviluppa questo Torneo siamo ormai abituati come alla solerzia e abnegazione di tutti gli addetti ai lavori che rendono possibile il suo regolare svolgimento a di-spetto delle mille problematiche che quotidianamente incontra-no. L’avventura di quest’anno è iniziata l’11 dicembre con le pre-qualificazioni che sono an-date in scena sino al 18 e hanno sfoltito il gruppo dei 486 parte-cipanti alle 48 unità che hanno continuato la loro avventura nel tabellone delle qualificazioni che si è svolto dal 27 al 31 dicembre, pausa per il 1° gennaio e poi fi-nalmente tabellone finale dal 2 al 6 gennaio. Una maratona im-pressionante che solo la grande professionalità e passione del direttore e mentore del torneo, Paolo Verna e dei suoi collabora-tori rende possibile! Tra le novità di questa XXV edizione registria-mo, in accordo con la Federazio-ne, il debutto dei campi “veloci” esclusivamente per la categoria under 14 sia maschile che fem-

minile attesa dalle convocazioni a Tirrenia per la Winter Cup. Una sperimentazione che ha riscon-trato i favori dei partecipanti e che avrà sicuramente ulteriori sviluppi nelle edizioni future.Ma veniamo alla giornata finale che si è disputata in una splen-dida giornata di sole e che ha visto disputarsi ben 12 finali, dai piccolissimi under 8 sino agli esperti under 18. Tanti i match spettacolari e dall’elevato tasso tecnico che hanno incollato alle tribune i numerosi appassiona-ti accorsi al New Penta 2000 e all’Eschilo 2.Il torneo under 14, disputato in-teramente sul cemento, è stato vinto dai giovani Sasha Merzetti e Martina Zerulo. La pugliese, che già aveva vinto l’edizione 2008 come under 10, ha sconfit-to in due set Federica Gardella col punteggio di 61 63, mentre il più grande dei fratelli Merzetti ha disposto piuttosto agevol-mente di Andrea Pellegrino. La famiglia Merzetti è uscita trion-fatrice da questa ventisettesima edizione del Lemon Bowl. Il tor-neo under 12 maschile è stato infatti vinto dal piccolo Nicolas, che ha però sofferto non poco per avere la meglio di Lorenzo Baglietto, ragazzo dal grandis-simo diritto. 64 75 il punteggio finale in favore di Merzetti, che nel secondo parziale si è visto ri-montare un vantaggio di 5-3. Nel femminile bellissima affermazio-ne dell’azzurra Rosanna Maffei, tesserata per il Tc Capodimonte, che ha superato la favoritissima spagnola Eva Guerrero Alvarez. Netto il punteggio di 62 61 che

Il Presidente della FIT Angelo Binaghi con Paolo Verna, organizzatore del Lemon Bowl

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CALTANISSETTA CHALLENGER (21 MARZO) - Al Tennis Club Caltanissetta (terra battuta) si gioca la tredicesima edizione del torneo partito come appun-tamento del circuito minore e diventato nel corso degli anni un challenger: quest’anno il montepremi è d1 30.000 euro. Nel 2010 successo dell’olandese Robin Haase che in finale ha sconfitto per 75 63 la wild card Mat-teo Trevisan. Tre i successi azzurri nell’albo d’oro del tor-neo siciliano: Gianluca Naso (2008), Giancarlo Petrazzuolo (2007) e Stefano Galvani (2005).

BARLETTA CHALLENGER (28 MARZO) - Sui campi in terra rossa del Circolo Tennis Barletta “Hugo Simmen” si alza il sipario sul “15° Open Barletta-Città della disfida”, tor-neo challenger dotato di un montepremi di 42.500 euro. Il campione in carica è lo spagnolo Pere Riba, che lo scorso anno ha superato in finale il belga Steve Darcis, ritiratosi dopo aver perso il primo set per 63. Nel prestigioso albo

d’oro dell’appuntamento pugliese figurano i nomi degli spagnoli Rafael Nadal (2003), Nicolas Almagro (2004) e Sergi Bruguera (che nel 2002 superò in finale Renzo Fur-lan), e del francese Richard Gasquet (nel 2005 vittorioso in finale su Alessio Di Mauro).

FUTURES MASCHILIITALIA F1 - TRENTO (7 MARZO) - I campi in Play-it dell’Ata Battisti di Trento ospitano il primo degli appuntamenti future maschili che si giocano in Italia in questo 2010. Il campione in carica del torneo ($15.000) è l’austriaco Jo-hannes Ager che lo scorso anno superò in finale per 63 57 64 Stefano Galvani.

ITALIA F2 - CIVIDINO (14 MARZO) - Al Tennis Mongodi di Cividino (Bergamo) va in scena un nuovo appuntamento del circuito future maschile, con un montepremi di 10.000 dollari. Si gioca su campi in Play-it. ITALIA F3 - FOGGIA (21 MARZO) - Il terzo future maschile di marzo va in scena al Tc Foggia, dove sui campi in terra rossa si disputa un torneo da 15.000 dollari nato lo scorso anno. Il campione in carica è il siciliano Alessio Di Mauro, che nella finale 2010 ha battuto per 62 76(2) l’austriaco Andreas Haider Maurer.

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DOVE SI GIOCA A MARZO

Informatizzazione per una federazione dinamica GIUDICI DI GARA

di Sabino Santamato (CCUG)

La stagione agonistica è iniziata e tra modifiche regolamentari e programma di gestione dei tornei molta carne è stata messa sulla brace con la speranza che il risultato sia essenzialmente arrosto e non solo fumo. Il C.C.U.G. nella consulta con i F.U.R. del 14 e 15 gennaio scorsi ha ampiamente dibattuto sulle ultime variazioni ai vari articoli rese vigenti con gli Atti Ufficiali di novembre e dicem-bre del 2010 ma la cosa che più ha coinvolto gli amici responsabili regionali è stato l’ approccio con lo SGAT (sistema gestione automatizzata dei tornei) che il responsabile dell’Ufficio Organizzativo, Mauricio Rosciano ha presentato ai con-venuti. Dedichiamoci a quanto sta facendo la nostra Federazione che mette a disposizione degli Enti affiliati e soprattutto del Settore arbitrale un strumento che nessun’altro sport può vantarsi di possedere. La divulgazione di questo mar-chingegno informatico è già stata programmata, e quando questo articolo verrà letto, il tour per l’intero territorio nazionale sarà partito iniziando da Milano il 21 gennaio per concludersi presumibilmente verso la fine di febbraio a Firenze. Dunque con effetto immediato, tutti i tornei che abbiano un montepremi in de-naro, dovranno essere approvati e gestiti con questa nuova procedura che darà

la possibilità ad ogni evento di poter essere seguito in tempo reale “on line”. Al-tra novità, l’introduzione della tassa di chiusura delle manifestazioni (art. 36 RTS) di 100,00 che potremo definire una tassa a tempo nel senso che si dà al Circolo organizzatore la possibilità di concludere l’iter amministrativo entro cinque giorni dalla conclusione del torneo, nel qual caso detta tassa verrà azzerata, dal quinto al decimo giorno si dimezzerà ed oltre tale scadenza dovrà essere corrisposta nella sua totalità. Continuando apriamo una piccola finestrella sulle variazioni regolamentari che, accantonate in precedenza, riprendiamo per completare la carrellata delle novità, partendo dall’art 15 RCS dove si legge, a modifiche effet-tuate, che i giocatori under possono disputare o il Campionato giovanile del loro settore d’età o quello del settore d’età immediatamente superiore solo se non trasferiti da altro affiliato da meno di due anni; la limitazione non si applica ai gio-catori con classifica uguale o inferiore ad una certa categoria a secondo dell’età, come enunciato sulle Carte Federali, Regolamento Campionati a Squadre, art. 15 comma 3 lettere a),b),c) e d). Importante anche quanto scritto nel comma 4 dello stesso articolo per il quale i giocatori veterani possono disputare un solo Campionato o una sola manifestazione nazionale a squadra del settore veterani, compatibili con il proprio settore d’età.

ha permesso a Rosanna di vince-re il titolo. La finale del torneo maschile under 10 è stata decisamente la più appassionante. Il toscano Marco Furlanetto ha vinto 7-4 al tie-break decisivo contro Miche-le Vianello, in un match davvero esaltante. Entrambi i giovanissi-mi contendenti hanno messo in mostra un tennis molto comple-to e una grinta da vendere. Nel femminile ottima prestazione della piccola Elisabetta Coccia-retto di Porto San Giorgio. An-che La marchigiana si è ripetuta avendo vinto il titolo under 8 lo scorso anno, ha sconfitto la for-tissima mancina Olga Danilovic ,figlia dell’ex stella del basket Sasha Danilovic, 62 63, palesan-do un gran rovescio bimane. Il torneo under 16 maschile è sta-to vinto dal romano Tommaso Evangelisti, autore di un torneo di livello altissimo; in finale nul-la ha potuto Gianluca Di Nicola del Tc Avezzano, sconfitto con un doppio 63 . Nel femminile bella affermazione della ternana Valentina Aimone, che ha supe-rato in due set 75 63 la campa-na Claudia Cirillo. Nell’under 18 vittorie della viterbese Martina Natali (75 63 a Martina Lombar-

di) e del “pariolino” Pierdanio Lo Priore (76 62 a Gianmarco Cacace). Consueto spettacolo negli incontri del torneo under 8, che richiama sempre tantis-simo pubblico. Le vittorie sono

andate a Matilde Paoletti e ad Alexander Gammariello. Tradi-zionale cerimonia di chiusura con le premiazioni degli atleti alla presenza del Presidente del-la FIT Lazio, Fabrizio Tropiano e

dei suoi Consiglieri e di alcuni componenti la giunta del Sinda-co di Roma Gianni Alemanno. Le nozze d’argento di questa edizione non potevano essere celebrate meglio!

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Super Tennis

I

panorama

DI ANGELO MANCUSO

Il tennis in Italia è in grande sa-lute ed in costante crescita: la conferma emerge dall’analisi dei numeri dell’ultimo decennio. Oltre ai tesserati, nel corso degli ultimi dieci anni sono aumentati in modo clamoroso i numeri dei tornei organizzati (+70% circa) e delle partecipazioni ai tornei stes-si (+150% circa). Specchio, que-sto, di un movimento vivo, a di-mostrazione del boom del tennis in Italia dopo un periodo in cui si erano raggiunti i minimi storici. Si tratta infatti del record storico del nostro tennis, anche se il calcolo parte dal 1995, da quando cioè i dati sono oggettivi per l’esisten-za dei numeri contabili ammini-strativi relativi ai tornei. Sempre nell’ultimo decennio il numero dei tesserati è salito a 265.937 a fine 2010 contro i 129.797 del 2001, con un miglioramento co-stante anno dopo anno (anche rispetto al 2009 c’è una crescita dell’8,38%). Frutto questo della politica di gestione messa in atto dalla FIT del nuovo corso: l’attuale grup-po dirigente della Federazione è stato infatti eletto per la prima volta proprio a partire dal 2001. Un trend positivo cui ha contri-buito negli ultimi due anni an-che la scelta della FIT di puntare su una tv monotematica come “SuperTennis”, che ha riportato il tennis gratis nelle case degli italiani riscuotendo grande suc-cesso di ascolti e stimolando nel contempo altre realtà televisive a proporre più tornei durante la stagione: un magnifico spot pro-mozionale per il nostro sport.Analizzando i numeri relativi ai tornei organizzati nel nostro

paese il trend fa registrare una crescita costante a partire dal 2001. Dieci anni fa i tornei erano 2.688 (l’anno prima, nel 2000, si era scesi al punto più basso, con 2.664 tornei). Nell’arco dell’ulti-mo decennio questo numero è quasi raddoppiato raggiungen-do quota 4.500 nel 2010, con un incremento del 68,92% rispetto al 2000. Fa riflettere, in positivo, anche il dato secondo il quale in ognuna delle ultime dieci sta-gioni si è sempre registrata una crescita.La regione in cui si giocano più tornei è la Lombardia: nel 2010 sono stati 594. Seguono l’Emi-lia Romagna con 531 tornei e il Piemonte con 435. Quarta, in questa speciale classifica, il La-zio: 427. Un altro dato dimostra come la crescita stia coinvolgendo tut-te le regioni italiane e non solo

quelle tradizionalmente “forti” nel nostro sport. La palma del miglior incremento nell’ultimo decennio va infatti alla Basilica-ta: i 3 tornei organizzati nel 2000 sono diventati 22 nel 2010 con un incremento del 633,33%. Se-guono la Calabria (22 tornei nel 2000, 67 nel 2010, crescita del 204,55%) e l’Abruzzo (35 tornei nel 2000, 92 nel 2010, crescita del 162,86%).Numeri da record confermati anche dal trend positivo del-le partecipazioni ai tornei. Nel 2000 si scese a quota 121.419, minimo storico dal 1995 ad oggi. La cifra è più che rad-doppiata nel decennio appena chiuso raggiungendo 300.190 partecipazioni ai tornei giocati in Italia con un incremento del 147,23%. Anche in questo caso ogni anno si è registrato un au-mento. La regione “regina” è

ancora la Lombardia con 45.040 partecipazioni, seguita dall’Emi-lia Romagna (36.127) e dal Lazio (31.776). E’ però la Calabria a far registrare la crescita più ri-levante: le 498 partecipazioni del 2000 sono diventate 3.252 nel 2010 con una crescita del 553,01%. Un’ulteriore conferma di quanto l’esplosione del tennis in Italia stia coinvolgendo tutte le regioni, comprese quelle meridionali nelle quali il tennis in passato stentava a decollare ed in cui il reddito medio è più basso, peraltro in un periodo di congiuntura economica nega-tivo. Anche in questo caso, in-fatti, sul “podio” figurano, oltre alla Calabria, due regioni come la Basilicata (85 partecipazioni nel 2000, 399 nel 2010, crescita del 369,41%) e l’Abruzzo (1.578 partecipazioni nel 2000, 6.401 nel 2010, crescita del 305,64%).

Dieci anni fa i tornei nel nostro Paese erano 2.688, nel 2010 la cifra è quasi raddoppiata raggiungendo quota 4.500 con un incremento del 68,92%. Nel 2000 le partecipazioni erano scese al minimo storico

di 121.419, ora si è arrivati a 300.190 con un aumento del 147,23% destinato a crescere ancora

Numeri da recordLA CRESCITA DEL TENNIS IN ITALIA CONTINUA

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Super Tennis31

NNeanche il tempo di fare i bilan-ci di questo anno appena pas-sato, un anno intenso, un anno ricco e pieno di emozioni, che è giunto il momento di volge-re l’attenzione a questa nuova stagione, non solo in ambito nazionale, ma anche al di là dei confini italiani con appuntamen-ti importanti e decisivi per gli azzurri del paddle. Per quel che concerne lo scenario nazionale, grande è l’attesa per l’inizio del Circuito 2011, che quest’anno vanta non meno di otto tornei distribuiti per tutto il territorio, grazie alle conferme di Bolo-gna, città storica del paddle, di Roma e di Vicenza, ma anche in virtù del rientro di città per qual-che tempo rimaste in disparte, come Bari, Milano e Udine, e con Padova, new entry graditis-sima di questa nuova stagione. E a paradigma di una crescita e di un’espansione sempre con-tinue, una novità importante è quella che vede il riconosci-mento di due tornei del Circuito come validi ai fini della classifica internazionale. L’opportunità per i giocatori italiani sarà allora per la prima volta di entrare a far parte del Ranking internaziona-le (giocando anche i tornei del Circuito in terra straniera), e di diventare protagonisti effettivi del panorama mondiale. Gettando un occhio al di là dei nostri confini, la stagione 2011 promette competizioni ed eventi dal prestigio indiscusso. Archiviati i Campionati Mondiali giocati lo scorso novembre in Messico, quest’anno ad andare in scena saranno in Inghilterra i Campionati Europei a squadre,

il Campionato giovanile a squa-dre, ed il Campionato Mondiale Open a Coppie, evento questo discusso e approvato nel cor-so dell’ ultima Assemblea di Cancun del 30 novembre. Da annoverare anche i due Paddle Meeting in cui gli azzurri saran-no protagonisti, uno in Porto-gallo e l’altro in casa contro la Svizzera, insieme anche ad altri eventi di esibizione ancora in via di definizione, ma comun-que strategici e preparatori per acquisire esperienza in ambito internazionale. Da non perdere,

per il terzo anno consecutivo, il grande appuntamento degli Internazionali BNL d’Italia, in cui anche il paddle sarà protagoni-sta: due campi da gioco allestiti dietro al suggestivo sfondo del Foro Italico che consentiranno lo svolgimento di un torneo (riconosciuto nell’ambito del Circuito Nazionale) oltreché esibizioni ed eventi che coinvol-geranno piccoli e meno piccoli. Le novità di questa stagione, che è ormai alle porte, non sono finite: numerosi infatti saranno i raduni che vedranno coinvolti

i giovani di molte città italiane, organizzati con lo scopo di sup-portare i bambini e i ragazzi che già giocano, e che hanno voglia di confrontarsi con i loro coeta-nei, ma soprattutto per coinvol-gere e per far divertire chi è solo all’inizio. Un’altra nuova iniziati-va, questa volta tutta al femmi-nile, è denominata “Il Paddle è Donna”, ed è organizzata dalle nazionali Martina Camorani e Laura Pollacci, con l’obiettivo di diffondere ma soprattutto di accrescere la disciplina anche nell’ambito del circuito in rosa.

DI MARTINA CIPRIANI

AL VIA IL 2011

Un anno colmo di atteseSi sta per alzare il sipario su una stagione ricca di appuntamenti importanti, che in ambito internazionale

vedrà di scena i Campionati Europei ed il Campionato Giovanile a squadre. Il panorama italiano prevede il Circuito nazionale, che quest’anno coinvolgerà ben sette città del nostro Paese

Anche quest’anno il paddle sarà protagonista al Foro Italico durante gli Internazionali BNL d’Italia

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la voce delle REGIONI SUDCENTRONORD

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ABRUZZO Piccoli campioni crescono

di Ferdinando De Fenza

Il tennis giovanile abruzzese è in forte crescita: lo dimostrano i risultati che i nostri ragazzi hanno ottenuto nei primi due importanti appunta-

menti dell’anno che si sono svolti a Bari e Roma. Nel torneo di Bari due nostri atleti hanno vinto il torneo: Gianluca Di Nicola (anno 1995, CT Avezzano) atleta talentuoso, si è aggiudicato la vittoria nella categoria under 16; Antonio Taraborrelli (anno 1999, CT Lanciano) atleta in forte crescita, ha conquistato la vittoria nella categoria under 12 sconfiggen-do in finale il semifinalista dei campionati italiani, il campano Francesco Liucci. Senza dimenticare le semifinali nel torneo under 13 di Novella Simone (TC Tagliacozzo) e Alessio Amadei (CT Lanciano), nel torneo under 10 femminile di Giorgia Di Muzio (anno 2001 ASD Easy Tennis), nel torneo under 9 di Di Silvestre Giada (Tennis Chieti) nel torneo under 16 femminile di Sofia Corazzini (CT Pescara). E le ottime prestazioni di Paolo Di Silvestre (Tennis Chieti), Andrea Picchione (CT L’aquila) Emi-dio De Cola (CT Pescara), Di Natale Roberta (Avezzano Tennis Team),

Laura Seritti (Avezzano TT), Ric-cardo Tomassetti (Avezzano TT), Alessandro Menna (CT Lanciano), Samuel Berardi (CT Lanciano), Ma-eva Tchoupa-Ekani (Tennis Chieti, Caruso Beatrice (CT La Selva), Melchiorre Emanuele (Pol. FB Sambuceto), Valerio Di Pompeo (TC Roseto), Mattia Iafolla (CT Pe-scara), Andrea Orlandi (CT Avezza-no). Trend positivo confermato nel prestigioso Lemon Bowl che ha visto l’inserimento di tanti atleti nei main draw e la ciliegina sulla torta della finale conquistata da Gianlu-ca Di Nicola. Il tecnico nazionale Nicola Fantone, che dirige il centro

tecnico periferico con sedute di allenamento che si svolgono ogni setti-mana presso il CT Pescara, sostiene che questa crescita è il risultato della grande sinergia che sta realizzando tra la dirigenza regionale presieduta da Luciano Ginestra e lo staff tecnico regionale coordinato dal MN Di Loreto Raffaele, del lavoro di tutti i maestri dei ragazzi che quotidiana-mente dedicano il loro tempo e la loro professionalità, e di un ambiente unito intorno al settore tecnico nazionale con l’obiettivo di portare la nostra regione a risultati sempre migliori.

CALABRIAL’obiettivo e’ puntare sui giovani

di Rosaria Ionà

Grande appuntamento con il tennis a Catona di Reggio Calabria. Nella splendida cornice del circolo Sport Village si è svolta la ceri-

monia di premiazione dei campioni regionali dell’anno 2010. Una vera e

propria festa del tennis, alla presenza, fra gli altri, del presidente del Co-mitato regionale Giuseppe Lappano e del presidente del Coni regionale Mimmo Praticò. “Quest’anno abbiamo visto un’ampia partecipazione di giocatori ai vari tornei che si sono svolti in tutto il territorio calabrese, da Cosenza a Reggio Calabria, da Catanzaro a Crotone e a Vibo Valentia. Numeri che sicuramente - ha detto il presidente Lappano - sono più confortanti di quelli che sono stati registrati nelle passate stagioni. Que-sto non può che essere un segnale positivo per tutto ciò che di buono abbiamo in programma”. Ma il compiacimento non è solo per quanto è stato già realizzato su un territorio che spesso non offre molti mezzi, economici e non, per fare sbocciare progetti seriamente realizzabili. La contentezza che regna ai vertici del tennis calabrese è, soprattutto, per quello che si ha in programma di fare nell’immediato futuro. “Abbiamo già gettato le basi per progetti importanti e che crediamo realisticamen-te che possano vedere la luce nel breve periodo. Ovviamente, al centro del nostro maggiore interesse ci sono sempre i giovani sui quali puntia-mo molto”. Di seguito i circoli e gli atle-ti premiati per l’anno 2010. Campionato a squadre: Ct Polimenti (Serie C fem., Un-der 12 mas., Under 16 fem., Under 18 mas., Over 35 mas.); Sport Village Catona (Serie C mas., Over 45 lim. 4.3 mas., Over 55 mas.); Ct La-mezia (Serie d2 mas., Under 14 mas., Serie D2 provincia Catanzaro); Tc Rende (Under 16 mas., Over 40 mas., Over 50 mas.); Tc Cosenza (Serie D1 mas., Over 40 fem.); Tc Diamante (Serie D fem., Under 14 fem.); Tc Threee Brothers Pharaon (Under 12 fem.). Campionati individuali: Raffaele La Scala (3a Categoria mas. Ct Lamezia); Angela Grazia Scarfò (3a Cat. femminile Tc Pharaon); Tommaso Milano (U11 mas. Ct Lamezia); Martina Aligia (U11 fem. Tc Diamante); Corrado Summaria Corrado (Under 12 mas. Tc Rende); Irene Lavino (U12 fem. Ct Polimeri); Francesco Rotondo (U13 mas. Ct Gioia 1974); Gaia Magurno (U13 fem. Tc Diamante); Francesco Faraone (U14 mas. Tc Pharaon); Chiara Pascale (U14 fem. Tc Diaman-te); Francesco Migliano (U16 mas. Tc Rende); Consuelo Costantino(U16 fem. Ct Polimeri); Domenico Serranò (Over 45 mas. Ct Polimeri); Emma Grasso (Ladies).

CAMPANIAEcco lo “Starace day”

di Maria Grazia Ciotola

Il tennis campano ha chiuso la stagione 2010 con una due giorni dedi-cata al suo campione più prestigioso, Potito Starace. L’azzurro di Cop-

pa Davis ha celebrato a Napoli la conquista del numero uno dâ’Italia nella classifica Atp, sia di singolo sia di doppio, e ha incontrato i ragazzi delle scuole Sat della regione. Il tennista di Cervinara ha ricevuto una tar-ga celebrativa dal Comitato regionale campano, presieduto da Michele Raccuglia, firmando la prima copia dell’edizione 2011 dell’Annuario del Tennis campano, curato dal giornalista Marco Lobasso, con la copertina

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�Il presidente del Comitato Regionale calabrese Giuseppe Lappano

� Antonio Taraborelli insieme a Flavia Pennetta e Michelangelo Dell’Edera

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di Edo de Campora, dedicata proprio a Potito. Il tennis campano si è ritrovato alla sala conferenze del quotidiano “Il Denaro” per festeggiare i propri campioni: insieme all’azzurro c’erano i campioni del passato Rita Grande e Massimo Cierro, ritratti sulla copertina dei due precedenti an-nuari del tennis campano (datati 2006 e 1993). Tantissimi anche gli ospiti d’eccezione, dall’arbitro internazionale Giuseppe Di Stefano, al coach di Starace, Umberto Rianna, al padre e manager di Potito, Angelo Starace. La due giorni del tennis campano era iniziata con lo “Starace day” al Centro tecnico di Fuorigrotta. Autografi e foto del campione per i tanti ragazzini presenti nella struttura di Fuorigrotta, che hanno potuto così conoscere da vicino il numero 1 d’Italia. L’evento è stato promosso dal Comitato regionale ed ha rappresentato anche l’occasione per premia-re i migliori ragazzi partecipanti al circuito giovanile Ranking 2010 e alle formazioni dei campionati a squadre regionali.

EMILIA ROMAGNATennis regionale in festa

di Michael John Lazzari

Si è tenuta al Palazzetto dello Sport di via Allende presso il Ct Ca-salecchio, la Festa del Tennis dell’Emilia Romagna, manifestazio-

ne promossa dal Comitato Regionale FIT dell’Emilia Romagna. Al cospetto di un numeroso pubblico sugli spalti, è stato presentato il Trofeo Australian 2011, campionato a squadre per rappresentative provinciali (10 in tutto), giunto alla 14esima edizione. Al Trofeo par-tecipano tennisti/e nati negli anni 2000-2001. La kermesse è stata anche l’occasione per tracciare un bilancio e per premiare i miglio-ri atleti della stagione 2010. Il presidente del Comitato Regionale Fit Carlo Cesari ha sottolineato come l’attività giovanile rappresenti sempre un fiore all’occhiello per la regione, visti i risultati ottenuti. Poi spazio alla premiazione del pluricampione di tennis in carrozzina Fabian Mazzei, attuale numero 24 del mondo: il tennista bolognese ha sottolineato l’aspetto educativo dello sport, ricordando che il ten-nis l’ha reso una persona migliore oltre ad avergli dato grandi emo-zioni e soddisfazioni. Il “Premio Agretti” è andato a Christian Carli del Ct Albinea, campione italiano 2010 di doppio maschile under 14. Nella lunga lista di riconoscimenti, primo classificato nel campionato a squadre under 18 maschile 2010 il Ct Bologna (Francesco Aicardi, Lorenzo Capucci, Edoardo Viale) al secondo posto il Ca Faenza (Fe-derico Gaio, Roberto Zanchini) nelle pari età femminili ha prevalso di nuovo il Ct Bologna (Martina Furlanetto, Giulia Pasini, Stefania Rubini) alle sue spalle il Ct Persiceto (Sandra e Sarah Bencivenni). Nel “Trofeo Rossella Biagi 2010”, successo del Ct Rivazzurra (Vio-la De Ponti, Elisa e Serena Gugnali, Syria Gugnali, Elena Pavolucci) secondo posto per il Ca Faenza (Nicole Fossa, Veronica Valmigigli). Nel “Bellenghi 2010” primo posto per il Ct Albinea (Matteo Bononi, Nicola Ferrari) secondo per il Ca Faenza (Lorenzo Brunetti, Riccar-do Porisini). Infine nel “Trofeo Leonardo Micheli” affermazione del Ct Rivazzurra (Leonardo Dell’Ospedale, Elisa Gugnali, Andrea Merli, Riccardo Ravasio) secondo posto per il Cus Ferrara (Antonio Donini, Nicolò Piazzi, Alessandra Squarzoni, Umberto Zuccatelli). In chiusura il responsabile del settore giovanile Raffaele Pallweber ha elencato le novità per la stagione 2011. Presenti alla manifestazione anche il vice presidente vicario Giovanni Ricci Bitti, i vice presidenti Roberto

Vitale e Gilberto Fantini, i consiglieri Gianni Pinotti, Pietro Antonio Furlanetto, Massimo Monti e i vertici del Coni regionale.

FRIULI VENEZIA GIULIAA Zacchigna piace il rodeo

di Fausto Serafini

A completamento di un periodo di buona forma, il 17enne Davide Zacchigna dimostra la sua duttilità tattica impadronendosi anche

del Torneo Dieffeimpianti, gara maschile organizzata con la formula Ro-deo dal Tennis Corno e rivolta ai giocatori di quarta categoria. Nella lista finale approntata dal giudice arbitro Francesco Cuda, compaiono sei racchette al vertice della 4a attorniate da Nicolò Peroncini (4.2) e da Thomas Biancuzzi (4.4), entrambi decollati dal tabellone intermedio. Il primo, all’esordio, dà vita ad un incontro molto combattuto nei confronti di Roberto Alt e deve salutare la compagnia solo al termine dell’impieto-so tie-brek, mentre il secondo outsider del circolo cornense, raggiunge la finale a spese di Matteo Zanin, primo del seeding, e dell’atteso 19en-ne Davide Lotti. Nella parte bassa del tabellone, nel turno di semifinale, Zacchigna riesce a disinnescare le trappole tattiche dell’esperto Alt. Si arriva alla finale con un Biancuzzi che sembra abbastanza appagato dalla sorprendente cavalcata, calo di tensione che l’avversario giuliano casti-ga, grazie alle imprendibili soluzioni del dritto mancino ed alle potenti prime di servizio. Durante le simpati-che premiazioni, oltre agli applausi per i quattro migliori giocatori, il direttivo del circolo ha premiato i protagonisti della finalina dei volenterosi NC: Si-mone Mocchiutti, il vincitore, e Massi-mo Bonfada, secondo classificato. Intanto quello che viene ormai consi-derato un vero campionato invernale a squadre, la Cà D’ORO Cup FVG, fio-re all’occhiello della Fit regionale, sta assumendo le sembianze di un inarre-stabile successo di partecipazione. In questa edizione si è passati da 73 a 94 squadre: l’incremento ( 29%) è dovuto anche alle novità del nuovo regola-mento che predispone un allargamen-to dei partecipanti incanalandoli in 4 tornei distinti e consente ai club sotto organico di chiedere anche un gioca-tore in prestito. Il versante femminile, dedicato alle giocatrici di quarta categoria, ha riunito 22 squadre divise in 4 gironi, mentre il tennis dei migliori giocatori regionali ha richiesto un girone unico di 8 compagini, nel quale sono confluite le racchette di terza categoria, rinforzate da un sestetto di seconda. Ben 64 sono le squadre che popolano i due pianeti dei classificati di quarta: il primo gruppo, quello dei “4° Libero” prevede 6 gironi per un totale di 34 compagini, mentre il secondo, “Limitato 4.3” conta di 5 gironi (30 squadre).

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�A sinistra Christian Carli riceve il Premio Agretti. A destra la Premiazione di Fabian Mazzei

�Thomas Biancuzzi e Davide Zacchigna

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la voce delle REGIONI SUDCENTRONORD

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LAZIOI campioni regionali e nazionali 2010

di Marcello Giordani

Si è svolta, il 15 dicembre, pressi il Circolo Tennis Excell di Roma in via degli Scolopi, la tradizionale manifestazione di chiusura anno organiz-zata dal Comitato Regionale Lazio durante la quale sono stati premiati i Campioni Regionali e Nazionali del 2010. Il CRL era presente al gran completo con il Presidente Tropiano, i vice La Malfa ed Ettore Marte, i Consiglieri Celestini, Giordani, Fabbri, Cenci, Graziotti, Vellini, Rea e Ciancarelli. Cordiale il clima della manifestazione che ha visto tra i pre-miati il neo Campione d’Italia Vincenzo Santopadre che ha riportato il titolo, con il suo Canottieri Aniene, nella capitale dopo ben 46 anni! Ha ritirato l’ennesimo titolo degli assoluti laziali vinto alla tenera età di 39 anni! Un esempio di longevità ma anche di grande serietà per le nostre giovani leve. Non potevano mancare le rappresentanti dell’altra squa-dra laziale, il TC Viterbo, che si è fregiata del titolo per la quinta volta consecutiva consentendo alla nostra regione una doppietta storica e mai raggiunta in passato. La cagliaritana Anna Floris e Valentina Sulpi-zio accompagnate dal dirigente Barili hanno ritirato la targa offerta dal Comitato e ricevuto i calorosi applausi di tutti i presenti per la loro en-nesima impresa. Le premiazioni sono poi proseguite con la consegna, da parte dei Consiglieri presenti, degli altri titoli individuali e a squadre e dei numerosi titoli nazionali vinti in regione. In conclusione, dopo gli auguri di prammatica per le imminenti festività natalizie, tutti i presenti sono stati invitati alla cena offerta dal CRL nel ristorante del Circolo.Precedentemente si era tenuta L’Assemblea Regionale di metà man-dato del C.R.Lazio dove l’Avv. Tropiano aveva illustrato il fattivo lavoro svolto dai vari settori del Comitato durante il primo biennio sofferman-dosi sull’incremento dei tesserati e quindi sul crescente interesse in regione per questo sport e sugli sforzi fatti per allinearlo alle rinnovate necessità della domanda. La crescente informatizzazione sarà il futu-ro che permetterà a Federazione e Circoli di ottemperare meglio ai propri compiti facilitando lo scambio di informazioni e l’acquisizione di quei dati necessari a snellire il lavoro di aggiornamento delle classi-fiche. Al termine della relazione del Presidente l’Assemblea ha votato all’unanimità il rinnovo alla fiducia dell’attuale Consiglio Regionale. A.S. Tuscolana vince il Campionato Invernale 2010 IVa categoria lim. 4/4 Dopo aver vinto il proprio girone le magnifiche ragazze del presi-dentissimo Rodolfo Mazza, Paola Graziani, Alessia Flamini e Caterina Sardella, hanno superato le rivali del New Green Hill dopo una accesis-sima finale, svoltasi presso il T.C. Garden di Roma, risoltasi al doppio di spareggio che si sono aggiudicate per 63 36 10-4.

LIGURIAFinale Ligure trionfa in coppa

Di MARCO PRETI

Da quando si è deciso di creare un campionato ligure di livello 2.7, dedicato al non dimenticato maestro Fabio Bonici, il Tennis Club

Finale Ligure, pur essendo da anni un protagonista in serie B ed in serie C, non l’aveva mai vinto. Quest’anno il momento giusto è arri-

vato, grazie ad una formazione equilibrata e completa, che ha coro-nato il suo sogno nella finale disputata a Lavagna contro il forte team dell’Amatori Armesi.Soprattutto in campo maschile, dove i finalesi disponevano di Damon-te, Pellerino e Poggi, è emersa la supremazia dei savonesi, mentre il club imperiese aveva l’arma di Martina Reggi, che alla fine non è bastata.A decidere tutto è stato probabilmente il singolare dei numeri 1, quel-lo tra il 2.7 Simone Damonte (Finale) ed il 2.8 Luca Amoretti (Armesi). Solo un successo di Amoretti, abbinato alla forza della Reggi, poteva infatti far passare il pronostico dalla parte di Arma. Ma Amoretti, pur impegnando a fondo Damonte, alla fine non ce l’ha fatta. Perso il pri-mo set 6-3, il ragazzo dell’Armesi ha sì trovato le forze per portare dalla sua parte il secondo (5-7), ma nel terzo Damonte è ritornato al comando con sicurezza, chiudendo con un 6-1.Nel secondo singolare Stefano Pellerino (3.1), un giovane che ormai è una sicurezza assoluta, ha portato a casa il secondo punto per il TC Finale: il suo avversario, l’esperto Matteo Viale, pur giocando a tratti un bel tennis, ha dovuto arrendersi per 6-4 6-2.Come detto, l’Armesi puntava molto sul femminile e Martina reggi non l’ha tradita. Pur dovendo affrontare una pari classifica, la 2,7 Clemen-tina Rovere, la Reggi ha confermato che la sua esperienza in gare di livello più alto può fare la dif-ferenza. Per lei, alla fine, è arrivato un 6-4 6-2 che riman-dava ai doppi ogni decisione.I due capitani, Pog-gi del Finale e Conti dell’Armesi, si riser-vavano per il misto, lasciando che a scendere in campo nel doppio maschi-le fossero gli stessi quattro atleti già impegnati nei singolari.Simone Damonte e Stefano Pellerino apparivano fin dai primi giochi più incisivi ed efficaci di Matteo Viale e Luca Amoretti. Dopo un 6-2 nel primo set, si confermavano addirittura con un 6-1 nella seconda frazione, consegnando quindi il titolo ligure della categoria al club di Finale Ligure.Ricordiamo che in semifinale era uscita la squadra detentrice, quella del CUS Genova, battuta dal Finale, mentre l’Armesi aveva escluso il TC Genova. IL RIEPILOGO DELLA BONICI – Girone A – Andrea Doria – TC Genova 2-3, Cus Genova – Andrea Doria 4-1, TC Genova – Cus Genova 3-2. Classifica: 1. TC Genova 2. Cus.Girone B – Loano – Finale 2-3, Break Point – Armesi 2-3, Loano – Bre-ak Point 2-3, Finale – Armesi 3-2, Armesi – Loano 5-0, Finale – Break Point 4-1.Semifinali: Armesi – TC Genova 3-1, Finale Ligure – Cus Genova 5-0. Finale: Finale Ligure – Armesi 3-1.

�La squadra del TC Finale Ligure

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LOMBARDIAGli oscar del tennis bergamasco

di Cristian Sonzogni

E’ stata un successo la prima edizione della serata degli Oscar del tennis bergamasco. Le migliori racchette orobiche si sono radu-

nate alla discoteca Xel di Seriate davanti a circa 400 persone per rice-vere un meritato riconoscimento per i risultati ottenuti nel corso della stagione. Andrea Falgheri (del Tc Brusaporto) tra gli uomini e Alice Moroni (dell’Accademia Vavassori di Palazzolo) tra le donne, ovvero i primi bergamaschi nei ranking mondiali Atp e Wta, hanno ricevuto gli Oscar più importanti. Poi altri 50 premiati, con gli oscar giovanili che sono andati a Baccalà (Brusaporto), Mora (Curno), Negrotti (Tennis Gi-gi Nembro) e Ayrton Marini (Tc Sarnico) tra i maschi; a Fermi (Tc Berga-mo), D’Auria (Parabiago), Bestetti (Brusaporto) e Provenzi (Tennis Gigi Nembro) tra le femmine. I due più forti quarta categoria a Bergamo nel 2010 sono stati Fabio Mapelli (Fortennis) e Laura Scarpellini (Tc Bergamo), mentre in terza categoria si sono imposti Luca Bruno (Bru-saporto) e Stefania Milani (Carpenedolo). Infine, tra i veterani, targa di miglior giocatore a Massimo Limonta (Villa d’Adda) e di migliore giocatrice a Cristina Casini (Bagnatica).Uno spazio è stato dedicato ai circoli vincitori dei campionati regionali e nazionali, un altro alla presentazione della squadra orobica di Cop-pa delle Province under 12. Un momento importante è stato quello della presentazione delle prove internazionali in provincia nel 2011, alla presenza dei direttori dei tornei. Saranno ben 5 gli appuntamenti in Bergamasca, a partire dal Challenger di inizio febbraio. Nell’ordi-ne, seguiranno il Futures maschile di Cividino, il Memorial Santì del Tc Bergamo, l’Itf femminile di Bagnatica e infine il torneo Futures di Brusaporto. E’ stato presentato anche il nuovo Annuario del tennis: 68 pagine a colori che racchiudono un’intera stagione di racchette orobiche e il resoconto dell’attività di 29 circoli. L’Annuario verrà distribuito nei club e nelle scuole di Bergamo e provincia in tremila copie. L’evento è sta-to organizzato da A&J e Annuario del tennis, in collaborazione con la Provincia e con la Fit - sezione di Bergamo. Tra i presenti, anche l’Assessore allo sport della Provincia di Bergamo Alessandro Cottini e l’arbitro internazionale Romano Grillotti.Dopo quasi tre mesi di gare sono stati assegnati, nei weekend del 15-16 e 22-23 gennaio, i primi titoli regionali della Coppa Comitato 2010/2011, della quale si sono conclusi i due gruppi di maggior rilievo (A e B) del femminile, e anche la categoria ‘Ladies 40 limitata 4.3’. Nella fascia A femminile la vittoria è toccata alle ragazze del Tennis Rozzano Training Team, le quali hanno riportato ‘a casa’ il titolo già vinto in tre occasioni, riscattando le finali perse nelle ultime due edi-zioni. Le milanesi, dopo aver chiuso al secondo posto il Girone B (in semifinale passano le prime due classificate di ogni raggruppamento), hanno superato per 2-1 il Tc Lodi, centrando la finale. Nell’ultimo at-to della competizione si sono prese la rivincita sulle comasche del Tc Tavernola (le stesse che le avevano sconfitte nel girone) imponendosi per 2-0, sui campi di casa, grazie alla doppietta nei singolari. A firmare il successo Arianna Magagnoli (2.4), Sara Marcionni (2.8), Sara Ventura (2.8) e Paola Cittera (4.1). E’ stato invece necessario il doppio decisivo per decretare la formazione vincitrice della B femminile, che alla fine ha premiato le ragazze del Tc Stezzano. Favorite della vigilia grazie alla

presenza di due 3.1 in rosa, le bergamasche hanno dominato in lungo e in largo la competizione, chiudendo a punteggio pieno grazie alle ripetute vittorie di Francesca Agazzi e Paola Capella, accompagna-te in squadra dalla 4.4 Nicoletta Colombi. Dopo il percorso netto nel Girone A le stezzanesi hanno regolato per 2-0 il Quanta Village in se-mifinale, mentre nella finale con la Canottieri Mincio (Mantova), dopo l’iniziale 1-1, Agazzi/Capella hanno dominato il doppio decisivo contro Sabbadini/Franzetti (entrambe 3.4), imponendosi 6-1 6-3 e mettendo in bacheca il titolo regionale.Si sono laureate campionesse regionali senza mai cedere un incontro anche le portacolori del San Donato Metanopoli, vincitrici nella cate-goria Ladies 40 limitato 4.3. A differenza delle due formazioni andate a segno nei gruppi A e B, le componenti del team milanese, classifiche alla mano, non partivano certo con i favori del pronostico (affrontan-do varie formazioni di livello, sulla carta, migliore) e di conseguenza la vittoria di Pellegrino (4.4), Nozzi (4.5), Simonetta (4.5) e Husken (4.5) acquisisce ancor più spessore. Dopo quattro successi consecutivi per 2-1, grazie ai quali hanno padroneggiato nel Girone A, le giocatrici del San Donato Metanopoli hanno cambiato marcia negli ultimi due turni, infliggendo un doppio 3-0 al Tc Milago, in ‘semi’, e al Tc Ambrosiano nell’atto finale.

MARCHEUn anno da incorniciare

di Roberto Senigalliesi

E’ positivo il bilancio 2010 del tennis marchigiano, celebrato in una grande festa al’Hotel Parco dei Principi di Grottammare. Dirigen-

ti, tecnici, atleti e giudici-arbitrisi sono ritrovati per festeggiare 12 mesi di successi, durante i quali i giovani marchigiani si sono messi in evi-denza in campo nazionale ed internazionale. A fare gli onori di casa il presidente del Comitato Regionale Emiliano Guzzo, al suo terzo anno di mandato, assieme ai componenti del consiglio ed ai suoi collabora-tori. “La stagione 2010 è una di quelle da tramandare ai posteri - ha detto il presidente Guzzo -. Abbiamo dimostrato ancora una volta di essere una regione piccola ma grande nei risultati. E questo grazie all’impegno ed alla passione di atleti, tecnici e dirigenti”. In termini nu-merici gli affiliati sono passati da 101 a 110, i tesserati sono aumentati del 15% (circa 4.500), le squadre iscritte ai vari campionati hanno avuto un incremento del 20%. I tornei organizzati,da febbraio ad ottobre, sono aumentati del 15% con il ripristino, dopo 30 anni, dei campionati regionali assoluti.A livello assoluto si sono disputati 2 tornei internazionali maschili (a San Benedetto e Recanati), uno femminile (a Fano) oltre al prestigio-so torneo internazionale U12 di Porto San Giorgio. Di rilievo anche i risultati agonistici. A livello assoluto l’ascolano Simone Vagnozzi (vin-citore del challenger di Marburg e finalista al Cairo), arrivato quasi ad un soffio dai top 150 del mondo, il sambenedettese Daniele Giorgini, l’altro ascolano Stefano Travaglia, vincitore del Futures di Rancagua (più due finali) e progredito di oltre 500 posti nella classifica mondiale. Tra i giovani il campione europeo under 14 Gianluigi Quinzi, la migliore speranza italiana, ma anche il titolo italiano under 11 di Samuel Ra-mazzotti (bissato da quello di doppio con Leonardo Battista), Alberto Lombardi,Compagnucci e Giunta. Ed il titolo italiano nella Pia Cup (per

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la voce delle REGIONI SUDCENTRONORD

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il secondo anno consecutivo). Dopo gli interventi (fra cui quelli del pre-sidente onorario Michele Brunetti) premiati circoli ed atleti che hanno vinto il titolo regionale.

MOLISE

AT Campobasso Campione d’Invernodi Ida Santilli

L’Associazione Tennis Campobasso regola il Ct Vazzieri e, aggiudi-candosi la fase regionale della Winter Cup, il campionato invernale

a squadre riservato ai giocatori della 4a categoria, si regala il titolo di campione d’inverno, con un girone all’italiana quasi “immacolato”. Il team di Villa de Capoa, nonostante la sconfitta nella seconda giornata proprio ad opera dei vazzierini, è riuscito ugualmente a qualificarsi per

la fase interregionale. I meriti sono un po’ di tutti: di Vincenzo D’Angelo, over 45 che dopo una lunga assenza dai campi sembra aver ritrovato un buon stato di forma, un gioco fluido a rete (lo ha dimostrato in tandem con Sandro Addona) e a fondocam-po; di Giovanni Catolino, che si è ar-mato di una grande determinazione e un pizzico di spregiudicatezza per spuntarla contro i validi Ivan Zullo (63 62) e Alberto Mastrangelo (76 61). Quest’ultimo, insieme a Luca Scra-scia, è portacolori dell’AT Termoli, la squadra più giovane del campionato (entrambi sono under 16). Niente da fare, quindi, per Michele Santilli e Fabrizio Fusco che hanno probabil-mente sottovalutato le potenzialità

della squadra “B” del tennis club campobassano. Il primo non è sce-so in campo per disputare il singolare consentendo agli avversari di mettere una seria ipoteca sul risultato: ci ha pensato il giovanissimo Coloccia (classe ’95) a ribaltare i pronostici della vigilia battendo il più esperto Fusco. Se il CT Isernia, ben rappresentato da Ivan Zullo e Fran-cesco Antonucci, ottiene un piazzamento soddisfacente, l’AT Agnone torna invece a casa a mani vuote nonostante l’impegno di Roberto Amicone e Andrea Consilvio.

PIEMONTE“Io gioco a tennis”, atto terzo

di Ugo Veglia

Si è svolta al Palaruffini di Torino la terza edizione di “IO GIOCO A TENNIS”, un grande meeting di minitennis per i giovanissimi. E’

stata una perfetta kermesse per l’intero movimento del tennis giova-nile, in quanto hanno partecipato molte scuole tennis della Regione Piemonte e della Valle D’Aosta. L’organizzazione dell’evento è frutto

dell’attività del Comitato Regionale Piemontese FIT e delle Scuole Tennis del Piano Integrato d’Area, nel rispetto dei programmi di fi-nanziamento della Regione Piemonte ed in accordo con il desiderio dell’As-sessorato del Comune di Torino, di portare a conoscenza delle famiglie la giusta età per intraprendere lo sport. L’attività, dedicata a ragazzi e ragaz-ze nati dal 2001 al 2005, ha coinvolto 260 partecipanti, in due giornate e su otto campi opportunamente allestiti all’interno del Tempio dello Sport di Torino. Il gioco si è sviluppato con la partecipazione dei ragazzini alla fase di qualificazione, suddivisi in due ses-sioni di gioco il sabato e due la dome-nica. I minitennisti raggruppati dappri-ma in 5 categorie (maschi 2001/2002, femmine 2001/2002 e 2003/04/05) e successivamente con l’ulteriore sele-zione di distinzione tra esperti, medi e principianti, hanno disputato una prima fase a gironi, in gruppi di 4, incontrandosi tra di loro in match di 1 miniset ai 7 punti. I primi due di ogni girone, si sono poi confrontati in un tabellone di vincenti nell’ambito della stessa sessione di gioco e analogamente hanno fatto i secondi due del girone, inseriti in un tabel-lone perdenti. I finalisti di tutti i tabelloni di qualificazione sono ritornati la domenica pomeriggio per la fase finale, regolata da tabelloni ad eliminazione diretta con tabellone di consolazione per i perdenti al pri-mo turno. Risultato: grande divertimento per tutti i bambini e grande soddisfazione degli addetti ai lavori per il risultato raggiunto.

SARDEGNAEcco il calendario 2011

di Lazzaro Cadelano

Sarà un anno con più qualità e meno quantità. È pronto il calendario 2011 dei tornei di tennis in Sardegna e subito balza all’occhio la tri-

pla cifra, con 108 appuntamenti che riempiranno i campi dell’Isola da gennaio a dicembre. Undici in meno dell’anno scorso, quando furono 119 e ancora meno del 2009 quando si toccò la cifra record di 123 ma-nifestazioni. La scelta è data soprattutto dalla rivoluzione che investe il settore giovanile con la politica di evitare le concomitanze in modo da concentrare i giovani nei tornei e consentire una monitorizzazione dei futuri agonisti prima a livello regionale e poi anche a livello nazionale.Tornei internazionali. Restano 7, con il Tc Cagliari sicuro protagoni-sta con il Senior Tour e il Futures femminile, ma con la possibilità di ospitare almeno un altro torneo mondiale. Fiore all’occhiello il tor-neo internazionale in sedia a rotelle di Alghero (23 maggio), mentre Tennis Europe ha promosso ancora la Torres Sassari e Alghero con le due coppe per nazionali, Copa del Sol (giugno) e Nations Chal-lenge (agosto). Nel mezzo l’internazionale Senior di Monte Urpinu a luglio. Si conferma sempre il 15 mila dollari di Porto Torres (settem-bre) seguito dalla doppietta rosa di Cagliari e Settimo San Pietro.

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��La premiazione della terza edizione di “Io gioco a tennis”

�Vincenzo D’Angelo

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Open. La novità più prestigiosa riguarda sempre il Tc Cagliari che dopo più di 10 anni riporta sulla terra rossa di Monte Urpinu i campionati sardi Assoluti (dal 4 luglio). Sempre il circolo del capo-luogo aprirà il circuito dei tornei Open che saranno in tutto 11 (13 l’anno scorso) con un torneo del massimo livello ogni mese: Or-tacesus, Torres, Serramanna, Gonnosfanadiga, Barisardo, Terra-nova Olbia, Dorgali, Tc Sassari Ciafardini e Assemini. Crescono gli appuntamenti Rodeo che diventano 8, così come ci saranno 4 tornei Veterani con il Tc Su Planu sede dei campionati sardi Over. Terza e Quarta. E’ la fetta più grossa dei tornei, che coinvolgeranno giovani, adulti, agonisti, aspiranti tali e amatori in 48 appuntamenti di cui 25 a Sud, 16 a Nord e 7 tra Nuoro e Oristano. Il Poggio Sport Village ospiterà la prova unica di Qualificazione ai campionati Italiani di Terza. Under. I campioni sardi giovanili si eleggeranno come sempre a Le Sa-line nel trofeo Angelini. In tutto i tornei under saranno 30 (erano 46) di cui 10 che faranno parte dell’innovativo circuito Fit Ranking Program: quello principale (5 tappe più il Master) e quello del Consorzio del Nord (4 prove). Proprio la prima tappa del Frp della Torres ha aperto il 2011, con il Nord dell’Isola che ha messo su un apparato organizzativo che si occuperà del settore giovanile a cominciare proprio dal FRP. Il Tc Serramanna ospiterà il primo torneo vero e proprio dal 31 gennaio, mentre il Rodeo di Porto Torres chiuderà a dicembre il calendario.

SICILIAConsegnati gli “oscar” del 2010

di Fabio Tedesco

Il Circolo del Tennis e della Vela di Messina ha ospitato a fine novem-bre quello che ormai è diventato un appuntamento di spicco per il

tennis siciliano. Nel capoluogo peloritano si è infatti svolta la secon-da edizione della Festa del Tennis Siciliano, manifestazione anche quest’anno fortemente voluta dal Comitato Regionale della Federten-nis presieduto da Gabriele Palpacelli. La festa si è svolta in due fasi. Nella prima c’è stato un raduno un ra-duno dei miglior atleti 1998 e 1999 che si è svolto sotto la guida dei tecnici Regionali, i maestri De Simone e Visalli. Successivamente nella Club House, si è dato il via alla cerimonia di premiazione degli atle-ti che in questa stagione si sono distinti in campo internazionale, gli atleti vincitori dei titoli italiani e regionali individuali, oltre alle società che hanno conquistato i titoli regionali a squadre. Sono state inoltre premiate le prime tre società classificate del “Trofeo FIT Sicilia” divi-se per fasce di appartenenza ed infine le società che hanno ottenuto promozioni in Serie A ed in Serie B. “Questo evento - ha sottoli-neato il Presidente Palpacelli – rappresenta un momento importante per tutto il movimento tennistico siciliano. Il Consiglio Regionale ha ritenuto doveroso attribuire i giusti riconoscimenti a società ed atleti

che hanno raggiunto in questa stagione prestigiosi traguardi. Anche in questa occasione quella ospitata dal CT Vela Messina, Club di grandi tradizioni, che sentitamente ringrazio a nome di tutto il Consiglio re-gionale, è stata una bellissima festa cui ha fatto da degna cornice una grande presenza di tutte le componenti del tennis siciliano riunite per trascorrere insieme una splendida giornata di sport”.Si è quindi passato alle premiazioni, che sono state ben 58. Prima di concludere le premiazioni, Anna Romano, moglie del presidente regionale Gabriele Palpacelli, ha orgogliosamente consegnato quan-to raccolto durante l anno a Roberta Cascio, presidente provinciale di Palermo del Cip, somma che servirà per l’acquisto di una carrozzina da tennis per diversamente abili. Alla fine della bella cerimonia il Presi-dente Palpacelli salutando ha dato appuntamento alla terza edizione della Festa Del Tennis Siciliano, che si svolgerà nel 2011 a Siracusa in onore ad Ignazio Caschetto, vicepresidente vicario del comitato regio-nale siciliano da poco scomparso.

TOSCANA Il tennis a Coverciano

di Enrico Roscitano

Si è svolta sabato 29 gennaio l’Assemblea biennale delle società tennistiche toscane ospitata nella suggestiva e prestigiosa Aula

Magna del Centro Tecnico Federale di Coverciano. La manifestazio-ne, presieduta dal Prof. Marcello Marchioni, componente della Giunta Nazionale del Coni e Presidente degli Assi Giglio Rosso di Firenze ha avuto una partecipazione superiore alle aspettative, ed è stata divisa in due fasi: la prima, preliminare, ha visto l’assegnazione, da parte della Federtennis Toscana, di una lunga serie di premiazioni e riconosci-menti; la seconda, ordinaria, ha avuto come programma principale la relazione tecnico-morale del Presidente del Comitato Regionale Avv. Guido Turi. Da sottolineare la compostezza degli intervenuti, premiati e non, che, assieme hanno sostenuto la riunione fino al suo epilogo. Grandemente apprezzata la fase delle premiazioni di tutti coloro che hanno vinto titoli italiani nell’arco degli anni 2009-2010 e dei riconosci-menti indirizzati a società, dirigenti, ufficiali di gara, preparatori fisici, insegnanti di tennis e personaggi del tennis toscano. Nell’occasione sono stati elargiti premi anche ai vincitori di titoli italiani individuali ed a squadre nello sport del Beach Tennis. Nella grande abbuffata di premi ci piace segnalare quelli andati alle giovani e concrete speranze to-scane, tutti purtroppo assenti per motivi agonistici, come la lucchese Jessica Pieri, che ha vinto scudetti tricolori nelle categorie under 11, 12

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� La premiazione della prima tappa del Fit Ranking Program alla Torres Sassari

� La festa del tennis siciliano

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la voce delle REGIONI SUDCENTRONORD

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e 13, la pisana, nata a Firenze, tesserata per il Tennis Club Prato Marti-na Trevisan, il senese Christian Perinti ed il livornese Federico Maccari. Per quanto riguarda i club, nella classifica relativa al memorial “Cini”, che premia l’attività giovanile sono risultati primi la Cooperativa Tennis Livorno nel 2009 ed il Tennis Club Prato nel 2010, mentre il memorial “Vanni Canepele”, attività globale, è andato al Circolo Tennis Firenze per il 2009 ed ancora il Tennis Club Prato per la stagione appena chiu-sa. La parte preliminare si è chiusa con un riconoscimento speciale che ha commosso tutti i presenti: quello alla memoria assegnato ad Adriano Bandini ritirato dai figli Alberto e Maurizio. Esaurita la fase preliminare, è toccato al Presidente Guido Turi aprire quella ordinaria con la lettura della relazione che è stata poi approvata all’unanimità dall’Assemblea. La relazione ha toccato tutti i settori della Federtennis Toscana evidenziando gli aspetti positivi (tanti) e negativi (pochi) del nostro sport e come il grande lavoro della Federazione nazionale sia portato a far crescere il movimento sia dal punto di vista organizzati-vo che agonistico. In chiusura di relazione, il Presidente del Comitato, riconoscendo il grande lavoro di tutti, ha ringraziato di cuore, anche a nome del Consiglio Regionale, dirigenti, consiglieri e collaboratori che si sacrificano avendo una comune passione per il tennis. “Sono felice – ha detto il Presidente Turi – per come si è svolta l’assemblea e soprattutto per la grande partecipazione dei club toscani. Con un tempo certamente non ideale, sono intervenuti da ogni dove della regione. Molti i premi ed i riconoscimenti assegnati a dimostrazione che la Toscana tennistica è viva ed effervescente in ogni situazione. Nell’occasione non si poteva non parlare di Adriano Bandini, il cui ri-cordo rimane indelebile nella mente di tutti gli appassionati di questo nostro bellissimo sport. Chiudo con una ringraziamento particolare a Marcello Marchioni, ormai collaudato compagno di viaggio delle as-semblee del tennis toscano, e al Centro Tecnico Federale di Covercia-no nelle persone del Direttore Paolo Piani e del responsabile dell’Uffi-cio Stampa Franco Morabito che ci hanno ospitati in questa giornata importante per il tennis.”

TRENTINO Winter Cup fino a marzo

di Luca Avancini

La Winter Cup non perde colpi. Comunque la si voglia interpretare, alla stregua di un buon allenamento, di un’occasione per affinare

la condizione in vista dell’inizio della stagione all’aperto o magari, più seriamente, come un trofeo di prestigio da mettere in bella vista nel-la vetrina del circolo, la manifestazione ideata una decina di anni fa dal Comitato Trentino continua a mantenere immutato nel corso del-le stagioni il suo rilievo e la sua importanza all’interno del calendario invernale. Lo conferma ancora una volta l’alto indice di gradimento e il significativo numero dei circoli coinvolti, oltre una trentina, nella nuova edizione della manifestazione che è scattata a fine gennaio e che si concluderà nel prossimo mese di marzo. Manifestazione che da quest’anno ha riaperto le porte anche alle categorie giovanili. Il torneo maggiore, quello di serie B, ha visto al via ben sette formazioni, tut-te di altissimo profilo. La lotta al titolo si preannuncia di conseguenza piuttosto interessante, con tante possibili candidate al successo. Da una parte le trentine, Ata, Rovereto e Trento, dall’altra le altoatesine,

il Comune Bolzano di Gianluca Gatto, il Merano (in campo con due squadre) e il Rungg rinforzato da Mathias Wolf, in prestito proprio dal Ct Trento. L’Ata si affida all’esperienza di Matteo Gotti e Luca Stoppini, affiancati da un manipolo di giovani rampanti, Marlon Sterni, Gian-marco Giua, Gianluca Pecoraro e Carolina Cestarollo, il Rovereto ha in formazione oltre al tecnico Federico Polvani, Devid Sterni, Giorgio Az-zolini, Matilde Volani e il “prestito” rivano Bernardo Bernardinelli men-tre il Trento schiera i titolari della cadetteria, Sasha Rampazzo, Andrea Dossi, Antonov Gerginov insieme alle emergenti 16enni Sara Eccel e Francesca Fusinato. Ben ventisei le squadre in gara nel torneo di serie C, suddivise in quattro gironi che promuoveranno le prime classificate alla fase finale ad eliminazione diretta. Le trentine sono in tutto dodici: il Rovereto con due formazioni, quindi Arco, Ata Battisti, Cinque Con-trade, Darzo, Levico, Mori, Pergine, Predazzo, Tesero e Trento. Sette invece le squadre che si contenderanno il titolo giovanile, riservato alle categorie under 10, 12 e 14. Cinque i circoli trentini rappresenta-ti, il Ct Trento presentatosi con due squadre, l’Ata Battisti, il Tc Arco, l’At Levico e il Tc Mori, tutte se la vedranno con l’unica altoatesina in gara, il Lana. La formula prevede la disputa di cinque singolari: under 10 misto, under 12 maschile, under 12 femminile, under 14 maschile, under 14 femminile.

UMBRIA Una storia che si rinnova da 26 anni

di Sergio Pioppi

Quando è nato il Circuito dell’Umbria Tennis, era il 1986, nessu-no ancora pensava in Italia alla fine della Prima Repubblica e nel

mondo alla caduta del Muro di Berlino. Poi entrambi si sono verificati. Caduto il Muro di Berlino nel 1989, mentre nel 1994 in Italia si celebra il battesimo della Seconda Repubblica. Adesso si parla addirittuta della fine della Seconda Repubblica, ma il Circuito dell’Umbria Tennis è sem-pre lì pronto ad ospitare migliaia di tennisti, molti dei quali provenienti da fuori regione, per la 26esima edizione che partirà da Gubbio il 9 marzo 2011 e terminerà a Marsciano, dove è in programma il Master, il 27 agosto dopo la disputa di ben 24 tornei. Il Circuito dell’Umbria Tennis è diventato così un classico dello sport umbro grazie alla storia raccontata dai tanti protagonisti che sono sfilati negli anni sul podio. Grazie agli organizzatori delle varie tappe, grazie ai dirigenti storici del Circuito come Domenico Baglioni, G.Carlo Rosichetti ed il presidente Roberto Milliani che ha sempre tirato le fila dell’organizzazione.Novità per il 2011 – Le novità del 2011 rappresentano l’ingresso per la prima volta dei circoli Janus Fabriano e Tennis Club Todi, il ritorno del Circolo Tennis Foligno e Tennis Club Bastardo e l’uscita momentanea del Circolo Tennis Acquasparta e Narni Sport Center.24 tornei più Master – Dei 24 tornei in programma due sono Open maschile, un Open femminile, sei Seconda categoria maschile, quin-dici Quarta categoria maschile. Infine il Master di Marsciano, 23-27 agosto 2011, al quale partecipano i migliori otto di ogni categoria.Circolo partecipanti – Circolo Tennis Gubbio, Circolo Tennis Umberti-de, Janus Fabriano, Tennis Club Marsciano, Tennis Club Todi, Circolo Tennis Città di Castello, Associazione Sportiva Tennis ’90 Orvieto, Ten-nis Club Amelia, Tennis Club Bastardo, Polisportiva Circolo Lavoratori Terni, Circolo Tennis Spoleto, Polisportiva Polaris Terni, Circolo Tennis

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Foligno, Junior Tennis Terni, Tennis Club Perugia, Junior Perugia, Villa Candida Foligno, Tennis Club Norcia, Circolo Tennis Montarello Spole-to. Sponsor principale: Stella Energia.

VALLE D’AOSTA Gabba ed Agazzi trionfano al Minini

di Demetrio De Gaetano

Il Memorial “Minini” ha appena festeggiato la 13a edizione (la se-conda indoor), probabilmente la migliore in assoluto. La formula è

stata quella del torneo open con due sezioni intermedie dedicate ai giocatori di 3a e 4a categoria. L’intervento di sponsor privati e istituzionali ha permesso al Tc Club Chatillon di Saint Vincent di or-ganizzare un torneo con montepremi di duemila euro sia per il tabel-lone maschile che per quello femminile. Un centinaio i tennisti al via, di cui circa la metà di 2a categoria, che sotto la direzione del G.A. Renzo Perfumo, hanno dato vita a dieci giorni di tennis spettacolare sui campi in Play It di Via Italo Mus. Al solito molto nutrita la parteci-pazione dei giocatori valdostani nei vari tabelloni. In campo maschile solamente Laurent Bondaz e Saul Toniolo figuravano nel tabellone

finale, ma purtroppo veni-vano eliminati al loro primo incontro. Nello stesso ta-bellone c’è da segnalare l’exploit del giovane Tom-maso Metti che, non com-preso tra le teste di serie, riusciva ad eliminare negli ottavi la n. 4, Gabriele Dut-to per poi issarsi sino alla semifinale nella quale finiva per cedere 62 62 alla n. 1, Luca Serena, già finalista lo scorso anno. Nella parte bassa del tabellone tutto secondo pronostico con la n. 2, Andrea Agazzi, e la n.

3, Alessandro Arginelli che si sfidavano in semifinale. Alla fine di un incontro combattutissimo Agazzi guadagnava l’accesso in finale col punteggio di 67 64 63. La finale mostrava un tennis serve&volley raro da vedere al giorno d’oggi: finiva per avere la meglio Agazzi, che aggiudicandosi due tie-break costringeva Serena alla seconda sconfitta consecutiva in finale.

In campo femminile erano due le valdostane ammesse di diritto al tabellone principale: la detentrice del titolo, Martina Caregaro e

Monica Cantele alle quali si è aggiunta Valeria Campigotto prove-niente dal tabellone di 3a. Per Cantele e Campigotto l’avventura si concludeva al secondo turno, comunque contro avversarie con clas-sifica migliore. Martina Caregaro, accreditata della testa di serie n. 4, entrava in gara a livello di ottavi e marciava spedita fino alla semifi-nale contro la n. 1 del tabellone Giulia Gabba. La Caregaro partiva bene ma finiva per cedere 06 62 64. Nel frattempo, nella semifinale della parte bassa Anastasia Grymalska (n.3) sovvertiva il pronostico e con un doppio 63 superava Paola Cigui (n.2). Nella finale ancora una

partenza lenta della Gabba che finiva poi però per imporsi per 46 64 64 sulla Grymalska.

VENETOQuesta volta tocca agli over

di Roberto Bonigolo

Dopo i brillanti risultati ottenuti a livello nazionale dalle nostre gio-vani promesse, nonché dai terza e seconda categoria, anche i no-

stri “over” si sono fatti valere con una serie di exploit meritando i titoli in prima pagina. Anche se il raccolto non è stato così copioso come l’anno scorso (allora ben tre titoli conquistati in campo maschile ed uno in quello femminile introitato) anche quest’anno i nostri “vet” si sono ben comportati nell’edizione numero 56 dei campionati indivi-duali che si è svolta come di consueto presso il T.C. Mare e Pineta di Milano Marittima con la presenza di quasi 600 atleti partecipanti. Il mi-glior risultato in campo maschile è stato ottenuto dal veneziano Paolo Lazzari che non considerato tra le teste di serie (era infatti classificato solo 4.3) si è aggiudicato il titolo over 60 nei confronti del più titolato Bruno Orecchio (3.5), costretto peraltro al ritiro nel corso della finale. Da notare che nei turni precedenti lo stesso Lazzari aveva eliminato al termine di una sofferta partita il compagno di circolo Giuseppe Baru-sco accreditato della seconda testa di serie con classifica 3.5. Buoni risultati sono arrivati anche nel tabellone over 40 dove Luca Vigani (2.6 S.C. 2001 Vittorio Veneto) è approdato in finale, qui stoppato in due appassionanti partite dalla seconda testa di serie Giovanni Farolfi. Se a tutto questo si aggiungono anche alcuni brillanti risultati ottenuti in precedenza nei campionati a squadre a livello nazionale (terzo gradi-no del podio da parte dell’A.T. San Giovanni Lupatoto nell’over 70 e la quarta posizione acquisita dal C.T. Arzignano nell’over 35) nonché nei vari circuiti e master (grazie al finalista Vitaliano Bulgarelli nel ma-ster di Villafranca e al 2.5 veronese Massimo Zampieri, attualmente numero due del ranking mondiale di categoria over 45, che ha vinto lo stesso Master Grand Prix ed il titolo a squadre over 45 con il Villa d’Ad-da) non si può che respirare un’aria di piacevole soddisfazione per que-sti nostri veterani. Lo stesso G. Carlo Merzi, dirigente federale veronese, già vice presidente vicario regionale e ora responsabile veterani a livello nazionale, ha parole di entusiasmo per questi exploit: “Ero presente in veste ufficiale a questa importante rassegna nazionale che ha visto una vera e propria invasione di atleti a disputare agguerrite partite per ag-giudicarsi i venticinque scudetti nelle varie gare. Mi ha fatto davvero pia-cere aver potuto premiare tra le varie categorie anche molti atleti veneti che pure quest’anno si sono messi in luce. Mi sembra proprio di buon auspicio per la nostra regione, a testimonianza della completezza del nostro settore agonistico in tutte le categorie”.

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�Le finaliste del Minini Gabba e Grymalska

�Paolo Lazzari, campione nazionale Over 60, con il compagno di circolo Giuseppe Barusco

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Super Tennis

AAnno dopo anno il beach ten-nis si è reso protagonista di una crescita costante, aumentando, sensibilmente e progressiva-mente, il numero dei tesserati, così come quello dei tornei.Grazie all’ottimo lavoro svolto sul territorio, ogni regione ha incrementato i propri iscritti e, altro aspetto fondamentale, si è riusciti a riportare l’Emilia Ro-magna all’interno della FIT. Il bilancio del 2010 parla chiaro: 5800 i tesserati, più di 400 i tor-nei organizzati, per una parteci-pazione agli stessi di circa 21000 unità.Anche nel 2011, il beach tennis vuole migliorare numeri e quali-tà e per gestire al meglio il suo processo di crescita, sono state apportate importanti novità.Con gli Atti Ufficiali di novem-bre, infatti, sono state introdot-te una serie di modifiche ai re-golamenti del Beach Tennis.Quella principale è l’introduzio-ne della tessera agonistica che andrà ad affiancare quella già esistente. I giocatori potranno scegliere la propria tessera (il passaggio da non agonistica ad agonistica è consentito anche nel corso dell’anno) in base alla tipologia dei tornei che vorran-no disputare. Per iscriversi ai campionati italiani e per par-tecipare ai tornei che avranno un montepremi in danaro sarà necessario avere la tessera ago-nistica, mentre per partecipare ai tornei senza montepremi oc-correrà avere una tessera beach

tennis di qualsiasi tipo. Naturalmente, anche la formula degli incontri è differenziata in base alla presenza degli agoni-sti o meno.Un’altra novità riguarda le clas-sifiche. Queste sono state ri-ordinate ad inizio 2011 in base ai nuovi parametri che vedono un ristretto gruppo di giocatori di prima categoria (10 uomini e 7 donne) e tutti gli altri gio-catori distribuiti (a prescindere

dalla tipologia della tessera) in 9 gruppi, suddivisi in 4 gruppi di seconda e quattro di terza, oltre ai 4NC. Il metodo per l’assegnazione dei punti è lo stesso, ovvero ogni torneo assegna dei punti in base ad una serie di parametri, quali il turno raggiunto, il mon-tepremi, la tipologia del torneo ed il numero delle coppie iscrit-te.Altro elemento importante è la

variazione dei criteri per la de-terminazione delle teste di serie. Rispetto al passato non si terrà più conto dei punti progressivi e nemmeno di quelli ottenuti a fine anno scorso. Detto ciò il mondo del beach tennis non si ferma mai. Anche quest’anno la stagione invernale è intensa e vedrà per il secondo anno consecutivo il proprio cul-mine con i Campionati Italiani indoor al Palabeach di Imola.

Il bilancio del 2010 parla chiaro: 5800 i tesserati, più di 400 i tornei organizzati, per una partecipazione agli stessi di circa 21000 unità. Con la nuova stagione sono state introdotte una serie di interessanti

modifiche ai regolamenti che vanno dalla tessera agonistica alle classifiche nazionali

I NUMERI DELLA CRESCITA

Un 2011 da protagonisti

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beach tennis

DI MASSIMO CAPUTI

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MMentre i top players stanno in-crociando le racchette al caldo australiano, in Europa si affilano le armi per una stagione sporti-va che si preannuncia lunghissi-ma e ricca di appuntamenti.Dall’Australia intanto arrivano già i primi riscontri con i tornei disputati in Queensland e Ade-laide che hanno fornito precise indicazioni e conferme su alcu-ni giocatori. Lo svedese Stefan Olsson, che aveva dominato nell’ultimo scorcio dell’anno vincendo il master ad Amster-dam, nel tour down under che precede il big event dello slam di Melbourne ha centrato la vit-toria sia in Queensland che ad Adelaide riproponendosi come uno dei maggiori candidati al trono che conserva orami da diverse stagioni il Giapponese Shingo Kunieda.In campo femminile la giovane olandese Aniek Van Koot e l’au-straliana Daniela di Toro hanno approfittato dell’assenza di Ester Vergeer, che arriverà in au-stralia per disputare direttamen-te lo slam, per aggiudicarsi i due tornei sopracitati precedenti a Melbourne.La di Toro ha battuto Aniek in Queensland mentre l’olandese si è presa la rivincita ad Ade-laide anche se queste vittorie non cambiano sostanzialmente la loro classifica che vede l’au-straliana al secondo posto del ranking mondiale e l’olandese al quinto.E gli italiani?I principali “sospetti”, vedi Fa-

bian Mazzei e Marianna Lauro, hanno trascorso il breve periodo di pausa invernale allenandosi duramente per essere al meglio già da questi primi mesi e so-prattutto per mantenerla più a lungo possibile visto che il circu-ito non conoscerà praticamente soste durante tutto l’anno.Il bolognese Mazzei ha in pro-gramma di partecipare al torneo internazionale di Cuneo e poi successivamente sarà di scena in sud america dove parteciperà ai tornei di Cile, Brasile ed Argen-tina mentre la Lauro, anche lei in campo a Cuneo, concentrerà la

sua attenzione maggiormente sui tornei europei.Ma non ci sono solo Mazzei e Lauro tra i globetrotter del cir-cuito, molti altri seguono le loro tracce da tempo e anzi c’è chi ha in mente di attuare program-mi molto ambiziosi.Diego Amadori, Mauro Curio-ni, Luca Spano e Marco Sottani sono stati i primi italiani a parte-cipare ad un torneo del circuito, esattamente al futures “Pajulah-ti open” in Finlandia nel primo torneo europeo del 2011.E i risultati sono stati davvero positivi.

Mentre Mauro Curioni e Marco Sottani non sono riusciti a su-perare il primo turno, sconfitti rispettivamente da Tenhunen e Christoffer, ottime sono state invece la prestazioni di Diego Amadori e Luca Spano.Amadori è giunto in semifinale sconfitto dallo svedese Wallin, testa di serie numero 1, ma an-cora meglio ha fatto Luca Spano che raggiunta la finale era deci-so a mettere il primo sigillo az-zurro nel circuito mondiale 2011 e vendicare il proprio compa-gno di doppio.Purtroppo però lo svedese ha fatto prevalere la sua forza e la sua esperienza anche sul nova-rese vincendo il torneo con il punteggio di 64 62.Resta comunque ottima la pre-stazione dell’azzurro, al rientro alle gare dopo una lunga assen-za, l’impressione è che se Spano darà continuità al proprio gioco ha ottime potenzialità per emer-gere e arrivare ad avere una clas-sifica più consona al proprio valo-re. Spano e Amadori infine sono giunti in finale anche nel doppio purtroppo sconfitti dalla coppia Tenhunen-Wallin per 61-63.Intanto è già ripartito anche il circuito dei tornei italiani con il primo torneo nazionale “Active sport” a Castagneto in provincia di Brescia.Il torneo bresciano sarà il primo di una serie di 12 tornei che im-pegneranno i nostri giocatori fino al prossimo dicembre dove il torneo di Padova chiderà uffi-cialmente la stagione italiana.

Dopo le sfide al caldo australiano il circuito internazionale si prepara a sbarcare in Europa. In Italia il primo appuntamento nazionale è l’“Active sport” a Castagneto, in provincia di Brescia. Il torneo

lombardo sarà solo il primo di una serie di 12 tappe in programma fino al prossimo dicembre

STAGIONE AL VIA

A caccia di punti!

43Super Tennis

tennis in carrozzina

DI FEDERICO ROSSI

Fabian Mazzei

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in Campania, in Emilia Romagna,in Friuli Venezia Giulia, nel Lazio,

in Lombardia, in Piemonte,in Sardegna, in Trentino Alto

Adige, in Valle d’Aosta e nel Veneto

canale

180canale

224in streaming su www.supertennis.tv

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Super Tennis

Torna la Davis in direttaChi strapperà la Coppa Davis alla Serbia? È già tempo di esami per le squadre del World Group. Marzo sarà il primo test per capire le ambizioni e il valore dei team che sognano di alzare la pregiata “Insalatiera”. SuperTen-nis scenderà al fianco dei giocatori, raccontando passo dopo passo l’evolversi del torneo. Una grande esclusiva che coinvolge anche l’Italia e tutti i match degli azzurri nel gruppo 1 euro-africano (debutto fissato per luglio). Il canale federale trasmetterà tutte le fasi della manifesta-zione. Un lungo anno in compagnia della competizione a squadre più bella, più intensa, che si chiuderà soltanto a dicembre (dal 2 al 4) con la finale e l’assegnazione del titolo di campioni del mondo.Le dirette della Coppa Davis partiranno dal World Group e dalla sfida tra la Francia, finalista del 2010, e l’Austria di

Jurgen Melzer. Confronto che è in programma dal 4 al 6 marzo e che si giocherà in Austria, che potrà quindi de-cidere la superficie e le condizioni di gioco. Primo turno interessantissimo, con i francesi che dovranno fare attenzione alla costante crescita di Melzer, entrato quest’anno tra i top10, e all’entusiasmo del clan austriaco. Austria che è approdata quest’anno nel World Group dopo un periodo di purgatorio nel gruppo 1 e che ora punta ad un piazzamento storico. Dall’altro lato, però, la Francia potrà sempre contare sull’esperienza e sul carisma del suo capitano Guy Forget che avrà ampia scelta per la composizione del team da portare in Austria. Francia che deve riscatta-re la delusione per la finale persa a Belgrado.Il primo week-end di marzo, comunque, non sarà solo tennis maschile. Per gli amanti del circuito Wta, SuperTennis ha pronta una due giorni di grande tennis da Monterrey. Semifinali e finale, a partire da sabato 5 marzo. Torneo che vedrà al via anche Sara Errani, oltre all’ex numero 1 del mondo Jelena Jankovic, che ha già ufficializzato la propria partecipazione. Tan-to tennis in diretta, solo su SuperTennis.

di Giovanni Di Natale

45

Martedi 1◙ 23:00 Tennis Club

Mercoledi 2◙ 23:00 Wimbledon Classics Match◙ 23:30 Circolando

Giovedi 3◙ 23:00 Sottorete

Venerdi 4◙ LIVE Coppa Davis World Group

Sabato 5◙ LIVE Coppa Davis World Group◙ 23:00 WTA Monterrey (Semifinali)

Domenica 6◙ LIVE Coppa Davis World Group◙ 23:00 WTA Monterrey (Finale)

Lunedi 7◙ 23:00 FOCUS

Martedi 8◙ 23:00 Tennis Club

Mercoledi 9◙ 23:00 Wimbledon Classics Match◙ 23:30 Colpo da campione

Giovedi 10◙ 23:00 Sottorete

Venerdi 11◙ 23:00 World of Tennis

Lunedi 14◙ 23:00 FOCUS

Martedi 15◙ 23:00 Tennis Club

Mercoledi 16◙ 23:00 Wimbledon Classics Match

Giovedi 17◙ 23:00 Sottorete

Venerdi 18◙ 23:00 Film Coppa Davis 1° turno

Lunedi 21◙ 23:00 FOCUS

Mercoledi 22◙ 23:00 Wimbledon Classics Match

Giovedi 24◙ 23:00 Sottorete

Lunedi 28◙ 23:00 FOCUS

Martedi 29◙ 23:00 Tennis Club

Mercoledi 30◙ 23:00 Wimbledon Classics Match

Giovedi 31◙ 23:00 Sottorete

in tv MARZO SU

Note: * gli orari possono subire variazioni

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46Super Tennis

la posta di Nicola

Caro Nicola, sono un grande appassionato di ten-nis e ho visto in tv la semifinale degli Australian Open tra Roger Federer e Novak Djokovic. Ti premetto che sono da sempre un fan del campio-ne svizzero: per la prima volta, però, durante quel match perso contro il serbo in tre set, ho avuto le sensazio-ne di un Federer quasi arrendevole, incapace, dopo anni di vittorie, di controbattere al più giovane avversa-rio. Ammetto di esserci rimasto male. Il segno inesorabile degli anni che passano? Solo una giornata storta o l’inizio della parabola discendente di un campione inimitabile, che per anni

ha dominato il circuito? ANTONIO IODICE (NAPOLI)

Caro Antonio, questa domanda mi è stata po-sta anche da amici e conoscen-ti. Vero è che non siamo abitua-ti a veder perdere Federer così nettamente, anche se di fronte aveva Djokovic, uno dei miglio-ri giocatori del mondo, ma io aspetterei a dire che lo svizze-ro non è più lui. Certo, va per i trenta anni, ha famiglia, moglie e bimbe, e l’età potrebbe co-minciare a farsi sentire, ma Ro-ger è un atleta serio ed integro,

quindi gli basterà una program-mazione intelligente e mirata per potersi gestire al meglio e poter esprimere ancora il suo inimitabile tennis, soprattutto nei tornei più prestigiosi come gli Slam e i Masters 1000. Certo, qualche sconfitta in più potrà arrivare, anche perché in-tanto, non va dimenticato, i suoi avversari, e non mi riferisco solo a Nadal, sono cresciuti e parec-chio. Ricordo che già un paio di stagioni fa, prima che vincesse l’unico titolo dello Slam che gli mancava, ovvero il Roland Gar-ros sulla terra rossa, la superfi-

cie a lui più ostica, da più parti lo si dava addirittura per finito. Poi abbiamo visto tutti cosa è stato capace di fare. Federer già detiene con 16 tito-li il record assoluto di tornei del Grande Slam vinti: bene, sono convinto che Roger riuscirà a migliorare questo incredibile primato già quest’anno, magari vincendo di nuovo a Wimble-don, sulla sua amata erba. E sono anche sicuro che saprà ancora regalarci l’emozione di ammirare il suo tennis, i suoi magnifici colpi, la sua grande eleganza in campo e fuori.

Federer in declino? No, vincerà ancora!

10 A SCHIAVONE & KUZNETSOVA Il loro quarto di finale all’Au-stralian Open è stato non soltanto il match più lungo della sto-ria degli Slam ma anche, e soprattutto, il più bello dell’anno,

la vera finale di un torneo che è stato di altissimo livello in ogni fase e in termini di audience televisiva ha decretato il sorpasso del tennis femmi-nile su quello maschile.

9 A FLAVIA PENNETTA Prima si è confermata numero 1 al mondo di doppio vincendo l’Australian Open, poi ha guidato la Nazionale di Fed Cup al trionfo di Hobart sull’Australia e all’ennesima semifi-

nale mondiale, dimostrando di aver sensibilmente elevato il suo standard di gioco in singolare e di essere pronta a tornare fra le Top 10 WTA.

8 A CORRADO BARAZZUTTI Grande capitano di una grande squadra. I suoi meriti sono molto più grandi di quelli che comune-mente gli vengono accreditati.

7 A ROBERTA VINCI 16 vittorie in 16 doppi di Fed Cup: è record mondiale. Nonostante l’ultima, quella di Hobart, sia arrivata a ri-sultato acquisito, la piccola grande Roberta l’ha ottienuta annul-

lando un match point, a dimostrazione della grinta e della fede con le quali difende questo suo invidiabile primato.

6 A RINO TOMMASI Incredibile dictu. A Melbourne ha scritto bene di un’italiana (Francesca Schiavone)!

5 AD ALIZÉE CORNET Da 2-0 a 2-3: la piagnucolosa starlette tran-salpina ha capitanato la Francia di Fed Cup con la stessa nikefobia con la quale gioca i punti davvero importanti, spedendo l’Italia a

Mosca anziché concederle la concupitissima chance di dare un’altra ba-stonata, la quarta consecutiva, a lei e compagne.

4 A GIANNI CLERICI Con imperdonabile strabismo ha dedicato mezzo articolo, su “Repubblica”, a sostenere che la FIT dovrebbe affidare i suoi giocatori a tre coach che in carriera non hanno vinto

praticamente niente quando a Tirrenia,a disposizione di chiunque voglia servirsene, ce ne sono già due capaci, loro sì, di portare in Italia un titolo di Grande Slam e tre Fed Cup nel giro di pochi anni.

3 AD ADRIANO PANATTA Per come ha preso d’aceto quando Francesca Schiavone ha eguagliato il suo best ranking mondiale.

2 ALLA GAZZETTA DELLO SPORT Per l’incompetenza e l’impru-denza che hanno spinto uno dei suoi capetti a rispondere che “gli anni ‘70 erano un’altra cosa” a un lettore che elogiava il presente

del tennis italiano. Di lì a pochi giorni, infatti, Schiavone, Pennetta e com-pagne hanno definitivamente sancito, a suon di risultati, la supremazia dell’oggi sul quel lontanissimo ieri.

1 ROBIN SODERLING Senza parole

0 A ANDY MURRAY Non tanto per come ha nuovamente toppato proprio sul più bello, quanto per aver giocato da cani contro Djo-kovic, sottraendoci il gusto di una grande finale a Melbourne.

&PROMOSSI

BOCCIATIDI GIANCARLO BACCINI

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dal 1973

Via Pila Cipolla, 6 - 40026 IMOLA (Bo)[email protected]

Tel 0542.666381Fax 0542.665074

Maestri nel campo

Cremonini S.R.L.

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