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“SAPIENZA- UNIVERSITADI ROMA FACOLTADI ECONOMIA DIPARTIMENTO DI MANAGEMENT DOTTORATO DI RICERCA IN “GESTIONE BANCARIA E FINANZIARIATESI DI DOTTORATO XXIV CICLO L’EVOLUZIONE DEGLI STRUMENTI DI PAGAMENTO IN ITALIA: CONCORRENZA E STRATEGIE COMPETITIVE NEL SETTORE DELLE CARTE DI CREDITO DOTT. CORRADO LO CASCIO

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“SAPIENZA” - UNIVERSITA’ DI ROMA

FACOLTA’ DI ECONOMIA

DIPARTIMENTO DI MANAGEMENT

DOTTORATO DI RICERCA IN

“GESTIONE BANCARIA E FINANZIARIA”

TESI DI DOTTORATO

XXIV CICLO

L’EVOLUZIONE DEGLI STRUMENTI DI PAGAMENTO IN ITALIA:

CONCORRENZA E STRATEGIE COMPETITIVE NEL SETTORE DELLE

CARTE DI CREDITO

DOTT. CORRADO LO CASCIO

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a chi ha contribuito direttamente ed indirettamente,

a chi non ha bisogno di ringraziamenti espliciti per sentirsi importante per me,

a chi non c’è più, ma ha lasciato grinta, sapienza e saggezza,

a chi mi ha supportato psicologicamente in questo lungo processo di ricerca,

ai miei genitori,

a Maria Conchita.

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Sommario

Sommario ............................................................................................................................... 3

Abstract .................................................................................................................................. 5

Introduzione ........................................................................................................................... 6

1. Aspetti chiave del sistema e caratteristiche degli strumenti di pagamento .................... 9

1.1. Pagamenti e sistema dei pagamenti ......................................................................... 9

1.2. Il ciclo di vita di un pagamento ............................................................................. 11

1.3. Alcune classificazioni delle tipologie di pagamento ............................................. 12

1.4. I diversi strumenti di pagamento ........................................................................... 13

1.5. Le reti di comunicazione ....................................................................................... 21

1.6. I circuiti di pagamento .......................................................................................... 28

1.7. Le nuove frontiere degli strumenti di pagamento ................................................. 32

2. Tra normativa e letteratura: concorrenza nel mercato delle carte di pagamento .......... 37

2.1. Il quadro normativo attuale ................................................................................... 38

2.1.1 L’impatto della PSD sugli operatori della monetica ......................................... 44

2.1.2. L’impatto della EMD sugli operatori della Monetica ....................................... 47

2.2. Il punto di vista della letteratura ............................................................................ 52

3. L’evoluzione degli strumenti di pagamento a livello globale ed in Italia: un’analisi

empirica ............................................................................................................................... 67

3.1. Data-set ................................................................................................................. 67

3.1.1. Data-set – 1 .............................................................................................................. 67

3.1.2. Data-set – 2 .............................................................................................................. 70

3.2. Metodologia .......................................................................................................... 78

3.2.1. Metodologia data-set – 1 .......................................................................................... 79

3.2.2. Metodologia data-set – 2 .......................................................................................... 79

3.3. Risultati data set – 1 .............................................................................................. 81

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3.3.1. Le carte di pagamento .............................................................................................. 81

3.3.2. Gli altri strumenti di pagamento............................................................................. 100

3.4. Risultati data-set – 2 ............................................................................................ 116

3.5. Conclusioni analisi empiriche ............................................................................. 118

4. Conclusioni ................................................................................................................. 121

Allegati ............................................................................................................................... 124

Bibliografia ........................................................................................................................ 138

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Abstract

Il lavoro riflette sulle motivazioni per le quali l’uso degli strumenti di pagamento

alternativi al contante è, in alcuni Paesi, ancora limitato. In particolare, si osserva la

dinamica evolutiva dei mezzi di pagamento, in termini di valori transati e propensione

all’utilizzo, in un campione di ventuno Stati. Lo studio si focalizza soprattutto sul caso

Italia, dove è evidente che gli strumenti di pagamento alternativi al contante sono meno

utilizzati rispetto a diversi altri Paesi analizzati. In questo contesto, è stata studiata l’offerta

delle carte di credito, la quale è risultata poco rispondente alle esigenze della clientela. A

seguito di ciò si ritiene che il mercato delle carte di pagamento in Italia sia potenzialmente

aggredibile dai nuovi operatori oramai abilitati dalla regolamentazione.

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Introduzione

Differentemente da altri casi Europei e dagli Stati Uniti d’America, in Italia l'uso del

contante resta ancora molto elevato. Secondo i dati di Banca d’Italia (BdI, 2011), nel 2010

sono state effettuate circa settanta operazioni annue pro capite con strumenti di pagamento

alternativi al contante (carte, assegni, bonifici e addebiti diretti): la metà di quanto

registrato in media nei paesi dell'Unione Europea. Per comprendere la rilevanza del

fenomeno si consideri ad esempio che, nel 2009, circa un terzo del numero delle

transazioni effettuate dai consumatori negli USA sono state effettuate con carta di credito

(FED, 2010). In Italia, sempre nello stesso periodo le operazioni con carta di credito

rappresentano circa il quindici percento del totale delle transazioni effettuate non in

contante (BdI, 2011). Ritenendo che tale fenomeno non possa essere imputato

esclusivamente a ragioni di tipo storico, nel presente lavoro si è indagato sulle motivazioni

per le quali l'uso del contante in Italia è ancora molto elevato e perché i vari strumenti di

pagamento alternativi abbiano un peso decisamente limitato. Si è voluto perciò riflettere su

quali siano le ragioni storiche, tecniche e strutturali che differenziano il Paese e che hanno

generato tale situazione. La risposta a tale quesito permetterà di comprendere se in Italia il

mercato degli strumenti di pagamento:

‐ ha basse potenzialità di sviluppo, lasciando poco spazio ai nuovi soggetti entranti e alla

definizione di nuove strategie degli attuali operatori (ancora quasi esclusivamente

banche e poste a causa delle vecchie ingenti barriere all’entrata);

‐ è dotato di ampie potenzialità di sviluppo sia per i soggetti attualmente operanti, sia per

quelli entranti, qualora si modifichino certe condizioni di tipo strutturale e tecnico;

‐ ha ampie potenzialità di sviluppo solo per i nuovi soggetti operanti che non siano perciò

intermediari bancari incardinati nel complesso e rigido sistema regolamentare che li

condiziona.

A tal fine, si intende studiare, non solo l'evoluzione storica del mercato degli strumenti di

pagamento, ma dare delle indicazioni sulla probabile configurazione dell'assetto futuro

dello stesso e sugli interventi da effettuare. Inoltre, si vuole contribuire ad arricchire la

letteratura di un argomento sempre più rilevante ed attuale visti i numerosi interventi di

carattere normativo in atto e vista la progressiva ridefinizione della composizione degli

operatori del mercato.

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Alla luce di ciò, il primo passo intrapreso nella ricerca è stato quello di studiare i diversi

sistemi di pagamento dei Paesi più industrializzati, individuando le caratteristiche degli

strumenti utilizzati ed il loro peso all'interno dei singoli sistemi nazionali. Da questa analisi

preliminare è emersa la conferma che, in Italia, il livello di utilizzo degli strumenti di

pagamento alternativi al contante è tutt'altro che elevato rispetto a quello di molti altri

Paesi. Nel secondo capitolo il focus è stato indirizzato sulle caratteristiche salienti del

contesto regolamentare, quale elemento determinante per lo studio del sistema e degli

strumenti di pagamento dei diversi Paesi indagati. In tale frangente, è emerso come il

nuovo contesto regolamentare abbia disegnato nuovamente la struttura dei competitors. Ad

esempio, ora, intermediari di natura commerciale e non bancaria possono operare nel

mercato degli strumenti di pagamento, rendendo, di fatto, maggiormente veritiera l'ipotesi

di ampi margini di miglioramento in termini di concorrenza. Inoltre, è stato rilevato come,

in Italia, l'introduzione di specifiche disposizioni regolamentari sia stata un’azione volta a

rilanciare la concorrenza e lo sviluppo del sistema dei pagamenti. Sempre nel secondo

capitolo si è focalizzata l’attenzione su un altro aspetto che ha determinato l’evoluzione e

la diversa configurazione strutturale dei diversi Paesi presi in considerazione: le

commissioni imposte dai circuiti, le interchange fees. In particolare, come ampiamente

analizzato attraverso la letteratura presente in materia, si è rilevato come tali commissioni

abbiano avuto un effetto sia sulle strategie di prezzo degli strumenti di pagamento che sul

livello di concorrenzialità del mercato. In particolar modo è emerso il caso australiano,

dove l’abbattimento delle interchange fees sugli esercenti ha reso maggiormente

trasparente il mercato delle carte di pagamento ed ha portato effetti positivi sull’intero

sistema dei pagamenti.

Posti a fattor comune, nei primi due capitoli, gli aspetti appena enunciati, sia dal punto di

vista concettuale, sia tecnico che della letteratura, il terzo capitolo mette in luce

l'evoluzione dei mezzi di pagamento in diversi Paesi nell’arco temporale tra il 2005 ed il

2010. Lo studio ha prodotto un’analisi comparata dei diversi Paesi, in termini di volumi

transati e propensione all’utilizzo dei diversi strumenti di pagamento, al fine di evidenziare

le analogie e le differenze tra uno Stato e l’altro. Pertanto, si è proceduto attraverso

un’analisi empirica condotta su un campione di ventuno Stati Sovrani, incrociando i dati

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forniti dalla Banca dei Regolamenti Internazionali e dal Penn World Table1. In particolar

modo, lo studio si è soffermato sull’analisi delle carte di credito in Italia, in termini di

propensione all’utilizzo e qualità dell’offerta erogata. Per questo motivo è stata condotta

una indagine per individuare le caratteristiche dei prodotti del mercato delle carte di

credito. Sono stati utilizzati materiale informativo e interviste telefoniche per costruire un

data-set contenente la totalità delle carte di credito offerte dagli intermediari di matrice

bancaria. L’analisi del data-set, composto da settantaquattro carte, ha permesso di

individuare il grado di differenziazione dell’offerta in funzione della tipologia di clientela.

In particolare, l’elaborazione è stata condotta attraverso una metodologia, qui presentata

per la prima volta, che ha l’ambizione di dare una valutazione quantitativa anche a delle

variabili qualitative. I risultati così ottenuti hanno dimostrato che tutti i vincoli posti a

priori hanno condotto ad una struttura dell’offerta delle carte di credito poco accurata e

rispondente alle esigenze della clientela. L’impressione è che il mercato delle carte di

credito emesse in Italia sia potenzialmente aggredibile dai nuovi operatori non bancari se

quelli attuali non saranno in grado di sfruttare i loro vantaggi competitivi derivanti

dall’esperienza e dalla penetrazione commerciale.

1 Il Penn World Table è il centro per la comparazione internazionale dei prezzi e del potere di acquisto delle della Università della Pennsylvania.

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1. Aspetti chiave del sistema e caratteristiche degli strumenti

di pagamento

Il capitolo intende individuare i principali elementi chiave del sistema dei pagamenti,

ponendo l’attenzione su quelli che sono i mezzi utilizzati alternativi al contante. In

particolare, si evidenzia come, per ragioni storiche, il sistema ed i mezzi di pagamento

sono più sviluppati nei Paesi anglosassoni. Ad esempio, si rileva che essendo state

utilizzate per la prima volta negli USA, le carte di credito hanno avuto una vasta diffusione

negli stati nord americani ben prima di essere esportate nel resto del globo.

Sempre nel presente capitolo si analizza il processo di pagamento evidenziando il ruolo

determinante che il sistema bancario continua a svolgere nel sistema dei pagamenti. Si

analizzano, inoltre, tutti quegli strumenti di pagamento che possono essere erogati anche da

intermediari non bancari. Si fa riferimento in questo caso a carte prepagate e a mobile

payments, prodotti svincolati dall'apertura di un conto bancario, che stanno favorendo

l'inclusione finanziaria di più ampie fasce di popolazione.

1.1. PAGAMENTI E SISTEMA DEI PAGAMENTI

In ogni economia, un gran numero di transazioni avvengono ogni giorno in seguito

all’iniziativa di una vasta gamma di operatori economici. Tutto il processo transattivo, che

coinvolga l'acquisizione di beni, di attività finanziarie o di servizi (purché non si tratti di

baratto), fa riferimento a due componenti imprescindibili ai fini del regolamento:

- la consegna del bene o servizio

- il trasferimento di fondi, ovvero il pagamento in contanti (banconote e monete) o

attraverso la movimentazione dei depositi bancari (fondi in conti presso banche).

Un pagamento è quindi un trasferimento di fondi che estingue un debito di una parte nei

confronti di un beneficiario che è il destinatario finale dei fondi.

Un sistema di pagamento ben progettato contribuisce al corretto funzionamento dei mercati

e aiuta ad eliminare frizioni nelle transazioni di qualsiasi genere. Non vi è dubbio che se il

costo di una transazione supera i benefici attesi dallo “scambio”, i servizi commerciali, le

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attività o prodotti potrebbero non essere scambiati. La disponibilità di poter utilizzare

meccanismi di pagamento affidabili e sicuri per il trasferimento di fondi è dunque una

conditio sine qua non per la maggioranza delle interazioni.

Nel suo senso più ristretto, il termine "sistema di pagamento" è talvolta usato come un

sinonimo di "sistema di trasferimento di fondi interbancari". Tuttavia, in senso più

generale, il termine si riferisce al set completo di strumenti, intermediari, regole,

procedure, processi e sistemi interbancari di trasferimento fondi che facilitano la

circolazione di denaro in uno Stato o in zona valutaria. In questo senso, un sistema di

pagamento risulta composto da tre elementi principali:

1. strumenti di pagamento, che sono il mezzo per inoltrare ed autorizzare il

pagamento (ovvero il mezzo attraverso il quale il debitore dà la sua autorizzazione

alla banca per trasferire i fondi o il mezzo attraverso il quale il beneficiario dà alla

sua banca istruzioni per raccogliere i fondi dal pagatore);

2. elaborazione (inclusa eventuale compensazione), che prevede che le istruzioni per

il pagamento siano acquisite e scambiate tra le banche;

3. regolamento del pagamento per le banche interessate (cioè la banca dell'ordinante

deve effettuare una compensazione con la banca del beneficiario, sia bilateralmente

o attraverso conti che entrambe le banche detengono con un terzo operatore atto al

regolamento delle transazioni).

Il sistema di pagamento è composto anche delle istituzioni che forniscono conti di

pagamento, strumenti e servizi alla clientela (inclusi i consumatori, imprese e

amministrazioni pubbliche), nonché sulle organizzazioni che offrono servizi di pagamento,

compensazione e regolamento (come ad esempio i sistemi di trasferimento di fondi

interbancari). Non si può prescindere neanche da accordi di mercato, quali convenzioni e

contratti per la determinazione del prezzo di produzione, dell'utilizzo di diversi strumenti e

di servizi, né da accordi volti alla cooperazione all'interno del settore con altre parti

interessate.

Infine, un’ulteriore componente di un sistema di pagamento è una solida base giuridica.

Sono incluse leggi, norme, regole e procedure stabilite dal legislatore, tribunali, autorità di

vigilanza, i gestori dei sistemi e banche centrali.

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1.2. IL CICLO DI VITA DI UN PAGAMENTO

Se si dovesse frammentare il ciclo di vita per un pagamento non effettuato con moneta

legale potremmo rintracciare le seguenti fasi:

1. Scelta dello strumento ed effettuazione della istruzione di pagamento: a seconda

dello strumento prescelto, il debitore o il beneficiario presentano un ordine di

pagamento alle proprie banche. I pagamenti, che oramai sono istruiti quasi

esclusivamente elettronicamente, sono effettuati attraverso l’uso di formati

standard: ad esempio il numero di conto bancario del beneficiario e il Bank

Identifier Code (BIC) della banca del destinatario. Questo rende possibile per le

banche elaborare i pagamenti senza intervento manuale utilizzando lo straight-

through processing2 (STP).

2. Elaborazione interna della banca: la banca che effettua l’invio, verifica e autentica

lo strumento di pagamento al fine di stabilire la sua validità giuridica e tecnica,

effettua il controllo sulla disponibilità di fondi (o eventuali scoperti di conto),

apporta le dovute modifiche alle voci necessarie nel sistema contabile della banca

(ad esempio addebito di un conto del pagatore nel caso di un bonifico) e prepara le

istruzioni per la compensazione e ed il regolamento della transazione.

3. L'elaborazione dei pagamenti interbancari: questa fase include la trasmissione, la

riconciliazione, l'ordinamento e, in alcuni casi. la conferma degli ordini di

trasferimento prima del regolamento e della liquidazione delle posizioni nette. Il

processo interbancario dei pagamenti può avvenire attraverso banche

corrispondenti (in uno scambio bilaterale o trilaterale di messaggi) o attraverso

accordi multilaterali - cioè i sistemi di pagamento.

4. Regolamento interbancario del pagamento: in questa fase l’attività viene trasferita

dalla banca che invia alla banca ricevente, e il trasferimento interbancario diventa

irrevocabile ed incondizionato (cioè finale). Anche in questo caso, le attività

possono essere regolate su base bilaterale o multilaterale con un agente di

regolamento.

2 Per straight-through processing si intende la trasmissione, tramite reti telematiche, di messaggi elettronici standardizzati relativi a transazioni di pagamento la cui elaborazione non richiede alcun intervento manuale o correzione.

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5. Elaborazione interna della banca: la banca ricevente effettua l’accredito sul conto

del destinatario.

6. Informazione e comunicazione: la ricevuta di pagamento è comunicata al

beneficiario tramite l'estratto conto successivo all'accredito sul suo conto.

1.3. ALCUNE CLASSIFICAZIONI DELLE TIPOLOGIE DI PAGAMENTO

Le modalità di classificazione delle tipologie di pagamento possono seguire diversi criteri.

In particolare, i pagamenti possono essere classificati sulla base dei diversi tipi di soggetti

coinvolti. In questo caso si distinguono pagamenti all’ingrosso e pagamenti tra istituzioni

non finanziarie. I primi, avvengono tra istituzioni finanziarie, e solitamente sono di elevato

valore. Inoltre, sono comunemente time-critical, cioè hanno bisogno di essere compensati e

regolati in un particolare giorno e a volte anche all'interno di una particolare fascia oraria.

La loro quota del numero totale dei pagamenti è relativamente piccola, ma a causa della

loro alto valore, il loro corretto regolamento rappresenta una condizione essenziale per la

stabilità del sistema finanziario nel suo complesso. Per quanto attiene invece ai pagamenti

tra imprese non finanziarie, cioè quelli che riguardano ad esempio la compravendita di

immobili, società non finanziarie o enti governativi, vengono normalmente classificati

come pagamenti al dettaglio. Di solito ne esistono un gran numero in un determinato arco

temporale, ma questi sono valori medi notevolmente più bassi rispetto ai pagamenti

all'ingrosso a parità di periodo di riferimento. Inoltre, di solito, le modalità di

compensazione e regolamento non avvengono allo stesso modo. In ogni caso, in alcuni

Stati i pagamenti al dettaglio e all’ingrosso sono compensati e regolati in sistemi progettati

per entrambe le tipologie.

Oltre alle due categorie citate, a volte, si fa riferimento anche ai c.d. pagamenti

commerciali. Si tratta di pagamenti generati dalle aziende, che a seconda delle dimensioni,

del tipo di società, del tipo di sottostante alla transazione commerciale, possono talvolta

avere valori abbastanza grandi. Diverse grandi società internazionali (large companies)

tendono a generare transazioni che ricordano di gran lunga i pagamenti all'ingrosso più che

quelli al dettaglio.

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Altra modalità di classificazione fa riferimento al numero dei soggetti coinvolti in una

specifica transazione. In una transazione one to one, un ordinante trasferisce fondi ad un

singolo beneficiario. Nelle operazioni one to many, un ordinante trasferisce fondi a favore

di beneficiari diversi con una prestazione unica. Questi sono tipicamente trasferimenti da

imprese o governi ai privati - per esempio stipendi e previdenza sociale. Tali transazioni

sono anche dette "pagamenti di massa" e sono generalmente compensati e regolati in batch

(gruppo).

Terza modalità della classificazione per numero di soggetti è la transazione many to one. Si

tratta di un trasferimento di fondi da parte di molti contribuenti ad un singolo beneficiario,

di solito su iniziativa del beneficiario. Questi sono in genere i trasferimenti da privati e

famiglie alle imprese o ai governi, come nel caso delle imposte.

Un ulteriore distinzione è necessaria nell’ambito del contesto del commercio

internazionale. Si fa infatti riferimento a clean payments e documentary payments. Nei

primi, tutti i documenti di trasporto e altri documenti rilevanti per il commercio sono

scambiati direttamente tra i partner commerciali. Così, da un punto di vista relativo ai

processi bancari, gli strumenti di pagamento generalmente utilizzati possono essere

adoperati normalmente al fine di trasferire fondi tra i due. Nei documentary payments, gli

operatori commerciali internazionali affidano la gestione del commercio ed i relativi

documenti alle banche. In particolare l'esportatore ha incaricato la sua banca di rilasciare i

documenti all'importatore, e quest’ultimo ha dato mandato alla sua di effettuare il

pagamento all'esportatore. In questo modo, sia l'esportatore che riceve il pagamento per le

merci vendute, che l'importatore che riceve e paga per la merci ordinate, risultano garantiti

mediante l’esecuzione interbancaria della transazione. Tutto ciò avviene mediante l'utilizzo

di strumenti documentari come le lettere di credito o garanzie bancarie.

1.4. I DIVERSI STRUMENTI DI PAGAMENTO

Uno strumento di pagamento è un mezzo o un insieme di procedure che consentano il

trasferimento dei fondi da colui che paga al beneficiario. Esistono una pletora di diversi

strumenti di pagamento, ognuno con le proprie caratteristiche a seconda del tipo di

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relazione e transazione tra il debitore e il beneficiario. La distinzione più comune è tra

pagamenti cash e non-cash.

I primi, detti anche pagamenti in contanti (vale a dire pagamenti realizzati con banconote e

monete) sono associati ad operazioni che implicano la presenza fisica delle controparti e

generalmente sono di modesto valore. Se tra le parti non sussiste uno scambio di

informazioni sulla loro identità, un pagamento in contanti è detto "anonimo". Detta

modalità di pagamento è un trasferimento immediato e definitivo di valore, ed il

destinatario può immediatamente utilizzare il denaro ricevuto per ulteriori pagamenti.

Nella maggior parte dei Paesi, la legislazione o i regolamenti prevedono che le banconote e

le monete siano accettate come pagamento per tutti i tipi di operazione, a conferma dello

stato di corso legale. Normalmente ulteriori misure di identificazione non sono richieste

per le operazioni di cassa, con l'eccezione delle transazioni oltre un certo limite di valore

che assumono rilevanza ai fini delle leggi o regolamentazioni attinenti al contrasto del

riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.

I pagamenti non-cash, al contrario, comportano il trasferimento di fondi tra conti. Un

pagamento non in contanti è quindi il mezzo attraverso il quale un debitore dà

l'autorizzazione alla banca al trasferimento di fondi o un beneficiario dà istruzioni alla sua

banca per accettare fondi da un debitore. I conti della due parti possono essere tenuti con

una sola banca o da due banche diverse.

Gli strumenti di pagamento diversi dal contante possono essere ulteriormente classificati in

base ai seguenti criteri:

1. Alla forma fisica (strumenti cartacei o elettronici): le istruzioni di pagamento

tradizionalmente erano in forma cartacea, ma oggi sono sempre di più quelle in

formato elettronico.

2. Al soggetto che ha presentato lo strumento di pagamento per la lavorazione

(strumenti di credito o debito): se l’istruzione è presentata per l'elaborazione alla

banca da parte del soggetto che deve effettuare il pagamento si tratta di strumenti

credit push (cfr. Figura 1.1), in caso contrario si fa riferimento a strumenti debit

pull (cfr. Figura 1.2). I principali strumenti di credit push sono i bonifici. I

principali strumenti invece di debit pull sono gli addebiti diretti, i pagamenti con

carta e gli assegni.

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Fig. 1.1 – Transazione con strumento credit push

Fonte: elaborazione propria su BCE

Fig. 1.2 – Transazione con strumento debit pull

Fonte: elaborazione propria su BCE

Pagante Ricevente

Banca Banca

1

2

3

4

0

1234

0Istruzione di pagamentoTrasmissione dello strumento di pagamento alla banca del riceventeTrasferimento di fondi dal conto del pagante al riceventeInformazioni sul pagamento

Fatturazione

4

Pagante Ricevente

Banca Banca

2

3

4

5

1

2345

1Istruzione di accredito pagamentoTrasmissione dello strumento di pagamento alla banca del paganteTrasferimento di fondi dal conto del pagante al riceventeInformazioni sul pagamento

Autorizzazione di addebito sul conto del pagante

5

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Altra modalità per effettuare pagamenti è la moneta elettronica, che equivale ad un credito

nei confronti di un emittente che è memorizzato su un dispositivo elettronico ed è accettato

come mezzo di pagamento da imprese diverse dall'emittente (contrariamente agli strumenti

prepagati mono scopo, cioè quando l'emittente e colui che accetta il pagamento sono la

stessa entità). La moneta elettronica può essere basata su hardware (cioè memorizzato su

un dispositivo, tipicamente una carta) o basata su un software (cioè i dati relativi al valore

caricato o concesso sono memorizzati su un computer server). La moneta elettronica può

essere considerato come un mezzo di regolamento piuttosto che uno strumento di

pagamento, in quanto sia l’alimentazione che il rimborso della moneta elettronica possono

essere effettuati utilizzando una delle principali forme di pagamento: trasferimenti in

contanti, carte di pagamento, bonifici, addebiti diretti e assegni.

Gli strumenti più comunemente utilizzati per il pagamento senza contanti sono le carte di

pagamento, i bonifici, addebiti diretti e gli assegni (cfr. Figura 1.3).

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addebito diretto, la banca del pagatore non è obbligata ad onorare il pagamento e deve

restituire invece la notifica di impagato al beneficiario. Anche gli addebiti diretti sono

generalmente istruiti e trattati in forma elettronica.

Un altro mezzo il cui utilizzo è altamente diffuso sono le carte di pagamento. Queste sono

dispositivi di accesso che possono essere utilizzati dai titolari per pagare beni e servizi, sia

presso il punto vendita (point of sale – POS), sia in remoto (transazioni con carta non

presente), sia per prelevare denaro presso gli sportelli automatici (automated teller

machines – ATM). Di solito, ad oggi, la funzione di pagamento e la funzione di cassa sono

combinati in una singola scheda. Le carte sono utilizzate per autorizzare un addebito sul

conto del titolare o per attingere ad una linea di credito concessa al titolare della carta da

parte dell'emittente la carta stessa.

Le più comuni forme di carte di pagamento sono quelle di debito, di credito e le carte

charge. Le carte di debito sono collegate ad un conto bancario e permettono ai titolari di

addebitare gli acquisti o prelievi da distributori automatici direttamente e individualmente

a quel conto. Di conseguenza, quando un titolare utilizza una carta di debito, l'importo è di

solito addebitato sul conto o immediatamente o entro pochi giorni e non sussiste alcun

differimento di pagamento. Le carte di credito forniscono invece ai titolari una linea di

credito e la possibilità di posticipare il pagamento. La dimensione e la durata della linea di

credito sono oggetto di un accordo tra il titolare della carta e l'emittente della stessa.

Generalmente, quando la linea di credito è utilizzata, l’importo da pagare può essere:

- rimborsato interamente alla fine di una scadenza prefissata;

- rimborsato parzialmente, con dilazione del saldo residuo cui vengono applicati gli

interessi.

Le carte chage consentono al titolare della carta di rinviare il pagamento, ma l'importo

residuo deve essere interamente versato al termine di una periodo specificato.

Sia con le carte di credito che con le charge, è l'emittente della carta di pagamento che si

assume il rischio di credito dovuto alla dilazione temporale. Conseguentemente, un

commerciante o un proprietario di un ATM sarà pagato per intero, anche se il titolare della

carta usa una linea di credito.

Altra tipologia di carte di pagamento sono le carte prepagate. Queste possono essere

utilizzate o per i pagamenti presso un unico esercizio commerciale o presso una pluralità.

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19

Sono emesse sia da istituti bancari che non, come ad esempio nel caso di carte specifiche

emesse da un particolare esercizio commerciale per l’utilizzo nell’ambito dello stesso.

Altro strumento molto utilizzato in passato, ma tuttora ancora rilevante in alcuni Stati (cfr.

Figura1.3) sono gli assegni. Un assegno è un ordine scritto da una parte (traente), che

richieda ad un'altra (normalmente un istituto di credito), di pagare una determinata somma

a richiesta ad una terza parte. Gli assegni sono molto utilizzati perché hanno il vantaggio di

ritardare l’effettivo pagamento, in quanto solitamente intercorre un determinato periodo di

tempo dal momento della presentazione del titolo al momento del trasferimento di fondi.

Tuttavia, come con tutti gli strumenti basati sul debito, si pone il potenziale problema della

solvibilità del traente, dato che al momento dell'accettazione dell’assegno, il beneficiario

non ha modo di verificare che il traente abbia fondi sufficienti nel suo conto in banca per

coprire il titolo. Gli assegni sono molto popolari in numerosi paesi, come Canada, Francia,

il Regno Unito e Stati Uniti, in quanto possono essere utilizzati in un largo numero di

circostanze. Tuttavia, essendo strumento dove la materialità del titolo risulta

imprescindibile, il processo di regolamento risulta il più costoso degli strumenti di

pagamento non in contanti. Di conseguenza, i fornitori di servizi di pagamento sono alla

ricerca di modi per ridurre i costi attraverso la dematerializzazione del processo di

compensazione e regolamento (come ad esempio il troncamento degli assegni, attraverso

l’elaborazione di un'immagine elettronica), ovvero attraverso la promozione di altri

strumenti di pagamento alternativi quali le carte di pagamento.

Prima di passare alla descrizione degli altri strumenti esistenti, vale la pena notare come

rispetto a molti altri Paesi industrializzati l’Italia non registri un utilizzo dei mezzi

alternativi al contante particolarmente elevato. Come si evince dalla tabella 1.1, per carte di

pagamento, bonifici e addebiti diretti la posizione oscilla tra il tredicesimo posto dei

bonifici ed il sedicesimo delle carte di pagamento. Leggermente meglio se si tratta di

assegni con un nono posto, mentre nessun commento è opportuno fare in merito alle

transazioni con e-money in quanto il campione risulta poco robusto per mancanza di dati.

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Tab. 1.1 – Numero transazioni per abitante con strumenti di pagamento alternativi al

contante nel 2010 nei principali Paesi industrializzati.

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Un altro strumenti più particolare è il money order o money transfer. Si tratta di

un’operazione volta al trasferimento di denaro in remoto. È spesso utilizzata quando il

debitore e/o beneficiario non dispongono di un conto corrente presso una banca. Può essere

utilizzato sia per pagamenti domestici che esteri, sia in moneta locale che in valuta

straniera. In alcuni sistemi, il money order è uno strumento basato sulla materialità del

titolo, mentre in altri, gli ordini vengono trasmessi e trattati come un bonifico elettronico. Il

denaro può essere pagato sia in contanti che non, ma l'ordine è compensato e regolato

elettronicamente. Se il trattario è un'istituzione postale, lo strumento altro non è che un

"vaglia postale".

Ulteriore mezzo di pagamento sono i Travellers 'cheques, titoli cartacei prepagati prodotti

ed emessi in tagli specifici per uso generale nel mondo degli affari e per viaggi personali.

In essi non si specifica alcun beneficiario particolare, non sono trasferibili una volta firmati

e possono essere convertiti in contanti solo dal loro proprietario specificato. Sono

Posizione1 US 211,3 SWE 105,5 GER 106,4 US 74,0 SGP 432,42 CAN 200,9 NLD 95,4 NLD 78,7 FRA 48,3 NLD 10,73 SWE 195,9 SWI 93,5 FRA 52,7 CAN 26,9 BEL 5,64 AUS 172,2 BEL 92,1 UK 51,9 UK 17,9 KOR 3,35 KOR 145,1 GER 71,8 US 37,4 SGP 15,4 ITA 2,06 UK 141,5 AUS 66,7 AUS 30,4 KOR 15,4 SWI 1,9

7 NLD 137,7 UK 54,6 KOR 29,1 AUS 13,0 FRA 0,68 FRA 114,3 KOR 54,3 SWE 28,9 BRA 8,7 RUS 0,69 BEL 97,7 FRA 46,2 BEL 22,5 ITA 5,2 GER 0,5

10 SWI 71,3 BRA 39,9 BRA 22,1 MEX 4,0 BRA 0,211 SAR 44,5 CAN 29,3 CAN 19,1 SAF 1,5 AUS -12 SGP 40,0 US 24,7 SGP 11,3 IND 1,2 CAN -13 GER 32,8 ITA 20,4 SAF 11,2 CHI 0,7 CHI -14 BRA 32,7 RUS 18,4 ITA 9,9 BEL 0,7 HK -15 TUR 29,8 SAF 10,5 SWI 5,7 GER 0,6 IND -16 ITA 25,0 MEX 7,7 RUS 1,0 SAR 0,3 JAP -17 SAF 20,3 SGP 6,8 MEX 0,4 SWI 0,1 MEX -18 MEX 9,3 CHI 0,8 IND 0,1 RUS 0,0 SAR -19 RUS 7,1 IND 0,3 SAR 0,1 HK - SAF -20 IND 4,0 SAR 0,1 CHI - JAP - SWE -21 CHI 3,6 HK - HK - NLD - TUR -22 HK - JAP - JAP - SWE - UK -23 JAP - TUR - TUR - TUR - US -

Carte Bonifici Addebiti diretti Assegni E-money

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generalmente accettati dalle banche, da molti grandi rivenditori, da alberghi e da alcuni

ristoranti.

Altro strumento è l’assegno circolare, il quale altro non è che un assegno emesso da una

banca su se stessa. Possono essere utilizzati dalla banche per i loro scopi ovvero possono

essere acquistati da un cliente e inviati a un beneficiario per adempiere un obbligo di

pagamento. Differiscono dagli assegni personali in quanto il beneficiario non deve

preoccuparsi della solvibilità del debitore e può invece contare sul pagamento certo della

banca del debitore.

Sebbene siano strumenti di credito, anche le lettere di credito e le cambiali sono a volte

considerate strumenti di pagamento, considerando che, in alcune circostanze, possono

essere utilizzate anche per i pagamenti. Una lettera di credito è una promessa da una banca

o altro emittente di effettuare un pagamento ad una terza parte per conto di un cliente sotto

certe condizioni specificate. Sono spesso utilizzate nel commercio internazionale al fine di

mettere a disposizione fondi in un luogo straniero. La cambiale è un ordine scritto da una

parte (traente) ad un altro (trattario) di pagare su richiesta una determinata somma al

traente o ad una terza parte specificata dalla stesso ad una data specificata. Questi sono

ampiamente utilizzate per finanziare il commercio e, quando scontate da un istituto

finanziario, per ottenere credito.

1.5. LE RETI DI COMUNICAZIONE

Nel processo di lavorazione del pagamento, le informazioni devono essere presentate

scambiate e circolare tra i diversi soggetti coinvolti nella catena dei pagamenti: ad esempio

l’invio dell’ordine dal cliente alla banca (gestito da altri intermediari) è processato dalle

altre banche partecipanti al fine di compensare e regolare il pagamento.

Tali informazioni erano, fino a pochissimo tempo fa, scambiate per mezzo di bande

magnetiche che richiedevano la movimentazione manuale. Oggi, tuttavia, le informazioni

sono in genere scambiate elettronicamente, facilitando l'automazione di molte parti del

processo di compensazione e regolamento dei pagamenti.

L'uso delle reti di pagamento contribuisce a garantire che le istituzioni finanziarie siano

collegate con i propri clienti, così come gli altri attori del sistema, al fine del

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perseguimento della minimizzazione dei costi e della massimizzazione dell’efficacia. Tali

reti sono utilizzate per l'avvio e lo svolgimento di operazioni finanziarie, per il

trasferimento di fondi o di informazioni tra un gruppo predefinito di utenti all'interno di un

periodo di tempo concordato. Nella maggior parte dei casi, l'accesso alle reti di

comunicazione è subordinato al soddisfacimento di criteri minimi di ammissibilità. Questo

assicura che i partecipanti ed i fornitori di servizi abbiano standard predefiniti, che

contribuiscano a limitare i rischi finanziari e garantiscano un elevato livello di sicurezza

nella trasmissione dei dati finanziari riservati.

Le transazioni possono essere avviate tramite dispositivi di pagamento interconnessi

posizionati in varie località geografiche diverse. Le istruzioni di pagamento sono poi

trasmessa ai destinatari attraverso le reti di comunicazione secondo i protocolli predefiniti.

Le informazioni inviate tramite una rete di comunicazione possono inoltre essere trasmesse

in tempo reale o ad intervalli periodici. Possono inoltre essere inviate come singola

transazione o più transazioni combinate in un unico file.

Esempi di servizi di pagamento che fanno uso di reti di comunicazione possono essere ad

esempio:

- Servizi ATM: le reti ATM collegano i bancomat di una banca o di un gruppo di

banche, permettendo ai titolari delle carte in questione di usare qualunque

bancomat della rete indipendentemente dalla sua ubicazione.

- Servizi di carte di pagamento: le reti POS collegano i terminali POS e permettono

l’uso delle carte di pagamento per l'acquisto di beni e servizi in varie località.

- Servizi di compensazione e regolamento interbancario: queste reti sono volte ad

assicurare che lo scambio di messaggi finanziari tra le istituzioni finanziarie

partecipanti sia effettuato in modo rapido e sicuro.

In particolare i terminali ATM hanno subito nell’ultimo periodo una crescita non del tutto

trascurabile. D’altro canto, visto l’incremento dell’utilizzo delle carte di pagamento, gli

operatori dal lato dell’offerta hanno ritenuto opportuno intensificare i terminali dedicati

alle stesse. In particolare, escludendo Cina, India e Russia, ove i tassi di crescita sono

decisamente elevati (cfr. tabella 1.2 e 1.3), negli stati europei si registrano incrementi

positivi da un anno all’altro. In Italia, ad esempio, i terminali ATM sono cresciuti nei sei

anni considerati del 5,37% annuo.

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23

Tab. 1.2 – Numero di ATM per ogni mille abitanti tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Tab. 1.3 – Evoluzione numero di ATM per ogni mille abitanti tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 1.17 1.24 1.23 1.26 1.23 1.26BEL 1.29 1.40 1.45 1.44 1.42 1.41BRA 0.80 0.80 0.82 0.84 0.86 0.91CAN 1.63 1.64 1.69 1.74 1.73 1.75CHI N.D. 0.08 0.10 0.13 0.16 0.20FRA 0.76 0.76 0.82 0.83 0.85 0.87GER 0.65 0.65 0.94 0.97 1.01 1.06IND 0.02 0.02 0.03 0.04 0.05 0.06ITA 0.70 0.75 0.82 0.92 0.91 0.86JAP 1.07 1.08 1.08 1.09 1.09 -KOR 1.72 1.79 1.93 2.02 2.08 2.26MEX 0.22 0.25 0.28 0.30 0.32 0.33NLD 0.46 0.50 0.52 0.52 0.51 0.48RUS 0.19 0.28 0.39 0.53 0.62 0.81SAR 0.20 0.25 0.30 0.34 0.37 0.39SGP 0.40 0.41 0.42 0.41 0.43 0.48SWE 0.31 0.31 0.31 0.30 0.36 0.36SWI 0.74 0.76 0.78 0.79 0.80 0.81TUR N.P. N.P. 0.27 0.31 0.33 0.38UK 0.97 1.00 1.04 1.04 1.01 1.01US 1.33 1.32 1.38 1.33 1.38 -

ATM per 1.000 abitanti CAGR

AUS 5.89% -0.57% 1.78% -2.07% 2.08% 0.55%BEL 7.91% 4.22% -0.64% -2.04% -0.43% 2.53%BRA -0.68% 2.66% 2.35% 3.50% 4.68% 1.41%CAN 0.39% 3.01% 2.94% -0.70% 1.21% 6.17%CHI - 25.34% 30.61% 27.65% 25.26% 20.95%FRA -0.74% 8.39% 1.64% 2.42% 1.85% 3.14%GER 1.11% 44.19% 2.72% 4.24% 4.78% 16.24%IND 33.63% 26.62% 23.73% 35.92% 22.19% 22.92%ITA 7.12% 9.29% 12.88% -1.41% -5.96% 5.37%JAP 1.45% 0.08% 0.66% -0.28% - 0.47%KOR 3.71% 8.21% 4.42% 3.14% 8.37% 4.94%MEX 10.94% 13.19% 7.93% 5.31% 5.15% 6.89%NLD 8.81% 4.91% 0.77% -2.24% -7.35% 5.66%RUS 42.73% 39.20% 37.04% 17.08% 31.34% 28.10%SAR 26.82% 20.02% 14.02% 8.22% 5.81% 14.20%SGP 2.13% 2.18% -0.54% 3.42% 12.68% 4.65%SWE -0.31% -0.68% -1.00% 16.91% 0.16% 3.00%SWI 2.53% 2.55% 1.39% 1.17% 1.54% 3.03%TUR - - 15.42% 7.65% 13.85% 6.30%UK 3.15% 4.19% 0.11% -3.32% 0.82% 1.53%US -0.94% 4.10% -3.11% 3.75% - 0.90%

Evoluzione ATM per 1.000 abitanti

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Ragionamento analogo, riguarda i POS. Il trend positivo sembrerebbe simile a quello degli

ATM, almeno per gli stati europei. In Italia, negli anni tra il 2005 ed il 2010 sono stati

registrati sempre tassi positivi. Complessivamente nel 2010 si è giunti a 24,92 POS per

ogni mille abitanti (cfr. Tabella 1.4).

Tab. 1.4 – Numero di POS per ogni mille abitanti tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Il dato non è molto lontano da quello australiano (31,62) che risulta il valore maggiore di

quelli disponibili. Anche la mancanza degli ultimi due dati relativi agli USA non lascia

dubbi rispetto al primato Australiano, in quanto il gap sembrerebbe troppo ingente per

essere colmato nel giro di soli due anni. In ogni caso, considerando stabile l’ultimo valore

rilevato per gli USA, potrebbero sorgere dei quesiti rispetto alle motivazioni per le quali ad

un popolo a cui è attribuito un grande uso delle carte di pagamento, vi sia una densità di

POS lontana da quella di altri Paesi.

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 26.10 27.49 29.77 31.06 31.71 31.62BEL 9.65 10.93 11.47 11.66 12.52 12.66BRA 9.14 13.43 17.42 22.32 24.61 24.95CAN 17.74 18.20 18.34 18.95 21.04 21.35CHI - 0.62 0.90 1.39 1.71 1.84FRA 17.46 18.07 19.54 21.52 21.64 22.06GER 6.91 7.02 6.88 7.22 7.88 8.30IND 0.25 0.29 0.37 0.39 0.41 0.50ITA 17.98 19.98 20.71 22.49 24.41 24.92JAP 10.76 12.13 13.17 13.36 13.52 -KOR - - - - - -MEX 1.95 2.92 3.97 4.20 4.17 4.47NLD 15.46 13.12 13.65 14.22 14.74 15.53RUS 0.98 1.20 1.68 2.35 2.49 3.04SAR 1.91 2.37 2.47 2.81 3.10 2.92SGP 14.00 15.76 15.53 17.34 16.33 19.45SWE 19.56 20.33 20.47 21.18 23.31 21.57SWI 14.69 15.43 16.65 18.20 18.38 19.29TUR 16.64 18.48 20.71 22.96 24.13 24.98UK 16.17 17.38 17.23 17.83 19.08 20.13US 16.95 17.33 17.04 16.98 - -

POS per 1.000 abitanti

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Tab. 1.5 – Evoluzione numero di POS per ogni mille abitanti tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

In ogni caso, al giorno d’oggi, invece di utilizzare connessioni dirette tra due entità

l'elaborazione delle transazioni di pagamento si basa sull'utilizzo di reti di comunicazione

per lo scambio di dati tra più partecipanti o dispositivi. Consentendo la comunicazione tra

più partecipanti, le reti portano ad una serie di vantaggi come ad esempio la riduzione dei

costi per i singoli partecipanti e quindi anche la maggior portata.

Le reti di comunicazione possono essere distinte tra "private" e "pubbliche". Nelle reti di

comunicazione private, i partecipanti interagiscono fra loro tramite un organismo centrale.

L'entità centrale fissa le regole di accesso e le tariffe, nonché specifica gli accordi tecnici,

compresa la selezione del tipo e fornitore della rete di comunicazione che collega i

partecipanti con altre banche partecipanti e gli altri sistemi. Tutti i partecipanti sono noti

sia per l'entità centrale che agli altri partecipanti alla rete. Enti che non hanno accesso

diretto alla rete possono utilizzare i servizi della rete tramite un partecipante, che gestisce

le transazioni per l'entità in questione per suo conto.

CAGRAUS 5.32% 8.29% 4.32% 2.10% -0.28% 3.91%BEL 13.24% 4.97% 1.67% 7.32% 1.15% 5.58%BRA 46.85% 29.76% 28.13% 10.24% 1.38% 22.23%CAN 2.56% 0.82% 3.32% 11.03% 1.43% 3.77%CHI - 43.65% 55.41% 22.59% 7.69% 31.02%FRA 3.54% 8.10% 10.16% 0.53% 1.97% 4.80%GER 1.68% -2.02% 4.94% 9.17% 5.23% 3.73%IND 13.69% 29.47% 4.34% 6.81% 19.76% 14.46%ITA 11.17% 3.63% 8.60% 8.55% 2.08% 6.75%JAP 12.69% 8.56% 1.46% 1.16% - 5.86%KOR - - - - - -MEX 49.51% 35.82% 5.76% -0.65% 7.09% 17.97%NLD -15.09% 4.03% 4.13% 3.64% 5.36% 0.09%RUS 22.94% 39.98% 39.35% 5.99% 22.18% 25.44%SAR 23.84% 4.12% 13.68% 10.45% -5.75% 8.82%SGP 12.56% -1.45% 11.63% -5.78% 19.06% 6.79%SWE 3.92% 0.72% 3.44% 10.08% -7.47% 1.98%SWI 4.99% 7.91% 9.34% 1.00% 4.95% 5.60%TUR - - 10.91% 5.09% 3.51% 6.45%UK 7.50% -0.89% 3.51% 7.00% 5.50% 4.48%US 2.29% -1.69% -0.37% - - 0.06%

POS per 1.000 abitanti

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In una rete pubblica di comunicazione, non esiste invece nessuna entità centralizzata, dal

momento che la connettività e le risorse di rete sono condivise da molte diverse unità

amministrative. Invece, esistono collegamenti diretti e flussi di transazioni bilaterali tra i

singoli partecipanti in peer-to-peer. È anche possibile una partecipazione indiretta tramite

un partecipante diretto. L'uso di Internet Protocol (IP) da parte dei fornitori di reti di

comunicazione per i sistemi di pagamento ha offuscato la distinzione tra questi due tipi di

rete. La tecnologia IP permette la creazione di un'unica connessione IP, sostituendo i

diversi collegamenti fisici tra i partecipanti di un sistema pubblico. Consente inoltre ai

partecipanti di scambiare messaggi bilateralmente attraverso una rete di comunicazione

privata basata sulla tecnologia internet. Allo stesso modo, i partecipanti ad un sistema di

pagamento privato sono collegate all’organismo centrale attraverso un collegamento IP. La

migrazione alla tecnologia IP, per esempio, è stata utilizzata per le reti di comunicazione di

una serie di importanti aziende di carte di pagamento con una diffusione a livello

mondiale, così come il caso della Society for Worldwide Interbank Financial

Telecommunication (SWIFT). La SWIFT è un’impresa cooperativa con sede in Belgio,

controllata dai suoi membri, tra cui banche (incluse le banche centrali nazionali) e altre

istituzioni finanziarie. È uno dei principali fornitori di servizi di messaggistica sicura e di

software di interfaccia per i sistemi di pagamento. SWIFT ha tre compiti principali:

1. la fornitura di servizi di messaging sicuri e del software d'interfaccia;

2. contribuire alla maggiore automazione dei processi di transazione finanziaria;

3. fornire un forum consentendo alle istituzioni finanziarie ad affrontare questioni di

comune preoccupazione nel settore dei servizi di comunicazione finanziaria, come

ad esempio, la problematica della standardizzazione.

Aiutata da una crescita esplosiva nei nuovi servizi di comunicazione (come internet,

alleanze globali dei vettori di comunicazione, la rapida crescita e diffusione dell'uso delle

comunicazioni mobili e la tecnologia satellitare), la gamma dei servizi offerti dalle reti di

comunicazione si è evoluta rapidamente negli ultimi anni. Le tradizionali soluzioni delle

rete di comunicazione sono ora sostituite dai servizi basati sulla tecnologie di criptaggio IP.

Questi servizi offrono oggi maggiori funzionalità di rete, operativa, semplicità e flessibilità

a costi inferiori. Questi rapidi progressi tecnologici hanno, a loro volta, permesso lo

sviluppo di reti di pagamento ampiamente accessibili in aggiunta al sistema o come

estensione del reti esistenti. In particolare, l'introduzione della tecnologia IP ha permesso ai

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fornitori di reti di comunicazione per i sistemi di pagamento, come ad esempio SWIFT, di

estendere l'accesso a nuovi segmenti di mercato attraverso il potenziamento delle capacità

di trasferimento ed elaborazione dei dati. Nel caso di SWIFT, nuove disposizioni sono

state introdotte permettendo ad entità aziendali l'accesso diretto ai propri servizi di

messaggistica per la trasmissione di messaggi tra le aziende e le istituzioni finanziarie

attraverso la sua rete.

Oltre a questi progressi tecnologici, l'introduzione di protocolli standard ha svolto un ruolo

di primo piano nel ridisegnare il sistema delle reti di pagamento. Lo sviluppo di adeguati

standard in materia di sicurezza e della tecnologia ha permesso alle diverse reti dei sistemi

di pagamento di ottenere la compatibilità tra loro, rendendo più facile l’interazione tra di

loro e aumentando in modo significativo l'accessibilità attraverso la formazione di reti

interbancarie.

In ogni caso la questione più critica per le reti di comunicazione dei sistemi di pagamento è

la sicurezza delle informazioni trasferite al loro interno. Al fine di raggiungere un elevato

standard di sicurezza, un sistema di pagamento deve assicurare quanto segue per tutti i dati

scambiati attraverso la sua rete di comunicazione:

- autenticità dei dati: l'autenticazione permette ad un sistema di pagamento di

assicurare che il mittente ed il destinatario dei messaggi sono veramente chi dicono

di essere;

- integrità dei dati: l’integrità nelle reti di comunicazione significa che i destinatari

dei messaggi possono essere certi che le informazioni trasmesse non siano state

manipolate in modo illegale;

- riservatezza dei dati: solo ai partecipanti è consentito di visualizzare le

informazioni scambiate tramite la rete;

- non ripudio dei dati:è un meccanismo per fornire la prova dell'identità del mittente

di un messaggio e l'integrità dello stesso, in modo che il mittente non possa negarne

la presentazione o l'integrità del suo contenuto.

I sistemi di pagamento devono inoltre garantire a solo gli utenti legittimi l'accesso ai dati

trasmessi tramite la rete.

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1.6. I CIRCUITI DI PAGAMENTO

I pagamenti con carta sono una componente importante di un sistema di pagamento

nazionale ed alcuni elementi della loro gestione sono sicuramente decisamente peculiari e

specifici.

Un card scheme (da ora in poi circuito), è un accordo tecnico e commerciale creato per

servire una o più marche di carte di credito che fornisce il quadro organizzativo, legale ed

operativo necessario per il funzionamento dei servizi commercializzati dal marchio. La

necessità di offrire uno strumento di pagamento che sia ritenuto dal pubblico affidabile, fa

si che i diversi attori coinvolti nel processo debbano conformarsi a un insieme comune di

regole. Queste regole sono stabilite dal circuito. In particolare, il circuito

- determina le norme da applicare per i terminali POS e gli ATM;

- decide le responsabilità in caso di frode;

- si occupa di questioni relative alla infrastruttura tecnica.

Tendenzialmente i circuiti sono di proprietà di istituti di credito o associazioni bancarie.

L'emittente della carta (issuer) è l'istituzione finanziaria che rende disponibili le carte di

pagamento ai titolari della carta. Inoltre, un emittente ha il compito di gestire il conto della

carta e può concedere e regolare l’ammontare di credito sulla stessa. Autorizza inoltre le

transazioni sui terminali POS e bancomat e garantisce che l'acquirente riceverà il

pagamento per le transazioni che sono effettuate in conformità alle norme del circuito.

L'acquirente (acquirer) è l'entità che gestisce il rapporto per il commerciante (acceptor)

che accetta i pagamenti con carta di credito su uno o più determinati circuiti. Agendo per

conto del commerciante, inoltra le informazioni generate da una transazione per ulteriori

elaborazioni e assicura che il denaro per i prodotti o i servizi acquistati sia effettivamente

ricevuto. Per le transazioni POS, l'acquirer è l'entità (di solito un istituto di credito) a cui

l’acceptor trasmette le informazioni necessarie al fine di elaborare il pagamento con carta.

Per le transazioni ATM, è l'entità (anche qui generalmente un istituto di credito) che rende

disponibili le banconote per il titolare della carta. Ciò può avvenire direttamente o tramite

l'utilizzo di fornitori terzi.

Esistono due principali modelli di business per i pagamenti con carta: circuiti a tre o

quattro parti. Nei primi, il circuito stesso è responsabile per il rilascio delle carte e

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l'acquisizione delle transazioni. Il circuito a quattro parti, al contrario, si basa su soggetti

separati; normalmente in questo caso sono le banche che sono sia issuer che acquirer.

Il processo relativo ad una transazione con carta può essere suddiviso in quattro fasi:

1. inizializzazione;

2. autenticazione;

3. autorizzazione;

4. compensazione e regolamento.

Nella prima fase, le transazioni con carta possono essere avviate da un terminale, come un

bancomat o un POS, o in remoto, cioè in una modalità che non implica la presenza fisica

della carte al momento della inizializzazione del processo transattivo. Ad esempio si può

trattare di acquisti effettuati via e-mail, telefono o su internet.

Una volta che la transazione è stata avviata, la carta ed il titolare della stessa devono essere

autenticati. L'autenticazione di solito comporta la lettura della banda magnetica o del chip.

Nel caso la transazione avvenga senza la presenza della carte, si ha il controllo del

CVC/CVV2, che rappresenta un codice a tre cifre stampato non in rilievo sul retro della

carta, che sintetizza dati non compresi nella banda magnetica. L'identità del titolare della

carta è di solito verificata attraverso la richiesta di un codice PIN o di una firma.

Una volta che la carta e il titolare della carta sono stati autenticati, si passa alla fase di

autorizzazione. Questa, in alcuni casi, può essere saltata come ad esempio per le

transazioni al di sotto di un certo valore, dove il rischio ricade su colui che accetta la carta.

Salvo queste eccezioni, il terminale invia la richiesta di autorizzazione all’acquirer, o al

servicer dell’acquirer o al circuito. Se l'acquirer e issuer sono lo stesso soggetto, tali

operazioni sono indicate come operazioni on us e la banca acquirer procede con la fase di

autorizzazione. Per le altre operazioni, cioè dove issuer e acquirer non coincidono,

l'autorizzazione può essere ottenuta offline o online. Nelle autorizzazioni offline la richiesta

viene gestita direttamente dal terminale. Nella maggior parte dei casi, tuttavia,

l'autorizzazione è online e la richiesta passa dal terminale all'acquirer. Quest’ultimo può

direttamente autorizzare o rifiutare l'operazione, anche se nella maggior parte dei casi,

passa l'operazione ad un centro di commutazione. Il centro di commutazione trasferisce la

richiesta di autorizzazione e le informazioni sulla transazione all’emittente o ad una

piattaforma di autorizzazione, che può essere il circuito o un terzo fornitore di servizi. Il

processo di autorizzazione di solito comprende la verifica dei dati della carta con l’incrocio

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con un elenco di carte che sono state segnalate come smarrite, rubate, usate in modo

fraudolento o contraffatte, nonché provvede ad un controllo sui saldi e sui limiti giornalieri

e mensili della carta.

Successivamente alla fase di autorizzazione, i dati della transazione sono inoltrati per la

compensazione ed il regolamento. I soggetti che provvedono alla compensazione ed al

regolamento non sono standard e variano da circuito a circuito. Le informazioni sulle

transazioni autorizzate possono essere trasmessa dal terminale POS o dall’ATM al centro

di commutazione e poi all'emittente, o inviate direttamente al soggetto atto alla

compensazione o all'acquirer. Là dove fossero inviate all'acquirer, quest’ultimo estrae le

operazioni on us e di solito a fine giornata invia il resto della alle operazioni autorizzate, in

modalità batch, agli emittenti o direttamente al sistema di compensazione. Il trasferimento

di denaro dal titolare della carta all'emittente e dall’acquirer al commerciante viene

effettuata in rispetto degli accordi contrattuali tra le parti. Mentre il trasferimento di denaro

tra issuer e acquirer avviene secondo le regole del circuito.

I circuiti offrono i loro servizi a due gruppi di utenti. Il primo gruppo è costituito dai

titolari di carta, che usano le loro carte per acquistare beni e servizi. Il secondo gruppo

sono commercianti, che offrono ai propri clienti la possibilità di pagare con carta. Questi

due gruppi di utenti si può dire che costituiscono i due macro soggetti del mercato. In tale

contesto i circuiti fissano i prezzi per titolari ed esercenti al fine di massimizzare le

transazioni ed i profitti aggregati per i soggetti partecipanti al circuito. Pertanto nel

momento della definizione dei prezzi, si deve tener conto della domanda degli esercenti e

della richiesta da parte dei titolari di carte. Si deve anche considerare l'effetto che una

variazione del prezzo su un lato del mercato avrà sull'altra parte del mercato. Per esempio,

un aumento del prezzo della carta, in linea di massima ridurrà la domanda da parte dei

titolari e potrebbe causare un declino della domanda anche da parte degli esercenti.

La struttura dei prezzi dipende dalla sensibilità di ogni lato del mercato alle variazioni dei

prezzi. Il lato con l’elasticità del prezzo rispetto alla domanda più basso accetterà prezzi

più elevati rispetto all’altra parte. Per i pagamenti con le carte, l'elasticità della domanda è

più bassa per gli esercenti che per i titolari di carte. Ciò implica che la domanda per un

determinato circuito da parte dei commercianti sarà meno influenzata dalle variazioni dei

prezzi ed i fornitori di carte potranno permettersi di alzare i prezzi applicati agli esercenti

al fine di massimizzare il profitto. Di fatto, i prezzi per i commercianti potrebbero essere

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quindi superiori ai prezzi per i titolari. Nei circuiti a tre parti, vi è un collegamento diretto

con entrambi i lati del mercato vista l’identità tra issuer e acquirer, e pertanto sussiste una

maggiore libertà nella fissazione dei prezzi per i commercianti e per i titolari delle carte.

Nei circuiti a quattro parti, tuttavia, i due lati del mercato sono serviti da diverse entità, e vi

è la necessità di una meccanismo che consenta di impostare i prezzi su entrambi i soggetti

del mercato al fine di massimizzare il profitto per la totalità degli operatori del circuito.

Sussistono per questo le Interchange Fees, ovvero commissioni interbancarie atte a

svolgere tale funzione. Attraverso le Interchange Fees, i circuiti sono in grado di garantire

che le entrate ottenute dai commercianti siano condivise tra gli issuer e gli acquirer. Ogni

volta che viene effettuato un pagamento con carta, una commissione interbancaria è pagata

dall'acquirer all'emittente. Le Interchange Fees normalmente coprono:

- i costi di processo;

- i costi sostenuti dall'emittente in relazione alla garanzia emessa per il pagamento

(compreso i costi operativi connessi alle frodi);

- i costi connessi ad un periodo di finanziamento gratuito fornito al titolare della

carta.

Le Interchange Fees assumono la forma di una percentuale della transazione sottostante

valore o di un prezzo fisso per ogni pagamento o una combinazione dei due.

Al fine di recuperare i costi e realizzare un profitto, l'acquirer, a sua volta, ricarica le spese

sull’esercente attraverso una commissione detta merchant service commission. Va da se

che le Interchange Fees sono di solito la componente principale della merchant service

commission. Conseguentemente, i commercianti devono anche loro recuperare i costi

sostenuti per l’acquirer e perciò possono aumentare il livello generale dei prezzi o, se sono

autorizzati4, inseriscono un supplemento per i pagamenti con carta se questi risultano più

costosi di altri strumenti di pagamento.

La stessa logica vale per l'uso delle carte abilitate al ritiro di denaro presso gli sportelli

automatici. In questo caso, la Interchange Fees di solito va nella direzione opposta:

dall'emittente al proprietario dell’ATM, che sarà anche l'acquirer.

4 Cfr. capitolo 2.

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32

1.7. LE NUOVE FRONTIERE DEGLI STRUMENTI DI PAGAMENTO

La cornice normativa comunitaria sui Servizi di Pagamento ed il recepimento di questa in

Italia tracciano le linee guida per la definizione di un ecosistema Europeo, all’interno del

quale possono realizzarsi nuove forme di intermediazione dei pagamenti, fra cui si

annoverano quelle in mobilità, nelle diverse declinazioni più comunemente note come:

- Mobile Remote Payment

- Mobile Proximity Payment.

La PSD e la nuova EMD e-Money Directive (cfr. Capitolo 2) dispongono le condizioni per

autorizzare nuovi soggetti non bancari, all’esercizio di un servizio di pagamento nel

mercato armonizzato dalla SEPA. Istituti di Pagamento e Istituti di Moneta Elettronica

possono operare come nuovi intermediari, previa autorizzazione concessa dall’Autorità

competente, in conformità ad un regime prudenziale più semplice rispetto a quello degli

istituti bancari.

A fronte di queste enormi potenzialità, la partita sul Mobile Payment si è appena avviata e

deve ancora essere giocata in modo serio. Il fattore abilitante principale, in particolar modo

per il Mobile Proximity Payment, è rappresentato dalla predisposizione di un adeguato

sistema di offerta. Da una parte è necessario trovare il giusto equilibrio tra i due principali

attori della filiera dei servizi di Mobile Payment – le banche e gli operatori di

telecomunicazioni in primis – sui due punti di maggiore criticità – l’uso del credito

telefonico come strumento di pagamento e la suddivisione dei ricavi da intermediazione.

Dall’altra parte agli operatori del commercio è richiesto un ridisegno importante dei

processi di gestione dei pagamenti, ma non solo, per poter cogliere i benefici del Mobile

Payment. Questo scenario potrebbe certamente mutare ed assumere dinamiche molto più

veloci, “forzando” le naturali inerzie di questi cambiamenti, con l’ingresso nel mercato di

attori del mondo digitale, Apple e Google in primis, che hanno dimostrato di poter

rivoluzionare i nuovi mercati in cui sono entrati. Questo stato di “tensione” caratterizza il

Mobile Payment in tutto il mondo e quindi anche in Italia, Paese in cui l’aspettativa è forse

ancora più alta alla luce della contestuale alta penetrazione dei dispositivi cellulari e della

limitata diffusione ed utilizzo di strumenti di pagamento elettronici.

Il Mobile Payment è un modello di pagamento composito che racchiude in sé diversi

paradigmi, caratterizzati tutti dall’uso del telefono cellulare come principale strumento di

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interazione. Si passa dal pagamento di prossimità in cui il cellulare “emula” una carta di

pagamento (Mobile Proximity Payment), al pagamento di servizi in remoto (a distanza)

tramite Sms o Applicazioni (Mobile Remote Payment), fino, in un’accezione più ampia,

alla gestione dell’intero processo di acquisto e pagamento in remoto (Mobile Commerce) e

al trasferimento di denaro tra utenti o tra utenti e istituti finanziari (Mobile Money

Transfer). Il tratto comune a questi paradigmi è l’uso del telefono cellulare e delle sue

caratteristiche distintive per innovare le modalità di pagamento: l’enorme penetrazione

demografica (oltre 5 miliardi di dispositivi al mondo), la mobilità, l’estrema portabilità e

l’interattività. Tuttavia, le differenze tra i diversi paradigmi sono tali che, al di là di alcune

premesse comuni, eventuali analisi sulla situazione presente, sulle potenzialità e sugli

sviluppi dovrebbero essere affrontate separatamente.

Altro aspetto chiave riguarda la tecnologia e l’assetto competitivo nella filiera, che sono, in

questa fase del Mobile Proximity Payment, fortemente intrecciati.

Dal punto di vista tecnologico, infatti, sebbene uno standard sia stato definito a livello

internazionale da GSMA (GSM Association) ed EPC (European Payment Council) – in

sintesi Secure Element nella SIM, comunicazione Single Wire Protocol, antenna su

telefono – alcuni attori del mercato si sono attivati in modo diverso. Così, mentre Payez

Mobile in Francia e Mobile Shopping in Spagna si apprestano a sperimentare soluzioni in

linea con lo standard, negli USA Visa ha anche sperimentato, in collaborazione con banche

e Telco, una SD card removibile che integra antenna e Secure Element. Da questo punto di

vista, i recenti “rumor” lato tecnologia, che parlavano di NFC embedded nel nuovo iPhone

5, ma con una soluzione di virtualizzazione della SIM (anche se poi smentita), non

favoriscono certamente un fenomeno di convergenza e assestamento. Anche favoriti

dall’effervescenza sul lato tecnologico, si aprono poi diversi scenari in termini di modelli

competitivi, di posizionamento degli attori e di bilanciamento dei flussi e dei ritorni

economici. La domanda chiave a questo proposito ruota attorno all’utilizzo del credito

telefonico per il pagamento, così da non condizionare, almeno in Italia, lo sviluppo del

Mobile Proximity Payment alle dinamiche di penetrazione delle carte di credito. Se

dovessimo trarre esperienza dai casi di successo del Far East, la chiave di volta potrebbe

essere rappresentata dall’esistenza di un attore che sia al tempo stesso operatore finanziario

ed operatore di telefonia; questo percorso è teoricamente ripercorribile anche in Italia, o

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può essere emulato creando della forti partnership tra operatori di telefonia ed istituti

finanziari.

In tale contesto, più precisamente per Mobile Payment si intende generalmente

“l’attivazione di pagamenti o il trasferimento di denaro tramite telefono cellulare”. Il tratto

comune del Mobile Payment è quindi l’uso del telefono cellulare come leva di innovazione

delle modalità di pagamento grazie alle seguenti dinamiche:

1. l’enorme penetrazione demografica, con oltre 5 miliardi di dispositivi al mondo; in

Italia il telefono cellulare raggiunge l’85% della popolazione italiana, con una

penetrazione che è seconda solo a quella della Tv e ben superiore alle connessioni

Internet, che coprono poco più della metà della popolazione italiana;

2. l’evoluzione del device, che diventa sempre più uno strumento interattivo e

multimediale con molteplici potenzialità (1 italiano su 3 ha un telefono

smartphone);

3. le caratteristiche peculiari dello strumento – quali personalizzazione, immediatezza,

mobilità, interattività, localizzazione e comodità – che lo rendono l’unico strumento

“always on” e sempre in tasca.

Nell’accezione data, il Mobile Payment è indipendente dagli strumenti di pagamento

utilizzati e dalle tecnologie di comunicazione adottate e include quindi la possibilità di:

1. addebitare la transazione su qualsiasi strumento di pagamento sottostante (dal

contante ai borsellini virtuali5);

2. utilizzare una rete di comunicazione wireless (Rete Cellulare – GSM, UMTS o

altro – o Bluetooth, RFId), ma anche utilizzare il cellulare come strumento fisico

per attivare il pagamento, ad esempio tramite delle immagini codificate sullo

schermo (come i codici bidimensionali) che identificano univocamente l’utente.

Il Mobile Payment è in realtà un modello composito che racchiude in sè molteplici

paradigmi:

a) Mobile Remote Payment;

b) Mobile Commerce;

c) Mobile Money Transfer;

d) Mobile Proximity Payment.

5 Non è considerato Mobile Payment il semplice utilizzo del credito telefonico per effettuare i pagamenti attraverso altri canali, come ad esempio l’acquisto di un bene digitale su web inserendo semplicemente il numero di cellulare.

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Il Mobile Remote Payment include quei servizi che consentono, anche in remoto, di

attivare il pagamento di un bene o servizio attraverso il telefono cellulare. Questi servizi

utilizzano la rete wireless, sia essa rete Gsm, Umts o altro e sono fruiti tramite varie

piattaforme di interazione: l’invio di un Sms, la navigazione su siti Mobile ottimizzati per

il cellulare (ad esempio .mobi/.mobile.com) o Applicazioni installate su telefono cellulare

(java o altre piattaforme) o sulla Sim (Sim Toolkit Application), la Chiamata a Ivr

(risponditore automatico che guida l’utente nell’attivazione del servizio) e l’invio di Ussd

(Unstructured Supplementary Service Data4).

Mobile Commerce sono invece quei servizi che offrono la possibilità di effettuare

attraverso il telefono cellulare più attività del processo di acquisto (selezione, acquisto,

confronto di prezzi e prodotti, configurazione del prodotto ecc.) – oltre al pagamento del

prodotto / servizio – con un modello simile a quello dell’eCommerce da Pc. Questi servizi

si appoggiano alla rete cellulare (Gsm, Gprs, Umts, Hsdpa, ecc.) e solitamente sono fruiti

tramite Mobile site o Applicazioni (sia installabili sul cellulare sia su Sim).

Il Mobile Money Transfer include quei servizi che consentono il trasferimento di denaro da

persona a persona (person to person) senza che vi sia uno scambio di beni o servizi e sono

spesso legati a trasferimenti tra familiari (ad esempio genitori e figli) o rimesse di denaro

da parte di immigrati ai propri congiunti nei paesi d’origine (in questo caso si parla di

Mobile Remittance). Questi servizi possono utilizzare sia la rete cellulare per trasferimenti

a distanza (ad esempio tramite Sms o Applicazioni) sia tecnologie di prossimità a corto

raggio (ad esempio il Bluetooth).

Il Mobile Proximity Payment comprende i pagamenti elettronici “di prossimità”, ovvero

pagamenti per cui sia necessaria una vicinanza fisica tra l’acquirente ed il venditore del

prodotto/servizio acquistato. Nel Mobile Proximity Payment il cellulare emula un

pagamento tramite carta. In questo caso non ci si appoggia necessariamente alla rete

cellulare (che può però aumentarne l’interattività), ma si fa uso di tecnologie wireless di

comunicazione.

Le tecnologie che permettono ad un dispositivo mobile di trasmettere i dati necessari al

pagamento è fondamentalmente la tecnologia in Radio frequenza in banda 13,56 MHz

(nello specifico si parla di tecnologie NFC5 – Near Field Comunication). Potenzialmente si

potrebbero usare altre tecnologie, ma l’NFC sembra essersi affermato per le sue

caratteristiche che ne garantiscono la sicurezza. Sono considerati Mobile Proximity

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Payment anche quei pagamenti che vengono attivati da codici bidimensionali ad esempio

QR-code e Data Matrix.

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2. Tra normativa e letteratura: concorrenza nel mercato

delle carte di pagamento

Obiettivo del secondo capitolo è quello di studiare il quadro normativo attuale e

prospettico per il mercato delle carte di pagamento, al fine di definire le condizioni per le

quali, in Italia, si è in presenza di un mercato più debole rispetto a quello di molti altri

Paesi industrializzati. In questo frangente, è rilevante l’ampia letteratura anglosassone,

analizzata nella seconda parte del capitolo, la quale permette di spiegare diverse scelte dei

legislatori effettuate o in via di definizione.

In questo capitolo si analizzano alcuni aspetti normativi di rilievo per il mercato europeo

degli strumenti di pagamento. In particolare, si fa riferimento alla realizzazione del

progetto di creazione di un'area unica dei servizi di pagamento al dettaglio: la SEPA;

all’intervento in corso di implementazione del legislatore comunitario che imporrà a tutti

coloro che agiscono nel mercato dei pagamenti, inclusa la Pubblica Amministrazione, di

adattare le procedure interne al nuovo e unico formato previsto per i pagamenti europei. In

questo capitolo sono evidenziati anche alcuni aspetti chiave della Payment Services

Directive (2007/64/CE) e della direttiva sulla moneta elettronica (2009/110/CE). Infatti,

queste direttive impongono una serie di obblighi relativi alle modalità di esecuzione delle

operazioni di pagamento, come i tempi massimi di completamento delle operazioni, la

gestione della valuta, le responsabilità dei prestatori dei servizi e della clientela; esse

inoltre consentono per la prima volta a soggetti aventi anche natura commerciale, come ad

esempio imprese delle telecomunicazioni e la grande distribuzione organizzata, di offrire

servizi di pagamento assumendo la qualifica di Istituti di Pagamento (IP) o Istituti di

moneta elettronica (Imel).

In questo capitolo si affronta anche una ulteriore problematica. Si evidenzia come la lacuna

normativa pressoché generalizzata a livello mondiale sulle interchange fees stabilite dai

gestori dei circuiti abbia alimentato un acceso dibattito in letteratura. Da un lato, una

branca della letteratura sostiene che l’assenza di prescrizioni vincolanti per gli intermediari

sulle interchange fees porti effetti discorsivi sulla concorrenza tra gli emittenti delle carte

di pagamento ed un basso gradi di trasparenza verso i consumatori. Dall’altro, la letteratura

ritiene che le cause del basso livello di concorrenzialità e di trasparenza nel mercato delle

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carte di pagamento, non sia da imputare alle interchange fees; al contrario, una loro

eliminazione porterebbe inevitabilmente un ricarico (surcharge) dell’emittente nei

confronti del cliente, generando potenziali cadute della domanda di strumenti di pagamento

alternativi al contante. In questo capitolo, vedremo come i legislatore australiano, già dal

2003 si sia dissociato da questa ultima visione.

2.1. IL QUADRO NORMATIVO ATTUALE

Negli ultimi quindici anni il sistema dei pagamenti, articolato assetto istituzionale, tecnico-

operativo ed infrastrutturale, che negli stati moderni assicura la promozione della

circolazione della moneta e la fiducia del pubblico nella sua efficacia liberatoria, è stato

interessato da un eccezionale dinamismo, di gran lunga superiore a quello registrato in altri

settori dell’economia.

La continua evoluzione della tecnologia informatica e telematica, che ha sensibilmente

velocizzato la conclusione delle transazioni commerciali ed moltiplicato in maniera

rilevante la smaterializzazione dei trasferimenti di denaro, nonché l’emergere contestuale

dei processi di innovazione e liberalizzazione finanziaria e di internazionalizzazione dei

mercati, hanno contraddistinto l’ultimo ventennio del secolo scorso, generando continue e

rilevanti trasformazioni.

Nel contesto europeo l’evoluzione del sistema dei pagamenti non è stata indotta solo da

questi fattori di cambiamento, ma ha dovuto rispondere altresì alle specifiche esigenze

derivanti dal processo di unificazione monetaria, che ha ovviamente richiesto anche

l’unificazione del mercato interno con la realizzazione di un unico sistema dei pagamenti.

L’adozione della moneta unica, pienamente conseguita nel 2002, ha costituito infatti

soltanto il primo necessario passo di tale ambizioso programma che, non si è esaurito nel

mero superamento del carattere multivalutario delle transazioni transfrontaliere ma deve

affrontare la sua sfida più importante, cioè quella di estendere i benefici dell’unificazione

monetaria alla parte, ben più rilevante, dei pagamenti da eseguire in moneta scritturale.

Il perseguimento di questo obiettivo ha necessariamente richiesto la realizzazione,

programmata dalla Commissione europea e dalla BCE della Single Euro Payments Area

(SEPA). La SEPA, è un’unica area dei pagamenti in euro, all’interno della quale deve

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essere garantito che tutti i pagamenti cross border abbiano un trattamento uniforme, sia in

relazione ai costi che ai tempi di esecuzione, a quelli applicati ai pagamenti domestici nei

singoli contesti nazionali.

Tale obiettivo da raggiungere ha pertanto presupposto:

- la piena armonizzazione delle disposizioni giuridiche nazionali disciplinanti:

o i servizi di pagamento in moneta scritturale

o i soggetti abilitati a prestarli

o le relative condizioni contrattuali

o i tempi, modi ed effetti del trasferimento monetario

o gli strumenti utilizzabili

- l’adozione da parte di tutti i prestatori di identici standards tecnico-operativi

- la realizzazione di sistemi di pagamento paneuropei, in grado di trattare le

transazioni transfrontaliere.

Le modifiche del quadro normativo e tecnico-operativo hanno iniziato ad essere adottate di

recente quando, nel breve arco temporale di un biennio, si è assistito alla definizione da

parte dell’European Payments Council (EPC), organo decisionale e di coordinamento

dell’industria bancaria europea nel settore dei pagamenti, dei così detti Rulebooks,

riguardanti i nuovi schemi di operazioni europee di credit transfer e direct debit, del SEPA

Cards Framework e del PE-ACH/CSM Framework, concernente le infrastrutture di

regolamento paneuropee.

Altro intervento rilevante è stato quello della Banca Centrale Europea cha ha istituito e

disciplinato il nuovo sistema di trasferimento espresso trans europeo automatizzato di

regolamento lordo in tempo reale TARGET2 con atto di indirizzo BCE/2007/2, del 26

aprile 2007.

Infine, Parlamento e Consiglio europeo il 13 novembre 2007 hanno emanato la direttiva

europea, n. 2007/64/CE, relativa ai servizi di pagamento nel mercato interno, la così detta

“direttiva PSD”, la quale da un lato ha previsto e disciplinato gli istituti di pagamento, una

nuova categoria di imprese abilitate a prestare servizi di pagamento nell’intera Comunità,

dall’altro ha tipizzato il contratto di servizi di pagamento, dettando un vero e proprio

codice uniforme europeo dei trasferimenti monetari eseguiti in moneta scritturale.

A completamento di tale disegno, vanno considerati, altresì, gli accordi di interoperabilità,

stipulati fra i singoli gestori di sistemi di pagamento nazionali, finalizzati ad assicurare alle

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banche partecipanti la piena raggiungibilità di ogni altra banca in Europa nonché quelle

nuove regole volte a sostituire le direttive 19 maggio 1998, n. 98/26/CE, e 18 settembre

2000, n. 2000/46/CE, per finalizzare il quadro normativo del sistema dei pagamenti al

dettaglio e dei titoli, nonché disciplinare gli istituti di moneta elettronica.

Alla luce di ciò, risulta evidente come l’armonizzazione dei sistemi di pagamento

nell’Unione Europea si basa su SEPA, che mira a creare un’unica area dei pagamenti in

Euro, e su PSD (Payment Services Directive), che offre il necessario quadro giuridico e

stabilisce i nuovi rapporti che intercorrono tra le banche e i loro clienti. Nell’ambito di

SEPA, l’EPC ha individuato tre strumenti di pagamento paneuropei, destinati a sostituire

quelli attualmente in uso a livello locale:

- SEPA Credit Transfer, lanciato in Francia il 28 Gennaio 2008

- SEPA Direct Debit (SDD), implementato in alcuni Paesi europei a partire

dall’entrata in vigore di PSD (1 novembre 2009) mentre altri, come la Francia, ne

hanno ritardato il lancio di un anno

- Le carte di pagamento che corrispondono alle carte di credito europee e che sono il

risultato di un approccio diverso rispetto a quello utilizzato per SCT e SDD. Il

sistema delle carte di pagamento SEPA ha, infatti, richiesto lo sviluppo del SEPA

Card Framework, finalizzato a garantire a tutti gli utenti la possibilità di effettuare

pagamenti e prelievi con le medesime condizioni tecniche, tariffarie e con lo stesso

livello di sicurezza in tutta l’area SEPA.

La direttiva sui servizi di pagamento (PSD) fornisce la base giuridica per la creazione di un

mercato europeo unico dei pagamenti. La PSD mira a stabilire un insieme moderno e

completo di norme applicabili a tutti i servizi di pagamento nell'Unione Europea.

L'obiettivo è quello di rendere i pagamenti transfrontalieri più facili, efficienti e sicuri, così

come i pagamenti nazionali all'interno di uno Stato membro. La PSD mira inoltre a

migliorare la concorrenza aprendo i mercati dei pagamenti a nuovi operatori, favorendo

così una maggiore efficienza e riduzione dei costi. Allo stesso tempo, la direttiva prevede

la necessaria piattaforma giuridica per la Single Euro Payments Area (SEPA).

Alla luce di questa missione, i principali obiettivi che si intende raggiungere sono:

- Stesse regole in tutta Europa

- Informazioni sui pagamenti più chiare

- Pagamenti più veloci

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- Maggiore tutela per i consumatori

- Una più ampia scelta di servizi di pagamento In merito alla prima questione, la direttiva dell’Unione europea sui servizi di pagamento, a

cui gli Stati membri hanno dovuto conformarsi entro il 1° novembre 2009, è volta a

garantire che le regole in materia di pagamenti elettronici (effettuati, per es., tramite

bancomat o bonifico) siano le stesse in 30 paesi europei (nell’Unione europea, in Islanda,

in Norvegia e nel Liechtenstein). La PSD permette inoltre che, al di là delle banche, nuovi

“istituti di pagamento” come, ad esempio, società che effettuano servizi di trasferimento di

denaro, negozianti ed operatori telefonici, forniscano servizi di pagamento. Banche, istituti

ed altri organismi di pagamento sono denominati complessivamente “prestatori di servizi

di pagamento”. La PSD si applica a tutti i tipi di pagamenti elettronici e alle operazioni di

pagamento non effettuate in contante, dai bonifici, addebiti diretti, pagamenti con carta

(compresi i pagamenti con carta di credito) e rimesse di denaro, ai pagamenti online o

effettuati attraverso telefoni cellulari. Dall’ambito di applicazione della direttiva sono

esclusi i pagamenti in contante e con assegno. Vi rientrano i pagamenti effettuati in

qualsiasi valuta europea (non solo l’euro), a patto che i prestatori di servizi di pagamento,

tanto per il pagatore, quanto per il beneficiario, si trovino in uno dei 30 paesi.

La PSD rende le informazioni sui pagamenti più chiare in diversi modi:

- Obbligo dei prestatori di servizi di pagamento di comunicare alla clientela le

principali informazioni di cui ha bisogno prima e dopo di un pagamento. Ad

esempio a seguito della transazione, il prestatore del servizio è tenuto ad informare

il cliente rispetto all’importo, alla data e alle commissioni, in modo da permettere la

verifica della correttezza del pagamento.

- Obbligo del prestatore di servizi a comunicare al cliente in dettaglio le regole e le

condizioni di prestazione e d’uso del servizio prima che questo cominci ad

usufruirne. Ad esempio, dovrà fornire le informazioni relative al prestatore stesso,

le caratteristiche del servizio di pagamento (quali le procedure per dare il

consenso), i tempi di esecuzione, eventuali limiti di spesa, commissioni, e

l’informativa relativa al diritto di rimborso. In questo modo, teoricamente il cliente

dovrebbe essere in grado di confrontare più facilmente regole e le condizioni

nonché scegliere la modalità di pagamento che meglio fanno per lui. Va da se che

le eventuali modifiche apportate alle suddette regole e condizioni, comprese quelle

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relative alle commissioni, dovranno essere comunicate nelle modalità e nei tempi

opportuni. In particolare sono stati ritenuti congrui due mesi di anticipo.

A seguito della PSD, per un utilizzatore del servizio sarà inoltre possibile vedere più

chiaramente quanto spende in commissioni per pagamenti effettuati nei negozi, compresi

quelli online. Tra le maggiori novità, i negozianti avranno la possibilità di concedere uno

sconto nel caso in cui si decidesse di pagare i gli acquisti con uno strumento di pagamento

per loro meno oneroso, come il bancomat o la carta clienti. Analogamente, se il mezzo di

pagamento (la carta di credito, ad esempio) comporta per il negoziante un costo più

elevato, questi potrà fare pagare una commissione più alta, se ciò non è vietato, o soggetto

a condizioni, in base alla normativa nazionale in vigore.

In conformità con quanto disposto nella PSD, i prestatori di servizi di pagamento sono

tenuti ad eseguire un pagamento entro determinati limiti di tempo chiaramente e

preliminarmente stabiliti. A decorre dal 1° gennaio 2012, una volta ricevuto un ordine di

pagamento, quest’ultimo dovrà essere eseguito entro il giorno successivo ed il beneficiario

avrà accesso immediato ai fondi, mentre precedentemente, i prestatori di servizi di

pagamento avevano a disposizione fino a tre giorni.

La PSD tutela inoltre i Suoi diritti in caso di addebiti non autorizzati o errati. Permette

infatti di esercitare il diritto di rimborso in tre casi:

- Addebiti non autorizzati: se un cliente dovesse scoprire che un addebito è stato

eseguito sul conto senza il sui consenso, ha diritto ad essere immediatamente

rimborsato, a condizione che ne informi quanto prima il prestatore di servizi e

comunque entro e non oltre 13 mesi dalla data dell’addebito.

- Eccessiva fatturazione: se il cliente dovesse avere autorizzato il pagamento senza

averne specificato l’importo (per esempio, per il pagamento di una prenotazione

d’hotel o di un noleggio d’auto attraverso addebito diretto o con carta di credito) e

l’importo addebitato non corrisponde a quello che ragionevolmente atteso, questo

ha il diritto di contestarlo contattando entro otto settimane il proprio prestatore di

servizi di pagamento. Quest’ultimo dovrà allora rimborsarlo entro dieci giorni o

giustificare il proprio rifiuto ad effettuare il rimborso.

- Non corretta esecuzione: qualora il cliente avesse autorizzato la transazione, ma il

prestatore di servizi abbia commesso un errore nell’eseguire il pagamento (abbia,

ad esempio, omesso di effettuare il pagamento, addebitato un importo scorretto,

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pagato tardi o due volte la stessa somma) il cliente avrà diritto a contestare l’errore

entro 13 mesi e a ottenerne la dovuta rettifica.

Altro aspetto determinante nella definizione della PSD riguarda il fatto che apre il mercato

dei pagamenti, permettendo a istituti diversi dalle banche, come ad esempio organismi che

effettuano trasferimenti di denaro, negozianti e operatori telefonici, di fornire servizi di

pagamento, previa comunque regolamentazione e vigilanza.

Secondo le previsioni della Commissione Europea, i benefici attesi da SEPA e da PSD

dovrebbero essere numerosi:

- Per le imprese: riduzione dei prezzi dei servizi di pagamento, incremento della

produttività, creazione di economie di scala, opportunità di integrazione e sviluppo

di un mercato europeo grazie alla possibilità di operare in modo più semplice a

livello transfrontaliero

- Per i commercianti: rafforzamento della sicurezza dei pagamenti con carta di

credito

- Per gli utenti: maggiore accettazione delle carte di pagamento da parte dei

negozianti all’interno di tutto lo spazio SEPA, incremento della concorrenza tra i

diversi fornitori europei, gestione di tutte le transazioni SEPA da un unico account,

garanzia di tutela dei diritti in tutta l’area SEPA

- Per le banche: razionalizzazione delle transazioni su scala europea e opportunità di

sviluppo di servizi a valore aggiunto destinati ai clienti di tutta l’area in oggetto.

Oltre ai provvedimenti di recepimento della PSD, gli Stati membri Europei hanno

continuato ad emanare regole volte al perseguimento di una sempre maggiore concorrenza

nel mercato. In particolare, è opportuno ricordare quanto previsto in Italia dall’articolo 27

del DL numero 1 del 2012 che rivolgendosi all’ABI, alle Associazioni di prestatori di

servizi di pagamento, al Consorzio Bancomat, alle imprese che gestiscono circuiti di

pagamento ed alle Associazioni delle imprese maggiormente significative chiede di

definire entro il 1° giugno 2012 e di dare applicazione, entro il 1° settembre 2012, a una

serie di regole mirate alla riduzione delle commissioni a carico degli esercenti in relazione

alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento, tenuto conto della necessità di

assicurare trasparenza e chiarezza dei costi. Si tratta di una scelta che si inserisce nel filone

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del limitare l’uso del contante6 e, allo stesso tempo, del rilanciare davvero i pagamenti

effettuati con bancomat e carta di credito.

2.1.1 L’IMPATTO DELLA PSD SUGLI OPERATORI DELLA MONETICA

In particolare, le banche, quali principali operatori del campo della “Monetica” devono

occuparsi di quello che è l’impatto della normativa in termini operativi. Citando il termine

“Monetica” si fa riferimento a tre tipologie di servizi di pagamento:

- carte di pagamento (debito, credito e prepagate)

- servizio POS agli esercenti

- prelievo contante presso la propria rete di ATM

Come oramai noto, la Direttiva distingue tre macro-tipologie di operazioni di pagamento:

1. operazioni di pagamento disposte dal pagatore;

2. operazioni di pagamento disposte dal beneficiario;

3. operazioni di pagamento disposte per il tramite del beneficiario.

Le operazioni effettuate con carta di pagamento rientrano nelle operazioni di cui al terzo

punto. Il servizio POS agli esercenti fa riferimento alle stesso tipo di operazioni di

pagamento ma dal lato del beneficiario. Il prelievo di contante presso la propria rete di

ATM, eredita gli obblighi normativi sia delle operazioni di cui al punto 1 sia delle

operazioni di cui al punto 2 (infatti, il soggetto che riceve il contante, beneficiario, in linea

teorica è lo stesso che effettua il pagamento attraverso l’addebito sul relativo conto).

Al fine di comprendere pienamente quello che è l’impatto della PSD, si riportano di

seguito alcune questioni che gli operatori hanno dovuto affrontare ai fini dell’adeguamento

alla normativa. Tra questi si distinguono le tematiche relative alle carte di pagamento ed ai

POS. Tra le prime la PSD ha portato dei mutamenti in merito a:

- La gestione di antergazioni di valuta in addebito

- La gestione delle contestazione di operazioni non autorizzate

- Il rimborso per operazioni non autorizzate in seguito a furto/smarrimento

- L’offerta di almeno una modalità di rendicontazione gratuita per le carte di

pagamento

- Il rimborso del canone in caso di recesso anticipato

6 Si consideri che il decreto “salva Italia” non permette i pagamenti in contanti superiori agli €1.000.

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Fino all’adeguamento alla PSD, per motivi tecnici, sulle carte di debito (ad es. circuito

bancomat, pago bancomat) non è possibile addebitare il conto nel momento in cui viene

effettuata l’operazione di prelievo/pagamento. Questo limite operativo è rilevante anche ai

fini della PSD; difatti nel momento in cui il cliente autorizza l’operazione, sia attraverso

prelievi su ATM sia per operazioni tramite POS, la banca non è in grado di addebitare il

conto del cliente nello stesso momento in cui è fornita l’autorizzazione. Solo in un secondo

momento, quando vengono elaborati i flussi informatici contenenti i dati delle operazioni

effettuate, la banca addebita il cliente applicando come data valuta la data in cui è stata

effettuata l’operazione. Ai sensi della PSD, questa operatività rappresenta un’antergazione

di valuta, dal momento che si sta applicando data valuta al pagatore precedente alla data di

addebito effettivo; ma esclusivamente per le operazioni effettuate con carte di pagamento

si contravviene a questa regola giustificando tale operatività con le motivazioni tecniche

illustrate. Si applicherà quindi data valuta pari alla data operazione e non pari alla data

contabile di addebito. La motivazione sottostante è che di fatto il cliente ha avuto

disponibilità della somma nel momento del prelievo/pagamento e, pertanto, si ritiene

corretto che la data valuta (data che, come noto, rileva per il calcolo degli interessi

dare/avere sul conto corrente) sia pari alla data dell’operazione. Inoltre, alcune banche

addebitavano il cliente con data valuta pari al giorno lavorativo precedente (es. data valuta

venerdì per operazioni effettuate di sabato e domenica). Tale prassi non è più ammessa a

seguito della decorrenza delle nuove regole perché costituisce una violazione del principio

di “equità”. Di conseguenza deve essere applicata data valuta pari al giorno non lavorativo

dell’operazione.

Altra problematica riguarda la gestione delle contestazioni delle operazioni non

autorizzate. Con le nuove regole il cliente ha una maggiore tutela per contestare operazioni

non autorizzate effettuate con le carte di pagamento. Dal momento dell’addebito non

autorizzato il cliente avrà tempo fino a tredici mesi per poter disconoscere l’operazione.

Sarà compito della banca provare che l’operazione è stata correttamente autorizzata dal

cliente o provare il dolo, la colpa grave, o l’attività fraudolenta dello stesso. In mancanza di

tale prova, la banca dovrà rimborsare “senza indugio” il cliente delle somme erroneamente

addebitate, effettuando un’operazione di segno opposto con data valuta il giorno

dell’addebito non autorizzato (l’art. 23.4 del D.lgs. di recepimento, difatti, permette le

antergazioni solo nel caso di rettifiche di operazioni non autorizzate, in questo modo la

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banca restituisce al cliente anche gli interessi non maturati sul conto). Il Decreto di

recepimento, inoltre, rispetto a quanto era previsto nella Direttiva, dà alle banche la facoltà

di sospendere il rimborso anche in un momento successivo, qualora riescano a provare che

l’operazione è stata correttamente autorizzata dal cliente secondo le procedure indicate

all’interno del contratto.

Per quanto attiene al rimborso per operazioni non autorizzate in seguito ad un furto o allo

smarrimento, la PSD tutela il cliente decisamente molto di più di quanto accadeva prima.

Qualora, difatti, il cliente dichiari di aver subito addebiti per operazioni non da lui

autorizzate ed effettuate prima del blocco dello strumento stesso, sarà responsabile fino a

€150 per le operazioni non autorizzate eseguite nella “finestra buia” che intercorre tra la

richiesta di blocco e il momento in cui la carta è stata smarrita/rubata. Il resto sarà a carico

della banca o, eventualmente, dell’esercente. La banca potrà non “tutelare” il cliente e

quindi sospendere il rimborso in caso di condotta fraudolenta, dolo o colpa grave del

cliente o motivato sospetto di frode. Sarà compito della banca dimostrare “l’effettiva

colpevolezza” del cliente per evitare di rimborsargli l’importo contestato.

Oltre a quanto sino ad ora esposto, la PSD impone alle banche obblighi di trasparenza più

stringenti durante tutta l’esecuzione dell’ordine di pagamento; sia nella fase “pre” sia nella

fase “post” operazione, il cliente deve essere informato su tutti i dettagli relativi

all’operazione (data valuta di addebito, data valuta di accredito, spese, tempo di

esecuzione, ecc). In particolare il cliente ha diritto ad avere gratuitamente, almeno una

volta al mese, i dettagli delle operazioni effettuate su supporto cartaceo (o su altro supporto

durevole). Nel caso di movimenti aggregati, è obbligatorio rendere disponibile al cliente

anche il dettaglio dei singoli movimenti.

Il cliente che vuole recedere dal contratto della carta di pagamento ha diritto alla

restituzione della quota parte di canone pagato anticipatamente. Poiché gran parte delle

carte di credito emesse prevedono il pagamento di un canone annuale o mensile che va

corrisposto anticipatamente, con la PSD nel caso il cliente abbia utilizzato la carta solo per

un periodo limitato e non voglia più usufruirne, o estingua direttamente il rapporto con la

banca, dovrà ricevere il rateo del canone già pagato ma non utilizzato.

Altre problematiche sorgono invece in merito all’utilizzo dei POS. In particolare si fa

riferimento a questioni inerenti a:

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- la disponibilità immediata e no giorni valuta sugli accrediti POS (no “giorni

banca”)

- Offerta di almeno una modalità di rendicontazione gratuita per i POS

Come per tutti gli altri strumenti di pagamento, anche per le operazioni effettuate su POS,

la banca dovrà rendere immediatamente disponibili le somme incassate al cliente

beneficiario non appena avviene il regolamento interbancario (stanza di compensazione).

Prima dell’entrata in vigore delle nuove disposizioni, sui contratti di acquiring POS, la

banca stabiliva con il proprio cliente beneficiario il numero di “giorni banca” relativi

all’accredito delle somme incassate. Con la PSD i giorni banca cessano di esistere e il

cliente beneficiario riceverà le somme nel giorno del regolamento interbancario, con pari

data valuta di accredito. Per il circuito bancomat/pagobancomat le somme vengono

regolate il giorno lavorativo successivo alla data operazione. Di conseguenza in quello

stesso giorno gli esercenti devono ricevere i fondi con pari data valuta. Per gli altri circuiti

di carte di pagamento i tempi sono differenti ma, in ogni caso, non appena avviene

l’accredito sul conto di corrispondenza della banca nella stessa giornata devono essere

accreditati gli esercenti, con pari data valuta.

Anche per gli accrediti relativi ad operazioni su POS, la banca almeno una volta al mese

deve “mettere a disposizione” del cliente presso lo sportello una stampa movimenti

gratuita, su sua richiesta. Si tratta della lista movimenti POS di dettaglio, che in genere non

è presente nella lista movimenti del conto corrente (il conto corrente spesso viene

accreditato con un unico movimento contenente il transato della giornata, e non operazione

per operazione).

2.1.2. L’IMPATTO DELLA EMD SUGLI OPERATORI DELLA MONETICA

Per la nuova direttiva comunitaria sulla Moneta Elettronica (Nuova EMD), che il 24 Aprile

2009 è stata approvata dal Parlamento Europeo è stato previsto un termine di recepimento

da parte degli stati membri per l’attuazione di 18 mesi dall’entrata in vigore. Tuttavia,

anche a causa di diverse problematiche inerenti la situazione congiunturale, non tutti gli

Stati membri, tra cui anche l’Italia, sono stati in grado di rispettare la tempistica. La nuovo

normativa, chiamata anche EMD2, va a sostituire quella che è la precedente in materia,

cioè la direttiva 2000/46/EC (e-Money directive), apportando notevoli cambiamenti.

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In ogni caso, anche se i testi non sono ancora stati recepiti da tutti gli Stati membri,

sembrano ben chiare alcune novità introdotte sia nella definizione di Moneta Elettronica,

sia nei nuovi regimi prudenziali cui gli IMEL dovranno sottoporsi. Infatti, viene introdotta

una maggiore neutralità tecnologica nella definizione di Moneta Elettronica, intesa come

qualsiasi valore monetario immagazzinato elettronicamente o magneticamente,

rappresentato da un credito nei confronti dell’emittente, emesso a fronte del ricevimento di

fondi per effettuare operazioni di pagamento, ed accettato da persone fisiche o giuridiche

diverse dall’emittente. In tal senso, rispetto a quanto evinto nella precedente direttiva

2000/46/EC, viene meno la precisazione in merito al supporto fisico (dispositivo

elettronico usato per la memorizzazione del credito), che ha generato non poche difficoltà

interpretative, laddove appariva potersi escludere l’uso dei server wallet.

In merito ai “valori monetari” collocati, è importante notare che la nuova direttiva ne

esclude l’ambito di applicazione, sia a quelli usati in un contesto quale quello delle c.d.

Limited Networks (ad esempio le carte prepagate del tipo Closed Loop in uso presso il

mondo Petrol), come definito in esenzione (Negative Scope) ex Art. 3 lettera k) della PSD ,

sia a quelli impiegati per l’esecuzione di un’operazione di pagamento ex Art. 3 lettera l)

della PSD. Per questa seconda esenzione, si riportano, a titolo esemplificativo, l’acquisto di

contenuti digitali, quali suonerie o sfondi, che possono essere fruiti esclusivamente tramite

il telefono cellulare e per i quali l’operatore di rete non agisce esclusivamente come

intermediario tra l’utente di servizi di pagamento, coincidente con il fruitore del bene

digitale, e il fornitore del bene digitale medesimo. La lettura in doppia negazione di questa

indicazione, deve intendersi come: l’ambito di applicazione della nuova direttiva

comprende quei casi in cui l’operatore di rete agisce come intermediario di un pagamento

per beni o servizi (anche) non fruibili tramite il telefonino, in assenza sia di un rapporto

diretto per il pagamento, sia di un rapporto diretto di tipo debitore-creditore tra il cliente

dell’operatore e qualsiasi prestatore terzo di merci o servizi. La precisazione è d’obbligo

laddove si vuole ricordare come, durante i lavori svolti dalla Commissione Europea, molte

furono le argomentazioni afferenti il c.d. “perimetro della Moneta Elettronica” in relazione

al credito prepagato degli operatori telefonici, considerabile Moneta Elettronica in base

all’assunzione di un rapporto diretto fra utente di rete (al tempo stesso consumatore-

acquirente) ed esercizio commerciale (ovvero il prestatore terzo di merci o servizi

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richiamato più sopra, anche non necessariamente, al tempo stesso, utente dell’operatore

telefonico), declinabile nei seguenti casi:

- trasferimento diretto di “valore monetario” tra telefonini, è il caso del money

transfer fra soggetti in relazione P2P o F2F;

- relazione debito-credito (consumatore-esercente) instaurata grazie

all’intermediazione del pagamento operata dall’operatore di rete, è il caso più

generico delle relazioni B2C o P2M, dove l’operatore agisce come Issuer nei

confronti dell’acquirente consumatore ed Acquirer nei confronti dell’esercente

Altro aspetto rilevante riguarda su chi sono i soggetti abilitati ad emettere Moneta

Elettronica. In particolare si tratta di IMEL (Istituti di Moneta Elettronica), Istituti di

Credito e Uffici Postali autorizzati (nonché la BCE e le Banche Centrali Nazionali,

quando non agiscano in qualità di autorità monetarie o altre autorità pubbliche, nonché gli

Stati membri o le rispettive autorità regionali e locali quando agiscano in qualità di autorità

pubbliche).

L’emissione di Moneta Elettronica, non costituisce mai attività di raccolta depositi (come

definito dalla Direttiva 2006/48/EC), in quanto utilizzabile unicamente per effettuare

pagamenti (di norma di piccolo importo, o micro-pagamenti) in alternativa al contante e

non come strumento di risparmio. I “valori monetari”, sono collocati in un conto gestito

dall’emittente; la disponibilità di tali crediti, permette di effettuare Operazioni di

Pagamento, cioé “l’atto, disposto dal pagatore o dal beneficiario, di collocare, trasferire o

ritirare fondi, indipendentemente da eventuali obblighi sottostanti tra il pagatore o il

beneficiario” ai sensi dell’articolo 4, punto 5) della direttiva 2007/64/CE, presso una rete di

accettazione costituita da persone fisiche o giuridiche diverse dall’emittente stesso.

La Moneta Elettronica viene emessa (dietro ricevimento di fondi) e rimborsata (su richiesta

del detentore in qualsiasi momento ed anche parzialmente) al valore nominale. In merito

alla rimborsabilità, è opportuno precisare che tale operazione, ove non contrattualmente

predefinito, deve avvenire senza applicazione di alcuna commissione. Tale norma, trova

margini di applicabilità che la nuova EMD ritiene ulteriormente di precisare (in termini sia

confermativi sia derogatori).

Laddove l’IMEL svolga la propria attività in un regime “ibrido” e le ulteriori attività

esercitate non siano:

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- Servizi di Pagamento (come definiti nella PSD), erogati anche grazie la

concessione di credito ad essi connessi (sempre riferendosi alla PSD);

- servizi accessori/operativi connessi all’emissione di Moneta Elettronica;

- gestione di Sistemi di Pagamento (fatto salvo quanto integralmente definito ex Art.

28 della PSD);

se il rimborso richiesto dal detentore di moneta elettronica avviene alla data di scadenza

del contratto (o fino a un anno dopo) e in tale circostanza non sia possibile prevedere la

quota parte dei “valori monetari” collocati che deve essere considerata Moneta Elettronica,

l’IMEL deve rimborsare al valore nominale interamente i fondi reclamati. A titolo

esemplificativo, può aiutare la comprensione del dettame suddetto, qualora l’attività

(puntualmente non inclusa nella lista delle esenzioni più sopra riportata) fosse quella di un

operatore di rete, e i fondi di cui sopra siano quelli che coincidono con il credito prepagato

telefonico. Laddove il detentore di Moneta Elettronica non sia un consumatore (p.e. un

esercente), che accetta di negoziare Moneta Elettronica (p.e. per la vendita di un bene), in

deroga a quanto espresso in termini di rimborsabilità (piena o parziale) gravabile di

commissione, la direttiva ritiene di subordinare ad un accordo contrattuale in vigore tra tale

tipo di soggetto e l’IMEL stesso.

In moltissimi titoli della nuova EMD, appare evidente (in quanto esplicitamente istruito,

persino nei considerando di prefazione), un’obbligata duplice lettura referenziale a molti

articoli del Titolo II della PSD, ovvero quello degli Istituti di Pagamento. Si ricorda in

particolare come, con l’introduzione dell’Istituto di Pagamento, soggetto non bancario

autorizzato ad esercire servizi di pagamento, si fosse venuta a creare una difformità nel

quadro regolatorio, laddove la nuova figura di intermediario veniva abilitata ad operare nel

rispetto di un regime prudenziale più leggero rispetto agli IMEL (gli attuali Istituti di

Moneta Elettronica ex Art. 114-bis del T.U.B.) e non obbligata all’esercizio esclusivo

dell’attività di intermediazione medesima. La PSD, attenziona dunque la nuova EMD, in

particolare per ciò che concerne il regime di vigilanza prudenziale dei nuovi IMEL,

laddove adattato ai rischi propri di tali istituti, in una prospettiva di armonizzazione con il

regime applicabile agli Istituti di Pagamento.

Sotto un regime prudenziale più leggero (rispetto a quello attualmente obbligato dalla

2000/46/EC), i nuovi IMEL potranno anche esercire altre attività (quindi non solo emettere

Moneta Elettronica), come ad esempio i servizi di pagamento erogabili da un Payment

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Institution (come da Allegato alla 2007/64/EC), o altre attività commerciali, come per i

Payment Institutions ibridi. Ne consegue che, anche un nuovo IMEL potrà fare bundling

con altre attività (purchè non in conflitto con quelle primarie già svolte) e potrà altresì

esercire i medesimi servizi di un Istituto di Pagamento, a valere sul conto di pagamento (ex

Art. 4 della PSD). Si sottolinea che, in tal senso, l’IMEL potrà anche concedere un credito

accessorio finalizzato all’esecuzione dell’operazione di pagamento sul conto di

pagamento/Moneta Elettronica (permanendo sempre il divieto di riconoscere interessi

attivi e di effettuare attività di raccolta). E’ importante sottolineare che, mentre un nuovo

IMEL potrà fare l’IP, non sarà mai vero il contrario (l’Istituto di Pagamento, non potrà mai

emettere Moneta Elettronica, attività questa, che sarà sempre e solo autorizzata, agli IMEL

alle Banche ed alle Poste).

È evidente che, nella sostanza, le due definizioni tenderanno a convergere nel proprio

significato tecnologico, ove in presenza di IMEL ibridi che eserciscono anche (tutti, o solo

alcuni) Payment Services dei Payment Institutions. Tuttavia, entrambe le definizioni,

manterranno la propria differenza nell’accezione giuridica del termine (in tal senso,

saranno considerate due fattispecie diverse, a seconda dei servizi – e dei rapporti negoziali

e contrattualistici con gli utenti – che su di essi saranno regolati).

Anche nella nuova EMD, saranno concesse deroghe (o meglio, Banca d’Italia potrà

autorizzare di derogare alcuni obblighi delle nuova direttiva) in merito alle disposizioni

prudenziali, il capitale iniziale, il capitale esercizio, gli obblighi di tutela, qualora venissero

incontrate condizioni particolari, nel rispetto di alcune soglie riferibili alla Moneta

Elettronica media in circolazione (ovvero emessa da un IMEL).

E’ importante osservare che, anche per il capitale di esercizio, saranno introdotte delle

nuove regole (in analogia con quanto avviene per i Payment Institutions) correlate al c.d.

Payment Business. Ad esempio, per la sola attività di emissione di Moneta Elettronica

(ovvero IMEL puro), i fondi propri non potranno essere inferiori al 2% della media del

credito che l”Istituto vanta nei confronti degli detentori di Moneta Elettronica emessa.

I nuovi IMEL potranno accordarsi con terzi (canale o rete di distribuzione, comunque

persone fisiche o giuridiche che agiscono in loro conto), per la distribuzione ed il rimborso

della Moneta Elettronica. Rimane invece sempre proibita l’emissione di Moneta

Elettronica tramite agenti.

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Un nuovo IMEL, inoltre, potrà ricorrere all’impiego di agenti, per esercire i soli Servizi di

Pagamento (tra cui è esclusa l’emissione di Moneta Elettronica) tipici di un Istituto di

Pagamento (IMEL ibridi), a condizione che vengano rispettati i dettami della PSD ex Art.

17.

2.2. IL PUNTO DI VISTA DELLA LETTERATURA

Il complesso contesto normativo e le recenti norme che sono state emanate, come già

evidenziato, hanno tra gli obiettivi principali quello di condurre verso una evoluzione del

sistema dei pagamenti che porti notevoli benefici agli utilizzatori degli strumenti. È

inopinabile che tali vantaggi auspicati siano correlati ad un livello di concorrenza che tuteli

pienamente tutti i consumatori. In tale frangente, risulta senz’altro molto complicato

comprendere il mercato delle carte di pagamento. Sia per ragioni storiche che per ragioni

tecniche e strutturali, la parola concorrenza in tale settore è sempre stata pronunciata con

molta diffidenza da chi conosce bene la materia. Di fatto, la presenza delle c.d. interchange

fees, regolate dai circuiti di pagamento, ha alimentato negli ultimi quindici anni un acceso

dibattito sul fatto che la presenza di tali commissioni potesse minare la concorrenza tra gli

operatori, creare barriere all’entrata e specialmente generare un livello di prezzi più alto

rispetto a quello che si potrebbe creare sul mercato in assenza di esse.

Dal punto di vista regolamentare, nella UE, come chiaramente si evince dall’analisi

precedentemente effettuata, la questione non è stata trattata specificatamente. La materia in

questione infatti è problematica relativa alla concorrenza, affrontata caso per caso, qualora

venissero riscontrate sul mercato violazioni specifiche da parte dei singoli operatori in

grado di pregiudicare il commercio tra Stati membri e che abbiano per oggetto e per

effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all'interno del mercato

comune7. Ad esempio, è stata la stessa Commissione Europea, a sanzionare il circuito

MasterCard allorquando questo aveva stabilito delle commissioni transfrontaliere che

andavano contro i trattati Europei8. Infatti, con tale provvedimento la Commissione

7 Trattato CE. Art. 81. 8 Cfr. decisione della Commissione Europea del 19 dicembre 2007 COMP/34.579 - MasterCard, COMP/36.518 - EuroCommerce, COMP/38.580 - Commercial Cards.

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Europea ha deliberato che le commissioni interbancarie applicate da MasterCard ai

pagamenti transfrontalieri con le carte di credito consumer MasterCard e di debito Maestro

erano contrarie all’articolo 81 del Trattato CE e, conseguentemente, nel giugno 2008,

MasterCard soppresse temporaneamente le sue commissioni interbancarie transfrontaliere.

Solo nel 2009 il circuito le ha inserite nuovamente ma ponendo attenzione sia

all’ammontare che alle differenze tra quelle applicate in ciascuno Stato membro9. Oltre a

questo unico intervento a livello Europeo, anche a livello nazionale, i provvedimenti sono

scattati solo nel momento in cui vi è stato un superamento dei limiti. Ad esempio,

l’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato (AGCM), dinnanzi ad un livello di

interchange fees troppo elevato, ha erogato a MasterCard ed agli emittenti connessi

operanti in Italia una sanzione, chiedendo inoltre il ridimensionamento a livelli non troppo

distanti da quelli praticati dall’altro grande concorrente: VISA10.

Da queste due esempi, si evince chiaramente come nell’UE non esista ancora una

legislazione unica e vincolante, bensì solo dei confini, ora tracciati dalla PSD, che una

volta valicati danno adito alle varie autorità indipendenti nazionali competenti in materia di

intervenire. Sebbene a livello Europeo, la Commissione stia lavorando già da diversi anni,

esistono tuttavia degli interventi normativi a livello nazionale che sono stati posti in essere

dai singoli organi legislativi degli Stati membri. Unico caso è quello dei Paesi Bassi, dove

è stato introdotto un limite alle commissioni interbancaria nel caso dell’utilizzo di carte di

debito per importi inferiori ad una certa cifra. L’origine di questo principio è da ricercare in

quella che è una letteratura prettamente anglosassone che negli ultimi quindici anni si è

molto concentrata sul problema. In particolare, si sono formati due filoni principali. Un

primo, minoritario, che non imputa alla presenza delle interchange fees alcun effetto

discorsivo della concorrenza e dei prezzi, un secondo che invece ha studiato la questione

rintracciando diverse opzioni volte a superare la problematica della limitazione della

concorrenza nel mercato e quindi della distorsione dei prezzi nell’intero sistema produttivo

che fa uso del servizio.

In tale frangente, il problema va rintracciato nel fatto che in ogni transazione con carta di

pagamento, l'acquirer (intermediario dell’esercente che accetta le carte di pagamento)

corrisponde all'emittente (intermediario che ha emesso la carta di pagamento) delle

9 Cfr. comunicati stampa della Commissione Europea del primo aprile 2009 (IP/09/515) e di MasterCard di pari data. 10 AGCM, provvedimento 20076, 2009.

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commissioni interbancarie (multilateral interchange fees – MIF). Uno degli aspetti più

rilevanti analizzati in letteratura riguarda il fatto che il livello delle MIF è determinato

collettivamente nell’ambito del circuito di pagamento. Considerando il fatto che si presume

che le banche/intermediari svolgano il ruolo di massimizzatori del profitto, è stato

suggerito che l’impostazione della commissione interbancaria, potesse essere legato anche

a problematiche di collusione e cartello tra le banche, e perciò dovesse essere

regolamentato. A seguito di ciò, tra le prime analisi rilevanti in letteratura, ritroviamo

Schmalensee (2002), il quale effettua un’analisi al fine di provare che le MIF generano

prezzi anticompetitivi. Il suo modello è applicabile sia alle reti di carte di credito che di

debito. L'elemento chiave deriva dal fatto che il comportamento delle banche issuer

influisce sul comportamento delle banche acquirer (e viceversa) nel determinare il valore

aggiunto da dividere su entrambi i gruppi di banche. L'idea principale del modello riguarda

il fatto che la commissione interbancaria sia necessaria per aumentare il valore della

transazione e distribuirla su tutte le banche che partecipano alla rete. Schmalensee (2002)

sostiene che un aspetto importante di tale modello sia legato al fatto che, sotto condizioni

di concorrenza imperfetta, la commissione interbancaria ottimale massimizza comunque il

benessere sociale (nell’accezione convenzionalmente definita). La ragione principale è che

le MIF non riducono la produzione, elemento essenziale in molti casi per la fissazione dei

prezzi. Piuttosto la commissione interbancaria massimizza la produzione massimizzando i

profitti per le banche.

Un altro analisi teorica sulle interchange fees è fornita da Rochet e Tirole (2002). Secondo

il loro modello, ad un aumento delle commissioni interbancarie è legato un aumento

dell’utilizzo delle carte. L’incremento è possibile fino ad un tetto massimo, che rappresenta

il limite oltre il quale i commercianti non sono più incentivati ad accettare le carte stesse in

quanto i loro costi sono superiori o pari ai vantaggi per i consumatori. Elemento chiave del

modello sviluppato da Rochet e Tirole (2002) attiene ad un concetto di inerzia del

commerciante a pagare la commissione interbancaria. Gli autori sostengono che il motivo

principale per cui gli esercenti sono concordi nel pagare tale commissione è il desiderio di

ottenere un vantaggio competitivo sugli altri concorrenti.

Altro studio rilevante è quello di Wright (2003), il quale estende i modelli di Schmalensee

(2002) e Rochet e Tirole (2002), esaminando il livello ottimale della MIF sotto differenti

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ipotesi. Conclude che il prezzo socialmente ottimale della commissione interbancaria sia

dato dalla somma dei benefici connessi agli utilizzatori delle carte ed ai commercianti.

Altra problematica, analizzata in Levitin (2007) è relativa alle Merchant Restraints. In

particolare, tale clausola contrattuale vieta ai commercianti di segnalare ai consumatori i

costi delle diverse modalità di pagamento. Di conseguenza, i consumatori non sono

consapevoli dei costi connessi alla loro scelta dello strumento ed i commercianti non

possono indirizzare i consumatori verso il mezzo di pagamento per loro più conveniente.

Levitin (2007) conclude che le Merchant Restraints falsano la concorrenza nel settore delle

carte di credito e tra i sistemi di pagamento in generale e dovrebbero essere vietate dalle

norme antitrust. Sebbene la questione sollevata da Levitin (2007) sia particolarmente

rilevante e probabilmente fondata, va comunque precisato che tale regola attualmente non

fa parte della totalità degli accordi tra i circuiti e gli esercenti. La presenza della clausola è

condizionata alle regole presenti in ciascuno Stato (negli Usa si fa addirittura riferimento

alle leggi dei singoli Stati e non a quella Federale) e talvolta anche al singolo contratto con

l’esercente. In ogni caso, tale limitazione era comunque molto forte nel 2007 quando

Levitin scriveva.

Altro contributo rilevante è quello di Semeraro (2008), che in relazione alle MIF sostiene

invece che, sebbene in passato potessero configurarsi come una copertura per l’emittente a

fronte del “grace period” concesso attraverso l’utilizzo della carta, attualmente con

l’introduzione del credito revolving, tale motivazione avrebbe perso validità. Anche egli

conclude che l’interchange fees non dovrebbero essere applicate.

In letteratura il dibattito sulle interchange fees e su chi dovesse pagarne il costo, ha assunto

sempre maggior rilevanza anche alla luce del fatto che in alcuni Stati è permesso il ricarico

sul consumatore. Ad esempio, Gans e King (2002) analizzano teoricamente il caso

Australiano dove il costo delle MIF dal 2003 può essere imputato dall’esercente al

consumatore attraverso la maggiorazione. La loro analisi teorica non arriva però ad una

conclusione univoca rispetto alla validità di un modello del genere in termini economici

(aspetti concorrenziali e di costo).

Un contributo ulteriore invece è proposto da Wilko et al. (2009). Gli autori effettuano

un’analisi del mercato dei Paese Bassi, l’unico Europeo a permettere il ricarico sul

consumatore nel caso dell’utilizzo di carte bancomat sotto una certa cifra. In tale contesto

rilevano che nel 2006, il 20% dei commercianti hanno optato per questa opzione a fronte di

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pagamenti effettuati con carte di debito. Si trattava principalmente di piccoli operatori al

dettaglio ed ovviamente per importi transati contenuti. Nella loro ricerca gli autori

concludono che le condizioni poste hanno influenzato la modalità di pagamento dei

consumatori, in quanto a seguito della maggiorazione, gran parte di loro hanno optato per il

pagamento con moneta legale.

Altro contributo decisamente rilevante è quello di Zywicki (2010), il quale risulta convinto

che l’introduzione di una normativa volta a permettere l’imputazione delle interchange

fees sui consumatori, sia generatrice di contrazione del credito, costi e tassi più alti.

Contrariamente a questa impostazione si schiera ancora Levitin che nel 2008, auspica una

regolamentazione del settore. Pertanto in Levitin (2008) è evidente la critica verso

l'American Bankers Association's Study on Credit Card Regulation. Punto focale della

critica di Levitin (2008) riguarda la negazione che le carte siano risk – based. In

particolare, l’autore ritiene che la diminuzione dei tassi applicati e dei costi, invocata

dall’ABA per difendere la concorrenzialità del settore, non è legata esclusivamente ad un

concetto di diminuzione del rischio dei prenditori (come sostenuto dall’ABA) ma

semplicemente dal declino dei tassi degli ultimi 20 anni. Inoltre le carte di credito non

sostituiscono le forme di credito al consumo ma sono un mezzo di accesso supplementare,

oltre ovviamente ad un comodo mezzo di pagamento. In tale frangente, l’autore conclude

asserendo che una regolamentazione sia necessaria.

Mentre Simon, Smith e West esaminano empiricamente l’effetto della

riduzione/modificazione delle MIF in Australia e Ching e Hayashi simulano come l’uso

delle carte possa essere influenzato in seguito alla eliminazione dai reward programs negli

USA (finanziati interamente o in parte dalla MIF), Rochet and Wright (2010), offrono una

interpretazione teorica su quale possa essere il livello delle MIF, là dove fosse imposto

dalle autorità un tetto massimo al fine di massimizzare il vantaggio per il consumatore.

L’approccio che i due autori propongono, rappresenta un mutamento significativo rispetto

a meno recenti contributi, in quanto l’analisi non presenta una distinzione formale tra chi

utilizza la carta a scopo di finanziamento e chi no. Poiché le autorità regolamentari di

diversi paesi stanno cercando di definire quale possa essere il giusto livello di MIF, Rochet

and Wright propongono un modello dove le due tipologie di utilizzatori sono considerati

congiuntamente. Di fatti, lo studio di Rochet and Wright (2010) è fortemente connesso ad

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una pubblicazione effettuata dal States Government Accountability Office a fine 200911

(GAO 10-45). In tale contesto, oltre all’analisi del mercato USA delle carte di pagamento,

sono state rintracciate quattro opzioni possibili volte a tramutarsi in un futuro in una

regolamentazione. Va da se, che tutte e quattro le opzioni evidenziate trovano riscontro

nella letteratura già citata. In tale contesto, tra le diverse azioni previste per la salvaguardia

della concorrenza, GAO (10-45) ne rintraccia una prima che fa riferimento alla possibilità

di inserire un tetto massimo per la definizione delle interchange fees. Ovviamente l'intento

è quello di ridurre i costi per i commercianti e di conseguenza anche potenzialmente per i

consumatori. Ad esempio, la costituzione di una autorità o commissione apposita, con

l’obiettivo specifico di regolare le commissioni ad un tasso unico o ad un tasso medio,

potrebbe rendere concreta questa opzione. L’autorità, dovrebbe confrontarsi con gli attori

che partecipano al mercato, quali i circuiti, gli emittenti, gli acquirer e gli esercenti per

diminuire le commissioni. Tale opzione, studiata pressoché contestualmente in Rochet and

Wright (2010), è quella utilizzata in Australia dal 2003. Infatti, la Reserve Bank of

Australia (RBA) ha fissato un limite in base al quale le interchange fees devono

necessariamente rientrare. In particolare, è stato utilizzata la media ponderata delle

commissioni imposte da MasterCard e Visa. Come già detto, anche la Commissione

europea ha utilizzato questa opzione, anche se in maniera decisamente parziale. Si fa

riferimento infatti all’accordo raggiunto con MasterCard, che limita l’interchange fee

media che può essere richiesta per le operazioni transfrontaliere nell'Unione europea.

Inoltre, i governi di altri Paesi, come ad esempio quello federale del Messico, hanno

lavorato con gli operatori del settore per ridurre volontariamente i tassi di tali commissioni

interbancarie.12

Teoricamente, i commercianti potrebbero effettuare una riduzione dei prezzi se le

commissioni interbancarie fossero limitate. Stante il fatto che tale effetto risulterebbe

efficacie qualora le merchant fees non rimanessero invariate e pertanto, quanto non

corrisposto in termini di interchange fees, non fosse poi in alcun modo rigirato attraverso

altre commissioni in qualsivoglia maniera, risultano interessanti le evidenze riscontrate

sempre in GAO (10-45) a seguito dello studio empirico effettuato. In particolare, da una

11 United States Government Accountability Office, Credit cards rising interchange fees have increased costs for merchants, but options for reducing fees pose challenges, november 2009. 12 Cfr. United States Government Accountability Office, Credit and debit cards federal entities are taking actions to limit their interchange fees, but additional revenue collection cost savings may exist, may 2008.

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serie di interviste è emerso che molti commercianti risultavano molto preoccupati dal fatto

che le loro commissioni da pagare agli acquirer erano aumentate considerevolmente negli

ultimi anni. Alcuni commercianti in settori molto competitivi, come ad esempio quello

della distribuzione al dettaglio del carburante hanno evidenziato un continuo

assottigliamento dei loro già esigui margini a causa dell’aumento delle commissioni, non

potendo loro in alcun modo aumentare i prezzi per coprire tali aumenti. Un rappresentante

di un franchise ha invece evidenziato che se a seguito della limitazione, le commissioni

interbancarie fossero state bloccate al loro tasso attuale, la redditività nel lungo termine

sarebbe stata a suo parere garantita. Inoltre, l’opzione che si sta analizzando potrebbe

portare beneficio ai consumatori attraverso la riduzione dei prezzi e potenzialmente si

potrebbe costituire un maggior risparmio in grado di alimentare maggiori consumi.

Tuttavia, molti operatori del settore hanno riconosciuto che è alquanto difficile dimostrare

un legame diretto tra le interchange fees ed i prezzi più bassi. Sebbene molti commercianti

e loro rappresentanti sostengano che, il commercio al dettaglio è una delle industrie più

competitive, i rivenditori abbasserebbero subito i prezzi se le commissioni diminuissero.

Tuttavia, ciò non vale per altre tipologie di industrie. Ad esempio, nel caso di aziende

erogatrici di servizi pubblici, i prezzi non potrebbero mutare senza una preventiva

approvazione dai loro organismi di regolamentazione. Diversi economisti hanno sostenuto

che la capacità dei commercianti di trasferire il loro risparmio dovuto a minori

commissioni dipende evidentemente dalla loro dimensione e quota di mercato, così come

da altri fattori minori. Mentre l'importo della riduzione di prezzo potrebbe dipendere da

questi fattori, alcuni studi hanno dimostrato che una riduzione delle interchange fees per i

rivenditori del settore della benzina può portare a risparmi per i consumatori13.

La Reserve Bank of Australia ha stimato che il risparmio per i consumatori australiani,

grazie all’intervento sulle fees ha generato risparmi per oltre 1,1 miliardi di dollari

australiani nel periodo tra marzo 2007 e febbraio 2008. Tuttavia, i tecnici hanno parlato di

stime ed hanno riconosciuto che sarebbe molto difficile fornire prove inconfutabili di

questi risparmi. Altri hanno sostenuto che i commercianti australiani non abbiano in alcun

modo trasferito tale risparmio ai consumatori, alcuni dei quali citando la letteratura

13 Borenstein S., Cameron A.C., and Gilbert R., “Do Gasoline Prices Respond Asymmetrically to Crude Oil Price Changes?” The Quarterly Journal of Economics, 112, no. 1 (February 1997): 305-339.

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economica che sostiene che una tale riduzione dei costi commerciali non incide sui prezzi

al dettaglio molto rapidamente, anche nel caso di un contesto di elevata concorrenza14.

È evidente che la limitazione delle interchange fees porterebbe ad una probabile

diminuzione delle entrate degli emittenti. Tuttavia l'impatto dipenderebbe in gran parte dal

modo in cui la limitazione venisse implementata. Per esempio, se questa fosse fissata ad un

livello significativamente inferiore ai tassi correnti e applicata a tutte le diverse

interchange fees, tutti gli emittenti ne sarebbero colpiti. Ma un tetto potrebbe anche essere

fissato ad un tasso relativamente alto, come ad esempio al tasso massimo per le carte di

credito standard, e per alcuni emittenti potrebbe non esserci differenza rispetto alla

situazione attuale. Gli emittenti di carte, in particolare quelli di dimensione inferiore si

oppongono a qualsiasi opzione che diminuisca le loro entrate in modo significativo.

Secondo alcuni operatori del settore, i piccoli emittenti si affidano maggiormente a tali

entrate rispetto a quanto fanno le grandi banche, i cui proventi maggiori derivano dagli

interessi e dalle altre commissioni imputate direttamente ai titolari. Di fatto si potrebbe

ricadere in una situazione dove i piccoli emittenti non sarebbero più in grado di offrire i

servizi aggiuntivi (ad esempio i premi) e quindi perderebbero capacità competitiva con i

maggiori emittenti. Si potrebbe essere di fronte ad uno spiazzamento di parte dell’offerta.

Si consideri inoltre che un’altra possibile conseguenza potrebbe essere quella di far passare

le minori entrate dai commercianti ai titolari di carta. Alcuni studi hanno sostenuto che un

tale cambiamento porterebbe a risultati più efficienti, in quanto sarebbero i titolari stessi a

pagare per i servizi aggiuntivi, oppure, come alcuni economisti hanno fatto notare, i titolari

di carta di fronte a maggiori costi per l'utilizzo delle proprie carte di credito potrebbero

modificare il loro comportamento usando le carte a premi meno frequentemente e optare

per metodi di pagamento alternativi, quali ad esempio le meno onerose carte di debito.

Altri economisti hanno invece sostenuto che gli eventuali risparmi per i consumatori per i

prezzi più bassi non sarebbero sufficienti a compensare gli impatti negativi sui titolari

(aumento delle commissioni annuali, altre commissioni, diminuzione del valore dei punti

premio, incremento dei tassi di interesse e diminuzione del credito disponibile). A titolo

esemplificativo, in Australia, le prestazioni aggiuntive per i titolari di carta, è sceso in

14 Stillman R. et Al. “Regulatory Intervention in the Payment Card Industry by the Reserve Bank of Australia: Analysis of the Evidence,” CRA International, London, United Kingdom: Apr. 28, 2008.

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media del 23 per cento tra il 2003-2007 a seguito della riforma delle interchange fees15.

Inoltre, un limite alle interchange fees potrebbe generare una perdita di profitti per i

commercianti qualora l’introduzione di questa opzione comportasse una diminuzione delle

vendite complessive al dettaglio o una riduzione della quantità di credito disponibile per i

titolari di carte. In merito, infatti, alcuni operatori del settore ed altri studi hanno indicato

che:

- i consumatori tendono a spendere somme più rilevanti in caso di pagamenti

effettuati con carte di credito rispetto a quando utilizzano altri metodi di

pagamento;

- i consumatori tendono ad utilizzare maggiormente carte di credito connesse a

sistemi premianti rispetto a carte normali.

Di fatto, l’introduzione del limite potrebbe portare ad un aumento dei canoni annuali per

gli utenti ed una riduzione dei premi. A seguito di ciò è abbastanza plausibile ipotizzare

una riduzione della spesa con tali carte e perciò una riduzione delle vendite complessive

per i commercianti. Infatti, gli emittenti, potendo contare su ricavi inferiori da interchange

fees potrebbe decidere che alcuni programmi fedeltà sono troppo costosi da mantenere e

potrebbero anche ridurre la disponibilità di credito, inclusa quella per gli esercizi

commerciali che dipendono dal credito per finanziare le spese aziendali. Ad esempio, nel

contesto statunitense, i risultati del sondaggio nazionale sullo Small Business indicano che

circa il 74 per cento delle imprese di piccole dimensioni utilizzano carte di credito

aziendali e comunque circa il 39 per cento utilizza le carte di credito personali per

l’impresa16.

Se l'opzione di porre un limite alle interchange fees fosse scelta, la più grande sfida per

l'attuazione sarebbe quella di stabilire e mantenere un livello che effettivamente bilanci i

costi tra i circuiti, gli emittenti, gli esercenti ed i consumatori, condizione che al momento

la letteratura ritiene particolarmente difficili da raggiungere.

In Australia, l’impostazione del limite è stata effettuata utilizzando un approccio basato sui

costi (cost-based). Di fatto, hanno scelto un tetto sulla base dei costi che gli emittenti

dovrebbero sostenere per

15 Reserve Bank of Australi, Reform of Australia’s Payment System: Issues for the 2007/2008 Review, Sydney, Australia: May 2007. 16 National Federation of Independent Business Research Foundation, “Credit Cards,” National Small Business Poll 8, no. 3, 2008.

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- l'autorizzazione e l'elaborazione;

- il rischio di frode e la prevenzione delle frodi;

- il grace period.

In particolare, in Australia, non sono stati inclusi i costi derivanti dalle perdite su crediti.

In ogni caso, un approccio del genere richiederebbe conoscenze specifiche dei benefici e

dei costi dei diversi metodi di pagamento, alcuni dei quali sono spesso difficili da misurare

con precisione. Altro problema, tutt’altro che irrilevante, riguarda la questione su quali

costi dovrebbero essere coperti dalle interchange fees. Ovviamente risultano posizioni

diverse e contrastanti sia in letteratura che nel dibattito attuale tra i vari operatori del

settore. Va da se che uno degli interrogativi principali fa riferimento al fatto che le

interchange fees debbano coprire le perdite su credito. Di contrasto a questa teoria vi è chi

ritiene invece che tali perdite debbano essere coperte con gli interessi. Tuttavia, sebbene

questo discorso assume rilevanza in un contesto anglosassone dove le carte di credito sono

principalmente revolving, ben diversa è la situazione in Europa, dove una gran parte della

massa transata fa riferirimento a carte esclusivamente a saldo. Pertanto, sembrerebbe

plausibile ipotizzare, che nel momento in cui si deve misurare il costo per il grace period,

deve essere stimato anche il rischio che il fido utilizzato non sia saldato. Nel caso invece di

carte revolving sembra essere più coerente associare il rischio di mancato pagamento al

tasso d’interesse praticato.

Una seconda opzione auspicata in GAO 10-45 per rispondere alle preoccupazioni inerenti

alle interchange fees, fa rifermento alla possibilità di incrementare la trasparenza per i

consumatori. Attraverso una loro maggiore consapevolezza si ritiene che questi possano

modificare le proprie abitudini di pagamento. Le commissioni potrebbero essere rese note

sulle ricevute di vendita per i consumatori, sulle note rilasciate dai POS, o attraverso avvisi

che i commercianti potrebbero manifestare ai propri clienti. Tuttavia tale opzione risulta

difficilmente praticabile per il fatto che i commercianti non sono in grado di accertare i

costi commissionali fino a quando non viene fatta l’elaborazione del pagamento. Di fatti, le

interchange fees variano a seconda del tipo di carta utilizzata e del metodo di pagamento

(ad esempio carta con o senza chip, tecnologia contactless, ecc.).

Rivelare l’ammontare commissionale ai consumatori potrebbe generare una riduzione dei

costi per i commercianti qualora i consumatori limitassero l’uso delle carte relativamente

più costose. Solo a quel punto, gli esercenti potrebbero riflettere il risparmio derivante

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dalla nuova abitudine sui prezzi delle merci. Tuttavia, tale effetto e tutt’altro che scontato,

in quanto è assolutamente incerto che i consumatori possano ragionare in tale maniera,

specialmente nel momento in cui si parla di cifre unitarie veramente irrisorie. Oltretutto

tale comunicazione può essere fonte di confusione per i consumatori. Sempre in

riferimento all’intervista in GAO 10-45, commercianti, emittenti, e circuiti di carte hanno

espresso la preoccupazione che i loro clienti potrebbero non capire le informazioni e

potrebbero fraintendere le spese commissionali elencate nelle ricevute o nell’estratto conto

come un costo aggiuntivo, piuttosto che come una componente del prezzo totale. Inoltre, i

commercianti intervistati nel suddetto studio, hanno ribadito che è molto difficile per i

cassieri distinguere tra i numerosi tipi di carte di debito e di credito, che hanno diverse

commissioni. A seguito di ciò, potrebbe essere molto complicato per un cassiere

comunicare con chiarezza al consumatore la interchange fees per la specifica operazione.

In tale circostanza sussiste anche una ulteriore problematica: la parte responsabile della

divulgazione delle informazioni per i consumatori dovrebbe sostenere dei costi per

l’aggiornamento della sua tecnologia per consentire l’evidenza di tali informazioni. Inoltre

per la divulgazione degli scontrini, i commercianti dovrebbero sostenere il costo di

cambiarli. Anche per gli emittenti tali maggiori informazioni sugli estratti conto della carta,

rappresentano voci di costo.

Una terza opzione potrebbe essere quella di vietare ai circuiti di stabilire regole per gli

esercenti che limitano la loro capacità di discriminare tra diversi tipi di carte, o di applicare

un supplemento per l'accettazione delle stesse. L’obiettivo di questa opzione è quello di

diminuire i costi per i commercianti che accettano le carte, consentendo loro di indirizzare

i loro clienti verso forme meno costose di pagamento. Come già precedentemente

anticipato, i circuiti generalmente impongono regole agli esercenti che accettano le loro

carte, come quelle di non permettere loro di aggiungere una maggiorazione o discriminare

tra le diverse carte emesse dalla stessa rete o di non accettare importi minimi di acquisto.

Per gli esercenti, il vantaggio principale di eliminare una o più delle restrizioni imposte dai

circuiti per l'accettazione delle carte potrebbe portare ad una riduzione dei costi.

Questa opzione potrebbe anche migliorare il potere contrattuale degli esercenti con i

circuiti e gli emittenti. Secondo alcuni operatori del settore e ricercatori, l’unica leva che

attualmente i commercianti hanno per controllare la loro spesa in interchange fees è quello

di rifiutare di accettare tutte le carte di un dato network. Tuttavia, data la quota di mercato

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di Visa e MasterCard , i clienti si aspettano di essere in grado di utilizzare le carte in una

grande varietà di esercizi commerciali, ed è sicuramente lecito e plausibile che gli esercenti

pensino che potrebbero perdere fatturato qualora si rifiutassero di accettare tutte le carte da

uno di questi circuiti. Va da se che la gestione dei costi e quindi dei prezzi, sarebbe più

facile qualora fosse possibile applicare un supplemento o fosse possibile rifiutare le carte

con commissioni maggiori.

Anche questa opzione potrebbe ridurre i costi per gli esercenti qualora i consumatori si

spostassero dalle carte più costose (come le carte premi) a quelle meno costose (come ad

esempio le carte di debito). Alcuni operatori del settore e accademici hanno sostenuto che

un tale cambiamento porterebbe a risultati rilevanti come la diminuzione dei prezzi per i

consumatori. Come già accennato, tutti i consumatori, anche coloro che pagano in contanti

o assegno, sostengono il costo delle spese dei commercianti per l'accettazione delle carte. I

fautori di questa opzione ritengono che senza l’evidenza dei costi dei meccanismi di

pagamento differenti, come l'accettazione limitata delle carte, il supplemento o gli sconti

per l’accettazione di un metodo piuttosto che un altro, i consumatori possono essere indotti

ad abusare di carte con interchange fees relativamente più elevate, poiché per loro più

convenienti a parità di condizioni. Vi è peraltro anche qualche evidenza empirica che

dimostra che i supplementi posso cambiare le modalità di comportamento dei consumatori.

Ad esempio, lo studio di Bolt et Al nel 200917, condotto nei Paesi Bassi, dove sono

permesse le maggiorazioni sulle carte di debito, ha mostrato che i consumatori hanno

alterato il loro comportamento in risposta alla nuova normativa. Mentre il 25 per cento dei

consumatori intervistati ha dichiarato che avrebbero usato le loro carte di debito,

indipendentemente dal sovrapprezzo applicato, la maggioranza ha dichiarato che il

sovrapprezzo ha influenzato la loro scelta di pagamento, specialmente per le somme

inferiori ai 15 euro. Un sondaggio condotto in Norvegia ha anche illustrato che i

consumatori sono molto sensibili ai prezzi che variano in base al metodo di pagamento18.

In ogni caso, è evidente che la rimozione di tali regole possa influenzare in diverso modo

tutti gli attori del sistema: titolari, emittenti, acquirer, e circuiti. Più precisamente, i titolari

potrebbero non essere più in grado di utilizzare le loro carte in moltissimi esercizi

17 Bolt W., Jonker N., Van Renselaar C., Incentives at the Counter: An Empirical Analysis of Surcharging Card Payments and Payment Behaviour in the Netherlands, Nederlandsche Bank, December 2008. 18 Humphrey D., Kim M., and Vale B., Realizing the Gains from Electronic Payments: Costs, Pricing, and Payment Choice,” Journal of Money, Credit and Banking 33, No. 2 - 2001: 216-234.

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commerciali come ora e potrebbe affrontare un aumento dei costi diretti per l'utilizzo della

carta. Gli emittenti e gli acquirer potrebbero essere danneggiati qualora vi fosse un

trattamento diverso tra gli utenti delle carte ed i consumatori che utilizzano altri metodi di

pagamento come il contante. Ad esempio gli esercenti di attività commerciali che operano

in mercati meno competitivi potrebbero impostare i supplementi ad un livello superiore a

quanto sarebbe effettivamente necessario per coprire le loro merchant fees, generando così

un nuovo flusso di entrate. Si dovrebbe pertanto riflettere sull’opportunità di mettere un

tetto massimo per il supplemento. Inoltre, si rileva che i consumatori potrebbero avere

meno scelta, qualora gli emittenti di piccole dimensioni non fossero più in grado di

garantire un business redditizio e quindi siano costretti ad uscire dal mercato a causa delle

ridotte entrate. Inoltre, se un minor numero di consumatori utilizzano le carte ed un minor

numero di commercianti le accettano, i benefici complessivi per il sistema derivanti dal

loro utilizzo potrebbe diminuire. Infatti è decisamente indubbio ch il sistema delle carte

porta benefici al maggior utilizzo delle carte.

Se i consumatori dovessero orientarsi a carte meno onerose per gli esercenti, gli emittenti

potrebbero vedere i loro ricavi diminuire. Pertanto si potrebbe osservare una diminuzione

dei piccoli operatori. Tuttavia la RBA ha riferito che le nuove regole non hanno ridotto il

numero di piccoli emittenti che offrono carte di credito. Contrariamente, gli istituti più

piccoli hanno trovato commercialmente vantaggioso esternalizzare una parte o tutte le loro

attività di emissione a grandi istituti finanziari o emittenti specializzati in modo da

razionalizzare i costi. In tali accordi di esternalizzazione, le carte portano ancora il nome

del piccolo emittente, ma sono gli altri operatori specializzati che forniscono i servizi

necessari. Per preservare la capacità dei piccoli emittenti di emettere carte con successo, è

stato anche suggerito che gli esercenti potrebbero essere autorizzati a rifiutare le carte sulla

base dei costi, ma dovrebbe essere vietato discriminare le carte sulla base dell’emittente.

Sempre in Australia, dove dal 2003 è consentito ai commercianti di applicare il

supplemento, molti di questi hanno scelto di non farlo. In particolare, secondo la Reserve

Bank of Australia, a giugno 2009, solo circa il 18 per cento di commercianti molto piccoli,

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il 20 per cento dei piccoli, il 26 per cento dei grandi, il 34 per cento di quelli molto grandi19

hanno riscosso maggiorazioni per i pagamenti con carte20.

Uno studio sui sovrapprezzi sulle carte di debito nei Paesi Bassi, invece, ha rilevato che

circa il 22 per cento dei commercianti ha aggiunto una commissione per il pagamento con

una carta di debito (per le vendite al di sotto di €10)21.

I risultati di un sondaggio nazionale dalla U.S. FNIB, indicano che il 29 per cento delle

aziende statunitensi di piccole dimensioni che accettano pagamenti con carta di credito

applicano un supplemento per i pagamenti con carta se i loro contratti con i circuiti lo

permettono, e circa il 13 per cento hanno attualmente un importo minimo di acquisto con

carta di credito22.

Una quarta opzione suggerita, prevede invece la possibilità di permetterebbe agli esercenti

di negoziare direttamente con gli emittenti di carte, al fine di raggiungere un accordo sulle

interchange fees da applicare. Secondo i suoi sostenitori, questa opzione offrirebbe una

leva efficace agli esercenti da utilizzare sia con i circuiti che con gli emittenti, al fine di

negoziare tassi e condizioni potenzialmente generatori di costi inferiori. Come già discusso

in precedenza, alcuni hanno sostenuto che gli esercenti, in particolare quelli di piccole

dimensioni, non siano in grado di negoziare con i circuiti o gli emittenti, in parte a causa

delle quote di mercato di Visa, MasterCard, e delle quote dei maggiori emittenti. Tuttavia,

anche i maggiori esercenti USA, come si evince in GAO 10-45 hanno fallito i negoziati

con i circuiti perché hanno decisamente bisogno di accettare le carte Visa e MasterCard per

mantenere i loro clienti e quindi devono pagare qualsiasi prezzo questi impongano. Altri

magari non sono neanche a conoscenza della possibilità di negoziare. Altri ritengono

invece che sarebbe necessaria una contrattazione collettiva in modo da generare un sistema

più equo volto a fissare un unico tasso e non tanti tassi differenziati in base al tipo di

settore, al volume delle vendite e ad altri fattori. Tuttavia, come accennato in precedenza,

qualsiasi opzione che riduca le interchange fees potrebbe avere effetti opposti sulle diverse

parti interessate (ad esempio, diminuzione dei costi per gli esercenti ma minore

19 Molto piccoli: fatturato annuo tra AUD 1-5 milioni. Piccoli: fatturato annuo tra AUD 5-20 milioni. Grandi: fatturato annuo tra AUD 20-340 milioni. Molto grandi: fatturato annuo oltre AUD 340 milioni. 20 East & Partners, Australian Merchant Acquiring & Cards Markets: Special Question Placement Report, Sydney, Australia: June 2009. 21 Bolt W., Jonker N., Van Renselaar C., Incentives at the Counter: An Empirical Analysis of Surcharging Card Payments and Payment Behaviour in the Netherlands, Nederlandsche Bank, December 2008. 22 NFIB Research Foundation, “Credit Cards,” National Small Business Poll 8, no. 3 (2008).

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disponibilità di credito per i titolari e quindi minore potenzialità di speso, prezzi più bassi

delle merci ma costi più alti per i titolari).

Alla luce di queste riflessioni, i principali due circuito mondiali per valori transati, Visa e

Mastercard, d’accordo con alcune banche statunitensi di rilevanza sistemica, in luglio 2012

hanno raggiunto uno storico accordo extragiudiziale con circa sette milioni di

commercianti negli Stati Uniti che hanno avviato un'azione legale nei loro confronti per le

commissioni pagate. In particolare, circuiti e banche verseranno un risarcimento da circa 7

miliardi di dollari, ma soprattutto sarà possibile effettuare il surcharge sul cliente. Tale

accordo rispetta comunque le leggi dei singoli Stati, anche quelle dei dieci in cui ci sono

leggi che proibiscono sovrapprezzi (tra cui New York, California e Texas) ed è vincolato

alla approvazione dalla Corte distrettuale degli Usa che Entro fine 2012, inizio 2013

prenderà una decisione.

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3. L’evoluzione degli strumenti di pagamento a livello globale

ed in Italia: un’analisi empirica

In questo capitolo è stata realizzata un’analisi empirica volta a valutare l’evoluzione

dell’utilizzo degli strumenti di pagamento alternativi al contante in ventuno Stati sovrani.

Sono stati valutati i volumi transati, opportunamente corretti in base ai poteri di acquisto

delle monete, e la propensione all’utilizzo dei consumatori. A seguito del confronto con il

caso australiano, l’analisi ha posto in luce come le regole ed i vincoli normativi abbiano

influito sulla propensione all’utilizzo degli strumenti di pagamento alternativi al contante.

Sempre in questo capitolo, si è focalizzata l’attenzione sul caso italiano, studiando il

mercato delle carte di credito. In particolare, sono state indagate le caratteristiche della

totalità dell’offerta delle carte di credito da parte degli emittenti di natura bancaria, al fine

di determinare le motivazioni per le quali l’Italia presenta un sviluppo degli strumenti di

pagamento non in linea con quello della maggior parte dei Paesi industrializzati. In questo

frangente, per giungere ad un risultato quantitativo, si è elaborata una metodologia (GO)

che ricomprendesse sia i valori quantitativi che qualitativi.

3.1. DATA-SET

Al fine di valutare, da un lato la dinamica evolutiva degli strumenti di pagamenti a livello

globale, e dall’altro il grado di concorrenza raggiunto in Italia nello specifico settore delle

carte di credito, sono stati costruiti due data-set differenti in modo da poter rispondere in

maniera adeguata ad i due quesiti posti.

3.1.1. Data-set – 1

La costruzione del data-set – 1 ha presentato diverse difficoltà dovute alla necessità di

reperire dati di diversi Stati che fossero realmente confrontabili. Infatti, spesso accade che,

a parità di obiettivo da raggiungere, le misurazioni effettuate in due Paesi diversi sono

basate su metodologie diverse e pertanto portano necessariamente ad interpretazioni

diverse. Si consideri, ad esempio, il calcolo del Prodotto Interno Lordo, la cui metodologia

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di misurazione spesso differisce tra uno Stato e l’altro, pur riferendosi sempre allo stesso

concetto. In tale contesto, il data-set – 1 è stato costruito facendo riferimento a fonti di dati

il più omogenee possibile. Per questa motivazione, si è scelta la Banca dei Regolamenti

Internazionali (Bank of International Settlements – BIS) come principale fonte di dati

grezzi da elaborare.

Nello specifico, il data-set – 1 è composto da quattro sezioni, ciascuna dedicata ad un

singolo strumento di pagamento:

1. Carte di pagamento

2. Bonifici

3. Addebiti diretti

4. Assegni

Per ciascuno degli strumenti di pagamento indicati sono stati individuate, per il periodo tra

il 2005 ed il 2010, numero e ammontare di transazioni annue. L’analisi è stata condotta su

ventidue Paesi, di cui, sempre dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, è stato reperito

il numero di abitanti ed il PIL per ognuno degli Stati indagati23. La scelta dei Paesi da

inserire nel campione è stata condizionata unicamente dalla disponibilità dei dati. Gli altri

Stati del Globo, per un motivo o per l’altro, non comunicano alla Banca dei Regolamenti

Internazionali le variabili necessarie per il perseguimento degli scopi del presente lavoro.

In ogni caso, nella tabella 3.1 si evidenzia il campione di Nazioni ed il relativo codice

identificativo:

23 Fa eccezione il rilevamento per il 2010 della popolazione di Regno Unito e Giappone, il cui ammontare è stato ricavato dal World Economic Outlook Database di aprile 2012.

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Tab. 3.1 – Gli Stati presenti nel campione

STATO CODICE STATO CODICE Australia

Belgio

Brasile

Canada

China

France

Germania

India

Italy

Giappone

Corea

AUS

BEL

BRA

CAN

CHI

FRA

GER

IND

ITA

JAP

KOR

Messico

Paesi Bassi

Russia

Sud Arabia

Singapore

Sud Africa24

Svezia

Svizzera

Turchia

Regno Unito

USA

MEX

NDL

RUS

SAR

SGP

SAF

SWE

SWI

TUR

UK

US

A causa della limitata disponibilità dei dati, il campione finale è stato decurtato dal Sud

Africa e si è pertanto attestato a ventuno unità.

Altra variabile indipendente inserita nel data-set – 1 sono i coefficienti di conversione delle

monete nazionali secondo la teoria della parità dei poteri d’acquisto, al fine di normalizzare

il valore delle transazioni effettuate con strumenti di pagamento ed il PIL di ciascun Paese.

In particolare, la valuta di riferimento utilizzata è il dollaro USA ed i coefficienti di

conversione sono stati reperiti:

- per gli anni tra il 2005 ed il 2009 dal Penn World Table 7.0

- per il 2010 dal Penn World Table 7.1.

Tali analisi e rilevazioni, prodotte dal Center for International Comparisons of Production,

Income and Prices alla University of Pennsylvania sono utilizzate anche da Istituzioni del

massimo livello, come ad esempio la Banca dei Regolamenti Internazionali ed il Fondo

Monetario Internazionale.

Il data-set – 1 così costruito ha permesso pertanto di individuare quali sono i Paesi più

avanzati in termini di livello di utilizzo degli strumenti di pagamento, quali sono i mercati

con i maggiori tassi di sviluppo del settore a livello mondiale e, attraverso il confronto del

caso specifico dell’Australia con gli altri Paesi, se la normativa sul surcharge delle

24 Sebbene presente nelle rilevazioni della Banca dei Regolamenti Internazionali, il Sud Africa presenta diversi dati non disponibili per l’analisi effettuata e pertanto non rientra nel campione finale.

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70

Interchange Fees ha prodotto dei mutamenti a livello di concorrenza e di sviluppo del

settore.

3.1.2. Data-set – 2

Al fine di perseguire l’obiettivo di confermare o confutare i risultati ottenuti per l’Italia nel

del data-set – 1, nonché valutare l’offerta e le strategie competitive poste in essere dagli

emittenti, è stato predisposto il data-set – 2, dove, esclusivamente per il settore delle carte

di credito, è stata osservata la struttura dell’offerta presente nel mercato italiano. Per questo

motivo, sono stati reperiti dati qualitativi e quantitativi sulla totalità delle carte emesse in

Italia al 31 dicembre 2011.

I dati sono stati individuati attraverso le informazioni presenti nei singoli fogli informativi

di ciascun prodotto, nonché attraverso un questionario e/o un contatto telefonico effettuato

con le aree/uffici costumer care degli emittenti. In particolare sono state rilevate

settantaquattro differenti carte di credito, che per motivi di sintesi e di analisi sono state

classificate in tre classi di prodotto: Consumer, Business e Corporate.

Tab. 3.2 – Classi di prodotto del data-set – 2

CLASSE DI PRODOTTO

NUMEROSITA’

Carte Consumer

Carte Business

Carte Corporate

28

23

23

Le carte di credito “Consumer” sono strumenti indirizzati ad un pubblico retail, che

attraverso tale mezzo di pagamento vuole sostituire il contante e/o postergare il pagamento

ad una data prestabilita, ovvero dilazionare le spese nel tempo. Per tale motivo, le carte

“Consumer” possono essere a loro volta suddivise in tre distinti segmenti di prodotto:

Charge, Opzione e Revolving.

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Tab. 3.3 – Segmenti della classe “Carte Consumer”

SEGMENTO DI PRODOTTO

NUMEROSITA’

Charge

Opzione

Revolving

6

14

8

Le carte Charge si caratterizzano per il fatto che il pagamento è a saldo, cioè non è prevista

la possibilità di dilazionarlo nel tempo. Per quelle ad Opzione il titolare della carta può

optare per il pagamento a saldo e, qualora necessario, per il pagamento rateale. Le carte

revolving sono strumenti, invece, orientati a clienti che utilizzano molto spesso dilazionare

la propria spesa nel tempo. Pertanto, struttura, costi e servizi sono studiati appositamente

per favorire tale tipologia di clientela.

Le carte di credito “Business” sono strumenti di pagamento orientati ad una clientela che

utilizza il mezzo per il giro di affari aziendale. Spesso orientate ai titolari di piccole e

medie imprese che alla dirigenza delle stesse. In tale classe, sono stati individuati due

segmenti: base e superior. In quest’ultimo si rintracciano le carte di credito per soggetti ad

alto reddito, a cui sono associati servizi ad alto valore aggiunto. Si tratta quindi delle c.d.

carte silver, gold e black.

Tab. 3.4 – Segmenti della classe “Carte Business”

SEGMENTO DI PRODOTTO

NUMEROSITA’

Base

Superior

16

7

Ultima classe di prodotto del data-set – 2 è quella “Corporate”, a cui appartengono

strumenti di pagamento adatti ad una clientela costituita da grandi imprese, quindi dove

sussistono esigenze particolari, sia in termini di servizi necessari, che di rendicontazione.

Anche in questo caso si riscontrano due segmenti di prodotto: base, per i dipendenti fino ad

un certo livello, e superior per gli alti dirigenti.

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Tab. 3.5 – Segmenti della classe “Carte Corporate”

SEGMENTO DI PRODOTTO

NUMEROSITA’

Base

Superior

15

8

In generale per ciascun prodotto sono state raccolte informazioni relative a:

a) Caratteristiche generali

b) Pricing

c) Commissioni

d) Servizi aggiuntivi

e) Assicurazioni

In particolare, per il segmento “Charge” delle “Carte Consumer” si è tenuto conto:

f) per quanto attiene alle caratteristiche generali di:

o possibilità di utilizzare lo strumento in modalità Contact Less;

o limite di utilizzo mensile in €;

o data di addebito;

o al numero di circuiti accessibili;

g) per quanto attiene alle caratteristiche di prezzo:

o quota della carta per il primo anno di utilizzo;

o quota della carta dal secondo anno di utilizzo;

o quota prevista per ogni carta aggiuntiva del titolare;

o quota prevista per ciascuna carta associata ad un famigliare;

o l’esistenza del rebate25 canone;

h) per quanto attiene al profilo commissionale:

o commissioni pagate per acquisti effettuati in valuta estera;

o le spese di tenuta conto mensili;

o le spese per invio dell’estratto conto cartaceo;

o le spese per visualizzare l’estratto conto online sul sito internet dell’emittente;

o le spese per ricevere la copia di estratti conto precedenti;

o il costo dell’imposta di bollo per saldi superiori a €77;

25 Per rebate si intende la possibilità di ridurre il canone annuale corrisposto all’emittente in base all’utilizzo della carta. Oltre un certo livello di spesa, la quota annuale viene decurtata.

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o il costo dell’anticipo contante per prelievi presso ATM in Italia, sia in termini

percentuali che in termini di soglia minima di spesa per operazione;

o il costo dell’anticipo contante per prelievi presso ATM in Area Extra UE, sia in

termini percentuali che in termini di soglia minima di spesa per operazione;

o commissione per il pagamento del carburante;

o il costo per la sostituzione e lo smarrimento della carte;

o l’eventuale presenza di servizi di emergenza come l’anticipo contante oltre i

limiti o l’aumento temporaneo dei massimali;

i) per quanto attiene ai servizi aggiuntivi offerti:

o possibilità di estendere il credito oltre le caratteristiche generali previste per la

carta;

o possibilità di ottenere un credito extra in via temporanea;

o possibilità di utilizzare il servizio di cash advance, cioè il ritiro di contante non

solo presso ATM ma anche presso sportelli di banche e intermediari finanziari;

o presenza del servizio di balance transfer, cioè la possibilità di trasferire il conto

da una carta ad un’altra, indipendentemente dall’emittente purché intestata allo

stesso titolare (per quanto attiene all’Europa tale servizio è molto utilizzato nel

Regno Unito);

o cash back, cioè l’accredito sul conto del titolare di una percentuale della spessa

effettuata nell’anno;

o possibilità di effettuare ricariche telefoniche online direttamente dal portale

Titolare;

o possibilità di effettuare pagamenti di bollette online direttamente dal portale

Titolare;

o presenza di programmi di Loyalty;

o possibilità di ottenere estratti conto online;

o presenza del servizio di sms, cioè la comunicazione successiva ad ogni

pagamento effettuato oltre una certa soglia;

o presenza del servizio antifrode online, cioè l’associazione di una ulteriore

password per i pagamenti effettuati con carta via internet;

o presenza di una newsletter online dell’emittente;

o la possibilità di effettuare disposizioni di pagamento online;

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o la presenza di un’area riservata online per accedere alle informazioni del conto

carta;

j) per quanti attiene alle assicurazioni associate alla carta:

o polizze di protection insurance volte al rimborso del debito residuo o il

pagamento delle rate, in tutti quei casi in cui si deve far fronte a situazioni

difficili, provocate da eventi non controllabili, quali morte, infortunio e

malattia;

o polizze di protection value volte a proteggere il titolare da eventuali spese

effettuate illecitamente a seguito dello smarrimento o furto della carta;

o polizze multirischi volte a ricevere un indennizzo nel caso si subisca un furto di

un oggetto acquistato o del denaro prelevato con la carta.

Per quanto attiene, invece, al segmento “Opzione” delle “Carte Consumer” e delle “Carte

Revolving” si è tenuto conto:

k) per quanto attiene alle caratteristiche generali di:

o possibilità di utilizzare lo strumento in modalità Contact Less;

o importi minimi del rimborso effettuato qualora si attivi l’opzione di

rateizzazione;

o limite di utilizzo mensile in €;

o data di addebito;

o al numero di circuiti accessibili;

l) per quanto attiene alle caratteristiche di prezzo:

o quota della carta per il primo anno di utilizzo;

o quota della carta dal secondo anno di utilizzo;

o quota prevista per ogni carta aggiuntiva del titolare;

o quota prevista per ciascuna carta associata ad un famigliare;

o l’esistenza del rebate canone;

o il TAN26;

o il TAEG27;

26 Il tasso annuo nominale o TAN è il tasso di interesse puro applicato ad un finanziamento. È il tasso da utilizzare come termine di paragone con tassi omogenei di rendimento delle attività finanziarie. Ovviamente non corrisponde tuttavia al tasso d'interesse realmente applicato al finanziamento, ma al tasso effettivo periodale moltiplicato per il numero di periodi in cui l'anno è ripartito.

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75

m) per quanto attiene al profilo commissionale:

o commissioni pagate per acquisti effettuati in valuta estera;

o le spese di tenuta conto mensili;

o le spese per invio dell’estratto conto cartaceo;

o le spese per visualizzare l’estratto conto online sul sito internet dell’emittente;

o le spese per ricevere la copia di estratti conto precedenti;

o il costo dell’imposta di bollo per saldi superiori a €77;

o il costo dell’anticipo contante per prelievi presso ATM in Italia, sia in termini

percentuali che in termini di soglia minima di spesa per operazione;

o il costo dell’anticipo contante per prelievi presso ATM in Area Extra UE, sia in

termini percentuali che in termini di soglia minima di spesa per operazione;

o commissione per il pagamento del carburante;

o il costo per la sostituzione e lo smarrimento della carte;

o l’eventuale presenza di servizi di emergenza come l’anticipo contante oltre i

limiti o l’aumento temporaneo dei massimali28;

n) per quanto attiene ai servizi aggiuntivi offerti:

o possibilità di estendere il credito oltre le caratteristiche generali previste per la

carta;

o possibilità di ottenere un credito extra in via temporanea;

o possibilità di utilizzare il servizio di cash advance, cioè il ritiro di contante non

solo presso ATM ma anche presso sportelli di banche e intermediari finanziari;

o presenza del servizio di balance transfer, cioè la possibilità di trasferire il conto

da una carta ad un’altra, indipendentemente dall’emittente purché intestata allo

stesso titolare (per quanto attiene all’Europa tale servizio è molto utilizzato nel

Regno Unito);

o cash back, cioè l’accredito sul conto del titolare di una percentuale della spessa

effettuata nell’anno;

o possibilità di effettuare ricariche telefoniche online direttamente dal portale

Titolare;

27 Il Tasso Annuo Effettivo Globale o TAEG rappresenta il costo effettivo dell'operazione, espresso in percentuale, che il cliente deve alla società che ha erogato il prestito o il finanziamento. A seguito di ciò il TAEG racchiude contemporaneamente sia il TAN, sia le spese di emissione della pratica e della documentazione. 28 Tale possibilità è limitata solo alle carte ad “opzione” e non è prevista per le carte “revolving”.

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76

o possibilità di effettuare pagamenti di bollette online direttamente dal portale

Titolare;

o possibilità di postergare il pagamento di una rata;

o presenza di programmi di Loyalty;

o possibilità di ottenere estratti conto online;

o presenza del servizio di sms, cioè la comunicazione successiva ad ogni

pagamento effettuato oltre una certa soglia;

o presenza del servizio antifrode online, cioè l’associazione di una ulteriore

password per i pagamenti effettuati con carta via internet;

o presenza di una newsletter online dell’emittente;

o la possibilità di effettuare disposizioni di pagamento online;

o la presenza di un’area riservata online per accedere alle informazioni del conto

carta;

o) per quanti attiene alle assicurazioni associate alla carta:

o polizze di protection insurance volte al rimborso del debito residuo o il

pagamento delle rate, in tutti quei casi in cui si deve far fronte a situazioni

difficili, provocate da eventi non controllabili, quali morte, infortunio e

malattia;

o polizze di protection value volte a proteggere il titolare da eventuali spese

effettuate illecitamente a seguito dello smarrimento o furto della carta;

o polizze multirischi volte a ricevere un indennizzo nel caso si subisca un furto di

un oggetto acquistato o del denaro prelevato con la carta.

Per quanto attiene, invece, al segmento “Base” e “Superior” delle “Carte Business” e delle

“Carte Corporate” si è tenuto conto:

p) per quanto attiene alle caratteristiche generali di:

o limite di utilizzo mensile in €;

o data di addebito;

o al numero di circuiti accessibili;

q) per quanto attiene alle caratteristiche di prezzo:

o quota della carta;

o quota prevista per ogni carta aggiuntiva del titolare;

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o quota prevista per ciascuna carta ulteriore forniti a dipendenti aziendali;

o l’esistenza del rebate canone;

o il TAN;

o il TAEG;

r) per quanto attiene al profilo commissionale:

o commissioni pagate per acquisti effettuati in valuta estera;

o le spese per invio dell’estratto conto cartaceo;

o le spese per visualizzare l’estratto conto online sul sito internet dell’emittente;

o le spese per ricevere la copia di estratti conto precedenti;

o il costo dell’imposta di bollo per saldi superiori a €77;

o il costo dell’anticipo contante

o commissione per il pagamento del carburante;

o il costo per la sostituzione e lo smarrimento della carte;

o l’eventuale presenza di servizi di emergenza come l’anticipo contante oltre i

limiti o l’aumento temporaneo dei massimali;

s) per quanto attiene ai servizi aggiuntivi offerti:

o l’esistenza di call – center per l’assistenza da contattare attraverso numeri

gratuiti o a pagamento;

o l’esistenza di call – center da contattare per il blocco della carta o per altri

motivi di emergenza attraverso numeri gratuiti o a pagamento;

o l’esistenza di servizi di emergenza per ottenere tempestivamente la carta

sostitutiva;

o la possibilità di ottenere una quantità di contante in caso di emergenza;

o presenza di servizi di sicurezza come l’sms o l’email di notifica di avvenuto

pagamento ovvero l’integrazione di un chip nella carta a cui è associato un pin

di attivazione;

o presenza del servizio antifrode online, cioè l’associazione di una ulteriore

password per i pagamenti effettuati con carta via internet;

o presenza di una newsletter online dell’emittente;

o la possibilità di effettuare disposizioni di pagamento online ovvero ricevere

informazioni;

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o la possibilità di effettuare disposizioni di pagamento via sms ovvero ricevere

informazioni;

o la presenza di una agenzia viaggi dedicata ai titolari di carta29;

o l’esistenza di un priority pass per accedere ad aree riservate30;

o l’esistenza del programma di Loyalty;

o l’esistenza di partner aziendali dell’emittente per ottenere specifici vantaggi31.

t) per quanti attiene alle assicurazioni associate alla carta:

o polizze infortuni per viaggi pagati con la carta;

o polizze per la protezione contro la cancellazione o il ritardo di voli aerei pagati

con la carta;

o assicurazioni sui bagagli;

o garanzia sugli acquisti;

o protezione sugli acquisti in caso di furto o smarrimento;

o assicurazioni sulla guida di veicoli e assistenza;

o protezione del diritto di recesso (Liability Waiver);

o assicurazione sull’utilizzo indebito di SIM aziendali32;

o soccorso stradale;

o polizza di responsabilità civile per l’abitazione e la pratica sportiva;

3.2. METODOLOGIA

I due sub-obiettivi strumentali al raggiungimento dell’obiettivo di ricerca sono per certi

aspetti abbastanza eterogenei, e di fatto anche i due data-set costruiti sono completamenti

fondati su logiche di imputazione dei dati decisamente differenti. Per questo motivo anche

la metodologia di analisi differisce nell’uno e nell’altro caso.

29 L’agenzia viaggi è prevista solo per le carte business base e per quelle corporate superior. 30 Servizio aggiuntivo possibile solo per le carte del segmento superior. 31 Servizio previsto solo per le carte corporate superior. 32 Servizio aggiuntivo previsto solo per le carte del segmento base.

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79

3.2.1. Metodologia data-set – 1

Il data-set – 1, costruito per verificare il grado di evoluzione dei sistemi di pagamento nei

ventuno Paesi del campione, è stato elaborato al fine di generare per ciascuno Stato il

numero e l’ammontare di transazioni pro capite. Per rendere omogenei i dati, l’ammontare

delle transazioni sono state:

a) corrette secondo i coefficienti della parità dei poteri d’acquisto

b) ponderate in base al prodotto interno lordo di ciascun Paese.

Esclusivamente per la sezione del data-set riferita alle carte di pagamento, è stato inoltre

osservato il livello di emissione delle carte. In particolare, si è fatto riferimento a:

- Carte di debito

- Carte di credito

- Carte con funzione di moneta elettronica

In ogni caso, si tenga presente che, qualora possibile, le variabili sono state normalizzate in

base alla popolazione dello Stato analizzato in modo da avere una visione pro-capite ben

più significativa di un qualunque valore assoluto.

I singoli elementi del data-set sono stati trattati in termini di variazione percentuale tra un

anno ed il successivo, nonché si è determinato il trend attraverso la determinazione del

tasso di crescita annuale medio composto (CAGR). Il Compound Annual Growth Rate

(CAGR) è definito come: 1)1(

1

n

n

ii

, dove Δi rappresenta le variazioni annuali semplici.

3.2.2. Metodologia data-set – 2

Attraverso il data-set – 2 si è inteso valutare il livello, in Italia, di eterogeneità/omogeneità

della offerta relativa al mercato delle “carte di credito”. Si ritiene, infatti, che un mercato

con un basso grado di differenziazione dei prodotti e dei servizi dipenda dal livello di

concorrenza presente nel mercato stesso. In particolare, poiché non è riscontrabile né in

una letteratura specifica, né in una più generale, una modalità precisa per valutare il grado

di omogeneità di prodotti a cui è attribuibile il medesimo obiettivo, in questo lavoro si è

voluto costruire un modello personale che potesse interpretare tale fenomeno. Va da se,

che si è ben consapevoli dei limiti dello stesso, ma si ritiene, che pur avendo notevoli

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difetti, possa essere un modello che dà comunque una indicazione rappresentativa delle

caratteristiche concorrenziali del settore in esame.

In particolare, il modello di analisi prevede l’individuazione delle variabili chiave da

studiare per ciascun item (prodotto). Nel caso specifico, le variabili individuate sono state:

- Pricing del prodotto

- Livello commissionale

- Servizi aggiuntivi

- Assicurazioni aggiuntive collegate al prodotto

A ciascuna di queste variabili, per ogni item, sono state associate diverse variabili di

secondo livello (cfr. § 3.1.2.). Per ciascuna di queste ultime si è studiato il grado di

omogeneità in modo da comprendere se si tratta di valori su cui gli intermediari che

operano nel mercato riescono ad agire oppure no. Il grado di omogeneità è espresso in

termini percentuali: più il valore è elevato, più è alto il grado di omogeneità e quindi la

differenziazione tra ciascun item.

Stabilito, pertanto, l’obiettivo da raggiungere, nell’ambito della costruzione della

metodologia si è dovuto affrontare un problema molto rilevante, cioè in che modo la stessa

caratteristica di due item diversi potesse essere considerata omogenea. Ad esempio, si

ipotizzi che quattro carte di credito abbiano un TAEG pari al 13,40%, 15,6%, 15,8%,

18,00%. È abbastanza chiaro che trattasi di quattro valori diversi e quindi potremmo

considerare i quattro strumenti di pagamento ben diversi l’uno dall’altro. Tuttavia, come è

evidente, i TAEG della seconda e terza carta si distanziano l’uno dall’altro per una

percentuale abbastanza esigua e perciò si potrebbe asserire che a parità di altre condizioni i

due prodotti sono pressoché simili. Al fine di risolvere questa problematica si è deciso di

assumere un intervallo di tolleranza pari al 10% nell’intorno del valore mediano della serie.

In particolare, nell’esempio proposto, il valore della mediana è pari a 15,7% (derivante

dall’interpolazione lineare tra i due valori centrali) ed i valori estremi dell’intorno al 10%

sono pari al 14,13% ed al 17,27%. È evidente che tutti i valori all’interno di tale intervallo

sono considerati omogenei differentemente da quelli esterni.

Una volta definiti quali sono i valori all’interno ed all’esterno dell’intervallo di tolleranza,

si può stabilire la proporzione in cui sono presenti. Pertanto, l’esempio proposto presenta

due valori interni e due esterni e perciò il grado di omogeneità sarà pari al 50%. In ogni

caso, è d’obbligo precisare che nell’analisi del data-set – 2 sono state considerate solo serie

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numeriche con almeno 5 rilevazioni e qualora il valore mediano fosse il risultato

dell’interpolazione di due valori che non si differenziano per più del 20%, allora questi due

valori saranno comunque considerati omogenei.

Tuttavia, tale metodologia è efficace solo per le variabili continue e non per quelle discrete.

In particolare, le variabili discrete presenti nel data-set – 2 sono solo binomiali. Alla luce di

ciò, è stato considerato come indicatore di omogeneità il rapporto tra i due risultati

possibili delle singole distribuzioni. Più precisamente, tale rapporto (necessariamente

compreso tra 0,5 ed 1) è stato normalizzato in un indicatore con estremi 0 ed 1 in modo da

renderlo esprimibile in termini percentuali. È evidente che l’accuratezza di tale indicatore

sale decisamente al crescere delle rilevazioni disponibili.

I valori medi del grado di omogeneità per ciascuna variabile e per ciascun segmento di

prodotto hanno permesso di esprimere delle considerazioni in merito al livello di

differenziazione di prodotto riscontrabile nel mercato delle carte di credito.

3.3. RISULTATI DATA SET – 1

3.3.1. Le carte di pagamento

Negli ultimi due decenni il più significativo trend di lungo periodo per l'uso degli strumenti

di pagamento è stato il passaggio dal contante a metodi di pagamento alternativi. In

particolare è incrementato l’utilizzo delle carte di pagamento da parte dei consumatori

parallelamente ad un generale aumento dell’affidabilità e dell’efficienza del trattamento

elettronico ed automatizzato dei pagamenti.

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82

Tab. 3.6 – Numero transazioni annue pro-capite tra il 2005 ed il 2010 effettuate con

carte di pagamento

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Alti tassi di crescita per il periodo 2005-10 nel numero di transazione pro-capite (cfr.

Tabella 3.733) sono rilevati per la Russia, la Cina, l’India e la Corea, sebbene solo per

quest’ultima possono essere associati volumi (cfr. Tabella 3.6) nel complesso rilevanti

(145,1 nel 2010).

33 Le transazioni rilevate non contengono quelle effettuate con e-money, cioè i pagamenti con carta realizzati senza la materialità del titolo.

2005 2006 2007 2008 2009 2010US 144,6 161,9 178,3 190,7 198,0 211,3CAN 155,8 167,7 176,7 188,8 194,6 200,9SWE 117,1 131,2 146,2 176,5 181,7 195,9AUS 116,9 125,4 134,8 146,5 157,5 172,2KOR 56,1 68,4 79,0 97,2 118,7 145,1UK 104,3 111,0 118,1 123,7 132,5 141,5NLD 87,0 94,8 103,3 113,7 124,7 137,7FRA 83,6 88,9 96,6 102,3 107,6 114,3BEL 70,5 75,6 81,1 87,2 92,4 97,7SWI 51,2 53,7 57,6 62,9 67,1 71,3SAR 25,9 29,4 30,3 38,5 40,0 44,5SGP 32,5 35,1 36,9 37,7 41,1 40,0GER 28,8 29,6 26,1 28,2 30,0 32,8BRA 14,5 17,6 20,7 24,6 26,8 32,7TUR 18,6 19,1 20,6 24,1 26,5 29,8ITA 20,6 21,2 22,6 23,5 24,6 25,0MEX 4,2 5,6 6,9 7,7 7,9 9,3RUS 1,0 1,6 2,5 3,6 4,8 7,1IND 0,9 1,3 1,8 2,4 3,2 4,0CHI N.D. 0,8 1,3 2,0 2,6 3,6JAP 21,9 35,7 39,3 40,9 - -

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Tab. 3.7 – Evoluzione numero transazioni annue pro-capite tra il 2005 ed il 2010

effettuate con carte di pagamento

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Tralasciando il discorso per gli Stati Uniti e per il Canada, che risultano i due Paesi con il

maggior numero di transazioni pro-capite (rispettivamente 211,3 e 200,9 nel 2019),

nell’UE emergono la Svezia e Regno Unito. In particolare, nel 2010, la Svezia si pone al

terzo posto nella classifica mondiale con oltre centonovantacinque transazioni per abitante,

con un tasso di crescita nei sei anni del 10,85%, il più alto dell’UE. Il Regno Unito, invece,

pur non avendo un tasso di crescita molto elevato (6,3%), presenta comunque un livello di

transazioni pro-capite non trascurabile (141,5 nel 2010). I primi due Stati appartenente

all’Area Euro risultano Paesi Bassi e Francia, con oltre cento transazioni annue e con tassi

di sviluppo nel 2010 rispettivamente del 9,64% e del 6,46%. Decisamente non elevati

risultano i dati riguardanti la Germania (32,8 transazioni pro-capite annue nel 2010) leader

economico dell’UME e l’Italia (25 transazioni pro-capite nel 2010).

Particolarmente interessante è il caso Australiano. Come noto da quanto osservato nei

capitoli precedenti, sebbene in presenza di una normativa diversa, il tasso di sviluppo

CAGRRUS 56,77% 57,27% 46,82% 30,47% 49,24% 47,78%CHI - 63,04% 51,16% 31,31% 37,92% 45,35%IND 40,52% 38,28% 28,93% 35,36% 23,60% 33,19%JAP 62,58% 10,14% 4,04% - - 23,05%KOR 21,82% 15,63% 22,98% 22,08% 22,31% 20,93%BRA 21,34% 17,86% 18,45% 8,98% 22,21% 17,67%MEX 31,56% 22,59% 11,86% 3,69% 17,61% 17,08%SAR 13,51% 2,99% 26,95% 3,97% 11,19% 11,40%SWE 12,04% 11,50% 20,72% 2,91% 7,86% 10,85%TUR 2,64% 7,76% 17,13% 10,06% 12,56% 9,93%NLD 9,00% 9,01% 10,02% 9,74% 10,42% 9,64%AUS 7,26% 7,50% 8,65% 7,51% 9,33% 8,05%US 11,90% 10,18% 6,91% 3,84% 6,70% 7,87%SWI 4,80% 7,36% 9,16% 6,75% 6,30% 6,86%BEL 7,26% 7,24% 7,56% 5,97% 5,71% 6,74%FRA 6,31% 8,71% 5,87% 5,23% 6,19% 6,46%UK 6,43% 6,34% 4,78% 7,08% 6,86% 6,30%CAN 7,65% 5,37% 6,84% 3,04% 3,24% 5,21%SGP 7,89% 5,22% 2,13% 9,03% -2,68% 4,23%ITA 2,83% 6,68% 4,21% 4,41% 1,85% 3,98%GER 2,80% -11,69% 7,86% 6,64% 9,25% 2,67%

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nell’utilizzo delle carte di pagamento si attesta all’8,05%, valore tutt’altro che irrilevante

per un Paese già sviluppato. Anche in termini assoluti, in Australia, ciascun residente ha

effettuato 172,2 transazioni con carta di pagamento, attestandosi al quarto posto nel

ranking mondiale.

Anche in termini di volumi pro-capite (cfr. Tabella 3.834), i quattro Paesi anglosassoni

considerati presentano il più elevato ammontare di transazioni effettuate con carte di

pagamento in tutti gli anni considerati.

Tab. 3.8 – Volumi transazioni annue pro-capite tra il 2005 ed il 2010 effettuate con

carte di pagamento

Fonte: elaborazione propria su dati Bis (dati in USD)

Sempre lo Stato del Pacifico Meridionale presenta un valore pro-capite di transazioni

molto elevato, che nel 2009 e nel 2010 rappresenta quello più elevato a livello mondiale.

In termini evolutivi, invece, emergono chiaramente quelli che sono i principali Paesi in via

di sviluppo (cfr. Tabella 3.9). Troviamo, infatti, i BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud

34 Le transazioni rilevate non contengono quelle effettuate con e-money.

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 8.478 9.221 11.249 12.464 12.253 15.055CAN 8.891 10.354 11.927 13.011 11.966 13.734US 8.909 9.929 10.887 11.452 11.013 11.970SWE 7.686 8.118 9.913 11.366 9.957 11.664UK 9.506 10.431 12.438 12.182 10.646 11.293SWI 7.037 7.398 8.303 9.659 9.676 10.404KOR 5.350 6.316 7.475 7.357 6.767 8.209SGP 3.897 4.750 5.813 6.740 6.672 8.017FRA 5.152 5.616 6.683 7.590 7.343 7.430NLD 5.207 5.734 6.717 7.734 7.354 7.424BEL 4.913 5.347 6.282 7.195 7.057 7.117SAR 3.160 3.428 3.723 4.451 4.676 5.227GER 2.386 2.485 2.387 2.694 2.648 2.740ITA 2.354 2.569 2.996 2.878 2.732 2.643TUR 852 1.010 1.426 1.842 1.689 2.027BRA 391 542 746 957 1.012 1.476CHI N.D. 184 308 436 755 1.149MEX 278 332 399 450 402 491RUS 81 103 180 330 278 432IND N.D. 68 108 140 167 223JAP 2.342 2.393 2.628 3.271 - -

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85

Africa35), con tassi di crescita che vanno dal 58,02% della Cina (calcolo effettuato con le

rilevazioni tra il 2006 ed il 2010) ed il 30,43% del Brasile.

Tab. 3.9 – Evoluzione volumi transazioni annue pro-capite tra il 2005 ed il 2010

effettuate con carte di pagamento

Fonte: elaborazione propria su dati Bis (dati in USD)

Altro dato interessante che emerge riguarda la Svizzera, la quale presenta un livello delle

transazioni (10.404 USD pro-capite all’anno nel 2010) non molto distante da quello della

Svezia, pur in presenza di un numero di transazioni decisamente inferiore (71,3 della

Svizzera contro 195,9 della Svezia). Si rende perciò necessario tenere in considerazione

due aspetti decisivi:

c) il differente livello dei prezzi di ciascun Paese (cfr. Tabella 3.10);

d) il livello dei consumi interni.

35 Ad eccezione del Sud Africa che, come già detto, non è stato inserito nel campione per indisponibilità dei dati.

CAGRCHI - 67,33% 41,25% 73,31% 52,22% 58,02%RUS 27,71% 75,14% 83,25% -15,75% 55,20% 39,90%IND - 59,67% 29,22% 19,18% 33,56% 34,62%BRA 38,73% 37,53% 28,33% 5,69% 45,88% 30,43%TUR 18,55% 41,25% 29,15% -8,30% 19,97% 18,93%SGP 21,87% 22,38% 15,95% -1,01% 20,16% 15,52%AUS 8,76% 22,00% 10,80% -1,69% 22,87% 12,17%MEX 19,42% 20,32% 12,86% -10,70% 22,15% 12,08%JAP 2,15% 9,84% 24,46% - - 11,78%SAR 8,47% 8,60% 19,57% 5,07% 11,76% 10,59%CAN 16,45% 15,19% 9,09% -8,03% 14,78% 9,09%KOR 18,05% 18,36% -1,58% -8,02% 21,31% 8,94%SWE 5,62% 22,11% 14,66% -12,40% 17,15% 8,70%SWI 5,13% 12,23% 16,32% 0,18% 7,53% 8,13%BEL 8,84% 17,48% 14,54% -1,93% 0,86% 7,69%FRA 8,99% 19,01% 13,57% -3,25% 1,18% 7,60%NLD 10,12% 17,15% 15,13% -4,91% 0,95% 7,35%US 11,44% 9,65% 5,20% -3,83% 8,69% 6,08%UK 9,73% 19,25% -2,06% -12,61% 6,08% 3,51%GER 4,13% -3,95% 12,87% -1,70% 3,47% 2,80%ITA 9,14% 16,66% -3,94% -5,08% -3,26% 2,35%

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86

Il primo problema è in parte risolvibile, con le dovute approssimazioni, semplificazioni,

nonché problematiche di misurazione e metodologia di calcolo, applicando la teoria della

parità dei poteri di acquisto (Eurostat – OECD, 2006; De Arcangelis, 2005; Jossa, Musella,

1996). In questo modo i dati generati sono espressi in un'unica valuta il cui potere di

acquisto è il medesimo in ciascun Paese36.

Tab. 3.10 – Ammontare transazioni annue pro-capite tra il 2005 ed il 2010 effettuate

con carte di pagamento corrette secondo la teoria della parità dei poteri di acquisto

Fonte: elaborazione propria su dati Bis e Penn World Table (dati in USD)

Attraverso questa rielaborazione si evince ancora una volta la netta predominanza dei Paesi

di matrice anglosassone. Tuttavia assumono rilevanza anche la Repubblica di Singapore

(10.028 USD per persona nel 2010) e la Corea (11.357 USD nel 2010). In particolare, non

stupisce Singapore che è il quarto centro finanziario del Globo, con un’altissima

concentrazione di interessi commerciali specialmente per quanto attiene all’export

36 A tale scopo è stato ritenuto opportuno utilizzare prima i dati forniti dal PWT 7.0, per poi rettificarli con il P.W.T. 7.1 a luglio 2012. Per un dettaglio dei coefficienti del PWT 7.1. utilizzati, cfr. Allegato A.

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 8.606 9.492 10.421 11.609 12.274 12.625CAN 9.288 10.213 11.337 12.396 12.105 12.521UK 8.571 9.293 10.360 11.044 11.203 11.982US 8.909 9.929 10.887 11.452 11.013 11.970KOR 6.860 7.702 8.914 10.093 10.519 11.357SGP 5.792 6.924 7.964 8.912 8.742 10.028SWE 6.340 6.692 7.570 8.503 8.582 9.435SAR 4.626 5.034 5.580 6.571 6.904 8.099NLD 4.869 5.377 5.842 6.438 6.456 6.836SWI 5.247 5.588 6.041 6.379 6.622 6.824FRA 4.762 5.145 5.678 6.096 6.293 6.600BEL 4.594 4.956 5.400 5.779 6.047 6.249GER 2.258 2.387 2.153 2.299 2.413 2.619TUR 1.218 1.428 1.804 2.141 2.277 2.497ITA 2.308 2.528 2.703 2.456 2.458 2.464CHI - 480 745 909 1.577 2.308BRA 606 737 891 1.039 1.136 1.389MEX 406 473 558 626 646 718RUS 183 206 312 496 491 675IND - 218 311 413 517 605JAP 2.059 2.294 2.632 2.956 - -

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87

internazionale. Anche in questo cotesto, l’Australia rimane leader del ranking mondiale,

pur perdendo terreno rispetto agli altri Stati di matrice anglosassone.

Tab. 3.11 – Evoluzione ammontare transazioni annue pro-capite tra il 2005 ed il 2010

effettuate con carte di pagamento corrette secondo la teoria della parità dei poteri di

acquisto

Fonte: elaborazione propria su dati Bis e Penn World Table (dati in USD)

Gli stessi dati, visti in termini evolutivi, mostrano sempre una netta prevalenza dei BRIC

sugli altri Stati del campione (cfr. Tabella 3.11) ed un tasso di crescita molto limitato

ancora per Germania ed Italia.

Il secondo problema posto, non è, di fatto, di semplice soluzione. Una parametrizzazione

delle transazioni pro-capite con i consumi effettivi degli Stati selezionati, consentirebbe

una maggiore accuratezza nell’analisi del livello di utilizzo delle carte di pagamento.

Tuttavia i dati sui consumi interni sono di difficile reperimento. In mancanza di essi, si

ritiene pertanto opportuno confrontare comunque il livello delle transazioni pro-capite

CAGRCHI - 55,09% 22,04% 73,51% 46,38% 48,07%RUS 12,65% 51,29% 58,91% -0,89% 37,41% 29,83%IND - 42,68% 32,65% 25,30% 16,95% 29,05%BRA 21,64% 20,83% 16,58% 9,41% 22,18% 18,03%TUR 17,30% 26,34% 18,64% 6,35% 9,65% 15,44%JAP 11,41% 14,76% 12,28% - - 12,80%MEX 16,47% 18,02% 12,21% 3,27% 11,17% 12,11%SAR 8,83% 10,84% 17,76% 5,07% 17,31% 11,85%SGP 19,54% 15,03% 11,90% -1,90% 14,71% 11,60%KOR 12,28% 15,73% 13,23% 4,22% 7,97% 10,61%SWE 5,56% 13,12% 12,32% 0,93% 9,94% 8,28%AUS 10,29% 9,79% 11,39% 5,73% 2,86% 7,97%NLD 10,44% 8,65% 10,20% 0,27% 5,89% 7,02%UK 8,43% 11,48% 6,60% 1,44% 6,95% 6,93%FRA 8,04% 10,35% 7,36% 3,23% 4,88% 6,75%BEL 7,89% 8,95% 7,02% 4,64% 3,33% 6,35%CAN 9,96% 11,00% 9,34% -2,35% 3,44% 6,16%US 11,44% 9,65% 5,20% -3,83% 8,69% 6,08%SWI 6,50% 8,10% 5,60% 3,81% 3,06% 5,40%GER 5,71% -9,79% 6,78% 4,96% 8,53% 3,01%ITA 9,53% 6,93% -9,12% 0,09% 0,22% 1,32%

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88

corrette per i coefficienti della parità dei poteri di acquisto con il prodotto interno lordo

(PIL) di ciascuno Stato (cfr. Tabella 3.12)37.

Tab. 3.12 – Ammontare transazioni annue pro-capite (TCPpc) tra il 2005 ed il 2010

effettuate con carte di pagamento e rapporto con il prodotto interno lordo pro-capite

(PILpc38). Variabili corrette secondo la teoria della parità dei poteri di acquisto

Fonte: elaborazione propria su dati Bis e Penn World Table (dati in USD)

37 L’autore è ben consapevole che il PIL non sia la grandezza più appropriata per effettuare un’analisi accurata, tuttavia risulta il più coerente tra gli indicatori disponibili per determinare la dimensione di una economia nazionale. Va da se che l’analisi si porta dietro tutte le problematiche inerenti alle modalità di calcolo del PIL, come ad esempio il fatto che non sono considerati i beni intermedi, né si tiene conto degli ammortamenti. 38 Cfr. Allegato B

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2005

2006

2007

2008

2009

2010

KO

R6.

860

7.70

28.

914

10.0

9310

.519

11.3

57K

OR

30,4

9%32

,07%

34,5

2%38

,41%

39,5

3%39

,56%

SA

R4.

626

5.03

45.

580

6.57

16.

904

8.09

9S

AR

23,1

7%23

,22%

24,1

4%24

,10%

33,1

0%32

,17%

CA

N9.

288

10.2

1311

.337

12.3

9612

.105

12.5

21C

AN

25,2

5%26

,34%

27,5

6%28

,78%

30,1

0%29

,67%

AU

S8.

606

9.49

210

.421

11.6

0912

.274

12.6

25A

US

23,5

6%24

,40%

24,9

6%25

,56%

27,0

1%26

,97%

CH

I-

480

745

909

1.57

72.

308

CH

IN

.D.

8,92

%11

,64%

12,5

7%20

,46%

26,4

5%U

S8.

909

9.92

910

.887

11.4

5211

.013

11.9

70U

S20

,93%

22,1

9%23

,44%

24,4

2%24

,29%

25,4

4%S

WE

6.34

06.

692

7.57

08.

503

8.58

29.

435

SW

E18

,74%

18,4

8%19

,61%

21,6

3%22

,98%

23,9

5%T

UR

1.21

81.

428

1.80

42.

141

2.27

72.

497

TU

RN

.D.

N.D

.15

,54%

17,9

2%19

,91%

20,2

9%F

RA

4.76

25.

145

5.67

86.

096

6.29

36.

600

FRA

15,0

8%15

,73%

16,4

6%17

,16%

17,9

8%18

,79%

SG

P5.

792

6.92

47.

964

8.91

28.

742

10.0

28S

GP

13,8

8%14

,38%

15,0

4%17

,22%

18,1

5%18

,28%

BE

L4.

594

4.95

65.

400

5.77

96.

047

6.24

9B

EL

13,6

8%14

,10%

14,5

3%15

,21%

16,0

8%16

,57%

NL

D4.

869

5.37

75.

842

6.43

86.

456

6.83

6N

LD

13,3

2%13

,83%

14,0

8%14

,66%

15,3

4%15

,88%

SW

I5.

247

5.58

86.

041

6.37

96.

622

6.82

4S

WI

14,1

9%14

,29%

14,5

7%14

,80%

15,3

0%15

,51%

IND

-21

831

141

351

760

5IN

DN

.D.

8,03

%10

,20%

12,5

5%14

,41%

15,3

3%B

RA

606

737

891

1.03

91.

136

1.38

9B

RA

8,13

%9,

25%

10,2

5%11

,00%

11,9

2%13

,31%

ITA

2.30

82.

528

2.70

32.

456

2.45

82.

464

ITA

7,71

%8,

06%

8,34

%7,

45%

7,72

%7,

75%

GE

R2.

258

2.38

72.

153

2.29

92.

413

2.61

9G

ER

7,07

%7,

05%

5,91

%6,

11%

6,56

%6,

84%

ME

X40

647

355

862

664

671

8M

EX

3,38

%3,

64%

4,06

%4,

38%

5,20

%5,

13%

RU

S18

320

631

249

649

167

5R

US

1,51

%1,

48%

1,97

%2,

82%

3,24

%4,

17%

JAP

2.05

92.

294

2.63

22.

956

--

JAP

6,57

%7,

01%

7,67

%8,

57%

--

UK

8.57

19.

293

10.3

6011

.044

11.2

0311

.982

UK

25,1

3%25

,85%

26,9

6%28

,43%

30,2

4%-

* V

alor

e co

rret

to s

econ

do p

arità

dei

pot

eri d

i acq

uist

o

TC

Ppc

*T

CP

pc*

/ PIL

pc*

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89

Come chiaramente si evince dalla Tabella 3.12, in Corea e Arabia Saudita, sembrerebbe

esserci un alto tasso di utilizzo delle carte di pagamento. Nel primo Stato ciascun individuo

effettua operazioni con carte di pagamento per un valore complessivo del 40% di quanto

prodotto, mentre in Arabia Saudita per circa un terzo.

Un altro aspetto di cui si deve tener conto, riguarda la dimensione media delle transazioni

effettuate con le carte di pagamento. In linea di massima, tale dato dovrebbe fornire una

indicazione rispetto all’utilizzo del mezzo di pagamento per le transazioni al dettaglio. In

questo caso l’utilizzo del condizionale è tutt’altro che contingente, in quanto è presumibile

che i dati possano essere soggetti ad alterazioni dovute a situazioni peculiari dello Stato cui

ci si riferisce. Ad esempio, particolari legislazioni fiscali possono favorire la

concentrazione di imprese e holding di partecipazioni, con l’effetto che transazioni di

importo non indifferente, effettuate con le carte intestate alle stesse, possano alterare la

significatività delle rilevazioni.

Tab. 3.13 – Evoluzione ammontare medio transazioni annue tra il 2005 ed il 2010

corrette secondo la teoria della parità dei poteri di acquisto effettuate con carte di

pagamento

Fonte: elaborazione propria su dati Bis (dati in USD)

Dalla Tabella 3.13, dove il campione è stato riclassificato per ammontare medio delle

transazioni, ordinando in senso crescente in base ai valori del 2010, il Brasile emerge in

2005 2006 2007 2008 2009 2010 CAGRBRA 41,80 41,91 42,96 42,28 42,45 42,44 0,25% 2,52% -1,58% 0,40% -0,02% 0,30%SWE 54,16 51,03 51,77 48,17 47,24 48,15 -5,78% 1,46% -6,96% -1,93% 1,94% -2,32%NLD 55,99 56,73 56,54 56,64 51,75 49,63 1,32% -0,32% 0,16% -8,63% -4,10% -2,38%US 61,60 61,34 61,04 60,06 55,62 56,66 -0,41% -0,49% -1,61% -7,39% 1,86% -1,66%FRA 56,97 57,90 58,77 59,59 58,47 57,74 1,63% 1,51% 1,40% -1,89% -1,23% 0,27%CAN 59,61 60,89 64,14 65,65 62,21 62,33 2,15% 5,35% 2,35% -5,23% 0,19% 0,90%BEL 65,15 65,53 66,58 66,25 65,42 63,94 0,59% 1,59% -0,49% -1,25% -2,26% -0,37%AUS 73,60 75,68 77,29 79,24 77,93 73,32 2,82% 2,13% 2,53% -1,65% -5,92% -0,08%MEX 95,50 84,55 81,39 81,65 81,32 76,87 -11,47% -3,73% 0,32% -0,40% -5,47% -4,25%KOR 122,24 112,67 112,77 103,84 88,64 78,25 -7,83% 0,09% -7,92% -14,63% -11,73% -8,54%GER 78,48 80,71 82,45 81,62 80,33 79,81 2,83% 2,16% -1,01% -1,57% -0,65% 0,34%TUR - - 87,74 88,87 85,87 83,65 - - 1,29% -3,37% -2,59% -1,58%UK 82,17 83,71 87,76 89,28 84,58 84,65 1,87% 4,83% 1,74% -5,27% 0,09% 0,60%RUS 181,79 130,62 125,66 136,01 103,32 95,13 -28,15% -3,80% 8,24% -24,04% -7,93% -12,15%SWI 102,49 104,16 104,88 101,46 98,66 95,65 1,62% 0,69% -3,26% -2,75% -3,05% -1,37%ITA 112,15 119,45 119,72 104,41 100,08 98,48 6,51% 0,23% -12,79% -4,14% -1,60% -2,57%IND N.D. 163,65 168,85 173,72 160,80 152,16 N.D. 3,18% 2,88% -7,44% -5,38% -1,80%SAR 178,43 171,07 184,11 170,78 172,59 182,08 -4,13% 7,62% -7,24% 1,06% 5,50% 0,41%SGP 178,07 197,30 215,69 236,33 212,64 250,64 10,80% 9,32% 9,57% -10,03% 17,87% 7,08%CHI N.D. 592,50 563,64 455,07 601,32 638,22 N.D. -4,87% -19,26% 32,14% 6,14% 1,88%JAP 93,83 64,30 66,99 72,29 - - -31,48% 4,19% 7,92% - - -8,32%

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quanto stato con la minore dimensione della singola operazione con carta di pagamento

(42,45 USD). Seguono la Svezia ed i Paesi Bassi con un ammontare medio per transazione

intorno ai cinquanta USD, ed a poca distanza, tra i cinquantacinque USD ed i

sessantacinque si trovano gli Stati Uniti, il Canada e la Francia. L’Italia si colloca nella

seconda metà del campione con un livello medio delle transazioni di quasi cento USD.

Non stupiscono gli oltre centottanta dollari dell’Arabia Saudita, che si contrappongono

all’elevato ammontare di transazioni complessive annue pro-capite, che in un certo senso

lasciano presumere una elevata concentrazione della ricchezza ed un utilizzo delle carte di

pagamento da parte di pochi e solo per operazioni di rilevante ammontare.

Le evidenze fino ad ora emerse dall’analisi della domanda di carte di pagamento perdono

significatività se non si considera anche il lato dell’offerta. In particolare, come si evince

dalle tabella 3.14 e 3.15, emergono realtà decisamente eterogenee.

I tassi di sviluppo composto calcolati tra il 2005 ed il 2010, evidenziano una crescita del

numero delle carte emesse di circa il trenta percento per l’India. Va da se che trattandosi di

uno Stato in via di sviluppo, seppure in forte crescita, si è dinnanzi ad un mercato con

ancora ingenti potenzialità. Di fatto, nel periodo considerato, le carte emesse in

circolazione sono passate da una ogni 16,5 abitanti a quasi una ogni 5. Un discorso

analogo, può essere fatto per la Russia. Sebbene il punto di partenza sia decisamente più

alto rispetto a quello dell’India (nel 2005 per India e Russia rispettivamente 0,06 e 0,38

carte di pagamento per abitante), il tasso di sviluppo dei sei anno si attesta anche in questo

caso alle due cifre: 21,48% annuo. Meno intensa, ma comunque considerevole, risulta la

crescita dello Stato Federale Messicano (12,94% nei sei anni) che successivamente

all’exploit del 2006 del 42,04% si è notevolmente ridimensionata.

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Tab. 3.14 – Numero di carte in circolazione per abitante tra il 2005 ed il 2010

* Le carte con funzione multipla sono contate più volte39

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Pur non essendo del tutto confrontabile alle rilevazioni precedenti, a causa della

incompletezza dei dati, caso peculiare risulta quello della Cina. Tra il 2006 ed il 2010, da

0,86 carte per abitante si è passati ad 1,8. In particolare, il livello raggiunto è pressoché

simile, ed in alcuni casi anche superiore, a quello che è lo standard europeo. In ogni caso,

la numerosità maggiore non si registra certamente in Europa, bensì in Paesi dell’Asia quali

la Corea (5,04 nel 2009) e Singapore (6,21 nel 2009, ma con consistente calo nel 2010,

fatto che fa presumere una diversa modalità di rilevazione). Anche il Giappone presenta un

numero di carte pro-capite decisamente elevato (10,22 nel 2008), dato che va comunque

considerato tenendo presente la differente metodologia di calcolo adottata dalla Banca

Centrale Giapponese, che ha considerato ciascuna carta per il numero delle sue funzioni e

non per la sua materialità.

39 Ad esempio una carta che incorpora al suo interno sia la funzione di debito che di credito è stata conteggiata due volte.

2005 2006 2007 2008 2009 2010UK 2,74 2,72 2,71 2,75 2,63 2,65AUS 2,23 2,33 2,43 2,54 2,65 2,60US - - - - - 2,58SGP 5,40 5,77 6,20 6,33 6,21 1,94NLD 1,93 1,94 1,91 1,88 1,82 1,81CHI - 0,86 1,14 1,36 1,55 1,80BEL 1,52 1,57 1,65 1,75 1,78 1,78SWI 1,32 1,39 1,49 1,58 1,62 1,68GER 1,41 1,44 1,60 1,66 1,73 1,59BRA - - - - - 1,53FRA 1,52 1,49 1,56 1,61 1,61 1,49SWE 1,41 1,55 1,56 1,64 2,03 1,48RUS 0,38 0,52 0,73 0,84 0,88 1,01MEX 0,49 0,70 0,73 0,77 0,77 0,90ITA 1,10 1,17 1,19 1,40 1,31 0,83TUR 1,14 1,24 1,32 1,46 1,51 0,56SAR 0,39 0,47 0,52 0,55 0,59 0,44IND 0,06 0,09 0,11 0,14 0,17 0,21CAN - - - - - -JAP* 8,87 9,05 9,97 10,22 - -KOR 3,92 4,26 4,21 4,69 5,04 -

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Tab. 3.15 – Evoluzione numero di carte in circolazione per abitante tra il 2005 ed il

2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Un ultima considerazione va fatta per i Paesi Anglosassoni. Australia e Regno Unito

presentano un numero di carte emesse per abitante rispettivamente di 2,60 e 2,65 dove il

primo sembrerebbe seguire un trend decrescente (-0,35%), mentre il secondo lievemente

ascendente (+3,1%). Per gli USA si ha a disposizione il dato del 2010 che vede un livello

di circolazioni simile a quello degli altri due Paesi anglosassoni appena citati. Non sono

invece disponibili dati sul Canada.

Un maggior dettaglio ed un analisi meno condizionata dalla carenza di dati rilevanti, può

essere effettuata osservando le tabella dalla 3.16 alla 3.20, da cui emerge numero e

variazione delle carte per abitante emesse che abbiano funzione di debito e funzione di

credito.

CAGRIND 44,27% 30,63% 23,18% 21,81% 21,00% 27,89%RUS 37,37% 38,80% 15,34% 5,34% 14,18% 21,48%CHI - 32,30% 19,52% 14,17% 16,08% 20,32%MEX 42,04% 4,25% 6,24% 0,08% 16,72% 12,94%SWI 5,87% 6,82% 5,96% 2,93% 3,31% 4,96%BEL 3,55% 4,56% 6,18% 2,07% -0,20% 3,21%AUS 4,37% 4,19% 4,84% 4,06% -1,80% 3,10%GER 2,57% 11,11% 3,66% 3,96% -7,74% 2,53%SAR 19,97% 9,24% 7,48% 6,42% -25,21% 2,31%SWE 9,67% 1,19% 4,89% 23,97% -27,19% 0,99%FRA -1,82% 5,12% 2,70% 0,46% -7,98% -0,41%UK -0,86% -0,19% 1,30% -4,23% 0,82% -0,65%NLD 0,70% -1,53% -1,83% -2,90% -0,42% -1,20%ITA 6,32% 1,90% 17,38% -6,33% -36,83% -5,53%SGP 6,82% 7,49% 2,02% -1,78% -68,80% -18,53%TUR - - 10,57% 3,52% -62,86% -24,81%BRA - - - - - -CAN - - - - - -JAP* 2,02% 10,23% 2,47% - - -KOR 8,53% -1,14% 11,50% 7,47% - -US - - - - - -

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Tab. 3.16 – Carte in circolazione con funzione di debito per abitante tra il 2005 ed il

2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

In particolare, il caso già menzionato dell’India assume una elevata significatività anche

alla luce del rilevante tasso di sviluppo delle carte di debito: 33,71% nei sei anni (cfr.

Tabella 3.17). Ad un sempre maggiore utilizzo di questo strumento di pagamento, si

contrappone l’ancora bassa diffusione delle carte di credito (cfr. Tabella 3.18). Più

precisamente, tra il 2005 ed il 2010, in India, il numero di carte di credito emesse pro-

capite è rimasto sostanzialmente stabile oltre ad essere neanche il dieci percento di quelle

di debito (7,92%).

2005 2006 2007 2008 2009 2010KOR 1,70 1,87 2,10 2,44 2,55 2,57SGP 1,75 1,88 1,95 1,99 1,80 1,94AUS 1,41 1,47 1,53 1,64 1,72 1,64CHI - 0,82 1,07 1,25 1,41 1,63NLD 1,56 1,56 1,54 1,53 1,47 1,47BEL 1,21 1,25 1,29 1,37 1,39 1,39UK 1,11 1,13 1,17 1,24 1,28 1,36GER 1,07 1,09 1,22 1,23 1,24 1,25BRA 0,89 0,94 0,97 1,10 1,16 1,17FRA 0,62 0,89 1,01 1,03 1,10 1,10SWI 0,84 0,87 0,91 0,99 1,01 1,05SWE 0,89 0,95 0,99 1,02 1,05 1,04TUR 0,70 0,77 0,79 0,85 0,90 0,96US 0,91 0,91 0,91 0,91 0,91 0,91RUS 0,36 0,48 0,66 0,77 0,81 0,89CAN 0,64 0,62 0,65 0,65 0,66 0,70MEX 0,35 0,50 0,49 0,54 0,57 0,70ITA 0,53 0,56 0,56 0,62 0,59 0,60SAR 0,35 0,41 0,45 0,48 0,51 0,44IND 0,04 0,07 0,09 0,12 0,16 0,19JAP 3,08 3,19 3,29 3,20 3,23 -

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Tab. 3.17 – Evoluzione numero di carte in circolazione con funzione di debito per

abitante tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Analoghe considerazioni valgono anche per la Cina e per la Russia dove i tassi di crescita a

due cifre sono riscontrabili sia nel caso delle carte di debito che quelle di credito. Tuttavia,

queste ultime rappresentano solo una minima parte dell’emissione complessiva. Infatti, nel

2010, in Russia le carte di debito erano circa tredici volte quelle di credito ed in Cina quasi

dieci volte (cfr. Tabella 3.20).

CAGRIND 48,67% 34,70% 32,30% 30,60% 23,52% 33,71%RUS 32,79% 36,88% 16,32% 5,19% 10,35% 19,67%CHI - 30,18% 17,13% 12,84% 15,41% 18,71%MEX 41,86% -0,63% 8,83% 5,96% 22,59% 14,79%FRA 43,78% 13,52% 1,85% 6,70% -0,14% 12,11%KOR 10,15% 12,62% 16,14% 4,39% 0,74% 8,66%TUR - - 7,73% 5,37% 6,71% 6,60%BRA 5,20% 3,37% 12,82% 5,47% 1,17% 5,54%SAR 18,82% 7,71% 7,71% 7,25% -14,21% 4,87%SWI 3,26% 4,93% 7,84% 2,67% 3,27% 4,38%UK 1,44% 4,10% 5,77% 3,27% 6,04% 4,11%SWE 6,95% 4,33% 3,65% 2,40% -0,43% 3,35%GER 1,51% 11,94% 0,59% 1,29% 0,63% 3,10%AUS 4,18% 3,96% 7,02% 5,17% -5,13% 2,95%BEL 3,34% 3,33% 6,26% 1,22% -0,25% 2,76%ITA 5,58% 0,72% 11,12% -4,96% 1,47% 2,65%SGP 6,97% 3,77% 2,18% -9,70% 7,92% 2,02%CAN -1,91% 3,67% -0,04% 2,46% 5,92% 1,98%US 0,21% -0,11% -0,03% 0,04% 0,47% 0,11%NLD 0,15% -0,98% -0,95% -3,77% -0,40% -1,20%JAP 3,30% 3,44% -2,79% 0,88% - -

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Tab. 3.18 – Numero di carte in circolazione con funzione di credito per abitante tra il

2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Non stupiscono i dati dell’Australia, dove si osservano, sia per le carte con funzione di

debito che per quelle di credito un sostanziale equilibrio nel tempo del rapporto ed un

ammontare congruo con quello di un Paese dove il fenomeno è decisamente diffuso. Si

osserva, inoltre, un trend leggermente positivo per entrambe le tipologie di strumento.

Analoghe considerazioni possono essere effettuate per l’Italia, sebbene il livello di

diffusione di entrambi li strumenti sia poco più della metà di quello Australiano.

Per la Germania si evidenzia, invece, un altissimo numero di carte di debito pro-capite,

contrariamente a quelle di debito. Nel 2010, si è in presenza di 0,0456 carte con funzione

di credito per abitante, contro 1,25 carte con funzione di debito per abitante.

2005 2006 2007 2008 2009 2010US 4,29 4,41 4,39 4,20 3,60 2,78KOR 1,80 1,91 1,83 1,98 2,19 2,39CAN 1,87 1,90 2,08 2,18 2,19 2,21SGP 1,04 1,16 1,23 1,30 1,34 1,48SWE 0,43 0,50 0,47 0,50 0,91 1,08AUS 0,82 0,85 0,89 0,90 0,92 0,96BRA 0,37 0,46 0,63 0,73 0,80 0,91UK 1,16 1,15 1,10 1,08 0,95 0,89SWI 0,46 0,51 0,57 0,58 0,60 0,65TUR 0,44 0,47 0,53 0,61 0,62 0,64ITA 0,50 0,54 0,59 0,61 0,56 0,56FRA 0,50 0,46 0,51 0,53 0,54 0,49MEX 0,14 0,20 0,24 0,24 0,21 0,21CHI - 0,04 0,07 0,11 0,14 0,17RUS 0,02 0,04 0,06 0,07 0,06 0,07GER - - 0,05 0,05 0,05 0,05IND 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02 0,02BEL - - - - - -JAP 2,26 2,29 2,42 2,49 - -NLD - - - - - -SAR 0,05 0,06 0,07 0,07 0,08 -

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Tab. 3.19 – Evoluzione numero di carte in circolazione con funzione di credito per

abitante tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Infatti, in Germania, il rapporto carte di debito – carte di credito si attesta nel 2009 a 24,34

e nel 2010 a 27,41. Tuttavia è necessario tener conto che in questa classificazione non sono

state inserite le carte charge che sono un mezzo decisamente usato in Germania40.

Per quanto attiene invece gli altri Stati europei, nel 2010 si va dal rapporto maggiore di due

a uno della Francia (2,25) alla parità tra carte di debito e di credito dell’Italia (1,07). In

questo intervallo si collocano tra l’altro anche Singapore (1,31) e la Corea (1,08).

In relazione invece ai Paesi di matrice anglosassone, da un lato, come già in parte

evidenziato, emerge l’Australia con 1,7, rapporto che vede aumentare nei sei anni le carte

di credito in modo più marcato rispetto a quelle di debito (3,36% contro 2,95%), dall’altro

si trovano il Regno Unito con 1,52, gli USA ed il Canada con rispettivamente 0,33 e 0,32.

40 I dati relativi alle carte charge non sono stati ritenuti significativi al fine dell’analisi poiché le rilevazioni effettuate sono troppo poche numerose per dare significatività al campione. In ogni caso si riportano nell’allegato C.

CAGRCHI - 77,33% 56,88% 29,71% 22,89% 45,11%RUS 129,32% 58,45% 4,05% -7,79% 16,41% 32,33%SWE 16,42% -6,91% 7,41% 80,16% 18,57% 19,98%BRA 24,70% 36,59% 15,83% 9,44% 14,14% 19,77%MEX 42,50% 16,16% 0,82% -13,18% 0,55% 7,82%SGP 11,07% 6,45% 5,37% 3,58% 10,23% 7,30%SWI 11,31% 10,42% 3,17% 3,24% 8,27% 7,23%TUR - - 14,79% 0,95% 4,39% 6,55%KOR 6,59% -4,31% 8,07% 10,86% 8,68% 5,84%CAN 1,52% 9,57% 5,02% 0,31% 1,06% 3,44%AUS 4,71% 4,58% 1,09% 2,05% 4,44% 3,36%ITA 7,69% 9,50% 3,48% -7,16% 0,16% 2,56%FRA -7,93% 12,49% 3,34% 0,90% -8,88% -0,32%GER - - -2,14% 12,61% -10,66% -0,52%IND 31,63% 17,49% -11,59% -27,00% -2,65% -0,57%UK -1,06% -3,82% -2,37% -11,99% -5,78% -5,08%US 2,63% -0,30% -4,37% -14,25% -22,93% -8,35%BEL - - - - - -JAP 1,25% 5,44% 3,06% - - -NLD - - - - - -SAR 28,80% 20,01% 6,04% 1,05% - -

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97

In questi ultimi due Stati, si evince, perciò, il marcato prevalere delle carte di credito

rispetto a quelle di debito.

Tab. 3.20 – Rapporto carte di debito e carte di credito tra il 2005 ed il 2010

* Rapporto carte di debito su carte di credito

** Carte di debito

*** Carte di credito

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

C.D./C.C.* C.D.** C.C.*** C.D./C.C.* C.D.** C.C.*** C.D./C.C.* C.D.** C.C.***AUS 1,73 1,41 0,82 1,72 1,47 0,85 1,71 1,53 0,89BEL - 1,21 - - 1,25 - - 1,29 -BRA 2,43 0,89 0,37 2,05 0,94 0,46 1,55 0,97 0,63CAN 0,34 0,64 1,87 0,33 0,62 1,90 0,31 0,65 2,08CHI - - - 21,25 0,82 0,04 15,60 1,07 0,07FRA 1,25 0,62 0,50 1,95 0,89 0,46 1,97 1,01 0,51GER - 1,07 - - 1,09 - 26,32 1,22 0,05IND 2,87 0,04 0,02 3,24 0,07 0,02 3,72 0,09 0,02ITA 1,06 0,53 0,50 1,04 0,56 0,54 0,96 0,56 0,59JAP 1,36 3,08 2,26 1,39 3,19 2,29 1,36 3,29 2,42KOR 0,94 1,70 1,80 0,98 1,87 1,91 1,15 2,10 1,83MEX 2,45 0,35 0,14 2,44 0,50 0,20 2,09 0,49 0,24NLD - 1,56 - - 1,56 - - 1,54 -RUS 21,03 0,36 0,02 12,18 0,48 0,04 10,52 0,66 0,06SAR 7,62 0,35 0,05 7,03 0,41 0,06 6,31 0,45 0,07SGP 1,68 1,75 1,04 1,62 1,88 1,16 1,58 1,95 1,23SWE 2,04 0,89 0,43 1,88 0,95 0,50 2,11 0,99 0,47SWI 1,83 0,84 0,46 1,70 0,87 0,51 1,62 0,91 0,57TUR - 0,70 0,44 - 0,77 0,47 1,49 0,79 0,53UK 0,96 1,11 1,16 0,98 1,13 1,15 1,06 1,17 1,10US 0,21 0,91 4,29 0,21 0,91 4,41 0,21 0,91 4,39

C.D./C.C.* C.D.** C.C.*** C.D./C.C.* C.D.** C.C.*** C.D./C.C.* C.D.** C.C.***AUS 1,81 1,64 0,90 1,87 1,72 0,92 1,70 1,64 0,96BEL - 1,37 - - 1,39 - - 1,39 -BRA 1,51 1,10 0,73 1,45 1,16 0,80 1,29 1,17 0,91CAN 0,30 0,65 2,18 0,30 0,66 2,19 0,32 0,70 2,21CHI 11,65 1,25 0,11 10,13 1,41 0,14 9,52 1,63 0,17FRA 1,94 1,03 0,53 2,05 1,10 0,54 2,25 1,10 0,49GER 27,06 1,23 0,05 24,34 1,24 0,05 27,41 1,25 0,05IND 5,56 0,12 0,02 9,95 0,16 0,02 12,63 0,19 0,02ITA 1,03 0,62 0,61 1,05 0,59 0,56 1,07 0,60 0,56JAP 1,29 3,20 2,49 - 3,23 - - - -KOR 1,23 2,44 1,98 1,16 2,55 2,19 1,08 2,57 2,39MEX 2,26 0,54 0,24 2,75 0,57 0,21 3,36 0,70 0,21NLD - 1,53 - - 1,47 - - 1,47 -RUS 11,76 0,77 0,07 13,42 0,81 0,06 12,72 0,89 0,07SAR 6,41 0,48 0,07 6,80 0,51 0,08 - 0,44 -SGP 1,53 1,99 1,30 1,34 1,80 1,34 1,31 1,94 1,48SWE 2,03 1,02 0,50 1,15 1,05 0,91 0,97 1,04 1,08SWI 1,69 0,99 0,58 1,68 1,01 0,60 1,60 1,05 0,65TUR 1,40 0,85 0,61 1,46 0,90 0,62 1,49 0,96 0,64UK 1,15 1,24 1,08 1,35 1,28 0,95 1,52 1,36 0,89US 0,22 0,91 4,20 0,25 0,91 3,60 0,33 0,91 2,78

2006 2007

2008 2009 2010

2005

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98

In particolare, nel Regno Unito si è assistito ad una progressiva diminuzione delle carte di

credito di circa il cinque percento annuo, delle carte charge di circa il sedici percento (cfr.

Allegato C per gli anni 2005 – 2009) ed un incremento annuo del 4,11% per le carte di

debito. Negli Stati Uniti, invece, ad una riduzione percentuale delle carte di credito

leggermente più marcata rispetto a quella del Regno Unito si è contrapposta una variazione

pressoché nulla delle carte di debito, fatto che lascerebbe intuire una saturazione del

mercato ovvero una bassa propensione all’utilizzo di tale mezzo di pagamento. D’altro

canto non si può neanche escludere l’effetto della crisi finanziaria degli ultimi anni, che

sicuramente ha impattato in modo non indifferente sui consumi e sul credito concesso alle

famiglie statunitensi.

Dalla realtà canadese, contrariamente, emergono tassi di crescita positivi sia per le carte di

debito che per quelle di credito. In particolare, nei sei anni considerate, le prime sono

incrementate del 1,98% annuo, mentre quelle di credito del 3,44%.

Altro mezzo di pagamento che in taluni contesti sta assumendo sempre maggior rilevanza

sono le carte con funzione di moneta elettronica. In particolare si tratta di carte multiscopo,

ricaricabili, prepagate, che possono essere usate presso i siti internet di diversi fornitori per

una vasta gamma di necessità ed hanno la caratteristica che possono essere utilizzate sia a

livello nazionale che internazionale là dove non sussistano limitazioni specifiche. Come si

evince dalla tabella 3.21, pur tuttavia scontando una incompletezza di dati, si nota una

netta rilevanza del mezzo in Paesi come il Belgio, la Germania, il Giappone e Singapore41.

In Italia, sebbene il fenomeno sia in espansione (+29,59% annuo tra il 2005 ed il 2010),

non si ha ancora un’incidenza rilevante nell’ambito dei mezzi di pagamento utilizzati dalle

famiglie.

41 Si ricorda che anche in questo caso, per alcuni Stati è necessario tener conto che i dati possono essere inquinati da motivazioni legate alle residenze fiscali.

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99

Tab. 3.21 – Evoluzione numero di carte in circolazione con funzione di moneta

elettronica per abitante tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

In ogni caso, una delle motivazioni che ha spinto gli operatori ad offrire carte di pagamento

con funzione di e-money, è dipeso dall’aumento considerevole dell'uso dell’internet

banking e dello shopping su internet, che hanno permesso di effettuare pagamenti

indipendentemente dal luogo e dal tempo. In tale contesto, l’innovazione nei prodotti di

pagamento al dettaglio e dei canali di distribuzione hanno generato la creazione di nuovi

strumenti ma hanno anche permesso lo sfruttamento di strumenti già esistenti che

originariamente avevano un’altra ragione di essere. Per esempio, le carte di credito e di

debito sono state inizialmente concepite per l’uso faccia a faccia tra cliente e

commerciante, ma, ora come ora, sono sempre più utilizzate per le transazioni a distanza:

acquisti telefonici o via internet. Tuttavia, dato che le carte sono state progettate per un

utilizzo che implica la materialità del titolo, l’incremento delle transazioni a distanza ha

generato nuovi rischi e amplificato altri già esistenti: l’aumento delle frodi ha costretto i

produttori di carte ad escogitare nuovi modi e tecniche per aumentare la sicurezza e

implementare l’autorizzazione in remoto, così come sviluppare misure di autenticazione

appropriate.

Approfittando degli sviluppi tecnologici, una serie di nuovi metodi di pagamento sono

emersi: attraverso le reti di internet mobile e altre tecnologie dell'informazione e della

2005 2006 2007 2008 2009 2010 CAGRAUS N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. - - - - - -BEL 0,92 1,02 1,03 1,07 1,05 1,07 11,49% 0,29% 4,07% -1,84% 1,83% 3,07%BRA 0,01 0,00 0,00 0,00 0,00 0,01 -79,37% 6,64% 52,12% 47,51% 131,10% 2,67%CAN - - - - - - - - - - - -CHI - - - - - - - - - - - -FRA 0,36 0,35 0,42 0,48 0,48 0,58 -2,35% 20,85% 14,22% -0,42% 20,53% 10,10%GER 0,78 0,80 0,95 0,97 1,05 1,17 3,16% 18,15% 2,96% 7,86% 11,00% 8,48%IND - - - - - - - - - - - -ITA 0,06 0,08 0,10 0,14 0,15 0,21 35,51% 29,15% 40,31% 11,18% 33,85% 29,59%JAP - - 0,63 0,82 1,02 N.P. - - 30,37% 23,85% - -KOR 0,43 0,47 0,27 0,27 0,30 0,33 10,27% -42,60% -1,25% 10,64% 12,32% -4,93%MEX - - - - - - - - - - - -NLD 1,07 1,11 1,11 1,11 1,45 1,43 3,67% -0,78% 0,15% 31,16% -1,49% 5,89%RUS 0,00 0,00 0,00 0,00 0,01 0,05 222,06% 153,04% 34,59% 232,61% 221,29% 159,29%SAR - - - - - - - - - - - -SGP 2,61 2,74 3,02 3,04 3,07 3,61 5,03% 10,46% 0,55% 1,13% 17,40% 6,73%SWE - - - - - - - - - - - -SWI 0,58 0,61 0,63 0,67 0,64 0,64 4,69% 3,37% 5,69% -3,85% -0,51% 1,82%TUR - - - - - - - - - - - -UK - - - - - - - - - - - -US - - - - - - - - - - - -

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100

comunicazione. Esempi dei servizi in questione sono la fatturazione elettronica ed i

pagamenti avviati e verificati attraverso i telefoni cellulari (mobile – payments). Per quanto

riguarda la conferma di pagamento, esistono ben noti servizi come la riconciliazione

elettronica, che incrocia fatture e pagamenti ed estratti conto in linea ricevuti tramite

telefoni cellulari o applicazione di internet banking.

Molti sono stati i tentativi di creare prodotti di pagamento che utilizzino moneta

elettronica: sia attraverso schede prepagate multiuso che sulla base di conti. Solo alcuni di

essi hanno avuto successo. Ciò può derivare da:

- un basso grado di accettazione per i prodotti di e-money da parte dei commercianti:

la cui motivazione è connessa all’elevato costo di installazione e manutenzione dei

terminali in relazione al potenziale risparmio;

- al crescente livello di accettazione delle carte di debito che coprono all'incirca le

stesse tipologie di operazioni di pagamento.

- il fatto che i prodotti siano prepagati e pertanto meno appetibili rispetto ad altri che

prevedono il pagamento contestuale o addirittura differito.

3.3.2. Gli altri strumenti di pagamento

Dopo aver analizzato l’evoluzione delle carte, il passo successivo per comprendere le

tendenze in atto nell’ambito del complesso degli strumenti di pagamento prevede un focus

sulle altre tre tipologie di mezzi ampiamente diffusi il cui funzionamento è stato spiegato

nel paragrafo 1.4:

- bonifici

- addebiti diretti

- assegni

I bonifici sono sicuramente tra i mezzi di pagamento più diffusi (cfr. Tabella 3.22),

specialmente nel momento in cui è richiesto il trasferimento di ingenti somme. Negli ultimi

cinque anni, si è assistiti ad una crescita non indifferente del numero delle operazioni in

tutto il Globo (cfr. Tabella 3.23). In particolare, gli Stati dell’Europa, pur non avendo

ovviamente i maggiori tassi di crescita visti gli elevati livelli già raggiunti, presentano

comunque il più alto numero di transazioni pro-capite. Spiccano in tal senso la Svezia

(105,46), la Svizzera (93,55) ed il Belgio (92,10). L’Italia invece si colloca nella parte

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101

bassa della classifica con 20,44 operazioni per persona all’anno ed un tasso di crescita del

2,53% annuo.

Tab. 3.22 – Numero di bonifici pro-capite tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Il livello di affinità dei Paesi di matrice anglosassone a questo strumento non sembra

paragonabile a quello dei migliori Stati Europei, pur rimanendo comunque nell’ambito

della rilevanza. Tuttavia, mentre da un lato, Australia e Regno Unito presentano operazioni

pro-capite superiori alle cinquanta unità, dall’altro gli statunitensi ed i canadesi, nel 2010,

rispettivamente ne hanno effettuati 24,69 e 29,28.

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 52,77 54,92 58,09 61,06 62,92 66,66BEL 77,95 79,72 84,50 86,81 88,35 92,10BRA 26,17 28,56 31,73 35,08 37,38 39,93CAN 26,62 23,99 26,13 27,05 28,03 29,28CHI N.D. 0,48 0,52 0,56 0,61 0,76FRA 38,39 41,42 41,10 42,17 43,37 46,23GER 81,41 88,17 68,02 69,19 71,20 71,82IND 0,04 0,07 0,09 0,12 0,17 0,25ITA 18,03 18,24 18,59 17,91 20,25 20,44JAP 10,60 10,66 10,94 10,98 11,09 N.D.KOR 34,20 37,21 42,17 47,56 49,81 54,33MEX 3,37 5,32 5,90 6,70 7,12 7,74NLD 77,39 83,79 86,54 89,81 90,31 95,37RUS 6,00 9,44 12,91 14,46 14,12 18,40SAR 0,06 0,08 0,09 0,12 0,13 0,14SGP 5,05 5,48 5,83 6,21 6,36 6,81SWE 72,43 81,93 88,52 96,15 97,21 105,46SWI 79,32 81,84 85,07 87,85 90,10 93,55TUR N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. N.D.UK 49,53 50,49 51,17 51,88 52,99 54,58US 18,44 19,95 21,37 22,83 23,82 24,69

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102

Tab. 3.23 – Evoluzione numero di bonifici pro-capite tra il 2005 ed il 2010

In termini di ammontare complessivo annuo pro-capite, dai valori corretti secondo la teoria

della parità dei poteri di acquisto (cfr. Tabella 3.24), emerge una acuta disomogeneità per

tutte le aree geografiche considerate. In Asia, nel 2010, Cina, India e Repubblica di

Singapore presentano transazioni complessive tra i trentacinque mila e gli ottanta mila

dollari, mentre Giappone e Corea tra i centosettanta42 ed i duecentosessanta mila. Nel

vecchio continente spicca la Germania con il valore più alto rilevato del Globo nel 2010,

808.138 USD, ed un tasso di crescita del 12,74%. In particolare, quest’ultimo è influenzato

dal deciso incremento del 2007, derivato sostanzialmente dalla contabilizzazione delle

operazioni cross-border che fino al 2006 non erano state incluse.

42 Il dato considerato per il Giappone è quello del 2009, a causa della indisponibilità di quello del 2010.

CAGRAUS 4,08% 5,77% 5,11% 3,04% 5,95% 4,78%BEL 2,27% 5,99% 2,73% 1,77% 4,24% 3,39%BRA 9,12% 11,10% 10,55% 6,56% 6,81% 8,81%CAN -9,87% 8,92% 3,51% 3,65% 4,43% 1,92%CHI - 8,66% 7,16% 9,97% 24,02% 12,26%FRA 7,88% -0,77% 2,60% 2,84% 6,60% 3,78%GER 8,31% -22,85% 1,72% 2,91% 0,87% -2,47%IND 56,13% 23,72% 35,43% 46,00% 49,03% 41,60%ITA 1,17% 1,91% -3,66% 13,05% 0,92% 2,53%JAP 0,55% 2,67% 0,33% 1,05% - 1,15%KOR 8,79% 13,33% 12,78% 4,74% 9,08% 9,70%MEX 57,62% 10,93% 13,61% 6,30% 8,73% 18,08%NLD 8,28% 3,28% 3,78% 0,55% 5,61% 4,27%RUS 57,24% 36,79% 11,99% -2,37% 30,33% 25,11%SAR 22,86% 15,66% 32,74% 10,30% 12,33% 18,50%SGP 8,58% 6,33% 6,62% 2,30% 7,12% 6,17%SWE 13,12% 8,05% 8,62% 1,09% 8,49% 7,80%SWI 3,18% 3,94% 3,28% 2,56% 3,83% 3,36%TUR - - - - - -UK 1,93% 1,34% 1,38% 2,16% 3,00% 1,96%US 8,20% 7,13% 6,84% 4,32% 3,64% 6,01%

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103

Tab. 3.24 – Ammontare bonifici pro-capite corretti secondo la teoria della parità dei

poteri di acquisto tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

L’Italia, invece, presenta un ammontare intorno ai centocinquantamila dollari con un tasso

di sviluppo lievemente sotto al sette percento. Eterogeneità nelle rilevazioni si riscontrano

anche per il Regno Unito. L’elevatissimo ammontare riscontrato dipende dall’inclusione di

diversi trasferimenti e compensazioni nell’interbancario. Tra gli altri Paesi anglosassoni

colpiscono sicuramente gli Stati Uniti, con bonifici pro-capite nel 2010 di solo 74.707

USD e con un tasso di crescita annuo del 7,27%.

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 181.386 205.697 238.036 252.928 238.718 211.027BEL 383.616 379.995 452.602 476.389 434.859 391.947BRA 31.266 38.704 46.451 56.565 54.615 57.192CAN 148.754 29.165 33.526 37.230 37.651 41.018CHI - 43.620 58.599 56.818 62.093 80.271FRA 246.369 322.292 335.982 357.248 380.121 330.470GER 443.724 463.964 901.043 922.720 835.075 808.138IND 7.681 15.665 30.095 36.198 35.324 34.463ITA 118.490 130.008 149.560 156.514 154.748 163.020JAP 147.462 162.682 185.828 188.503 172.281 -KOR 129.171 159.412 190.891 212.604 235.118 262.099MEX 55.542 89.426 86.384 113.632 208.400 225.723NLD 373.015 413.789 429.406 430.204 399.602 420.861RUS 143.623 171.466 220.939 214.771 145.576 134.866SAR 23.488 26.393 29.995 42.931 42.733 43.208SGP 19.746 22.536 26.244 29.554 28.597 32.406SWE 97.098 109.096 123.743 136.196 134.608 142.110SWI 274.341 296.703 314.875 330.256 320.899 317.071TUR - - - - - -UK 2.190.041 2.463.661 2.855.641 2.218.061 1.802.859 1.711.819US 52.592 59.153 65.592 69.454 68.858 74.707

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104

Tab. 3.25 – Evoluzione ammontare bonifici pro-capite corretti secondo la teoria della

parità dei poteri di acquisto tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

In termini di valori medi per transazione (cfr. Tabella 3.26), nei Paesi emergenti

prevalgono cifre superiori ai cento mila dollari, spiegabile, in linea di massima, dalla

peculiare struttura sociale ed industriale. In particolare, il mezzo di pagamento in questione

sembrerebbe essere per lo più utilizzato per i pagamenti tra società e non come mezzo di

regolamento di crediti e debiti tra privati o tra industria/settore pubblico e dipendenti.

CAGRAUS 13,40% 15,72% 6,26% -5,62% -11,60% 3,07%BEL -0,94% 19,11% 5,26% -8,72% -9,87% 0,43%BRA 23,79% 20,02% 21,77% -3,45% 4,72% 12,84%CAN -80,39% 14,95% 11,05% 1,13% 8,94% -22,71%CHI - 34,34% -3,04% 9,28% 29,28% 16,47%FRA 30,82% 4,25% 6,33% 6,40% -13,06% 6,05%GER 4,56% 94,21% 2,41% -9,50% -3,23% 12,74%IND 103,94% 92,11% 20,28% -2,41% -2,44% 35,02%ITA 9,72% 15,04% 4,65% -1,13% 5,35% 6,59%JAP 10,32% 14,23% 1,44% -8,61% - 3,97%KOR 23,41% 19,75% 11,37% 10,59% 11,48% 15,20%MEX 61,01% -3,40% 31,54% 83,40% 8,31% 32,37%NLD 10,93% 3,77% 0,19% -7,11% 5,32% 2,44%RUS 19,39% 28,85% -2,79% -32,22% -7,36% -1,25%SAR 12,37% 13,65% 43,13% -0,46% 1,11% 12,96%SGP 14,13% 16,45% 12,61% -3,24% 13,32% 10,42%SWE 12,36% 13,43% 10,06% -1,17% 5,57% 7,92%SWI 8,15% 6,12% 4,88% -2,83% -1,19% 2,94%TUR - - - - - -UK 12,49% 15,91% -22,33% -18,72% -5,05% -4,81%US 12,48% 10,88% 5,89% -0,86% 8,49% 7,27%

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105

Tab. 3.26 – Ammontare medio bonifici corretti secondo la teoria della parità dei

poteri di acquisto tra il 2005 ed il 2010 ed evoluzione.

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 3.437 3.745 4.098 4.142 3.794 3.166BEL 4.921 4.766 5.356 5.488 4.922 4.256BRA 1.194 1.355 1.464 1.612 1.461 1.432CAN 5.588 1.216 1.283 1.376 1.343 1.401CHI - 90.894 112.369 101.672 101.038 105.315FRA 6.417 7.781 8.174 8.472 8.765 7.148GER 5.451 5.262 13.246 13.336 11.728 11.252IND 173.180 226.211 351.263 311.967 208.522 136.512ITA 6.571 7.126 8.044 8.738 7.642 7.977JAP 13.913 15.265 16.983 17.172 15.530 -KOR 3.777 4.284 4.527 4.471 4.720 4.824MEX 16.467 16.821 14.649 16.961 29.262 29.149NLD 4.820 4.938 4.962 4.790 4.425 4.413RUS 23.925 18.165 17.111 14.852 10.311 7.330SAR 380.801 348.279 342.229 369.024 333.029 299.761SGP 3.912 4.112 4.503 4.756 4.499 4.760SWE 1.341 1.332 1.398 1.416 1.385 1.348SWI 3.459 3.625 3.701 3.759 3.562 3.389TUR - - - - - -UK 44.213 48.794 55.809 42.757 34.020 31.361US 2.852 2.965 3.069 3.042 2.891 3.026

CAGRAUS 8,96% 9,41% 1,09% -8,40% -16,57% -1,63%BEL -3,14% 12,37% 2,46% -10,31% -13,54% -2,86%BRA 13,45% 8,03% 10,15% -9,39% -1,96% 3,70%CAN -78,25% 5,54% 7,28% -2,43% 4,32% -24,17%CHI - 23,63% -9,52% -0,62% 4,23% 3,75%FRA 21,26% 5,05% 3,64% 3,47% -18,45% 2,18%GER -3,46% 151,73% 0,67% -12,05% -4,06% 15,60%IND 30,62% 55,28% -11,19% -33,16% -34,53% -4,65%ITA 8,45% 12,88% 8,62% -12,54% 4,39% 3,95%JAP 9,72% 11,25% 1,11% -9,56% - 2,79%KOR 13,44% 5,66% -1,24% 5,59% 2,19% 5,02%MEX 2,15% -12,92% 15,78% 72,53% -0,39% 12,10%NLD 2,45% 0,48% -3,47% -7,62% -0,27% -1,75%RUS -24,07% -5,80% -13,20% -30,57% -28,92% -21,07%SAR -8,54% -1,74% 7,83% -9,75% -9,99% -4,67%SGP 5,11% 9,52% 5,62% -5,41% 5,79% 4,00%SWE -0,68% 4,98% 1,33% -2,24% -2,69% 0,10%SWI 4,81% 2,10% 1,56% -5,26% -4,84% -0,40%TUR - - - - - -UK 10,36% 14,38% -23,39% -20,43% -7,82% -6,64%US 3,95% 3,50% -0,89% -4,97% 4,69% 1,19%

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106

Per quanto invece attiene al secondo strumento di pagamento considerato, gli addebiti

diretti, nel 2010 i Paesi Bassi risultano lo Stato con il più alto numero di operazioni pro-

capite43: 76,75 (cfr. Tabella 3.27).

Tab. 3.27 – Numero di addebiti diretti pro-capite tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Ad esclusione della Francia e del Regno Unito, rispettivamente con 52,75 e 51,90

operazioni annue pro-capite nel 2010, gli altri Stati mediamente si collocano intorno alle

venti operazioni. Fanno eccezione in Europa, la Svizzera con meno di sei operazioni e

l’Italia con meno di dieci. Poca rilevanza ha lo strumento in Stati quali l’India, il Messico,

la Russia e l’Arabia Saudita.

43 Anche in questo caso si tralascia la Germania poiché sono incluse anche le operazioni cross-border.

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 23,89 24,77 26,55 28,08 29,34 30,44BEL 20,91 21,94 22,59 23,15 24,12 22,53BRA - - - - 22,27 22,15CAN 19,44 16,96 17,81 18,53 18,73 19,11CHI - - - - - -FRA 40,06 43,31 45,75 47,27 50,77 52,75GER 80,79 89,40 93,33 96,27 100,02 106,39IND 0,03 0,07 0,11 0,14 0,13 0,13ITA 7,97 8,21 8,64 9,34 9,64 9,88JAP - - - - - -KOR 23,92 27,12 29,47 28,28 27,45 29,05MEX 0,29 0,29 0,36 0,39 0,39 0,43NLD 64,92 69,71 71,74 74,34 76,75 78,66RUS 0,09 0,30 0,57 0,74 0,96 0,96SAR 0,01 0,02 0,04 0,07 0,07 0,05SGP 11,96 12,20 11,76 10,65 10,54 11,28SWE 17,72 21,69 22,73 24,74 25,80 28,89SWI 6,96 6,58 5,68 5,65 5,69 5,75TUR - - - - - -UK 45,19 47,17 48,59 50,11 50,96 51,90US 24,22 29,03 33,91 36,02 35,88 37,36

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107

Tab. 3.28 – Evoluzione numero di addebiti diretti pro-capite tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

In termini evolutivi, tra le maggiori evidenze si riscontra un tasso di crescita per gli Stati

Uniti di circa il 10% e mediamente del quattro percento per gli Stati Europei.

In termini di ammontare pro-capite (cfr. Tabella 3.29), gli addebiti diretti seguono più o

meno quanto già detto per la loro numerosità. Fanno eccezione in questo caso, in Europa,

la Svizzera, l’Italia e la Germania, mentre nel resto del mondo l’Australia.

CAGRAUS 3,69% 7,16% 5,78% 4,49% 3,76% 4,97%BEL 4,94% 2,97% 2,49% 4,18% -6,58% 3,64%BRA - - - - -0,57% -CAN -12,75% 5,03% 4,03% 1,07% 2,01% -0,92%CHI - - - - - -FRA 8,13% 5,63% 3,33% 7,39% 3,90% 6,10%GER 10,66% 4,39% 3,16% 3,89% 6,37% 5,48%IND 106,10% 66,64% 24,22% -8,02% 3,54% 40,74%ITA 3,09% 5,19% 8,06% 3,20% 2,50% 4,87%JAP - - - - - -KOR 13,36% 8,67% -4,04% -2,94% 5,85% 3,50%MEX -1,53% 25,58% 6,67% 1,10% 8,26% 7,46%NLD 7,37% 2,92% 3,62% 3,24% 2,49% 4,27%RUS 223,32% 86,28% 30,81% 28,96% 0,08% 78,53%SAR 95,25% 97,55% 65,59% 3,74% -21,17% 60,44%SGP 2,01% -3,60% -9,45% -0,96% 6,97% -3,09%SWE 22,43% 4,79% 8,84% 4,28% 11,96% 9,85%SWI -5,39% -13,72% -0,51% 0,75% 0,93% -4,89%TUR - - - - - -UK 4,37% 3,02% 3,13% 1,70% 1,84% 3,05%US 19,86% 16,79% 6,21% -0,37% 4,10% 10,32%

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108

Tab. 3.29 – Ammontare ed evoluzione addebiti diretti pro-capite corretti secondo la

teoria della parità dei poteri di acquisto tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 133.126 150.010 174.070 184.936 177.642 173.263BEL 5.648 5.947 6.455 6.979 6.965 5.885BRA - - - - 14.953 16.051CAN 11.464 10.499 12.016 13.330 13.241 13.938CHI - - - - - -FRA 16.593 17.840 18.658 19.366 19.815 20.501GER 48.037 53.615 165.455 173.219 162.062 182.220IND 9 16 30 39 38 37ITA 6.057 6.316 6.975 7.264 7.537 7.491JAP - - - - - -KOR 2.463 2.949 3.497 3.578 3.400 3.634MEX 64 118 150 168 156 184NLD 16.442 18.308 19.619 22.203 20.455 21.113RUS 607 1.366 3.155 2.813 871 480SAR 1 2 4 5 5 6SGP 8.291 9.204 10.548 11.556 10.716 12.148SWE 4.202 4.761 5.236 5.546 5.661 6.040SWI 6.419 6.308 4.871 5.096 5.030 5.349TUR - - - - - -UK 21.677 22.858 24.152 25.339 23.545 24.957US 42.243 44.433 47.814 48.454 47.623 49.673

CAGRAUS 12,68% 16,04% 6,24% -3,94% -2,47% 5,41%BEL 5,28% 8,54% 8,13% -0,21% -15,51% 0,82%BRA - - - - 7,34% -CAN -8,41% 14,44% 10,94% -0,67% 5,27% 3,99%CHI - - - - - -FRA 7,52% 4,59% 3,80% 2,32% 3,46% 4,32%GER 11,61% 208,60% 4,69% -6,44% 12,44% 30,56%IND 87,59% 86,05% 31,76% -3,03% -3,56% 33,88%ITA 4,29% 10,43% 4,14% 3,76% -0,61% 4,34%JAP - - - - - -KOR 19,73% 18,59% 2,33% -4,99% 6,87% 8,09%MEX 84,16% 26,86% 11,90% -6,96% 18,05% 23,49%NLD 11,35% 7,16% 13,17% -7,87% 3,22% 5,13%RUS 125,09% 130,93% -10,84% -69,05% -44,81% -4,57%SAR 191,66% 104,53% 18,19% 6,22% 8,97% 52,17%SGP 11,02% 14,59% 9,56% -7,27% 13,36% 7,94%SWE 13,30% 9,98% 5,92% 2,07% 6,70% 7,53%SWI -1,73% -22,78% 4,61% -1,28% 6,33% -3,58%TUR - - - - - -UK 5,44% 5,66% 4,91% -7,08% 6,00% 2,86%US 5,18% 7,61% 1,34% -1,71% 4,30% 3,29%

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109

Infatti, in termini di ammontare medio per operazione, come si evince dalla tabella 3.30,

Italia e Svizzera, nel 2010, presentano valori rispettivamente di 758 e 931 USD, mentre la

Germania prevale in Europa con 1.713 USD; oltre oceano gli USA si stabilizzano intorno

ai 1.300 USD, mentre salta agli occhi il dato Australiano di 5.691 USD.

Tab. 3.30 – Ammontare medio addebiti diretti corretti secondo la teoria della parità

dei poteri di acquisto tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

In termini evolutivi, come si evince dalla tabella 3.31, non si riscontrano particolari

mutamenti, salvo il caso della Germania, dove il notevole incremento del 2007 ha portato il

tasso di crescita a livelli decisamente elevati e la cospicua progressiva riduzione che si è

avuta in Russia, dove probabilmente lo strumento si è diffuso anche nel ceto medio e non è

rimasto esclusiva delle classi più abbienti.

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 5.572 6.056 6.557 6.586 6.054 5.691BEL 270 271 286 301 289 261BRA - - - - 671 725CAN 590 619 674 719 707 729CHI - - - - - -FRA 414 412 408 410 390 389GER 595 600 1.773 1.799 1.620 1.713IND 264 240 268 284 300 279ITA 760 769 807 778 782 758JAP - - - - - -KOR 103 109 119 127 124 125MEX 218 408 412 432 398 434NLD 253 263 273 299 267 268RUS 6.454 4.493 5.570 3.797 911 502SAR 69 103 107 76 78 108SGP 693 755 897 1.085 1.016 1.077SWE 237 219 230 224 219 209SWI 922 958 857 902 883 931TUR - - - - - -UK 480 485 497 506 462 481US 1.744 1.530 1.410 1.345 1.327 1.330

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110

Tab. 3.31 – Evoluzione ammontare medio addebiti diretti corretti secondo la teoria

della parità dei poteri di acquisto tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Terzo strumento significativo in termini di analisi è l’assegno. Come chiaramente emerge

dalla tabella 3.32, il numero di assegni pro-capite staccato ogni anno sta progressivamente

diminuendo, visto il costo connesso al trattamento del titolo e al basso livello di sicurezza

che garantisce.

CAGRAUS 8,67% 8,28% 0,44% -8,07% -6,00% 0,42%BEL 0,32% 5,41% 5,50% -4,21% -9,56% -0,68%BRA - - - - 7,96% -CAN 4,97% 8,96% 6,64% -1,73% 3,19% 4,34%CHI - - - - - -FRA -0,57% -0,99% 0,46% -4,73% -0,43% -1,27%GER 0,86% 195,61% 1,49% -9,94% 5,71% 23,57%IND -8,98% 11,65% 6,07% 5,42% -6,86% 1,14%ITA 1,16% 4,98% -3,63% 0,54% -3,03% -0,04%JAP - - - - - -KOR 5,62% 9,13% 6,63% -2,11% 0,97% 3,97%MEX 87,03% 1,02% 4,90% -7,97% 9,04% 14,74%NLD 3,71% 4,12% 9,22% -10,77% 0,71% 1,17%RUS -30,38% 23,97% -31,84% -76,00% -44,85% -39,99%SAR 49,38% 3,53% -28,63% 2,39% 38,23% 9,33%SGP 8,83% 18,88% 21,00% -6,37% 5,97% 9,20%SWE -7,46% 4,96% -2,68% -2,12% -4,70% -2,49%SWI 3,87% -10,50% 5,14% -2,01% 5,34% 0,18%TUR - - - - - -UK 1,03% 2,57% 1,73% -8,63% 4,08% 0,05%US -12,25% -7,87% -4,59% -1,35% 0,19% -5,28%

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111

Tab. 3.32 – Numero di assegni pro-capite tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Numericamente ancora rilevanti sono le transazioni effettuate negli Stati Uniti (73,97 nel

2010) ed in Francia (48,29 nel 2010). Lo strumento è invece particolarmente distante dalle

abitudini degli abitanti del Giappone (0,75 nel 2009), del Belgio (0,66) e della Germania

(0,59). In Europa, per Paesi come la Svizzera e la Svezia si hanno tassi di utilizzo del tutto

irrisori. In Italia, mediamente, nel 2010, sono stati staccati 5,25 assegni, con un’evidente

diminuzione del 8,11% annuo a partire dal 2005, come si evince dalla tabella 3.29. In

particolare, per tutti gli Stati del campione si osservano variazione negative negli ultimi

due anni.

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 23,67 21,68 19,79 17,20 15,13 13,01BEL 1,50 1,27 1,00 0,82 0,74 0,66BRA 13,78 11,91 10,65 10,35 9,41 8,67CAN 42,03 33,95 32,52 30,43 28,02 26,87CHI - 0,91 0,74 0,67 0,66 0,67FRA 62,43 60,57 57,40 54,52 51,34 48,29GER 1,30 1,32 0,92 0,80 0,70 0,59IND 1,16 1,22 1,28 1,21 1,18 1,17ITA 8,01 7,77 7,24 6,49 5,61 5,25JAP 1,15 1,05 0,97 0,88 0,75 -KOR 17,04 23,86 24,48 22,71 19,11 15,39MEX 5,51 5,28 5,10 4,71 4,31 3,96NLD - - - - - -RUS 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00SAR 0,33 0,29 0,28 0,27 0,27 0,26SGP 20,09 19,14 18,70 17,25 15,87 15,42SWE 0,11 0,11 0,11 0,11 0,11 -SWI 0,24 0,20 0,17 0,13 0,09 0,05TUR - - - - - -UK 32,06 29,35 26,24 22,85 20,75 17,89US 110,14 102,08 92,57 87,40 79,58 73,97

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112

Tab. 3.33 – Evoluzione numero di assegni pro-capite tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

In termini di volumi complessivi pro-capite (cfr. Tabella 3.34 e Tabella 3.35) si registra

anche qui una progressiva diminuzione pur non così marcata quale quella derivante

dall’analisi della numerosità.

Particolarmente rilevanti risultano i pagamenti effettuati con assegni, nel 2010, negli USA

(93.784 USD), in Canada (74.391 USD), a Singapore (119.792 USD) ed in Corea (210.243

USD).

CAGRAUS -8,38% -8,72% -13,08% -12,05% -14,01% -11,27%BEL -15,15% -21,56% -17,38% -10,66% -10,38% -15,13%BRA -13,55% -10,56% -2,81% -9,07% -7,93% -8,85%CAN -19,22% -4,20% -6,43% -7,92% -4,13% -8,56%CHI - -18,21% -10,22% -1,26% 1,67% -7,34%FRA -2,98% -5,24% -5,00% -5,83% -5,95% -5,01%GER 1,44% -30,60% -13,18% -12,58% -15,43% -14,69%IND 4,84% 5,32% -5,65% -2,66% -0,76% 0,13%ITA -3,04% -6,74% -10,42% -13,50% -6,48% -8,11%JAP -8,35% -7,95% -9,31% -13,98% - -9,93%KOR 40,04% 2,58% -7,21% -15,88% -19,47% -2,02%MEX -4,19% -3,46% -7,54% -8,66% -7,95% -6,38%NLD - - - - - -RUS 8,05% -57,81% -87,44% -69,80% -30,25% -58,67%SAR -10,53% -3,29% -3,28% -3,28% -3,27% -4,78%SGP -4,71% -2,32% -7,76% -8,01% -2,80% -5,15%SWE -0,56% -0,75% -1,15% -0,91% - -0,84%SWI -17,30% -16,67% -18,45% -32,52% -42,76% -26,32%TUR - - - - - -UK -8,45% -10,60% -12,90% -9,21% -13,78% -11,01%US -7,32% -9,32% -5,58% -8,95% -7,04% -7,65%

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113

Tab. 3.34 – Ammontare assegni pro-capite corretti secondo la teoria della parità dei

poteri di acquisto tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

Tuttavia mentre nei primi due si osserva un tasso di crescita negativa, lo stesso non si può

sostenere riguardo alla “tigre asiatica” e a Singapore che presentano tassi di sviluppo

annuali rispettivamente del +17,71% e 5,07%.

Altro dato interessante è quello della Repubblica Cinese, Stato che anch’esso presenta un

valore di crescita positiva del 2,60%.

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 62.888 63.632 68.021 59.554 54.540 48.888BEL 7.632 6.603 6.995 5.536 4.788 4.350BRA 7.688 7.002 7.161 7.953 7.364 7.446CAN 98.783 85.966 89.670 86.226 73.961 74.391CHI - 56.817 58.808 57.867 62.057 62.965FRA 39.816 40.159 39.746 38.015 33.994 33.226GER 7.359 8.810 6.285 5.818 4.645 4.093IND 7.480 7.613 8.191 7.340 5.700 5.074ITA 24.319 25.324 24.467 22.991 19.134 17.358JAP 33.043 30.835 30.836 29.618 26.245 -KOR 93.018 153.357 177.063 200.252 202.857 210.243MEX 13.908 14.251 14.341 13.557 12.283 10.697NLD - - - - - -RUS 15 45 27 3 1 1SAR 8.530 8.156 9.556 10.891 9.679 10.856SGP 93.538 107.097 133.913 121.944 105.594 119.792SWE 671 666 735 847 507 316SWI 311 255 215 194 163 133TUR - - - - - -UK 45.750 45.626 45.067 40.681 33.990 28.803US 140.587 139.133 123.965 112.442 102.783 93.784

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114

Tab. 3.35 – Evoluzione ammontare assegni pro-capite corretti secondo la teoria della

parità dei poteri di acquisto tra il 2005 ed il 2010

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

In termini di dimensione media degli assegni staccati (cfr. Tabella 3.36), nel 2010

prevalgono in Europa Belgio e Germania, sebbene ad essi sia associata una numerosità

pro-capite inferiore all’unità. Per quanto attiene alla dimensione media degli assegni

italiani nel 2010, il valore si attesta a 3.308 USD con un tasso di crescita del 1,73%. Per

quanto attiene invece ai Paesi di matrice anglosassone, l’Australia presenta un valore

medio di ciascun assegno pari a 3.757 USD nel 2010 a fronte dei 13 assegni staccati da

ciascun residente ogni anno.

CAGRAUS 1,18% 6,90% -12,45% -8,42% -10,36% -4,91%BEL -13,48% 5,95% -20,86% -13,52% -9,15% -10,64%BRA -8,92% 2,28% 11,06% -7,41% 1,12% -0,64%CAN -12,97% 4,31% -3,84% -14,22% 0,58% -5,51%CHI - 3,50% -1,60% 7,24% 1,46% 2,60%FRA 0,86% -1,03% -4,35% -10,58% -2,26% -3,55%GER 19,71% -28,65% -7,43% -20,18% -11,87% -11,07%IND 1,78% 7,60% -10,39% -22,34% -11,00% -7,47%ITA 4,13% -3,39% -6,03% -16,78% -9,28% -6,52%JAP -6,68% 0,00% -3,95% -11,39% - -5,60%KOR 64,87% 15,46% 13,10% 1,30% 3,64% 17,71%MEX 2,46% 0,63% -5,46% -9,40% -12,91% -5,11%NLD - - - - - -RUS 203,89% -39,50% -88,32% -56,99% -43,77% -44,66%SAR -4,38% 17,17% 13,97% -11,12% 12,16% 4,94%SGP 14,50% 25,04% -8,94% -13,41% 13,45% 5,07%SWE -0,75% 10,41% 15,22% -40,12% -37,68% -13,98%SWI -17,97% -15,79% -9,47% -16,06% -18,23% -15,56%TUR - - - - - -UK -0,27% -1,23% -9,73% -16,45% -15,26% -8,84%US -1,03% -10,90% -9,30% -8,59% -8,76% -7,78%

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115

Tab. 3.36 – Ammontare medio assegni corretti secondo la teoria della parità dei

poteri di acquisto tra il 2005 ed il 2010 ed evoluzione

Fonte: elaborazione propria su dati Bis

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 2.657 2.935 3.437 3.461 3.604 3.757BEL 5.095 5.195 7.017 6.722 6.507 6.596BRA 558 588 672 768 782 859CAN 2.351 2.532 2.757 2.833 2.639 2.769CHI - 62.634 79.267 86.882 94.366 94.176FRA 638 663 692 697 662 688GER 5.647 6.663 6.850 7.304 6.669 6.950IND 6.435 6.247 6.382 6.062 4.836 4.337ITA 3.037 3.261 3.379 3.544 3.410 3.308JAP 28.825 29.350 31.884 33.767 34.784 -KOR 5.459 6.427 7.234 8.817 10.617 13.664MEX 2.523 2.698 2.812 2.875 2.852 2.699NLD - - - - - -RUS 3.673 10.331 14.813 13.772 19.614 15.811SAR 26.025 27.815 33.697 39.706 36.485 42.308SGP 4.656 5.594 7.161 7.070 6.655 7.767SWE 6.056 6.044 6.723 7.836 4.735 -SWI 1.296 1.285 1.299 1.442 1.794 2.563TUR - - - - - -UK 1.427 1.555 1.718 1.780 1.638 1.610US 1.276 1.363 1.339 1.287 1.292 1.268

CAGRAUS 10,44% 17,10% 0,72% 4,12% 4,24% 7,17%BEL 1,97% 35,06% -4,21% -3,20% 1,37% 5,30%BRA 5,36% 14,35% 14,27% 1,82% 9,84% 9,02%CAN 7,73% 8,88% 2,76% -6,85% 4,91% 3,33%CHI - 26,55% 9,61% 8,61% -0,20% 10,73%FRA 3,96% 4,44% 0,69% -5,04% 3,92% 1,53%GER 18,01% 2,80% 6,62% -8,69% 4,21% 4,24%IND -2,91% 2,16% -5,02% -20,22% -10,32% -7,59%ITA 7,40% 3,60% 4,90% -3,79% -2,99% 1,73%JAP 1,82% 8,64% 5,91% 3,01% - 4,81%KOR 17,73% 12,56% 21,88% 20,42% 28,70% 20,14%MEX 6,94% 4,24% 2,25% -0,80% -5,38% 1,36%NLD - - - - - -RUS 181,26% 43,39% -7,02% 42,41% -19,39% 33,90%SAR 6,87% 21,15% 17,83% -8,11% 15,96% 10,21%SGP 20,15% 28,01% -1,27% -5,87% 16,71% 10,78%SWE -0,19% 11,24% 16,55% -39,57% - -5,96%SWI -0,82% 1,06% 11,01% 24,40% 42,85% 14,61%TUR - - - - - -UK 8,94% 10,49% 3,64% -7,97% -1,72% 2,44%US 6,78% -1,75% -3,93% 0,40% -1,84% -0,14%

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116

3.4. RISULTATI DATA-SET – 2

L’elaborazione del data-set – 2 ha portato dei risultati che in parte confermano il quesito di

ricerca posto nel presente lavoro.

In particolare, come si evince dalla tabella 3.37, la classe consumer presenta un grado di

omogeneità con un intervallo di tolleranza del 10% [GO(10%)] pari al 56,73%. Anche

ponderando i valori in base alla numerosità delle carte appartenenti a ciascun segmento il

risultato risulta pressoché identico (56,77%).

Tab. 3.37 – Dettaglio del GO(10%) delle carte di credito Consumer

Fonte: elaborazione propria

Particolarmente evidente è il GO(10%) delle carte di credito ad opzione in relazione al

pricing pari al 26,84%, fatto che evidenzia che gli emittenti hanno costruito prodotti

differenziati almeno nelle variabili di prezzo per il cliente. Si rilevano, inoltre, anche delle

differenze in relazione ai servizi di assicurazione offerti per il segmento revolving. In ogni

caso, non stupisce il grado di omogeneità relativo ai servizi aggiuntivi offerti per le carte

charge, rafforzando il concetto che per uno dei prodottu di massa più utilizzati la scelta

dell’emittente potrebbe portare a risultati tutt’altro che dissimili.

Per quanto attiene, invece, alle carte business, l’unico valore che mostra un GO(10%)

inferiore allo 0,5 risulta essere anche in questo caso il pricing delle carte business base (cfr.

Tabella 3.38).

GO(10%) ConsumerCLASSIC CHARGE

CLASSIC OPZIONE

REVOLVING MEDIA

Pricing 50,00% 26,84% 53,57% 43,47%Commissioni 67,18% 57,62% 47,70% 57,50%Servizi aggiuntivi 84,76% 66,95% 61,43% 71,05%Servizi di assicurazione 56,67% 86,67% 21,43% 54,92%

MEDIA 64,65% 59,52% 46,03% 56,73%Numero carte 6 14 8 28

MEDIA PONDERATA 13,85% 29,76% 13,15% 56,77%

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117

Tab. 3.38 – Dettaglio del GO(10%) delle carte di credito Business

Fonte: elaborazione propria

In particolare, ad una differenziazione di prezzo nell’offerta di carte business base,

corrisponde un GO(10%) del 55,95% dei prodotti business superior. In termini di media

semplice e ponderata, anche per il comparto business si riscontrano valori elevati vicini al

sessanta percento.

La tabella 3.39 evidenzia, invece, i risultati dell’analisi della classe corporate. In tale

contesto, si osservano GO(10%) per la variabile commissionale pressoché identici a quelli

della classe business, mentre non si rileva, a differenza di quest’ultima classe, una grande

differenza in termini di pricing tra i prodotti del segmento base e di quello superior.

Sembrerebbero molto simili, anche in questo caso, i servizi aggiuntivi proposti dai

differenti emittenti.

Tab. 3.39 – Dettaglio del GO(10%) delle carte di credito Corporate

Fonte: elaborazione propria

GO(10%)BUSINESS

BASEBUSINESS SUPERIOR

MEDIA

Pricing 33,13% 55,95% 44,54%Commissioni 56,22% 74,70% 65,46%Servizi aggiuntivi 66,39% 66,87% 66,63%Servizi di assicurazione 60,70% 60,00% 60,35%

MEDIA 54,11% 64,38% 59,25%Numero carte 16 7 23

MEDIA PONDERATA 37,64% 19,59% 57,24%

GO(10%)CORPORATE

BASECORPORATE

SUPERIORMEDIA

Pricing 43,72% 45,98% 44,85%Commissioni 54,35% 73,97% 64,16%Servizi aggiuntivi 72,27% 62,91% 67,59%Servizi di assicurazione 46,90% 51,55% 49,23%

MEDIA 54,31% 58,60% 56,46%Numero carte 15 8 23

MEDIA PONDERATA 35,42% 20,38% 55,80%

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118

A questo punto è abbastanza evidente, visto i risultati raggiunti per ciascuna classe tra il

55% ed il 60% che anche la sintesi a livello complessivo non possa che portare a risultati

nell’ambito di quell’intervallo.

Tab. 3.40 – Dettaglio del GO(10%) delle carte di credito

Fonte: elaborazione propria

Come si evince, infatti, dalla tabella 3.40, a livello complessivo, il GO(10%) del settore

delle carte di credito si attesta al 57,37%, evidenziando un livello di differenziazione

medio – basso dei prodotti analizzati con la metodologia proposta.

3.5. CONCLUSIONI ANALISI EMPIRICHE

L’analisi condotta sugli strumenti di pagamento utilizzati ha prodotto risultati per certi

aspetti abbastanza chiari. In particolare, anche se già noto in partenza, è emersa una netta

prevalenza dei Paesi di matrice anglosassone per quanto attiene all’utilizzo di mezzi

alternativi al contante. In particolare, non si fa riferimento alle sole carte di credito, ma

anche agli assegni, agli addebiti diretti ed ai bonifici. Si è riscontrato, inoltre, anche se con

alcune eccezioni, che ai BRICS sono associati tassi di crescita decisamente elevati anche in

riferimento al mercato degli strumenti di pagamento. Infatti, sebbene sia difficile definire

se gli alti tassi di sviluppo di questi mercati sia una causa della crescita del PIL, ovvero un

effetto, si rileva che i due aspetti viaggiano sinergicamente.

Per quanto attiene, invece, specificatamente al settore delle carte di pagamento, emerge

come a seguito delle modifiche sulla normativa delle interchange fees, in Australia il

settore ha ottenuto performance più che ragguardevoli. Ad esempio, in termini di

transazioni pro-capite annue con carte di pagamento, l’Australia raggiunge il quarto posto

nel ranking mondiale con 172,2 operazioni, non troppo distante dalle altre realtà

GO(10%)CLASSIC CHARGE

CLASSIC OPZIONE

REVOLVINGBUSINESS

BASEBUSINESS SUPERIOR

CORPORATE BASE

CORPORATE SUPERIOR

MEDIA

Pricing 50,00% 26,84% 53,57% 33,13% 55,95% 43,72% 45,98% 44,17%Commissioni 67,18% 57,62% 47,70% 56,22% 74,70% 54,35% 73,97% 61,68%Servizi aggiuntivi 84,76% 66,95% 61,43% 66,39% 66,87% 72,27% 62,91% 68,80%Servizi di assicurazione 56,67% 86,67% 21,43% 60,70% 60,00% 46,90% 51,55% 54,84%

MEDIA 64,65% 59,52% 46,03% 54,11% 64,38% 54,31% 58,60% 57,37%Numero carte 6 14 8 16 7 15 8 74

MEDIA PONDERATA 5,24% 11,26% 4,98% 11,70% 6,09% 11,01% 6,34% 56,61%

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anglosassoni. In termini di volumi i risultati sono ancora migliori. Infatti, sia in termini di

valori assoluti che rettificati secondo i poteri di acquisto della moneta, si tratta del livello

più alto di tutto il campione analizzato. Sebbene non esaltante, anche il risultato in termini

di valore medio delle singole transazioni non è trascurabile (73,32 USD ed ottava

posizione con classifica ordinata secondo valori crescenti). Oltre a questo, anche i risultati

in termini relativi sono tutt’altro che poco significativi: il numero delle transazione con

carte di pagamento viaggia con tassi di sviluppo del 8,05% annuo, i volumi invece al

12,17%. Anche il numero di carte in circolazione, siano esse di debito che di credito,

crescono a tassi intorno al 3%. Tali dati assumono una rilevanza determinante qualora

confrontati con quelli degli altri elementi del campione. Complessivamente lo Stato

australiano risulta avere performance superiori agli altri in quasi tutti i confronti. Anche gli

altri Paesi anglosassoni non tengono il confronto.

Anche in riferimento all’utilizzo degli altri strumento di pagamento, ad eccezione degli

addebiti diretti, lo Stato del Pacifico del Sud presenta risultati non trascurabili, a conferma

del grande utilizzo di strumenti alternativi al contante.

Riflettendo invece su quello che è il caso dell’Italia, per quanto attiene alle carte di

pagamento, sono stati rilevati risultati non molto entusiasmanti. Sebbene, si sia in presenza

di tassi di sviluppo poco sopra la parità, numero ed ammontare delle transazioni sono

tutt’altro che soddisfacenti: 25 operazioni e 2.643 USD. Infatti, nel campione l’Italia si

posiziona al sedicesimo posto per il numero ed al quattordicesimo per ammontare. Anche

in termini di circolazione di carte di debito e di pagamento la situazione non è migliore.

Nel 2010 sono state rilevate 0,6 carte di debito per abitante e 0,56 carte di credito,

posizionando il Paese al diciottesimo e all’undicesimo posto. Per quanto si rileva sugli altri

strumenti di pagamento, si nota che in Italia sono stati effettuati 20,44 bonifici l’anno pro-

capite, ben al di sotto della media europea e mondiale. Sono 9,88 invece gli addebiti diretti

e 5,25 gli assegni staccati l’anno. Nota positiva è la progressiva diminuzione dell’utilizzo

dell’assegno (-8,11%), strumento di pagamento ritenuto attualmente particolarmente

rischioso, sebbene sussista una ferrea normativa in materia.

Alla luce di tali risultati, la valutazione del caso Italia è proseguita, per il settore delle carte

di credito attraverso i risultati del data-set – 2. Il basso livello di differenziazione delle 74

carte di credito analizzate, decisamente più marcato all’interno di ciascuna classe di

prodotto, rafforza il sospetto di un mercato dove i margini di manovra per gli emittenti non

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120

sono molti e dove i consumatori sono costretti a scontare un basso livello di concorrenza e

probabilmente prezzi troppo elevati per permettere lo sviluppo del sistema. Sempre in base

ai risultati prodotti dalla metodologia GO, con un intervallo di tolleranza proposto del

10%, su una scale da 0 a 100%, il livello minimo per ciascun segmento è del 46,03% (carte

revolving) ed il massimo del 64,65% (carte charge), livello che appare decisamente elevato

avendo considerato un intervallo di tolleranza abbastanza cospicuo.

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121

4. Conclusioni

Tra i parametri generalmente utilizzati per definire il grado di sviluppo di uno Stato, la

valutazione del sistema dei pagamenti e degli strumenti utilizzati è uno di essi. Pertanto,

nel presente lavoro l’obiettivo è stato quello di valutare le potenzialità di sviluppo del

mercato degli strumenti di pagamento in Italia. In particolare dallo studio è emerso che,

sebbene le nuove frontiere siano costituite dal connubio tra nuove tecnologie (ad esempio:

mobile payments) e strumenti tradizionali, questi ultimi rappresentano ancora la quasi

totalità dei mezzi ad oggi utilizzati. Infatti, sia per la gran parte degli Stati maggiormente

sviluppati che, per quelli in via di sviluppo, si osservano alti tassi di crescita delle

“vecchie” tecnologie rispetto a quelle “nuove”.

L’analisi effettuata su 21 Stati del Globo ha permesso di individuare quattro gruppi di

nazioni che si differenziano in base al livello di utilizzo degli strumenti di pagamento

tradizionali alternativi al contante.

Dapprima si è riscontrato un gruppo di Paesi meno sviluppati che per motivi interni

politici, strutturali o finanziari al momento non sono riusciti ad affermarsi nel mercato

degli strumenti di pagamento.

Quindi è stato riscontrato un secondo gruppo, costituito dai Paesi in via di sviluppo, tra cui

si trovano ad esempio i BRICS (fatto salvo il Sud Africa su cui non si possono effettuare

considerazioni in quanto non si dispongono, al momento, sufficienti dati) e le tigri

asiatiche. Questi Stati si caratterizzano per elevati tassi di crescita nell’utilizzo degli

strumenti di pagamento alternativi al contante, ma livelli assoluti ancora molto bassi. Ciò

non stupisce in quanto il circolante rimane comunque il mezzo più diffuso nelle fasce più

deboli e meno abbienti, le quali rappresentano la stragrande maggioranza della

popolazione. Pertanto è presumibile che si assista ancora ad anni in cui gli strumenti

“tradizionali” saranno utilizzati con sempre maggiore intensità, pur probabilmente

scontando tempistiche di crescita più rapide rispetto a quelle viste in passato per gli attuali

Paesi industrializzati.

Ulteriore gruppo individuato è stato quello degli Stati di matrice anglosassone. Si tratta di

Nazioni dove l’utilizzo degli strumenti di pagamento tradizionale è piuttosto rilevante. Ad

elevati livelli di numerosità di transazioni pro-capite si associano elevati volumi e tassi di

crescita non trascurabili. In tale frangente è emerso chiaramente ed indistintamente il

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122

prevalere di uno rispetto agli altri, almeno per quanto concerne lo specifico settore delle

carte di pagamento. Più precisamente, l’Australia ha presentato un livello di sviluppo ben

superiore rispetto, addirittura, a quello degli Stati Uniti d’America e del Canada. A seguito

di ciò, fatte salve altre differenze strutturali tra i Paesi in discussione, assume rilevanza il

dibattito normativo. In particolare, la presenza di interchange fees regolamentate dal 2003

in Australia, sembra veramente aver creato un beneficio ai consumatori, rafforzando la

propensione utilizzo delle carte di pagamento. Il mutamento della normativa non solo non

ha creato una contrazione delle transazioni, bensì ha avuto l’effetto contrario. Infatti, come

rilevato nel terzo capitolo, sono stati individuati tassi di sviluppo per lo Stato del Pacifico

Australe decisamente elevati per essere un Paese già sviluppato. La questione assume

ancora più rilevanza a seguito dell’accordo stipulato in luglio 2012 tra Visa, Mastercard,

alcune banche di rilevanza sistemica statunitense e sette milioni di esercenti che, salvo il

parere vincolante delle autorità federali, prevede l’abolizione delle interchange fees e

permette il surcharge sul consumatore. In tale contesto, si ritiene prevedibile uno sviluppo

del mercato USA delle carte alla stregua di quello Australiano, senza comunque

prescindere dalla necessità di investire e diffondere le nuove modalità di pagamento, come

il già diffuso shopping via internet con consegna a domicilio.

Ultimo gruppo individuato è stato quello degli Stati Europei, caratterizzati da livelli di

utilizzo degli strumenti di pagamento non trascurabili, ma con tassi di sviluppo

praticamente irrisori. Dal punto di vista normativo, molto invece è stato fatto. La PSD e la

IMEL2 hanno fissato alcuni paletti orientati allo sviluppo del mercato degli strumenti di

pagamento e all’aumento della concorrenza tra gli operatori, che non saranno più solo

banche ma anche altri istituti di matrice commerciale. Resta comunque poco affrontata a

livello Comunitario la questione delle interchange fees, rimandata sostanzialmente alla

regolamentazione nazionale. In ogni caso, la realtà europea è abbastanza eterogenea e

spesso si riscontrano Paesi dove è preferito uno strumento piuttosto che un altro. Tra le

eccezioni che confermano la regola, si osserva un caso Italia piuttosto deludente su tutti i

fronti. Vanno comunque rilevate delle azioni a livello nazionale volte a ridurre l’elevato

uso del contante e a ridurre l’impatto commissionale sui consumatori. In particolare, come

emerso dall’analisi effettuata in questo lavoro per lo specifico settore delle carte di credito,

si è dinnanzi ad un mercato con ampie potenzialità di sviluppo per i nuovi operatori

entranti visto il basso grado di differenziazione dei prodotti che si osserva sul mercato.

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123

Alla luce di ciò, anche a seguito delle nuove regole, è presumibile che gli operatori bancari

per rimanere sul mercato dovranno necessariamente orientarsi alle nuove tecnologie

sfruttando il loro vantaggio competitivo in termini di economie di esperienza e di scala,

nonché il loro elevato grado di penetrazione commerciale. Si ritiene, inoltre, che la veloce

risoluzione della questione sulle interchange fees, potrebbe dare una spinta propulsiva

maggiore allo sviluppo del mercato delle carte di pagamento in Italia.

Ben consapevoli delle difficoltà che si possono incontrare nello studio di tale settore a

causa della riservatezza di alcuni dati che sarebbe fondamentale possedere, si spera di aver

dato comunque un contributo non solo in termini di risultati, ma anche in termini di

metodologia. In particolare, pur consapevoli della fragilità attuale della metodologia GO, si

auspica di aver costruito un punto di partenza per rafforzarla in seguito (ad esempio

attribuendo un sistema di ponderazioni alle singole sub-variabili) al fine di pervenire a

futuri risultati più precisi, attendibili e soprattutto dare una dimensione temporale

all’analisi.

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124

Allegati

Allegato A – Coefficienti per la Parità del Poteri di Acquisto tra il 2005 ed il 2010

secondo il PWT 7.1

Fonte: PWT 7.1 (2012)

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 0,98513 0,97141 1,07943 1,07366 0,99829 1,19249BEL 1,06949 1,07886 1,16337 1,2451 1,16692 1,139BRA 0,64493 0,73552 0,83716 0,9216 0,89025 1,06297CAN 0,95729 1,01379 1,05204 1,04963 0,98854 1,09692CHI 0,36611 0,38377 0,41406 0,47923 0,47867 0,49776FRA 1,08193 1,0914 1,17705 1,2451 1,16692 1,12576GER 1,05706 1,04122 1,10862 1,17186 1,09746 1,0463IND 0,3102 0,31099 0,34802 0,33904 0,32249 0,36828ITA 1,01975 1,01613 1,10862 1,17186 1,11135 1,07278JAP 1,13747 1,043 0,99835 1,10673 1,19322 1,24334KOR 0,77992 0,82001 0,83865 0,72895 0,64335 0,72285MEX 0,68454 0,70189 0,71558 0,7197 0,62234 0,68376NLD 1,06949 1,06631 1,14968 1,20116 1,13914 1,08603RUS 0,44053 0,49943 0,57817 0,66672 0,56679 0,64015SAR 0,6832 0,68091 0,66711 0,67733 0,67733 0,64533SGP 0,67292 0,68599 0,72988 0,75626 0,76314 0,79941SWE 1,21235 1,21302 1,30941 1,33665 1,1602 1,23621SWI 1,34117 1,32393 1,37458 1,51419 1,46121 1,52458TUR 0,69962 0,70706 0,79053 0,86053 0,74195 0,81179UK 1,10909 1,12238 1,20055 1,10301 0,95028 0,94255US 1 1 1 1 1 1

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125

Allegato B – Prodotto Interno Lordo tra il 2005 ed il 2010

Fonte:BIS (2012)

2005 2006 2007 2008 2009 2010AUS 35.981 37.784 45.063 48.753 45.363 55.818BEL 35.913 37.920 43.237 47.293 43.879 42.941BRA 4.810 5.865 7.280 8.703 8.486 11.089CAN 35.209 39.311 43.279 45.215 39.758 46.293CHI 1.740 2.066 2.650 3.465 3.689 4.344FRA 34.176 35.698 40.597 44.220 40.852 39.541GER 33.772 35.241 40.398 44.074 40.338 40.080IND 759 844 1.061 1.114 1.157 1.452ITA 30.541 31.887 35.935 38.656 35.375 34.122JAP 35.640 34.142 34.258 38.184 39.483 -KOR 17.548 19.692 21.655 19.153 17.117 20.753MEX 8.223 9.119 9.836 10.294 7.731 9.583NLD 39.081 41.470 47.695 52.758 47.928 46.738RUS 5.339 6.949 9.148 11.721 8.595 10.355SAR 13.640 14.765 15.424 18.471 14.129 16.245SGP 28.076 33.023 38.642 39.139 36.755 43.865SWE 41.012 43.940 50.550 52.553 43.326 48.708SWI 49.602 51.772 56.992 65.248 63.259 67.099TUR - - 9.178 10.280 8.485 9.991UK 37.828 40.345 46.133 42.846 35.210 -US 42.562 44.740 46.452 46.889 45.339 47.050

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126

Allegato C – Evoluzione carte charge* tra il 2005 ed il 2009

* Valori in milioni di $

Fonte:BIS (2011)

2005 2006 2007 2008 2009 CAGRAUS N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. - - - - -BEL 3,26 3,42 3,77 4,03 4,27 5,06% 10,10% 6,77% 5,99% 6,96%BRA N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. - - - - -CAN N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. - - - - -CHI N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. - - - - -FRA 10,84 25,28 27,56 27,32 30,86 133,22% 9,02% -0,88% 12,99% 29,90%

GER 18,35 18,26 17,94 18,44 19,91 -0,48% -1,77% 2,78% 8,01% 2,07%

IND N.P. N.P. N.P. 0,23 0,26 - - - 13,04% -ITA N.P. N.P. N.P. 0,00 0,00 - - - - -JAP N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. - - - - -KOR N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. - - - - -MEX N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. - - - - -NLD N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. - - - - -RUS N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. - - - - -SAR N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. - - - - -SGP N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. - - - - -SWE 0,81 0,85 0,97 1,03 0,71 4,55% 13,88% 6,40% -31,46% -3,47%SWI N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. - - - - -TUR N.P. N.P. N.P. N.P. N.P. - - - - -UK 4,72 4,93 2,36 2,34 2,31 4,36% -52,11% -0,93% -1,28% -16,39%US N.D. N.D. N.D. N.D. N.D. - - - - -

Carte charge

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127

Allegato D – Dettaglio caratteristiche carte di credito Italiane (ultima rilevazione 31

dicembre 2011)

CARTE CLASSIC CHARGE 1 2 3 4 5 6Funzionalità Contact Less si no no si si siLimiti di utilizzo € 1.300 5.000 3.000 > 1.000 n/d n/d

Addebito15 mese

successivo

15 gg data Estratto Conto

5 mese successivo

13 gg data Estratto Conto

15 gg data Estratto Conto

15 mese successivo

Circuiti accessibili 2 2 2 2 2 2

CARATTERISTICHE GENERALI DI PRODOTTO

CARTE CLASSIC CHARGE 1 2 3 4 5 6 GOQuota carta 1° anno € 30,99 € 0,00 € 31,00 € 30,99 € 52,00 € 30,00 66,67%Quota carta 2° anno € 30,99 € 29,00 € 31,00 € 30,99 € 52,00 € 30,00 83,33%Quota carta aggiuntiva € 25,82 € 20,00 € 25,00 € 20,00 € 52,00 € 18,00 50,00%Quota carta familiare € 25,82 € 20,00 € 25,00 € 20,00 € 52,00 € 18,00 50,00%Rebate canone si no si no si no 0%

CARTE CLASSIC CHARGE 1 2 3 4 5 6 GOCommissioni in Valuta Estera 2,00% 1,70% 1,75% 1,50% 1,75% 1,00% 66,67%Spese Tenuta conto mensili € 0 € 0 € 0 n.d. € 0 n.d. 100,00%Invio etratto conto € 1,03 € 1,45 € 1,00 € 1,03 € 1,55 € 0,70 50,00%Invio etratto conto online € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 100,00%Copia Estratto conti precedenti € 0,00 € 5,00 € 5,00 € 15,00 max 12,91 € € 3,00 33,33%Imposta di bollo (saldi > 77€) € 1,81 € 1,81 € 0,00 € 1,81 € 1,81 € 1,81 83,33%Anticipo contante presso ATM Italia 4% 4% 4% 4% 4% 2% 83,33%- Soglia minima per anticipo contante presso ATM Italia

€ 0,52 € 2,50 € 2,30 € 3,00 € 2,07 € 2,50 50,00%

Anticipo contante presso ATM Area Extra-Euro

€ 5,16 4% 4% 4% 4% n.d. 66,67%

- Soglia minima per anticipo contante presso ATM Area Extra-Euro

€ 5,16 € 2,50 € 2,30 € 3,00 € 2,07 n.d. 40,00%

Rifornimento carburante € 0,77 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,77 € 0,00 66,67%Sostituzione o smarrimento € 10,33 € 0,00 € 10,00 € 20,00 € 30,00 € 0,00 33,33%Servizi Emergenza no no no no no no 100,00%

PRICING

COMMISSIONI

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128

CARTE CLASSIC CHARGE 1 2 3 4 5 6 GOEstensione del credito si no no no no no 66,67%Credito Extra si no no no no si 33,33%Cash Advance si si si si si si 100,00%Balance Transfer si no no no no no 66,67%Cash Back no no no no no no 100,00%Ricariche Telefoniche (direttamente da portale Titolari)

no no no no no no 100,00%

Pagamenti Bollette (direttamente da portale Titolari)

no no no no no no 100,00%

Programma Loyalty si no si si no n.d. 20,00%Estratto conto Online si si si si si si 100,00%Servizio SMS si si si si si si 100,00%Servizio Antifrode Online si si si si si si 100,00%Newsletter Online si si si si n.d. si 100,00%Servizi Dispositivi Online si si si si n.d. si 100,00%Area Riservata Online (Servizi informativi) si si si si si si 100,00%

CARTE CLASSIC CHARGE 1 2 3 4 5 6 GOPolizza Protection Insurance no si n.d. si si si 50,00%Polizza Protection Value no si n.d. si no no 20,00%MultiRischi si si si si si si 100,00%

SERVIZI DI ASSICURAZIONE

SERVIZI AGGIUNTIVI

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129

CARTE CLASSIC AD OPZIONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14Caratteristiche di Prodotto Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Opzione Funzionalità Contact Less si no no no no no si no no no no no no no

Importi minimi rimborso min. 50€

3% su Outstanding Balance

(min. 7,50€)

n.d.

1/18 dell' Outstanding Balance

(min. 50,0€)

(100€ - 200€)

oppure 10% su

outstanding

n.d. 50 € -

3% su Outstanding Balance

(min. 20,0€)

n.d.3%

Outstanding (min 75€)

min. 150€

1/18 dell' Outstandin

g (min. 50,0€)

min 70€

Limiti di utilizzo € 1.300 Max. € 5.000max € 1.300 Min € 1600 min. € 1.600 max € 1500 € 1.300 1.600 - € 5.00Max. € 5.000Max € 2.500 max € 5.000 n.d. 1.600 - € 5.20max € 5.200

Addebito15 mese

successivo25 mese

successivo 10 mese

successivo

10 gg data Estratto Conto

10 mese successivo

n.d.15 mese

successivo

10 gg chiusura Estratto Conto

n.d.5 mese

successivo 15 mese

successivo15 mese

successivo10 mese

successivo

15 gg data Estratto Conto

Circuito 2 1 1 1 1 1 2 1 1 1 2 1 2 1

CARATTERISTICHE GENERALI DI PRODOTTO

CARTE CLASSIC AD OPZIONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 GOQuota carta 1° anno € 30,99 € 0,00 € 31,00 € 23,24 € 0,00 € 30,00 € 30,99 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 29,00 € 30,99 € 41,32 € 20,00 14,29%Quota carta 2° anno € 30,99 € 0,00 € 31,00 € 23,24 € 0,00 € 30,00 € 25,82 € 20,00 € 0,00 € 0,00 € 29,00 € 30,99 € 41,32 € 20,00 14,29%Quota carta aggiuntiva € 25,82 € 0,00 n.d. € 15,49 € 9,95 € 0,00 € 25,82 € 20,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 20,00 € 25,82 € 20,00 15,38%Quota carta familiare € 25,82 € 0,00 n.d. € 15,49 n.d. € 0,00 € 25,82 € 20,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 20,00 € 25,82 € 20,00 16,67%Rebate canone si n.d. si no no no si no n.d. n.d. si no no no 27%TAN n.d. 19,99% 13,20% 13,92% 13,90% 14,00% 18,00% 12,47% 21,99% 15,36% 18,00% 14,00% 15,30% 15,60% 53,85%TAEG n.d. 21,93% 16,11% 16,66% 14,82% 18,51% 21,81% 15,67% 21,99% 22,22% 19,56% 14,93% 17,89% 16,77% 46,15%

CARTE CLASSIC AD OPZIONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 GOCommissioni in Valuta Estera 2,00% 1,75% 2,00% 1,75% n.d. n.d. 2,00% 1,75% n.d. 1,50% n.d. 0,30% 1,75% 1,50% 40,00%Spese Tenuta conto mensili € 0,00 n.d. € 0,00 n.d. n.d. € 1,25 € 0,00 € 0,00 n.d. € 3,99 € 0,00 n.d. € 0,00 € 0,00 77,78%Invio etratto conto € 1,03 € 0,00 € 1,54 € 1,03 € 1,54 n.d. € 1,03 € 1,00 € 1,00 € 0,00 € 1,00 € 1,00 € 1,29 € 1,00 61,54%Invio etratto conto online € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 1,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 n.d. € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 92,31%Copia Estratto conti precedenti € 0,00 € 3,00 n.d. € 1,55 n.d. n.d. € 0,00 n.d. € 0,00 € 0,00 € 15,00 n.d. € 17,00 n.d. 25,00%Imposta di bollo (saldi > 77€) € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 0,00 € 1,81 € 0,00 € 0,00 78,57%Anticipo contante presso ATM Italia 4% 4% 4% 4% 2, 90% 0% 4% 4% 3,90% 0% 2, 50% 3% 4% 3% 66,67%- Soglia minima per anticipo contante presso ATM Italia

€ 0,52 € 2,50 € 0,51 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,52 € 0,00 € 2,60 € 0,00 € 0,00 € 0,52 € 0,00 € 3,00 14,29%

Anticipo contante presso ATM Area Extra-Euro 5,16 € 4% 4% 4% 2, 90% 0% 4% 4% n.d. 0% 2% 3% 4% 3% 50,00%

- Soglia minima per anticipo contante presso ATM Area Extra-Euro

€ 5,16 € 2,50 € 5,16 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,52 € 0,00 n.d. € 0,00 € 0,00 € 0,52 € 0,00 € 4,00 53,85%

Rifornimento carburante € 0,77 € 0,00 € 0,77 € 0,77 n.d. n.d. € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,00 € 0,00 n.d. € 0,77 n.d. 70,00%Sostituzione o smarrimento € 10,33 € 0,00 € 15,49 € 15,49 € 4,95 n.d. € 10,33 n.d. € 0,00 € 0,00 € 20,00 € 9,50 € 22,00 € 10,00 33,33%Servizi Emergenza no no no no no no no no no no si no no no 85,71%

PRICING

COMMISSIONI

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130

CARTE CLASSIC AD OPZIONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 GOEstensione del credito si no no no si n.d. si no no si si si no no 7,69%Credito Extra si no no no si n.d. si no no no si no no no 50,00%Cash Advance si si si si si si si si si si si si si si 100,00%Balance Transfer si si no no si si si si n.d. si si si si no 53,85%Cash Back n.d. no no no no n.d. no no si no no no no no 83,33%Ricariche Telefoniche (direttamente da portale Titolari)

no no si no si n.d. no no no no no no n.d. 63,64%

Pagamenti Bollette (direttamente da portale Titolari)

no no si si si n.d. no si no no no no n.d. 27,27%

Salta rata n.d. si no no no n.d. si no no no no no no no 66,67%Programma Loyalty si no si si si n.d. si si si no no no si si 38,46%Estratto conto Online si si si si si si si si si si si si si si 100,00%Servizio SMS si n si si si si si si si si si no si si 84,62%Servizio Antifrode Online si si si si si si si n.d. si si si no n.d. si 83,33%Newsletter Online si si si si si si si si si si si si n.d. si 100,00%Servizi Dispositivi Online si no si no si si si si si si n.d. no 45,45%Area Riservata Online (Servizi informativi) si si si si si si si si si si si si si si 100,00%

CARTE CLASSIC AD OPZIONE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 GOPolizza Protection Insurance no si si n.d. n.d. no si n.d. si no si si n.d. si 60%Polizza Protection Value no n.d. no n.d. n.d. no no n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. no 100%MultiRischi si n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. si n.d. n.d. n.d. no n.d. si n.d. 100%

SERVIZI AGGIUNTIVI

SERVIZI DI ASSICURAZIONE

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131

CARTE REVOLVING 1 2 3 4 5 6 7 8Funzionalità Contact Less si no no no no no no no

Importi minimi rimborso5%

outstanding (min 50€)

3% del fido concesso

6% su outstanding

Balance (min 40€)

min 3% del fido

concesso

6% su outstanding

Balance (min 40€)

5% su outstanding

Balance (min 50€)

min 5% Limite di

affidamentomin 125 €

Limiti di utilizzomin € 500

max € 1.500

max € 2.500

max € 5.000

max € 6.000

max € 5.000 € 1.600

€ 2.500 - € 5.000

Addebito 10 mese successivo

20 mese successivo

n.d.5 mese

successivo

5 gg data estratto conto

15 mese successivo

10 gg data Estratto conto

utimo gg del mese

Circuito 2 2 2 1 1 2 1 1

CARATTERISTICHE GENERALI DI PRODOTTO

CARTE REVOLVING 1 2 3 4 5 6 7 8 GOQuota carta 1° anno € 15,49 € 0,00 € 15,00 € 15,00 € 0,00 € 24,00 € 0,00 € 0,00 25,00%Quota carta 2° anno € 15,49 € 0,00 € 15,00 € 0,00 € 20,00 € 24,00 € 10,00 € 0,00 25,00%Quota carta aggiuntiva € 15,49 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 87,50%Quota carta familiare € 15,49 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 87,50%Rebate canone si no no si no no no no 50%TAN 13,80% 15,50% 18,72% 17,76% 13,50% 0,00% 14,40% 9,50% 50,00%TAEG 16,13% 18,72% 19,68% 19,28% 17,12% 16,26% 16,76% 9,95% 50,00%

CARTE REVOLVING 1 2 3 4 5 6 7 8 GO

Commissioni in Valuta Estera n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 1,80%0,29% - 0,58%

-

Spese tenuta conto mensili € 0,00 € 1,25 € 1,03 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 25,00%Invio estratto conto cartaceo € 1,03 € 0,00 n.d. € 1,03 € 1,45 € 1,00 € 1,55 € 0,75 42,86%Invio estratto conto online € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 25,00%Copia estratto conti precedenti n.d. n.d. n.d. n.d. € 5,00 n.d. € 17,00 n.d. 100,00%Imposta di bollo (saldi > 77€) € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 0,00 n.d. 85,71%Anticipo contante presso ATM Italia 4,00% € 3,50 3,90% € 4,00 4,00% 4,00% 2,00% € 2,60 -- Soglia minima per anticipo contante presso ATM Italia

€ 0,52 € 0,00 € 2,60 € 0,00 € 2,58 € 0,00 € 2,50 € 0,00 25,00%

Anticipo contante presso ATM Area Extra-Euro € 5,16 € 3,50 n.d. € 4,00 1,50% 4,00% 2,00% € 2,60 -

- Soglia minima per anticipo contante presso ATM Area Extra-Euro

€ 5,16 € 0,00 n.d. € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 2,50 € 0,00 28,57%

Rifornimento carburante € 0,77 € 0,00 € 0,77 € 0,00 € 0,77 € 0,00 € 0,00 n.d. 57,14%Sostituzione o smarrimento € 10,33 n.d. n.d. n.d. € 0,00 € 0,00 € 22,00 € 10,00 40,00%

PRICING

COMMISSIONI

CARTE REVOLVING 1 2 3 4 5 6 7 8 GOExtended Credit si no si no no no no no 50,00%Extra Credit si no no no no no no no 75,00%Cash Advance si si si si si si si si 100,00%Balance Transfer si si si no no si no no 0,00%Cash Back no no no no no no no no 100,00%Ricariche Telefoniche (direttamente da Portale Titolari)

no no si no no no no no 75,00%

Pagamenti Bollette (direttamente da Portale Titolari)

no no si no no no no no 75,00%

Salta Rata no no si si no no no no 50,00%Programma Loyalty si no no no no si no no 50,00%Estratto Conto Online si si si si si si no si 75,00%Servizio SMS si si si si n.d. si no si 71,43%Servizio Antifrode Online si si si si n.d. si no n.d. 66,67%Newsletter Online si si si si n.d. si no n.d. 66,67%Servizi Dispositivi Online no no si si n.d. no no n.d. 33,33%Area Riservata Online (Servizi infornmativi) n.d. si si no si si no n.d. 33,33%

CARTE REVOLVING 1 2 3 4 5 6 7 8 GOPolizza Protection Insurance si si si si si no no n.d. 42,86%Polizza Protection Value no si si si si no no n.d. 0,00%MultiRischi si n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. -

SERVIZI AGGIUNTIVI

SERVIZI DI ASSICURAZIONE

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132

CARTA BUSINESS 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

Limite di utilizzoMin € 1.300

Min € 1.300

max € 10.000

n.d.min. €1.300

max. €10.000

no limit no limit n.d.

min. €500 max.

€15.500 ind max.

€5.900 az.

Min € 1.500

Min € 1.300

Min € 1.000

Min € 1.600

Min € 1.550

Min € 4.200

Min € 1.000

Data di addebito 15 mese

succ. 15 mese

succ. 15 mese

succ. 1 mese succ.

15 mese succ.

18 mese succ.

15 mese succ.

10 mese succ.

n.d.Max 28

mese succ.1 mese succ.

10 mese succ.

10 mese succ.

10 mese succ.

10 mese succ.

15 mese succ.

Circuito 2 2 2 1 2 1 1 2 2 1 2 2 1 1 1 1

CARATTERISTICHE GENERALI DI PRODOTTO

CARTA BUSINESS 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 GOQuota carta € 52,00 € 50,00 € 50,00 € 30,00 € 40,00 € 62,00 € 61,00 n.d. € 51,65 € 100,00 € 51,65 € 50,00 € 30,99 € 52,00 € 20,00 € 41,00 46,67%Quota carta aggiuntiva (stesso tit) € 26,00 € 35,00 € 35,00 n.d. n.d. € 0,00 € 61,00 n.d. n.d. n.d. € 51,65 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 33,33%Quota carta ulteriore Dip (stesso tit) € 52,00 € 50,00 € 35,00 € 30,00 n.d. € 36,00 € 61,00 n.d. n.d. n.d. € 51,65 € 50,00 € 30,99 € 52,00 € 20,00 n.d. 45,45%Rebate Canone no no si si no no no si si si si no no no si si 0TAN 1,50% n.d. n.d. 13% 9,60% n.d. n.d. 13% n.d. n.d. n.d. n.d. 15,91% n.d. 14,40% n.d. 33,33%TAEG 18,00% n.d. n.d. 15,74% 10,01% n.d. n.d. 13,80% n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 16,30% n.d. 40,00%

CARTA BUSINESS 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 GO

Commissioni in Valuta Estera 2,00% 2,00% 1,75% € 1,75 € 1,50 2,00% 1,5% + circ. 0,5% - 1% 1,75% 1,75% 1% + circ.1,50% +

circ.n.d. 2% + circ.

1,75% + circ.

1,70%

Estratto conto cartaceo € 1,03 € 1,03 € 1,00 € 1,00 € 1,00 € 0,00 € 1,29 € 0,00 € 1,00 € 2,05 € 0,70 € 1,50 € 1,00 € 0,71 € 1,03 € 1,00 56,25%Estratto conto online € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 n.d. € 0,21 no n.d. 92,31%Copia Estratto conti precedenti € 0,00 € 0,00 € 5,00 € 5,00 € 0,00 € 4,00 € 0,00 € 2,50 € 1,00 € 12,91 € 2,58 € 1,00 n.d. n.d. € 0,00 € 5,00 14,29%Imposta di bollo (e/c > 77€) € 1,81 € 1,81 € 0 € 0 € 0 € 1,81 € 1,81 € 0 € 1,81 € 1,81 € 0,00 € 1,81 € 0,00 € 1,81 € 0,00 n.d. 53,33%Anticipo contante 4,00% 4,00% 4,00% 4,00% 3,00% 3,50% 4,00% 4,00% 4,00% 4,00% 3,00% 3,00% 4,00% 4,00% 4,00% 4,00% 75,00%Rifornimento carburante € 0,77 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,77 € 0,77 € 0,00 € 0,77 € 0,77 € 0,70 € 0,00 € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,77 62,50%Sostituzione Carta o smarrimento € 0,00 € 0,00 € 10,00 € 10,00 € 10,00 € 0,00 € 6,20 € 15,00 € 0,00 n.d. € 0,00 n.d. € 22,00 € 15,49 € 15,49 € 0,00 14,29%Servizi di emergenza € 0,00 € 0,00 € 25,00 € 25,00 € 0,00 € 0,00 n.d. € 0,00 n.d. n.d. € 0,00 € 0,00 € 0,00 n.d. n.d. € 0,00 81,82%

PRICING

COMMISIONI

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133

CARTA BUSINESS 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 GOCall Center - assistenza PAY PAY VERDE VERDE VERDE PAY VERDE VERDE VERDE VERDE n.d VERDE PAY n.d. n.d VERDE 38,46%Call Center - blocchi/emergenza VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE PAY VERDE VERDE VERDE VERDE n.d VERDE VERDE n.d. VERDE VERDE 85,71%Servizi emergenza (carta sostitutiva) si si si si si si si si n.d. si n.d. si si n.d. n.d si 100,00%Servizi emergenza (cash emergenza) si si si si si si si si n.d. no n.d. si si n.d. n.d si 83,33%Servizi sicurezza (sms/email/chip) si si si si si no si si si si si si si si si n.d 86,67%Servizio antifrode online 3D Secure si si si si no no no n.d. si si n.d. si si n.d. n.d si 50,00%Newsletter si si n.d. n.d. no si n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d n.d 50,00%Servizi Dispositivi/Informativi Online si si si si si n.d. n.d. si n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d n.d 100,00%Servizi Dispositivi/Informativi SMS si si si si si n.d. n.d. n.d. si si n.d. si si si n.d n.d 100,00%Agenzia Viaggi si si no no no si n.d. n.d. no no n.d. n.d. n.d. n.d. n.d n.d 25,00%Programma Loyalty si si no no si si si n.d. no no n.d. n.d. n.d. n.d. n.d n.d 11,11%

CARTA BUSINESS 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 GOInfortuni viaggio si si si si si si si n.d. si si si si si si si si 100,00%Cancellazione / ritardo volo si si si si si si si n.d. no no no si si no si si 42,86%Bagaglio si si si si si si si si no no si si si si si si 73,33%Furto beni si si si si si no no n.d. si si si si si si si si 71,43%Garanzia acquisti no no no no si no no n.d. no no no no no si si no 60,00%Acquisto protetto si si no no si no no n.d. no si no si si no si si 7,69%Patente protetta /assistenza auto si si no no si no no n.d. no si no no no no si no 33,33%Liability Waiver no no si si si no no n.d. no no no no si no si no 33,33%Uso indebito SIM Aziendale no no no no si no no n.d. no no no no no no si no 73,33%Soccorso stradale no no no no no no no n.d. no no no no no no si no 86,67%RC nell'abitazione e pratica sportiva no no no no no no no n.d. no no si no no no si no 85,71%

SERVIZI AGGIUNTIVI

ASSICURAZIONI

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134

CARTA BUSINESS - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7

Limite di utilizzomin. € 5.200 € 1.300

min. € 25.000

min. € 30.000

max € 10.400

no limit no limit

Data di addebito15 mese

succ.15 mese

succ. 15 mese

succ.15 mese

succ.10 mese

succ.18 mese

succ.18 mese

succ.Circuito 2 2 1 2 1 1 1

CARATTERISTICHE GENERALI DI PRODOTTO

CARTA BUSINESS - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7 GO

Quota carta € 130,00 € 70,00 € 300,00 € 100,00 € 40,00 € 140,00 € 550,00 28,57%Quota carta aggiuntiva (stesso tit) € 26,00 € 55,00 n.d. € 75,00 n.d. n.d. n.d. 66,67%Quota carta ulteriore Dip. (altro tit) € 130,00 € 70,00 € 300,00 € 75,00 € 40,00 € 83,00 € 0,00 28,57%Rebate per Azzeramento Canone n.d n.d n.d si si n.d. n.d. 100%TAN 1,50% n.d n.d n.d 14,40% n.d. n.d. -TAEG 18,00% n.d n.d n.d 15,47% n.d. n.d. -

CARTA BUSINESS - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7 GO

Commissioni in Valuta Estera 2,00% 2,00% 2,00% 1,75%1,75% +

circ.2,00% 2,00% 66,67%

Estratto conto cartaceo € 1,03 € 1,03 € 1,03 € 1,00 € 1,03 € 0,00 € 0,00 71,43%Estratto conto online € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 no € 0,00 € 0,00 100,00%Copia Estratto conti precedenti € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 5,00 € 0,00 € 4,00 € 4,00 57,14%Imposta di bollo (e/c > 77€) € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 0,00 € 0,00 € 1,81 € 1,81 71,43%Anticipo contante 4,00% 4,00% 4,00% 4,00% 4,00% 3,50% 3,50% 71,43%Rifornimento carburante € 0,77 € 0,00 € 0,77 € 0,00 € 0,77 € 0,77 € 0,77 71,43%Sostituzione Carta e smarrimento € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 10,00 € 15,49 € 0,00 € 0,00 71,43%Servizi di emergenza € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 25,00 n.d. € 0,00 € 0,00 83,33%

PRICING

COMMISSIONI

CARTA BUSINESS - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7 GO

Call Center - assistenza PAY PAY VERDE VERDE n.d. PAY PAY 33,33%Call Center - blocchi/emergenza VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE PAY PAY 42,86%Servizi emergenza (carta sostituitiva) si si si si n.d. si si 100,00%Servizi emergenza (cash emergenza) si si si si n.d. si si 100,00%Servizi sicurezza (sms/email/chip) si si si si si no no 42,86%Servizio antifrode online 3D Secure si si si si n.d. no no 33,33%Newsletter si si si n.d. n.d. si si 100,00%Servizi Dispositivi/Informativi online si si si si n.d. si si 100,00%Servizi Dispositivi/Informativi SMS si si si si n.d. n.d. n.d. 100,00%Agenzia Viaggi / Lifestyle si si si no n.d. si si 66,67%Priority Pass no no si no n.d. n.d. n.d. 50,00%Programma Loyalty si si no no n.d. si si 33,33%

CARTA BUSINESS - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7 GO

Infortuni viaggio si si si si si si si 100,00%Cancellazione / ritardo volo si si si si si si si 100,00%Bagaglio si si si si si si si 100,00%Furto beni si si si si si no si 71,43%Garanzia Acquisti no no no no si no no 71,43%Acquisto protetto si si si no si no si 42,86%Patente protetta / assistenza auto si si si no si no no 14,29%Liability Waver no no si si si no no 14,29%Soccorso stradale si si si no si no no 14,29%RC nell'abitazione e pratica sportiva no no no no si no no 71,43%

SERVIZI AGGIUNTIVI

ASSICURAZIONI

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135

CARTA CORPORATE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15

Limite di utilizzo € 2.600 € 2.600 € 1.600 € 7.800 no limit n.d. n.d. € 50.000min. € 1.000

n.d. n.d. min € 1.000 € 2.600 min € 1.550max. € 4.200

Data di Addebito30 mese

succ. 30 mese

succ.

10 (az) 35 (ind) mese

succ.

10 (az) 35 (ind) mese

succ.

30 mese succ.

10 mese succ.

dopo rimborso

spese azienda

28 mese succ.

30 mese succ.

10 mese succ.

15 mese succ.

30 mese succ.

30 mese succ.

10 mese succ.

10 mese succ.

Circuito 2 2 2 1 1 1 1 2 2 2 2 2 2 1 1

CARATTERISTICHE GENERALI DI PRODOTTO

CARTA CORPORATE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 GOQuota carta € 62,00 € 50,00 € 30,99 € 103,29 € 60,00 € 60,00 € 36,00 € 48,00 € 61,97 € 77,00 € 100,00 € 50,00 € 55,00 € 52,00 € 20,00 40,00%Quota carta aggiuntiva (stesso tit) € 25,82 € 50,00 € 30,99 € 103,29 € 60,00 € 36,00 € 40,00 € 48,00 € 61,97 € 57,00 n.d. € 50,00 n.d. € 52,00 € 20,00 30,77%Quota carta ulteriore Dip (altro tit) € 62,00 € 50,00 € 30,99 € 103,29 € 60,00 € 36,00 € 40,00 € 48,00 € 61,97 € 57,00 n.d. € 50,00 n.d. € 52,00 € 20,00 30,77%Rebate per Azzeramento Canone no no no no no si no no no no no no no no si 73,33%TAN n.d. n.d. 15,91% 15,91% n.d. n.d. n.d. 9,50% n.d. 13% n.d. n.d. n.d. n.d. 14,40% -TAEG n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 9,95% n.d. 13,80% n.d. n.d. n.d. n.d. 16,30% -

CARTA CORPORATE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 GO

Commissioni in Valuta Estera 2,00% 2,00% 1,75% 1,75% 2% 1,50% 1,50% 1% + circ. 1,75% 1% 1,75%1,50% +

circ.1,50% 2% + circ.

1,75% + circ.

-

Estratto conto cartaceo € 1,03 € 1,03 € 1,26 € 1,26 n.d. € 1,29 € 1,29 € 0,70 € 1,00 € 0,00 € 2,05 € 1,50 € 1,00 € 0,71 € 1,03 35,71%Estratto conto online € 0,00 € 0,00 € 1,00 € 1,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,50 € 0,00 € 0,00 € 0,21 no 71,43%Copia Estratto conti precedenti € 0,00 € 0,00 € 2,00 € 2,00 € 4,00 € 0,00 € 0,00 € 2,50 € 1,00 € 2,50 € 12,91 € 1,00 € 0,00 n.d. € 0,00 14,29%Imposta di bollo (e/c > 77€) € 1,81 € 1,81 € 0,00 € 0,00 € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 0,00 € 1,50 € 0,00 € 1,81 € 1,81 € 0,00 € 1,81 € 0,00 53,33%Anticipo contante 4,00% 4,00% 4,00% 4,00% 3,90% 4,00% 4,00% 3,00% 4,00% 4,00% 9% 3,00% 3,00% 4,00% 4,00% 73,33%Rifornimento carburante € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,00 € 0,77 € 0,00 € 0,77 € 0,00 € 0,00 € 0,77 € 0,77 73,33%Sostituzione Carta o smarrimento € 0,00 € 0,00 € 22,00 € 22,00 € 0,00 € 6,20 € 6,20 € 0,00 € 0,00 € 15,00 € 30,00 € 0,00 € 10,00 € 15,49 € 15,49 13,33%Servizi di emergenza € 0,00 € 0,00 n.d. n.d. € 0,00 n.d. n.d. € 0,00 n.d. € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,00 n.d. n.d. 100,00%

COMMISSIONI

PRICING

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136

CARTA CORPORATE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 GOCall Center - assistenza PAY PAY VERDE VERDE PAY VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE n.d. n.d. 53,85%Call Center - blocchi / emergenza VERDE VERDE VERDE VERDE PAY VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE VERDE n.d. VERDE 85,71%Servizi emergenza (carta sostitutiva) si si si si si no no si n.d. si n.d. si si n.d. n.d. 63,64%Servizi emergenza (cash emergenza) si si si si no si si si n.d. si n.d. si si n.d. n.d. 81,82%Servizi sicurezza (sms/email/chip) si si si si si si si si si si si si si si si 100,00%Servizio antifrode online 3D Secure si si n.d. n.d. no no no si si si si si si n.d. n.d. 45,45%Servizi Dispositivi/ Informativi Online si si n.d. n.d. n.d. n.d. si si n.d. si n.d. n.d. si n.d. n.d. 100,00%Servizi Dispositivi/ Informativi SMS si si n.d. n.d. n.d. n.d. si si si si n.d. si si n.d. n.d. 100,00%Programma Loyalty no si si si si no si n.d. n.d. no n.d. n.d. no si n.d. 20,00%

CARTA CORPORATE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 GOInfortuni viaggio si si si si si si si no si n.d. si si no si si 71,43%Cancellazione /ritardo volo si si no no si si si si no n.d. no si si n.d. si 33,33%Bagaglio si si si si si si si si no si no si si si si 71,43%Furto beni si si si si no no no si si n.d. si si no si si 38,46%Garanzia acquisti no no si si no no no no no n.d. no no no si si 42,86%Acquisto protetto no no no no no no no si no n.d. si si si n.d. si 33,33%Patente protetta / Assistenza auto si si no no no no no no no n.d. si no si n.d. si 23,08%Liability Waver si si si si no no no si no n.d. no si si n.d. si 16,67%Soccorso Stradale si si no no no no no no no n.d. no no no n.d. si 53,85%RC nell'abitazione e pratica sportiva no no no no no no no no no n.d. no no no n.d. si 84,62%

ASSICURAZIONI

SERVIZI AGGIUNTIVI

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CARTA CORPORATE - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7 8

Limite di utilizzo € 5.200 € 2.600min. € 25.000

€ 5.200 no limitda € 1.000 a

€ 25.900n.d.

max € 10.400

Data di addebito30 mese

successivo 30 mese

successivo 30 mese

successivo

10 az. 30 ind. mese

succ.

30 mese successivo

30 mese successivo

30 mese successivo

10 mese successivo

Circuito 2 2 2 2 1 2 2 1

CARATTERISTICHE GENERALI DI PRODOTTO

CARTA CORPORATE - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7 8 GO

Quota Carta € 62,00 € 50,00 € 300,00 € 103,29 € 140,00 € 103,29 € 85,00 € 40,00 37,50%Quota Carta Aggiuntiva (stesso tit.) € 25,82 € 50,00 € 300,00 € 103,29 € 140,00 € 103,29 € 85,00 € 40,00 37,50%Quota Carta Ulteriore Dip. (altro tit.) € 62,00 € 50,00 € 300,00 € 103,29 € 140,00 € 103,29 € 85,00 € 40,00 37,50%Rebate per Azzeramento Canone no no n.d. no no no no si 71%TAN n.d. n.d. n.d. 14,40% n.d. n.d. n.d. 14,40% -TAEG n.d. n.d. n.d. 15,99% n.d. n.d. n.d. 15,57% -

CARTA CORPORATE - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7 8 GO

Commissioni in Valuta Estera 2,00% 2,00% 2,00% n.d. 2,00% € 1,75% 1,50%€ 1,75% +

circ.80,00%

Estratto Conto cartaceo € 1,03 € 1,03 € 1,03 1,22 € 0,00 € 1,00 € 1,00 € 1,03 62,50%Estratto Conto online € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 0,52 € 0,00 € 0,00 € 0,00 no 85,71%Copia Estratti conti precedenti € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 2,00 € 3,33 € 1,00 € 0,00 € 0,00 62,50%Imposta di bollo (e/c > 77€) € 1,81 € 1,81 € 1,81 € 0,00 € 1,81 € 1,51 € 0,00 € 0,00 62,50%Anticipo contante 4,00% 4,00% 4,00% 4,00% 3,90% 4,00% 3,00% 4,00% 75,00%Rifornimento carburante € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,77 € 0,00 € 0,77 75,00%Sostituzione Carta o smarrimento € 0,00 € 0,00 € 0,00 € 22,00 € 0,00 € 0,00 € 10,00 € 15,49 62,50%Servizi di emergenza € 0,00 € 0,00 € 0,00 n.d. € 0,00 n.d. € 0,00 n.d. 100,00%

COMMISSIONI

PRICING

CARTA CORPORATE - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7 8 GO

Call Center - assistenza PAY PAY VERDE PAY PAY VERDE VERDE n.d. 14,29%Call Center - blocchi / emergenza VERDE VERDE VERDE VERDE PAY VERDE VERDE VERDE 75,00%Servizi emergenza (carta sostituitiva) si si si si si n.d. si n.d. 100,00%Servizi emergenza (cash emergenza) si si si si no n.d. si n.d. 66,67%Servizi sicurezza (sms/email/chip) si si si si si si si si 100,00%Servizio antifrode online 3D Secure si si si n.d. no si si n.d. 66,67%Newsletter si si si n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. 100,00%Servizi Dispositivi /Informativi Online si si si n.d. n.d. n.d. si n.d. 100,00%Servizi Dispositivi /Informativi Sms si si si n.d. n.d. si si n.d. 100,00%Agenzia Viaggi / Lifestyle n.d. n.d. si n.d. n.d. no no n.d. 33,33%Priority Pass n.d. n.d. si n.d. n.d. no no n.d. 33,33%Programma Loyalty no si no si si no no n.d. 14,29%Partner no si si si si no no n.d. 14,29%

CARTA CORPORATE - ORO BLACK E PLATINO

1 2 3 4 5 6 7 8 GO

Infortuni Viaggio si si si si si si no si 75,00%Cancellazione / Ritardo volo si si si n.d. si no si si 71,43%Bagaglio si si si si si si si si 100,00%Furto beni si si si si no si no si 50,00%Garanzia acquisti no no no si no no no si 50,00%Acquisto protetto no no si no no no si si 25,00%Patente protetta / Assistenza auto si si si no no no si si 25,00%Liability Waver si si si si no no n.d. n.d. 33,33%Soccorso stradale si si si n.d. no no no si 14,29%RC nell'abitazione e pratica sportiva no no no n.d. no no no si 71,43%

ASSICURAZIONI

SERVIZI AGGIUNTIVI

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