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SD-150 HeroHero è l’RPAS VTOL con peso massimo al decollo di 150 Kg; è costruito rispondendo a requisiti e criteri di design aeronautici grazie alla grande esperienza di Sistemi Dinamici, joint venture con AgustaWestland e IDS Ingegneria Dei Sistemi.

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Mini RPAS VTOL multirotore con peso massimo al decollo di 5 Kg (Quadcopter) o 7 Kg (Octocopter). L’intrinseca versatilità del sistema Colibrì permette di soddisfare un’ampia varietà di applicazioni con un singolo velivolo, che risulta così la soluzione ideale per utenze professionali. Colibrì è a tenuta stagna per essere impiegato in missioni sul mare, con capacità di galleggiamento, di decollo e di atterraggio sull’acqua.

Close-range Tactical RPAS con peso massimo al decollo di 20 Kg. Manta è una famiglia di aeromobili a pilotaggio remoto ad ala ssa; la sua con gurazione tutt’ala è stata disegnata per ottenere le migliori prestazioni quando impiegato per azioni di pattugliamento, sorveglianza, osservazione aerea e missioni di avanscoperta, grazie alla sua autonomia di 20 ore.

IA-12 Stark IA–3 Colibrì IA-17 Manta

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5SPECCHIOECONOMICO

facile parlare il giorno,o qualche settimanadopo. Ma dopo aver

chiamato per mesi «Brexit» ilreferendum tenutosi in GranBretagna il 23 giugno scorsoper decidere se rimanere ouscire dall’Unione Europea,quale mai altro avrebbe potutoesserne il risultato? E infatti isudditi di Sua Maestà hannovotato a maggioranza (nonampia ma indiscutibile) perl’«Exit» o, com’era scrittosulla scheda elettorale, il«Leave». Forse se fin dall’ini-zio si fosse usata per par con-dicio (istituto però di diritto romano enon anglosassone) l’espressione «Brin»o «Bremain», le cose sarebbero andatediversamente.

Dopo dunque aver fatto il tifo, più omeno inconsapevolmente, per una Mani-ca più larga, quasi tutti i media italiani enon si sono scatenati in una reazione chedefinire allarmistica è un pietoso eufe-mismo. Ora che si è interrotta (pronta acomunque a riprendere alla prossima«tempesta») la corsa dietro gli andamen-ti sussultori delle borse internazionali,per le quali alla lunga i conti tornanosempre come per il banco di un qualsiasicasinò, è cominciato il periodo delle ri-flessioni più ponderate. Dettate, proba-bilmente, anche dall’umana tendenza aifare di necessità virtù, ma non solo daquesta.

Abbandoniamo dunque al loro destinogli inglesi (e i gallesi), per la maggioran-za dei quali la Manica è più larga dell’A-tlantico che li separa dalla grande «excolonia», e ciò che accade o, peggio,proviene da sud di Dover è nel miglioredei casi solo fonte di guadagno e, nelpeggiore, di guai. E vediamo che faran-no davvero scozzesi e nordirlandesi, aiquali Buckingham Palace è stato sempresullo stomaco: magari alla fine il RegnoUnito si scoprirà disunito.

Questa sarebbe davvero la grande no-vità storica di tutta la vicenda. Visto che -vale la pena di ricordarlo - la Gran Breta-gna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo lafirma dei Trattati di Roma che avevanodato vita alla Cee, e che fino al 22 giugnoscorso si era ben guardata dal solo imma-ginare di lasciare l’amata (e oggi svaluta-ta) sterlina per il disprezzato euro.

Torniamo invece alla domanda: sicuriche dalla Brexit l’Italia abbia da rimet-terci? Uno studio della Standard &Poor’s ha elaborato un «indice di vulne-rabilità» di 20 Paesi europei di fronte al-l’uscita dalla Gran Bretagna dall’Unio-ne, prendendo in considerazione quattrofattori: export, investimenti diretti, mi-grazione e finanza. Dalla classifica che

ne è venuta fuori l’Italia figura al penul-timo posto, seguita soltanto dall’Austria.La Germania è decima, mentre ai primitre posti si trovano Irlanda, Malta e Lus-semburgo.

Qualcun altro, la tedesca FondazioneBertelsmann, ha stimato l’impatto dellaBrexit sul prodotto interno lordo italianofra lo 0,06 per cento e lo 0,23 per cento,corrispondente, nella peggiore delle ipo-tesi, a circa 4 miliardi di euro. A questi siaggiungerebbero 1,4 miliardi di maggio-ri contributi per il funzionamento del-l’Unione che l’Italia dovrebbe sborsareper sostituire, pro quota, le risorse primaprovenienti dalla Gran Bretagna. Nonpoco, certo, ma sempre assai meno dellaGermania, che secondo le stesse stimedovrà tirar fuori 2,5 miliardi in più, o laFrancia (1,9 miliardi).

Beninteso, Specchio Economico nonha mai nascosto un profondo scetticismoverso i giudizi di certi think tank e agen-zie internazionali sostenendo come l’e-conomia (e la politica) reale sia tutt’altracosa dai numeri da questi dispensati apiene mani da media compiacenti o, be-ne che vada, acritici.

E che, stavolta più che mai, certi giu-dizi e previsioni appaiano scritti sull’ac-qua lo confermava, con involontarioumorismo, il Sole 24 Ore due settimaneprima del voto britannico: «Nelle decinedi studi pubblicati da quando David Ca-meron lanciò l’idea del referendum, levisioni sono spesso diametralmente con-trapposte, ma su due punti le conclusionicoincidono: per assenza di precedentinessuno può prevedere con esattezza le

conseguenze socio-economi-che della Brexit, e tutto dipen-derà dalla capacità di Londradi rinegoziare in fretta gli ac-cordi commerciali». Come di-re: qualsiasi cosa scriviamonon è certa e tutto dipenderàdalla politica. Niente male.

Però una fonte o la si ritieneautorevole, fino a prova con-traria, e dunque la si cita sem-pre, oppure non la si giudicaseria, e dunque non se ne tieneconto. Usarla a seconda deicasi e delle tesi (o interessi)che si vogliono sostenere ètroppo comodo. Che fare allo-

ra? Per dirla con la lingua di Albione,«wait and see»? Anche se così fosse,mentre si aspetta si può - anzi si deve -vedere, sentire e raccontare.

E che cosa hanno visto e sentito gli ita-liani dal 24 giugno in poi? Hanno visto ilpresidente del Consiglio Matteo Renzi,uscito malconcio dalle ultime elezioniamministrative, guadagnare il proscenioeuropeo accanto ad Angela Merkel eFrançois Hollande, dopo essere stato si-stematicamente tagliato fuori dal prece-dente Direttorio, nel quale sedeva DavidCameron, con immancabili sottolineatureda parte dei suoi avversari politici.

Hanno visto riprendere fiato le richie-ste italiane di un’Europa meno sottomes-sa alle politiche di austerity di matricecentro e nordeuropea che la governanoda almeno vent’anni; e allentare di unpunto di Pil il vincolo di bilancio, rima-nendo comunque al di sotto del fatidico3 per cento nel rapporto deficit-Pil, si-gnificherebbe per l’Italia avere a dispo-sizione 16 miliardi di euro in più (il qua-druplo delle perdite calcolate sopra).Soldi da utilizzare in politiche espansivedelle quali, con l’aria politica che tira,non è detto che Renzi si gioverebbe inprima persona, ma il Paese sì.

Infine un aspetto più particolare, manon meno significativo. L’Autorità ban-caria europea (Eba), che ha sede a Lon-dra e per inciso è presieduta dall’italianoAndrea Enria, dovrà trasferirsi. Ovvia-mente è partita la corsa alla sostituzione.Le prime a candidarsi sono state Parigi eFrancoforte, ma anche Milano si è fattaavanti: tanto il presidente della RegioneLombardia Roberto Maroni quanto ilsindaco Beppe Sala l’hanno caldamentesponsorizzata affermando - a ragione -che la vocazione finanziaria di Milanonon è inferiore a nessun’altra. E il secon-do ha aggiunto, pro domo sua, che Mila-no ha un ulteriore vantaggio: «Ci si vivebene». Niente paura, dunque, ma avanticon la forza delle idee e la determinazio-ne nel portarle avanti: come Roma inse-gna da quasi duemila anni, morto un pa-pa se ne fa un altro. ■

ÈÈVIVA

L’INGHILTERRA,SOPRATTUTTO

QUANDO SE NE VAd i V I C T O R C I U F FA

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✦ Giancarlo Armati✦ Ernesto Auci ✦ Giorgio Benvenuto✦ Ettore Bernabei✦ Giorgio Bernini✦ Pier Luigi Bersani✦ Leonzio Borea✦ Luca Borgomeo✦ Luciano Caglioti✦ Umberto Cairo ✦ Gildo Campesato ✦ Fausto Capalbo ✦ Sergio M. Carbone✦ Salvatore Cardinale✦ Nazzareno Cardinali✦ Elio Catania✦ Marcello Clarich✦ Claudio Claudiani✦ Cesare Cursi✦ Massimo D’Alema ✦ Sergio D’Antoni✦ Dario De Marchi✦ Cesare De Piccoli✦ Maurizio de Tilla✦ Antonio Di Pietro✦ Massimiliano Dona✦ Piero Fassino✦ Cosimo Maria Ferri ✦ Silvio Garattini ✦ Lucio Ghia ✦ Pier F. Guarguaglini✦ Pietro Larizza✦ Luigi Locatelli✦ Alessandro Luciano

✦ Antonio Marini✦ Antonio Martusciello✦ Antonio Marzano✦ Giulio Mazzocchi✦ Luigi Mazzella ✦ Alberto Mazzuca ✦ Vittorio Mele✦ Andrea Monorchio✦ Mario Morcone✦ Nerio Nesi✦ Michele Nones✦ Ubaldo Pacella✦ Giancarlo Pagliarini ✦ Claudio Petruccioli✦ Nicoletta Picchio✦ Fabio Picciolini✦ Serena Purarelli✦ Pierfilippo Roggero ✦ Stefano Saletti✦ Carlo Salvatori✦ Enrico Santoro✦ Angelo Sanza✦ Enzo Savarese✦ Luigi Scimìa✦ Fabrizio Svalduz✦ Luigi Tivelli✦ Tiziano Treu✦ Lanfranco Turci✦ Adolfo Urso✦ Domenico B.Valentini✦ Mario Valducci✦ Francesco Verderami✦ Gustavo Visentini✦ Vincenzo Vita

H A N N O S C R I T T O P E RS P E C C H I O E C O N O M I C O

6 SPECCHIOECONOMICO

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VICTOR CIUFFAEditoreDirettore responsabile

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L’ITALIAALLO SPECCHIOdi Victor Ciuffa

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GUGLIELMO EPIFANI: INDUSTRIA 4.0, MODELLOTECNOLOGICO PER TUTTA L’ITALIA PRODUTTIVAintervista al presidente della X Commissione della Camera

16ABDUL AZIZ BIN AHMED AL MALKI: IL QATAR È PAESE AMICO E ALLEATO DELL’ITALIAintervista all’ambasciatore dello Stato del Qatar in Italia

38LA VITTORIA DEL M5S. UNO SPETTRO SI AGGIRAPER L’OCCIDENTE, QUELLO DEL POPULISMOdi Giorgio Benvenuto

GIULIANO ALESSI: GRISPORT, LA SCARPA REALIZZATA CON IL SOLE intervista all’amministratore delegato dell’azienda

il personaggiodel mese 12

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SAN GIOVANNI-ADDOLORATA, L’OSPEDALECHE FA PARTE DELLA VITA DEI ROMANIintervista a Ilde Coiro

30IPASVI, SONO GLI INFERMIERI CHE SI PRENDONO CURA DEI CITTADINIintervista a Barbara Mangiacavalli

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LA FONDAZIONE ROMA SEMPRE IN PRIMALINEA PER LA SANITÀ E PER LA COLLETTIVITÀper rendere accessibile la sanità a tutta la popolazione

SANOFI, FARMACI INNOVATIVI PER ILBENESSERE E PER LA «CURA DI SÉ»intervista a Fabio Mazzotta

PREVENZIONE E RICERCA SONO I FATTORI CHIAVE PER LA SANITÀintervista al prof. Enrico Garaci

ANAC, L’ITALIA INVESTE NEL «WHISTLEBLOWING»presentato il primo monitoraggio italiano

Il whistleblowing è uno strumento di prevenzione dellacorruzione; esso consente di far emergere situazioni didisfunzione, di irregolarità e di illegalità che nuoccionoall’efficacia dell’azione della Pubblica Amministrazione

PRIMARIE AMERICANE: ECCO PERCHÉCONTINUIAMO AD ESSERE PER HILLARY di Alberto BrandaniDue fantasmi si aggirano nell’Occidente: la Brexit e la vittoria di Trump. Non ci dobbiamo abbattere ma vederecome la vicenda inglese e il caso americano segnalino ai Governi del mondo occidentale problemi irrisolti

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Mensile di economia,politica e attualità

7/8A N N O X X X V

LUGLIO/AGOSTO 2016

7SPECCHIOECONOMICO

Abbonamento: annuo 60 euro Copie arretrate: 12 euro

Conto corrente postale:n. 25789009

Registrazione: Tribunale di Romanumero 255 del 5 luglio 1982

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Tipografia: Futura GraficaVia Anicio Paolino 2100178 Roma

CIUFFA EDITORE

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ITALTEL, LA COLLABORATION COMEINGREDIENTE PER LO SMART WORKING«Collaboration at Work» è la proposta di Italtel

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I VIAGGI DI RAFFAELE LA CAPRIACON GLI OCCHI DEGLI AUTORI A LUI CARIdi Bruno Piattelli

COBAT, ACCORDO CON ENEL PER IL RICICLO DELLE BATTERIE ESAUSTEcollaborazione firmata durante il rEVolution

La spinta all’innovazione è arrivata ancora una volta daCobat che, proprio in occasione del rEVolution Days, ha sottoscritto con Enel una lettera d’intenti per applicare il principio del riuso al sistema energetico nazionale

La globalizzazione richiede cambiamenti radicali nel mondo del lavoro: l’innovazione tecnologica di Italtelè necessaria per supportare le aziende verso una maggiore flessibilità organizzativa e logistica

IL DECRETO 72 INDICA I PRINCIPI A CUIGLI INTERMEDIARI DEVONO ATTENERSIdi Fabio Picciolini

LIBERTÀ DI STAMPA, LIBERTÀ DEI GIORNALISTI:UN OSSIMORO NEL PIANETA DELL’INFORMAZIONEl’opinione del Corrierista

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LA CULTURA COME DIMENSIONE INTELLETTUALE, ETICA E MORALE DELLA VITAdi Maurizio De Tilla, presidente dell’ANAI

L’ECONOMIA DEL LAZIO 2015:RAPPORTO DELLA BANCA D’ITALIAdi Giovanni Contena

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INTERNATIONAL INSOLVENCY INSTITUTE,LA «TRE GIORNI» DELLA CONFERENZA DI TOKYO di Lucio Ghia

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Ecco alcuni punti cui gli intermediari del credito dovranno attenersi: agire con diligenza, correttezza e trasparenza tenendo conto dei diritti e degli interessidei consumatori facendo attenzione ai possibili rischi

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www.specchioeconomico.com

IDS, RIORGANIZZAZIONE AZIENDALEE PARTECIPAZIONE A EUROSATORYper un valore civile, oltre che tecnologico IDS, nata intorno alle competenze elettromagnetiche e alle tecnologie radar, sta sempre più operando nelcampo della protezione delle forze armate nei teatri operativi per la salvaguardia dell’interesse nazionale

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URGE RIFORMA FISCALE: ECCODOVE REPERIRE NUOVE ENTRATEdi Massimiliano DonaLa risposta dell’Unione Nazionale Consumatori è che,in attesa di poter ridurre le tasse, la prima riforma cheandrebbe fatta per una crescita è quella del Fisco, in modo da poter restituire capacità di spesa alle famiglie

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8 SPECCHIOECONOMICO

GUGLIELMO EPIFANI: INDUSTRIA4.0, MODELLO TECNOLOGICO PER TUTTA L’ITALIA PRODUTTIVA

GUGLIELMO EPIFANI: INDUSTRIA4.0, MODELLO TECNOLOGICOPER TUTTA L’ITALIA PRODUTTIVA

prese medio-grandi e un terzo da quellepiccole, ha sviluppato soluzioni di smartmanufacturing, mentre un altro 12 percento ha in animo di investire in questainnovazione.

Uno dei freni a questo cambiamento ècostituito dai costi elevati, tuttavia i ri-torni costituirebbero il volano per un ri-lancio strutturale dell’economia italiana.L’industrial internet of things, sottolineail Politecnico, potrebbe incidere sullaproduzione mondiale per oltre 14 trilionidi dollari entro il 2030, in Italia il suo va-lore arriverebbe all’1 per cento del Pil.Altro cardine dell’innovazione è rappre-sentato dalla formazione dei lavoratori,un salto di qualità professionale destina-to a ridisegnare la catena del valore infabbrica, mandando definitivamente inpensione ogni modello fordista, insiemeall’immagine simbolo del ‘900, le tuteblu, e forse anche il Cipputi di Altan conle sue folgoranti vignette.

Abbiamo intervistato su questi argo-menti il presidente della X CommissioneAttività produttive, commercio e turismodella Camera dei deputati, GuglielmoEpifani, una personalità di spicco in am-bito politico già Segretario generale del-la Cgil, nonché segretario del PD sino al-l’avvento di Matteo Renzi. La sua Com-missione ha presentato, infatti, il 6 luglioscorso, una indagine parlamentare dedi-cata specificamente all’ Industria 4.0.

Domanda. L’innovazione tecnologicacostituisce la nuova frontiera della com-petitività. Giornali e organi di informa-zione parlano sempre più in questi giornidi industria 4.0. Cosa può dirci a propo-sito?

Risposta. La nostra iniziativa parla-mentare ha avuto il pregio di muovere leacque sul tema della fabbrica digitale,della modernizzazione dei sistemi e diquella che coerentemente anche n Italiasi definisce Industria 4.0. È un’esperien-za, nata in Europa, per iniziativa tedescaed oggi anche nel nostro Paese le forzeproduttive si rendono conto che siamo alcospetto di una rivoluzione destinata amodificare sostanzialmente i fattori dellaproduzione, anche se non siamo ancorain grado di definirne gli orizzonti e gliaspetti futuri. Questa innovazione è tut-tavia necessaria se l’Italia vuole conti-nuare ad avere un futuro come Paese ma-nifatturiero. Una parte delle nostre im-prese sta già affrontando questa trasfor-mazione, tuttavia, al contrario di altriPaesi, non esiste una logica di assieme,una piattaforma comune e condivisa ingrado di predisporre gli strumenti piùadatti, normativi, culturali e istituzionaliper favorire una innovazione di cosigrande rilievo. La nuova frontiera tecno-logica dovrà trovare le condizioni idoneeper funzionare al meglio nel nostro Pae-se. Direi che abbiamo bisogno di un viaitaliana all’industria 4.0. I modelli im-portanti, cui ci siamo riferiti nella nostraindagine, come quello tedesco, vannospecificamente adattati alle peculiaritàdel nostro sistema produttivo, compostoda una miscellanea di piccole e piccolis-sime imprese diffuse. È necessario poterdisporre di una rete predisposta per assi-curare loro la migliore efficienza possi-

tecnologia digitale modifica ra-dicalmente i sistemi di produzio-ne. L’innovazione conosciuta co-me «Industria 4.0» o meglio co-me «Internet delle cose» cambiaradicalmente la fisionomia delle

fabbriche tant’è che si parla ormai da piùparti di quarta rivoluzione industriale.

Un argomento centrale per un Paesemanifatturiero come l’Italia, messo a du-ra prova da una estenuante e non risoltacrisi economica, tuttavia indispensabileper una efficace strategia di rilancio. Ab-biamo un gap in questo segmento d’a-vanguardia rispetto alla Germania di al-meno 5 anni, dobbiamo colmarlo nel piùbreve tempo possibile perché è in questoambito che si giocherà nel futuro la no-stra competitività sui mercati internazio-nali. Una ricerca condotta dal Politecni-co di Milano sostiene che solo il 13 percento delle imprese italiane, su un cam-pione rappresentato per due terzi da im-

LL AALLAA

a cura di UBALDO PACELLA

Guglielmo Epifani, presidente della X Commissione

Attività produttive,commercio e turismo

della Camera dei deputati

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bile. Il risultato che la Commissione atti-vità produttive proporrà al Governo ri-sponde proprio all’esigenza di offrirequesto nuovo modello tecnologico a tut-ta l’Italia produttiva.

D. Quali sono stati i vostri interlocuto-ri in questa ricerca?

R. Abbiamo sentito nel corso dell’in-dagine oltre 40 soggetti specializzati traistituzioni, centri di ricerca, società diconsulenza, imprese, associazioni, studidi innovazione, teorici delle nuove tec-nologie, ognuno dei quali ha proposto in-teressanti punti di vista sui quali noi ab-biamo riflettuto per l’elaborazione deldocumento conclusivo. Le nuove tecno-logie dispongono di una grande velocitàlegata alla capacità combinatoria tra sen-sori e attività in grado di aumentare inmodo esponenziale la produttività del la-voro. Ne vien fuori un sistema di produ-zione di beni, oltre che molto più rapidodel passato, estremamente vicino allespecifiche necessità del cliente. Un fatto-re questo sempre più preponderante perla qualità dell’offerta commerciale e la

piena rispondenza del bene alle necessitàdel cliente. Ne abbiamo potuto fare espe-rienza diretta nel corso di una recente vi-sita in Germania agli stabilimenti dellaPorsche dove si tocca con mano questavelocità ed integrazione degli indirizzi.Le macchine ed i computer interagisco-no sia tra loro sia con i robot e le catenedi montaggio e di allestimento. Il tutto inmodo interconnesso con il consumatorefinale, determinando un circuito di trac-ciabilità che non solo velocizza la realiz-zazione, ma la diversifica per tipologiadi richiesta. Il consumatore in tempo rea-le conosce, in questo caso, a che puntodella lavorazione è l’automobile da luiordinata. I computer della Fabbrica 4.0predispongono i processi produttivi ne-cessari per realizzare i componenti che ilcliente finale ha richiesto. Il tutto in tem-po reale. La catena di montaggio, pertan-to, prevede assetti diversi ad esempio traguida a destra o sinistra, colorazione ospecifiche tecnologiche. Questa innova-

lità di rileggere le informazioni ed indi-rizzarle ai sistemi produttivi con una pre-cisione e una rapidità mai avuta in passa-to. Prende forma così una fabbrica digi-tale, nella quale la vendita, il rapportocon il cliente, i servizi connessi alla pro-duzione sono integrati.

D. Quali sono gli orizzonti e gli obiet-tivi per l’Italia?

R. Quello che noi siamo chiamati adinterconnettere nel sistema produttivonazionale è la filiera dove trovano spaziomolteplici piccole fabbriche come auto-nomi centri di produzione di componentio servizi alla grande impresa con produ-zioni di nicchia magari anche ad altissi-ma professionalità.

D. Quali saranno gli scenari dell’indu-stria digitale e come il documento elabo-rato dalla vostra Commissione contri-buirà alla scelta del Governo?

R. Siamo di fronte ad una quarta rivo-luzione industriale, benefici e rischi sonosempre dietro l’angolo e bisognerà veri-ficarli cammin facendo. La leva di que-sto processo risiede non solo nell’inno-vazione tecnologica, ma in un aumentodella produttività che già oggi può esserecalcolato tra il 30 e il 50 per cento non-ché nella capacità di differenziare i pro-dotti all’interno di ogni filiera. Tutto ciòdetermina una nuova convenienza a rilo-calizzare l’impresa in Italia per disporredi reti tecnologiche integrate e di paripasso un costo del lavoro per unità diprodotto assai più conveniente di quellorealizzato in siti esteri, laddove le impre-se hanno trasferito le attività esclusiva-mente per ridurre i costi di produzione.Si invertono così i processi di delocaliz-zazione anche perché le tecnologie del-l’industria 4.0 richiedono investimenti informazione professionale assai rilevantie poggiano sul mercato del lavoro di me-dio-alto livello. Tutto ciò richiede livellicrescenti di produttività, quelli che l’In-ternet delle cose, così è definita l’impre-sa 4.0, riesce a coniugare. È questo unprocesso già in atto come Stati Uniti eGran Bretagna dimostrano.

D. Quale altre esperienze oltre quellatedesca avete approfondito?

R. La nostra indagine ha spaziato an-che fuori Europa, in particolare abbiamoesaminato le scelte operate dal Giappo-ne. L’esempio tedesco, tuttavia, resta unpunto di riferimento, non solo perché in-cardinato in una logica europea assai af-fine. La governance che la Germania harealizzato attraverso la regia dei due Mi-nisteri chiave, Sviluppo Economico e Ri-cerca, e la collaborazione dei Länder , inaltri termini il supporto dei territori, uni-tamente alle rappresentanze delle impre-se, del mondo del lavoro e della ricerca,hanno determinato una unitarietà dellavisione strategica e delle impostazioni,aumentando l’efficienza e riducendo ledispersioni economiche e organizzative.In Italia, invece, come abbiamo potutoconstatare insieme al ministro Giannini,

«InItalia non è vero che si investe pocoin ricerca e innovazione,ma lo si fa in modo non integrato con una dispersione di energieeconomiche, intellettualie organizzative. Leuniversità, le imprese, icentri di ricerca lavoranoe investono ognuno perconto proprio, non sempre in sinergia con le necessità e delle imprese. La stagione del fai da te è superata e oggi traguardiamo l’orizzonte di una reteintegrata e unitaria»

zione produce effetti diretti sul lavoroche debbono essere valutati con grandeattenzione. Il lavoro è sempre meno pe-sante dal punto di vista materiale, perchéassistito dalla robotica, con la necessitàdi una accresciuta competenza professio-nale. Il montaggio del parabrezza diun’auto, per rimanere all’esempio citato,fino a poco tempo fa avveniva manual-mente, oggi è totalmente robotizzato. Illavoratore controlla che tutto avvenganei modi previsti. I ritmi di lavoro risul-tano quindi più umani, riducendo la du-rezza del lavoro fordista della catena dimontaggio tipica delle industrie del no-vecento, contrassegnata da una ripetiti-vità delle funzioni e delle prestazioni. Letecnologie digitali, richiedono, infine, la-voratori sempre più formati e qualificati.La fabbrica 4.0 riduce l’impegno manua-le e fa crescere molte altre competenzecon professionalità medio e medio alte.Meno operai e molti più analisti di siste-ma e big data. Si concentrano le possibi-

9SPECCHIOECONOMICO

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non è vero che si investe poco in ricercae innovazione, ma purtroppo lo si fa inmodo non integrato con una rilevante di-spersione di energie economiche, intel-lettuali e organizzative. Le università, leimprese, i centri di ricerca lavorano e in-vestono ognuno per conto proprio, nonsempre in sinergia con le necessità deiterritori e delle imprese. Non possiamocontinuare ad avere una politica dei mil-le fiori in presenza di una così innovativatecnologia. La gestione dei sistemi com-plessi richiede, in modo omologo indi-rizzi coerenti. La stagione del fai da te èdefinitivamente superata e oggi traguar-diamo l’orizzonte di una rete integrata difunzioni e informazioni, necessariamen-te governate in modo unitario e disponi-bili per più operatori o imprese.

D. Considerata la sua conosciuta at-tenzione al sociale, quali provvedimentiadottati di recente dalla sua Commissio-ne possono valorizzare questo ambito?

R. Due sono i provvedimento che ab-biamo autonomamente presentato inCommissione e approvato: il primo èquello sugli orari degli esercizi commer-ciali, un tema assai complesso che mettea confronto idee e impostazioni differen-ti; l’altro è quello sul commercio equosolidale. Il primo tende a mitigare le vi-sioni contrapposte di chi vorrebbe unatotale liberalizzazione del commerciosulle 24 ore per 365 giorni l’anno e chiritiene invece necessario che siano ga-rantiti alcuni giorni dell’anno di chiusuraper tutti, sia per una questione di valori,sia per il rapporto con il lavoro e i cicliproduttivi. Ci sono festività che vannocomunque rispettate. La CommissioneAttività produttive è riuscita a trovareuna sintesi intelligente individuando 12giorni l’anno di festività obbligatorie conuna flessibilità che consente di adattarlealle diverse necessità dei territori in mo-do da rispettarne tradizioni e opportunitàtra flussi turistici e necessità commercia-li, preservando così le stagionalità. Vor-rei ricordare a questo proposito che inEuropa non esiste una liberalizzazionecosì ampia come quella italiana, bastipensare alla Francia o alla Germania do-ve gli esercizi commerciali chiudono re-golarmente una volta alla settimana.Quella adottata è una soluzione tempera-ta e non penalizzante per il sistema com-merciale. Il secondo esempio è quellodella disciplina del commercio equo so-lidale dove siamo intervenuti in un setto-re a torto considerato minoritario nelleattività, costituito da una grande atten-zione e sensibilità non solo alla qualitàdei prodotti, bensì ai sistemi adottati e alrispetto dei lavoratori. E un’occasioneper salvaguardare l’identità di alcuneculture nella produzione di beni territo-riali. Vorrei infine ricordare un terzoprovvedimento, quello sulla tracciabilitàdei prodotti che li rende facilmente indi-viduabili nelle diverse componenti, adesempio tipo e provenienza dei tessuti di

sovranità nazionale esclusiva sia la ri-sposta alle grandi questioni attuali, dalleimmigrazioni alla globalizzazione. Nonvedo in questo momento una reazione aBruxelles come nei singoli Paesi coeren-te con questi interrogativi e con le ri-chiese pressanti dei popoli, soprattuttodei ceti meno abbienti, che contrasti inuovi nazionalismi, produca beneficidiffusi per tutti i popoli ed eviti propostedi scissione a scacchiera. Occorrerafforzare il modello europeo, renderlopiù dinamico, ma soprattutto vicino allenecessità dei cittadini, in grado di ali-mentare sicurezza, sviluppo, futuro, ele-menti determinanti per costruire una co-munità civile e coesa. Il nostro Paese è,purtroppo, ancora invischiato in una cre-scita estremamente contenuta, non ingrado di invertire le tendenze complessi-ve dell’economia dopo una caduta senzaprecedenti dei fattori produttivi e deiredditi. Malgrado quanto di buono fattodal Governo, il Paese non reagisce a suf-ficienza, dobbiamo investire nel futurocon determinazione superando le millepaure che frenano gli investimenti dellefamiglie e delle imprese e determinanouna stagnazione che ha effetti moltoonerosi sulla parte più fragile della po-polazione. Talvolta siamo in presenza disituazioni incomprensibili, faccio l’e-sempio di tante aziende per le quali sicomprende perché abbiamo dovuto ven-dere a debito. Bene vendere quando siprogetta di accrescere e rafforzare lapresenza sul mercato, non appesantendoi bilanci per l’impresa, bensì alimentan-dola di capitali e di investimento atti amigliorarne la competitività. Il Paesepurtroppo è attraversato da una divisio-ne profonda che aggrava una crisi socia-le di lunga data. Il compito che ha il PDè quello di interrogarsi con onestà sulperché le cose positive fatte non sianosufficienti. Ritengo indispensabile ilrafforzamento della coesione sociale,come cardine per un crescita condivisadel Paese, che non può lasciare indietroampi strati della sua popolazione, so-prattutto al meridione. Occorre offrireopportunità condivise per evitare ulte-riori chiusure. ■

un capo di abbigliamento o di un manu-fatto artigianale, e garantisce di risalireall’intera filiera, dall’origine sino al con-sumatore, offrendo così una trasparenzad’informazioni che migliora la qualità erende ogni cittadino capace e libero discegliere in piena consapevolezza. Que-sto evita tra l’altro frodi di ogni tipo, chesempre più inquinano i mercati nel con-testo di una diffusa mondializzazione.

D. Lo scenario politico internazionalenon è privo di ombre e preoccupazioni,qual è la sua valutazione?

R. Stiamo vivendo una fase di accen-tuata incertezza. Mi riferisco in partico-lare al referendum inglese. La Brexitapre scenari insondabili. Dovremo af-frontare una navigazione per mari inco-gniti. Dovremo tenere il timone bene adritta, molto coraggio e una condivisio-ne ampia nel rispetto dei popoli. Gli ef-fetti di questa scelta sono comunque ri-levanti. Il tema vero è quello politico: èdifficile immaginare un’Europa in cui lespinte centrifughe si ripropongano inmodo costante. È necessario rifletteresia sul funzionamento della Ue, sia sullestrategie che essa si è data, perché inmodo palese non soddisfano quote rile-vanti di popolazione. Vi sarà un perchéuna parte di cittadini inglesi hanno scel-to per una antistorica uscita dall’Unioneeuropea e pensano che il ritorno ad una

«ILnostro Paese è ancora invischiato in una crescita estremamente contenuta. Malgrado quantodi buono fatto dal Governo, il Paese non reagisce a sufficienza, dobbiamo investire nel futuro con determinazione superando le mille paure che frenano gli investimenti delle famiglie e delle imprese »

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Page 11: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che
Page 12: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

storia di Grisport inizia nel1977 quando i fratelli Grazia-no e Mario Grigolato fondanol’azienda specializzata in

scarpe da trekking, diventando unodei maggiori leader nel settore. Inpochi anni la rete di vendita siespande in tutto il mondo e trova si-gnificative collocazioni in nicchiedifficili come quella dei mercatiorientali.

Sfruttando sapientemente l’espe-rienza maturata nel settore, Grisportavvia una precisa diversificazionedel prodotto producendo calzaturecasual «city» per il tempo libero e sa-fety (antinfortunistica) con caratteri-stiche e materiali all’avanguardia.

Ad oggi la produzione si divide in

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«Uno dei fattori che hacontribuito al successo dellanostra azienda è il Made in Italy; le calzature Grisport sono italiane non solo in riferimento alla produzione, ma soprattutto perchél’idea di partenza, il design e la progettazione nascono e si sviluppano interamente in Italia. Ad oggi la collezioneGrisport conta più di 5 mila modelli e siamo una delle aziende principali nella diversificazione tra Trekking, City e Safety»

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GGIIUULLIIAANNOO AALLEESSSSII:: GGRRIISSPPOORRTT,,LLAA SSCCAARRPPAA RREEAALLIIZZZZAATTAA CCOONN IILL SSOOLLEEPPRREEMMIIAATTAA DDAALLLLAA SSCCEELLTTAA EECCOOLLOOGGIICCAAil pers naggio

del mese

Giuliano Alessi,amministratore delegato di Grisport

LLAA«Trekking» (45 per cento), calzaturecon contenuti tecnici differenti pertempo libero, escursionismo, nordicwalking e trekking in alta montagna;«Safety» (30 per cento), scarpe concaratteristiche specifiche per lavora-re in sicurezza in cantiere o altri luo-ghi di lavoro a rischio; «City» (25 percento), calzature casual per l’usoquotidiano che coniugano il binomioconfort e qualità.

Nel 2015 il fatturato è stato di 154milioni di euro, in crescita dell’8 percento rispetto all’anno precedente.

Nonostante l’export sia ancora preva-lente nel giro d’affari di Grisport conun 75 per cento della produzione de-stinata all’estero, l’Italia rappresentacomunque un mercato fondamentalecon la quota del 25 per cento.

Il dato interessante nel 2015 per ilmercato interno è la crescita del 6 percento registrata dal giro d’affari dellevendite in Italia. Un segnale di cre-scita interna che mancava da alcunestagioni e che segna un passo impor-tante verso il superamento della crisiche caratterizza il mercato italiano da

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diverso tempo. Per il 2016 Grisportprevede di confermare i dati, con unaleggera crescita, per cercare di conso-lidare la posizione raggiunta negliultimi anni.

Domanda. La vostra azienda haquasi quarant’anni: quali sono statii cambiamenti più radicali che ave-te attuato per stare al passo con itempi?

Risposta. Il primo grande cambia-mento è stato quello di diversificarela nostra produzione ampliandola acalzature city e safety, oltre altrekking che era il nostro core-busi-ness. Circa 15 anni fa inoltre, quandol’80 per cento del fatturato Grisportera rappresentato dalla produzionelegata ai marchi di clienti terzi, ab-biamo messo in atto una vera e pro-pria rivoluzione puntando sul nostromarchio e concentrandovi l’80 percento della produzione e riducendo asolo il 20 per cento i prodotti per ter-zisti. Una strategia che ci ha consen-tito di fidelizzare i clienti e di risalirela china con i risultati importanti chestiamo ottenendo. Oggi una battagliasui costi di produzione è una batta-glia persa. La via per le aziende deldistretto è iniziare a produrre con unmarchio proprio, che sia riconoscibi-le, emblema del Made in Italy. A que-sto grande cambiamento sono segui-ti molti adeguamenti delle strategieeconomiche, aperture a nuovi merca-ti e, importantissimo, l’integrazionedella produzione artigianale con tec-nologie all’avanguardia di prodottoe di processo. A livello di capacitàproduttiva totale abbiamo raggiuntoi 40 mila metri quadrati tenendo con-to anche degli stabilimenti esteri epiù di 2 mila dipendenti.

D. In che modo e in base a quali ca-ratteristiche scegliete i materiali per

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rapporto fra tradizione e creatività? R. Nel corso degli anni Grisport

si è trasformata in industria, pun-tando su tecnologia all’avanguar-dia, innovazione e ricerca, senzamai abbandonare l’esperienza tra-dizionale e la cura tipiche della la-vorazione manuale. Prendono for-ma, così, i brevetti sulla costruzionedelle calzature e sulla realizzazionedi membrane e materiali perfor-manti, come Spo-Tex® e Gritex®,esclusive membrane Grisport, cheutilizziamo per foderare le calzatu-re e renderle resistenti ad acqua,pioggia, neve. Stiamo lavorandomolto anche per rinnovare la nostraimmagine: abbiamo recentementefatto un restyling al logo, che dopoquasi un anno di ricerche, valuta-zioni e test, ha portato ad una grafi-ca dinamica e semplice che si potes-se adattare alle nuove esigenze dimercato, alle nuove collezioni, alrinnovamento aziendale ed alletendenze moda. Il nuovo logoesprime modernità e dinamicitàmantenendo un chiaro richiamo al-la precedente e storica grafica nellascelta dei colori - giallo e nero - enella presenza del tricolore, simbo-lo dell’eccellenza italiana del nostroprodotto. Al nuovo logo abbiamoaffiancato un pay-off carico di si-gnificato e in cui crediamo molto,«A world to discover», dedicato alconsumatore finale, per gli amantidella montagna e delle passeggiate,per chi piace stare all’aria aperta e acontatto con la natura. Per scoprireluoghi nuovi e fantastici, antichi emisteriosi, immensi e inesplorati. Èdavvero un mondo da esplorare, eanche Grisport stessa è «A world todiscover». Inoltre abbiamo ancherinnovato il sito web e aperto canalisocial ufficiali, ormai strumenti dicomunicazione irrinunciabili perun brand che vuole parlare a targetnuovi e dinamici.

D. «La nostra calzatura è fatta

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la realizzazione dei vostri prodotti?R. Cerchiamo materiali che rispet-

tino a pieno le normative vigenti e glialti standard qualitativi che abbiamofatto nostri. I fornitori che selezionia-mo siano affidabili sotto tutti i puntidi vista, abbiamo avviato un efficacesistema di tracciabilità che ci permet-te di ripercorrere a ritroso tutte le fasidella produzione e di sapere semprequali materiali utilizziamo. Abbiamocreato un centro di Ricerca & Svilup-po interno che testa i materiali per re-sistenza e qualità. Nel corso di questianni abbiamo anche prodotto diversibrevetti, come l’Active, una costru-zione particolare della calzatura conmicro molle massaggianti inseritenella suola per migliorare la circola-zione e defaticare le gambe o come laparticolare lavorazione waterproof acalza chiusa termosaldata della lineada trekking Explorer che garantisceisolamento maggiore all’acqua.

D. Come si coniuga per voi il mixtradizione-innovazione? Qual è il

Castelcucco, in provincia di Treviso.La sede con l’impianto fotovoltaico di Grisport

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con energia pulita, è una scarpa rea-lizzata con il sole». Quali sono le tec-nologie e processi produttivi distinti-vi dell’azienda? Quali i brevetti e le«invenzioni» dell’azienda?

R. Siamo molto orgogliosi di uninvestimento lungimirante fatto nel2008. L’impianto fotovoltaico che ri-copre il tetto del sito produttivo diCastelcucco (TV) garantisce energiaper il 70 per cento dei processi pro-duttivi, pari a circa 850 mila chi-lowattora annui, si estende su 15 mi-la metri quadrati e consente il rispar-mio di 500 tonnellate di emissioni dianidride carbonica, pari all’assorbi-mento di una foresta di un milionedi metri quadrati di superficie. L’in-vestimento complessivo è stato dicirca 4 milioni di euro ed i tempi divita dell’installazione dovrebberosuperare abbondantemente i 25 an-ni. La selezione delle materie primeosserva rigorosi standard di ecoso-stenibilità, utilizziamo ad esempio ilPoliuretano per le nostre suole, unmateriale altamente tecnologico ebiodegradabile, a basso peso specifi-co, leggerissimo grazie alle micro

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bolle d’aria iniettate. Il nostro centroRicerca & Sviluppo che ho già citatoprima ha sviluppato diversi brevetticome le membrane Spo-Tex® e Gri-tex® per foderare certi tipi di calza-ture sportive, la costruzione brevet-tata delle calzature della linea Acti-ve, nata dopo 3 anni di attente ricer-che e numerosi collaudi, che abbia-mo applicato sia a scarponi trekkingche a stringate della linea civile.Consiste in uno speciale assemblag-gio di 6 strati, dalla tomaia fino albattistrada che prevede l’inserimen-to di materiali innovativi e studiatiper creare massimo confort e sicu-rezza per il piede.

D. Abbinato al processo della for-mazione del personale c’è quello del-la Ricerca & Sviluppo: in che modo equanto investe l’azienda in questidue fondamentali settori?

R. Investiamo circa il 5-7 per centodel fatturato, che corrisponde a circa8-9 milioni di euro ogni anno, in test,ricerche nel settore, collaudi, attrez-zature tecnologiche.

D. Il successo di Grisport si chiamaexport: dov’è collocato il mercato piùfiorente per la vostra azienda? Qual èil target di riferimento dei vostri pro-dotti?

R. L’export detiene il 75 per centodel nostro giro d’affari. Ci stiamoespandendo in tutto il mondo ormaida un po’ di anni. Il mercato princi-pale è il Nord Europa, con target me-dio-alto, bambino, uomo, donna evarie fasce di età e di prezzo. Que-st’anno in Inghilterra Grisport si èaggiudicata il Outdoor Brand of theYear ai Footwear Industry Awards2016. Abbiamo avuto ottimi risultatianche in Asia, dove grazie a partnerlocali, abbiamo iniziato a distribuire inostri prodotti e grazie ai nostri già

alti standard qualitativi potremopresto sbarcare negli Stati Uniti. Ilnostro target sono uomini e donnecon medio-alto potere d’acquisto checercano un ottimo rapporto qualità-prezzo. Serviamo un pubblico in me-dia tra i 30 e i 60 anni d’età, ma con lastagione autunno-inverno 2016-17vogliamo conquistare un nuovo seg-mento di mercato più fashion e an-che più giovane grazie al lancio dellanuova linea «Elite», stringate, stivalie mocassini per una donna attenta aidettagli e alle tendenze della moda.

D. Oltre che in Italia, dove si trova-no i vostri negozi? Espansione e in-ternazionalizzazione dell’azienda:quali sono le aspettative di crescita.

R. Siamo in espansione costante ecome sempre la strategia export peril nuovo anno è molto ambiziosa.Prevede un rafforzamento nel mer-cato canadese e giapponese e l’in-gresso negli Stati Uniti e Messico. Inprogramma anche un incremento del«retail» con l’apertura di nuovi puntivendita che si andranno ad aggiun-gere ai 13 negozi monomarca esi-stenti, dei quali 2 in Italia - uno nellacentralissima Via Dante a Milano -,ed altri suddivisi in Europa e Asia.

D. Quali sono i diversi fattori chehanno contribuito al successo dellavostra azienda?

R. Sicuramente il «Made in Italy» èun fattore importante, le calzatureGrisport sono italiane non solo in ri-ferimento alla produzione, ma so-prattutto perché l’idea, il design e laprogettazione nascono e si sviluppa-no interamente in Italia. Poi citerei lascelta di materiali grezzi usati in pro-duzione che rispondono sempre ainostri standard qualitativi. La divi-sione interna di Ricerca & Sviluppoci permette di testare e creare nuovelinee; ad oggi la collezione Grisportconta più di 5 mila modelli con inmedia 8-9 linee nuove ogni stagione.Siamo una delle aziende leader nelladiversificazione tra trekking, city esafety e l’attenzione all’ambiente e laresponsabilità volta al personale so-no nel nostro dna. ■

Castelcucco, in provincia di Treviso.L’ingresso della sede di Grisport

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S.E. AMBASCIATORE ABDUL AZIZBIN AHMED AL MALKI: IL QATAR ÈPAESE AMICO E ALLEATO DELL’ITALIA

mad bin Khalifa Al-Thani, quarto fi-glio del precedente capo di Stato,che negli anni Novanta ebbe l’acu-me di sfruttare le risorse di gas, al-l’epoca ritenute poco convenienti.

È ora il più grande esportatore almondo di gas liquido, il suo pil èpassato da 8 a 192 miliardi di dollarie per la Banca mondiale è tra i primi50 Paesi nella classifica sulla facilitàdi fare impresa (Ease of Doing Busi-ness 2015).

A completare un’avviatissima in-dustria degli idrocarburi controllatadalla compagnia statale Qatar Petro-leum non mancano le riserve di pe-trolio, né le risorse finanziarie: ed

ecco fatto il salto verso il Paese checonosciamo adesso, sinonimo dilusso e sport, nella cui capitale Dohasi terranno i mondiali di calcio dal21 novembre al 18 dicembre 2022.

In Italia sono molti gli interessi qa-tarini, oggetto di investimenti da par-te del fondo sovrano Qatar Invest-ment Authority, il cui obiettivo è in-vestire, gestire e aumentare le riservedel Paese al fine di creare valore alungo termine per lo Stato e le futuregenerazioni; questo lo persegue an-che mediante la sussidiaria Qatarholding, fondata nel 2006, società diprivate equity specializzata in parte-cipazioni pubbliche e private strate-

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a cura diGIOSETTA CIUFFA

tato sovrano indipendente dal1971, è uno dei sei membri delConsiglio di Cooperazione delGolfo con Arabia Saudita, Emi-

rati Arabi Uniti, Kuwait, Oman eBahrain; si estende per 11.500 chilo-metri quadrati e ha 563 chilometriininterrotti di costa; ha 2 milioni etrecentomila abitanti, il più alto pilprocapite al mondo secondo i dati2015 del Fondo monetario interna-zionale, e il più grande singolo gia-cimento di gas naturale al mondo,North Field.

Ecco i numeri del Qatar, monar-chia assoluta governata dal 2013 daltrentaseienne emiro Tamim bin Ha-

Abdul Aziz Bin Ahmed Al Malki,ambasciatore dello Stato del Qatar in Italia

SSSS

FFinché l’Italia e il Qatar lavoreranno insieme ci saranno progetti imminentie futuri per rafforzare i rapporti in tutti i settori,non soltanto a livello politico, ma anche in ambito educativo, dell’istruzione, della sanità,dell’ambiente, della cultura,dello sport. Abbiamo alcuniaccordi in preparazione, altri in revisione: nei prossimi mesi ci saràla visita in Qatar di Renzi e stiamo facendo del nostro meglio per stilareun programma ricco

S.E. AMBASCIATORE ABDUL AZIZBIN AHMED AL MALKI: IL QATAR ÈPAESE AMICO E ALLEATO DELL’ITALIA

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giche come anche in investi-menti diretti. Quest’ultima in-fatti con FSI, il fondo controlla-to da CDP, ha costituito la jointventure IQ Made in Italy Inve-stment Company interessata almade in Italy in gastronomia,moda, lusso, design, turismo,lifestyle e ha intanto investitoin Inalca, società di Cremoniniattiva nella trasformazione dicarni bovine.

Il fondo sovrano Mayhoolafor Investments invece nel2012 ha acquisito la maisonValentino; Katara Hospitality,società della famiglia realeAl-Thani, ha comprato a Mi-lano l’Excelsior Hotel Gallia ea Roma l’Intercontinental dela Ville e il Westin Excelsior,oltre altri hotel in Italia maquelli in Sardegna, come glialtri interessi in Costa Sme-ralda, fanno capo a Qatar hol-ding in seguito all’acquisizio-ne di Costa Smeralda hol-ding, capogruppo delle so-cietà che detengono gli hotel Caladi Volpe, Pitrizza, Romazzino eCervo hotel & conference center, iristoranti Pescatore, Pomodoro,Cervo Grill, i bar Portico e Sole, ol-tre il Pevero golf club, Marina eCantiere Porto Cervo.

Oltre la compagnia aerea Meri-diana e l’ospedale Mater di Olbia(l’ex San Raffaele) per il cui rilancioin qualità di Irccs c’è anche un pro-tocollo tra la presidenza del consi-glio dei ministri, la Regione e la Qa-tar foundation, presieduta dallasceicca Mozah bint Nasser al Mis-sned, seconda moglie del preceden-te emiro nonché madre dell’attualecapo di Stato. Scopo della fondazio-ne è rendere il Paese all’avanguar-dia nell’istruzione innovativa e nel-la ricerca e il progetto principale èEducation City, un campus di milleettari a Doha.

Qatar Investment Authority ha ac-quistato inoltre il complesso immo-biliare Porta Nuova, del quale fannoparte il Bosco Verticale di Boeri Stu-dio di Boeri, Barreca e La Varra e latorre Unicredit dell’argentino CesarPelli dello Studio Pelli, Clark, Pell.

L’approdo a un Paese non solomoderno e finanziariamente attivoma anche sostenibile deve passareper «Qatar Vision 2030», la visionedel 2008 del Governo che toccaquattro punti cardine dello sviluppoeconomico, sociale, umano e am-bientale, basata sulla Costituzionepermanente ratificata nel 2004 e ef-fettiva dal 2005.

Nonostante infatti la rapida cresci-ta economica, sociale e politica, il Qa-tar ha mantenuto i valori culturali e

consente di esportare il gas qatarinoverso l’Italia, per la quale esportia-mo 8 milioni di tonnellate di LNG.Nel nostro piano di produzione2020-2030, le cui basi sono state sti-late da sua altezza l’emiro, uno de-gli aspetti importanti è la diversifi-cazione di tutte le entrate del Qatare da tempo stiamo percorrendo que-sta strada anche guardando al rin-novamento delle infrastrutture dilogistica e di energia, nel campo del-l’educazione, della sanità. Sono ipunti cardine del piano e della vi-sione del Qatar e tale orientamentoè stato applicato anche in campoeconomico. È stato istituito un nuo-vo comitato che segue questo pianoper proseguire lo sviluppo dopo il2030; abbiamo il ministero della Pia-nificazione che è il centro di tutti glistudi e di tutti i piani da esporre alGoverno e al consiglio dei ministriper eseguirli, oltre che al consiglioconsultivo, il nostro parlamento.

D. La sua opinione in merito allasituazione energetica generale?

R. A causa della caduta del prezzodel petrolio, l’approvvigionamentoe la domanda nel mondo sono cam-biati come l’equilibrio tra Paesi pro-duttori e consumatori, cosa che hadefinitivamente un impatto su moltiPaesi in termini di prodotto internolordo. Fortunatamente il Qatar è, tratutti i Paesi, l’ultimo che soffrirebbedegli effetti negativi perché ha unpiano di diversificazione stabilitogià da tempo, ha investimenti all’e-stero, abbiamo obiettivi e pianifica-zioni che sono state implementate,grazie al saggio governo dell’emiro,e il Qatar è riuscito a superare la ca-

sociali di nazione islamica che consi-dera la famiglia come pilastro dellasocietà. La visione punta per il 2030 atrasformare pienamente il Paese inuna nazione del tutto sviluppata, ingrado di autosostenersi e provvedereun’alta qualità della vita ai cittadini,oltre che fortificare il ruolo nella co-munità internazionale.

Ambasciatore in Italia e rappre-sentante permanente del Qatar alleagenzie delle Nazioni Unite a Romaè, da un anno, S.E. Abdul Aziz BinAhmed Al Malki.

Domanda. Come diversificare labase produttiva del Qatar da petro-lio e gas?

Risposta. Per quanto riguarda laproduzione di petrolio, di gas e diidrocarburi, lo Stato del Qatar pos-siede la più grande quantità di gasnaturale liquido al mondo: è la no-stra produzione principale, prove-niente dal giacimento di gas di AshShamal e ne siamo il secondo espor-tatore al mondo dopo la Russia. Nel1995 ne abbiamo iniziato la produ-zione tramite una nota compagniagiapponese e questo ci ha schiusoall’esportazione di gas verso tutto ilmondo, compresa l’Italia. Oggi pernoi il Paese esportatore con il merca-to più grande è il Giappone ma ope-riamo anche il trasporto cargo di gasverso India, Corea del Sud, Thailan-dia, Belgio, Inghilterra, Francia eItalia: copriamo le esigenze dellamaggior parte dei Paesi del mondo.Abbiamo fatto una flotta oil termi-nal con l’Italia, quella di Treviso, epoi sottoscritto un accordo tra QatarPetroleum, Edison e ExxonMobilper il rigassificatore di Rovigo, che

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Doha, la capitale dello Stato del Qatar

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duta dei prezzi del petrolio, non di-pendendo più il nostro reddito dalleriserve di gas e petrolio.

D. Avete progetti sulle energierinnovabili?

R. Abbiamo idee chiare in tal sen-so, soprattutto per le piccole e me-die imprese, e piani per ciò che ri-guarda l’energia solare e nel foto-voltaico. Portiamo inoltre avantistudi e ricerche sviluppate nei labo-ratori della Qatar Foundation sulleprospettive del settore, oltre quelledel nostro ministero dell’Energia edel Petrolio; ci sono tanti progetti diricerca e di applicazione in tal sensonell’energia rinnovabile in generale.

D. Mubarak Bin Rashi al Buaainanè il nuovo rappresentante della mis-sione diplomatica della Lega degliStati Arabi a Roma presso lo Statoitaliano e la Santa Sede, prima voltaper il Qatar. Cosa significa per voi?

R. Naturalmente il Qatar ha moltipersonaggi qualificati e noti chepossono onorare il Paese e rappre-sentarlo in vari settori: per la primavolta la missione della Lega di tuttigli Stati Arabi a Roma è rappresen-tata da un diplomatico qatarino. Na-turalmente ciò è un’applicazione deipiani della politica di sua altezza l’e-miro Tamim bin Hamad al-Thani ol-tre che un successo della diplomaziaqatarina, guidata da sua eccellenzaMohammad Al-Thani, ministro de-gli Affari esteri, diplomazia che mi-ra a preparare ambasciatori e rap-presentanti qatarini per occupareposti importanti nella diplomaziainternazionale.

D. Quali altre personalità qatarinehanno incarichi ancora più recenti?

R. Abbiamo un candidato per lapresidenza dell’Unesco a Parigi, Ha-mad bin Abdulaziz Al Kuwari. Exministro della Cultura in Qatar, oggiè un consigliere dell’emiro, è statoambasciatore negli Stati Uniti e inFrancia; è stato anche ambasciatoredell’Italia ma non residente, un uo-mo noto e di Stato. A settembreverrà in visita a Roma in occasionedella sua campagna per l’elezioneall’Unesco del giugno 2017. Unaparte del lavoro che stiamo svolgen-do ora è di visitare Roma e Firenzeper dare l’idea del suo progetto elet-torale e per questo incarico interna-zionale.

D. Le spese per la Difesa in MedioOriente sono in aumento. Come ve-de la stabilità dell’area medio-orien-tale alla luce della situazione in Siriae in Libia e con l’Egitto che tarda atornare alla normalità?

R. Lo Stato del Qatar da sempreappoggia la pace e la stabilità e ciauguriamo che questi Paesi arabinostri fratelli tornino presto alla si-curezza e alla pace. La politica dello

R. Ci sono molte idee in cantiere etante consultazioni tra i nostri duePaesi, adesso però è ancora prema-turo dichiarare su che cosa sarà in-centrata la visita: meglio attenderel’ufficialità.

D. Il 28 gennaio 2016 è stato sigla-to a Roma il primo programma ese-cutivo di collaborazione culturaletra Italia e Qatar, valido per gli anni2016-2018. Quali le prossime inizia-tive?

R. Naturalmente l’Italia è un Pae-se ricchissimo di cultura, musei,musica, tradizione, storia; questoaccordo appoggerà iniziative comu-ni in questi campi e per ambedue gliStati sarà occasione per un riccoscambio culturale con eventi digrande spessore e importanza. Cistiamo consultando molto seria-mente con l’ente del turismo del Qa-

tar, considerato che a Doha è pre-sente un intero distretto culturale, ilKatara Cultural village, dov’è il mi-nistero della Cultura e dello Sport, econ il supporto delle linee aeree Qa-tar airways; ci stiamo impegnando aelaborare alcune proposte e iniziati-ve da esporre agli amici italiani, perun programma comune di iniziativeda tenersi alternativamente in Qatare in Italia.

D. Può esporre la sua opinione suMeridiana?

R. In seguito alle recenti trattative,che hanno coinvolto anche il mini-stero dei Trasporti italiano, mi sentodi dire che Qatar airways sta nego-ziando con Meridiana per ottenerela soluzione migliore in merito acerti ostacoli che sono sorti recente-mente ma sono ottimista sul fattoche entrambe le parti arriveranno auna soluzione molto presto. ■

D. Come possono ulteriormenteconsolidarsi?

R. Ripeto sempre che finché sia-mo qui per lavorare ci saranno pro-getti imminenti e futuri per raffor-zare i nostri rapporti in tutti i setto-ri, non soltanto a livello politico, maanche in ambito educativo, dell’i-struzione, della sanità, dell’ambien-te, della cultura, dello sport; sonolieto di rimarcare che durante la vi-sita dell’emiro a gennaio in Italiaabbiamo firmato 5 accordi con ilGoverno italiano. Adesso abbiamoalcuni accordi in preparazione, altriin revisione: nei prossimi mesi cisarà la visita ufficiale del premierRenzi in Qatar e insieme al mio col-lega l’ambasciatore italiano a Dohastiamo facendo del nostro meglioper stilare un programma ricco pergarantirne il successo.

D. Su cosa potrebbe vertere?

S.E. Abdul Aziz Bin Ahmed Al Malki con il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella

Stato del Qatar è da sempre concen-trata sull’appoggio e il sostegno deiPaesi arabi fratelli e quando chiedo-no il nostro aiuto noi corriamo daloro per aiutarli.

D. Come collaborano i due Paesinel settore della Difesa?

R. Abbiamo forti legami nel cam-po della Difesa con l’Italia, non sol-tanto riguardo gli investimenti ol’economia ma anche nel settore mi-litare, come dimostra la recente fir-ma tra il nostro ministero della Di-fesa e Fincantieri per sette navi disuperficie e i servizi di supporto per15 anni dopo la consegna delleunità. Tale accordo è il risultato diun’attività e di una trattativa durataanni. Noi vediamo nell’Italia unPaese amico e alleato e lavoriamoper consolidare sempre di più i rap-porti tra i nostri Paesi.

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Page 19: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

histleblower» è il nome ingle-se del dipendente che, dall’in-terno del proprio ente di ap-partenenza, pubblico o priva-to, segnala condotte illecite

non nel proprio interesse individua-le, ma nell’interesse pubblico perchénon venga pregiudicato un bene col-lettivo: letteralmente tradotto sareb-be il «soffiatore nel fischietto».

A fronte di questa «missione» cosìimportante che gli viene riconosciu-ta va chiarito che nell’esperienzaamministrativa italiana il whistle-blower, che potremmo tradurre conil termine «segnalante» viene, inve-ce, spesso etichettato con qualifica-zioni poco gratificanti come spione,delatore, traditore, e circondato dadiffidenza, sia da parte dei verticidell’ente che da parte dei propricolleghi.

A distanza di più di 3 anni dall’a-dozione della norma che tutela il di-pendente pubblico che segnala ille-citi (Legge Severino) l’Anac, l’Auto-rità Nazionale Anticorruzione gui-data dal presidente Raffaele Canto-ne, ha realizzato un monitoraggiosullo stato dell’arte del whistle-blowing in Italia per conoscere ilsuo stato di applicazione e apprez-zare quanto l’istituto sia effettiva-mente avvertito come misura di pre-venzione della corruzione.

Il monitoraggio è stato effettuatosia sulle segnalazioni giunte all’A-nac al 31 maggio 2016, sia su quellericevute da un campione di 34 pub-

rificare la legalità e la regolaritàdei procedimenti disciplinariche ne derivano. Scopo di questa iniziativa è divalorizzare il lavoro congiuntoavviato in via di prassi dagliUffici dell’Anac con l’Ispettora-to della Funzione Pubblica perl’analisi congiunta dei tratta-menti discriminatori subiti daiwhistleblowers nell’occasionedi segnalazioni di condotte dicorruzione e l’individuazionedella miglior tutela da garanti-re ai whistleblowers. Soprattutto si intende riaffer-

mare con forza che l’istituto del whi-stleblowing è uno strumento insosti-tuibile di prevenzione della corruzio-ne; esso consente di far emergere si-tuazioni di disfunzione, di irregola-rità e, infine, di illegalità che nuoc-ciono all’efficacia dell’azione ammi-nistrativa e che rischiano di trascina-re l’ente di fronte al giudice penale edi essere oggetto, nella sua globalità,di discredito. Esso, insomma, dà cor-po a quella riforma copernicana neirapporti fra P.A. e cittadino imbocca-ta con la Legge 190/2012: il controllodiffuso del cittadino, anche nella ve-ste di dipendente dell’amministra-zione, sull’operato pubblico.

«Per questa somma di motivil’Autorità che presiedo sta investen-do energie nel tentativo di far pene-trare l’istituto nella cultura dei citta-dini e dell’amministrazione pubbli-ca intendendo sostenere ogni utilesforzo dell’amministrazione italianain questa direzione», ha dichiaratoRaffaele Cantone. ■

19SPECCHIOECONOMICO

««««WWWW

LL’’IITTAALLIIAA IINNVVEESSTTEE NNEELLWWHHIISSTTLLEEBBLLOOWWIINNGG

SSEEGGNNAALLAAZZIIOONNEE DDII IILLLLEECCIITTII EE TTUUTTEELLAADDEELL DDIIPPEENNDDEENNTTEE PPUUBBBBLLIICCOO

Sono stati presentati il primo monitoraggio italianosul «whistleblowing» e il prototipo di un’applicazione

per la gestione delle segnalazioni di illeciti

bliche amministrazioni e 6 societàpartecipate, al fine di individuarealcune caratteristiche del segnalanteitaliano, la tipologia di condotte ille-cite denunciate e gli esiti scaturitidalle stesse.

L’incontro è stato anche importan-te per annunciare la piattaformainformatica di ricezione delle segna-lazioni di whistleblowing, utile a ga-rantire una riservatezza dell’identitàdel segnalante migliore di quantonon possa essere consentita tramite iltrattamento cartaceo di esse.

Non appena sarà aggiudicata lagara bandita per affidare il contrattodi appalto di manutenzione, la piat-taforma sarà usata dall’Autorità esarà messa in open source così daconsentire a ogni P.A. di risparmiaresull’investimento di risorse umane efinanziarie nel dotarsi di uno stru-mento che la Legge 190/2012 impo-ne come obbligatorio.

Si è consapevoli, a seguitodell’esperienza maturata inquesti 18 mesi di attività,che il punto debole dell’isti-tuto, come accolto nell’ordi-namento italiano, è costitui-to dalla situazione di svan-taggio in cui si trova il whi-stleblower. Spesso egli deveaffrontare, oltre al discreditointerno, anche misure di di-scriminazione inflitte daisuperiori, senza che ci sianoidonei canali di informazio-ne dell’autorità che deve ve-

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Page 20: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

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Due fantasmi si aggiranonel mondo occidentale, la Brexit e la vittoria di Trump. Il successo delLeave rende chi crede neivalori fondanti dell’Europatristi e più soli. Non ci dobbiamo abbattere mavedere come la vicenda inglese ed il caso Trumpsegnalino ai governi delmondo occidentale problemi irrisolti che vanno analizzati. Lo dobbiamo ai nostri figli e alle nuove generazioni

generale vediamo i dati che riguar-dano Hillary.

Hillary: 16.505.319 voti pari al55,58 per cento.

Sanders: 12.695.657 voti pari al42,75 per cento.

La prima osservazione è che il di-stacco che per mesi è stato artificio-samente fatto apparire esiguo è inrealtà vistosissimo, perché tra i duec’è un divario di 4 milioni di ameri-cani che ci pare incontrovertibile(quando Obama sconfisse Hillarynel 2008 i voti popolari erano quasieguali n.d.r.). Hillary ha vinto nelnumero di elettori, ha vinto nel nu-mero di delegati eletti, ha stravintonelle preferenze dei super delegati.In altre parole ha vinto sempre con-

tro un avversario che aveva un uni-co obiettivo: spostare vistosamentea sinistra la piattaforma dei demo-cratici, battere gli odiati Clintonianie fare il pieno del radicalismo sta-tunitense. Tra l’altro avendo il van-taggio di essere un battitore liberoe come tale di non avere niente daperdere.

Hillary è stata invece sottopostaad uno stress psicofisico e a un di-spendio di energie terribile. Da unlato doveva contendere metro permetro a Sanders, ma dall’altro nonpoteva certo attaccarlo troppo per-ché sapeva che in caso di vittoriadoveva recuperare gli entusiasmi, ivoti ed il malcontento dei demo-cratici che votavano il «Grinta del

DAqualche anno, comesanno i 15 lettori checi seguono appassio-

natamente, abbiamo spiegato le ra-gioni della stima e del rispetto cheHillary Clinton si è guadagnata e chevorremmo brevemente qui riassume-re. Competenza sui dossier, sensodelle istituzioni, visione dei proble-mi, condivisione del sentimento piùgenuino del popolo americano.

Oggi però ci vogliamo dedicare al-l’analisi dei risultati complessivi del-le primarie, del rapporto tra Hillary eBernie Sanders e quello più comples-sivo tra Hillary Clinton e DonaldTrump.

PRIMARIE: UN BAGNO DI DEMOCRAZIA

Non esiste in nessuna parte delmondo (né in quello occidentale etanto meno in quello orientale) uncosì completo e compiuto bagno didemocrazia come sono le primarieamericane e le conseguenti elezionipresidenziali. Tanto per avere unidea è forse opportuno snocciolarealcune cifre. Hanno partecipato alvoto delle primarie repubblicane edemocratiche circa 60 milioni di elet-tori, cittadini cioè che si sono primapresi la briga di andarsi ad iscriverenelle liste delle rispettive primarieper poi poter partecipare. I candidatialle primarie hanno «arato» il Paesemetro per metro insieme con mi-gliaia di attivisti, di volontari, di qua-dri di partito. In questo contesto così

Donald Trump Hillary Clinton Bernie Sanders

PERCHÉ CONTINUIAMOAD ESSERE PER HILLARY

P R I M A R I E A M E R I C A N E

d i A L B E R T O B R A N D A N I

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Bill Clinton una sorta di zar dell’eco-nomia, Hillary colpisce al cuore posi-tivamente chi cerca lavoro e la classemedia bianca in parte delusa. Biso-gna infatti ricordare che Bill Clintoncreò 26 milioni di posti di lavoro (an-che se essendo oggi la disoccupazio-ne in America al 4 per cento, vieneconsiderata dagli specialisti pratica-mente inesistente);�� Hillary ha pronunciato un gran-

de discorso sui temi della sicurezzanazionale e dopo la strage di Orlan-do è ragionevole pensare che gliamericani si vogliano affidare a chisa dove mettere le mani piuttosto chead un signore che insulta il governa-tore del New Mexico, sogna un pro-tezionismo sfrenato e non ha una vi-sione né di politica sociale né di poli-tica economica né di politica estera eapostrofa un giudice messicano soloperché sta decidendo una causa civi-le contro Trump.

Resta l’incognita Sanders, ma noiriteniamo che non farà come il radi-cale socialista Nader che fece perderele elezioni al democratico Gore con-tro Bush per centinaia di migliaia divoti rendendo così decisiva una

manciata di voti di una sconosciutacontea della Florida.

Al dunque secondo gli studiosi visono in America 100 milioni di elet-tori centristi ed indipendenti e, comein ogni parte del mondo, saranno lo-ro a decidere l’esito elettorale: saran-no pronti a varcare il ponte trumpia-no verso la negazione dei valori sto-rici che hanno fatto grande l’Ameri-ca, rispetto del prossimo, trasparen-za, merito, generosità, accoglienzadegli immigrati, difesa nel mondodella libertà? La nostra risposta è no.

Due fantasmi si aggirano nel mon-do libero e occidentale, la Brexit e lavittoria di Trump. Il successo del Lea-ve in Inghilterra rende chi crede neivalori fondanti dell’Europa tristi epiù soli. I padri fondatori dell’Europavolevano un’area dove circolassero lepersone, le cose e gli aneliti di libertà.Non ci dobbiamo abbattere ma dob-biamo piuttosto vedere come la vi-cenda inglese ed il caso Trump segna-lino ai governi del mondo occidenta-le problemi irrisolti e che vanno ana-lizzati senza superficialità e senza di-strazione alcuna. Lo dobbiamo ai no-stri figli e alle nuove generazioni. ■

Vermont». Dall’altro doveva duellarecon Trump per non lasciargli la scenapur evitando di cadere in quella cor-rida di volgarità e becerismo in cuiTrump ha fatto di tutto per coinvol-gerla. Trump infatti prima ha lancia-to un video sui peccati sessuali di Billquasi che Hillary tacitamente li sop-portasse e poi ha iniziato una campa-gna sulla disonestà di Hillary stessa.

Tutto ciò non ha scomposto questadonna straordinaria che nei due Statichiave che tutti consideravano unasorta di giudizio di Dio ha dato unarisposta incontrovertibile. Nello Sta-to di New York Hillary ha raccolto1.037.344 voti e Sanders 752.739. InCalifornia Hillary ha raccolto1.945.580 voti contro il milione emezzo di Sanders. Distacchi abissaliche confermano la forza e il coraggiodi questo animale politico che è l’avv.Rodham Hillary Clinton entrata nel-la storia come prima donna in corsaper la Casa Bianca.

DA QUI ALLA CONVENTION

Ma veniamo ai contenuti. Ora ilpartito democratico è impegnato inuna ricucitura Hillary-Sanders sottol’alto protettorato del presidenteObama che dopo aver incontrato perun’ora e mezzo il senatore del Ver-mont ha diffuso un messaggio regi-strato di esplicito e totale appoggio aHillary Clinton. Del resto nel 2008Hillary pur con un grande numero didelegati si era ritirata a favore diObama e il discorso suo e quello diBill infiammarono i cuori e le mentidell’intera Convention. Solo da unasettimana Hillary ha cominciato a ro-solare a fuoco lento le sciocchezze agetto continuo che Trump finora hadetto. Facciamo qualche esempio: idirigenti democratici non farannopassare liscio gli insulti ad un giudi-ce messicano, il continuo frasariorazzista, il disprezzo evidente versole donne e gli immigrati. Su tutti que-sti fronti Trump dovrà vedersela contutto l’establishment democraticodel Paese che d’ora in avanti nongliene farà passar liscia neppure una.

Hillary dalla sua ha quattro assinella manica:�� l’incontestabile vittoria nelle

primarie. Se le proiezioni sono cor-rette finirà per avere delegati 4 voltedi più di quelli che aveva Obama nel2008;�� l’endorsement di Obama la cui

popolarità sfiora il 50 per cento del-l’intero elettorato e tale popolarità siritrova solo negli anni d’oro di Rea-gan e di Bill Clinton. Possibile Oba-ma così popolare e scegliere un suc-cessore che distrugga tutto ciò che hafatto?�� Facendo capire che nominerà

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a cura di Alfio Paolangeliintervista al prof. Enrico Garaci

Laureatosi in Medicina e Chirurgia nell’Università Sa-pienza di Roma nel 1966, dieci anni dopo Enrico Ga-raci fu nominato professore ordinario di Microbiologia

nella stessa Università, dalla quale poi nel 1982 passò, conl’incarico di rettore, nell’Università di Tor Vergata, inaugura-ta proprio in quell’anno.

Vi rimase fino al 1993, quando ricevé un altro importanteincarico di rilevanza nazionale, quello di presidente del Con-siglio Nazionale delle Ricerche, nel quale operò per quattroanni e dove ha assunto un ruolo attivo per potenziare la ri-cerca della comunità scientifica nazionale. Nel 2001 vennenominato presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, caricache ha conservato fino al 2013. Presidente anche dell’Asso-ciazione Alleanza Contro il Cancro, il prof. Garaci è autore dioltre 250 pubblicazioni scientifiche.

Ha diretto le proprie ricerche prevalentemente sugli effet-ti che i fattori immunitari specifici e aspecifici hanno sulle neo-plasie e sulle malattie infettive; soprattutto su quelle virali haindagato le relazioni esistenti tra il «nerve growth factor» eil sistema immunitario.

I settori d’indagine hanno riguardato anche l’interazione deimicrorganismi con l’organismo ospite e i meccanismi di di-fesa immunitaria naturali e acquisiti nei confronti di tumori,microrganismi e virus. Nel 1997 fu nominato presidente del-la Società Italiana di Microbiologia.

È membro dell’Accademia dei Quaranta e nel 2006 è sta-to insignito della laurea ad honorem dalla George Mason Uni-versity della Virginia, negli Stati Uniti. Ha vinto la nona edi-zione del Premio Internazionale Giuseppe Sciacca. Nel2013 viene nominato rettore dell’Università Telematica SanRaffaele di Roma, carica che tuttora conserva.

In questa intervista a Specchio Economico dichiara:«Sto portando avanti vari progetti dove non c’è frattura conil mio passato, ma piena continuità». Vediamo quali sono que-sti progetti.

Domanda. Quale ruolo svolge adesso?Risposta. Mi sono inserito nell’ambito di questa istituzio-

ne, l’Università Telematica San Raffaele di Roma, una real-tà che comprende sia l’Università di cui sono il rettore, siaun’attività di ricerca che sto portando avanti direttamente.

D. In cosa consiste questa attività di ricerca?R. In primis sto promuovendo applicazioni cliniche di pro-

tocolli terapeutici di fase 1 e 2 nel settore del tumore al pol-mone riprendendo vecchi studi che ho fatto nel passato, siain ambito preclinico che clinico con la timosina.

D. E i pazienti dove si trovano?

R. Si tratta di uno studio multi centrico. I pazienti sono di-slocati a Tor Vergata, San Andrea, San Filippo Neri e nell’Isti-tuto nazionale dei tumori di Milano.

D. Altre attività e progetti?R. Sempre nell’ambito del San Raffaele abbiamo costitui-

to il «Parco Technoscience», un parco scientifico e tecnolo-gico formato da un Consorzio di aziende che operano in varisettori come medicina, agroalimentare, smart innovation, smartcities, intelligenza artificiale. Tra i vari progetti, quello in cuistiamo puntando maggiormente è «l’Human Virtual Simula-tor», uno strumento che ha l’obiettivo di creare una copia vir-tuale del paziente al fine di ricevere delle informazioni clini-che e diagnostiche, ma anche con lo scopo di stabilire dei mo-delli «predittivi»; infatti con questo studio sarà possibile po-ter predire quello che negli anni futuri sarà il rischio del pa-ziente di contrarre una determinata malattia. Questo è un pro-getto molto importante perché così si riuscirà ad avere unapiattaforma, una sorta di database, in cui immettere i dati viavia che vengono elaborati.

D. Quali strutture si trovano nell’ambito dell’Istituzione SanRaffaele?

R. Nel San Raffaele abbiamo da un lato l’Ircss, Istituto diRicerca Ricovero e Cura, che ha lo scopo di fare riabilita-zione del sistema neurologico, respiratorio e del sistema car-diovascolare proponendo un’assistenza molto qualificata;

OCCHIO ALLA SANITÀ

22 SPECCHIOECONOMICO

Nel corso degli anni il San Raffaele hasaputo tradurre il concetto di assisten-za sanitaria in veri e propri standard dieccellenza realizzando una rete di strut-ture e di servizi che lo pongono legitti-mamente tra le prime realtà del settorein Italia. L’integrazione tra cura e ricer-ca è il punto di forza dell’organizzazio-ne che trova la sua massima espressio-ne nei 30 laboratori di ricerca del SanRaffaele Research Institute. L’Istituto,che si trova a Roma all’interno dell’av-veniristico complesso di via di Val Can-nuta 247, svolge un’intensa e qualifica-ta attività di ricerca nel settore della ria-bilitazione in collaborazione con nume-rosi ricercatori italiani e stranieri

Il prof. Enrico Garaci, medico, scienziato e rettore dell’Università Telematica San Raffaele Roma

ENRICO GARACI: PREVENZIONEE RICERCA SONOI FATTORI CHIAVEPER LA SANITÀ

22-23-24 Garaci corr 2 5-07-2016 12:54 Pagina 1

Page 23: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

L’Università Telematica San Raffaele Roma

ma oltre a fare riabilitazione l’Ircss fa an-che ricerca preclinica e di base chepermette di capire meglio qual è il signi-ficato delle patologie e delle alterazionial fine di poter intervenire per corregge-re la patologia tramite la riabilitazione.Mentre dall’altro lato abbiamo il labora-torio Mebic, Medical and ExperimentalBioimaging Center, un progetto che èmaturato in meno di un anno e che hocontribuito a promuovere che nasce dal-la volontà e dall’impegno di due univer-sità –Tor Vergata e San Raffaele con ilcontributo della Fondazione Roma gui-data da Emmanuele Francesco MariaEmanuele – in grado di affrontare tuttequeste ricerche e di dare loro una rispo-sta efficace .

D. Quali sono le attrezzature di asso-luta avanguardia tecnologica del nuovolaboratorio Mebic?

R. Il laboratorio, guidato dal prof. Mat-teo Antonio Russo, è stato inaugurato loscorso 10 giugno – con la partecipazio-ne del Premio Nobel per la Medicina Fe-rid Murad, insignito del prestigioso rico-noscimento nel 1998 per aver scopertole implicazioni della molecola di monos-sido di azoto nel sistema cardiovascola-re – e ha la sede operativa presso il Re-search Institute dell’Ircss San Raffaele.Il Mebic è dotato di strumenti di ultimis-sima generazione che lo convalidanocentro di alta tecnologia per tutto ciò cheè «imaging» quali il microscopio a scan-

sione, quello a trasmissione diretta e con-focale che permetteranno di studiare itessuti e le cellule ingrandendoli milionidi volte repertando immagini di altissimaqualità.

D. E gli obiettivi del Mebic quali sono?R. Lo studio e l’analisi scientifica del

nuovo laboratorio si spingono fino al livel-lo molecolare. L’obiettivo principe di tale at-tività di ricerca sarà quello di indagare i

meccanismi molecolari e cellulari che si at-tivano al momento della riabilitazione,sia essa neuromotoria, respiratoria o car-diovascolare. Inoltre le attività di ricerca sipongono l’obiettivo di analizzare gli effet-ti che ha la riabilitazione a un livello mo-lecolare e cellulare. Lo scopo è migliora-re le tecniche riabilitative e le terapie far-macologiche individuando i marcatori diriabilitazione. Ciò permetterà di realizza-re, inoltre, una struttura di diagnostica ul-trastrutturale e di studiare gli effetti tossi-ci dei farmaci.

D. Com’è organizzato tutto ciò?R. Tutto questo è possibile perché nel-

la struttura si sta formando un network euna rete di collaborazione: per esempioabbiamo l’Università che può fare sia for-mazione, che ricerca.Tanti studi clinici pos-sono anche essere promossi in virtù delfatto che abbiamo l’ufficio brevetti che cipermette di affrontare il tema della ricer-ca traslazionale verso l’applicazione di pro-tocolli clinici sul paziente.

D. Che tipo di strategie possono mette-re in campo i sistemi di salute pubblica perconsentire da un lato la disponibilità di te-rapie sempre più efficaci e dall’altro l’ac-cesso e la sostenibilità?

R. Il fattore principale è portare avantipolitiche di prevenzione che in Italia nonvengono adottate con quell’investimentoeconomico e finanziario che sarebbe ne-cessario. Questo ormai è un fatto ricono-sciuto da studi epidemiologici che hanno

messo in evidenza come la riduzione del-le malattie può avvenire con l’adozione distili di vita adeguati, abolendo il fumo, evi-tando l’eccesso di alcolici, con un’alimen-tazione corretta e attività fisica; tuttoquesto può portare dei risultati significa-tivi. Per esempio il presidente degli Sta-ti Uniti Barack Obama sta portando avan-ti una campagna relativa a quella condi-zione che si chiama «prediabete» perché

L’obiettivo dell’eccellenza in sanità è stato perseguito dal San Raffaele con determinazione attraverso la selezione delle più avanzate tecnologie. È stato rivoluzionato l’approccio allariabilitazione in tutti i suoi aspetti:neuromotorio,cardiovascolare,respiratorio,otorinolaringoiatrico,geriatrico e pediatrico,inserendo un valore aggiunto di notevole interesse scientifico

23SPECCHIOECONOMICO

22-23-24 Garaci corr 2 5-07-2016 12:54 Pagina 2

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se si interviene prima che la malattia si manifesti si ha unrisparmio economico notevole, sia dell’uso dei farmaci, siadei ricoveri. Quindi è proprio in questo modo che si garan-tisce l’accesso e la sostenibilità del sistema sanitario, facen-do prevenzione.

D. E per i nuovi farmaci che vengono immessi nel merca-to?

R. Anche in questo caso il sistema sanitario ha dei costi chenon è in grado si sostenere. Possiamo fare l’esempio dei far-maci biologici che vengono usati per i tumori, oppure i recen-ti farmaci approvati contro l’epatite C che sono molto costo-si; però bisogna fare una valutazione economica complessi-va, non limitata solamente a un anno perché se si fa la va-lutazione economica nel breve periodo è chiaro che viene fuo-ri il costo enorme di queste terapie; ma se viene fatta una va-lutazione nel medio-lungo periodo si vedrà che questi farma-

ci accompagnati con uno stile di vita adeguato ridurranno dimolto le spese e di conseguenza le malattie.

D. Perché proprio ora, mentre premono anche tanti proble-mi economici e non solo, è necessario un ripensamento del-la medicina per evitare la deriva economicista?

R. Proprio per questo deve essere fatta una lotta per ridur-re le malattie attraverso la ricerca, unica soluzione in gradodi ridurre le patologie. Si pensi ad esempio all’Aids, fino a qual-che anno fa si moriva, adesso invece non si guarisce anco-ra completamente ma ci sono dei farmaci potenti che hannopermesso di curare la malattia. Io ricordo ancora che primadell’introduzione dei potenti farmaci antiretrovirali il Governoitaliano stabilì un finanziamento di migliaia di miliardi di lireper costruire ospedali adibiti al ricovero dei pazienti malati diAids, ma è bastato l’introduzione di questi farmaci per evita-re questa spesa ingente dal momento che bastava un’assi-stenza domiciliare. Quindi l’importanza della ricerca è fonda-mentale.

D. L’iter burocratico per l’approvazione di un farmaco?R. C’è anche questo aspetto da considerare. Un eccesso

di regole e di controlli fa si che l’iter di approvazione e poila messa in commercio del farmaco richieda tempi biblici. Conquesto non voglio dire che bisogna superare questi sistemidi controllo che vanno eseguiti e perseguiti con il massimorigore scientifico, ma bisogna avere un maggiore equilibriotra quella che è l’esigenza del paziente e quella del siste-ma regolatorio del farmaco. Bisogna soprattutto mettere inevidenza che attraverso sistemi nuovi di valutazione non si

attuano delle scorciatoie nella verifica dei controlli farmaco-logici e si tutelano lo stesso le esigenze della sicurezza delfarmaco.

D. Se alcuni tipi di malattie vengono combattuti ed elimina-ti, altri sorgono o si espandono. Oltre che dall’allungamentodella vita, da cosa dipende?

R. L’aspettativa di vita nei Paesi occidentali è aumenta-ta moltissimo; speriamo solo che quella inversione di ten-denza che si è verificata in Italia dove c’è stata una lievediscesa dell’aspettativa di vita sia transitoria perché la no-stra demografica aspettativa di vita era un vanto, era sino-nimo di un sistema sanitario nazionale efficiente. Infatti l’au-

mento dell’aspettativa di vita è espressione di una miglio-re diagnosi e di una migliore capacità terapeutica. Bisognainsistere sull’importanza dello stile di vita perché oltre adallungare l’aspettativa di vita è importante anche allunga-re l’aspettativa di vita priva di disabilità poiché arrivare al-l’invecchiamento con tutta una serie di patologie cronicheche sono più o meno invalidanti certamente non è confor-tevole.

D. Forse la più grande conquista della medicina sono sta-ti i vaccini e mai come in questo periodo si assiste a un dra-stico calo delle vaccinazioni, anche tra gli adulti: quali sonoi motivi di questa paura irrazionale? Quali potrebbero esse-re le conseguenze nel lungo periodo?

R. Ancora adesso il vaccino è la più grande conquista del-la medicina, quindi è assurdo che si portino avanti in molti casicampagne o pubblicazioni «fasulle» su presunti danni dellavaccinazione perché questo è preoccupante. Se cala il livel-lo delle vaccinazioni cala il livello di protezione e quindi ma-lattie che sono state debellate potrebbero ritornare.

D. Come scienziato esperto di farmacologia e microbiolo-gia, quali saranno gli scenari futuristici della medicina? Ma-lattie come Aids potranno finalmente essere sconfitte?

R. Come sempre dipende tutto dalla ricerca e di conse-guenza gli scenari futuristici della medicina sono legati adessa e agli investimenti che devono essere fatti. In Italia pur-troppo gli investimenti sono pochi e il numero dei ricercato-ri è sottodimensionato, nonostante la qualità della ricerca ita-liana sia elevatissima. ■

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OCCHIO ALLA SANITÀ

I microscopi elettronici presenti all’interno del Mebic

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a cura di Giosetta Ciuffaintervista a Ilde Coiro

Circa 2.400 dipendenti, più di 700 posti letto, l’Azien-da ospedaliera San Giovanni-Addolorata fa parte del-la vita dei cittadini romani non solo per la funzione me-

dico-assistenziale svolta, ma anche per la presenza storico-architettonica. Da due anni direttore generale dell’Aziendaospedaliera San Giovanni-Addolorata, Ilde Coiro raccontal’operato dall’insediamento.

Domanda. Come prosegue il piano di ammodernamento erilancio dell’Azienda?

Risposta. Abbiamo redatto un piano di investimenti riferitoalle specialità sulle quali intendevamo puntare. Partendo dai fi-nanziamenti regionali non utilizzati negli anni precedenti abbia-mo recuperato alcuni fondi, in particolare per l’acquisto di tec-nologie sanitarie, ormai obsolete. Con il Giubileo sono inoltrestati disposti finanziamenti statali e regionali per l’ammoderna-mento tecnologico e strutturale e, tra gli ospedali romani, il SanGiovanni ha ottenuto più fondi: circa 4 milioni e mezzo di cui 2,4milioni per ristrutturazioni e il restante 1,9 per tecnologia. Conessi abbiamo ristrutturato: il pronto soccorso generale con unampliamento di circa 750 metri quadrati, che prevede la diffe-renziazione dei codici di accesso a seconda dell’urgenza conun percorso dedicato esclusivamente al codice rosso e un al-tro per gli altri codici, la possibilità per gli accompagnatori di se-guire su monitor l’iter sanitario dei propri congiunti dal prontosoccorso fino ai reparti; realizzato un nuovo pronto soccorsomaterno-infantile, situato accanto al reparto di neonatologia, areacompletamente nuova inaugurata nel 2014 e dotata di appa-recchiature ad alta tecnologia, con 16 posti letto di terapia in-tensiva e altrettanti di patologia neonatale; la nuova rianima-zione con investimenti soprattutto tecnologici per nuovi respi-ratori e apparecchiature e, infine, attigua proprio alle camereoperatorie, la nuova terapia intensiva post operatoria con 11 po-sti letto con tecnologia di alta perfezione, di cui uno per gli in-fettivi. Il reparto di ostetricia e ginecologia ha, invece, bisognodi ristrutturazione che ci auguriamo avvenga quanto prima: re-centemente il presidente Zingaretti e il ministro Lorenzin han-no presentato la terza fase del piano di finanziamento ex art.20, fermo da anni, in cui risulta che gli stanziamenti concessiall’ospedale San Giovanni ammontano a circa 12 milioni e mez-zo di euro, di cui 4 milioni e mezzo per la ristrutturazione del-le chirurgie specialistiche. Essendo la nostra una struttura natanegli anni Sessanta, necessita di ristrutturazioni, riqualificazio-ni e ammodernamenti che realizzeremo con i restanti finanzia-menti. I tempi sono sempre abbastanza lunghi, ma passare dal-l’immobilismo di anni al decreto che finanzia questa terza fase

dell’art. 20 è un grosso passo in avanti.D. E riguardo il rilancio? R. Va indubbiamente citato il Polo oncoematologico situa-

to nello storico Presidio ospedaliero Addolorata. È una bellis-sima struttura di 6 mila metri quadri pronta da anni, ma rima-sta chiusa nonostante fosse dotata di tecnologie quali acce-leratori lineari e brachiterapia. Lo sforzo fatto con il sostegnodella Regione ne ha consentito l’apertura per effetto di unariorganizzazione territoriale che ha visto confluire risorse uma-ne messe a disposizione anche da altre aziende: non sono sta-ti immessi soltanto i dipendenti del San Giovanni, ma anchedel Sant’Eugenio, il cui reparto oncologico è stato eliminatolasciando al vicino IFO la funzione assistenziale, e del Perti-ni il cui reparto di ematologia è stato accolto nel nostro. A so-stegno di tutto ciò è intervenuta anche la collaborazione cheabbiamo sottoscritto con il Policlinico Militare del Celio, concui dallo scorso anno abbiamo un accordo a compensazio-ne per un interscambio di risorse umane e tecnologiche: lorohanno messo a disposizione oncologi, ematologi, infermieri,ambulanze per il centro mobile di rianimazione; di contro i no-stri medici emodinamisti visitano e operano presso di loro pervia delle innovative dotazioni tecnologiche di cui sono forni-ti. La vicinanza ha senz’altro favorito questa collaborazione:il Celio si trova proprio tra gli ospedali San Giovanni e Addo-

OCCHIO ALLA SANITÀ

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Il cittadino in questo momento ha dif-ficoltà a curarsi, nel senso che le pre-stazioni hanno un costo anche in ter-mini di ticket e molte volte è portato allarinuncia. Noi cerchiamo di offrire ai cit-tadini di Roma e del Lazio alcuni tipi diassistenza in tempi brevi e completa-re il piano di rientro che, consentendola diminuzione della tassazione regio-nale e quindi l’impatto sui ticket sani-tari, rimette in equilibrio i conti tra co-sti e ricavi: uno sforzo notevole fattodai direttori generali insieme alla Regio-ne per riequilibrare la spesa sanitariae consentire ai cittadini di accedere allenostre strutture per prestazioni di qua-lità e senza ulteriori oneri aggiuntivi

Ilde Coiro, direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Giovanni-Addolorata di Roma

ILDE COIRO: SANGIOVANNI-ADDOLORATA,L’OSPEDALE CHE FAPARTE DELLA VITADEI CITTADINI ROMANI

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Il polo oncoematologico dell’Aziendaospedaliera San Giovanni-Addolorata

lorata. Infine, all’Addolorata sono stati at-tivati la radioterapia e i nuovi accelerato-ri lineari: in questo caso, la Regione haconsentito l’assunzione di tecnici e radio-terapisti. Sempre nel Presidio ospedalie-ro Addolorata abbiamo realizzato un im-pianto fotovoltaico che sviluppa una pro-duzione annua di energia elettrica di214.204 kWh la cui potenza corrisponden-te al fabbisogno energetico delle grandi ap-parecchiature radiologiche presenti nelPresidio, quali le TAC, le risonanze magne-tiche e gli acceleratori lineari. Il nuovo im-pianto garantirà anche l’alimentazionedegli ascensori e di parte dell’illuminazio-ne interna. Si è trattato di una realizzazio-ne faticosa e difficile da portare a termineanche per via dell’ostruzionismo da partedi alcuni residenti del quartiere al puntoche, pur avendo tutte le autorizzazioni del-le Sovrintendenze, abbiamo rischiato diperdere il finanziamento europeo.

D. Come mai era fermo il reparto di On-coematologia?

R. Il progetto, nato nel 2000 e costato 20milioni di euro, era stato terminato a fine2012, ma il piano di rientro ne avevabloccato l’apertura, ritenendo forse impli-casse costi in più. Si è ritenuto che facen-do confluire le risorse tra le aziende e av-viandone l’attività, avremmo recuperato tut-te le prestazioni che non potevano esse-re garantite dalla nostra Azienda e che, diconseguenza, venivano assorbite da ospe-dali di altre regioni o dastrutture private o accredita-te: in effetti, a parità di costi,nel 2015 abbiamo ottenuto10 milioni di produzione inpiù rispetto l’anno prece-dente.

D. Di cosa altro ancora c’èbisogno?

R. Non avendo risorse di-sponibili, specialmente chicome noi è in piano di rien-tro, bisogna riorganizzare iservizi, perché riteniamoche sacche di inefficienzaancora ci siano. Riorganiz-zare significa verificare chele degenze abbiano una du-rata media secondo gli stan-dard nazionali, cosa nonsemplice perché spesso siha difficoltà a dimettere i pa-zienti da trasferire in struttu-re per lunga degenza oppu-re perché non vengono pre-si in carico in tempi utili.Dobbiamo ottimizzare an-che l’utilizzo delle sale operatorie e su que-sto aspetto stiamo già lavorando con buo-ni risultati in collaborazione con i profes-sionisti.

D. Cosa pensa deIle attese troppo lun-ghe?

R. Ritengo sia un falso problema, biso-gna lavorare sull’appropriatezza. Ogniqualvolta si aumenta l’offerta, aumenta di

un terzo la domanda e non si riesce a ri-spettare i tempi. Già ora i medici di basehanno l’obbligo di definire la priorità dellaprestazione da erogare, che bisogna offri-re a chi veramente ha necessità. Uno deimotivi di questa iperprescrizione è l’atteg-giamento della medicina difensiva ancheai fini medico-legali. Riguardo alla riduzio-ne dei tempi di attesa delle attività ambu-latoriali, essendo la nostra un’Aziendacon un DEA di II livello cioè con un dipar-timento di emergenza, urgenza e accetta-zione, dobbiamo prima garantire le presta-zioni per l’interno e poi quelle ambulatoria-li che invece dovrebbero essere assicura-te soprattutto dalle aziende territoriali.

D. Cosa pensa del fatto che si ricorresempre più alla sanità privata?

R. Il cittadino in questo momento ha dif-ficoltà a curarsi, nel senso che le presta-zioni hanno un costo anche in termini di tic-ket, e molte volte è portato alla rinuncia.Noi cerchiamo di offrire ai cittadini diRoma e del Lazio alcuni tipi di assistenzain tempi brevi e completare il piano di rien-tro che, consentendo la diminuzione del-la tassazione regionale e quindi l’impattosui ticket sanitari, rimette in equilibrio i con-ti tra costi e ricavi: uno sforzo notevole por-tato avanti in questi anni dai direttori ge-nerali insieme alla Regione, per riequilibra-re la spesa sanitaria e consentire ai citta-dini di accedere alle nostre strutture perprestazioni di qualità e senza ulteriori

oneri aggiuntivi. Vanno considerate poi leliste di attesa e la competitività tra pubbli-co e privato. Delle prime ho già detto; il se-condo aspetto deriva dal fatto che l’aumen-to dei ticket in questi anni ha fatto si chele prestazioni nel privato avessero un co-sto inferiore rispetto a quello del ticket ap-plicato nelle strutture pubbliche, anche seil servizio pubblico offre maggiori garanzie.

I finanziamenti nonsono aumentati in questi anni ma ritengoche la nostra sanitànon abbia nulla da invidiare al resto d’Europa: questi sono stati anni dolorosi per tutti gli amministratori della sanità pubblica.Sicuramente il Lazionon può essere paragonato ad altre regioni spesso definitevirtuose per via dellacomplessità delle suestrutture sanitarie;tuttavia di sforzi nesono stati fatti molti,l’importante sarà mantenere l’equilibrio

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Stiamo anche lavorando sul piano della comunicazione e in-formazione per rendere il servizio pubblico più competitivo ri-spetto al privato. Un’organizzazione efficiente è più appetibi-le e per ottenere risultati dobbiamo necessariamente riorga-nizzarci.

D. Ci sono anche le assicurazioni private.R. I fondi assicurativi hanno mostrato interesse per le pre-

stazioni del servizio pubblico in quanto, come dicevo prima,fornisce più garanzie e abbiamo iniziato un discorso in tal sen-so. La possibilità di aderire a fondi assicurativi per avere as-sistenza sanitaria sta entrando nei contratti di lavoro di nume-rose categorie di lavoratori, quindi tali fondi ci chiedono di at-tivare delle convenzioni poiché prospettare ai propri assicu-rati la possibilità di cura in una struttura pubblica importantedà sicuramente più garanzia.

D. Cosa pensa del decreto Gelli?R. Il decreto Gelli sulla responsabilità professionale appor-

terà cambiamenti necessari perché la maggior parte delle no-stre aziende non trova più copertura assicurativa da parte del-le grandi assicurazioni. Siamo in auto-assicurazione già da di-versi anni e ciò significa che la gestione dei sinistri, che inun’azienda di secondo livello la cui sinistrosità è alta, richiedeparticolare impegno e professionalità e ci avvaliamo, oltre chedel Comitato di valutazione dei sinistri aziendale, anche di le-gali esterni all’Azienda. Per fronteggiare la sinistrosità il bilan-cio aziendale prevede l’accantonamento di diversi milioni di euroda utilizzare per eventuali risarcimenti. È un problema ancheper i nostri professionisti sapere di non avere copertura assi-curativa dell’azienda così come anche per noi amministratoriessere consapevoli del rischio che, eventuali transazioni o me-diazioni poste in essere per scongiurare eventuali giudizi piùonerosi, potrebbero essere contestati dalla Corte dei conti.Tut-to questo è un grosso problema che aumenta l’atteggiamentodella medicina difensiva perché i professionisti per tutelarsi pre-scrivono anche senza bisogno e si rivela un lavoro delicato egravoso di responsabilità.

D. Ci sono vantaggi nel farlo in auto-gestione?R. Siamo stati costretti perché nessuno ci assicura più: vor-

remmo fare delle gare ma, almeno per la mia esperienza eanche per quanto avvenuto in altre aziende e regioni, le as-sicurazioni garantiscono solo i risarcimenti catastrofali con unimpatto molto pesante in termini di costi del premio assicu-rativo. Pertanto, riuscire ad avere una copertura assicurati-va solo per tali eventi non è conveniente perché, oltre a que-

sti, dobbiamo pagare anche tutti gli altri costi dei sinistri.D. In generale in che contesto si muove la sanità? R. I finanziamenti non sono aumentati in questi anni, ma

ritengo che la nostra sanità non abbia nulla da invidiare al re-sto d’Europa. Ci sono poi delle differenziazioni da regione aregione, ma questo è dovuto anche a un percorso degli annipregressi che ha portato la Regione Lazio a trovarsi con unpiano di rientro dal 2007 e speriamo di uscirne il prossimoanno. Sono stati anni dolorosi per tutti gli amministratori del-la sanità pubblica. Sicuramente il Lazio non può essere pa-ragonato ad altre regioni, spesso definite virtuose, per via del-la complessità e molteplicità di strutture sanitarie; tuttavia disforzi ne sono stati fatti molti, l’importante sarà mantenere que-

sto equilibrio. Va evidenziato che nelbilancio dell’Azienda la maggiore epiù importante voce di spesa è per ilcosto del personale, anche se inquesti ultimi anni ha avuto riduzioninotevoli a causa del turnover: senon erro, le Aziende sanitarie dellaRegione Lazio hanno perso circa 8mila unità di personale. Eravamotroppi prima? Oggi sicuramente nonriusciamo a garantire le prestazioniche dovremmo. Usciti dal piano dirientro la Regione ci darà la possibi-lità di utilizzare una percentuale mag-giore di sostituzioni e ciò sarà già unpasso avanti così come le autorizza-zioni ad assumere per via del Giubi-leo.

D. Ha trovato resistenza al cambia-mento?

R. Purtroppo le innovazioni trovanomolta resistenza da parte del persona-le. A parte la generale riluttanza aicambiamenti, il blocco nelle assunzio-ni non ha consentito un ricambio ge-

nerazionale dei professionisti, che hanno un’età media oltre i50 anni. Nonostante l’Azienda abbia organizzato corsi di for-mazione finalizzati, rimane che un dipendente che deve anda-re in pensione non ha interesse a modificare il proprio mododi lavorare. Per via del mancato ricambio generazionale, c’è re-sistenza anche sotto l’aspetto organizzativo. Infatti, ne risenteun po’ anche la riorganizzazione che stiamo facendo per livel-li assistenziali che prevede non più reparti ma aree di degen-za omogenea con al centro del sistema il paziente attorno a cuiva costruito tutto il percorso assistenziale. È pur vero che le vec-chie strutture realizzate secondo diverse concezioni organiz-zative non sempre consentono interventi omogenei per livelliassistenziali, però devo riconoscere che le risposte migliori atale cambiamento stanno arrivando dal personale delle profes-sioni sanitarie rispetto ai medici, forse perché gli infermieri sonopiù giovani e questa figura professionale è stata riqualificata eforse è più motivata al cambiamento anche in seguito al per-corso di studi, aperta alla dirigenza. Di là da tutto i dipenden-ti hanno sofferto molto in questi anni di riduzioni e restrizioni.Sono personalmente grata a tutto il personale per il lavoro chesvolge nonostante le difficoltà. L’estate dello scorso anno, adesempio, per portare a termine i lavori per il Giubileo, con i can-tieri avviati ad agosto 2015 e garantire l’apertura a dicembre,il personale è stato presente tutta l’estate rinunciando alle fe-rie: è stata veramente un’impresa progettare e realizzare i la-vori in quattro mesi. Il personale ha collaborato in maniera ec-cellente e sono fiera di loro. ■

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OCCHIO ALLA SANITÀ

L’esterno del Dipartimento d’emergenza e accettazione dell’Azienda ospedaliera San Giovanni-Addolorata

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rosegue la raccolta fondi in fa-vore dei bambini affetti damalattie rare promossa dalla

Fondazione Bambino Gesù; a soste-gno della «call to action» anche Ur-ban Vision con una maxi-affissioneconcessa gratuitamente per veicola-re l’iniziativa a Roma. «RingraziamoUrban Vision che ci permette di rac-contare la nostra campagna di co-municazione. Le ‘Vite Coraggiose’sono quelle dei piccoli pazienti affet-ti da malattie rare che combattonotenacemente per affermare il loro di-ritto alla vita. Ma il coraggio è anchequello dei genitori, che lottano per ilfuturo dei propri bambini, lo stessomesso in campo da medici, infermie-ri e ricercatori. La strada della curapassa attraverso la ricerca scientificache con questa campagna vogliamosostenere», ha dichiarato il presiden-

Bambino Gesù e UrbanVision insieme controle malattie rare

Al Policlinico Gemelliil primo centro in Italiaper la cura del linfodema

Dalla Toscana la valvola aortica di nuova generazione

Il Premio Montalciniè stato assegnato allaricercatrice Alice Laroni

te della Fondazione Bambino GesùOnlus e dell’Ospedale della SantaSede, Mariella Enoc. «Vogliamo dareil nostro contributo a questa causanon soltanto perché concerne un te-ma poco dibattuto, ma perché ciò ri-guarda da vicino migliaia di bambiniche potrebbero godere di cure mi-gliori e grazie a un maggiore soste-gno economico. Da ‘curatori’ del pa-trimonio artistico ci sentiamo onoratidi mettere i nostri mezzi a disposi-zione di coloro che potremmo defini-re ‘curatori’ del patrimonio umano»,ha commentato Gianluca De Marchi,presidente di Urban Vision.

premio Rita Levi Montalci-ni, che da più di 15 anniviene assegnato dall’Asso-

ciazione italiana sclerosi multipla, èstato consegnato ad Alice Laroni.«Avevo la possibilità di continuare alavorare ad Harvard, ma ho deciso diritornare in Italia: nel dipartimentoin cui lavoro, a differenza di quantoaccade oltreoceano, la mia attività diricerca si affianca sempre a quella diassistenza ai pazienti», ha dichiaratola Laroni, ricercatrice nel dipartimen-to di Neuroscienze dell’Università diGenova. Coautrice di 21 pubblicazio-ni sulla sclerosi multipla, si è aggiu-dicata il premio per i risultati ottenu-ti sia per la ricerca sulle cause chepossono scatenare la patologia, siaper la ricerca clinica sui nuovi tratta-menti, in particolare quelli che usanole cellule staminali mesenchimali.

sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità

P IL

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Enrico Zampedri

Mariella Enoc Gianluca De Marchi

metodiche cosiddette «fisiologiche»,ovvero che agiscono nel pieno ri-spetto di anatomia e fisiologia del si-stema linfatico. Il Centro è stato con-cepito con l’obiettivo di rivolgersi al-l’enorme numero di pazienti affettida questa condizione (sono 40 milal’anno i nuovi casi di linfedema), chefino a oggi sono rimasti, di fatto,«orfani di cura». L’inaugurazione siè svolta alla presenza di Enrico Zam-pedri, direttore generale della Fon-dazione Policlinico UniversitarioAgostino Gemelli e di Rocco Bellan-tone, preside della facoltà di Medici-na e Chirurgia dell’Università Catto-lica del Sacro Cuore, insieme conGiovanni Scambia, direttore del Po-lo per la tutela della salute delladonna e del bambino al cui interno ilCentro per il linfedema è collocato.

stato inaugurato nella Fon-dazione Policlinico Univer-

sitario A. Gemelli di Roma un cen-tro unico in Italia per la cura del lin-fedema, una malattia sempre piùdiffusa che colpisce i vasi linfaticidegli arti. Diretto da Marzia Salga-rello, direttore UOC chirurgia pla-stica e ricostruttiva e responsabiledel Centro per il trattamento chirur-gico del linfedema del Gemelli, sitratta della prima struttura dedicataal trattamento della patologia conun approccio microchirurgico di ul-tima generazione caratterizzato da

È

sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità

valvola aortica polimericadi nuova generazione, im-piantabile con tecniche di

chirurgia mininvasiva attraverso unbraccio robotico, è in corso di realiz-zazione nell’ambito del progetto Val-veTech, di cui è coordinatore GiorgioSoldani, dell’Istituto di fisiologia cli-nica del Consiglio Nazionale delleRicerche (IFC-CNR) di Massa. «Val-veTech mira a superare l’intervento atorace aperto e guarda alla chirurgiamini-invasiva e alla realizzazione diuna valvola personalizzata in baseall’anatomia valvolare del paziente.La valvola che abbiamo brevettatoprevede una protesi di supporto maè allo studio una nuova valvola dota-ta di uno stent ripiegabile ed espan-dibile. L’universo di riferimento èquello delle valvole polimeriche dinuova concezione, pensate per ov-viare ai limiti e alle criticità dei di-spositivi cardiovascolari in uso. Inol-tre la nuova valvola dovrà garantirel’impianto della protesi senza puntidi sutura e senza deterioramento deilembi durante la fase di ripiegatura»,ha dichiarato Soldani.

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intervista a Barbara Mangiacavalli

Barbara Mangiacavalli, 46 anni, direttore sociosanitario del-l’Asst Bergamo Ovest, è da un anno il presidente dellaFederazione Nazionale dei Collegi Ipasvi di cui fanno

parte 103 Collegi provinciali con 423.397 iscritti. Oltre alla lau-rea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche all’Uni-versità di Milano, è laureata In Business administration alla Can-terbury University e in Amministrazioni e politiche pubbliche al-l’Università di Milano.

Domanda. Lei è presidente Nazionale dei Collegi Infermie-ri Ipasvi: quando nascono e che cosa rappresentano?

Risposta. I Collegi rappresentano l’espressione deontologi-co-professionale dell’attività dell’infermiere che tutelano e as-sistono i cittadini. Nascono nel 1955, voluti da un decreto go-vernativo dell’ottobre 1954, e voluti soprattutto da quelle ope-ratrici della sanità consapevoli di essere preziose, ma che nonavevano ancora ottenuto uno specifico riconoscimento profes-sionale, perché il decreto del 1946 sulle professioni sanitariesi era limitato a ripristinare gli Ordini dei medici chirurghi, deiveterinari e dei farmacisti e a istituire i Collegi delle ostetriche.E in questo senso l’iscrizione all’Albo da parte del professio-nista comporta obblighi, doveri, osservanza di un codice deon-tologico e di disposizioni legislative, ma anche diritti e vantag-gi. L’istituzione di un Collegio e, speriamo presto, di un ordineprofessionale e del relativo Albo garantisce la tutela dell’assi-stito che si ottiene vigilando affinché l’iscritto abbia titolo per met-tere le mani su di lui anche con l’esercizio della magistraturainterna. Quindi il controllo sui comportamenti deontologici e pro-fessionali: si lavora per una sorta di accreditamento periodicoanche in termini di competenza dei professionisti. Non bastaessere iscritto all’Ordine se poi l’iscrizione diventa una mera for-malità di cui mi fregio senza rivedere la mia preparazione, for-mazione e competenza. Va introdotto un percorso di accredi-tamento periodico professionale e continuativo.

D. Dopo quindici anni l’Ipasvi ha cambiato presidente: qua-li sono le priorità del suo mandato?

R. Tra i punti principali del programma del nuovo Comitatocentrale della Federazione di cui sono presidente, insediato nel2015 e che prosegue con continuità con i precedenti manda-ti, ci sono le competenze avanzate degli infermieri. Si tratta inrealtà di un cammino già compiuto che per percorrere l’ultimomiglio richiede un salto culturale non solo da parte nostra. Poiapriremo la partita del territorio sul quale rivendichiamo una pre-senza attiva e responsabile degli infermieri. E per questo stia-mo lavorando con le associazioni dei cittadini con l’obiettivo di

mettere a punto indicazioni utili su standard, indicatori di esi-to e fabbisogni di personale. Contemporaneamente c’è da di-segnare il profilo della libera professione degli infermieri. In que-sto senso intendiamo prevedere un meccanismo di accredita-mento che dia garanzie anche ai cittadini su che professioni-sta è, quello a cui si stanno rivolgendo. E c’è poi tutta la parti-ta della verifica di ciò che oggi si eroga al di fuori dell’ospeda-le, spesso da parte di soggetti non abilitati e soprattutto con ilrischio che bisogni e crisi diventino un mix dirompente da unlato per lo sfruttamento di situazioni di sottoccupazione e dal-l’altro anche di poca trasparenza dal punto di vista fiscale. A fian-co di tutto questo ci dovrà essere anche una revisione dei per-corsi formativi, sia per quanto riguarda le competenze specia-listiche, sia per la formazione continua rispetto alla quale la Fe-derazione è sempre stata in prima linea proponendo ai suoiiscritti corsi gratuiti perché gli infermieri siano sempre aggior-nati e all’altezza della loro professionalità

D. Rispetto al passato, in che modo la professione dell’infer-miere si è evoluta in questi ultimi anni? Che cosa chiedono icittadini quando si rivolgono a voi?

R. L’infermiere ha un ruolo di presa in carico e anche di edu-cazione alla salute, visti i risultati di recenti ricerche che hannoad esempio messo in evidenza come il nostro sia un popolo chesta tutto sommato bene, ma con pessimi stili di vita. E il citta-dino all’infermiere può chiedere di «prendersi cura» di lui, so-prattutto nei casi di maggiore fragilità. L’invecchiamento della po-polazione è un fatto ormai evidente e tutti sanno che gli anzia-ni saranno presto la parte preponderante dei cittadini. Ma l’etàanziana se da un lato aumenta proprio grazie ai progressi del-la scienza, dall’altro presenta una serie di ostacoli che si mol-tiplicano con gli anni e a cui la scienza, o meglio l’assistenza do-vrà rispondere: le malattie croniche, la presenza nello stesso in-dividuo di più patologie, fino alla disabilità e alla non autosuffi-cienza che oltre a cure e assistenza richiedono attenzione an-che per il mantenimento della dignità della persona. Al cittadi-no non basta più essere curato, ma ha bisogno di chi si pren-de cura di lui. Il paziente nella sanità deve trovare cure, è vero,ma anche la risposta a tutti i suoi bisogni, modificati con l’au-

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L’infermiere ha un ruolo di presa in cari-co e anche di educazione alla salute. Il cit-tadino, all’infermiere, può chiedere di«prendersi cura» di lui,soprattutto nei casidi maggiore fragilità. E per farlo occorrevalorizzare questa figura, fare prossimità,andare vicino ai bisogni delle persone.Sono gli stessi cittadini che lo chiedono

Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi (infermieri professionali,

assistenti sanitari e vigilatrici di infanzia)

BARBARAMANGIACAVALLI: SONO GLI INFERMIERICHE SI PRENDONOCURA DEI CITTADINI

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mento dell’età, della non autosufficienza, del-le cronicità. Questo perché i bisogni di sa-lute una volta usciti dalle mura degli ospe-dali divengono paradossalmente maggiori,viste le difficoltà che spesso si incontranoper far fronte a volte anche alle minime ne-cessità. Allora dobbiamo modificare il siste-ma, fare prossimità, andare vicino ai biso-gni delle persone. E per farlo, ripeto, occor-re valorizzare gli infermieri, che sono per-sone formate professionalmente per starevicino a questi bisogni. Gli stessi cittadini lochiedono.

D. Qual è il percorso formativo degli in-fermieri rispetto ai nuovi bisogni della po-polazione italiana? In che modo occorre va-lorizzare gli infermieri?

R. Laurea triennale, laurea magistrale,master di primo e secondo livello, corsi diperfezionamento, dottorati di ricerca e cosìvia. Lo stesso percorso di ogni professioneintellettuale che si rispetti. E che vogliamoimplementare grazie all’attività di collabo-razione avviata dal Comitato centrale conl’Agenzia nazionale per i servizi sanitari(Agenas) sui percorsi formativi, di tipo ge-stionale e manageriale per gli infermieri. Cisono poi le competenze avanzate. Nuoviruoli cioè, già individuati nelle aree specia-listiche descritte nella bozza di accordo Sta-to-Regioni ancora non approvato ufficial-mente, ma su cui tutti concordano. Si pren-dono a riferimento le necessità del cittadi-no a cui spetta la vera leadership nell’as-sistenza e si disegna un percorso al termi-ne del quale il «nuovo» professionista con-divida alla pari con altre professionalità lescelte cliniche. Nel modello Ipasvi è previ-sta una figura di infermiere con perfeziona-mento clinico che si riferisce a un infermie-re che ha seguito un corso di perfeziona-mento universitario che lo ha messo in gra-do di perfezionare le sue competenze«core» applicate a un’area tecnico opera-tiva molto specifica. Poi c’è l’infermiereesperto clinico con master che si è forma-to con un master universitario di primo livel-lo che lo ha messo in grado di approfondi-re le sue competenze declinandole in unsettore particolare dell’assistenza infer-mieristica. E infine l’infermiere specialistaclinico con laurea magistrale, formato conlaurea magistrale in Scienze Infermieristi-che con orientamento in una delle aree pre-viste dall’accordo Stato Regioni. Questo in-fermiere è in grado di orientare, governa-re sia i processi assistenziali tipici di una cer-ta area clinica, sia le competenze profes-sionali necessarie per realizzarli.

D. Rispetto agli infermieri «in servizio»,quanto sarebbe il fabbisogno infermieristi-co nelle strutture pubbliche italiane?

R. La stima l’abbiamo fatta abbastanzaprecisa. Diciamo che se si dovesse copri-re la carenza generata dal nuovo orario dilavoro europeo che prevede riposi obbliga-tori di 11 ore, di infermieri in più ne servi-rebbero quasi 18 mila. Ma ci sono anche al-tri parametri per calcolare il fabbisogno.Traquesti c’è il calcolo delle unità a tempo pie-

no rispetto agli attuali infermieri in part time,c’è l’aumento della domanda legato alle pa-tologie croniche e alla non autosufficienza,c’è l’invecchiamento della popolazione cheanche a livello di riparto del fondo sanita-rio nazionale genera diversi livelli di pesa-tura della popolazione. Stime possibili ne ab-biamo fatte graduando i vari indicatori. E siva, al di là delle necessità legate all’orariodi lavoro che sono davvero quelle minime,da un fabbisogno di circa 47 mila unità con-siderandone 30mila per effetto della contaper unità a tempo pieno e circa 17 mila pereffetto dell’aumento della domanda dall’at-tuale 6 al 6,3 per mille. E via via, conside-rando l’aumento della domanda rispetto atutti i fattori che abbiamo visto, si raggiun-gono le 60mila unità con una domanda al6,5 per mille e le 90 mila unità con la do-manda al 7 per mille. Parametro quest’ul-timo comunque ben al di sotto del 9 per mil-le medio dei paesi Ocse, ma in questo sen-so si devono considerare anche i diversi si-stemi sanitari e la diversa organizzazionedei modelli assistenziali.

D. Perché rimane sempre una sorta di«diffidenza» da parte delle figure medicheriguardo a questa professione? Quali sonole altre figure professionali con le quali l’in-fermiere può entrare in «conflitto»?

R. Non abbiamo trovato diffidenza da par-te dei medici quando, in occasione del XVIICongresso nazionale che si è svolto unanno fa, abbiamo presentato una ricercaEures da cui è emerso che nove medici sudieci sono soddisfatti del loro rapporto conle professioni sanitarie. E il 94,2 per cento- anche di più quindi - lo è nei confronti pro-prio degli infermieri. Anzi, oltre i due terzi deimedici sono convinti che proprio la presen-za dell’infermiere specialista sarà «molto»o «abbastanza utile ed efficace» in tutte learee mediche in cui sarà impegnato. Sequalcuno ancora non è d’accordo si trattasicuramente degli ultimi nostalgici del «vec-chio stile»: è solo il muro di preoccupazio-ne - mi auguro non di paura - che chi vedevacillare lo status quo ante ha, nei confron-ti di ciò che secondo lui lo fa vacillare. Undiscorso di pochi, ma chiassosi professio-nisti che gridano al lupo al lupo, non ve-dendo però quella crescita professionaleche non riguarda solo la nostra professio-ne, ma che, come hanno sottolineato e co-dificato nelle loro analisi a più riprese illu-stri centri di ricerca e Università, coinvol-ge tutte le professionalità sanitarie che or-bitano attorno al paziente. D’altra parte giàoggi Ordini provinciali dei medici e Colle-gi provinciali degli infermieri collaboranogomito a gomito per risolvere i bisogni rea-li di salute dei loro territori.

D. Gli infermieri italiani guadagnano dipiù o di meno rispetto ai colleghi europei?

R. Sarebbe necessario fare dei distin-guo prima di tutto in base ai sistemi sani-tari dei vari Paesi, poi anche in funzionedel diverso potere di acquisto con cui i pro-fessionisti hanno a che fare. Il guadagnoa parità di incarico e di funzione, conside-

Personalmente ritengosia meglio impegnarsiin ciò in cui si crededavvero, non correre dietro a traguardi che lascerebbero chi li raggiunge con la sensazione di aver rinunciato a qualcosa di importante, per sé e per gli altri. E chi vuole intraprendere la professioniinfermieristica lo fa sicuramente perchécrede in una serie divalori che devono andare al di là dellepaure generate dalla crisi. Ci vuole coraggio, come per affrontare qualunquecosa in cui si crededavvero. E soprattuttoi giovani devono averloper il loro futuro

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rando le variabili che ho indicato, può essere considerato qua-si analogo, ma guadagnano un po’ meno gli italiani. Se inve-ce si guarda alle diverse funzioni, ai diversi ruoli e alle diver-se competenze avanzate di altri Paesi europei allora il gap siallarga. In Inghilterra un infermiere con funzioni specialistichee dirigenziali arriva a guadagnare anche oltre 100 mila sterli-ne l’anno, quasi il doppio di quello che un suo collega italianopuò sperare.Tuttavia, seppure si tratta di un argomento eviden-temente importantissimo, direi che in questo momento per noioltre al contratto da rinnovare possibilmente in termini positi-vi, c’è tutto il percorso professionale da rilanciare, di cui ormaila nostra professione non può e non deve fare più a meno.

D. Che tipo di strategie possono mettere in campo i sistemidi salute pubblica per consentire da un lato la disponibilità diterapie sempre più efficaci e dall’altro l’accesso e la sosteni-bilità?

R. La prima strategia è l’appropriatezza, parola chiave del-la gestione della sanità pubblica che oltre a rendere più efficien-

te il servizio sanitario è in grado anche di liberare risorse perinvestire nell’innovazione che il progresso clinico-assistenzia-le richiede. Un intervento appropriato risolve i bisogni del pa-ziente e bilancia gli interventi clinici con una spesa che ormaiè ridotta all’osso. L’appropriatezza in realtà ha due metà, duefacce: quella clinica e quella organizzativa. L’appropriatezza cli-nica riguarda l’indicazione o l’effettuazione di un intervento sa-nitario in condizioni tali che le probabilità di trarne beneficio su-perano i rischi. L’appropriatezza organizzativa si riferisce al li-vello assistenziale che deve essere adeguato all’intervento sa-nitario e clinicamente appropriato in termini di sicurezza, eco-nomicità e consumo delle risorse. Il concetto di appropriatez-za, anche se affonda le radici nella qualità professionale, rap-presenta una delle modalità per fronteggiare la cronica caren-za di risorse, attraverso una loro ottimizzazione. Di conseguen-za, professionisti e decisori mantengono una «visione strabi-ca» dell’appropriatezza: riconoscono prevalentemente le inap-propriatezze in eccesso, la cui riduzione può offrire boccate d’os-sigeno al bilancio economico. In realtà, esistono una serie di in-terventi, servizi e prestazioni sanitarie di provata efficacia lar-gamente sottoutilizzati, la cui necessaria implementazione de-termina, almeno nel breve e medio termine, un incremento deicosti. E per il controllo e la gestione dell’appropriatezza orga-nizzativa, è necessario che siano previste risorse umane in gra-do di assumere responsabilità trasversali di coordinamento per-ché tutti gli interventi abbiano la loro giusta quantificazione eposizione. In questo senso le ultime indicazioni date da centridi ricerca come la Sda Bocconi o il Cerismas dell’Università Cat-tolica di Roma, indicano la necessità di uno skill mix, cambiodi pelle: bisogna comporre équipe con competenze diverse te-nendo conto dell’upgrading della professione infermieristica edelle altre professioni sanitarie e, in qualche modo, riconfigu-rare l’organizzazione dei servizi sanitari e socio sanitari.

D. In cosa consiste la campagna di comunicazione lanciatadall’Ipasvi per far conoscere la professione?

R. Abbiamo cercato di distinguere la presenza sui media le-gata a necessità purtroppo contingenti a fatti di cronaca che inrealtà, spesso, non avrebbero nemmeno dovuto coinvolgerci,

con una necessaria e auspicabile presenza per far capire allepersone chi è e cosa fa l’infermiere oggi. Il tutto senza cerca-re di attirare l’attenzione ricorrendo ad atti, spesso anche pla-teali, che si trasformano in un boomerang dal punto di vista del-l’immagine - e per l’assistenza - tra i cittadini. Cittadini che in-vece hanno bisogno di essere rassicurati, parlando loro di chie di ciò su cui possono contare davvero per difendere la pro-pria salute. Dal punto di vista organizzativo la campagna di co-municazione Infermieri 2016 è stata avviata con la Giornata in-ternazionale dell’infermiere, da cui prende spunto il messaggioda divulgare fino a fine novembre e dal 20 giugno è entrata nel-la sua seconda fase, quella della Campagna istituzionale. Finoal 1° luglio sono stati trasmessi 2.555 spot radio su 43 emitten-ti nazionali e locali e sarà pubblicata mezza pagina stampa sutestate nazionali e free press. La campagna prosegue con ladiffusione di infografiche, pagine web, locandine, brochure e pre-senza sui social, attività in cui i materiali saranno forniti ancheai Collegi per la relativa partecipazione e condivisione. Dal mesedi ottobre poi è prevista la diffusione di uno spot TV da 20 se-condi (1.088 passaggi) su venti reti Tv. Gli stessi strumenti ver-ranno usati a partire dall’estate per la diffusione da parte dei Col-legi di una campagna di comunicazione su best practice scel-te in ospedale, sul territorio e per l’emergenza. I risultati e glieffetti della campagna saranno poi illustrati pubblicamente in unevento conclusivo previsto a fine novembre.

D. Che consigli darebbe a un giovane aspirante infermiere? R. Gli direi che ha scelto la professione del futuro e che non

deve demordere mai. Personalmente ritengo sia meglio impe-gnarsi in ciò in cui si crede davvero che non correre dietro atraguardi che lascerebbero chi li raggiunge con la sensazionedi aver rinunciato a qualcosa di importante. Per sé e per gli al-tri. E chi vuole intraprendere la professioni infermieristica lo fasicuramente perché crede in una serie di valori che devono an-dare al di là delle paure generate dalla crisi che da anni è pro-vocata dai blocchi del turn over nelle Regioni e dall’assenza deicontratti. Lo diciamo da tempo ormai: la qualità dell’assisten-za e perfino il risparmio economico che deriva dall’appropria-tezza delle prestazioni è prima di tutto legata alla qualità del per-sonale. Ci vuole coraggio, come per affrontare qualunque cosain cui si crede davvero. E soprattutto i giovani devono averlo peril loro futuro.

D. Come sarà in futuro la professione?R. Dobbiamo garantire una nuova governance, diversa, per

il Servizio sanitario nazionale, dove gli infermieri possano estrin-secare tutte le potenzialità della loro professione. Poi dobbia-mo presidiare l’applicazione del recente Patto per la salute edegli standard ospedalieri e territoriali per sviluppare nuovi mo-delli organizzativi per l’ospedale e per il territorio. Per tutto que-sto sarà necessario presidiare anche le relazioni interprofessio-nali e intraprofessionali per superare paure regressive e batta-glie di retroguardia. Evidentemente tutto questo sarà possibi-le se si deciderà di «invertire» la rotta sul mercato del lavoro perevitare ulteriori depauperamenti di numeri e professionalità, ol-tre che di competenze. La nostra idea generale è rendere gli in-fermieri protagonisti del proprio futuro, assumendo un ruolo piùforte e di solida presenza dove si discute, si dibatte e si deci-de per la sanità, per la formazione, per le professioni, per il la-voro. Il Comitato centrale della Federazione in questo senso daràsostegno pieno ai collegi provinciali e ai coordinamenti regio-nali perché siano il «luogo» per i cittadini e i liberi professioni-sti dove si incrociano con trasparenza domanda e offerta di pro-fessionalità e assistenza infermieristica. E in questo senso vo-gliamo realizzare anche un percorso di accreditamento dei pro-fessionisti per certificare le competenze acquisite e la qualitàdella professione anche nel libero mercato. ■

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OCCHIO ALLA SANITÀ

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La sanità italiana soffre da anni diun’evidente carenza di investimenti. Ladirezione contraria è quella del priva-to sociale, come la Fondazione Roma,che considera la sanità anzitutto comeun servizio a tal punto da averne fattola priorità dell’attività istituzionale. Laparte più rilevante delle risorse dellaFondazione viene destinato alla tute-la della vita, alla salute e alla ricercascientifica, per fornire una risposta allepatologie di una società che mostraesigenze sempre più diversificate, at-traverso una serie di iniziative sociali

Lasanità italiana soffre da anni di un’evidente caren-za di investimenti. Le politiche statali votate alladisciplina fiscale, in ossequio ai parametri euro-

pei, hanno portato a considerare il welfare, a partire dalla sa-lute, soltanto come un costo, insostenibile per i bilanci pub-blici. Le conseguenze sono state inevitabili: tagli, strutture etecnologie che si fanno obsolete, ospedali incapaci di stare alpasso coi tempi. La direzione contraria, invece, è quella delprivato sociale, no profit, come la Fondazione Roma, che, se-condo i dettami del suo presidente, prof. avv. Emmanuele Fran-cesco Maria Emanuele, considera la sanità anzitutto come unservizio, a tal punto da averne fatto la priorità dell’attività isti-tuzionale. La parte più rilevante delle risorse della Fondazio-ne viene destinato alla tutela della vita, alla salute e alla ricer-ca scientifica, per fornire una risposta alle patologie di una so-cietà che mostra esigenze sempre più diversificate, attraver-so una serie di iniziative che combinano bisogni socio-sani-tari ed attenzione alle nuove tecnologie.

Un intervento ad alto tasso d’innovazione è, ad esempio,quello compiuto presso il MARLab dell’ospedale pediatrico«Bambino Gesù», nella sede di Santa Marinella, dove la Fon-dazione Roma ha consentito l’acquisizione di due robot peril trattamento riabilitativo delle patologie, congenite ed acqui-site, del sistema nervoso e muscolo scheletrico, grazie ai qua-li i bambini con disabilità motorie torneranno ad afferrare e amanipolare gli oggetti. Come ha spiegato il Presidente Ema-nuele «il progetto del MARLab è la dimostrazione di come larobotica può essere utilizzata allo scopo di costruire miglioricondizioni di vita per tutta la comunità».

OCCHIO ALLA SANITÀ

D’innovazione sempre si tratta con riferimento ai 10 milionidi euro messi a disposizione, dopo i 20 milioni già erogati ne-gli anni scorsi, delle strutture ospedaliere pubbliche e privatenon profit del territorio per progetti volti a portare la tecnologiaal letto del paziente e per l’acquisto di attrezzature diagnosti-che e cliniche all’avanguardia.

La Fondazione Roma, inoltre, sostiene fortemente il concet-to e la pratica della medicina personalizzata, secondo cui ilpaziente deve essere posto al centro del percorso di diagno-si e cura, e le varie problematiche devono essere affrontateda un gruppo di diversi operatori. Per questo motivo la Fon-dazione ha deciso di collaborare col Policlinico «Agostino Ge-melli» per dotare l’ospedale di un «Centro multidisciplinare perla gestione delle Malattie dell’Apparato Digerente (CeMAD)».All’interno del CeMAD una serie di professionisti, dal gastro-enterologo all’epatologo, dal chirurgo all’endoscopista, dall’eco-grafista all’eco-endoscopista, dal nutrizionista allo psicologo,fino all’oncologo, lavoreranno in un’unica struttura del policli-nico, dotata di tecnologie e processi diagnostico-gestionali dieccellenza.

L’obiettivo della Fondazione Roma è di rendere la sanità ac-cessibile a tutta la popolazione. Applicando questa filosofia ope-rativa la Fondazione ha donato al Coni, nel Centro di Prepa-razione Olimpica «Giulio Onesti», all’Acqua Acetosa, una mac-china per la risonanza magnetica, in grado di migliorare sen-sibilmente la diagnosi in campo ortopedico, traumatologico, neu-rologico, internistico e cardiologico. Il progetto non solo consen-te agli atleti e agli sportivi, normodotati e disabili, di disporre diun macchinario di ultima generazione, ma mette questo stru-mento diagnostico a disposizione dell’intera comunità, che puòutilizzarlo a prezzi sociali.

Gli investimenti nella sanità devono essere accompagnati, inparallelo, dallo sviluppo della ricerca scientifica, ed anche in que-sto la Fondazione Roma rappresenta un modello da imitare. Atal proposito, da segnalare la realizzazione del MEBIC - Me-dical and Experimental Bioimaging Center - un centro di altatecnologia per tutto ciò che è imaging, inaugurato lo scorso 10giugno presso il Research Institute dell’IRCCS San Raffaele.

Le attrezzature acquistate grazie al contributo della Fonda-zione Roma, come il microscopio a scansione, o quello a tra-smissione e confocale, permetteranno di analizzare i tessuti in-grandendoli milioni di volte, studiando l’interazione tra moleco-le e repertando immagini di altissima qualità, allo scopo di co-struire un enorme database. ■

LA FONDAZIONEROMA SEMPREIN PRIMA LINEAPER LA SANITÀ EPER LA COLLETTIVITÀ

Nella foto: Emmanuele Francesco Maria Emanuele,presidente della Fondazione Roma

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intervista a Fabio Mazzotta

Sanofi è al secondo posto per fatturato tra le aziendefarmaceutiche in Italia dove ha una significativa pre-senza industriale.

La filiale italiana produce e commercializza farmaci in tut-te le aree di attività del Gruppo, tra le quali: cardiovascola-re, diabete, oncologia e tumori del sangue, nefrologia, far-maci equivalenti (con Zentiva), malattie rare e sclerosi mul-tipla, (con Genzyme), salute animale, (con Merial) e vacci-ni attraverso Sanofi Pasteur MSD Italia, joint venture al 50per cento tra Merck e Sanofi Pasteur. Sanofi Italia ha unasede a Milano, dove si trovano anche Zentiva e Merial, e unasede Genzyme a Modena. In Italia sono presenti cinque sta-bilimenti produttivi: Origgio (VA), Anagni (FR), Scoppito (AQ),Brindisi e Noventa Padovana (PD). La ricerca si svolge nel-la sede di Milano dove opera un’unità di ricerca clinica (CSU- Clinical Study Unit) con 39 collaboratori, dedicata alla con-duzione degli studi clinici. La CSU italiana coordina le atti-vità di sviluppo nei Paesi del cosiddetto «Cluster Adriatico»:Romania, Bulgaria, Grecia, Slovenia, Croazia, Serbia, Alba-nia, Bosnia Erzegovina. Recentemente sono stati condotti 72studi clinici nelle principali aree terapeutiche con il coinvol-gimento di più di 3.700 pazienti e 461 Centri di Sperimen-tazione clinica italiani.

Nello stabilimento di Brindisi è presente un centro specia-lizzato nella ricerca biotecnologica impegnato nello studio enello sviluppo di processi per il passaggio su scala industria-le della produzione di nuovi principi attivi antibiotici; il centroè parte integrante del Distretto Biotecnologico della Regio-ne Puglia.

Da quasi due anni Fabio Mazzotta è il general manager Ita-lia della divisione Consumer Healthcare di Sanofi; in questaintervista ci illustra i principali cambiamenti e i prodotti inno-vativi nel settore della cura sanitaria «fai da te».

Domanda. Nel vostro portfolio ci sono prodotti che vi han-no portato a essere uno dei gruppi farmaceutici di rilevanzamondiale. Com’è cambiato e come si sta evolvendo l’approc-cio di Sanofi rispetto al mondo dell’automedicazione?

Risposta. Negli ultimi tre anni il mondo dell’automedica-zione di Sanofi Consumer Healthcare è radicalmente cam-biato. Oggi per noi ha assunto una connotazione del tuttoinnovativa. Non significa solo cura farmaceutica, ma vuol dire«cura di sé» nel senso più ampio del termine, per questoquando parliamo di automedicazione non ci riferiamo sol-tanto al mondo OTC o SOP ma guardiamo anche al mer-cato degli integratori e dei medical device. Per fortuna l’at-tenzione verso il proprio benessere è cresciuta nel tempo

e i benefici della prevenzione si sono dimostrati indiscuti-bili, tanto che essa è divenuta parte integrante della vita quo-tidiana dei cittadini rientrando nelle abitudini di consumo. Sa-nofi promuove questa evoluzione e contribuisce ogni gior-no al benessere dei cittadini proponendo soluzioni di salu-te e di alta qualità.

D. Oltre a farmaci da banco e prodotti per l’automedicazio-ne, Sanofi è sul mercato con «farmaci etici» e dispositivi me-dici in diverse aree terapeutiche: quali sono?

R. Sanofi è accanto ai pazienti in tutte le situazioni dellavita. Con soluzioni terapeutiche integrate e diversificate, cherispondano ai bisogni di salute e di benessere dei cittadini.Oltre a farmaci da banco ed integratori per l’automedicazio-ne, Sanofi ha un ampio portfolio di farmaci etici e dispositi-vi medici nelle aree terapeutiche dedicate alla salute cardio-vascolare, al diabete, all’oncologia e i tumori del sangue, allanefrologia e alla medicina interna. Sanofi inoltre ha un fortepresidio sulle malattie rare e la sclerosi multipla grazie a Gen-zyme, che dal 2011 fa parte del gruppo.

D. La strategia di Sanofi è incentrata su fattori chiave checostituiscono i punti di forza dell’azienda: quali sono?

R. La nostra priorità riguarda in primis la soddisfazione del-la domanda di salute dei pazienti, sempre più complessa edifferenziata, e la risposta ai bisogni di salute non soddisfat-ti. Il nostro obiettivo è il miglioramento continuo dell’offerta di

OCCHIO ALLA SANITÀ

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Negli ultimi tre anni il mondo dell’auto-medicazione di Sanofi Consumer Heal-thcare è radicalmente cambiato e oggiper noi ha assunto una connotazione deltutto innovativa. Non significa solo curafarmaceutica, ma vuol dire «cura disé» nel senso più ampio del termine. Perfortuna l’attenzione verso il proprio be-nessere è cresciuta nel tempo e i bene-fici della prevenzione si sono dimostra-ti indiscutibili, tanto che essa è divenu-ta parte integrante della vita quotidianadei cittadini rientrando nelle abitudini diconsumo. Sanofi promuove questa evo-luzione e contribuisce ogni giorno al be-nessere delle persone proponendo so-luzioni di salute di alta qualità

Fabio Mazzotta, general manager Italia della divisione Consumer Healthcare di Sanofi

FABIO MAZZOTTA:SANOFI, FARMACIINNOVATIVI PERIL BENESSERE E PERLA «CURA DI SÉ»

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La sede diSanofi Italia a Milano

prodotti in farmacia: in una parola il nostrodriver rimane la qualità nei prodotti e neiservizi offerti al punto vendita. È questo inassoluto il nostro punto di forza, saper in-tegrare la qualità agli elementi cardine delnostro mercato: qualità di prodotto, qua-lità di processo, qualità di servizio. Tutti inostri prodotti sono improntati sui più altistandard di produzione. Sanofi, per scel-ta, produce tutti i suoi prodotti, compresigli integratori con gli standard qualitativi deifarmaci OTC. In questo modo ci assicuria-mo la fiducia del consumatore e una re-lazione di valore con il farmacista.

D. In Italia Sanofi ha una forte presen-za industriale: quali sono le aree di attivi-tà e di ricerca biotecnologica? Dove sie-te presenti nel territorio?

R. Sanofi ha una forte presenza in Ita-lia con una sede a Milano, una sede Gen-zyme a Modena, cinque stabilimenti pro-duttivi, un’unità di Sviluppo Clinico e unCentro di Biotecnologie. Tutti gli stabili-menti Sanofi - Origgio, dove viene prodot-ta Enterogermina, Noventa Padovana,Scoppito, Anagni e Brindisi - ricevono re-golarmente le certificazioni che riguarda-no qualità, sicurezza e ambiente. In par-ticolare lo stabilimento Sanofi di Scoppi-to (AQ) produce il primo farmaco in Italia- si tratta di Maalox 400 mg + 400 mgcompresse masticabili - che partecipa aun programma per la valutazione dell’im-pronta ambientale (Carbon Footprint),per misurare e ridurre leemissioni di gas a effettoserra attribuibili all’interociclo di vita del prodotto. IlCarbon Footprint è un indi-catore che quantifica leemissioni di gas a effettoserra derivanti dalla pro-duzione di un prodotto oservizio, o dallo svolgimen-to di un’attività umana.L’adesione al programmaha permesso a Sanofi di es-sere la prima azienda far-maceutica ad aver appli-cato l’impronta ambientaleal ciclo produttivo di un far-maco.

D. Quali sono i dati del-l’automedicazione in Italia?C’è la «cultura» dell’auto-medicazione nel nostroPaese rispetto ai cosiddet-ti «farmaci etici»? Quali po-trebbero essere i vantaggiderivati dalla diffusione diquesta nuova mentalità del-la «cura di sé»?

R. In Italia il mercato dell’automedica-zione vale 5,6 miliardi di euro, il 43 percento riguarda OTC e SOP e il 57 per cen-to Medical Device e Integratori. Il tasso dicrescita annuale del mercato per gli ulti-mi 3 anni è aumentato del 5,1 per cento.Il fatturato di Sanofi Consumer Healthca-re in Italia per il 2015 è di 118 milioni di

euro, in crescita del 4 per cento rispettoall’anno precedente. La quota di mercatoè del 4,1 per cento (le prime 10 aziendein Italia producono il 35 per cento del fat-turato). La spesa per farmaci senza obbli-go di prescrizione è passata da 2 miliar-di di euro nel 2001 a quasi 2,5 miliardi dieuro nel 2014. Il segmento dell’automedi-cazione tuttavia è poco valorizzato in ter-mini di contributo alla sostenibilità del Si-stema Sanitario Nazionale. Un recente stu-dio pubblicato da I-Com ha dimostrato chese la domanda di salute per patologie noncroniche venisse soddisfatta ricorrendo afarmaci disponibili in automedicazione,quindi pagati dai cittadini ma tipicamentepoco costosi, piuttosto che a molecole rim-borsate dal SSN, il risparmio aggregatoper la nostra sanità potrebbe arrivarefino ad un massimo di circa 4 miliardi dieuro, liberando risorse per i farmaci sal-vavita di nuova generazione.

D. Oggi il cittadino è sempre più prota-gonista nelle scelte per la propria saluterinunciando all’intermediazione del medi-co. Quali sono le attività di educazione cheSanofi realizza per aiutare il pazientenell’uso dei prodotti?

R. L’empowerment del cittadino è un se-gno dell’evoluzione culturale sui temi del-la salute e della diffusione della consape-volezza nelle scelte di cura, che semprepiù spesso avvengono in autonomia. Talepercorso va però supportato, il cittadino va

affiancato da figure professionali chepossano guidarlo nelle proprie scelte.Una scelta autonoma non consapevole ègenerata da comportamenti sbagliati. Daun lato il cittadino opera il proprio acqui-sto basandosi sull’autodiagnosi fatta su in-ternet, quindi in assenza di un giudizio pro-fessionale da parte del medico, dall’altroil farmacista sottovaluta il potenziale del

Sanofi è accanto ai pazienti in tutte le situazioni della vita.Con soluzioni terapeutiche integrate e diversificate che rispondano ai bisognidi salute e di benesseredei cittadini. Oltre a farmaci da banco e integratori per l’automedicazione,Sanofi ha un ampioportfolio di farmaci eticie dispositivi medici nelle aree terapeutichededicate alla salute cardiovascolare, al diabete, all’oncologia e i tumori del sangue,alla nefrologia e alla medicina interna

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Page 36: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

prodotto di automedicazione, ovvero lo considera solo un seg-mento per reintegrare i propri margini e non lo ritiene stru-mento utile per esercitare qualità professionale di consiglio.Per fornire maggiori strumenti di valutazione e scelta al pa-ziente, Sanofi si è fatta promotrice di diversi progetti pilotain tutta Italia che hanno aperto la farmacia alla comunità ter-ritoriale. Prevenzione e dialogo tra farmacista e cittadino sonostati al centro degli incontri, per qualificare il primo come tas-sello di presidio della sanità pubblica e educando il secon-do a uno stile di vita attento alla autodiagnosi e alla autome-dicazione responsabile. Quindi Sanofi è accanto al cittadinoattraverso gli «Open Day di educazione e prevenzione in far-macia» e a supporto del farmacista attraverso l’ideazione diun programma chiamato Sanofi Perfect Store.

D. In cosa consiste il progetto denominato «Sanofi PerfectStore» e gli altri servizi dedicati alla farmacia?

R. Il programma Sanofi Perfect Store è partito nel 2014 erappresenta un nuovo approccio al canale farmacia. Il pro-gramma si avvale di un team di 30 persone sul territorio, de-dicato ad aiutare il farmacista nella gestione commerciale del-la farmacia. Il team è composto da consulenti che affianca-no il farmacista nella valorizzazione delle categorie di prodot-ti di automedicazione, lo aiutano a rendere efficiente l’assor-timento, forniscono consigli di visual merchandising e di po-litiche promozionali ed espositive. La consulenza riguarda an-che lo sviluppo di competenze sulla gestione delle risorseumane in farmacia. Un altro aspetto molto significativo del pro-gramma è il contenuto tecnico rivolto alla professionalizza-zione del farmacista, titolare e addetto. L’estrazione cultura-le di molti collaboratori del team è tecnico scientifica e que-sto ha consentito di sviluppare moduli di formazione in far-macia che approfondiscono il contenuto scientifico dei pro-dotti, le interazioni tra farmaci negli abbinamenti terapeutici.Questo lavoro quotidiano e capillare è stato anche integra-to da un calendario estensivo di incontri tematici di approfon-dimento medico e farmacologico svolti in oltre 15 città nel 2015su diverse classi terapeutiche su cui operiamo con il listinodi automedicazione Sanofi. Ci siamo impegnati nel consoli-dare la relazione con il farmacista che consideriamo un no-stro partner a tutto tondo, perché detentore della competen-za specifica necessaria ad affiancare il paziente nella sua scel-ta di salute. Riteniamo che la farmacia debba ristabilire conforza il suo ruolo di presidio per la consulenza e l’educazio-ne del consumatore.

D. L’attenzione di molte aziende farmaceutiche tradiziona-li si sta spostando verso il mondo degli integratori. Ci pensaanche Sanofi?

R. Sanofi CHC è già presente da tempo nel mondo de-gli integratori. Possiamo citare alcuni brand storici comeEnterogermina, che negli ultimi anni ha lanciato nuove re-ferenze come Viaggi, Immuno e Gonfiore. Inoltre abbia-mo la linea Mag, per tutte le situazioni di carenza da ma-gnesio, arricchita di una gamma di integrazione che agi-sce sui sintomi legati allo stress: Mag notte per favorireil riposo notturno, Mag mente attiva per favorire la con-centrazione, Mag Vitality per il sovraccarico psico fisico.

Anche per i nostri integratori, la pa-rola chiave rimane qualità. Noi ap-plichiamo agli integratori gli stessistandard produttivi e di controlloqualità dei farmaci OTC e questo èil nostro punto di forza. Nella distri-buzione dei nostri prodotti credia-mo che la farmacia rimanga un pre-sidio fondamentale, perché cre-diamo profondamente che la figu-ra professionale esperta e compe-tente del farmacista possa difende-re la diversità basata su qualità diricerca clinica e completezza di in-dicazioni.

D. Quali saranno gli scenari futuridell’automedicazione?

R. L’approccio dei cittadini allasalute sta cambiando radicalmen-te. Le persone oggi hanno un ruo-lo attivo nel proprio percorso di pre-venzione e terapia, si informano on-line, usano device per monitorare ipropri valori e dialogano con il me-dico e il farmacista. Di pari passo la

farmacia si sta evolvendo in un presidio territoriale per lasalute, un vero centro di servizi qualificati rivolti ai biso-gni e alle aspettative dei pazienti. L’automedicazione è unatendenza in crescita che però deve essere supportata eguidata da chi può fornire informazioni professionali al cit-tadino. È necessario fare in modo che le persone possa-no sempre contare sui consigli di esperti, come il medi-co e il farmacista, per orientarsi ed essere indirizzati sulcorretto percorso di cura. Il futuro dell’automedicazione puòessere uno scenario in cui il paziente prende piena con-sapevolezza di sé e del proprio stato di salute, supporta-to da figure professionali sempre più vicine alle sue esi-genze individuali. ■

36 SPECCHIOECONOMICO

OCCHIO ALLA SANITÀ

L’interno della sede di Sanofi

34-35-36 sanofi 5-07-2016 12:51 Pagina 3

Page 37: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

risultati delle ricerche condot-te dagli specializzandi in Neu-rologia, svolte nei principali

centri e scuole di specializzazionedella Lombardia, sono stati presen-tati lo scorso giugno a Milano in oc-casione della quinta «Giornata dellospecializzando». L’evento, organiz-zato da Giovanni Meola, direttoredell’Uoc di Neurologia e stroke-unitdell’Irccs Policlinico San Donato edirettore della Scuola di specializza-zione in Neurologia dell’Universitàdegli Studi di Milano e realizzatograzie alla collaborazione di TevaItalia, si è posto come obiettivo quel-lo di promuovere l’alta formazioneclinica italiana coniugando la ricercaclinica di base con la medicina tra-slazionale. «Vogliamo mettere apunto un metodo in grado di gene-rare applicazioni diagnostiche e te-

Neurologia, il futuronelle ricerche deigiovani specializzandi

Copma, dall’Italiaazioni di contrasto ai superbatteri

300 mila famiglieversano contributi perassistenza ai badanti

Forte crescita dei dispositivi indossabiliper uso clinico

rapeutiche avanzate attraverso nuo-vi strumenti di indagine. Il metodotraslazionale è riconosciuto come ilpiù moderno ai fini della formazionedei nuovi medici specialisti. Speria-mo che a breve questo evento possadiventare parte integrante dei pro-grammi di formazione universitariaperché è importante che tutti gli spe-cializzandi possano presentare i pro-pri lavori di ricerca, spesso fonte diispirazione per tutti. Ogni tipo di in-dagine è bene accetta: sia quella co-siddetta di base, sia quella relativa aidiversi ambiti della Neurologia», hadichiarato Meola.

causa delle nuove soluzio-ni commercializzate e del-l’aumento della domanda,

si prevede che i dispositivi indossa-bili rivolti al monitoraggio delle ma-lattie croniche e ad altre applicazionicliniche trasformeranno i modelli dierogazione delle cure mediche. Unanuova analisi di Frost & Sullivan in-titolata «Wearable technologies inclinical and consumer health», rilevache il mercato dei dispositivi indos-sabili in ambito medico ha prodottoentrate per 5,1 miliardi di dollari nel2015 e stima che questa cifra rag-giungerà quota 18,9 miliardi di dol-lari nel 2020, con un tasso di crescitaannuo del 29,9 per cento. Le dinami-che di mercato nelle situazioni adelevata criticità richiedono che sipresti attenzione all’interoperabilità,alla convenienza e all’accuratezza.

sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità

I A

37SPECCHIOECONOMICO

Mario Pinca

Giovanni Meola

ni ospedaliere è causata dai batteripatogeni Escherichia coli e Klebsiellapenumoniae, la cui infezione puòportare a setticemia, polmonite, ma-lattie del tratto urinario e dei tessutimolli: questi batteri hanno sviluppa-to sempre più resistenza agli antibio-tici, con tassi di mortalità da infezio-ne che si avvicinano al 50 per cento.Ricercatori italiani stanno proponen-do un nuovo metodo per limitarel’acquisizione di resistenza ai farma-ci nei batteri. Evitando il metodo tra-dizionale basato sull’uso di disinfet-tanti per pulire le superfici e di far-maci, Copma e l’Università di Ferra-ra hanno sviluppato un sistema dipulizia degli ambienti ospedalieriche garantisce una risposta efficaceal rischio infettivo da parte dei pa-zienti e al fenomeno della multiresi-stenza agli antibiotici. «Stiamo par-lando a tutti i livelli possibili affinchésenza indugio si adottino azioni ingrado di ridurre i livelli di rischio.Copma e l’Università di Ferrara conle evidenze scientifiche dimostranoche l’Europa può contrastare imme-diatamente la multiresistenza am-bientale dei patogeni. Ciò può essereottenuto usando uno speciale siste-ma di igienizzazione a base di batteriprobiotici, chiamato PCHS», ha di-chiarato Mario Pinca, amministrato-re delegato di Copma.

superbatteri si stanno diffon-dendo e le cure tradizionalibasate sull’uso degli anti-

biotici sono inefficaci nel fermarli.L’Europa è già sotto pressione, maCopma, azienda italiana specializza-ta nei processi di sanificazione ospe-daliera, può dare da subito un con-tributo per contrastare la diffusionedei superbatteri in ambiente sanita-rio. Il dna dei superbatteri contieneil gene mcr-1, che si diffonde veloce-mente tra le diverse specie batteri-che conferendo la resistenza ai far-maci. In Italia, un terzo delle infezio-

I

sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità sanità

ono oltre 300 mila le fami-glie italiane che trimestral-mente versano i contributi

alla Cas.sa.Colf, ente che fornisceprestazioni socio-sanitarie assisten-ziali e assicurative ai datori di lavorodomestico e ai loro dipendenti. Lo di-chiara Lorenzo Gasparrini, segreta-rio generale di Domina, Associazionenazionale famiglie datori di lavorodomestico nominato lo scorso giu-gno presidente della Cassa SanitariaColf. «Le percentuali più alte di asso-ciati si registrano in Lombardia, inEmilia Romagna e in Piemonte; inforte crescita è anche la percentualedi iscritti nella regione Toscana. L’o-biettivo è arrivare in pochi anni a 600mila famiglie. La chiave di volta saràinformare datori e lavoratori domesti-ci sui servizi offerti dalla Cas.sa.Colf,unica assicurazione sanitaria integra-tiva che, nell’ambito del Ccnl del la-voro domestico, fornisce prestazionidiagnostiche e rimborsi per colf e ba-danti nonché rimborsi ai datori di la-voro in caso di rivalsa Inail o danni aterzi da parte del lavoratore», ha di-chiarato Gasparrini.

S

37 ultimissime Sanità bis 1-07-2016 11:41 Pagina 74

Page 38: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

SPECCHIOECONOMICO

to e della connettività. Il Movimento 5 Stelle indica delle

soluzioni semplici per i problemicomplicati. Fuori dall’Euro; via gliimmigrati; galera ai corrotti; salariominimo; soppressione di Equitalia, ecosì via. Elegge persone, non perso-naggi. A Roma 20 dei nuovi consi-glieri comunali in Campidoglio so-no stati eletti con meno di mille voti.

I partiti storici faticano. C’è ilcrollo degli elettori che votano.Vince il nuovismo. Non contano iprogrammi. I giudizi politici nonriescono ad avere degli ancoraggioggettivi. Si oppone il fare (il saperfare, il voler fare) all’essere ideolo-gico. Il voto non è più di opinione;non è nemmeno per convenienza. Èspesso un voto di impulso. Un votolast minute.

Nell’immediato dopoguerraaspetti populisti si potevano vederenella politica dei grandi partiti (laDc e il Pci). Nel 1948 quando la De-mocrazia Cristiana doveva battere ilFronte Popolare dei comunisti con isocialisti, la propaganda ingigantivail pericolo dell’Unione Sovietica: (icavalli dei tartari si abbevererannonelle fontane di S. Pietro; quandovoti Dio ti vede, Stalin no; tutte lestrade del marxismo portano a Mo-sca).

Nel 1953, invece (all’epoca dellalegge truffa), gli argomenti dei de-mocristiani erano combattuti conuna più efficace forma di propagan-da populista dal Pci. Allo slogan Dc,che dopo la morte di Stalin e l’av-vento di Malenkov diceva «cambia-no i capi ma le forche sono semprele stesse», i comunisti replicavanocon «cambiano le persone ma le for-chette rimangono sempre le stesse».Si introduceva così l’argomento del-la legittimazione morale dei partiti.

Jakob Schworer nel suo libro sisofferma in modo analitico sulle ca-ratteristiche del populismo in Italia.

Il primo esempio è quello del«Fronte dell’Uomo Qualunque»(Fuq). Nel dicembre del 1944 -quando la guerra era ancora in cor-so - Guglielmo Giannini fonda la ri-vi-sta «L’Uomo Qualunque». La ri-vista è prevenuta, anzi ostile, versola politica in Italia. Le accuse e leoffese prendono di mira i politici diogni schieramento, colpevoli per lacinica manipolazione della incolpe-vole massa degli individui onesti elaboriosi. Il partito che aveva otte-nuto il 5,3 per cento alle elezioniper l’Assemblea Costituente ha vitaeffimera.

Con il tramonto del Fuq nonscompare lo scontento e la sfiduciadegli italiani nei confronti della po-litica. I sentimenti «anti-stablish-ment» determinano l’ascesa negli

arlo Marx scrivevanel secolo XIX: «Uno

spettro si aggira perl’Europa: lo spettro del

comunismo. Tutte lepotenze della vecchia Europa si so-no alleate in una santa caccia spieta-ta contro questo spettro». CesareSalvi nella prefazione ad un libro diJakob Schworer («Populismi - Il Mo-vimento 5 Stelle e l’alternativa per laGermania») parafrasando quellafrase ha scrittto: «Uno spettro si ag-gira per l’Occidente: lo spettro delpopulismo». È proprio così. La ca-duta del Muro di Berlino ha cambia-to il mondo.

La fine del comunismo è coincisacon un’accelerazione del processo diglobalizzazione economica e finan-ziaria che ha travalicato tutti i confi-ni. Si sono così determinate ovun-que crisi a ripetizione. Si sono molti-plicati i conflitti. Traballa il sistemadi welfare, soprattutto nei Paesi eu-ropei. I diritti dei lavoratori vengo-no via via ridotti perché consideratiprivilegi. C’è penuria di servizi so-ciali.

Sono esplosi nuovi problemi qualiquelli di una incontrollabile migra-zione; è imploso il mondo mussul-mano; sono ingestibili i problemiche riguardano le situazioni am-bientali. Si diffonde la rabbia, il di-sappunto, la spinta al cambiamento,l’insicurezza. Nascono, crescono, sidiffondono in tutto l’occidente di-verse forme di populismo.

È il caso della Spagna, dove sirafforzano a scapito dei partiti tradi-zionali i movimenti di Podemos edei Ciudadanos; è il caso dell’Au-stria ove per un soffio non diventapresidente della Repubblica il lea-der del movimento contro l’emigra-zione; è il caso della Francia oveconquista la maggioranza relativa ilFronte Nazionale della Le Pen; è ilcaso del Belgio che non riesce adavere un governo da moltissimi me-si; è il caso della Germania ove si ècreato l’Afd, l’Alternative fur Deut-schland.

Anche in Italia si consolidano di-verse forme di populismo. Il casopiù eclatante è rappresentato dalMovimento 5 Stelle. Nelle recentielezioni amministrative del 19 giu-gno i ballottaggi hanno evidenziatoun clamoroso successo del Movi-mento fondato da Beppe Grillo. Si èconsolidato un nuovo soggetto nelloscenario politico e sociale italianoche ha superato per risultati e perentità di consensi la Lega, Fratellid’Italia, Forza Italia. Il Movimento 5Stelle è come un megafono: inter-preta la frustrazione, la rabbia, losdegno dei cittadini ai quali indicacome bersaglio il mondo politico

LA VITTORA DEL M5S

DI GIORGIO BENVENUTO PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE

BRUNO BUOZZI

CCCC

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Anche in Italia si consolidanodiverse forme di populismo.

Il caso più eclatante è ilMovimento 5 Stelle, che è come

un megafono: interpreta la frustrazione, la rabbia, lo

sdegno dei cittadini ai quali indica come bersaglio il mondopolitico («sono tutti corrotti;hanno fallito; sono incapaci»)

UNO SPETTROSI AGGIRA PERL’OCCIDENTE:LO SPETTRO

DEL POPULISMO

(«sono tutti corrotti; hanno fallito;sono incapaci»). È così che è matura-ta la vittoria di Virginia Raggi a Ro-ma (ha doppiato Roberto Giachetti,il candidato del PD) e quella diChiara Appendino a Torino (ha sur-classato il sindaco uscente Piero Fas-sino, Presidente dell’Anci). La vitto-ria travolgente nelle grandi perife-rie, tra i giovani, nel ceto medio, nelmondo del lavoro. Si tratta di unfuoco di paglia o si è invece all’ini-zio di una profonda trasformazionedel sistema politico?

Il Movimento 5 Stelle ha un logomolto chiaro: la V rossa vuole essereil riferimento al V-Day e le cinquestelle indicano il miglioramento del-lo stile di vita. Cinque idee forza cheriguardano i temi dell’acqua, del-l’ambiente, dell’energia, del traspor-

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Page 39: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

anni 50 dell’armatore napoletanoAchille Lauro. Lo scrittore SergioBenvenuto definisce la popolarità diLauro - diffusa in particolare a Na-poli - con una formula, o meglio conuna ricetta: «self-made man + in-gente patrimonio + mediocrazia +demagogia per i mediocri + direzio-ne sportiva + ideologia conservatri-ce. Mescolate e scuotete, e il piatto èpronto».

Il terzo fenomeno populista natoin Italia prima degli anni 90 è il Par-tito Radicale (PR). Per Tarchi ha«contribuito profondamente al radi-camento dello stile populista, e dimolti elementi della mentalità chegli soggiaceva nel cuore della politi-ca italiana».

Ciò che richiamò l’attenzione suquesto partito furono soprattutto lesue azioni extraparlamentari. Alleelezioni non raggiungono mai piùdel 4 per cento dei voti. Nel corsodel tempo, i radicali offrono unaversione parziale, originale, giusta-mente definita civica e progressistadel populismo, che critica in parti-colar modo gli apparati burocraticidei partiti.

I sentimenti antipolitici nella pri-ma Repubblica hanno però avutoun successo di dimensioni limitate.Tutto ciò è da ricondurre a quattrocause principali: in primo luogo alforte controllo esercitato nel dopo-guerra sulla popolazione civile daidue partiti principali: la Democra-zia Cristiana e il Partito ComunistaItaliano. In secondo luogo a causadel «clientelismo» e della corruzio-ne, che attraverso la pratica del votodi scambio tenevano legati indivi-dui e gruppi familiari ai partiti. Interzo luogo a causa dell’appoggioofferto alla Dcdalla Chiesa cattolica.Il quarto e ultimo motivo è la pauradi gran parte del ceto medio italia-no che il Pci potesse approfittaredell’aumento delle proteste antipo-litiche.

Secondo Simeoni il populismo inItalia sarebbe giunto «da molto lon-tano» e sarebbe stato il risultato diuna «storia della democrazia tortuo-sa e accidentata. Un’unità nazionaleconquistata di recente, non più di150 anni, poco sedimentata nelle co-scienze individuali dei cittadini». IlNord e il Sud Italia non sono ancorariusciti a sviluppare un’idea condi-visa «che unifichi le possibilità dicrescita e di maturazione indivi-duando e progettando obbiettivi co-muni». Simeoni sottolinea il pessimofunzionamento del sistema scolasti-co italiano e il disinteresse del Go-verno di attribuire alla formazione ealla cultura un ruolo di maggior ri-lievo nelle sue politiche sociali.

I partiti italiani hanno non solo

televisioni che controllano, come isalvatori della patria, proprio loroche l’hanno affossata, usata per i lo-ro interessi.

Non si può sottovalutare il popu-lismo del Movimento 5 Stelle: è tem-po perso demonizzarlo; è sbagliatosottovalutarlo. Non tutti i mali ven-gono per nuocere. La diffusione deipopulismi richiede la capacità ditrasformare la protesta in proposta,l’indignazione in passione politica,il disimpegno in partecipazione.

I vecchi partiti avevano un robu-sto apparato organizzativo ed unapresenza diffusa sul territorio. Nonsi limitavano solo a parlare dei citta-dini; non parlavano solo ai cittadini.Parlavano con i cittadini. I partitinon possono oggi, anche se diversidal passato, avere solo una base par-lamentare, devono avere una basepopolare. È fondamentale rivalutareil ruolo delle forze intermedie. È ungrave errore criminalizzarle. La po-litica del Governo è troppo spessocontro tutto e contro tutti. La rispo-sta inevitabile è la nascita di coali-zioni innaturali, una specie di santaalleanza trasversale, che alla fine so-no capaci di vincere.

È tempo di fare il punto. La fragi-lità della ripresa, il crescere delle di-seguaglianze, l’individualismo, l’e-marginazione, il disagio sociale rim-bombano nelle urne. Occorre cam-biare. Rottamare i vecchi riti, le pro-cedure obsolete, le antiche idee. Leparole, gli annunci, le promesse, so-no espressione di una visione delpotere personalistica, accentratrice,cinica, opportunista, priva di ideali.Occorre ritrovare la strada del con-fronto. I problemi sono complessi.La loro soluzione richiede il coinvol-gimento di tutti. La politica, le forzesociali, le istituzioni, devono tornaread agire suscitando passioni. Solocosì si potrà valorizzare il paese conla pazienza, con la solidarietà, con lacondivisione. Si vince se si convincee si avvince. ■

perso troppe occasioni «per rilancia-re l’economia» ma hanno anche«sottovalutato l’educazione politicadei cittadini, favorendo così un’i-gnoranza istituzionale ora emersacon la forza distruttiva del populi-smo che rischia di travolgere tutto».

È interessante invece esaminare illinguaggio usato dal Movimento 5Stelle. È moderno, accattivante, abi-le. Ecco alcuni saggi: 1) è prioritariodefinire come reato di strage i dannisensibili e diffusi causati dalle poli-tiche locali e nazionali che compor-tano malattie e decessi nei cittadininei confronti degli amministratoripubblici (ministri, presidenti di Re-gione, sindaci, assessori); 2) mai co-me oggi le contestazioni sociali nel-l’Europa meridionale sono state cosìforti; mai è stata la disoccupazione,e soprattutto la disoccupazione gio-vanile, così elevata nell’Eurozona;mai il debito pubblico è stato più al-larmante e mai i governi statali han-no avuto meno scrupoli a reciderecontratti e a trascurare leggi di sta-bilità. I vecchi partiti hanno sacrifi-cato il futuro dell’Europa per il sal-vataggio dell’Euro e delle banche.Per tutto ciò deve esserci un’alterna-tiva; 3) i costi per la cosiddetta poli-tica dell’Euro-salvataggio non van-no sostenuti con il denaro dei con-tribuenti. Banche, Hedge Fonds egrandi investitori privati sono gliunici beneficiari di questa politica.Pertanto sono loro a dover rispon-dere in prima istanza di questi costi;4) l’organizzazione dello Stato è bu-rocratica, sovradimensionata, costo-sa, inefficiente. Il parlamento nonrappresenta più i cittadini che nonpossono scegliere il candidato, masolo il simbolo del partito. La Costi-tuzione non è applicata. I partiti sisono sostituiti alla volontà popolaree sottratti al suo controllo e giudi-zio; 5) i partiti hanno occupato loStato, lo hanno svenduto, spolpatoda dentro. Ora, queste persone sipresentano, grazie ai giornali e alle

39SPECCHIOECONOMICO

Il Movimento 5 Stelleindica delle soluzionisemplici per i problemicomplicati. Fuori dall’Euro; via gli immigrati; galera ai corrotti; salario minimo; soppressione di Equitalia etc. Ed elegge persone, non personaggiVirginia Raggi,

nuovo sindaco di Roma

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Page 40: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

Gazzetta Ufficiale n. 117 del20 maggio 2016 pubblica ildecreto legislativo n. 72 del21 aprile 2016, di attuazione

della direttiva 2014/17/UE, in merito aicontratti di credito ai consumatori rela-tivi a beni immobili residenziali, non-ché modifiche e integrazioni del titoloVI-bis del decreto legislativo n. 385 del1° settembre 1993 sulla disciplina degliagenti in attività finanziaria e dei me-diatori creditizi e del decreto legislativon. 141 del 13 agosto 2010. Entrato in vi-gore il 4 giugno 2016, il decreto è appli-cabile, per i contratti di nuova sottoscri-zione, dal 1° luglio 2016, salvo le partiper cui è necessaria l’emanazione diuna normativa secondaria.

La principale novità è l’introduzionenel Testo unico bancario del Titolo VI -Capo I-bis con il nome «Credito immo-biliare ai consumatori».

Recependo la direttiva 2014/17/Ue, ildecreto indica i principi a cui gli inter-mediari devono attenersi nello svolgi-mento dell’attività di finanziamento perl’acquisto di un bene residenziale: agirecon diligenza, correttezza e trasparenza,tenendo conto dei diritti e degli interes-si dei consumatori, avendo attenzionealla situazione, a eventuali necessità delconsumatore e ai possibili rischi, per ilconsumatore stesso, per tutta la duratadel finanziamento.

Entrando nell’articolato, per prima èaffrontata la tematica della «Pubblicità»(art. 120-octies). Le nuove normative,oltre a rafforzare le previsioni sulla pub-blicità già previste dal TUB, devono ri-spettare il codice del consumo in tema di«pratiche commerciali, pubblicità e altrecomunicazioni commerciali», confer-mando che gli annunci pubblicitari devo-no essere corretti, chiari, non ingannevo-li e non ingenerare false attese sulla con-clusione del contratto di credito e sul suocosto. Le informazioni scritte fornite dal-l’intermediario devono essere chiare,precise, evidenziate e facilmente leggibi-le (o udibile), devono riportare il nomedell’intermediario finanziatore, even-tualmente quello dell’intermediario delcredito, se necessario sulla garanzia rila-sciata e sull’ipoteca su beni immobili re-sidenziali oppure sul diritto reale sui be-ni immobili residenziali.

Il tasso d’interesse deve essere riporta-to se fisso, variabile o composto di en-trambe; inoltre devono essere indicatetutte le altre spese, commissioni e onericompresi nel costo totale del credito.Confermata l’obbligatorietà di evidenzia-re il TAEG (il tasso annuo effettivo glo-bale) e gli eventuali servizi accessori, nondeterminabili a priori, non inseriti nel cal-colo del TAEG; inoltre, devono riportarel’importo totale del credito, la durata delcontratto, il numero e l’importo delle ra-te, l’importo totale che il consumatoredeve riconoscere al finanziatore.

Per i mutui in valuta estera deve esse-re precisato che il cambio rispetto al-l’euro può provocare variazioni dellesomme da pagare. Le informazioni de-vono essere accompagnate da un esem-pio rappresentativo del finanziamento.Le informazioni contrattuali (art. 120-novies del TUB), chiare e comprensibi-li, devono essere sempre disponibili peril consumatore, a livello cartaceo o disupporto durevole, devono riportare lenotizie che il consumatore ha il doveredi fornire al finanziatore per la correttavalutazione del merito creditizio e il ter-mine entro il quale devono essere forni-te, l’avvertenza che il credito non potràessere concesso se il consumatore nonfornirà tali informazioni, che sarà con-sultata una banca dati nel rispetto diquanto previsto dal Codice della Pri-vacy, che, se disponibili, possono essereconcessi servizi di consulenza.

Le informazioni sono rilasciate, dalfinanziatore o dall’intermediario delcredito, attraverso il modulo «Pies»,Prospetto informativo europeo standar-dizzato, da consegnare in tempo utile ecomunque prima dell’offerta o dellaconclusione del contratto di credito co-sicché il consumatore, che abbia fornitole notizie di sua pertinenza, le preferen-ze sull’operazione da concludere, leinformazioni personalizzate utili perconfrontare l’offerta con altre propostesul mercato, possa valutarle e deciderein maniera informata la sottoscrizionedel contratto. Le eventuali informazioniaggiuntive devono essere fornite in undiverso documento.

Ricevuta l’offerta dal finanziatore odall’intermediario del credito, al consu-matore sono concessi fino a sette giorniper valutare e confrontare l’offerta conaltre presenti sul mercato. L’offerta,nell’arco dei sette giorni non può esseremodificata dal professionista. In caso diofferta vincolante, deve essere conse-gnato al consumatore la bozza del con-tratto di credito e il PIES se non giàconsegnato o se le caratteristiche del-l’offerta siano diverse da quelle previstenel Prospetto già consegnato. Altri ob-blighi d’informazione sono stati previstiper gli intermediari del credito, tra cuil’obbligo di comunicare al finanziatore,per l’inserimento nel TAEG, il compen-so ricevuto direttamente dal consumato-re. Elemento fondamentale della nuova

40 SPECCHIOECONOMICO

DD II RR EE TT TT II VV AA MM UU TT UU II

IILL DDEECCRREETTOO 7722 IINNDDIICCAA II PPRRIINNCCIIPPII AA CCUUIIGGLLII IINNTTEERRMMEEDDIIAARRII DDEEVVOONNOO AATTTTEENNEERRSSIINNEELLLLOO SSVVOOLLGGIIMMEENNTTOO DDEELLLL’’AATTTTIIVVIITTÀÀ

DI FABIO PICCIOLINI

CENTRO STUDI ASSOCIAZIONEITALIANA ISTITUTI DI PAGAMENTO

E MONETA ELETTRONICA

Contratti di creditoe beni immobili residenziali

Ecco alcuni principi cui gliintermediari del credito

dovranno attenersi nello svolgimento dell’attività

di finanziamento per l’acquisto di un bene

residenziale: agire con diligenza, correttezza e

trasparenza, tenendo contodei diritti e degli interessidei consumatori, facendo

attenzione alla situazione,a eventuali necessità del

consumatore e ai possibilirischi, per il consumatorestesso, per tutta la durata

del finanziamento

LLaa

40-41-42 Picciolini 1-07-2016 11:43 Pagina 16

Page 41: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

normativa è la verifica del merito credi-tizio (Art. 120-undecies) che rappresen-ta l’affidabilità economico-finanziariadel consumatore ce indicatore del ri-schio legato all’erogazione e alla rego-lare gestione di un credito.

Il finanziatore, con riferimento alrimborso del finanziamento, deve valu-tare, prima della sottoscrizione del con-tratto, il merito creditizio sulla base del-le informazioni sulla situazione econo-mica e finanziaria del consumatore, ri-levate direttamente, attraverso l’even-tuale intermediario del credito, una ban-ca dati, le notizie fornite dal consuma-tore stesso. Se le notizie sono ritenuteinsufficienti, il finanziatore può chie-derne l’integrazione.

Il finanziatore non può modificare insenso peggiorativo le condizioni propo-ste nel caso di errata valutazione delmerito creditizio o incompletezza delleinformazioni fornite dal consumatoresalvo il caso di comportamento scorret-to (omissione o falsità delle informazio-ni) di quest’ultimo.

L’accoglimento di una richiesta di au-mento dell’ammontare del credito con-cesso, può avvenire solo svolgendo unanuova valutazione del merito creditizio,anche attraverso informazioni aggiorna-te, salvo che l’incremento sia stato giàprevisto nel contratto orinario. Il finan-ziatore deve, immediatamente, informa-re, gratuitamente, il consumatore dellamancata concessione del credito, speci-ficando, eventualmente, se basata sultrattamento automatico di dati comuni-cando i riferimenti della banca dati inte-ressata.

Altro compito del finanziatore è diinformare, preventivamente, il consuma-tore della prima iscrizione negativa (ri-tardati o mancati pagamenti) in una o piùbanche dati, nonché informarlo degli ef-fetti della registrazione negativa in fun-zione di eventuali ulteriori richieste diaccesso al credito. I finanziatori devonoconferire alla banca dati informazioniesatte e aggiornate ed eventualmentecorreggere rapidamente eventuali errori.

Il decreto introduce nel TUB una ma-teria completamente nuova, la valuta-zione dei beni immobili (art. 120-duo-decies). Nella concessione del creditorelativo al finanziamento di beni immo-bili residenziali garantiti da ipoteca, ilfinanziatore deve effettuare la valuta-zione in conformità a standard affidabi-li, riconosciuti a livello internazionale.Definiti, nel decreto, in maniera chiara iservizi di consulenza (art. 120-terde-cies) che un finanziatore o un interme-diario del credito possono offrire alconsumatore.

Il finanziatore o l’intermediario delcredito prima di iniziare la consulenzadeve comunicare al consumatore i pro-dotti presi in considerazione, l’eventua-le compenso a carico del consumatore.

SPECCHIOECONOMICO

A conclusione dell’esame il consulentedeve rilasciare una raccomandazionepersonalizzata, per uno o più contrattidi credito, proporzionata alle informa-zioni ricevute.

Per i finanziamenti in valuta estera(art. 120-quaterdecies), sono state intro-dotte delle norme di maggior tutela peril debitore: diritto a convertire, in qual-siasi momento, il mutuo nella valutaprincipale del proprio reddito o in quel-la (comunicata al momento della valu-tazione del merito creditizio) in cui de-tiene le attività utilizzate per rimborsareil finanziamento, oppure nella valutacon corso legale nello Stato dell’Unioneeuropea in cui aveva la residenza all’at-to della conclusione del contratto o ri-siede al momento della richiesta di con-versione.

Le norme sull’inadempimento delconsumatore (art. 120-quinquiesdecies)sono le più innovative di tutta la nuovalegge. La norma prevede che le parti,nel rispetto del divieto di patto commis-sorio previsto dall’art. 2744 del codicecivile, una clausola (la cosiddetta «clau-sola di spossessamento») che autorizzi,in caso di mancati pagamenti del consu-matore, la restituzione o il trasferimentodel bene immobile oggetto di garanziareale o dei proventi della vendita delmedesimo bene. La clausola è applica-bile in caso di mancato pagamento del-l’ammontare equivalente a diciotto ratemensili, mentre non è applicabile per iritardati pagamenti previsti dall’articolo40.2 del TUB che consentono la risolu-zione del contratto di credito.

La clausola non può essere applicataai contratti già sottoscritti né alle surro-ghe anche se il contratto è sottoscrittosuccessivamente all’entrata in vigoredella nuova normativa. Il mancato inse-rimento della clausola non può esseremotivo per il finanziatore di rifiutare lasottoscrizione del contratto di credito.

L’inserimento della clausola stessa

nel contratto consente, altresì, per ilconsumatore l’assistenza gratuita di unconsulente che deve valutare la conve-nienza. Un perito indipendente deve va-lutare, secondo gli standard adottati(art. 120- duodecies), il bene immobilefornito in garanzia. Il perito è scelto conl’accordo tra le parti, in mancanza delquale è nominato Presidente del Tribu-nale territorialmente competente. L’ap-plicazione della clausola di «spossessa-mento» comporta l’estinzione dell’inte-ro debito del consumatore (definita«esdebitazione») anche se il ricavatofosse inferiore all’intero debito residuodel consumatore. La clausola esdebita-tiva è applicabile con la restituzionedell’immobile alla banca, il trasferi-mento del bene immobile oggetto di ga-ranzia reale (si può ipotizzare che il le-gislatore abbia «pensato» a un mandatoa vendere, sospensivamente condizio-nato all’inadempimento del mutuata-rio), il trasferimento dei proventi dellavendita, (ancora a livello interpretativol’immobile sia venduto direttamente dalmutuatario al valore di perizia, previoaccordo che il ricavo sia riconosciutoalla banca nella misura del credito daessa vantato).

Se il valore dell’immobile ovverol’ammontare dei proventi della venditaè superiore al debito residuo, il finan-ziatore deve restituire al consumatore lesomme eccedenti il proprio credito. Laprocedura può prevedere, a favore delfinanziatore, esclusivamente costi nonsuperiori a quelli derivanti dalla gestio-ne dell’inadempimento. Con esclusionedei casi previsti in forza della clausoladi spossessamento, nel caso in cui il fi-nanziatore escuta la garanzia a seguitodi un’espropriazione immobiliare, marimanga un debito a carico del consu-matore, il pagamento potrà avvenire so-lo dopo sei mesi dalla conclusione dellaprocedura esecutiva.

Per la migliore applicazione della

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Page 42: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

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nuova disciplina è stato previsto il coin-volgimento dell’Osservatorio del Mer-cato immobiliare istituito presso l’A-genzia delle Entrate (art. 120-sexiesde-cies), che esegue il controllo statisticosul mercato immobiliare residenziale eproduce le comunicazioni utili per icontrolli di vigilanza macro-prudenzia-le. La nuova metodologia di recuperodel credito è applicabile solo dopo l’e-manazione delle disposizioni attuativeda parte della Banca d’Italia; regole chedevono porre particolare attenzione daun lato agli obblighi d’informazione edi correttezza del finanziatore, dall’al-tro dello stato di bisogno o di particola-re debolezza del consumatore.

La remunerazione e i requisiti diprofessionalità (art. 120-septiesdecies)del personale devono essere correlatial rispetto di quanto previsto in tutta lanuova normativa sul credito immobi-liare. In tal senso il finanziatore deveassicurare che il proprio personale ab-bia la professionalità necessaria peroffrire o concludere contratti di credi-to o accessori e per offrire servizi diconsulenza.

Le disposizioni del decreto in tema di«Pratiche di commercializzazione abbi-nata» (art. 120-octiesdecies) vietano sial’offerta sia la commercializzazione diun contratto di credito comprensivo dialtri prodotti o servizi finanziari distin-ti, se non disponibile anche separata-mente in un pacchetto. Ai contratti so-no applicabili le disposizioni sulla tra-sparenza contrattuale previste dal TUB.La nuova disciplina si applica anche aifinanziamenti garantiti da ipoteca didurata inferiore a cinque anni e ai con-tratti di credito non garantiti, d’importoanche superiore a 75 mila euro, finaliz-zati alla ristrutturazione di un immobileresidenziale.

Una seconda parte del decreto è dedi-cata agli intermediari del credito, tracui va ricordata la nuova figura delconsulente indipendente: il soggettoche offre professionalmente, in manieraesclusiva servizi di consulenza indi-pendente finalizzati alla concessione difinanziamenti sotto qualsiasi forma. Ilconsulente può essere remuneratoesclusivamente dal cliente.

La lettura del decreto legislativo nonconsente, ancora, una valutazione defi-nitiva della nuova legislazione, ma solol’analisi puntuale del testo in attesa del-la normativa secondaria. Infatti, se daun lato può considerarsi una norma«win-win», perché aumenta la traspa-renza e le tutele dei consumatori, snelli-sce alcune procedure alle banche di ri-durre i tempi di eventuali crediti impa-gati, dall’altro presenta alcune contrad-dizioni, molti i rinvii a decreti e altrenorme secondarie, che, faranno slittarel’intera applicazione della normativa al2017, rendendo impossibile un parerearticolato e finale. ■

Design, innovazionee tecnologie di ulti-ma generazione

per la special edition di Nis-san Leaf, il veicolo 100 percento elettrico più vendutonel mondo. Nata dal connu-bio tra Nissan ed Enel, laLeaf Enel Edition, in venditasolo in Italia, accresce ulte-riormente la reputazione diun veicolo che è il simbolodella mobilità sostenibile eche nella nuova versione 30kWh ha migliorato ulteriormentel’autonomia di guida e le prestazioni.La Leaf Enel Edition si basa sull’alle-stimento Acenta e include la nuovabatteria da 30 kWh, lo spoiler poste-riore con pannelli solari che consen-te la ricarica della batteria ausiliariada 12V, il carica batteria da 6 kWche riduce il tempo di ricarica stan-dard a 4 ore per un pieno di energiae la ricarica rapida CHAdeMO checonsente di ricaricare l’80 per centodella batteria in 20 minuti.

Di serie anche l’ultima evoluzionedel sistema di infotainment Nissan-Connect EV con il controllo remoto edella connettività e la telecamera po-steriore ad alta risoluzione che ga-rantisce una visuale ottimale dellospazio circostante migliorando la si-curezza e il comfort di guida. NissanLeaf è l’unica vettura 100 per centoelettrica ad avere il «Mobility pack»che garantisce 20 giorni di noleggiogratuito di una vettura tradizionale achilometraggio illimitato, utilizzabilein tre anni e fruibile liberamente. Ilservizio rientra nell’ambito dell’ope-razione «Non ti fermi mai» con Nis-san Leaf, che prevede tagliandi gra-tuiti per i primi tre anni.

«Siamo entusiasti del lancio diquesta edizione speciale realizzatacon Enel, che conferma ancora unavolta quanto le nostre visioni sullamobilità urbana siano in comune eorientate verso il miglioramento del-la vita delle persone e dell’ambientein cui viviamo. La rete elettrica na-zionale è indiscutibilmente una parteintegrante della mobilità elettrica econ Enel collaboriamo con l’intentodi migliorare la connessione tra vei-coli, produttori di elettricità, fonti dienergia rinnovabile e in un futuronon lontano anche edifici», ha di-chiarato Bruno Mattucci, ammini-stratore delegato di Nissan Italia.

«In Italia cresce la voglia di guida-re elettrico e Enel è impegnata nellosviluppo di una rete di ricarica, diffu-sa su tutto il territorio, che permetta

a chiunque di girare in lungo e in lar-go il nostro Paese con la certezzache lungo la strada troverà, quandone avrà bisogno, una colonnina perricaricare la propria auto veloce-mente: in circa 20 minuti, il tempo diuna sosta in un’area di servizio», hacommentato Ernesto Ciorra, diretto-re Innovazione e Sostenibilità diEnel.

«Col il lancio delle Enel EditionMercedes-Benz Classe B ElectricDrive e Nissan Leaf 100 per centoelettrica diventiamo la prima azien-da nel mondo delle ‘utilities’ a defini-re accordi con case automobilisticheper lo sviluppo di un’auto elettrica inun’edizione speciale. La mobilitàelettrica non è più uno strumento adisposizione di pochi appassionatima è sempre più un’alternativa vali-da soprattutto per chi vuole spostar-si in maniera sostenibile», ha affer-mato Nicola Lanzetta, responsabileMercato Italia di Enel.

L’iniziativa vuole suggellare l’im-pegno comune di Nissan ed Enelnel promuovere la mobilità elettricain Italia. Di recente a Londra è sta-ta avviata tra i due marchi una pio-nieristica sperimentazione del si-stema per lo scambio bidirezionaledell’energia fra autoveicolo e retecon 100 unità Vehicle-to-Grid(V2G), in grado di evolvere il con-cetto di veicolo da mezzo di tra-sporto a vettore di energia. La tec-nologia V2G permette ai veicolielettrici di integrarsi completamen-te alla rete elettrica nazionale con-tribuendo alla sua capacità di ge-stire energia rinnovabile in modopiù efficiente ed economico. Leprincipali caratteristiche di serie diNissan Leaf Enel Edition sono: 8anni di garanzia della batteria, cer-chi in lega da 16 pollici, spoiler conpannello solare, climatizzatore concontrollo da remoto (tramite App),navigatore 7 pollici, retrocamera acolori, batteria 30 kWh con ricaricaveloce, comandi al volante (blue-tooth, cruise e audio control). ■

E C C O L A N I S S A N L E A F E N E L E D I T I O N

P E R P R O M U O V E R E L A M O B I L I T À E L E T T R I C A I N I T A L I A

La Nissan Leaf Enel Edition

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SPECCHIOECONOMICO

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II LLmondo della mobilità elettrica si èdato per la prima volta appunta-mento al Centro di guida sicura

Aci-Sara di Lainate-Arese, in provincia diMilano; infatti la prima edizione di rEVo-lution, Electric Drive Days, promossa daAci Vallelunga, Cobat, Class Onlus, Iper-La Grande I e Combo Lab, ha visto riunir-si tutti i principali attori del settore: caseautomobilistiche, produttori di moto escooter, aziende che si occupano di storageed energia, associazioni e, naturalmente, itanti sostenitori della «comunità elettrica».

L’evento si è posto come obiettivo quel-lo di diventare un punto di riferimento peril settore a livello nazionale, tanto da averfatto coincidere il taglio del nastro dei la-vori con gli «Stati Generali della MobilitàElettrica». Il Salone, quindi, oltre a pro-porre al pubblico i modelli elettrici a due equattro ruote presenti nel mercato e la pos-sibilità di provarli con mano, ha voluto ap-profondire in modo dettagliato le temati-che relative alla mobilità elettrica propo-nendo una «carta» di indirizzo strategicoproposta da Enel, A2A, Gruppo Hera eClass Onlus.

Nel documento si propone il supera-mento degli ostacoli che ancora oggi impe-discono lo sviluppo in Italia della mobilitàelettrica, nell’ottica di offrire sensibili be-nefici ambientali, sanitari ed energetici e,allo stesso tempo, fornire un contributo si-gnificativo al raggiungimento degli obiet-tivi stabiliti dagli accordi internazionali,non ultimo la Conferenza del clima di Pa-rigi 2015. Il nostro Paese, infatti, continuaa essere oggetto di sanzioni economiche acausa del superamento delle concentrazio-ni di PM10 e biossidi di azoto. La «Cartadegli impegni per la mobilità elettrica»contiene una serie di misure concrete perfavorirne lo sviluppo, tra cui le facilitazio-ni per l’acquisto di veicoli elettrici, il po-tenziamento della rete infrastrutturale edesempi di disposizioni tecnico normativeda sottoporre al Governo.

Nel documento si sostiene l’importanzadell’introduzione di incentivi economicidedicati ai veicoli elettrici, che permettanodi avvicinarne il costo d’acquisto a quellodei corrispondenti modelli a combustione.Individuate anche misure come l’introdu-zione di un’imposta agevolata, contributieconomici statali, un sistema di detrazionefiscale e misure a favore delle flotte in ma-

niera da favorire la diffusione dei mezzielettrici soprattutto negli ambiti in cui èpiù alta la percorrenza chilometrica annua-le, quindi con maggiori benefici in terminidi sostenibilità ambientale.

«Abbiamo avanzato le richieste dei prin-cipali attori del settore elettrico per ottene-re maggiore attenzione nei confronti di unsettore che, se seguito con le dovute moda-lità, potrebbe risolvere molti problemi delnostro Paese, da quello ambientale a quel-lo sanitario: pensiamo ai continui sfora-menti delle soglie di inquinamento nellegrandi città che causano sanzioni e malan-ni. Inoltre, l’elettrico può far nascere unafiorente attività industriale con un conse-guente indotto economico. Ma per arrivarea risultati soddisfacenti, c’è bisogno di unascintilla iniziale. È necessario che Gover-no e Istituzioni producano questo “fuoco”attraverso incentivi all’acquisto e con pro-grammi seri e dettagliati in tutto il territo-rio nazionale», ha dichiarato GiancarloMorandi, presidente di Cobat.

E una spinta all’innovazione arriva an-cora una volta da Cobat che, proprio in oc-casione di rEVolution ha sottoscritto conEnel una lettera di intenti per applicare unprincipio base dell’economia circolare - ilriuso - al sistema energetico nazionale. Inpratica, le batterie che alimentano le autoelettriche e ibride, quando smettono difunzionare, diventano un rifiuto che dovràessere opportunamente trattato e riciclato.

L’idea alla base della lettera di intentiCobat-Enel è allungare il ciclo di vita diquesto tipo di accumulatori, che possonoessere condizionati per produrre dei pacchidi accumulo da utilizzare per immagazzi-nare energia e immetterla in rete per com-pensare sbilanciamenti o picchi di consu-mi. In questa prima fase, Cobat ed Enel siimpegnano a definire un processo ottimiz-zato per la raccolta, la messa in sicurezza,la valutazione dell’efficienza residua e larigenerazione degli accumulatori dismessicome rifiuto che si configurano come piùadatti a un riutilizzo per l’accumulo ener-getico.

Cobat e il colosso dell’energia definiran-no poi un progetto pilota per testare le pro-cedure definite e individuare possibili fon-ti di finanziamento. Nel progetto verràcoinvolta anche Class Onlus, chiamata asvolgere una funzione di coordinamentodelle attività e di relazioni istituzionali. ■

LL’AAMMBBIIEENNTTEESSEENNTTIIRREE CCOOBBAATT:: RREEVVOOLLUUTTIIOONN EELLEECCTTRRIICC DDRRIIVVEE

DDAAYYSS,, AACCCCOORRDDOO CCOONN EENNEELL PPEERRIILL RRIICCIICCLLOO DDEELLLLEE BBAATTTTEERRIIEE EESSAAUUSSTTEE

CCOOBBAATT:: RREEVVOOLLUUTTIIOONN EELLEECCTTRRIICC DDRRIIVVEEDDAAYYSS,, AACCCCOORRDDOO CCOONN EENNEELL PPEERRIILL RRIICCIICCLLOO DDEELLLLEE BBAATTTTEERRIIEE EESSAAUUSSTTEE

Durante la prima edizione di rEVolution, gli Stati Generalidella Mobilità Elettrica hanno prodotto un documento diintenti con proposte concrete per far decollare il settore

Sopra: Giancarlo Morandi,presidente di Cobat.

Sotto: l’ingresso del Centro Guida SicuraAci di Lainate-Arese, teatro dell’evento, conin primo piano lo «Smartflower» di VPSolar,

azienda associata a Cobat

Ad Arese, Cobat, Enel e Class Onlus hanno

sottoscritto una lettera diintenti che getta le basi perun nuovo progetto dedicato

al recupero delle batterie di auto elettriche e ibride

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Page 44: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

lla base della libertà di cia-scuno di noi c’è anzituttola presa di coscienza diquale sia la nostra natura e

quali siano le possibili mutazioni: seè vero che buona parte della nostravita è già scritta nel nostro codice ge-netico, è altrettanto innegabile che lenostre esigenze sono influenzate dal-l’ambiente che ci circonda e da un in-finito numero di elementi puramentecasuali sui quali abbiamo ben pococontrollo.

L’interazione dei tre fattori (geno-ma, ambiente e caso) genera un nu-mero infinito di individualità. Que-sta ricetta sembra lasciare (almenoapparentemente) poco spazio allenostre scelte personali. Non siamo,infatti, noi a comporre il nostro dna,incidiamo sul mondo molto meno diquanto lui incida su di noi e la nostravolontà è pressoché impotente da-vanti al caso.

Senonché nel nostro continuo ten-tativo di affrancarci dall’idea di undestino immutabile abbiamo un al-leato: la cultura scientifica ed umani-stica. La cultura è un fattore che deri-va dalla nostra responsabilità che ciarricchisce e ci rende liberi per riscat-tarci dai fattori genetici. È libertà, maanche liberazione come azione capa-ce di far uscire le persone dalle ambi-guità di una società più liquida chesolida. La cultura è, quindi, la di-mensione intellettuale e morale dellavita umana per resistere a qualsiasicaratteristica congenita e naturale. Lacultura non è mai serva del potere.

La libertà e la indipendenza delpensiero, arricchite dalla conoscenza,sono un grande valore consideratocome una forza che dà impulso e di-namismo all’agire umano e in tal mo-do crea nuove espressioni della vita edel lavoro. La cultura contribuisce,altresì, a formare il nostro convinci-mento dell’alto fondamento dellascienza carica di valori morali. Ed èproprio la scienza che ci mette co-stantemente in relazione con qualco-sa di più grande di noi, ci offre unospettacolo sempre nuovo e semprepiù vasto: dietro le cose più grandiche ci mostra, ci fa indovinare qual-cosa di ancora più grande.

Chi ha apprezzato, chi ha visto, an-che solo da lontano, la splendida ar-monia delle leggi naturali, è sicura-mente meglio disposto di altri a farepoco caso al propri piccoli interessiegoistici; costui avrà un ideale cheamerà più di se stesso, e questo è ilsolo terreno su cui si possa costruireun’etica. Per il suo ideale, egli lavo-rerà senza risparmiarsi e senza aspet-tarsi alcuna delle ricompense grosso-lane che invece per altri uomini sonotutto ciò che conta. Così interpretata,

la scienza ispira sentimenti di altovalore etico - l’amore per la verità,l’aderenza ai fatti, la propensione al-l’universale, la necessità della colla-borazione - e, al tempo stesso, demo-lisce qualsiasi pregiudizio. Non è lavera scienza che dobbiamo temere,ma la «mezza scienza», scienza falsaassoggettata a vincoli e a dogmi chele sono estranei.

Nell’universo aristotelico, ogni co-sa ha una natura specifica, che la ren-de diversa da tutto il resto; la realiz-zazione di questa specificità è ciò chefa di ogni cosa ciò che veramente è.La possibilità di realizzare queste po-tenzialità è ciò che permette di vivereuna vita davvero completa e felice. Sitratta allora di comprendere qualesia la specificità dell’uomo. La rispo-sta è semplice.

Ciò che realizza la nostra natura diuomini, che fa di noi quello che sia-mo, non è solo la struttura genetica,quanto il possesso della ragione, l’u-so dell’intelligenza, i valori della cul-tura e della scienza. L’uomo è l’ani-male razionale, e noi siamo veramen-te noi stessi quando usiamo bene ilnostro cervello. Quando pensiamo,quando conosciamo. A questo dob-biamo dedicarci per costruire una vi-ta che valga la pena di vivere felice.

Ma c’è un altro risvolto della li-bertà che è collegato all’etica deicomportamenti e al rispetto dellalegge: non c’è, infatti, libertà senzalegalità. Piero Calamandrei ammoni-va che solo la legalità assicura, nelmodo meno imperfetto possibile,quella certezza del diritto senza laquale praticamente non può sussiste-re altra libertà.

Certezza del diritto, cioè certezzadei limiti entro i quali si estende lalibertà di ciascuno e al di là dei qua-li comincia la libertà dell’altro: cer-tezza del diritto, ossia possibilitàpratica per ciascuno di conoscere,prima di agire, quali sono le azionilecite e quelle vietate, cioè quali so-no le azioni che egli può compiereper esercitare la sua libertà senzaviolare insieme la libertà altrui. Macome si può parlare di legalità nellasocietà attuale?

Non abbiamo più alcuna privacy,siamo circondati da affaristi corrotti

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AASPECCHIO

ECONOMICO

EE TT II CC AA EE DD II RR II TT TT OO

La cultura non è mai serva del potere

La cultura è un fattoreche deriva dalla nostra

responsabilità che ci arricchisce e rende

liberi per riscattarci daifattori genetici. È libertà,

ma anche liberazione come azione capace di far

uscire le persone dalleambiguità di una società

più liquida che solida. La cultura è, quindi, la

dimensione intellettuale e morale della vita

umana per resistere aqualsiasi caratteristica

congenita e naturale

LLEE NNUUOOVVEE LLIIBBEERRTTÀÀ EE LLAA VVEERRAA CCOONNCCEEZZIIOONNEEEETTIICCAA:: LLAA CCUULLTTUURRAA CCOOMMEE DDIIMMEENNSSIIOONNEEIINNTTEELLLLEETTTTUUAALLEE EE MMOORRAALLEE DDEELLLLAA VVIITTAA

DI MAURIZIO DE TILLAP R E S I D E N T E D E L L ’A S S O C I A Z I O N E

N A Z I O N A L E AV VO C AT I I TA L I A N I

44-45 De Tilla luglio 1-07-2016 11:47 Pagina 16

Page 45: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

e politici compiacenti, un’operapubblica costa il doppio del dovuto,si approfitta e si evade senza consa-pevolezza (con una dizione ridicola:«a mia insaputa»), si simula un rap-porto sincero ed onesto per masche-rare furbizie e profittamenti indebi-ti. Il dovere di rispettare le leggi nonè, però, estraneo alla libertà di cam-biarle.

Il filosofo greco Socrate era consa-pevole che ogni società si definisce indue modi: attraverso ciò che permet-te e ciò che proibisce, attraverso ciòche include e ciò che esclude, ignorae nega. Ogni cittadino che vive all’in-terno delle mura di una società ha sìil dovere di obbedire a queste comu-ni inclusioni ed esclusioni, ma ancheil diritto di metterle in discussioneper migliorare la società. Una societàviva deve avere all’interno del pro-prio tessuto gli strumenti per con-sentire a tutti i cittadini di rispettarele leggi, ma anche la libertà di pro-muovere il cambiamento. Una so-cietà che imponga tassativamente aicittadini soltanto l’obbligo di osse-quiare le leggi, anche quando sonoinique, è una società che non ha de-mocrazia, né giustizia ed è perciò arischio di estinzione.

Alla coscienza e volontà di libertàsi riconducono tutte le virtù moralie tutte le definizioni che sono riferi-bili all’etica. Con l’alto profilo eticosi formano classi intellettuali e diri-genti politici. Senza etica nessunasocietà ha lunga vita. E la politicapriva di etica pubblica finisce perdeteriorare il tessuto sociale. Ma an-che la libertà e l’etica conclamatevanno verificate. Secondo BenedettoCroce l’assenso morale che si dà aparticolari istituzioni non si riferiscealla loro astratta forma, ma alla loroefficacia pratica in dati tempi, luo-ghi e circostanze e situazioni.

Anche il Montesquieu, che for-mulò la famosa teoria dei tre poteri,esecutivo-legislativo-giudiziario,non era in grado di poter tranquilla-mente sostenere che con questo mec-canismo istituzionale si generasse emantenesse libertà e si impedisse

servitù. Inrealtà la tri-partizionedei poterie laboratadal Monte-squieu hat r o v a t ocollocazio-ne a voltesolo for-male nellecostituzio-ni repub-blicane. ■

SPECCHIOECONOMICO 45

S’ intensifica lo sforzo operativo della Guardia Costiera teso adassicurare la corretta fruizione del mare e l’ordinato svolgimen-to delle attività ludiche e produttive a esso collegate. Sicurezza

e legalità, ma anche serenità e divertimento, sono i concetti chiave di «Ma-re Sicuro 2016», l’operazione che è stata presentata nella Base Navaledella Guardia Costiera di Fiumicino, dai ministri delle Infrastrutture e tra-sporti Graziano Delrio, delle Politiche agricole alimentari e forestali Mauri-zio Martina e dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Gian Lu-ca Galletti. Fino al 18 settembre le Capitanerie di porto metteranno incampo circa 3 mila uomini e donne e 300 mezzi navali dispiegate capillar-mente lungo tutti gli 8 mila chilometri di coste del Paese. L’impegno raffor-zato della Guardia Costiera, in un periodo in cui sulle coste e nei mari ita-liani si riversano milioni di cittadini e di turisti, mirerà ad assicurare rapidiinterventi di soccorso in favore di bagnanti, diportisti e subacquei; la stes-sa azione sarà volta anche a garantire controlli più intensi su tutte le atti-vità svolte in mare, sulle imbarcazioni e sulle infrastrutture marittime.

82 posti per ricercatori giovani e di eccellenza sono stati banditidal Consiglio nazionale delle ricerche. Il Cda dell’Ente ha deli-berato, ai sensi del Decreto del ministro dell’Istruzione, uni-

versità e ricerca scientifica Stefania Giannini, i criteri dei concorsi per po-ter assumere entro l’anno 82 ricercatori che andranno a coprire tutte learee disciplinari strategiche dell’Ente e della ricerca italiana ed europea.«Il primo aspetto positivo è proprio l’ampiezza e varietà delle aree chequesti posti vanno a toccare e che risponde da un lato alla multidisciplina-rietà dell’Ente e dall’altro ai settori di ricerca dell’European researchcouncil, cioè agli indirizzi individuati dall’Europa come strategici per il no-stro futuro», ha dichiarato il presidente del Cnr, Massimo Inguscio. Le 24aree dei bandi vanno dalla biomedicina ai cambiamenti climatici, dallachimica verde all’agro-food, dalla genetica all’informatica e Itc, dall’inno-vazione socio-culturale al cervello umano, dai nuovi materiali alle tecnolo-gie quantistiche. Le procedure saranno estremamente celeri: il provvedi-mento ministeriale recepito nella Legge di stabilità precisa infatti che leassunzioni devono essere effettuate entro il 2016.

G U A R D I A C O S T I E R A

C N R : 8 2 P O S T I P E R I G I O V A N I

A L V I A L ’ O P E R A Z I O N E « M A R E S I C U R O 2 0 1 6»

E N T R O L A F I N E D E L L ’A N N O L E P R O C E D U R E P E R A S S U M E R E

«A pprendiamo con soddisfazione i dati diffu-si dalla Regione in merito alla crescita del-l’export nel Lazio. La strada è quella giusta

ma non dobbiamo abbassare la guardia. Se è veroche nel primo trimestre di quest’anno le esportazionihanno raggiunto quota 4,9 miliardi di euro registrandoun incremento del 5,5 per cento, nello stesso tempo

siamo d’accordo con il presidente Zingaretti nel sottolineare che tali valorisono ancora poca cosa per una regione che genera l’11,5 per cento del Pilnazionale. Tuttavia il trend positivo dimostra che la ripresa può passare an-che attraverso l’internazionalizzazione. Ci auguriamo non solo di vederconfermata tale crescita ma che, anzi, l’export laziale possa raggiungerevalori più consoni alla produzione generata dalla nostra regione». Questala dichiarazione del direttore generale della Federlazio, Luciano Mocci.

D A T I E X P O R T D E L L A R E G I O N E I N A U M E N T O

Luciano Mocci

D I C H I A R A L A F E D E R L A Z I O

Il barone di Montesquieu

44-45 De Tilla luglio 1-07-2016 11:47 Pagina 17

Page 46: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

13 ore del volo diretto Tokyo-Roma AZ 785 dell’Alitalia su uno

dei nuovi apparecchi 310, caratte-rizzate da un’accoglienza e da una

cortesia degna delle migliori tradi-zioni giapponesi e dalle nuove divisedelle hostess dell’Alitalia di colorerosso cupo, completamente diverse daquelle di colore verde e blu alle qualieravamo abituati, hanno fornito un’oc-casione lunga ed opportuna per riflette-re «a caldo» su quanto è emerso dallaConferenza di 3 giorni, dal 6 all’8 giu-gno 2016, dell’International InsolvencyInstitute (I.I.I.), tenutasi questa volta aTokyo, a ridosso del G7 e più o menonegli stessi ambienti.

Il tema «sostanziale» dei lavori hariguardato la fisiologica ristrutturazionedelle imprese e le nuove sfide che latecnologia, specialmente qui nellapatria dell’elettronica, ogni giorno pro-pone. Il tema giuridico di fondo, che hafatto da collante alle numerose relazio-ni e ai diversi interventi, ha affrontatola necessità di assicurare alle imprese incrisi, situazione patologica quantoricorrente in tutte le latitudini, legataalla vita dell’impresa, ai finanziamentiadeguati alle dimensioni della sua rior-ganizzazione, alla ristrutturazione deidebiti, alla razionalizzazione della pro-duzione.

L’approfondimento delle normativeche nei vari Paesi regolano le formesempre più avanzate e moderne disostegno finanziario destinate al supe-ramento della crisi dell’impresa sonostate illustrate a una platea di circa 250rappresentanti di 46 Paesi da numerosirelatori tra i quali due italiani, LucianoPanzani, presidente della Corted’Appello di Roma, e chi qui scrive.Certo la distanza tra l’approccio dellanormativa italiana in tema di crisi d’im-presa rispetto a quella mondiale è dav-vero apprezzabile. In realtà è emerso un«salto» paragonabile ai 9 mila chilome-tri che separano Roma da Tokyo, intel-lettualmente e culturalmente, reso piùimpervio dalla evidente difformità deisistemi legislativi illustrati dai relatori,frutto della diversità dei valori che lediverse legislazioni nazionali, voglionorealizzare. Alla varietà della «ratiolegis» attuata dai legislatori domestici,è strettamente legata la diversità deglistrumenti giuridici utilizzati nei variPaesi.

Certamente non possono essere auto-maticamente importate tutte le espe-rienze, sulle quali si sono intrattenutirelatori del calibro di James M. Peck, ilgiudice del caso Lehman-Brothers;Charles W. Mooney Jr. dell’Universitàdella Pennsylvania Law School; il giu-dice David Richards della Royal Courtsof Justice di Londra; Donald S.Bernstein di New York, presidentedell’Istituto I.I.I., e molti altri autorevo-li esperti di procedure concorsuali tra i

quali i giapponesi Nobuchika Mori,commissario della Financial ServicesAgency; Shinjiro Takagi della NomuraSecurities Co.; Min Han-Ewha WomensUniversity Law School- Seoul, Koreaper citarne solo alcuni. Certamente nonsi può paragonare il contesto americanoa quello italiano od europeo, ma purtenendo conto delle rispettive diversità

ontologiche alcune linee di tendenzapossono essere utilmente colte.

Anche nel nostro Paese, le molterisorse costituite dal risparmio italianonon vengono destinate, se non in parte,a sostegno delle necessità dell’industriaitaliana. Basta pensare ai programmid’investimento che i vari «private ban-kers» ci offrono attraverso l’acquisto diquote di Fondi internazionali, i variBlack Rock, Pioneer Investments,Carmignac e tanti altri, per constatarequanta parte del risparmio italiano sisposti sui mercati esteri. Peraltro moltidi questi finanziamenti hanno colloca-zione esclusivamente «cartacea», e nonindustriale; solo alcuni, pochi, ritorna-no sul nostro territorio, a favore dellenostre imprese.

Mentre le statistiche, anche a livelloeuropeo, di cui disponiamo, mostranoche i finanziamenti originati nelle«piazze» americane ed indirizzatiall’Italia costituiscono solo il 25 percento di quanto viene investito inGermania e meno del 50 per cento diquanto viene investito in Francia. Paesia noi vicini e per i rispettivi contestisocio-economici, assimilabili.

Ci siamo già soffermati su questecolonne sul perché ciò avvenga, e suinostri punti di debolezza, certo è chequesti punti di debolezza devono esseresuperati con assoluta urgenza, perché lalinea dei finanziamenti internazionalidestinati al risanamento economico eproduttivo delle imprese non si muovenella nostra direzione.

La Conferenza della I.I.I. ha confer-mato quanto era già emerso nell’ultimariunione avuta a novembre tra i compo-nenti della task force della World Banksull’insolvenza, sottolineando l’obietti-vo di particolare protezione del valoredel finanziamento estero rispetto allealtre tipologie di crediti, e non mi rife-risco agli investimenti nel capitale dellasocietà in crisi, ma di crediti finanziarie bancari.

Vediamo in sostanza di che si tratta.Il nuovo che avanza segna il tramontodi alcuni «totem» giuridici che secondola nostra cultura concorsuale eranoconsiderati inviolabili. Primo tra tutti ilprincipio della «par conditio credito-rum», destinata a sventolare a mez-z’asta la nostra «bandiera», rappresen-tata dall’art. 2740 del codice civile,ovvero tutti i creditori nella universali-tà del concorso devono essere trattatinello stesso modo, ovviamente inragione del loro rango se creditori pri-vilegiati (art. 2741 c.c.), secondo lediverse classi, stabilite per legge. Iltema è effettivamente molto complessoquanto significativo, in realtà condizio-nato dalla risposta a un secondo inter-rogativo: «perché i vecchi creditoridevono essere trattati peggio rispetto ainuovi creditori che intervengono perrisanare l’impresa in crisi»? La risposta

di LUCIO GHIA

INSOLVENZA

LA «TRE GIORNI»DELLA

CONFERENZADI TOKYO 2016

LLLLeeee46 SPECCHIO

ECONOMICO

GGiappone-mondo:da una conferenze èemerso un «salto» paragonabile ai 9 mila chilometri che separanoRoma da Tokyo, intellettualmente e culturalmente, reso piùimpervio dalla evidente difformità dei sistemi legislativi illustrati dairelatori, frutto della diversità dei valori che le legislazioni nazionalivogliono realizzare. Allavarietà della «ratio legis»dei legislatori domestici è strettamente legata ladiversità degli strumentigiuridici in uso nei Paesi

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47SPECCHIOECONOMICO

60 Paesi ad economie avanzate, ed invia di sviluppo, una trentina di altriPaesi come Osservatori, ed altrettanteOrganizzazioni non governative.Questa platea, rappresentata da oltre150 delegati di varie Nazioni, costitui-sce il polo di identificazione delle pro-blematiche, nella loro dimensione giu-ridica, alla base dei grandi temi interna-zionali del momento, e ne delinea leprospettive alle quali i vari legislatorinazionali dovranno ispirarsi. Le sue«linee guida», o «modelli di legge»,diventano nella realtà economica efinanziaria internazionale, veri e propri«benchmark»; ovvero misuratori diefficienza internazionali dei sistemigiuridici nazionali e costituiscono labase per l’attribuzione, in relazione allaloro adozione, di un «rating» di affida-bilità diverso fra vari Paesi.

Se dobbiamo competere su scenaricosì internazionali, così globali, dob-biamo fare i conti con queste realtà, enon possiamo ignorare i «benchmark»che ci vengono proposti da questi orga-nismi che dominano il sistema conces-sorio della finanza internazionale. Eccoche il «nuovo professionista», impe-gnato nel risanamento di un’impresache operi su mercati internazionali,deve possedere un «sapere» particola-re. Ciò non significa necessariamenteappiattirsi su esperienze o culture stra-niere, né rinunciare alla propria storia,ma partecipare a confronti internazio-nali capaci ed in grado di «stare a tavo-la» e di parlare lo stesso linguaggiodella «finanza globalizzata».

Oggi i nostri giovani devono neces-sariamente internazionalizzare il pro-prio sapere perché il fenomeno collega-to all’allargamento dei nostri orizzontioperativi, porta il nuovo professionistaa lavorare non più solo in contestidomestici o europei ma contempora-neamente oggi a confrontarsi con colle-ghi di New York, come di Tokyo,Mosca o Londra, Hong Kong, etc.Queste sono sfide che non attendono,ed è questa l’atmosfera che, impreziosi-ta dall’antico e gradevole rituale del-l’ospitalità giapponese, ha offerto la tregiorni della Conferenza di Tokyo 2016,realizzata dall’International InsolvencyInstitute. ■

è molto pragmatica, «targata» preva-lentemente Usa, ma condivisa anchedalle «best practicies» giapponesi. Icreditori precedenti al manifestarsidella crisi hanno finanziato l’impresaaccettandone il rischio, che si è poimaterializzato negativamente. Se lacrisi non viene superata i loro creditiverranno travolti dalla liquidazionedell’impresa con la perdita di valoriimmateriali che solo il «salvataggio»preserva. Per attuarlo occorre nuovafinanza. La nuova finanza necessita digaranzie e di protezione particolari. Ciòsignifica che ai nuovi creditori devonoessere attribuiti diritti di rango superio-ri e prioritari rispetto a quelli dei credi-tori precedenti.

Restare indietro in questa corsa fra levarie risposte normative che i diversiPaesi stanno approntando, tralasciarequesto orizzonte, significa arretrareancora di più nella capacità di attrarrefinanziamenti esteri. L’impoverimentoconseguente per le nostre imprese, siriflette sulla nostra ricerca, sulla capa-cità di competere; significa divenirepreda di gruppi finanziari sempre piùesteri, che comprano le nostre ideequando sono buone, come i nostri «cer-velli» migliori che portano all’estero.Gli investimenti fatti dal Paese nellaloro formazione si perdono così senza«ritorni».

Il problema emerge in tutta la suarilevanza quando si partecipa a tavoliinternazionali nei quali si discute sulcome superare le difficoltà economichee finanziarie che si presentano per l’im-presa, come vincere le inevitabili sfideproduttive e commerciali.

Se oggi sembra messo in discussioneun capo saldo della nostra cultura con-corsuale ovvero il trattamento paritariodei creditori dello stesso rango, mi sem-bra fuori luogo farne una battaglia ideo-logica, perché l’urgenza e l’essenzialitàdelle esigenze dell’impresa in crisisono tali che i diritti dei creditori ante-cedenti non possono essere consideratiuguali a quelli dei «nuovi finanziatori».Infatti, solo la «nuova finanza» cheoccorre per «ripartire», dà la possibilitàai vecchi creditori di essere soddisfatti,nella consapevolezza che «senza quellanuova finanza» anche loro subiranno un

James M. Peck, il giudicedel caso Lehman-Brothers

Il logo dell’International Insolvency Institute che ha realizzato la conferenza

Donald S. Bernstein,presidentedell’International

Insolvency Institute

Lucio Panzani,presidente della Corted’Appello di Roma

pregiudizio ben più grave. Ecco alloraemergere un forte sbilanciamento diinteressi, che non hanno posizioni iden-tiche sui piatti della bilancia. Il nuovodanaro vale di più del vecchio, il nuovocreditore è più essenziale, il vecchio sipotrebbe dire «ha già dato», ha corso isuoi rischi, ha sbagliato nelle sue valu-tazioni, il nuovo corre dei rischi mag-giori perché deve intervenire in unasituazione già gravemente compromes-sa, e lo fa anche nell’interesse del vec-chio creditore.

Conseguentemente il «nuovo» credi-tore andrà tutelato, specie in sede ese-cutiva, quando dovrà escutere le garan-zie che assistono il suo credito. Il mec-canismo previsto in molte legislazioniassicura il rispetto delle pattuizionicontenute nell’accordo di costituzionedella garanzia, anche in caso di falli-mento del debitore e/o del garante. Loscenario conseguente che potrebbeessere aperto anche al nostro Paese,necessiterebbe, però, della preventivacreazione di un «registro elettronico»ove annotare la concessione dellegaranzie ed i diritti a favore del credi-tore garantito da far valere in sede ese-cutiva.

Per quanto attiene a profili più gene-rali va rimarcato quanto è emerso dalladiscussione animata da importantiinterventi, che ha fatto seguito allerelazioni: la nuova cultura della crisid’impresa ha necessità di creare ancheun «nuovo» professionista. Colui chedovrà affrontare queste tematiche avrà,infatti, necessità di punti di riferimentonormativi e finanziari più globali,dovrà conoscere linee di tendenza dallequali oggi non si può più prescindere,espresse da organismi sovranazionaliquali la Banca Mondiale ed il FondoMonetario Internazionale che giocanoun ruolo essenziale nel sostegno, attra-verso la finanza internazionale, dellasalute economica dei vari Paesi.

Tali indirizzi si confrontano conl’esperienza, la solidità, la possibilitàdi penetrazione nei sistemi giuridicinazionali che solo le Nazioni Unitepossono offrire, ed in particolarel’Uncitral; ovvero la CommissionePermanente delle Nazioni Unite, fonda-ta a metà degli anni ‘60 che raccoglie

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La globalizzazionerichiede cambia-menti radicali nel

mondo del lavoro. Per con-sentire un aumento dellacompetitività, la natura del-l’impresa deve evolvere ver-so una maggiore flessibilitàorganizzativa e logistica.L’innovazione tecnologica ènecessaria per supportarequesto percorso evolutivo. La «Collaboration», intesa

come possibilità di effettuarechiamate voce, video e di con-dividere informazioni, è unodegli strumenti che permettealle aziende di migliorare l’ef-ficienza delle proprie comuni-cazioni, sia all’interno sia ver-so l’esterno. Rende possibileun’esperienza di comunicazio-ne estremamente vicina aquella vissuta di persona e inquesto modo si possono ab-battere costi di trasferta evelocizzare il tempo dellescelte e delle decisioni.

Le imprese possono sceglie-re tra diversi modelli per i lo-ro servizi di Collaboration:servizi «on premises», auto-nomi ed altamente persona-lizzati installati direttamentein casa del cliente oppure ser-vizi «Cloud-based» con unbuon rapporto costo-effica-cia. I clienti aziendali possonousufruire di modelli flessibili,modelli «pay-as-you-go», chepreservano i CapEx.

Gli investimenti delle azien-de in Smart Collaborationportano a notevoli risultatiaziendali, sia in termini di effi-cienza che di efficacia. I van-taggi ottenuti possono costi-tuire la prima forma di incen-tivo e di finanziamento, stabi-lendo così un circolo virtuoso.

La razionalizzazione dei co-sti si ottiene facendo passarele comunicazioni voce, video edati su una rete IP conver-gente, e sfruttando la transi-zione del collegamento allarete pubblica da TDM a SIPtrunk, riducendo così i costidi interconnessione.

La comunicazione video e leconferenze multimediali aiu-tano a ridurre le spese diviaggio, ad accelerare il pro-cesso decisionale, a rafforza-re la coesione tra team e amigliorare la gestione delle in-formazioni.

Inoltre, integrando i devicemobili con la piattaforma en-terprise, si incrementa la pro-duttività singola e dei team e i

processi aziendali vengonovelocizzati. Sfruttando la pro-pria lunga esperienza su solu-zioni Unified Communication& Collaboration, Italtel è ingrado di supportare sia le im-prese che richiedono un mo-dello di distribuzione «on pre-mises», sia i Service Providerche devono sviluppare solu-zioni «as a service» per i loroclienti finali.

«Per un’impresa che desi-dera adottare la Smart Col-laboration, Italtel è il partnerideale per identificare i biso-gni e le architetture proget-tuali, per selezionare le tec-nologie più idonee, metterlein esercizio garantendol’operatività del servizio el’ottimizzazione nel tempo»,commenta Paolo Canzii, re-sponsabile account Unit En-terprise di Italtel.

Nella visione di Italtel, il callhandler centralizzato costi-tuisce il fondamento dell’ar-chitettura, fornendo servizivoce e di collaborazione avan-zati, a partire dalla comunica-zione video. Gli endpoint pos-sono variare da sale immersi-ve a device personali, su cuiabilitare servizi di mobilità.

L’Instant Messaging si ar-ricchisce di servizi per la con-divisione del desktop e per iltrasferimento di file. Un servi-zio chiave è il Web Conferen-cing multimediale al cui inter-no spiccano le comunicazioniWeb Real-Time che consento-

LA COLLABORATION COME INGREDIENTE CHIAVE PER LO SMART WORKING BY ITALTEL

L’innovazione tecnologica

di Italtel è necessaria

per supportare le aziende verso

una maggioreflessibilità

organizzativae logistica

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SPECCHIOECONOMICO

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no un’interazione efficace constakeholder esterni. Italtel in-tegra le tecnologie leader nelsettore (oltre a prodotti pro-prietari basati su webRTC, ilcatalogo Italtel include solu-zioni del suo principale par-tner tecnologico Cisco) pergarantire all’utente un’espe-rienza end-to-end di qualità.Con una strategia di SmartCollaboration, le imprese siavvalgono dei più avanzatistrumenti di comunicazione,fornendo ai propri dipendentila possibilità di accedere a da-ti e applicazioni aziendali inqualsiasi momento, ovunque,da qualsiasi device.

La Collaboration diventa unstrumento per rendere possi-bile l’accesso ai dati in mobili-tà e consentire alle personedi comunicare e lavorare al-l’interno della cornice dellosmart working. Uno stile la-vorativo più agile, moderno esvincolato da una postazionefissa. Inoltre, la Collaborationconsente di sfruttare metodipiù efficaci di gestione dei rap-porti tra i propri stakeholder,inclusi clienti e fornitori. Ital-tel offre alle aziende la solu-zione giusta per lavorare inmodo agile e svincolato dauna postazione fissa.

«Collaboration at Work» èla proposta di Italtel per unoSmart Working efficiente eflessibile, perché risolve i pro-blemi di interoperabilità, inte-grando le molteplici tecnolo-gie di Collaboration di cui oggidispongono le aziende facen-dole interagire al meglio inun’ottica best-of-breed.

Tre sono i cardini sui qualisi articola l’architettura:� La mobilità operativa: Colla-boration at Work favorisceraggiungibilità e mobilità deicollaboratori aziendali. Ognidipendente è univocamenteidentificato da un singolo nu-mero di telefono e può sce-

gliere se rispondere da telefo-no fisso o da device mobile(smartphone, tablet, etc.) ecommutare agevolmente lachiamata dall’uno all’altro. Suldevice mobile è disponibile lagran parte dei servizi di colla-boration� La video comunicazione:Collaboration at Work per-mette la piena interoperabili-tà video tra le diverse tecnolo-gie presenti in azienda e suidevice mobili. La video comu-nicazione, in quanto di sempli-ce utilizzo, diventa un poten-tissimo mezzo per ridurreconsiderevolmente le spese ditrasferta e i tempi dedicatiagli spostamenti� La collaborazione extraaziendale: Collaboration atWork consente alle aziende dioffrire ai partner del proprioecosistema (clienti, fornitori,ospiti, collaboratori tempora-nei, etc.) un accesso ai servizireal-time aziendali (voce, vi-deo e collaboration) semplice-

mente via web browser, sen-za dover installare alcunclient. Con questo approccio ilparadigma del «Bring YourOwn Device» diventa una real-tà concreta.

Collaboration at Work èuna delle soluzioni della lineadi offerta Italtel di People Col-laboration and Customer Re-lationship.

«Nelle aziende coesistonospesso diverse tecnologie diCommunication che rendonoproblematica una adeguatainteroperabilità. Grazie allesue competenze, Italtel è ingrado di proporre un’archi-tettura integrata che risolvetale criticità, garantendo agliutenti la stessa user expe-rience. Mobilità operativa, vi-deo comunicazione e collabo-razione extra aziendale sono icardini della proposizione Col-laboration at Work di Italtel.Tale proposizione permetteall’utente di usufruire dei ser-vizi di Collaboration aziendalea prescindere dal luogo in cuisi trova e dal device utilizza-to», conclude Canzii.

Italtel, da anni presente nelpanorama della Unified Com-munication e Collaboration, sipropone come partner idealedelle aziende che vogliono af-frontare una digital transfor-mation nel modo di collabora-re e comunicare. ■

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SPECCHIOECONOMICO

Paolo Canzii, responsabile account Unit Enterprise di Italtel

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50 SPECCHIOECONOMICO

ppuntamento a Roma, alle ore 15 dello scorso 22giugno, presso la Libera Università Internazionaledegli Studi Sociali «Guido Carli» (LUISS), per lapresentazione del rapporto annuale della Bancad’Italia su «L’economia del Lazio». Le attese del

pubblico, molto qualificato, non sono disattese. La radio-grafia è molto precisa e non lascia coni d’ombra.

Nel 2015 il quadro congiunturale regionale ha mostra-to segnali di recupero. Il prodotto è cresciuto dello 0,8per cento, in linea con la media nazionale. La moderataripresa, favorita dai consumi e dall’andamento della do-manda estera - sottolinea il rapporto - ha interessato tut-ti i settori produttivi con l’eccezione delle costruzioni; leimprese di minori dimensioni hanno fatto registrare ri-sultati meno positivi di quelli delle aziende più grandi.Permangono incertezze sull’entità e la solidità della cre-scita, legate all’evoluzione del quadro internazionale ealla dinamica degli investimenti, ancora debole. Ma an-diamo nel dettaglio.

Nell’industria, le esportazioni e il buon andamentodei comparti di specializzazione regionale ne hanno so-stenuto la dinamica. In alcuni settori manifatturieri, so-prattutto a tecnologia media e alta, con segnali positividi recupero dei livelli produttivi pre-crisi, in misura piùevidente nelle province di Roma e Latina.

Il valore delle esportazioni regionali di beni è cresciuto

del 9,2 per cento (3,8 in Italia), tuttavia lontano dal 30 percento delle regioni del Nord. In grande rilievo la dinami-ca del settore farmaceutico, che genera quasi la metà deltotale dell’export regionale, che ha trainato la crescita, in-sieme a quello dei prodotti petroliferi raffinati - nonostan-te il forte calo delle quotazioni del greggio - per effettodelle strategie adottate dalle aziende silla gestione e lamovimentazione delle scorte. In contrazione i compartidella chimica e dei mezzi di trasporto. Nonostante che, inquest’ultimo, le esportazioni di autoveicoli abbiano regi-strato un robusto incremento di quasi il 21 per cento. Inaumento significativo, inoltre, le vendite all’estero dei set-tori della ceramica e alimentare.

Del totale delle esportazioni della Regione - con un in-cremento dell’11,1 - il 70 per cento è verso i Paesi dell’U-nione Europea, in particolare crescita Belgio e Spagna edin contrazione verso Germania e Francia. Tra i mercati disbocco asiatici è proseguito il trend positivo di espansio-ne in medio oriente e nelle dinamiche economie asiatiche,pur in contenimento in Cina ed in Giappone. Mentre si èampliato il flusso di vendite (7,3) verso gli Stati Uniti.

Il settore delle costruzioni sta ancora attraversandouna fase ciclica negativa che tuttavia si starebbe arrestan-do. Nel mercato immobiliare le transazioni, infatti, sonoin lieve ripresa, ma i prezzi delle abitazioni hanno fattoregistrare un ulteriore calo. Nonostante la flessione, le

L’ECONOMIA DEL LAZIO 2015:RAPPORTO DELLA BANCA D’ITALIA

Roma. Palazzo Koch, sede centrale della Banca d’Italia

AA

di Giovanni Contena

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quotazioni rimangono su livelli ele-vati nel confronto con le altre areedel paese, anche rispetto a quelle adelevata urbanizzazione.

Nel terziario, principale compartodell’economia regionale, le presenzedi turisti e la spesa dei visitatori stra-nieri hanno proseguito a crescere,sebbene a un tasso inferiore a quellodell’anno precedente; nei trasportil’attività portuale si è espansa. Gra-zie al recupero del reddito disponibi-le i consumi di beni durevoli si sonoriavviati; i consumatori hanno privi-legiato gli esercizi commerciali dimaggiore dimensione.

Le esportazioni di beni hanno si-gnificativamente accelerato, sospintedal settore farmaceutico che ha con-tribuito per oltre due terzi alla cresci-ta; le esportazioni di servizi, pari aoltre tre quarti di quelle dei beni, so-no ulteriormente aumentate.

Nel mercato del lavoro i segnali so-no di un lieve miglioramento. Gli oc-cupati sono cresciuti in misura conte-nuta, grazie al comparto dei servizi,che ha compensato anche la cadutanell’industria e nelle costruzioni. Leore autorizzate di Cassa integrazioneguadagni sono diminuite. Il tasso didisoccupazione si è ridotto, ancheper il calo del numero di persone incerca di occupazione, rimanendo tut-tavia su livelli elevati, superiori allamedia delle regioni centrali.

Interessante l’aggregato relativoai lavoratori stranieri, che rappre-sentano oltre il 13 per cento degli oc-cupati, superiore di tre punti allamedia nazionale. Come quello del-l’accoglienza di richiedenti asilo erifugiati, rispetto al quale il numerodelle persone accolte il Lazio è laterza regione in Italia, dopo la Siciliae la Lombardia.

Per quanto concerne il compartodel credito,dopo un andamento posi-tivo nella prima metà del 2015, dal-l’autunno il credito al settore privatonon finanziario (famiglie e imprese)è tornato a diminuire. In netta con-trotendenza i comparti più dinamicidel settore manifatturiero che regi-strano un’espansione.

Le banche segnalano una doman-da di finanziamenti in recupero, maancora debole per le incertezze sullaripresa congiunturale. Secondo le va-lutazioni di banche e imprese le con-dizioni di accesso al credito sono ul-teriormente migliorate; le politichedi offerta rimangono prudenti. È in-teressante sottolineare che i finanzia-menti garantiti dal Fondo centrale digaranzia alle piccole e medie impreseregionali sono rapidamente cresciuti;tra il 2013 e il 2015 la loro quota sultotale nazionale è raddoppiata.

Dall’inizio dell’anno sono tornati acrescere i nuovi mutui per l’acquisto

che segnalano di aver ottenuto con-dizioni più favorevoli sui prestiti si èattestata al 20 per cento rispetto al 14di marzo 2015.

Ad una attenta analisi, dal Rappor-to emerge una realtà che spazza viamolti luoghi comuni, molto enfatiz-zati dalla cronaca che ha investito, inparticolare, gli avvenimenti di RomaCapitale. Il Lazio, in buona sostanza,non è certo il «ventre molle» del si-stema Paese. È una regione che ha sa-puto reagire, meglio di altre, ai duricontraccolpi della crisi, avviando unpercorso virtuoso, certo complessoed impegnativo, per aprire una nuo-va stagione di sviluppo. Il Rapportolo conferma quando richiama i puntiforti e decisivi di positiva svolta dellaprogrammazione regionale «conl’Europa, il Lazio cambia e riparte»,nell’arco temporale fino al 2020. Gliassi centrali riguardano le politicheper lo sviluppo economico, mirate afavorire l’innovazione, di processo edi prodotto, e la competitività delleimprese; interventi strutturali, tra cuila connessione alla banda larga; lasostenibilità ambientale; la lotta con-tro la povertà e l’esclusione sociale;quelli sulla formazione e l’integra-zione sociosanitaria.

Luci ed ombre, dunque. Dalle qua-li è possibile, tuttavia, far emergereuna traiettoria di possibile crescita,ridisegnando percorsi sui quali inne-stare le necessarie iniziative per sti-molare e sostenere un processo dinuovo sviluppo economico, ma an-che culturale e sociale. Impegnandotutte le energie, a partire dai giovani.È certo una grande sfida, ma anche lagrande opportunità per dare solidegambe solide anche al ruolo che ilLazio è chiamato a svolgere per unprofondo positivo cambiamento delnostro sistema Paese. ■

delle abitazioni; in corrispondenzadel calo del differenziale tra tassi fissie variabili è aumentato il peso dellenuove erogazioni a tasso fisso. Nel2015 il valore dei mutui per i qualisono stati ridefiniti i tassi ha superatol’8 per cento delle consistenze in es-sere all’inizio dell’anno.

È proseguita la crescita dei deposi-ti di famiglie e imprese della regio-ne, sostenuta da quella dei conti cor-renti. La struttura della ricchezza fi-nanziaria delle famiglie rimane ca-ratterizzata da una quota di attivitàa rischio contenuto superiore allamedia nazionale; rispetto alla metàdel decennio precedente è cresciutala quota di attività investite in stru-menti assicurativi e previdenziali.Nel complesso, la ricchezza reale efinanziaria pro capite è rimasta su li-velli elevati, maggiori della mediaitaliana anche per la consistenza delpatrimonio abitativo.

Dal 2008 la riduzione del numerodi sportelli bancari in regione è statameno accentuata che nella medianazionale, concentrandosi nelle areecon indici di bancarizzazione piùelevati. Infatti è stata, tra il 2008 edil 2015, dell’8,7 per cento, rispettoall’11,9 del sistema bancario italia-no, mantenendo, inoltre, una den-sità di sportelli più elevata rispettoa quella della media italiana: 13,9unita ogni 100 chilometri quadratirispetto al 10,7.

È interessante, peraltro, eviden-ziare quanto si evince nel Rapportoin relazione all’indagine congiuntu-rale condotta dalla Banca d’Italia tramarzo ed aprile di quest’anno pressoun campione di aziende regionalidell’industria e dei servizi privatinon finanziari che confermano il mi-glioramento dell’accesso al creditodelle imprese. La quota di imprese

51SPECCHIOECONOMICO

La Regione Lazio vista dallo spazio

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Page 52: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

52 SPECCHIOECONOMICO

LAa protezione di beni eluoghi sensibili da mi-nacce asimmetriche co-me il terrorismo e la pro-

tezione delle forze armate è unconcetto ed una esigenza crescentecon l’aumentare delle tensioni edelle operazioni internazionali incui si richiede la partecipazionedei militari in aree critiche delmondo. L’impegno a cui sonochiamati i principali sostenitori (fi-nanziari) delle Nazioni Unite èspesso non solo politico o diplo-matico, ma ad essi viene richiestol’ingaggio di contingenti militari,sotto comando diretto ONU o de-legato da esso ad altre organizza-zioni come la NATO.

L’Italia si colloca tra i maggioricontribuenti dell’ONU, ma soprat-tutto si trova tra i maggiori fornitoridi militari alle operazioni interna-zionali in teatri difficili e contrasta-ti. Con uno sforzo rilevante sul pia-no umano, finanziario, e professio-nale. I teatri nei quali si trovano adoperare i nostri militari, come quelli

di tutte le altre nazionalità, è carat-terizzato da minacce alla cui rileva-zione è chiamata l’industria italianacon le proprie tecnologie e compe-tenze per contribuire a ridurre i ri-schi a cui sono esposte le nostre for-ze armate.

IDS-Ingegneria dei Sistemi, nataintorno alle competenze elettroma-gnetiche e alle tecnologie radar, stasempre più operando nel campodella protezione delle forze armatenei teatri operativi, rispondendo co-sì ad una esigenza del mercato delladifesa sempre più rilevante. Ma nonci sono solo considerazioni econo-miche: c’è anche il valore civile dicontribuire con le proprie proget-tualità e produzioni alla salvaguar-dia dell’interesse nazionale sul no-stro territorio e nei teatri internazio-nali nei quali operano nostri contin-genti.

L’impegno di IDS in questo ver-sante delle tecnologie e del mercatoè testimoniato al suo interno dallarecente riorganizzazione aziendale,e all’esterno dalla natura della sua

recente partecipazione al salone Eu-rosatory 2016 a Parigi, specializzatosui temi difesa e sicurezza.

A Parigi sono stati esposti alcunidei prodotti IDS con i quali l’azien-da intende affrontare il tema dellaprotezione di aree sensibili e delleforze in campo.

Una delle minacce caratteristicheper le basi avanzate di esercito e ae-ronautica in teatri all’estero sono icolpi di mortaio o il lancio di razzisulle proprie installazioni. EbbeneIDS ha mostrato le capacità del suosistema HFL-CM, «Hostile Fire Lo-cation-Counter Mortar», basato sutecnologia radar in banda X, checonsente di individuare il colpo dimortaio o il razzo in avvicinamen-to, calcolandone automaticamenteil punto di lancio (per consentire laneutralizzazione del nemico) e ilpunto di arrivo (per approntare unaimmediata misura di salvaguardiadelle proprie risorse umane e mate-riali).

Altra minaccia tipica in questeoperazioni internazionali è quellacaratterizzata dai cecchini. È di que-ste settimane, ad esempio, la notizia

I N G E G N E R I A D E I S I S T E M I

IDS-Ingegneria dei Sistemi, nata intorno alle competenze elettromagnetiche e alle tecnologie radar,sta sempre più operando nel campo della protezione delle forze armate nei teatri operativi. Non ci so-no solo considerazioni economiche: c’è anche il valore civile di contribuire con le proprie progettualitàe produzioni alla salvaguardia dell’interesse nazionale sul nostro territorio e nei teatri internazionali

IDS: UNA RIORGANIZZAZIONE AZIENDALEE LA PARTECIPAZIONE AL SALONE EUROSATORY

Sopra, un’immagine del Salone Eurosatory di Parigi 2016.A destra: Giovanni Bardelli, presidente e amministratore delegato

dell’IDS. Nell’altra pagina, l’IDS presente al Salone Eurosatory 2016

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Page 53: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

53SPECCHIOECONOMICO

La sede dell’IDS

che in Afghanistan i talebani hannorafforzato le proprie capacità au-mentando il numero di cecchini in-seriti nelle proprie bande armate eacquisendo nuovi fucili da cecchi-no. IDS ha un sistema denominatoHFL-CS, «Hostile Fire Location-Counter Sniper» anch’esso basatosu tecnologie radar, che consentel’individuazione e la localizzazionedel fuoco ostile contro i propri con-vogli militari, le proprie base avan-zate, ma anche contro obiettivi civi-li e politici.

Una terza minaccia molto diffusanei teatri operativi nei quali vengo-no impiegate le nostre forze armatesono le mine e i cosiddetti disposi-tivi IED («Improvised ExplosiveDevices»), vere insidie per tutti imilitari ingaggiati soprattutto lad-dove la guerra è stata, o è tuttora, altempo stesso di tipo convenzionalee asimmetrico. Il numero di mezzie di singoli militari colpiti da que-ste minacce è purtroppo semprecrescente, e non sempre è sufficien-te aumentare la protezione delmezzo (in termini di blindatura, adesempio): è sempre più crescente

l’esigenza di individuarle prima,più che tentare di difendersi dopo:l’IDS ha sviluppato un sistema,sempre basato su tecnologie radar,denominato «Minerva», con il qua-le è possibile rilevare automatica-mente oggetti (metallici e non) na-scosti nell’ambiente circostante osottoterra, e individuare la natura

dell’oggetto interpretandone le ca-ratteristiche elettromagnetiche. Tut-to ciò porta non solo al prioritarioobiettivo di contribuire alla riduzio-ne di perdite umane, ma anche aquello relativo alla riduzione delleperdite economiche e all’aumentodella mobilità delle forze armate in-questi teatri. ■

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resce il numero di utentimilionari su eBay.it: nel2015 ben 105 venditori pro-

fessionali hanno fatturato almeno 1milione di dollari grazie alle venditeeffettuate sul principale marketplaceonline italiano, registrando un au-mento del 19 per cento rispetto al-l’anno precedente. Allargando l’o-rizzonte al periodo 2010-2015, nelpieno della crisi economica, la cre-scita appare ancora più significativa:il numero dei venditori milionari èdiventato oltre cinque volte piùgrande. Trainano la crescita le cate-gorie elettronica di consumo, ricam-bi auto e moto, casa, arredamento eabbigliamento. Un successo che nonconosce barriere geografiche: a gui-dare la classifica dei milionari è in-fatti la Campania con il 30 per centodelle imprese, seguita dalla Lombar-

L’eCommerce ti fa ricco: + 19% i milionarisu eBay nel 2015

Fincantieri costituisceuna joint venture in Cina con la CSSC

Melissa Peretti ricevela Mela d’Oro 2016al Premio Bellisario

Fondazione Roma, mecenatismo sanitarioal San Giovanni

dia con il 18 per cento; chiudono ilpodio Puglia, Lazio e Sicilia che siclassificano pari merito al terzo po-sto con l’8 per cento. In totale sonoben 14 le regioni italiane che ospita-no almeno un venditore milionario,distribuite su tutto il territorio nazio-nale: 5 regioni del nord, 5 del centroe 4 del sud e isole. «Siamo particolar-mente felici che ancora una voltaeBay si dimostri un acceleratore dibusiness che consente di superare letradizionali barriere geografiche», hadichiarato Claudio Raimondi, gene-ral manager di eBay in Italia.

ncora una volta la Fonda-zione Roma ha promossoun programma di interven-

to e sostegno delle emergenze nelsettore sanitario attraverso l’eroga-zione di contributi ad alcune struttu-re ospedaliere per la realizzazione diiniziative finalizzate a elevare il livel-lo qualitativo delle prestazioni sani-tarie chirurgiche erogate ai cittadini.A seguito di tale iniziativa l’Aziendaospedaliera San Giovanni-Addolora-ta ha richiesto alla Fondazione Romache tale finanziamento fosse finaliz-zato a rinnovare il sistema chirurgicorobotico «Da Vinci SI» che rappre-senta, nelle procedure per il tratta-mento delle patologie oncologiche inurologia e per il carcinoma del colon,la tecnologia più avanzata per i note-voli sviluppi funzionali rispetto aiprecedenti modelli.

elissa Peretti, country mana-ger Italia di American Ex-press, è stata premiata con

la Mela d’Oro 2016 alla 28esima edi-zione del Premio Marisa Bellisario«Donne Ad Alta Quota» dedicato al-le donne che si sono distinte nellaprofessione, nel management, nellascienza, nell’economia e nel sociale alivello nazionale ed internazionale.Il riconoscimento gli è stato conferi-to per il percorso professionale e perl’attenzione alla componente femmi-nile in azienda: «un esempio e unmodello di competenza, determina-zione e volontà da riconoscere e in-dicare alle nuove generazioni».

in primo piano in primo piano in primo piano in primo piano

C A

M

54 SPECCHIOECONOMICO

Melissa Peretti

Claudio Raimondi

Giuseppe Bono

CSSC, Wu Qiang e il presidente diCSSC Cruise Technology Develop-ment e del cantiere Shanghai Waigao-qiao Shipbuilding (SWS), Wang Qi.L’accordo firmato, che fa seguito aquelli storici con CSSC e CarnivalCorporation del novembre 2014, pre-vede che la joint venture svilupperà evenderà navi da crociera destinateesclusivamente e appositamente per-sonalizzate per il mercato cinese easiatico. Tali navi saranno realizzatepresso uno dei cantieri di CSSC, il si-to di SWS, sulla base di una piattafor-ma tecnologica concessa in licenza al-la stessa joint venture e al cantiere diSWS da Fincantieri, che quindi ope-rerà, sempre attraverso la joint ventu-re, per fornire le attività di sua com-petenza. Per assicurare il successodella collaborazione e per beneficiaredell’esperienza consolidata di Fin-cantieri nello sviluppo e costruzionedi navi da crociera, l’accordo prevedeche Fincantieri fornisca alla joint ven-ture e al cantiere di SWS anche servi-zi di consulenza specifici e alcunicomponenti chiave delle navi. «Que-sto accordo rileva una volta di più ilprimato delle competenze tecniche etecnologiche di Fincantieri e ci poneal centro di un progetto senza egualiche è promosso direttamente dal Go-verno cinese attraverso un program-ma ambizioso», ha dichiarato Bono.

incantieri, leader mondialenella costruzione di navi da

crociera, e China State ShipbuildingCorporation (CSSC), il maggioreconglomerato cantieristico della Ci-na, hanno firmato un accordo per lacostituzione di una joint venture fi-nalizzata allo sviluppo e alla crescitadell’industria crocieristica cinese.Fincantieri acquisisce così un ruolodi primo piano a presidio di un mer-cato strategico e ad alto potenziale.La firma è avvenuta a Shanghai tral’amministratore delegato di Fincan-tieri, Giuseppe Bono, il presidente di

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SPECCHIOECONOMICO

«L imbo» è la prima rac-colta di racconti di Al-dous Huxley. Pubblica-

ta nel 1920 contiene sette raccontivisionari e satirici che in-troducono alcuni temi chestaranno alla base di tuttala produzione successivae dell’intera opera di Hux-ley. Le vicende e i protago-nisti delle storie, con le lo-ro personalità tra l’esplicitoe l’inafferrabile, sono inol-tre ricchi di parallelismi epunti in comune con la vitadel loro autore. In «Mortedi Lully» una donna è col-pita da un cancro al seno, la malat-tia che uccise la giovanissima ma-

dre dell’autore alla quale era lega-tissimo; e un suicidio come quellodel fratello ricorre in «Eupompusdiede splendore all’arte attraverso i

numeri». Fra tutti però «Latragicomica storia di Ri-chard Greenow» prendele forme di una sinistra au-tobiografia: dall’ambienta-zione fino ai fatti narrati visono molti punti di contat-to tra il protagonista e l’au-tore. In questo limbo i per-sonaggi potranno anchesalvarsi dall’inferno, manon saranno mai ammessiin paradiso. «Limbo» di

Aldous Huxley - Piano B Edizioni- 13 euro

N el 1970 Giorgio Gaber abbandona il mercato di-scografico e la televisione per dedicarsi al tea-tro: è l’inizio di una fase totalmente nuova in cui

il cantautore sceglie di confrontarsi attraverso i suoispettacoli con il pubblico sulla possibilità di cambiare ilmondo. «La magnifica illusione» è la storia di un ra-gazzo che voleva fare il rock and roll e che ha contri-buito all’invenzione della canzone d’autore fino a di-ventare un intellettuale e un divulgatore provocatorio e

mai scontato. Difficile pensare che c’è stata un’epoca, non tanti anni fa, incui tanti credevano che la rivoluzione fosse dietro l’angolo. «La magnificaillusione» di Nando Mainardi - Vololibero Edizioni - 16,50 euro

A L D O U S H U X L E Y R A C C O N T A . . .

I L S I G N O R G .

IL processo di Norimberga ha rappresentato lamiglior risposta ai crimini del terzo Reich? Si ètrattato veramente di un processo equo, consi-

derato che gli imputati si sono difesi affermando chenel compiere le orribili nefandezze di cui sono stati ac-cusati stavano servendo il proprio Paese ed eseguen-do ciò che era stato loro ordinato di fare? L’autore hacercato di rispondere a queste e a moltissime altre do-mande esaminando ognuno dei ventidue imputati. La

conclusione è che «in un mondo di complesse relazioni umane in cui vie-ne fatta una giustizia sommaria, il processo di Norimberga dovrebbe esse-re difeso in quanto evento politico». Una testimonianza storica di enormeportata da preservare per le generazioni future. «Gli imputati di Norim-berga» di Eugene Davidson - Newton Compton Editore - 9,90 euro

«Sabbie mobili» di Fabio Innocenzi

Codice Edizioni Editore - 21 euro

«Scienza della fantasia» di Davide Coero Borga

Codice Edizioni Editore - 21 euro

I L P R O C E S S O P I Ù F A M O S O

56

C on questo libro l’autore havoluto aprire uno squarcio diverità sulle banche: come

vengono prese le decisioni, comevengono scelti e pagati i banchieri,com’è possibile fare truffe di dimen-sioni gigantesche. Ha fatto nomi e co-gnomi, ha raccontato il dietro le quin-te della cronaca di questi anni sapen-do quanto sia delicato l’argomento.Ma questo non è un libro polemico, èun libro che spiega come spesso ele-menti legati alla debolezza umana oaddirittura al caso sono stati il moto-re di avvenimenti finanziariamentesignificativi. Ma esiste anche un se-condo motivo che ha portato l’autorea scrivere il libro: quando si è trovatodentro le «sabbie mobili» di una vi-cenda giudiziaria paradossale, ha ini-ziato a scrivere delle memorie desti-nate a restare private. Alcuni hannoraccomandato di non pubblicarle, al-tri hanno detto che sarebbe un pecca-to non raccontare che uscire dalle«sabbie mobili» è possibile. ■

CODICE EDIZIONI

ll ee tt tt uu rr ee

C he fine fanno i personaggi e iluoghi della letteratura perragazzi sotto la lente dello

scienziato? Dietro quelle che sonoconsiderate semplici storielle perbambini si nascondono idee, racconti,suggestioni di scienza e tecnologia.Ed è la storia della scienza stessa asvolgersi come un gomitolo nelle fia-be di Perrault, dei Grimm e di Ander-sen: dai trucchi e sortilegi dell’ap-

prendista stregone allo scienziatopazzo, la fantasia lascia spazio allafantascienza, e infine alla scienza.Draghi, castelli incantati, elfi, orchi,bacchette magiche, amuleti, nani,esploratori, armature, streghe, crea-ture spaventose e meraviglie dellanatura popolano le pagine di questoalmanacco illustrato della fantasiascientifica raccontando al lettore unastoria nuova e sorprendente. ■

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fotografiche, videoinstallazioni e og-getti plastici con cui il pubblico puòinteragire. Immagini di luoghi dellacomunità da reinventare, numeri chesi perdono nello spazio del paesag-gio, voci che rimbalzano portando lospettatore a inseguire la strada deinumeri, una sorta di contaminazionetra spazio reale e wonderland. All’in-terno del percorso viene inoltre pre-sentata una serie di domande elabo-rate dai vari partner del progettoprovenienti dal mondo dell’istruzio-ne, della cultura e del lavoro. Il pro-getto, allestito per la prima volta aUdine, sarà poi ambientato in altrecittà italiane ed europee.

57RETROSPECCHIO

Il Gruppo Maggioli ha acquisito ilramo d’azienda di Cassetta SolutionService, società di software e di servi-zi per l’automazione dei processi del-le imprese, fondata nel 1981 e con se-de a Imola. Grazie a questa acquisi-zione si uniscono due significativimarchi specializzati nel campo dellaprogettazione, realizzazione e distri-buzione di software gestionali e nellaconsulenza sui processi aziendali.«Siamo soddisfatti dell’acquisizioneanche perché crediamo fortementenella professionalità maturata daquesta società in un mercato, quellodelle aziende, che da qualche anno ri-veste un ruolo significativo anche peril nostro Paese», ha dichiarato PaoloMaggioli, amministratore delegatodel Gruppo. Una grande opportunitàper i clienti che vedranno rafforzatigli investimenti in tecnologia al finedi garantire prodotti e servizi di qua-lità e affidabilità. (Alfio Paolangeli)

Ogni giorno ci troviamo di fronteai numeri: persone, amici sui socialmedia, decrescita economica, statisti-che, soldi, pagamenti, investimenti,stipendi. #Numbers è un progettoche si conclude il 28 agosto nelle saledel museo Etnografico del Friuliideato dal collettivo DMAV(dalla maschera al volto) in si-nergia con PSG PartnershipStudies Group dell’Universitàdegli Studi di Udine. #Num-bers pone i numeri che fannoparte del nostro quotidiano aconfronto con un’idea più an-tica di comunità e suggerisce,di fronte alla crisi del «villag-gio», forme di economia basa-ta sulla consapevolezza rela-zionale; il concetto di cura sicontrappone all’idea che unnumero sia sufficiente a spie-gare tutto. La mostra è pensatacome un insieme di immagini

In Italia cresce la previdenzaintegrativa

Fastweb conquistal’Italia con la rete in fibra ottica

In Italia la previdenza integrativa èancora poco sviluppata, ma il trendpotrebbe cambiare significativamen-te: le persone sono più consapevolidella necessità di costruire una pen-sione privata, la crescita dei principa-li operatori della previdenza comple-mentare è stata negli ultimi anni si-gnificativa e gli operatori del settoreavvertono la necessità di ristruttura-re i loro sistemi di gestione e gover-nance. Ad affermarlo è uno studio diExcellence Consulting, società diconsulenza con sede a Milano e Ro-ma, che propone due soluzioni perrilanciare ulteriormente la previden-za complementare: una nuova gene-razione di prodotti sviluppata a par-tire dalle best practice internazionalidei paesi più evoluti nell’ambito pre-videnziale e che potrebbe beneficiareanche di una maggiore detassazioneda parte dello Stato, e realizzazionedi una nuova generazione di stru-menti di tipo «Prevtech» capaci diaiutare il cliente a comprendere me-

glio esigenze e soluzioni. «In Italiauna proporzione crescente di lavora-tori andrà incontro a periodi di di-soccupazione, di lavoro part-time oprecario durante la vita lavorativa.Tali interruzioni contributive avran-no un effetto sulle pensioni del futu-ro contribuendo all’aumento dellapovertà in terza età ed è stato calco-lato che nel caso di lavoratori a bassoreddito, la decurtazione della pensio-ne sarà del 10 per cento. È necessarioquindi che risparmiatori e operatoridel settore sappiano cambiare passoe che anche in Italia si diffondanoservizi di consulenza previdenzialedi eccellenza», ha dichiarato Mauri-zio Primanni, amministratore dele-gato di Excellence Consulting.

Numbers, progettodi arte sociale nel cuore di Udine

Il Gruppo Maggiolirafforza la presenzanel mercato aziendale

DMAV, «Numbers», Udine 2016

Maurizio Primanni

SPECCHIOECONOMICO

Fastweb ha annunciato di averraggiunto le prime 24 città con lapropria rete in fibra ottica fino a 200megabit al secondo; attualmente Fa-stweb offre servizi Internet in fibra a10 milioni di famiglie e imprese incirca 200 città, di cui oltre 7 milionicon la propria rete in fibra. La so-cietà è impegnata nell’espansionedella propria rete al 50 per centodella popolazione - cioè 13 milionidi famiglie e imprese in 500 città en-tro il 2020 - e nel raddoppio della ve-locità di Internet in download fino a200 megabit al secondo su tutta larete. Dopo Arezzo, Viterbo, Riccio-ne, Rimini, Trento, Massa, Pistoia,Caserta, lo scorso giugno Fastwebha raggiunto altre 16 città a 200 me-gabit: Alessandria, Brindisi, Chieti,Cologno Monzese, Cormano, Forlì,Grosseto, Lecce, Lecco, Magenta,Matera, Salerno, Savona, Taranto,Udine, e alcuni quartieri della cittàdi Milano precedentemente non col-legati dalla fibra. (Alfio Paolangeli)

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Page 58: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

vo di affrontare i principali temi rela-tivi alla security nell’esercizio del vo-lo: protezione dei grandi eventi eruolo degli aerei a pilotaggio remoto;minaccia terroristica, neutralizzazio-ne dei droni e sicurezza cibernetica;adozione del Passenger Name Re-cord e protezione dei dati personali;sicurezza degli spazi aeroportuali;aviosuperfici e rischi criminali con-nessi. In particolare, sono stati ana-lizzati le più rilevanti e preoccupanticriticità del mondo del volo, sia mili-tare che civile, commerciale, da di-porto e sportivo. Nello specifico, inmerito agli aspetti militari, sono statiillustrati il tema della sicurezza e del-la difesa degli spazi aerei nazionali.

58 SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

Lo scorso giugno, nella Scuola diPerfezionamento per le Forze di Poli-zia di Roma, si è tenuto il convegnoorganizzato dalla Fondazione Icsadal titolo «Security nell’esercizio delvolo - Peculiarità e fragilità del siste-ma». All’incontro hanno partecipato,in qualità di relatori, esperti nel cam-po della sicurezza nell’attività di vo-lo in tutte le sue forme, civili e milita-ri. Oltre a Michele Rocchegiani, di-rettore della Scuola di Perfeziona-mento per le Forze di Polizia, sonointervenuti il generale Leonardo Tri-carico, presidente della FondazioneIcsa, il generale S.A. Enzo Vecciarelli,Capo di Stato Maggiore dell’Aero-nautica Militare, il prefetto Luigi Sa-vina, vicedirettore generale dellaPubblica Sicurezza Vicario e Salvato-re Sciacchitano, segretario esecutivodell’European Civil Aviation Confe-rence. Il convegno si è posto l’obietti-

E.ON, con l’estatearriva «EmozioneLuce e Gas»

Snam, scissioneda Italgas in unanuova società

E.ON amplia la propria offerta difornitura energetica con un nuovoprodotto che fornisce energia elettricae gas a prezzo bloccato e regala un’e-sperienza per il tempo libero tramiteun esclusivo cofanetto Smartbox. De-dicata alla clientela residenziale,«E.ON Emozione Luce e Gas» preve-de la fornitura di energia elettrica egas con un prezzo competitivo e bloc-cato rispettivamente della Compo-nente Energia1 e della ComponenteGas2 per 24 mesi. I clienti che sotto-scrivono l’offerta ricevono in regaloanche un cofanetto Smartbox «Mo-menti di Piacere», non disponibile al-trimenti in commercio. L’esclusivocofanetto viene spedito a casa del sot-toscrittore e dà la possibilità fino adue persone di scegliere una tra circa3.800 esperienze in tutta Italia, divisetra «Piacere Rilassante» (agriturismi,B&B, hotel 3 stelle), «Piacere Rigene-rante» (manicure, trattamenti), «Pia-cere Squisito» (Cucina asiatica, ame-ricana, tipica) e «Piacere Avventuro-

so» (parapendio, auto da corsa,mountain bike). Il nuovo prodotto èin linea con l’orientamento dell’a-zienda incentrato sul cliente che pun-ta a costruire con i consumatori, oltrealla fornitura di energia, anche servi-zi innovativi e opportunità che ri-spondano alle esigenze e agli interes-si degli utenti. In particolare il pro-dotto è pensato per offrire anche allaclientela più dinamica un ampio ven-taglio di possibilità per sfruttare nelmodo migliore le vacanze e il tempolibero vivendo un’esperienza indi-menticabile di gusto e avventura inlinea con i propri interessi. L’offerta èsottoscrivibile attraverso gli sportelliterritoriali, il call center e i businesspartner autorizzati.

Fondazione Icsa, convegno sullasicurezza nei cieli

Sapienza e IBM, accordo per formarei giovani del futuro

Il gen. Leonardo Tricarico

Peter Ilyés,a.d. di E.ON

Italia

Nicola De Sanctis,presidente di

E.ON Italia

Il Consiglio di amministrazione diSnam, riunitosi sotto la presidenza diCarlo Malacarne, ha approvato la se-parazione di Italgas da Snam da rea-lizzarsi tramite un’operazione unita-ria che comprende la scissione par-ziale e proporzionale e la conseguen-te quotazione nel Mercato TelematicoAzionario di Milano di una nuovasocietà beneficiaria della scissionecon il ruolo di holding della parteci-pazione in Italgas. «In un mercato incostante evoluzione, la distribuzionecittadina del gas è un’attività con ca-ratteristiche diverse da quelle del tra-sporto e dello stoccaggio. La separa-zione di Italgas da Snam consentiràdi valorizzare il ruolo di entrambe lesocietà nei rispettivi mercati: Snampotrà consolidare la propria leader-ship contribuendo a integrare ulte-riormente i mercati del gas in Euro-pa, e Italgas potrà cogliere nuove op-portunità di sviluppo», ha dichiaratol’amministratore delegato di Snam,Marco Alverà. (Alfio Paolangeli)

Sapienza Università di Roma eIBM hanno siglato un accordo per so-stenere i processi di sviluppo fondatisulla conoscenza delle nuove figureprofessionali legate alle tecnologie ealla digital transformation. La colla-borazione fra il sistema scolastico-universitario e il mondo delle impre-se diventa così indispensabile peradeguarsi al mercato del lavoro; pro-prio in questo contesto si inquadral’accordo siglato che ha l’obiettivo diidentificare azioni programmate persostenere lo sviluppo delle nuovecompetenze; favorire l’avvio di pro-getti di ricerca e sviluppo; promuo-vere programmi di alta formazione eattività didattiche a completamentodella formazione degli studenti e aiu-tare i ragazzi nella migliore compren-sione del mercato del lavoro, ancheattraverso la partecipazione a stageindetti da IBM. (Alfio Paolangeli)

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Page 59: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

duttivi, punta a crescere nei prossimi3 anni per rafforzare la quota di mer-cato. «La sede di Porcari è stata sceltagrazie al know how che da sempreabbiamo in questo settore tanto che ilGruppo ha investito nell’ultimo annooltre 1 milione di euro. L’innovazioneè per noi un investimento strategico;il 25 per cento del fatturato è genera-to da prodotti sviluppati negli ultimi3 anni. Con prodotti come i nostri,soprattutto nel settore professionale,è il servizio post vendita che fa la dif-ferenza; in questa direzione vannoiniziative come Cromocampus cheha già ‘formato’ oltre 3.500 professio-nisti dell’edilizia e del colore», ha di-chiarato Bianchi. (Alfio Paolangeli)

59RETROSPECCHIO

Una squadra di lavoro tutta italia-na guidata dal nuovo direttore gene-rale e amministratore delegato Mas-similiano Bianchi, un centro mondia-le a Porcari per ricerca e produzionedei coloranti, 25 milioni di euro inve-stiti negli ultimi 5 anni per lo svilup-po aziendale; così si presenta Cromo-logy Italia (ex Materis Paints), azien-da operante nel mercato dei prodottivernicianti con marchi storici comeMaxMeyer e Duco che, anche attra-verso il cambio del nome, esprime lavolontà di focalizzarsi sul proprio co-re business, ovvero la scienza del co-lore al servizio della protezione e del-la valorizzazione del proprio mododi abitare, un’alleanza tra tecnica edestetica per diventare punto di riferi-mento per le pitture professionali. InItalia Cromology, con oltre 120 milio-ni di fatturato, 500 dipendenti, unhub logistico e due stabilimenti pro-

Wekiwi lancia il servizio onlinee la bolletta digital

Mutui, importi medi erogati in calo del 3,8%

Wekiwi, il primo fornitore di ener-gia elettrica e gas in Italia a offrire unservizio completamente online, halanciato la «bolletta digital», unabolletta interamente in html naviga-bile come un sito che riporta le infor-mazioni essenziali: la carica energe-tica scelta, i consumi del periodo, gliimporti totali e l’analisi dei consuminel tempo. Lo spin-off digitale è con-trollato dal Gruppo Tremagi, primaazienda privata italiana del settoreenergetico, attraverso l’operatore Il-lumia, e può contare su un knowhow e un’attenzione al cliente che lodifferenziano nel panorama deglioperatori per efficienza, rapidità,prezzi competitivi e un servizioorientato alla soddisfazione del con-sumatore. «Wekiwi pone al centrodella propria offerta la praticità e lapromozione del consumo consape-vole delle fonti energetiche, puntan-do sulla trasparenza attraverso losviluppo di un’applicazione partico-larmente innovativa», ha dichiarato

Marco Bernardi, presidente e ammi-nistratore delegato del Gruppo Tre-magi. «Rendere più semplice la ge-stione dei consumi energetici è la fi-losofia che sta dietro al motto#smartenergy promosso dalla start-up. Muoversi in un mercato comequello energetico non è mai facilema siamo convinti che innovando erecependo le esigenze dei nostriutenti, e soprattutto delle giovanigenerazioni, sia possibile emergere ediventare un operatore significativo.Wekiwi già nel nome, che lega we(noi) con kiwi (acronimo web di ki-lowatt), si connota come un’aziendatrasparente, aperta e social», ha af-fermato Massimo Bello, amministra-tore delegato di Wekiwi.

Cromology Italia, il centro mondialedei coloranti

Sace, accordo perle imprese italianein Arabia Saudita

Massimiliano Bianchi

Marco Bernardi Massimo Bello

SPECCHIOECONOMICO

Secondo l’Osservatorio sui mutuidi Mutui.it e Facile.it nello scorso se-mestre il finanziamento medio con-cesso è ammontato a circa 118 milaeuro, il 3,8 per cento in meno rispettoalla rilevazione precedente. I portalihanno analizzato le domande di mu-tuo e le erogazioni registrate nel pe-riodo compreso tra novembre 2015 eaprile 2016: i risultati rivelano unaleggera frenata tanto negli importierogati, quanto nel «loan to value»(rapporto tra l’importo del finanzia-mento concesso da chi presta il dena-ro e il valore del bene che il prendito-re intende porre a garanzia del pre-stito). Questi dati evidenziano un au-mento delle erogazioni e una genera-le tenuta di tutto il mercato dei finan-ziamenti casa. I due portali confer-mano, come nel semestre preceden-te, la predilezione degli italiani per imutui a tasso fisso che sono il 64,5per cento, mentre il variabile racco-glie circa il 28 per cento (era il 32 percento sei mesi fa). (Alfio Paolangeli)

Sace, società del Gruppo Cassa De-positi e Prestiti, ha annunciato l’ac-cordo con la Camera di Commerciodi Jeddah, la seconda città più grandedell’Arabia Saudita, destinato arafforzare le relazioni economico-commerciali tra Italia e Arabia Saudi-ta e a contribuire all’identificazionedi nuove opportunità per le impresedei due Paesi. Grazie all’accordo, leaziende italiane interessate a operarenel Paese e i potenziali acquirentisauditi avranno un punto di contattonella Camera di Commercio e unteam di specialisti a disposizione perincontri e assistenza in loco. «L’ini-ziativa pone le fondamenta per unacollaborazione che ci consentirà di faremergere opportunità in un mercatodi primario interesse per gli esporta-tori italiani», ha dichiarato MichalRon, managing director internationalbusiness di Sace. (Alfio Paolangeli)

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Page 60: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

sitive. Il settore dell’agricoltura deveaffrontare grandi sfide: la popolazio-ne mondiale nel 2050 toccherà i 9,5miliardi e la produzione di cibo do-vrà adeguarsi a una richiesta mag-giore. Inoltre ci saranno sette miliardidi animali da allevamento che do-vranno essere sfamati. Secondo laFao, già oggi senza gli agrofarmaciavremmo il 30 per cento in meno deiraccolti. Compito del nostro Grupposarà fornire soluzioni al mercato svi-luppando prodotti in grado di ri-spondere alle esigenze future nell’ot-tica di una crescente sostenibilità»,ha dichiarato Nadia Gagliardini, pre-sidente di Sipcam-Oxon.

60 SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

Era il 1946 quando a Milano il dott.Emilio Gagliardini fonda Sipcam(Società italiana prodotti chimici perl’agricoltura Milano). Sempre nellostesso anno il prof. Balbo Ciocca haindividuato un’innovativa formulachimica per la produzione di esaclo-rocicloesano; un anno dopo il prof.Ciocca diventa azionista della societàe nascerà un sodalizio che continuaancora oggi. A 70 anni di distanza,Sipcam-Oxon (Oxon viene fondatanel 1970 per produrre principi attividegli agrofarmaci attuando processifortemente innovativi) è oggi il pri-mo Gruppo tra quelli di proprietà to-talmente italiana e 15esimo nelranking mondiale dell’agrofarmaco.È presente in tutto il mondo sia a li-vello industriale sia commerciale conun fatturato 2015 di 420 milioni dieuro e con 800 dipendenti. «Le pro-spettive per i prossimi anni sono po-

Aegean Airlines eAeroporti di Pugliavolano insieme

Le ferrovie europeeinsieme per la mobilità del futuro

Aegean, il più grande vettore aereogreco, ha inaugurato un nuovo colle-gamento diretto tra Bari e Atene cheverrà effettuato tre volte a settimana,ogni lunedì, mercoledì e venerdì, si-no al 30 settembre 2016; con l’aggiun-ta dello scalo pugliese, sale così a 7 ilnumero di aeroporti su cui Aegenopera in Italia, durante l’operativoestivo 2016, con collegamenti direttida e verso la Grecia. «Tale collega-mento assume un grande significatoper due motivi; innanzitutto perchécon l’arrivo di Aegean che per la pri-ma volta opera in Puglia cresce, siasul piano numerico che qualitativo, ilnovero delle compagnie che credononel mercato pugliese e che vedonoAeroporti di Puglia quale partnercommerciale affidabile con il qualesviluppare relazioni commerciali. Ilsecondo motivo è rappresentato dalfatto che grazie a questa nuova trattasi amplia ulteriormente l’offerta dicollegamenti con hub strategicamen-te posizionati nell’area del Mediter-

raneo che, integrandosi con quelligià attivi con altri snodi continentali,miglioreranno sensibilmente il livel-lo di accessibilità e mobilità aereadella nostra regione. Inoltre il nuovovolo per Atene assume un valorestrategico sia per i numerosi collega-menti interni operati da Aegean ver-so altre città greche, sia in chiave diprosecuzione verso ulteriori destina-zioni del Mediterraneo orientale edel Middle Est. Tutto ciò, oltre cherafforzare il ruolo della Puglia qualearea di raccordo tra l’Europa conti-nentale e bacino del Mediterraneo,permette alla nostra rete aeroportua-le di dare un nuovo contributo allacrescita della nostra comunità e alprocesso di internazionalizzazionedelle imprese pugliesi», ha dichiara-to Giuseppe Acierno, amministrato-re unico di Aeroporti di Puglia.

Sipcam-Oxon, 70 anni nel settoredell’agrofarmaco

Openjobs Estate 2016, ecco le milleposizioni aperte

Nadia Gagliardini

Giuseppe Acierno

Partiranno a dicembre 2017 i nuovicollegamenti ferroviari internaziona-li tra Milano e Francoforte, passandoper la Svizzera. È questo uno deipunti dell’accordo siglato a Luganodall’amministratore delegato di FSItaliane Renato Mazzoncini, dall’am-ministratore delegato di FFS An-dreas Meyer e dall’amministratoredelegato di DB Rüdiger Grube. L’o-biettivo è far sì che la modalità ferro-viaria conquisti quote maggiori ri-spetto agli altri vettori di trasporto,sfruttando il suo punto di forza: iltreno consente di condurre a destina-zione un numero elevato di passeg-geri e di merci in modo affidabile, si-curo e puntuale. Il requisito essen-ziale è che ci siano regole uguali pertutti: il quadro regolatorio va miglio-rato nella logica della liberalizzazio-ne del mercato. Pertanto, gli ammini-stratori delegati chiedono al mondopolitico di garantira la manutenzio-ne e l’ampliamento dell’infrastruttu-ra ferroviaria. (Alfio Paolangeli)

Con l’estate che si avvicina diversesono le opportunità di lavoro: Openjob-metis, tra le più importanti agenzie peril lavoro in Italia, avvia le selezioni dioltre 1.000 figure professionali: le ri-cerche riguardano non solo i profilipiù classici connessi alla macchinadel turismo come camerieri e cuochi,ma anche quelli legati a un settore increscita come l’agroalimentare. «Ri-cerchiamo numerose figure non soloper quanto concerne le tipiche figurestagionali, ma anche per il settoreagroalimentare su cui puntiamo mol-to. Openjobmetis dimostra, infatti,una particolare attenzione per questosettore in difesa delle eccellenze delMade in Italy contro il caporalato,anche in accordo con le ultime pro-poste Assosomm per la risoluzionedel problema», ha dichiarato RosarioRasizza, amministratore delegato diOpenjobmetis. (Alfio Paolangeli)

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Page 61: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

puntando sullo stile classico. Nellostesso tempo verranno sviluppatedelle collezioni più contemporaneedando particolare importanza agliabiti da sera. Il primo atelier di altamoda Curiel Ldt verrà inaugurato aMilano nel quadrilatero della moda;nuove aperture seguiranno a Shan-ghai, New York, Parigi e Londra. MrZhao, ex fotoreporter cinese, amantedella moda e del Made in Italy, ha ac-quisito la maggioranza del brand diRaffaella Curiel che considera ungrande diamante incastonato in unamontagna. «È un imprenditorestraordinario con una forte sensibi-lità per la couture», ha dichiaratoRaffaella Curiel.

61SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

RedStone Group e Curiel hannofirmato un accordo che porterà allacostituzione di una nuova società, laCuriel Ldt; nella nuova società saran-no inseriti i marchi e l’archivio dellastorica maison italiana dove Raffael-la e Gigliola Curiel assicurerannocontinuità ai valori e allo stile dellamaison nata cento anni fa e che durada quattro generazioni di donne.RedStone contribuirà, con la consoli-data esperienza nel mercato del lussoe con le proprie capacità managerialie finanziarie, a potenziare il brand. Ilprincipale obiettivo di RedStone è dipreservare e valorizzare la creatività,l’artigianalità e l’eredità culturale ita-liane che sono uniche in Curiel, svi-luppando il marchio in Italia, Cina enegli altri mercati internazionali. Cu-riel Ltd si focalizzerà sull’alta moda,secondo la tradizione della famiglia,valorizzando il proprio archivio e

Thales AleniaSpace, un premioper l’innovazione

Vodafone Italia, opportunità di lavoroper 200 giovani

Thales Alenia Space, società jointventure tra Thales (67 per cento) eLeonardo-Finmeccanica (33 per cen-to), è stata insignita dalla Rotary Na-tional Award for Space AchievementFoundation del premio Stellar Awardper aver contribuito, grazie alle avan-zate capacità tecnico-ingegneristiche,a progettare e realizzare una rapida einnovativa soluzione per il ripristinodei voli di rifornimento alla StazioneSpaziale Internazionale (ISS) in se-guito all’esplosione in volo del vetto-re Antares, avvenuta nell’ottobre2014. L’ambito riconoscimento è sta-to consegnato a un team costituitodai rappresentati di differenti com-pagnie spaziali, quali Thales AleniaSpace, Orbital ATK e United LaunchAlliance per aver fornito soluzioniinnovative, ottenendo un risultatoche molti, nell’ambito dell’industriadei lanci spaziali, pensavano non fos-se possibile. Subito dopo la perditadella navicella Cygnus, durante lamissione di rifornimento nel 2014,

Orbital ATK ha tentato di raggiunge-re nuovamente l’ISS il più veloce-mente possibile cercando di incre-mentare la capacità di trasporto delcargo. Il team di Thales Alenia Spaceha lavorato a stretto contatto con icolleghi di Orbital ATK per garantireil rifornimento dell’ISS proponendouna soluzione innovativa che, conun modulo cargo pressurizzato PCMCygnus in grado di trasportare uncarico utile maggiorato del 30 percento, ha consentito di compensareparte del rifornimento perso nel pre-cedente volo. Il modulo PCM di Cy-gnus conferma la capacità da partedi Thales Alenia Space di soddisfareanche le necessità «last minute» dellamissione mantenendo la struttura dibase e adattando la soluzione di al-loggiamento del carico.

Curiel Ldt, una nuova maison dialta moda italiana

Chef Expresssale a bordodei treni turchi

Mr. Zhao, amministratore delegato di RedStone con le stiliste Raffaella e Gigliola Curiel

Il modulo PCM della navicella Cygnus

Vodafone Italia ha ideato il pro-gramma «Care 4 your future», lacampagna per l’inserimento lavora-tivo di 200 giovani nei CompetenceCenter di Milano, Bologna, Pisa, Pa-dova e Catania. Il programma di ap-prendistato, indirizzato a ragazzineodiplomati o laureati tra i 18 e i 29anni, con durata di tre anni, mira aintegrare i giovani con la consolidataesperienza degli attuali esperti delservizio clienti. «Care 4 your future»si inserisce nel quadro più ampio del-l’iniziativa «We Care», il programmalanciato nel 2015 che intende raffor-zare il rapporto di fiducia con i clien-ti. Con «Care 4 your future» Vodafo-ne realizza un ulteriore programmadedicato ai giovani che si aggiunge al«Vodafone internship program», l’i-niziativa che prevede l’inserimentoannuale di circa 80 studenti in azien-da, e il «Vodafone discover program»per l’assunzione di 100 giovani neo-laureati nelle aree più strategiche diVodafone. (Alfio Paolangeli)

Chef Express, azienda controllatadel Gruppo Cremonini, ha vinto lagara indetta dalle ferrovie dello Sta-to in Turchia per la gestione dei ser-vizi di ristorazione a bordo dei trenidelle linee ad alta velocità ed ordina-rie. Il nuovo contratto, vinto al ter-mine di una gara internazionale, hala durata di 3 anni e prevede un fat-turato complessivo stimato di circa22,5 milioni di euro. I servizi di risto-razione riguardano le linee dell’asseprioritario Istanbul-Ankara-Konya,così come le relazioni con Smirne equelle dirette verso l’Est del Paese,per un totale di 66 treni serviti algiorno. La vincita della gara confer-ma la posizione di Cremonini tra iprimi operatori europei del settoreristorazione a bordo treno, con atti-vità realizzate da diverse societàcontrollate sui treni ad alta velocitàdi tutta Europa. (Alfio Paolangeli)

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Page 62: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

richi da 50.000 tonnellate di legno pervolta. Per ogni viaggio, che dura inmedia 17 giorni più 5 giorni per il ca-rico e 7 per lo scarico, sono impiegateoltre 50 persone; durante l’anno Kro-star realizza la tratta 16 volte. La se-conda tratta è quella che dall’Ucrainaattraversa il Mar Nero per arrivare inEuropa, trasportando ogni volta dal-le 3.000 alle 5.000 tonnellate di legno.«Per ottenere il legno non vengonopiù disboscate le foreste naturali, matutta la materia prima è certificata eproviene da due fonti principali: dal-le foreste piantate oppure dalla ma-nutenzione dei boschi. Il nostro valo-re aggiunto è una logistica che rendepossibili trasporti di grandi dimen-sioni», ha dichiarato Alimonti.

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L’assemblea dei soci di D’Amante,brand italiano del lusso operante nelsettore dei preziosi, ha approvato ilbilancio al 31 dicembre 2015; il fattu-rato si attesta a 29,3 milioni di euro,in crescita del 18 per cento rispettoai 24,9 milioni di euro nel 2014. «L’e-sercizio 2015 si chiude in crescitacon risultati che attestano un incre-mento attraverso tutte le linee di bu-siness a conferma della politica dicrescita progettata nel corso deglianni precedenti. Nel 2015 abbiamolavorato anche per rafforzare lastruttura interna dotandoci di pro-fessionalità in grado di rafforzarel’azienda per affrontare le nuove sfi-de individuate nel Piano industrialecome il potenziamento della rete re-tail con l’apertura di oltre 30 nuovegioiellerie in Italia e all’estero e levendite online», ha dichiarato FabioVerdini, presidente e fondatore diD’Amante. (Alfio Paolangeli)

Finita l’era del disboscamento sel-vaggio, oggi il legno è una materiaprima che si coltiva e raccoglie comeil mais o il grano. Destinato al com-mercio, il legno è prodotto principal-mente da foreste piantate o provienedalla manutenzione dei parchi, ne-cessaria per mantenere i boschi sani evitali. Lo testimonia il caso di Kro-star, azienda svizzera guidata dal-l’imprenditore bergamasco AngeloAlimonti operante nella logistica enel trading del legno che commercia-lizza 800 mila tonnellate l’anno diwoodchips e tronchi, la cui prove-nienza è garantita da certificazioniche ne assicurano l’origine da forestegestite in maniera responsabile. Kro-star sfrutta un vantaggio geografico etattico: si muove su rotte internazio-nali con carichi eccezionali. La rottaatlantica in particolare è caratterizzada grandi numeri: navi cargo di oltre200 metri di lunghezza realizzano ca-

San Gottardo, tecnologia Siemensper la sicurezza

Rolls-Royce, conBenetti per nuovimotori a propulsione

57 chilometri di lunghezza, 2 chilo-metri di profondità, 3.200 chilometridi fili elettrici e 2.600 chilometri di ca-vi per la trasmissione di dati; sonoquesti i numeri del tunnel del SanGottardo, la galleria ferroviaria piùlunga del mondo che ridurrà signifi-cativamente i collegamenti da e versoil Nord Europa spostando su binariogran parte del traffico merci e renden-do il trasporto di convogli e personepiù veloce e sicuro. Proprio in tema disicurezza un ruolo fondamentale èstato giocato da Siemens, ideatrice diun sistema automatizzato tra i più so-fisticati mai sviluppati in grado dimonitorare e gestire anche il rischioincendi. L’impianto permette, in casodi pericolo, l’intervento dei soccorsientro 15 minuti e l’abbandono deltunnel entro 90 minuti, ciò grazie alsupporto di cabine di controllo ester-ne regolate da un sistema di messag-gi vocali, frecce, scritte luminose e te-lefoni d’emergenza. Allo scattare del-l’emergenza, i passeggeri saranno

condotti attraverso i 176 cunicoli tra-sversali che ogni 300 metri colleganoi due canali lungo i quali corrono itreni; la progettazione del duplice ca-nale fa sì che un treno sia sempre ingrado di arrivare in aiuto di un altro.Le apparecchiature di videosorve-glianza sono collegate mediante caviin fibra ottica che trasmettono ogniinformazione a due centri di control-lo posti agli ingressi della galleria, re-golati a loro volta da un sistema di si-curezza: se uno dovesse guastarsi,l’altro sarà in grado di proseguire illavoro. Le informazioni apparirannosu schermi monitorati da 60 addettispecializzati che opereranno nei cen-tri di gestione. Una volta entrato apieno regime, nel tunnel passerannopiù di 200 treni giornalieri che lo per-correranno ad una velocità di 250 chi-lometri orari. (Alfio Paolangeli)

Krostar, trasportioceanici di legnodi prima qualità

D’Amante, un 2015d’oro per il branddi gioielli e preziosi

Il sistema di controllo del tunnel

Angelo Alimonti

SPECCHIOECONOMICO

Rolls-Royce e Benetti hanno firma-to un contratto per la fornitura di unanuova generazione di propulsori adalta efficienza ed estremamente leg-geri grazie all’utilizzo diffuso, per laprima volta, di materiali compositi.«I propulsori leggeri ad alta efficien-za sono un elemento fondamentalenel ridurre l’impatto ambientale diuno yacht moderno. Abbiamo lavo-rato a stretto contatto con Rolls-Roy-ce Marine con l’obiettivo di sviluppa-re un sistema di propulsione di eccel-lenza per la nostra nuova linea di me-gayacht esclusivi», ha dichiarto Vin-cenzo Poerio, amministratore delega-to di Benetti. «L’accordo rappresentaun ulteriore consolidamento del ruo-lo di Rolls-Royce in Italia. Svilupparenuove applicazioni delle nostre tec-nologie, insieme a imprese italianeleader nei loro settori, crea soluzionivincenti sia per la Rolls-Royce, siaper il nostro Paese», ha commentatoGiuseppe Ciongoli, presidente diRolls-Royce Italia. (Alfio Paolangeli)

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Page 63: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

za delle sculture di Troubetzkoy stanel lavorare materiali teneri comel’argilla, la cera modellata, il masticecon la stecca e utilizzare le sue ditalasciando nella materia malleabiledelle pennellate colorite che trasmet-tono l’essenza della sua natura psico-fisica e reagiscono in modo diversoalla luce. Famose sono le patinaturedei suoi gessi - bronzo, giallo ocra,verde oliva - e l’esclusiva tecnica difusione a cera persa. Termina il per-corso della mostra la parziale rico-struzione, realizzata partendo da al-cune foto storiche in possesso delmuseo, dello studio francese di Trou-betzkoy e dello studiolo di Suna, an-dato distrutto in un incendio.

63SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

Il museo del Paesaggio di Verbaniacollocato a Palazzo Viani Dugnani,dotato di una collezione permanentedi opere di pittura, scultura e archeo-logia, riapre nel piano terra dopo dueanni e mezzo di chiusura per lavoridi restauro con una rassegna dedica-ta, in occasione dei centocinquant’an-ni dalla nascita, allo scultore PaoloTroubetzkoy. Fino al 30 ottobre sa-ranno esposte 150 sculture in gesso,parte del patrimonio di opere donateal museo dagli eredi dell’artista persua stessa volontà. Il museo conservainfatti 306 tra bozzetti e modelli ingesso, 1 in terra cruda, 9 in plastilina,6 cere per fusione, 6 bronzi e 12 mar-mi per un totale di 340 opere dell’ar-tista che fu considerato uno dei mag-giori scultori del Novecento. La mo-stra presenta i materiali e i soggettida lui prediletti: eleganti figure fem-minili, delicati nudi, animali, balleri-ne e ritratti. Il segreto della leggerez-

Palazzo Scanderbeg,vacanze di lussonel centro di Roma

Volotea, da Torinoriparte la rotta versoOlbia e Lampedusa

La Capitale si arricchisce di unastruttura ricettiva unica nel suo ge-nere; a pochi passi da Fontana diTrevi, Piazza di Spagna e Piazza Na-vona, il Palazzo Scanderbeg si affac-cia sull’omonima e pittoresca Piazzadove l’ospite è proiettato nello sce-nario teatrale della suggestiva CittàEterna. Struttura ricettiva di lussocomposta da quattro piani e formatada undici appartamenti di diversametratura (il più grande deiquali misura 166 metri quadra-ti), Palazzo Scanderbeg è situa-to a due passi dalle vie tradizio-nali dello shopping, dai teatri,dalle sedi delle istituzioni, daimusei e ristoranti più alla mo-da. Oggi Palazzo Scanderbegrende omaggio al suo illustrepassato con uno stile contempo-raneo, sobrio e raffinato, impre-ziosito da pavimenti in legno eda alti soffitti con travi a vista.«Palazzo Scanderbeg completala nostra offerta ricettiva nei

punti strategici del turismo romano,il Visconti Palace Hotel vicino a SanPietro e l’Hotel Capo d’Africa neipressi del Colosseo. Puntiamo mol-to su quello che si è dimostrato ilfattore vincente negli altri due al-berghi: il servizio. A Palazzo Scan-derbeg l’ospite è riverito aldilà diogni sua aspettativa, nel rispettodella privacy e della discrezione. Lareception assiste gli ospiti 24 ore su24, soddisfacendo ogni loro deside-rio in maniera impeccabile. Sono di-sponibili altri servizi altamente per-sonalizzati, come il maggiordomo elo chef a domicilio su richiesta. Gliappartamenti sono dotati di cucinacompletamente attrezzata, compre-sa una piccola selezione di prodottigastronomici in omaggio», ha di-chiarato il general manager Giaco-mo Guzzardi. (Alfio Paolangeli)

Paolo Troubetzkoy,una mostra per i suoi 150 anni

IBSA Farmaceuticiin difesa delle donnein gravidanza

«Padre e figlia»

Roma. Palazzo Scanderbeg

IBSA Farmaceutici Italia è promo-trice dell’iniziativa «Progetto IBSAper le madri migranti», campagnache rappresenta una prima rispostaall’appello lanciato a gennaio 2016dal ministero della Salute e dall’AI-FA che intende promuovere e pro-teggere, attraverso l’uso appropriatodei farmaci, la salute di malati vul-nerabili quali sono i migranti, gliemarginati e le fasce deboli della po-polazione, favorendo inoltre unamaggiore comprensione dei diritti edelle modalità di accesso alle cure.Proprio in tale contesto si inserisce ilprogetto di IBSA Farmaceutici Italiache pone l’accento sulla iodoprofi-lassi ed è volto a sensibilizzare, attra-verso la distribuzione di materialiinformativi in lingua araba, francese,inglese, rumena, albanese e italiana,le donne in attesa o che allattano, cir-ca l’importanza di un corretto ap-porto di iodio. (Alfio Paolangeli)

Doppia novità per Volotea dall’ae-roporto di Torino: riparte infatti larotta Torino-Olbia e il nuovo colle-gamento verso Lampedusa. Due rot-te pensate appositamente per i viag-giatori che vogliono sfruttare l’iniziodella bella stagione per raggiungeredue tra le più affascinanti località tu-ristiche in Italia. «Siamo davvero en-tusiasti di inaugurare la nuova rottaalla volta di Lampedusa e ripristina-re, dopo i successi delle scorse estati,il collegamento per Olbia», ha di-chiarato Valeria Rebasti, commercialcountry manager Volotea in Italia.Per l’estate 2016, l’offerta di Voloteada Torino si articola in 830 voli verso7 destinazioni: 4 in Italia (Cagliari,Lampedusa, Olbia e Palermo), 1 inSpagna (Palma di Maiorca) e 2 inGrecia (Corfù e Skiathos). Volotea,operativa in Italia dall’aprile 2012, èuna compagnia aerea con sede aBarcellona e ha recentemente rag-giunto i 7 milioni di passeggeri tra-sportati. (Alfio Paolangeli)

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Page 64: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

d’azzardo patologico. Tra le varie at-tività, da segnalare che le carte di cre-dito emesse dal Gruppo BPER nonsono utilizzabili per operazioni dipagamento negli esercizi o siti inter-net classificati come «gambling», cioègioco d’azzardo. «Siamo una bancanazionale radicata nei territori che haa cuore il benessere delle comunità.In questo quadro di responsabilitàsociale d’impresa si collocano le ini-ziative che abbiamo attuato per con-trastare la diffusione del gioco d’az-zardo patologico, una grave malattiain grado di distruggere famiglie e ri-sorse», ha dichiarato AlessandroVandelli, amministratore delegato diBPER Banca. (Alfio Paolangeli)

64 SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

Continua l’impegno della Bancapopolare dell’Emilia Romagna perinformare, prevenire e avviare atti-vità di contrasto riguardo alla praticasempre più diffusa del gioco d’azzar-do patologico che colpisce, solo inItalia, circa 900 mila persone; l’Istitu-to ha infatti realizzato il «vademe-cum giocatori d’azzardo patologici eservizi bancari». Il documento, unanovità assoluta in ambito nazionale,ha lo scopo di informare i familiaridel giocatore patologico sui principa-li servizi bancari e sui comportamen-ti che possono consentire di tutelarsinel rispetto della normativa vigente,del diritto alla riservatezza e del se-greto bancario. Il Gruppo BPER èinoltre stato una delle prime realtàbancarie a emanare nel 2013 un’ap-posita circolare, rivolta ai propri di-pendenti, che definisce una serie diazioni rispetto alla tematica del gioco

Cisco Italia, per le smart city ilmomento è oggi

Cameo, ricercae innovazione ilsegreto del successo

«Il momento migliore per accelera-re la trasformazione digitale dellenostre città e dei nostri territori è og-gi: ci sono le condizioni per passareda un approccio basato sulla realiz-zazione di singoli progetti a una stra-tegia condivisa e integrata per coglie-re tutti i frutti positivi della digitaliz-zazione». Questo il messaggio diAgostino Santoni, amministratoredelegato di Cisco Italia, che è interve-nuto all’edizione 2016 del Techno-logy Forum. Un messaggio positivo,basato sulla convergenza di una seriedi elementi: un maggiore impegnodal punto di vista istituzionale, il la-voro sulla regolamentazione che faci-liti la collaborazione fra pubblico eprivato fondamentale per la sosteni-bilità economica dei progetti e nonultima la disponibilità oggi di tecno-logie che consentono di interconnet-tere in modo sempre più vasto e in-novativo persone, cose, dati, proces-si. È per questo motivo che Cisco,quando collabora con le amministra-

zioni pubbliche di tutto il mondo,parla di smart & connected commu-nities e non semplicemente di cittàintelligenti. Citando il piano Digita-liani, con cui Cisco si è impegnata ainvestire 100 milioni di dollari nel-l’arco di tre anni per accelerare la di-gitalizzazione dell’Italia, Santoni hainfine evidenziato che il tema dellesmart city è parte integrante del pro-getto, che prevede azioni a favoredello sviluppo tecnologico di infra-strutture strategiche anche per lecittà, quali utility e trasporti, e si de-clina anche a supporto delle agendedigitali locali. «Sviluppare città e ter-ritori digitali è una condizione fon-damentale perché la digitalizzazionedel nostro Paese acceleri e si dispie-ghi in modo sistematico» ha conclu-so Santoni. (Alfio Paolangeli)

Gruppo BPER, in prima fila controil gioco d’azzardo

L’Hotel Principe diPiemonte non è soloun albergo di lusso

Agostino Santoni

Alessandro Vandelli

Il Grand Hotel Principe di Piemon-te di Viareggio (LU), meta ormai af-fermata grazie all’ampia disponibi-lità di sale congressi perfettamenteequipaggiate e all’atmosfera versilia-na, offre ai propri ospiti tante attivitàcomplementari. In particolare, leaziende che organizzano un eventonel Grand Hotel possono far vivereai propri invitati una gita in barca allago di Massaciuccoli (con tappa allacasa di Giacomo Puccini) e/o una vi-sita guidata al Parco Naturale Mi-gliarino-San Rossore-Massaciuccoli.Grand Hotel Principe di Piemonte,storico e prestigioso hotel di lussoche si affaccia sul lungomare di Via-reggio, è membro di Small LuxuryHotels of the World, brand che racco-glie centinaia di prestigiosi alberghinel mondo; disponde di 106 camere,87 standard e 19 suite, distribuite sucinque piani. (Alfio Paolangeli)

Cameo, azienda alimentare specia-lizzata nei preparati per dolci, nellepizze surgelate e nei dessert freschi,ha chiuso il 2015 con un incrementodei ricavi che si attestano intorno ai258 milioni di euro. «Per rispondereal perdurare di una situazione di no-tevole insicurezza dei mercati, Ca-meo conferma la propria strategia diinvestire in ricerca, sviluppo e inno-vazione perché siamo convinti chequesto atteggiamento possa fare ladifferenza. Con i nostri 200 prodottimanteniamo quote di mercato che ciposizionano ai vertici in tutti i settoriin cui operiamo. Anche per il 2016intendiamo continuare a perseguiretutte le possibilità che si presente-ranno per ampliare il mercato man-tenendo sempre i nostri elevati stan-dard qualitativi e continuando nel-l’azione di ampliamento della gam-ma di prodotti che rispondano alleesigenze dei consumatori», hannodichiarano Alberto de Stasio e PeterIrle, direttori generali di Cameo.

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65SPECCHIOECONOMICORETROSPECCHIO

Un brevetto per poter scegliere ilgruppo di lavoro migliore tra 408professionisti in tutta Italia e realiz-zare progetti di industrial design dal-le auto ai treni, passando per la nau-tica e l’arredamento. Così si presentaIDstile, azienda che dal 2012 ha giàall’attivo oltre 200 progetti in tutto ilmondo e che ha ideato un model-lo per individuare la squadra dilavoro, formata da designer, pro-gettisti, ingegneri e grafici, alprezzo più basso. «Questa moda-lità permette di avere maggioririsorse professionali che, grazie alfatto di poter scegliere in tuttaItalia, hanno costi ridotti purmantenendo prestazioni di altis-simo livello. Siamo l’unica azien-da di design in Italia che sviluppail prodotto in funzione del costodi produzione: a differenza dimolte altre realtà, noi partiamo

Per il successo di una politica diriforme si deve porre maggiore atten-zione ai fattori produttivi «capitale» e«lavoro», cioè Digital Transformationdella P.A. e gestione del cambiamentodelle risorse umane come funzione diproduzione delle riforme. È questal’originale chiave di lettura propostada Leonardo Bertini, presidente efondatore di Concreta-Mente, nel vo-lume «Concreta-Mente 2007-2017: 10anni di idee e proposte». «Il volume,un libro ipermediale con interviste suYouTube e versione eBook, costitui-sce una piattaforma di idee in conti-nuo aggiornamento che abbiamo vei-colato ai decisori istituzionali nel no-stro ruolo di agente di cambiamento.Questo libro dimostra una capacitàstrategica e di visione di lungo perio-do, insieme ad una concretezza rea-lizzativa, cosa che manca nei progettidi innovazione nella P.A.», ha dichia-rato Leonardo Bertini. Il volume pro-pone le proposte dell’associazionefondata e guidata da Leonardo Berti-ni a partire dal 2007 con una chiave di

lettura originale: il coinvolgimentodel fattore umano e la trasformazionedigitale dell’organizzazione comeelementi chiave di successo per unapolitica di riforme. «Le nostre idee-progetto sono legate da un filo rosso:l’innovazione tecnologica e organiz-zativa e l’introduzione della visionedi un cittadino 2.0 che non subisca so-lo le decisioni altrui, ma che sia ‘pro-sumer’ per una nuova partnershipcon la P.A.», ha spiegato Bertini.Spesso viene sottostimato il peso del-le azioni di comunicazione e informa-zione - formazione, leadership e pro-getti pilota, monitoraggio e controllo,premi e disincentivi, - ovvero delchange management, la gestione del

IDstile, il brevettoper esportare il Made in Italy

Firenze e Microsoft,il primo passo verso la digitalizzazione

Concreta-Mente, 10 anni di proposte e di idee «concrete»

dal ‘target price’ e realizziamo diconseguenza un progetto verificandonei fornitori e produttori la possibi-lità di realizzazione nelle miglioricondizioni», ha dichiarato Matteo Ci-belli, amministratore delegato di ID-stile. Con questo processo di selezio-ne brevettato IDstile ha dato il via aprogetti di grande portata come adesempio il Viper, il primo treno ad al-ta velocità per la Cina completamen-te progettato e prototipato in Italia,oppure il sistema di sonorizzazioneper gli hotel Casinò di Macau. IDsti-le, uscita dalla fase di start up, regi-stra una continua crescita del fattura-to con un aumento medio stabiledell’80 per cento di anno in anno.

Matteo Cibelli

Leonardo Bertini

Il Comune di Firenze ha scelto letecnologie di Microsoft per compiereil primo passo verso la digitalizza-zione dei servizi pubblici. Il processoè stato avviato a partire dal 2014,quando è scaturita l’esigenza di sem-plificare i modelli di lavoro interni edi agevolare una maggiore flessibi-lità rispetto all’elevata complessitànelle operazioni di configurazioneche caratterizzava le infrastrutturetecnologiche preesistenti. Questo haportato a valutare una svolta versouna soluzione in grado di assicurareun più alto livello di efficienza, inno-vazione, collaborazione e maggiorifunzionalità adottando Microsoft Of-fice 365: un’evoluzione che non è li-mitata alla sola posta elettronica, masi concretizza in una suite completa eintegrata di servizi per l’ufficio e lacollaborazione dedicati all’incremen-to della produttività. (Alfio Paolangeli)

cambiamento che porta all’accetta-zione, alla consapevolezza e al coin-volgimento di cittadini, imprese eP.A. su un processo di riforma che sideve accompagnare alla digital orga-nization, cioè la trasformazione versoil digitale delle organizzazioni pub-bliche attraverso la re-ingegnerizza-zione dei processi e l’utilizzo deglistrumenti 2.0. Una visione che il vo-lume chiarisce ampiamente propo-nendo idee e suggerimenti realizzabi-li per l’Italia che verrà. Concreta-Mente è un’officina di idee per l’In-novazione, una «scatola pensante»che si occupa di innovazione sociale,organizzativa e tecnologica. Un’asso-ciazione di promozione sociale e in-dipendente formata da giovani pro-fessionisti con competenze maturatein ambiti aziendali, dell’università,delle libere professioni e dell’ammi-nistrazione pubblica, che si sono rico-nosciuti in un manifesto programma-tico e si propongono di offrire solu-zioni innovative ai decisori politici edistituzionali per correggere alcunedelle criticità che caratterizzano il si-stema Italia e contribuire a formareuna cittadinanza Europea. L’ambizio-ne è raggiungere il duplice obiettivo,da un lato, di sviluppare e valorizza-re capitale umano e giovani energie e,dall’altro, di metterli in rete (non soloin internet). Fare rete in modo traspa-rente è il valore aggiunto del mettereinsieme competenze diverse.

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novabili che consenta di ridurre leemissioni inquinanti. Flotta Verdenon significa solo utilizzare il bio-combustibile ma raccoglie un insie-me di procedure come i sistemi e pre-disposizioni, i led per l’illuminazio-ne, le vernici speciali per gli scafi, gliassetti propulsivi economici, la puli-zia delle eliche, alcuni dei quali in at-to che, insieme, permetteranno di ri-durre i consumi e risparmiare centi-naia di tonnellate di combustibilel’anno, oltre a contribuire al raggiun-gimento degli impegni assunti dall’I-talia e dall’Unione Europea in campointernazionale sul contenimento del-le emissioni d’inquinanti atmosfericie dei gas a effetto serra.

66 SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

A due anni dalla firma dell’accor-do di cooperazione la Marina Italia-na e quella degli Stati Uniti hannosvolto una verifica sui significativi ri-sultati conseguiti nella ricerca e svi-luppo dei combustibili alternativiper la riduzione delle emissioni in-quinanti. Infatti nave Etna, rifornitri-ce della Marina, ha rifornito dicombustibile verde derivatoda fonti rinnovabili, prodottonegli stabilimenti della bioraf-fineria Eni di Venezia, le navidel Carrier Strike Group Ei-senhower e il cacciatorpedinie-re Andrea Doria. Un’attivitàche rientra nel programma#FlottaVerde, avviato nel 2012in Italia con l’avvio della colla-borazione tra la Marina Milita-re ed Eni per lo sviluppo di uncombustibile navale di tiposintetico derivato da fonti rin-

Leonardo,consegnato l’ultimoM-346 a Israele

Infiniti in Italia, record di autovendute a maggio

Nello stabilimento Leonardo-Finmec-canica di Venegono Superiore (Vare-se), l’amministratore delegato e diret-tore generale di Leonardo Finmecca-nica, Mauro Moretti, ha incontrato ilgen. Shmuel Tzuker, del Ministerodella Difesa Israeliano, in occasionedella consegna dell’ultimo dei 30Aermacchi M-346 ordinati da Israelenel 2012. Presenti anche l’amba-sciatore israeliano in Italia, NaorGilon e il capo della Divisionevelivoli di Leonardo-Finmecca-nica, Filippo Bagnato. La conse-gna del primo velivolo a Israele èstata effettuata nel 2014 e in me-no di due anni tutti i 30 velivolisono stati consegnati al cliente.Gli Aermacchi M-346 stanno di-mostrando un’elevata efficienzaoperativa ed hanno già effettuatooltre 10 mila voli per un totale di7.500 ore. «È stato un momentosignificativo come ha sottolinea-to lo stesso Tzuker che ha espres-so massima soddisfazione per la

scelta del nostro velivolo. L’Aermac-chi M-346 si è affermato in tutte leprincipali competizioni internazio-nali e addestra i piloti delle Forze ae-ree italiana, israeliana e di Singapo-re. Il nostro addestratore è prossimoa fare il debutto in Polonia ed è can-didato per la gara della U.S. Air For-ce per 350 velivoli», ha dichiaratoMauro Moretti. «Desidero ringrazia-re Leonardo-Finmeccanica e i suoidipendenti per l’eccellente risultatoindustriale e per il supporto fornitoalla Forza aerea israeliana. I nostripiloti sono grandi sostenitori dellecapacità dell’M-346 perché i velivolihanno superato le nostre miglioriaspettative», ha concluso il gen. Sh-muel Tzuker. (Alfio Paolangeli)

Marina, primorifornimento dicombustibile green

Blue Air, inauguratoil nuovo volo direttoTorino - Atene

Shmuel Tzuler e Mauro Moretti

La compagnia aerea Blue Air hainaugurato il nuovo volo diretto To-rino - Atene che verrà effettuato condue frequenze settimanali, ognimartedì e sabato. I biglietti sonoprenotabili attraverso tutti i canalidi vendita Blue Air: sul sitowww.blueairweb.com, tramite ilcall center al numero 06 48771355 ein tutte le agenzie di viaggio partnerdi Blue Air; le tariffe includono losnack a bordo ed il bagaglio a manodi 10 chilogrammi. Con tre aerei dibase nell’aeroporto di Torino, BlueAir offre collegamenti verso le de-stinazioni italiane di Roma, Alghe-ro, Bari, Catania, Lamezia Terme ePescara. Completano il network ivoli diretti low cost per Atene, Berli-no, Londra (Luton), Madrid, Buca-rest e Bacau, oltre ai voli per le de-stinazioni estive Ibiza, Minorca ePalma di Maiorca. (Alfio Paolangeli)

Sulla scia dei buoni risultati realiz-zati in Italia e in Europa nei primiquattro mesi dell’anno, nel mese dimaggio 2016 Infiniti in Italia ha rea-lizzato il record senza precedenti di337 immatricolazioni, contro le 23dello scorso anno. Lo straordinarioincremento eleva maggio 2016 a mi-gliore mese della storia del brand dal-l’inizio della distribuzione in Italia.«Infiniti in Italia cresce ininterrotta-mente dall’inizio dell’anno grazie al-l’ottima accoglienza dei nuovi pro-dotti e all’ampliamento della rete di-stributiva. L’Italia è la patria del desi-gn e una nazione strategica all’inter-no degli ambiziosi obiettivi di cresci-ta in Europa: Q30 è la vettura perfettaper il selettivo pubblico italiano», hadichiarato Stéphane Chemama, diret-tore dei mercati per il sud Europa.Dall’inizio dell’anno Infiniti in Italiaha immatricolato ben 688 unità conuna crescita del 278 per cento rispet-to al medesimo periodo dell’annoprecedente. (Alfio Paolangeli)

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tributiva. Lo sport è un campo spes-so caratterizzato da carriere brevi,per questo la regolarità contributivafin dai primi anni di lavoro è crucialeper garantire un futuro pensionisticoai calciatori», ha commentato TitoBoeri. «Con questo accordo scendia-mo in campo insieme a Inps e LegaPro per il rispetto delle regole fiscalie contributive da parte delle societàcalcistiche. Grazie ai dati economici edi bilancio saremo in prima linea siaper incentivare il fair play fiscale e leregolarizzazioni, sia per garantire unpercorso guidato di informazione eformazione a supporto della traspa-renza e della legalità nell’ammini-strazione e conduzione dei club», haconcluso Rossella Orlandi.

na Calcio Professionistico GabrieleGravina. «L’accordo nasce per raffor-zare in ambito calcistico la culturadella legalità nell’amministrazionedi ogni singolo club sportivo. Il pro-tocollo prevede, oltre alla collabora-zione e allo scambio dei dati tra glienti aderenti, un progetto di forma-zione finalizzato alla sensibilizzazio-ne delle società in linea con lo spiritodi riforma che sta ispirando l’attivitàdella nostra Lega sui temi della lega-lità e trasparenza nella gestione dellesocietà sportive», ha dichiarato Ga-briele Gravina. «La collaborazionecon Lega Pro e Agenzia delle Entratecostituisce uno strumento di preven-zione dell’evasione ed elusione con-

67RETROSPECCHIO

Un protocollo di intesa, che si inse-risce come ulteriore tappa del proget-to Integrity - iniziativa volta a pro-muovere in ambito calcistico la cultu-ra della trasparenza e della legalità -è stato siglato tra il presidente del-l’Inps Tito Boeri, il direttore dellaAgenzia delle Entrate Rossella Or-landi e il presidente della Lega Italia-

Bari diventa la basedella compagniaaerea Mistral Air

Instapro, il mercatogratuito dei lavorie servizi per la casa

A partire da luglio la compagniaaerea Mistral Air, mettendo in basestabile a Bari un aereo di tipologiaATR 72, offrirà nuovi collegamentiper Tirana, Catania e Perugia; ma ilcollegamento per Tirana non è l’uni-ca novità frutto degli accordi tra Mi-stral Air e Aeroporti di Puglia. Con-testualmente all’apertura della baseil vettore, uno dei principali operato-ri aerei italiani nel settore charter amedio raggio che da anni collaboracon successo con Aeroporti di Pugliacon voli per destinazioni internazio-nali, volerà anche su Catania e Peru-gia. «L’apertura della base di Mistralè un primo passo di un programmache ci consente di guardare a ulterio-ri opportunità di sviluppo. Il posizio-namento di un aereo in Puglia, infat-ti, ci permette di lavorare verso mer-cati di nicchia e più funzionali alleesigenze della clientela che tantopossono contribuire alla crescita delnostro territorio e della nostra econo-mia. Attraverso il radicamento di

vettori sui nostri scali puntiamo allafidelizzazione della clientela e a fareun ulteriore balzo in avanti del traffi-co passeggeri il cui incremento fa sìche la rete pugliese emerga nel conte-sto nazionale come una delle realtàpiù dinamiche», ha dichiarato MarcoFranchini, direttore generale di Aero-porti di Puglia. Oltre ai voli per Tira-na, Catania e Perugia, Mistral Air of-fre una ricca programmazione cheper questa estate comprende i voliper molte isole greche come Corfù,Rodi, Zante, Cefalonia, la Bulgariacon Sofia e quelli per Mostar e Pau-Lourdes. Sull’aeroporto di Bari, oltread un primo aereo ATR 72 passegge-ri, sarà basato anche un ATR 72 cargodestinato al servizio postale e allosviluppo di altre attività merci pre-senti nell’area. (Alfio Paolangeli)

Firmata intesa traInps, Lega Pro eAgenzia delle Entrate

Rossella Orlandi

Gabriele Gravina

Tito Boeri

Marco Franchini

SPECCHIOECONOMICO

La casa rimane tra i desideri degliitaliani: a confermarlo è stata la nuo-va edizione del Barometro dei serviziper la casa realizzato da Instapro.it,marketplace sbarcato in Italia lo scor-so settembre dopo il successo olande-se che trimestralmente racconta gliultimi trend di mercato fornendo unafotografia degli «usi e consumi» degliitaliani in ambito casa. Dalla nuovaricerca risulta che gli italiani sono di-sposti a spendere per migliorare lapropria abitazione, spesso affidando-si a un professionista. La percentualedi chi ha deciso di investire nel mi-glioramento della casa è passata daun 63 per cento dell’ultimo trimestre2015, ad un 70 per cento nel primotrimestre 2016. Instapro.it è una startup italiana dedicata ai servizi per lacasa che fa capo all’azienda olandeseWerkspot.nl. La piattaforma onlinemette in diretto contatto consumatorie professionisti per interventi di ma-nutenzione, progetti di ristruttura-zione fino alle opere di costruzione.

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on un debito pubblico che hatoccato il record storico di oltre2.228 miliardi, è difficile imma-ginare una diminuzione delletasse. D’altronde anche con una

pressione fiscale pari al 43,5 per cento delPil, dato 2015, è complicato ridare fiato allefamiglie o alle imprese stremate da una crisisenza precedenti. Una prima risposta politi-ca a questa antitesi è che bisogna prima ri-durre la spesa pubblica, cominciando a ta-gliare quella improduttiva, così da liberarerisorse. Peccato che i risultati siano scarsi e itempi troppo lunghi. Per il presidente dellaCorte dei Conti, Raffele Squitieri, la spen-ding review è stata un parziale insuccesso enei prossimi anni i margini di risparmio dallato delle spese potrebbero rivelarsi limitati.Per non parlare dell’accusa che i tagli nonderivano solo da efficienza e razionalizza-zione ma da operazioni assai meno mirate dicontrazione, se non di soppressione, di pre-stazioni rese alla collettività.

Una seconda risposta politica è quella diridurre le tasse per rilanciare la crescita. Èvero che, a livello europeo, conta il rapportodebito su Pil e che per rientrare nei parametrisi può agire anche sul denominatore di que-sta frazione, peccato che la scelta di elimina-re l’Imu sulla prima casa e la Tasi, essendogeneralizzate, non abbiano avuto un impattosignificativo sui consumi. Neanche le propo-ste ora in campo, bonus bebè e riduzionedelle aliquote intermedie Irpef, appaiono ri-solutive in tal senso, non essendo rivolte aiceti meno abbienti, che hanno una maggiorepropensione marginale al consumo. Semmaiavrebbero più senso l’abbassamento dellaprima aliquota Irpef, l’estensione della notax area o il bonus di 80 euro ad incapienti epensionati al minimo.

La risposta dell’Unc è che, in attesa di po-ter ridurre le tasse, urge almeno cambiarne lacomposizione. La prima riforma che andreb-be fatta è proprio quella del Fisco, se voglia-mo restituire capacità di spesa alle famigliee, per questa via, dare impulso alla crescita.Come? Certo nella direzione opposta rispet-to a quella seguita in questi ultimi vent’anni,quando le scadenze europee, l’urgenza dimanovre correttive, la facilità di reperire isoldi incidendo su tutti gli italiani invece chesu una limitata platea di riferimento, i taglilineari, hanno portato ad un aumento genera-lizzato della pressione fiscale, senza distin-zione alcuna rispetto al reddito, colpendo inegual misura benestanti e chi si limitava avivere dignitosamente. Con lo scoppio dellacrisi, questa situazione, già grave, è peggio-rata. Le risorse sono state reperite da conti-nui rialzi delle accise sui carburanti e dell’I-va. Il nostro sistema tributario, sempre menoinformato ai criteri di progressività sanciti

dall’art. 53 della Costituzione, si è caratte-rizzato per aumenti di imposte proporziona-li, quando non regressive. Anche il federali-smo fiscale ha pesato nell’impoverire il cetomedio, essendo le imposte locali, dall’acquaai rifiuti, non rispettose del criterio della ca-pacità contributiva. E quando, nonostante ildebito, si sono volute ugualmente ridurre letasse, per ragioni elettorali si è preferito ta-gliare quelle progressive, più percepibili e,quindi, più odiate, come l’Irpef, aumentandoquelle nascoste, che gravano su tutti in modouguale, compensando questi tagli con mino-ri trasferimenti agli enti locali e conseguentiincrementi di balzelli comunali, così da farricadere le responsabilità su altri.

Secondo la Cgia di Mestre, il 96 per centodelle tasse che gravano sulle famiglie dei la-voratori dipendenti sono invisibili, ossiavengono prelevate alla fonte (65 per cento),in busta paga, o sono nascoste (31 per cen-to), incluse nei beni o nei servizi che vengo-no acquistati. Solo il 4 per cento è versato alfisco consapevolmente, vale a dire attraver-so un’operazione di pagamento: bollo auto eTari. Per la Confcommercio, in vent’anni,dal 1995 al 2015, le tasse locali sono saliteda 29,7 a 103,4 miliardi di euro con un balzodel 248 per cento, mentre quelle centrali so-no passate da 228,4 a 393,1 miliardi con unacrescita del 72 per cento. Stando ad uno stu-dio della Uil, le imposte e tasse locali pagatedai contribuenti tra il 2013 ed il 2015 sonoaumentate di 7 miliardi di euro, dai 42 mi-liardi del 2013 ai 49 del 2015.

Come invertire questa rotta? Certo conun’assunzione di responsabilità da parte del-la classe politica ed una revisione critica sul-l’attuale assetto del federalismo fiscale, chefino ad ora ha solo moltiplicato i centri dispesa. Da parte nostra, per non cadere nellafacile tentazione di dire solo quali tasse ri-durre, proponiamo prima dove reperire nuo-ve entrate. La via è indicata nel rapporto sul-la finanza pubblica della Corte dei Conti checi ricorda che dal 2011 ad oggi c’è stata unasignificativa dilatazione delle agevolazionifiscali. Dal 2011 al 2016 sono passate da720, con un vuoto di gettito per 254 miliardi,a 799, con una perdita di 313 miliardi.

È sull’Irpef che si viene a concentrare ilmaggiore impatto erosivo, sia come numero(176), sia come ricadute sul gettito (ben 105miliardi, quasi il 40 per cento del «costo»complessivo). È evidente che si può comin-ciare da qui. Le risorse per abbassare la pres-sione fiscale sulle famiglie più in difficoltàpossono essere trovate proprio nel taglio del-le agevolazioni fiscali che si sono stratificatenel tempo, ma che sembrano rispondere piùad esigenze elettorali che non ad una logicaeconomica, ad un principio di equità o aduna funzione redistributiva. ■

SEGRETARIO GENERALEDELL’UNIONE NAZIONALECONSUMATORI

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La risposta dell’UnioneNazionale Consumatori è

che, in attesa di poter ridurre le tasse, urge almeno cambiarne la

composizione. La primariforma che andrebbe

fatta è proprio quella del Fisco, se vogliamo

restituire capacità dispesa alle famiglie e, perquesta via, dare impulsoalla crescita. Le risorse

per abbassare la pressione fiscale sulle

famiglie più in difficoltàpossono essere trovate

proprio nel taglio delle agevolazioni fiscali che si

sono stratificate nel tempo, ma che sembrano rispondere più ad esigenzeelettorali che non ad unalogica economica, ad un

principio di equità o ad unafunzione redistributiva.

Da parte nostra, proponiamo prima dovereperire nuove entrate

DI MASSIMILIANO DONA

CC

UURRGGEE RRIIFFOORRMMAA FFIISSCCAALLEE:: EECCCCOODDOOVVEE RREEPPEERRIIRREE NNUUOOVVEE EENNTTRRAATTEE

SPECCHIOECONOMICO

Prima di ridurre le tasse, urge almeno cambiarne la composizione

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69SPECCHIOECONOMICO

Luciano Luffarelli è ilnuovo responsabile dellacomunicazione e dellerelazioni istituzionali diPiaggio Aerospace, unatra le più significativeaziende di produzioneaeronautiche italiane gra-zie al suo prodotto dipunta, l’Avanti EVO.

Valentina Scotti èstata nominata ammini-stratore delegato di RisoScotti Danubio, societàdel Gruppo con sede inRomania; la Risco Scottiè un’azienda alimentareitaliana specializzatanella produzione e nellalavorazione del riso.

Beniamino Quintieriè stato nominato nuovopres idente d i Sace ,Gruppo che assume inassicurazione e/o in rias-sicurazione i rischi a cuisono esposte le aziendeitaliane nelle loro transa-zioni internazionali enegli investimenti all’estero.

D-Link corporation,azienda di elettronica tai-wanese fondata nel 1986a Taipei che progetta, svi-luppa e produce soluzionidi rete orientate sia almercato dei consumatorisia a quello aziendale, hanominato nuovo presi-dente globale John Hsuan.

ADS, accertamento dif-fusione stampa, societàche certifica, fin dal1975, i dati di diffusione,tiratura e distribuzionedella stampa quotidiana eperiodica pubblicata inItalia, ha eletto comenuovo presidente CarloMandelli.

Dedagroup, gruppo che supportaaziende, enti pubblici e istituti finanziarinelle loro strategie IT e digitali con com-petenze tecnologiche, applicative e disystem integration, ha nominato FabioMeloni a direttore generale della neona-ta business unit public sector & utilities.

Roberto Barbieri èstato confermato ammi-nistratore delegato diSagat, società costituitanel 1956 che gestiscel’aeroporto di Torino-Caselle. Il 2015 si è chiu-so con un aumento delnumero di passeggeri del6,8 per cento rispetto al 2014.

Annalisa Sala haassunto l’incarico di diret-tore delle risorse umanedi tutto il Sud Europadella statunitense Mattel,una delle più grandi caseproduttrici di giocattolidel mondo;commercializ-za anche bambole e gio-chi da tavola.

Qundis, azienda ope-rante nella produzione diripartitori e contatori dicalore per il monitorag-gio dei consumi, ha nomi-nato Antonello Guzzetticountry manager perl’Italia per la conseguen-te apertura della filialeitaliana a Milano.

Marco Nespolo è ilnuovo amministratoredelegato di Cerved, grup-po con sede a Milano chevaluta la solvibilità e ilmerito creditizio delleimprese, monitora egestisce il rischio di cre-dito durante tutte le fasi edefinisce strategie di marketing.

Roncadin, azienda ita-liana che produce pizzesurgelate di alta qualitàper il mercato italiano emondiale con un fatturatoannuo di 90 milioni dieuro, ha affidato aSabino Gravina lo svi-luppo del brand per ilmercato italiano.

Emanuele Cottino è stato nominatonuovo presidente di Aksìa Group, ope-ratore di private equity che gestisce esviluppa attivamente le aziende cheacquisisce fornendo loro capitali, strate-gia, competenze industriali e gestionemanageriale.

Bernabò Bocca è statorieletto alla presidenza diFederalberghi, organizza-zione che rappresenta leesigenze e le propostedelle imprese alberghierenei confronti delle istitu-zioni e delle organizza-zioni politiche, economi-che e sindacali.

Massimiliano Poglianiè il nuovo amministratoredelegato di Illycaffè,azienda specializzata nellaproduzione di caffè, consede e stabilimento di pro-duzione a Trieste, da doveviene seguito tutto l’iterdel prodotto, dalla coltiva-zione alla preparazione nei bar.

BNP Paribas SecuritiesServices, ramo della BNPParibas che offre servizi econsulenza a tutti gli atto-ri coinvolti nel ciclo d’in-vestimento nell’ambitodel post-trading finanziario,ha nominato AlessandroGioffreda responsabiledell’Europa continentale.

SCA Italia, aziendaattiva nei settori dell’igie-ne con i propri brandTena, Nuvenia, Tempo,Tork, Demak’Up eLibero, ha annunciato lanomina di Nicola Parrinia nuovo direttore dellerisorse umane per il terri-torio italiano.

Marco Giovannelli èil nuovo presidente diAnso , Assoc iaz ionenazionale della stampaonline, il primo ente ita-liano nato per rappresen-tare e tutelare gli interessidegli editori di testategiornalistiche online acarattere locale.

Gianpiero Michielin è stato confer-mato presidente della Banca dellaMarca, ente che persegue una politica disviluppo sostenibile dell’economia loca-le senza dimenticare di sostenere le atti-vità di tipo culturale, sociale e sportivodel territorio.

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Page 70: Copertina 7-07-2016 8:39 Pagina 1 - Specchio Economico · PDF filegna era entrata nell’allora Comunità Eu-ropa solo nel 1973, cioè 17 anni dopo la firma dei Trattati di Roma che

ne della torre di Clavel. E dal libro diquesti affiora la nostalgia del tempoche fu con la terza saletta di Aragno,a Roma, Diaghilev o Picasso, Cocteauo Depero, Massine o Sèmenov, e poi,un po’ più avanti nel tempo, ma sem-pre con la nuvola di fumo che tutti liavvolgeva, quelli che s’inebriavanodi progetti artistici o politici che ar-chitettavano.

Scandaglia tra le onde e le sue iso-le quei luoghi che si sono modificatinon solo per motivi fisiologici del-l’ambiente, ma perché cambia l’otti-ca degli anni che passano e La Ca-pria non sa darsene pace e allora licita di nuovo stupendamente con«tutti gli dei che una volta vi abita-vano li avevano silenziosamente ab-bandonati. Dudu, permettimi: l’ariache s’avvicina porta la voce gentiledi Sophia che sui versi di Verde esulle note di Trovajoli sospira chem’è ‘mparato a fa». ■

I VIAGGI DI LA CAPRIACON GLI OCCHI

DEGLI AUTORI A LUI CARI

di Bruno Piattellistilista

L eggerlo e sentirlo parlare èun tutt’uno. Scivola la paro-la, abbellisce e ingentilisce il

concetto, qualunque concetto. È co-me navigare su una piccola tranquil-la scialuppa e ti sembra di stare sullasua scialuppa, appunto, quella sucui si dondola da tutta la vita, sulsuo mare, di cui oramai è sicuro, haconosciuto e ci ha raccontato ognigoccia, ogni stilla per tutta l’esten-sione della costa.

Secondo me non ha incontrato so-lo «quell’ombra grigia profilata nel-l’azzurro», ma tutti i pesci e di tuttiquesti anni che sono trascorsi nelprofondo del suo animo marinaro. Isuoi libri, i suoi romanzi, sono l’ela-borazione del modo di aver intra-preso l’attenzione continua, costantedel mondo che lo circondava e quasiinfastidito, talvolta, di doversene al-lontanare allungando l’occhio el’analisi a persone o cose un po’, an-che se non tanto, più in là, ma sem-pre nella misura di un orizzonte in-tellettuale senza limite.

Soffermarsi sulla bellezza di Roma,l’anatomia della quale nessun roma-no sarebbe capace di esprimere contanto cuore napoletano sia pure che aRoma vive, è una raffinatezza lettera-ria che esprime considerazioni e pro-poste di una concretezza esemplare,con la dichiarazione chicca «a me noninteressava Roma come luogo dellamente. Mi interessava viverci», e for-se ci ha guadagnato Napoli.

Ma come Morandi, con le sue botti-glie che sembrano ripetersi proiettan-dosi all’infinito, con le loro luci e leloro ombre, La Capria ci racconta lasua Napoli, ma soprattutto la sua Ca-pri e la sua Ischia attraverso quel solee quel mare con cui gestisce il suo

mondo di poeta, come in questa sum-ma di scritti dei suoi amici letteratiche raccontano i suoi luoghi. La Ca-pria trasferisce anche se stesso e s’im-medesima nei loro testi, li ossequia, liesalta, vede con i loro occhi e prendele loro parti.

La «volgarità cosmopolita» di Ge-orge Gissing è quella che tante voltelo fa penare riferendosi alla sua terra.Trapela invidia nella visione di Capridi Norman Douglas, avrebbe volutoscriverla lui.

E come s’entusiasma per l’ungaret-tiano «squalo smisurato carico d’oro»quando dice di Capo Palinuro; o co-me riflette con Burns «Napoli, lapossiedo o mi possiede?», di quellaNapoli la cui luce «specialissima» diCesare Brandi è quella con cui lui lavede; e come un bambino di Positanoguarda meravigliato i lavori senza fi-

SPECCHIOECONOMICO70

La copertina del libro di Raffaele La Capria edito da Bompiani

RAFFAELE LA CAPRIA E GIORGIO MORANDI

Raffaele La Capria

La Bellezza non è un fatto puramente estetico, ma ha a che farecon la nostra più segreta identità e con la nostra memoriaimmaginativa. Le linee di un paesaggio, il verde di una collina,uno specchio di mare, ci parlano nel tempo, restano impressi innoi, diventano pensiero e parola, fan parte della nostra esistenza

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T O Y O T A

SPECCHIOECONOMICO

DAL MONDO DEI MOTORI

V O L K S W A G E N

TRENITALIA... VIAGGIO CON DEDICA

Regalare viaggi con Trenitalia ac-compagnati da una dedica: da oggisi può. Nasce infatti Carta RegaloTrenitalia, una novità assoluta nelmondo ferroviario, un’opportunitàper un regalo originale in vendita on-line. Carta Regalo Trenitalia è unacarta prepagata disponibile in quat-tro diversi tagli (da 25, 50, 100 e150 euro), acquistabile sul sito diTrenitalia che viene spedita via e-mail al destinatario assieme ad unadedica da personalizzare a piaci-mento. Con il codice ricevuto, il desti-natario potrà iniziare ad acquistarebiglietti dei treni nazionali e regionalinei canali di vendita di Trenitalia. Ilcredito è valido per 10 anni dall’ac-quisto e può essere usato anche perpiù acquisti in momenti successivi.

La Toyota C-HR, disponibile anche nella versione ibrida

E ra l’ottobre 2014 quando Toyota fornì la prima anticipazione del suvC-HR; da allora sono trascorsi quasi due anni durante i quali la casa au-tomobilistica del Sol Levante ha lavorato per non disperdere il carico di

originalità visto sul prototipo. Infatti gli «stilisti» giapponesi hanno disegnatoun tetto futuristico e una fiancata «muscolosa» che offre un andamento piùslanciato man mano che sale. D’effetto è anche la soluzione riservata alle por-tiere posteriori che appaiono quasi mimetizzate nella fiancata dove le mani-glie d’apertura sono nascoste nel montante. Nella parte anteriore sono ricono-scibili le soluzioni adottate sulle ultime Toyota con i fare a led «allungati»,mentre nella parte posteriore lo spoiler è integrato nel tetto. La C-HR adottasospensioni del tipo Multilink ed è equipaggiata con i più moderni sistemi diausilio e assistenza alla guida. Può essere ordinata in diverse varianti: a tra-zione anteriore o integrale, oppure con cambio manuale o automatico.

Il restyling del Maggiolino della Volkswagen

L’iconico Maggiolino si rifà il trucco: a cinque anni dalla presentazionedel nuovo modello, la vettura si prepara a un restyling «di mezzaetà». Per l’operazione la Volkswagen ha impostato un maquillage

che si incentra soprattutto sul nuovo disegno del paraurti anteriore che evi-denzia nuove e più ampie prese d’aria e la forma ridisegnata dei fendinebbia.Per il resto il corpo vettura, nella versione berlina e nella cabriolet, è sostan-zialmente invariato. Sotto il cofano, nessuna novità: la Volkswagen Maggioli-no Model Year 2017 mantiene l’attuale motorizzazione che si articola sui tremodelli a benzina. Le modifiche sostanziali nella rinnovata gamma sono stateriservate agli allestimenti e nello sviluppo di nuove versioni speciali: nel det-taglio, Volkswagen Maggiolino MY 2017 presenta due nuove tinte di carroz-zeria, «bottle green metallic» e «white silver metallic» ad arricchire la tavoloz-za dei colori previsti per questo modello.

A CURA DI ALFIO PAOLANGELI

L’ALFA ROMEO «VESTE» ALCANTARA

L’Alfa Romeo Giulia ha scelto Al-cantara per rivestire i propri interni,anche quelli della versione più sporti-va Quadrifoglio in dotazione all’armadei Carabinieri. Il rivestimento si puòtrovare nella parte centrale dei sedi-li, realizzato in colore nero con cuci-ture orizzontali alternato alle cucitu-re rosse a contrasto.

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O P E L

SPECCHIOECONOMICO

L unga 4,73 metri e alta 1,60, la nuova GLC Coupé riesce a fondere in ununico corpo le linee dinamiche tipiche di una sportiva con l’aspettocompatto e robusto di un suv. Disponibile in otto versioni, (quattro mo-

tori diesel e quattro a benzina, più un modello ibrido e uno AMG) il modellobase della gamma è il Mercedes GLC 220 diesel 4Matic Coupé che dispone di170 cavalli sufficienti a farla scattare da 0 a 100 chilometri orari in 8,3 secondie a farle toccare una velocità di 210 chilometri l’ora. Di serie la vettura offre giàun assetto sportivo che include il Dynamic Select con cinque programmi dimarcia: Eco, Confort, Sport, Sport+ e Individual. Tutte le versioni dispongonodella trazione integrale 4MATIC, mentre il cambio automatico a nove marce9G-Tronic riguarda la quasi totalità delle configurazioni. All’interno della vet-tura e nell’abitacolo il lusso dei materiali si sposa con la tecnologia più inno-vativa e all’avanguardia disponibile sul mercato.

La nuova GLC Coupé

E ra l’ormai lontano 1999 quando la «Casa del fulmine» lanciò sul merca-to la prima generazione della Zafira, monovolume rivoluzionario di di-mensioni compatte capace di ospitare fino a sette passeggeri. Seguendo

la medesima filosofia, la nuova Opel Zafira si prepara a debuttare sul mercatoitaliano a partire da ottobre e si distinguerà per un serie di soluzioni tecnichee tecnologiche che la rendono ancora più fruibile e versatile. Esteticamente, lavettura si distingue per l’inedito frontale che si fonde in un unico elementocon la griglia del radiatore mentre la vista laterale viene esaltata dai «musco-losi» passaruota. Gli interni propongono nuovi sedili ergonomici con la plan-cia completamente ridisegnata, oltre al volante sportivo a tre razze multifun-zione e il nuovo schermo touch screen da sette pollici. Inoltre, in configura-zione 5 posti è possibile caricare ben 710 litri di bagagli che diventano addirit-tura 1.860 abbassando i sedili della seconda fila.

FORD ITALIA

M E R C E D E S

Car Server, società con base aReggio Emilia e prima azienda delsettore noleggio a lungo termine acapitale interamente italiano, hasfiorato i 210 milioni di euro di fat-turato siglando il miglior risultato inoltre vent’anni di storia: la societàha chiuso infatti l’esercizio con oltre9 mila veicoli immatricolati ed unaflotta di oltre 30 mila autoveicoli anoleggio. «Anche il 2015 ha conti-nuato a stupirci: la prossimità terri-toriale, la vicinanza e la cura delcliente, la reperibilità facile e direttadei nostri operatori sono per noi icapisaldi dell’attività quotidiana. Lacosa che tuttavia ci rende più orgo-gliosi è la consapevolezza di essereutili per i nostri clienti e che alla ba-se del nostro successo ci siano per-sone, donne e uomini, che quotidia-namente scrivono il nostro modo difare impresa», ha dichiarato Giovan-ni Orlandini, amministratore delega-to di Car Server.

CAR SERVER

La nuova Opel Zafira In occasione dell’Automotive Dea-ler Day 2016, Ford Italia, per il se-condo anno consecutivo, è stata pre-miata per aver ottenuto il più elevatolivello di soddisfazione da parte dellarete di vendita di veicoli commerciali.«Questo riconoscimento premia l’im-pegno che dedichiamo ogni giornonel rafforzare la relazione con la no-stra rete con l’obiettivo di svilupparenuove opportunità di business», hadichiarato Domenico Chianese, pre-sidente e amministratore delegato diFord Italia.

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ato per scontato il valoredella libertà di stampa, restada riflettere sulla libertà deigiornalisti. La somma per-

fetta sarebbe libertà di stampa più gior-nalisti liberi, ma la perfezione non èpropria del pianeta dell’informazione,il luogo più adatto, semmai, per il feli-ce aforisma di Leo Longanesi: «Non èla libertà che manca; mancano gli uo-mini liberi».

Il giornalista libero non è quello ca-pace di criticare il proprio editore - intal caso si tratterebbe di eroe indomitoo, meglio, di aspirante disoccupato -,ma il collega in grado di rifiutarsi dipartecipare, nell’interesse dell’editore,al lavoro sporco, pur contrabbandatoin foggia di diritto all’informazione.

In nome della sovranità del lettore,infatti, sovente si commettono nefan-dezze. Ad esempio, è senz’altro liberoil giornalista che non si lascia trascina-re dal partito o dalla moda ben dentrol’intimità delle persone da sbattere inprima pagina.

Il mio capo redattore al «Corriered’informazione», Gaetano Afeltra, pa-rafrasando Oscar Wilde («La profes-sione di spia ha perso ogni ragion d’es-sere: la sua funzione la svolge la stam-pa»), raccomandava di descrivere i fe-nomeni socialmente rilevanti, senzainvadere la sfera privata, trasformandola cronaca in pettegolezzo.

Ecco, direi che, oggi, in Italia la que-stione più urgente non è la difesa dellalibertà di stampa, bensì i casi frequen-tissimi di esondazione dalla cronacaper saltare nella compiaciuta intromis-sione, violenta e morbosa, fin dentrol’alcova.

Un politico, un industriale, un finan-ziere, un editore, un vip, una star, in-somma chiunque sia soggetto al pa-nopticon mediatico deve passare l’esa-me di castità a mezzo stampa oppurecompito dell’informazione, nell’inte-resse dei cittadini e della salute dellaPolis, dovrebbe riguardare capacità,preparazione, onestà, creatività, intelli-genza tattico-strategica nel portareavanti la propria attività, arte o profes-sione?

E l’avversario politico e il concor-rente vanno affrontati e combattuti acolpi di portinaia ciarliera, oppure conla critica serrata sulle sue iniziative no-cive all’interesse collettivo?

Ecco, il giornalista si dimostrerebbeuomo e professionista libero, se oppo-nesse un secco «no» a guardare dal bu-co della serratura per descrivere gli ac-cadimenti della camera da letto o gliangoli alterni-interni dei rapporti fami-liari, nonostante l’ordine, l’invito o ilconsiglio dell’editore, del leader politi-co, dei referenti della corporazione, di

questo o quel potentato.Nella storia del «Corriere della Se-

ra» si ritrova il primo mirabile esempiodi come la battaglia ideale e politica sipossa condurre, evitando colpi bassi.

Luigi Albertini, direttore del «Corse-ra» dal 1900 al 1921 - ma, di fatto, sinoal 1925 - professionista stimato edosannato, talora ben oltre i meriti (sipensi all’ossessione antigiolittiana checausò non lievi danni alle istituzioni),si mostrò giornalista libero ed intellet-tualmente onesto nell’opposizione aMussolini. Quando il Duce del fasci-smo, il cui avvento non fu, all’inizio,per nulla contrastato dal «Corriere del-la Sera», tolse ogni illusione sulla pre-sunta fatale confluenza nella corniceliberaldemocratica, allora, Luigi Al-bertini si risvegliò dal sogno e diede ilvia, il 22 maggio 1923, alla campagnaantifascista, con un editoriale profeti-co, delineante la deriva autoritaria del1925-1926: «Nella difesa delle libertàessenziali, della Costituzione, del Par-lamento, non crediamo che sia né leci-to, né onesto transigere… a noi non ba-sta aver salvato la nostra faccia di libe-rali; dobbiamo spingerci più oltre eraggiungere, se possibile, il fine di evi-tare un salto terribile nel buio».

Da quel momento, Albertini fece delsuo quotidiano la voce più autorevoledell’opposizione all’edificando regi-me. Poteva, ma non lo fece, avvalersi

di una storia vera e documentabile, alui ben nota, che avrebbe certo com-promesso l’immagine dell’uomo Mus-solini.

Nel 1913, tra la benestante Ida Dal-ser e l’allora direttore dell’«Avanti!»esplode una passione travolgente. ABenito l’attrazione dura giusto il tem-po per approfittare della generosità diIda, che vende ogni suo bene per finan-ziare il nascente «Popolo d’Italia»,nonché l’ascesa politica dell’amato,che nel 1914 diventa, con rito religio-so, suo marito. L’11 novembre 1915, il

lieto evento: nasce Benito Albino Mus-solini, ma babbo Benito festeggia ilmaschietto in maniera alternativa e,per così dire, futurista, sposando, il 17dicembre 1915, con rito civile, Rache-le Guidi, che gli aveva già dato, il 1°settembre 1910, una bambina: Edda.

Ebbene, Albertini, dal 1916 al 1925,riceve disperatissime missive dallaDalser, apprendendone, via via, la di-scesa esistenziale sin negli inferi dellamiseria, della malattia, del manicomio,extrema ratio, per togliere di mezzo latestimone delle tangenti francesi checonvertirono Mussolini all’interventi-smo, e far tacere la donna illusa, tradi-ta, abbandonata, perseguitata e, infine,reclusa. Albertini fa periodicamentegiungere alla povera Ida sussidi, manon utilizza mai giornalisticamente leinformazioni di prima mano sull’abis-sale disonestà nel privato dell’uomoMussolini.

Non pubblica neppure la lettera dellaDalser, giuntagli nel 1925, l’anno incui viene estromesso dal giornale. Inquest’ultima missiva stava scritto:«Sul capo di Benito pesa il delitto…diaver cercato con mezzi prezzolati difarci morire entrambi… Benitino stamale, io sono esaurita di forze per die-ci anni di stenti di fame, chiedo aiuto atutte le anime buone…Carcere, mani-comio, sfruttamento, abbavagliamentoesilio, sequestro, basta, basta…». ■

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ECONOMICO74

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L’opinione del Corrierista

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