16
VINCENZO ALEMANNO STUDIO CRITICO DI ENRICO TRICARICO STUDIOMUSICALICATA EDIZIONI MUSICALI D24.16 MIRA! O FEDEL ORATORIO SACRO A MARIA SS. ADDOLORATA Gli oratori sacri della confraternita di maria SS.ma del Monte Carmelo e della Misericordia in Gallipoli COMPOSITORE GALLIPOLINO DEL XIX SECOLO

COMPOSITORE GALLIPOLINO DEL XIX SECOLO V I N C E N … · del Purgatorio di Gallipoli. La riscoperta di questa partitura, inventariata nell’archivio ... Lo scopo principale della

  • Upload
    ledat

  • View
    216

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

VINCENZO ALEMANNO

STUDIO CRITICODI ENRICO TRICARICO

STUDIOMUSICALICATAEDIZIONI MUSICALI

D24.16

MIRA! O FEDELORATORIO SACRO A MARIA SS. ADDOLORATA

Gli oratori sacri della confraternita di maria SS.ma del Monte Carmelo e della

Misericordia in Gallipoli

COMPOSITORE GALLIPOLINO DEL XIX SECOLO

Immagine di copertina: frontespizio autografo dell’oratorio sacro “Mira! o fedel” di Vincenzo Alemanno

STUDIOMUSICALICATAedizioni musicali D24.16

Via A. Brancati, 106 - 96018 PACHINO (SR) ITALIAWWW.STUDIOMUSICALICATA.IT

Immagine di copertina: frontespizio autografo dell’oratorio sacro “Mira! o fedel” di Vincenzo Alemanno

ALICATA

PACHINO (SR) ITALIA

Immagine di copertina: frontespizio autografo dell’oratorio sacro “Mira! o fedel” di Vincenzo Alemanno

P a g i n a | 1

Prefazione

Notevole interesse documentario suscita questo profilo di Vincenzo Alemanno, scritto da Enrico Tricarico. Si tratta di un compositore gallipolino del XIX secolo, tutto dedito alla musica sacra, che l’autore tratteggia con conoscenza del contesto storico e sicurezza musicologica. Si scorge sullo sfondo la ricchezza del panorama musicale gallipolino a cavallo dei secoli XIX e XX. E’ un movimento che non esiteremo a definire Scuola, se consideriamo il numero dei musicisti coinvolti, alcuni dei quali di indubbio talento e certamente dotati di autonomia compositiva e stilistica. Un aspetto tutto da indagare - Tricarico lo suggerisce e ne delinea diversi aspetti - mi pare essere quello legato al continuo scambio tra tradizione colta e popolare nel contesto della musica liturgica gallipolina. Lungi dall’essere una semplificazione della tradizione sacra, questo scambio si configura come arricchimento: di stilemi, di strumenti, di voci, di organico - in special modo quello bandistico - ai quali Alemanno attinge con mano sicura e devota passione. E’ una storia da indagare nella sua completezza quella della musica sacra gallipolina, che porterebbe a nuove conoscenze critiche in merito ad una tradizione troppo spesso ingiustamente trascurata, rispetto alla quale gli studi di Tricarico contribuiscono a far riflettere e appassionarsi.

Gioacchino Palma

Compositore e musicologo.

Docente del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce.

P a g i n a | 2

Vincenzo AlemannoCompositore gallipolino del XIX secolo

Oratorio sacro___________________________________________

Studio critico di Enrico Tricarico

Della lunga schiera dei musicisti gallipolini di fine

maestro Vincenzo Alemanno, tenore, direttore di coro, compositore e

l’antesignano di innumerevoli tradizioni musicali gallipoline. Artisticamente longevo e

versatile, egli ha illustrato con la propria fervida attività le tradizioni musicali di

pressocchè tutte le Chiese gallipoline del tempo.

Alemanno ha scritto canti liturgici, canti per l’ufficio, inni, antifone, litanie, messe di

Natale, messe da Requiem e oratori sacri, come “

Addolorata. Molto vicine agli oratori, nella forma, sono le sue

pastorale anch’esse in forma dialogica. Numerose composizioni esigono un

accompagnamento orchestrale o bandistico.

Le composizioni del maestro Alemanno, pur risentendo dell’enfasi e dello stile della

tradizione operistica italiana, non son

particolarmente lunghe, ma sembrano essere fatte a misura d’uomo per l

vivace e ridente Città di Gallipoli. Predilige un’espressione più intima e minuta delle sue

opere, una maniera, allo stesso tempo,

in sé un’ottima proprietà di scrittura.

La sua prolifica produzione spiega la natura di un musicista molto devoto,

familiarmente legato alla voce del popolo e obbediente agli indirizzi della Chiesa. Amato

dai Vescovi, questi hanno comm

vari canti popolari sacri dove, alcuni di questi, ancora oggi arricchiscono le liturgie

nelle Chiese gallipoline e risuonano come archetipi di autentica fedeltà alla devoz

al folklore tipicamente locali.

Alla fine della sua attività, ormai anziano, raccoglie e ordina quasi tutti i suoi lavori e li

consegna di suo pugno alla custodia archivistica della Chiesa delle Anime, ultimo

oratorio confraternale dove ha prestato

© 2016 STUDIOMUSICALICATA – PACHINO

Vincenzo Alemanno ompositore gallipolino del XIX secolo

Mira! O fedel Oratorio sacro a Maria SS.ma Addolorata

___________________________________________

Studio critico di Enrico Tricarico

Della lunga schiera dei musicisti gallipolini di fine Ottocento e primi N

maestro Vincenzo Alemanno, tenore, direttore di coro, compositore e

l’antesignano di innumerevoli tradizioni musicali gallipoline. Artisticamente longevo e

egli ha illustrato con la propria fervida attività le tradizioni musicali di

le Chiese gallipoline del tempo.

to canti liturgici, canti per l’ufficio, inni, antifone, litanie, messe di

Natale, messe da Requiem e oratori sacri, come “Mira! O fedel”, l’unico dedicato a Maria

Addolorata. Molto vicine agli oratori, nella forma, sono le sue pastorellepastorale anch’esse in forma dialogica. Numerose composizioni esigono un

accompagnamento orchestrale o bandistico.

Le composizioni del maestro Alemanno, pur risentendo dell’enfasi e dello stile della

tradizione operistica italiana, non sono mai delle composizioni monumentali o

particolarmente lunghe, ma sembrano essere fatte a misura d’uomo per l

ittà di Gallipoli. Predilige un’espressione più intima e minuta delle sue

opere, una maniera, allo stesso tempo, di speciale fattura ricca di accezioni e contenente

in sé un’ottima proprietà di scrittura.

La sua prolifica produzione spiega la natura di un musicista molto devoto,

familiarmente legato alla voce del popolo e obbediente agli indirizzi della Chiesa. Amato

ai Vescovi, questi hanno commissionato a lui musiche per il Seminario di Gallipoli e

vari canti popolari sacri dove, alcuni di questi, ancora oggi arricchiscono le liturgie

nelle Chiese gallipoline e risuonano come archetipi di autentica fedeltà alla devoz

locali.

Alla fine della sua attività, ormai anziano, raccoglie e ordina quasi tutti i suoi lavori e li

consegna di suo pugno alla custodia archivistica della Chiesa delle Anime, ultimo

oratorio confraternale dove ha prestato servizio.

PACHINO (SR)

P a g i n a | 3

Ottocento e primi Novecento, il

maestro Vincenzo Alemanno, tenore, direttore di coro, compositore e organista, è

l’antesignano di innumerevoli tradizioni musicali gallipoline. Artisticamente longevo e

egli ha illustrato con la propria fervida attività le tradizioni musicali di

to canti liturgici, canti per l’ufficio, inni, antifone, litanie, messe di

”, l’unico dedicato a Maria

pastorelle, composizioni a

pastorale anch’esse in forma dialogica. Numerose composizioni esigono un

Le composizioni del maestro Alemanno, pur risentendo dell’enfasi e dello stile della

o mai delle composizioni monumentali o

particolarmente lunghe, ma sembrano essere fatte a misura d’uomo per la piccola, ma

ittà di Gallipoli. Predilige un’espressione più intima e minuta delle sue

ricca di accezioni e contenente

La sua prolifica produzione spiega la natura di un musicista molto devoto,

familiarmente legato alla voce del popolo e obbediente agli indirizzi della Chiesa. Amato

eminario di Gallipoli e

vari canti popolari sacri dove, alcuni di questi, ancora oggi arricchiscono le liturgie

nelle Chiese gallipoline e risuonano come archetipi di autentica fedeltà alla devozione e

Alla fine della sua attività, ormai anziano, raccoglie e ordina quasi tutti i suoi lavori e li

consegna di suo pugno alla custodia archivistica della Chiesa delle Anime, ultimo

D24.16

P a g i n a | 4

Fu una figura musicalmente esaustiva tanto da essere incaricato organista stabile per

lungo tempo presso le Chiese più ricche e vivaci della Città: la Confraternita di Santa

Maria degli Angeli dal 1865 al 1874, la Confraternita di Maria SS.ma del Monte

Carmelo e della Misericordia dal 1853 al 1883 (anno in cui prende il suo posto il

maestro Francesco Luigi Bianco), la Basilica Cattedrale e l’Arciconfraternita delle Anime

dal 1854 al 1911. Si sa per certo, inoltre, che è stato l’ultimo attento custode e

valorizzatore del patrimonio organario gallipolino ricco di ben quindici organi, che

fanno di Gallipoli la Città col maggior numero di organi storici nel sud Italia, dopo

Napoli. Dopo la sua uscita di scena dalla vita musicale gallipolina gli organi furono

abbandonati al loro degrado.

Vincenzo Achille Alemanno nasce da Domenico e Raffaella Allegretti il 16 agosto 1827.

È avviato agli studi musicali dallo zio Bonaventura Allegretti già organista presso gli

oratori confraternali del Carmine e delle Anime, posto che avvicenderà col nipote.

Allegretti a sua volta aveva ereditato la mansione di organista presso gli stessi oratori

confraternali dal suo maestro Giuseppe Chiriatti (1732 - 1812), senza ombra di dubbio

il più autorevole esponente della musica settecentesca gallipolina. Il Chiriatti fu anche

violinista e apprese l’arte musicale presso il Conservatorio Sant’Onofrio di Napoli

insieme al compaesano Nicola Caputi, in un ambiente frequentato, tra gli altri, da

Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Pergolesi e Giovanni Paisiello. Forse per onorare il

maestro, Alemanno ricopia e orchestra alcune musiche del Chiriatti: un “Miserere”, due

responsori in onore della Vergine del Carmine e un responsorio a Sant’Antonio, eseguite

nella Basilica Cattedrale nel 1895.

Alemanno, un personaggio fondamentale per la vita musicale e civile del suo tempo, ha

rappresentato in maniera lungimirante e arguta il passaggio dal gusto musicale

settecentesco, di influenza napoletana, allo stile risorgimentale ottocentesco ispirandosi

a Giuseppe Verdi, Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti. In queste serpentine è riuscito a

destreggiarsi benissimo e in maniera consapevole, mantenendo una cifra stilistica

personale e, ed è lecito dirlo, autenticamente gallipolina. Lui, di riflesso, ha ispirato e

orientato una gloriosa generazione di musicisti (Monticchio, Bianco, Panico, De Somma,

Frisenna, Pindinelli, Citta, Consiglio), avviando inoltre innumerevoli tradizioni musicali

ancora oggi seguite. In tutto questo la musica dell’Alemanno assume i connotati di una

musica sempre armoniosa, leggera e, potremmo dire, “meridionale”.

Dell’Alemanno si sa, inoltre, che è convolato a nozze con Anna Marina Casole il 19

febbraio 1854 nella Chiesa di San Francesco di Paola.

Non è dato sapere la sua data di morte, l’ultima sua firma autografa è del 1913.

P a g i n a | 5

La partitura originale dell’oratorio sacro “Mira! O fedel” di Vincenzo Alemanno si trova

custodita nell’archivio storico - musicale della Venerabile Arciconfraternita delle Anime

del Purgatorio di Gallipoli. La riscoperta di questa partitura, inventariata nell’archivio

storico - musicale della Confraternita di Maria SS.ma del Monte Carmelo e della

Misericordia di Gallipoli, dove risulta inoltre che l’oratorio ha avuto due

rappresentazioni il 16 marzo 1883 e il 23 marzo 1888, costituisce un essenziale tassello

della cultura e della nostra tradizione musicale.

Quest’opera, la prima nel suo genere, è stata redatta nel 1875 quando l’Alemanno

espletava il servizio di organista nella Chiesa del Carmine ed è ispirata dall’intensa e

partecipata devozione popolare dei gallipolini nei confronti della Vergine Addolorata.

Alemanno è l’antesignano, quindi, di una tradizione musicale autenticamente

gallipolina che ha avuto molto seguito e che si protrae fino ai giorni nostri.

Le altre opere conservate nell’archivio storico della Confraternita di Maria SS.ma del

Monte Carmelo e della Misericordia composte in onore di Maria Addolorata e da

eseguirsi il giorno della memoria dei dolori di Maria, il venerdì che precede la

Domenica delle Palme, sono lo Stabat Mater (1882) di Giovanni Monticchio (1850 -

1931), e gli oratori - detti anche “frottole” - Ahi sventura (1886), L’han confitto (1893)

e Una turba di gente (1899) di Francesco Luigi Bianco (1859 - 1920) del quale risulta

perduto uno Stabat Mater .

Nella seconda metà dell’Ottocento la vivida teatralità dell’opera italiana influisce anche

nell’oratorio sacro e questo non manca di incorrere nella censura vescovile di Gallipoli

che osteggiava l’invadenza del fatto musicale nelle tradizioni liturgiche e paraliturgiche.

L'oratorio è una composizione musicale d'ispirazione religiosa, ma non liturgica, con

trama compiuta, presentata in forma narrativa ma senza rappresentazione scenica,

mimica e personaggi in costume. Lo stile musicale utilizzato nell’oratorio sacro di

Alemanno, e successivamente dal Monticchio e dal Bianco, risentono musicalmente

dell’influsso operistico, tanto che il Vescovo Mons. Enrico Carfagnini volle modificare

l’ordine secolare della festa dell’Addolorata e sopprimere addirittura la frottola,

consentendo il canto dello Stabat Mater esclusivamente con l’organo e, in ogni caso,

abolendo il canto delle “verginelle”, ossia le voci femminili. Per questo motivo, infatti, gli

oratori sacri “gallipolini” sono composti esclusivamente per sole voci maschili, sia soliste

che corali.

Lo scopo principale della collocazione di un nuovo organo dalle caratteristiche

orchestrali (Nicola Morettini da Perugia del 1888) nella Basilica Cattedrale “Sant’Agata”,

gemello a quello collocato due anni prima nella Basilica di San Giovanni in Laterano a

Roma, è da vedersi nelle intenzioni di eseguire degnamente le frottole a seguito del

P a g i n a | 6

decreto vescovile del Carfagnini (il cui stemma episcopale è in cima alla cassa

dell’organo). Tale decreto è stato redatto nel 1890, ma è lecito pensare, inoltre, che per

ottemperare alle direttive episcopali e al contempo tentare di legittimare l’esecuzione

delle frottole con piena orchestra, il maestro Francesco Luigi Bianco abbia aggiunto nei

suoi oratori una “preghiera” intonata da voci bianche, componente assente nell’oratorio

dell’Alemanno e nello “Stabat Mater” del Monticchio. Infine agli albori del nuovo secolo,

prevalsero le ragioni del culto popolare e venne ripresa la tradizione esecutiva delle

frottole con voci e piena orchestra.

Al di là della querelle tra il gusto ecclesiastico e il gusto popolare, certamente questo

entusiasmo artistico testimonia un momento della storia musicale gallipolina molto

felice e prolifico.

Durante la sosta della processione di Maria SS.ma Addolorata nelle Chiese gallipoline,

oltre alle frottole, venivano eseguiti ad anni alterni anche gli “Stabat Mater” di Giovanni

Battista Pergolesi, Gioachino Rossini e Joseph Gabriel Rheinberger accompagnati, come

abbiamo già detto, dall’organo. I coristi e i cantanti solisti venivano anche dai paesi

limitrofi, e il nostro Alemanno figura in alcune occasioni come cantante solista in

qualità di tenore.

La rappresentazione più attesa era quella che si teneva nella Chiesa di San Francesco

d’Assisi con l’organo di Simone e Pietro Chircher del 1726. Altre Chiese dove

abitualmente si eseguivano musiche in onore di Maria SS.ma Addolorata erano quelle del

Rosario, di San Francesco di Paola, delle Anime e perfino nella piccolissima Chiesa di

San Luigi, oltre che nella sontuosa Cattedrale.

È da segnalare inoltre che dai verbali della Confraternita Carmelitana risulta una non

precisata rappresentazione del “… 31 marzo 1882, frottola, musica fatta in quest’anno dal m° Ercole Panico”. Non si evince se il Panico abbia diretto l’oratorio dell’Alemanno,

anche perché lo troviamo, sul finire del secolo, a dirigere alternativamente con

l’Alemanno gli oratori del Bianco; oppure abbia eseguito una sua composizione, cosa

non da escludere a priori poiché il Panico è anch’egli autore di cantate e inni popolari

come l’inno alla tomba “Cristo è morto” per la Confraternita del Santissimo Crocifisso.

I maestri Vincenzo Alemanno e i fratelli Ercole e Policarpo Panico, che fondarono la

prima banda municipale di Gallipoli nel 1850, hanno molto spesso collaborato nella

produzione e nella promozione di nuova musica. Questo sodalizio artistico fu molto

importante per il gusto musicale dell’epoca poiché l’influsso degli strumenti a fiato in

uso anche nelle celebrazioni liturgiche a rinforzare le sonorità degli esili organi del

tempo, hanno contribuito a distaccarsi dalla prassi esecutiva e stilistica della scuola

musicale napoletana settecentesca e rinnovarsi, così, al nuovo gusto musicale

risorgimentale.

P a g i n a | 7

L’oratorio sacro “Mira! O fedel” nel corpus delle opere dell’Alemanno raggiunge il più

alto lirismo. Questo, scritto all’età di 48 anni, denominato nel manoscritto “A Maria SS.ma Addolorata” e indicato come “Concerto”, è preceduto da una Introduzione: un

brano piccolo, certosino, quasi fosse modellato a sé, con struggenti cantabili, assoli

strumentali e forti tensioni espressive che, con una bellissima e naturale propensione al

melos, preludia l’ambientazione mesta e dolorosa dell’oratorio.

Del testo della cantata sacra, invece, non è dato saperne la paternità. L’Alemanno ne

musica le parole trasformando l’alternanza di recitativo accompagnato (momento

narrativo) e aria (momento lirico) nella cosiddetta scena. Il testo ha un’impronta

puramente classica ed è composto da stanze di 4 versi settenari ciascuna (quartine). Il

secondo e il terzo verso di ogni strofa sono in rima baciata e gli ultimi versi di ogni

strofa rimano tra loro e sono tronchi. Lo schema di ogni scena è fisso: ABBC DEEC.

Questo schema, però, non si riscontra soltanto nel recitativo del tenore “Amor che tutto puoi” (che può interpretarsi come un recitativo “quasi” secco) dove sono presenti inoltre

alcuni enjambement. Al baritono è affidata la prima scena (recitativo “Mira! O fedel” e aria “Presso al morente figlio”), una meditazione sulle sofferenze di Maria durante la crocifissione. La seconda

scena affidata al tenore (recitativo “Amor che tutto puoi” e aria “Figlio dell’alma mia”)

rappresenta invece la voce della Vergine, l’istoria, la voce narrativa della vicenda. Il

coro, nella brevissima terza scena “No, non sperar”, incarna la figura dell’orante che si

rivolge a Maria Addolorata nell’atto supremo del sacrificio della Croce. Segue la ripresa

dell’aria del tenore “Figlio dell’alma mia”. Il finale, per tenore e coro, ricapitola ancora

una volta le stanze a loro assegnate “Figlio dell’alma mia” e “No, non sperar” in una

nuova e incalzante ambientazione ricca di pathos.

È qui interessante notare la dicotomia semantica tra la gravità delle parole “L’uomo ti condannò” (in prima persona - tenore), che appura l’inamovibile dramma di Maria

Addolorata, e “Che giusto è il suo patir” (in terza persona - coro) cosciente nell’orante

del male che si apre al bene, delle tenebre che si schiudono alla luce, dell’inquietudine

che si spalanca alla speranza. Un’immagine, questa, che polarizza in una bellissima ed

estrema sintesi il dramma di Maria ai piedi della croce.

È doverosa e meritoria la riconoscenza al maestro Vincenzo Alemanno per la ricchezza

e la qualità delle opere che ha lasciato, e per la sua intelligente arguzia culturale. Ora

non resta che ascoltare in prima esecuzione moderna questo oratorio sacro che farà

rivivere la sua “voce” dopo oltre un secolo di oblio.

Gallipoli, 9 marzo 2016

Enrico Tricarico

P a g i n a | 8

Oratorio sacro a Maria SS.ma Addolorata “Mira! O fedel”

Introduzione (Maestoso) - Strumentale

SCENA I - Mira! O fedel (Recitativo) - Baritono

Presso al morente figlio (Largo) - Baritono

SCENA II - Amor che tutto puoi (Recitativo) - Tenore

Figlio dell’alma mia (Andante sostenuto) - Tenore

SCENA III - No, non sperar (Mosso) - Coro

Finale - (Poco mosso) Tenore e coro

Testi

Mira! O fedel (Recitativo) - Baritono

Mira! O fedel sotto la croce dal gran dolor trafitta, la mesta già ed afflitta Madre del Redentor.

Presso al morente figlio (Largo) - Baritono

Presso al morente figlio, o Madre derelitta,

ti miro, ahimè! trafitta da crude spade il cor.

P a g i n a | 9

Amor che tutto puoi (Recitativo) - Tenore

Amor che tutto puoi, strappi dal sen del Padre

il Figlio eletto, e dalle braccia della Madre poi il meni a morte crudele.

Da dolor trafitto in dura croce,

per espiar dell’uomo il gran delitto.

Figlio dell’alma mia (Andante sostenuto) - Tenore

Figlio dell’alma mia unico oggetto amato, così pel suo peccato l’uomo ti condannò.

Dhe! Voglia almen pentito tornare al suo Signore, che per di lui amore tanto soffrir bramò.

No, non sperar (Mosso) - Coro

No, non sperar più Madre d’aver più salvo il Figlio, frena dal pianto il ciglio che giusto è il suo patir.

E impavida lo mira in fra tormenti e spine,

agonizzante alfine l’estremo fiato uscir

Finale (Poco mosso) - Tenore e coro

(Tenore) Ripresa dell’aria “Figlio dell’alma mia”

(Coro) Ripresa della stanza “No, non sperar”

P a g i n a | 10

Musiche di Vincenzo Alemanno

1. Archivio dell’Arciconfraternita delle Anime - Colloquio tra l’Anima e il cuore Eucaristico di Gesù - Oratorio (per due tenori,

basso e organo)

- Inno a San Luigi Gonzaga - Composizione sacra (per coro di giovinetti e banda)

- La premiazione - Composizione sacra per il Seminario di Gallipoli (per coro di

fanciulli e pianoforte)

- Messa - Per il Seminario di Gallipoli (per due tenori, basso e organo)

- Messa da requiem (per due tenori, basso e organo)

- Messa di Natale - Messa breve (per voci di giovanetti e soli strumenti d’arco)

- Messa a pastorale - Messa breve (per due tenori, basso e accompagnamento

d’organo)

- L’era nuova/Notte di Natale 25 dicembre - composizione pastorale (per

orchestra)

- 2 pastorelle - composizioni pastorale (per orchestra)

- La vera pastorella - composizione pastorale (per orchestra)

- Serenade d’Antrefois (di Giuseppe Silvestri - riduzione per violino e pianoforte)

- Litanie della B.V. (per due cori)

- Litanie della B.V. (per due tenori, basso e accompagnamento d’organo)

- Litanie lauretane motivate da Giovanni Gionti (per tenore, basso e

accompagnamento d’organo)

- Litanie lauretane motivate da Achille Consiglio (per tenore, basso e

accompagnamento d’organo – 1854)

- Lodi in onore di Maria (per coro a due voci – 1856)

- 2 canzoni alla Madonna dei Fiori (“All’Augustissima Vergine dei Fiori”, “A te, o

Maria, nel fervido” – entrambe del1860, rivedute nel 1911)

- 4 canzoni alla Madonna dei Fiori (“Al tuo piè” – 1856; “All’aura tua” - 1856, “Sei

pura, sei pia” - 1859, riveduta nel 1910; “Ancora in quest’anno” per coro di fanciulli/Nel chiudersi le scole - 1860, per voci fanciullesche e organo)

- Litanie lauretane (per due tenori, basso, organo e soli strumenti ad arco – 1858)

- Tota pulchra es Maria - Antifona (4 voci con tenore obbligato e orchestra –

1860)

P a g i n a | 11

- Canzone per la festività della Visitazione di Maria - “Figlie d’Ebro”, parole

dell’Arciprete F.Sansò (per voci fanciullesche e organo – 1866)

- Litanie a pastorale (per coro a due voci e organo – 1862)

- Tantum Ergo - Inno - Un pensiero alla cara memoria del Cavalier Gaetano

Donizetti (per basso e organo – 1873)

- A Maria SSma Addolorata - Concerto - Oratorio sacro “Mira! O fedel” (per due

tenori, baritono, coro e organo per ridursi con l’accompagnamento dell’orchestra

– 1875: Flauto, clarinetto 1 e 2, fagotto, saxofono baritono, corno 1 e 2, tromba,

trombone 1 e 2, pelittone - corrispondente all’odierno flicorno basso -, violini 1,

violini 2, violini 3, contrabbasso).

- Dormi, dormi - Canto natalizio (per tenore, basso, coro di bambini e organo da

ridursi per l’esecuzione a piena orchestra - 1878)

- La notte di Natale (canto pastorale con recitativo “Fortunata son io” per tenore e

coro, organo da ridursi per l’esecuzione a piena orchestra – 1878)

- Tantum Ergo - Inno (per basso e organo – 1879)

- La gioia dei devoti di Maria - Canzone per il mese dei fiori - Per il Seminario di

Gallipoli, scritta su richiesta del Vescovo Mons. Enrico Carfagnini (per coro di

giovinetti e organo – 1885)

- Salve del Ciel Regina - Inno (per coro di giovinetti, con accompagnamento di

pianoforte o armonium - 1890)

- Litanie lauretane - Per la Regina dei Cieli decoro del Carmelo (per due tenori,

basso, organo e soli strumenti ad arco – 1896)

- I pastori/ La notte di Natale - Oratorio - 3 canti natalizi (“O felice o cara notte”

pastorale per coro di pastori e giovinetti per organo o pianoforte, per ridursi con

l’accompagnamento d’orchestra – 1899; “Madre Santa gran Regina”, Le nove lampade della novena - In preparazione alla festività del Santo Natale di N.S.G.C.

per due tenori, basso, coro e accompagnamento d’organo; “Di amor fa bella

pompa”, La novena di Natale. A Gesù Bambino, per coro di pastori e giovinetti,

organo per ridursi con l’accompagnamento d’orchestra – 1903)

- Salve Regina - Inno (per basso, organo per ridursi con l’accompagnamento

dell’orchestra – 1906)

- Stans Beata Agathae - Antifona/Divae Agathae V.M. (per due tenori, basso,

organo e soli strumenti ad arco – 1909)

P a g i n a | 12

- O Sacrum convivium - Antifona (per due tenori, basso, organo e soli strumenti

ad arco – 1910)

- Ave Maria - Canzone devota (per tenore, coro, organo e soli strumenti ad arco –

1910)

- Christus - Per la liturgia del Giovedì e Venerdì Santo (per coro di giovinetti a due

voci e organo – 1913)

2. Trascrizione opere di Giuseppe Chiriatti Archivio dell’Arciconfraternita delle Anime

- Miserere di Giuseppe Chiriatti del 1782 - Salmo 50, scritto per il Conservatorio

di San Luigi (per due soprani, basso e organo aggiunto da Vincenzo Alemanno –

1860)

- 3 responsori di Giuseppe Chiriatti del 1782 (“Responsorio della Vergine del

Carmine”, per due soprani, basso, organo e soli strumenti d’arco aggiunti da

Vincenzo Alemanno; “Responsorio della Vergine del Carmine”, ad una voce;

“Responsorio di Sant’Antonio”, ad una voce)

3. Archivio della Confraternita delle Monte Carmelo e della Misericordia - Marcia funebre - Da eseguirsi durante la processione di Maria SS.ma Addolorata

(per banda – mancante della partitura guida con il canto)

4. Archivio della Confraternita del Santissimo Crocefisso - Egli è morto - Cantata - Da eseguirsi durante la processione del Venerdì Santo

(per coro di fanciulli a due voci e organo guida + parti per banda - 1860)

5. Biblioteca comunale - Fondo Vernole - Canzone e Preghiera per S.Cristina (per coro di giovinetti e organo – 1865.

Elaborata per banda da Ercole Panico nel 1873 e nel 1885)

6. Servizio di organista svolto da Vincenzo Alemanno

- 1853 - 1883, Confraternita di Maria SS.ma del Monte Carmelo e della Misericordia. - 1854ca - 1911ca, Basilica Cattedrale Sant’Agata e Arciconfraternita delle Anime. - 1865 - 1874, Confraternita di Santa Maria degli Angeli. - 1879, Confraternita di San Giuseppe.