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VINCENZO ALEMANNO
STUDIO CRITICODI ENRICO TRICARICO
STUDIOMUSICALICATAEDIZIONI MUSICALI
D24.16
MIRA! O FEDELORATORIO SACRO A MARIA SS. ADDOLORATA
Gli oratori sacri della confraternita di maria SS.ma del Monte Carmelo e della
Misericordia in Gallipoli
COMPOSITORE GALLIPOLINO DEL XIX SECOLO
Immagine di copertina: frontespizio autografo dell’oratorio sacro “Mira! o fedel” di Vincenzo Alemanno
STUDIOMUSICALICATAedizioni musicali D24.16
Via A. Brancati, 106 - 96018 PACHINO (SR) ITALIAWWW.STUDIOMUSICALICATA.IT
Immagine di copertina: frontespizio autografo dell’oratorio sacro “Mira! o fedel” di Vincenzo Alemanno
ALICATA
PACHINO (SR) ITALIA
Immagine di copertina: frontespizio autografo dell’oratorio sacro “Mira! o fedel” di Vincenzo Alemanno
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Prefazione
Notevole interesse documentario suscita questo profilo di Vincenzo Alemanno, scritto da Enrico Tricarico. Si tratta di un compositore gallipolino del XIX secolo, tutto dedito alla musica sacra, che l’autore tratteggia con conoscenza del contesto storico e sicurezza musicologica. Si scorge sullo sfondo la ricchezza del panorama musicale gallipolino a cavallo dei secoli XIX e XX. E’ un movimento che non esiteremo a definire Scuola, se consideriamo il numero dei musicisti coinvolti, alcuni dei quali di indubbio talento e certamente dotati di autonomia compositiva e stilistica. Un aspetto tutto da indagare - Tricarico lo suggerisce e ne delinea diversi aspetti - mi pare essere quello legato al continuo scambio tra tradizione colta e popolare nel contesto della musica liturgica gallipolina. Lungi dall’essere una semplificazione della tradizione sacra, questo scambio si configura come arricchimento: di stilemi, di strumenti, di voci, di organico - in special modo quello bandistico - ai quali Alemanno attinge con mano sicura e devota passione. E’ una storia da indagare nella sua completezza quella della musica sacra gallipolina, che porterebbe a nuove conoscenze critiche in merito ad una tradizione troppo spesso ingiustamente trascurata, rispetto alla quale gli studi di Tricarico contribuiscono a far riflettere e appassionarsi.
Gioacchino Palma
Compositore e musicologo.
Docente del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce.
Vincenzo AlemannoCompositore gallipolino del XIX secolo
Oratorio sacro___________________________________________
Studio critico di Enrico Tricarico
Della lunga schiera dei musicisti gallipolini di fine
maestro Vincenzo Alemanno, tenore, direttore di coro, compositore e
l’antesignano di innumerevoli tradizioni musicali gallipoline. Artisticamente longevo e
versatile, egli ha illustrato con la propria fervida attività le tradizioni musicali di
pressocchè tutte le Chiese gallipoline del tempo.
Alemanno ha scritto canti liturgici, canti per l’ufficio, inni, antifone, litanie, messe di
Natale, messe da Requiem e oratori sacri, come “
Addolorata. Molto vicine agli oratori, nella forma, sono le sue
pastorale anch’esse in forma dialogica. Numerose composizioni esigono un
accompagnamento orchestrale o bandistico.
Le composizioni del maestro Alemanno, pur risentendo dell’enfasi e dello stile della
tradizione operistica italiana, non son
particolarmente lunghe, ma sembrano essere fatte a misura d’uomo per l
vivace e ridente Città di Gallipoli. Predilige un’espressione più intima e minuta delle sue
opere, una maniera, allo stesso tempo,
in sé un’ottima proprietà di scrittura.
La sua prolifica produzione spiega la natura di un musicista molto devoto,
familiarmente legato alla voce del popolo e obbediente agli indirizzi della Chiesa. Amato
dai Vescovi, questi hanno comm
vari canti popolari sacri dove, alcuni di questi, ancora oggi arricchiscono le liturgie
nelle Chiese gallipoline e risuonano come archetipi di autentica fedeltà alla devoz
al folklore tipicamente locali.
Alla fine della sua attività, ormai anziano, raccoglie e ordina quasi tutti i suoi lavori e li
consegna di suo pugno alla custodia archivistica della Chiesa delle Anime, ultimo
oratorio confraternale dove ha prestato
© 2016 STUDIOMUSICALICATA – PACHINO
Vincenzo Alemanno ompositore gallipolino del XIX secolo
Mira! O fedel Oratorio sacro a Maria SS.ma Addolorata
___________________________________________
Studio critico di Enrico Tricarico
Della lunga schiera dei musicisti gallipolini di fine Ottocento e primi N
maestro Vincenzo Alemanno, tenore, direttore di coro, compositore e
l’antesignano di innumerevoli tradizioni musicali gallipoline. Artisticamente longevo e
egli ha illustrato con la propria fervida attività le tradizioni musicali di
le Chiese gallipoline del tempo.
to canti liturgici, canti per l’ufficio, inni, antifone, litanie, messe di
Natale, messe da Requiem e oratori sacri, come “Mira! O fedel”, l’unico dedicato a Maria
Addolorata. Molto vicine agli oratori, nella forma, sono le sue pastorellepastorale anch’esse in forma dialogica. Numerose composizioni esigono un
accompagnamento orchestrale o bandistico.
Le composizioni del maestro Alemanno, pur risentendo dell’enfasi e dello stile della
tradizione operistica italiana, non sono mai delle composizioni monumentali o
particolarmente lunghe, ma sembrano essere fatte a misura d’uomo per l
ittà di Gallipoli. Predilige un’espressione più intima e minuta delle sue
opere, una maniera, allo stesso tempo, di speciale fattura ricca di accezioni e contenente
in sé un’ottima proprietà di scrittura.
La sua prolifica produzione spiega la natura di un musicista molto devoto,
familiarmente legato alla voce del popolo e obbediente agli indirizzi della Chiesa. Amato
ai Vescovi, questi hanno commissionato a lui musiche per il Seminario di Gallipoli e
vari canti popolari sacri dove, alcuni di questi, ancora oggi arricchiscono le liturgie
nelle Chiese gallipoline e risuonano come archetipi di autentica fedeltà alla devoz
locali.
Alla fine della sua attività, ormai anziano, raccoglie e ordina quasi tutti i suoi lavori e li
consegna di suo pugno alla custodia archivistica della Chiesa delle Anime, ultimo
oratorio confraternale dove ha prestato servizio.
PACHINO (SR)
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Ottocento e primi Novecento, il
maestro Vincenzo Alemanno, tenore, direttore di coro, compositore e organista, è
l’antesignano di innumerevoli tradizioni musicali gallipoline. Artisticamente longevo e
egli ha illustrato con la propria fervida attività le tradizioni musicali di
to canti liturgici, canti per l’ufficio, inni, antifone, litanie, messe di
”, l’unico dedicato a Maria
pastorelle, composizioni a
pastorale anch’esse in forma dialogica. Numerose composizioni esigono un
Le composizioni del maestro Alemanno, pur risentendo dell’enfasi e dello stile della
o mai delle composizioni monumentali o
particolarmente lunghe, ma sembrano essere fatte a misura d’uomo per la piccola, ma
ittà di Gallipoli. Predilige un’espressione più intima e minuta delle sue
ricca di accezioni e contenente
La sua prolifica produzione spiega la natura di un musicista molto devoto,
familiarmente legato alla voce del popolo e obbediente agli indirizzi della Chiesa. Amato
eminario di Gallipoli e
vari canti popolari sacri dove, alcuni di questi, ancora oggi arricchiscono le liturgie
nelle Chiese gallipoline e risuonano come archetipi di autentica fedeltà alla devozione e
Alla fine della sua attività, ormai anziano, raccoglie e ordina quasi tutti i suoi lavori e li
consegna di suo pugno alla custodia archivistica della Chiesa delle Anime, ultimo
D24.16
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Fu una figura musicalmente esaustiva tanto da essere incaricato organista stabile per
lungo tempo presso le Chiese più ricche e vivaci della Città: la Confraternita di Santa
Maria degli Angeli dal 1865 al 1874, la Confraternita di Maria SS.ma del Monte
Carmelo e della Misericordia dal 1853 al 1883 (anno in cui prende il suo posto il
maestro Francesco Luigi Bianco), la Basilica Cattedrale e l’Arciconfraternita delle Anime
dal 1854 al 1911. Si sa per certo, inoltre, che è stato l’ultimo attento custode e
valorizzatore del patrimonio organario gallipolino ricco di ben quindici organi, che
fanno di Gallipoli la Città col maggior numero di organi storici nel sud Italia, dopo
Napoli. Dopo la sua uscita di scena dalla vita musicale gallipolina gli organi furono
abbandonati al loro degrado.
Vincenzo Achille Alemanno nasce da Domenico e Raffaella Allegretti il 16 agosto 1827.
È avviato agli studi musicali dallo zio Bonaventura Allegretti già organista presso gli
oratori confraternali del Carmine e delle Anime, posto che avvicenderà col nipote.
Allegretti a sua volta aveva ereditato la mansione di organista presso gli stessi oratori
confraternali dal suo maestro Giuseppe Chiriatti (1732 - 1812), senza ombra di dubbio
il più autorevole esponente della musica settecentesca gallipolina. Il Chiriatti fu anche
violinista e apprese l’arte musicale presso il Conservatorio Sant’Onofrio di Napoli
insieme al compaesano Nicola Caputi, in un ambiente frequentato, tra gli altri, da
Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Pergolesi e Giovanni Paisiello. Forse per onorare il
maestro, Alemanno ricopia e orchestra alcune musiche del Chiriatti: un “Miserere”, due
responsori in onore della Vergine del Carmine e un responsorio a Sant’Antonio, eseguite
nella Basilica Cattedrale nel 1895.
Alemanno, un personaggio fondamentale per la vita musicale e civile del suo tempo, ha
rappresentato in maniera lungimirante e arguta il passaggio dal gusto musicale
settecentesco, di influenza napoletana, allo stile risorgimentale ottocentesco ispirandosi
a Giuseppe Verdi, Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti. In queste serpentine è riuscito a
destreggiarsi benissimo e in maniera consapevole, mantenendo una cifra stilistica
personale e, ed è lecito dirlo, autenticamente gallipolina. Lui, di riflesso, ha ispirato e
orientato una gloriosa generazione di musicisti (Monticchio, Bianco, Panico, De Somma,
Frisenna, Pindinelli, Citta, Consiglio), avviando inoltre innumerevoli tradizioni musicali
ancora oggi seguite. In tutto questo la musica dell’Alemanno assume i connotati di una
musica sempre armoniosa, leggera e, potremmo dire, “meridionale”.
Dell’Alemanno si sa, inoltre, che è convolato a nozze con Anna Marina Casole il 19
febbraio 1854 nella Chiesa di San Francesco di Paola.
Non è dato sapere la sua data di morte, l’ultima sua firma autografa è del 1913.
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La partitura originale dell’oratorio sacro “Mira! O fedel” di Vincenzo Alemanno si trova
custodita nell’archivio storico - musicale della Venerabile Arciconfraternita delle Anime
del Purgatorio di Gallipoli. La riscoperta di questa partitura, inventariata nell’archivio
storico - musicale della Confraternita di Maria SS.ma del Monte Carmelo e della
Misericordia di Gallipoli, dove risulta inoltre che l’oratorio ha avuto due
rappresentazioni il 16 marzo 1883 e il 23 marzo 1888, costituisce un essenziale tassello
della cultura e della nostra tradizione musicale.
Quest’opera, la prima nel suo genere, è stata redatta nel 1875 quando l’Alemanno
espletava il servizio di organista nella Chiesa del Carmine ed è ispirata dall’intensa e
partecipata devozione popolare dei gallipolini nei confronti della Vergine Addolorata.
Alemanno è l’antesignano, quindi, di una tradizione musicale autenticamente
gallipolina che ha avuto molto seguito e che si protrae fino ai giorni nostri.
Le altre opere conservate nell’archivio storico della Confraternita di Maria SS.ma del
Monte Carmelo e della Misericordia composte in onore di Maria Addolorata e da
eseguirsi il giorno della memoria dei dolori di Maria, il venerdì che precede la
Domenica delle Palme, sono lo Stabat Mater (1882) di Giovanni Monticchio (1850 -
1931), e gli oratori - detti anche “frottole” - Ahi sventura (1886), L’han confitto (1893)
e Una turba di gente (1899) di Francesco Luigi Bianco (1859 - 1920) del quale risulta
perduto uno Stabat Mater .
Nella seconda metà dell’Ottocento la vivida teatralità dell’opera italiana influisce anche
nell’oratorio sacro e questo non manca di incorrere nella censura vescovile di Gallipoli
che osteggiava l’invadenza del fatto musicale nelle tradizioni liturgiche e paraliturgiche.
L'oratorio è una composizione musicale d'ispirazione religiosa, ma non liturgica, con
trama compiuta, presentata in forma narrativa ma senza rappresentazione scenica,
mimica e personaggi in costume. Lo stile musicale utilizzato nell’oratorio sacro di
Alemanno, e successivamente dal Monticchio e dal Bianco, risentono musicalmente
dell’influsso operistico, tanto che il Vescovo Mons. Enrico Carfagnini volle modificare
l’ordine secolare della festa dell’Addolorata e sopprimere addirittura la frottola,
consentendo il canto dello Stabat Mater esclusivamente con l’organo e, in ogni caso,
abolendo il canto delle “verginelle”, ossia le voci femminili. Per questo motivo, infatti, gli
oratori sacri “gallipolini” sono composti esclusivamente per sole voci maschili, sia soliste
che corali.
Lo scopo principale della collocazione di un nuovo organo dalle caratteristiche
orchestrali (Nicola Morettini da Perugia del 1888) nella Basilica Cattedrale “Sant’Agata”,
gemello a quello collocato due anni prima nella Basilica di San Giovanni in Laterano a
Roma, è da vedersi nelle intenzioni di eseguire degnamente le frottole a seguito del
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decreto vescovile del Carfagnini (il cui stemma episcopale è in cima alla cassa
dell’organo). Tale decreto è stato redatto nel 1890, ma è lecito pensare, inoltre, che per
ottemperare alle direttive episcopali e al contempo tentare di legittimare l’esecuzione
delle frottole con piena orchestra, il maestro Francesco Luigi Bianco abbia aggiunto nei
suoi oratori una “preghiera” intonata da voci bianche, componente assente nell’oratorio
dell’Alemanno e nello “Stabat Mater” del Monticchio. Infine agli albori del nuovo secolo,
prevalsero le ragioni del culto popolare e venne ripresa la tradizione esecutiva delle
frottole con voci e piena orchestra.
Al di là della querelle tra il gusto ecclesiastico e il gusto popolare, certamente questo
entusiasmo artistico testimonia un momento della storia musicale gallipolina molto
felice e prolifico.
Durante la sosta della processione di Maria SS.ma Addolorata nelle Chiese gallipoline,
oltre alle frottole, venivano eseguiti ad anni alterni anche gli “Stabat Mater” di Giovanni
Battista Pergolesi, Gioachino Rossini e Joseph Gabriel Rheinberger accompagnati, come
abbiamo già detto, dall’organo. I coristi e i cantanti solisti venivano anche dai paesi
limitrofi, e il nostro Alemanno figura in alcune occasioni come cantante solista in
qualità di tenore.
La rappresentazione più attesa era quella che si teneva nella Chiesa di San Francesco
d’Assisi con l’organo di Simone e Pietro Chircher del 1726. Altre Chiese dove
abitualmente si eseguivano musiche in onore di Maria SS.ma Addolorata erano quelle del
Rosario, di San Francesco di Paola, delle Anime e perfino nella piccolissima Chiesa di
San Luigi, oltre che nella sontuosa Cattedrale.
È da segnalare inoltre che dai verbali della Confraternita Carmelitana risulta una non
precisata rappresentazione del “… 31 marzo 1882, frottola, musica fatta in quest’anno dal m° Ercole Panico”. Non si evince se il Panico abbia diretto l’oratorio dell’Alemanno,
anche perché lo troviamo, sul finire del secolo, a dirigere alternativamente con
l’Alemanno gli oratori del Bianco; oppure abbia eseguito una sua composizione, cosa
non da escludere a priori poiché il Panico è anch’egli autore di cantate e inni popolari
come l’inno alla tomba “Cristo è morto” per la Confraternita del Santissimo Crocifisso.
I maestri Vincenzo Alemanno e i fratelli Ercole e Policarpo Panico, che fondarono la
prima banda municipale di Gallipoli nel 1850, hanno molto spesso collaborato nella
produzione e nella promozione di nuova musica. Questo sodalizio artistico fu molto
importante per il gusto musicale dell’epoca poiché l’influsso degli strumenti a fiato in
uso anche nelle celebrazioni liturgiche a rinforzare le sonorità degli esili organi del
tempo, hanno contribuito a distaccarsi dalla prassi esecutiva e stilistica della scuola
musicale napoletana settecentesca e rinnovarsi, così, al nuovo gusto musicale
risorgimentale.
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L’oratorio sacro “Mira! O fedel” nel corpus delle opere dell’Alemanno raggiunge il più
alto lirismo. Questo, scritto all’età di 48 anni, denominato nel manoscritto “A Maria SS.ma Addolorata” e indicato come “Concerto”, è preceduto da una Introduzione: un
brano piccolo, certosino, quasi fosse modellato a sé, con struggenti cantabili, assoli
strumentali e forti tensioni espressive che, con una bellissima e naturale propensione al
melos, preludia l’ambientazione mesta e dolorosa dell’oratorio.
Del testo della cantata sacra, invece, non è dato saperne la paternità. L’Alemanno ne
musica le parole trasformando l’alternanza di recitativo accompagnato (momento
narrativo) e aria (momento lirico) nella cosiddetta scena. Il testo ha un’impronta
puramente classica ed è composto da stanze di 4 versi settenari ciascuna (quartine). Il
secondo e il terzo verso di ogni strofa sono in rima baciata e gli ultimi versi di ogni
strofa rimano tra loro e sono tronchi. Lo schema di ogni scena è fisso: ABBC DEEC.
Questo schema, però, non si riscontra soltanto nel recitativo del tenore “Amor che tutto puoi” (che può interpretarsi come un recitativo “quasi” secco) dove sono presenti inoltre
alcuni enjambement. Al baritono è affidata la prima scena (recitativo “Mira! O fedel” e aria “Presso al morente figlio”), una meditazione sulle sofferenze di Maria durante la crocifissione. La seconda
scena affidata al tenore (recitativo “Amor che tutto puoi” e aria “Figlio dell’alma mia”)
rappresenta invece la voce della Vergine, l’istoria, la voce narrativa della vicenda. Il
coro, nella brevissima terza scena “No, non sperar”, incarna la figura dell’orante che si
rivolge a Maria Addolorata nell’atto supremo del sacrificio della Croce. Segue la ripresa
dell’aria del tenore “Figlio dell’alma mia”. Il finale, per tenore e coro, ricapitola ancora
una volta le stanze a loro assegnate “Figlio dell’alma mia” e “No, non sperar” in una
nuova e incalzante ambientazione ricca di pathos.
È qui interessante notare la dicotomia semantica tra la gravità delle parole “L’uomo ti condannò” (in prima persona - tenore), che appura l’inamovibile dramma di Maria
Addolorata, e “Che giusto è il suo patir” (in terza persona - coro) cosciente nell’orante
del male che si apre al bene, delle tenebre che si schiudono alla luce, dell’inquietudine
che si spalanca alla speranza. Un’immagine, questa, che polarizza in una bellissima ed
estrema sintesi il dramma di Maria ai piedi della croce.
È doverosa e meritoria la riconoscenza al maestro Vincenzo Alemanno per la ricchezza
e la qualità delle opere che ha lasciato, e per la sua intelligente arguzia culturale. Ora
non resta che ascoltare in prima esecuzione moderna questo oratorio sacro che farà
rivivere la sua “voce” dopo oltre un secolo di oblio.
Gallipoli, 9 marzo 2016
Enrico Tricarico
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Oratorio sacro a Maria SS.ma Addolorata “Mira! O fedel”
Introduzione (Maestoso) - Strumentale
SCENA I - Mira! O fedel (Recitativo) - Baritono
Presso al morente figlio (Largo) - Baritono
SCENA II - Amor che tutto puoi (Recitativo) - Tenore
Figlio dell’alma mia (Andante sostenuto) - Tenore
SCENA III - No, non sperar (Mosso) - Coro
Finale - (Poco mosso) Tenore e coro
Testi
Mira! O fedel (Recitativo) - Baritono
Mira! O fedel sotto la croce dal gran dolor trafitta, la mesta già ed afflitta Madre del Redentor.
Presso al morente figlio (Largo) - Baritono
Presso al morente figlio, o Madre derelitta,
ti miro, ahimè! trafitta da crude spade il cor.
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Amor che tutto puoi (Recitativo) - Tenore
Amor che tutto puoi, strappi dal sen del Padre
il Figlio eletto, e dalle braccia della Madre poi il meni a morte crudele.
Da dolor trafitto in dura croce,
per espiar dell’uomo il gran delitto.
Figlio dell’alma mia (Andante sostenuto) - Tenore
Figlio dell’alma mia unico oggetto amato, così pel suo peccato l’uomo ti condannò.
Dhe! Voglia almen pentito tornare al suo Signore, che per di lui amore tanto soffrir bramò.
No, non sperar (Mosso) - Coro
No, non sperar più Madre d’aver più salvo il Figlio, frena dal pianto il ciglio che giusto è il suo patir.
E impavida lo mira in fra tormenti e spine,
agonizzante alfine l’estremo fiato uscir
Finale (Poco mosso) - Tenore e coro
(Tenore) Ripresa dell’aria “Figlio dell’alma mia”
(Coro) Ripresa della stanza “No, non sperar”
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Musiche di Vincenzo Alemanno
1. Archivio dell’Arciconfraternita delle Anime - Colloquio tra l’Anima e il cuore Eucaristico di Gesù - Oratorio (per due tenori,
basso e organo)
- Inno a San Luigi Gonzaga - Composizione sacra (per coro di giovinetti e banda)
- La premiazione - Composizione sacra per il Seminario di Gallipoli (per coro di
fanciulli e pianoforte)
- Messa - Per il Seminario di Gallipoli (per due tenori, basso e organo)
- Messa da requiem (per due tenori, basso e organo)
- Messa di Natale - Messa breve (per voci di giovanetti e soli strumenti d’arco)
- Messa a pastorale - Messa breve (per due tenori, basso e accompagnamento
d’organo)
- L’era nuova/Notte di Natale 25 dicembre - composizione pastorale (per
orchestra)
- 2 pastorelle - composizioni pastorale (per orchestra)
- La vera pastorella - composizione pastorale (per orchestra)
- Serenade d’Antrefois (di Giuseppe Silvestri - riduzione per violino e pianoforte)
- Litanie della B.V. (per due cori)
- Litanie della B.V. (per due tenori, basso e accompagnamento d’organo)
- Litanie lauretane motivate da Giovanni Gionti (per tenore, basso e
accompagnamento d’organo)
- Litanie lauretane motivate da Achille Consiglio (per tenore, basso e
accompagnamento d’organo – 1854)
- Lodi in onore di Maria (per coro a due voci – 1856)
- 2 canzoni alla Madonna dei Fiori (“All’Augustissima Vergine dei Fiori”, “A te, o
Maria, nel fervido” – entrambe del1860, rivedute nel 1911)
- 4 canzoni alla Madonna dei Fiori (“Al tuo piè” – 1856; “All’aura tua” - 1856, “Sei
pura, sei pia” - 1859, riveduta nel 1910; “Ancora in quest’anno” per coro di fanciulli/Nel chiudersi le scole - 1860, per voci fanciullesche e organo)
- Litanie lauretane (per due tenori, basso, organo e soli strumenti ad arco – 1858)
- Tota pulchra es Maria - Antifona (4 voci con tenore obbligato e orchestra –
1860)
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- Canzone per la festività della Visitazione di Maria - “Figlie d’Ebro”, parole
dell’Arciprete F.Sansò (per voci fanciullesche e organo – 1866)
- Litanie a pastorale (per coro a due voci e organo – 1862)
- Tantum Ergo - Inno - Un pensiero alla cara memoria del Cavalier Gaetano
Donizetti (per basso e organo – 1873)
- A Maria SSma Addolorata - Concerto - Oratorio sacro “Mira! O fedel” (per due
tenori, baritono, coro e organo per ridursi con l’accompagnamento dell’orchestra
– 1875: Flauto, clarinetto 1 e 2, fagotto, saxofono baritono, corno 1 e 2, tromba,
trombone 1 e 2, pelittone - corrispondente all’odierno flicorno basso -, violini 1,
violini 2, violini 3, contrabbasso).
- Dormi, dormi - Canto natalizio (per tenore, basso, coro di bambini e organo da
ridursi per l’esecuzione a piena orchestra - 1878)
- La notte di Natale (canto pastorale con recitativo “Fortunata son io” per tenore e
coro, organo da ridursi per l’esecuzione a piena orchestra – 1878)
- Tantum Ergo - Inno (per basso e organo – 1879)
- La gioia dei devoti di Maria - Canzone per il mese dei fiori - Per il Seminario di
Gallipoli, scritta su richiesta del Vescovo Mons. Enrico Carfagnini (per coro di
giovinetti e organo – 1885)
- Salve del Ciel Regina - Inno (per coro di giovinetti, con accompagnamento di
pianoforte o armonium - 1890)
- Litanie lauretane - Per la Regina dei Cieli decoro del Carmelo (per due tenori,
basso, organo e soli strumenti ad arco – 1896)
- I pastori/ La notte di Natale - Oratorio - 3 canti natalizi (“O felice o cara notte”
pastorale per coro di pastori e giovinetti per organo o pianoforte, per ridursi con
l’accompagnamento d’orchestra – 1899; “Madre Santa gran Regina”, Le nove lampade della novena - In preparazione alla festività del Santo Natale di N.S.G.C.
per due tenori, basso, coro e accompagnamento d’organo; “Di amor fa bella
pompa”, La novena di Natale. A Gesù Bambino, per coro di pastori e giovinetti,
organo per ridursi con l’accompagnamento d’orchestra – 1903)
- Salve Regina - Inno (per basso, organo per ridursi con l’accompagnamento
dell’orchestra – 1906)
- Stans Beata Agathae - Antifona/Divae Agathae V.M. (per due tenori, basso,
organo e soli strumenti ad arco – 1909)
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- O Sacrum convivium - Antifona (per due tenori, basso, organo e soli strumenti
ad arco – 1910)
- Ave Maria - Canzone devota (per tenore, coro, organo e soli strumenti ad arco –
1910)
- Christus - Per la liturgia del Giovedì e Venerdì Santo (per coro di giovinetti a due
voci e organo – 1913)
2. Trascrizione opere di Giuseppe Chiriatti Archivio dell’Arciconfraternita delle Anime
- Miserere di Giuseppe Chiriatti del 1782 - Salmo 50, scritto per il Conservatorio
di San Luigi (per due soprani, basso e organo aggiunto da Vincenzo Alemanno –
1860)
- 3 responsori di Giuseppe Chiriatti del 1782 (“Responsorio della Vergine del
Carmine”, per due soprani, basso, organo e soli strumenti d’arco aggiunti da
Vincenzo Alemanno; “Responsorio della Vergine del Carmine”, ad una voce;
“Responsorio di Sant’Antonio”, ad una voce)
3. Archivio della Confraternita delle Monte Carmelo e della Misericordia - Marcia funebre - Da eseguirsi durante la processione di Maria SS.ma Addolorata
(per banda – mancante della partitura guida con il canto)
4. Archivio della Confraternita del Santissimo Crocefisso - Egli è morto - Cantata - Da eseguirsi durante la processione del Venerdì Santo
(per coro di fanciulli a due voci e organo guida + parti per banda - 1860)
5. Biblioteca comunale - Fondo Vernole - Canzone e Preghiera per S.Cristina (per coro di giovinetti e organo – 1865.
Elaborata per banda da Ercole Panico nel 1873 e nel 1885)
6. Servizio di organista svolto da Vincenzo Alemanno
- 1853 - 1883, Confraternita di Maria SS.ma del Monte Carmelo e della Misericordia. - 1854ca - 1911ca, Basilica Cattedrale Sant’Agata e Arciconfraternita delle Anime. - 1865 - 1874, Confraternita di Santa Maria degli Angeli. - 1879, Confraternita di San Giuseppe.