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Anno XXIX- Numero 2/2014 Trimestrale d’informazione della Croce Verde Torino e Sezioni Tassa riscossa Torino - Ferrovia Spedizione in A.P. art. 2 comma 20/c legge 662/96 filiale di Torino Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3604 del 30/12/85 Direzione Redazione: Via Dorè, 4 - 10121 Torino Tel. 011.5621606 - Fax 011.5621806 www.croceverde.org - [email protected] DISTRIBUZIONE GRATUITA Avviso per i signori portalettere: in caso di mancato recapito inviare al CMP Torino Nord per la restituzione al mittente presso pagamento resi BUONO PER NOI, BUONO PER LA SALUTE Risposte alle domande di cultura sanitaria ed educazione alla salute

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Anno XXIX- Numero 2/2014Trimestrale

d’informazione della Croce Verde

Torino e Sezioni

Tassa riscossaTorino - Ferrovia

Spedizione in A.P. art. 2 comma 20/clegge 662/96 filiale di Torino

Autorizzazione Tribunale di Torino n. 3604del 30/12/85

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BUONO PER NOI,BUONO PER LA SALUTERisposte alle domande di cultura sanitaria ed educazione alla salute

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Periodico d’informazione dellaCroce Verde Torino

Direzione editoriale e redazioneVia Dorè 4 – 10121 TorinoTel. 011.562.16.06Fax 011.562.18.06www.croceverde.orgemail: [email protected]

Direttore responsabile:Paolo Romagnoli

Vice direttore:Roberto Tofful

In redazione:Giulio AiraghiLuca BalleroGianna BrustiaPaolo GalvanLuisella MomoMarta SalvagniniManuela Segre

Hanno collaborato:Vincenzo FavaleGiulia GagliardiMatilde UgonaSilvia VenesioChiara Zaghi

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AVVISO AI LETTORIIl Suo indirizzo fa parte dell’archivio elettronico della nostra rivista. Nel ri-spetto della legge per la tutela dei dati personali (privacy) comunichiamo che tale archivio è gestito dalla Croce Verde Torino. I suoi dati non saranno oggetto di comunicazione o diffusione a terzi.Lei potrà richiedere in qualsiasi momento la cancellazione dei suoi dati scrivendo alla redazione del giornale.

Associato all’USPIUnione Stampa PeriodicaItaliana

Anno XXIX- Numero 2/2014Trimestrale

d’informazione della Croce Verde

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Tassa riscossaTorino - Ferrovia

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BUONO PER NOI,BUONO PER LA SALUTERisposte alle domande di cultura sanitaria ed educazione alla salute

Sommario

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stampato su carta riciclataprodotta con cellulose ECF ecosostenibile

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Dare senza nulla pretendere

L’orgoglio di essere VolontarioEditoriale di Paolo Romagnoli

Nelle pagine seguenti avrete modo di leggere le rifl essioni di Vincenzo Favale, Direttore ammini-strativo del nostro Ente, sui dati desumibili dal consuntivo 2013, recentemente approvato all’una-nimità dall’assemblea dei soci. Fra gli stessi è assolutamente signifi cativo quello di € 6.973.164,00 rappresentante la valorizzazione delle ore di volontariato donate dai nostri Militi, integranti oltre la metà del valore globale di produzione. E’ un dato estremamente importante ed eloquente, idoneo a consentire a tutti noi di apprezzare concretamente il peso, in termini economici, dell’apporto dei nostri Volontari e, conseguentemente, il maggior onere che graverebbe sulla collettività laddove il volontariato non esistesse. Il valore numerico di cui sopra deve essere reso noto e dovrebbe essere congruamente considerato dagli Enti pubblici con i quali intratteniamo rapporti economici, non sempre in grado di percepire l’importanza del nostro apporto; dobbiamo essere quindi più che orgogliosi di quanto facciamo e da tale consapevolezza dobbiamo trarre spunto per riven-dicare, con serena fermezza, l’indispensabilità del nostro contributo e del nostro ruolo. Il Milite volontario non è di per sé interessato ai “grandi numeri”, soddisfatto come è dallo svolgere la sua silenziosa attività con spirito di sacrifi cio, così non percependo che la sua abnegazione ha anche un ritorno – e di quale entità - in termini economici. Sono parte della Croce Verde dal 1976; da allora il nostro Ente è cambiato radicalmente, sicuramente in meglio: abbiamo un parco vetture all’avanguardia; forniamo agli Aggregati una preparazione che va al di là dei protocolli del 118; operiamo nel sociale calmierando i corrispettivi per i trasporti ordinari e per il servizio di guardia medica pediatrica, nell’attesa dell’introduzione a regime del servizio di teleassistenza; siamo pre-senti, quale fi gura tradizionale ed ormai irrinunciabile, nell’attività di soccorso sulle piste da sci; abbiamo una sede centrale prestigiosa in quello che è diventato un polo nevralgico della nostra città. Tutto ciò non è frutto del caso o della fortuna; è il risultato di un’attività iniziata nel 1907 che ha saputo contribuire, grazie all’apporto di tutte quelle silenziose presenze succedutesi nel tempo, alla costante crescita del nostro Ente sino a diventare punto di riferimento per la Città di Torino e per quei Comuni dove siamo presenti con Sezioni. Tutto ciò non si sarebbe realizzato se si fosse fermato il costante avvicendarsi dei Militi da una guardia all’altra, per i 365 giorni di ogni anno, dal 1907 ad oggi; se rifl ettete con attenzione su questa ininterrotta catena di solidarietà non potrete che stupirvi, apparendo quasi incredibile che mai il servizio abbia visto sospensioni o cedimenti; se ciò è avvenuto, dobbiamo dire grazie a quell’inspiegabile – quasi ineffabile - caratteristica del Volontario che lo spinge, senza costrizioni od aspettativa economica alcuna, a sentire come suo intimo dovere quello di essere presente durante i turni prefi ssati, rinunciando ad altri svaghi, sa-crifi cando gli affetti familiari, scontando nell’attività lavorativa le ore di sonno perdute nelle notti di servizio che - lo dico con consapevole esperienza - sono lunghe e molto fredde. Il Volontario deve essere pertanto più che orgoglioso del suo ruolo in quanto la responsabile scelta di dare sen-za nulla pretendere è indice di profonda libertà nonché di concreta applicazione di quel dovere di solidarietà sociale che, non a caso, è scolpito nei principi fondamentali della nostra Costituzione, unanimeme nte riconosciuta come una delle più belle Carte fondamentali.

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A metà maggio si è tenuto il primo appuntamento di un ciclo di conferenze, ideato ed organizzato dalle Dame Patronesse della Croce Verde, per dare risposte aggiornate ed esaustive alla domanda di conoscenza sui temi della salute e dell’educazione ad un migliore stile di vita. L’appuntamento, tutto dedicato all’alimentazione, ha visto il confronto tra diversi punti di vista ed approcci, da quello più attento agli aspetti nutrizionali a quello psicanalitico, dall’analisi della cultura del cibo come fattore di sviluppo economico all’approfondimento su quanto la biodiversità in ambito agricolo possa essere di stimolo ad un’alimentazione migliore e più sostenibile per il pianeta.Come ha ben spiegato il Direttore dei Servizi della Croce Verde, Enzo Sciortino: «con i nostri 1.250 volontari, 55 ambulanze, 70 mila interventi all’anno non solo siamo una realtà

che contribuisce alla salute dei cittadini, ma vogliamo operare per divulgare l’informazione sanitaria in modo più ampio, affrontando, oltre ai temi del soccorso, anche altri aspetti.Per esempio, ad ottobre partiremo, in collaborazione con A.n.d.o.s., con il progetto dello screening mammografico per tutte le torinesi, un esempio di prevenzione ed educazione che va nella stessa direzione di questi incontri ».

Buono per la salute, buono per l’economia

Ad introdurre il tema dell’alimentazione è il Prof. Valter Cantino, dell’Università degli Studi di Torino, che ha voluto focalizzare l’attenzione sui cambiamenti di recente intervenuti nel settore agricolo e sulle loro conseguenze a livello del cibo che portiamo tutti i giorni sulle nostre tavole. Oggi, con l’industrializzazione dei processi

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produttivi si è giunti ad un sistema normalizzato, in cui la biodiversità è sacrificata in nome di procedure e prodotti che diventano standard e massificati. Peccato che in Italia questo nuovo modello sia stato adattato alle caratteristiche locali, ed in particolare alla frammentazione del suolo agricolo, per cui la maggior parte delle imprese sono piccole e medie, portando ad un sistema economico non sostenibile: la produzione di massa richiede superfici coltivabili da migliaia di ettari per poter fare economia di scala e tenere dei prezzi accettabili per il mercato, mentre nel nostro Paese solo i contributi europei hanno tenuto a galla un sistema fallimentare. Oggi si assiste ad una grande novità: il ritorno alla terra dei giovani, che portano una consapevolezza e degli strumenti molto diversi da quelli dei loro padri e scelgono produzioni di nicchia e ad alta qualità, legate al territorio ed alle sue tradizioni. Tutto questo a beneficio non solo della biodiversità, ma anche della bontà e della salubrità di ciò che mangiamo: ciò che è buono per la salute lo è anche per la nostra economia e mangiare meglio significa oggi conoscere quello che portiamo in tavola.

L’esperienza di Slow Food

Parte da un approccio simile anche Fabio Palladino, tesoriere di Slow Food, che, dopo aver portato il saluto del presidente Petrini, analizza

gli strumenti che l’organizzazione ha ideato per sostenere la biodiversità nel mondo. Oggi ci troviamo infatti di fronte ad una sfida, quella che oppone il sistema agroindustriale massificato, in mano a poche multinazionali (che detengono il 90% delle specie coltivate nel mondo) e il sistema tradizionale di sussistenza, fatto di piccoli e piccolissimi produttori. Sono questi ultimi, e non certo le grandi aziende, a continuare a sostenere la diversità delle specie, animali e vegetali, nonostante gli spazi loro concessi siano sempre inferiori a causa della cementificazione selvaggia, dell’inquinamento, della distruzione del suolo. Un processo che sta minando il fragile equilibrio della natura e che causa la perdita di 27mila specie ogni anno. Questo significa ridurre sempre di più la biodiversità ed avere alimenti selezionati non sulla base della storia, della tradizione e dei benefici che portano alle persone, ma della loro capacità di resistere alle malattie ed ai lunghi trasporti che devono subire. Un sistema che, in più, elimina la varietà dei sapori, in una massificazione e standardizzazione che ha un effetto evidente anche sul gusto degli alimenti che mangiamo. Ogni varietà, invece, è molto di più che un prodotto alimentare, è parte della cultura di un popolo, porta con sé saperi, tecniche artigianali, caratteristiche di un territorio e della comunità che lo abita, tutti elementi che un sistema massificato sacrifica e induce all’estinzione.

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Per recuperare la biodiversità, in un sistema agricolo che sia buono al palato, equo per i lavoratori, e giusto, vale a dire sostenibile per l’ambiente, Slow Food ha ideato alcuni strumenti, come l’Arca del gusto, un catalogo on-line di prodotti che “appartengono alla cultura, alla storia ed alle tradizioni di tutto il pianeta. Un patrimonio straordinario di frutta, verdura, razze animali, formaggi, pani, dolci, salumi” da preservare, e i Mercati della terra, un’iniziativa che dura da 15 anni con l’obiettivo di far incontrare i piccoli produttori con i consumatori, all’interno di una rete internazionale di soli prodotti locali e di stagione, con prezzi equi ed alimenti di qualità.

Il cibo come relazione

A indagare sugli aspetti più profondi del nostro legame con il cibo è lo psichiatra Giuseppe Luciano che, partendo da una breve analisi dello sviluppo del nostro rapporto con il cibo, giunge a distinguere tra due diversi modi di alimentarsi, tipici del nostro tempo. L’atteggiamento nei confronti del cibo deriva da nostro vissuto con chi lo ha preparato nei primi mesi di vita: la madre è stata il nostro primo oggetto di amore e il cibo che da lei veniva, pensiamo al latte, il primo con cui ci siamo confrontati. Un rapporto sano, dove il bambino riceve l’alimentazione di cui ha bisogno e dove l’angoscia che sente nei momenti in cui questo è assente viene lenita con frequenza, svilupperà un atteggiamento sano, che si trasformerà con gli anni nella capacità di vedere il cibo come un’occasione di relazione con gli altri, di collaborazione e partecipazione. Lo sviluppo, invece di sentimenti di angoscia, gelosia nei confronti delle altre persone che si contendono il suo amore verso la madre (il padre, i fratelli), rischia di portare a considerare il cibo e l’atto di alimentarsi come una forma di rivalità, competizione e prevaricazione, in linea con uno

degli atteggiamenti dominanti della nostra società.

Qualche consiglio pratico

A chiudere il dibattito è stata la nutrizionista Serafina Petrocca, che ha cercato di sintetizzare qualche consiglio pratico per alimentarsi in modo corretto e sano, partendo dalla constatazione che c’è ancora molta confusione su cosa voglia dire mangiare bene. La dieta, infatti, non è dimagrire o acquisire peso, ma uno stile di vita complessivo necessario per rimanere in salute. E’ da evitare quindi tutta una serie di comportamenti alimentari scorretti, anche se spesso sono descritti come funzionali a perdere

peso: le diete iperproteiche, che riducono al minimo l’assunzione degli zuccheri, soprattutto quelli complessi, in grado invece di prolungare la digestione e quindi di non far avvertire per alcune ore il senso di fame, oppure il rivolgersi a dolcificanti che sostituiscono lo zucchero, ma che creano irritazione, oppure ancora non mangiare la pasta, che è invece un alimento in grado di sostenere e dare energia a lungo, per fare solo qualche esempio. Ma il consiglio più importante è stato quello di non rinunciare al gusto: evitare i cibi che si preferiscono e scegliere solo alimenti insipidi, nell’errata convinzione siano quelli indicati per la nostra salute, portano al veloce fallimento di ogni tentativo di cambiare la propria dieta. Un regime alimentare che si basa solo sulle rinunce, infatti, non dura a lungo e si torna presto alle cattive abitudini che si volevano abbandonare: meglio quindi mangiare cibi appetibili, che incontrano i nostri gusti, limitando le quantità e cercando di variare.

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Dopo una prima riedizione lanciata sulla rete nel lontano 2007 in occa-sione del centenario della fondazione della Croce Verde di Torino, ecco che ora entra in scena, o meglio, compare sul vostro “device”, una nuova versio-ne del sito: www.croceverde.org .Cosa è cambiato e come mai è sorta la necessità di una nuova pagina on-line?Ci risponde Rosanna D’Arpa, il braccio informatico che per mesi ha lavora-to dietro lo schermo: ‘La necessità di creare un nuovo sito nasce sia dall’evoluzione tecnologica de-gli ultimi anni che dalle esigenze, sempre maggiori, di condivisione e di partecipazione collettiva; non ultimo dal crescente numero di dispositivi diversi dai quali è pos-sibile accedere alla rete’.Vari mesi di lavoro hanno portato a scegliere “wordpress” come piattafor-ma di editoria, soprattutto in funzione di un layout di risposta che si pos-sa adattare a vari dispositivi: tablet, smartphone e personal computer.Il nuovo sito risulta molto agevole e di veloce consultazione, con particolare attenzione a focus ed eventi di maggior rilievo. La Croce Verde sta diventando sempre più “social” e, oltre alla “cliccatissima” pagina Facebook, ha attivato anche un account Twitter come profi lo di microblogging per tenervi informati sulle ultime novità ed una galleria Flickr dove potete trovare le foto dei Volontari; chiunque può contribuire a questa pagina associando l’hashtag #croceverdetorino alle proprie foto, anche tramite App come Instagram. Il nuovo sito offre inoltre la possibilità di iscriversi direttamente alla Newsletter gestita su mailchimp e che per ora possiede una lista di circa 180 persone.Sebbene il canale di youtube sia ancora poco utilizzato, un punto di forza è quello di Issuu il quale ospita in versione PDF tutti i numeri di Croce Verde Notizie in formato digitale facilmente consultabili.Assai migliorabile risulta invece la parte dei contenuti, rivisitati e riassemblati, ma che non si discostano molto dai precedenti.Essenziale sarebbe quindi la collaborazione di tutti i Volontari per gestire questa nuova piattaforma digitale, ma soprattutto delle

varie fi gure responsabili all’interno della nostra Sezione: Rappresentanti delle sedi, delle singo-le Squadre, della Formazione, del gruppo Autisti e via dicendo, che possono segnalarci eventuali mancanze o testi non perfettamente aggiornati dal momento che con la Redazione è possibile cooperare per quanto riguarda la gestione on-line degli articoli.Siamo in attesa dei vostri interventi, consigli e pareri affi nché il motto della Croce Verde: ‘Ci sia-mo sempre… incontriamoci mai’ possa comun-que contribuire ad unirci, anche solo attraverso un ‘click’.

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Il sistema francese di emergenza medica extra-ospedaliera è unico, talvolta invidiato, ma so-prattutto molto controverso rispetto al resto dei sistemi di emergenza del mondo.La presenza sistematica di un medico “urgenti-ste” (medico emergenzista) nella squadra, ad un costo indubbiamente uguale ai paesi organizza-ti con personale non sanitario, è certamente un punto chiave, garantisce una risposta terapeuti-ca esauriente, accoppiata ad un’alta medicaliz-zazione.E’ tuttavia importante sottolineare che la Francia si è dotata di un sistema di emergenza territoria-le adattato alla particolarità della sua rete ospe-daliera nazionale. Non esiste paragone possibile con altri paesi di uguale livello di sviluppo.Nella totalità dei paesi industrializzati esistono diversi livelli di formazione per il personale ope-rante in ambulanza, o in altri veicoli di emer-genza, e la più rappresentativa ed identifi cativa per la grande maggioranza dei paesi occidentali è quella di EMT (Emergency Medical Technician).Gli EMT si dividono in quattro categorie a secon-da della formazione ricevuta, che può variare dalla formazione di base a quella più avanzata di paramedico, e sono tutti abilitati alla guida del mezzo di soccorso.In Francia il personale presente sui diversi veico-li di emergenza deve possedere l’EMT-B (Basic) Livello BLS (Basic Life Support), il quale prevede che i soccorritori devono frequentare un corso di formazione di 110 ore. Superato l’esame di certifi cazione, essi saranno abilitati a compiere tutte le manovre non invasive di soccorso, pri-ma tra tutte il BLS. I tecnici di livello base, nella maggior parte degli stati, sono inoltre autorizzati ad assistere i pazienti nell’assunzione di farma-ci già loro prescritti per le situazioni particolari, come nitroglicerina, albuterolo o epinefrina tra-mite auto-iniettori.Il perno del sistema dei soccorsi in Francia sono i Dipartimenti SAMU (Service d’Aide Médicale Ur-gent) che possono essere assimilati alle nostre Centrali Operative, ma con diversa e più vasta competenza territoriale.Oltre a ricevere le chiamate e ad espletare l’ope-ra di invio vero e proprio, coordinano e controlla-no risorse sanitarie che vanno dai medici di base fi no alla disponibilità di posti letto intensivi nei diversi ospedali.

In Francia il termine “ambulanza” è riservato esclusivamente ai veicoli di soccorso con medico a bordo. Gli altri veicoli sono variamente denomi-nati e sono considerati mezzi per portare le squa-dre di soccorso sul posto in primo luogo, con il trasporto delle vittime come logica conseguenza.L’equivalente del nostro MSB (BLS-D) si chiama VSAV (Véhicule de secours et d’assistance aux victimes) Veicolo di Soccorso ed assistenza alle Vittime e viene gestito dai diversi distaccamenti dei VVFF (Sapeurs Pompiers). Ha la livrea rossa (dal 2010, in ossequio alla CEN 1789, inserti gialli retrorifl ettenti). L’equipaggio è composto da 3/4 Sapeurs Pompiers in possesso di EMT-B, secondo lo standard internazionale riferito al soccorso pre-ospedaliero.

Poi vi sono i VPS (Véhicules de premier secours) Veicoli di primo Soccorso. Possono anche essere di società private, sono bianchi, hanno la stella della vita blu sul cofano (senza bastone di Escu-lapio all’interno). L’equipaggio è formato da 2 soccorritori con EMT-B.Il soccorso avanzato viene espletato attraverso lo SMUR (Service Mobile d’Urgence et Réanima-tion) Servizio Mobile di Urgenza e Riani-mazione costituito da veicoli leggeri (auto mediche), ambulan-ze furgonate, prin-cipalmente con base operativa presso gli ospedali. L’equipag-

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Uno sguardo al di là delle Alpi

Il sistema di soccorso extra-ospedaliero francese

Equipaggi, mezzi e procedure utilizzatedi Manuela Segre

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gio è composto da medico, infermiere, soccorri-tore con EMT-B con funzioni di autista.Le VSAV e le SMUR hanno una sirena bitonale che serve a segnalare agli altri utenti della stra-da che il veicolo di soccorso “detiene” la priorità di passaggio, mentre le VPS, di norma utilizzate

per i servizi secondari, sono dotate di una sirena a tre toni che serve a “chiedere” la priorità di passaggio.Filosofi a operativa:Il soccorso di base viene in massima parte ero-gato da VSAV dei Sapeurs Pompiers con even-

tuale apporto estemporaneo di ambulanze (VPS) di società private.Soccorso avanzato erogato da SMUR, con base nei principali ospedali.L’HEMS (Helicopter Emergency Medical Service) è coordinato dal SAMU.La fi losofi a francese dell’emergenza pre-ospeda-liera (il cosiddetto “modello franco-tedesco”) è quella di portare l’ospedale dal paziente modello “stay and play”, rispetto a quello anglosassone dello “scoop and run”.Non è raro, per gli equipaggi SMUR, eseguire interventi terapeutici, anche molto complessi e volti ad un’aggressiva stabilizzazione del pazien-te, direttamente sulla scena. Conseguentemente gli equipaggi SMUR hanno tempi di permanen-za sulla scena molto elevati, se comparati con i sistemi anglo-americani (che si propongono, in-vece, di portare il paziente in ospedale nel più breve tempo possibile).Nel 1997, per esempio, l’ambulanza che soccor-se Lady Diana rimase quasi due ore sul posto.Lo si potrebbe defi nire un approccio “stay, play to win, and perform surgery on the road, if ne-cessary”.Il Numero Unico d’Emergenza è il 112.

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LA TECNICA DELLO SCOIATTOLONell’ambito delle ricerche che vengono effettuate in diversi ambiti sanitari e psicologici sulle tecni-che di primo soccorso, con particolare riguardo agli effetti derivanti da una presa in carico precoce del paziente non solo dal punto di vista sanitario ma anche da quello psicologico, merita una par-ticolare attenzione la cosiddetta ”tecnica dello scoiattolo”. Questo approccio, che fa parte del mo-dello 3D CRASH elaborato da Erik De Soir, Vigile del Fuoco, psicoterapeuta belga, uno dei massimi esperti europei di psicologia dell’emergenza, studia gli effetti dei rischi psicologici e dei traumi che possono colpire le vittime primarie, i testimoni ed i parenti delle vittime ed i soccorritori stessi in eventi ed incidenti particolarmente stressanti e le modalità per ridurre e mitigare le conseguenze.Il modello CRASH, attualmente applicato sia in Francia che in Belgio dai Sapeurs Pompiers (VVFF), prevede che vengano applicate prima di tutto le cure mediche (“need to have”) e poi, nel caso di vittime coscienti, senza traumi cranici gravi e senza intossicazioni da alcool o droghe, venga effettuato un triage psicologico in analogia con quello sanitario per fornire poi, ove possibile, un supporto psicologico integrato (“nice to have”). Nel caso, per esempio di un paziente incastrato in auto, un soccorritore, adeguatamente formato, entra nell’abitacolo della vettura (per questo motivo viene chiamato scoiattolo) con l’obiettivo di fornire un sostegno rassicurante e garantire il massimo conforto (immobilizzazione, riduzione del dolore, stabilizzazione). Le vittime incastrate in auto, ad esempio, si trovano in uno stato di iperagitazione, uno stato di “tempesta” neurovege-tativa il cui scopo è quello di usare questa energia corporea per ottimizzare le possibilità di soprav-vivenza, ma allo stesso tempo nell’incapacità di reagire. Queste vittime sono costrette a rimanere immobili in uno stato di iperagitazione, iperansietà, di impotenza mentre sono spesso esposte a scene spaventose e a minaccia di morte diretta. Lo scoiattolo provvederà quindi a fornire il soccor-so sanitario (immobilizzazione in caso di fratture e controllo di emorragie) ma nello stesso tempo ascolterà e terrà conto delle richieste della o delle vittime, intese come partner attivi e quindi sog-getti che verranno ascoltati e sostenuti anche psicologicamente. La presenza dello scoiattolo che, mentre verifi ca i parametri vitali della vittima, continua a parlare con lei, a calmarla ed a ridurre l’ansia, aiuta la vittima stessa a mantenere il controllo della respirazione e a rallentare il battito cardiaco ed eventuali emorragie in atto, giungendo in ospedale in condizioni migliori rispetto a pazienti non supportati psicologicamente.

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Il Progetto Accoglienza Aggregati ha mosso i primi passi nel novembre 2012. Ne sono stati promotori la Direzione dei Servizi e la Direzione Sanitaria. Nelle intenzioni e, per alcuni aspetti, nella forma stessa, aveva tuttavia radici più profonde nell’As-sociazione: si poneva infatti l’ambizioso obiettivo di raccogliere il testimone di quanto immaginato da Orazio Rollo nella sua instancabile opera di mi-glioramento dei processi di integrazione e forma-zione dei nuovi Volontari in seno alla Croce Verde Torino. Non di meno si impegnava a fare proprie le buone pratiche già esistenti in alcune Squadre e Sezioni auspicandone l’estensione, almeno in termini di contenuti essenziali e nel rispetto delle inevitabili peculiarità di ciascuna realtà associati-va, all’intera Croce Verde Torino.Sulla base di questi stimoli, la Direzione dei Ser-vizi ha richiesto che ciascuna Squadra e Sezione esprimesse uno o più Volontari disposti a fornire la propria collaborazione per defi nire e formaliz-zare i contenuti ritenuti indispensabili per fare at-tivamente accoglienza rivolta alle nuove risorse che si affacciano all’esperienza di volontariato.

Dalla prima riunione ne derivava una suddivisione in 5 gruppi di lavoro che hanno trattato i diversi aspetti dell’accoglienza.

La redazione del materiale dei gruppi di lavoro è stata completata nei primi mesi dell’anno in corso. Il tempo che ha condotto all’incontro di avvio del progetto, svoltosi a inizio giugno, è stato neces-sario alla Direzione dei Servizi ed a un ristretto, ma sinceramente prezioso, gruppo di collaboratori

Un progetto… da tempo in incubazione

P.A.A.Progetto Accoglienza Aggregati

Come fare affi nché un neo-Volontario venga accolto e seguito nei suoi primi passi in un modo uniforme, indipendentemente da dove svolgerà la sua opera

di Luca Rittatore

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per uniformare il linguaggio e l’aspetto grafi co del documento. Indispensabile strumento a supporto e integrazione di quanto redatto è stato (e sarà nell’attuazione del progetto stesso) il manuale ANPAS “Informato e sicuro”, ricco di elementi uti-li alla condivisione dei fondamentali di sicurezza nella mansione di Volontario-Soccorritore. Il 12 giugno la prima redazione del documento di Accoglienza Aggregati è stato quindi presentato ai Responsabili di Squadra e Sezione, ai Rappresen-tanti Militi e, sopratutto, ai Tutor individuati dai Responsabili medesimi, ovvero a coloro che as-sumeranno l’impegno di attuazione operativa del progetto.

A termine del percorso di affi ancamento, l’esito sarà formalizzato dal Tutor in collaborazione con il Responsabile di Squadra/Sezione mediante la compilazione di un questionario on-line. Auspichiamo che questa azione di misurazione,

poiché di misurazione di effi cacia della trasmis-sione di contenuti desidera trattarsi piuttosto che di valutazione, in associazione ad una raccolta di riscontri rivolta direttamente all’Aggregato, co-stituisca strumento di supporto alla crescita del neo-Volontario in accordo con il percorso mag-giormente idoneo alle proprie predisposizioni e pienamente rispondente ai livelli di preparazione attesi in attività sensibili come il soccorso e il tra-sporto sanitario.I prossimi mesi di sperimentazione diretta ci offri-ranno conferme o utili indicazioni di correzione di contenuti o metodi.Ai Tutor il nostro primo ringraziamento: giovedì

12 giugno il salone della Croce Verde Torino era gremito come in poche altre occasioni di vita associativa di Volonta-ri di ogni Squadra e Sezione, trasversali in ogni aspetto, ma accomunati da una percepibile motivazione e partecipazio-ne. Diffi cile pensare che questo non sia un buon primo passo.Un altro doveroso ringraziamento va a tutti coloro che hanno partecipato alla defi nizione e redazione dei contenuti del documento. Le occasioni di confronto, anche a distanza, sono state momenti di crescita e di migliore conoscenza delle diverse sensibilità che animano l’Ente. Confi diamo che la loro pazienza, a fronte di un documento che, pur non avendo alcuna pretesa di prodotto editoriale o testo formativo professionale, sembrava non potesse vedere un completamento, sia stata ripagata e che l’uniformazione di aspetto e linguaggio non abbia tradito

le loro intenzioni. Facendo eccezione al nostro abituale silenzioso operato, desideriamo ringraziarli in questa sede, certi di dimenticarne altri che hanno sostenuto il progetto anche con il proprio quotidiano compor-

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tamento e rigore in Associazione, e di questo ci scusiamo.Un ringraziamento e un pensiero, personale que-sta volta, ad un Volontario ed un amico a cui que-sto lavoro deve molto e, ancor di più, io stesso devo gratitudine per aver plasmato il mio essere Volontario in Croce Verde Torino. Non ha potu-to vedere il compimento di questa prima fase del progetto dopo avervi attivamente partecipato e, incurante di quanto possa risultare retorico, posso dire con certezza che ha lasciato un vuoto nel-la Seconda Squadra di Torino ancora tangibile ad ogni guardia. Vorrei avere la presunzione, anche con questo lavoro, che sia possibile trasmettere a nuovi Volontari la stessa passione che lui è riusci-to a trasmettere a me ed a tanti altri.

Hanno collaborato al progetto:

Mariateresa Affatato, Guido Albertin, Francesca Allara, Roberto Armellino, Sergio Beltramo, Bruno Bersano, Gianna Brustia, Sergio Cagnassone, Umberto Cavalli, Piero Ciavarella, Carlo Cipollini, Francesca Cominato, Roberto Fantino, Marco Gallea, Gioacchino Garofalo, Claudia Giannetti, Andrea Giordano, Anna Gramondo, Silvia Maddaleno, Luigi Menabò, Irene Monicelli, Renato Montanella, Stefano Picco, Alberto Racca, Francesca Rizzo, Ivana Roberto, Mauro Rovaretti, Enzo Sciortino, Manuela Segre, Lina Tricoli, Qalid Yusuf, Ivano Zulli, Claudio Zunino.

L’ORIGINE E LA STORIA DEL PROGETTO ACCOGLIENZA AGGREGATI

di Manuela Segre

Su questo numero del nostro giornale viene illustrato il Progetto Accoglienza Aggregati che viene alla luce dopo un periodo di intensi lavori e riunioni che hanno impegnato molti Volontari dell’Ente per oltre un anno.Ma il Progetto Accoglienza Aggregati in realtà nasce nel 2003 e per meglio comprendere cosa sia e quale sia il suo signifi cato e il suo valore è necessario partire da allora.Il frutto che noi oggi vediamo nasce da un seme piantato la bellezza di 10 anni fa dalla felice intuizione, dalla passione, dalla profonda conoscenza della realtà del nostro Ente e delle esigenze formative, ma soprattutto relazionali, di quei Volontari che entrano in Croce Verde, da parte di una persona che oggi non è più tra noi ma che ha lasciato un’impronta indelebile non solo in quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerlo direttamente, e che, attraverso il Progetto Accoglienza

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Aggregati, che da oggi verrà applicato in tutte le Squadre e Sezioni, continuerà a fare crescere tutte le persone che inizieranno il loro percorso nella nostra Associazione.Quest’uomo si chiamava Orazio Rollo e nel 2003, quando già era Coordinatore della Formazione, nonché Responsabile della Squadra del Sabato, con la forza e la determinazione che nasce prima di tutto dall’amore per quello che si fa, ma anche dalla Sua conoscenza non solo del servizio che siamo chiamati a svolgere, ma soprattutto dalla conoscenza delle persone e dei giovani in particolar modo, giovani che lui capiva, sosteneva, aiutava, stimava, incoraggiava, ideò quello che allora si chiamava Progetto Inserimento Aggregati.All’epoca, proprio in virtù di questo Suo ruolo nell’ambito della Formazione dell’Ente, era consa-pevole che c’era un periodo che poteva essere di pochi mesi o anche più lungo, in cui l’Aggregato entrava in Croce Verde ma doveva “aspettare” l’inizio del corso per avere una formazione.Questo gap di tempo che avrebbe dovuto essere dedicato non tanto alla formazione “tecnica” che viene fornita dal Corso Militi, quanto piuttosto ad un percorso di conoscenza dell’Ente, dei valori, delle modalità “comportamentali” prima di tutto nei confronti delle persone con cui si viene in contatto durante i servizi, siano essi pazienti o parenti, i rapporti con le diverse funzioni dell’Ente, oltre ad alcune nozioni delle diverse competenze che sarebbero poi state sviluppate in maniera esaustiva nel Corso Militi, ma che ovviamente potevano e dovevano essere utilizzate fi n dalle prime uscite dell’Aggregato, in questo periodo all’Aggregato potevano essere fornite queste nozioni che potevano essere non solo utili in questa prima fase, ma potevano costituire il terreno fertile su cui poi il Corso Militi avrebbe potuto inserirsi e svilupparle compiutamente per completare la parte teorica e pratica del percorso formativo dell’Aggregato.Queste nozioni venivano in passato tra-smesse dal Responsabile di Squadra o da Militi che avevano più esperienza, ma negli anni l’organizzazione del ser-vizio si è progressivamente modifi ca-ta e ormai non esistono più spazi fi sici e temporali tali da permettere questa modalità di comunicazione in maniera effi cace. Nel 2003 Orazio decide quindi di met-tere in piedi, con l’aiuto di alcuni Militi che avevano ruoli e competenze diver-se all’interno della Squadra del Sabato, di cui lui era Responsabile, un Proget-to che all’epoca si chiamava Progetto Inserimento Aggregati e che decise di testare, trattandosi di una sperimenta-zione, sulla Squadra di cui lui era Re-sponsabile.La fi nalità di questo Progetto era appun-to l’inserimento degli Aggregati nella Squadra, dal momento del loro ingresso ed aveva una durata di 6/8 settimane.I 10 Volontari della Squadra del Sabato che avevano poi seguito il Corso Militi nell’anno 2004, dopo aver partecipato al Progetto Inseri-mento Aggregati, avevano ottenuto ottimi risultati, sia per quanto riguarda il risultato fi nale, ma soprattutto avevano dimostrato capacità non solo da un punto di vista delle competenze sanitarie, ma si erano rivelati militi attenti, disponibili, ottimamente inseriti nella Squadra, capaci di gestire i servizi anche in situazioni oggettivamente diffi cili .Militi capaci di comprendere che le persone che loro soccorrevano avevano bisogno di tutte le loro competenze, sanitarie, tecniche ma anche umane in quanto, fatte salve le priorità vitali, troppo spesso ci si dimentica che anche le parole, il modo di ascoltare, l’attenzione ed un sorriso fanno parte della “cura”. Quel sorriso che Orazio aveva sempre, in qualsiasi circostanza e che sono sicura in questo momento ha ancora vedendo che il Suo Progetto è diventato il Progetto di tutti, grazie al lavoro di tante perso-ne che hanno creduto e condiviso un cammino lungo e impegnativo, ma che ci ha portato fi no qua.Il Progetto Accoglienza Aggregati non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza da cui tanti Volontari inizieranno il loro cammino nella Croce Verde.E tutto questo è stato possibile perché un grande uomo, umile e appassionato, tanti anni fa ha get-tato un seme di cui oggi possiamo vedere i frutti.

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Qualche tempo fa ho letto su un giornale specializzato una frase che mi ha molto colpito: “È sempre più dimostrato che la salute dei bilan-ci e quella dei suoi dipendenti sono strettamente correlate e, quando le si considera due entità separate, il prezzo da pagare è consistente, sia sul piano personale che collettivo”. Condivido questa affermazione e ri-tengo che abbia ancora più valore per le associazioni di volontariato che hanno una precisa missione so-ciale e nelle quali le persone inte-ressate, i cosiddetti stakeholders, sono molteplici: soci, volontari, di-pendenti, pubblica amministrazio-ne, benefattori, fondazioni banca-rie, pazienti.L’attenzione alla trasparenza è da sempre uno degli obiettivi della nostra Associazione; oltre a ciò, la capacità di rendicontare in maniera chiara e analitica i movimenti con-tabili è generalmente riconosciuta come sinonimo di accuratezza ed affi dabilità.La relazione al bilancio consuntivo della Croce Verde illustra gli avve-nimenti accaduti nel corso dell’ul-timo anno, presentando, oltre alle mere relazioni quantitative, anche gli aspetti che hanno infl uenzato l’andamento dei conti economici. Il buono stato di salute della Croce Verde, come si evince dagli ultimi bilanci presen-tati, è l’espressione dell’impegno continuo e co-stante di tutti gli operatori dell’Associazione.Il bilancio 2013 della Croce Verde Torino, appro-vato dai soci nella recente assemblea del 21 mag-gio, espone un lieve disavanzo d’esercizio (poco meno di 10.000 euro), in controtendenza con gli avanzi degli ultimi anni. Tale perdita non deve però ingannare sullo stato di salute della nostra Associazione che, dal punto di vista gestionale, si dimostra solida ed in crescita.Il valore della produzione, rappresentativo dei

servizi effettuati dalla nostra Associazione, è in-fatti salito ad oltre 12 milioni di euro (di cui qua-si 7 milioni grazie all’attività benevola dei nostri Volontari), raggiungendo il massimo storico della Croce Verde. Da notare come i proventi derivanti dalle quote associative e dai contributi sono una parte irriso-ria del nostro bilancio e costituiscono un’anomalia nel nostro settore nel quale raramente le associa-zioni “camminano con le proprie gambe”.La rigorosa attenzione alla spesa ha permesso di contenere i costi operativi e di presentare un

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I numeri…

della Croce Verde

Chi siamo in cifre

di Vincenzo Favale

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margine operativo ampiamente positivo, consen-tendo altresì di reperire le risorse per effettuare importanti investimenti come la riqualifi cazio-ne delle nostre sedi, tuttora in corso, con partico-lare riferimento ai lavori effettuati in Via Dorè per l’installazione dell’ascensore. Tali investimenti sono stati interamente auto-fi nanziati e non hanno intaccato le disponibilità dell’Associazione che sono rimaste su livelli di as-soluta sicurezza.Le diverse azioni effettuate, sia dalla Croce Ver-de che da Anpas Piemonte per il recupero dei crediti verso l’Amministrazione Pubblica, hanno consentito di ridurre il livello dei crediti ad un va-lore di 1.400.000 euro. La situazione non è ancora

stabilizzata ma, anche grazie ad un monitoraggio costante, si è riusciti ad invertire la tendenza ne-gativa. A titolo di esempio, non possiamo dimenticare la situazione dei crediti vantati verso le Molinet-te che, in alcuni momenti, hanno superato i 500 giorni di ritardato pagamento.L’unico neo del bilancio è dovuto al disavanzo d’esercizio, originato da una transazione avvia-ta dalla A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino, al termine della quale abbiamo dovuto, ob torto collo, rimborsare circa 175.000 euro relati-vi ai servizi in emergenza per le annualità 2008-2011 (approssimativamente 4.000 euro a posta-zione per ogni anno).

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OLTRE IL SOCCORSO

Squadra Giovani

L’anima giovane della Croce Verde

di Chiara Zaghi, Silvia Venesio e Matilde Ugona

Siamo “l’anima giovane” della Croce Verde!E non potrebbe che essere così, visto che tut-ti insieme diamo vita alla Squadra Giovani della sede di Torino della nostra As-sociazione. Naturalmente, per l’età che abbiamo, non possiamo ancora prestare servizio sulle ambulanze, ma cerchiamo comunque di dare il nostro aiuto in diversi modi. Il Notiziario ci ha dato la possibilità di raccontare quello che facciamo e noi ne approfi ttiamo volentieri. La nostra storia, stando a quanto siamo riusciti a farci raccontare, risale al 2004. Allora il gruppo era costitu-ito da circa 15-20 ragazzi ed era nato per dare continuità all’impegno nelle grandi manifestazioni in collaborazione con il Nu-

cleo Sanitario di Protezione Civile. Un appuntamento ricorrente era, per esempio, la

Stratorino: in quell’occasio-ne le ragazze ed i ragazzi collaboravano sia per pre-sidiare con i soccorritori la gara dei bambini, sia il trat-to all’interno del Valentino con le biciclette.Un altro appuntamento fi s-so, in occasione dell’Epifa-nia, era la distribuzione dei giocattoli nei reparti pedia-trici dell’Ospedale Infantile Regina Margherita di Tori-no: in questo caso, i giova-ni aiutavano “i grandi” per l’acquisto dei regali oppure, per diversi anni, contribu-ivano con la preparazione di pacchi dono, ad esempio

presso la Mondadori. Nel tempo, poi, si è provato a dare alla Squadra

Giovani alcune occasioni formati-ve con brevi corsi di primo soc-corso e sono stati avviati i primi tentativi (molto timidi ed ai tem-pi diffi coltosi) di impegno mag-giormente rivolto al sociale.Dal 2004 al 2014 sono accadu-te molte cose. Attualmente la Squadra è composta da 25 per-sone (17 ragazze e 8 ragazzi dai 14 ai 19 anni) e lavora con con-tinuità nel corso dell’anno con l’appuntamento fi sso di un saba-to pomeriggio ogni due. Lo scorso autunno abbiamo or-ganizzato una raccolta interna alla Croce Verde di abiti usati che abbiamo donato all’Associazione Equiliberi. L’enorme successo e partecipazione ci hanno spinti ad organizzare una seconda raccol-

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ta di materiale scolasti-co e libri in primavera. Come ormai d’abitudi-ne, la prima domenica di dicembre in occasio-ne dell’evento “Regala e regalati un sorriso”, che si tiene in Piazza Palazzo di Città durante il mer-cato della Coldiretti, ab-biamo avuto l’occasione di ricevere numerosi giocattoli che abbiamo destinato ai bambini di una Casa Famiglia e all’Asilo Nido San Paolo. Nel periodo di Natale ed in occasione del Carne-vale abbiamo ospitato nella nostra sede una ventina di bambini di una Casa Famiglia di To-rino ed organizzato due pomeriggi di giochi con la preziosa collaborazio-ne delle Dame Patrones-se. Il 5 e il 6 Aprile abbiamo aiutato le Dame Patro-nesse nell’offerta del-le uova di Pasqua per il progetto telesoccorso e teleassistenza ed infi ne abbiamo assistito ad un incontro formativo di primo soccorso organizzato per noi da due Volontari.

Pensiamo di esserci dati abbastanza da fare, ma certamente non ci fermiamo qui perché stiamo programmando anche altre attività. Che cosa pensiamo del volontariato? Per noi è un’esperienza che per-mette di confrontarsi con realtà differenti e di mettersi a disposi-zione del prossimo gra-tuitamente con sincera solidarietà, senso di giustizia sociale e al-truismo. Il lavoro della nostra Squadra e le nostre at-tività si possono con-cretizzare grazie alla forte motivazione che spinge tutti i ragazzi ad impegnarsi, ma anche grazie al grande soste-gno, per noi fondamen-tale, che l’intera strut-tura della Croce Verde, con i suoi Volontari, ha dimostrato nei confron-

ti di quanto proponiamo partecipando attivamen-te agli eventi da noi organizzati.

Quindi… un grazie a tutti!

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SEZIONE DI BORGARO - CASELLELa partecipazione alla Festa delle Rose di Borgaro l’11 maggio.

PROGETTO “MINUTI PREZIOSI” 2014Alcuni eventi, ca-ratterizzati da un elevato tasso di mortalità, hanno come punti criti-ci una tempesti-va attivazione di soccorsi qualifi -cati ed il soste-gno delle funzio-ni vitali in attesa del loro arrivo. Il fattore tem-po e un’adegua-ta conoscenza delle pratiche di primo soccorso risultano quin-di determinanti per aumentare le possibilità di so-pravvivenza dell’infortunato.Per questo motivo la Croce Verde, Sezione di Cirié, ha organizzato un ciclo di due incontri fi nalizzato alla sensibilizzazione e diffusione sul territorio di manovre salvavita, quali la rianimazione cardio-polmonare nell’adulto e nel bambino, la disostru-zione delle vie aeree in età pediatrica e il controllo delle emorragie.Tutti posti disponibili (ottanta) sono stati occupati e dieci Volontari, ogni sera, hanno fornito le infor-mazioni necessarie.Visto il successo, l’iniziativa sarà ripetuta a settem-bre (esistono già trenta prenotazioni).

C’eravamo anche noi

C’eravamo anche noi insieme agli ottocento bikers che hanno affrontato, domenica sei luglio, a Sestriere, la gara Assietta Legend (85 km. s u e giù per le montagne).

C’eravamo anche noi al concerto dei One Direction allo Stadio Olimpico insieme ai quarantamila spettatori ed a un imponente servizio di sicuezza.

Tempo inclemente in tutti e due i casi.

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I nostri Lutti

SegnalazioniSono nati:

Umberto, nipote di Mariantonietta Ziraldo, milite della Sezione di San Mauro.Tommaso, figlio di Paola Marino e nipote di Maria Pia Marino, militi della Sezione di San Mauro.Sara, figlia del dipendente Massimo Masiero.

A tutti i nostri migliori auguri

Sono mancati:

Antonio Bergantino, milite della Squadra diurna di Torino.Enrico Divina, socio fondatore della Sezione di Venaria.Maria Toson vedova Besozzi, socia contribuente.Il papà della ex dipendente Maria Carota.Il papà di Sergio Vigliarolo, milite della Squadra del Sabato di Torino.La mamma del dipendente Giuseppe Marasco.Il papà di Luigi Valentino milite della 6º Squadra di Torino.Alle famiglie il nostro più sincero cordoglio

Corteo di San GiovanniEsattamente come da programma a cura del Comitato Manifestazioni Torinesi, lune-dì 23 giugno 2014 a partire dalle ore 18,30 da piazza Carlo Felice si è snodato il corteo in onore del Patrono della Città al quale hanno partecipato centinaia di fi guranti in costume e “dulcis in fundo” i Volontari di Croce Verde con le divise d’epoca. Tangibile l’emozione dei giovani che hanno indossato gli abiti storici e dato dimostrazione di forza e gagliardia nel-la corsa con il “carro di volata” originale ac-compagnato dalle sirene della prima mitica 600 multipla in versione ambulanza. Tra due ali di folla festante e plaudente – si spreca-vano i: “Bravi! Grazie per quello che fate!” – hanno sfi lato tutte le categorie, dai Militi alle Dame Patronesse, fi no alle prossime giovani leve nelle piccole personalità di Leo, Sofi a ed Anita, tre fratellini fi gli di una coppia crocever-dina molto “volenterosa”, con mini-gilet aran-cione e distintivo verde sul petto e nel cuore.

Salone del libro 2014Come è tradizione abbiamo allestito uno stand al Salone del Libro in una posizione privilegiata, davanti a quello del-la Città del Vaticano, che ci ha permesso di avere una buo-na visibilità per la solita numerosa folla di visitatori.

Contemporaneamente abbiamo organizzato, nell’ambito del Salone, altri due eventi:

- Conferenza sulle evoluzioni tecnologiche dei mezzi di soccorso. E’ stato presentato il progetto per individuare soluzioni innovative nell’alimentazione delle apparecchiature elettriche migliorandone l’operatività, che ha portato all’inserimento di pannelli fotovoltaici sulla nuova ambulanza 247. Presenti i rappresentanti della Fondazione Magnetto (sponsor del progetto), del costruttore ed installatore del veicolo ed il fornitore dei pannelli. Sala piena e conferenza interessante.

- Inaugurazione dell’ambulanza 247.

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