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Dalessandrini, numero di Aprile 2011
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ANNO 2011 – N. 1 Aprile 2011
LE RUBRICHE
Per una scuola fatta a misura di Studenti
INIZIATIVE A SCUOLA LE INTERVISTE
RACCONTIAMO..CI
LICEO SCIENTIFICO STATALE "G. D'ALESSANDRO" DI BAGHERIA
PROGETTO PONIL GIORNALE DELLA
SCUOLA
IL PUNTO DIMARKUS CIRONE
LETTURE
IL SONDAGGIO
LIBIA E NORDAFRICA:SCENARI DI GUERRAGUERRA CONTROGHEDDAFI OPER IL PETROLIO?
a più di quindici giornisono state aperte le
ostilità contro la Libia o, piùprecisamente, contro il suoexpresidente, MuammarGheddafiSEGUE A PAG 14 >>
D
PRESENTAZIONE IL GIORNALE DELLA SCUOLA
omincia questa nuovaavventura insieme,all'insegna dell’informa
zione e del divertimento, conuna speranza: quella che questa bellissima iniziativa siconservi nel tempo e che chiverrà dopo di noi continuisulla strada che i Dalessandrini, oggi, stanno intraprendendo. Cresceremo insieme, ma non vogliamo rimanere “un corpo separato”all’interno di uno stesso istitu
to, piuttosto vorremmo esserela voce di questo liceo, diquesta piccola, grande comunità. Perché, in fondo, i dalessandrini non siamo soltantonoi che ci riuniamo nel pomeriggio: siete tutti voi, studentidi oggi, sono gli studenti diieri e di domani; sono i professori, i segretari, sono i nostri mitici bidelli, sempresimpatici e pronti ad aiutarci;il preside è un Dalessandrino.
C
SEGUE A PAGINA 3
PER UN PUGNO DILIBRI A P. 6 >>LA FILOSOFIASECONDO FRICANOA P. 17>> UN DESTINO
RIDICOLO A P. 18 >>MEMORIE DI UNVIAGGIO A P. 8 >>
INTERVISTA AL PROF.ERNESTO GIBELLINA«Le conseguenze sono assolutamente imprevedibili, nelsenso che la situazione delNord Africa è una situazionemolto particolare.. A PAG 15>>
L'INSA DI LIONE P. 9I Mostri dell'oscurità
DA PAG. 20>>
FUGA DEI CERVELLI EDENERGIA NUCLEARE
A PAG. 22>>ECCO COSA VORREBBEROGLI STUDENTI A P. 4 >>
2 I Dalessandrini LA GERENZAI DALESSANDRINIIL GIORNALE DELLA SCUOLA
PUBBLICATO DA PROGETTO PON "IL GIORNALE DELLA SCUOLA"PON "COMPETENZE PER LO SVILUPPO"
ANNO I NUMERO DI FEBBRAIO 2011Tutor: Prof.ssa Maria GaliotoEsperto giornalista: Dott. Davide CufaloIl giornale online “I Dalessandrini” è raggiungibile al link:http://liceodalessandro.altervista.org/dalessandrini/
LICEO SCIENTIFICO STATALE "G. D'ALESSANDRO"Dirigente scolastico: Prof. Gaetano PaganoSede centrale: Via S. Ignazio di Loyola 90011 Bagheria (PA)Sito Internet: http://www.lsdalessandro.itemail: [email protected]: [email protected]. 091962583 091962153 – Fax 091961119
GLI STUDENTI PARTECIPANTI AL PROGETTO "IL GIORNALE DELLA SCUOLA":Mariano Artale, Marta Cabibbo, Sara Cannella, Domenico Gaspare
Carbonari, Marco Castronovo, Giuseppe Riccardo Celestino, VincenzaChiarello, Salvatore Di Carlo, Vincenzo Maniscalco, Andrea Natoli, GiuseppeParisi, Riccardo Pitarresi, Ilaria Prizzi, Luca Sancilles, Elisabetta MariaSciortino, Maria Assunta Sciortino, Miriam Sciortino, Luca Toralbo,
Pietro Maria Torregrossa
3I DalessandriniNumero di Aprile 2011 PRESENTAZIONESEGUE DALLA PRIMA PAGINA
IL GIORNALE DELLA SCUOLAAnche se a volte è costretto ad adottareprovvedimenti e misure che non ci piaccionomolto... ma ha lottato tanto per questa sua comunità, affinché le fosse data una strutturaidonea, e, anche se può sembrarci severo, infondo è solo perché tiene molto a questa nostra scuola. Un Dalessandrino è il nostroesperto, che ci segue passo dopo passo e ciinsegna come essere dei bravi giornalisti. Cosa dire di più? Siete liberi di lasciare qui i vostri commenti ed eventuali proposte per il
nostro giornale. Speriamo diventi un puntodi riferimento per tutti, un posto in cui essereamici e aiutarci l’un l’altro. A tal propositovorremmo istituire uno spazio libero in cuiognuno possa chiedere di affrontare datiargomenti o chiedere consigli, come ad ungiornalino. Uno spazio dedicato ai lettori,insomma, che ci aiuti a sentirci tutti più vicini.Ci auguriamo che questo “esperimento” vadaa buon fine e che vi avvicinerete numerosi.
DIAMO IL VIA AL PROGETTO "IL GIORNALE DELLA SCUOLA"
Sono 23 gli studenti che partecipano al progetto PON “Il giornale della Scuola”, tutti diclasse III e IV. Seguiti da un’ottima insegnate di lettere, la prof.ssa Galioto, e da undocente esperto di giornalismo, dott. DavideCufalo. Il primo incontro è stato venerdì 4febbraio 2011, una giornata passata nel massimo della serietà con impegno e attenzioneda parte degli studenti. I due collaboratori sono stati limpidi e scorrevoli nella loro spiegazione, mostrandosi disponibili alle esigenzedegli alunni.Come per la prima lezione, anche quelle a seguire si svolgeranno presso la sede centraledel Liceo Scientifico “G. D’Alessandro”,nell’aula di informatica. Ogni incontro ha ladurata di tre ore con un piccolo intervallo,ore passate allegramente in buona compagnia e all’insegna della scoperta di semprenuove cose relative alla scrittura giornalistica. La prima lezione è stata divisa in dueparti: la prima di carattere teorico e confunzione introduttiva, la seconda basata sullasomministrazione di piccoli test d’ingressoatti a sondare le capacità di questi novelligiornalisti.
Il risultato più interessante emerso da questotest è stato la scelta dei giornalisti preferiti:12 ragazzi su 23 hanno indicato MicheleSantoro… e questo fa riflettere!Per il resto i ragazzi hanno risposto più omeno bene alle domande poste; ovviamentesono ancora all’inizio e la strada è lunga: mace la faranno! È emerso un ulteriore particolare, tra le risposte del test: tutti e 23 studentiritengono che l’idea di avere un giornale diistituto su un sito internet sia un valido strumento di comunicazione. Gli articoli chevorrebbero scrivere sono relativi all’istitutoscolastico, allo sport, all’intrattenimento,alla musica, alla cronaca locale; alcuni diloro vorrebbero affrontare notizie relativealla vita politica.È con una certa fiducia che affermo chequesti 23 ragazzi riusciranno a stupire i lorogenitori, i loro docenti e tutti coloro cheleggeranno questo giornale. Il loro obiettivoè quello di essere riconosciuti, di farsi sentire e tirare un urlo al mondo… vogliono gridare che anche il Liceo Scientifico diBagheria è vivo e vitale e che sono pronti aconfrontarsi e “scontrarsi” con il resto delmondo affinché tutti conoscano“I Dalessandrini”.
I Dalessandrini hanno voglia di farsi sentire !di Vincenza Chiarello III H
4 I Dalessandrini
E meno male che in TvMichele Santoro c’è!Santoro, infatti, è il giornalistaindicato tra i loro preferiti daben 12 studenti su 22 che hannopartecipato, con vivo interesse,alla prima lezione del corsoP.O.N. “Il giornale della Scuola”, tenuta giorno 4 febbraionell’aula di informatica del Liceo scientifico D’Alessandrodall’esperto Davide Cufalo, incollaborazione con la prof.ssaMaria Galioto, tutor del progetto. Il risultato clamoroso èemerso a seguito della compilazione del test di ingresso somministrato ai corsisti per valutarele loro competenze di partenzanel settore del giornalismo.Se potessero scegliere in maniera democratica, per alzata di mano, gli studenti partecipanti alprogetto, chi deve lavorare inTv, è indubbio che Santoro la
spunterebbe su Bruno Vespa, inseconda posizione con 6 preferenze totali, e sulla giornalistaLilli Gruber, terza sul podio con3 preferenze totali. A quota 2preferenze si collocano i variLamberto Sposini, CristinaParodi, Valerio Staffelli, EnricoMentana, Emilio Fede e MarcoTravaglio.Altri nomi di giornalisti famosi,con una sola preferenza, sono
Fabio Fazio,Salvo Sottile,MarioSconcerti, ilcompianto EnzoBiagi, VincenzoMollica, TizianaFerrario, MariaLuisa Busi eGiorgio Bocca.Aggiungiamosu sollecitazio
ne di un lettoreanche il nome di
Beppe Severgnini con una preferenza (rectius). I ragazzi delD’Alessandro contano di stupire ancora una volta genitori edocenti; lavorano incessantemente ai pezzi giornalistici dainserire sul loro giornale online di informazione scolastica “IDalessandrini”, raggiungibilesin da ora al seguente indirizzo:
SONDAGGI
MICHELE SANTORO IL GIORNALISTA PREFERITOI RISULTATI DEL TEST D'INGRESSO
È uno dei risultati più sorprendenti del test di ingresso somministrato, il 4febbraio scorso, ai ragazzi partecipanti al progetto Il Giornale della Scuola
Il popolare conduttore televisivo
Sono anni che l’utenza scolastica si batte peravere una degna sede per l’istituto. Dopo moltoperegrinare, finalmente lo spazio e la strutturasono stati concessi. Il primo giorno di frequenzatutta l’utenza era in festa. Dopo mesi di permanenza, la redazione dei Dalessandrini ha decisodi raccogliere le idee degli studenti attraverso unpiccolo sondaggio. Abbiamo rivolto dunque leseguenti domande: “Che cosa vorresti in questa scuola?” e “Sapresti dare un voto da 1 a10 alle strutture e, in generale, alla scuola?”Pietro risponde: “La struttura e la scuola èperfetta, bellissima… Ma ci sono problemi ri
guardo ai servizi che, pur non essendo di vitaleimportanza, non permettono alla scuola di avereil massimo dei voti. Mi piacerebbe avere un’aula di musica attrezzata, si coltivano poco i talenti degli alunni.”Valerio risponde: “Mi piacerebbe che ci fosse ilbar! Voto: 7 e mezzo. Non ci possiamo lamentare, anche se vedo che già la tribunetta si è sbriciolata un po’, oppure si sono staccati i marmi.”Riccardo: “7 e mezzo. Bisogna dare tempo altempo. Il Preside e la Regione si stanno dandoda fare per fornirci fondi per vestire una scuolaancora spoglia. Non mi sento di dare un giudizio
di Mariano Artale e Domenico Carbonari IV E e III AECCO COSA VORREBBERO GLI STUDENTI
http://liceodalessandro.altervista.org/dalessandrini/
5I DalessandriniNumero di Aprile 2011
negativo in toto. Dopo 30 anni siamo usciti dalle“catacombe”, motivo per cui si apprezzano glisforzi di studenti e quanti altri hanno dato il proprio contributo per la realizzazione di questogrande progetto.”Alessia: “6. Ottima struttura ma mancante distrumenti fondamentali. Gradirei la rete da pallavolo all’interno della palestra del nostro istituto.”Riccardo Giuseppe: “8. La scuola nel complessosi è rivelata abbastanza soddisfacente anche seal raggiungimento del pieno 10 si pongono adostacolo la mancanza di tende che riparino dalsole ed anche la mancanza della mensa”.Fabiola: “Fra 3 e 4. Il barmensa che ci avevanopromesso a dicembre.”Francesco: “3. Più attrezzi in palestra.”Brigida risponde con una certa ironia: “3. Unamensa con una certa dignità!”Giulia: “Voto 2. Troppo sole, mancano letende!” Cosimo: “Voto 3. Vorrei che la scuolafosse dotata di una mensa e invece gli alunni sono costretti a portarsi la colazione da casa!
Vorrei che cifossero i condizionatori visto econsiderato cheil sole battetutta la mattinae le sole tendenon potrebbero
risolvere il problema!!”Emerge dunque dal sondaggio che varie sono leopinioni, positive e negative, che gli studentihanno nei confronti del nostro istituto, molte rivolte al far emergere i problemi, altre nelconstatare che, nonostante il plesso non sia meritevole di un 10, è comunque una strutturaapprezzabile.Non siamo riusciti a pubblicare tutte le rispostea causa dello spazio che ci è tiranno, vi assicuriamo comunque che abbiamo attuato una selezione in modo da restare imparziali.N.d.r.: Il sondaggio è stato realizzato nella neutralità del suo essere e non vuole esprimerepareri personali.
SONDAGGIECCO COSA VORREBBERO GLI STUDENTI / SEGUE
UN SONDAGGIO AMAROa cura del prof. Sebastiano GrimaudoCuriosando tra le varie, ma serie, testate giornalistiche on line, ho letto questo articolo a firma di SandroProvvisionato pubblicato sul sito CADOINPIEDI.ITdella casa editrice CHIARELETTERE. Riporto l’articolo nella sua interezza e vi invito a riflettere…“L’associazione MafiaContro di Palermo, tra il dicembre 2010 ed il febbraio scorso ha promosso inotto scuole superiori siciliane, tra un campione di studenti di Udine ed un altro della provincia di Bresciaun sondaggio intitolato “Sedici risposte per il tuo futuro”. Il sondaggio ha coinvolto 1.062 ragazzi tra i 15 ei 18 anni. Non so che grado di scientificità avesse la ricerca ma i risultati della stessa sono alquantosconfortanti: il 26 per cento delle risposte considerainfatti Falcone e Borsellino “illusi” o addirittura dei“fessi”. Il 32 per cento degli intervistati ammette che,al posto dei due giudici fatti saltare in aria nel 1992,“professionalmente avrebbe operato scelte diametralmente opposte: andare via o non fare assolutamente nulla contro Cosa nostra”. Il 10 per cento degli
intervistati considera i boss Riina e Provenzano “uomini d’onore”; per il 5 per cento di loro sono “perseguitati dalla malasorte”. Il 31 per cento pensa che lamafia sia “un’invenzione”, se non addirittura “un bene”; il 48 per cento, se subisse un torto, provvederebbe “a vendicarsi direttamente” o si affretterebbe a“chiedere aiuto a qualcuno in grado dispalleggiarmi”. Le percentuali superano il 71 percento quando si tratta di esprimere la “sfiducia” nelleistituzioni; il 55 per cento è convinto che le attivitàscolastiche “non formino le coscienze” e il 26 percento che bisogna accettare la mafia, o “rassegnarsi aconviverci”. Esaminando solo il campione di studentifriulani e lombardi emerge che nel 68 per cento deicasi non hanno mai sentito parlare (o solo qualchevolta) del pizzo, ma (dato consolante) il 98 per centodi loro non ha dubbi nel definire “la mafia un maleper la società”. Gli studenti coinvolti in questo testsono ragazzi che all’epoca delle stragi di Falcone eBorsellino non erano ancora nati.”
6 I Dalessandrini
QUIZ A PREMI. IN PALIO I LIBRIAl Liceo scientifico “G. D’Alessandro” ogni mese si svolgono gare di libri,simulando al “meglio” il programma televisivo “Per un pugno di libri”
PER UN PUGNO DI LIBRIINIZIATIVE A SCUOLA
Il programma televisivo “Perun pugno di libri” funzionacome un quiz a premi, doveil premio è costituitodall’oggetto stesso del programma: i libri. Vi concorrono due classi scolasticheantagoniste, provenienti dascuole superiori di diverseRegioni italiane: la classeche ha accumulato più libri,vince.A fianco dei concorrentipartecipa al gioco un personaggio televisivo celebreche, insieme al portavocedella classe, ha il compito dirispondere ai quesiti. Ciascuna puntata prende il nome daun libro in particolare, generalmente un classico dellaletteratura internazionale, chei concorrenti sono tenuti adaver letto e su cui si incentrano la maggior parte delle sfide. Un noto giornalista ha ilcompito di correggere glierrori commessi nelle sfidedai concorrenti e soprattuttodi proporre nuove letture.In pochi sanno che anchenella nostra scuola, al Liceoscientifico “G. D’Alessandro”, ogni mese si svolgono gare di libri, simulando al“meglio” il sopraccitato programma televisivo.Le classi coinvolte fino adoggi sono la IV G e la IV H,ma sarebbe interessante
coinvolgere in questa iniziativa anche altre classi.Promotori dell’iniziativa sono la prof.ssa Maria Galiotoed il prof. Romeo, che scelgono mensilmente i libri,oggetto della gara, e preparano ed espongono le domandecome dei veri e propriconduttori televisivi. Il segreto “ovviamente” sta nel leggere attentamente i testi. Libriinteressanti, classici adattialla nostra età, appartenenti aqualsiasi genere e cheaffrontano diverse tematiche.Finora i testi analizzati sono:“Mogli e concubine” di SueTong, “Madame Bovary” diGustave Flaubert, “Zazie nelmetrò” di Raymond Que
neau, “La bella estate” di Cesare Pavese. Uscendo fuoridell’ambito della gara, i docenti si sono interessati disottoporre all’attenzione degli alunni anche la trasposizione cinematografica deitesti, operando un’analisi bicomparativa.Tale progetto può costituireun ottimo passatempo per iragazzi ed invogliare questialla lettura, ampliandone ilbagaglio culturale e le capacità espositive.
di Marta Cabibbo e Riccardo Celestino IV G
7I DalessandriniNumero di Aprile 2011 INIZIATIVE A SCUOLA
VENEZIA TRA ARTE E LEGALITÀSCAMBIO CULTURALE
di Andrea Natoli III HHa preso il via la prima fasedello scambio culturale tra illiceo scientifico “ G. D’Alessandro” ed il liceo classico“Marco Polo” di Venezia.Giorno 11 marzo i ragazzi bagheresi si sono ritrovati all’aeroporto di Palermo insieme aiprofessori Di Cristina e Galioto,organizzatori e coordinatoridella parte bagherese del progetto, ed hanno dato il viaall’avventura dello scambio,nuova per tutti.Quest’anno il soggiorno a Venezia è durato meno del previsto,perché sono stati solo cinque igiorni a disposizione, contro isette degli altri anni. Tale circostanza ha costretto i ragazzi, bagheresi e veneziani, adintensificare le visite guidate egli altri impegni, nonostante lapioggia ed il freddo siano statipressoché incessanti. I veneziani si sono mostrati da subito ottimi ciceroni ed anfitrioni, tantoche i due gruppi hanno instaurato da subito un buon rapportoed è venuto naturale a tuttisentirsi parte di un’entitàaffiatata ed omogenea. Dopo essere stati accolti all’aeroportodai “gemelli” veneziani, tutti ibagheresi si sono diretti nelle rispettive famiglie ospitanti, presso le quali hanno pernottato.Il primo giorno si è aperto conun discorso di benvenuto daparte del preside del “MarcoPolo” e con delle diapositive sulclima e la fauna della laguna,illustrate dagli studenti locali.
Poi i ragazzi bagheresi hannofatto un giro per Venezia visitando la basilica di San Marco el’Arsenale, dove si teneva unamostra di arte contemporanea.Istruttiva, anche se accompagnata da pioggia battente, la gita a Verona del secondo giorno,durante la quale i ragazzi hannoammirato l’arena d’età romanaed il balcone di Giulietta con relativa statua portafortuna.Il terzo giorno ci si è recati alPalazzo Ducale, le cui stanzeospitano, tra le altre, opere di Tiziano, del Tintoretto e del Veronese; poi, col prezioso aiuto diuna guida, si sono visitate le prigioni nuove e quelle vecchie, situate sotto il livello del mare,attraversando il Ponte dei Sospiri ed apprendendo dellaleggenda ad esso legata. Dopouna piccola pausa per il pranzo,tutti i ragazzi si sono diretti alcentro studi situato presso la laguna, dove si sono affrontati diversi temi: particolarmenteinteressante il progetto del “Mose”, un sistema costituito daparatoie mobili in grado di isolare la laguna di Veneziadall’Adriatico durante i periodidi alta marea. La sera tutti i ragazzi, in compagnia dei professori, si sono recati all’ HardRock Cafe per cenare in pienostile americano.Il quarto giorno è stato denso diavvenimenti ed attività; innanzitutto, i ragazzi si sono ritrovati ascuola e, insieme ai professori,si sono diretti allo squero di San
Trovaso, uno dei pochi ancorain funzione, dove hanno osservato le varie fasi della costruzione e manutenzione dellegondole. Poi i gemelli veneziani sono ritornati a scuola ed ibagheresi hanno continuato ilgiro per Venezia, visitando lagalleria dell’Accademia delleBelle Arti, dove sono esposteopere di artisti veneti a partiredal trecento, tra cui “La tempesta” del Giorgione. Al ritorno,tutti quanti hanno partecipatoad una conferenza sulla legalitàtenuta dall’avocato Ceroni, cheha fatto una breve introduzionesulla Costituzione; una sua frase ha molto colpito l’uditorio:“Mi piacerebbe pensare alla costituzione come una bibbia laica, con valori sempreuniversali”. La parola è poi passata ai giornalisti Ernesto Milanesi e Sebastiano Canetta, iquali hanno colto l’occasioneper spiegare il contenuto del loro ultimo libroinchiesta, “Legaland”, centrato soprattuttosulla politica del Veneto e sugliabusi edilizi che ne deturpano ilterritorio. Infine la parola èstata data al presidente di “Libera” in Veneto, che ha portatola sua testimonianza sulla mafiatracciando un percorso che unisce la Sicilia ed il Veneto. Dopola conferenza, i ragazzi bagheresi si sono recati con il battelloa Murano, dove hanno assistitoalla lavorazione del vetro e poifatto un breve giro per il paese.
SEGUE A PAG. 8 >>
8 I Dalessandrini INIZIATIVE A SCUOLAL’ultimo giorno è stato dedicatointeramente alla produzione diuna presentazione in PowerPoint che ripercorre letappe, attraverso le foto dei ragazzi, di questo soggiorno a Venezia. Successivamente i
bagheresi sono stati accompagnati alla fermata dell’autobus,diretto all’aeroporto Marco Polodi Venezia, dai propri gemelliveneziani, cui hanno promesso,allorché si rivedranno a Bagheria, un’ospitalità analoga aquella ricevuta ed una paragonabile dose di divertimento.
La prossima fase di scambio sisvolgerà appunto a Bagheria dagiorno 6 a giorno 11 aprile, etutti i ragazzi del D’Alessandro,desiderosi di fare bella figura, sisono già messi in motonell’organizzazione di un programma ricco di eventi e visiteinteressanti.
SEGUE DA PAG. 7
MEMORIE DI UN VIAGGIOSCAMBIO CULTURALE
di Roberta Margagliotta, Giuliana Lo Presti e Giorgio Arena III B
È l’8 marzo, adrenalina allestelle, il gruppo italiano composto da 13 ragazzi dopo giorni dilunga attesa, finalmente è alle soglie del viaggio verso la Germania, aspettando che un aereo glifaccia attraversare mari e montie scoprire una nuova realtà!Arrivati a destinazione,tra la preoccupazione di cosa troveremoe l’imbarazzo, avviene il primoincontro: tutti alti, biondi,all’apparenza così diversi danoi… Poi però tutto cambia e cominciamo a capire che la puntualità, la freddezza, l’eccessivaprecisione con cui spesso identifichiamo questo popolo sono solo luoghi comuni,e che non è
poi cosìdifficileistaurareun’amiciziacon questi“esseri cosìdiversi danoi”.Ed eccociarrivati amercoledì,primo girodella città.
Certo, il paesaggio a cui siamoabituati nella nostra solare Sicilia non ha nulla a che fare conquello che abbiamo trovato, lacittà interamente sommersanella foresta, gli alti palazzi, glialberi aridi e secchi perl’inverno, ma soprattutto quelloche ci ha colpito di più, sonostate la miriade di case esclusivamente con i tetti spioventi, e alcontrario di come solitamente sipensa il clima non è poi così rigido. Tra chiese, palazzi e ancheun castello da cui si vedeva unpaesaggio magnifico della città,abbiamo anche visitato ilBauernhausMuseum, riuscendocon non poche difficoltà a fare il
pane come se fossimo ritornatiindietro nel tempo di duecentoanni, macinando il grano eimpastando fino a infornarlo perpoi con grande soddisfazionegustare il pane tipico tedesco.Oltre alla cultura, comunque,non è mancato il tempo liberoper poter assaporare i divertimenti e i passatempi preferitidei nostri coetanei tedeschi trabowling, shopping, stadio e feste.Vi potrete chiedere come abbiamo fatto a comunicare con loro,non conoscendo il tedesco…beh, non ci credevamo neanchenoi, ma ci siamo riusciti!!Abbiamo provato a farci capirein inglese , all’inizio un po’anche a gesti, ma noi stessi siamo rimasti stupiti dalla facilitàcon cui già dopo pochi giorniriuscivamo ad esprimerci ininglese e a farci capire.. Non c’èesercizio migliore che stare inuna famiglia che non capisce latua lingua! Riteniamo dunqueche non ci sia occasione migliore per apprendere meglio unalingua, ma soprattutto conoscere e farsi conoscere …
9I DalessandriniNumero di Aprile 2011 INIZIATIVE A SCUOLALIONE: INGEGNERI SENZA FRONTIERE
L’INSA è stata fondata per formare professionisti qualificati egarantisce istruzione permanente, prove e ricerche...di Marta Cabibbo IV GMartedì 1 marzo, un gruppodi docenti dell’Istituto Nazionale di Scienze Applicate(INSA) di Lione haincontrato gli studenti del Liceo Scientifico G. D’Alessandro. L’INSA è statafondata per formare professionisti qualificati e garantisceistruzione permanente, provee ricerche. Il percorso di laurea, di durata quinquennale, èrivolto a studenti ben versatiin campo scientifico e si divide in due parti: il primo cicloe il secondo ciclo. In quest’ultimo il futuro ingegnereha la possibilità di sceglierela propria specializzazione edi proseguire, se vuole, conun dottorato di ricerca.L’Università possiede sedinon solo a Lione ma anche aStrasburgo, Tolosa e Rennes,che differiscono tra loro perla specializzazione scientifica. Per la domanda di ammissione occorre presentare ilmodulo di candidatura ufficiale, due lettere di presentazione scritte da insegnanti dimaterie scientifiche e le pagelle del IV e V anno (primoquadrimestre) di scuola superiore. L’INSA ha un elevatonumero di studenti stranieri aiquali propone speciali sezioniinternazionali ed un corso diapprofondimento facoltativo
estivo di sei settimane per essere al passo con la linguafrancese: le lezioni si svolgono in lingua madre come purele sessioni di esame. Si dàgrande importanza allo sport,tanto da offrire numerosiimpianti sportivi. Ricordiamoche è una scuola dieccellenza, in quanto tale nonpermette che gli studenti ripetano l’anno. Questa possibilità viene data solo una voltaagli studenti stranieri che sitrovano in difficoltà con lalingua francese o che non sisono ancora ben adattati allenuove metodologie di studio.Inoltre l’Università è pubblica e, fin dalla sua fondazione,ha offerto la possibilità di vivere all’interno del campus;
inoltre, offre vari servizi, come la fornitura gratuita di libri di testo a tutti gli studenti.Il programma ha un costocontenuto: circa 5 mila e 400euro l’anno per tasse universitarie, vitto e alloggio nelcampus, con una borsa di studio mensile per tutti gli studenti ed aiuti per quellieconomicamente disagiati,ma meritevoli. Interessante latestimonianza di Giulio, ragazzo palermitano diplomatoal Benedetto Croce, che giàda un anno frequenta l’Università francese con ottimi risultati. L’Insa è stata perGiulio un sogno, anche serealizzato con duro lavoro eimpegno.
10 I Dalessandrini INIZIATIVE A SCUOLAL’ANTIGONE DI SOFOCLE AL SUPERCINEMA DI BAGHERIA
STUDENTI A TEATRO
di Ilaria Prizzi ed Elisa Sciortino III HIl 4 marzo le classi del trienniodel nostro liceo hanno assistito,presso il Supercinema di Bagheria, alla rappresentazione dellatragedia “Antigone”, messa inscena dagli studenti del secondoanno dell’Accademia d’arte deldramma antico di Siracusa, chefa parte dell’INDA. La prima cosa che è saltata all’occhio è statal’assenza di scenografia: sulpalco c’erano soltanto delle sedie, disposte in più file e con loschienale rivolto verso glispettatori.Dopo il benvenuto dato dallaprofessoressa Lo Presti allacompagnia ed una breve introduzione da parte di Mauro Avogadro, insegnante dell’accademia,hanno fatto la loro comparsa gliattori: entrati dal fondo dellaplatea, ognuno di loro ha guadagnato il palco e preso posto suuna delle sedie che vi dimoravano. Per ultimo li ha raggiuntil’attore destinato a recitare il prologo. L’antefatto della vicendadrammatizzata da Sofocle sisvolge davanti alle mura di Tebe, dove due principi tra lorofratelli si scontrano per affermare il loro potere sulla città natale, dandosi la morte l’un l’altroin un combattimento senza esclusione di colpi. Il loro zio,Creonte, presa la reggenza efattosi campione delle leggidello Stato, ordina che il nipoteEteocle riceva ogni onore funebre, ma che il cadaveredell’altro nipote, Polinice, reo diaver attaccato la sua stessa città,riceva il trattamento dovuto aitraditori, divenendo pasto per gli
avvoltoi. Tuttavia una sorelladei due defunti, Antigone, mossa dall’amore fraterno e dal rispetto per le leggi non scritte deilegami familiari, decide di trasgredire all’ordine e di dare sepoltura anche a Polinice.L’azione scenica comincia conun colloquio tra la stessa Antigone e sua sorella Ismene, la qualedapprima cercherà diconvincerla a rinunciare alla suaimpresa, ma in seguito ne capiràle ragioni e vorrà condividerneil destino (l’Ismene della primaparte dell’opera rappresenta la figura tradizionale della donna,obbediente al potere e sottomessa all’uomo, in contrapposizionecon la figura eroica e modernadi Antigone). Creonte, venuto asapere della disobbedienza operata dalla nipote nei confrontidelle sue disposizioni di legge,la condannerà inesorabilmente amorte, non volendo accettarne legiustificazioni. Vane sarannoanche le preghiere al tiranno daparte del giovane Emone, futurosposo di Antigone e figlio dellostesso Creonte: il ragazzo preferirà a sua volta morire, piuttostoche vivere senza la sua amata.Alla fine il tiranno, pentito,piangerà per il resto dei suoigiorni la sua inopportunaintransigenza.Particolare importanza assume ilcoro della tragedia, che sembraquasi essere un personaggio privilegiato, in grado di comprendere l’essenza più profonda deglieventi e di comunicarla alpubblico ormai decodificata.Infatti, se il personaggio sofo
cleo agisce come “portatorepersonale di un destino sovrapersonale” (Shadewaldt), a darecomunque unità all’evento tragico è proprio il coro, che fungeda memoria e presentimento epartecipa ai casi degli eroi individuandone la portata universale, sicché “la sua riflessionediventa un’indagine del destinoche regge le sorti dell’umanitàtutta” (Del Corno).Il vuoto lasciato dalla musicache accompagnava il testo, anoi non pervenuta, vienecolmato, per scelta del regista,da un insieme di suonirumoricreati dagli stessi personaggicon l’unico strumento a lorodisposizione, vale a dire la sedia. In effetti, nelle parti cantatee recitate dal coro, la precisa cadenza combinata di suoni eparole contribuisce a dare quasila sensazione di una “letturametrica”.Quanti, nel nostro liceo, hannoavuto la fortuna di assistere allarappresentazione l’hanno moltoapprezzata. Rinnoviamo dunquei nostri più sentiti complimentiagli attori del secondo annodell’Accademia d’arte deldramma antico di Siracusa, chel’anno prossimo diventerannoattori professionisti e che, nonostante la loro giovane età, cihanno fatti sentire, anche se perpoco, come veri spettatori grecidel quinto secolo avanti Cristo.
11I DalessandriniNumero di Aprile 2011
UN PICCOLO PASSO PER SALVARE IL MONDOMI ILLUMINO DI MENO
di Sara Cannella e Andrea Natoli III H“L’unione fa la forza e insieme potremmo fare qualcosaper il nostro pianeta”, sonoqueste le parole della professoressa Viscardi, per promuovere l’iniziativa “mi illuminodi meno”, suggerite dalla trasmissione radiofonica“Caterpillar” di Radio 2.La campagna radiofonicainvita, infatti, i comuni, lescuole ed i cittadini d’Italia aridurre i consumi di energiaelettrica o, in alternativa,l’illuminazione mediantel’uso di fonti d’energia rinnovabili, raccontando per radiole buone pratiche di produzione o consumo intelligented’energia.La professoressa ha intrapre
so l’iniziativa a partiredall’anno scolastico correntenelle classi I F, I E, I H, IIIG, IV G ed invita tutti glialtri studenti ad aderire. Leclassi interessate attuanosemplicissime regole, come: spegnere le luci quandonon servono;
spegnere i termosifoniquando c’è caldo, invecedi aprire le finestre; utilizzare l’auto il menopossibile o condividerlacon chi fa lo stesso tragitto.I ragazzi sono soddisfattidi questa iniziativa eaffermano di stare rispettando con entusiasmotutte le regole. Per ulteriori
informazioni si invitano gliinteressati a visitare il sitowww.caterpillar.rai.it , in cuisarà possibile segnalare lapropria adesione e trovaretutti i materiali per diffondere l’iniziativa nei posti di lavoro, a scuola o nella propriacittà.
INIZIATIVE A SCUOLA
12 I Dalessandrini
UNA STRADA, MILLE PROBLEMI.VIA SANT'IGNAZIO DI LOYOLA
Una Strada, Mille problemi.Siamo al sud. Profondo sud.Siamo in Sicilia. Questo cirende speciali?Forse, la nostra è una regionea statuto “speciale” ma il significato del termine non è lostesso. Dopo anni di lotte,proteste, manifestazioni finalmente siamo riusciti asmuovere qualcosa lì nei “piani alti”, per far sì che un liceo scientifico abbia unadegna sede. Finalmente siamo in grado di dire: “Il LiceoScientifico D’Alessandro hauna bella struttura”.Niente da obiettare allastruttura, il problema è comearrivare alla struttura. Nonconsiderando le classi primeche in parte rimangono in sede distaccata, sita in via LoBue – sede da cui peraltroprovengo e che personalmente adoro – rimangonole classi che hanno almenocompiuto un anno di permanenza nella vecchia sedecentrale di via città di Palermo. Ah! Un paradiso.Raggiungere via città di Palermo alle otto di mattina, co
me anche la via Lo Bue, è ungioco da ragazzi.Nessun’altra scuola che viene a scontrarsi, nientemamme che per lasciare i figli sostano dieci minuti purdi vedere il loro figlio entraredentro un cancello da 5 metridi distanza. Ma soprattuttoniente Mar Nero.L’espressione Mar Nero mi èvenuta in mente, quando ungiorno di torrida pioggia, misono trovato a dover attraversare la strada che sipercorre per raggiungere ilplesso centrale. Quella, intermini di pioggia, non è unastrada ma un mare in tempesta. Perché Mar Nero?Perché è presente una strettasovrastruttura formatadall’asfalto che permette ilpassaggio dall’altra parte eche divide, fortunatamente,l’acqua in due pozze sepa
rate. ViaIgnazio diLoyola è lavia in cui risiede la nostra scuola.È una via comunale
pertanto è DOVERE del Comune provvedere alla riparazione.Questo non avviene. Perché?È forse tempo di riprenderela lotta, riprendere i cartelloni, gli striscioni ed i megafoni e piazzarci davanti alcomune in attesa di risposte?Io spero in una soluzione pacifica, diplomatica, ragionevole. Perché in fondo i nostrigenitori pagano le tasse e letasse servono anche a riparare le strade. Ultimamente misono accorto che alcune buche sono state riparate o, meglio, più che riparate, tappatecon un po’ d’asfalto. Questonon è mica un lavoro fatto aregola d’arte o, meglio, nonle regole d’arte che sono invigore nel resto del mondo.Ad Maiora Lettori
di Vincenzo Maniscalco IV E
LA STRADA
13I DalessandriniNumero di Aprile 2011 LO SPORT
Sabato 2 aprile, alle ore 9:30, siè svolto presso lo stadio Comunale di Bagheria il triangolare dicalcio tra il liceo scientifico “G.D’Alessandro”, il liceo classico“F. Scaduto” e l’I.T.C. “Don Luigi Sturzo”. La quota di partecipazione, 2 euro, sarà devoluta alsostegno di iniziative umanitarie a favore delle regioni africane disastrate. In particolare, la
raccolta dei fondi del nostroLiceo sarà devoluta al cofi
nanziamento della costruzionedi due locali da adibire ad aulescolastiche, come richiestocidalla Diocesi di M’baiki nellaRepubblica Centroafricana.La giornata, assistita dal tempoquasi estivo, è cominciata conl’incontro tra l’I.T.C. e il LiceoScientifico. La partita si èconclusa con la vittoria per 2 a0 del Ragioneria. La seconda
partita si è disputata fra il liceoclassico e il liceo scientifico.Quest'ultima è stata moltocombattuta e alla fine si èconclusa con la vittoria delloscientifico per 2 a 1, grazie aduna strepitosa “remuntada” deiragazzi dello scientifico. L’ultima partita si è svolta fra il liceoclassico e l’I.T.C. E’ stata unapartita a senso unico, dominatae vinta dall’I.T.C. per 3 a 0.
Splende il sole sulla Sicilia.I tifosi di Palermo e Catania sono di nuovo insieme all'insegnadella sportività dopo quel tragico 2 febbraio 2007, quando allostadio “Angelo Massimino” diCatania perse la vita l’ispettoredi polizia Filippo Raciti durantegli scontri del derby CataniaPalermo. Raciti, quella “maledetta” sera, stava svolgendo ilsuo lavoro di poliziottocercando di fare mantenere ledistanze tra le tifoserie palermitana e catanese, quandoall’ingresso della curva norddello stadio fu colpito a morte.Subito dopo quel derby icampionati nazionali si fermarono per una giornata in segno dilutto. Il governo in particolare,nella persona del ministro Roberto Maroni, ha adottato dellemisure di sicurezza negli stadi,le quali prevedono: che in ognistadio italiano in cui si giochinole partite delle massime serievengano istallati dei tornellipresso gli ingressi, e che perogni tifoso si adotti la tessera
del tifoso, contestata dagli ultràdi tutta Italia, che prevede il riconoscimento con apposito nome e cognome della persona.Sino ad oggi queste procedure,anche se contestate, si sono dimostrate efficienti e non si sonoregistrati scontri gravi tra le tifoserie. Finalmente dopo lagiornata di domenica, la Siciliae il suo popolo si sono riscattatida quella brutta fama conquistatasi in quel maledetto derby.Quest’anno, dopo quattro anni, iquestori delle città hanno riaperto le porte del Barbera per i
tifosi catanesi equelle delMassiminoper i rosanero.Entrambe letifoseriehanno risposto benissimoall’appello ealla fiduciadei questori.
Il Catania si è imposto 4 a 0sulla squadra di Serse Cosmi,esonerato subito dopo dal presidente Zamparini. Il tutto si èsvolto sportivamente. Anchenella protesta dei tifosi palermitani al ritorno della squadra incittà si è notata l’enormecorrettezza e civiltà. Il derbyche si era trasformato nellapartita della paura si è ritrasformato nel derby del sole, rispecchiandosi nei fantasticicolori di Catania e Palermo.
IL DERBY, FINALMENTE UNA FESTA PER LA SICILIA!!di Marco Castronovo IV G Palermo, stadio Barbera
UN TRIANGOLARE PER L'AFRICAdi Mariano Artale IV E
14 I Dalessandrini LA GUERRA IN LIBIALIBIA: INSIEME ALLA GUERRA SCOPPIANO TANTE POLEMICHE
GUERRA CONTRO GHEDDAFI O PER IL PETROLIO?
Da più di quindici giorni sonostate aperte le ostilità contro laLibia o, più precisamente,contro il suo expresidente,Muammar Gheddafi. Come giàmolti sapranno il colonnelloGheddafi ha attuato una repressione da grande dittatore, negando i diritti umani ai libici iquali, stanchi di tale oppressione, si sono ribellati scatenandouna guerra civile. Valutando glieventi l'Onu ha approvatol'intervento in Libia per difendere i civili, tramite l'istituzionedella "no fly zone", vale a direil blocco dello spazio aereo etutte le misure necessarie a difendere i civili. Lo ha fatto con10 voti favorevoli, nessuncontrario e 5 astenuti tra cuiRussia e Cina. Ad approvare larisoluzione dell'Onu sono stati,in primis, Francia e Italia.Sabato 19 marzo la Francia haattaccato le truppe mercenariedi Gheddafi, mentre l’Italia haofferto non solo il suo territoriocome “base militare e strategica”, ma anche supporto aereo enavale, violando così ilcontratto fatto con Gheddafi ilquale, come sappiamo, ci ha minacciati di ripercussioni.Commentando questa “scelta”Bossi ha detto: “Noi abilissimia prenderla in quel posto”.Con questa sua espressione colorita, Bossi potrebbe avere ragione visto che siamo la nazionepiù vicina alla Libia, per nonparlare della nostra Sicilia.Tornando sul fronte libico le notizie sui presunti bombarda
menti su bersagli civili sonocontraddittorie: la TV araba AlArabiya ha fatto sapere che, secondo alcune fonti mediche, neiraid aerei sono state coinvolte17 vittime fra le quali 5 bambini, al contrario delle tv europeeche smentiscono, ribadendo chegli unici bersagli colpiti sonostati mercenari di Gheddafi.La cosa che ci preme sapere èse sia possibile un attacco libiconei nostri territori, argomentogià trattato dal premier SilvioBerlusconi, che ha affermato:“Le nostre armate hanno fattoun esame approfondito sulledisponibilità di armi e missilidel regime bellico e la loroconclusione è che non ci sonoarmi in dotazione dalla Libiache possano raggiungere il territorio italiano” parole, queste,molto rassicuranti ma nontroppo. Tra i paesi europei chemaggiormente hanno fornitoarsenale bellico a Gheddafi scopriamo che l’Italia è in cimaalla lista con 280 milioni di euro. Tra l’altro è risaputo cheGheddafi è piuttosto esperto in
shopping bellico, il che alimenta dei sospetti sul fatto cheproprio adesso stia comprandonuove armi con il suo “patrimonio”, visto che la Libia è il paese più ricco di petrolio. Ed èproprio questo oro nero che hascatenato numerose polemichesulle motivazioni della guerra ,sulla “Odyssey Dawn”,l’offensiva scatenata dallaalleanza internazionale contro ilregime del colonnello. Riguardo a ciò riportiamo un’analisi del direttore del Tg La7,Enrico Montana: “Vogliamo dire con sincerità che di questaguerra abbiamo capito poco?Che necessità c’era di attuareun’azione così dura a livellomilitare ? Non c’è alternativa?Ci ricordiamo nel 2001 laguerra in Afghanistan? Nonc’era alternativa. Ci ricordiamo nel 2003 quella dell’Iraq?C’era alternativa ma si partì daun presupposto: che ci fosseroarmi di distruzione di massa inmano a Saddam Hussein cheaveva contatti con BinLaden,con AlQaida. Non era veronulla, ma la guerra si fece
di Salvatore Di Carlo IV G
15I DalessandriniNumero di Aprile 2011 L'INTERVISTA
IL PUNTO SULLA GUERRA CIVILE IN LIBIA«Le conseguenze, purtroppo, sono assolutamente imprevedibili, nel senso che la situazione del Nord Africa è una situazione molto particolare....
INTERVISTA AL PROF. ERNESTO GIBELLINA
Abbiamo intervistato il prof.Ernesto Gibellina, docente diStoria e Filosofia del nostro Liceo Scientifico “G. D’Alessandro”, per capire lemotivazioni e le conseguenzedella guerra civile in Libia.Come è nata questa guerra civile, quali sono le cause?«Le cause di questa guerra civile dipendono da un regimefondamentalmente tirannico incui la libertà politica, di pensiero, di stampa e di parola sono to
talmente nulle e soprattutto daun divario forte tra una piccolaclasse egemone, che detiene ilpotere economico, quindi anchepozzi petroliferi e tutto quelloche è legato all’energia delsottosuolo, ed invece una moltitudine di gente che vive in unasituazione di indigenza. Naturalmente il constatare una situazione simile non fa altro cheportare al malcontento, che tral’altro si è manifestato in modoconflittuale in Libia proprio nel
momento in cui in altri Stati delNord Africa, come l’Egitto e laTunisia, si sono rivoltati controi loro tiranni locali; quindi unascia di rinnovamento ha pervaso tutto il Nord Africa».Quali potrebbero essere leconseguenze?«Le conseguenze, purtroppo,sono assolutamente imprevedibili, nel senso che la situazionedel Nord Africa è una situazione molto particolare perché agruppi democratici, chevorrebbero creare dei governidi stampo europeo non solo inLibia ma anche in Tunisia e inEgitto, si contrappongono dellefazioni che invece potrebberoapprofittarne per creare dellevere e proprie teocrazie, dei regimi di estremismo islamico,legando la religione al poterepolitico. Questo sicuramentesarebbe molto grave e pericoloso soprattutto nell'eventualità divedere nascere dei regimi comequello iraniano, così viciniall’Europa, dirimpettai di unpaese come l’Italia. Tanto chec’è stato un momento in cui ciStretta di mano tra il Premier Silvio ed il raìs Gheddafi
di Miriam Sciortino e Luca Sancilles III H
ugualmente e, come sappiamo,Saddam fu fatto fuori, in tutti isensi. Allora lo si dica: questa èuna guerra per togliere Gheddafi che è un dittatore? Ma alloravediamo quali sono gli altridittatori della terra. Per interdici: il primo Paese per numeroper numero di abitanti e anche
per forza economica del pianeta(la Cina) è un Paese democratico? Sarebbe giusto guardarsi negli occhi e ragionare su cos’è laguerra nel 2011 .Vuol dire accesso ai campi di petrolio? O vuoldire favorire la democrazia ? Efino a che punto la possiamoesportare e imporre?
Mi pare che il Consiglio di sicurezza dell’Onu di tutto questonon abbia discusso e sarebbegiusto che ne discutesseroanche i Paesi più importanti,quelli che hanno stabilità tra iquali, pensate, c’è anche ilnostro”.
16 I Dalessandrini L'INTERVISTA
si è preoccupati perché sembrava che in alcune parti della Tunisia si stessero formando dellepiccole repubbliche autonomeislamiche. Naturalmente questoper l’Europa è un pericolomolto forte perché l’estremismoislamico ha portato ad unacontrapposizione, anziché a unlegame tra le diverse religioni».L’Italia sarà coinvolta? Se sì,in che modo?«L’Italia ha un ruolo particolareproprio per la vicinanza e soprattutto per la dipendenzaenergetica da due Paesi: la Libia, per quanto riguarda il petrolio, e la Russia, per quantoriguarda il gas. L’Italia è in unaposizione molto particolareperché per anni, nell’ultimo periodo, si è in qualche modopubblicizzata questa alleanzatra il governo libico e quello italiano. Un passo indietro eccessivo potrebbe essere pericolosonel caso in cui Gheddafi mantenesse il potere, il quale potrebbe dire poi che, nelmomento in cui il suo Paese erain difficoltà, l’Italia non l’ha aiutato. Quindi si avrebbero delleripercussioni negative non solosul campo dell’energia, maanche per tutte quelle impreseitaliane che operano in Libiacon contratti stipulati direttamente con il governo libico, secondo accordi già presi tra ilnostro premier e Gheddafi».E l'Europa?«È anche vero che non si puòpensare oggi, in un regime diEuropa unita, al singolo
intervento di uno stato o ad unasingola politica nei confrontidella Libia, ma si deve pensaread un intervento che sia europeo, o quantomeno ad una risoluzione che coinvolga nonsemplicemente l’Europa, vistala situazione tragica che si stacreando, ma le intere NazioniUnite. Quindi l’Italia sicuramente è quella che può risentirne maggiormente inrelazione sia all’esito di questoconflitto civile, sia anche aglisbarchi di clandestini cheavvengono in quantità esasperanti, in particolare a Lampedusa, ma anche per lo stessogoverno italiano che al momento non ha dei grandi riscontri di solidarietà da partedell’Unione Europea, perché sarebbe più corretto che tutti questi migranti, che cercano unavia di fuga da questi Paesi, possano essere distribuitiall’interno di tutti i Paesi europei. Non è corretto che solo peruna questione geografica l’Italia debba prendersi l’onere digestire questo impatto, che è unimpatto non solo politico maanche legato al fattore prettamente occupazionale».Potrebbero esserci risvolti positivi o la situazione potrebbesolo peggiorare?«Non è una risposta facile da dare, poiché ci sono troppi interessi contrastanti che riguardanol’assetto prettamente economico. La situazione della Libia èquella di un Paese che ha dellerisorse petrolifere immense equesto gioca un ruolo fondamentale nella politica degli
Stati europei. Tutto dipende dafattori più economici che politici in realtà: per alcuni versimantenere una zona petroliferacalda può tornare utile ad alcuni in modo tale che il prezzodel petrolio lieviti, e quindi farein modo che i guadagni sul petrolio diventino ancora più elevati. Bisognerà capire se leaziende petrolifere avrannol’intelligenza di capire che unasituazione simile può innescareuna serie di scontri a catena,anche nel resto dell’Europa».Le donne stanno partecipando alla rivoluzione, è unacosa positiva per il progressoculturale del Paese?«La partecipazione delle donnea movimenti rivoluzionari èqualcosa che è sempre avvenuto. Ricordate che una delle piùimportanti rivoluzioni pariginenel 1789, la RivoluzioneFrancese, fu in qualche modogestita dalle donne. Questo vidà la misura di quanto siaimportante la partecipazionefemminile alla vita sociale epolitica del Paese, ancora di piùse noi teniamo in considerazione che stiamo parlando di unPaese legato a una tradizioneislamica in cui la donna è spesso in secondo piano. Quindi lapresenza femminile è moltoimportante e può essere unabuona scintilla per far iniziareuna vera e propria democrazia».
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17I DalessandriniNumero di Aprile 2011 L'INTERVISTA
LA FILOSOFIA SECONDO FRICANO“La filosofia non è applicabile alla vita quotidiana, anche se è uno degli aspetti odelle dimensioni della vita quotidiana. Ognuno in fondo ha la propria filosofia...
INTERVISTA AL PROF. DAVIDE FRICANO
di Giuseppe Parisi IV LTra le materie studiate nel nostro liceo, la filosofia è un sapere che affascina la maggiorparte degli studenti, i qualiaffrontano tale disciplina conattenzione e spirito critico. Misono chiesto se la filosofia cipossa aiutare nel quotidiano e sepossa aiutare l’individuo nelcorso, lungo e tortuoso, dellapropria vita. Per rispondere almio dubbio, mi sono fatto aiutare da una persona molto qualificata: Davide Fricano, docente diStoria e Filosofia nel nostro liceo. Prima di diventare insegnante, ha conseguito la laureaed il dottorato in filosofia.Spinto da una forte passione hascelto l’insegnamento. Il professore ha gentilmente risposto allemie domande.Ritiene utile ed importante divulgare questo sapere?“È importante ma non necessariamente utile. Importanteperché accresce la formazionedell’individuo. Ma non è dettoche sia utile perché un arricchimento culturale non comportaautomaticamente una crescita,una evoluzione della popolazione..”Per chi la studia, quali sono ivantaggi che si possono trarreda questa disciplina?“Probabilmente, l’acquisizionedi un maggior senso critico.”Come possiamo applicarlaalla vita quotidiana?“La filosofia non è applicabilealla vita quotidiana, anche se è
uno degli aspetti o delle dimensioni della vita quotidiana.Ognuno in fondo ha la propria filosofia!”Aiuta a ragionare in migliormodo?“Sì, ma questo non porta ad unasemplificazione dei problemi,bensì potrebbe anche complicarli.”Ampliando i nostri orizzonti,l’uso della filosofia potrebbeaiutare il sistema politico?“Non necessariamente aiuta lapolitica! Ci sono esempi illustridi filosofi che hanno contribuitoa peggiorare il sistema politicoanziché migliorarlo. Come il filosofo Giovanni Gentile, chepur apprezzo, e Marx.”Possono esserci risvolti in altriambiti?“L’unico ambito in cui la filosofia ha ancora oggi qualcosa dadire, o che valga la pena di ridire è la morale! In altri campi,nel bene e nel male, la filosofia
ha già detto quello chec’era da dire.”Filosofia e religione,connubio possibile?“Secondo molti sì! Questo è anche il mio parere.”E se non fosse mai esistita? “I punti interrogativi dell'uomo sarebbero sempre, in un modoo nell’altro, stati risolti!Non riesco ad immaginare un uomo privo della filosofia. Esisteva già
prima dell’antica Grecia e proprio i greci hanno contribuito acodificare questo sapere.”La corrente di pensiero con laquale si identifica di più?“Il problematicismo critico, cheritiene che l’elemento fondamentale sia il porsi costantemente, continuamente espontaneamente dei problemi.”Qualche consiglio per i nostrilettori.“Per quanto riguarda i testi filosofici, consiglio gli “Aforismidi Eraclito” dove c’è il cuorenascente della filosofia. Sullostile di vita non do consiglipratici, perché ognuno è arbitrodi se stesso; per quanto miconcerne dico che bisogna vivere in modo civile.”N.d.r.: l’intervista qui pubblicata è frutto del lavoro del ragazzo, di cui non disponiamodella registrazione audio.
18 I Dalessandrini LETTURETRE VITE, DUE STORIE INTRECCIATE, UN UNICO INTRAMONTABILE MENESTRELLO
UN DESTINO RIDICOLOdi Pietro Maria Torregrossa IV ISapete, da sempre non ho maiavuto un buon rapporto con iromanzi scritti da più autori:non ho mai sopportato cheaccanto al titolo fossero scrittii nomi di due persone. Tuttavia, quando sulla copertina diun romanzo dal titolo “Un destino ridicolo” lessi FabrizioDe André, non potei fare ameno di cominciare a provareuna punta di curiosità perquelle pagine scritte dalcantautore italiano con lacollaborazione di AlessandroGennari. Inizialmente pensaiche un cantante del suo calibro non sarebbe riuscito ad essere grande e geniale alcontempo come nelle suecanzoni, e che il sodalizio conun uomo che non conoscevoavesse deturpato profondamente lo stile armonioso, quasi poetico, con cui De Andrériesce a descrivere, con minuziosa delicatezza, storie diemarginazioni, di tempestosiamori, di violente esistenze edi antichi pensieri.Devo ammettere che la tramadi questo “Destino ridicolo”era davvero tipica del DeAndré, così decisi difiondarmi tra quelle righe checominciavano proprio con leparole del menestrello genovese:“A un luminoso bagnasciugadella Galluradalle cui acque tranquille
una vacca torse il collo aguardarcicon un dentice in bocca.”Anche a me sembrarono versisenza senso, soprattutto dopoaver letto la breve descrizionedel romanzo che trovavo sulretro della copertina. Venivano delineati i contorni di unastoria che mi affascinò nonpoco perché mi sembravanouscire proprio dai testi diquelle celebri canzoni:“Un intellettuale marsigliesepassato dalla Resistenza allamalavita, un pappone sognatore e indolente e un pastoresardo sfuggito ad una pesantecondanna organizzano il furtodi un carico di pelli preziose.Tre uomini lontanissimi che ildestino unisce a Genova peril colpo della vita. Due
donne, unatimida prostituta eun’affascinante istriana,attraversanoindenni esilenti lospettacolodel disastro.Ma sarannoFabrizio edAlessandro,figureall’iniziomarginali, arintracciaree riannoda
re i fili delle avventure deglialtri, in un romanzo che ribalta ogni certezza, al di làdelle casualità, seguendo lastrada della sorte”.Giuro che queste parole mirapirono il cuore. Sembravaproprio che le mie certezzesui libri con due autori dovessero cambiare. Mi venivaproposto qualcosa che datempo non leggevo, un librodove ogni fatto non erasemplicemente una sequenzadi azioni, ma una danza riccadi arabeschi e sulfuree essenze; forse era l’aria dellaGenova dove la storia sisvolgeva, forse il fatto cheDe André fosse uno dei mieimiti, ma come giustificare
19I DalessandriniNumero di Aprile 2011 LETTUREquesti singolari e complessipersonaggi che non diventanodegli utopici stereotipi direaltà ormai lontane?Ognuno di loro da Carlo, ilpappone, a Salvatore, il pastore sardo, era fortemente segnato da una vitalità che lifaceva diventare persone chepotremmo incontrare ognigiorno nella città ligure, persone che, come succede nellarealtà, percorrono una vitadensa di emozioni chesconvolgono per sempre la solita routine. I fatti si articolano con semplicità attorno allastoria ma, al contempo, sonocarichi della voluminosa presenza dei tre personaggiprincipali che a loro volta so
no influenzati dal destino, undestino che proprio il titolodefinisce ridicolo, poiché ribalta ogni certezza e riesce astupire e a rendere inermisotto i colpi di questo anarchico fato.Un’analisi profonda della vitavede tutti impegnati, forti tumulti interiori perseguitano levicende ma poi con aria quasimistica e, al contempo, cosìpalpabile, entra Fabrizio, ed èla nostalgia a ritornare. La nostalgia per un uomo che perquanto dica poco, rimane ilfulcro attorno a cui gira tuttoil mondo. Lui e Genova diventano i silenziosi spettatoridei loro stessi burattini.Così nasce l’amore per questo
romanzo che richiama arcanivalori e sapori che fannoancora oggi rivivere laleggenda del Faber. «A cosaserve tutto questo? – gli chiesi. – Vivere, soffrire e tutto ilresto…»«A niente, – rispose. – Non aniente in assoluto ma a nienteper quanto ci riguarda comeindividui che comprendonosolo ciò che posso distruggere. E in questa infinita gratuità intravedo quello che hosempre cercato nell’anarchia:una libertà assoluta,incomprensibile ed estraneaalle nostre spiegazioni,qualcosa che mi vienespontaneo chiamare Dio»
UN CLASSICO DI SIR ARTHUR CONAN DOYLEIL MASTINO DEI BASKERVILLE
di Giuseppe Riccardo Celestino IV GIl mastino dei Baskerville è iltesto più universalmente notodi Arthur Conan Doyle.Il romanzo esalta le capacitàdeduttive dell’ineffabile detective più noto al mondo,Sherlock Holmes. All’incredibile genio di Doyle per il genere giallo si mescola, inquesto romanzo, anche il gusto per il genere horror, i cuitratti distintivi sono apprezzabili in alcune sue pagine: il risultato è una storia intrigante,unica, a tratti indecifrabile.Holmes si trova ad affrontareun mistero affascinante intriso di un’oscurità, di una truce
leggenda, elementi, questi,che, insieme alla singolareambientazione scelta, rendono il mastino dei Baskervilleun’avventura indimenticabileed imperdibile.Sui personaggi di sesso maschile di una facoltosa famiglia grava il peso di unamaledizione e di un tremendodestino. Si tratta realmente diqualcosa che ha che fare conforze mistiche ed oscure oppure quello che accade èsoltanto il frutto di una mentealquanto ingegnosa e controversa, in grado di progettare eprevedere ogni situazione?
Sherlock Holmes, anche inquesta storia, metterà a repentaglio la propria vita perfare luce su questo mistero. Ilnostro detective si troverà adaffrontare una situazionealquanto intricata, per risolvere la quale sarà costrettoa mettere a dura prova le sueimpareggiabili facoltà raziocinative. Questo capolavorodel romanzo giallo può, apieno titolo, essere considerato uno tra i più eccellentitesti del suo genere, adatto ailettori di ogni età, avvezzi enon.Se ne consiglia la lettura.
20 I Dalessandrini RACCONTIAMO....CII RACCONTI DEI RAGAZZI
I MOSTRI DELL’OSCURITÀdi Pietro Maria Torregrossa IV II PARTEEra notte. Un silenzio complicesi insinuava per le stradeleggermente illuminate daglialti lampioni laterali ai ruvidimuri delle abitazioni. Facevafreddo in quella notte di marzodove la Luna si nascondeva dietro nuvole cariche di pioggia,nere ma non abbastanza perconfondersi con le visceralioscurità del cielo. Il ritmo deisuoi passi sulla strada spaventòuna gazza che prima eraappollaiata sulla ringhiera di unbalcone vuoto e chiuso, comese i proprietari sapessero chequella non era la giusta notteper lasciare il ben che minimospiraglio aperto. Non un rumore, non una prova doveva entrare nelle case di quei muticittadini così caldi nei loro lettio davanti alle televisioni. Credevano di essere al sicuro dietrodelle imposte di legno o dietrouna porta blindata, ma le lorogole non potevano sfuggire allesue mani affusolate. Tuttiavrebbero pagato il conto chedovevano saldare con la sua esistenza, tutti avrebbero donato lavita alla sua vendetta, ognunodi loro che aveva contribuito adistruggere ogni sua speranza,ogni suo desiderio, ogni suo sogno. Avevano fatto svanire ilsuo nome all’interno del carcere in cui lo avevano buttato etutto perché aveva stuprato eucciso una bambina del quartiere, la cocca del vicinato. Avevano mandato in galera unrispettabile cittadino come lui
per vendicare la morte di quelladolce fanciulla dai boccolid’oro.Sputò per terra in memoria diquella “così detta vittima di unmostro”. Lui? Un mostro? Sorrise amaramente con lo sguardofisso sulla strada. I mostri esistono solo nei sogni dei più piccoli; stanno acquattati nel buio diarmadi e camere, ma poiscompaiono non lasciandotraccia. Di mostri nella realtànon ne esistono, altrimenti nonli farebbero ritornare così facilmente in libertà, non li farebbero ritornare per compiereuna vendetta.Lui ne era la conferma. Quellanotte nessuno avrebbe potutofermarlo, perché nessuno sapeva della sua esistenza: eccoloun vero mostro, lui c’è quandomeno te lo aspetti.Adesso si dirigeva a grandi passi verso un vicolo buio che gliricordò gli spazi angusti dellasua cella.«Tutti pagheranno…tutti pagheranno…tutti coloro che hannotestimoniato contro di me» co
sì biascicava mentre lasua ombra si allungavaminacciosa verso il negozio in cui stava la suaprima vittima. Sorriseancora una volta conquello sguardo sgranatoper gli effetti della cocaina che prima di uscireaveva sniffato. Eccola lìla prima tappa del suo
viaggio di sangue evendetta. Il primo delitto
che apriva quella lunga settimana di sofferenza per gli abitanti del quartiere. Sicuramentegià il giorno dopo avrebbe avuto gli sbirri alle calcagna, maloro non erano un problema;anche loro dovevano pagare.La saracinesca del negozio difiori non era del tutto abbassata; il proprietario, come ogninotte, rimaneva a lungo dentroil negozio ad annotare dentroun nero quadernetto tutte lespedizioni, i prodotti venduti,quelli che doveva acquistare.Un lavoro lungo lo intrattenevafino alle ore più lontane dellanotte. Una campana in lontananza faceva risuonare miti note nell’aria e lui entrò nelnegozio aprendo il lungo e pesante cappotto che lo avvolgeva. Da una tasca prese un’esilema resistente corda che piùvolte si rigirò tra le mani affusolate.Adesso i piedi si poggiavanodelicatamente sul marmo delpavimento, non producendosuoni o fruscii che potessero rivelare al proprietario la sua
Una scena del film di Fritz Lang"M Il mostro di Düsseldorf"
21I DalessandriniNumero di Aprile 2011
presenza. Lui si fece strada trale foglie e i fiori passando perun percorso che ancora ricordava dai tempi in cui era un rispettabile cittadino e tutti glisorridevano, soprattutto quandoapriva il portafoglio colmo dibei verdoni. Una luce provenivada una porta posta poco lontano;pochi passi ed era dentro lastanza che sembrava illuminatada una fievole candela. Eccoloadesso quello stolto del fioraio,seduto ad una frugale scrivaniagli dava le spalle, era calato suquel suo quadernetto e neanchesi accorse dell’ombra che si ingigantì sul muro. Il vecchio,stempiato, pochi capelli grigi ailati della nuca, due baffi cespugliosi e irti, un paio di occhialidalla tonda montatura in acciaio, alzò la testa rivelando ilcollo lungo e rugoso che infinesi nascondeva nel colletto di unacamicia bianca a righine
azzurre. Il mostro fece in un attimo: passò il filo attorno alla gola pressando sul pomod’Adamo, stringendolo esentendo la trachea deformarsisotto la forza delle sue bracciache sempre più tiravano il lacciotagliando leggermente lavecchia carne. Un sorriso sistampò sulle labbra dell’assassino, mentre sentiva il corpo dellavittima accasciarsi nuovamentesulla sedia da cui si era scossoper un attimo. Gli occhialicaddero a terra mentre le palpebre si chiudevano e il corpo veniva buttato a terra, lui godevamentre lo vedeva raggomitolarsisenza vita. Il vecchio, che perprimo lo aveva additato poichéera il nonno della piccola bambina, adesso giaceva esangue aisuoi piedi. Lui si avvicinò aduna cassetta in metallo lucidoposta sul tavolo, la aprì rivelando l’incasso della giornata;
non che quei soldi gli servisseroma doveva simulare una rapinaper depistare qualche possibiletraccia a suo carico. Mentre siinfilava le banconote in tascasentì qualcosa afferrargli la caviglia e tirargli i pantaloni. Sivoltò con gli occhi sgranatimentre il vecchio ancora sbalorditivamente vivo cercava inqualche patetico modo difermarlo, attaccandosi alla vitacome si attaccava al bordo deisuoi calzoni. Respirava rumorosamente come se avesse l’asmae lo guardava con le pupillestrette come spilli. Lui per tuttarisposta senza scomporsi presela sedia e gliela spaccò in testa.Sentì la scatola cranicarompersi, poi scappò via dal negozio uscendo come era entrato.Non vide mai la pozza disangue in cui il vecchio fu trovato l’indomani dalla polizia.FINE prima parte
RACCONTIAMO....CI
IL CAMMINO DI UN AMOREdi Ilaria Prizzi III HCi sono periodi, nella vita diognuno, in cui ci troviamo acamminare da soli… Poigiriamo un angolo, l’angolodove senza saperlo qualcunoci aspettava. Girando, potrestitrovare qualcuno che ticambierà la vita, qualcunoche vorrà camminare con te.E allora sarete in due sullastesa strada. E vedrete glistessi palazzi, le stesse case,le stesse persone… gli stessidifetti e problemi perchè ciòche viene visto, notato da unorichiama e coinvolge l’altro.E proverete gli stessi
sentimenti, le stesse paure…le stesse angosce… Saràcontagioso un sorriso, maanche una lacrima lo sarà. Esenza accorgervene stareteintrecciando sempre di più lavostre vite, le vostre realtàche magari inizialmenteerano così diverse…!Se avrai bisogno di fermartisi fermerà con te e sapràaspettare che tu sia pronto perripartire, ti aiuterà ad esserlo.E quando lo sarai, se lo sarai,ripartirete insieme, più forti elegati di prima.E vedrete ancora gli stessi
palazzi, le stesse case, lestesse persone… fino alprossimo incrocio, dovedeciderai se proseguire dasolo o continuare acamminare con quellapersona che, con te, avrà giàfatto tanta strada. Ma se nelvostro cammino, avessipensato anche solo una voltache non avresti maiabbandonato la vostra rotta,qualunque fosse la tuadecisione, quella personarimarrà indelebile nella tuamemoria… come tu lo sarainella sua…
22 I Dalessandrini IL PUNTO DI MARKUS
L'ITALIA RISPARMIA ALTRO DENAROSpazio a cura del prof. Markus Cirone
La notizia è questa: Terenzio Scapolla, addettoscientifico presso il consolato italiano di SanFrancisco (USA), torna a Pavia a fare il docenteuniversitario e il governo ha deciso di non nominare un suo sostituto al consolato (fonte: Federico Rampini, La Repubblica, Domenica 6 Marzo2011). E allora, direte voi? Non l’avete sentitanei telegiornali, nemmeno dopo il servizio su come mantenere lucido il pelo del cane: quindi nondev’essere importante. Forse. Però…Vediamo che cosa fanno gli altri paesi sulla costaoccidentale degli USA. La Francia ha un ServiceScientifique, composto da 4 esperti di scienza,tecnologia e informatica. Il Regno Unito ha unastruttura detta Science and Innovation, con 2esperti permanenti in California. L’Olanda ha 3esperti al Netherlands Office for Science andTechnology di San Francisco. La Svizzera ha 13esperti del Swissnex, un’agenzia per la scienza el’innovazione tecnologica. Innovation Norwayha 4 esperti permanenti in California. Anche Spagna, Austria, Finlandia, Repubblica Ceca, Irlanda
hanno loro esperti in loco. E la condizione finanziaria di Spagna e Irlanda è ben peggioredella nostra. O i governi di questi paesi (che sono per lo più di centrodestra) hanno soldi dabuttare, oppure al nostro governo sfugge qualcosa. La Silicon Valley (Intel, Apple, Google, Cisco, Facebook), culla della tecnologiainformatica, è in California. Come la Pixar (filmdi animazione), Genentech (biotecnologia:inventrice di farmaci antitumorali e dell’insulinaumana sintetica) e migliaia di ditteall’avanguardia nei loro settori. Le sedi di Microsoft e Boeing sono nello stato di Washington(sempre costa occidentale). Insomma, il cuoredell’innovazione è lì. Se viene inventato qualcosa di importante ad alto contenuto tecnologico, èmolto probabile che venga da lì. Possibile chenon abbiamo nemmeno 100 mila euro l’anno(euro più, euro meno) per un nostro rappresentante che consenta alle nostre imprese di stareal passo con l’innovazione?
Markus Cirone
ENERGIA NUCLEARE: PORSI LA DOMANDA GIUSTAIl catastrofico terremoto in Giappone e i conseguenti problemi dei reattori nucleari delle centrali hanno riacceso il dibattito tra favorevoli econtrari all’uso dell’energia nucleare per la produzione di elettricità. In questi giorni molti deisostenitori del nucleare invitano a ragionare amente fredda, a non lasciarsi trascinare dalleemozioni e dall’impulsività. Giusto. Giustissimo.Non fa una piega. Ragioniamo, dunque.Possiamo discutere all’infinito del problemadelle scorie, dei livelli di sicurezza degliimpianti, dei costi di costruzione e manutenzione(altissimi, tanto che anche per le centrali giapponesi ora si viene a sapere che non tutto è statofatto a regola d’arte, per risparmiare): ma così facendo non tocchiamo il punto fondamentale. Dicono che le centrali nucleari sono sicure, icontrolli accuratissimi, i meccanismi precisi e
perfetti. Sarà. Tuttavia, sono controllatissimianche gli aerei. Le automobili contengono tecnologia avanzata che le rende affidabili, i treni sono gestiti da sistemi computerizzati. Peccato cheogni tanto un aereo cada, nonostante i controlli.Che ogni tanto (piuttosto spesso, a dire il vero)le auto, nonostante ABS, airbag, gps, segnalatoridi parcheggio e chissà che altro, siano coinvoltein incidenti mortali. Che i treni ogni tanto deraglino o, se trasportano materiale infiammabile,provochino una strage. Questi aerei, questi treni,queste auto, incuranti della tecnologia superioredi cui sono dotati, continuano testardamente aessere protagonisti di seri incidenti. Pure lo Space Shuttle, prodotto tecnologico di punta, haavuto due incidenti mortali nei suoi 30 anni diservizio. E l’incidente di Chernobyl, non dimentichiamolo, fu causato da un tecnico chetentò di aumentare la produzione di energia del
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reattore, non da errori di progettazione.Insomma, il punto centrale della discussione èquesto: possiamo inventare sistemi di sicurezzaaccuratissimi, ma gli imprevisti avvengono.Immaginiamo la situazione peggiore (gli inglesilo chiamano worst case scenario) che certamente, prima o poi, per cause prevedibili o menopoco importa, avrà luogo se continuiamo a usarecentrali nucleari: siamo disposti ad accettarel’esplosione di una centrale nucleare e le sueconseguenze? Abbiamo già accettato aerei che cadono, treni che deragliano, auto che si scontrano:sono eventi di bassa frequenza, provocano alcu
ne migliaia di vittime l’anno. Il danno che provocano è circoscritto a un numero limitato dipersone. Accettiamo un piccolo rischio circoscritto in cambio dei molti vantaggi che ne traiamo. Ma nel caso di esplosione di una centralenucleare, non solo le vittime immediate sarebbero molto più numerose, ma la contaminazioneradioattiva dei territori circostanti e della loropopolazione, nel raggio di alcune decine di chilometri, sarebbe pressoché eterna. Possiamoconsiderarlo un rischio accettabile come glialtri? Markus Cirone
Dal 26 al 28 Gennaio si è svolto a Bagheria ilfestival della comunicazione, “ComBAG2011”, che il sindaco Biagio Sciortino hadeciso di dedicare alla memoria di MarioFrancese, giornalista di cronaca giudiziaria delGiornale di Sicilia, ucciso dalla mafia il 26Gennaio 1979. La manifestazione del“ComBAG 2011” è iniziata lo stesso giorno di32 anni fa, quando i boss mafiosiassassinarono il giornalista, perché era riuscito,con le sue inchieste sempre documentate, aricostruire alcuni piani e disegni criminosidella mafia degli anni ’70. Francese avevaintuito, ad esempio, nell’inchiesta sulla digaGarcia, le «fitte relazioni tra gli ambientimafiosi e il mondo dell’economia e degliappalti pubblici nella Sicilia occidentale» –secondo quanto hanno ricostruito i giudici.Il ComBAG si è aperto con la proiezione delvideo “In ricordo di Mario Francese” ed èproseguito con il dibattito “Informare eComunicare: un gesto di legalità, un diritto delcittadino, un dovere della P. A.”, durante ilquale è intervenuto uno dei figli di MarioFrancese, Massimo, il quale ha volutoringraziare il comune di Bagheria, a nome suoe di tutta la sua famiglia. «L’amministrazionebagherese – ha aggiunto – ha già intitolato amio padre una strada ad Aspra, dove per quasi
15 anni abbiamo trascorso estati felici, ed haospitato, due anni fa, un’edizione del “PremioMario Francese”, nonché la mostra dedicata amio padre. Adesso questa nuova iniziativaconferma la coerenza di un impegno per ilrispetto della legalità.»Il sindaco di Bagheria, Biagio Sciortino, hacosì spiegato le ragioni di questamanifestazione: “Quando una società noncomunica, abdica al diritto: la comunicazione,la trasparenza, la cittadinanza attiva sono ipilasti della democrazia, a maggior ragione inSicilia.”
IN RICORDO DI MARIO FRANCESEAL COMBAG L'ESEMPIO DI MARIO FRANCESE
di Mariano Artale IV E
MARIO FRANCESE
24 I Dalessandrini EPISTULAE AD DISCENTESEXORDIUMCari discenti, come ben sanno quanti di voifrequentano la quinta classe, nel primo secolo d.C. Seneca scrisse al più giovane amico Lucilioalcune decine di lettere, 124 delle quali sonopervenute fino a noi. In ognuna di esse, lo scrittore partiva in genere dal racconto di una suapiccola esperienza personale, da cui faceva derivare alcune considerazioni di carattere etico omorale. L’autore da un lato si proponeva di fornire qualche utile consiglio sulla via della sapienza, con lo scopo di giovare non solo aLucilio, ma anche a se stesso ed ai posteri;dall’altro sottolineava con fermezza di sentirsiben lontano dall’aver raggiunto le mete cuicercava di indirizzare gli altri, pur sforzandosiquotidianamente di avvicinarsi ad esse.Alcuni docenti del vostro liceo, con tutta l’umiltàdi cui saranno capaci, proveranno a fare con voiquello che Seneca fece con Lucilio, con la speranza che voi possiate precederli dov’essi non sono ancora giunti.EPISTULA PRIMAUltima domenica di febbraio. Il crepuscolo ègiunto da un pezzo, e mi appresto finalmente adonorare l’invito a cena di un amico che abita a Palermo. Anche se la pigrizia mi ha portato ascendere da casa un po’ troppo tardi per speraredi presentarmi esattamente all’orario pattuito,conto di recuperare il tempo perduto spingendosull’acceleratore un po’ più del solito, in particolare nel tragitto autostradale BagheriaPalermo:non che la mia prudenza o le condizioni dellamia automobile possano farmi volare sulla strada, ma… insomma, mi predispongo a tenere i110 km orari, anziché i consueti 80. Ho fatto male i miei conti: lavori in corso in autostrada, chilometri di coda. Mizzica, che fregatura! Farò unafiguraccia!Ma poi mi acquieto. Accendo la radio, accetto lasituazione. D’un tratto, un ragazzo con la fuoriserie mi supera da destra, invadendo la corsia diemergenza ed andando a tutta birra. Provo adimmedesimarmi in lui, e immagino che non vedal’ora di abbracciare la fidanzata: forse avevano litigato e si erano appena rappacificati, non potevaaspettare. Ma ecco che lo segue una svampitadall’aspetto stravolto, e poi ancora due ragazzi in
Smart, e dietro di loro un anziano dalla faccia diavvocato. Hanno tutti qualche grave problema?Un’urgenza irrinunciabile li spinge all’infrazione? Ma no, non è possibile, sono decine, il flussonon si arresta più.Ora provo una forte irritazione. Mi chiedo: madove sono i tutori dell’ordine? Gli scorretti nonvengono sanzionati mai? Se la cavano sempresenza conseguenze? Ma non ho premuraanch’io? Quasi quasi, stavolta lo faccio pure io!Dopo aver osservato per anni e anni, nella piùrassegnata frustrazione, i troppi individuiscorretti che, con colpevole leggerezza, non sirendono conto delle possibili conseguenze deiloro incivili comportamenti, mi sono stancato!Ora lo faccio pure io!Ma è il pensiero di un attimo. A guardare bene,la gente che se ne sta correttamente e pazientemente incolonnata è molto più numerosa diquella che dimostra così poco rispetto per il suoprossimo. No, non voglio fare parte degli incivili, non voglio essere come loro.I NOSTRI OCCHI VEDONO SOLO CIÒ CHENOI VOGLIAMO VEDANO. È PERSINOTROPPO FACILE, QUANDO SCEGLIAMODI FORNIRE DEGLI ALIBI ALLA NOSTRACATTIVA COSCIENZA, OSSERVARE UNICAMENTE GLI ESEMPI DEI PEGGIORI.EPISTULA SECUNDA«Rifiutate i compromessi. Siate intransigenti suivalori. Convincete chi sbaglia. Rifiutate il metodo del “saperci fare”, questo vezzo italiano dellafurbizia. Non chiedete mai favori o raccomandazioni. La Costituzione e le leggi vi accordano deidiritti, sappiateli esigere. Chiedeteli, esigetelicon fermezza, con dignità, senza piegare laschiena, senza abbassarvi al più forte, al più potente, al politico di turno. Dovete esigerli! Questo è un imperativo che deve sorreggere tutta lavostra vita. Abbiate sempre rispetto della vostradignità e difendetela. E votate in modo consapevole, quando sarà il vostro momento. Votate inmodo consapevole, non per ottenerne deivantaggi, e tanto meno per fare dei favori o perricambiare dei favori.»
Antonino CaponnettoTolmezzo, 15 maggio 1995
Incontro con i ragazzi presso l’ITC “M. Gortani”