105

Dossier Calabria

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Dossier Calabria

Citation preview

10 • DOSSIER • CALABRIA 2012

L’INTERVENTO.........................................13Sebastiano CaffoRenato Pastore

PRIMO PIANO

IN COPERTINA .......................................16Giuseppe Speziali

VERSO LO SVILUPPO........................22Lucio DattolaGiuseppe ScopellitiDemetrio Arena

IL FUTURO DELL’UNIONE ................32Alberto Quadrio CurzioEmmanuele Francesco Maria EmanueleAndrea GoldsteinSergio GinebriGregorio De Felice

RITRATTI.................................................48Giorgio Napolitano

ECONOMIA E FINANZA

STRATEGIE PER LE PMI...................54Antonio TajaniBernhard ScholzGiuseppe Gatto

COMMERCIO .........................................64Giovanni Cobolli GigliAntonio Stefano Caridi

FINANZA..................................................72Giuseppe AttanàStefano CatalanoAlberto Giovannini

IMPRENDITORI DELL’ANNO ...........80Vincenzo Termine

TECNOLOGIE ........................................84Sabina Marrazzo

MODELLI D’IMPRESA ........................86Clemente Casacchia

SETTORE CREDITIZIO .......................88Raffaele Gregorio

PRODOTTI ALIMENTARI...................90Antonio e Mario Brogna

OSSIERCALABRIA

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 11

AMBIENTE

TUTELA DEL TERRITORIO...............94Corrado CliniFranco TorchiaArcangelo Francesco VioloWanda FerroFrancesco De Nisi

POLITICHE ENERGETICHE ............108Gianni ChianettaSimone TogniAndrea Clavarino

RINNOVABILI........................................116Rocco Sorace

GESTIONE RIFIUTI..............................118Daniele MiloneLauro Mamone

TERRITORIO

INFRASTRUTTURE............................124Pietro CiucciFrancesco Nerli Antonino Nigro

TRASPORTI ..........................................136Gennaro Scura

LOGISTICA ...........................................138Camillo Crivaro

EDILIZIA ................................................140Ilario NapoletanoSebastiano SgromoPasquale Romano

IMMOBILIARE .....................................146Maria Arcadi

INTERNI .................................................148Osvaldo Mandato

TURISMO...............................................152Renzo IorioMassimo MadarenaGiuseppe NoceraDomenico Pontoriero

GIUSTIZIA

LEGALITÀ..............................................162Giuseppe CarusoGiancarlo TrevisoneLuigi Varratta

SANITÀ

FORMAZIONE ......................................172Adelfio Elio Cardinale

RICERCA SCIENTIFICA ....................174Franco MandelliUmberto Veronesi

RIABILITAZIONE.................................178Francesca PrevitiFederica Sposaro

CASE DI CURA ....................................184La MadonninaVincenzo Cascini

DIAGNOSTICA ....................................190Maurizio Mancini

Sommario

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 13

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxL’INTERVENTO

Idati sulla disoccupazione giovanile sono pre-occupanti e, come giovani imprenditori delMezzogiorno, vogliamo approfondire la que-stione per elaborare soluzioni utili a invertirequesta tendenza. I giovani che non trovano la-

voro in Calabria hanno davanti la scelta obbligata diemigrare o avviare un’attività in proprio. Sicuramentec’è molto fermento, ma le condizioni necessarie perla buona riuscita di un’attività imprenditoriale nonsono ottimali e chi si avvicina al mondo dell’impresasi trova ad affrontare difficoltà notevoli, come l’ac-cesso al credito o i lunghi tempi necessari per avere leindispensabili autorizzazioni. Qualcosa sta miglio-rando, ma c’è ancora molto da fare per raggiungerestandard accettabili. Sicuramente bisogna puntare suuna massiccia diffusione della cultura d’impresa edella legalità. Inoltre, sono necessari percorsi di al-ternanza scuola-lavoro o università-lavoro, per avvi-cinare i giovani all’impresa e creare le basi, anche

pratiche oltre che teoriche, per quanto dovranno fareal termine degli studi. Bisognerebbe puntare a sgravi fiscali e contributivi im-portanti per le imprese che assumono a tempo inde-terminato nelle aree disagiate. Non basta un aiutorelativo ai primi due anni di lavoro, perché spesso que-sti vengono assorbiti dal necessario periodo di forma-zione. Lo sgravio deve essere almeno decennale, inmodo da permettere alle aziende di stare sul mercatoanche nei settori ad alta intensità di manodopera. La ricetta è una sola ed è sempre la stessa: lavoro, la-voro, lavoro. Il posto fisso statale non esiste più,quindi bisogna incentivare la crescita delle aziendeprivate per creare nuovi posti di lavoro. Meno tassesul lavoro e sulle imprese, questa è la formula giustaper dirottare al sud investimenti altrimenti destinatiall’estero. Come giovani imprenditori del Mezzo-giorno, vorremmo lasciare ai nostri figli un Sud mi-gliore di quello che abbiamo ereditato.

di Sebastiano Caffo,presidente dei giovani imprenditori di Confindustria Calabria

Giovani e lavori,le priorità da affrontare

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 15

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxL’INTERVENTO

Star Cup 2011, l’iniziativa congiunta tra Uni-versità della Calabria, Provincia di Cosenza,Fondazione Carical e Parco scientifico e tec-nologico della Calabria, ha dimostrato cheè possibile far emergere idee e progetti in-

novativi. In questo senso il raccordo con gli enti è statoestremamente positivo: ciò va detto a conferma di unarealtà, quella della provincia di Cosenza, che detiene il42% delle aziende industriali regionali. Tuttavia i con-tributi pubblici sono estremamente limitati. Il com-pito di allocare risorse per la ricerca appartiene alleaziende, ma soprattutto allo Stato che, purtroppo, èuno degli ultimi in Europa per spese nella ricerca. Confindustria Cosenza ha sempre favorito l’innova-zione nelle imprese: siamo stati tra i fondatori di Ca-lapark, il parco scientifico e tecnologico, e abbiamosempre promosso tutte le iniziative volte allo sviluppodei processi di innovazione nelle imprese. D’altrondenel mio ruolo di presidente di Confindustria, di con-sigliere del parco e di amministratore delegato del più

grande gruppo di Ict della regione, sono naturalmenteportato a spingere nella direzione dei progetti di in-novazione, ma spetta all’amministrazione regionalesvolgere un ruolo determinante, utilizzando al meglioi fondi europei del Por, attraverso l’emanazione dibandi a favore delle imprese che privilegino i progettiche abbiano una parte importante dedicata alla ricercaapplicata e all’innovazione. Per quanto attiene alla mancanza di mezzi da dedicareall’innovazione a favore delle imprese, grazie anche adAnce Cosenza, abbiamo contribuito al decollo del co-mitato di promozione della costituenda Banca di ga-ranzia, sottoscrivendo per conto delle aziende nostreassociate le quote di tale organismo utilizzando gliavanzi di gestione dell’associazione. Quest’istituto nonopererà, infatti, come una normale banca ma nasce persupportare le aziende dando la controgaranzia richiestain tutte le operazioni legate a finanziamenti alle im-prese. E di questi tempi tutti sappiamo quanto il cre-dito sia importante.

di Renato Pastore,presidente di Confindustria Cosenza

Più sinergia tra ricerca e impresa

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxGiuseppe Speziali

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 17

� �

Un’azione di “sistema”che punti a miglio-rare il contesto nelquale si muovonoimprese e cittadini.

Il nuovo presidente di ConfindustriaCalabria, Giuseppe Speziali, intenderipartire dalle basi, dalla struttura dellasocietà e dell’economia regionale, peraffrontare i problemi che ormai daanni sono di ostacolo allo sviluppo deltessuto produttivo. «In una regionecome la Calabria, in cui quasi tutti gliindicatori economici sono al di sottodella media del Paese e dello stessoMezzogiorno, sono molteplici le ur-genze sulle quali è necessario interve-nire». In cima all’agenda del nuovovertice confindustriale calabrese c’èuno dei nodi più complicati da scio-gliere: la semplificazione e la traspa-renza nei rapporti con la pubblicaamministrazione.

Perché partire da qui?«Perché ritengo fondamentale pun-tare sulla snellezza e sulla tracciabilitàdelle procedure, occorre superare l’an-noso problema dei ritardati paga-menti alle imprese. Si tratta di unaspetto non trascurabile e connessoagli altri fattori fondamentali per losviluppo del territorio».

A cosa si riferisce in particolare?

«In primis alle infrastrutture e alla le-galità, ma non solo. Bisognerà con-centrarsi su poche ma significativepriorità a cui destinare le risorse co-munitarie del programma operativo2007/2013. Quindi, più che velociz-zare la spesa è necessario qualificarlaper far sì che le misure abbiano la do-vuta efficacia. Altra vera emergenzasociale è il lavoro, su cui è necessarioun nuovo e più forte patto sociale fraimprese, lavoratori e istituzioni».

I ritardi nei pagamenti alle im-prese stanno bloccando molti in-vestimenti. Come risolvere questasituazione? «Le imprese calabresi sono semprepiù interessate dagli effetti dei ritardicon i quali gli enti regionali e localisaldano i debiti contratti nei loroconfronti. La questione ha ormai as-sunto una dimensione più che allar-mante: in alcuni casi i ritardi supe-rano abbondantemente i dodicimesi, alcuni addirittura si protrag-gono per diversi anni. Una prima eimmediata soluzione potrebbe esserequella di una norma regionale“sblocca crediti” che, in accordo conil sistema bancario e sulle base diquanto contenuto nella manovra distabilità del governo, sia capace di li-berare liquidità per il tessuto econo-

mico calabrese oggi quantificabile,sanità esclusa, in oltre due miliardi dieuro. È altrettanto urgente far at-tuare la norma che prevede che la co-pertura finanziaria relativa ali appaltipubblici venga attestata dagli entiappaltanti, non solo per competenzacontabile ma anche per disponibilitàdi cassa. Queste misure andrebberoaccompagnate anche da una mag-giore certezza della tempistica nel-l’attuazione degli atti della pubblicaamministrazione e con la trasparentetracciabilità delle procedure per ladefinizione delle singole pratiche».

Altro punto critico resta quellodell’erogazione del credito. Qualelinea proporrà nei tavoli di nego-ziazione con gli istituti al fine di ri-dare ossigeno alle imprese locali?«In Calabria paghiamo lo scotto di uninsoddisfacente interlocuzione con ilsistema bancario, cui vanno aggiuntigli alti costi del credito, tra i più altid’Europa. Risulta difficile ottenere li-nee di credito aggiuntive, anche daparte di imprese che presentano unabuona situazione patrimoniale. Unruolo forte può essere certamentesvolto dai Confidi che, anche grazie auna specifica iniziativa della Regione,si sono aggregati per meglio rispon-dere alle esigenze delle imprese. È at-

Non sarà facile il percorso del nuovo presidente regionale di Confindustria, Giuseppe Speziali.

Il traguardo è la realizzazione di un “sistema Calabria” in grado di conquistare nuovi mercati

e sollevare i livelli occupazionali. Un obiettivo irrealizzabile senza un profondo riassetto

dei rapporti tra imprese, istituzioni e sistema bancario

Andrea Moscariello

RIDIAMO OSSIGENO ALLE IMPRESE

18 • DOSSIER • CALABRIA 2012

IN COPERTINA

traverso specifici fondi di garanziaper le imprese che si può essere ingrado di intervenire sia sul capitalecircolante, quindi la liquidità, che su-gli investimenti, con il benefico ef-fetto moltiplicatore che questi fondihanno. Nell’immediato proporrò l’at-tivazione di un fondo di rotazioneche supporti l’innovazione e la capi-talizzazione delle imprese, nonché ilconsolidamento dei debiti nei con-fronti del sistema bancario. È una so-luzione capace di immettere liqui-dità immediata nel sistemaproduttivo calabrese. Accanto a talimisure è indispensabile la costitu-zione di una task force sul credito,composta da tecnici di banche diConfidi, associazioni di categoria edalla Regione, per la messa a punto dinuovi strumenti che intervengano sulbreve e sul medio termine finalizzatia non interrompere il ciclo dei paga-menti e il flusso di liquidità a soste-gno degli investimenti delle imprese».

Molti suoi colleghi hanno pun-tato con decisione allo sviluppo disistemi imprenditoriali di rete. An-che per lei questa è l’ottica giusta?«Credo che per la nostra regione sia lastrada obbligata da seguire. L’87%del nostro tessuto produttivo è costi-tuito da piccole imprese. È per que-sto che sulle reti e le aggregazioni diimpresa si svilupperà l’iniziativa dellaConfindustria calabrese, anche per-ché sono convinto che è lo strumentopiù utile non soltanto a superare i li-miti dimensionali delle nostreaziende, ma anche a qualificare almeglio, soprattutto sui mercati in-ternazionali, le filiere produttive d’ec-cellenza della nostra regione. In que-sto senso abbiamo, come sistemaindustriale, già prodotto e stiamo con-cretizzando iniziative specifiche nelsettore della nautica e della bioedilizia,e sono in fase di progettazione analo-

ghe iniziative sull’agroalimentare e lameccanica».

I valori dell’export calabrese re-stano piuttosto bassi rispetto allealtre regioni italiane. Cosa si può

fare per incrementarlo?«È necessaria un’azione di sistema amedio termine finalizzata, da un lato,a valorizzare le produzioni regionalipiù mature, come agroalimentare,

��

Il turismo è la risorsa naturale d’eccellenzache necessita, però, di essere gestitacon un approccio più industriale e sistemico

� �

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 19

Giuseppe Speziali

metalmeccanico, legno, dall’altro, apenetrare nuovi mercati. Il pro-gramma “Calabria Internazionale”,licenziato dalla Regione, cui abbiamopositivamente contribuito come Con-findustria, costituisce una pianifica-zione seria e strutturata che, se realiz-zata, potrebbe dare nuovo slancio allenostre imprese sui mercati esteri. Ènecessario rafforzare l’azione nei con-fronti di mercati già maturi comequello europeo, con particolare riferi-mento a Germania, Polonia, Russia eameriche, in primis gli Stati Uniti.Accanto a quest’azione è importantesviluppare proposte esplorative versoaree geografiche nuove come Cina,Brasile, Canada e Australia. Un pro-gramma concreto di medio terminenon può naturalmente trascurarel’area di “vicinato” costituita dal-l’Africa mediterranea, sbocco geogra-fico naturale per le produzioni dellanostra regione che potrebbero esseresupportate dall’importante infra-struttura logistica costituita dal portodi Gioia Tauro».

Una vostra “vicina”, la Puglia, ha

reso il settore turistico il vero volanodi sviluppo per il territorio. Anchela Calabria percorrerà questastrada?«Il turismo, più di ogni altro com-parto, può contribuire allo sviluppodell’intera economia. È la risorsa na-turale d’eccellenza che necessita, però,di essere gestita con un approccio unpo’ più industriale e sistemico. A direil vero, anche su nostra spinta, la Re-gione ha recentemente licenziato ilpiano turistico triennale con signifi-cativi investimenti pubblici nel settore- circa 150 milioni di euro - che an-dranno a incidere su sistemi territo-riali, infrastrutturali e sulle imprese.La novità è quella di mettere incampo azioni incisive volte non sol-tanto alla promozione, come sinoraavvenuto, ma soprattutto al miglio-ramento complessivo del sistema diaccoglienza e di ospitalità. Peraltro inCalabria non si può parlare solo di tu-rismo ma di “turismi”, balneare, mon-tano, termale, enogastronomico, cul-turale, storico. Ed è su questa baseche può concretizzarsi un serio pro-

gramma di sviluppo finalizzato a de-stagionalizzare le attività».

Il Governo Monti ha riposto alcentro del dibattito nazionale iltema delle liberalizzazioni. Qualeimpatto potrebbero avere sul si-stema calabrese?«Positivo, specialmente sul settore deiservizi. Le liberalizzazioni sono, percosì dire, argomenti di una battagliaormai storica che la Confindustriaporta avanti da molto tempo. Le im-prese per competere devono misu-rarsi con la libertà di mercato e lacompetizione sana e aperta non puòche portare benefici, in termini diqualità e costi, agli utenti finali. Èevidente che liberalizzare significa an-che rompere mercati chiusi e corpo-rativi che, non a caso, proprio in que-sti giorni stanno protestando».

Lei si è detto favorevole alla re-gionalizzazione del patto di stabi-lità. Non teme possa rivelarsiun’arma a doppio taglio?«Il patto di stabilità interno è senzadubbio uno dei più importanti stru-menti per la razionalizzazione della � �

spesa pubblica, ma gli effetti dellasua applicazione si traducono in unafonte di rischio per le imprese, co-strette a subire gli effetti dei ritardatipagamenti dei lavori, pur in pre-senza di risorse disponibili nei bi-lanci pubblici. La soluzione per ar-ginarne gli effetti negativi è proprioquella della sua regionalizzazione,ossia la possibilità di ridistribuire ilpeso del patto tra i vari enti localidella regione. In Calabria 81 entilocali sono soggetti al patto di stabi-lità interno, la Regione, le 5 Pro-vince e 75 Comuni. I due terzi deicalabresi vivono in un comune sog-getto al patto. Sul territorio, tra il 5e il 10% degli enti comunali risul-tano inadempienti. Fra un anno, piùdell’80% dei comuni calabresi sa-ranno soggetti al patto, oggi lo è il18%. Per intenderci, se nel 2011fosse avvenuta la “regionalizzazione”si sarebbero potuti sbloccare paga-menti per circa 100 milioni di euro.Se a ciò si aggiunge l’effetto delle ul-time disposizioni del governo in ma-teria di “nettizzazione” dei fondi co-munitari, che consentiranno allaCalabria di spendere 126 milioni dieuro in più per ogni anno fino al2014, si comprende bene quali be-nefici si otterrebbero».

Il gap più difficile da superare re-sta quello della criminalità orga-nizzata. Molto è stato fatto negliultimi anni da parte dello Stato. Infuturo cosa determinerà il suo im-pegno, come presidente di Confin-dustria, nella lotta alle mafie? «Quello del contrasto alla crimina-lità organizzata è un punto priori-tario del mio programma. È unaprecondizione per lo sviluppo oltreche essere una battaglia di civiltà. Ènecessario perciò che accanto allo

sforzo enorme che stanno com-piendo in Calabria le forze dell’or-dine e la magistratura, si rafforzi ecresca sempre di più una coscienzacivile forte e consapevole. Ed è pro-prio il ruolo della società civile, ol-tre naturalmente a quello delloStato, l’elemento più importanteper vincere una battaglia difficile edura come quella contro un’orga-nizzazione criminale fortemente ra-dicata sul territorio come la ‘ndran-gheta. E bisogna partire dagliatteggiamenti etici dei nostri im-prenditori, che devono esplicitarsiattraverso la denuncia e la collabo-razione con le istituzioni locali pre-poste. La Confindustria calabresesarà al fianco e sosterrà tutti coloroche vogliono realmente cambiare le

cose. Per questo con convinzionevoglio affermare e ribadire che nonc’è posto in Confindustria per chechi non denuncia o, peggio ancora,per chi è colluso: e in Calabria que-sto vale senza se e senza ma. Ac-canto a ciò cercherò di attivare unostretto rapporto con le prefetture ele procure, in particolare quelle an-timafia, per avviare un percorso dicollaborazione concreta fatto nonsolo di solidarietà ma di predisposi-zione di strumenti di trasparenza elegalità in economia, come le “whitelist” nel campo dell’edilizia, il riuti-lizzo sociale ed economico dei beniconfiscati, la realizzazione in Con-findustria di un punto di sostegnoper gli imprenditori vittime del rac-ket e dell’usura».

IN COPERTINA

20 • DOSSIER • CALABRIA 2012

� �

��

Cercherò di attivare uno stretto rapportocon le prefetture e le procure, per avviareun percorso di collaborazione concreta

VERSO LO SVILUPPO

22 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Èanzitutto sugli imprendi-tori che il vicepresidentedi Unioncamere Calabria,Lucio Dattola, ripone la

fiducia per la ripresa del sistema pro-duttivo regionale. «La “nave Italia”continua a navigare grazie a un in-sieme di pmi che ha imparato adaffidarsi alla propria capacità di farerotta in acque tempestose». Ma inCalabria risulta più facile a dirsi chea farsi. Il territorio deve, infatti, col-mare diversi gap. L’ultimo dossiereconomia redatto per conto propriodi Unioncamere ha infatti eviden-ziato una previsione di Pil negativa,-0,9%, tra le più pesanti del Sud.

Su quali fattori occorrerà fareleva per invertire questa tendenza?«Primo su tutti, la costruzione delpolo logistico intermodale di GioiaTauro, un intervento strategico perl’intero territorio calabrese. E deveessere fatto in tempi rapidissimi, per-ché altri porti nazionali e interna-zionali sono in forte crescita e, pur-troppo per noi, incombono,pensiamo solo a Vado Ligure, LaSpezia, Tangeri, Valencia e Port Said.In secondo luogo, occorre attivare

provvedimenti a favore del settoredelle costruzioni. Se si faranno ri-partire le grandi opere infrastruttu-rali tutta l’economia calabrese netrarrà beneficio con un moltiplica-tore sull’indotto che interesserà an-che tutti gli altri settori produttivi.Bisogna poi rilanciare il settore agri-colo, puntando su fattori strategicicome produzioni di eccellenza, ri-cerca e innovazione».

Un altro settore dal grande po-tenziale è quello turistico.«Anche in questo caso la realizza-zione di un unico progetto turisticoregionale è la strada da percorrere.Tale progetto dovrebbe interagiredinamicamente con il territorio ele sue risorse, ruotando sulle poten-zialità locali e sulle esigenze realidella domanda nazionale e interna-zionale. È questa la formula atta aincrementare i flussi turistici, at-traverso voli charter sui due aero-porti di Lamezia Terme e ReggioCalabria».

Da quali settori si aspetta i ri-sultati migliori?«Dall’agroalimentare, per esempio,con le sue nicchie d’eccellenza. Pen-

siamo solo al bergamotto, fiore al-l’occhiello dei nostri prodotti, di cuila Calabria detiene il 90% della pro-duzione mondiale e che sta vivendoun’ottima fase di rilancio. Questoagrume può diventare una chiave divolta per l’economia calabrese, resti-tuendo l’immagine di una regioneche investe nelle proprie eccellenze efavorisce lo sviluppo industriale, la ri-cerca e l’occupazione. Altri settoriimportanti sono la bioedilizia e ilbiomedicale, nei quali si stanno cre-ando importanti reti di fornitura sta-bili e strutturate con soggetti cheoperano nei paesi della sponda suded est del Mediterraneo».

Gli investimenti non riparti-ranno senza lo “sblocco” dei cre-diti bancari. Qual è la strada dapercorrere?«Oggi gli istituti bancari sono solidigrazie alla potente iniezione di liqui-dità della Banca centrale europea,

Credito ed export, la ricettaper la crescita Secondo gli ultimi dati forniti dalla rete camerale nazionale,

nonostante la previsione di Pil negativa l’imprenditoria regionale

cresce nelle esportazioni. Ad analizzare il quadro è il

vicepresidente di Unioncamere Calabria, Lucio Dattola

Andrea Moscariello

Lucio Dattola, vicepresidente di Unioncamere Calabria

che ha assegnato 489 miliardi di eurocon un’operazione di durata trien-nale. Ma il problema è un altro: con-vincere le banche a investire sulleimprese e a concedere loro i finan-ziamenti, ripensando quindi glistringenti parametri di Maastricht eBasilea 3, che le obbligano a immo-bilizzare ingenti capitali per garantirei prestiti».

Tra i dati raccolti dal vostro dos-sier sull’economia fa ben sperare il+2,1% dell’export. «È la dimostrazione di come le im-

prese calabresi non demordono econtinuano a investire su se stesse esui mercati esteri. Il made in Italy, ein questo caso il made in Calabria,sono brand impossibili da copiare eassolutamente unici per tipologia.Ma questo non basta, dobbiamocreare e valorizzare una rete siner-gica non solo tra aziende, ma traassociazioni di imprenditori, entipubblici, sistema creditizio e centridi ricerca. E questo è un processoche va governato e accompagnato.Per svolgere questo compito Union-

camere dispone di un osservatorioprivilegiato, grazie alle sue compe-tenze, alla sua visione interdiscipli-nare e soprattutto alla sua rete di re-lazioni in Italia e all’estero».

Un dato che preoccupa in Cala-bria è quello sulla disoccupazione.Quali interventi auspica da partedel governo e quali proposte in-tende fare Unioncamere?«Le uniche strade da percorrere sonola riduzione dell’assurdo carico fi-scale che grava sul datore di lavoro, ladiminuzione dell’Iva e il ritorno alcredito di imposta. Queste azioniconsentirebbero di incrementare au-tomaticamente i volumi di affari e ditornare alle logiche occupazionaliche da sempre hanno contraddi-stinto la classe imprenditoriale ita-liana. Ma vista l’attuale politica fi-scale, è evidente che questi discorsisuonano come bestemmie alle orec-chie dei nostri governanti».

Lucio Dattola

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 23

Dobbiamo indurre le banchea investire sulle impresee a concedere finanziamenti,ripensando quindi gli stringentiparametri di Maastricht e Basilea 3

VAGH LINDABS

24 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Aseguito di un recenteincontro, il governo haaccordato lo sblocco di220 milioni di euro. Un

risultato fondamentale per il pre-sidente Scopelliti, che dovrà af-frontare un 2012 ricco di sfide peril territorio. «Questo sblocco difondi ci è stato accordato per lacredibilità che ci siamo guadagnatiin questi due anni e mezzo di vir-tuosa gestione del debito e mante-nimento dei servizi» spiega. Ma ildifficile deve ancora venire. Sonotante le questioni che l’ammini-strazione regionale conta di risol-vere nei prossimi mesi.

Quali le priorità per il 2012?«Esaminando l’attuale stagione, ledifficoltà non mancano. Sul frontedelle infrastrutture siamo in attesadi partire con gli interventi di 1,3miliardi di euro previsti nel pianoper il Sud e di procedere con l’iterrelativo ai grandi progetti finan-ziati tramite i fondi comunitari, dacui la Calabria avrà risposte fon-damentali per una crescita reale.Daremo grande attenzione anche

alle politiche occupazionali, alleimprese e al turismo. Quest’ul-timo, in particolare, è un settorenevralgico al quale abbiamo desti-nato risorse corpose. La sanità el’ambiente, invece, rappresentanodue tra le maggiori criticità da ag-gredire. Fermo restando però, ilnostro impegno a una seria lottaalla criminalità organizzata, da cuinon si può mai prescindere».

A tal proposito, di recente, al-cuni amministratori calabresihanno subito dure intimidazioni.«Ho sempre ribadito che per losviluppo della Calabria è necessa-

rio combattere frontalmente la‘ndrangheta, scoraggiandone la ti-pica tendenza a provare di avvici-nare la politica per condizionarnel’attività. Pertanto, la prima rac-comandazione che non mi stancomai di rivolgere va alle istituzioni,chiamate a tenere alta l’asticelladell’attenzione. A tal proposito,ringrazio sentitamente la magi-stratura, i cui risultati straordinariottenuti negli ultimi anni, ci di-cono che estirpare la malapiantadella ‘ndrangheta è possibile, prin-cipalmente attraverso la cultura eil lavoro, intervenendo soprattutto

Sanità e trasporti,questi i nodi da sciogliere

VERSO LO SVILUPPO

Ripianare il debito sanitario, difendere il trasporto regionale minacciato dai tagli del governo centrale

e promuovere nuove forme di finanziamento per le imprese. Ecco le scommesse che Giuseppe

Scopelliti vuole vincere nel 2012

Giacomo Govoni

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxGiuseppe Scopelliti

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 25

sulle nuove generazioni. In questadirezione guardano il progetto“Più scuola meno mafia” e lalegge regionale che premia leaziende che denunciano intimi-dazioni dalla criminalità organiz-zata, inserendole in una short listpreferenziale per i lavori con lepubbliche amministrazioni».

Parliamo di sanità. Quali pre-visioni può fare sul riordinodella rete ospedaliera regionale?«Premetto che siamo ancora nellafase del piano di rientro dai debitisanitari, per cui molte scelte do-lorose sono obbligate. Partirei daun dato: i circa 650 milioni dieuro disponibili per la sanità ca-labrese. Si tratta in pratica di 428milioni di euro per colmare i de-biti delle aziende sanitarie e ospe-daliere calabresi, per chiudere unapartita con creditori in attesa daanni. Attraverso un’anticipazioneda parte del Ministero dell’Eco-nomia, la giunta regionale ha re-centemente reperito la liquiditànecessaria per l’estinzione del de-bito sanitario accumulato fino al

2005. Sino a oggi abbiamo già re-cuperato 120 milioni derivati so-prattutto da risparmi nel settorefarmaceutico. Il debito per il2011 prevederà un risparmio dicirca 60 milioni di euro rispetto al2010 e potrà essere coperto inte-ramente dal gettito fiscale. Tuttociò è stato possibile grazie alle im-portanti misure adottate dallastruttura commissariale, all’attua-zione del decreto 18 da parte deitecnici ministeriali sulla rete ospe-daliera pubblica e al recente de-creto 106, che definisce nel det-taglio il riordino del contingentedei posti letto per acuti della sa-nità pubblica e privata».

Quali ostacoli vanno assoluta-mente superati per il riassettodel sistema sanitario?«La Regione ha evidenziato undecremento di circa 1.000 postiletto nel settore pubblico e dicirca 800 nel settore privato ac-creditato per gli acuti. Il criterioapplicato è stato quello dell'ap-propriatezza delle prestazioni e lapopolazione presente per ciascuna

Asp. La Calabria ha compiutopassi da gigante sui temi della sa-nità, che ora dobbiamo consoli-dare. Il riordino del sistema sani-tario, della rete ospedalierapubblica e privata, rimane l’obiet-tivo prioritario del 2012».

Anche sul fronte dei trasportiemergono molte criticità. Qualebilancio può trarre a seguito deitavoli cui ha partecipato a Romaper affrontare la questione? «In più occasioni ho sollecitato ilgoverno a intervenire sul pro-blema dei trasporti al Sud. Ab-biamo festeggiato l’Unità d’Italiama c’è chi, tagliando i collega-menti, non solo ferroviari, attuanei nostri confronti una vera epropria secessione. L’alta velocitàsi ferma a Napoli, lasciando il re-sto del Paese fuori da ogni op-portunità di sviluppo. Durantel’ultimo incontro tenutosi a Pa-lazzo Chigi, insieme agli altri go-vernatori del Sud, lo abbiamo ri-marcato con forza e il ministroPassera ci ha assicurato che a bre-vissimo avremo un riscontro po- � �

Tagliando icollegamenti, nonsolo ferroviari, si attuanei nostri confrontiuna vera e propriasecessione

VAGH LINDABS

26 • DOSSIER • CALABRIA 2012

sitivo. Ne siamo felici, ma intantoproseguiamo nelle riunioni con iparlamentari del territorio. È diprimaria importanza che sia leistituzioni del territorio che il go-verno tengano accesi i riflettori suun problema che allarma le popo-lazioni e rischia di sfociare inazioni di protesta, come quella in-scenata l’altro giorno da alcuniconsiglieri regionali alla stazionedi Reggio Calabria, che ho dovutofermare in prima persona».

Alcune regioni del Sud hannosfruttato il turismo per rilanciarel’economia e gli investimenti.Non crede che anche la Calabriapotrebbe seguirne l’esempio? «Considero il turismo la vera ric-chezza per il rilancio di tutto ilMezzogiorno. Nonostante i 70 mi-lioni di euro in meno nel bilancio

regionale, abbiamo individuatonuove risorse da investire sullo svi-luppo degli aeroporti calabresi, inparticolare tre milioni di euro liimpiegheremo per migliorare ilsegmento dei voli charter e cinqueper definire contratti con le com-pagnie aeree. A breve spero di av-viare un proficuo dialogo con itour operator russi, senza trala-sciare gli altri attori internazionali,che hanno dimostrato un profondointeresse per le bellezze della nostraregione».

A cosa dovrà legarsi in futuro ilrilancio del tessuto produttivo?«Alla capacità di agevolare la crea-zione di nuove imprese e di con-solidare quelle esistenti. A talescopo sono stati costituiti duefondi rotativi che consentirannodi rilasciare prestiti strutturati alle

imprese che vogliono investire inmodernizzazione e crescita pro-duttiva, utilizzando gli strumentifinanziari come il “mezzanine fi-nancing” e “Jeremie”, che per-metteranno il rilascio di prestitiagevolati alle imprese. Un ulte-riore intervento andrà verso l’ac-crescimento della competitivitàdelle imprese, sia a livello nazio-nale che internazionale. Il pro-gramma denominato “CalabriaInternazionale”, varato di recente,mira proprio a elevare lo standardqualitativo e competitivo dell’in-tero sistema produttivo regionalenel mercato estero, grazie anchealla stretta sinergia con il sistemacamerale. Finora i risultati cistanno dando ragione, grazie al-l’aumento considerevole delleesportazioni».

��

Il riordino del sistemasanitario, rimanel’obiettivo prioritariodel 2012

� �

VERSO LO SVILUPPO

Èun’eredità difficile quellaraccolta da DemetrioArena. Eletto lo scorsomaggio, come tanti suoi

colleghi, il sindaco in questi sei mesiè stato costretto ad affrontare pro-blemi di grande rilevanza, tra sca-denze da rispettare e risorse econo-miche ridotte ormai al lumicino:«Stiamo attraversando una fase di pro-fonda sofferenza e il bilancio “lacrimee sangue” recentemente approvato lodimostra. Tutti sono chiamati a faredei sacrifici – spiega il primo cittadino– e proprio chi governa la cosa pub-blica deve dare l’esempio, per questouno dei miei primi provvedimenti hariguardato il taglio del budget desti-nato all’ufficio di gabinetto del sin-daco, passato da 2,5 milioni di euroagli attuali 300mila».

Quali sono state le problematichepiù evidenti con cui si è dovutoconfrontare in questi mesi?

«Siamo stati costretti a sostenere unosforzo non indifferente per riuscire aonorare, entro i termini prestabiliti, idebiti contratti con le varie società chegarantiscono l’erogazione dei serviziessenziali alla vita dei cittadini, cosìcome per pagare gli stipendi dei nostridipendenti. Credo che questo basti percapire quanto grave sia la situazione».

In un contesto di questo tipo,crede che fornire ai comuni mag-giori poteri potrebbe rappresentareuna soluzione adeguata?«Di fatto il federalismo ci ha conferitopiù poteri, anche se certi parametri,come nel caso del prelievo statale sul-l’Imu, non sono ancora stati fissati inmaniera chiara. Le richieste dei co-muni sono state più volte chiara-mente espresse dall’Anci e la revisionedel patto di stabilità è una priorità

ormai inderogabile». Quali azioni concrete in questi

mesi sono state intraprese dalla suaamministrazione?«Abbiamo cercato di salvaguardare inprimo luogo le fasce più deboli, evi-tando di effettuare ulteriori tagli allaspesa sociale. Per reperire le risorsenecessarie abbiamo intrapreso una se-ria politica di lotta all’evasione fiscale,attraverso accertamenti mirati che,nel solo 2011, hanno permesso di re-cuperare oltre cinque milioni di euro.A questo va aggiunto l’avvio del pro-gramma di alienazione dei beni im-mobili di proprietà del Comune; se-condo le previsioni, questa operazionedovrebbe portare nelle nostre cassedenaro prezioso che ci permetterà dicontinuare a erogare servizi indispen-sabili per la popolazione».

VAGH LINDABS

28 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Reggio Calabria, pur tra mille

difficoltà, prova a ripartire. Sono

diversi i punti caldi nell’agenda

del primo cittadino, tra tagli alla

spesa e nuovi investimenti

Guido Puopolo

VERSO LO SVILUPPO

Puntare sulle infrastruttureper combattere l’isolamento

Demetrio Arena, sindaco di Reggio Calabria

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxDemetrio Arena

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 29

Quali sono i settori su cui pun-tare maggiormente per offrire op-portunità di sviluppo alla città?«Turismo, cultura e agricoltura, que-ste sono le nostre risorse principali. Ilnostro compito è valorizzarle nelmodo giusto perché solo in questomodo sarà possibile dar vita a un pro-cesso virtuoso di sviluppo a beneficiodi tutta la comunità».

In questo senso la presenza di in-frastrutture adeguate rappresentaun requisito fondamentale per per-mettere alla città di uscire dalla“marginalità” a cui è stata relegatain questi ultimi anni.«Assolutamente sì. La carenza di infra-strutture è un problema cronico per il

Sud Italia, penalizzato anche da unapolitica di investimenti che da sempreha indirizzato la maggior parte delle ri-sorse verso le regioni del Centro e delNord. Reggio Calabria, in particolare,sta vivendo ormai da diverso tempo inuna condizione di isolamento, nono-stante disponga di tutti i requisiti persviluppare un sistema di trasporti al-l’avanguardia. Diminuiscono i colle-gamenti ferroviari, mentre l’autostradaA3 versa in condizioni sempre più di-sastrose. Per questo credo che il venti-lato declassamento dell’aeroporto Min-niti, con la soppressione della doganaaeroportuale, non possa che essere vi-sto in maniera negativa, in quantocomporterebbe un inevitabile ridi-

mensionamento dello scalo, con unsignificativo danno per il territorio e isuoi cittadini».

Non crede che la presenza di bentre aeroporti sul territorio calabresesia però eccessiva? Non sarebbe me-glio concentrare le risorse su unprogetto unitario che coinvolga lestrutture di Reggio Calabria, La-mezia e Crotone? «Già oggi questi aeroporti svolgono fun-zioni diverse e, per certi versi, tra lorocomplementari. Lamezia è l’aeroportointernazionale, che deve costituire unasorta di hub. Gli aeroporti di Reggio eCrotone presentano altre caratteristi-che e prospettive. In particolare, l’ae-roporto di Reggio è nato per servire ilbacino dello Stretto, con un’utenza dioltre un milione di persone. Per questocredo che bisogna investire sul suo svi-luppo, in modo da farne un punto diriferimento per il territorio anche dalpunto di vista turistico».

��

Il ventilato declassamento dell’aeroportoMinniti, comporterebbe un significativodanno per il territorio e i suoi cittadini

Il 2012 si presenta all’insegna di pro-spettive economiche e occupazionalisempre più incerte in Calabria. Èquanto emerge da un’inchiesta del-

l’Ansa, che ha ascoltato il parere di sindacati,industriali e del sistema camerale. Anche sullarealtà produttiva calabrese dunque gravano leconseguenze della crisi internazionale. Il pre-sidente degli industriali catanzaresi, GiuseppeGatto, sottolinea la necessità di partire, maicome ora, da un investimento pubblico dipiccole e medie entità e non più da grandi in-vestimenti. Questo significa oggi guardare alfuturo. «Dobbiamo essere un po’ miopi, adispetto di quanto abbiamo chiesto ai politicifinora. Occorre spendere tutto ciò che è pos-sibile e in maniera diffusa sul territorio». Elancia uno slogan «non vogliamo un’operada un miliardo di euro ma un miliardo diopere da un euro ciascuna».

Qual è lo scenario at-tuale delle imprese nellaprovincia di Catanzaro? Cisono realtà che presentanosegnali positivi di crescita?«C’è qualche impresa checresce nel settore dell’in-formatica e delle tecnolo-gie, ma rimangono co-

munque casi isolati. Quello che mi preoc-cupa maggiormente per il 2012 è l’occupa-zione, che subirà sicuramente un ulteriorecalo e il rischio di un effetto domino su tuttele aziende».

Secondo i dati della Banca d’Italia, nelprimo semestre del 2011 le esportazioni re-gionali sono tornate a crescere rispetto allostesso periodo del 2010 (2,8%), anche se inmisura sensibilmente inferiore alla media delMezzogiorno e dell’Italia (rispettivamente17,3 e 15,8%). Il quadro dell’export catan-zarese rispecchia la situazione regionale? «Prevalentemente sì, ma non bisogna mai ge-neralizzare. Il nostro export, ad esempio, cre-sce grazie al settore agroalimentare, compartonel quale in provincia esprime delle assoluteeccellenze quali il miele, il vino e l’olio».

Quali le azioni che vengono proposte dal-l’associazione per favorire il processo d’in-ternazionalizzazione delle aziende locali?

Un’azione rivolta alla cultura dell’aggregazione

e dell’internazionalizzazione per gli imprenditori

catanzaresi che, raccomanda Giuseppe Gatto,

presidente di Confindustria Catanzaro, devono guardare

al domani con idee ambiziose ma non utopistiche

Renata Gualtieri

STRATEGIE PER LE PMI

60 • DOSSIER • CALABRIA 2012

È l’anno delle confermee dei progetti realizzabili

«Sono previste iniziative chemirino prima di tutto ad ac-crescere la cultura dell’aggre-gazione, in quanto il nostrotessuto imprenditoriale ècomposto da piccole e medieaziende, e poi altri progettitesi a diffondere quella delleesportazioni, legate a costiche le aziende fanno fatica asopportare. Proprio qui a Ca-tanzaro inoltre è stata creatala prima rete di imprese dellaCalabria, strumento che con-

tribuisce alla crescita delle realtà locali. Ab-biamo poi organizzato corsi per imprendi-tori che hanno avuto un grande successo,perché c’è voglia di imparare e crescere, aprescindere dal momento particolare chestiamo vivendo».

Poco più di un anno fa l’Ambasciatore dellaCorea del sud aveva incontrato gli impren-ditori catanzaresi. Fino ad oggi cosa è ve-nuto fuori dai rapporti di collaborazionetra i due territori?«Purtroppo ancora nulla perché aspettiamo difare, speriamo nell’anno in corso, un viaggioorganizzato in Corea per cercare di capire diche cosa loro hanno più bisogno, anche per-ché iniziare dei rapporti commerciali con unPaese non è cosa semplice. Noi prevediamoche la nostra delegazione possa andare sulterritorio e verificare se, come ci diceva l’am-bascitore, sono effettivamente interessati ainostri prodotti».

C’è un progetto innovativo particolar-mente interessante per il futuro imprendito-riale di Catanzaro?«Un’iniziativa sicuramente da ripetere, mache andrà migliorata, è quella degli autobusgratuti per i turisti, legata anche alla produ-zione alimentare, con gli assaggi dei prodottitipici. Oggi partire con una nuova iniziativaè difficile perché il mondo è in continua evo-luzione e quindi l’imprenditore ha difficoltàa programmare e a investire. Una nuovo pro-getto, a meno che non intervenga un investi-mento straniero, in questo anno non lo im-magino, perché gli imprenditori sono un po’chiusi a difesa e intimoriti dall’incertezza delfuturo».

Cosa si aspetta dal protocollo d’intesa perlo sviluppo dell’area industriale di LameziaTerme, promosso in collaborazione con lapresidenza del Consiglio dei ministri?«È ambizioso ma realizzabile perché è unacosa su cui abbiamo lavorato parecchio. Conquesto progetto abbiamo l’opportunità disperimentazione, nella più grande area indu-striale della Calabria, la cosiddetta “zona a bu-rocrazia zero”, coerentemente con la norma-tiva nazionale vigente. Con la sottoscrizionedi questo protocollo d’intesa auspichiamo unpercorso virtuoso di sviluppo per l’area ex-Sir.Il protocollo verrà recepito nel nuovo pianourbanistico del Comune di Lamezia e ciòvuol dire che l’ente crede allo sviluppo diquell’area. Già alcuni imprenditori russi sonointeressati alla zona per fini turistici, e altripotrebbero seguire il loro esempio».

Xxxxxxx XxxxxxxxxxxGiuseppe Gatto

��

Abbiamo organizzato corsi perimprenditori, che hanno avuto ungrande successo, perché c’è comunquevoglia di imparare e crescere

A sinistra,

Giuseppe Gatto,

presidente di

Confindustria

Catanzaro

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 61

COMMERCIO

68 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Il capitolo liberalizzazioni in Italia è l’og-getto del contendere di questo inizio2012, al centro del braccio di ferro trail Governo Monti e le categorie inte-

ressate dal provvedimento. «Il decreto porteràper l’economia del Paese sicuramente dei be-nefici, sia dal punto di vista qualitativo e difruibilità dei servizi, sia da quello pretta-mente commerciale poiché favorirà la con-correnza, con il principale effetto di abbassarei prezzi a beneficio dei cittadini», commentaAntonio Caridi, assessore regionale alle Atti-vità produttive.

Quali effetti prevede per l’economiadella Calabria?«Anche per la Calabria dovrebbero ottenersigli stessi effetti macroeconomici. Tuttavia,considerando le peculiarità del territorio e so-prattutto un sistema economico ancoramolto fragile, le liberalizzazioni possono rap-

presentare un problema se,in fase di applicazione, nonsono guidate e intercalatenella specifica realtà socio-economica della regione. Inparticolare, l’effetto di taleprovvedimento potrà risul-tare critico se non vi sarannoparallelamente attività e po-litiche di supporto, program-mazione, incentivazione e in-novazione sull’interaeconomia calabrese, dall’in-

dustria al commercio, dai servizi all’artigia-nato, dal terzo settore all’università».

La possibilità per i negozi di rimanereaperti con orario flessibile anche settegiorni su sette ha suscitato molte polemi-che. Ritiene che questa misura aiuterà a in-centivare i consumi e il commercio in ge-nerale?«L’orario flessibile dei negozi sicuramenterappresenta un’ulteriore possibilità in questosenso. Non vi è dubbio, però, che proprio perle caratteristiche economiche e, in partico-lare, per le realtà commerciali presenti inCalabria, gli orari debbono, necessariamente,essere modulati in base alle effettive e speci-fiche esigenze del territorio. Con un’attentaattività di programmazione e di sostegno so-prattutto al piccolo commercio, al commer-cio al dettaglio e, perché no, anche a quelloambulante, tale fenomeno può costituireun’ulteriore occasione di sviluppo, inne-scando una maggiore concorrenza e un realeaumento degli acquisti da parte di tutti i cit-tadini».

Alla liberalizzazione si obietta che faràchiudere i piccoli negozi a vantaggio dellegrandi catene di vendita. Cosa ne pensa?«Una politica attenta, rivolta alla program-mazione sia del territorio che all’incentiva-zione della piccola impresa, del piccolo com-mercio, dell’artigianato e dei relativi servizi,scongiurerà la chiusura dei piccoli negozi enon avvantaggerà le grandi catene di ven-

Liberalizzazioni selvagge e cadute dall’alto potrebbero risultare controproducenti.

Per l’assessore regionale Antonio Caridi occorrono politiche mirate

di programmazione e di incentivazione dell’economia e del commercio calabresi

Francesca Druidi

Antonio Caridi,

assessore alle

Attività produttive

della Regione Calabria

Liberalizzare sì, ma guardando al territorio

Antonio Caridi

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 69

dita. Occorre sostenere, con tutta la stru-mentazione possibile, finanziaria e non, lecondizioni per il mantenimento dei puntivendita nei piccoli centri calabresi, nei centristorici, nei centri rurali e nei centri montani,perché identificano ancora una ricchezza nonsolo economica, ma anche sociale e cultu-rale. Si sottolinea, inoltre, come la stessa ma-teria di orari sia di esclusiva competenza delleRegioni. Pertanto, con il provvedimento inquestione, si creerà un conflitto di attribu-zioni già rilevato nella sede istituzionale dellaConferenza Stato Regioni. Anche dal puntodi vista della competenza normativa, quindi,la situazione non si è ancora chiaramente de-lineata, volendo lo Stato legiferare su materia

delegata».Come si delinea in Calabria l’equilibrio

tra negozi al dettaglio e grande distribu-zione?«Con l’entrata in vigore della direttiva euro-pea Bolkestein anche in Calabria, di fatto, lagrande distribuzione non è più regolata dallalegge regionale 17/1999. Ciò può creare delleproblematiche all’attuale sistema distributivovariamente articolato, portando anche aun’eventuale degenerazione del fenomeno consuccessivi problemi economici, commerciale eoccupazionali. Anche in questo campo, oc-corre attuare una seria politica di riforma ema-nando una programmazione su scala regionale,che effettivamente recepisca le esigenze sia delterritorio che della popolazione, riuscendo atrovare un punto di equilibrio affinché le di-verse realtà commerciali possano interscam-biarsi, ma soprattutto soddisfare i bisogni e lenecessità degli utenti fruitori finali».

Qual è l’andamento del commercio? LaRegione si sta muovendo in qualche modosu questo fronte?«Lo stato di salute del commercio soffre inmodo particolare della situazione di crisi eco-nomica nazionale e non solo, essendo poi laCalabria regione con ritardi infrastrutturali edi servizi. Tuttavia, con la strumentazione fi-nanziaria disponibile sia dell’Europa che delloStato la Regione sta attuando, per il 2012 eper gli anni successivi, politiche di incentiva-zione e di sostegno soprattutto al commercio aldettaglio, come quello nei centri storici cala-bresi e alla piccola e media impresa, anche ar-tigianale e dei servizi. Saranno, inoltre, favoritela costituzione di nuove imprese e l’imprendi-toria giovanile, finanziando tramite appositibandi l’incentivazione dell’intero apparatocommerciale ed economico della regione».

��

Gli orari debbono essere modulatiin base alle effettive e specificheesigenze del territorio

A mmodernamento è la parolachiave per il rinnovo infrastruttu-rale del territorio calabrese. Unprocesso dinamico che vede coin-

volti alcuni dei più importanti soggetti im-prenditoriali del Mezzogiorno. In particolare,è calabrese una delle migliori realtà europeespecializzate nel settore delle opere atte a ri-durre il rischio idrogeologico. La cosentinaIdrogeo, con sede a San Marco Argentano eguidata da Vincenzo Termine, sta vivendoun’importante fase di implementazione pro-duttiva, attivando in parallelo una nuova di-visione trasporti, sollevamenti e montaggi in-dustriali, che consentirà di ampliare il suoraggio d’azione. Soprattutto, negli ultimi anniil gruppo di lavoro guidato da Termine, ha

perfezionato il suo know howfavorendo al proprio internosinergie di tecnici altamentequalificati nel settore geotec-nico e ambientale. «Il rischioidrogeologico si riscontra intutte le opere pubbliche –spiega Termine –. In Cala-bria, però, la situazione è piùcomplessa rispetto ad altre re-altà territoriali». La società,che sta per raggiungere la so-glia dei 25 anni di attività, èattualmente coinvolta in al-cune grandi opere strategiche,

Dalle infrastruttureuna Calabria più modernaDalla Salerno – Reggio Calabria alle zone a rischio sismico, i tecnici della cosentina Idrogeo

sono diventati protagonisti dello sviluppo infrastrutturale regionale. E con un bilancio in

crescita, l’azienda investe in nuovi settori. Le prospettive di Vincenzo Termine

Aldo Mosca

Vincenzo Termine,

amministratore della

Idrogeo di San Marco

Argentano (CS)

www.idrogeosrl.com

[email protected]

incluse quelle legate alla Salerno – Reggio Ca-labria, e ha chiuso l’ultimo bilancio con un in-cremento di fatturato pari al 47%.

La vostra realtà risulta tra le prime venti im-prese del settore in Italia. Come siete riuscitia crescere, nonostante la crisi del comparto?«La lunga esperienza maturata nel corso deglianni su tutto il territorio nazionale, ci haconsentito di continuare a perseguire i nostriobiettivi senza lasciarci condizionare dai mo-menti difficili che, ovviamente, hanno avutocomunque ripercussioni pesanti, soprattuttosui tempi di ritorno degli introiti. Non hannoinciso, però, sul numero di commesse, chenon abbiamo mai smesso di ricercare e af-frontare. Come accade sempre in queste cir-costanze, farsi trovare pronti ha sicuramentecontribuito a rafforzare la nostra presenza sulmercato. Abbiamo continuato ad avere fidu-cia nelle nostre capacità e investito sulla pro-fessionalità e l’impegno di tutti».

Quali risultati avete raccolto nel corsodel 2011?«Assieme all’incremento del fatturato, siamoriusciti a inaugurare la nuova sede e ci siamodotati di nuove e qualificate professionalità,ampliando così il nostro raggio di azione perciò che concerne il mercato dei lavori pub-blici. Un settore, questo, verso il quale siamoseriamente proiettati e nel quale sicuramentecontinueremo a investire».

E per quanto concerne i lavori sulla Sa-

IMPRENDITORI DELL’ANNO

80 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 81

Vincenzo Termine

lerno – Reggio Calabria?«È stato il banco di prova più difficile. Unavera sfida che, al punto in cui siamo, si puòaffermare che siamo riusciti a vincere. Siamostati impegnati nella realizzazione di tutte leopere per le indagini preliminari conosci-tive, in quelle preparatorie e di consolida-mento per la costruzione delle gallerie e, in-fine, nella realizzazione delle stesse nel trattoTarsia Nord – Tarsia Sud. Ancora oggi par-liamo di operazioni piuttosto difficoltose maabbiamo grande fiducia nella nostra capa-cità e nei nostri mezzi».

Il territorio calabrese è certamente uno deipiù complessi, in Italia, su cui intervenire.Dove emergono i rischi maggiori di dissestoidrogeologico?«La Calabria è stata definita in passato “unosfasciume pendolo sul mare”. In quasi tuttala regione vi sono aree a forte rischio sismico.In tutte le province calabresi sono presentiaree che, per la loro costituzione geomorfo-logica, sono soggette a rischio di frane e al-luvioni. Attualmente abbiamo tutti gli stru-menti di indagine e di conoscenza che ciconsentirebbero di intervenire in manieramirata per mitigare o annullare tali rischi. � �

��

Siamo seriamente proiettati econtinueremo sicuramente a investirenel settore delle opere pubbliche

Purtroppo, però, non si stanno attuando legiuste politiche di prevenzione e soprattuttosi continuano a realizzare opere civili in areedichiaratamente a rischio. Nel corso dellanostra esperienza lavorativa abbiamo avutol’opportunità di intervenire in tutte le pro-vince calabresi, spesso in condizioni dram-matiche. E posso dire che molte volte le co-siddette “calamità” naturali, risiedono nellascarsa conoscenza e nell’imprudenza degliuomini».

A livello gestionale su cosa si concentrerànei prossimi mesi?«Continueremo sicuramente a investire permigliorare le nostre capacità professionali,per dotarci di nuove e più sofisticate attrez-zature che ci consentiranno di operare conun più elevato grado di sicurezza, amplie-

82 • DOSSIER • CALABRIA 2012

remo ulteriormente la nostra sede con la rea-lizzazione di altre strutture a servizio di tuttal’azienda. Vogliamo accrescere la nostra ca-pacità progettuale per poter offrire i nostriservizi sempre al meglio. Continueremo aimplementare la crescita e la formazione ditutto il personale con particolare attenzioneal contributo che potrà venire da giovaniprofessionisti nel campo dell’ingegneria, dellageologia, della geotecnica».

La crisi ovviamente si riflette sugli investi-menti riposti sulle opere pubbliche. Dal suopunto di vista su cosa occorre premere perdare un nuovo slancio al settore?«Ritengo indispensabile una pesante sempli-ficazione di tutto l’iter burocratico che pun-tualmente, nel nostro paese, rallenta la rea-lizzazione di opere pubbliche. I tempi cheintercorrono tra la fase progettuale e realiz-zativa sono infiniti, per non parlare poi deitempi necessari per ricevere gli incassi. Tuttoil sistema è paralizzato da troppi passaggi dimano, troppi pareri, e non ultimo dalla pre-

senza di imprese non adeguatamente attrez-zate e specializzate che costituiscono, in molticasi, un vero e proprio “freno” allo svolgi-mento delle attività. Bisogna che la profes-sionalità e le alte specializzazioni abbiano lameglio su ciò che è solo “economico”. Tuttoil sistema degli appalti va seriamente rivisto.Un esempio su tutti: capita ormai quotidia-namente di trovarci a concorrere, per la rea-lizzazione di opere super specializzate, conchi magari realizza solo “impianti elettrici”.Trovo tutto ciò semplicemente paradossale.La presenza di tante opere incompiute testi-monia come il sistema sia lento e macchi-noso».

Parlando del Mezzogiorno, quale ruolo de-vono assumersi le imprese nei piani di rilan-cio del sistema economico? «Per essere protagoniste dello sviluppo eco-nomico di un’area come la nostra, le aziendedevono comprendere che occorre investire intecnologie avanzate e dare fiducia ai giovaniprofessionisti, i quali il più delle volte rap-

� �

Abbiamo tutti gli strumenti di indagine checi consentirebbero di mitigare i rischiidrogeologici e sismici. Purtroppo, però,non si stanno attuando le giuste politichedi “prevenzione” e si continuano a realizzareopere civili in aree dichiaratamente a rischio

Al centro,

i due soci Vincenzo

Termine ed Enrico

Petta dinanzi

alla nuova sede

della società

IMPRENDITORI DELL’ANNO

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 83

presentano la nostra migliore risorsa. Darel’opportunità alle aziende del Mezzogiorno dipoter crescere attraverso incentivi, per chiassume giovani laureati e per chi investe in si-curezza e formazione, sarà fondamentale. Ri-tengo poi indispensabile una maggiore pro-pensione verso logiche di rete, le impresedevono saper fare squadra al pari delleaziende straniere».

Nel vostro ambito quanto occorre inve-stire in innovazione e sviluppo?«Il nostro è un settore molto particolare dovegli investimenti devono essere costanti.Come dicevo, i corsi di formazione e la ri-cerca di quanto di meglio offrono i mercatinel settore della tecnologia applicata all’in-gegneria delle opere specializzate, sono lenostre linee guida. Siamo seriamente impe-gnati nel campo della progettazione, settorenel quale vogliamo raggiungere risultati im-portanti.

In tal senso intendete collaborare anchecon gli atenei?«Abbiamo allo studio un progetto ambiziosoche prevede una stretta collaborazione con al-cune università, in primis calabresi, per in-staurare forme di “convenzioni” che consen-tano agli studenti di avere, ad esempio,approcci pratici con il mondo del lavoro epiù in particolare con la realizzazione diopere importanti nel campo dell’assetto idro-geologico e infrastrutturale. Accrescere leproprie capacità passa sempre, a mio avviso,attraverso il confronto, lo scambio di espe-rienze e soprattutto la fiducia nel futuro enelle giovani generazioni».

Di recente avete creato una divisione Tra-sporti, Sollevamenti e Montaggi Industriali.Quale sviluppo consentirà al vostro gruppodi lavoro?«La divisione nasce soprattutto dall’esigenzadi essere indipendenti e pronti nella mobilitàdi trasferimento delle attrezzature in tutte leregioni italiane. Il trasferimento e l’organiz-zazione dei cantieri impegnavano una parte

troppo importante del nostro bilancio e, sem-pre più spesso, per ragioni esterne alla nostrastessa azienda, ci procurava ritardi e tempiimproduttivi. In secondo luogo nella nostraarea si sta sviluppando una realtà industrialeimportante, alla quale possiamo offrire i no-stri servizi. Non a caso, infatti, nella flotta deitrasporti, annoveriamo anche autogrù ingrado di soddisfare molte esigenze che si pre-sentano in tutte le aree industriali. Confi-diamo di potenziare anche questo settore,convinti come siamo che sui mercati, la ra-pidità nell’essere presenti, spesso equivale avincere».

Nell’immagine sopra, da destra, seduti, il geometra Giovanni Termine,

direttore tecnico, il dottor Filippo Castrovillari, geologo, gli ingegneri Pino

Morelli e Massimo Amato. In piedi, da sinistra, Vincenzo Termine,

amministratore e il socio Enrico Petta.

Vincenzo Termine

84 • DOSSIER • CALABRIA 2012

U na soluzione che fa della condottaaeraulica molto più che un sem-plice canale di trasporto dell’ariaè il sistema antimicrobico, «un’in-

tuizione tecnica che permette di produrre pan-nelli con vantaggi straordinari sia in fase di in-stallazione sia a impianto attivato». Sabina

Marrazzo, titolare dellaC.M.C.A. e socia della Az Im-pianti, descrivendo le innova-zioni introdotte nei cicli diproduzione di canali in lamierazincata, in alluminio e in po-liuretano, annuncia «il nuovopannello Active, composto dauno strato di schiuma rigidain poliuretano a celle chiuse, ri-vestito su entrambi i lati da unfoglio di alluminio e caratte-rizzato da una distintiva capa-cità di inibire lo sviluppo dibatteri, funghi e muffe all’in-terno delle condotte, grazie al-l’utilizzo di un composto anti-microbico studiato ad hoc persoddisfare i più alti parametriigienico sanitari dell’aria trat-tata». Grazie alla trentennaleesperienza maturata e l’ado-zione di sistemi innovativicome il pannello antimicro-bico, l’Az Impianti è infatti di-venuta membro dell’Eaasc,

l’European Association Alp System Contractorche raggruppa le migliori aziende operanti nellafabbricazione e installazione delle condotte Alp.«Per essere sempre più competitivi e al passo coitempi riteniamo fondamentale investire nel rin-novamento del parco macchine – afferma Mar-razzo –. Per questo abbiamo dotato le nostre im-prese specializzate in canali e accessori perimpianti di climatizzazione, di nuove macchinea controllo numerico capaci di ottimizzare etagliare diversi pezzi speciali in pochi minuti, edi nuovi accessori all’avanguardia dal punto divista tecnologico, qualitativo e produttivo». Inbase alle specifiche richieste della committenza,oltre i pannelli in poliuretano «produciamo ca-nali in lamiera zincata per mandata o ripresad’aria a sezione rettangolare secondo la norma-tiva Uni 12237 e in lamiera zincata rinforzatacon nervatura trasversale tipo “Z”, ovvero inzinco Z 100». Ma per la canalizzazione di im-pianti aeraulici, e in particolare per il rivesti-mento di alcune parti, l’alluminio possiede leproprietà adeguate. Per questo, le società diretteda Sabina Marrazzo producono coppelle in al-luminio di vario spessore. «Essendo l’alluminioun metallo duttile che aderisce perfettamente siasulle superfici cilindriche che rettangoli, è un ri-vestimento ideale per la protezione di materialiisolanti». A usufruire della qualità dei moderniimpianti dell’Az, prevalgono numerose aziendesanitarie, istituti di ricerca, istituti scolastici emolti locali pubblici in cui la massima salu-brità dell’aria è condizione imperativa.

Le tecnologie più avanzate per gli impianti di climatizzazione riguardano soprattutto i materiali

di costruzione delle condotte d’aria. Sabina Marrazzo spiega perché il poliuretano è altamente

funzionale. «Inibisce lo sviluppo di batteri, funghi e muffe»

Giulio Conti

Condotte d’aria più sicurecon pannelli antimicrobici

Sabina Marrazzo della C.M.C.A. e Az Impianti,

società con sede a Caraffa (CZ)

[email protected]

TECNOLOGIE

MODELLI D’IMPRESA

La Calabria è un territorio storicamentedifficile, segnato da problemi ataviciche ne condizionano la crescita e lo svi-luppo. L’ultima conferma arriva da un

recente rapporto dell’Ufficio Studi di Confarti-gianato, dal quale emerge che, anche a causadelle conseguenze prodotte dalla crisi economicain atto, la disoccupazione giovanile ha raggiunto,nel 2011, la cifra record del 23,4%. Una situa-zione drammatica, che sta però facendo emergerequelle realtà locali che invece hanno deciso di in-vestire sul territorio, con l’obiettivo di favorire ilprogresso di una regione da troppo tempo co-stretta ai margini. Giovani imprenditori, comenel caso dell’amministratore unico della Ten-denze Distribuzione Clemente Casacchia che,non ancora quarantenne, ha già alle spalle unapluriennale e consolidata esperienza nel settoredella distribuzione di calzature e accessori multi-brand per uomo, donna e bambino: «La Cala-bria, purtroppo, è spesso associata a fenomeni ne-

gativi. Col nostrolavoro vogliamo in-vece valorizzare le ec-cellenze presenti, di-mostrando che anchequi è possibile operarein maniera costruttivae nel rispetto delle re-gole, contribuendo acreare ricchezza e oc-cupazione». Che cos’è oggi, Ten-

denze Distribuzione?«Una realtà giovane edinamica, che in que-sti anni oltre all’atti-vità di distribuzione

ha rafforzato la propria struttura attraverso l’aper-tura di dodici negozi diretti, che hanno permessoall’azienda di raggiungere, nel 2011, i sei milionidi euro di fatturato, con un trend in continua cre-scita che pensiamo possa proseguire anche nelprossimo futuro».

Quali sono, a suo avviso, gli ingredienti allabase di questo successo?«La chiave dei risultati fin qui ottenuti credovada ricercata nell’impegno costante che io e imiei collaboratori cerchiamo di mettere in campoogni giorno, per dar forza a una realtà impren-ditoriale che fa della diversificazione dell’offerta,della qualità dei prodotti e del giusto rapporto traqualità e prezzo i suoi cavalli di battaglia. Un de-posito assortito, un vasto showroom, la disponi-bilità di articoli sempre aggiornati e la celeritànelle consegne hanno certamente contribuito adifferenziare l’azienda dai suoi concorrenti, per-mettendole di uscire in breve tempo dai confiniregionali, per affermarsi in tutto il Sud Italia».

Quali sono i criteri che utilizzate nella sceltadei prodotti da distribuire?«La nostra offerta si rivolge fondamentalmente almercato di massa, anche perché in un momentodi stagnazione economica come quello attuale ri-sulterebbe molto difficile puntare su prodotti

Sta crescendo in Calabria una

generazione di giovani imprenditori,

disposti a investire sulla crescita

del territorio. Ne è un esempio

Clemente Casacchia, che con la sua

azienda distribuisce e commercializza

calzature in tutto il Sud Italia

Diego Bandini

Clemente Casacchia,

amministratore unico

della Tendenze Distribuzione

Srl di Corigliano Calabro (CS)

www.tendenzedistribuzione.it

Prende vigore l’imprenditoria calabrese

86 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Clemente Casacchia

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 87

dall’alto costo, destinati a un segmento di po-polazione piuttosto limitato. Abbiamo quindideciso di puntare sulla distribuzione di oggettialla portata di tutti, senza per questo rinunciarealla qualità».

In un’ottica di ulteriore ampliamento del-l’attività, diventa indispensabile potenziare lapiattaforma logistica a vostra disposizione.Come state pensando di agire a questo pro-posito?«Abbiamo in cantiere l’acquisizione di un nuovoe più ampio capannone, che ci permetterà così diallocare in maniera ottimale i prodotti acquistatie in attesa di essere distribuiti».

L’anno appena trascorso si è chiuso con unrisultato di tutto rispetto per Tendenze Di-stribuzione. Quali sono le prospettive e lestrategie che intendete porre in atto nel pros-simo futuro?«Siamo molto attenti a tutto quello che suc-cede intorno a noi, non soltanto a livello na-zionale ma anche da un punto di vista inter-nazionale. Partecipiamo costantemente a fiereed eventi di grande rilevanza, cercando sem-pre di cogliere le innovazioni e le nuove ten-denze del mercato, in modo da anticipare eintercettare le esigenze di tutti i nostri partnercommerciali. Nei prossimi mesi intendiamoinoltre procedere con l’inaugurazione di duenuovi negozi, sulla base di un piano triennaledi espansione che dovrebbe portare, entro il2015, all’apertura di altri quattro punti ven-dita. Siamo molto orgogliosi dei risultati con-seguiti fino a oggi, anche e soprattutto perché,come accennato in precedenza, nel nostropiccolo, in questi anni abbiamo contribuito acreare nuove opportunità di lavoro sul terri-torio calabrese, investendo ingenti risorse edenergie in questa avventura, che finora ci hariservato grandi soddisfazioni».

��

Vogliamo valorizzare le eccellenzepresenti, dimostrando che anche quiè possibile operare in manieracostruttiva e nel rispetto delle regole

PRODOTTI ALIMENTARI

Dop Bruzio-Sibaritide, prodotto da olive ti-piche dell’area della Sibaritide, in particolarela Grossa di Cassano e Tondino. Gli impiantiinnovativi ci permettono una capacità pro-duttiva di mille tonnellate circa di olio extravergine di oliva. Circa il 95% del nostro olio– aggiunge Mario Brogna, direttore commer-ciale e fratello di Antonio – è venduto imbot-tigliato sui mercati italiani e internazionali. Diquesto, circa il 60% viene imbottigliato per imarchi del biologico più conosciuti al mondo.Un altro 5% di prodotto viene venduto sfusoper la produzione di prodotti da forno e ali-menti da agricoltura biologica». Non è uncaso infatti che nonostante la sfavorevole con-giuntura economica, riacuitasi nel 2011, cheha tagliato orizzontalmente i fatturati delleimprese di pressoché tutti i settori produttivi,il mondo del biologico e dei prodotti di qua-lità ha tenuto e non solo, ha anche potenziatola sua capacità di penetrazione nei mercatiesteri. «L’anno scorso – spiega Antonio –siamo riusciti a mantenere inalterato il fattu-rato, grazie alla fiducia guadagnata nel corsodegli anni in tutto il mondo. Il 90% del no-stro fatturato è rappresentato dalle esporta-zioni nel mercato europeo (25% Italiana, 65%paesi Ue). Il restante 10%, invece, raggiungei mercati dell’Europa Orientale, del NordAmerica e anche del Giappone». Dopo un2011 di risultati importanti, sia a livello com-merciale che di riconoscimenti qualitativi,

L’ Oleificio Gabro rappresentaun’importante azienda del settoreagroalimentare calabrese che dasempre produce solo ed esclusiva-

mente olio extra vergine di oliva. L’attività èiniziata nel 1909 da Oronzo Brogna ed è tut-tora gestita dalla famiglia Brogna che cura il la-voro con la stessa passione e attenzione di untempo, ma con metodologie innovative. Ilmarchio Gabro si è affermato nel mondo delbiologico dal 1992, e da allora si è contraddi-stinto nel mercato per l’affidabilità e gli altistandard qualitativi. La linea di prodotti com-prende differenti tipi di olio extravergine dioliva, tutti certificati come 100% prodottoitaliano. «Tra le eccellenze – spiega AntonioBrogna, direttore amministrativo – spicca il

Antonio e Mario

Brogna, direttore

amministrativo e

direttore commerciale

dell’oleificio Gabro Srl,

Cassano allo Ionio (CS)

www.gabro.it

Naturalmentel’essenza di un grande olioDa una storia centenaria nasce l’orgoglio di un’azienda che ha continuato a credere nel naturalee nel made in Italy, investendo in una produzione ecosostenibile con una forte connotazioneregionale. Antonio e Mario Brogna raccontano la fusione equilibrata fra tradizione e innovazioneLuca Cavera

90 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Mario Brogna traccia le prospettive di svi-luppo per il 2012: «Prevediamo un consolida-mento del mercato tedesco e un relativo inve-stimento sui prodotti a marchio Gabro.Inoltre, attendiamo un feedback positivo a li-vello internazionale, grazie a recenti accredi-tamenti come la certificazione Kosher, richie-sta dai consumatori di religione ebraica.Cercheremo anche di penetrazione nei mercatidell’America Meridionale e del Canada – at-tualmente stiamo completando l’iter per lacertificazione biologica anche per queste aree.Un’altra novità sarà lo sviluppo di un sito In-ternet dinamico e interattivo, attraverso ilquale sarà possibile verificare la tracciabilità diogni lotto di produzione». Infatti, il sistema ditracciabilità della Gabro permette di control-lare l’intera filiera dell’olio. «Grazie a un co-stante e accurato aggiornamento – illustra An-tonio –, è possibile seguire il percorso dell’oliolungo tutte le fasi della produzione, dal lottodi terreno in cui vengono raccolte le olive,alla trasformazione, all’imbottigliamento, alladistribuzione, fino ad arrivare agli scaffali deinegozi. La tracciabilità è una garanzia offertaal consumatore, poiché permette di conoscere

l’identità di tutte le aziende che hanno con-tribuito alla formazione di un dato prodottoalimentare. Siamo fieri della nostra terra fertilee dei suoi prodotti di qualità, soprattuttosiamo lieti dei risultati ottenuti dal progetto diricerca Olisafe nato dalla collaborazione con ildipartimento di Chimica dell’Università dellaCalabria e il Cra (Consiglio per la Ricerca e lasperimentazione in Agricoltura) – spiega Ma-rio –. Nel 2011 la più prestigiosa rivista in-ternazionale di chimica analitica, l’AnalyticalChemistry edita della Società Chimica Ame-ricana, ha pubblicato i risultati che dimo-strano la presenza di due principi ad attivitàantinfiammatoria, denominati Tyr-Olp edHtyr-Olpd, nell’olio prodotto da olive ancoraverdi campionate presso l’Oleificio Gabro».Particolare attenzione è stata data dai fratelliBrogna anche alla responsabilità ambientale,come spiega in conclusione Mario: «Abbiamopuntato sull’agricoltura biologica e istallato ungruppo di pannelli fotovoltaici sul tetto degliedifici. Grazie al clima mite e soleggiato dellaCalabria possiamo contare sul rendimentomassimo auspicabile e su una riduzione delleemissioni di anidrite carbonica».

��

Esportiamo il nostro olio in tutto il mondo.Il 90% è assorbito dal mercato europeo.Il resto raggiunge gli Usa e il Giappone

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 91

Antonio e Mario Brogna

TUTELA DEL TERRITORIO

98 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Il quadro complessivo divulnerabilità del terri-torio calabrese è unadelle principali cause

del dissesto idrogeologicoche ogni anno provoca danniingenti e conseguenti ordi-nanze della Protezione civile.La mancanza di prevenzionee di pianificazione in temadi difesa del suolo rappre-senta l’unica vera azione chepotrebbe garantire un’inver-sione di tendenza e contri-buirebbe, inoltre, ad abbas-sare gli elevati costi che la

collettività sostiene ogniqualvolta si verifica unevento calamitoso. FrancoTorchia, sottosegretario allapresidenza della Regione Ca-labria con delega alla Prote-zione civile, illustra una seriedi azioni concrete, progettatecon il supporto del Diparti-mento nazionale, finalizzateallo sviluppo dell’attività diprevisione e prevenzione deirischi attraverso l’istituzionedi un apposito ufficio, la di-stribuzione della Pec a cia-scun Comune facente parte

Franco Torchia analizza le specificità territoriali della Calabria, un’area che presenta

un elevato grado rischio idrogeologico e sismico: «La prevenzione è la parola d’ordine

che si applica sulle modalità di mitigazione di ogni tipo di pericolo»

Elisa Fiocchi

Politiche di prevenzione per i terreni fragili

del Sistema Protezione Civile,il potenziamento della rete diallerta meteo-idrologico dellaCalabria, la definizione dispecifiche procedure per la re-dazione dei piani comunali diemergenza. In tutela del terri-torio, sono stati approvati an-che serie d’attività di pianifi-cazione del rischio sismico.

Le frequenti scosse di ter-remoto registrate a livelloregionale disorientano lapopolazione. Quali misuresi rendono necessarie intema di prevenzione si-smica?«La Calabria è la prima tra leregioni italiane per rischioterremoti. Cosciente di que-sta situazione, il Diparti-mento nazionale, di concertocon la Protezione civile re-gionale ha avviato, nel marzo2011, un’intensa attività dipianificazione sul rischio si-smico che si è conclusa conuna grande esercitazione afine novembre 2011, prece-duta da una prova generaledi evacuazione delle scuoleche ha coinvolto oltre il 70%degli istituti scolastici dellaregione. Questa iniziativa ha

Franco Torchia

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 99

La Protezione Civileregionale staavviando una serie di iniziative “nonstrutturali” diprevenzione, comela redazione di pianidi emergenzacomunali

interessato tutti i comuni ca-labresi. Tuttavia, lo sciame si-smico ancora in corso nel-l’area del Pollino ha fornitoalla Protezione civile regio-nale l’opportunità di avviareuna serie di iniziative “nonstrutturali” di prevenzione,tra cui la redazione di piani diemergenza comunali e l’in-formazione da dare alla po-polazione sul corretto com-portamento da adottare incaso di eventi significativi. Èemerso che gran parte dei co-muni della Calabria hannopiani comunali di emergenzanon aggiornati, mai resi notialle popolazioni. È stata per-tanto richiamata l’attenzionesulla necessità di provvedereal necessario aggiornamento edi predisporre, inoltre, unacampagna di sopralluoghi everifiche speditive presso gliedifici strategici pubblici e,in particolare, presso lescuole».

Quale impegno di risorsefinanziarie, umane e stru-mentali è atteso da partedella Regione?«Siamo in attesa dell’emana-zione da parte del presidente

del Consiglio dei ministri diuna specifica ordinanza cheattribuirà risorse finanziariealla regione per approfondi-menti di studi sulla microzo-nazione sismica, per inter-venti strutturali di messa insicurezza di edifici strategicisia pubblici sia privati, inseritinelle pianificazioni di emer-genza comunali. L’utilizzo ditali risorse andrà nella dire-zione di assicurare, per esem-pio, la fruibilità di quegli edi-fici da cui dovranno esseregestite le emergenze sismiche(centri di coordinamento deisoccorsi e centri operativi co-munali), consentendo al si-stema della Protezione civiledi porre in essere tutte le pre-visioni contenute nelle piani-ficazioni comunali per il soc-corso delle popolazioni e ilsuperamento della fase diemergenza».

Quali effetti positivi si re-gistreranno sul territoriocon il protocollo d'intesafirmato tra la Calabria e ilCorpo italiano di soccorsodell’Ordine di Malta?«Il protocollo sottoscritto conil Cisom rappresenta un al-

tro importante tassello che siaggiunge alla rete del sistemadi Protezione civile della Ca-labria. La grande esperienzadel Cisom, che opera da oltretrent’anni nel campo, può of-frire un significativo supportoper gli interventi in caso ca-lamità naturali e nelle attivitàdi emergenza sulle qualimolto spesso purtroppo inCalabria le associazioni di vo-lontariato sono chiamate aoperare. Esso prevede lo svi-luppo dei rapporti e l’inte-grazione nell’ambito dellaProtezione civile, la forma-zione teorico-pratica del per-sonale volontario e la dispo-nibilità, da parte del bracciooperativo dell’Ordine diMalta, a fornire supporto convolontari e attrezzature perattività di emergenze sanitarie

Franco Torchia,

sottosegretario

alla presidenza

della Regione,

con delega alla

Protezione civile

e di soccorso sia di preven-zione che in situazioni diemergenza per interventi diripristino delle normali con-dizioni di vita a seguito dicalamità».

La Calabria, per sue spe-cificità territoriali, è un’areache presenta un elevatogrado rischio idrogeolo-gico: quali azioni concretesono finalizzate a svilup-pare l’attività di previsionee prevenzione dei rischi? «Sul rischio idrogeologico ab-biamo attivato una serie diiniziative che mettono la Pro-tezione civile regionale incondizione di operare sul ter-ritorio. Si tratta di alcune im-portanti convenzioni sotto-scritte con l’Ordine regionale

dei geologi, con il gruppospeleologico del Soccorso al-pino e con l’Unical per lostage formativo di tre allieviall’interno del master sulladifesa dalle catastrofi idro-geologiche. Dal punto di vi-sta operativo abbiamo unaserie di iniziative, tra questec’è un sistema di monitorag-gio visivo sulla frana di Scilladel luglio scorso; un sistemadi monitoraggio permanenteper la frana di Cirò, che risaleallo scorso febbraio; il con-tratto di manutenzione perla rete di monitoraggio me-teo-idropluviometrico dellaCalabria per l’allerta del ri-schio idrogeologico; la realiz-zazione di un radar meteoro-logico sul Monte Pecoraro;

un sistema di monitoraggio econtrollo delle piene sul tor-rente Budello a Gioia Tauro».

E quali altre peculiaritàdel territorio richiedonouno sforzo congiunto daparte della Protezione civilee degli organi regionali?«La sinergia con altri organiregionali e statali è fonda-mentale per ottenere risultatiefficaci. Sul rischio idrogeo-logico non possiamo prescin-dere dal rapporto con il Di-partimento lavori pubblici,soprattutto partecipando al-l’attività di coordinamentodei presidi idraulici sul terri-torio regionale e con l’Auto-rità di bacino, chiamata aprogrammare gli interventidi messa in sicurezza dei ter-ritori franosi. Sul rischio in-cendi operiamo di concertocon il Dipartimento agricol-tura, con l’Azienda forestaledella Regione Calabria, con iVigili del fuoco e con ilCorpo forestale dello Stato.Sul rischio sismico, tra le al-tre cose, abbiamo attivatouna convenzione con l’ufficioscolastico regionale per favo-rire la formazione e l’infor-mazione sulle norme compor-tamentali di autoprotezionenelle scuole e avviare una pro-ficua collaborazione nell’am-bito di una maggiore co-scienza civica di protezionecivile».

TUTELA DEL TERRITORIO

100 • DOSSIER • CALABRIA 2012

��

Abbiamo attivato una serie di iniziative di intervento, tra cui la realizzazione di un radar meteorologico sul Monte Pecoraro

Arcangelo Francesco Violo

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 101

L’Ordine dei geologidella Calabria si staattivando per ali-mentare il dialogo

con la Regione e fronteggiareal meglio le emergenze checontinuano a interessare ilterritorio. Il presidente Ar-cangelo Francesco Violo in-vita le autorità a istituire unapposito ufficio geologico re-gionale che abbia la facoltàdi coordinare le attività diprevenzione, controllo e mo-nitoraggio sul territorio. Einoltre, «che usufruisca diun’unica banca dati e curi irapporti con gli enti locali,spesso troppo frammentati»,chiarisce Violo. Tra le prio-rità, anche l’istituzione dipresidi idrogeologici perma-

nenti e l’attuazione di una se-ria pianificazione territorialeper scongiurare nuove cata-strofi ambientali.

Gli ultimi eventi testimo-niamo ancora una volta lafragilità idrogeologica delterritorio. Come giudical’attuale situazione?«La Calabria è reduce da treinverni drammatici. Dal 2008al 2010, abbiamo perso viteumane e contato danni supe-riori al miliardo e mezzo dieuro, oltre ai danni del re-cente passato: nel 1996 le al-luvioni di Crotone, nel 2000Soverato con 13 morti, nel2006 è toccato a Vibo Valen-tia. Alla fragilità intrinseca delterritorio si è aggiunto l’in-tervento antropico, la disor-dinata urbanizzazione e l’abu-sivismo edilizio degli anniOttanta e Novanta. Negli ul-timi quindici anni abbiamoregistrato 15 ordinanze dellaProtezione civile. Il problemaè che tutte le risorse messe incampo sono servite per fron-teggiare una situazione diemergenza, escludendo unalogica preventiva».

A che punto sono le ope-razioni di difesa del suolo?«Questi interventi copronosolo il 20% dei danni pro-

dotti nel complesso. Ci sonostate ordinanze, come il pro-gramma quadro del novem-bre 2010, che prevedeva 220milioni di interventi, di cui110 da fondi governativi el’altra metà da fondi Fas, ma apiù di un anno di distanza,non vediamo ancora l’iniziodei lavori e contiamo decine edecine di strade provincialiinterrotte».

Quali sono gli interventipiù urgenti da compiere?«Bisogna intervenire sul mo-vimento franoso di Maieratoe di Catanzaro, sulla zona diGimigliano, sulle strade pro-vinciali di Cosenza e Catan-zaro, sulle fiumare di ReggioCalabria, sul fiume Budello aGoia Tauro e anche sulle fer-rovie regionali duramente col-pite».

In questo contesto, qual èil vostro ruolo?«Abbiamo sempre richiestoalle autorità competenti, l’in-cremento della nostra pre-senza nelle strutture di con-trollo dei progetti. Servedunque un piano straordina-rio di difesa del suolo, i cui fi-nanziamenti interessino chiconosce bene il territorio e siain grado di trovare soluzioneadeguate».

La difesa del suoloLa sicurezza non può prescindere dalla qualità della progettazione. Secondo

Arcangelo Francesco Violo «serve più coinvolgimento dei geologi nel controllo

dei progetti di pianificazione territoriale»Elisa Fiocchi

TUTELA DEL TERRITORIO

102 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Più attenzione agli alvei dei fiumi

Il rischio idrogeologiconella provincia di Ca-tanzaro è un problemaconcreto che ha visto

purtroppo recentemente unnubifragio abbattersi sullezone più periferiche dellacittà. «Si tratta dell’ottavo nu-bifragio dal 2008 – spiegaWanda Ferro, presidente dellaProvincia di Catanzaro – ed èstata l’ennesima piaga sul ter-ritorio che ha toccato la zonasud di Catanzaro, ma ha inte-ressato anche tutti e quattro icomprensori della provincia.Sono stati colpiti nuovamentequei territori dove si stava cer-cando di rimarginare vecchieferite, anche perché le risorsein questi anni sono statemolto meno di quelle pro-messe, e mai a favore dellaprevenzione».

Quali interventi risultanonecessari e cosa è stato fattoper prevenire disastri e dannia persone e cose? «Per quanto concerne le com-petenze dell’amministrazioneprovinciale, ovviamente èstato fatto ciò che potevamo

fare attraverso i fondi di bi-lancio, non soltanto in casodi somma urgenza, e quindinell’imminenza del pericolo,ma anche per la risistemazionee riapertura di strade provin-ciali. Abbiamo cercato di rea-lizzare opere spendendo i soldi

Una politica di maggiore rigore sulle concessioni dei terreni edificabili e potrebbe ridurre

sensibilmente i disastri ambientali che negli ultimi anni si sono ripetuti con forza.

Ma Wanda Ferro lamenta anche la scarsità di fondi per la prevenzione

Nicolò Mulas Marcello

Wanda Ferro,

presidente della

Provincia di Catanzaro

Wanda Ferro

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 103

nel miglior modo possibile.Stiamo procedendo su quellaparte di competenza trasferitanel 2006 solo sulla carta, ri-guardante l’esondazione deifiumi e dei torrenti che oggi èun compito delle cinque am-ministrazioni provinciali, madevo dire che questo accordonon fu mai rispettato. La Re-gione ha mostrato una certasensibilità non solo attraversoi fondi comunitari ma anchesulle questioni poste in bilan-cio. I fiumi sono quelli che cipreoccupano particolarmenteperché troppo spesso si co-struisce molto vicino agli alveie per poter fare prevenzione inun territorio molto al rischiocome quello calabrese, ci vor-rebbero parecchie finanziariea disposizione degli enti lo-cali per effettuare interventirisolutivi».

Cosa auspica?«Auspichiamo che le nuovenorme vengano rispettate eche le pubbliche ammini-strazioni siano vigili sul-l’operato e non solo sul darele concessioni. Penso ancheai tanti ponti che ancorastiamo cercando di metterein piedi con ritardi non do-vuti solo alle alluvioni ma

anche all’estrazione degliinerti che non viene control-lata. È un percorso che deveessere fatto dalle istituzioni eanche dalla polizia e dallaProtezione civile. Durantel’ultima alluvione è arrivato aCatanzaro anche il prefettoGabrielli, capo della Prote-zione civile, che non ci haannunciato situazioni mi-gliori rispetto al passato perquanto riguarda le risorseeconomiche. Quindi spettaagli amministratori istituiredelle priorità per quanto ri-guarda la sicurezza dei citta-dini e la conservazione del-l’ambiente».

L’emergenza rifiuti a Ca-tanzaro è rientrata graziealle nuove ordinanze per ilconferimento dei rifiuti deipaesi del basso Ionio sove-ratese. In che direzione cisi muoverà per il futuro?«Questo grido d’allarme eragià stato lanciato in passatopoiché, in qualche modo,tutte le province della regionesi servivano delle due discari-che presenti, ovvero quella diAlli, in provincia di Catan-zaro, e quella di LameziaTerme. Con la discarica diPianopoli fino al 31 dicem-

bre 2011 la situazione non ècambiata perché, anche suvolontà dei commissari chesi sono succeduti per le varieemergenze, si è continuato arecepire non soltanto i rifiutidel Cosentino, del Reggino edel Vibonese, ma anchequelli della Campania. Lascelta scellerata del passato fuquella di autorizzare il rad-doppio su Gioia Tauro invecedi creare un impianto nellaparte settentrionale della Ca-labria. Per questo i Comuniche si sono affidati ad aziendeche hanno dimostrato di nonavere né la capacità econo-mica né le possibilità di ge-stire tale situazione si sonotrovati in un cul de sac. Speroche si potenzi di più la cul-tura della raccolta differen-ziata che è stata gestita moltomale negli anni e di cui gli ar-tefici, insieme alla Regione,sono i Comuni. Noi, comeamministrazione provinciale,abbiamo approvato un pianoche rappresenta il fiore al-l’occhiello del territorio. Au-spico, però, che si facciastrada la consapevolezza chel’interlocutore tra pubblico eprivato debba trarne anchevantaggi economici».

��

I fiumi sono quelli che ci preoccupano particolarmenteperché troppo spesso si costruiscemolto vicino agli alvei

TUTELA DEL TERRITORIO

104 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Il rischio idrogeologicointeressa in varia misuratutta l’Italia, ma negliultimi anni la Calabria

ha visto abbattersi sul proprioterritorio diversi nubifragi chehanno evidenziato una situa-zione di criticità. Gli inter-venti della Protezione civileavvengono prevalentementein occasione delle emergenze,ma occorrono serie politichedi prevenzione, finora nonpianificate per mancanza difondi. «La spaventosa franadi Maierato del 2010 – sotto-linea Francesco De Nisi, pre-

sidente della Provincia diVibo Valentia – dimostra cheoccorre una pianificazione or-ganica e generale, capace diaffrontare nel complesso ildissesto idrogeologico delterritorio».

Qual è la situazione perquanto riguarda il rischioidrogeologico nella provin-cia? «Tutta la Calabria è a rischioidrogeologico, e il Vibonesenon fa certo eccezione. Anzi,da queste parti le criticità sonospesso maggiori che altrove, acausa dell’alta concentrazionelungo la costa di strutture ri-cettive e turistiche sorte spessosenza alcuna regolamentazioneedilizia dagli anni 80 in poi.L’alluvione del luglio 2006,una vera “bomba d’acqua”,come quella che recentementeha devastato le Cinque Terre,ebbe conseguenze tragiche,causando vittime e distru-zione. Un evento che ha resodrammaticamente evidentequesta problematica e la ne-cessità ineludibile di metterein sicurezza il territorio. Maper farlo occorrono soldi,molti soldi. Centinaia di mi-

«Abbiamo pulito e allargato gli alvei, sollevato gli attraversamenti stradali, rimosso gli ostacoli che

impedivano il deflusso dell’acqua, messo in sicurezza i punti critici con nuovi argini. Ma non basta».

Francesco De Nisi spiega quali interventi sono necessari sul territorio vibonese

Nicolò Mulas Marcello

Maggiori risorse per evitare i rischi

lioni di euro che, ovviamente,non si sono visti».

Quali interventi sono ne-cessari e quali sono statimessi in atto per preveniredisastri e danni a persone ecose? «La Provincia ha fatto il possi-bile per consentire almenol’uscita dall’emergenza del postalluvione, impiegando tutte lerisorse a disposizione, le pocheerogate da Stato e Regione al-l’indomani dell’evento calami-toso, per opere infrastrutturalie manutenzione dei corsi d’ac-qua più pericolosi. Abbiamopulito e allargato gli alvei, sol-levato gli attraversamenti stra-dali, rimosso gli ostacoli cheimpedivano il deflusso dell’ac-qua, messo in sicurezza i punticritici con nuovi argini, avviatoun monitoraggio costante deitorrenti. Ma non basta. Lafrana di Maierato del 2010,che solo miracolosamente noncausò vittime, dimostra cheoccorre una pianificazione or-ganica e generale, capace diaffrontare nel complesso ildissesto idrogeologico del ter-ritorio. Un risultato che sipuò ottenere soltanto quando

Francesco De Nisi,

presidente della

Provincia di Vibo

Valentia

questo problema sarà piena-mente percepito dal legisla-tore nazionale e regionale».

In che misura collaboratecon la Protezione civilenella gestione dei rischiidrogeologici?«La Protezione civile rappre-senta una risorsa di professio-nalità ed energie umane che èun vanto per l’Italia. Il rap-porto con l’ente è ottimo, an-che perché agiamo insieme insituazioni prevalentementeoperative, scevre dunquedalla politica o dalle pastoieburocratiche. Sul frontedella prevenzione e della ge-stione ordinaria dei rischiidrogeologici, la Protezionecivile potrebbe dare un con-tributo più incisivo se le ri-sorse fossero maggiori, mapurtroppo il suo ruolo è re-legato soprattutto al supera-mento di fasi emergenziali».

Parliamo di emergenzarifiuti. Qual è la situazionee in che direzione si stamuovendo la Provincia?

«Anche il Vibonese, comemolte aree del Sud, sta vi-vendo una situazione di pas-saggio obbligato verso unagestione autonoma del ciclodei rifiuti. Il semplice confe-rimento in discarica dell’in-differenziata appartiene or-mai a una visione desueta enon più proponibile dellaquestione. La Provincia diVibo Valentia ha le compe-tenze e la salda volontà am-ministrativa di contribuireefficacemente all’evoluzionedel sistema rifiuti, basato sulrecupero dei materiali e sulminore impatto ambientale,ma deve fare i conti conl’ostruzionismo della Re-gione, che nei fatti non ci

Francesco De Nisi

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 105

consente di fare la nostraparte. Emblematica, in que-sto senso, è la vicenda rela-tiva al modernissimo im-pianto di smistamento etrattamento dei rifiuti solidiurbani di San Calogero, pro-gettato interamente dallaProvincia, per un investi-mento complessivo di 26 mi-lioni di euro. Già nel 2010eravamo pronti ad avviare ilavori per la sua realizzazione,ma all’ultimo minuto il com-missario straordinario per lagestione dell’emergenza ri-fiuti in Calabria ha bloccatol’appalto, avocando a sè laprocedura. Da allora, nono-stante i progetti esecutivi, ètutto fermo».

L’alluvione del luglio 2006, una vera “bomba d’acqua”, come quella cherecentemente ha devastato le Cinque Terre,ebbe conseguenze gravi, causando vittime e distruzione

I l Quarto Conto Energia,entrato in vigore con ilDecreto Ministeriale del5 maggio 2011, prevede

una progressiva riduzione delletariffe incentivanti, anche in basea una nuova distinzione che èstata introdotta, cioè quella fra ipiccoli e i grossi impianti. In que-st’ultimo ambito opera RoccoSorace, amministratore della Co-

necon Italia Srl, appartenente algruppo tedesco ConeconGmbH, leader nell'installazionedi impianti fotovoltaici. «La no-stra attività – racconta Sorace – èrivolta quasi esclusivamente agliimpianti di grosse dimensioni,dai 200 kilowatt in su sul tetto eda 1 Megawatt in su a terra. Na-turalmente si tratta di opere daicosti molto rilevanti, che senzaun adeguato supporto incenti-vante esterno pochi sono ingrado di realizzare in quantoanti-economici».

Qual è quindi la situazioneattuale del mercato?«La nuova normativa ha cam-biato improvvisamente le regoleper gli impianti a terra, lasciandofra l’altro gli operatori in un pro-lungato periodo d’incertezza.Oggi che il regolamento è stato

chiarito e assimilato, ci si è resiconto che la convenienza degliimpianti a terra è venuta menoe nessuno li commissiona più. Ilmercato ha reagito molto dra-sticamente: in percentuale, ab-biamo avuto un calo del 70 percento per gli impianti in gene-rale, stiamo sopravvivendo gra-zie agli impianti sul tetto e aqualche impianto a terra in ter-reno agricolo, che era stato ap-provato prima dell'entrata in vi-gore del nuovo decreto».

Come vede il futuro delleenergie rinnovabili?«Se il Governo non introducealtre normative, mirate soprat-tutto alla concessione di nuovemisure incentivanti, non ci sonomolte possibilità per un investi-tore di impegnare del denaro nelnostro Paese in questo settore.

I grandi impianti fotovoltaici hanno un ruolo importante nella produzione

di energia pulita, ma sono anche molto costosi. Per questo, spiega Rocco Sorace,

il settore necessita immediatamente di un’adeguata politica incentivante

Amedeo Longhi

Rocco Sorace,

amministratore

della Conecon Italia

di Vibo Valentia

www.conecon.com

Servono incentivi immediatiper il fotovoltaico

116 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 117

Questo tipo di impianti devesicuramente essere privilegiatoin virtù del basso impatto am-bientale che garantisce, peròviene realizzato anche per avereun ritorno economico, perchégli investimenti iniziali sono no-tevoli. Noi realizziamo solo im-pianti di grosse dimensioni: aFoggia stiamo partecipando allacostruzione di un parco foto-voltaico da 125 Megawatt delcosto di centinaia milioni dieuro che doveva essere fra i piùgrandi a livello europeo. All’ul-timo momento però, alcuni in-vestitori hanno fatto un passoindietro visto le incertezze deri-

vanti dalle politiche italiane ingenerale e il progetto è stato ri-dotto a un terzo rispetto aquanto previsto inizialmente».

Quindi il suggerimento èquello di ripensare la politicadegli incentivi.«Certamente, ma non solo: ilGoverno deve adottare una poli-tica di promozione di questo tipodi investimenti e anche le banchedevono favorire l’accesso al cre-dito per chi si impegna nel foto-voltaico e nell’energia rinnova-bile. Adesso i finanziamentivengono concessi, ma con troppedifficoltà, anche se si tratta di uninvestimento sicuro, poiché

l'energia prodotta dagli impianticonnessi in rete verrà regolar-mente remunerata. Inoltre è ne-cessario evitare speculazioni, la-vori non sicuri e di scarsa qualità.Noi lavoriamo anche all’estero,dove le condizioni di lavoro sonomolto diverse da quelle che si ri-scontrano in Italia».

Come è strutturato ilrapporto con la casa madretedesca?«La Conecon GmbH, ci sup-porta principalmente con la for-nitura di attrezzature e mate-riali, inoltre spesso gestisce lafase contrattuale in quantomolti dei nostri committentisono Società con sede in Ger-mania. Per la realizzazione, ge-neralmente operiamo in ma-niera diretta; tuttavia, se c’è lapossibilità di appoggiarsi a ma-nodopera sul luogo la sfrut-tiamo, com’è successo per esem-pio in recenti lavori nel Lazio ein Piemonte, dove abbiamo rea-lizzato grossi impianti coinvol-gendo anche le aziende locali,che ci hanno messo a disposi-zione del personale integran-dolo con il nostro».

Rocco Sorace

��

Adesso i finanziamenti vengono concessi, ma con molte difficoltà,anche se si tratta di un investimento sicuro

GESTIONE RIFIUTI

L o sviluppo di uninnovativo con-cetto di igiene ur-bana, non limitato

alla tradizionale modalità diesecuzione dei servizi, ma ri-sultante dall’impiego dinuove metodologie, è allabase dell’attività portataavanti dalla Geo Ambiente

Srl, società si-ciliana specia-lizzata nellagestione enello smalti-mento di ri-fiuti di ognigenere, chedal 2010, inun’ottica diespansione sututto il terri-torio nazio-nale, ha ini-ziato aoperare anchein Calabria,come spiegaDaniele Mi-lone, respon-

sabile tecnico e della logisticadell’azienda. «Col nostro la-voro vogliamo contribuire al-l’adozione di iniziative volte afavorire la prevenzione e la ri-duzione della produzione edella pericolosità dei rifiuti,sia mediante lo sviluppo ditecnologie che consentonopiù risparmio di risorse natu-rali, che attraverso l’imple-mentazione di tecniche ap-propriate per l’eliminazionedelle sostanze pericolose con-tenute nei rifiuti destinati aessere smaltiti o recuperati».

Quali sono le peculiaritàche contraddistinguonol’operato di Geo Ambiente?«Piani di comunicazione sullacorretta gestione dei rifiuti,incentivazione della raccoltadifferenziata porta a porta eutilizzo di mezzi di ultima ge-nerazione e a basso impattoambientale. Sono questi i pi-lastri del nostro lavoro, natu-ralmente finalizzato all’otti-mizzazione del servizio e allatutela dell’ambiente».

Da un punto di vista geo-grafico, dove si concentra lavostra attività sul territoriocalabrese?«I primi affidamenti hanno ri-guardato diversi comuni dellaprovincia di Cosenza, nellazona dell’Alto Tirreno cosen-tino. Successivamente ab-biamo rivolto la nostra atten-zione verso alcuni comunidella provincia di Catanzaro,senza dimenticare che da al-cuni mesi anche le province diVibo Valentia e di Reggio Ca-labria usufruiscono dei servizierogati da Geo Ambiente. Gliaffidamenti sono avvenuti tra-mite la partecipazione allegare d’appalto, anche se di-versi sono stati gli affidamentidiretti, ottenuti sulla base diordinanze contingibili e ur-genti. Questi sono stati il ri-sultato di un “passaparola” trale amministrazioni comunaliche, a seguito dei positivi ri-scontri sulla qualità dei ser-vizi erogati, non hanno esi-tato a interpellare la Geo

Daniele Milone,

responsabile tecnico e

della logistica della Geo

Ambiente Srl di

Belpasso (CT)

www.geo-ambiente.it

Ottimizzareil ciclo dei rifiutiUna corretta gestione dei rifiuti non può prescindere, oltre chedall’utilizzo di tecnologie all’avanguardia, da un’adeguata politicadi sensibilizzazione della popolazione.L’esperienza di Daniele MiloneGuido Puopolo

118 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 119

Ambiente allorquando leAziende miste presenti hannodato forfait, non riuscendopiù a gestire il servizio».

Su quali attività focaliz-zerete maggiormente la vo-stra attenzione nel pros-simo futuro?«La Geo Ambiente vede nellosviluppo della raccolta diffe-renziata uno dei propri puntidi forza, oltre che un’esigenzaimprescindibile per ridurre laquantità di rifiuti destinatialla discarica. In questo sensoabbiamo avviato articolatiprogrammi di informazioneed educazione ambientale ri-volti a tutte le componentidella cittadinanza, con parti-colare attenzione agli alunnidelle scuole primarie e se-condarie dei diversi comunipresso cui l’azienda opera».

Quali sono le principalicriticità con cui siete co-stretti a confrontarvi nelquotidiano?«Certamente non nascon-diamo le complesse dinami-

che del settore che, nelle re-gioni del sud Italia, e in Cala-bria in particolare, contraddi-stinguono la gestione deirifiuti. Si pensi solo al cronicoritardo nei pagamenti da partedelle amministrazioni che, inalcuni casi, supera i 180giorni e che costringonol’azienda ad anticipare ingenticapitali per far fronte al paga-mento di stipendi e fornitori.O, ancora, alle continue chiu-sure delle già insufficienti di-scariche dei R.S.U. dislocatesul territorio, nonché all’esi-guità delle piattaforme auto-rizzate al conferimento dellefrazioni recuperabili dei ri-fiuti, come carta, cartone, pla-stica, vetro e alluminio, chespesso vanificano il sistema diraccolta dei rifiuti in mododifferenziato. In presenza ditali difficoltà, solo un’aziendadotata di un’organizzazione

solida e altamente qualificata,come nel caso della Geo Am-biente, può garantire suffi-cienti livelli di qualità dei ser-vizi, e la continuità degli stessianche in presenza di circo-stanze altamente critiche».

Quali sono, infine, le pro-spettive per il nuovo annoper Geo Ambiente?«Oggi siamo una realtà conso-lidata, con un fatturato in con-tinua crescita e previsionimolto positive per il 2012, du-rante il quale pensiamo di au-mentare i nostri volumi di af-fari di un ulteriore 50 percento. L’obiettivo che ci po-niamo è quello di continuare aoffrire i nostri servizi a unasempre più ampia platea difruitori, e riscuotere il plausodella cittadinanza servita e dellepubbliche amministrazionicommittenti, così come fattoin questi anni di attività».

Daniele Milone

��

Abbiamo avviato articolati programmidi informazione ed educazione ambientale rivoltia tutte le componenti della cittadinanza,ma soprattutto ai più giovani

GESTIONE RIFIUTI

I l trattamento dei rifiutiinerti è uno dei temipiù sentiti sul frontedella lotta contro l’in-

quinamento ambientale. Sem-pre più alta è la sensibilità e larichiesta di soluzioni tecnolo-gicamente valide, sicure edeconomicamente sostenibiliper il recupero di tutto ciò cheviene buttato ma è ancora uti-lizzabile. Al contempo biso-gna garantire che il tratta-mento e il recupero avvenganosenza un ulteriore aggravio nel

consumo di risorse energeti-che e nelle emissioni. Il SudItalia, per quanto riguarda rac-colta differenziata e smalti-mento si trova ancora in unasituazione di “inseguimento”rispetto alle regioni del Nord.Tuttavia l’impegno di aziende– che spesso operano in soli-tudine in territori fino a qual-che anno fa ancora tormen-tati da discariche abusive – stacontribuendo, insieme al rin-novato senso civico dei citta-dini, a recuperare questo gap.Parliamo di questi temi conl’ingegnere Lauro Mamone,amministratore unico dellaRossato Sud, sola azienda dellaprovincia di Reggio Calabriaattiva nella raccolta, nellosmaltimento e nel riciclo deirifiuti per conto terzi.

Qual è il tipo di commesseche rappresenta il core busi-ness della vostra attività?«In più di un decennio ab-biamo partecipato a numerosiappalti ed eseguito numerosilavori nel settore della gestionedi discariche, compresi i la-vori di ampliamento e ade-guamento di queste ultime.

Tuttavia gran parte dell’atti-vità viene svolta all’internodell’impianto che la società harealizzato per la raccolta, iltrattamento e il riciclaggio dimateriali provenienti da scavio da demolizioni. Lavoriamonumerosi altri prodotti, es-sendo l’impianto autorizzatoalla raccolta e trattamentodelle più diffuse categoriemerceologiche».

Quali sono state le operedi intervento più importanti?«Nel corso degli anni abbiamoeseguito le attività di stoccag-gio del termovalorizzatore diGioia Tauro. Inoltre abbiamogestito le attività di stazione ditrasferimento dei rifiuti pro-venienti dalla fascia tirrenica,jonica e dalla stessa Reggio Ca-labria per un totale di 14 co-muni serviti, trattando, neidieci mesi circa dell’appalto,circa 3 milioni di tonnellate dirifiuti. Abbiamo stoccato400mila traversine in legno di-smesse e smaltite dal compar-timento della Rfi Sud. Nel2010 ci siamo occupati dellosmaltimenti dei rifiuti di oltre600 aziende».

Lauro Mamone,

amministratore unico

della Rossato Sud Srl,

Reggio Calabria

[email protected]

Le attività di impresa connesse alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti in conto terzi sono

ancora una realtà in via di sviluppo in Calabria. L’ingegnere Lauro Mamone spiega come

funziona un settore destinato a crescere nei prossimi anni

Manlio Teodoro

Il rispetto dell’ambienteè un’opportunità

120 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 121

Lauro Mamone

Come funzionano i vostrisistemi di trattamento deirifiuti?«Presso l’impianto di San Gre-gorio possono essere smaltititutti i rifiuti inerti ordinari.Apposite apparecchiature,dette frantoi, provvedono afrantumare gli inerti e a sepa-rare il ferro che poi, mediantevagliatura, viene suddiviso se-condo le diverse pezzature.Lungo il trasporto sui nastri, imateriali sono ripuliti dalle no-stre squadre, che provvedonoalla separazione dei materialiorganici e della plastica. Un’al-tra squadra di operai lavoralungo la linea del vaglio ro-tante, mediante il quale vienetrattata la terra proveniente dascavi. Attraverso il vaglio ci-lindro rotante, alimentato daun escavatore, con una tra-moggia viene separata la partefine – fino a massimo di mm 5– dal fuori vaglio, che viene ri-

pulito dalle impurità».Nel 2009 la vostra azienda

si è trovata in difficoltà e harischiato il fallimento, scon-giurato in seguito alla suanomina. Come ha affrontatoil riassetto dell’impresa?«La cattiva conduzione del-l’azienda aveva determinatouna forte riduzione delle com-messe, un forte accumulo didebiti e un’inesistente politicadi riscossione dei crediti. Ilcrollo del fatturato e la man-canza di liquidità avevanoportato l’azienda – che pureoperava in un settore attivo ein assenza di concorrenza –,sull’orlo del fallimento. A par-tire dal marzo 2009, con lamia nomina ad amministra-tore, ho avviato una politicadi risanamento, medianteazioni di richiamo della clien-tela, una rinegoziazione deidebiti – oggi completamenteestinti – e un’energica azione

di riscossione dei crediti pre-gressi. I risultati sono stati im-mediati, in nove mesi il fattu-rato si è triplicato».

Quali sono i progetti per ilfuturo dell’impresa?«Sanata ormai la situazione fi-nanziaria, posto ordine e inte-grato l’organico aziendale, conl’integrazione delle figure man-canti, adesso è urgente appor-tare dei correttivi di spesa suquei capitoli che pesano mag-giormente sul bilancio mensiledella società. Inoltre, puntiamoa migliorare la produzione dif-ferenziando i materiali lavoratiper una più energica ed efficacepenetrazione nel mercato delriuso, ancora pressoché inesplo-rato nel nostro territorio».

Puntiamo a una piùenergica ed efficacepenetrazione nelmercato del riuso,ancora pressochéinesplorato nel nostroterritorio

INFRASTRUTTURE

Sorgerà sul lungomarecittadino, in corri-spondenza della sta-zione ferroviaria, il

nuovissimo porto turisticodella città di Paola. Finalmente,dopo un iter burocratico du-rato addirittura sedici anni, lacomunità locale potrà così di-sporre di un’infrastruttura stra-tegica per il suo sviluppo, unagrande occasione di riscattoeconomico in un momento ca-ratterizzato da una fortissimarecessione, con la speranza cheil porto possa fungere da vo-lano per l’avvio di un turismodi qualità. La realizzazione del-l’opera è stata affidata alla Ma-rina di San Francesco da PaolaSpa, società mista a capitalepubblico – privato che, dopo laricapitalizzazione avvenuta conl’approvazione al bilancio del31 dicembre scorso, ha nell’in-gegner Antonino Nigro il suosocio di riferimento. «L’avviodei lavori è previsto per la pros-sima primavera e, per sbloc-care la situazione di stallo che siera venuta a creare, abbiamo

deciso di rinunciare ad ogni fi-nanziamento pubblico, e di so-stenere questa iniziativa esclu-sivamente con capitali privati.L’opera verrà realizzata su unospecchio acqueo di circa150.000 mq, e ospiterà oltre650 posti per barche e natantida riporto», spiega l’ingegnerNigro, che alla guida della suaazienda può vantare una con-solidata esperienza nel campodella portualità turistica. «L’im-postazione progettuale è quelladi una Marina moderna e con-fortevole, studiata in ogni pic-colo dettaglio, al fine di ren-dere piacevole la permanenzadei suoi frequentatori. Vo-gliamo fare del porto di Paolaun punto di riferimento d’ec-cellenza per chi intenderà tra-scorrere il proprio tempo li-bero a stretto contatto con ilmare, in un contesto profon-damente seducente, caratteriz-zato da costruzioni rispondentiai più innovativi criteri dellabioarchitettura, con acco-glienza e servizi in grado disoddisfare anche gli armatori

Una struttura moderna e confortevole, che darà nuovo impulso alla

vita economica della città di Paola. È il porto di San Francesco da

Paola, la cui inaugurazione è prevista per il 2014, come racconta

l’ingegner Antonino Nigro

Guido Puopolo

Lo sviluppo viene dal mare

L’ingegner Antonino Nigro, socio di maggioranza della Marina di San

Francesco da Paola SpA. Della società fanno parte anche il comune di Paola

e la Cicalese Impianti Srl di Salerno

www.marinasanfrancesco.it - [email protected]

132 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 133

più esigenti». La cittadinanza locale si

sta dimostrando molto inte-ressata e presente. Quali sug-gerimenti, necessità e pro-blemi sono emersi duranteil confronto con i cittadini diPaola e che troveranno ri-sposta nel nuovo Porto?«L’approccio con il qualequesta nuova compagine so-cietaria sta affrontando larealizzazione del porto èstato chiaro fin da subito: ilporto di Paola è dei paolani,noi siamo solo un mezzo perrealizzare un sogno che durada troppo tempo. Sulla

scorta di tale impegno, epreso atto che la cittadinanzadi Paola si è dimostratamolto disponibile nei nostriconfronti, crediamo sia op-portuno che in questi mo-menti di crisi tutti i paolanisi stringano ancora di più in-torno a questo progetto, perfarlo proprio e difenderlo daidetrattori che per annihanno remato contro. Noi ci

stiamo impegnando a fondo,e siamo convinti che alla fineraggiungeremo il nostroobiettivo. Siamo imprendi-tori del Sud, che vogliono la-vorare al Sud, anche per dareuna chance di crescita e la-voro ai nostri giovani».

Quali aspettative e qualifeedback turistici vi atten-dete una volta realizzato ilprogetto?

Antonino Nigro

� �

Il porto di Paola è deipaolani, noi siamo solo unmezzo per realizzare unsogno che dura ormaida troppo tempo

«La principale caratteristicadel porto è rappresentatadalla possibilità di servire unampio bacino d’utenza, checomprende le città di Co-senza e Rende, e più in gene-rale la provincia cosentinatirrenica. Questo consentiràal porto di Paola di esercitareal meglio le sue funzioni diporto stanziale, attivo 365giorni l’anno, all’interno delquale sarà possibile praticareanche i principali sport ac-quatici. È infatti fondamen-tale, per una nascente infra-struttura ricettiva, potercontare su un’utenza definitageograficamente, un pol-mone di ossigeno per una ge-stione adeguata ai servizi ri-chiesti dai diportisti. Inoltre,vista la sua posizione strate-gica, il porto sarà facilmenteraggiungibile anche daRoma, da Napoli, da Salernoe da Cosenza, dando la pos-sibilità ai vacanzieri di essere

sulla propria barca dopo unbreve viaggio in treno. Moltecompagnie di charter nauticohanno già prenotato l’acqui-sto di posti barca a Paola,base ideale per viaggiatoricharteristi. Certamente ipaolani, insieme alla societàconcessionaria, dovrannorimboccarsi le maniche persviluppare una politica del-l’accoglienza che possa tro-vare il gradimento dei dipor-tisti e consentire piacevolipermanenze».

Quanta attenzione verràriposta alla sostenibilitàambientale nella realizza-zione della struttura?«Il tema della sostenibilità am-bientale nella realizzazione dei

porti turistici è ormai datempo presente in tutte le pro-gettazioni e costruzioni. APaola stiamo cercando di defi-nire dei protocolli di certifica-zione ambientale che possano,con il concerto e d’intesa conle autorità di controllo, darluogo alla certificazione am-bientale EMAS per tutte leprogettazioni e le costruzionidi nostra competenza. Questopermetterà ai diportisti di go-dere di uno specchio d’acquaesente da inquinamenti su-perficiali e non, con la crea-zione anche di procedure voltea evitare momenti di crisi, checonsentano di far fronte inmaniera efficace e tempestiva apossibili eventi inquinanti».

� �

��

Il nostro obiettivo è quello di sviluppareun turismo di qualità, che possa peròessere alla portata di tutti

INFRASTRUTTURE

È il numerodi natanti e barche

da diporto chepotranno essere

ospitate all’internodella struttura

POSTI658

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 135

Nel corso della confe-renza stampa relativa al bi-lancio dell’attività del2011, lei ha sottolineatopiù volte il rammarico pernon aver potuto iniziare ilavori per il progetto già nelcorso dell’estate, principal-mente a causa delle lungag-gini burocratiche e ammi-nistrative. Quali ostacoliavete incontrato principal-mente?«Per tutti i motivi sopra espo-sti, noi speriamo con forza chegli Enti pubblici e locali cimettano nelle condizioni dipoter lavorare con serenità ecelerità. Se invece di due mesiper ottenere un’autorizzazionebastassero due settimane sa-rebbe tutto più semplice.Sono, infatti, le lungagginiamministrative che mettono aserio rischio iniziative comequeste. Ma noi confidiamonella voglia di riscatto anchedei funzionari e dei dirigentipubblici che, nel rispetto dellalegge, devono però cercare divelocizzare il più possibile gliiter burocratici, perché unosnellimento delle procedure sitradurrebbe in immediati van-taggi non soltanto per gli im-prenditori ma per tutta la co-munità. Le grandi impresecamminano infatti sulla gambedi grandi imprenditori, maquesto è possibile solo in pre-senza di un’amministrazioneche sia in grado di supportarlinella maniera adeguata».

Questo modello di parte-

nariato pubblico-privatocrede si potrà replicare inaltre località italiane, ma-gari proprio calabresi?«Il contributo dei privati, inconcerto con gli enti pub-blici, deve necessariamenteessere un modello da pro-porre per la realizzazione diinfrastrutture, soprattutto intempi di difficoltà economi-che come quelli attuali. Bi-sogna però fare attenzionealle lusinghe di una pubblicaamministrazione che spessosembra non capire l’impor-tanza di questo tipo di infra-strutture. I porti turistici,soprattutto al Sud, permet-teranno di aumentare note-volmente l’offerta turistica,favorendo un turismo diqualità che però possa esserealla portata di tutti. Rite-niamo infatti che il diporti-sta non debba essere esclusi-vamente colui che ha adisposizione un congruo740, ma anche il giovaneprofessionista, l’impiegato oil commerciante che vogliacoltivare la sua passione perla vela, e che desideri far pra-ticare ai propri figli uno

sport educativo in un luogosicuro e accogliente. Se in-vece i politici vorranno ser-virsi dei finanziamenti pri-vati per realizzare, adesempio, il solito aeroporto-cattedrale nel deserto, allorail partenariato pubblico-pri-vato sarà solamente un’enne-sima occasione persa per ilnostro territorio».

Quali saranno le sfidepiù importanti che atten-dono la società nel corsodel 2012?«Il 2012 sarà, come dicevamo,l’anno dell’inizio dei lavoriper il porto di Paola. Il nostrovero obiettivo, però, è quellodi raggiungere rapidamentel’estate del 2014, per poterinaugurare il porto e, insiemead esso, una nuova stagione dirinascita per la comunità pao-lana. Fin da ora invitiamotutti gli abitanti della provin-cia a condividere con noi unmomento che si preannunciastorico per la comunità locale,e soprattutto per i giovani,che hanno capito l’impor-tanza di questa iniziativa e aiquali consegneremo le chiavidel loro futuro».

Antonino Nigro

136 • DOSSIER • CALABRIA 2012

TRASPORTI

Nonostante la di-s p o n i b i l i t àodierna di diffe-renti mezzi di tra-

sporto collettivo, sia sul brevesia sul lungo percorso, le formetradizionali di trasporto –quelle su gomma, ovvero i pul-lman – continuano a forniresoluzioni ottimali alle esigenzedei viaggiatori. Ciò è dovutosia ai costi, competitivi rispettoad altri mezzi, sia alla capilla-rità e velocità delle autolinee,nonché, per alcuni tragitti, allamancanza di altri mezzi chenon siano il trasporto privato.Tuttavia questa ultima moti-vazione non è certamente laprincipale, dato che esistononumerose linee di pullman checon frequenza giornaliera col-legano il Sud e il Nord Italia,benché esistano anche i treni egli aerei. A questo si aggiungeanche la circostanza che i pul-lman possono essere noleggiatiper percorsi turistici persona-lizzati – basti pensare alle gitescolastiche e ai viaggi organiz-zati – e che quindi permettonouna libertà di circolazione che

altri mezzi non consentono as-solutamente. Come spiegaGennaro Scura, che ammini-stra il gruppo IAS Autolineeinsieme a Francesco Scura: «Èindubbio che il trasporto col-lettivo su gomma, nel Mezzo-giorno, ma non solo, rappre-senti ancora una fortepossibilità di sviluppo per ilterritorio. Oltre che nelle tratteinterregionali, che collegano laCalabria con la Sicilia, da unaparte, e dall’altra con la Lom-bardia, la nostra impresa puntaa favorire il turismo attraversol’intera rete dei servizi regio-nali, che ben sposano le carat-teristiche paesaggistiche e lanaturale vocazione turisticadella Calabria». La Ias è una delle aziende ditrasporto pubblico privato piùantiche della regione. Fondatanel 1929, questa società istituìil primo collegamento fra Co-rigliano città e Corigliano sta-zione. «All’epoca i cittadini ca-labresi avevano come mezzi ditrasporto gli animali e le loco-motive oltre alle loro gambe.Le automobili erano una ra-

rità. La nostra famiglia portòin paese uno dei primi mezzi atrazione a combustibile sugomma del panorama italiano:un postale a dodici posti. Oggila nostra flotta di 120 mezzipercorre circa 8 milioni di ki-lometri l’anno. Lo sviluppodella nostra attività, soprat-tutto nei primi anni, fu forte-mente incentivata dalle istitu-zioni locali, checomprendevano bene la neces-sità di avviare lo sviluppo dellamobilità almeno regionale,

Il trasporto collettivo sugomma incentiva il turismo

La Ias Autolinee Srl

ha sede a Corigliano

Calabro (CS)

www.iasautolinee.com

Oggi le infrastrutture ferroviarie e aeree sono accessibili a tutti. Però il trasporto

collettivo continua a riscuotere successo, soprattutto per il turismo interno.

E non solo. Gennaro Scura fa il punto sullo sviluppo dei trasporti nel cosentino

Manlio Teodoro

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 137

Gennaro Scura

non a caso la nostra prima li-nea collegava il paese di Cori-gliano alla stazione ferrovia-ria». La fondazionedell’azienda risale ai fratelliGennaro e Francesco Scura,che con mirabile spirito im-prenditoriale acquistarono ilprimo pullman e ne realizza-rono con le loro mani un se-condo che garantisse il serviziosostitutivo, recuperando il te-laio e il motore di una vecchiavettura e costruendo la carroz-zeria in legno e lamiera, sfrut-tando la professionalità diGennaro, falegname e arti-giano, e di Francesco, che du-rante un periodo di emigra-zione a Buenos Aires avevalavorato presso le Ferrocarri-les Argentinos nella ripara-zione e ricostruzione di vettureferroviarie. «Oggi la società ha diversifi-

cato la propria attività e dallacostola turistica di Ias Autoli-nee è nata la Ias Touring, de-dicata esclusivamente al tra-sporto interregionale dipersone e al servizio di noleg-gio. Quest’ultima ha anche co-struito una rete di agenzie diviaggi e questo ci ha permesso,anche attraverso l’informatiz-zazione delle procedure, lacreazione di un sistema di te-leprenotazioni che agevola irapporti con gli utenti dei ser-vizi e l’interscambio con i prin-cipali operatori turistici. Lanostra vocazione turistica tut-tavia non è un fatto recente,bensì risale alla prima gestione.Alla fine degli anni Trenta, in-fatti, fu avviata una prima lineastagionale per il trasporto dalcentro abitato di Coriglianoalla costa di Schiavonea. Eraun tragitto di soli 8 kilometri

circa, ma che contribuì note-volmente al consolidamentodell’azienda». Nei decenni, pur mantenendola sua gestione familiare,l’azienda si è evoluta e ha am-pliato la propria capacità ditrasporto, puntando a miglio-rare la qualità e la sicurezzadel trasporto. «Gli obiettiviraggiunti – dice in conclu-sione Gennaro Scura – sonoconfermati dall’avere ottenutole certificazioni Cisq, Sincert,Uni En Iso 9001:2001 per ilsistema di gestione della qua-lità. Questi risultati, insiemeall’espansione del servizio ditrasporto su tutto il territorionazionale sono il punto di ri-partenza migliore in un mo-mento, come quello chestiamo vivendo, di radicalemutamento delle norme e deimercati».

~

È indubbioche il trasportocollettivo su gommarappresenti ancorauna forte possibilitàdi sviluppoper il territorio

138 • DOSSIER • CALABRIA 2012

LOGISTICA

H accp è l’acro-nimo di Ha-zard Analysisand Critical

Control Points ed è una siglache indica un sistema di au-tocontrollo riguardantel’igiene finalizzato a preve-nire il rischio di contamina-zione degli alimenti. Per chitrasporta questo tipo dimerci, il disciplinare Haccpriveste una fondamentaleimportanza, così come tuttele normative sul tema. Ca-millo Crivaro è il rappresen-

Normativeper la logistica del freddoLa logistica del freddo è un comparto particolare, in cui le rigide norme igieniche

e sanitarie devono essere scrupolosamente rispettate. Camillo Crivaro spiega come

si è organizzata la sua azienda per rientrare in questi parametri

Amedeo Longhi

La Calabria

Distribuzione Logistica

Srl ha sede a Tiriolo

(CZ)

www.cdlitalia.com

tante della Calabria Distri-buzione Logistica, societàoperante nel settore della lo-gistica e del trasporto, spe-cializzata nel campo dellemerci deperibili. «La norma-tiva dedicata – spiega Crivaro– è rigida e dettagliata e na-turalmente facciamo di tuttoper rispettarla. Con la colla-borazione del settore “Igienedegli Alimenti” della societàcatanzarese Esi Sud, è statoredatto un Manuale di Au-tocontrollo aziendale. In essovengono descritte le attivitàlogistiche e amministrativeproprie del lavoro svolto: letipologie di prodotti alimen-tari, le modalità con cui ven-gono individuate e mante-nute sotto controllo le fasi e ipunti critici dei processi pro-duttivi che possono compro-mettere la sicurezza degli ali-menti, le procedure daadottare per migliorare estandardizzare i controlli in-terni all’azienda, le modalitàdi formazione del personalein materia di buona prassi

igienica, la documentazioneatta a registrare i controlliprevisti dallo stesso ma-nuale». Questo permette allaCalabria Distribuzione Logi-stica di essere sempre in lineacon la normativa Haccp, inbase anche alle le linee guidadell’Unione Europea in ma-teria d’igiene dei prodotti ali-mentari facenti riferimentoal Decreto Legislativo 155del 26 Maggio 1997. Ma non finisce qui. «Siamoanche in possesso delle auto-rizzazioni sanitarie rilasciatedall’Asl di Catanzaro, SettoreIgiene Pubblica e Settore Ser-vizio Veterinario, per il de-posito di prodotti alimentari;inoltre, dal 1998 è in essereun contratto con la DimarSrl per le attività preventivedi sanificazione e controllocontro ratti e insetti tipicidelle merci trattate. Anche laqualità è certificata, grazie al-l’attestato Iso 9002». L’efficienza logistica vera epropria è garantita dalle do-tazioni tecniche a disposi-

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 139

Camillo Crivaro

zione: «Siamo in grado di as-sicurare un servizio affida-bile, puntuale e di qualità –spiega Crivaro in proposito –, fornendo alla committenza,grazie alle più moderne tec-nologie di trasmissione deidati, tra i quali i sistemi in-formativi Infolog e LogMa-nager, informazioni accuratee precise e garantendo latracciabilità completa dellemerci, le quali sono coperteda polizza assicurativa all risksia durante lo stazionamentonella struttura che durante iltrasporto». La struttura in cui operal’azienda, che si estende percirca tremila metri quadrati,è situata in una posizionestrategica per il raggiungi-mento delle località serviteper la distribuzione dellemerci. «È inoltre dotata diun ampio piazzale per il ri-covero dei mezzi – prosegueCrivaro – e il carico e scaricodelle merci. Lo stabilimento,completamente refrigerato,è costituito da tre corpi in-tercomunicanti per lo stoc-caggio e il mantenimentodei prodotti a una tempera-tura controllata, dai quattroai venti gradi. Disponiamoanche di impianti e attrezza-ture tecnologicamente avan-zati e di personale altamentequalificato, costituito unacinquantina di unità tra di-pendenti diretti e addetti in-

seriti nell’indotto».La Calabria DistribuzioneLogistica è stata costituita nel1998 ed è nata dalla colla-borazione tra due realtà im-prenditoriali, una locale ope-rante dal 1968 e l’altrarappresentata da un’aziendadel Nord Italia leader nel set-tore del trasporto merci atemperatura controllata. «Lasocietà – conclude Crivaro –ha una spiccata attitudine re-gionale, senza però trascurarela possibilità di svolgere ser-vizi in partenza dalla Cala-bria per tutta Italia e per i

paesi della UE. La specializ-zazione nel settore dei pro-dotti alimentari e deperibilici ha portato a instaurareproficue collaborazioni conalcune delle aziende leader inquesto settore, che hannoscelto di affidarsi a un opera-tore professionale, esternaliz-zando la parte logistica in-vece di restare ancorate alvecchio schema del “fai date”. Tra queste figurano laGalbani, la Kraft, per i pro-dotti freschi e superfreschi,la Cavalieri Trasporti, laCondorelli».

❝~

Con la collaborazione del settore“Igiene degli Alimenti” della societàcatanzarese Esi Sud, è stato redattoun Manuale di Autocontrollo aziendale

EDILIZIA

140 • DOSSIER • CALABRIA 2012

La Calabria è unadelle regioni italianeche può vantare unanatura geologica tra

le più adatte alla produzionedi inerti e, di conseguenza, dimateriali edili. Con 216 cave diestrazione disseminate sul ter-ritorio regionale, infatti, il mer-cato e l’economia calabresehanno sempre potuto contaresull’operato di svariate aziendeimpegnate nel prelievo di ma-terie prime dal sottosuolo.Oggi, però, a rallentare e a fardiminuire quest’attività nellaregione sono le normative am-bientali, che dovendo salva-guardare tutte le risorse nonrinnovabili del territorio ita-liano, siano esse fonti di ener-gia o materiali da costruzione,hanno imposto una riduzionedel prelievo da cava e reso piùdifficile il conseguimento del-

l’autorizzazione per i lavoridi estrazione. A fronte di ciò, sono state tantele società che hanno preferitoabbandonare la produzione diinerti per dedicarsi maggior-mente ad altri rami del settore;tra queste anche la Fasmico,sita a Caulonia, in provincia diReggio Calabria. «Fino a diecianni fa – spiega Ilario Napole-tano, amministratore dell’im-presa – eravamo dotati di im-pianti finalizzati all’estrazione equindi alla produzione di inertie materia prima. Con il raffor-zarsi, però, delle leggi nazio-nali, regionali e provinciali atutela dell’ambiente e a causadell’incertezza aleggiante sullecertificazioni, di cui non si riu-sciva a sapere se e quando sa-rebbero arrivate, abbiamo de-ciso di smettere il reperimentodi inerti e di acquistarli da altriproduttori specializzati». Oggi, la Fasmico, fondata allafine degli anni 60, è attiva nel-l’ambito della produzione di

calcestruzzo e di materiali,quali intonaci e aggregati, perl’edilizia privata e residenziale;dispone di due stabilimenti,uno a Caulonia, sede generaledell’azienda, e un altro a Sa-triano, in provincia di Catan-zaro; e si occupa di progetti dinotevole importanza. «Tra lenostre opere passate più rile-vanti possiamo citare la realiz-zazione della diga sull’Ancinale,mentre tra i progetti in can-tiere ci sono la progettazione diun parco commerciale di circa10mila metri quadrati a Sa-triano e la costruzione di uncomplesso residenziale turisticonella zona mare di Isca». Per far fronte all’empasse pro-duttiva del settore edile, co-minciata in maniera lieve neglianni 90 e poi acuitasi dal 2000,la Fasmico ha scelto di diffe-renziare l’attività e si sta appli-cando per ottenere l’autorizza-zione come discarica di rifiutiedili, una necessità sempre piùimpellente negli ultimi tempi.

L’attività del prelievo da cava non va d’accordo

con le nuove leggi ambientali e, di conseguenza,

l’estrazione di inerti cala. Molte aziende decidono

allora di dedicarsi al recupero dei materiali edili.

L’analisi dell’esperto Ilario Napoletano

Emanuela Caruso

L’edilizia punta sul riciclo dei materiali

Fasmico srl ha la sede

a Caulonia (RC)

[email protected]

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 141

«Il bisogno di sostituire i ma-teriali tradizionali con rifiutiedilizi o detriti di risulta delledemolizioni dei vari manufattiè ormai ben chiaro a tutto ilnostro settore – continua Ila-rio Napoletano – e avendoconstatato che in Calabria staaumentando la sensibilitàverso tale tematica, ci è sem-brato il momento giusto perbuttarci in questa nuova av-ventura e diventare un puntodi riferimento per la nostrazona. Attualmente, si possonoriciclare e riutilizzare le pavi-mentazioni esterne, i massetti,i muretti di recinzioni e, piùin generale, i materiali da pic-cole opere; il cemento armatoe il calcestruzzo strutturale pergrandi opere hanno invece unregolamento di reimpiego an-cora in fase di studio, quindi è

possibile solo recuperarli in di-scarica». La Fasmico, non contenta diampliare l’attività, prevede perl’anno appena cominciato unammodernamento degli im-pianti aziendali e un migliora-mento dell’automazione deidue sistemi di betonaggio dicui dispone; e sempre per il2012 si augura di assistere allarisoluzione dei tanti problemiche affliggono il settore edile.«Come noi, le imprese ediliziecalabresi sperano in particolarmodo nella ripresa delle operepubbliche, che tuttora rappre-sentano un settore strategicoper la regione, e che porte-rebbe all’avvio dei lavori, tantoproclamati ma mai partiti,della linea ferrata. Inoltre, vor-remmo vedere arrivare mag-giori aiuti e incentivi dal

mondo politico e delle ammi-nistrazioni, in quanto unicomodo per far smuovere l’edi-lizia privata, satura già datroppi anni, e far ripartirel’economia e l’imprenditoria.A queste necessità, si aggiungeanche l’importante esigenza diun sistema bancario più flessi-bile e più disposto al credito,così da permettere ai commit-tenti di pagare i lavori portatiavanti dalle aziende edili e alleaziende edili di rinnovare letecnologie e le modalità ope-rative e aumentare quindi laqualità dei servizi».

Ilario Napoletano

❝~

Stiamo attendendo l’autorizzazione aproporci come discarica di rifiuti ediliper il recupero e il riciclo dei materiali

148 • DOSSIER • CALABRIA 2012

INTERNI

N ell'edilizia abi-tativa la qualitàdelle realizza-zioni dipende

da una lunga serie di para-metri, spesso definiti dallafattura di numerosi acces-sori, che determinano – oltreche l'armonia estetica dellacasa – il comfort dell'am-biente domestico. Larga dif-fusione in ogni abitazione hanaturalmente l'utilizzo di in-fissi in alluminio taglio ter-mico e in alluminio-legno,in grado – tramite un designaccattivante – di garantireeleganza ai locali della casa e,soprattutto, di svolgere laloro principale funzione diisolamento termico. Ele-mento forse banalizzato nel-l'opinione comune, la rea-lizzazione di infissi di qualitàrichiede una perizia tecnica eun'esperienza artigianale eindustriale di non esigua mi-sura, nonché un’eccellenteabilità di lettura del mer-cato, delle sue richieste, dellesue esigenze. Una vita im-prenditoriale trascorsa allaricerca della perfetta sintesidi queste qualità, OsvaldoMandato, titolare della For-man di Santa Maria del Ce-dro, padroneggia ormai conconfidenza le caratteristiche

del mercato di riferimento.«In un ambito dove la ri-cerca dell'eleganza stilistica el'ottenimento della massimafunzionalità non è un’inelu-dibile dicotomia da equili-brare al meglio, ma unacondizione da assolveresenza riserve, la qualità pro-duttiva è l'unica risposta edè dunque l'obiettivo prin-cipe che la nostra azienda hasempre perseguito».

La Forman può dunquevantare una prestigiosa tra-dizione aziendale?«Decisamente sì, tale da di-ventare sinonimo di garan-zia, se non altro per la lungaesperienza acquisita in que-sto campo. È ormai dal 1947che il nome Forman è sino-nimo di qualità e garanzia diaffidabilità. Una qualità ac-quisita attraverso gli anni tra-mite una maturazione pro-fessionale, ma anche graziealla progressiva coesione chesi è venuta a creare all'in-terno dell'azienda. Perché –soprattutto in un momentodi flessione del mercato e di

crisi generalizzata come que-sto – l'energia e l'entusiasmoche circola tra i dipendenti,la consapevolezza di esseretutti coinvolti nel destinocommerciale della società, lasintonia personale venutasi acreare sono i veri valori ag-giunti della società».

Entrando in questioni dicarattere squisitamente tec-nico, quali sono i vantaggidella tecnologia da voi uti-lizzata?

Legno e alluminio, la perfettasintesi tra armonia ed efficienza

Il legno, caldo ed elegante, e l’alluminio con le sue doti di praticità

e resistenza soddisfano le esigenze di carattere estetico e funzionale

degli interni. Osvaldo Mandato fa il punto sulla produzione di infissi

Lodovico Bevilacqua

Osvaldo Mandato è

titolare della Forman di

Santa Maria del Cedro

www.forman.itsi

xdim

ensi

onst

udio

.it

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 149

Osvaldo Mandato

«Come sottolineato in pre-cedenza, esistono delle esi-genze di carattere estetico efunzionale da assecondare eil complementare utilizzo didue materiali come legno eallumino – dal piacevole im-patto decorativo il primo,caldo ed elegante, dallegrandi doti di praticità e re-sistenza il secondo – garanti-scono questa perfetta sintesifra armonia ed efficienza, fragusto e praticità. Natural-mente, oltre a questo feliceconnubio di materiali larga-mente sperimentato con suc-cesso, parte del merito vaascritto alla professionalità ealla competenza del nostrostaff di tecnici e collabora-

tori, in grado di studiare so-luzioni sempre migliori e in-novative a livello di tecnicacome a livello di design».

Alla luce di ciò, quantoconta la tecnologia nella vo-stra attività?«È senza dubbio un ele-mento di importanza prima-ria, degno di cospicui e fre-quenti investimenti, perrimanere aggiornati e per of-frire soluzioni gradite e ap-prezzate. I nostri investi-menti in tale ambito hannoda tempo portato all'ado-zione di particolari tipolo-gie di lavorazione dei mate-riali – che ne valorizzano lequalità estetiche e strutturali– come ad esempio i sistemi

di lavorazione a taglio ter-mico e il sistema misto».

Proponete anche solu-zioni customizzate?«La soddisfazione del cliente è,naturalmente, lo scopo finaledi tutta l'attività produttiva; èper questo che prestiamo mas-sima attenzione alle sue esi-genze, offrendo soluzioni cu-stomizzate e istituendocollaborazioni attive per lo stu-dio delle necessità contingentie la progettazione di soluzioniideali per ogni singolo caso.Buona parte dello stabilimentoproduttivo – inoltre – è statodedicato all'allestimento di unoshow room del nostro catalogoe di un'area di accoglienza perclienti e fornitori».

~

Esistono delle esigenzedi carattere esteticoe funzionale da assecondaree l’utilizzo di legno e alluminogarantiscono una perfettasintesi fra armoniaed efficienza

sixd

imen

sion

stud

io.it

sixd

imen

sion

stud

io.it

154 • DOSSIER • CALABRIA 2012

La stagione estivalungo le coste e l’en-troterra calabresenon ha regalato nu-

meri soddisfacenti per l’eco-nomia turistica del territorio,fatta eccezione per la localitàdi Tropea che, pur in fles-sione, ha registrato un calodelle prenotazioni attornoall’8%. Sui lidi e sui montidell’intera regione il calo haraggiunto il 20%, sottoline-ando una particolare soffe-renza della provincia di Reg-gio Calabria e, secondo ilpresidente di Fiavet Calabria,il 2011 si è chiuso con unadiminuzione generalizzata del35%. «Abbiamo perso untreno importante nella sta-gione 2002/2003 – afferma

Massimo Madarena – quandoregistrammo una forte pre-senza di italiani e stranierisulle nostre coste, i nostri tu-risti si sono innamorati dellebellezze del territorio ma nonsiamo riusciti a fare altret-tanto per la qualità dei serviziproposti».

Come valuta l’andamentodel settore a 2011 archi-viato?«I dati sono indubbiamentein calo, con flessioni diffe-renti a seconda delle zone eoscillano tra il 20 e il 40%. Èevidente che qualcosa nonfunziona nel sistema turisticoregionale e che l’andamentoal ribasso non è imputabileesclusivamente alla diminu-zione della domanda dei con-sumatori dovuta alla crisi eco-nomica».

Perchè la Calabria non èstata in grado di incremen-tare gli arrivi, così com’è av-venuto in Puglia ad esem-pio?«A differenza nostra, i pu-gliesi hanno capito che il tu-rismo rappresenta una vera epropria leva per lo sviluppodel territorio e sono stati ca-paci di sfruttare la filiera at-traverso il turismo classico,

quello cioè, che muove igrandi numeri, a differenzadelle prenotazioni via Inter-net. Gli albergatori offrono illoro prodotto alle agenzie diviaggio, le quali a loro volta loimmettono sul mercato attra-verso i tour operator: questa èla catena vincente che con-sente di fare il pieno di turi-sti. Inoltre, la Puglia ha sa-puto ben sfruttare il pianotariffario con prezzi più bassiche permettono agli alberghidi registrare il sold out e diconseguenza muovere il com-parto dei servizi e del com-mercio. Prendiamo il viaggioin crociera ad esempio, quialcune promozioni preve-dono la permanenza omaggioper i ragazzini. È naturale chesaranno proprio i più piccolia consumare molti gelati, ma-gari venduti a prezzi più alti,o a bere molta acqua. Conquesta strategia si attrae ilcliente facendo leva su unventaglio notevole di serviziofferti».

Cosa manca alla politicacalabrese per sviluppare leproprie eccellenze?«Siamo privi di un’attenta po-litica di vendita oppure, neicasi in cui si è tentato di at-

Ripristinare la filiera turisticaCalano gli arrivi in Calabria, anche per il mancato rispetto del ruolo

degli agenti di viaggio. «È il turismo classico a muovere i grandi numeri»

sostiene Massimo Madarena

Elisa Fiocchi

Massimo Madarena,

presidente di Fiavet

Calabria

TURISMO

tuarla, è mancato il rispettodella filiera turistica da partedi alcuni albergatori che, purdi vendere, abbassavano im-provvisamente i prezzi di-struggendo il lavoro delleagenzie di viaggio. Sappiamo,infatti, che i tour operatorstranieri non vogliono più

incontrarsi congli albergatorima chiedonocome referentel’agente di viag-gio per presentare il prodottonella sua interezza. Tuttavia,mancando il rispetto di que-sto processo l’intera filiera tu-ristica va a rotoli. Sul territo-rio pesa non poco anchel’assenza di politiche di rin-novamento, come in altripaesi del Mediterraneo, chehanno saputo evolversi neglianni, ad esempio la Turchia,che si è lanciata sul mercatodei nuovi ricchi nell’est Eu-ropa».

Da quali premesse ripar-tire?«Intanto serve maggiore dia-logo da parte delle istituzionicon le agenzie di viaggio,

spesso subordinate al rap-porto con gli albergatori, eun incremento del serviziodei trasporti e dei collega-menti aerei. Abbiamo biso-gno di grandi catene di char-ter con voli trisettimanali perfare davvero grossi numeri sulterritorio. In linea generale,risulta necessario modificarela logica d’intervento attra-verso due percezioni: la primache sappia cogliere nel turi-smo una soluzione econo-mica interessante; la secondache sappia sfruttare e valoriz-zare il ruolo ricettivo e fon-damentale dell’agente di viag-gio nella filiera turistica».

Massimo Madarena

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 155

��

Il calo s’attesta attorno al 35%, salvo la località diTropea, che ha dichiarato una diminuzione dell’8%

TURISMO

156 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Cinque milioni di euro per Reggio Calabria

La Camera di Com-mercio di ReggioCalabria ha inve-stito dieci milioni di

euro in infrastrutture, turi-smo, finanza e innovazioneper rilanciare l’attività delleimprese e salvaguardare postidi lavoro. Di questi, cinquemilioni saranno destinati allosviluppo della provincia diReggio Calabria e un milioneservirà a sostenere la promo-zione di pacchetti di touroperator locali per incremen-tare gli afflussi turistici nellaprovincia dopo le pesantiflessioni della stagione estivaappena terminata. Lo con-ferma anche Giuseppe No-cera, presidente della sezioneTurismo e spettacolo di Con-findustria Reggio Calabria,secondo il quale «nei mesi digiugno e luglio il calo è statomolto evidente». Per ottenereil finanziamento, i nuovi pac-chetti turistici dovranno in-cludere il volo aereo conscalo nell’aeroporto dello

Stretto e cinque o sette nottidi pernottamento in strut-ture ricettive provinciali, cosìda regalare nuova linfa allafiliera turistica. «Serve uncambio di rotta perchè sonoormai cinque anni che regi-striamo dei cali turisti sututto il territorio».

Quali interventi si ren-dono prioritari a livello re-gionale?«La Calabria è una regione

di turismo balneare e risentemoltissimo della qualità deitrasporti e delle difficoltàdelle famiglie che si mettonoin viaggio in automobileverso le zone costiere. La Pu-glia non ha subito il pro-blema del trasporto, grazie auna rete autostradale scorre-vole. Non è un caso che unaparte dei turisti che prima siriversavano in Calabria, oggiscelgono proprio la Puglia».

In cinque anni il flusso turistico nel Reggino è calato del 10%: «L’Anas deve ammettere

le proprie responsabilità» dichiara Giuseppe Nocera, che auspica lo sblocco dei fondi Por

per essere competitivi sul Mediterraneo e l’attuazione di un progetto di riqualificazione

Elisa Fiocchi

Giuseppe Nocera

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 157

Chi è responsabile delmal funzionamento dei col-legamenti?«Sono ormai dieci anni chel’Anas prevede lavori d’am-modernamento della Sa-lerno-Reggio Calabria. I ri-tardi hanno provocato uncalo del 10% dei flussi turi-stici sul territorio negli ul-timi cinque anni. Finora,nessuno ha giudicato la graveresponsabilità dell’Anas edella classe politica, nessunoha chiesto i danni economiciricaduti sul territorio. A talproposito, stiamo valutandoun’azione collettiva per chia-mare in causa propriol’Anas».

Quali risorse saranno in-dirizzate ai trasporti?«I trasporti rappresentanoper noi una battaglia priori-taria. Tuttavia, non ci sonoprogetti nuovi, nonostante lenumerose lamentele, e purele denunce sembrano nontrovare ascolto tanto che or-

mai la situazione è diventatainsostenibile. Sono stati can-cellati 25 treni e ci ritro-viamo momentaneamenteisolati dal resto del Paese.Fortunatamente in Parla-mento qualcosa si sta muo-vendo».

A livello di servizi turi-stici cosa va migliorato?«In Calabria l’offerta di postiletto è di circa 200mila unità,con un’occupazione mediapiuttosto bassa; è per questoche non chiediamo nuovestrutture ricettive sul territo-rio ma, come già in atto, unariqualificazione di tutta l’of-ferta esistente. Il bando del2011 comprende risorse li-mitate, con un 20% diaziende ammesse al finanzia-mento. Noi chiediamo chesia fatto uno scorrimentodella graduatoria e infine,che siano sbloccati i fondiPor così da poterci misurarecon i mercati del nord Africae del Mediterraneo».

I ritardi dell’Anas nei lavori sull’autostradaSalerno-Reggio Calabriahanno provocato un calo del 10% dei flussi turistici sul territorio

158 • DOSSIER • CALABRIA 2012

In un periodo di forteinstabilità economicacome quello attuale oc-corre senz’altro concen-

trarsi sul potenziale che il no-stro paese può ancoraesprimere per superare l’em-passe e guardare al futurocon ottimismo. In questosenso, il ruolo che il com-parto turistico è destinato arivestire nel futuro del paeseè sicuramente fondamentale.Tocca all’abilità degli opera-tori turistici, alla lungimi-ranza degli imprenditori delsettore e alla determinazionedelle forze che muovono l’in-tero settore, riuscire a tra-sformare questo potenziale inopportunità di crescita con-crete. In Italia sono tante leimprese approdate al busi-

ness turistico per effetto diuna naturale ‘diversifica-zione’ delle proprie attività. IlGruppo Pugliese, ad esem-pio, nasce nel 1966 come im-presa edile, cavalcando l’ondadi un boom economico cheportò, in quegli anni, adun’impennata nella richiestadi costruzione di strade, au-tostrade, grandi opere edili estrutture ricettive. Fu cosìche qualche anno dopo, nel1975, il fondatore delgruppo Tommaso Pugliese, sidedica alla costruzione diuna struttura ricettiva aSanta Maria di Ricadi cheoggi è leader nel settore turi-stico-ricettivo della regione.Ne parliamo con un respon-sabile del settore industrialedel gruppo, l’ingegner Do-menico Pontoriero.

Il fatto di avere un’attivitàdiversificata con aziendeimpegnate in diversi settori,quale valore aggiunto harappresentato per il vostrogruppo? «La diversificazione dell’atti-vità rappresenta senz’altro unvantaggio, specie in una zonacome la nostra. La storiaparla chiaro: il boom edilizio

La Calabria punta sul turismoUn settore in crescita che nonostante le difficoltà del momento lascia presagire ampi margini

di sviluppo economico e occupazionale per la regione. Domenico Pontoriero

ne spiega le prospettive

Erika Facciolla

L’ingegner

Domenico Pontoriero

responsabile

del settore industriale

del Gruppo Pugliese

[email protected]

degli anni Sessanta ha gene-rato degli utili da reinvestirenel settore alberghiero ecambiato l’imprenditoria cheda contadina è diventata pre-valentemente turistica. Oggi,in un momento di forte con-trazione economica, è il set-tore alberghiero a dover sup-portare quello industriale».

Qual è, secondo la suaesperienza, lo stato di sa-lute del settore edile e delleristrutturazioni? «Il settore sta vivendo unafase di stallo, di cui non siintravede l’uscita. La zona diCapo Vaticano necessita dimiglioramenti qualitativi,ma prevedere uno sviluppoquantitativo con la costru-zione di nuove strutture èdifficile. Inoltre, e lo affermosenza entrare nel merito, lapolitica attuale tende a pre-servare le aree vergini dellacosta vibonese».

Su quali aspetti avetepuntato per tenere il passodel mercato negli ultimianni? «Essenzialmente sulla qua-lità. Nel settore alberghieroquesta politica si è tradottain un miglioramento delle

TURISMO

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 159

Domenico Pontoriero

strutture e in un sostanzialeaumento della qualità deiservizi. Così come nel set-tore industriale. I processi dicertificazione del prodotto edel processo produttivohanno consentito alla Pu-gliese Building di allinearsi aciò che richiedono le normesulle costruzioni riguardo ilcalcestruzzo».

È possibile fare una sortadi bilancio e delineare leprospettive per l’anno ap-pena cominciato? «Il settore edile ha un fattu-rano di circa un milionel’anno e l’obiettivo è cercaredi mantenere questi livelliper garantire la continuitàdell’attività aziendale e di-versificare quanto più possi-bile i servizi in maniera oriz-zontale. Il settoreturistico-ricettivo ha un fat-turato di circa tre milionil’anno e prevediamo un au-

❝ ~Il settore turistico-ricettivo ha un fatturato di circa tre milioni l’annoe prevediamo un aumento con l’attivazione del nostro ultimo hotel

mento con l’attivazione delnostro ultimo hotel».

Ma qual è l’andamentodel settore in Calabria? «Dal 2000 al 2007 si è regi-strato un tasso di variazionemedio annuo delle presenzeturistiche del 4,8% e untasso di variazione assolutodel 39%. Nel 2008 si è in-terrotta questa serie favore-vole, con una contrazionedelle presenze dell’1,9% edegli arrivi del 2%. La fles-sione è avvenuta soprattuttonei mesi di alta stagionementre durante la bassa sta-gione si è registrato un in-cremento medio delle pre-senze dell’1%. Tale aumentoè dovuto in gran parte aduna nuova tendenza che po-trebbe segnare il passo versola destagionalizzazione».

Vuol dire che la crisi ha,tutto sommato, influitopoco sull’economia turi-

stica regionale? «Diciamo che la crisi non ciha risparmiati, seppure contassi decisamente inferiori ri-spetto al resto del Paese e inun tempo più dilatato. Tuttociò è indice di un mercatosolido, fatto di piccole e me-die imprese che riescono amantenere determinati stan-dard anche in periodo di re-cessione».

Che peso ha avuto, fi-nora, il ruolo della Calabriain chiave nazionale? «La Calabria è la regione tu-ristica del Mezzogiorno chenel periodo 2000-2007 ha re-gistrato le migliori perfor-mance. Sono infatti presentitutte le tipologie di turismo:c’è il mare, l’arte, la cultura ela storia, le terme e il benes-sere, la montagna, i parchi el’ambiente. Ogni forma diturismo rappresenta una nic-chia di mercato ben definita». › ›

160 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Le ultime stime parlanodi cifre sempre più impor-tanti nell’economia regio-nale. Quali sono i trend aconferma di queste analisi? «Nello scenario economicodella Calabria il compartoturistico assume un rilievo diprimaria importanza: la ne-cessità di offrire prodottisempre più sofisticati e com-plessi, hanno incentivato glioperatori ad accelerare il pro-cesso di adeguamento delleproprie strutture turistiche alfine di migliorare la compe-titività dell’offerta, salva-guardando però le tradizionie la cultura locale».

Tutto questo lascia bensperare anche dal punto divista occupazionale.«Il turismo è tra le attivitàeconomiche a maggiore po-tenziale per crescita e postidi lavoro e nei prossimi annil’importanza del turismo nel-l’economia continuerà ad au-mentare: gli scenari delineatilasciano intravedere le op-portunità di sviluppo perl’economia calabrese con-nesse al turismo».

Come ha influito la dif-fusione di internet nellascelta delle vacanze? «La diffusione di internet haportato ad un aumento dellaquota di indipendent travel-ler rispetto al turismo orga-nizzato, soprattutto nellecittà d’arte e di affari. Diconseguenza si è diffuso unasorta di turismo self-made,sempre più affidabile espesso ai margini del mer-

cato perché utilizza strutturericettive di recente diffu-sione, quali B&B o apparta-menti privati».

Cosa comporta questatendenza in termini di com-petitività? «La concorrenza sarà semprepiù di carattere globale per-ché attraverso internet qual-siasi struttura ricettiva puòcompetere con le altre. Sa-ranno pertanto la qualitàglobale del servizio e il valorecomplessivo dell’esperienzavissuta nel viaggio a deli-neare le dinamiche del fattu-rato turistico».

Quali sono gli investi-menti su cui vi concentre-

rete nel 2012? «Il nostro gruppo è un can-tiere sempre aperto. Manu-tenzioni ordinarie o straor-dinarie che siano, si possonoconsiderare un investimentoin quanto elevano la qualitàdell’offerta. Vogliamo e pos-siamo continuare ad essereleader in un settore che, adoggi, sembra l’unico chepossa dare garanzie. Il 2012inoltre sarà l’anno in cui con-cluderemo l’investimento perla costruzione del nuovo al-bergo “Le Grotte Resort”.Sarà un gioiello che arric-chirà ancor di più l’offerta ainostri clienti, vecchi enuovi».

TURISMO

› ›

168 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Lotta alla ’ndrangheta eall’arretratezza economica e culturale Arresto di latitanti, operazioni di portata

internazionale. Sono alcuni dei risultati

conseguiti nella lotta alla criminalità

organizzata a Reggio Calabria. Ma restano

diverse problematiche sul campo,

come spiega il prefetto Luigi Varratta

Francesca Druidi

mico, secondo una configurazione di tipo ver-ticistico - acclarata dalle più recenti acquisi-zioni investigative - che ne esprime la dimen-sione unitaria e un forte radicamento nelleregioni del nord Italia, oltre che in numerosipaesi stranieri. L’attività investigativa ha docu-mentato come tale modello organizzativo siastato esteso anche a Lombardia, Liguria e Pie-monte e all’estero, in Svizzera e Germania, tra-mite la costituzione dei cosiddetti “locali” e,nel caso di una loro particolare concentrazione,anche di altri organismi assimilabili ai manda-menti, come in Lombardia e Liguria».

Cosa si rileva, in particolare, per il contestoreggino?«Risultano importanti le incrinature aperte nel-

Sarà realizzata nel comprensorio di SanFerdinando una tendopoli destinataad accogliere circa 300 lavoratori ex-tracomunitari presenti nella piana di

Gioia Tauro. Lo annuncia il prefetto di ReggioCalabria, Luigi Varratta. Ma l’accoglienza deibraccianti stranieri non è che una delle tema-tiche in materia di ordine e di sicurezza che ilterritorio è chiamato ad affrontare. Al centro,c’è sempre l’azione di contrasto all’ndrangheta:«Sono stati conseguiti importanti risultati sottoil profilo investigativo – assicura Varratta – cheaprono degli squarci nel sipario che ha a lungoavvolto le connivenze tra la criminalità orga-nizzata, imprenditori senza scrupoli e funzio-nari infedeli dello Stato».

Qual è la situazione riguardo al manteni-mento dell’ordine e della sicurezza?«L’azione dello Stato per contrastare e debellarela ‘ndrangheta ha conseguito negli ultimi annirisultati di straordinario livello, consentendo lacattura di numerosi suoi esponenti di spicco,oltre che la confisca di ingenti disponibilitàpatrimoniali. La pericolosità delle ‘ndrine ri-mane, tuttavia, alta per il perverso rapporto chele lega al territorio e al tessuto socio-econo-

Il Tribunale

di Reggio Calabria

LEGALITÀ

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 169

In alto, il prefetto

di Reggio Calabria

Luigi Varratta.

Luigi Varratta

l’impenetrabilità delle ‘ndrine dalle dichiara-zioni di collaboratori e testimoni di giustizia,che hanno consentito di far luce su alcuni fatticriminosi di rilievo. Tra i fenomeni oggetto diattento e costante monitoraggio da parte dellaPrefettura, rientrano le intimidazioni a danno diamministratori pubblici, magistrati e rappre-sentanti delle forze di Polizia, nonché i tentatividi infiltrazioni ‘ndranghetiste negli enti locali.Quattro sono i Comuni sciolti per infiltrazionemafiosa: Condofuri, Marina di Gioiosa Ionica,Roccaforte del Greco e San Procopio».

Quanto ha inciso il rinforzo ricevuto dalcontingente militare?«Certamente è stato positivo, in quanto ha con-sentito il recupero di risorse delle forze di Poli-

zia, prima impegnate in servizi di vigilanza fissapresso obiettivi sensibili, per destinarle ad altricompiti di istituto. Secondo quanto previstodal decreto interministeriale adottato dal mini-stro dell’Interno, di concerto con quello dellaDifesa il 23 dicembre scorso, l’impiego del con-tingente militare è stato, tra l’altro, prorogatofino al prossimo 31 dicembre. In particolare,nella provincia di Reggio Calabria i militari sor-vegliano sedi giudiziarie e cantieri dell’auto-strada A3 Salerno-Reggio Calabria in base amodalità di impiego che sono state decise insede di riunione tecnica di coordinamento delleforze di Polizia».

Quali sono le più importanti sfide per il2012 sul fronte della lotta alla criminalitàorganizzata?«A fianco dell’incisiva azione repressiva svoltadalla magistratura e dagli organi di Polizia, re-sta ineludibile l’esigenza di proseguire il processodi trasformazione culturale di cui si colgonopositivi segnali nella società civile - anche attra-verso la costituzione di comitati spontanei di cit-tadini - che testimonia una ferma volontà di rea-zione al malaffare in adesione a principi distretta legalità».

Oltre alla criminalità organizzata, qualisono i nodi più critici? «La provincia di Reggio Calabria, come l’interaregione, risente dei pesanti effetti della gravecrisi economica che attanaglia l’Italia. I livelli diproduzione, già drammaticamente bassi, sonoulteriormente calati rispetto agli anni prece-denti, con una significativa, quasi inarrestabile,tendenza al ribasso, una sensibile riduzione de-gli investimenti e una condizione di povertàche va acuendosi, interessando quote semprepiù consistenti della popolazione locale. In par-ticolare, le difficoltà che hanno investito nu-merose aziende private si sono estese alle società � �

170 • DOSSIER • CALABRIA 2012

stranieri che giungono nella piana di GioiaTauro, con la speranza di trovare occasioni di la-voro in concomitanza dell’avvio della campagnaagrumicola. Tale aspettativa è peraltro frustratadalla grave crisi che investe il settore agricolo -un tempo trainante per l’economia locale - chenon offre ormai alle imprese sufficienti marginidi redditività, a causa dei bassi prezzi di com-mercializzazione dei prodotti. Gli extracomu-nitari finiscono, quindi, per trovarsi senza lavorosistemandosi all’interno di fabbricati abbando-nati in condizioni igienico-sanitarie del tuttoprecarie. Ciò determina inevitabili tensioni conla popolazione locale che, nel recente passato,hanno, come è noto, dato anche luogo a gravidisordini. Per prevenire il ripetersi di fenomenidi violenza è stato istituito, presso la Prefetturadi Reggio Calabria, un tavolo permanente cuipartecipano la Regione Calabria, i Comuni in-teressati e associazioni di volontariato che ope-rano nel settore della tutela dei migranti».

Con quali risultati?«Grazie a tale attività e al supporto dato dal Mi-nistero dell’Interno, è stato possibile realizzarefin dall’anno scorso una struttura di accoglienzanel territorio di Rosarno, mentre a giorni entreràin funzione una tendopoli nel limitrofo Co-mune di San Ferdinando. Le due strutturehanno una capienza complessiva di circa 400posti. Si tratta di interventi volti a fronteggiarel’emergenza cui si devono affiancare - per unapiù completa soluzione della problematica -l’adozione, nel medio periodo, di politiche disostegno del settore agricolo e di promozionedell’integrazione dei cittadini stranieri».

partecipate da enti locali, che soffrono di forticriticità di cassa e stentano a mantenere ade-guati standard di servizi. Si profila, quindi, ilpericolo di un collasso generalizzato del si-stema, di cui le crescenti criticità sociali e le cor-relate tensioni sotto il profilo dell’ordine pub-blico sono un significativo indicatore. A ciò siaccompagna la preoccupazione che la crimi-nalità organizzata possa approfittare dellacongiuntura negativa per infiltrare ulterior-mente il tessuto economico, sfruttando an-che le difficoltà di accesso al mercato delcredito con cui debbono costantemente con-frontarsi le imprese».

Per quanto riguarda la presenza di consi-stenti aggregazioni di lavoratori extracomu-nitari a Rosarno, ci sono novità?«La questione si traduce nell’esigenza di assi-curare adeguate condizioni di accoglienza agli

LEGALITÀ

C’è l’esigenza diassicurare adeguatecondizioni di accoglienzaagli stranieri che giungononella piana di Gioia Tauro

� �

RIABILITAZIONE

178 • DOSSIER • CALABRIA 2012

Le imprese sanitarie calabresi devonofare fronte, ormai da anni, ai ben notidissesti finanziari del Sistema Sanita-rio Regionale. In particolare, risulta

essere sempre più complessa, per le cliniche eper le case di cura private, la sfida di una ge-stione equilibrata. Garantire un servizio me-dico efficiente, nonostante i tagli alla spesa pub-blica, sta ridefinendo le politiche delle struttureaccreditate. Quel che è certo è che il territorionecessita di maggiori integrazioni tra pubblicoe privato. Un punto su cui insiste anche Fran-cesca Previti, amministratore di Villa Serena, laCasa di Cura Polispecialistica Privata, gestita daCa.Gi. Spa, attiva a Catanzaro sin dal 1960.

La sanità calabrese è stata colpita da diversi“scossoni” nel corso del 2011. Quale bilanciopuò trarre dall’attività della vostra struttura?«Il bilancio che posso trarre dall’anno appenatrascorso può considerarsi, tutto sommato, po-sitivo. È sicuramente da evidenziare il fattoche l’attività è stata interessata da un rallenta-mento della produzione, dovuto alle azioni dicontenimento della spesa sanitaria poste in es-sere dalla Regione Calabria. Il piano di rientro,del resto, ha i suoi effetti».

La spesa diminuisce e i cittadini temonoun abbassamento della qualità dei servizierogati.«Nel nostro caso questo non si è verificato.Anzi, devo dire che sotto il profilo qualitativo siè potuto registrare un alto tasso di fidelizza-zione dell’utenza e ciò ha consentito di mante-nere in equilibrio l’attività, anche in una con-giuntura economica sfavorevole».

Dunque nessuna defaillance?«Nessuna. La mission resta ben definita. Il no-stro compito è quello di privilegiare la soddi-

sfazione degli stakeholder, di qualunque naturaessi siano. Dobbiamo prestare attenzione siaalla corretta esecuzione delle prestazioni, sia al-l’attività ricettiva. In effetti il costante perse-guimento di questi obiettivi e la conseguente fi-delizzazione dell’utenza ha impedito di farciperdere la rotta. E questo è da ritenersi un ri-sultato più che significativo, considerando perdi più la condizione attuale alquanto sfavorevoledella nostra regione».

Quali sono i problemi principali chelei riscontra?

Francesca Previti,

amministratore unico

della Casa di Cura

Polispecialistica Privata

Villa Serena

di Catanzaro

ww.cagi.it

Nonostante il difficile quadro finanziario della sanità

calabrese, Villa Serena continua a investire sullo

sviluppo dei suoi servizi, ponendosi come eccellenza

a partire dall’ambito ortopedico. E per il futuro punta

su una maggiore integrazione con le altre imprese del

settore. La parola a Francesca Previti

Carlo Sergi

Cresce il ruolo dei privatinella sanità regionale

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 179

Francesca Previti

«Dal 2009 la Calabria è in piano di rientro. Ciòha comportato notevoli tagli di natura finan-ziaria, non correlati a una diminuzione della do-manda da parte dell’utenza, che, pertanto, an-che nel privato accreditato spesso non trovarisposta adeguata ai bisogni di cure. Inoltre,l’erogazione dei corrispettivi pattuiti subiscenotevoli ritardi, sempre a causa delle proble-matiche finanziarie. Questa circostanza rap-presenta un forte ostacolo alla gestione dellestrutture sanitarie private accreditate».

Nonostante i gap che lei sottolinea, noncrede che realtà come la vostra potrebberofare la differenza e sostenere la ripresa del si-stema sanitario calabrese?«Nel panorama sanitario regionale, in generale,le strutture private possono efficacemente in-tegrarsi con quelle pubbliche, interagendo in

via complementare in mododa fornire le prestazioni che sirendono necessarie. Il tutto inrelazione ai vari piani azien-dali elaborati e seguendo gliindirizzi di politica sanitaria

dettati dal Piano Sanitario Nazionale».Dunque una maggiore logica di “rete”.

Nel vostro caso quali politiche avete attuato?«Per fare un esempio, la struttura da me am-ministrata esegue prestazioni di chirurgia or-topedica d’elezione, cioè non in urgenza: vapertanto a integrare un servizio che è carentesul territorio, sia a causa dei costi più elevatinel pubblico, sia a causa delle molteplici pre-stazioni con carattere di urgenza, che ognigiorno interessano i presidi pubblici con rela-tive liste d’attesa molto lunghe e notevole di-sagi per l’utenza».

A tal proposito, la vostra struttura si di-stingue proprio per il suo livello nell’am-bito della chirurgia ortopedica. Nel 2011avete anche investito in nuovi progetti ine-renti al reparto, quali risultati si stanno ot- › ›

❝~

La partecipazione a una reted’impresa riveste un’importanzafondamentale

tenendo?«Il 2011 è stato un anno importante. Ten-tiamo costantemente di migliorare le nostreperformance. Attualmente si stanno svilup-pando, in rete d’impresa, progetti riguardantii trapianti autologhi di condrociti, ciò al fine direndere meno invasive le procedure chirurgicherelative a lesioni cartilaginee. Inoltre, al fine dicreare minori disagi e sofferenze ai pazienti, sipone sempre maggiore attenzione e investi-mento ai materiali utilizzati per la chirurgiaprotesica. Questo è importante anche al fine diridurre eventi avversi, quali, tra gli altri, aller-gie alle protesi da materiale eterologo e mag-giore durata nel tempo».

Villa Serena è anche riabilitazione.«Il nostro percorso prevede, da parte della strut-tura, il prendersi in carico l’intero iter del pazienteortopedico, sino alla sua completa riabilitazione.Si comincia con la diagnosi per poi passare al-l’intervento e, infine, alla riabilitazione intensivae ambulatoriale. Trovo importante il proporcicome unico punto di riferimento, è un vantag-gio per il paziente e garantisce una prestazionemigliore da parte della clinica».

Quali interventi sarebbero utili al fine diintegrare maggiormente i vostri servizi sulterritorio?«Per avere una migliore integrazione nel tes-

suto sanitario regionale, occorrerebbe preli-minarmente agire dalla base. Intanto an-drebbe istituito un centro di prenotazioneunico integrato, o comunque esternalizzaregruppi di prestazioni che hanno lunghe listed’attesa, con creazioni di partnership pub-blico-privato e la condivisione dei sistemi digestione. Ma questi sono solo alcuni esempi,le soluzioni attuabili sono molte. Nell’am-bito delle cliniche private, poi, la remunera-zione con il sistema del budget ci sembra unabuona via da seguire, a patto che la sommastanziata risponda a quelle che sono le realiesigenze sanitarie del territorio. Queste vannocalcolate seguendo studi seri e verifiche og-gettive e realistiche sul numero di prestazionirichieste, in base alla popolazione e alle sueesigenze».

Chi si rivolge, soprattutto, alla vostracasa di cura?«Secondo le ultime stime, a Villa Serena si ri-volgono in larga parte pazienti over sessanta,provenienti da tutta la regione. Il 70% circa daCatanzaro e provincia, il 13% dal crotonese, il7% da Vibo Valentia, il 6% dal cosentino e ilresto da Reggio Calabria. Principalmente, lerichieste sono connesse a problematiche relativeall’ortopedia d’elezione e alla riabilitazione in-tensiva in campo osteo articolare».

Cosa c’è in agenda per il2012 della società?«I nostri prossimi investimenti sonolegati agli obiettivi che ci siamo pro-posti e di cui accennavo poc’anzi.Abbiamo in atto una profonda rior-ganizzazione aziendale, al terminedella quale la casa di cura avrà unaconnotazione gestionale estrema-mente specializzata, dedicandosi so-prattutto alla diagnosi e alla curadelle patologie ortopediche e trau-matologiche in ricovero, nonchéquelle dell'apparato locomotore ingenere, per la fase riabilitativa. In ef-fetti, già allo stato attuale, il carat-tere plurispecialistico della strutturaconsente continui scambi di parerie consulti tra i medici delle varie

› ›

Momenti

di riabilitazione

e intervento chirurgico

all’interno

della Casa di Cura

RIABILITAZIONE

180 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 181

branche, sia prima che durante i cicli di terapia». Proseguirete anche sulla linea delle reti

d’impresa?«Certamente, trovo che questa sia la logica daperseguire. La partecipazione della nostra strut-tura a una rete d’impresa riveste un’importanzafondamentale. Ci permetterà, infatti, di usu-fruire della dotazione tecnologica e del knowhow degli altri operatori, sia accademici cheimprenditoriali del settore, per la realizzazionedi progetti innovativi. La nostra più grandesfida resta quella di portare a compimento la no-stra missione aziendale, anche e soprattutto neitempi difficili che ora stiamo vivendo. Siamoben consapevoli, al di là della logica d’impresa,del nostro ruolo sul tessuto sociale cittadino».

In generale prevede un impegno maggioreda parte dei privati?«A nostro giudizio, il lavoro delle cliniche pri-vate è indispensabile a sostegno della SanitàPubblica Regionale e la nostra azienda, in que-sto senso, sta puntando a una sempre maggiorespecializzazione, intesa come forma di integra-zione con il Servizio Sanitario Regionale».

❝ ~Il lavoro delle cliniche private è indispensabilea sostegno della Sanità Pubblica Regionale

Francesca Previti

A Villa Serena giungono pazienti dall’interoterritorio calabrese, e non solo. Negli ultimi anniha delineato la sua predilezione per lo sviluppo deisistemi diagnostici, chirurgici e riabilitativi inambito ortopedico. La Casa di CuraPolispecialistica Privata mette a disposizione ditutti i cittadini assistiti dal SSN la propria strutturadipartimentale, grazie all'accreditamento delleattività chirurgiche, ortopediche, mediche eriabilitative. Opera sia in regime di ricoveroordinario, che in day surgery e day hospital.Situata nel centro della città di Catanzaro e dotatadi 98 posti letto, ospita al suo interno diverseunità: chirurgia generale, medicina generale,ortopedia, riabilitazione motoria e urologia. Inregime ambulatoriale, offre prestazioni anche inbranche di fisiokinesiterapia, radiologiadiagnostica, tac, rmn, cardiologia, laboratorioanalisi e medicina estetica.

Una realtàpolispecialistica

RIABILITAZIONE

Affrontare la disabilità senza un sup-porto adeguato e professionale puòrendere difficile l’assistenza dei fa-miliari di coloro che ne sono porta-

tori. Per questo motivo esistono strutture chehanno come missione dei piani di riabilita-zione dedicati alle persone affette da disabilitàdi vario grado. In questi centri è possibile av-valersi delle competenze di personale formatoper avere un approccio multidisciplinare, ade-guato a individuare le risposte più corrette alleesigenze individuali, fino a raggiungere dei veri

e proprio servizi di assistenzapersonalizzata. In provincia diCosenza, nella tranquillitàdelle colline di Dipingano, al-l’interno di un complesso mo-nastico del Cinquecento com-pletamente ristrutturato, sorgeil centro di riabilitazioneestensiva Villa San Pio, cir-condato da una corte che spa-zia con lo sguardo per tutta lavallata fino alla città di Co-senza. Federica Sposaro, am-ministratore unico del centrospiega quali sono i servizimessi a disposizione dei pa-zienti. «È possibile, in fun-zione dell’accreditamento re-gionale ottenuto, eseguire

interventi riabilitativi a carattere prevalente-mente ambulatoriale, domiciliare oppure a ci-clo continuativo (con degenza). Il nostro cen-tro di riabilitazione extraospedaliera ha adisposizione trenta posti letto per ricovero ri-volti a pazienti di tutte le fasce d’età, per il trat-tamento postacuto o per patologie croniche edegenerative. Inoltre abbiamo un ambulatorioriabilitativo per prestazioni ambulatoriali, do-tato di palestra, box di riabilitazione fisiotera-pica, trattamenti logoterapici e di neuro psi-comotricità, e forniamo, inoltre, ancheprestazioni riabilitative domiciliari».

Qual è l’idea di assistenza alla quale viispirate nella vostra gestione quotidianadella disabilità?«Ci ispiriamo a un modello di assistenza sa-nitaria a misura d’uomo. Concretamente lorealizziamo attraverso la redazione di unpiano assistenziale individualizzato, capacedi coniugare i risultati clinici con l’umanitàe la competenza. Il modello, che fa riferi-mento a valori e processi condivisi, fa coesi-stere l’adeguatezza delle cure, la personaliz-zazione del servizio e la competenzaprofessionale per offrire risposte efficaci auna domanda di assistenza sempre crescente».

Com’è organizzato il centro dal punto divista operativo?«È caratterizzato da una complessa organiz-zazione strutturale che comprende una plu-

Un modello di cura delle disabilità studiato sulla persona e le sue esigenze

che raggiunge la personalizzazione del servizio. Federica Sposaro spiega come

ha raggiunto l’eccellenza assistenziale il centro per la riabilitazione estensiva che dirige

Manlio Teodoro

Personalizzarel’assistenza riabilitativa

182 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 183

ralità di competenze professionali. Abbiamoindividuato nel concetto di qualità uno stiledi conduzione aziendale orientata esclusi-vamente sull’efficacia e l’efficienza della pre-stazione sanitaria. La professionalizzazionedelle risorse è stata considerata un elementostrategico della politica aziendale, poichéinfluisce direttamente sulla qualità dell’as-sistenza – oltre che sulla soddisfazione del-l’ospite – e contribuisce al miglioramentocontinuo dell’erogazione del servizio riabi-litativo».

Di quali convenzioni e certificazioni sietein possesso?«Villa San Pio è stata accreditata dal diparti-mento salute della Regione Calabria ed è con-trattualizzata con l’azienda sanitaria provin-ciale di Cosenza. Il centro è certificato ai sensidella norma di qualità Uni En Iso 9001:2000,che garantisce un modello organizzativo effi-ciente e un controllo puntuale sulla qualitàdei servizi di assistenza erogati. La struttura èstata completamente ristrutturata nel rispettodelle norme vigenti, anche in tema di tutela

del patrimonio artistico e culturale».Vi siete anche dotati di un manuale di

qualità. Cosa prevede?«Questo descrive e guida il nostro modo dioperare, oltre a rappresentare un valido stru-mento per l’impostazione di strategie azien-dali presenti e future. Consente infatti di de-finire i processi aziendali e le loro interazioni– secondo un approccio per processi –; valu-tare l’efficacia dei corsi interni e dei corsiesterni seguiti dal personale; definire gli obiet-tivi aziendali inerenti all’erogazione del servi-zio; definire per ogni processo aziendale pa-rametri misurabili in rapporto ai valori sogliae agli obiettivi prefissati. La diversa tipologiadi monitoraggio è utile per misurare l’effica-cia e l’efficienza delle prestazioni erogate, poichése dalle risultanze dovesse emergere una diversarispondenza rispetto agli obiettivi prefissati, si po-trà agire tempestivamente mediante una diffe-rente programmazione e, contestualmente, for-nire maggiori strumenti al personale, in modo dapermettere l’effettivo miglioramento dell’orga-nizzazione e delle prestazioni».

Federica Sposaro,

amministratore

unico del centro

di riabilitazione

estensiva Villa San Pio

www.villasanpio.net

Federica Sposaro

❝~

Abbiamo individuato nel concettodi qualità uno stile di conduzioneaziendale orientato all’efficienzadella prestazione sanitaria

184 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CASE DI CURA

«Iproblemi che riguardano il Sudsono strutturali e non di certo ine-renti le professionalità dei singolimedici, l’emigrazione sanitaria è in

gran parte frutto della troppo tardiva aperturadella Facoltà di Medicina nella nostra Regione– afferma Pino Cariati, dirigente amministra-tivo, insieme ad Aldo Rizzuti, a Giancarlo DeRose e Piero Paone, della Casa di Cura di CuraLa Madonnina di Cosenza, il cui direttore Sa-nitario è il dottor Vincenzo James Greco -.Questo ritardo ha di fatto allocato moltissimeprofessionalità calabresi in altre Regioni, perchélo studente calabrese che si laureava in medicinanelle tradizionali sedi universitarie finiva per ri-manere in quelle città o nel circondario, e quel

Cerchiamo di sfatareil binomio Sud-malasanitàTroppo spesso tacciato di malasanità, il Sud è anche terra di eccellenze sanitarie. Ne è un esempio

la Casa di Cura La Madonnina, realtà calabrese all’avanguardia dal punto di vista tecnologico

e professionale. Il punto dei dirigenti della Madonnina

Carlo Gherardini

medico, oggi professionista affermato, è puntodi riferimento per i suoi parenti e amici». Se la preparazione e la competenza dei singoliprofessionisti calabresi è fuori discussione, undiscorso a parte meritano le croniche criticitàdel sistema sanitario meridionale che si dispie-gano nel ritardo nei pagamenti da parte dellaPa, nonché nel vasto contenzioso relativo aprestazioni comunque effettuate, magari in re-gime di assoluta urgenza quando non addirit-tura per salvare una vita. «Tali prestazioni –spiega Pino Cariati - vengono oggi discono-sciute dall’Asp nonostante i contratti firmati al-l’epoca delle prestazioni stesse ne prevedesserola remunerazione con un sistema di abbatti-menti progressivo, sistema che oggi l’Asp di-sconosce e interpreta nel senso di abbattimentototale, dimenticando che le prestazioni effet-tuate debbono comunque essere remunerate al-meno per la parte relativa ai costi sostenuti». Le strutture sanitarie si trovano quindi a doverfare i conti con situazioni evidentemente al-larmanti ma ciononostante quotidianamente siimpegnano per offrire ai pazienti il migliorservizio possibile, alta competenza e modernemetodologie. «Anche se la Calabria risente diun gap inerente il mercato delle nuove tecno-logie, gap fisiologico causato dal posiziona-mento geografico di una Regione che soffre lalontananza dai grandi centri commerciali, dovesi tengono le fiere del settore, la Casa di CuraLa Madonnina continua, nonostante le diffi-

Alcuni interni

della Casa di Cura

“La Madonnina”

di Cosenza

www.madonnina.net

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 185

La Madonnina

coltà, a investire in innovazione tecnologica: ab-biamo ristrutturato completamente il bloccooperatorio - precisa il dottor Vincenzo JamesGreco - che oggi è quanto di più moderno ci siasul mercato, con apparecchiature ai massimi li-velli di tecnologia, tanto da poter essere ag-giornate nei software con interventi a distanza». La sicurezza e la qualità di una realtà come laCasa di Cura “La Madonnina” è confermatadalla certificazione Uni En Iso 9001:2008 dicui è dotata la struttura. La Casa di Cura si pro-pone nel panorama della Sanità italiana comeuna realtà giovane e dinamica, orientata chi-rurgicamente, e offre tutte le attuali tecnologienonché il comfort alberghiero necessario nellamedicina moderna, che privilegia la qualitàdell’assistenza ma anche il rapporto umano tramedico e paziente, un principio che nella Casadi Cura “La Madonnina” è oggetto di partico-lare attenzione. «I nostri medici e tutto il per-sonale hanno verso il paziente un atteggia-mento premuroso e amichevole – sottolinea ildottor Vincenzo James Greco -, ne ascoltano iproblemi, ben consci del fatto che nessuncorpo può essere curato se il paziente non è se-reno e pronto ad accettare e a seguire i consi-gli del medico». Nel dettaglio, le prestazioni sanitarie erogate

dalla Casa di Cura sono: interventi di chirurgiagenerale laparoscopica ed oncologica, inter-venti di chirurgia colon-proctologica, inter-venti di chirurgia ginecologica, interventi dichirurgia vascolare, interventi di chirurgia uro-logica, litotripsia extracorporea, interventi dichirurgia laparoscopica della spalla e del gi-nocchio, ricoveri di medicina generale, lungo-degenza, specialistica ambulatoriale, con labo-ratorio di analisi, radiologia, tac, ecografia,cardiologia e gastroenterologia. Nonostante ledifficoltà quotidiane del settore sanitario, AldoRizzuti è soddisfatto dei risultati raggiunti dalteam della casa di cura: «il nostro obiettivo –conclude – è quello di proseguire nel camminointrapreso, sempre ricordando che la nostramissione consiste nel prodigarci per chiunquesi rivolge a noi con fiducia, una fiducia che dob-biamo sempre e comunque cercare di ripagarenel migliore dei modi».

~

Abbiamo ristrutturato completamenteil blocco operatorio, che oggi è quantodi più moderno ci sia sul mercato,con apparecchiature ai massimilivelli di tecnologia

I reparti ortopedico e urologico rappresentano il fiore all’occhiello

di una struttura sanitaria polispecialistica che è diventata

nel tempo un punto di riferimento

per la popolazione della provincia di Cosenza.

Ne parla Vincenzo Cascini

Nicoletta Bucciarelli

Un servizio sanitariolegato al territorio

186 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 187

«I l grande impegno profuso nello svi-luppo del settore sanitario negli anniè stato proficuo. Oggi la rete ospe-daliera esistente nel territorio cosen-

tino offre certamente risposte importanti ancheper le patologie più gravi. Anche se molto ancorasi deve fare per raggiungere obiettivi sempre piùqualificati e qualificanti soprattutto agli occhi diquell’utenza che cerca risposte fuori dai confiniregionali». Il dottor Vincenzo Cascini introducela Casa di Cura inquadrandola direttamente nelcontesto sanitario della provincia cosentina. «Sesi riesce a guardare la realtà senza preconcetti sipotrà ottenere il meglio in una perfetta sintesi fraoperatori pubblici e privati. Noi ci impegne-remo per migliorare il livello di professionalitàsenza mai scinderlo dall’indispensabile umanità».

La Casa di Cura può contare su 60 annidi operato. Questo anche a dimostrazionedi un grandissimo attaccamento al territo-rio e alla sua popolazione. Che cosa vi haspinto maggiormente in tutti questi annid’attività e cosa vi ha permesso di miglio-rarvi continuamente?«Quando la Casa di Cura è nata non esisteva nes-sun ente pubblico che potesse offrire assistenzasul territorio. La famiglia Cascini in ogni caso eragià presente con un suo rappresentante che svol-geva la funzione di medico condotto e che quindiera a conoscenza delle necessità della popola-zione. La nascita di un presidio sanitario ha datola sicurezza alla gente di sentirsi accudita nelle sueproblematiche di salute. Nel tempo si è andatoquindi stabilendo con la popolazione un rap-

porto di conoscenza e di fiducia».La Casa di Cura Cascini ha al suo interno

differenti reparti con altrettante specialità.Questo permette di effettuare nella stessagiornata esami ed analisi con grosso rispar-mio di tempo e maggiore completezza dia-gnostica?«Certamente la presenza di un grosso numero dispecialisti di diverse branche consente di af-frontare con grande precisione e accuratezza le

problematiche dei singoli pa-zienti con un ampio ventagliodi indagini strumentali edesami ematochimici che sup-portano i sanitari nella defini-zione della patologia da affron-tare, il tutto nel tempo di unoo al massimo due giorni».

Attraverso quali servizi riu-scite a fornire tale operato?«Il primo approccio al pazienteviene espletato da un sanitarioche richiede le principali inda-gini. Si inizia con esami di la-

Vincenzo Cascini

› ›

~

La certificazione di qualità,oltre ad essere obbligatoria per leggeper le strutture sanitarie, significarigore, sicurezza, precisionee controlli continui sullo svolgimentodi tutte le attività

Il dottor Vincenzo

Cascini dirige la Casa

di Cura Cascini

di Belvedere Marittimo

(CS)

www.cascini.net

boratorio di chimica clinica, si passa poi ad in-dagini sul sistema cardiocircolatorio, poi ad in-dagini radiologiche, infine ad indagini strumen-tali invasive e non».

La vostra struttura è stata una delle primead essere certificata in Calabria.«La necessità di essere sempre più accurati e or-dinati nello svolgimento delle attività ha indi-rizzato la dirigenza verso questa scelta. Tale cer-tificazione ha improntato tutte le attività svoltea precisi protocolli che determinano sia la scom-parsa di errori sia la verifica del corretto com-portamento del personale. Il fatto che la Casa diCura si sia certificata, prima che diventasse ob-bligo di legge, rende palese lo spirito con cui siporta avanti negli anni questa attività. La certi-ficazione di qualità, oltre ad essere obbligatoriaper legge per le strutture sanitarie, significa ri-gore, sicurezza, precisione e controlli continuisullo svolgimento di tutte le attività. I servizisono affidati a personale sanitario specialisticoin continuo aggiornamento e che presta il suooperato con dedizione e responsabilità. I conti-

nui incontri fra tutti i sanitariconsente di scambiare opinionie raggiungere gli obiettivi conampie visioni plurispecialisti-che. Indispensabile poi l’usodei macchinari di cui la clinicaè dotata».

Ogni quanto è necessarioaggiornare questi macchi-nari per permettere un’effi-cienza completa?«L’aggiornamento deve esserecontinuo su tutta la strumen-tazione. A tale fine la Casa diCura ha stabilito da oltre unventennio un contratto di ma-nutenzione con un ente qua-lificato in macchinari sanitariche è la Siemens Italia, cheoffe assistenza sia nelle ripara-zioni che nelle sostituzioni».

Tra i reparti che spiccanoall’interno della strutturaci sono sicuramente il re-parto ortopedico e quello

urologico. «Il fulcro assistenziale gravita sulla qualità deglioperatori sanitari che svolgono la loro attività insala operatoria. I continui aggiornamenti delletecniche usate e l’esperienza, fatta dai grossi nu-meri delle casistiche operatorie, consentono diraggiungere ottimi risultati. La professionalitàdel personale paramedico, consolidata con annidi attività, è certamente vincente nella cura delpaziente soprattutto perché affiancata da unagrande dose di umanità».

Un vantaggio per tutte quelle persone cheerano costrette a “emigrare” fuori regioneper avere un’assistenza adeguata.«Essere curati vicino casa offre certamente grossivantaggi sia per la continuità del rapporto con isanitari curanti sia per la più facile conoscenza framedico e paziente. Essere un individuo piuttostoche un numero è cosa fondamentale per ottenerebuoni risultati in medicina. I pazienti che si ri-volgono alla casa di cura possono contare per labranca ortopedica su interventi di alta comples-sità quali sostituzioni protesiche sia di anca, gi-nocchio e spalla e su tutti gli interventi endo-scopico ortopedici. Per la branca urologicavengono effettuati dalle più semplici litotomieurinarie ai più complessi interventi per tutte lepatologie neoplastiche urinarie».

La vostra Casa di cura è all’avanguardiaanche per quello che riguarda il reparto gi-necologico. Quali servizi offrite?«Per la sfera genitourinaria femminile si effettuatutto lo screening antitumorale, diagnosi e curadi tutte le patologie benigne, lo studio e il trat-tamento di disfunzioni endocrine, trattamentochirurgico delle patologie tumorali maligne einfine, per il settore uro ginecologico, studio etrattamenti medico e chirurgico delle disfun-zioni urinarie».

Tra le varie specializzazioni della strutturac’è anche la chirurgia oncologica. Sotto que-sto punto di vista quali sono gli esami e lecure che possono essere effettuati all’internodella casa di cura?«Per le patologie oncologiche si effettuano tuttele indagini di laboratorio, le valutazioni radiolo-giche, endoscopiche, ecografiche, bioptiche diuso corrente finalizzate alla preparazione all’in-

› ›

188 • DOSSIER • CALABRIA 2012

CASE DI CURA

CALABRIA 2012 • DOSSIER • 189

tervento necessario per il caso in questione. Perla terapia medica oncologica lo specialista onco-logo della struttura fa riferimento a reparti spe-cialistici della zona esistenti nel pubblico».

Umanità e tecnologia. In che modo ven-gono coniugate queste due componenti an-che a seguito della nascita dell’associazionedi volontariato?«Partendo del presupposto che la clinica vive sulterritorio da 60 anni è facile intuire che almenoil 50% della popolazione ha avuto contatti neltempo con la struttura. Questi contatti, per lo piùpositivi, hanno determinato nella gente la con-sapevolezza di un punto stabile di riferimento av-valorato dal fatto che ben tre generazioni di me-dici Cascini hanno operato ed operano nellastruttura. Di molti si conosce la storia famigliare,la situazione di vita, l’attività di lavoro e le pos-sibilità economiche. Nasce quindi spontanea lanecessità di stabilire un contatto con coloro che,

anche al di là della specifica malattia, hanno bi-sogno di sostegno, di indirizzo, di consiglio, diaiuto per affrontare problemi che possono essereinsormontabili per il singolo individuo».

Dal punto di vista tecnologico quali sonole ultime novità che può vantare la struttura?«Le tecnologie richiedono continuo adegua-mento. Al momento la clinica è dotata di unasuper TAC a 64 slice ad altissima definizioneper indagini su tutti i distretti del corpoumano,un mammografo computerizzato di ul-timissima generazione, due catene endoscopi-che sia diagnostiche che operative, video endo-scopia digestiva capsulare, diversi ecografi perogni specialità presente, un litotritore in Eswlper le calcolosi urinarie, un laser chirurgico e perconcludere la casa di cura dispone di un attrez-zatissimo laboratorio di analisi che effettua pra-ticamente tutti le indagini ematochimiche ebiologiche in tempi brevissimi».

❝~

Partendo del presupposto che la clinica vive sul territorioda 60 anni è facile intuire che almeno il 50% dellapopolazione ha avuto contatti nel tempo con la struttura

Vincenzo Cascini