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Il diabete mellito
Dr.ssa Daniela CannistraroU.O. Medicina Interna
P.O. Cecina
prevalenza mondiale del DM
22
incidenza del DM negli Stati Uniti
33
incidenza del DM in Olanda durante la II guerra mondiale
44
55
I numeri del diabete in Italia
Prevalenza: 3-3,5 milioni (5%)Previsioni per il 2025: oltre 5 milioni (8,5%)Nuovi casi/ anno: oltre 100,000
Al numero con pazienti con diabete va aggiunto una quota pari al 30-35 % che ne è affetta senza saperlo
00
5050
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19901990 19951995 20002000 20052005 20102010 20152015 20202020 20252025 20302030
OMSAumento epidemico di diabete e obesità nel mondo
Mili
oni d
i paz
ient
iM
ilion
i di p
azie
nti
annoanno
Prevalenza stimataPrevalenza stimata
“DIABESITA’ ” USA 2002 : $250.000 AL MINUTOSPESA SANITARIA/CAPITA USA: SANO $ 2.5 DIABETICO $ 13
Definizione
Gruppo di malattie metaboliche caratterizzate da iperglicemia secondaria ad un
deficit della secrezione o dell’azione dell’insulina o di entrambe.
Diabete mellito tipo 1 (5-10%)
ImmunomediatoIdiopatico
Diabete mellito tipo 2 (90-95%)
Altri tipi di diabete
Diabete gestazionale
ClassiClassificazione eziologica del diabete mellito (WHO 2006, ADA 2014)
Diabete mellito tipo 1- è causato da distruzione beta-cellulare, su base autoimmune o idiopatica, ed è caratterizzato da una carenza assoluta di insulina*Variante LADA
Diabete mellito tipo 2 - è causato da un deficit parziale di secrezione insulinica che il genere progredisce nel tempo ma non porta mai ad una carenza assoluta di ormone e che si instaura spesso su una condizione, più o meno severa, di insulinorestenza
Altri tipi di diabeteDifetti genetici della cellula beta Indotto da farmaci o sostanze tossicheDifetti genetici dell’azione insulinica InfezioniMalattie del pancreas esocrino Forme rare di diabete immunomediato Endocrinopatie S. genetiche rare associate al diabete
Classificazione eziologica del diabete mellito (WHO 2006, ADA 2014)
LADA(Latent Autoimmune Diabetes in Adult)
Forma autoimmune di diabete (Ab pancreatici positivi) che compare nell'adulto con decorso lento.
Caratteristiche clinicheEtà<50 anniAnamnesi positiva per DM1 e altre malattie autoimmuniInadeguato compenso glicemico con ipoglicemizzanti orali dopo 6-12 mesi dalla diagnosiEvoluzione lenta verso l'insulinoterapiaConferma diagnostica: positività anticorpi pancreatici (Anti-GAD)
MODY ( Maturity-Onset Diabetes of the young)
È una forma monogenica di diabete relativamente rara (1-2% di casi di diabete)È caratterizzata da trasmissione autosomica dominanteAttualmente sono descritti una decina di difetti genetici diversi che conducono ad una
alterazione funzionale della cellula beta
I criteri clinic per la identificazione del MODY sono i seguenti:Età d’insorgenza <25 anniControllo metabolico mantenuto senza insulina per oltre 2 anniEreditarietà autosomica dominate ( almeno tre generazioni affette da diabete nel pedigree
familiare)Assenza di autoimmunità
Qualsiasi grado di intolleranza al glucosio con insorgenza o primo riconoscimento in corso di gravidanza.7%di tutte le gravidanze (200.000 casi /anno)
Diagnosi: Le donne almeno un fattore di rischio devono eseguire un OGTT con 75 g di glucosio alla 24-28 settimana di gestazione Per alcune categorie ad elevato rischio, l’OGTT viene eseguito tra la 16-18 settimana di gestazione e ripetuto tra la 24-28 settimana di gestazione se negativo
Diabete gestazionale
Fattori di Rischio: Alto fattore di rischio OGTT ( 75 gr glucosio)
Familiarità positiva per parenti di primo gradoPregresso GDMMacrosomia fetale in gravidanze precedentiSovrappeso obesità (BMI > 25)Età > 25 anniEtnie ad elvato rischio ( Asia meridionale, medio Oriente, caraibi)
Glicemia a digiuno 100-125 mg/dl Pregresso GDMMacrosomia nella gravidanza precedente
Glicemia
Basale 92 mg/dl60 min 180 mg/dl120 min 153 mg/dl
Tipo 1 Tipo 2
Prevalenza Circa 0.3% Circa 5%
Sintomatologia Sempre presenteSpeso eclatante e ad inizo brusco
Spesso modesta o assente
Tendenza alla chetosi Presente Assente
Peso Generalmente normale Generalmente in eccesso
Età all’esordio < 30 anni > 40 anni
Comparsa di complicanze croniche
Non prima di alcuni anni dopo la diagnosi
Spesso presente al momento della diagnosi
Insulina circolante Ridotta o assente Normale o aumentata
Autoimmunità Presente Assente
Terapia Insulina Dieta, farmaci orali, analoghi GLP-1, insulina
Caratteristiche cliniche differenziali del diabete mellito tipo 1 e tipo 2
SUSCETTIBILITÀGENETICA
Fattori ambientali autoimmunità
FATTORI AMBIENTALI
autoimmunità
suscettibilità genetica
AUTOIMMUNITA’
suscettibilità genetica
Fattori ambientali
DIABETE DI TIPO 1
Infanzia Adolescenza
Età adulta
Interazione tra i fattori patogenetici
Incidenza totale su 100,000 della popolazionecon eta < 15 anni
0 10 20 30 40
Finland
Sweden
Denmark
Norway
North Dakota, USA
United Kingdom
Australia (west)
Netherlands
Madrid,Spain
San Diego, USA
Athens, Greece
New Zealand
France
Austria
Germany
Moscow, Russia
Israel
Hokkaido, Japan
Korea
Karvonen M et al.A review of the recent epidemiological data on the worldwide incidence ofType 1 (insulin dependent diabetes mellitus) Diabetologia, 36 157 – 77 1993
Diabete tipo 1ad esordio max infantogiovanile (0-30 anni) magro
tt
Numero di beta-cellule
50%
25%
75%
Scatenanti?
T1D
Markers immuni +
FPIR
OGTT +
Tempo0
Scatenanti ?
Scatenanti ?
GENI (suscet. ereditaria)
Classificazione del diabete:Tipo 1
• Insorgenza acuta
• Totale mancanza di produzione endogena di insulina• Terapia insulinica obbligatoria
• L’insulina è necessaria per prevenire una rapida e severa disidratazione ,catabolismo e chetoacidosi• Conosciuto anche come « diabete ad insorgenza giovanile»
• Esordio infantile-adolescenziale, ma possibile ad ogni età
• 50% dei pazienti vengono neodiagnosticati prima dell’eta di 35 anni
• Normopeso o sotto peso
• Ritardo nella diagnosi puo’ essere fatale
Diabete mellito tipo 1
Risultato di interazioni tra fattori genetici, ambientali e immunologici che conducono alla distruzione delle beta-cellule pancreatiche e al deficit di insulina
La maggior parte, ma non tutti, i pazienti hanno evidenza di autoimmunità direttacontro le isole pancreatiche“insulite” linfocitariaislet cell autoantibodies (ICAs)anti-GAD (glutamic acid decarboxylase)anti-insulinanti-IA/ICA-512, anti-ZnT-8
HLA di rischio DR3/DR4
Jama,289,1785,2003
Diabete MellitoTipo 2
Diabete mellito tipo 2
• Deficit parziale della secrezione insulinica che generalmente progredisce nel tempo ma non scompare mai del tutto
• Importante predisposizione genetica
• Sebbene il difetto primario sia controverso, la maggior parte degli studi indica che la resistenza all’insulina precede il difetto secretorio
• ll diabete però si instaura quando la secrezione insulinica diviene inadeguata
2121
Fattori di rischio nel diabete mellito tipo 2
• storia familiare di DM, razza/etnia• storia di diabete gestazionale o bambini > 4 kg alla nascita• obesità e sovrappeso (BMI > 25 kg/m2)• inattività fisica• ipertensione• dislipidemia• sindrome dell’ovaio policistico• storia di malattia cardiovascolare
2222
Diabete MellitoTipo 2
Conosciuto anche come «ad insorgenza senile »
Età dell’insorgenza >40 anni
Insorgenza non acuta
Colpisce circa il 2% – 10% della popolazione mondiale ,con un aumento di prevalenza in Asia
La diagnosi spesso avviene dopo 5 – 7 anni dopo l’insorgenza della malattia
Non insulino dipendente,se non dopo il fallimento secondario della terapia orale
meccanismi di insulinoresistenza nel muscolo e nel fegato
2424
Produzione fisiologica di insulina nel corpo umano
Tempo
Insulinemia
II Fase
nuova produzione insulinica
I Fase Rilascio di insulina
Insulina Totale
Pasto
Modello di secrezione insulinica nel Diabete di Tipo 2
120
100
80
60
40
20
0-30 1206030 900
insu
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(µU
/ml)
Time (min)Infusione di insulina
Normal
Type 2
Nel Tipo 2 l’insulina basaleè spesso elevata.L’infusione di glucosio nei soggetti normali causa un aumento rapido ma a breve termine di insulinaNel Tipo 2 tale rispostaè assente ,mentre si manifesta una risposta insulinemicapiu prolungata
Criteri diagnostici di diabete
Criteri diagnostici
In presenza di sintomi tipici della malattia (poliuria, polidipsia e calo ponderale), la diagnosi è posta con il riscontro, anche in una sola occasione di
Glicemia casuale ≥ 200 mg/dl ( indipendendentemente dall'assunzione di cibo)
In assenza di sintomi tipici della malattia, la diagnosi deve essere posta con il riscontro, confermato in almeno due diverse occasioni di:
Glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl confermato in almeno due diverse occasioni ( per digiuno si intende almeno 8 ore di astensione dal cibo)
Glicemia ≥ 200 mg/dl dopo carico orale di glucosio (eseguito con 75 gr di CHO)
HbA1c ≥48 mmol/mol ( dosaggio standardizzato e tenga conto dei fattori che possono interferire con il dosaggio
(Livello di Forza III,Forza della raccomandazione A)
AMD- Standard Italiani per la cura del diabete mellito 2014
A fini diagnostici e di screening, la misurazione della glicemia deve essere effettuata su plasma venoso in laboratorio e massima cura nell'appropriata manipolazione del campione
L'uso del glucometro è sconsigliato in quanto genera misurazioni non standardizzabiii
(livello di Forza III,Forza della raccomandazione A)
AMD- Standard Italiani per la cura del diabete mellito 2014
Per formulare la diagnosi di diabete NON sono UTILI:
• Glicemia post prandiale
• Insulinemia basale o durante OGTT
• C-peptide
• Autoanticorpi
(livello di Forza III,Forza della raccomandazione A)
AMD- Standard Italiani per la cura del diabete mellito 2014
Oltre al diabete sono conosciuti altri stati di disglicemia. I seguenti valori identificano soggetti rischio di diabete e di malattia cardiovascolare. Per definire queste condizioni deve tuttavia essere evitato il il termine di pre-diabete
Alterata glicemia a digiuno o IFG (impaired fasting glucos): : Glicemia a digiuno 100-125 mg/dl
Ridotta tolleranza al glucosio o IGT ( impaired glucose tollerance): glicemia 2 ore dopo il carico orale di glucosio 140-199 mg/dl
HbA1c 42-48 mmom/mol ( 6%-6.49%)
Nota bene:OMS e WHO (Word Health organization) indica per la diagnosi di IFG valori di glicemia 110-125 mg/dl e non ha
ratificato l’uso della HbA1c per la definizione degli stato di disglicemia non diagnostici per il diabete.
Nei soggetti che questi stati di disglicemia vanno ricercati fattori di rischio per il diabete (obesità, familiarità, ..) e cardiovascolare ( dislipidemia, ipertensione, ecc..)
(Livello di Forza III,Forza della raccomandazione A)
AMD- Standard Italiani per la cura del diabete mellito 2014
DIAGNOSI
Nei soggetti che presentano stati di disglicemia deve essere ricercata la presenza di altri fattori di rischio del diabete come obesità, familiarità per diabete ecc... al fine dii programmare un intervento per ridurre il rischio della malattia.
In tali pazienti è importante valutare anche il rischio cardiovascolare globale e instaurare opportuni provvedimenti terapeutici.
(livello di Forza IV,Forza della raccomandazione b)
AMD- Standard Italiani per la cura del diabete mellito 2014
Quali sono i sintomi del diabete mellito
Poliuria
Polidipsia
Polifagia
Perdita di peso
Astenia muscolare
Disturbi visivi
Prurito per infezioni genitali
Emoglobina glicata
,
Il Glucosio
Il glucosio non è presente come tale all’interno delle cellule ma viene rapidamente metabolizzato
Il principali destini metabolici del glucosio sono rappresentati da
Accumulo sotto forma di glicogeno (glicogenosintesi)Demolizione anaerobica (glicolisi anaerobica) fino a piruvato e lattatoL’ulteriore demolizione aerobica nel ciclo di KrebsLa trasformazione in acidi grassi (lipogenesi) e la sintesi di trigliceridiL’ossidazione di una piccola quota attraverso la via dei pentosi
Glucosio
Glucosio 6P Via dei pentosiGlicogeno
Trioso P
Piruvato
Glicerolo 3P
Acetil CoA
Ac. grassiTrigliceridi
Lattato
Cliclodi KrebsCO2
+H2OATP
Glicogeno sintetasi
Glucochinasi-esochinasi
Glicolisi
Altre vie metaboliche del glucosio
Ciclo dei pentosiCiclo dei polioliGlicazione delle proteineGlicosilazione delle proteine
CICLO DEI PENTOSI
Glucosio
G6P
6 Fosfogluconato
G6P deidrogenasi
PENTOSI•Ribulosio•Ribosio•Xilulosio
I pentosi sono necessari per la sintesi di acidi nucleiciper la formazione di cofattori riducenti (NADPH) utili per la sintesi di acidi grassi e steroidi
Ciclo dei Polioli
Glucosio
Sorbitolo
Aldoso reduttasi
Il sorbitolo attraversa con difficoltàla membrana cellulare e tende ad Accumularsi nella cellula
Fruttosio
Sorbitolodeidrogenasi
L’accumumulo intracellulare diSorbitolo danneggia la cellulaattraverso un meccanismo di inibizione pompa Na/K –ATPasilegato ad una ridotta captazione di mioinositolo
Il mioinositolo è un precursoredei fosfolipidi di membrana, importanti nelle cellule di Schwann
La Glicazione e la Glicosilazione delle proteine
GLICAZIONE• Si intende la formazione, con
meccanismo non enzimatico, di un legame covalente tra il gruppo carbonilico del glucosio e gli aminogruppi delle molecole proteiche
GLICOSILAZIONE• Si intende la formazione, di un
legame, con meccanismo enzimatico, tra le molecole di esosi e i gruppi idrossilici delle proteine
Glicazione proteica
L’esaltazione del processo di glicazione, legato all’iperglicemia, ha generalmente un effetto negativo sulla funzione delle proteine in quanto comporta un’alterazione nella configurazione e nelle cariche elettriche di superficie.
L’emoglobina è stata una delle prime proteine di cui si è riportata un processo di glicazione a glicoemoglobina (HbA1c)
La glicazione proteica si svolge in più stadi, con la formazione in un primo momento del “prodotto di Amadori ” e successivamente di prodotti finale di “glicazione avanzata”.
La Reazione Di Amadori procede attraverso la formazione di una base di Schif che va incontro spontaneamente ad un riarrangiamento interno (riarrangiamento Amadori) Si la formazione di un legame covalente stabile che porta il passaggio da un chetoso ad un aldoso
Quindi che cosa è l’emoglobina glicosilata?
1. L’emoglobina è una proteina di cui sono pieni i globuli rossie che serve per trasportare l’ossigeno nell’organismo
2. Quando il glucosio presente nel sangue si lega all’emoglobinadentro ai globuli rossi forma l’emoglobina glicosilata
Quanto più alte sono le concentrazioni degli zuccherinel sangue tanto piùil glucosio si legheràai globuli rossie di conseguenza aumenteràla quota di emoglobinaglicosilata (‘zuccherata’)presente in circolo
Cos’è l’emoglobina glicosilata?
Un valore elevato di emoglobina glicata è indice di uno scadente compenso glicemico ( >64 mmol/ mol - 8%)
Un basso valore di emoglobina glicata è indicedi un buon compenso del diabete (< 53 mmol/mol - 7%)
La scoperta dell’insulina nel 1921da Banting e Best ha dato inizio all’era moderna della terapia del diabete
L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule Beta delle isole di Langherans del pancreas ed agisce legandosi ad una molecola recettoriale localizzata sulla membrana plasmatica dei suoi tessuti bersaglio
Regola l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule dell’organismo
L’azione metabolica si svolge a livello di fegato, tessuto adiposo e muscolo
L’INSULINA
L’INSULINA
È un ormone proteico formato da 51 aminoacidi distribuiti su due catene chiamate CATENA A e CATENA B tenute insieme da due legami disolfuro
La catena A è composta da 21 aminoacidi con un legame disolfuro addizionale fra A6 e A11
La catena B è formata da 30 aminoacidi
Sia l’insulina che il recettore derivano da un precursore a catena singola, denominati proinsulina e prorettore
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Catena-A
Catena-B
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Insulina umana: struttura primaria
* * * *
* * * * *
Punto isoelettrico pH = 5.4
4848
Normoglicemia
• La normo glicemia nel sangue viene mantenuta da– Rilascio di glucosio dal fegato
• Glicogenolisi (produzione di glucosio dal glicogeno)• Gluconeogenesi(produzione di glucosio dal lattato,dagli aminoacidi e
dal glicerolo)– Idrolisi (degradazione) dei grassi nei liberi acidi grassi (FFA)dalle
cellule adipose– FFA vengono usati come risorsa energetica per il fegato e i muscoli e
principalmenete per il mantenimento del livello del glucosio nel cervello
54 mg/dl
144 mg/dl
Glucosioematico
Omeostasi glicemica
Pancreas
Iperglicemia
Insulina viene rilasciata dalle Cellule Beta del pancreas
Le cellule adipose ricevono il glucosio dal sangue
Equilibrio glicemico
OmeostasiIpoglicemia
Glucagone viene rilasciato dalle
Cellule alfa del pancreas
Il fegato rilascia Il glucosio nel sangue
Pancreas
Iperglicemia
Insulina rilasciata dalle
betacellula del pancreas
Le cellule adipose ricevono il glucosio dal sangue
Equilibrio glicemico
5252
5353
5454
proinsulina, insulina e C-peptide
Il peptide C
Si accumula in quantità equimolari con l’insulina e viene secreto insieme all’ormone mediante l’esocitosi del contenuto dei granuli
La misurazione del paptide C si è dimostrata utile nella diagnosi dell’ipoglicemia da insulinoma e/o da somministrazione surrettizia di insulina.
Nel 1 caso la diagnosi di insulinoma è indicata dalla incapacità di sopprimere i livelli di peptide C in corso di ipoglicemia indotta da insulina (livelli inferiori al %=% quando la glicemia scende al di sotto di 40 mg)
Nel 2 caso la somministrazione surretizia di insulina quando concentrazioni elevate di insulina si associano a livelli bassi o normali di peptide C
5656
La scoperta dell’insulina nel 1921da Banting e Best ha dato inizio all’era moderna della terapia del diabete
L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule Beta delle isole di Langherans del pancreas ed agisce legandosi ad una molecola recettoriale localizzata sulla membrana plasmatica dei suoi tessuti bersaglio
Regola l’utilizzo del glucosio da parte delle cellule dell’organismo
L’azione metabolica si svolge a livello di fegato, tessuto adiposo e muscolo
L’INSULINA
L’INSULINA
È un ormone proteico formato da 51 aminoacidi distribuiti su due catene chiamate CATENA A e CATENA B tenute insieme da due legami disolfuro
La catena A è composta da 21 aminoacidi con un legame disolfuro addizionale fra A6 e A11
La catena B è formata da 30 aminoacidi
Sia l’insulina che il recettore derivano da un precursore a catena singola, denominati proinsulina e prorettore
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Insulina umana: struttura primaria
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Punto isoelettrico pH = 5.4
Tutte le insuline oggi sono dal DNA ricombinante
La struttura può essere uguale a quella dell’insulina endogena – UMANE
La struttura può essere diversa da quella dell’insulina endogena - ANALOGHI
Le insuline oggi
TIPI DI INSULINA
Ad Azione Rapida Insulina regolare (solubile) (- Actrapid-Humulin R) *Analoghi rapidi dell’insulina (-Humalog -Novorapid-Apidra)
Ad Azione IntermediaInsulina isofano (-Protaphane – Humulin I)*Insulina zinco (-Monotard – Umulin L)*
Ad Azione BifasicaInsuline premiscelate ad azione bifasica (Actraphan10,20,30,40,50-Humulin 30,50)*Analoghi premiscelati ( humalog mix 25, 50-Novomix 30,50,70)
Ad azione Lenta Analoghi Lenti:insulina glargina (Lantus) - insulina detemir ( Levemir) - Insulina deglutec (Tresiba)
Insulina biosimilareBiosimilare della glargina (Absaglar)
Le insuline LISPRO e ASPART sono dette analoghi rapidi dell’insulina e sono insuline modificate che hanno una minore tendenza ad aggregarsi
di conseguenza
•hanno una immissione in circolo piu’ veloce
•possono essere somministrate all’inizio o durante il pasto
ANALOGHI RAPIDI DELL’INSULINA
SECREZIONE INSULINICA FISIOLOGICA
INSULINA REGOLARE
IPERGLICEMIE
IPOGLICEMIE
A 1B 1
INSULINE/Struttura
•
NOVORAPID (Aspart)
28
PRO
ASP
A 1B 1
INSULINE/Struttura
28
•
HUMALOG (Lyspro)
29
LYS PRO
ASPART (
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30
Gly
20
Gly
1
Ile
2
Val
3
Glu
4
Gin
5
Cys
6
Cys
7
Thr
8
Ser
9
Ile
10
Cys
11
Ser
12
Leu
13
Tyr
14
Gin
15
Leu
16
Glu
17
Asn
18
Tyr
19
Cys
20
S
S S
S
COOH
NH
2
S S
Catena-A
Catena-B
Asn
21
Phe
1
Val
2
Asn
3
Gin
4
His
5
Leu
6
Cys
7
Gly
8
Ser
9
His
10
Leu
11
Val
12
Glu
13
Ala
14
Leu
15
Tyr
16
Leu
17
Val
18
Cys
19
Glu
21
Arg
22
Gly
23
Phe
24
Phe
25
Tyr
26
Thr
27
Pro
28
Lys
29
Thr
30
Gly
20
Gly
1
Ile
2
Val
3
Glu
4
Gin
5
Cys
6
Cys
7
Thr
8
Ser
9
Ile
10
Cys
11
Ser
12
Leu
13
Tyr
14
Gin
15
Leu
16
Glu
17
Asn
18
Tyr
19
Cys
20
S
S S
S
COOH
NH
2
S S
Asn
21
Analogo lento: Insulina Glargine (Lantus )
* * * *
* * * * *
Gly
Arg
30a
Arg
30b
Arg
30a
Punto isoelettrico pH = 6.7
Iniezione di Lantus (soluzione acida pH 4.0)
Precipitazione di Lantus nel tessuto
sottocutaneo(pH 7.4)
Dissociazione lenta degli esameri di
Lantus dai microprecipitati
Azione prolungata
Solution limpida pH 4.0
pH 7.4
Dissociazione
Precipitazione
Esameri10
-3
MDimeri
10
-5
MMonomeri
10
-8
M
Membrana Capillare
Insulina circolante
Insulina Lantus
nuovi analoghi dell’insulina
6969
tipi di analoghi insulinici
7070
insulin degludec
profilo insulinico fisiologico e regime terapeutico basal-bolus
7171
Complicanze del diabete
ACUTE
coma chetoacidosicocoma iperosmolarecoma lattoacidemicocoma ipoglicemico
CRONICHE
macrovascolaripanarteriopatia
microvascolariretinopatianefropatianeuropatiapiede diabeticodisfunzione erettile
COMPLICANZE CRONICHE DIABETE
TNF=tumor necrosis factor; CRP=C-reactive protein; PAI-1=plasminogen-activator inhibitor-1; Adattato da Inzucchi SE JAMA 2002;287(3):360–372; Buse JB et al. In: Williams Textbook of Endocrinology. 10th ed. Philiadelphia: Saunders, 2003:1427–1483; Sheetz MJ, King GL JAMA 2002;288(20):2579–2588; Libby P, Plutzky J. Editorial Circulation 2002;106:2760–2763; Kendall DM et al Coron Artery Dis 2003;14:335–348; DeFronzo RA Ann Intern Med 1999;131:281–303.
Alterata secrezione insulare(β- e α-cellule) Insulino-resistenza
Aumento dei FFA circolanti
Rischio Macrovascolare
• IM• Ictus•Malattia vasc. periferica
Rischio Microvascolare
• Nefropatia• Retinopatia• Neuropatia
TNF-alfaCRP
PAI-1
DislipidemiaAumentata aggreg. piastrinica
Anomalie della parete endoteliale
Ridotta captazionedi glucosio
Aumentata lipolisi
Iperglicemia
Eccessiva produzione
epatica di glucosio
Fisiopatologia del Diabete di tipo 2: Complicanze da mancato controllo glicemico
Un controllo glicemico precoce è garanzia di una protezione duratura: effetto “legacy- memoria”
Monitoraggio decennale post-sperimentazione dal 1997 al 2007, studio UKPDS†
† Dati relativi al gruppo sulfanilurea-insulina* P≤0,05; ** P≤0,01; *** P≤0,001; -25
-20
-15
-10
-5
0
Malattia microvascolare
Infarto delmiocardio
Qualsiasi endpointrelativo al diabete
Morte perqualsiasi causa
Rid
uzio
ne d
el ri
schi
o re
lativ
o (%
)
Fine dello studio (1997)Follow-up post-studio (2007)
*
***
**
***
***
*
Effetto “legacy- memoria”– la riduzione delle complicanze viene mantenuta 10 anni dopo la terapia intensiva
1. Gruppo di studio UKPDS 33. Lancet. 1998;352:837-853; 2. Holman RR, et al. N Engl J Med. 2008;359:1577-1589.3. Chalmers J and Cooper ME. N Engl J Med. 2008; 359: 1618–1620.
0
5
10
15
20
25
30
AMI CVA/TIA PVD Death
T2DM + / CKD +
T2DM + / CKD _
Il rischio cardiovascolare è più elevato in presenza di diabete e nefropatia concomitante 1
Inci
denz
a pe
r 100
ann
i paz
ient
e
x 2.2
x 2.1
x 1.7x 2.5
Foley RN, et al. J Am Soc Nephrol. 2005;16:489–95.
CKD malattia renale cronicaAMI infarto acuto del miocardioCVA/TIA accidente cerebrovascolare/attacco ischemico transitorioPVD vasculopatia perifericaDeath tutte le cause
RIDUZIONE DEL RISCHIO*
UKPDS 35. BMJ 2000; 321: 405-412.
La lezione dello UKPDS:controllo migliore, meno complicanze
*p <0.0001
OGNI 1% di riduzione dell’HbA1c
1%
Morte per diabete -21%
Attacchi cardiaci -14%
Complicanze microvascolari -37%
Malattia vascolare periferica -43%
Complicanze acute
Coma chetoacidosicoTipico del DM1 all’esordioCarenza assoluta di insulina ed un eccesso di ormoni controregolatoriCaratterizzato da iperglicemia, acidosi, aumento della chetonemia e della chetonuria,disitratazione, ipotensione, tachicardia, modificazione del sensorio, alterazioni del respiro,dolore addominaleCause: DM1 all’esordio, interruzione della terapia insulinica, infezioni
Coma iperosmolareTipico del DM2Pazienti anziani ( processi infettivi, uso improprio di corticosteroidei e diuretici, disidratazione)Un’insufficienza relativa di insulinaCaratterizzato da iperglicemia, iperosmolarità plasmatica, disidratazione, in assenza di corpi
chetonici
Complicanze acute
Coma lattoacidosico (biguanidi)Caratterizzato da uno stato di grave acidosi metabolica dovuto al blocco del
metabolismo del piruvato e del lattato con valoriematici di lattato maggiori di 5 mmol/L ed un pH arterioso <7.2
Coma ipoglicemicoDa insulina e segretagoghi
Ipoglicemia
Riscontro di una glicemia plasmatica di glucosio <70 mg (Diabetes Care 26, 1902-12, 2003)
Cause di ipoglicemia
Errore di prescrizioneErrore nel dosare l’insulinaPasto ritardato o inadeguatoAttività fisica non programmataAssunzione di alcol o farmaciMancato riconoscimento effetto SomogyInsufficienza epatica e/o renale
Ipoglicemia: sintomi
Fedele D, 2002
ADRENERGICI (<70 mg/dl)❥ Sudorazione❥ Fame❥ Pallore, tremori❥ Ansietà, nervosismo❥ Irritabilità❥ Tachicardia❥ Cardiopalmo
NEUROGLICOPENICI (<50 mg/dl) ❥ Eruttazione❥ Cefalea, astenia❥ Vertigini, ronzii❥ Parestesie❥ Visione offuscata❥ Confusione mentale
Ipoglicemia: sintomi clinici in rapporto ai livelli glicemici
GLICEMIE (mg/dl) MANIFESTAZIONI CLINICHE
70-60 Tremori, sudorazione, palpitazioni, astenia
< 60 Irritabilità, nervosismo, astenia sempre più intensa, fame
< 50 Confusione mentale, sonnolenza, disorien- tamento, svogliatezza, perdita potere critico
< 40 Convulsioni, perdita di coscienza
< 30 Coma
< 20 Danni cerebrali permanenti, morte
Diabetes Care 26, 1902-12, 2003
Complicanze croniche
Macroangiopatia diabeticaCardiopatia ischemica cronica ( la più frequente, angina/infarto, insufficienza
cardiaca)Patologia cerebrovascolareTIA (transit ischemic attack)AOAI ( claudicatio intermittens/ ischemia acuta)
MicronagiopatiaPretinopatiaNefropatiaNeuropatia (a patogenesi mista:microangiopatica e metabolica)• Distale • Vegetativa• Mista
Piede diabetico
Disfunzione erettile
relazione tra controllo glicemico e sviluppo di retinopatia
8585
Retinopatia pre-clinica
Retinopatia Non proliferante
Maculopatia
Retinopatia Pre-proliferante
Retinopatia proliferante
Oftalmopatia Diabetica avanzata
RETINOPATIA DIABETICASTORIA NATURALE
MICROANEURISMI
Microaneurismi
Essudati duri puntiformi
retinopatia diabetica: emorragie, essudati e neovascolarizzazione
9090
Essudati duri confluenti a placche
Essudati duri disposti a circinnata
Essudati cotonosi
Emorragie puntiformi e a chiazza
Emorragie a fiamma
Emorragia preretinica
Neovascolarizzazioni papillari
Tessuto fibro-gliale
Distacco di retina
sviluppo della nefropatia diabetica
100100
Stadievolutivi
Caratteristiche Comparsa
I a Ipertrofia renale, iperfiltrazione glomerulare
Alla diagnosi
I b Clinicamente silente, possono essere presenti lesioni istologiche
Dopo alcuni anni, può perdurare per decenni
II Microalbuminuria0-30
Dopo circa 5 anni
III Macroalbuminuria30-300
Dopo 10-20 anni
IV Sindrome nefrosica In alcuni dopo 3-9 anni, in altri dopo 10-25 anni
V Insufficienza renale terminale In genere dopo 25-30 anni
Nefropatia diabetica
Neuropatia diabetica: Definizione OMS
“Malattia caratterizzata dalla progressiva perdita di fibre
nervose con conseguente ridotta o assente sensibilità,
ulcerazione al piede e amputazione”
Neuropatia diabetica: Classificazione
Polineuropatia simmetrica distale
Sensitivo – motoria e/o autonomica
Neuropatia motoria simmetrica prossimale
Neuropatie focali e multifocaliMotoria prossimale simmetrica
Dei nervi cranici, intercostali e di altri sedi
Da intrappolamento
PJ Dyck: JNIH Res 2, 57, 1990
Neuropatia diabetica:Funzioni neurovegetative (1)
Funzione Sintomi e segni
Pupillare Pupille piccole, risposta alla luce
Cardiovascolare Tachicardia fissa, infarto indolore, QT lungo, ipotensione ortostatica
Gastrointestinale Disfagia, bruciori, dolore, pienezza gastrica,nausea, vomito, alitosi, diarrea, stipsi
Vescicale intervallo fra minzioni, esitazione, gocciolio,incontinenza, infezioni, pneumaturia
Neuropatia diabetica:Funzioni neurovegetative (2)
Funzione Sintomi e segni
Genitale Disfunzione erettile, eiaculazione retrograda
Sudorazione Ipo-anidrosi estremità inferiori, iperidrosimetà superiore, sudorazione gustativa
Termoregolazione Inversione del gradiente termico cutaneo,Ipertermia estremità inferiori
Ormonale,metabolica Ipotensione posturale, ritardato recupero dalla
ipoglicemia, ipoglicemia asintomatica
Neuropatia diabetica: SintomatologiaSintomi negativi
Perdità sensibilità (- Termica, tattile, dolorifica)
Astenia, affaticabilità Ipotensione, gastroparesi, disfunzione erettile, ecc.
Sintomi positivi Parestesie, disestesie, dolore
Crampi, fascicolazioni
Sudorazione gustativa
Depiction of the elements of decision making used to determine appropriate efforts to achieve glycemic targets.
Silvio E. Inzucchi et al. Dia Care 2012;35:1364-1379
©2012 by American Diabetes Association