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CONTROCORRENTE odio chi non parteggia, odio gli indifferenti Numero 0 | Edizione locale GENOVA gni giorno gli studenti non hanno uno spazio di aggre- gazione in cui incontrarsi, discutere di politica, fare socialità, navigare in rete e studiare lontani alle logiche del capitalismo. Ma ogni giorno, per contrastare la mancanza di questi luoghi, nascono progetti autogestiti dl basso che, tramite la riappropriazione di spazi abbando- nati, creano nuovi spazi di aggrega- zione come ad esempio l’Ex Latteria uno stabile abbandonato da almeno 30 anni in piazza Sarzano, nel cuore della città vecchia, un chiaro esem- O I Spazi sociali RIAPRE LA LATTERIA OCCUPATA di Giacomo Zolezzi

Controcorrente 0 | Edizione Genova

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L'edizione genovese del numero 0 di Controcorrente

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CONTROCORRENTE odio chi non parteggia, odio gli indifferenti Numero 0 | Edizione locale GENOVA

gni giorno gli studenti non hanno uno spazio di aggre-gazione in cui incontrarsi,

discutere di politica, fare socialità, navigare in rete e studiare lontani alle logiche del capitalismo. Ma ogni giorno, per contrastare la mancanza di questi luoghi, nascono progetti autogestiti dl basso che, tramite la riappropriazione di spazi abbando-nati, creano nuovi spazi di aggrega-zione come ad esempio l’Ex Latteria uno stabile abbandonato da almeno 30 anni in piazza Sarzano, nel cuore della città vecchia, un chiaro esem-

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Spazi sociali

RIAPRE LALATTERIA OCCUPATA

di Giacomo Zolezzi

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pio della speculazione edilizia che ha colpito il quartiere negli anni ottan-ta che è diventato un centro di ag-gregazione studentesca. L'intero pa-lazzo, come molti altri nella zona compresa la casa di Paganini, fu fat-to sgomberare dalle amministrazioni comunali paventando un generico pericolo di crollo e mandando sul la-strico decine di famiglie, in realtà pochi anni dopo fu venduto all'Uni-versità di Genova che ne ha fatto uf-fici o studi, "dimenticandosi" del pic-colo locale situato al pian terreno al-l'angolo tra Stradone Sant'Agostino e Piazza Sarzano.

Il 7 Ottobre 2011, durante la prima manifestazione studentesca d'autun-no, abbiamo deciso di occupare que-sto spazio per restituirlo al quartie-re. Studenti, lavoratori, precari, semplici cittadini troppo spesso non hanno luoghi in cui ritrovarsi, in cui parlare di politica, dei loro sogni, dei loro bisogni, delle loro idee e in cui autogestirsi fuori dalle fredde logiche di mercato e di profitto.In un mondo dove già da bambini si viene educati a essere "i migliori", a "lavorare e produrre", a "cavarsela da soli" e a non "condividere i saperi o le conoscenze neppure con i compa-gni di banco", riteniamo che l'unico modo per uscire da questa logica egoista e malata che vede sempre più famiglie passare il loro tempo libero davanti alla televisione, lasciando in-teri quartieri in mano all'incuria e alla desolazione, sia costruire e apri-

re realtà sociali autogestite fuori da quelle dinamiche che ci vogliono sempre più deboli e isolati.

L'unico modo per riappropriarsi dei propri diritti è prenderseli!

L'occupazione dell'ex latteria costi-tuisce una tappa fondamentale della nostra lotta per rivendicare spazi di aggregazione per gli studenti e per la cittadinanza, luoghi in cui sia possi-bile condividere esperienze, studiare e stare insieme, senza scopo di lucro, senza fini commerciali, senza obbli-ghi morali, religiosi o culturali.Subito dopo l'occupazione, consta-tando le condizioni di degrado in cui versava lo spazio ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo iniziato a ri-metterlo a posto. Lo abbiamo ripuli-to e ristrutturato, lavorando dalla mattina alla sera grazie solamente al nostro autofinanziamento.

Inizialmente l'Università, proprieta-ria dello spazio, ha cercato di fer-marci con una serie di denunce per occupazione recapitate direttamente a casa di alcuni di noi dalla digos (polizia politica), ma non ci siamo lasciati intimidire e quando era pale-se che non saremmo usciti dallo spa-zio, l'università ha deciso di instau-rare una sorta di dialogo, completan-do alcuni dei lavori all'interno dello spazio. Ad oggi molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare. Stia-mo organizzando attività che hanno come obbiettivi la partecipazione

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studentesca e del quartiere: Assem-blee, Laboratori, Cineforum, Mostre e Corsi di Fotografia, Un Mercatino dei Libri Usati. Il nostro obbiettivo è quello di creare un luogo di aggrega-zione dove condividere esperienze, idee e dove proporre e organizzare attività ludiche, culturali e politiche.

Facciamo assemblea ogni settimana il giovedì sera dalle 19.30 in poi.Passa a trovarci per proporci labora-tori, corsi, per partecipare o sola-mente per dare il tuo contributo! ●

l terzo valico è una linea ferro-viaria ad Alta Velocità, proget-tata per collegare Genova e Mi-

lano. Il progetto alta velocità, nato negli anni 80, fu pensato inizial-mente come linea passeggeri. Parlan-do in termini economici potremmo dire che l’investimento sarebbe potu-to risultare conveniente se un nume-ro sufficientemente alto di passegge-ri (tra 30 e 50 mila al giorno) usu-fruisse del servizio e fosse disposto a pagare il relativo biglietto. Tuttavia, fatti i conti, risulta che ciò sia possi-

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Terzo valico

A saiA' dua!SarA' duradi Niccolò Di Dio e Francesco Patrone

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bile esclusivamente nel caso il Terzo Valico collegasse fra loro città di qualche milione di abitanti, poste ad una distanza compresa tra 300 e 500 km, e con una pianura in mezzo possibilmente poco abitata, come la linea la Parigi – Lyon (la cui realiz-zazione viene tutt'oggi considerata un successo commerciale) e nel caso della maggior parte delle linee co-struite in Francia e Germania. L'at-tuazione di un progetto di questa portata è tuttavia impossibile nel no-stro paese: a causa infatti delle parti-colarità orografiche, della distribu-zione e la densità degli abitati, del-l’urbanizzazione diffusa e infine gli ingenti problemi ambientali, la co-struzione della linea ferroviaria non risulta conveniente. Per questi moti-vi, quando il progetto venne presen-tato, esso venne accantonato.

Negli ultimi anni, però, si è voluto riprenderlo in mano e riproporlo, minimamente modificato. Il cambia-mento principale sarebbe l'utilizzo dell'alta velocità per il trasporto mer-ci.A rafforzare la tesi a favore di questa nuova proposta di utilizzo del Terzo Valico si è parlato dell'incentivazione del trasporto su rotaie e della dimi-nuzione dei tempi di percorrenza. Questi fattori potrebbero indubbia-mente ottenere effetti positivi, ma non in una città come Genova, dove la maggior parte delle merci che arri-vano sono destinate al nord Italia; i 6 miliardi perciò previsti per la co-

struzione di questo progetto verreb-bero spesi con il solo scopo di coprire tratti estremamente brevi in minor tempo. E' quindi chiaro che, vista la totale inutilità della costruzione di una linea ferroviaria caratterizzata dai suddetti scopi, la motivazione della sua attuazione sia un altro, ov-vero il mero guadagno degli impren-ditori privati.

Si è affermato poi che la costruzione del terzo valico sia necessaria a causa della saturazione delle linee ferrovia-rie esistenti. A smentire questa ulte-riore giustificazione è il mancato uti-lizzo della tratta Genova-Milano, sfruttata solo al 30 % delle sue pos-sibilità effettive, e caratterizzata da circa 4.000 passeggeri al giorno, ci-fra che senza ombra di dubbio non evidenzia la necessità e l'utilità della realizzazione di una linea ad alta ve-locità. A favore del Terzo Valico c’è poi chi afferma che tale opera sia indispen-sabile per il rilancio economico della Liguria, la verità è tuttavia l’esatto contrario: togliendo, infatti, le risor-se alla ricerca, all’innovazione, al ri-sanamento dell’industria( fortemen-te in crisi), e soprattutto al raddop-piamento delle altre linee essenziali, come la Genova-Ventimiglia, il Terzo Valico non solo non apporterà alcun vantaggio, bensì sarà causa di ulte-riori problemi.

Molti sostengono ancora che il Pro-getto TAV-Terzo valico sia dettato

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dalla necessità di progresso. Il termi-ne ''PROGRESSO'', tuttavia, ha come significato anche il comprende-re i limiti fisici della nostra smania di guadagno, che sono tesi a porre un freno alla nostra costante presun-zione di voler plasmare e di trasfor-mare la nostra terra, illudendoci di migliorarla. Progresso vuol dire otti-mizzare, rendere più efficiente e du-revole ciò che già esiste ed è necessa-rio. Progresso vuol tagliare il super-fluo e investire sulla crescita intellet-tuale e culturale, più che materiale. Progresso non vuol dire dunque TAV. La TAV è un progetto vecchio e superato, anacronistico, che non tiene conto né degli ecosistemi che va a distruggere e danneggiare, né dell'inquinamento che produce.

Eh sì, perché il Terzo Valico non è dannoso solo dal punto di vista eco-nomico, anzi si potrebbe addirittura affermare che la spesa per la sua co-struzione e la sua inutilità siano niente in confronto ai problemi am-bientali che produce. Il tracciato prevede, infatti, una galleria di circa 39 Km all’interno dell’Appennino. Chi ricorda la questione della cava Cementir e dell’acquedotto della Val Lemme rammenterà senz’altro gli studi che appuravano la presenza di rocce di amianto nel suolo. Per chi non lo sapesse respirare fibre di amianto provoca un tumore dei pol-moni (l’amianto è illegale dal 1977), inoltre il tunnel principale presenta innumerevoli gallerie minori, tra-

sversali a quella principale, denomi-nate gallerie di servizio. Ciò porta alla necessaria edificazione di altret-tanti cantieri, tutti a ridosso dei cen-tri abitati. In poche parole un infer-no di rumore, polvere, camion diret-ti avanti e indietro per le strette vie dei paesi, di giorno e di notte, per 15 anni almeno.

Si può quindi concludere che il pro-getto del Terzo Valico sia quasi esclusivamente caratterizzato da lati negativi: non porta ricchezze alla po-polazione, favorisce un’idea del pro-gresso dannosa e sbagliata e ha un impatto ambientale distruttivo. ]Il movimento No Tav-Terzo valico rap-presenta uno dei movimenti popolari con maggiori consensi degli ultimi anni. Ultimamente il movimento è cresciuto di molto e rapidamente sa-pendo dare una risposta all'improv-visa accelerata che le autorità hanno impresso, sotto il pressing del potere economico,al progetto. Dalla scorsa primavera in tutti comuni dell'ales-sandrino e della val Polcevera si sono svolte assemblee con una straordina-ria frequenza, forte è stata la mobili-tazione degli insegnanti e dei genito-ri della scuola elementare "villa San-guinetti" che rischiava di essere spazzata via dal TAV. Il 28 maggio un corteo svoltosi ad Arquata ha vi-sto la partecipazione di migliaia di persone attestando ormai una cresci-ta esponenziale del movimento con-tro il Terzo Valico che nel corso dei mesi estivi è stato in grado con pre-

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sidi strategici di fermare gli espropri dei terreni dove dovrebbe sorgere il futuro cantiere Il 6 ottobre si svolge-rà invece una grande marcia popola-re da Serravalle fino ad Arquata per fermare gli espropri e ribadire una ferma opposizione a quest'opera inu-tile e dannosa. Il popolo No Tav non porta avanti solo una lotta per difen-dere la propria terra e i propri dirit-ti, simboleggia la presa di coscienza di un popolo che non intende più stare a guardare inerme imprendito-ri, banchieri e politici che distruggo-no implacabilmente la sua terra e prendono nelle mani il suo futuro. ●

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