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ASSOCIAZIONE DOPO DI NOI POTENZA CONOSCERE PER CAMBIARE Opuscolo informativo I testi sono stati curati dalla socia dott. Blasucci Marilena per conto dell’Associazione Dopo di Noi

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ASSOCIAZIONE DOPO DI NOI POTENZA

CONOSCERE PER CAMBIAREOpuscolo informativo

I testi sono stati curati dalla socia dott. Blasucci Marilena per conto dell’Associazione Dopo di Noi

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Indice

1)L’ Associazione Dopo di Noi • La famiglia del disabile• Il Progetto dell’Associazione

3)Dall’ICDH all’ICF 4) La prevenzione

5) La legge 104\92 6) L’inserimento scolastico

7) Le barriere architettoniche8) Il lavoro per le persone disabili

• la legge 68\99 • la LR 28\2001

9)La L R38\8410) La LR 7\99 e la LR 6\200011)Le patenti speciali e le agevolazioni per l’acquisto di un’autovettura12) La domotica al servizio delle persone disabili

• Esempi di case alloggio domotiche• L’ATER di Potenza a favore delle persone disabili13)Il tempo libero e le vacanze

14)I servizi nella città di Potenza 15)Le Associazioni che si occupano di handicap Prov PZ Prov MT

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ASSOCIAZIONE DOPO DI NOI

L’Associazione Dopo di Noi è nata a Potenza il 1\6\07 per volere di un gruppo di genitori e familiari di

persone disabili gravi e adulte e comprende anche altre persone che hanno scelto di impegnarsi in

questo campo

Fine ultimo dell’Associazione “Dopo di Noi” è quello di costituire una casa alloggio che accolga

dignitosamente tutti i congiunti disabili allorché i genitori e\o altri familiari non saranno più in grado

di assisterli, o saranno impossibilitati.

L’Associazione è nata per promuovere azioni atte a superare gli ostacoli ad una piena cittadinanza

sociale per tutte le persone disabili ed in tutte le fasi della vita, cercando di evitare l’isolamento a cui

vanno incontro soprattutto le persone con disabilità grave e di conseguenza le famiglie.

Questo traguardo prevede varie tappe, e l’Associazione Dopo di Noi, si propone:

-la promozione della associazione e dei suoi scopi per consolidarla e farla conoscere, soprattutto dal

mondo giovanile che può diventare una valida risorsa;

-l’ attivazione di percorsi comuni, e di collaborazione con altre Associazioni del territorio regionale ed

extra regionale;

-l’ informazione su leggi regionali e nazionali, su attività svolte in regione, a favore delle persone con

disabilità;

-la ricerca di collaborazione tra l’ Associazione Dopo di Noi ed altri Enti presenti in regione, con le

istituzioni pubbliche e con tutti quelli che vogliono rendere meno difficile la vita di persone

handicappate.

In questi 3 anni l’Associazione ha attivato vari rapporti con le istituzioni pubbliche, per cercare di

rendere effettivo il progetto; non sempre le istanze dell’Associazione sono state recepite appieno, forse

sono state sottovalutate e sminuite.

Comunque l’Associazione Dopo di Noi si è impegnata in varie attività per farsi conoscere nel territorio

e cercare di mobilitare altre forze a sostegno del progetto di casa alloggio.

• Giugno 08 Convegno di presentazione dell’ Associazione Dopo di Noi dal titolo

“Disabilità:famiglie ed integrazione” in cui si presentava l’ Associazione ed il suo progetto. In questo

convegno sono intervenuti l’Assessore Comunale ai Servizi Sociali, il presidente AIAS di Potenza,

(unica realtà riabilitativa) e il presidente dell’ATER con cui si ipotizza un progetto di casa domotica.

• Febbraio-Giugno 09 Rassegna cinematografica “Arte e Disabilità” film sulle tematiche

dell’handicap in collaborazione con la Biblioteca Provinciale.

• Giugno 09 Spettacolo Teatrale “Arte e Disabilità” con la partecipazione di ragazzi disabili in

collaborazione con il gruppo teatrale “La Macchietta Romana”.

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• Dicembre 09-Maggio 10 Partecipazione al progetto “Uniti Nella Diversità” ciclo di incontri a

sostegno di 10 famiglie dell’Associazione Dopo di Noi tenuti dagli esperti in mediazione sistemica

della Coop. Soc. IMES

• Gennaio 10 Calendario “Uniti nella Diversità” anno 2010 con i disegni dei ragazzi disabili.

• Giugno 10 Convegno con la Fondazione Dopo di Noi di Roma e la coop IMES sul lavoro svolto

dalle famiglie.

• Gennaio 11 Calendario “Impegno continuo” con le locandine degli eventi svolti e foto dei

ragazzi.

L’Associazione Dopo di Noi è in stretto contatto con l’ ATER di Potenza che nell'ambito dell' intervento

costruttivo dei 100 alloggi in fase di prossima canterizzazione a Bucaletto, ha costruito in funzione dei

bisogni manifestati " dal mondo associativo comunemente detto del "Dopo di Noi" una residenza protetta

di circa 250 mq finalizzata ad accogliere circa 7-8 persone con gravissime disabilità. Si tratta di una casa

famiglia, dotata di tutti i dispositivi domotici e le attrezzature necessarie affinché questi ragazzi, tutti con

gravissime disabilità ma ricchi di entusiasmo e voglia di vivere, potranno condurre una vita autonoma di

comunità quando fra mille anni, i loro genitori non e saranno più. È stata dunque sperimentata una forma

di impegno che non può rimanere isolato e che ATER Potenza intende replicare.

Alla fine del 2009 l’Associazione Dopo di Noi ha stretto un patto di collaborazione con la Fondazione

AVISPER per collaborare alla realizzazione del progetto.

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LA FAMIGLIA DEL DISABILE .

L'ottica sistemica, se viene utilizzata come modello di osservazione e come approccio operativo in contesti

non solo terapeutici, può fornire validi strumenti di intervento.

Quest’ottica pone al centro dell'intervento la famiglia vista come un sistema aperto, i cui membri,

interagendo, influenzano e sono influenzati, modificano e sono modificati, in un continuo scambio circolare, il

sistema familiare innesca questo "movimento" con tutti i sistemi con cui entra in contatto.

La famiglia, viene messa a dura prova dalla disabilità di uno dei suoi componenti, nondimeno tenta di ricreare

al suo interno un equilibrio per affrontare un problema che coinvolge tutta la famiglia. sempre di più con la

crescita della persona disabile e delle sue esigenze. Infatti se per un figlio normale l’autonomia cresce col

crescere dell’età ciò è inversamente proporzionale per un ragazzo\a disabile grave le esigenze di accudimento

si moltiplicano con l’ avanzare dell’età, modificando tutto il sistema familiare. La famiglia di una persona

disabile e soprattutto grave, sarà sempre caratterizzata da una grande fragilità e solitudine ed una straordinaria

forza e presenza che può sembrare quasi ossessiva ma che sottende la richiesta di essere accolta come sistema.

Il sistema famiglia ha bisogno di un grande sostegno in questi primi tempi, ha necessità di essere accettata,

rassicurata, non colpevolizzata ed infine, ma non meno importante, informata correttamente e con tatto sulle

varie problematiche. La prime due richieste di una famiglia con una persona disabile, sono: di capire l’

accaduto, quali sono i miglioramenti o i progetti possibili o ancora meglio se c’è una soluzione chiara, di

poter partecipare alla vita sociale. La seconda importante richiesta è di poter partecipare alle tappe di crescita

del figlio, di non essere esclusa, di non dover delegarne la crescita solo alle varie strutture mediche,

riabilitative ed in un secondo momento scolastiche e sociali.

I genitori e poi i fratelli e sorelle saranno alle prese costantemente con problemi che modificheranno in parte

la loro vita: barriere architettoniche, spostamenti per le cure, lungaggini burocratiche per avere sussidi,

assistenza e\o ausili, ascoltare queste richieste e rispondere renderà più unita la famiglia che saprà accettare e

convivere con problemi anche pesanti e creerà i presupposti per scelte consapevoli anche se gravose.

Al contrario la famiglia non ascoltata e non aiutata tenderà a delegare il figlio alle strutture e a lungo andare si

ricompatterà escludendolo dalla vita familiare, anche se non sempre fisicamente, oppure in alternativa non

avrà altri obiettivi che l’accudimento del ragazzo\a disabile.

La famiglia e il contesto istituzionale e\o sociale possono essere rappresentati come sistemi aperti, i cui

componenti, interagendo, influenzano e sono influenzati.

Questi 2 sistemi diversi e con diverse esigenze devono, nonostante tutto comunicare tra loro e tentare di

comprendersi, poi unire le forze per un progetto che deve essere avvertito da entrambi come comune. Lavorare

su uno stesso terreno comporta uno sforzo non facile dal punto di vista della comunicazione e dell’ascolto, è

come se ciascun sistema dovesse “uscire” dal suo territorio, e incontrandosi in un territorio neutrale, che deve

diventare comune , dove poter mettere in atto azioni funzionali ad un progetto efficace per entrambi i sistemi.

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Le famiglie sono sempre portatrici di saperi e buone prassi che hanno dovuto giocoforza imparare negli anni e

le associazioni di volontariato che gruppi di famiglie costituiscono, rispondono a 2 esigenze importanti:

riconoscersi con uno stesso problema, non sentirsi isolate, imparare a districarsi nei meandri della burocrazia,

dei contatti, richiedere servizi e politiche più efficaci. La condivisione di questi saperi con i contesti sociali e\o

istituzionali, per la ricerca delle soluzioni migliori, è auspicabile, ed ancora una volta tutto si gioca

nell’interazione tra due sistemi, che con un ascolto e una comunicazione efficace chiara, devono poter

superare la paura della perdita della propria identità.

Ma perché il sistema famiglia e il sistema istituzione devono cercare di collaborare? Una risposta potrebbe

essere che è nell’interesse di ciascuno dei due farlo. I contesti istituzionali sono sempre più chiamati ad

occuparsi di questa esigenza che è di moltissime famiglie, che sono supportate anche da cittadini sensibili,

fondazioni. Le famiglie d’altra parte, vogliono poter essere partecipi perché è in gioco il futuro del figlio per

il quale hanno sempre cercato le migliori possibilità. Prima ancora di considerare le possibilità “esterne”, nella

famiglia ci si interroga sulla possibilità di mantenere il disabile all’interno delle relazioni familiari primarie; in

questo caso entrano in gioco i fratelli (laddove presenti), e il “progetto assistenziale” che i genitori pensano di

poter caricare su di essi.

Ma solitamente i genitori evitano di coinvolgere i fratelli\sorelle in prima persona e di responsabilizzarli, così

come lo sono stati loro. Nasce così nella mente dei genitori il sogno di una casa in cui il figlio potrà vivere con

dignità e accudito e parole come “comunità", “casa alloggio” “fondazione” assumono valenze più

pragmatiche, meno ideologiche. Può sembrare che le famiglie non sappiano essere pazienti e vogliano “tutto

subito e fatto anche bene” ma può essere comprensibile il desiderio di veder realizzato il progetto in tempi

ragionevoli.

Nella costituzione di un “dopo di noi”, c’è sempre anche un “insieme a noi” dove genitori e figlio possono

vivere periodi insieme, in un ambiente diverso dalla propria abitazione, in modo tale da sperimentare

gradualmente il distacco che potrà avvenire anche vario tempo dopo.

Molte case alloggio, e anche quella progettata dall’Associazione, prevedono un’accoglienza anche temporanea

che porterà poi alla residenzialità completa, ma hanno previsto un tipo di accoglienza “a termine” per i disabili

che temporaneamente hanno bisogno di essere ospitati in una struttura.

Il progetto dell’Associazione “Dopo di Noi” è quello di creare una casa per le persone disabili adulte.

L’apertura di una struttura così complessa ma così necessaria deve essere il punto di incontro tra le famiglie

che hanno necessità di sapere che i loro figli, fratelli, anche un domani vivranno dignitosamente, e il contesto

istituzionale che pur facendo i conti con le risorse, deve ascoltare e dare risposte efficaci a cittadini impegnati

giornalmente a lottare per i figli e i fratelli.

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IL PROGETTO

L’Associazione Dopo di Noi ha immaginato un progetto di massima per la Casa alloggio, pensando alle

persone che dovranno utilizzarla e cercando di mantenere intatta la loro dignità.

Il progetto si articola in tre spazi tra loro distinti ma facenti parte di un sistema unico.

• La Comunità Alloggio,

per quattro disabili adulti che alloggiano in maniera stabile;

per tre disabili maggiorenni temporaneamente privi d'assistenza che alloggiano per brevi periodi. Nella Casa

l’ assistenza verrà effettuata 24 su 24 e comprenderà tutte le attività quotidiane.

Le Attività della Casa

Gli ospiti della Casa, sia quelli fissi che quelli temporanei, parteciperanno ad attività

che dovranno tenere conto delle loro potenzialità e potranno anche essere diversificate.

L’Associazione si avvarrà di volontari singoli e o Associazioni che vorranno condividere il progetto.

• Il Centro di Ascolto

offrirà ascolto telefonico da parte di un operatore competente, inoltre le persone disabili, le loro famiglie,

potranno trovare un front-office per tutte le informazioni su problematiche legate all’handicap. Il Centro

fornirà la consulenza di un legale e supporto psicologico.

• Il Centro di Documentazione

sarà attivato un Centro di Documentazione sempre aggiornato su leggi, attività presenti in regione e sul

territorio nazionale ed europeo.

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DALL’ICDH ALL’ICF

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato nel 2001 uno strumento di classificazione che

analizza e descrive la disabilità come esperienza umana che tutti possono sperimentare. Tale

strumento, denominato ICF, propone un approccio all’individuo normodotato e diversamente abile

dalla portata innovativa e multidisciplinare.

Le Classificazioni Internazionali elaborate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: ICD e

ICIDH

A partire dalla seconda metà del secolo scorso l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha

elaborato differenti strumenti di classificazione inerenti l’osservazione e l’analisi delle patologie

organiche, psichiche e comportamentali delle popolazioni, al fine di migliorare la qualità della

diagnosi di tali patologie.

La prima classificazione elaborata dall’OMS, “La Classificazione Internazionale delle malattie”

(ICD, 1970) risponde all’esigenza di cogliere la causa delle patologie, fornendo per ogni sindrome e

disturbo una descrizione delle principali caratteristiche cliniche ed indicazioni diagnostiche.

EZIOLOGIA PATOLOGIA MANIFESTAZIONE CLINICA

L’ICD rivela ben presto vari limiti di applicazione e ciò induce l’OMS ad elaborare un nuovo

manuale di classificazione, in grado di focalizzare l’attenzione non solo sulla causa delle patologie,

ma anche sulle loro conseguenze: “la Classificazione Internazionale delle menomazioni, delle

disabilità e degli handicap” (ICIDH, 1980). L’ICIDH non coglie la causa della patologia, ma

l’importanza e l’influenza che il contesto ambientale esercita sullo stato di salute delle popolazioni.

Con l’ICIDH non si parte più dal concetto di malattia inteso come menomazione, ma dal concetto di

salute, inteso come benessere fisico, mentale, relazionale e sociale che riguarda l’individuo, la sua

globalità e l’interazione con l’ambiente.*

L’ICIDH è caratterizzato da tre componenti fondamentali, attraverso le quali vengono analizzate a

valutate le conseguenze delle malattie:

- la menomazione, come danno organico e/o funzionale;

- la disabilità, come perdita di capacità operative subentrate nella persona a causa della

menomazione;

- svantaggio (handicap), come difficoltà che l’individuo incontra nell’ambiente circostante a causa

della menomazione.

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MALATTIA O DISTURBO --> MENOMAZIONI --> DISABILITA’ --> HANDICAP

La presenza di limiti concettuali insiti nella classificazione ICIDH ha portato l’OMS ad elaborare

un’ulteriore strumento, “La Classificazione Internazionale del funzionamento e delle disabilità"

(ICIDH-2, 1999), che rappresenta l’embrione del modello concettuale che sarà sviluppato

nell’ultima classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: “La Classificazione

Internazionale del funzionamento,disabilità e salute (ICF, 2001).

La Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute (ICF, 2001)

Il 22 maggio 2001 L’Organizzazione Mondiale della Sanità perviene alla stesura di uno strumento

di classificazione innovativo, multidisciplinare e dall’approccio universale: “La Classificazione

Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute”, denominato ICF.

Cos’è l’ICF e Aspetti innovativi della classificazione ICF

L’ICF si delinea come una classificazione che vuole descrivere lo stato di salute delle persone in

relazione ai loro ambiti esistenziali (sociale, familiare, lavorativo) al fine di cogliere le difficoltà che

nel contesto socio-culturale di riferimento possono causare disabilità.

Tramite l’ICF si vuole quindi descrivere non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in

relazione al loro contesto ambientale e sottolineare l’individuo non solo come persona avente

malattie o disabilità, ma soprattutto evidenziarne l’unicità e la globalità. L’ICF vuole fornire

un’ampia analisi dello stato di salute degli individui ponendo la correlazione fra salute e ambiente,

arrivando alla definizione di disabilità, intesa come una condizione di salute in un ambiente

sfavorevole.

L’analisi delle varie dimensioni esistenziali dell’individuo porta a evidenziare non solo come le

persone convivono con la loro patologia, ma anche cosa è possibile fare per migliorare la qualità

della loro vita.

Il concetto di disabilità introduce ulteriori elementi che evidenziano la valenza innovativa della

classificazione:

- universalismo;

- approccio integrato;

- modello multidimensionale del funzionamento e della disabilità.

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L’applicazione universale dell’ICF emerge nella misura in cui la disabilità non viene considerata un

problema di un gruppo minoritario all’interno di una comunità, ma un’esperienza che tutti, nell’arco

della vita, possono sperimentare. L’OMS, attraverso l’ICF, propone un modello di disabilità

universale, applicabile a qualsiasi persona, normodotata o diversamente abile.

L’approccio integrato della classificazione si esprime tramite l’analisi dettagliata di tutte le

dimensioni esistenziali dell’individuo, poste sullo stesso piano, senza distinzioni sulle possibili

cause.

Il concetto di disabilità vuole essere un concetto inserito in un continuum multidimensionale.

Ognuno di noi può trovarsi in un contesto ambientale precario e ciò può causare disabilità. E’ in tale

ambito che l’ICF si pone come classificatore della salute, prendendo in considerazione gli aspetti

sociali della disabilità: se, ad esempio, una persona ha difficoltà in ambito lavorativo, ha poca

importanza se la causa del suo disagio è di natura fisica, psichica o sensoriale. Ciò che importa è

intervenire sul contesto sociale costruendo reti di servizi significativi che riducano la disabilità

Scopi dell’ICF

L’ICF, adottando approcci di tipo universale e multidisciplinare, può essere utilizzata in discipline e

settori diversi.

I suoi scopi principali sono

- fornire una base scientifica per la comprensione e lo studio della salute, delle condizioni,

conseguenze e cause determinanti ad essa correlate;

- stabilire un linguaggio standard ed univoco per la descrizione della salute delle popolazioni allo

scopo di migliorare la comunicazione fra i diversi utilizzatori, tra cui operatori sanitari, ricercatori,

esponenti politici e la popolazione, incluse le persone con disabilità;

- rendere possibile il confronto fra i dati relativi allo stato di salute delle popolazioni raccolti in

Paesi diversi in momenti differenti;

- fornire uno schema di codifica sistematico per i sistemi informativi sanitari.

L’utilizzazione dell’ICF non solo consente di reperire informazioni sulla mortalità delle

popolazioni, sulla morbilità, sugli esiti non fatali delle malattie e di comparare dati sulle condizioni

di salute di una popolazione in momenti diversi e tra differenti popolazioni, ma anche di favorire

interventi in campo socio-sanitario in grado di migliorare la qualità della vita delle persone.

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LA PREVENZIONE

Cos'è la prevenzione

Il termine prevenzione - come il verbo prevenire - ha due significati; il primo, quello che verrà

preso in considerazione, riguarda le possibilità di avere ipotesi che anticipino un evento dannoso,

evitando che possa accadere; ma vi è anche un altro significato che collega questo con un altro

termine, d’abitudine non usato con un senso positivo: pregiudizio. In qualche modo la prevenzione

utilizza una visione che non è ancora conosciuta e che viene vista come negativa, e cerca di evitare

che si realizzi. Prevenzione può essere quindi collegata a una considerazione negativa di quello che

potrebbe avvenire se ….Ma, non essendo ancora conosciuto l’evento, può contenere qualche dubbio

di eccesso. Difatti, gli eccessi di prevenzione sono rischi.

Prevenzione della disabilità

Vi è un collegamento fra prevenzione ed epidemiologia. Questa è una branca della scienza che

studia la prevalenza o l’incidenza di una malattia o di una disabilità in una popolazione allargata,

cercando di evidenziare il numero di nuovi casi in un tempo definito. La finalità dell’epidemiologia

può essere descrittiva, e allora è limitata alla valutazione della frequenza; oppure può essere una

epidemiologia analitica, alla ricerca delle cause; ed è importante capire come una mappa

epidemiologica possa cambiare rapidamente per eventi calamitosi.

Di prevenzione si parla con tre livelli:

• la prevenzione primaria, che comprende le azioni destinate a diminuire l’incidenza di una

disabilità su una popolazione, riducendo il rischio al suo nascere;

• una prevenzione secondaria che riguarda le azioni utili per ridurre la densità e la gravità

della disabilità,

• una prevenzione terziaria che comprende le azioni utili per diminuire il prevalere delle

incapacità croniche in una popolazione, riducendo al minimo le invalidità funzionali e

realizzando progetti di riadattamento.

Per questo possiamo immaginare che vi siano diversi momenti interessanti per la prevenzione.

A grandi linee possiamo individuarne due, perché due sono i momenti dell’insorgenza della

disabilità: il primo è dalla nascita, e quindi vanno considerate tutte le azioni che permettono i

livelli di prevenzione alla nascita; il secondo è da trauma.

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CONCEPIMENTO

Ogni anno nascono nel nostro paese circa 35.000 bambini con deficit ed altrettanti lo diventeranno

negli anni successivi. Occorre dunque informare le giovani coppie sui fattori di rischio e su come

prevenirli.

Il gruppo sanguigno o fattore Rh dovrebbe essere conosciuto per qualsivoglia incidente.

Nell’ambito della prevenzione, questo dato serve per identificare in tempo una eventuale

incompatibilità materno-fetale che può portare danni al nascituro.

E’ bene essere consapevoli di altre malattie ereditarie quali distrofie muscolari, emofilie, anemia

mediterranea, in questi casi si può essere portatori sani ed esiste la probabilità di trasmettere la

malattia.

Per le ragazze vi è una prevenzione della disabilità che inizia addirittura dall'infanzia dei futuri

genitori: è essenziale sapere se si è avuto la rosolia o se sia stata praticata la vaccinazione contro

questa malattia. Essa infatti, senza immunizzazione secondaria all'avvenuta malattia o alla

vaccinazione, può colpire durante la gravidanza, procurando danni assai gravi al nascituro, come

sordità, cecità, ritardo mentale.

Durante la gravidanza

Durante questo periodo così delicato, è opportuno osservare alcune semplici attenzioni per ridurre

ogni tipo di rischio.

• Evitare ambienti di lavoro che mettano la gestante nelle condizioni di respirare, ingerire o avere

a contatto della cute sostanze pericolose per la madre o il nascituro.

• Non prendere farmaci, se non indispensabili, e soprattutto non assumere psicofarmaci

(antidepressivi, ansiolitici, ecc.).

• Nei primi mesi, evitare radiografie per accertare fratture o altre patologie.

• Ridurre al minimo l'assunzione di alcool e fumo e soprattutto non assumere droghe di nessun

tipo.

• Non sottoporsi a sforzi troppo intensi o prolungati.

In caso di gravidanze a rischio occorre effettuare, oltre agli esami e controlli di routine,

amniocentesi, analisi del sangue fetale o dei villi coriali, a seconda dei casi.

Gravidanze a rischio possono essere considerate le seguenti situazioni:

• donne con più di 40 anni,

• donne che hanno già avuto un figlio con danni genetici (per esempio trisoma 21, o sindrome

di Down),

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• donne che - senza traumi o malformazioni dell'apparato riproduttivo - hanno avuto due o più

aborti spontanei.

Gli esami, facili da effettuarsi in ambiente tecnicamente corretto, non devono indurre

automaticamente un rifiuto della diversità nel caso si evidenzino patologie che provocano

disabilità, ma offrono alla donna e alla coppia la possibilità di essere informati. Se il bambino

non avrà danni evidenti la gravidanza potrà procedere con maggiore tranquillità; se invece si

riscontrerà una patologia, la donna e la coppia - informati e sostenuti psicologicamente -

potranno decidere coerentemente se continuare una gravidanza responsabile. L'importante è

conoscere per decidere.

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LEGGE QUADRO104\92 "LEGGE-QUADRO PER L'ASSISTENZA, L'INTEGRAZIONE

SOCIALE E I DIRITTI DELLE PERSONE HANDICAPPATE. "

La Legge 104\92 è definita "Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate."

Conoscere a fondo questa Legge è fondamentale per capire i diritti, i doveri e come ed i comportamenti in tutti quei casi in cui la disabilità e l’invalidità entrino a far parte della vita. La legge prende in considerazione materie come scuola, lavoro, barriere architettoniche, trasporti, permessi per i lavoratori, accertamenti d’invalidità civile, ecc. che erano regolati da singole leggi, per dare un assetto globale, ed un’articolazione unitaria a tutta la materia.

Secondo la legge 104\92

1. E' persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale,

stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione

lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

L'ACCERTAMENTO DELLA CONDIZIONE DI HANDICAP

La legge 104\92 esplicita nell’articolo 3 con i suoi commi la definizione di persona handicappata

diversificando tra handicap grave o meno, quindi l’art. 3, comma 1 della Legge 104/92 definisce come

"persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o

progressiva che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale

da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione", mentre con il comma 3 dello

stesso articolo definisce “la situazione di gravità “ che sussiste … “Qualora la minorazione, singola o

plurima, abbia ridotto l'autonomia personale, correlata all'età, in modo da rendere necessario un

intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di

relazione,…” La situazione di gravità da diritto al disabile e a chi lo assiste dei benefici ulteriori. E la

priorità nei servizi.

1) Benefici per le diverse condizione riconosciute:

• Persona riconosciuta handicappata, con invalidità civile superiore al 67% o con invalidità

inscritta alla I, II o III tabella A della Legge 648/50, assunta in enti pubblici

Diritto di scelta prioritaria tra le sedi disponibili e la precedenza se è stata fatta domanda di

trasferimento (art. 21 Legge 104/92)

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• Persona riconosciuta handicappata, che deve sostenere esami pubblici o di abilitazione

alle professioni

Diritto agli ausili necessari per sostenere le prove, nonché alla disponibilità di tempi aggiuntivi a quelli

stabiliti (art. 20 Legge 104/92)

• Persona riconosciuta handicappata per ridotte capacità motorie permanenti o affetta

da pluriamputazioni; persona riconosciuta handicappata per handicap psichico o mentale con

indennità di accompagnamento come invalido civile

Può usufruire dell'acquisto di veicoli ad I.V.A. agevolata (4% anziché 20%) e può essere esente dal

pagamento delle tasse automobilistiche (art. 8 della Legge 449/97 e art. 30 comma 7 della Legge

328/2000)

• Persona riconosciuta handicappata con menomazioni di natura motoria, visiva, uditiva

o del linguaggio che limitano l'autosufficienza e l'integrazione

Può usufruire dell'I.V.A. agevolata per l'acquisto di apparecchiature e dispositivi meccanici, elettronici

o informatici, anche appositamente fabbricati, preposti alla riabilitazione o a facilitare la comunicazione

interpersonale, l'elaborazione scritta o grafica, il controllo dell'ambiente e l'accesso all'informazione e

alla cultura (art. 3 del DM 14/3/1998)

2) Benefici per la condizione di gravità di cui alcuni sono destinati ai genitori della persona

handicappata, altri agli handicappati adulti.

Persona riconosciuta handicappata in situazione grave in caso di minore

La lavoratrice madre o, in alternativa, padre, anche adottivi, possono ottenere un prolungamento fino a

tre anni del periodo di astensione facoltativa dal lavoro (art. 7 della Legge 1204/71).

Oppure, in alternativa, due ore di permesso giornaliero retribuito fino al compimento del terzo anno di

vita del minore (art. 33, comma 1, della Legge 104/92).

Chiunque assista un bambino di età non inferiore a tre anni può usufruire delle seguenti agevolazioni:

tre giorni di permesso mensile purché il soggetto non sia ricoverato a tempo pieno; diritto di scegliere,

ove possibile la sede di lavoro più vicina; impossibilità al trasferimento senza il suo consenso in sede di

lavoro diversa da quella già coperta (art. 33 della Legge 104/92)

In caso di maggiore età

La persona handicappata maggiorenne in situazione di gravità può usufruire alternativamente

dei permessi di cui ai commi 2 e 3, ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede di lavoro più

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vicina al proprio domicilio e non può essere trasferita in altra sede, senza il suo consenso. Usufruisce

inoltre della deduzione dal reddito complessivo delle spese mediche e di assistenza specifica, per la

parte del loro ammontare complessivo che eccede il 5% o 10% del reddito complessivo annuo

dichiarato a seconda che questo sia o meno superiore a 15 milioni di lire.

Le disposizioni di cui ai commi 1, 2, 3, 4 e 5 si applicano anche agli affidatari di persone

handicappate in situazione di gravità.

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L’ INSERIMENTO SCOLASTICO

La legge 104\92 si occupa dell’integrazione scolastica, dall’art.12 all’art.16. Nei primi 4 commi

l’articolo 12 recita:

1. Al bambino da 0 a 3 anni handicappato é garantito l'inserimento negli asili nido.

2. É garantito il diritto all'educazione e all'istruzione della persona handicappata nelle sezioni di

scuola materna, nelle classi comuni delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado e nelle

istituzioni universitarie.

3. L'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità della persona

handicappata nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.

4. L'esercizio del diritto all'educazione non può essere impedito da difficoltà di apprendimento

né di altre difficoltà derivanti dalle disabilità connesse all'handicap. Vediamo in concreto come si

procede per avere le agevolazioni

ATTESTAZIONE DI ALUNNO IN SITUAZIONE DI HANDICAP AI SENSI DELLA

LEGGE 104/92

I bambini con disabilità possono essere, su richiesta della famiglia, certificati come alunni in

situazione di handicap ai sensi della L. 104/92.

E’ bene procedere a richiedere tale riconoscimento, prima che la scuola inizi, accertandosi anche se

se esistono o meno le condizioni per ottenere anche la connotazione di gravità (art. 3 comma 3) e di

consegnare formalmente tale certificazione alla scuola. La certificazione è utile anche per rendere

esigibili i fondamentali diritti per la piena inclusione scolastica.

Il certificato si può anche consegnare ad anno scolastico iniziato. Quando la certificazione non è

stata fatta prima dell’inizio dell’anno scolastico, su richiesta della famiglia, che può agire

autonomamente o a seguito di accordi con la scuola, si avvia la valutazione da parte dell’Unità

Multidisciplinare, richiedendo alla scuola una relazione dei problemi evidenziati. La certificazione

15

Page 19: Conoscere per cambiare

redatta viene consegnata dall’Unità multidisciplinare alla famiglia affinché la trasmetta alla scuola.

Tempistica: la certificazione deve avvenire in “tempi utili rispetto all’inizio dell’anno scolastico e

comunque non oltre trenta giorni dalla ricezione della richiesta” (art. 2 D.P.C.M. 185/2006).

LA DIAGNOSI FUNZIONALE (DF) E IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE (PDF)

Dopo la certificazione dello stato di handicap(con o senza gravità) ai sensi della L. 104/92, deve

essere redatta la Diagnosi Funzionale, comprendente anche il Profilo Dinamico Funzionale, da parte

dell’unità multidisciplinare territoriale, affiancata da un esperto di pedagogia speciale designato

dall’ufficio scolastico Provinciale e da un operatore esperto sociale, secondo la strutturazione

territoriale, ed in collaborazione con la scuola e la famiglia.

La Diagnosi Funzionale permette di evidenziare non solo il tipo di deficit ma anche le potenzialità

di ciascun alunno con disabilità, unitamente alle previsioni degli obiettivi da raggiungere a medio e

lungo termine.

Ad ogni passaggio di grado di istruzione o in presenza di condizioni nuove e sopravvenute la

Diagnosi Funzionale deve essere riconsiderata in relazione all’evoluzione dell’alunno..

Tempistica: la Diagnosi Funzionale è redatta in tempi utili per la redazione del P.E.I., cioè entro il

30 luglio (in bozza da integrare entro le prime settimane di frequenza scolastica per gli alunni

iscritti al primo anno di ogni ciclo scolastico, a seguito della prima fase di conoscenza dell’alunno).

Cosa fare in caso di violazioni? Nel caso in cui si dovesse registrare che ciò non avvenga nei modi e

nei tempi indicati o i documenti non siano coerenti con l’effettiva situazione e necessità dell’alunno

si potrà procedere come segue:

1) diffida a tutti i soggetti istituzionali competenti dal continuare ad essere inerti circa la diagnosi

funzionale (nel caso di mancata redazione della stessa);

2) mancata sottoscrizione della diagnosi funzionale e richiesta di revisione della stessa a tutti i

soggetti istituzionali competenti.

IL PROGETTO EDUCATIVO INDIVIDUALE (PEI)

Il PEI - Progetto Educativo Individuale è il progetto di vita scolastica di ogni alunno con

disabilità.

La sua redazione spetta al GLH.O,(Gruppi di Lavoro per l’Handicap) composto da: gli insegnanti

del consiglio della classe frequentata dall’alunno, l’insegnante di sostegno (se già assegnato), i

genitori, l’assistente all’autonomia e la comunicazione (se presente/assegnato) e gli operatori del

16

Page 20: Conoscere per cambiare

distretto socio sanitario che ha in carico l’alunno.

Nel caso del passaggio da un grado di scuola all’altro, il Dirigente Scolastico deve prendere accordi

con la scuola che successivamente accoglierà l’alunno per garantire la continuità e la presa in carico

(trasferendo anche i relativi fascicoli). In questo caso il PEI deve essere realizzato con la

collaborazione dei docenti del ciclo precedente.

Tempistica: il PEI deve essere redatto entro il 30 luglio (in bozza da integrare entro le prime

settimane di frequenza scolastica per gli alunni iscritti al primo anno di ogni ciclo scolastico, a

seguito della prima fase di conoscenza dell’alunno).

N.B. Ricordiamo che le famiglie degli alunni con disabilità, oltre ad essere coinvolte nella stesura

del PEI, devono sottoscriverlo e riceverne copia.

Cosa fare nel caso di violazioni? Nel caso in cui quanto sopra non venga rispettato la famiglia può

inoltrare diffida al Dirigente Scolastico affinché individui le responsabilità e risolva il problema.

PEI differenziato

Per alcuni alunni con disabilità è possibile prevedere un PEI differenziato in funzione di obiettivi

didattici e formativi non riconducibili ai programmi ministeriali. In tal caso, l’alunno con disabilità

sarà sottoposto, durante gli esami conclusivi del ciclo scolastico, a prove differenziate.

E’ importante sapere, a questo proposito, che nel caso di esami conclusivi del I ciclo scolastico

(scuola elementare e media) le prove differenziate, superate positivamente, potranno portare anche

al riconoscimento del diploma di licenza media, mentre nel caso di esami conclusivi del II ciclo

scolastico (scuola superiore), le prove differenziate consentiranno all’alunno di ricevere solo un

attestato dei crediti formativi acquisiti.

PEI per obiettivi minimi (solo per le scuole secondarie di II grado)

E’ possibile prevedere che l’alunno acquisisca gli stessi contenuti previsti dai programmi

ministeriali, anche se in maniera semplificata. In tal caso l’alunno avrà la possibilità, comunque, di

sostenere prove equipollenti (non differenziate!), che gli permettano di avere modalità più agevoli

(per es.utilizzo del sistema di videoscrittura) e tempi più lunghi oppure una diversa struttura dei

quesiti e dei compiti sui contenuti dei programmi comunque svolti (per es. quesiti a risposte

multiple). Qualora il Consiglio di classe intenda adottare la valutazione differenziata deve darne

immediata notizia alla famiglia fissando un termine per esprimere un formale assenso. In caso di

diniego da parte della famiglia, l’alunno può non essere considerato in situazione di handicap (ai

sensi della L. 104/92) ai soli fini della valutazione.

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Page 21: Conoscere per cambiare

LA FORMAZIONE DELLE CLASSI

Una volta ricevute tutte le iscrizioni degli alunni (presentate di regola prima dell’inizio della

primavera antecedente l’anno scolastico), l’istituto scolastico deve procedere alla formazione le

classi.

A tal fine, bisogna tenere conto di quanto previsto dal D.P.R n. 81 del 20 marzo 2009 che, pur

avendo eliminato l’indicazione di un tetto massimo di presenze di alunni con disabilità per classe,

ha comunque stabilito che le prime classi di ogni ordine e grado in cui sono presenti alunni con

disabilità devono essere, di norma, composte da un massimo di 20 alunni.

Cosa fare in caso di violazioni?

Nel caso in cui si dovesse registrare una formazione della classe che non sia rispettosa di quanto

sopra la famiglia può inoltrare una diffida al Dirigente Scolastico dell’Istituto, invitandolo ad

osservare le prescrizioni ministeriali..

E' possibile ottenere lo sdoppiamento delle prime classi di ogni ordine di scuola frequentate da

alunni con disabilità o la riduzione del numero di alunni a non più di 20, elevabile al massimo a 22,

ai sensi dell'articolo 5, comma 2 del DPR 81/09 .

A tal fine, il Dirigente Scolastico deve provvedere a inviare la richiesta di sdoppiamento all'Ufficio

Scolastico Regionale che risponderà entro il 30 luglio. Va anche tenuto presente che dopo il 31

agosto la composizione di una classe non può più essere modificata.

ASSEGNAZIONE DELL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO

Sulla base delle iscrizioni nella propria scuola, il Dirigente Scolastico è tenuto a richiedere al CSA

(Centro Servizi Amministrativi, ex Provveditorato agli studi) l’assegnazione complessiva per il

proprio istituto di un adeguato numero di insegnanti di sostegno, in base a quanto emerso per gli

alunni con disabilità dalla diagnosi funzionale e da un primo embrionale PEI.

Prima dell’inizio dell’anno scolastico il Dirigente, dopo aver ricevuto la comunicazione del

contingente degli insegnanti di sostegno assegnato, procede, in collaborazione con il GLH.i

(composto da dirigente, insegnanti di sostegno, rappresentanti dei genitori, rappresentanti degli

operatori socio-sanitari e degli alunni – nella scuola superiore) alla ripartizione di tali risorse.

Ricordiamo che, nel caso non l’abbiano già fatto, i Dirigenti Scolastici debbono immediatamente

avanzare richiesta di deroghe per i casi certificati in situazione di gravita (ai sensi dell'articolo 3,

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Page 22: Conoscere per cambiare

comma 3 della Legge 104/92), secondo quanto stabilito dal Decreto Legge 78/10 (Manovra

Finanziaria Correttiva) che ha confermato quanto previsto dalla sentenza di Corte Costituzionale n.

80/2010.

Cosa fare in caso di violazioni? Se l’insegnante di sostegno non viene assegnato o se le ore sono

insufficienti la famiglia, non appena a conoscenza di quanto assegnato, può presentare ricorso al

Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) avverso l’Istituto scolastico, il CSA ed il Ministero

dell’Istruzione mettendo in evidenza la grave lesione di un diritto costituzionalmente garantito (oggi

ulteriormente sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 80/2010), quale quello

dell’istruzione scolastica, e la richiesta di un’ordinanza d’urgenza di assegnazione del sostegno così

come già richiesto.

ASSEGNAZIONE DELL'ASSISTENTE DI BASE

Prima dell’inizio dell’anno scolastico, agli alunni che ne hanno necessità, il Dirigente assegna un

assistente di base, cioè un collaboratore scolastico – preferibilmente dello stesso sesso dell’alunno

con disabilità - che deve aver frequentato un apposito corso di formazione e che fornisce assistenza

negli spostamenti all’interno ed all’esterno del plesso scolastico, oltre che l’accompagnamento ai

servizi igienici e la cura dell’igiene personale.

Cosa fare in caso di violazioni? in caso venga negata l’assistenza di base è possibile diffidare il

Dirigente Scolastico affinché garantisca tale servizio, pena la denuncia per reato di interruzione di

pubblico servizio.

L’ASSISTENTE PER L’AUTONOMIA O LA COMUNICAZIONE

Al massimo entro il mese di luglio le famiglie interessate devono fare richiesta al Dirigente

Scolastico per avere l’assegnazione di un assistente per l’autonomia o la comunicazione che possa

assistere l’alunno con disabilità nei problemi di autonomia o comunicazione.

È importante sottolineare che questa figura non si sovrappone/sostituisce in alcun modo a quella

dell’insegnante di sostegno e/o degli insegnanti curriculari, cui spettano i compiti educativi e

didattici.

Una volta ricevuta la richiesta da parte della famiglia, il Dirigente Scolastico deve inoltrarla all’Ente

Locale competente (Comune per la scuola primaria e secondaria di I grado e Provincia per la scuola

secondaria di II grado).

Cosa fare in caso di violazioni? Nel caso in cui l’assistente non venga assegnato, la famiglia può

diffidare il Dirigente Scolastico o l’Ente Locale, a seconda della responsabilità della mancata

assegnazione e nel caso la diffida non sortisca effetto, attivare un ricorso al TAR

19

Page 23: Conoscere per cambiare

.

TRASPORTO SCOLASTICO

All’atto dell’iscrizione, la famiglia deve richiedere, in alcuni territori all’Istituto Scolastico, ma in

genere all’Ente Locale competente (Comune fino al termine della scuola secondaria di I grado –

Provincia per la scuola secondaria di II - in base ad appositi avvisi pubblici affissi, mesi prima

dell’inizio dell’anno scolastico, lungo le pubbliche vie) l’attivazione del trasporto scolastico.

Il trasporto deve essere garantito in maniera gratuita, con mezzi idonei ed accessibili e con la

presenza di un accompagnatore.

Cosa fare in caso di violazioni? In caso di mancata attivazione, la famiglia può diffidare l’Ente

Locale competente (il Comune di residenza per la scuola primaria e secondaria di I grado e la

Provincia per la scuola secondaria di II grado, salvo diverse norme regionali in merito) e nel caso

dovesse persistere l’inerzia o il rigetto può attivare un ricorso al TAR entro 60 giorni dal

consolidarsi del rifiuto (espresso o tacito).

20

Page 24: Conoscere per cambiare

LE BARRIERE ARCHITETTONICHE

Se ancora stiamo parlando di "barriere architettoniche", significa che ancora ce n'è bisogno, come

ben sanno tutte le persone che vivono o hanno vissuto una situazione di riduzione della mobilità

personale. E’ necessario che cambi l’elaborazione mentale su questa problematica, dietro ad ogni

progetto, ad ogni costruzione, sia essa un’abitazione o una struttura sociale, c’è un’idea di uomo: se

non si modifica la cultura sarà molto difficile avere strutture a misura di disabile.

E’ auspicabile che la nuova legge 18, approvata il 3 marzo 2009, con la quale il nostro Stato ha

ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità dia nuovo slancio a un

percorso ancora troppo agli inizi.

Almeno perché le barriere non si costruiscano più, visto quanto è dispendioso abbatterle!

LA LEGGE 104\92

La legge 104\92 negli art 23 e 24 espone i criteri per l’abbattimento delle barriere architettoniche,

per il loro superamento rifacendosi alla legge 13\89 per gli edifici privati e al DPR 384\78 e sue

modifiche per l’abbattimento nei luoghi aperti al pubblico. Inoltre pone delle regole per le nuove

costruzioni che devono essere prive di barriere.

LA LEGGE N. 13 DEL 1989

La Legge n. 13 del 1989 è il principale strumento legislativo contro le barriere architettoniche

in Italia.

Tale legge concede infatti contributi per interventi atti al superamento delle barriere architettoniche

su immobili privati già esistenti ove risiedono portatori di menomazioni o limitazioni funzionali

permanenti (di carattere motorio e dei non vedenti).

A CHI VA FATTA LA DOMANDA DI CONTRIBUTO

La domanda deve essere presentata al sindaco del comune nel quale si trova l'immobile, in carta

da bollo, entro il 1° marzo di ogni anno, dal disabile (o dal tutore o da chi ne esercita la patria

potestà), per l'immobile nel quale egli risiede in modo abituale e per opere dedicate a rimuovere

ostacoli alla sua mobilità.

COSA OCCORRE ALLEGARE

• descrizione sommaria delle opere e della spesa prevista,

• certificato medico: in carta semplice, che può essere redatto e sottoscritto da un qualsiasi

medico, deve attestare l'handicap del richiedente, indicare la patologie e le connesse

obiettive difficoltà alla mobilitazione, l'eventuale menomazione o limitazione funzionale

1

Page 25: Conoscere per cambiare

permanente (le difficoltà sono definite in astratto e non necessariamente con riferimento

all'immobile ove risiede il richiedente),

• autocertificazione nella quale indicare l'ubicazione dell'immobile dove risiede il richiedente

e oggetto dell'intervento programmato, gli ostacoli alla mobilità correlati all'esistenza di

barriere o di assenza di segnalazioni.

Qualora il richiedente sia disabile riconosciuto invalido totale con difficoltà di deambulazione dalla

competente ASL, ha diritto di precedenza nell'assegnazione dei contributi. Qualora voglia avvalersi

di questo diritto deve allegare alla domanda la relativa certificazione della ASL.

L'interessato deve inoltre dichiarare che gli interventi per cui si chiede il contributo non sono già

stati realizzati o in corso di esecuzione e se, per le stesse opere, gli siano stati concessi altri

contributi.

PER QUALI OPERE VENGONO CONCESSI I CONTRIBUTI

Il contributo può essere concesso per opere da realizzare su:

• parti comuni di un edificio (per esempio una rampa di scale);

• immobili o porzioni degli stessi in esclusiva proprietà o in godimento al disabile (es.

all'interno di un'abitazione);

Il contributo può essere erogato per:

• una singola opera

• un insieme di opere connesse funzionalmente, cioè una serie di interventi volti a rimuovere

più barriere che generano ostacoli alla stessa funzione (ad esempio: portone di ingresso

troppo stretto e scale, che impediscono l'accesso a soggetto non deambulante).

SERVIZI URBANI E STRUTTURE SOCIALI

Oltre all'abitare, molte altre sono le attività che qualificano la vita sociale e di relazione delle

persone.

Proprio in questo campo, in quello dei cosiddetti servizi urbani, le barriere architettoniche creano i

disagi più grandi alla qualità della vita della persona disabile.

Eppure le disposizioni legislative in questo campo sono semplici ed inequivocabili, in quanto tutta

una serie di obbligazioni è fatta discendere alle autorità competenti alla gestione del servizio. Il

2

Page 26: Conoscere per cambiare

DPR 384/1978, pone tutta una serie di vincoli per la costruzione di edifici pubblici e detta in

maniera precisa come si deve operare per abbattere e\o eliminare le barriere architettoniche nelle

strutture aperte al pubblico.

Per strutture sociali si intendono

• gli ambienti destinati ad attività sanitarie e assistenziali, quindi gli ospedali, le case di cura, i

centri di riabilitazione, le case di riposo etc.;

• gli ambienti destinati ad attività culturali, e cioè biblioteche, musei, sale per mostre

temporanee;

• gli ambienti destinati ad ogni altro tipo di attività rivolta al sociale; infine, tutti gli altri

edifici pubblici, compresi quelli a carattere giudiziario, come tribunali, preture, questure, e a

carattere amministrativo, come le sedi di enti previdenziali, assistenziali etc.).

SCUOLA

L'articolo 28 della legge 118/1971 pone l'obbligo di rendere accessibile l'edificio scolastico, in

modo da poter così garantire la frequenza scolastica a tutti.

Tale principio è ribadito anche dall'articolo 18 del DPR 384/1978, che in maniera esplicita impone

di rendere accessibili gli edifici delle istituzioni prescolastiche, scolastiche, compresi gli Atenei

universitari e le altre istituzioni di interesse sociale nella scuola, adeguando le strutture interne ed

esterne a degli standards indicati dal D.P.R. stesso.

Gli edifici pubblici e privati degli istituti scolastici d'ogni grado per essere accessibili devono

prevedere almeno un percorso esterno che colleghi la viabilità pubblica all'accesso dell'edificio, dei

posti auto riservati, la piena utilizzazione di ogni spazio anche da parte degli studenti con ridotte o

impedite capacita motorie, ed almeno un servizio igienico accessibile.

Nello specifico, per quanto riguarda gli edifici pubblici, gli arredi e le attrezzature didattiche

(banchi, sedie, macchine da scrivere, spogliatoi, materiale Braille ecc.) devono avere caratteristiche

particolari per ogni caso di invalidità.

Nel caso l'edificio scolastico sia disposto su più piani, e non ci sia l'ascensore, è consigliabile

collocare la classe frequentata dagli alunni con impedite capacità motorie al piano terra.

Per quanto riguarda gli edifici privati, ci deve essere almeno un servizio igienico accessibile per

ogni piano utile dell'edificio (qualora nell'edificio siano previsti piu nuclei di servizi igienici, anche

quelli accessibili dovranno essere incrementati in proporzione).

Nel caso di interventi in edifici privati aperti al pubblico, qualora ci sia un'effettiva impossibilità a

superare gli elementi di ostacolo, ad esempio per mancanza di spazio, deve essere garantito il

3

Page 27: Conoscere per cambiare

requisito di visitabilità condizionata predisponendo in prossimità dell'ingresso un pulsante di

chiamata con l'apposito simbolo internazionale di accessibilità.

IMPIANTI SPORTIVI

I locali privati in cui si svolgono attività fisiche, come le palestre private, i centri per il fitness, per il

body building etc., dato il loro carattere prevalentemente commerciale, sono riconducibili ai luoghi

aperti al pubblico, e quindi soltanto visitabili.

Tuttavia si ritiene che il servizio igienico debba comunque essere accessibile, indipendentemente

dalla superficie del locale.

Gli impianti sportivi, dove si svolgono attività sportive e manifestazioni atletiche, come stadi di

calcio o di atletica, palazzetti dello sport, piscine etc., devono essere accessibili.

Tale requisito è soddisfatto se sono accessibili gli spazi esterni, ovvero ci sia almeno un percorso di

collegamento dalla viabilità pubblica all'accesso dell'edificio; se ci sono dei posti auto riservati, e se

sono accessibili tutte le parti dell'edificio.

Per i servizi igienici, il D.M. 236/89 afferma la necessità di un servizio igienico accessibile per ogni

piano utile dell'edificio, bene posizionato e facilmente raggiungibile, anche in considerazione di

quanto indicato nel D.P.R. 503/96 all'art. 8. Altri spazi pubblici che sottostanno a questa legge sono:

edifici di culto, sale per riunioni e spettacoli

4

Page 28: Conoscere per cambiare

IL LAVORO E LE PERSONE DISABILI

Secondo l’Istat il tasso di occupazione delle persone con disabilità in Italia è del 19,3%. Ma il dato

risale ad alcuni anni fa, infatti secondo l'Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei

lavoratori, che opera in collaborazione con il ministero del Welfare e altri enti pubblici, solo il 13

per cento dei disabili ha trovato un impiego attraverso gli uffici di collocamento. Gli avviamenti al

lavoro nel 2007 sono stati circa 31 mila, le persone disabili iscritte al collocamento sono circa 700

mila.

Per una persona con disabilità sia fisica, sensoriale ed anche intellettiva essere inseriti nel contesto

lavorativo rende autonomi, partecipi della vita sociale, attiva capacità e potenzialità che forse

nemmeno la persona stessa e\o la famiglia conosceva. Eppure quando si parla di lavoro e disabilità

si avverte uno strisciante pregiudizio… Esistono varie leggi che si occupano di disabilità e lavoro

tra cui la 104\92 agli art18 e 19 della 104\92 recita che “In attesa dell'entrata in vigore della

nuova disciplina del collocamento obbligatorio, le disposizioni di cui alla legge 2 aprile 1968, n.

482, e successive modificazioni, devono intendersi applicabili anche a coloro che sono affetti da

minorazione psichica, i quali abbiano una capacità lavorativa che ne consente l'impiego in

mansioni compatibili. Ai fini dell'avviamento al lavoro, la valutazione della persona handicappata

tiene conto della capacità lavorativa e relazionale dell'individuo e non solo della minorazione

fisica o psichica…”

Nel 1999 è entrata in vigore la L. 68\99, che ha sostituito la 482\68, ed ha apportato vari

cambiamenti anche sostanziali e nel 2000 la Regione Basilicata ha emanato una legge regionale

sull’avviamento al lavoro delle persone disabili. Al momento è in discussione in Parlamento una

modifica alla 68\99 e nel 2010 Il Decreto Ministeriale 2 novembre 2010, di attuazione della Legge

n.133/2008 stabilisce un nuovo modello per il prospetto informativo sul collocamento obbligatorio.

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Page 29: Conoscere per cambiare

LA LEGGE 68\1999 “NORME PER IL DIRITTO AL LAVORO DEI DISABILI”

La legge 68\99 ha come finalità la promozione dell’inserimento e dell’integrazione lavorativa delle

persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di collocamento mirato.

Questa legge ha sostituito la legge 482 del 1968 ed è valida per tutte le categorie compresi i non

vedenti e\o ipovedenti. L’accertamento delle condizioni di disabilità che danno diritto all’iscrizione

alla 68 è effettuato dalla stessa commissione che certifica la condizione di persona handicappata

secondo la L. 104\92 art. 4. La novità di questa legge era nel 1999 il collocamento mirato, vale a

dire ogni disabile deve essere messo in condizione di lavorare al meglio delle sue potenzialità.

Questo concetto è ben enunciato all’art. 2 “Per collocamento mirato dei disabili si intende quella

serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con

disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di

lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli

strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione.”

CHI E’ OBBLIGATO AD ASSUMERE

Sono obbligati all’assunzione i datori di lavoro che occupano da 15 a 35 dipendenti, gli Enti

Pubblici economici, sono destinatari dell'obbligo di assunzione, sia pure limitatamente alla parte di

organico che opera nell'area tecnico-esecutiva e svolgente funzioni amministrative, i partiti politici,

le organizzazioni sindacali e le organizzazioni che senza scopo di lucro che operano nel campo

della solidarietà sociale, dell'assistenza e della riabilitazione, nonché la polizia, la protezione civile

e la difesa nazionale, sempre con riferimento esclusivo ai servizi amministrativi.

LE CONVENZIONI

L’art 11 è uno dei punti qualificanti della legge , improntata a favorire l’inserimento lavorativo

attraverso programmi specifici e mirati di integrazione della persona disabile nonché a valorizzare il

ruolo delle cooperative sociali come sede di crescita professionale. In pratica gli uffici competenti

possono concordare con i datori di lavoro delle convenzioni aventi come oggetto la determinazione

di un programma che mira all’inserimento lavorativo. Le agevolazioni sono estese anche ai datori di

lavoro che, pur non avendo l’obbligo, assumono un disabile. Nella convenzione si stabiliscono i

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Page 30: Conoscere per cambiare

tempi e le modalità di attuazione dell’inserimento, come la chiamata nominativa, lo svolgimenti di

tirocini con finalità di orientamento, l’assunzione con contratto di lavoro a termine, periodi di prova

anche più lunghi di quelli che normalmente esplicano i lavoratori abili. Gli uffici competenti

possono stipulare convenzioni per disabili con gravi problematiche. Gli uffici competenti possono

stipulare convenzioni con le cooperative sociali e i loro consorzi (L381\91) nonché con le

associazioni di volontariato(L266\91) i sindacati.

Al comma 7 la legge esplicita che le convenzioni devono:

a) indicare dettagliatamente le mansioni attribuite al lavoratore disabile e le modalità del loro

svolgimento;

b) prevedere le forme di sostegno, di consulenza, e di tutoraggio da parte degli appositi servizi

regionali, dei centri di orientamento professionale e degli organismi di cui all’art 18 della legge

5 febbraio n 104, al fine di favorire l’adattamento al lavoro dei disabili;

c) prevedere verifiche periodiche sull’andamento del percorso formativo inerente la convenzione

di integrazione lavorativa da parte degli enti pubblici incaricati dell’attività di sorveglianza e

controllo

L’art 12 apre il capitolo della cooperazione sociale a favore dell’integrazione lavorativa delle

persone disabili. Gli uffici competenti possono stipulare convenzioni con i datori obbligati

all’assunzione e con le cooperative sociali finalizzate all’inserimento temporaneo . Queste

convenzioni non sono ripetibili per lo stesso disabile(salvo diversa indicazione)

La convenzione è subordinata alla sussistenza di alcuni requisiti significativi:

l’ assunzione contestuale, a tempo indeterminato, da parte del datore di lavoro,

la copertura dell’aliquota d’obbligo al datore di lavoro.

impiego del disabile nella coop. soc. per 12 mesi, salvo proseguimento, con gli oneri

contributivi a carico di questa ultima.

Inoltre la convenzione deve contenere

1. l’ammontare delle commesse che il datore di lavoro deve passare alla coop la quale deve

essere in grado di applicare la parte normativa e retributiva dei contratti collettivi nazionali

di lavoro, ivi compresi gli oneri assistenziali e previdenziali e di svolgere le funzioni

finalizzate all’inserimento lavorativo

2. i nominativi dei soggetti da inserire

3. l’indicazione del percorso formativo personalizzato.

Attraverso le convenzioni i datori di lavoro possono ottenere vari livelli di fiscalizzazione dei

contributi previdenziali e assistenziali:

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Page 31: Conoscere per cambiare

totale per la durata massima di 8 anni per ogni disabile assunto in base alla legge e con una

percentuale d’invalidità del 79% o per l’assunzione di un handicappato intellettivo e

psichico.

del 50% per 5 anni per ogni disabile assunto con una riduzione della capacità lavorativa

compresa tra il 67 e il 79%

il rimborso forfetario parziale delle spese necessarie alla trasformazione del posto di lavoro

del disabile con una percentuale d’invalidità del 50% per adattarlo alle esigenze dello stesso

o per rimuovere le barriere architettoniche che limitano l’integrazione o ancora per

l’apprestamento di tecnologie di telelavoro.

I datori di lavoro con la firma della convenzione assolvono all’obbligo dell’assunzione.

Nell’art 14 si parla del Fondo regionale per l’occupazione dei disabili, che è istituito dalle regioni e

da destinare al finanziamento dei programmi regionali di inserimento lavorativo e dei servizi,

mentre all’ art 15 si parla delle sanzioni comminate ai trasgressori della legge, che rientrano

comunque nel Fondo.

Il Fondo eroga dei contributi agli Enti indicati nella legge che svolgono attività rivolta al sostegno e

all’integrazione, contributi aggiuntivi a quelle dell’art 13 comma 1(fiscalizzazioni), altre

provvidenze in attuazione della legge.

I disabili possono partecipare a qualunque concorso bandito dalle varie amministrazioni

pubbliche(Art 16). A tal fine i bandi prevedono speciali modalità di svolgimento delle prove

d’esame come da L.104\92.

All’art 17 si espone l’obbligo della certificazione, vale a dire che le aziende pubbliche e private che

partecipano a bandi per appalti pubblici o intrattengano rapporti di concessione pubblica, devono

certificare di essere in regola con la legge e contestualmente devono ottenere la certificazione

dall’ufficio competente, pena l’esclusione dalle gare d’appalto.

L’obbligo di assunzione è sospeso per quelle aziende che non versano in uno stato finanziario

ottimale(LA 223\91, DL 726\84, L863\84) Gli obblighi sono sospesi per le aziende che hanno

chiesto la mobilità e nel caso in cui la procedura si concluda con almeno 5 licenziamenti.

28

Page 32: Conoscere per cambiare

LA LEGGE REGIONALE 28\2001 PROMOZIONE DELL’ACCESSO AL LAVORO DELLE

PERSONE DISABILI

La legge regionale riprende nel primo articolo le finalità della 68\99 riguardo l’integrazione dei

disabili, dando subito risalto alle associazioni e cooperative sociali. Il punto importante è

l’inserimento della L R 29\98 per cui la Regione, avvalendosi dei piani di indirizzo di quella legge,

promuove l’integrazione lavorativa utilizzando gli uffici provinciali. Negli art 2 e 3 la legge passa in

rassegna tutte le possibili modalità di integrazione:

• formazione e tirocinio,(L104\92)

• servizi socio lavorativi,

• sevizi di supporto per i datori di lavoro.

Si elencano anche i principi cui si ispira la legge regionale. e cioè,

o partecipazione delle famiglie dei disabili,

o integrazione e collaborazione fra i servizi anche educativi per la finalità

dell’inserimento

o finalizzazione delle attività di orientamento al supporto e allo sviluppo di attitudini e

capacità

o personalizzazione delle attività di formazione e verifica dell’efficacia

o cooperazione, nella realizzazione degli interventi, fra soggetti pubblici e privati

specificamente le cooperative sociali.

La legge regionale, all’art 5, riprende un elemento importante della legge nazionale 68\99 , cioè

l’istituzione da parte della Commissione Provinciale del Comitato Tecnico che è composto da

funzionari ed esperti del settore sociale e medico-legale, da componenti della commissione e da

rappresentanti delle associazioni dei disabili più rappresentative. Il Comitato Tecnico, in cui è bene

che prevalga la componente professionale(medici, psicologi,ecc) dopo aver valutato le persone,

deve tracciare un profilo in cui si evidenzino le potenzialità delle stesse, affinchè in un rapporto di

domanda\offerta si possa arrivare ad un lavoro mirato alle possibilità di ciascuno.

L’art 6 dispone che l’Ufficio del Lavoro del Dipartimento Formazione e Cultura e Lavoro della

Regione Basilicata debba gestire il Fondo per l’occupazione dei disabili previsto dall’art 14 della

68\99 e a realizzare il coordinamento, il controllo e l’indirizzo degli uffici competenti delle

Province.

L’Ufficio del Lavoro provvede al monitoraggio alla valutazione degli interventi posti in atto con la

legge tramite l’Osservatorio regionale sulla disabilità che la Commissione Permanente per

l’impiego dovrà costituire.

29

Page 33: Conoscere per cambiare

I Servizi per l’ Impiego pubblicano annualmente le graduatorie delle persone disabili che sono

utilizzabili sia dagli Enti Pubblici che dalle Aziende private. Sempre i Servizi (come da art. 9 L.

68\99) curano la gestione e l’avviamento dei disabili che hanno diritto accertando preventivamente

le condizioni di disabilita con le competenze professionali richieste.

Sempre i Servizi rilasciano alle aziende la liberatoria secondo l’art 17 della L. 68\99 e cioè

l’esonero dall’avviamento. Inoltre curano le statistiche, gli aggiornamenti, ecc

Nell’ art 8, al punto 1, riprendendo vari articoli della 68\99, sono elencate le modalità per effettuare

un collocamento mirato, e quindi analisi delle capacità professionali, dei posti di lavoro, formazione

e tirocini secondo la L R. 7\90, tutoraggio, incentivi, telelavoro, ecc.

Al punto 2 invece si prevede l’erogazione di borse lavoro e PIP secondo la 29\98.

Le province si tengono aggiornate sull’organizzazione del lavoro e sulle più diffuse posizioni dei

processi produttivi del contesto di riferimento.

Nell’art 9 si arriva a parlare delle convenzioni che vengono stipulate dai servizi provinciali con

aziende, gruppi di aziende, cooperative, ecc

Si elencano poi i criteri delle convenzioni secondo gli art 11 e 12 della l. 68\99(durata,

qualifica,ecc). Si indica nel 30 giugno di ogni anno la data massima di presentazione della proposta

di convenzione, che sarà valutata dalla Commissione Tripartita Provinciale. Gli incentivi alla

trasformazione delle convenzioni in assunzioni, verranno anche previsti nei piani annuali della

29\98 secondo le disponibilità, come verranno previsti degli incentivi per il superamento delle

barriere architettoniche nei posti di lavoro(art 10 LR 28\01)

L’art 11 istituisce il Fondo regionale della Basilicata nel quale confluiscono

i finanziamenti regionali,

quelli del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili istituito presso l’INPS,

le erogazioni provenienti dalle sanzioni alle aziende inadempienti,

i contributi di Fondazioni, Enti, ecc

La CPPI istituisce la sottocommissione per la gestione del Fondo che da parere preventivo

obbligatorio sugli atti di gestione delle risorse che costituiscono lo stesso Fondo.

La sottocommissione è formata da

l’assessore competente in materia di lavoro o suo delegato

3 rappresentanti delle OOSS più rappresentative

3 rappresentanti delle associazioni dei disabili più rappresentative

1 rappresentante del comitato di coordinamento per le politiche del lavoro.

30

Page 34: Conoscere per cambiare

LA LEGGE REGIONALE 38\84

La legge regionale 38\84 nasce per volere di un gruppo di genitori, operatori e volontari che

avevano costituito l’Associazione “Comitato ’80 contro l’emarginazione”, la legge viene preceduta

da una raccolta di firme popolari e poi portata in Consiglio Regionale. E’ nel meridione la seconda

legge regionale che parla di handicap dopo quella della regione Campania.

La legge 38\84 per quell’epoca è molto innovativa ed anche se nel 2011 alcuni termini sono stati

superati, l’impianto della legge è ancora valido.

Al primo articolo la legge recita: “La presente legge è diretta ad assicurare un' azione coordinata degli interventi a favore dei

cittadini portatori di handicap con minorazioni fisiche, psichiche e/ o sensoriali, per prevenire e

rimuovere situazioni di bisogno, di disagio e di emarginazione, per rendere effettivo l' inserimento

nella vita sociale e culturale e lavorativa.”

Nell’art. 3 si esplicitano gli obiettivi della legge che sono quelli che si sono ritrovati anni dopo nella

104\92: “Gli obiettivi della presente legge si attuano favorendo:

a) la informazione socio - sanitaria e la prevenzione degli handicap;

b) la permanenza e l' integrazione dell' handicappato nel proprio nucleo familiare e nel normale

ambiente di vita;

c) il superamento di ogni forma di emarginazione;

d) il superamento degli istituti;

e) l' inserimento e l' integrazione scolastica;

f) l' effettiva fruibilità delle strutture abitative, dei trasporti, delle comunicazioni e dei servizi;

g) l' orientamento professionale e l' inserimento lavorativo;

h) la concreta possibilità di esercitare lo sport, il turismo e le attività di tempo libero.”

Nell’art.4 si esplicitano le modalità per i comuni, per le comunità montane, le ASL possono

chiedere un contributo per attivare servizi a favore dei portatori di handicap.

L’art 5 istituisce un centro di documentazione presso il Dipartimento Sicurezza Sociale col compito

di

“a) raccogliere la documentazione e la bibliografia nazionale ed estera relativa ai problemi dei

portatori di handicap;

b) tenere aggiornata una banca dati quantitativa e qualitativa relativa alla situazione ed ai bisogni

degli handicappati e ai servizi pubblici e privati di carattere socio - sanitario in correlazione a

quanto previsto dall' art. 27 della legge 23/ 12/ 78 n. 833;

1

Page 35: Conoscere per cambiare

c) compiere ricerche in campo socio – sanitario anche in collaborazione con Istituti Universitari e

Centri specializzati.

Per le finalità di cui alla precedente lettera b) e per favorire puntuali ed efficaci scelte di intervento

diversificate sul territorio ciascuna USL della Regione in collaborazione con i Comuni, promuove

una rilevazione dei bisogni dei portatori di handicaps residenti nel territorio provvedendo al

costante aggiornamento.”

Questo articolo non è stato mai applicato per come era descritto, ciò che si intendeva era che l’Ente

pubblico si facesse carico sia di una banca dati, che di compiere ricerche. Così non è stato, si sono

fatte delle ricerche, esistono ora dei centri di documentazione, ma è stato tutto demandato al

volontariato.

L’art.8 prescrive che si debbano fornire alle persone disabili tutti quegli ausili utili a migliorare la vita, la

socializzazione, il lavoro. In quest’ottica si deve considerare anche il contributo per la modifica

dell’automobile, che per molte persone è un vero e proprio ausilio. L’art. 9 parla dell’assistenza domiciliare

dovuta alle persone disabili. In questo articolo si parla già di case famiglia e comunità alloggio come forma

di assistenza integrata. L’art 10 espone i criteri con cui le ASL e i Comuni devono attuare per i portatori di

handicap l’obbligo scolastico e cioè con l’assistenza socio - psico - sanitaria e specialistica, l’assistenza

fisica, i trattamenti terapeutici di riabilitazione e di socializzazione. I Comuni devono inoltre

finanziare il trasporto a scuola, l’assistenza fisica durante il trasporto e a scuola ed ogni altra forma

di integrazione e socializzazione dell’alunno disabile nel gruppo classe. Inoltre la regione tramite i

comuni deve formare i docenti di tutti gli ordini e gradi. L’art 12 e l’art 13 prendono in esame la

formazione delle persone disabili che deve tendere a sbocchi lavorativi e quindi devono essere

praticati in una situazione formativa in grado di offrire metodologie, procedure didattiche, ambienti,

attrezzature e co-presenze di personale educativo. Si devono prevedere quindi la mensa,

l’accompagnatore e ausili tecnici adeguati. L’art. 15 è molto innovativo per l’epoca in cui le

cooperative sociali non esistevano ancora e in cui vigeva come legge sul collocamento obbligatorio

la legge 482\68. L’assunto è quello che la regione eroghi contributi alle cooperative agricole, di

produzione e servizi che assumano persone handicappate e che acquistino attrezzature adeguate al

lavoro degli stessi. I contributi possono essere erogati sia ad enti pubblici che a privati. Si precorre

così uno degli articoli più importanti della 68\99. Nell’art.16 si dispone che la Regione opera per l'

eliminazione delle barriere architettoniche in attuazione della legge 30 marzo 1971, n. 118 e del

relativo Regolamento di attuazione contenuto nel DPR del 27 aprile 1978, n. 384, con particolare

riferimento agli edifici pubblici, ai luoghi di pubblico spettacolo, ai servizi pubblici in genere, ai

luoghi di lavoro, agli alloggi in cui vivono portatori di handicap e ai mezzi di trasporto pubblico. Si

dispone di utilizzare anche i contributi della 219\81 e modificazioni(cioè la legge sulla ricostruzione

post terremoto) quando si devono riadattare edifici crollati con il sisma. La Regione assegnerà , con

2

Page 36: Conoscere per cambiare

appositi piani annuali, contributi finalizzati alla graduale eliminazione delle barriere architettoniche

negli alloggi e negli edifici pubblici. ai Comuni che ne facciano documentata richiesta, La Regione

determinerà le aliquote degli alloggi da destinare ai , portatori di handicap nei piani di edilizia

residenziali. La Giunta Regionale si farà promotrice di una legge apposita sulle barriere

architettoniche, e di campagne informative sull’eliminazione delle barriere. Infine si parla di

trasporti pubblici che devono essere acquistati con un sistema di accessibilità o devono essere

modificati. Nell’ultima parte si esprime la volontà che la Regione e gli Enti gestori devono garantire

la piena partecipazione degli utenti e dei loro rappresentanti alla programmazione e all' attuazione

degli interventi previsti dalla presente legge e che le modalità della partecipazione di cui al comma

precedente saranno determinate con deliberazione della Giunta Regionale e degli organismi

esecutivi degli Enti gestori, secondo le rispettive competenze.

3

Page 37: Conoscere per cambiare

LA LEGGE REGIONALE 7\97 NORME SUL SUPERAMENTO E SULLA

ELIMINAZIONE DELLE BARRIERE ARCHITETTONICHE

La legge regionale 7\97, modificata dalla 6\2000, è una legge che agevola l’eliminazione di 2 tipi

di barriere: quelle “architettoniche” e quelle che si possono definire “sociali” e che derivano

dall’isolamento a cui può portare l’invalidità.

Nell’art 1 si esplicita la finalità della legge “ La presente legge contribuisce a realizzare la piena

utilizzazione di un ambiente costruito, rispondente alle esigenze di tutti i cittadini

indipendentemente dall'età e caratteristiche psico-fisiche al fine di garantire l'esercizio autonomo

di ogni attività del vivere..

Nell’ art. 2 si evidenzia l’ambito di applicazione

Le disposizioni della presente legge sono volte all'eliminazione delle barriere architettoniche

attraverso:

a) - la disciplina edilizia delle nuove costruzioni, delle ristrutturazioni, degli spazi aperti al

pubblico

e di ogni altra attività edilizia;

b) - gli interventi finanziari per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici

ed aperti al pubblico esistenti, di proprietà dell'Amministrazione regionale, degli Enti Locali o

delle Aziende Sanitarie Locali;

c) - gli interventi finanziari per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici esistenti,

di proprietà di privati;

d) - interventi finanziari per l'acquisto di strumenti informatici e tecnologicamente avanzati.

Per quanto riguarda le barriere architettoniche la legge 7 si rifà a tutte le leggi nazionali esistenti in

materia di abbattimento sia nei luoghi aperti al pubblico, DPR1978 n. 384 e dal DPR 24.7.1996 n.

503, che negli edifici di abitazione legge13\89, stabilendo varie regole a cui si devono attenere i

costruttori. I contributi saranno erogati all’Ente nel modo seguente, il 50% all’atto della

presentazione del progetto il 40% all’avanzamento dei lavori. All’art 11 della legge la Regione

Basilicata prevede un contributo del 50% sull’acquisto di strumenti informatici e tecnologicamente

avanzati per i le persone che abbiano un handicap motorio, visivo, uditivo, problemi del linguaggio

e disabilità intellettiva. L’assunto di base è una migliore socializzazione, integrazione lavorativa e

scolastica. Per ottenere i contributi è necessaria una domanda che contenga:

a) - l'indicazione del soggetto avente diritto al contributo;

b) - la descrizione dello strumento da acquistare ed il preventivo di spesa.

3. Alla domanda devono essere allegati:

a) - stato di famiglia;

1

Page 38: Conoscere per cambiare

b) - copia autentica della dichiarazione dei redditi presentata da tutti i componenti il nucleo

familiare risultante dallo stato di famiglia;

c) - certificato attestante lo stato di inabilità del richiedente rilasciato da una delle commissioni

costituite presso gli Enti Pubblici preposti all'accertamento ai sensi della vigente legislazione;

d) - relazione descrittiva a firma di un professionista abilitato o di un rivenditore autorizzato,

riportante le caratteristiche dello strumento richiesto e le sue possibilità tecniche in relazione al

possibile vantaggio del portatore di handicap;

e) - certificato di un medico o di un psicologo ovvero di un assistente sociale, attestante il

prevedibile beneficio personale e sociale derivante dall'uso dello strumento da acquistare nonché

l'idoneità del soggetto richiedente all'uso dello strumento stesso;

f) - preventivo di spesa.

f bis) – dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, resa ai sensi della normativa vigente, dalla

quale si rilevi che al richiedente non è stato concesso dalla Regione, nei cinque anni precedenti

l’anno di riferimento della richiesta, ed ai sensi della stessa L.R. 21.01.1997 n.7, altro contributo

per l’acquisto di strumenti informatici e tecnologicamente avanzati. (4)

Questa legge è stata modificata dalla 6\2000.

2

Page 39: Conoscere per cambiare

LE PATENTI SPECIALI E LE AGEVOLAZIONI PER L’ACQUSTO DI

UN’AUTOVETTURA

La patente speciale è una patente di guida che attesta l'idoneità del conducente, diversamente abile,

a condurre un'autovettura modificata secondo le proprie esigenze.

• La A speciale permette di guidare motocicli, tricicli e quadricicli a motore

• La B speciale permette di guidare tutte le automobili che non superano i 35 quintali di peso

e gli 8 posti a sedere, escluso il conducente.

• La C speciale permette di guidare tutti i veicoli il cui peso a pieno carico non superi i 115

quintali.

• La D speciale permette di guidare tutti i veicoli con un massimo di 16 posti a sedere, escluso

il conducente.

AGEVOLAZIONI PER IL SETTORE AUTO

CHI NE HA DIRITTO

Sono ammesse alle agevolazioni le seguenti categorie di disabili:

1. non vedenti e sordomuti;

2. disabili con handicap psichico o mentale titolari dell'indennità di accompagnamento;

3. disabili con grave limitazione della capacità di deambulazione o affetti da

pluriamputazioni;

4. disabili con ridotte o impedite capacità motorie.

I non vedenti sono coloro che sono colpiti da cecità assoluta o che hanno un residuo visivo non superiore

ad un decimo ad entrambi gli occhi con eventuale correzione. Gli articoli 2, 3 e 4.della legge 3 aprile

2001, n. 138 individuano esattamente le varie categorie di non vedenti, fornendo la definizione di ciechi

totali, di ciechi parziali e di ipovedenti gravi.

Per quanto riguarda i sordomuti, l'art. 1 della Legge n. 68 del 1999 definisce tali coloro che sono

colpiti da sordità alla nascita o prima dell'apprendimento della lingua parlata.

I disabili di cui ai punti 2 e 3 sono quelli che versano in una situazione di handicap grave prevista dal

comma 3 dell'articolo 3 della legge n. 104 del 1992, certificata con verbale dalla Commissione per

l'accertamento dell'handicap (di cui all'art. 4 della citata legge n. 104 del 1992) presso la ASL.

36

Page 40: Conoscere per cambiare

In particolare, i disabili di cui al punto 3 sono quelli che versano in una situazione di handicap grave

derivante da patologie (ivi comprese le pluriamputazioni) che comportano una limitazione permanente

della deambulazione.

I disabili di cui al punto 4 sono coloro che presentano ridotte o impedite capacità motorie e che non

risultano, contemporaneamente, "affetti da grave limitazione della capacità di deambulazione". Solo per

tale categoria di disabili il diritto alle agevolazioni continua ad essere condizionato all'adattamento del

veicolo.

PER QUALI VEICOLI?

Le agevolazioni per il settore auto possono essere riferite a seconda dei casi (vedi la tabella a fine

capitolo) oltre che agli autoveicoli, anche ai seguenti veicoli:

• motocarrozzette

• autoveicoli o motoveicoli per uso promiscuo, o per trasporto specifico del disabile

• autocaravan (solo per la detrazione Irpef del 19%).

•LA DETRAIBILITÀ Al FINI IRPEF DELLE SPESE PER I MEZZI DI LOCOMOZIONE

Spese di acquisto

Le spese riguardanti l'acquisto dei mezzi di locomozione dei disabili danno diritto a una detrazione

d'imposta pari al 19% del loro ammontare.

Per mezzi di locomozione s'intendono le autovetture, senza limiti di cilindrata, e gli altri veicoli sopra

elencati, usati o nuovi. La detrazione compete una sola volta (cioè per un solo veicolo) nel corso di un

quadriennio (decorrente dalla data di acquisto) e deve essere calcolata su una spesa massima di 18.075,99

euro.

È possibile riottenere il beneficio per acquisti effettuati entro il quadriennio, qualora il primo veicolo

beneficiato risulti precedentemente cancellato dal Pubblico Registro Automobilistico (PRA).

Spese per riparazioni

La detrazione è valida anche per le spese di riparazione che non sia ordinaria. Anche in questo caso la

detrazione spetta su una spesa di 18.075,99 comprensiva di acquisto e spese di manutenzione

straordinaria.

L'ESENZIONE DALLE IMPOSTE DI TRASCRIZIONE SUI PASSAGGI DI PROPRIETÀ'Iveicoli destinati al trasporto o alla guida di disabili appartenenti alle categorie sopra

indicate (con esclusione, però, di non vedenti e sordomuti) sono esentati anche dal

pagamento dell'imposta di trascrizione al PRA in occasione della registrazione dei

passaggi di proprietà.

37

Page 41: Conoscere per cambiare

II beneficio compete sia in occasione della prima iscrizione al PRA di un'auto nuova,

sia nella trascrizione di un "passaggio" riguardante un'auto usata.

L'esenzione spetta anche in caso di intestazione a favore del familiare di cui il disabile

sia fiscalmente a carico. La richiesta di esenzione deve essere rivolta esclusivamente al PRA

territorialmente competente.

DIRITTO ALLE AGEVOLAZIONI

Potrà beneficiare di tutte le agevolazioni previste (cioè, ai fini Irpef, Iva e bollo auto)

anche un familiare che ha sostenuto la spesa nell'interesse del disabile, a condizione

che questo sia da considerare a suo carico ai fini fiscali.

Per essere ritenuto "a carico" del familiare il disabile deve avere un reddito complessivo

annuo entro la soglia di 2.840,51 euro. Ai fini del limite, non si tiene conto dei

redditi esenti, come ad esempio le pensioni sociali, le indennità (comprese quelle di

accompagnamento), gli assegni e le pensioni erogati ai ciechi civili, ai sordomuti e agli

invalidi civili.

Superando il tetto è necessario, per poter beneficiare delle agevolazioni, che i

documenti di spesa siano intestati al disabile (e non al suo familiare).

Nel caso in cui più disabili siano fiscalmente a carico di una stessa persona, la stessa

può fruire, nel corso dello stesso quadriennio, dei benefici fiscali previsti per l'acquisto

di autovetture per ognuno dei portatori di handicap a suo carico.

LA DOCUMENTAZIONE

Per le categorie di disabili che hanno diritto alle agevolazioni auto senza necessità di adattamento, la

documentazione che deve essere prodotta per attestare il diritto alle agevolazioni è la seguente:

1) certificazione attestante la condizione di disabilità:

• per i non vedenti e sordomuti: certificato di invalidità che attesti la loro condizione, rilasciato da una

Commissione medica pubblica;

per i dìsabili psichici o mentali: verbale di accertamento dell'handicap emesso dalla Commissione

medica presso la ASL di cui all'art. 4 della citata legge n. 104/1992, dal quale risulti che il soggetto si trova

in situazione di handicap grave (ai sensi del comma 3 dell'art. 3 della legge n. 104 del 1992) derivante

da disabilità psichica, e certificato di attribuzione dell'indennità di accompagnamento (di cui alle leggi

n. 18 del 1980 e n. 508 del 1988) emesso dalla Commissione a ciò preposta (Commissione per

l'accertamento dell'invalidità civile di cui alla legge n. 295 del 1990);

• per disabili con grave limitazione della capacità di deambulazione, o pluriamputati:

verbale di accertamento dell'handicap emesso dalla Commissione medica presso la

38

Page 42: Conoscere per cambiare

ASL di cui all'art. 4 della citata legge n. 104 del 1992, dal quale risulti che il soggetto si trova in

situazione di handicap grave (ai sensi del comma 3 dell'art. 3 della legge n. 104 del 1992) derivante da

patologie (ivi comprese le pluriamputazioni) che comportano una limitazione permanente della

deambulazione;

2) ai soli fini dell'agevolazione Iva, dichiarazione sostitutiva di atto notorio attestante

che nel quadriennio anteriore alla data di acquisto non è stato acquistato un analogo

veicolo agevolato. Nell'ipotesi di acquisto entro il quadriennio occorre consegnare il certificato di

cancellazione rilasciato dal pubblico registro automobilistico;

3) fotocopia dell'ultima dichiarazione dei redditi da cui risulta che il disabile è a carico

dell'intestatario "dell'auto, ovvero autocertificazione (nel caso in cui il veicolo sia

intestato al familiare del disabile).

REGOLE PARTICOLARI PER I DISABILI CON RIDOTTE 0 IMPEDITE CAPACITÀ MOTORIE

Per i disabili con ridotte o impedite capacità motorie (ma non affetti da grave limitazione alla

capacità di deambulazione) il diritto alle agevolazioni è condizionato all'adattamento del veicolo

alla minorazione di tipo motorio di cui il disabile (anche se trasportato) è affetto. La natura

motoria della disabilità deve essere esplicitamente annotata sul certificato di invalidità rilasciato

dalla Commissione medica presso la ASL o anche da parte di altre Commissioni mediche

pubbliche incaricate ai fini del riconoscimento dell'invalidità. Non è necessario che il disabile

fruisca dell'indennità di accompagnamento.

Per quali veicoli?

Oltre che per le auto e gli autocaravan i disabili con ridotte capacità motorie ma non affetti da

gravi limitazioni alla capacità di deambulazione, possono godere delle agevolazioni anche sui

seguenti veicoli:

-motocarrozzette

- autoveicoli o motoveicoli per uso promiscuo, o per trasporto specifico del disabile.

L'adattamento del veicolo

Per i disabili con ridotte o impedite capacità motorie l'adattamento del veicolo è una condizione

necessaria per tutte le agevolazioni (Iva, Irpef, bollo e imposta di trascrizione al PRA). Per i disabili

titolari di patente speciale, si considera ad ogni effetto "adattata" anche l'auto dotata di solo

cambio automatico (o frizione automatica) di serie, purché prescritto dalla Commissione

medica locale competente per l'accertamento dell'idoneità alla guida.

39

Page 43: Conoscere per cambiare

Gli adattamenti, che debbono sempre risultare dalla carta di circolazione, possono riguardare sia le

modifiche ai comandi di guida, sia solo la carrozzeria o la sistemazione interna del veicolo, per mettere il

disabile in condizione di accedervi.

La documentazione

I disabili con ridotte o impedite capacità motorie ma non affetti da grave limitazione alla capacità di

deambulazione, dovranno presentare anche:

1) fotocopia della patente di guida speciale o fotocopia del foglio rosa

"speciale" (solo per i disabili che guidano). Ai fini della detrazione Irpef si prescinde dal possesso di una

qualsiasi patente di guida da parte sia del portatore di handicap che del contribuente cui risulta a carico;

2) ai soli fini dell'agevolazione Iva, in caso di prestazioni di servizi o nell'acquisto

di accessori, autodichiarazione dalla quale risulti che si tratta di invalidità comportante ridotte

capacità motorie permanenti. Nella stessa dichiarazione si dovrà eventualmente precisare che il

disabile è fiscalmente a carico dell'acquirente o del committente (ove ricorra questa ipotesi);

3) fotocopia della carta di circolazione, da cui risulta che il veicolo dispone dei

dispositivi prescritti per la conduzione di veicoli da parte di disabile titolare di patente

speciale oppure

che il veicolo è adattato in funzione della minorazione fisico/motoria;

4) copia della certificazione di handicap o di invalidità rilasciata da una Commissione pubblica

deputata all'accertamento di tali condizioni, in cui sia esplicitamente indicata la natura motoria della

disabilità.

40

Page 44: Conoscere per cambiare

LA DOMOTICA

La domotica è la scienza interdisciplinare che si occupa dello studio delle tecnologie atte a migliorare la

qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti antropizzati. Il termine domotica deriva dal

greco domos (δοµος) che significa "casa". Come si potrà facilmente evincere dal contenuto della voce,

questa area fortemente interdisciplinare richiede l'apporto di molte tecnologie e professionalità, tra le

quali ingegneria edile, elettrotecnica, elettronica, telecomunicazioni ed informatica. La domotica è nata

nel corso della terza rivoluzione industriale allo scopo di studiare, trovare strumenti e strategie per:

• migliorare la qualità della vita;

• migliorare la sicurezza

• risparmiare energia;

• semplificare la progettazione, l'installazione, la manutenzione e l'utilizzo della tecnologia;

• ridurre i costi di gestione;

• convertire i vecchi ambienti e i vecchi impianti.

Con "casa intelligente" si indica un ambiente domestico - opportunamente progettato e tecnologicamente

attrezzato - il quale mette a disposizione dell'utente impianti che vanno oltre il “tradizionale”, dove

apparecchiature e sistemi sono in grado di svolgere funzioni parzialmente autonome (secondo reazioni a

parametri ambientali di natura fissa e prestabilita) o programmate dall'utente o recentemente

completamente autonome (secondo reazioni a parametri ambientali dirette da programmi dinamici che

cioè si creano o si migliorano in autoapprendimento). Il sistema di controllo centralizzato, oppure

l'insieme delle periferiche in un sistema ad intelligenza distribuita, provvede a svolgere i comandi

impartiti dall'utente (ad esempio accensione luce cucina oppure apertura tapparella sala), a monitorare

continuamente i parametri ambientali (come allagamento oppure presenza di gas), a gestire in maniera

autonoma alcune regolazioni (ad esempio temperatura) e a generare eventuali segnalazioni all'utente o ai

servizi di teleassistenza. Un sistema domotico si completa, di solito, attraverso uno o più sistemi di

comunicazione con il mondo esterno (ad esempio messaggi telefonici preregistrati, SMS, generazione

automatica di pagine web o e-mail) per permetterne il controllo e la visualizzazione dello stato anche da

remoto.. Gli strumenti così detti domotici sono molto utili negli appartamenti di persone disabili. A

seconda delle situazioni si possono scegliere quali strumenti adottare, a seconda del grado di disabilità,

dall’elettrificazione delle tapparelle, a sistemi più complessi che si attivano tramite computer. Le case

domotiche sono state sperimentate anche per case famiglia e\o gruppi appartamento che ospitano persone

con disabilità

52

Page 45: Conoscere per cambiare

ESEMPI DI ATTUAZIONE DI CASA DOMOTICA

1. LA FONDAZIONE SANTA LUCIA

Azioni semplici, che fanno parte della nostra routine, del quotidiano, come accendere le luci, la tivù,

spegnere un elettrodomestico o i fornelli a fine cottura di un pasto, possono non risultare così scontate

per i diversamente abili, per persone con difficoltà di movimento più o meno gravi, e trasformarsi in vere

e proprie imprese frustranti, sviluppando una dipendenza dagli altri che può deprimere e umiliare i

disabili. Ma cosa succederebbe se bastasse la forza del pensiero a compiere queste semplici operazioni?

Certo la qualità della vita di tutte quelle persone che hanno perso il controllo volontario dei muscoli ne

trarrebbe un grande miglioramento. Ed è proprio per venire incontro alle loro esigenze che è stata infatti

pensata la casa domotica realizzata nei laboratori della Fondazione Santa Lucia da un’equipe di

ricercatori coordinata da Fabio Babiloni, dell’università di Roma La Sapienza e da Maria Grazia

Marciani, dell’università di Roma Tor Vergata. Grazie all’ausilio di una cuffia collegata ad un computer

e ai dispositivi elettrici presenti nell’abitazione, si può passare dall’idea ai fatti decifrando l’intenzione

volontaria del paziente. In parole povere, se in quel momento il cervello sta elaborando l’impulso di

accendere le luci, il dispositivo è in grado di interpretare e codificare la volontà espressa, trasmettendo al

computer il rispettivo comando. Sembra quasi una magia, ma è la meraviglia delle nuove tecnologie che

può consentire di realizzare cose prima inimmaginabili. “Una cuffia munita di elettrodi permette di

captare l’onda P300 emessa dal cervello quando un oggetto cattura la nostra attenzione. Un computer

collegato alla cuffia e ai dispositivi elettrici della casa legge l’impulso e invia il comando per azionare un

dispositivo o, anche, per far muovere un piccolo robot.”

2. PROGETTO VERSO L’AUTONOMIA - BEREGAZZO

A Beregazzo con Figliaro, provincia di Como, è stata inaugurata una nuova casa domotica per disabili.

Il progetto chiamato “Verso l’autonomia: da disabili a diversamente abili” è opera della cooperativa

sociale Sim-patia. I primi tre appartamenti sono dotati di attrezzature tecnologiche e sistemi domotici di

controllo atti a migliorare sensibilmente le condizioni di vita delle persone disabili per una maggiore

autonomia in termini di gestione degli spazi e di comunicazione. Le tecnologie domotiche delle nuove

case prevedono apparati touch screen e sistemi computerizzati installati direttamente sulle carrozzine che

permettono a persone disabili di comandare diverse funzioni: apertura/chiusura delle tende, finestre,

porte, accedere alle primarie funzioni in cucina, alla televisione e al computer. Gli spazi a disposizione

sono già abitati da cinque persone disabili, seguite da un equipe composta da due educatori, una

psicologa e un operatore socio sanitario. Le abitazioni sono state messe in collegamento mediante una 53

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linea adsl, con la sede di Sim-patia, per eventuali situazioni di emergenza e per consente agli operatori di

visualizzare le immagini delle stanze e valutare le condizioni degli ospiti. Possono beneficiare di questo

progetto tutti coloro che hanno subito menomazioni fisiche, anche gravi, con limiti agli arti inferiori e/o

superiori ma che hanno mantenuto una discreta capacità cognitiva.

3 .“LA MERIDIANA ONLUS

La regione Marche ha inaugurato il progetto “Intelligent Building Automation for Disabled’s Home”

si pone l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone disabili garantendo comfort e sicurezza

nelle abitazioni. Tutto questo è possibile grazie ad un insieme di tecnologie e sistemi complessi atti a

fornire un miglioramento nell’automazione e una semplificazione delle operazioni di controllo, e di

monitoraggio degli spazi abitativi delle persone portatrici di handicap. Il progetto è sostenuto da quattro

aziende del Piceno: Proietti Planet (capofila), Restart Scarl, Iside Cooperativa sociale di Ascoli Piceno e

T.M. Italia di Folignano. Centro di ricerca di riferimento per lo sviluppo delle soluzioni tecnologiche

innovative è il Parco Scientifico e Tecnologico Tecnomarche. L’Associazione “La Meridiana Onlus”

agirà invece come mediatore rispetto alle specifiche esigenze degli utenti.

4 REGIONE SARDEGNA

Con l’obiettivo di finanziare i progetti atti a migliorare la qualità della vita di persone disabili con

handicap gravi, la regione Sardegna ha stanziato un finanziamento di 400.000 euro al comune di

Oristano.

Le soluzioni innovative per la casa domotica prevedono:

• sistemi di controllo per la climatizzazione automatica delle stanze • raggi infrarossi per il monitoraggio della temperatura del corpo.

Il progetto è importante perché consente di diminuire i costi, ridurre l’isolamento sociale e migliorare le

condizioni di vita dei pazienti con gravi patologie come la Sla, la sindrome di crisponi, la sclerosi

multipla, la retinite pigmentosa. Gli ausili che vengono utilizzati sono una serie di sistemi computerizzati

atti a migliorare la sicurezza delle persone e ottenere un notevole risparmio energetico.

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5. PROGETTO “SUPERHANDO”

A Cagliari è stato realizzato il “Centro per la domotica” e l’ ”Officina per la sanitarizzazione delle

protesi”, su proposta dell’assessore alla Sanità. Tali strutture fanno parte del progetto “Superhando“,

centro per il superamento dell’handicap e dello svantaggio sociale, realizzato a Settimo San Pietro

(Cagliari), volto a fornire servizi integrati alla persona, in particolare: disabilità fisiche e psichiche con

l’obiettivo di soddisfare bisogni di persone temporaneamente non autosufficienti o in condizioni di

disagio sociale.

6. CASA DELLA DOMOTICA

La domotica al servizio di persone disabili; è questo l’obiettivo primario degli impianti automatizzati in

grado di facilitare i comandi per il miglioramento della qualità della vita. In Sardegna, a Carbonia, è stata

realizzata una struttura impegnata nell’aiuto dei portatori di handicap, per facilitare i movimenti

all’interno delle proprie case senza scontrarsi con le barriere presenti. La nuova struttura si chiama “Casa

della Domotica” e sta realizzando un progetto di sostegno agli invalidi aiutandoli, anche da un punto di

vista psicologico, ad imparare a muoversi con facilità all’interno delle varie stanze. La sede della

struttura in passato era un ex albergo aperto, oggi rimesso a posto seguendo tutte le precise modifiche

idonee per il progetto. E’ stato necessario anche l’impiego di fondi da parte dell’amministrazione

comunale. Inizialmente il centro rimarrà aperto durante tutto l’arco della giornata permettendo ai disabili

di tornare la sera nelle loro rispettive abitazioni.

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Page 48: Conoscere per cambiare

ATER POTENZA

A Potenza e provincia sono stati realizzati molti interventi per l'eliminazione delle barriere negli

edifici in cui risiedono famiglie con portatori di handicap. Nell'ambito dei Contratto di Quartiere per la

riqualificazione del complesso edilizio del Serpentone della città di Potenza sono stati realizzati 9 alloggi a

piano-terra destinati a nuclei familiari con componenti diversamente abili. L'Azienda intende proseguire

la propria attività nel riconoscere i casi di disagio e offrire concretamente il supporto necessario.

L’ATER Potenza ha deliberato che nella costruzione dei 100 ' alloggi in fase di prossima

canterizzazione a Bucaletto, vi sarà un appartamento per accogliere una prima casa alloggio che rientra

nelle soluzioni del “dopo di noi”. L’appartamento sarà dotato di tutti gli strumenti domotici e le

attrezzature necessarie che possano facilitare la vita a chi vi risiederà.

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Page 50: Conoscere per cambiare

IL TEMPO LIBERO E LE VACANZEOgni persona ha diritto al tempo libero, al relax, ad andare a cinema o ad un concerto o allo

stadio… ma è veramente possibile? Una passeggiata nella nostra città (dove già naturalmente non è

facile muoversi) può mettere in evidenza quanti ostacoli bisogna superare in un percorso più o

meno lungo, non solo a chi vive in carrozzina o con una stampella, ma anche per un non vedente,

per una persona sorda, o semplicemente per chi temporaneamente non può muoversi bene, per una

mamma col passeggino, ecc. Anche i luoghi di socializzazione sono pieni di barriere e timidamente

qualche ristorante o pizzeria ha istallato uno scivolo accanto alle immancabili scale…!

Le vacanze sono un altro grande problema, gli hotel senza barriere sono pochissimi in tutt’Italia..!

Anche in questo campo alcuni hotel hanno iniziato almeno a posizionare uno scivolo all’entrata, ma

senza barriere vuol dire una porta larga per fare entrare una carrozzina, un bagno accessibile

possibilmente con la doccia , la sala da pranzo accessibile …e di alberghi con queste caratteristiche

ce ne sono veramente pochi, pochissimi i bungalow e quasi nulli gli agriturismi. Ultimamente sono

nati alcuni siti in cui si elencano gli alberghi e gli altri luoghi di soggiorno per vacanze, che sono

senza alcuna barriera il sito si chiama www.diversamenteagibile.it

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SERVIZI COMUNE DI POTENZA

Il Comune di Potenza ha predisposto vari servizi per le persone disabili sia esse giovani che adulte

CENTRO DIURNO

DescrizioneIl Centro Socio Educativo Diurno per portatori di handicap svolge una funzione di sostegno, di aggregazione e di integrazione nel contesto sociale per le persone portatrici di handicap. Il Centro è sito presso il Centro Sociale di Malvaccaro. Possono usufruire del Centro Socio Educativo Diurno le persone disabili gravi riconosciuti ai sensi dell'art. 3, comma 3, della Legge 104/92, residenti nel Comune di Potenza, ultraquattordicenni

ModalitàPer essere inseriti bisogna presentare una domanda redatta su apposito modulo predisposto dai Servizi Sociali e allegando

• Dichiarazione Sostitutiva Unica Certificazione rilasciata dalla Commissione Medica per gli accertamenti degli stati di handicap dell'Azienda Sanitaria Locale. Una volta attivato il servizio, verrà garantito il trasporto dall'abitazione dell'utente al Centro e viceversa.

Il Centro è aperto tutto l'anno ad eccezione del mese di Agosto, dal Lunedì al Venerdì dalle ore 08:30 alle ore 13:30 (Centro Educativo Diurno) e dalle ore 16:00 alle ore 19:00 (Centro Pomeridiano di Aggregazione).

ASSISTENZA DOMICILIARE

DescrizioneE' un servizio che si rivolge a persone disabili, sia minori che adulti, con problematiche di inserimento sociale e che necessitano di un sostegno. L’Assistenza Domiciliare è intesa come aiuto nelle varie prestazioni quotidiane quali disbrigo delle faccende domestiche, acquisto spesa alimentare o farmaci, pagamento bollette ed in generale tutte quelle azioni di aiuto ed assistenza alla persona disabile o alla famiglia. Gli operatori si recano a casa dell’utente. L’attivazione avviene entro 30 giorni dalla domanda che è possibile inoltrare durante tutto l’anno.

ModalitàGli interessati inoltrano istanza all'Unità di Direzione Servizi Sociali corredata dai documenti di seguito indicati: - Certificazione ISEE in corso di validità; - Copia del verbale di riconoscimento dell'invalidità; - Copia del verbale di accertamento dello stato di handicap.

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TAXI A CHIAMATA

DescrizioneIl Taxi a chiamata è un servizio a domanda che assicura il trasporto urbano individualizzato ai cittadini disabili che ne facciano richiesta, con apposita domanda, e residenti nel Comune di Potenza. Il servizio è attivo tutti i giorni (tranne la Domenica) dalle ore 07:30 alle ore 19:30.

ModalitàI cittadini che intendono usufruire del trasporto personalizzato devono presentare domanda, allegando la seguente documentazione:

• " Certificazione di invalidità con accertamento di handicap (Legge n° 104/1992, art.3, commi 1-2-3 e art. 4); • " Attestazione ISEE (ai sensi del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n° 109 così come modificato dal Decreto Legislativo 3 maggio 2000, n° 130).

CONTRIBUTO NEFROPATICI

DescrizioneE' un contributo economico concesso dalla Regione Basilicata, ma che viene erogato dal Comune di residenza del soggetto affetto da nefropatia cronica e soggetto ad emodialisi o che è stato sottoposto a trapianto renale. I soggetti che potranno usufruirne devono avere un reddito inferiore ad una cifra determinata ogni nuovo anno dalla regione Basilicata. La richiesta di contributo

ModalitàInoltrando l'istanza su modulo appositamente predisposto dal Comune di Potenza a cui si allega la seguente documentazione:

• Certificato Medico rilasciato dalla struttura pubblica, attestante la diagnosi; • Autocertificazione relativa al reddito del richiedente oppure dichiarazione del reddito percepito solo dal richiedente; • Eventuale atto di delega alla riscossione delle spettanza con il relativo codice fiscale del delegato; • Decreto di autorizzazione rilasciato dal giudice tutelare che autorizzi alla riscossione il genitore di un beneficiario che sia minorenne o in tutela.

CONTRIBUTO TALASSEMICI

DescrizioneE' un contributo economico spettante ai cittadini residenti nella Regione Basilicata, riconosciuti affetti da talassemia ed altre malattie del sangue, nonché sottoposti a trapianto del midollo osseo o che necessitano di interventi terapeutici e di controllo in forma continuativa che abbiano un reddito inferiore ad una cifra determinata ogni nuovo anno dalla regione Basilicata. La domanda si può inoltrare durante tutto il corso dell’anno.

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ModalitàInoltrando l'istanza su modulo appositamente predisposto dal Comune di Potenza a cui si allega la seguente documentazione:

• Certificato Medico rilasciato dalla struttura pubblica, attestante la diagnosi; • Autocertificazione relativa al reddito del nucleo familiare del richiedente; • Eventuale atto di delega alla riscossione delle spettanze con il relativo codice fiscale del delegato; • Decreto di autorizzazione rilasciato dal giudice tutelare che autorizzi alla riscossione il genitore di un beneficiario che sia minorenne o in tutela.

PRESTAZIONI IN FAVORE DI AUDIOLESI E VIDEOLESI

DescrizioneErogazione di contributi economici inerenti il pagamento della retta per il soggiorno presso istituzioni specializzate per il conseguimento di un titolo di studio e/o specialistico (anche universitario o di formazione professionale).

FruizionePossono usufruire del contributo le persone con disabilità - audiolesi e videolesi - beneficiarie di prestazioni socio assistenziali attribuite alle Province, ai sensi dell'art. 5 della legge 18 marzo 1993 n. 67. Il Servizio Sociale predispone, in collaborazione con l'utente e i familiari, un progetto di vita individualizzato (la cui elaborazione segue il colloquio e la visita domiciliare) finalizzato al superamento della condizione di bisogno. Il contributo economico concesso sarà corrisposto all'istituzione specializzata ospitante per consentire al beneficiario il conseguimento di un titolo di studio.

ModalitàGli interessati inoltrano almeno 60 giorni antecedenti la data di scadenza prevista per l'iscrizione al percorso di studi una domanda con i seguenti documenti :

• Stato di famiglia. • Copia della certificazione sanitaria rilasciata dall'apposita commissione, ai sensi della

legge 104/92. • Attestazione ISEE, ai sensi del decreto legislativo 31 marzo 1998, come modificato

dal decreto legislativo 31 maggio 2000, n. 300. • Dichiarazione sostitutiva, ai sensi di legge, attestante l'eventuale ottenimento di

contributi a qualunque titolo erogati da altri enti pubblici. • Attestazione dell'istituzione ospitante attestante l'iscrizione e la frequenza scolastica o

universitaria.

CONTRIBUTO ECONOMICO PER AUTOADATTATE

DescrizioneE' un beneficio economico per l'adattamento di veicoli privati destinati a persone con disabilità motoria, il contributo viene erogato per un solo autoveicolo o per lo stesso

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adattamento Il contributo è erogabile ogni 4 anni ed è possibile ottenerlo presentando domanda all’Unità di Direzione dei Servizi Sociali durante tutto il corso dell’anno.

Possono ottenere il contributo:

• le persone disabili titolari di patente speciale e con incapacità motorie permanenti, che adattano l’automobile secondo le prescrizioni date dalla Commissione ASP competente; • le persone riconosciute nella situazione di handicap con connotazione di gravità, di cui al comma 3 dell'articolo 3 della legge 104/92, attraverso l'adattamento di autoveicoli privati destinati al loro trasporto.CostoIl contributo, corrispondente al 70% delle spese sostenute per l'adattamento del veicolo

SERVIZIO SOLIDARIETÀ

DescrizioneE' un servizio che consente alle persone con ridotta capacità motoria di avere garantito il servizio di rifornimento anche alla pompa Fai da te. L’ auto deve essere munita in modo visibile, dello speciale contrassegno invalidi previsto dall'art. 381 del Regolamento al Codice della Strada. Non ci sono costi aggiuntivi.

I distributori che hanno aderito sono:

• Agip (Viale del Basento); • Agip (Raccordo autostradale Potenza-Sicignano direzione Salerno); • Agip Fuels Services Srl (Raccordo autostradale Potenza-Sicignano direzione Matera); • Agip Fermancar (Raccordo autostradale Potenza-Sicignano direzione Matera); • AgipRete S.p.a. (C/da Betlemme); • AgipRete S.p.a. (C/da Betlemme); • Esso (Via Ciccotti-Covo degli Arditi); • Esso (Via Ligure); • Esso (Via Firenze); • Q8 (Via Viviani); • ERG (C/da Cugno delle Brecce - SS 93 Potenza-Melfi).

AGEVOLAZIONI TARIFFARIE IN MATERIA DI TASSA RIFIUTI

Descrizione

In favore dei nuclei familiari con particolari condizioni di disagio economico-sociale, rilevate mediante il calcolo dell'Indicatore della Situazione Economica Equivalente (I.S.E.E sono previste le seguenti agevolazioni tariffarie in materia di tassa di rifiuti, con riferimento ai soli locali destinati ad abitazione principale e relative pertinenze.

L’ I.S.E.E. deve essere compreso fra zero e 2.500 euro è prevista una riduzione della tassa rifiuti pari all'80%. Per i nuclei familiari con uno o più componenti con invalidità pari al 100%, il suddetto limite è elevato a 5.000 euro.

Modalità

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Per beneficiare dell'agevolazione, l'interessato deve presentare, dal 1° gennaio al 31 luglio di ogni anno, la richiesta di agevolazione TARSU a cui deve essere allegata, la seguente documentazione:

a.dichiarazione sostitutiva delle condizioni economiche del nucleo familiare relative all'anno precedente a quello di presentazione della domanda; b. eventuale certificato di invalidità pari al 100% rilasciato dai competenti servizi sanitari pubblici; c.copia di un documento di riconoscimento del richiedente (in caso di invio della domanda a mezzo posta).

Il beneficio viene applicato per l'intero anno di presentazione della domanda, a partire dal 1° gennaio. Tale agevolazione non è cumulabile con altre riduzioni o agevolazioni previste per il medesimo tributo, per cui, d'ufficio, si applica quella più favorevole per il contribuente.

E’ possibile avere informazioni aggiuntive sui i vari servizi elencati presso:

Unità di Direzione Servizi Sociali - Via P. Lacava n. 2 (Rione Lucania) Ufficio cortesia - tel. 0971/415541 - fax 0971/53254Dal Lunedì al Venerdì dalle 8.30 alle 12.30 Il Martedì e il Giovedì dalle 16.30 alle 18.00

Dove si potranno consultare le tabelle dell’indicatore ISEE.

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ASSOCIAZIONI PROV PZ

Ass. Dopo di Noi Via volontari del Sangue c\o AVIS PZ [email protected]

Ass. A.N.G.L.A.T. [email protected]

Ass. Angelo Custode [email protected] Via B.D.Lentini 7 tel 0973\628121

Lauria

Ass. Crescere Insieme [email protected] P\za Cavour 10 Melfi tel 0972\24752

Ass. Comitato ’80 Contro l’emarginazione Via Delle Querce PZ [email protected]

Ass. Verso la Luce [email protected]

E.N.S (Ente Naz. Sordomuti) Via Viggiano PZ [email protected] tel 0971\53334

Lega Italiana contro i Tumori Via Don Uva PZ [email protected]

U.N.M.S. Un. Naz. Invalidi Servizio

U.I.C.(Unione Italiana Ciechi) cons. Reg. [email protected] tel 0971\21866

U.I.C. (Unione Italiana Ciechi) sez prov PZ V.le Marconi [email protected] tel 0971\21866

Ass. UNIVOC V.le Marconi PZ c\o U.I.C tel 0971\21866

A.N.P.V.I. (Associazione Naz. Privi della Vista Italiana) sez. prov. PZ Via Tirreno 42 PZ

[email protected]

A.N.M.I.L.(Ass. Naz. Mutilati e Invalidi sul Lavoro) sez. prov. PZ Via Livorno,92 PZ

[email protected] tel 0971\44144

A.N.M.I.C.(Associazione Naz. Mutilati e Invalidi Civili) sez. prov. PZ

A.I.S.M. (Ass. Italiana Sclerosi Multipla) Via Messina, 96 PZ tel 0971/51502

[email protected];

Ass. Naz. Mutilati ed Invalidi di Guerra Via Pretoria PZ tel 097124566

Ass. A.I.D. (Ass. It . Dislessia) sez. prov. PZ Via Vaccaro 294 PZ [email protected]

A.I.L(Ass Italiana Leucemie) sez. PZ Via Oleandri PZ [email protected] tel 0971\55905

A.I.P.D (Ass. Italiana Persone Down). sez. prov. PZ Pza Granturco PZ 0971\56536

[email protected]

A.C.I.I.L.(Ass. Ciechi e Ipovedenti Invalidi Lucani) sez reg. Via Don Uva PZ tel 0971\30697

[email protected]

Ass. Disabili Visivi Via Don Uva PZ tel 0971\30697

Page 58: Conoscere per cambiare

Ass. Alzheimer C\O Ospedale Don Uva PZ [email protected]

AVIS Regionale Via Giovanni XXIII tel 0971\ 442991 [email protected]

Fondazione AVISPER Via Giovanni XXIII [email protected] tel 0971\ 442991

Fondazione Camminiamo Insieme [email protected]

Ass. Luc. Fibrosi Cistica Via Cicciotti,31 PZ [email protected]

Ass. Zia Lisa Via V Emanuele 160 Cancellara [email protected] Mancino Rosa tel

0971\94259(casa)

Club Regionale Alcolisti in Trattamento c\o Parrocchia S Anna PZ tel 0971\21517

ALIS (Ass. Incontinenti e Stomatizzati) c\o Ospedale S Carlo

ADMO/AMO Francesca Lombardi Via P. Nenni Picerno tel 0971\991676

ARLL (Laringectomizzati) c\o Ospedale S Carlo [email protected]

Ass Riflessi di Vita Via A. De Gasperi Tolve tel 0971/ 738167

A.I.C. (Ass. It. Celiachia) Via D Uva PZ [email protected]

AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) c\o Ospedale S Carlo tel 0971\612263

Ass. Amici del Cuore C\o Ospedale S. Carlo tel 0971\613096

Ass. Tendi La Mano Largo Porta Nuova Picerno

A.N.E.D.(Ass. Naz. Emodializzati) C\o Ospedale S. Carlo tel 0971\612287

Ass. Verso la Luce Via Roma Grumento N [email protected] tel 0975\657036

UNITALSI Via D Uva PZ tel 0971\44301 443711

AMASI(Assistenza Spirituale Malati Terminali)C\da Poggio 3 Galli 9 PZ tel 0971\445739

AUSER regionale Via 2 Torri PZ 0971\411860

ANOLF(Ass. Naz. Oltre le Frontiere) Via del Gallitello 56 c\o CISL PZ tel 0971\476773

Ass. Peter Pan Via Nazionale Possidente [email protected]

A.L.A.D. (Ass Luc Assistenza Diabetici) Via D Uva PZ [email protected] tel

0971\613123

Ass S Rita Via Tirreno PZ tel 0971601224

Alba Nuova Via V. Emanuele III, 16 Cancellara PZ 329 2216533 Peluso

[email protected]

A.M.IC.I.(Ass Malattie Croniche Intestino) Via Anzio PZ tel 0971\807665

U.N.M.S (Un. Naz Mutilati. Invalidi Servizio) P\za Crispi PZ tel 0971\21120

Page 59: Conoscere per cambiare

Associazioni provincia di Matera

U.I.C(Unione Italiana Ciechi). sez prov MT Via T Tasso MT tel. 0835\333542

[email protected] [email protected]

A.N.P.V.I.(Ass Italiana IPrivi della Vista Italiani) sez. prov. MT Via Einaudi MT

tel. 0835\331132 [email protected]

Ass. Dumbo Via Bari 77 MT [email protected]

A.MA.SA.M. Ass. Materana Salute Mentale Via Saragat MT Chisena Francesco tel

0835\383480(casa)

A.I.P.D(Ass Italiana Persone Down). sez. Prov. MT Via Dante 84 MT tel 0835\381901

[email protected]

A.I.S.M. (Ass. Italiana Sclerosi Multipla) sez. prov. MT Via Einaudi 40\D MT

[email protected]

A.N.M.I.L. (Ass. Naz. Mutilati e Invalidi sul Lavoro) sez. prov. MT Via F D’Alessio MT

[email protected] tel 0835\334012

Ass. A.I.D(Ass Italiana Dislessia). sez. prov MT Via Cilea 34 MT dislessia [email protected] tel

0835\384104 A N.M.I.C(Ass Naz Mutilati e Invalidi Civili) sez. prov. MT Via Spine Bianche MT

palmi67@yahoo tel fax 0835\331495

A.I.L.(Ass. Italiana Leucemie) sez. MT [email protected] Via Einaudi MT tel\fax 0835\336614

Associazione Insieme Via Lo Monaco 20 Bernalda MT [email protected] tel

0835\745067

Associazione Dolcemente c\o rep. Geriatria Osp MT

Associazione IRIS Via Puglia c\o centro diurno SMILE Policoro MT tel 0835\980587

Ass. Il Gabbiano Via Matteotti Nova Siri(MT)

Associazione Figli Speciali C\da S. Lorenzo Rotonda(MT)

ONMIC(Organizzazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) Via S Valentino 2 Tricarico

Ass. Lucana per la Lotta contro le emopatie e le altre malattie del sangue Via Einaudi,36 -

75100 Matera

Dalla Parte Dell’handicap Studio Odontoiatrico Bradascio c\o Osp. Matera