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CORSO PER DIRIGENTE SPORTIVO Stili di Leadership e Sviluppo dei Collaboratori

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CORSO PER DIRIGENTE SPORTIVO

Stili di Leadership e Sviluppo dei Collaboratori

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Relatore: Luigi Maggi

Nello sport……

Componente di Giunta del Coni LazioPresidente del Comitato Regionale del Lazio della FSI

Coordinatore della Commissione nazionale Formazione Dirigenti FSICommissione nazionale Organizzazione Periferica della FSI

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Relatore: Luigi Maggi

Nella vita professionale ……

Sviluppo delle competenze

manageriali di dirigenti e

quadri nella PA e nella

Impresa privata.

� Ruolo e stili di direzione,

� Change management,

� Gestione dei team,

� Motivazione del personale

� Tecniche decisionali,

� Tecniche negoziali,

� Efficacia personale,

� Bla, bla, bla,

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OBIETTIVI DIDATTICI

� Comprendere l’importanza della leadership nella

gestione di organizzazioni sportive.

� Utilizzare gli stili di leadership in funzione del

Al termine della sessione formativa, sapremo:

� Utilizzare gli stili di leadership in funzione del

grado di maturità del collaboratore.

� Avviare il ciclo di sviluppo e arrestare il ciclo di

regresso, sapendo motivare il collaboratore

sportivo.

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L’Esperienza è il tipo di insegnante più difficile.

Prima vi fa l’esame e poi vi spiega la Prima vi fa l’esame e poi vi spiega la lezione.

(Anonimo)

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RUOLO DEL DIRIGENTE SPORTIVO

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RUOLO DEL DIRIGENTE SPORTIVO

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RUOLO DEL DIRIGENTE SPORTIVO

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RUOLO DEL DIRIGENTE SPORTIVO

RUOLO E RESPONSABILITA’ DEL DIRIGENTE SPORTIVO

Brano video e discussione di gruppo

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Realizzare gli obiettivi

RUOLO DEL DIRIGENTE SPORTIVO

Costruire una squadra e tenerla

unita

Sviluppare le persone

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COMPETENZE DEL DIRIGENTE SPORTIVO

Per svolgere le attività di management nelle

organizzazioni sono necessarie tre tipi di

competenze il cui mix varia nella misura in cui il

manager assume incarichi di natura superiore.

Queste sono:

• Competenza tecnica• Competenza umana• Competenza concettuale

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COMPETENZE DEL DIRIGENTE SPORTIVO

Competenza tecnicaE’ la capacità - acquisita con l’istruzione, l’esperienza

e l’addestramento - di utilizzare le conoscenze, i

metodi, le tecniche e le attrezzature per lo

svolgimento di compiti specifici.

Competenza umanaE’ la capacità di lavorare con e tramite le personeE’ la capacità di lavorare con e tramite le persone

comprendendone la motivazione ed esercitando una

leadership efficace.

Competenza concettualeE’ la capacità di comprendere la complessità

dell’organizzazione nel suo insieme e dove si inserisce

la propria attività nell’organizzazione.(tratto ed adattato da Leadership Situazionale, Paul Hersey e Kenneth Blanchard)

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COMPETENZE DEL DIRIGENTE SPORTIVO

Capacità necessarie

Alta Direzione

Direzione di Servizio

Livelli manageriali

Capo Ufficio/quadro

Un manager efficiente, nella misura in cui passa da livelliinferiori a quelli superiori dell’organizzazione, ha bisogno diminore capacità tecnica e maggiori capacità concettuali.

(tratto ed adattato da Leadership Situazionale, Paul Hersey e Kenneth Blanchard)

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Alla ricerca di un modello di comportamento efficace

LEADERSHIP

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Lo studio della leadership (capacità di influenzare

l’altro) trae spunto dagli esperimenti di psicologia

sociale effettuati da Richard Bales agli inizi degli anni

’50.

Attraverso la formazione di gruppi sperimentali privi di

un capo designato in precedenza, si constatò che le

LEADERSHIP

attività strumentali e quelle espressive all’interno del

gruppo tendevano a separarsi e a fare riferimento a

leader differenti. Da ciò se ne dedusse che le

posizioni di leader tecnico e di leader sociale si

differenziano, perché implicano atteggiamenti e

orientamenti di ruolo tra loro incompatibili.

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Nonostante le numerose e differenti teorie formulate

nel corso degli anni sulla leadership, è possibile

raggrupparle in quattro filoni di pensiero:

� biologico

LEADERSHIP

� biologico

� comportamentale

� funzionalista

� situazionale

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Biologico

Ad esso fanno riferimento tutti gli studi relativi ai tratti della

personalità o alle caratteristiche personali che

differenziano il leader dagli altri individui.

Comportamentale

LEADERSHIP

A questo filone fanno riferimento le teorie che studiano il

comportamento del leader nei confronti dei collaboratori. I

ricercatori ritengono che la leadership è connessa a una

situazione di gruppo, in cui è necessario tener conto delle

relazioni che si instaurano tra leader e collaboratori.

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Funzionalista

Questa tipologia raggruppa le teorie che ritengono

possibile che un gruppo non abbia un unico leader, ma

che tale ruolo possa essere assunto da più persone

contemporaneamente o da persone differenti a seconda

degli obiettivi fissati e dei bisogni da soddisfare all’interno

LEADERSHIP

degli obiettivi fissati e dei bisogni da soddisfare all’interno

del gruppo stesso.

Situazionale

A questo tipo appartengono le teorie che si basano sul

contesto circostante e che sottolineano l’importanza e la

necessità che il leader si adatti ai propri collaboratori.

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LA LEADERSHIP SITUAZIONALE

Stili di leadershipStili di leadershipe

Sviluppo del collaboratore

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LEADERSHIP SITUAZIONALE

Il Modello di Leadership di Hersey e Blanchard

La leadership è “il processo volto ad influenzare le

attività di un individuo o di un gruppo che siattività di un individuo o di un gruppo che si

impegna per il conseguimento di obiettivi in una

determinata situazione”

P. Hersey K. Blanchard, Leadership situazionale, Sperling & Kupfer Editori, Milano 1984

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LEADERSHIP SITUAZIONALE

Il Modello di Leadership di Hersey e Blanchard

La leadership è dunque una funzione del leader, del

collaboratore e di altre variabili situazionali.collaboratore e di altre variabili situazionali.

L = ƒ (l,c,s)

P. Hersey K. Blanchard, Leadership situazionale, Sperling & Kupfer Editori, Milano 1984

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LEADERSHIP SITUAZIONALE

La leadership situazionale è caratterizzata da una

interazione e combinazione di:

- Quantità di guida del leader

- Quantità di sostegno emotivo del leaderdel leader

In relazione alla

maturità del follower (capacità e disponibilità di

perseguire un compito)

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LEADERSHIP SITUAZIONALE

Il leader ha la responsabilità di aiutare i follower ad

acquisire livelli di maturità “professionale” crescente

con l’utilizzo di stili di leadership appropriati.

Questi stili di leadership appropriati derivano dai

comportamenti del leader che combinano “quantità dicomportamenti del leader che combinano “quantità di

guida” con “quantità di sostegno socio - emotivo”, in

altre parole da:

- orientamento al compito

- orientamento alle relazioni

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LEADERSHIP SITUAZIONALE

Sti

le o

rien

tato

all

e r

ela

zio

ni

S3

Stile partecipativo:

Coinvolge

Molto sostegno

Poca guida

S2

Stile persuasivo:

Vende

Molto sostegno

Molta guida

+ (molto)

Stile orientato al compito

Sti

le o

rien

tato

all

e r

ela

zio

ni

S1

Stile direttivo:

Prescrive

Poco sostegnoMolta guida

S4

Stile delegante:

Delega

Poco sostegnoPoca guida

+ (molto)

-(poco)

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LEADERSHIP SITUAZIONALE

Nella leadership situazionale è molto importante la

maturità del follower rispetto al compito. Tale

maturità è costituita da due dimensioni: la maturità

lavorativa (capacità) e la maturità psicologica

(disponibilità). Infatti:

- Chi è molto capace a svolgere un determinato- Chi è molto capace a svolgere un determinato

compito sarà disponibile a farlo perché tende ad

essere gratificato, quindi motivato, dalla possibilità di

esercitare tale competenza.

- Chi è poco o affatto capace a svolgere un

determinato compito è tendenzialmente meno

disponibile perché insicuro.

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LEADERSHIP SITUAZIONALE

Uno stesso follower può essere “maturo” rispetto ad

un determinato compito ed avere livelli diversi di

Attenzione!

un determinato compito ed avere livelli diversi di

“maturità” rispetto ad altri compiti.

La “maturità” - così come definita - dunque non è

assoluta ma relativa.

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LEADERSHIP SITUAZIONALE

Diagnosticare il grado di autonomia dei collaboratori

Il leader ha il compito di diagnosticare il livello di maturità

professionale (cioè autonomia, in quanto insieme delle

competenze, dell’impegno, dell’assunzione di

responsabilità che derivano dagli obiettivi/compiti

assegnati) dei propri follower in relazione allo specificoassegnati) dei propri follower in relazione allo specifico

compito ed al contesto organizzativo all’interno del quale

viene richiesto il risultato.

In tal modo il leader può decidere consapevolmente

come guidare il follower, con l’uso appropriato degli stili di

leadership più adatti, verso uno sviluppo funzionale.

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LEADERSHIP SITUAZIONALE

Gli autori identificano quattro fasi di maturità delfollower:

M4 M3 M2 M1

Basso

Medio alto Medio/basso

Alto

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STILI DEL LEADERElevato

Comportamento

di supporto/

orientamento

al socialeDELEGARE

COINVOLGERE CONVINCERE

ORDINARE

S 4

S 3 S 2

S 1

Basso ElevatoComportamento direttivo/orientato al compito

BassoElevato Medio

M 4 M 3 M 2 M 1

MATURITA’ DEL COLLABORATORE

S 4 S 1

Il modello è tratto e adattato da Leadership situazionale, P. Hersey e K. Blanchard. Sperling & Kupfer Editori, 1990.

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STILI DEL LEADER

All’interno degli assi cartesiani sono possibili i seguenti stili di leadership:

S1: ordinare, fornendo compiti ed istruzioni dettagliate, esercitare un

controllo sistematico del lavoro del follower servendosi di una

comunicazione ad una via.

S2: convincere le persone avvalendosi della propria autorevolezza,

cercando al tempo stesso una sorta di dialogo con i follower. Chiedere

sforzi commisurati alle loro capacità, senza pretendere l’impossibile esforzi commisurati alle loro capacità, senza pretendere l’impossibile e

gratificandoli al momento opportuno.

S3: coinvolgere i follower servendosi di una comunicazione

bidirezionale in quanto si ritiene che siano in grado di assumesi delle

responsabilità, anche se talvolta debbono essere spronati.

S4: delegare ai follower le attività di loro competenza in quantopossiedono elevate esperienza e responsabilità

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GLI STILI

Stile Direttivo (S1): OrdinareBassa maturità. Le persone (M1) non sono capaci né pronte

ad assumersi responsabilità.

Parole chiave: Istruzione, Controllo, Organizzazione

Stile Persuasivo (S2): ConvincereMedio bassa maturità. Le persone (M2) non sono ancora

capaci ma sono disponibili ad assumersi responsabilità.

Parole chiave: Formare, Rendere dinamico, Convincere

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GLI STILI

Stile Partecipativo (S3): CoinvolgereMaturità medio alta. Le persone (M3) sono capaci ma non

ancora pronte a agire come vuole il leader.

Parole chiave: Negoziazione, Counseling, Ascolto

Stile Delegante (S4) : DelegareAlta maturità. Le persone (M4) sono capaci e disponibili ad

assumersi le responsabilità.

Parole chiave: Responsabilità, Iniziativa, Rischio

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Stile Direttivo (S1)

� Pianifica la maggior parte del lavoro e decide per i

follower

� Si attende che i follower facciano ciò che ha chiesto

loro e che lo informino dei problemi più importanti

� Assegna ai follower obiettivi semplici e concreti, tempi

GLI STILI

� Assegna ai follower obiettivi semplici e concreti, tempi

e metodi

� Segue da vicino i progressi fatti dai follower

� Le relazioni sono ridotte alla comunicazione delle

istruzioni, alla soluzione dei problemi ed al controllo

dell’andamento del lavoro.

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Stile Persuasivo (S2)

� Interpella ed ascolta i propri follower prima di prendere

una decisione

� Spiega le decisioni e fornisce i chiarimenti

� La comunicazione è bi direzionale. I follower sono

ascoltati ed informati

GLI STILI

ascoltati ed informati

� Frequenti interazioni

� Dedica tempo a capire i problemi dei follower e li aiuta a

risolverli

� Incoraggia i collaboratori

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Stile Partecipativo (S3)

� Comunica le aspettative rispetto ai risultati e rispetto i

metodi di lavoro

� Fornisce delle linee guida e li incoraggia a seguirle

GLI STILI

� Incoraggia i follower a risolvere i loro problemi e li aiuta

in caso di bisogno

� Comunicazione a due vie che non si limita agli ambiti

lavorativi ma può affrontare anche i problemi personali

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Stile Delegante (S4)

� Fornisce ai follower solo indicazioni generali dei lavori

� Lascia ai follower il compito di organizzare il proprio

lavoro

� Interagisce poco frequentemente con i follower per

GLI STILI

� Interagisce poco frequentemente con i follower per

comunicare loro obiettivi e aspettative

� Lascia che i follower prendano decisioni e risolvano i

problemi in modo autonomo

� Dà aiuto ed incoraggiamento solo se richiesto o in

piccola quantità

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La leadership:

ANALISI DEGLI STILI DI LEADERSHIP

Brani video, esercitazione individuale e discussione di gruppo

LEADERSHIP SITUAZIONALE

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Applicazioni pratiche:

Come assegnare compiti e obiettivi

LA LEADERSHIP SITUAZIONALE

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Per assegnare compiti e obiettivi ai follower dobbiamo seguire

il seguente processo (preparazione e colloquio):

1. Identificare quali aree di una persona o di un gruppo sivorrebbero influenzare;

2. Determinare il livello di maturità della persona o del gruppo inciascuna delle aree identificate;

ASSEGNARE COMPITI E OBIETTIVI

ciascuna delle aree identificate;3. Decidere quale dei quattro stili è appropriato in ciascuna delle

aree identificate.

4. Contrattare i traguardi e i compiti del follower o del gruppo.5. Negoziare lo stile di leadership che si dovrebbe utilizzare per

aiutare il follower o il gruppo a raggiungere l’obiettivo.

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Per assegnare correttamente gli obiettivi, questi

devono essere S.M.A.R.T.:

� Specifici

� Misurabili

� Accessibili (raggiungibili)

L’ASSEGNAZIONE DEGLI OBIETTIVI DI SVILUPPO

� Accessibili (raggiungibili)

� Rilevanti per gli obiettivi personali

� Tempo (basati sul)

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SpecificoPermette di descrivere i risultati di un lavoro da svolgere e di

rispondere alla domande “cosa deve essere fatto?” e “come

saprò che è stato fatto?”.

MisurabileDispone di uno strumento di misura per valutare il grado in

cui è stato raggiunto. L’obiettivo andrebbe definito

L’OBIETTIVO E’ MOTIVANTE SE:

cui è stato raggiunto. L’obiettivo andrebbe definito

considerando la relazione tra quantità e qualità del risultato.

AccessibileAmbizioso e “sfidante” ma accessibile perché in accordo con i

mezzi e le competenze disponibili; inoltre è dentro il proprio

campo di controllo e influenza. Obiettivi considerati

“impossibili” vengono abbandonati perché si ha paura di

fallire.

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RilevanteSi riferisce alla relazione tra l’obiettivo e gli scopi del

programma/attività e devono avere rilevanza per la persona.

Risponde a domande tipo: “dovrebbe essere fatto?”,

“perché?”, “quale sarà il suo impatto?”.

Tempificabile

L’OBIETTIVO E’ MOTIVANTE SE:

TempificabileContiene indicazioni temporali specifiche riguardo al loro

raggiungimento e risponde alla domanda “quando questo

obiettivo sarà conseguito?”.

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Spunti di riflessione:

Obiettivi difficili stimolano una performance più elevata. Infattiesiste una correlazione positiva tra difficoltà dell’obiettivo e laprestazione.

OBIETTIVI MOTIVANTI

Prestazio

ne

Difficoltà dell’obiettivo

Bassa Media Sfidante Impossibile

Bassa

Media

Alta

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LA MODIFICA DEL COMPORTAMENTO

Il Ciclo di Sviluppoe

Il Ciclo di Regresso

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LA MODIFICA DEL COMPORTAMENTO

Il Dirigente sportivo con la chiara definizione dei

compiti e delle responsabilità del follower,

seguendo il processo indicato, può modificarne il

comportamento in due modi:comportamento in due modi:

a) Avviando il ciclo di sviluppob) Arrestando il ciclo regressivo

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CICLO DI SVILUPPO: I PROGRESSI GRADUALI

Per nostra esperienza sappiamo molto bene che non abbiamoimparato a svolgere un compito immediatamente, raggiungendosubito un buon rendimento. E’ così anche per i nostri follower:s’impara gradualmente.

Il ciclo di sviluppo del follower è dunque impostato in tre fasi:

a) Fornire delle direttive in modo da aiutare l’individuo a svolgere ilcompito assegnato;

b) Ridurre la quantità del comportamento direttivo, delegandoqualche semplice responsabilità;

c) Approvare un qualsiasi comportamento di progressoaumentando il sostegno socio emotivo con gratificazionipositive. In tal modo si consolida il comportamento.

Il processo deve continuare fino a che la maturità del follower non

arrivi al livello desiderato

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Elevato

Comportamento

di supporto/

orientamento

al socialeDELEGARE

COINVOLGERE CONVINCERE

ORDINARE

S 4

S 3 S 2

S 1 Fase 1 = stile direttivoFase 1 = stile direttivo

CICLO DI SVILUPPO: I PROGRESSI GRADUALI

Basso ElevatoComportamento direttivo/orientato al compito

BassoElevato Medio

M 4 M 3 M 2 M 1

MATURITA’ DEL COLLABORATORE

S 4 S 1

1122

33

Fase 1 = stile direttivoFase 1 = stile direttivoFase 2 = progressoFase 2 = progressoFase 3 = consolidamentoFase 3 = consolidamento

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CICLO DI SVILUPPO: I PROGRESSI GRADUALI

Il ciclo di sviluppo subisce una variazione quando il followerarriva nella fase di M3. Le tre fasi si modificano in quanto illeader:

a) Riduce il controllo (comportamento direttivo);

b) Delega responsabilità sempre più complesse;

c) Approvare un qualsiasi comportamento di progressoc) Approvare un qualsiasi comportamento di progressodiminuendo il sostegno socio emotivo in quanto esiste unamaggior fiducia reciproca.

E’ da notare che a certi livelli di capacità variano i bisognidelle persone che sentono la necessità di avere maggiorautonomia, responsabilità e libertà nello svolgere un compito.La diminuzione del sostegno socio emotivo funge laricompensa (gratificazione).

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Elevato

Comportamento

di supporto/

orientamento

al socialeDELEGARE

COINVOLGERE CONVINCERE

ORDINARE

S 4

S 3 S 2

S 1

11

33

Fase 1 = Fase 1 = stst. partecipativo. partecipativoFase 2 = progressoFase 2 = progressoFase 3 = consolidamentoFase 3 = consolidamento

CICLO DI SVILUPPO: I PROGRESSI GRADUALI

Basso ElevatoComportamento direttivo/orientato al compito

BassoElevato Medio

M 4 M 3 M 2 M 1

MATURITA’ DEL COLLABORATORE

S 4 S 1

22

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CICLO DI REGRESSO

Il ciclo di regresso avviene quando i collaboratori (o i

gruppi di lavoro) iniziano a comportarsi in modo meno

“maturo” che in precedenza per l’influenza di fattori

ambientali o esterni.

In questo caso il manager deve effettuare delle azioni

correttive con l’adeguamento dello stile alla nuovacorrettive con l’adeguamento dello stile alla nuova

situazione (stile inferiore) .

La regressione impatta sul rendimento ma non sulla

competenza della persona. Dunque, il problema che il

manager deve affrontare riguarda la disponibilità del

collaboratore a svolgere il compito assegnato.

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Elevato

Comportamento

di supporto/

orientamento

al socialeDELEGARE

COINVOLGERE CONVINCERE

ORDINARE

S 4

S 3 S 2

S 1

33 Fase 1 = stile delegaFase 1 = stile delegaFase 2 = regressoFase 2 = regressoFase 3 = stile Fase 3 = stile partecip.vopartecip.vo

CICLO DI REGRESSO

Basso ElevatoComportamento direttivo/orientato al compito

BassoElevato Medio

M 4 M 3 M 2 M 1

MATURITA’ DEL COLLABORATORE

S 4 S 1

11

22

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CICLO DI REGRESSO

L’azione correttiva del manager nel ciclo di regresso può

ottenere i seguenti risultati:

a) Riporta il collaboratore al livello di M abituale, senza

doverne consolidare i progressi, in quanto possiede

adeguata competenza (capacità produttiva) e siadeguata competenza (capacità produttiva) e si

ristabilisce il livello di disponibilità adeguato al compito.

b) Risulta insufficiente e dunque deve procedere

posizionandosi su uno stile ancora inferiore.

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CICLO DI REGRESSO: ACCORGIMENTI

L’azione correttiva del manager deve essere graduale,

senza eccessivi improvvisi abbassamenti dello stile:

occorre evitare effetti negativi sul rapporto capo-

collaboratore e sulle future possibilità di crescita della

persona.

ll ciclo regressivo deve essere percorso una fase perll ciclo regressivo deve essere percorso una fase pervolta.

I comportamenti regressivi vanno corretti il prima possibile,

per evitare un ampliamento del ciclo regressivo e dover

ricorrere a stili sempre più bassi necessari a riportare il

collaboratore al livello di M abituale.

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NONVI

CHIEDODI

CREDERECREDEREMADI

PROVARE!