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Distribuzione Gratuita - Mensile anno I n° 1 aprile 2015 Inaugurazione con Sindaco e presidente della Regione: trecentocinquanta mila euro spesi per la sua ristrutturazione. In pochi sanno cos’è la CASA DELLA SALUTE e nessuno conosce i tanti PROBLEMI che esistono al suo interno QUALCOSA NON QUADRA

L'informazione - Numero uno aprile 2015

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Periodico di fatti e stroie del X Municipio di Roma

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Distribuzione Gratuita - Mensile anno I n° 1 aprile 2015

Inaugurazione con Sindaco e presidente della Regione:trecentocinquanta mila euro spesi per la sua ristrutturazione. In pochi

sanno cos’è la CASA DELLA SALUTE e nessunoconosce i tanti PROBLEMI che esistono al suo interno

QUALCOSANON QUADR A

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di Marco Ciapetti

Un MARE di ingiustizieGli hanno detto mafiosi, criminali, abusivi. Gli hanno buttato giù i chioschi, gli hanno aperto i varchi. Gli hanno detto che “così non va bene”. Un attacco forte, a tratti giusto, per alcuni versi condivisibile, modi irruenti ma forse ci voleva. Sicuramen-te dal potente riscontro popolare.

Prima di questo, però, gli hanno permesso tutto per anni. Hanno chiuso gli occhi, spesso spinti da qualcosa di simpatico e frusciante, a volte, purtroppo costretti da qualcosa di meno ragionevole. Spesso mossi dalla non curanza. Gli hanno con-cesso qualsiasi cosa firmando carte che rendevano legale ciò che prima era solo un assurdo pensiero di espansione. Hanno aiutato spiagge libere a diventare spiagge libere attrezzate, poi stabilimento balneare, poi stabilimento d’elite, poi quasi villag-gio turistico dove entrare senza pagare è diventato d’improvvi-so vietato.

Il fatto che sia un reato, sancito dalla legge, lo dimenticano in molti: il diritto alla balneazione è previsto dall’art.1 comma 251 della legge 291/2006. Ma tutto è andato avanti per anni nella stessa maniera con il tacito assenso di chi ora alza la voce: le amministrazioni comunali e municipali dell’ultimo ventennio hanno permesso agli imprenditori balneari di Ostia di innalzare muri, palazzi, palestre, ristoranti, siepi, ringhiere, uffici, per tute-lare i loro abbonati, per far si che dalla strada non si vedesse la loro intimità nascondendo la vista del mare.

Che solo a pensarci viene da ridere.

A Ostia il settanta per cento delle spiagge è dato in concessio-ne ad esercenti che le gestiscono fornendo servizi a pagamen-to: cabine in affitto stagionali o giornaliere, bar, cocktail bar, lounge bar, ristoranti, docce calde, palestre, saune, spa, campi da beach volley, beach soccer, beach tennis, piscine, chioschi, canoe, moto d’acqua e chi più ne ha più ne metta. Sono gli sta-bilimenti balneari che si differenziano dalle (poche) spiagge libere dal clima che si respira al loro interno: sempre gli stessi clienti, sempre le stesse abitudini e ritmi, tanti mini villaggi tu-ristici dove all’entrata non si passa se non si paga un biglietto.

Inutile che si dica che non è vero, la realtà la sanno tutti: negli stabilimenti di Ostia l’accesso libero non c’è.

E non saranno i varchi a regolarizzare questo modo di fare. Perché aprire un accesso a pochi metri da un ingresso signifi-ca legittimare l’opera di chi davanti a quel cancello pretende illegalmente soldi per farti varcare la soglia di casa tua. I varchi sembrano dire “entrate di qui che non si paga” ma servirebbe far si che gli stabilimenti abbiano un accesso libero dove nessuno si permetta di pretendere danaro ingiustamente e che siano alla portata di tutti, tanto di chi vuole i servizi a pagamento quanto di chi non li vuole o non può averli.

Due ruspe, tante telecamere, un frullino e tante dichiarazioni.Che cosa è cambiato?

neglistabilimenti di Ostia l’accesso

libero non c’è

non saranno i varchi a

regolarizzare questo modo di

fare

L’informazione è una rivista Free Press mensile

EditoreAssociazione CulturaleMenteCivica

Direttore Responsabile Marco Ciapetti [email protected]

SupervisioneFerdinando Regini Redazione Marco Severa, Ilaria D’Amico, Valentina Bellafante, Claudio Muzzi, Francesco [email protected]

Responsabile commerciale Nadia [email protected]

Art DirectorErminio Bielli

ImpaginazioneFlavio Fagotti

StampaPrint Soon - Padova

Direzione e RedazioneVia Prodico di Ceo, 1300124 – RomaTel. 06 8956 0797 Fax 06 8956 0797

In corso di registrazione presso il tribunale civile di Roma

Il numero uno della rivista è distribuito gratuitamente nel X Municipio di Roma Capitale.

L’editore garantisce la riservatezza dei dati offrendo la possibilità di rettifica ai sensi dell’Art. 7 del D.L. 196/2003. Le foto e gli articoli pubblicati non possono essere utilizzati senza citarne la fonte.

Chiuso in redazione il 23/04/2015

[email protected]

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indice

Comitive Hi Tech6 insiemedi Valentina Bellafante

Ostia dice addio ai muretti:ora ci si riunisce su facebook

Il Sant’Agostino diventa Casa della Salute. Ma dopo ristrutturazione e taglio del nastro resistono disagi assurdi e forti pericoli

I problemi dietroLA FACCIATA

10 inchiestadi Marco Ciapetti

Dove dovreiATTRAVERSARE?14Segnaletica orizzontale scomparsa. Pedoni di Ostia sempre più a rischio

inCiviltàa cura di Marco Severa

Nessuna indicazione,inviate e noi pubblichiamo

La pagina fatta da VOI19 inviatodalla redazione

rimboccandosi leMANICHE23Notizie, storie e annuncisul mondo del lavoro

inOccupatidi Valentina Bellafante

La rubrica letteraria ha avuto successo: ecco il secondo Capitolo

la STORIA dei LETTORI26 inPaginaa cura di Ilaria D’Amico

Un’associazione di Ostia Antica porta aiuti ai bambini Indiani

Cinzia farebbelo stesso16 intervista

di Marco Severa

ma andatevene aLAVORARE…21Si chiamano stage: gli studenti del Faraday imparano a stare in fabbrica

inClassedi Marco Ciapetti

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di Valentina Bellafante

Dagli elettrodomestici alle automobili usate, dalle of-ferte di lavoro alle news sul traffico passando per abiti di seconda mano e la ricerca di animali smarriti: sono solo alcuni dei contenuti presen-ti nei gruppi più popolosi ed attivi sui social network del nostro territorio. A Ostia le maggiori di queste realtà coinvolgono complessiva-mente quasi ventiduemila persone (tutto il X Municipio conta duecentocinquanta-mila abitanti) di ogni età, fa-scia sociale ed occupazione e sembrano aver sostituito un settore che ha caratterizzato la storia di questa città: la co-mitiva ora è on line.

SEI “MURETTI” VIRTUALI“Il mercatino di Ostia e dintor-ni 2”, “Te lo regalo a Ostia – La crisi si combatte così”, “Ostia,

SOCIALmenteUTILI

Casalpalocco, Infernetto, Aci-lia e dintorni”, “Ostia Lido”, “il Trenino” e “Animali smarriti Ostia” sono le sei comunità più vive e frequentate e che offrono diverse opportunità: prima su tutte quella di favo-rire il contatto e la condivi-sione fra i cittadini. “il nostro gruppo è nato principalmen-te con l’obiettivo di aggregare le persone collegate ad Ostia – ha spiegato Gianmarco, amministratore del gruppo Ostia Lido (millesettecento iscritti), magari anche quelli che sono fuori per motivi di lavoro e che vogliono restare in contatto con il loro luogo nativo”. Sfortunatamente i gestori di queste “communi-ties” devono affrontare an-che alcuni spiacevoli incon-venienti. Gianmarco spiega: “i problemi ci sono, eccome. Purtroppo in generale c’è una scarsa alfabetizzazione social e questo si riflette in tutti i

Niente più comitive agli angoli delle strade e o capannelli di persone ai tavoli dei bar: oggi Ostia parla su facebook. Sei diversi gruppi riuniscono quasi ventiduemila persone,un decimo della popolazione di tutto il Municipio

Poco più di un mese di vita e circa 410 “mi piace”. Un gruppo di lettori incuriositi da questo nuovo fenomeno edito-riale che propone, chiede e critica. La pagina Facebook de “L’in-formazione” è nata per voi: mettete un “mi piace” e suggeritelo ai vostri contatti… più siamo e meglio è.

Ci siamo anche noi!

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gruppi: persone che spam-mano offerte in continua-zione, altri che usano i profili personali con nomi delle loro ditte commerciali, altri che attaccano Tizio o Caio senza creare una vera discussione”.

PRO E CONTRO“La tecnologia oggi ci sta fornendo una risorsa impor-tante, che viene gestita con impegno e dedizione da cittadini che vogliono impe-gnarsi nel sociale – spiega Claudia Balzani sociologa ed esperta di mass media - per-ché queste realtà sono anche e soprattutto questo: ag-gregatori sociali e strumenti d’aiuto rivolti a qualunque difficoltà (sia essa econo-mica o di natura differente, come lo smarrimento di un animale). Solidarietà, utilità e condivisione: parole chiave di ambienti virtuali in cui co-noscere persone ed occasioni

prima sconosciute”. Certo, se da un lato i social network aiutano ad amplia-re i propri orizzonti dall’altro fanno perdere l’opportunità di creare rapporti sociali sen-za l’uso di tastiera e mouse, ma questo allargamento per-mette oggi di scoprire servizi nuovi, di liberarsi di oggetti apparentemente inutili ma preziosi per altri e di ritrova-re (o collaborare per farlo) animali domestici fuggiti o smarriti. I rischi sono ampi ma anche i margini di miglioramento: l’ambizione di Gianmarco sa-rebbe quella di unire diversi gruppi per rafforzare la pre-senza sul territorio. Come ci ha rivelato: “abito ad Ostia da sempre e la vorrei vedere come l’ombelico del mondo”. Difficile per qualsiasi ostiense doc non essere d’accordo con lui.

DEMOGRAFIA DEI GRUPPI

Gruppo Numero Iscritti

12360

3991

3154

1702

1389

390

Aggiornato al 12/4/2015

Il mercatino di Ostia e dintorni 2

Ostia, Casalpalocco, Infernetto, Acilia e dintorni

Te lo regalo a Ostia – La crisi si combatte così

Ostia Lido

Il trenino

Animali smarriti Ostia

I sei principali gruppi Facebook di Ostia: argomenti di ogni genere, utenti di tutte le fasce di età, ed estrazione sociale

insieme

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cosa c’è dentro alSANT’AGOSTINO?Trecentocinquanta mila euro spesi per trasformare il vecchio ospedale di Ostia nella Casa della Salute: ma piove nella palestra di riabilitazione motoria, gli operatori del CUP sono a rischio sicurezza come psicologi e logopedisti. E gli anziani rinnovano l’esenzione del ticket sotto cumuli di mobili accatastati

di Marco Ciapetti

Quando Marino e Zingaretti hanno tagliato il nastro si è sentita una voce in lontanan-za: “era l’unica cosa sana qui dentro…”. Qualcuno ha riso ma quasi tutti hanno ignora-to quell’anziano e saggio si-gnore. Il sindaco di Roma (ora anche presidente del X Mu-nicipio) e il presidente della Regione Lazio non sapevano a cosa si riferisse e non se ne sono accorti neanche nel giro di perlustrazione effettua-to tra fotografie e strette di mano. Il caro vecchio ospe-

dale Sant’Agostino è stato trasformato nella Casa della Salute, una ristrutturazione costata trecentocinquanta mila euro e annunciata come “la rivoluzione della sanità regionale” ma al suo interno rimangono forti problemati-che strutturali e di gestione del personale, che mettono a rischio utenti, operatori e qualità dei servizi forniti.

CHE COSA È?Ne hanno parlato in tanti, l’hanno vista quasi tutti. Ma

in pochi sanno esattamente cosa è. La Asl RmD in un do-cumento ufficiale spiega che: “La Casa della Salute è una struttura polivalente in gra-do di erogare in uno stesso spazio fisico l’insieme delle prestazioni socio-sanitarie, favorendo, attraverso la con-tiguità spaziale dei servizi e degli operatori, l’unitarietà e l’integrazione dei livelli es-senziali delle prestazioni so-cio-sanitarie tale da tendere a rappresentare la struttura di riferimento per i cittadini

per l’erogazione dell’insieme delle cure primarie”. Tradotto: diabete? Altre malattie croni-che? Venite pure qui, iniziate un percorso di assistenza pe-renne dove di volta in volta vi forniremo le visite speciali-stiche necessarie. Difficile da capire, più facile tradurlo in : “uno spazio dove i malati cro-nici potranno essere assistiti dal buongiorno, prego, fino alla tomba”. Non lo abbiamo detto noi ma un noto dirigen-te Asl in un tono di cattivis-simo gusto. Nella Casa della

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Salute, la prima nel Distretto RmD che la giunta Regiona-le si è impegnata a realizza-re, sono presenti anche un centro di primo intervento (i codici bianchi del pronto soc-corso, per intenderci) dove i medici di famiglia si alterne-ranno il sabato e la domeni-ca, un centro di assistenza per cittadini stranieri con proble-mi di lingua, di cittadinanza o pregiudiziali (così spiega la Asl), e i servizi che preceden-temente erano ospitati nello stesso stabile come ad esem-pio il consultorio.

I PROBLEMIPrima occupava due piani e c’era spazio sufficiente a ogni tipo di attività. Ora la nuova vita del Sant’Agostino ha unificato tutti i servizi del TSMREE (tutela della salute mentale e la riabilitazione in età evolutiva) in un unico piano dove i disagi dovuti a una frettolosa ristrutturazio-ne non mancano: la pioggia, ad esempio, che entra nella palestra dedicata al recupero motorio per i bambini dove le finestre sono state silicona-te solo esternamente. Segno tangibile di lavori fatti con poca attenzione e probabil-

mente molta fretta per favori-re un’inaugurazione da effet-tuare con estrema velocità. Basta un breve acquazzone, infatti, per rendere la stanza inutilizzabile. A poco servo-no gli sforzi delle operatrici che provano a correre ai ri-pari con stracci e secchi. Sullo stesso piano i bagni sono so-lamente quattro di cui due to-talmente inutilizzabili per dei guasti (non riparati durante la ristrutturazione) e adibiti a ripostiglio per gli attrezzi di pulizia. Lo stanzino del qua-dro elettrico ospita, a dispet-to di quanto indicherebbero le leggi sulla sicurezza del lavoro, cumuli di carta acca-tastata in grandi pile e della mobilia: tutto materiale alta-mente infiammabile che mai dovrebbe trovarsi nelle vici-nanze di un quadro elettrico. L’estintore c’è, ci manchereb-be altro, ma è collocato dietro l’apertura della porta. Per cui in caso di incendio sarebbe necessario entrare, chiudersi la porta alle spalle, prelevare l’estintore, riaprire la porta e sperare di non aver perso troppo tempo. Un quadro di noncuranza e rischio che mai dovrebbe esistere in una struttura sanitaria, soprattut-

La palestra di riabilitazione motoria per i minori del TSMREE allagata da un pomeriggio di pioggia: alle finestre manca il silicone

Il quadro elettrico a evidente rischio sicurezza

Uno dei bagni fuori uso utilizzato come ripostiglio

inchiesta

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to in una che giornalmente vede transitare bambini per giunta con disagi.

CUP E VACCINIC’era una volta il reparto del-le vaccinazioni infantili. Dove i genitori attendevano in fila che i loro piccoli potessero compiere le varie fasi delle profilassi obbligatorie nel-le varie tappe della cresci-ta. C’era e c’è ancora, ma se prima la sala d’attesa (dove si sosta obbligatoriamente anche mezz’ora dopo aver effettuato il vaccino per con-trollare eventuali reazioni del minore) era condivisa con le donne in fila per lo scree-ning mammografico e la cosa non creava alcun problema a nessuno, ora la situazione si è fatta più caotica. Gli spor-telli del Cup (centro unico di prenotazione) sono stati col-locati proprio dentro la sala d’attesa delle vaccinazioni in-

Durante i lavori di ristruttura-zione del Sant’Agostino alcu-ni servizi sono stati tempora-neamente spostati. Come lo sportello per ottenere l’esen-zione dal ticket, ricollocato presso la sede di piazza delle Repubbliche Marinare. Che già ospita uno studio di ana-lisi cliniche. La situazione, ne hanno parlato tutti, ha sfiora-to il ridicolo: persone anziane in coda anche sotto la piog-gia, furiose litigate con opera-trici incolpevoli, persone che hanno accusato dei malori, arrivo della polizia. I giornali hanno mostrato le indeco-rose ore di attesa sul marcia-

Esenzioni a rischio FRANA

piede che tutti hanno dovuto sostenere, hanno riportato le loro lamentele. Quello che però nessuno ha mostrato è la situazione interna alla sala di attesa: mobili accatastati uno sopra l’altro alla rinfusa proprio alle spalle delle per-sone sedute in coda: donne in gravidanza, anziani, bam-bini. Cosa sarebbe accaduto se ci fosse stata una piccola scossa sismica? O se qualcu-no avesse semplicemente ur-tato i tavoli accatastati con le sedie messe sopra? Per fortu-na nessuno si è ancora fatto male ma le fotografie parlano chiaro. Forse anche troppo.

Mobili accatastati: a repentaglio la sicurezza di centi-naia di persone costrette a interminabili code.L’assurdo caso di piazza delle Repubbliche Marinaredi Marco Ciapetti

fantili creando una situazione di caos a dir poco allarman-te. Bambini che piangono, corrono e giocano, mamme nervose che attendono il loro turno, mescolati a anziani che sostano faticosamente in fila per prenotare visite speciali-stiche o adulti che chiedono di cambiare dottore. Tutti in un’unica sala. Gli operatori del Cup, poi, sono esposti a un grande rischio: loro che maneggiano soldi e cassa non sono protetti da even-tuali malintenzionati visto che la porta di accesso al loro sportello non è mai chiusa a chiave ed è accessibile a tutti coloro ne avessero la malau-gurata idea di farvi irruzione.“Abbiamo paura - spiega un’operatrice che chiede di rimanere anonima - ci siamo rivolti a chi di dovere ma non è cambiato nulla. Così - con-clude la donna - non è pos-sibile lavorare in tranquillità”. Gli sportelli e le casse del CUP facilmente accessibili a tutti

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Nei punti dove servirebbero non sono ancora realizzate, quelle che restano sono or-mai quasi invisibili e le poche riverniciate di recente ven-gono puntualmente coperte dalle auto in sosta: a Ostia le strisce pedonali stanno diventando un problema impossibile da non notare. Negli anni più o meno tutte le amministrazioni municipali le hanno usate come cavallo

di battaglia forse in maniera troppo semplicistica ma no-nostante questo la situazio-ne reale è drammaticamente sotto gli occhi di tutti. Ostia per larghi tratti sembra asso-migliare a un sobborgo pe-riferico di una delle peggiori metropoli di un paese in via di sviluppo: strisce inesisten-ti, abbandonate o pitturate alla “volemose bene e famo in fretta” con materiali evi-

dentemente scadenti, righe gialle da lavori in corso che da provvisorie sono diventa-te definitive, cornice di uno scenario potenzialmente molto pericoloso. Passeggiando per il territorio si nota come gli attraversa-menti siano scomparsi anche nelle vicinanze dei plessi sco-lastici e dei centri più affollati. La signora Luciana ha cin-quantacinque anni e da quasi venti si muove a bordo di una sedia a rotelle: “muoversi per le strade di Ostia è sempre più difficile, sembra infatti di dover attraversare un campo minato, inoltre se prendi una voragine rischi di capottare e di spaccare le ruote”. Le stri-sce sono un problema che an-che lei ha notato e vive sulla sua pelle: “gli attraversamenti pedonali – spiega - non sono abbastanza e in quei pochi esistenti, sono quasi invisibi-

li le strisce”. Rincara la dose il signor Luca “Vivo in via delle Canarie da più di quindici anni e mesi fa ho presentato un esposto perché in via delle Molucche manca l’attraversa-mento pedonale e l’eventua-le segnaletica luminosa pres-so l’accesso dell’area verde, quella strada è percorsa gior-nalmente da mamme che accompagnano i bambini a scuola, ma nessuno fino ad ora ci ha dato retta”. Tutti san-no e ricordano che nei mesi scorsi ci sono stati degli in-cidenti che hanno coinvolto anche in modo grave diversi pedoni, e ad ora non c’è alcu-na progettualità nell’organiz-zazione degli attraversamenti pedonali. È arrivato il momento di fer-marsi con i proclami e di inter-venire per garantire il rispetto della sicurezza per i cittadini del decimo municipio.

C’erano una volta le STRISCE PEDONALILe auto ci parcheggiano sopra, se non lo fanno sono quasi trasparenti. Dove servirebbero non sono mai state realizzate: i pedoni di Ostia rischiano la vita tutti i giorni. La segnaletica orizzontale è un problema

Rubrica a cura di Marco [email protected]

inCiviltà

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Mausoleo ATACStazione di Lido Centro: por-ta di ingresso per Ostia at-traversata quotidianamente da migliaia di pendolari e d’estate da altrettanti turisti diretti alle spiagge affolla-te del mare dei romani. Per chiunque passi di li lo spetta-colo che si presenta è quello

Sembra che il nostro territo-rio si stia preparando ai pros-simi giochi olimpionici. Come si evince dalle foto, in-fatti, i nostri concittadini quo-tidianamente appena scen-dono in strada si esercitano nella corsa ad ostacoli e nei 3000 siepi, aggirando spes-

Una rubrica dal sapore anticodi Marco Ciapetti

Abbiamo deciso di creare questa sezione per provare a risvegliare il senso civico dei cittadini di Ostia.

Tornando indietro con la me-moria a quando su dei ban-chi verdi dove per mezzo se-colo ha campeggiato il foro rotondo che nel dopoguerra ospitava i calamai imparava-mo quella fantastica materia che era l’educazione civica.

Ci hanno insegnato a essere civili ma forse i risultati non sono stati fantastici visto come oggi abbiamo ridot-to le nostre città e in questo caso Ostia.

Le istituzioni hanno molte colpe, è vero, ma quante vol-te si potrebbe evitare tutto quello che vediamo per le strade solo con un po’ di at-tenzione in più per il proprio territorio. Marco Severa è la persona giusta per curare questa rubrica: attento osser-vatore dei fenomeni sociali, animalista, ambientalista, laureato in scienze storiche e profondo conoscitore del no-stro territorio è il responsabi-le della pagina di “inCiviltà”.

Aiutatelo inviandogli le vo-stre segnalazioni a [email protected] e cer-chiamo di ricostruire insieme una cultura di rispetto per tutto ciò che ci circonda. Un tassello alla volta possiamo fare il nostro dovere.

riportato in foto: un vecchio “rudere” adibito per anni sia a biglietteria dell’Atac che a punto informativo da quasi un anno recintato in maniera approssimativa senza che si sia mai visto nessuno lavora-re alla sua ristrutturazione ne alla sua rimozione. Ciò che si

presenta agli occhi dei più at-tenti è un’immensa macchia arancione, buttata lì, senza un senso: il tempo scorre ve-locemente, i pendolari passa-no vicino senza piu’ farci caso. Una cosa però è certa: questa struttura abbandonata detur-pa una zona storica di Ostia.

so dei laghetti naturali, sorti a causa del cattivo deflusso delle acque piovane.Come quello di via Costan-zo Casana (riportato in foto-grafia). Una situazione che comincia ad essere pesante: la viabilità infatti ne risente, cosi come la sicurezza dei

pedoni a cui risulta sempre più difficile camminare tran-quillamente. Il fatto più grave è che queste voragini siano state delimitate dalle autori-tà diversi mesi fa, ma ad ora nessuno ha intenzione di in-tervenire per salvaguardare l’incolumità dei cittadini.

Buche e olimpiadi

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si può ancora farSORRIDERE

“Dalla Nuovola di Cinzia”: l’associazione creata dalla signora Patrizia che periodicamente si reca in India a portare aiuti di ogni genere a bambini malati che non possono permettersi le cure mediche. Un progetto di solidarietà nato dal ricordo di un affetto strappato alla vita troppo presto

C’è ancora chi sogna di poter cambiare la vita dei più sfor-tunati. Si, esistono persone che mettono la loro speranza e il loro impegno per aiutare qualcuno che ne ha bisogno e “l’informazione” seppur sia un giornale locale ha la fortu-na di raccontare una di que-ste storie appartenente pro-prio al nostro territorio. Nove anni fa infatti, a Ostia Antica, nacque una realtà che resiste ancora oggi e che annualmente si impegna a

di Marco Severa

intervista

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portare aiuti e sorrisi in una bellissima terra molto lonta-na: l’India.

La protagonista di questa esperienza è la signora Pa-trizia, che orgogliosamente e con una luce particolare negli occhi che esprime un grande trasporto emotivo, ci racconta della sua associa-zione: “Dalla Nuvola di Cinzia” un nome che porta in se un significato molto importante e un bagaglio di emozioni e memoria, che è poi la chiave di tutto questo impegno.

Un’avventura, un impe-gno… una missione. Come è iniziato tutto?Tutto è cominciato più o meno nove anni fa, quando mi recai per la prima volta in India a conoscere Rakhul il bambino che il mio compa-gno ed io avevamo adottato a distanza. Li accadde un fat-to che mi fece capire di do-ver fare qualcosa per aiutare chi ne aveva bisogno… ci fu un episodio che segnò tutto quello che venne dopo.

Una specie di giro di boa. Cosa avvenne in particola-re?

Beh, fu un fatto assai singola-re. Venimmo informati che un bambino di quel luogo era malato di tumore al cervel-lo… e li capii che quello era un segno del destino perché secondo me nulla accade per caso: era la stessa patologia che molti anni prima mi ave-va portato via Cinzia, la mia sorella più piccola di soli do-dici anni.

La nuvola è dedicata a lei.

Quali sono le vostre attività una volta giunti in India?Una volta arrivati consegnia-mo il materiale che gli adot-tanti hanno deciso di inviare ai loro bambini, dopodiché facciamo il punto della situa-zione e cominciamo a visitare le case dove risiedono o sono ospitati i bambini, spesso in-fatti sono necessarie diverse ore di auto per raggiungere i posti molto distanti tra loro. Inoltre abbiamo molti casi di “special help”, cioè dei ragaz-zi che hanno bisogno di cure particolari poiché spesso af-fetti da malattie a noi scono-sciute.

Cosa si prova a essere im-pegnati in una storia come

La Nuvola di Cinzia

Per sostenere le attività è possibile diventare soci dell’associazione o effettuare donazioni.Diventando socio garantisci all’associazione una base certa su cui fondare i propri progetti a lun-go termine:

Socio Benemerito: € 100,00Socio Sostenitore: € 50,00Socio Onorario: Collaboratore

Possono essere effettuate delle do-nazioni dirette a mezzo di bonifico bancario il codice IBAN è

IT47P0832703206000000027171

Conto corrente Intestato a: “Associazione Dalla Nuvola di Cin-zia Onlus”Viale Stefano de Stefani, 1300119 Roma - Ostia Antica

Inoltre è possibile destinare il 5 per 1000 dell’imposta sul reddito delle persone fisiche alla nostra asso-ciazione. “Dalla Nuvola di Cinzia-Onlus” è tra gli enti possibili desti-natari ed è presente nell’apposito elenco del sito dell’Agenzia delle Entrate, destinare il 5*1000 ad un’associazione no profit come la nostra al contribuente non costa nulla, in quanto viene prelevato direttamente dall’imposta che il contribuente deve versare al Fisco.

Il nostro Codice Fiscale, da indicare nella casella A della tua dichiara-zione dei redditi, è: 97531930580

questa? I primi anni, dopo aver termi-nato le missioni umanitarie, tornare alla realtà era molto difficile perché ero consape-vole di lasciare in India una parte del mio cuore ma ora la vivo in modo differente.

Nei giorni in cui sono li cerco di trasmettergli il più possibi-le gioia e felicità, so benissi-mo che molti di loro non han-no ne futuro ne aspirazioni.

Ogni piccolo aiuto, sia il mio o di chi decide di collaborare con noi, da a loro la possibi-lità di riacquistare quotidia-namente qualche piccolo sorriso.

In che modo è possibile aiu-tarla?È possibile fare delle dona-zioni economiche attraverso i soliti canali, o adottare dei bambini a distanza con delle cifre annuali irrisorie.

Inoltre sono ben accette le adesioni di chi vuole parte-cipare alle nostre missioni annuali, anche se per affron-tare questo tipo di esperienza bisogna essere preparati ed avere spirito di adattamento.

intervista

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Ogni business nasce da un’e-sigenza. E Ostia Holiday srl ha visto con i suoi occhi aumen-tare i problemi di chi affitta la propria casa: spesso è difficile recuperare gli importi non corrisposti e si rimane mesi senza percepire i soldi dell’af-fitto, quando un affittuario va via solitamente è necessario spendere cifre a tre zeri per ri-strutturare un appartamento quasi sempre devastato. Per non parlare delle tasse che bisogna comunque pagare sia se si percepisca l’affitto sia se per recuperarlo si debba provvedere a vere e proprie azioni legali. Ostia Holiday fornisce una risposta a tutti quelli che dicono: “vorrei af-fittare la mia casa ma… ho paura che….” Rispondendo in maniera chiara: “fermi tut-ti, nessuna paura. La tua casa la affitti a noi. L’affitto ti sarà regolarmente versato ogni mese, provvederemo a ogni tipo di riparazione dei danni nell’appartamento, al rappor-to con l’amministratore e con i condomini, provvediamo

noi al calcolo dell’IMU e della TASI in relazione del canone e, soprattutto, potrai torna-re in possesso dell’immobile stesso in qualsiasi momento. Utilizzeremo l’appartamen-to per subaffittarlo per brevi periodi a scopi di turismo, tu non dovrai più occuparti di nulla”. Zero pensieri e rendita garan-tita: il proprietario di casa ri-mane tranquillo, perché vole-va percepire i soldi dell’affitto senza problemi a cadenze regolari e Ostia Holiday è ar-rivata a risolvere i suoi pro-blemi.

I vantaggiOltre ad eliminare i pensieri dei proprietari che affidano il proprio immobile alla so-cietà, Ostia Holiday raccoglie al meglio una domanda di ospitalità offrendo strutture ricettive extralberghiere, Bed and Breakfast, Case Vacanze e appartamenti per affitti brevi e turistici. Perché anche se Ostia non è conosciuta per la sua varietà

o qualità di servizi ricettivi, una piccola impresa turistica altamente qualificata e pro-fessionale che offre una vasta scelta di prodotti al prezzo più basso del litorale non sto-na affatto.

Anzi, aiuta quell’indotto tu-ristico low cost che porta tu-risti ed economia andando a creare le caratteristiche che potranno portarla al pari del-le sue sorelle extraregionali:

AFFITTA la tua casa…in TRANQUILLITÀOstia Holiday srl: un team di professionisti dell’ospitalità al quale puoi affidare il tuo immobile con una rendita sicura, garantita e finalmente senza rischi

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riviera romagnola (con i suoi alberghi e spiagge funzio-nali) Toscana (ormai patria indiscussa di agriturismi e bed and breakfast), o Milano altamente specializzata negli short-rents. Ma un’azienda

come Ostia Holiday potrà si-curamente contribuire ad al-zare il livello del turismo del mare di Roma. Oltre a togliere ogni pensiero ai proprietari immobiliari.

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redazionale

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Invia il tuo WhatsApp alla redazione al : 344 101 0980

Via Federico Paolini ora ha il suo rondò… ce voleva na buca

Il divano ha finalmente trovato parcheggio. E vabbè…

In coda in farmacia… per voi è normale sta moda?Alex79

Vedi una scena che non ti piace. O qualcosa che apprezzi. Vuoi dire la tua, vuoi che un giornale se ne occupi. Hai semplicemente qualcosa da segnalare. Pensi che sia il caso di immortalare qualcosa. Allora scatta una fotografia con il tuo smartphone o con il tuo tablet e la invii a noi de “L’Informazione”, via WhatsApp. C’è una rubrica dedicata alle vostre segnalazioni, di cui solamente voi sarete i protagoni-sti. Inviaci la tua fotografia e scrivici di cosa si tratta. L’Inviato de “L’informazione” sei tu.

inviato

Davanti al mercato coperto. Tutti i giorni la stessa storia. Basta. Massimo

Volevo tornà a Ostia ma il raccordo ha detto di no…. Vanessa

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Tra AZIENDA e compagni di SCUOLA

Niente più “lavoretti estivi” scelti a caso, fatti per gua-dagnarsi la settimana cono-scendo il mondo del lavoro da lontano: per chi studia oggi si va a lavorare nelle aziende dove forse un giorno si verrà assunti, grazie alla for-mula dello stage “Se la legge lo permette dobbiamo sfrut-tarla, ogni tanto qualcosa di buono da cui attingere c’è”. Il professor Giordano Cecchet-

ti, responsabile del progetto per l’Iti Faraday di Ostia, spie-ga la formula dell’alternanza scuola-lavoro che il suo isti-tuto sta cavalcando con risul-tati sorprendenti: “La formula dello stage - spiega Cecchetti - sta ottenendo risultati fan-tastici. E lavora su tre fronti paralleli.” Tanto per iniziare lo studente inizia a fare i con-ti con il mondo del lavoro: lo stesso posto tutti i giorni per le stesse ore, il rapporto con persone che non sono i genitori o il professore. “Poi – spiega Cecchetti – vengono inviati a fare stage in aziende inerenti con il loro percorso di studi, cosa che li fa tornare sui banchi vogliosi di capirne di più della materia che prima

snobbavano”. E ultimo punto, forse il più importante, i ra-gazzi iniziano a farsi conosce-re dalle aziende. “Prendiamo un singolo caso - spiega - di un ragazzo del terzo anno in-viato a fare stage in una ditta.

Che lo ha richiesto l’anno successivo, che poi gli ha pro-posto un lavoro estivo richie-dendolo come stagista anche nel quinto anno. E che dopo il diploma lo ha assunto”. Si, può succedere anche questo.

Viaggio tra le aule del Faraday, dove l’interazione scuola/lavoro sta dando risultati a tratti inaspettati

N° studenti in Alternanza Scuola Lavoro negli anni

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2011-2012 2012-2013 2013-2014

N° studenti

Ann

o S

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stic

o

Art.4 D.Lgs. 15 aprile 2005, n. 77 “ L’alternanza scuola-lavoro consiste nella realizzazione di percorsi progettati, attuati, verificati e valutati, sotto la responsabilità dell’istituzione scolastica o formativa, sulla base di apposite convenzioni con le imprese, o con le rispettive associazioni di rappresentanza, o con le camere di commercio, industria, arti-gianato e agricoltura, o con gli enti pubblici e privati, ivi inclusi quelli del terzo settore, disponibili ad accogliere gli studenti per periodi di apprendimento in si-tuazione lavorativa, che non costituiscono rapporto individuale di lavoro.”

inclasse

di Marco Ciapetti

I numeri del Faraday inerenti all’alternanza scuola-lavoro negli anni

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Il Col (centro orientamento al lavoro) di Ostia si traferi-sce nella Città dei Mestieri e delle Professioni di via del Sommergibile. A differenza delle voci diffuse nelle scorse settimane che ne descriveva-no la chiusura, il centro fino a ieri presente nello stabile di via Baffigo (centro di forma-zione professionale Pier Pao-lo Pasolini), verrà spostato in attesa della ristrutturazione dei locali inagibili che fino a poco fa lo ospitavano. La no-tizia della chiusura era stata riportata da alcuni media lo-cali che avevano sostenuto la difficoltà di ricollocare questo

servizio presso altre strutture prospettando la fine delle sue attività e spaventando non poco chi è abituato ad usu-fruire dei suoi servizi e delle sue attività ancora sconosciu-te a molte persone.

COL… COSA?Non tutti sano cosa è il Col. Il Centro di Orientamento è uno sportello volto a illustra-re le opportunità lavorative ed a sondare interessi e capa-cità individuali per aiutare gli utenti nella scelta del proprio percorso professionale. Esso è un servizio gratuito del Co-mune di Roma, indirizzato a

chiunque necessiti di suppor-to per orientarsi nel mondo lavorativo. Fra i servizi offerti ci sono la collaborazione per la redazione di curriculum vitae, la possibilità di parte-cipare ad incontri orientativi e la libera consultazione del-la stampa specializzata del settore. Da oggi tutto questo non cesserà di esistere, come erroneamente descritto, ma semplicemente cambierà sede entrando nei locali della Città dei Mestieri (la cui crea-zione è stata promossa dal decimo Municipio ed è un’ini-ziativa presente in più di tren-tacinque città nel mondo). I COMMENTIIl ricollocamento del COL ha permesso di mantenere que-

sta realtà sul territorio liden-se, aggregandola, peraltro, ad ulteriori servizi. Come espres-so dalla brochure del centro, quindi, nella stessa sede si condensano orientamento, lavoro e formazione. Non tut-ti però sapevano dello spo-stamento: “io avevo letto sul giornale che avrebbe chiuso - sostiene Maria Elena Del Cataldo, in fila - e solo qui mi hanno spiegato dello sposta-mento. In effetti se è perico-lante è anche giusto così. Se magari, però, dessero le infor-mazioni giuste…”.

Dragona secondo capitolo

Nello scorso numero abbiamo ospitato la confessione anonima di un operaio che denunciava le condizioni di lavoro simili alla schiavitù a cui era sottoposto in un capannone di Dragona. Non abbiamo citato il nome dell’azienda, seppur lui ce l’avesse scritto perché non eravamo certi dei fatti raccontati. Qualcuno ci ha letto e ci ha comunicato altre informazioni: pare che nella stessa azien-da alcuni dipendenti a tempo indeterminato abbiano iniziato a puntare i piedi: basta straordinari gratuiti, basta divieto di usare il bagno, basta pressione psicologia sugli errori di lavoro, basta

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stipendi strategicamente ritardatari. L’azienda ha licenziato tutti chiudendo. Aprendo con un altro nome e riassumendo gli stessi operai con un contratto di sei mesi. Senza erogare la liquidazio-ne e rimettendoli in condizione di non poter dire di no a nulla. Su “l’informazione” denunceremo sempre queste storie, tutelando sia i dipendenti che le aziende perché non si è colpevoli solo per una lettera, ma a questo punto è doveroso aprire un canale diretto con tre avvocati del lavoro, con la asl e il tribunale di Civitavecchia. Ci leggono, ci leggeranno e li contatteremo di volta in volta. In nome della giustizia e dei diritti umani sempre più tacitamente violati. In nome del diritto a lavorare in maniera dignitosa. (Ma.Cia.)

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Il centro per l’impiegoNONCHIUDEA spostarsi e il Col (centro orientamento al lavoro) che in attesa dei lavori di ristrutturazione dei suoi locali verrà ospitato nelle stanze della città dei mestieri di via del Sommergibile

di Valentina Bellafante

inOccupati

Per evitare disguidi sipossono visitare i siti:www.cittadeimestieri.lazio.itwww.provincia.roma.it o contattare il numero 06 6710 73150.

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Capitolo 2Tra notte e mattina

3 del mattino.Il “drin” puntuale e bastardo di una sveglia digitale maledet-ta lo fa balzare dal letto, e la luna grande e candida che fuori illumina la notte di certo non lo aiuta a trovare il coraggio per iniziare il nuovo giorno.Anche stavolta infatti, non sarà Domenica per lui, sebbene lo sia per tutto il resto del mondo.Ma d’altronde, come ci si può sentire se ci si sveglia puntual-mente alle 3 del mattino ogni sacrosanto giorno della pro-pria vita?Dopo un po’ diventa quasi “normale”, una routine, una parte di quotidianità che non si può cambiare ma solo affrontare.Difficile da farsi quanto a spiegarlo; ma lui ormai era diven-tato bravo e aveva imparato a convivere con ciò che la vita gli offriva e chiedeva in quel momento.Da una parte un lavoro umile ma dignitoso all’ Aeroporto Leonardo da Vinci che gli dava la possibilità di mantenere sè stesso e i 34mq di monolocale in Via delle Baleniere; dall’altra turni di lavoro non facili da gestire e perlomeno stravaganti.Insomma, il prezzo da pagare per chi era diventato “adulto” e aveva deciso di fare il grande salto dell’andare a vivere da solo.Lui ormai non ci faceva più caso, faceva semplicemente una vita diversa da quella dei suoi amici di sempre. O almeno gli piaceva pensarla così per darsi la forza per affrontarla.I riti di preparazione pre-lavoro hanno inizio con ordine mec-canico. La tappa in bagno, la doccia super-veloce e improro-gabilmente con acqua tiepida, la ricca colazione a base di succo d’arancia e fette biscottate al burro e marmellata. Poi

Nel capitolo precedente

Un sogno. Immagini surreali di una realtà sempre più imminente. Questa è la storia di Beatrice, una ragazza semplice amante della musica quanto della propria vita che, negli ultimi anni, sembra mandarle continui messaggi attraverso i propri sogni. A che cosa dovrà prepararsi? L’incontro con un misterioso uomo in una notte di primavera sin ora è stato solo l’inizio.. della discesa? O della più estenuante delle salite? “Siamo un cuore che batte per entrambi” questo è ciò che ricorda, questo è ciò che ricorderà. Una serata strana, dove al termine del turno di lavoro in un ristorante non raggiunge le amiche per un uscita serale ma sceglie di passeggiare lungo la riva del mare. Dove accade qualcosa di inaspettato.

Un cuore chebatte per entrambi

la vestizione, quella maledetta tuta che ormai sembra essere la sua seconda pelle e che quasi comincia a piacergli come gli sta addosso. Mentre la indossa, sorride pensando al fatto che incontrerà come ogni sabato sera/domenica mattina i suoi amici sbronzi in comitiva. “Che tocca fare” sussurra. Poi sorride di nuovo.Non nega a se stesso che eviterebbe volentieri di andare a lavorare e fermarsi un po’ con loro, fare l’alba bevendo un paio di birre e poi coricarsi con la testa che un po’ viaggia da sé, ma non è più il caso. Finito di vestirsi, di colpo finiscono anche i suoi sogni/pensieri riguardo la serata con gli amici. Prende le chiavi della Smart parcheggiata sotto casa, apre la porta e rapido scende gli scalini a due alla volta come consueto, come fa sempre sin da quando è piccolo con qualsiasi rampa di scale incontri.Sono le 3.40, ed è in perfetto orario sulla tabella di marcia precisa e dettagliata impostata nella sua mente.Il primo dei semafori che incontra è rosso, ed è proprio quello che si affaccia sulle panchine della sua comitiva. I suoi amici sono lì. Non tutti in realtà, solo Luca ed Emanuele che fuma-no discutendo animatamente. I sempre-presenti in pratica, quelli che sembra proprio una casa non ce l’abbiano. Il suo sguardo si incrocia con il loro che distratti, di certo non lo stavano aspettando sebbene trovarlo appena alzato e fer-mo al semaforo sia diventato ormai un rito di sabato sera a quell’ora. “Dai ma non ci andare oggi a lavoro, mettiti in malattia!” gli grida Luca mentre Lui abbassa il finestrino per salutarli. “Lo sapete non posso...” gli risponde un po’ sorridendo un po’ sbuffando, distogliendo lo sguardo dai loro occhi altic-ci sperando di concludere in questo modo la conversazione, svagando un po’ scrutando lo specchietto retrovisore, acca-

Rubrica a cura di Ilaria D’[email protected]

inPagina

di Valerio Polani

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rezzandosi la barba sempre più incolta e che lo fa sentire più grande. Poi il semaforo diventa verde, un cenno con la mano aperta per salutare un po’ freddo, un po’ triste, di certo malinconico.Il piede di nuovo sull’acceleratore.La strada è vuota e buia, e la macchina la percorre in auto-matico come se fosse telecomandata da qualcuno in lonta-nanza. Alla radio passano i Muse e poi i Red Hot Chili Peppers che gli alleggeriscono la testa dallo stress dell’ennesima notte pas-sata quasi insonne. Si ritrova a cantare fumando una siga-retta, con il finestrino socchiuso e una ritrovata e inaspettata dose di energia. Sono le 3.50 ed è quasi arrivato in aeroporto quando sul porta oggetti, il cellulare inizia a vibrare.È Beatrice.

inPagina

Regolamento

Prima di immergervi nella scrittura del capitolo successivo è doveroso tener conto di alcune linee guida che vi saranno fornite di seguito. 1) La lunghezza del capitolo dovrà essere di 4.800 caratteri spazi inclusi.2) La data di scadenza per l’invio dei capitoli è entro e non oltre il 15/05/2015. Le storie che verranno inviate successivamente, non potranno essere considerate. 3) La responsabile della rubrica Ilaria D’Amico si riserva il diritto di apportare modifiche dove sarà necessario, nella forma e nel contesto del racconto in maniera che tutti possano divertirsi. 4) Gioco di parole. Qui di seguito sono elencati i tre vocaboli che devi obbligatoriamente inserire nel prossimo capitoloGATTO - PINETA - NASTRO ROSSO

Ora tocca a te: non devi far altro che inviarci il tuo capitolo, scritto rispettando le regole elencate qui sopra.Sin dove ti spingerà la tua fanstasia?Noi, non vediamo l’ora di scoprirlo.

Hai intenzione di partecipare inviandoci il tuo capitolo ma, non sei a conoscenza degli avvenimenti in cui è stata coinvolta Beatrice? Collegati sulla nostra pagina tramite Facebookhttps://www.facebook.com/linformazionee scopri cosa si nasconde nel suo passato. Inviaci un messaggio privato e ti risponderemo inviandoti le pagine del capitolo precedente.

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inComixRubrica a cura di F.R.

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Punti di distribuzione del mensile Uffici Postali

· via Capo Spartivento· via Ferdinando Acton· via del Sommergibile· piazzale della Posta· via Duca degli Abbruzzi· via Costanza Casana

Istituzioni· Municipio X - Via Claudio· Municipio X - Piazza Capelvenere· Sede Inps - via delle Baleniere· CPI - Via Domenico Baffigo· Biblioteca Elsa Morante

Ospedali e centri di cura

· Ospedale GB Grassi· Casa della Salute - Sant’ Agostino· Poliambulatorio Casalbernocchi· Studio Medico Azzorre· Studio Medico Family Dent

Istituti scolastici superiori

· Liceo Ginnasio Statale Anco Marzio· Liceo Scientifico Statale F. Enriques· Liceo Scientifico Statale A. Labriola· ITI M. Faraday· ITCG P. Toscanelli

Punti di ristoro e di aggregazione· Bar Amigos· Bar Come Cocktail· Bar Centro Commerciale Aquiloni· Bar Curvone· Bar Dolcemente· Bar del Sole· Bar Fusion· Bar Isole Figi· Bar Martin· Bar Remondi· Bar Salerno· Piadineria Fiamma

Centri commerciali e mercati· Mercato Appagliatore

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