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La delfino-terapia rappresenta un supporto terapeutico insostituibile, cerca di stimolare la funzione cognitiva del ritardato mentale attraverso l incontro tra il delfino e la persona determinando forti sollecitazioni emozionali e sensoriali, stimolando

LA DELFINO-TERAPIA

Locchio di un delfino riesce a essere cos simile a quello dei tuoi simili da farti dimenticare, per un attimo, di essere e di sentirti diverso. E allora puoi galleggiare con lui, e ti accorgi che lui fa qualcosa di pi che seguirti e basta: nuota con te, accanto a te, come un delizioso compagno di viaggio.

Corso di laurea in Educazione Professionale 2 anno

Tesina di: Delli Carri Chiara

Messina Tiziana

Sguazzini Lampugnani Chiara

Simone LaraINDICEIntroduzione

pag. 2

Miti

pag. 3

La delfino-terapia: metodi

pag. 3Obiettivo

pag. 4L equipe e la formazione professionalepag. 4A chi si rivolge

pag. 5Testimonianze

pag. 6Cenni agli autori

pag. 7Caratteristiche dei delfini

pag. 8Limiti della delfino-terapia

pag. 9Considerazioni

pag. 9Sitografia

pag. 10INTRODUZIONE

Nuotare con un delfino, accarezzare un cane o abbracciare un gatto: a quanto sembra questi piccoli gesti sono chiavi insostituibili per rompere l isolamento in cui molti portatori di handicap si rinchiudono.

A dirlo Nick, uno dei tanti ragazzi disabili che ha sperimentato la pet therapy ( citazione estrapolata dal dossier del 26/04/2003 a cura dello scrittore Silvio Mini).

Il termine pet-therapy, neologismo di origine anglosassone, si sta diffondendo sempre pi in Italia. Nel linguaggio corrente sta ad indicare interventi molteplici il cui fattore comune la presenza di animali in rapporto ad esseri umani in situazioni programmate e pi o meno standardizzate.

La pet-therapy prevede due campi di applicazione: le attivit svolte con l ausilio di animali (AAA) e le terapie effettuate con l ausilio di animali (AAT).

Le prime hanno come obiettivo il miglioramento della qualit della vita di alcune categorie di persone ( anziani, ciechi, malati terminali, ecc). L animale di assistenza ( il pi noto il cane per i ciechi ) con la sua presenza tende a compensare in termini pratici lo svantaggio della persona handicappata.

Le seconde sono, come dice lo stesso termine, vere e proprie terapie dirette a pazienti artistici oppure a pazienti soggetti a varie forme di depressione. Gli animali che collaborano alla riabilitazione motoria forniscono un supporto sia a livello fisico che a livello motivazionale. Ad esempio, montare a cavallo stimola alcune fasce muscolari e contemporaneamente d al paziente una motivazione in pi per impegnarsi a compiere determinati movimenti.

Fu sperimentata per la primissima volta nel 1944 negli Stati Uniti dalla Croce Rossa Americana in un centro di convalescenza a Pauling, vicino a New York dove erano ricoverati i soldati dellaeronautica militare. La terapia si basava sul lavoro in fattoria e sullinterazione con gli animali, fra cui anche quelli domestici. Purtroppo non esiste alcuna documentazione scritta, in quanto, anche dopo la seconda Guerra Mondiale, la terapia non venne applicata in maniera sistematica. Dopo aver sperimentato la pet-therapy con alcuni animali storicamente pi vicini all uomo, alla sua sensibilit e pi presenti nel suo ambiente, viene scoperto anche il potere terapeutico del delfino. Il suo sguardo riesce a essere cos speciale da farti dimenticare di essere diverso e da farti tornare a vivere.

I MITI

Fin dall antichit il delfino sempre stato uno dei migliori amici dell uomo.

Il mito di Arione racconta di un musicista greco dell et classica che si salva fuggendo in mare sul dorso di un delfino dai marinai che volevano ucciderlo per derubarlo.

Secondo un altro mito il dio Apollo considerava il delfino lincarnazione della virtu pacifica e della felicit, fondando loracolo di Delphi in onore di questo magico mammifero.

I delfini venivano ritenuti validi soggetti che avevano il potere di guidare in tutta sicurezza il passaggio delle anime dei defunti alloltretomba.

Molte altre civilt, ad esempio gli Indiani d America o gli aborigeni dell Australia settentrionale, consideravano questo animale sacro. I loro sciamani comunicavano telepaticamente con essi per sfruttarne i poteri terapeutici.LA DELFINO-TERAPIA: METODIA livello metodologico si ritenuto che linterazione spontanea costituisca un fattore fondamentale.Lincontro non strutturato viene percepito, molto pi di qualunque attivit programmata, come un evento eccezionale e profondamente coinvolgente. Il delfino libero di comportarsi come vuole, spontaneo e diventa soggetto della terapia e non oggetto cui vengono affidate strategie particolari per migliorare lo stato psichico o fisico della persona malata.

La sua efficacia risulta derivare anche grazie ad un elemento importante: lacqua, capace di ridurre stress e tensione, causando un feed-back cinestetico in cui il paziente si giova della sensazione di benessere fisico e psichico dato dalle sue onde sonore.Attualmente, si sta sottoponendo a verifica lefficacia di programmi educativi individuali, messi a punto con la Cattedra di Pedagogia Speciale del Dipartimento di Scienze dellEducazione dellUniversit di Bologna, volti a sfruttare le specifiche potenzialit di ogni bambino. Questi programmi prevedono che nel corso delle sedute riabilitative, che si svolgono fuori dal delfinario, si riescano a riprodurre, anche in assenza dellanimale, alcuni degli stimoli usualmente convogliati dallanimale stesso che facilitano la comunicazione. Viene perci utilizzato il potere evocativo che hanno le immagini (anche videoregistrate) e i suoni emessi dai delfini; nelle sessioni in piscina, vengono riprodotti dalleducatore alcuni dei comportamenti interattivi usuali nei delfini. Si ritiene sia possibile, in questo modo, ricreare nei bambini lo stato di rilassamento e concentrazione indotto dai delfini, che favorisce la riduzione dei comportamenti sintomatici e la continuit dellattenzione, facilitando lapprendimento.Il problema si pone soprattutto con pazienti gravi e con scarse capacit di astrazione simbolica, generalizzazione e verbalizzazione. Infatti, sempre facendo riferimento allesperienza con i delfini, gli adulti depressi, nelle sedute terapeutiche, individuali e di gruppo, sono di solito in grado di rievocare lesperienza e di collegarla ad altre circostanze della loro vita. In questo modo si rendono consapevoli di avere problematiche relazionali suscettibili. OBIETTIVO

Con la nascita della terapia si ipotizzava che la presenza del delfino potesse accrescere nei pazienti l'interesse per l'interazione, che inizialmente si sarebbe rivolta verso l'animale stesso, e successivamente, allargata alle persone significative per il paziente, evolvendosi in forme differenti a seconda della patologia, del carattere del paziente, e dell'intervento terapeutico/educativo.L ipotesi alla base di questa interazione che i bambini o gli adulti a contatto con

questi animali, aumentino il loro grado di attenzione in quanto motivati dal desiderio di interagire

con i delfini.

Lobiettivo principale il miglioramento della Qualit della Vita , incrementando, per mezzo della presenza dellanimale, lo stato generale di benessere di alcune categorie di persone.

Un animale offre amicizia, fonte di allegria e spesso stimola e costringe al gioco. Una relazione ludica, ma responsabile, permette alle parti inespresse della persona di emergere con decisione. L EQUIPE E LA FORMAZIONE PROFESSIONALE

Durante gli interventi indispensabile garantire la presenza di figure professionali per non trascurare gli aspetti psicologici del rapporto uomo-animale. A questo scopo, l equipe che segue la terapia con animali, dovrebbe essere il pi possibile completa e comprendere tutti i professionisti: dal neurologo al fisiatra, dallo psicologo al pedagogista; i quali sono in grado di individuare e sfruttare al meglio anche le potenzialit non evidenti in fase di programmazione . Specifiche competenze professionali e integrazione dei ruoli all interno dell equipe, sono elementi essenziali sia per ottenere risultati soddisfacenti, sia per ampliare e approfondire le conoscenze in questo campo e sviluppare nuove metodologie. Di fondamentale importanza la preparazione professionale degli operatori. Malgrado queste figure professionali abbiano una preparazione e un ruolo ben definito che li autorizza a intervenire in qualunque forma di intervento terapeutico di loro competenza, altrettanto vero che fino ad ora la preparazione specifica, per operare nel campo della terapia assistita da animali, stata frutto di percorsi individuali. Risulta pertanto necessaria una specifica formazione per tutti i professionisti che lavorano in questo campo dato che, la presenza dell animale nel contesto terapeutico, rappresenta una variabile spesso imprevedibile se non si possiedono adeguate conoscenze biologiche ed etologiche. Lanimale, prima di essere un mediatore, un essere vivente dotato di spontaneit e iniziativa e rappresenta una variabile del processo terapeutico che non pu essere tenuta totalmente sotto controllo. A questo punto la capacit del terapeuta di conoscere e prevedere le reazioni dell animale in un determinato contesto gli d la possibilit di modulare il proprio intervento con il paziente e anche di condizionare l animale direttamente o con l aiuto dell addestratore per modificarne il comportamento in caso di necessit.A CHI SI RIVOLGE

Sono stati finora prioritariamente inserite nei programmi persone affette da autismo e depressione. Queste patologie, caratterizzate entrambe da una grave ritrazione sintomatica dalla realt circostante, hanno mostrato di reagire positivamente al lavoro con i delfini anche nelle esperienze e ricerche effettuate allestero

Dallinizio degli anni 60 ad oggi, la lista delle ricerche in questo campo si notevolmente

allungata e lo spettro di patologie nei confronti delle quali si tenta un approccio con lausilio

degli animali, si notevolmente allargato, tanto che impossibile pensare di fornire un elenco

esaustivo. Ma alcuni esempi possono essere utili: i pi importanti riguardano pazienti autistici,

bambini con disturbi da deficit dellattenzione e da comportamento dirompente, oppure affetti da

depressione e mutismo, persone con handicap fisici e audiolese.

Per i bambini autistici anche nei casi in cui lo spontaneo contatto con i delfini ha portato alla luce capacit di comunicazione adeguate al contesto e insospettabili in altre circostanze, indispensabile unampia collaborazione delle famiglie e degli educatori, per elaborare strumenti di integrazione ed evitare che il comportamento comunicativo rimanga per lo pi circoscritto alla situazione specifica.L aspetto pi rilevante che il contatto con i delfini possa contribuire a stimolare le capacit di comunicazione, di espressione e, in definitiva, l'attenzione e l'interesse per l' altro e per il mondo esterno, in individui la cui tendenza allisolamento una componente significativa della patologia.La descrizione dei vissuti in delfinario deriva principalmente dalle testimonianze di pazienti in grado di esprimersi verbalmente e dalle interpretazioni, da parte dei genitori e di educatori esperti, delle espressioni e dei comportamenti dei bambini autistici. TESTIMONIANZE

Per spiegare meglio la delfino-terapia elencheremo di seguito i casi pi famosi su cui si effettuata.

Anna, ragazza diciannovenne autistica; nella vita di tutti i giorni abituata ad evitare lo sguardo e il contatto con le persone che incontra, ma da quando, nel 1994, si immersa con i delfini, il suo modo di rapportarsi al mondo che la circonda cambiato totalmente. Ora riesce a ridere, segue i delfini con lo sguardo e li accarezza.

Un altro caso quello di Monica che, Betsy Smith, docente presso la Florida International University di Miami, ha voluto spiegare riportando alcuni tratti della sua lettera: Il ricordo d insieme che ho di quella giornata una bellissima sensazione di entusiasmo, sicurezza, calore e voglia di comunicare

Ho sempre amato l acqua, ho sempre saputo nuotare discretamente, anche se sono anni che non nuoto. Ma dopo aver visto il video ho deciso di provare ad andare in piscina. Voglio dire che avevo permesso alla malattia assurda che ho, di impedirmi di fare programmi, di farmi credere che molte cose mi erano precluse: per l a Rimini mi sono sentita di nuovo capace di fare, di nuovo propositiva. Alcune persone che sapevano della mia esperienza con i delfini mi hanno chiesto se dopo camminavo meglio. A loro non ho saputo rispondere subito. Oggi so che le mie gambe non camminano meglio, per ora, ma dentro di me c qualcosa che cammina con una marcia in pi rispetto a prima. ( Testimonianze rese dal sito: www.itaca-pet-therapy.com )Questa donna affetta da sclerosi multipla e da una grave forma di depressione. Attraverso la sua testimonianza si potr notare come, anche se con l aiuto dei delfini non cammina meglio, grazie a questi animali, Monica riuscita a trovare la serenit e la positivit che mancavano in lei da tempo.In Italia la delfino-terapia stata introdotta dall associazione Arion nel Delfinario di Rimini nel 1993 dopo aver studiato le diverse esperienze estere con Betsy Smith e David Nathanson. Ma attualmente in Italia non esistono centri in cui si pu applicare la delfino-terapia, in quanto il Delfinario di Rimini ha sospeso lattivit.

Il primo esperimento italiano di delfino-terapia in mare aperto verr comunque condotto alle Cinque Terre dove parteciper come volontario Matteo, ragazzo ventitreenne autistico di Roma.

Questo un primato a livello nazionale, visto che in passato si sono avute esperienze solo con delfini tenuti in acquari.

CENNI AGLI AUTORIBetsy Smith, docente presso la Florida International University di Miami, che si occupa principalmente di ragazzi autistici, inizi nel 1978 il primo progetto di ricerca sugli effetti degli incontri dei delfini con soggetti autistici di et compresa tra i dodici e i venticinque anni. I pazienti che hanno avuto l aiuto dei delfini hanno mostrato un miglioramento della capacit di sostenere lo sguardo, un implemento delle vocalizzazioni e della socializzazione. In alcuni casi, nel corso della terapia, si sono stabilite vere e proprie amicizie tra i ragazzi. Questo un fatto molto inusuale per chi soffre di tale patologia.

David Nathanson, psicologo e docente presso la Florida International University di Miami, inizi negli anni 80 alcune sperimentazioni con bambini down o sofferenti di ritardo dell apprendimento. Il contatto con i delfini era da lui utilizzato come ricompensa di nuove parole o frasi. I bambini migliorarono significativamente sia nella capacit di apprendimento, sia nella continuit dell attenzione.

Horace Dobbs, ottenuto il dottorato all universit di Londra, incominci la carriera in campo medico. In quel periodo era impegnato in studi clinici su potenti analgesici e ne sperimentava gli effetti sul cervello umano. Nel 1974 un incontro con un delfino selvaggio a largo dell isola di Man, lo port ad interessarsi alla protezione dei delfini. Nel 1963 fond il gruppo di ricerche subacquee di Oxford e nel 1984 realizz l operazione Sunflower con la quale diede vita ad un programma che contribu alla comprensione del concetto di delfino-guaritore.

Nel corso degli anni Dobbs speriment diverse teorie su pazienti affetti da depressione, come Bill Bowell , quarantacinquenne che dopo essere stato sottoposto a questa terapia ha avuto una remissione dei sintomi.

CARATTERISTICHE DEI DELFINIUna domanda che ora diviene lecito porsi : Quali caratteristiche rendono i delfini efficaci terapeuti?.Secondo la dottoressa Marina Giuseppini, (da La rosa blu, A.N.F.F.A.S. gennaio-febbraio 2000) psicoterapeuta coordinatrice della Societ Italiana Terapie Assistite con animali, la delfino-terapia ha capacit curative per un insieme di fattori, tra cui l immersione in acqua, la disposizione al contatto con i delfini ed in particolare la loro intelligenza. Tali fattori determinano nell uomo non solo una sensazione soggettiva di benessere, ma anche variazioni neurofisiologiche misurabili, come l incremento delle onde cerebrali alfa e theta. Queste caratterizzano stati di profondo rilassamento e di concentrazione, ad esempio quelli meditativi.

Lo confermano esami elettroencefalografici effettuati negli Stati Uniti su persone partecipanti a programmi di nuoto prima e dopo l immersione.

Prima dell interazione:

-prevalenza di onde beta al 92%

Dopo l interazione:-prevalenza di onde alfa al 81%, theta al 10%, beta al 9%

-sincronizzazione emisferica al 75%.

Sembra quindi che nuotare con i delfini abbia degli effetti positivi sulla psiche umana.

L immersione in acqua salata aiuta a sciogliere la rigidit dei movimenti, spesso dovuta a blocchi emotivi.

L intelligenza dei delfini permette loro di analizzare e coordinare le informazioni ricevute dall ambiente e di elaborare strategie di risposta adeguate anche in situazioni come quelle dell incontro con persone affette da autismo, turbe del comportamento e dell apprendimento.

Testimonianze su quanto detto ci vengono date da chi, immergendosi con i delfini, li ha descritti capaci di stare sulla stessa lunghezza d onda [] timidi e distanti con chi ha timore, giocosi con chi pi attivo e tranquilli con chi rilassato.

Anche il dottor Nathanson conviene con la dottoressa Giuseppini ritenendo che le variazioni delle onde cerebrali siano in grado di diminuire lo stress, sebbene non sia ben chiaro come queste variazioni vengano indotte.

Il dottor Dobbs, invece, avanza altre due ipotesi. La prima secondo la quale i delfini sono in grado di proiettare nei posti pi nascosti del corpo umano dei raggi sonar di finissima qualit, dall elevato potere di guarigione. Dobbs afferma: Non abbiamo inventato n le onde radio, n quelle televisive, abbiamo solo scoperto come manipolarle. I delfini hanno lavorato nell universo sonoro per venti milioni di anni e potrebbero aver aquisito un abilit di manipolare onde che attualmente noi non siamo in grado di esperire. La seconda ipotesi sostiene che i delfini abbiano il potere di risvegliare il nostro centro emotivo.

I LIMITI DELLA DELFINO-TERAPIAPurtroppo questa terapia non funziona indifferentemente con tutti i pazienti, in quanto alcune persone hanno paura dell acqua e altre proprio del delfino. Altri limiti della delfino-terapia sono i seguenti: problemi logistici, economici e il rischio di far contrarre infezioni ai delfini a causa del contatto con l uomo.

Il problema morale che a questo punto ci si pone se i vantaggi che l uomo pu trarre da questo tipo di terapia siano sufficienti a giustificare il mantenimento dei delfini in cattivit.

Tuttavia se oggi molte persone contribuiscono a proteggere questi affascinanti mammiferi anche grazie ai delfinari che ci hanno dato modo di conoscerli.

E indispensabile per, che i ricercatori e gli amanti del mare e dei delfini si impegnino affinch venga limitata la cattivit di questi mammiferi marini, che i delfinari abbiano principalmente scopi di ricerca e, dove possibile, si trasformino in strutture pi confortevoli.

A questo proposito importante sapere che l associazione Arion si sta impegnando per promuovere la creazione di un bacino naturale come quelli gi esistenti in Florida e Israele, dove i delfini possano trascorrere un esistenza il pi possibile vicino a quella in natura.

CONSIDERAZIONI

Vorremmo concludere con alcune considerazioni affermate da Aaron Katcher ( citazione estrapolata dal sito www.villesansecondo.it ), professore di psichiatria all universit della Pennsylvania, da noi pienamente condivise: Sfortunatamente, indipendentemente da quelle che possono essere le virt terapeutiche che il delfino esercita sull uomo, nulla provato. E mi sembra che questa terapia, se di terapia si pu parlare, sia[] potenzialmente pericolosa. Pu, infatti, generare delle speranze irrazionali e avere un impatto destabilizzante sui genitori; inoltre i delfini rappresentano l innocenza della natura, i suoi misteri oceanici e i suoi giochi. Per questa ragione era inevitabile che si attribuisse a questo animale un potere magico e irradiante di guarigione. Quel genere di potere mistico che immaginiamo in ogni cosa naturale, in tutto ci che ancora non stato inquinato dall istinto distruttore dell uomo.SITOGRAFIA

Siti utilizzati:

www.villesansecondo.it/disturbi/pet_therapy_app.htm www.ilgiorno.quotidiano.net/art/2000/02/23/632834 www.auraweb.it/articolo_benessere.asp?cid=12&aid=313 www.delphismdc.org/festadelfino/2003/hdobbs.html www.clinicadellatimidezza.it/a_t/pet_therapy.htm www.mondodelfino.com/delfinoterapia/la_delfinoterapia.htm www.itaca_pet_therapy.com/art1.htm www.portaledoriente.it/modules.ph www.itaca_pet_therapy.com/rela5.htm http://boozers.fortunecity.com/coachandhorses/94/curiosit.htm www.itaca_pet_therapy.com/artic5.htm

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