Ducato 8

Embed Size (px)

Citation preview

  • 7/22/2019 Ducato 8

    1/16

    il DucatoP e r i o d i c o d e l l I s t i t u t o p e r l a f o r m a z i o n e a l g i o r n a l i s m o d i U r b i n o

    Mensile - 29 novembre 2013 - Anno 23 - Numero 8Ducato on line : ifg.uniurb.it

    a pagina 3

    a pagina 6

    a pagina 16

    Urbinati senzadubbi: Proprioun uomo rock

    IL PAPA E LA CITT

    Le Clarisseinnamoratedi Bergoglio

    IL PAPA IN CONVENTO

    a pagina 2

    Monsignor Tani:Ci sta educandoa sorridere

    IL PAPA E IL VESCOVO

    Cos affascinagiornalistie intellettuali

    IL PAPA E I MEDIA

    LEDITORIALE

    Lhanno definita la rivoluzione gentiledel Papa venuto da lontano. Ma meglio non lasciarsi ingannare dalsorriso e dai modi affabili. Nei palazzi vatica-ni hanno cominciato a capire di che pasta fatto Papa Francesco. Un carattere forte edeciso, un uomo abituato a comandare e adecidere. Ci che chiede vuole che sia fattosubito e bene. Ascolta tutti, ma fa di testapropria. Dopo una messa nella chiesetta diSantAnna, in Vaticano, i cerimonieri glihanno suggerito di non salutare tutti i pre-senti: lui andato in strada con i paramentisacri ad abbracciare i fedeli. I liturgisti glihanno suggerito di pronunciare lomeliadallo scranno riservato al Pontefice: lui nonsi scomposto, si alzato ed andato a pre-dicare dal pulpito. un Papa profondamente diverso dal teo-

    logo e filosofo Ratzinger. Semmai ricordaGiovanni XXIII. Papa Francesco ha 76 anni,

    di origini italiane, isuoi primi studisono stati da peritochimico, a Buenos Aires usava lametropolitana, hasnobbato gli appar-tamenti papali,cucina da solo, va a letto alle 21.30 e si alzaalle 4.30 del mattino, ama il tango che balla-va con la fidanzata prima della vocazione.Ha fantasia e uno spiccato senso dellironia.Ricorre spesso a colorite espressioni di undialetto ispanico usato dai portolotti di Bue-nos Aires. Rivolgendosi ai giovani ha chiestodi non balconear che, nel linguaggio degliscaricatori di porto, significa non stare aguardare alla finestra. Poi si raccomandatodi fare ruido, cio di fare casino.Messaggi che hanno spopolato sul web,rilanciando linteresse allessere cristiani,

    cosa non affattoscontata in tempisegnati dalla secola-rizzazione e dallin-differenza.Papa Bergoglio hauna vasta cultura, maparla come un mae-

    stro elementare che vuole tradurre concettidifficili. Ad esempio, ai preti che si chiudononella propria dimensione parrocchiale hachiesto di non perdere troppo tempo a met-tere i bigodini alle pecore. In un plenariacon i vescovi romani, a San Giovanni in Late-rano, ha detto che bisogna andare incontroalle coppie di fatto e ai divorziati risposati.Di fronte a qualche cardinale sbigottito dauna simile apertura ha aggiunto candida-mente: Non siamo mica nel Medio Evo eh?Siamo nel 2013. In una messa mattutina aSanta Marta ha invitato i presenti al buonu-

    more. Unaltra volta si lamentato per lefacce di certi cristiani da peperoncinoacido. andato gi pesante anche con lesuore e i frati: li ha chiamati zitelloni.La chiave di lettura, forse, pi semplice diquanto certe analisi vorrebbero far credere.Tornando dal Brasile, ha detto ai giornalisti:Dobbiamo essere normali. normale cheun Papa salga in aereo con una borsa con la-genda, il breviario, un libro e il rasoio (anchei Papi si fanno la barba!). normale ancheche alzi il telefono per chiamare chi gli hachiesto una parola di conforto. normaleche in una societ ci siano i gay e che abbia-no dei diritti. normale che le persone sisposino, divorzino e si risposino. normaleche la donna abbia parit di ruoli e funzioni.Papa Francesco ha avviato questa conver-sione alla normalit delluomo e delladonna che pensano, vivono, agiscono, sba-gliano, cadono e si rialzano.

    La rivoluzionedalla fine del mondo

    Effetto

    Francesco

  • 7/22/2019 Ducato 8

    2/16

    2

    il Ducato

    Monsignor Tani e il Papa

    Ci educa al sorrisoi fedeli sono entusiasti

    MonsignorTani

    durante laVisita adLimina a

    Roma conpapa Ber-

    goglioSono molto feli-ce e pieno diaspet ta t iveaveva detto alDucato mon-signor Gio-

    vanni Tani, otto mesi fa, allin-domani dellelezione di JorgeMario Bergoglio. Oggi la suagioia ancora pi evidente.Mi piace moltissimo papaFrancesco dice il vescovocon un sorriso sulle labbra cista educando ad andare alles-senziale, a essere molto vicinialle persone, ad avere sempreil sorriso, ad affrontare condeterminazione anche letematiche pi delicate con laconsapevolezza che le solu-zioni non saranno immediate.Ci sta educando ad averepazienza, a saper attendere lenovit non in maniera spa-smodica, ma nel rispetto deltempo che occorre per farlematurare. Monsignor Tani, dadue anni vescovo della diocesidi Urbino-Urbania-SantAn-gelo in Vado, ha maturato lasua fede prima di tutto infamiglia. Secondo di quattrofigli, ha una sorella monacacarmelitana a Tolentino.Dopo lingresso in seminariosono arrivati gli studi teologi-ci. Il mio percorso, per, non stato privo di momenti diffi-cili, racconta il vescovo didubbi e di asperit che hosuperato anche grazie allostudio di SantaTeresa dAvila.Leggendo i suoilibri ho capitoche la fede non un fatto intel-lettuale e con-cettuale, ma un percorso divita.Monsignor Tanilei ha gi incon-trato papa Fran-cesco, cosha provato?Ho visto il SantoPadre due volte.La prima, in occasione del pel-legrinaggio organizzato il 17aprile scorso per ludienza pri-vata in Vaticano insieme ai fe-deli delle diocesi di Fano e diPesaro. In tutto partirono diecipullman con oltre trecentopersone. Quando gli ho strettola mano per presentarmi mi hadetto, come fa sempre, di pre-gare per lui. La seconda volta,lho visto un mese dopo per la Visita ad Limina, un incontroperiodico che tutti i vescovifanno con il Papa per presenta-re le relazioni sulle rispettivediocesi. Ci ha fatto sedere incerchio accanto a lui, statauna chiacchierata quasi infor-male sui problemi delle nostre

    parrocchie e ci ha dato molticonsigli. Poi ci ha parlato deisuoi progetti e delle questionidelicate che ha intenzione diaffrontare.Larcivescovo di Milano Ange-lo Scola ha detto che graziealleffetto Francesco le con-fessioni sono raddoppiate. successo anche a Urbino?S anche i parroci della miadiocesi mi hanno detto che so-no aumentate le persone che siavvicinano alla confessione,ma gi la visita a Roma ha di-mostrato il grande entusiasmoe la grande attesa che i fedelihanno costruito intorno a papaFrancesco.Merito forse anche della stra-tegia comunicativa di Bergo-glio?Il papa sta seguendo tutti ipercorsi e gli itinerari possibiliper far avvicinare la gente allaChiesa. E la Chiesa dal punto divista della comunicazione sempre stata puntuale, anziforse ha anticipato alcune ini-ziative. Il Papa poi sa trovare ilmodo adeguato per arrivare alcuore dei fedeli, basti pensarealla domenica della miseri-cordina: il rosario, la medicinache pu aiutare tutti.Quali sono secondo lei le diffe-renze principali tra Bergoglioe il suo predecessore, JosephRatzinger?Ogni Papa porta il papato conle sue caratteristiche persona-li. Benedetto XVI ci aveva abi-tuato al gusto della parola pro-fonda, al pensiero elaborato, al

    dialogo con le re-ligioni. Purtrop-po in questo non stato seguitomol to dal legrandi masse,ma chi lo haascoltato lo haanche apprezza-to. Papa France-sco si affida dipi ai gesti, alleparole suggesti-ve piene di im-magini, parolesubito percepi-bili dalla gente,

    si lascia guidare dalla semplici-t e dallimmediatezza. Adesempio la frase non lasciate-vi rubare la speranza unoslogan immediato che abbia-mo ripreso anche noi in occa-sione della visita in Vaticano.Inoltre, le sue spiegazioni del Vangelo sono semplificate, leomelie ridotte a tre parole. Ri-cordo quando disse che ad unafamiglia per vivere nellamorebastano tre parole: permesso,scusa e grazie.Lei li ha conosciuti entrambi,cosa hanno di diverso?Sono entrambi molto cordiali,solo che la cordialit di papaFrancesco pi manifestata,pi espressa. Dei due ho cono-

    sciuto meglio Benedetto XVIperch quando ero rettore a Ro-ma ci siamo incontrati almenosei o sette volte, lho accompa-gnato negli spostamenti nei va-ri seminari e siamo stati pi vol-te a tavola insieme. Posso assi-curare che molto pi piacevo-le sedere accanto a Benedetto XVI che accanto ad altri perso-naggi importanti.In questi primi otto mesi dipontificato, papa Francesco ha detto che sogna una Chiesa chesia come un ospedale da cam-po, capace di curare i cuori. Ilmessaggio stato accolto?Lo stile di papa Francesco co-s forte che si comunica facil-mente ai preti e ai vescovi. Iopercepisco in loro un cambia-mento, ma ovviamente non intutti e non allo stesso modo.Secondo il Papa la Chiesa do- vrebbe avere il coraggio di an-dare incontro anche a chi fino-ra non lha mai frequentata o sen allontanato perch si sen-tito giudicato. Il riferimento anche alle persone omoses-suali e ai divorziati-risposati.Lei cosa ne pensa?Con la frase che il Santo Padreha pronunciato di ritorno daRio de Janeiro: Se una personaomosessuale di buona volon-t ed in cerca di Dio, io non so-no nessuno per giudicarla, in-tendeva dire che ogni personadeve essere accolta come tale,senza fare categorie o esprime-re giudizi che non lasciano spa-zio alla fiducia e alla speranza.Una cosa fare un discorso teo-rico sullomosessualit, altra

    cosa incontrare la personaconcreta. Da parte mia nonesprimo nessuna preclusione,certamente cos come c unamorale riguardo le persone ete-rosessuali, c una morale an-che per le persone omosessua-li. Su questo punto la Chiesanon ha mai cam-biato la sua dot-trina.E per quanto ri-guarda i divor-ziati?Non penso ac a m b i a m e n t iepocali come lacomunione ai di-vorziati. Ragio-nando in modoastratto, non sa-rei daccordo chei divorziati rispo-sati possano farela comunioneperch solo conoscendo con-cretamente le persone si pudistinguere tra quelli che vivo-no questa condizione con su-perficialit e quelli che invecevivono situazioni sofferte. Mipiacerebbe che il Papa pensas-se ad una facilitazione nel rico-noscimento dellannullamen-to del matrimonio,almeno perle relazioni pi complicate.Bergoglio ha detto che neces-sario ripensare il ruolo della donna nella Chiesa. Qual ilsuo parere?Io credo che ci siano delle sen-sibilit femminili che potreb-bero dare un grande contributoalla Chiesa. Nella mia esperien-za di parroco ci sono state alcu-

    ne intuizioni, alcuni percorsi esuggerimenti che mi sono statitrasmessi proprio dalle donne.Grazie alla loro sensibilit ho vi-sto le cose in un altro modo e inunaltra prospettiva.Bergoglio ha detto che la pa-storale missionaria deve esse-

    re essenziale. Leicome prepara lesue omelie e co-sa cerca di tra-smettere?Io preparo leomelie guardan-do, pregando eriflettendo sul Vangelo. Cercodi non fare qua-dri espositividottrinali , miconcentro su al-cuni aspetti del Vangelo, alcuneparole, alcuni at-

    teggiamenti di Ges e facciodelle riflessioni su questo. Cre-do che la semplicit sia il modomigliore per arrivare al cuoredei fedeli.Quali sono secondo lei gli ap-puntamenti che attendonoPapa Francesco?Non so, siamo molto in attesa.Io personalmente aspetto ri-forme organizzative dellaChiesa, sulla collegialit sia alivello centrale sia a livello del-le varie conferenze episcopali.Certamente anche una riformadi alcuni aspetti della dottrinaper approfondire il discorsosulla liturgia e per far avvicina-re le persone alla comprensio-ne della parola di Dio.

    MARISA LABANCA

    Su gaye divorziati

    Bisogna accogliere

    le persone per quello che sono

    Le riforme Siamo tutti

    in attesadi grandi

    novit organizzative e di dottrina

    Colloquio con il vescovo di Urbino

  • 7/22/2019 Ducato 8

    3/16

    3

    IL PAPA E IL VESCOVO

    Gap: Soltantobelle parole

    CHI SONO IO PER GIUDICARE?

    Atei:Operazionedi immagine

    UNA BANCA DI TROPPO

    un figo, ungrande. Ecco cosapensano in tanti diFrancesco, il Papache da otto mesi il nuovo vescovodi Roma. Secondo gli urbinatipapa Bergoglio sopratuttorivoluzionario, umile e cari-smatico. un pontefice rocke non convenzionale cheriesce a portare un messaggiopositivo anche a chi come Alice , studentessa di letteremoderne non credente: Seprima non mi interessavomolto di Chiesa, vedendoFrancesco allavoro mi sonosentita pi vici-no a lui e al suopensiero.Pochi lo critica-no o sono indif-ferenti, qualcu-no si lamenta:Per i poverinon fa nientenessuno, ma ilgiudizio di baseresta positivo edentusiasta. Stamostrando illato umano della Chiesa,anche ci che prima era rite-nuto un tab con lui smette diesserlo e questo lo avvicina aigiovani il parere di Angela,al secondo anno di lingue.Un ottimo comunicatore,riesce a entrare con grandefacilit negli animi delle per-sone, non si pu rimanereinsensibili, un personaggiodi grande cari-sma, buonevisioni e digrande umani-t raccontaClaudio Bonitra una schedi-na e laltradella suat a b a c c h e r i a .Gli vogliamotutti bene perquesta suasemplicit eper la sua par-t e c i p a z i o n esofferente alletragedie delmondo diceRosalba Luni. Vit tor ia Gamba , che ha unnegozio di abbigliamento inCorso Garibaldi, una dellesue fan pi entusiaste: papaFrancesco il massimo, ladegna coronazione del cam-mino che era partito con Wojtyl a, gi il suo nome lemblema della rivoluzioneche vuole portare nella Chie-sa.E un Papa relativista sugge-risce uno studente di filosofia.Mi piace il suo sistema dipensiero, come vede il mondoe la societ, poi un italo -argentino come me sorridePaola Belpassi. C stato unbel cambiamento dallultimoPapa, Francesco pi in sin-tonia con le persone, secon-do Mirco Piccini. il Papache ci voleva, molto umano,dimostra umilt e nessun dis-tacco da quelli che soffrono.Ha un carisma che coinvolge,

    Questo papa rock un gran go

    Parla la citt

    racconta Maria Teresa Roma-netti. Un Papa eccezionale,un Papa che mi commuovedice Vittorio Marcucci,mostrando le foto di quandoanche lui ha indossato gliabiti religiosi interpretandoproprio un cardinale nellarievocazione storica dellacitt.Secondo Piergiorgio Grassi,direttore dellIstituto Supe-riore di Scienze Religiose del-lUniversit di Urbino, papaBergoglio amato moltoperch le persone si sentonoascoltate, accettate, e perch

    il pontefice sirivolge loro conun linguaggiodiretto, sempli-ce e profondoallo stessotempo, un lin-guaggio chericorda da vici-no quello del Vangelo, fatto dip a r a b o l e ,immagini emetafore. papaFrancesco sipone nella dire-

    zione del Concilio VaticanoII, confermando la ricerca deldialogo con le altre religioni econ i non credenti. Nonviene negata la dottrina dellaChiesa - puntualizza il pro-fessor Grassi - ma viene postolaccento sullimportanza del Vangelo e della sua annun-ciazione. Gli interventi chesono in atto, come la riforma

    della Curia,dello Ior, laricerca di mag-giore spazioper le donne,hanno lo scopodi rendere pisnella e agiletutta la realtdella Chiesa.Le novit arri-veranno pergradi ma lastrada sembraessere delinea-ta molto bene.Le tematicheche da tempoerano rimastesullo sfondo o

    in sospeso oggi si stannoaffrontando. Credo che lu-manit di papa Francesco -spiega Grassi - sia dovuta inparte anche allesperienzapastorale molto forte nei bar-rios argentini di Buenos Aires, che hanno dato allal-lora cardinal Bergoglio laconsapevolezza che il mondoabbia bisogno di una propo-sta evangelica pi semplice ediretta, ma allo stesso tempoanche pi profonda e irra-diante. sicuramente in atto uncambiamento, bisognervedere fino a che punto siriuscir ad incidere in pro-fondit, avendo ben chiaroche la Chiesa fatta di perso-ne che hanno i loro limiti, leloro difficolt e che devonoconvertirsi insieme, nel sensodi muoversi insieme, versoun obiettivo comune.

    Bergoglio sa ascoltare e con lui

    in Vaticano le personesi sentono accettate

    LUCIA LAMANTEA

    Tanti proclami, ma servono i fatti per unvero cambiamento. Questo il pensiero dimolti atei sul nuovo papa. LUnione degliatei e agnostici razionalisti non ha un suonucleo a Urbino, ma solo qualche simpa-tizzante. Secondo Giorgio Gioacchini, coor-dinatore del circolo Uaar di Ancona, suidiritti degli omosessuali, aborto, testa-mento biologico ed eutanasia la Chiesaha fatto poche aperture. Nelle Marche,per esempio, c un problema di reperibi-lit di medici obiettori. Una donna di Jesiha aspettato giorni perch un medicoobiettore da fuori regione le praticasse-linterruzione di gravidanza. Anche il Col-lettivo per lAutogestione, associazione distudenti dellUniversit di Urbino, conside-ra lelezione di Bergoglio unoperazione diimmagine. Non basta che Papa France-sco dichiari gli attivi della Banca vaticana spiegano bisognerebbe semmai chie-dersi perch la Chiesa cattolica ha unasua banca. (m.m.)

    Le frasi di papa Francesco sugli omoses-suali sono solo unoperazione di marke-ting. A dirlo Valentina Berrugi, 25 anni

    studentessa di lingue aziendali a Urbino,una delle fondatrici del Gap, lassociazio-ne studentesca Gay and Proud. La frase diBergoglio, che ha dichiarato di non potergiudicare nessuno tanto meno un omo-sessuale, per lei Non sono unapertura,ma un tentativo di redimere chi si era gipentito della propria natura. Di concretoc poco e non denirei tutto questo unasvolta o un cambiamento, solo tante belleparole. Il gruppo universitario, che riuni-sce studenti Lgbt (Lesbiche, Gay, Bises-suali e Transgender), nato a Urbino a set-tembre di due anni fa, unassociazionecontro le discriminazioni di genere. E laicoe aperto al dialogo: Non vogliamo creareconitto - continua Valentina - ma le coseancora non stanno cambiando e la gentelo deve sapere, per ora si tratta solo diunoperazione pubblicitaria. (l.l.)

  • 7/22/2019 Ducato 8

    4/16

    il Ducato

    4

    Nonpossogiudicare il PaParla Ahmed El Rhaidouni, lImam di Fermignano, guida di 300 islamici

    La moschea ricavata da una vecchia palestra di via Donizetti, comprata nel 2011 con una sottoscrizione

    Francesco spiritualeI buddisti (pochi) promuovono le sue aperture

    A nche se molti possono pensare che il bud-

    dismo in Italia sia una religione soloallappannaggio di qualche personaggiofamoso come Sabina Guzzanti e Roberto Bag-gio, la comunit buddista italiana moltoampia e ha un grande centro proprio a Pesaro. Ipraticanti di questo centro che accoglie anchealcuni urbinati hanno deciso di fare propriolappello di Papa Francesco per il digiuno del 7dicembre a favore della Pace tra i popoli. dif-cile non essere daccordo con questo papa ha detto Giorgio, il responsabile del centro diPesaro esprime una spiritualit semplice mapotente, carica di gesti simbolici capaci di arri-vare a tutti, sia agli atei che ai credenti di altrereligioni.Il Buddismo nasce nel VI secolo a.C. da lontano,in India, sotto la predicazione dellasceta Sid-dhartha, che assunse poi il nome di Budda, ilrisvegliato. Dopo una giovinezza spesa nellusso sotto la tutela del padre si allontan dallasociet per dedicarsi ad una vita di meditazione

    solitaria, che interruppe dopo unilluminazioneavvenuta sotto un albero di co. Da l cominciola sua predicazione e apr la sua prima scuola,

    che accoglieva anche le donne.Il Sangha Loka di Pesaro (il luogo dellincontro),nato 15 anni fa con orientamento tibetano, molto aperto al dialogo interreligioso e al rispet-to delle altre confessioni. Dal 2005 la comunitdi Pesaro ha scelto di aderire alla costituzionedi Sangha Rime Italia, rifacendosi alla comunitspirituale sviluppata in Francia sotto limpulsodel grande maestro tibetano Kalu Rinpoce e diuno dei suoi principali eredi spirituali, LamaDenys Tendrup. Papa Francesco, grazie al suomodo informale di porsi, apparso subitocome un modo migliorare ancora di pi lacooperazione tra le due religioni.Come ha ricordato ancora Giorgio, anche Gio-vanni Paolo II e Benedetto XVI si erano apertiverso il buddismo, ma il nuovo pontece ha unamarcia in pi: grazie alla sua grande carica rivo-luzionaria, Francesco in grado di mostrare la-spetto pi spirituale e umano della chiesa,capace di creare un contatto profondo con tutti.

    TOMMASO CHERICI

    STEFANO CIARDI

    A Fermignano sonole otto di sera. Lapalazzina dicemento chesorge tra viaDonizetti e viaMetauro si svuota. Ledicolaha gi tirato gi la saracine-sca. Il bar di fianco mette den-tro i tavolini e le sedie. Ilsupermercato resta apertosolo qualche minuto in piper i ritardatari che ancoradevono fare la spesa. Ma alsecondo piano della palazzina a questora che si accendeuna luce, e un gruppo di per-sone si riunisce per pregare.E l che da due anni Ahmed ElRhaidouni, limam di Fermi-gnano, raccoglie i fedeli di Allah. E l che da due annisorge la moschea dove tantefamiglie islamiche si ritrovanoper la preghiera della sera.Sono quasi 300 gli islamici chevivono tra Fermignano e Urbi-no. E in quelle stanze cheprima erano una palestrafanno rivivere la propria cul-tura e la propria fede.Abbiamo raccolto fondi perquasi quattro anni spiega Ahmed ognuno ha donatoquel che poteva. Poi final-mente a dicembre del 2011abbiamo potuto comprare illocale di via Donizetti. E unlocale un po spoglio ma cquanto basta per dare vita aun luogo di preghiera. Fuoridalla porta una lunga fila discarpe: sui variopinti tappetidella moschea si camminascalzi. Allinterno la sediadove si siede limam, versettidel corano appesi alle pareti euna tenda che divide uomini edonne. C anche uno spo-gliatoio perch, prima di ini-ziare la preghiera, ogni buonmusulmano deve lavarsi.Tra questi uomini e tra questedonne si parla poco di Bergo-glio. Laria di novit che PapaFrancesco ha portato nellachiesa cattolica sembra esserepassata inosservata nella

    comunit islamica. E ancorapresto per giudicare questopapa continua Ahmed tuttisono bravi a parlare ma poiquello che conta sono le azio-ni. Nella sua mente ancoraviva limmagine di GiovanniPaolo II: Wojtyla si compor-tato benissimo. Ha viaggiato,incontrato chi soffriva. Unpapa dovrebbe sempre pensa-re agli altri. Ahmed nato in Marocco 43anni fa. Erano gli anni settan-ta, e anche per il Maroccoerano anni di piombo. Tenta-tivi di golpe militari e repres-sioni violente infuocavano ilregno di Hassan II. Quandoaveva poco pi di venti anni Ahmed decise d i venire in Ita-lia, a Urbino. Qui non cera unimam e Ahmed decise diprendersi questa responsabi-lit. E un ruolo molto similea quello del prete ma dice Ahmed accennando un sorri-so io posso avere una fami-glia. Ahmed un esempio del dia-logo interreligioso: Parlospesso con il parroco e con iTestimoni di Geova. Io stessoho letto molte cose sul cristia-nesimo, sullebraismo e sulbuddhismo. E adesso sonopi tranquillo e pi convintodella mia scelta spirituale.Siamo tutti fratelli, qualcunoha preso la strada giusta, altrino. Anche a Fermignano, c statoqualcuno che ha cambiatostrada. Qualche anno fa hoconosciuto un italiano che hadeciso di convertirsi allIslam.Prima non sapeva nulla diquesta religione, poi ha letto ilcorano e ha scelto di conver-tirsi. Bisogna documentarsi,conoscere i testi e Ahmed, neisuoi ritagli di tempo, radunanella moschea i pi piccoli egli insegna a leggere il corano.Spesso la gente non conoscebene la nostra religione con-clude Ahmed a volte chi sidice musulmano non mette inpratica gli insegnamenti dellanostra fede ma lIslam parlasoprattutto di pace.

  • 7/22/2019 Ducato 8

    5/16

    5

    IL PAPA E IL DIALOGO

    Mo s e r aluo-m op i umi-le che ci fosse sulla terra. Lo hadetto e scritto Bergoglio intempi non sospetti, quandoviveva ancora in Argentina eoperava come vicario nelladiocesi di Buenos Aires, man-tenendosi in costante contattocon Abraham Skorka, rettoredel seminario rabbinico latino-

    americano. A suggerirci la lettura del sag-gio che nato da questo dialo-go e a parlarci di come lultimopontece stia impostando ildialogo coi seguaci dellAnticoTestamento Gian DomenicoCova, esperto di cultura e reli-gione ebraica e docente dellI-stituto Superiore di Scienzereligiose di Urbino: Se possi-bile segnalare un aspetto chedistingua lattitudine di papaBergoglio da quella dei suoipredecessori, occorre rifarsi alsuo precedente servizio divescovo in Argentina. Ratzin-ger e Wojtyla sono stati vescoviper pochi anni, mentre il papa,durante il ventennio del vica-riato, aveva gi fatto propria lamissione di mettersi in relazio-

    ne con la comunit ebraica cheviveva accanto alla sua chiesadi Buenos Aires.Sin dal discorso dinsedia-mento Francesco ha sottoli-neato la continuit tra il servi-zio petrino e lepiscopatoromano. Forse dal suo ponti-cato ci si pu attendere unesercizio esemplare del dialo-go ebraico-cristiano, in parti-colare attraverso la chiesalocale chiarisce Cova sonoazioni coerenti non solo colsuo passato, ma con quantohanno fatto Giovanni Paolo II eBenedetto XVI. Dal Concilio Vaticano II in poi il dialogo fracattolici ed ebrei ha seguitouna linea costante di appro-fondimento, smentita solo daalcune smagliature che le due

    parti hanno sempre dichiaratosuperate. Lo stesso riferimentoai fratelli maggiori riprende undetto ormai famoso di Giovan-ni Paolo II. Il professore fa poiun salto indietro di 600 anni,spostandosi a un altro periodoin cui il dialogo e la convivenzafra cattolici ed ebrei fece enor-mi passi avanti: Non solo qui,ma anche in altre parti dItalia,le comunit ebraiche prospe-ravano nello spirito di tolleran-za tipico del Rinascimento. IlDucato di Urbino, anche sottoquestaspetto, era consideratoun modello.Federico da Montefeltro, chegovern dal 1444 al 1482, invi-t gli ebrei a trasferirsi nellesue terre, permettendogli dipraticare liberamente le attivi-

    t commerciali e artigianali.Sul nire del XV secolo gliisraeliti costituivano unterzo della popolazione dellacitt. Alcuni di loro sedevano

    anche a corte come consiglieriper le questioni nanziarie.Ce lo indicano cognomi di pro-venienza come DUrbino,Urbini, Cagli, Pergola. AncheOrece e Sarto ricordano loroantichi mestieri. Da kasher,che in ebraico signica con-forme e con cui si indica ilcibo tradizionale, viene il dettolocale en (non ) tant cascir-ro usato nei riguardi di unapersona poco raccomandabile.Ma un dipinto che ancorauna volta aiuta a capire la com-

    plessit dei rapporti fra lacomunit ebraica e quella cat-tolica. LOstia profanata diPaolo Uccello parte dellaPala del Corpus Domini, operaeseguita insieme a Giusto daGand nel 1467-1468.Il pittore ha rappresentato unodei racconti pi famosi dellan-tigiudaismo medievale, ispira-to alle vicende di un ebreoparigino, in sei scene divise darocchi lignei a torciglionedipinti. Il colore dominante ilrosso. Nella prima scena ci sitrova in un banco di prestitoebraico. Il contesto non cristia-no evidente grazie a tre detta-gli: lo scorpione sul camino(simbolo dellantigiudaismo),la testa di moro e la stella. Staavvenendo una vendita sacri-

    lega di unostia consacrata daparte di una donna che ricevein cambio una borsa di denaro.Nella seconda scena, intitolatala cattura dellebreo, si vedelinterno della casa dove si stacuocendo lostia in un pentoli-no sul camino. Questa, essen-do corpo di Cristo, fa usciresangue, che invade il pavimen-to e arriva n oltre la soglia del-labitazione, dove un gruppo dipersone richiamato allatten-zione e tenta di entrare nellacasa sfondando la porta. Nellaquarta scena, sullo sfondo diun lontano paesaggio campe-stre, sta per avvenire limpicca-gione della donna che avevaceduto lostia, con la presenzadi un angelo che sembra sug-gerire una possibilit di reden-

    zione. Nella quinta scena, allapresenza di soldati, lebreo, lamoglie e i loro due gliolettisono giustiziati sul rogo. Nel-lultima gli angeli e i demoni sicontendono lanima delladonna sacrilega, allombra diun altare sotto un abside moltosimile a quello della riconsa-crazione.Il periodo di prosperit per gliebrei termin con lannessionedel Montefeltro ai territoridella Chiesa (1631), a cui seguil progetto del ghetto, istituitoufcialmente due anni dopotra Porta Valbona e Via Stretta,dove fu costruita la sinagoga,che si trova al numero 43.Entrando dallingresso princi-pale possibile notare sullaparte sinistra una lapide, dove

    sono incisi antichi caratteriebraici. C scritto: I Duchi diUrbino diedero generosa ospi-talit nelle loro terre agli ebreialtrove perseguitati.

    La predella del XV secolo eseguita da Paolo Uccello uno dei pezzi pi famosi della Galle-ria Nazionale delle Marche. Pur narrando un tema tipico dellantigiudaismo medievale,esponendolo davanti alla comunit, Federico da Montefeltro intendeva rassicurare gli inter-locutori israeliti che i rapporti sarebbero rimasti cordiali per chi avesse rispettato la legge.ll Duca, contemporaneamente, intendeva mostrare fedelt allo Stato Ponticio, ben pi rigi-do nei confronti degli ebrei.

    LOSTIA PROFANATA

    a Buenos Airesche parte il dialogo

    con Bergoglio

    Lopinione dellebraicista Cova

    A lle pendici del Monte degli Ebrei, nellecampagne di Urbino, c un cancello diferro alla base di una collinetta chenasconde un cimitero poco vistoso. Un grossolucchetto di metallo blocca linferriata su cuicampeggia una stella a sei punte: il simbolo,come un guardiano, divide questa parte dimondo da quel nido protetto.Oltre quella stella di Davide rivolta versoGerusalemme le lapidi sono sparse alla rinfu-sa e il muschio si ormai impadronito della

    pietra. Questo luogo in funzione, ma il can-cello rimane chiuso al pubblico perch troppevolte i vandali hanno sfregiato le tombe. Ma levisite sono autorizzate ai parenti che voglionomantenere un colloquio ideale con i defunti.Il cimitero ebraico di Urbino visibile oggi stato edificato nel 1874 nella localit di Gada-na, poco lontano da quello trecentesco,abbandonato perch costruito su un terrenotroppo friabile. Il numero dei sepolti moltopi alto di quello delle lapidi a causa delledit-to contro gli ebrei emanato da Pio VI nel 1775,periodo in cui Urbino era soggetta allo StatoPontificio: secondo questo editto, in linea conlantisemitismo della Chiesa del tempo, eravietato scrivere sulle lapidi il nome del defun-to, in modo che di esso si perdesse ogni trac-cia. Solo le tombe dei rabbini e dei sapientierano esentate da questo decreto.Leditto fu emanato negli stessi anni della

    Dichiarazione Universale dei Diritti dellUo-mo e del Cittadino, redatta dallassembleanazionale costituente di Francia.Mentre nel testo francese cera scritto che li-gnoranza, loblio o il disprezzo dei diritti del-luomo fossero le uniche cause delle sciagurepubbliche e della corruzione dei governi, inquello del papa Pio VI si condannavano gliebrei che facevano cortei funebri ad esseretorturati con cera bollente e ad altre punizionicorporali.

    Il cimitero ebraico di Urbino molto ristrettoe le lapidi sono attaccate luna allaltra; unacaratteristica tipica dei cimiteri riservati agliebrei di tutta Europa, costretti a seppellire ipropri morti allinterno degli angusti spazi delghetto. Il cimitero ebraico di Praga ne unfamoso esempio: in alcuni punti le lapidi sisovrappongono per nove strati di sepoltura.Quasi nessuno degli ebrei della zona deporta-ti durante la seconda guerra mondiale statosepolto in questo cimitero, perch in pochisono riusciti a tornare vivi; la maggior partesono rimasti inghiottiti dai lager nazisti quasi70 anni fa.Su una delle lapidi rimasta la piccola imma-gine di una bambina dai capelli scuri e ricci,contro le regole dei cimiteri ebraici, che vieta-no lesposizione di foto sulle tombe. lunicafotografia, ma senza nome e con una memorianascosta. (s.c)

    Il cimitero chiuso. Troppi vandali e squil ibrati

    Qui non riposano gli ebrei

    SILVIA COLANGELI

  • 7/22/2019 Ducato 8

    6/16

  • 7/22/2019 Ducato 8

    7/16

  • 7/22/2019 Ducato 8

    8/16

    il Ducato

    8

    un rito che si ripe-te identico ognianno: qualchegiorno prima del25 novembre iforni delle cucinedel monastero delle agosti-niane di Santa Caterina in via

    Saffi cominciano a fumare. Lesuore impastano uova, farina,noci e liquore. Seguono unaricetta del 700, sempre lastessa, grazie alla quale nasceil dolce che ricorda la ruota diun calesse.Proprio con la ruota di uncalesse, infatti, doveva essereuccisa Caterina dAlessandria.Ma narra la leggenda iraggi si spezzarono, colpendoi carnefici. Limperatore Mas-senzio ordin cos la decapi-tazione della futura santa.Le agostiniane preparanoogni anno almeno trecentotorte a forma di ruota, poi leimpacchettano e le vendonoagli urbinati per imbandire letavole delle lorofamiglie.

    Per conferirealla torta laforma sferica diuna ruota chio-data, sono statecreate teglie adhoc per le ago-stiniane di Urbi-no.La festa in onoredi Santa Cateri-na, patronadelle suore ago-stiniane, stataripristinata nel 1998. Unafesta voluta per creare unmomento di condivisione conil territorio. SantAgostino, ilfondatore del nostro ordine spiega suor Lucia voleva chei nostri monasteri fosserospecchio delle citt. Il fatto diessere cos vicini alluniversi-t ci sembrato un segno eper questo abbiamo portatoavanti un progetto di integra-zione con i giovani. E poibisogna ricordare che SantaCaterina oltre a essere lanostra patrona, anche pro-tettrice degli studenti, traitdunion di due mondi moltodiversi ma che convivonoluno accanto allaltro in que-sta citt. La festa continua lasuora - solo un richiamo: lemonache fanno la ruota etutti accorrono per assaggiar-la.La sua fama tale che il dolcesi guadagnato persino laprotezione dellUnesco.Nel 2009 continua la suora in occasione di un incontroad Assisi in cui partecipavanotutti i siti italiani patrimoniodellUnesco, il sindaco ci hachiesto di portare con s,come prodotto tipico del ter-

    ritorio urbinate, le ruote diSanta Caterina. cos che lanostra torta stata consacratadolce dellintera comunit. Anche questanno le ruot esono state vendute allinternodi un mercatino di autofinan-ziamento messo in piedi dalleagostiniane e al quale hannocollaborato anche le famigliedelle suore venute da piparti di Italia.Mercatino ideato per racco-gliere fondi da utilizzare nellarealizzazione del progettoUn monastero nella citt.Con questo progetto affer-ma suor Lucia miriamo adessere punto di riferimentoper i giovani. Spesso avvertia-mo in loro un senso di vuoto.Per questo vogliamo aiutarli ascoprire un senso, non sololegato alla spiritualit e allapreghiera ma anche legatoalla cultura.Sugli scaffali, insieme alleruote, conserve, marmellate,pasta fresca e oggetti di arti-gianato tra cui icone e presepiintagliati dalle stesse suore

    nel legno duli-vo.Ma la ruota solo uno deglielementi di unafesta che oltre aridestare lat-tenzione per ilsuo folclore, haun forte conno-tato spirituale eculturale.Durante lamessa in onoredella santapatrona gli stu-

    denti ricevono ogni anno,insieme al foglio con il testodella preghiera dello studen-te, una lampada di cera, for-giata dalle monache. SantaCaterina era venerata nelMedioevo racconta suorLucia - perch avrebbe zittitoe confutato con la sapienzadella croce le teorie di cin-quanta filosofi pagani chelimperatore le aveva sguinza-gliato contro. Non a caso lapatrona di diverse universittra le quali quella di Pavia e laSorbona di Parigi.Per ledizione di questannole suore hanno preparatocirca trecento lampade,facendo colare cera calda inpiccoli contenitori di vetro.Lo scorso anno era veramen-te suggestivo vedere sfilarequeste fiammelle gi per lastrada racconta suor Lucia che si stagliavano sul biancodella neve. Doniamo questelampade ai giovani concludela suora - affinch possanorichiedere protezione per ipropri esami accendendole epregando la santa. Certo per,se non studiano, c ben pocoda fare: il meccanismo nonfunziona.

    GIUSEPPINA AVOLA

    La festa del 25 novembre

    un modo per rendere il

    convento parte attiva della citt

    La ruota di Caterinache piaciuta allUnesco

    Protetto il dolce che ricorda il supplizio della Santa

    Le monache agostiniane ne producono 300 pezzi lanno. E vanno a ruba

    Sopra, la ruota di Santa Caterina, dolce preparato dallesuore in occasione della festa del 25 novembreSotto, alcuni prodotti venduti allinterno del mercatino

    allestito dalle agostiniane

  • 7/22/2019 Ducato 8

    9/16

    9

    IL PAPA IN CONVENTO

    P rimi anni Settanta:Tullia, ventenneappena sposata,decide di assecon-dare il sogno delsuo giovane marito,Gino Girolomoni: vanno avivere nel monastero abban-donato, sopra Isola del Piano,che Gino tanto amava dabambino, un luogo dove vede-va fondersi spiritualit e natu-ra.I primi tempi non sono facili:siamo nei boschi a pochi chi-lometri dal paese, non ci sono

    luce e gas e i due riescono aristrutturare solo una camera.Tutto il resto del monastero comprato da altri privati malandato e spoglio di ogniarredo. Ma viene utilizzatodalla giovane coppia comeluogo di incontro e preghieracon i loro amici, cos comeavviene anche oggi.Per sostenersi economica-mente, Gino e Tullia iniziano aprodurre formaggi e a coltiva-re la terra. Piano piano la gio-vane coppia ristruttura ancheil resto delledificio. Lex monastero si apre ai forestieri,ai quali la famiglia Girolomo-ni offre ospitalit gratuita-mente.Negli anni nascelidea di rendere

    questo postouna locanda eun centro diproduzione peralimenti biologi-ci, uno tra iprimi in Italia.Senza maiabbandonare ,per, laspettospirituale. Cossi consolida ildoppio binarioseguito dallafamiglia Girolo-moni: natura e religione fusein un unico luogo.La casa di Gino e Tullia diven-ta anche un posto di ritiro spi-rituale. Oggi, come allora,molti gruppi di preghiera siriuniscono per alcuni giorni,

    ritirandosi in meditazione trai monti e il bosco sopra Isoladel Piano.La cooperativa della famigliaha subito un buon successo.Nasce un pastificio e il mona-stero si trasforma progressiva-mente in una residenza perturisti incuriositi dallo stile divita della famiglia Girolomoni.Si arriva a quello che oggi ilmonastero di Montebello: unalocanda che offre ospitalit e,allo stesso tempo, rappresentaun piccolo e riparato angolodi spiritualit.Circa due anni fa nasce anche,allinterno delle mura, unapiccola chiesa dove ogni mer-coled viene recitato il rosarioe il primo venerd di ognimese si celebra la messa.La struttura aziendale sep-pure la famiglia non vuolesentir parlare di una vera epropria azienda si evolutanel tempo. Ci sono una coope-

    rativa e una Fondazione, cheprendono il nome della fami-glia, Girolomoni.Gli edifici dellazienda sonoora tre: il monastero, unalocanda per la ristorazioneche si trova a circa 500 metridal bosco e una vera e propriafabbrica nella quale si produ-cono tutti gli alimenti biologi-ci: dalla pasta allolio, dal caffai legumi. proprio la presidente dellaFondazione, Maria Girolomo-ni, figlia di Gino e Tullia, appe-na venticinquenne, a raccon-

    tare la storia dellazienda difamiglia e a spiegare come ilmarchio biologico Alce Nero,noto non solo nelle Marche,sia stato abbandonato dopounesperienza mal riuscita dicollaborazione con unazien-da bolognese.Maria non si esime ugualmen-te dal raccontare come natoquesto marchio: Il nome glie-lha dato mio padre dopo averletto, su consiglio di un edito-re fiorentino, un libro intitola-to Alce Nero parla, in cui sipu riassumere il suo amoreper la natura.Maria sembra emozionataquando racconta la storia delpadre scomparso circa un

    anno fa - e ilfunzionamento

    del monastero:Quelle che unavolta erano lecelle dei fratiora sono stanzeattrezzate pergli ospiti e perchi si avvicina aMontebello conc u r i o s i t ,soprattutto spi-rituale.Tante sono lecuriosit legatealla locanda:

    Qualche anno fa abbiamoospitato Vinicio Capossela continua ancora Maria doveva stare qui solo unanotte, ma si fermato per pidi una settimana, e in queigiorni ha scritto una delle sue

    canzoni pi famose, Ovunqueproteggi, ispirato da un postocos affascinante, un mona-stero arroccato su una collina,intriso di spiritualit, immer-so nel verde e che affaccia sullontano mare Adriatico.Maria guida, solitamente, gliospiti della locanda nella visi-ta del monastero, quasi com-pletamente ristrutturato dopooltre quarantanni di lavoro.Oltre alle stanze per gli ospiti alcune delle quali allestitecome veri e propri apparta-menti con tanto di cucine esistono due sale riunione perospitare gli eventi e i congres-si. Ma anche una sorta dimuseo agricolo, nel qualesono conservati tutti gli stru-menti agricoli tradizionali.Cos la vita dellex monasterodi Montebello - propriet diprivati da fine Ottocento - vaavanti tra convegni, preghieree routine familiare.

    Eremo di Fonte Avellana

    Monastero camaldolese in cui vivono 8monaci e 4 novizi. In alcuni periodi del-lanno offre lattivit di foresteria peresperienze spirituali di singoli e gruppi.

    Beato Sante

    Convento francescano di Monbaroccio.

    Nel mese di agosto i frati offrono laloro benedizione a malati, bambini eanimali.

    Fondazione Girolomoni

    Ex monastero, a 5 km da Isola delPiano, in cui possibile soggiornare eusufruire della vicina locanda che offreprodotti biologici.

    Pieve San Cassiano

    Struttura della diocesi di Urbino messaa disposizione dei cittadini per eventi divario tipo, dai matrimoni ai ritiri spiri-tuali delle associazioni cattoliche.

    Monastero delle Clarisse

    Ospita una trentina di suore di clausu-ra, appartenenti allordine francescano,a Mercatello sul Metauro.

    Eremo del silenzio

    Eremo per un tipo di meditazione deni-ta Zazen, considerata come indipenden-te rispetto alle religioni tradizionali.

    Santa Caterina

    Monastero nel centro di Urbino dedica-to alla santa protettrice degli studenti

    universitari. Ospita, eccezionalmente,studentesse bisognose di un alloggio.

    Santa Felicita

    Pensionato universitario in via del Fian-cale, nel quale risiedono circa 50 stu-dentesse di Urbino.

    Maria Immacolata

    Pensionato universitario predispostoallospitalit di circa 40 studentesseuniversitarie nel centro di Urbino, in viaMazzini.

    San Francesco

    Convento in piazza delle Erbe, a Urbino,che offre unaula studio per gli universi-tari e ospita, in via eccezionale, alcunistudenti bisognosi.

    MONASTERO PER MONASTERO

    Accanto,il cortile

    interno del-lex mona-

    stero diMontebello,

    a Isoladel Piano

    STEFANO RIZZUTI

    La famiglia Girolomoni gestisce

    una locanda che luogo di turismo

    e preghiera

    Mangia, prega,ama: purch bio

    Il caso dellex-eremo di Montebello

  • 7/22/2019 Ducato 8

    10/16

    il Ducato

    10

    Quel pozzo chiamato Urbino

    loro monastero spiega Rober-to- non abbiamo alcuna difcol-t ad alternare le pratiche di me-ditazione Zazen con la recita deivespri o delle lodi.Di papa Francesco lo hanno col-pito le scarpe, nere e semplici, e ilsuo sguardo, perch la genuinitdi un uomo si riconosce da comecammina e da come guarda glialtri. un uomo vitale, secon-do Roberto, che difcilmente ri-esce ad accettare le rigide normeche un papa dovrebbe seguire.Francesco sta portando nelmondo cattolico una straordi-naria ventata di ascolto e lo sta fa-cendo non con la teologia, macon la testimonianza pratica.

    Quando leremita Roberto parladel nuovo pontece i suoi occhitradiscono un sentimento di vi-cinanza verso i suoi costumisemplici. Nelleremo del silenzioinfatti non manca niente ma nonc nulla di superuo. C lortobiologico dove coltiva nocchi,cavoli e il poco- confessa- che sipu coltivare. C una stufa a le-gna. Quello che manca lo com-pra al supermercato, come tutti,magari stando attento a comenasce ogni prodotto, ma senzarigide regole. Non mangia carneperch non riesce ad accettareche per la sua sopravvivenza sianecessario uccidere un altro es-sere vivente. I soldi in casa sonopochi, ma assicura pi chesufcienti.Roberto Olivieri un eremita deinostri tempi. Usa Facebook e in-ternet per diffondere il suo pen-siero. Per lui un modo per met-tersi in relazione con gli altri, per-ch il sentire laltro non solosico, ma anche spirituale. Nellahome page del suo sito campeg-gia una frase che racchiude il suopensiero: Lessenziale. Il limitecome insegnante, la vita come ilprocesso che conduce da ego adamore.

    ANTONELLA FERRARA

    MARIO MARCIS

    Silenzio, medita leremitaRoberto Olivieri, dalla politica alle losoe orientali, una vita di spiritualit

    Incontri, pratiche zazen e passeggiate contemplative: una volta a settimana la sua casa diventa eremo

    Africa Mission, 40 anni di aiuti dallItalia allUganda

    Il silenzio domina leremodi Roberto Olivieri, un uo-mo di sessantanni con labarba lunga e lo sguardoprofondo, che da pi diventi ha deciso di vivere inmodo diverso. Per lui leremo im-merso nelle colline attorno a SanCostanzo anche una casa in cuivive con la moglie Katia, la glia diventotto anni e una cagnolinabianca. C un crocisso, una sta-tuetta del Buddha e un quadro di Vishnu: la sua casa racconta diuna spiritualit originale, lonta-

    na da ogni classicazione.Una volta a settimana il casolaredi pietra grezza circondato dalverde dei boschi, diventa eremo.I luoghi della sua quotidianit sitrasformano in luoghi di medita-zione per chi fa parte del Sentie-ro contemplativo, il gruppo fon-dato da Roberto e dalla moglie al-la ne degli anni 80 dopo avermesso da parte la politica, dalle-sperienza anarchica a quella bre-ve e deludente nel partito Comu-nista. Ho sempre saputo di voler vive-re in modo diverso. Poi un giornocon mia moglie abbiamo decisodi iniziare questo percorso alter-nativo. Abbiamo messo da partei soldi lentamente e abbiamo de-ciso di comprare questa casa. Ioho smesso di lavorare e mia mo-glie ha continuato a fare la mae-stra. Viviamo della sua pensionee delle offerte delle persone chepartecipano ai nostri gruppi dimeditazione. Alleremo del silenzio si va percolmare un dolore interiore, perdare una risposta alla ricerca disenso o semplicemente per im-parare a conoscere se stessi. Co-me nella tradizione delle losoeorientali ci si siede a gambe in-crociate di fronte a un muro,schiena inarcata e occhi aperti,ma la postura sica anche unapostura interiore. Bisogna farscorrere tutti i pensieri e le sensa-zioni che attraversano la menteper poi farle andar via. Si diventacome una porta aperta, il ussodi pensieri ci attraversa come lacorrente, senza fermarsi. Cos sipu sintetizzare la disciplina del-lo Zazen, unica pratica ripresa daRoberto da una religione tradi-zionale, quella buddista. Il mio ingresso nel mondo dellaspiritualit racconta leremita- passato per loriente, ma am-metto di essere stato sempre affa-scinato dalla gura di Cristo. Miamoglie Katia, invece, ha una for-mazione cattolica tradizionale.La lunga barba bianca e la man-tella nera potrebbero tradire lap-partenenza a un monachesimodaltri tempi. Ma la spiritualit diRoberto fuori dai dogmi religio-si. Come ama sottolineare noipercorriamo una strada inesplo-rata. Le inuenze del Cristianesi-mo e del Buddismo coesistono innoi come cellule dalle quali sca-

    turisce qualcosa di nuovo. Suquesti presupposti si basano gliincontri tra il gruppo del Sentieroe i monaci di Fonte Avellana.Quando veniamo ospitati nel

    In Uganda c un pozzo che ha ilnome della citt di Urbino: apochi metri dalla leva chepompa lacqua afssa una targache ricorda il dono fatto dalla cittagli abitanti di alcuni villaggi africa-ni. Nel 2007- ricorda don SandroDe Angeli, parroco a Urbino - lanostra comunit ha donato unbene indispensabile alle popolazioni ugandesi: gli abbiamo rega-lato lacqua. Don Sandro il padre spirituale di Africa Mission,movimento che, da pi di quarantanni, promuove lo sviluppo inalcune delle aree pi povere dellUganda. I progetti, realizzati dalmovimento e nanziati dalle Ong, coprono diversi ambiti di inter-vento, dalla protezione delle donne alla realizzazione di pozzi.Negli anni Africa Mission ha intensicato in tanti modi il lavoro inUganda ma mai con atteggiamenti da colonizzatori. Noi - precisadon Sandro- siamo in Africa per aiutare la popolazione ad acquisi-

    re delle competenze.Africa Mission ha portato in Uganda medi-ci, ingegneri e altri professionisti per coordinare le attivit dellapopolazione locale, per insegnare. Oltre agli aiuti materiali, ilmovimento di don Sandro ha lavorato tanto per favorire gliscambi culturali tra Italia e Uganda.

    Nel 2008 i bambini delle scuole diUrbino hanno mandato disegni dicibo e tradizioni italiane ai bambiniugandesi. Dalle scuole dellUgandale illustrazioni dei pozzi di Moroto eKampala sono arrivate sui banchidei bambini italiani. Qualche annodopo alcuni insegnanti ugandesisono stati ospitati dalle scuole

    materne e primarie di Fermignano e Gadana. In quei tre mesihanno raccontato ai bambini come vivono i loro coetanei nei vil-laggi dellUganda e quali difcolt affrontano ogni giorno. Ognianno i volontari organizzano mercatini di artigianato africano.Con la vendita di presepi, statuette e vasi si nanziano i progetti inUganda.LAfrica un mosaico di volti, voci, storie che vivono neiricordi di chi c stato. Scegliere di andarci non facile ma chiparte torna diverso racconta il parroco- Io stesso ho imparato astupirmi e ad apprezzare le piccole cose. Dallacqua calda al mat-

    tino alla automobile . Bianchi e neri in Uganda collaborano, dis-cutono, lavorano insieme. Il mio sogno che un giorno in queiposti possano esserci solo i neri - conclude il parroco- il nostroobbiettivo che la popolazione locale possa non avere pi biso-gno di noi e crescere in autonomia. (a.f & m.m.)

    Roberto Olivieri, 61 anni, vive nel suo eremo da pi di 20 anni con la moglie e la glia

    Don Sandro: Sognamoche un giorno in Africa

    non ci sia bisogno di noi

  • 7/22/2019 Ducato 8

    11/16

    11

    IL PAPA E I SUOI BOYS

    Nel panorama delleorganizzazionigiovanili presenti aUrbino, la Fucisembra di granlunga la pi vivace.

    Certamente quella pi seguita.Lo si intuisce subito, camminan-do per Urbino e scoprendo cheogni angolo della citt tappez-zato dai volantini delle loro ini-ziative. Ma lo si capisce ancormeglio quando si incontrano iragazzi che ne fanno parte. facile essere catturati dal loroentusiasmo. Quando Andrea eFederica, i due nuovi presidentidella Fuci urbinate, raccontanocome funziona la federazione siha lidea di avere di fronte perso-ne adulte pi che ragazzi. Inrealt non esistono gerarchie - siaffrettano a precisare - perch ilnostro un lavoro di squadra edove non arriva il singolo arriva ilgruppo. E con 50 tesserati circail gruppo urbinate il pi nume-roso dItalia. Sono ragazzi chevengono da strade e storie diver-se, accomunati dalla voglia distare insieme e dal desiderio diproseguire il proprio camminospirituale verso una fede adulta.Fin dalla sua nascita, agli inizi del900, la FederazioneUniversitaria Cattolica Italianaha aiutato gli studenti universi-tari nella formazione alla politicae alla responsabilit civile.Sempre attenta ai problemisociali e alla realt del mondouniversitario, la Fuci ha offertodurante le due guerre mondialiunalternativa al fascismo utiliz-zando limpegno culturale comestrumento di protesta. Oltre a

    Giovanni Battista Montini, cheprima di diventare Papa Paolo VIfu assistente ecclesiastico nazio-nale della Fuci, gran parte dellaclasse dirigente della

    FRANCESCO MORRONE

    Il ritorno dei collateraliLa Federazione universitaria cattolica urbinate ha 50 iscritti

    I fucini studiano Francesco. Una storia legata al Partito Popolare e allantifascismo

    Democrazia Cristiana si formin questo ambiente. Aldo Moro,Giulio Andreotti e VittorioBachelet, sono solo alcune dellegrandi gure che aderirono alcammino della Fuci. Dei ragazziche compongono la federazione,probabilmente, non tutti cono-scono la storia di questi perso-naggi. Ma tutti dimostrano diavere un eccezionale spirito di-niziativa e ciascuno si mette alservizio del gruppo partecipan-do alle varie Equipes di lavoro.Dalla contabilit allufcio stam-pa, dallanimazione allorganiz-zazione degli eventi, ogni com-ponente ha un compito ben pre-ciso in questa squadra. C chi sioccupa della gestione dellaulastudio e chi, invece, organizza i

    seminari. Lobiettivo comune,per, resta quello di organizzareil cammino della federazioneattraverso gli appuntamenti delgioved: la Santa Messa, gli

    incontri e il cineforum. Proprio ilcineforum pare abbia riscosso,in maniera del tutto inattesa, unsuccesso non indifferente.Mercoled scorso, al cinemaDucale, alla proiezione del lmIl glio dellaltra hanno parte-cipato oltre 350 persone. stataunimpresa farli entrare tutti dice entusiasta Federica masiamo soddisfatti di aver offertoun servizio del genere.Come tutte le grandi organizza-zioni, anche la Fuci possiede ilproprio statuto. composta da unassemblea, unconsiglio, una presidenza e danorme da rispettare. La presenzadegli assistenti ecclesiasticinominati dal vescovo garantiscea questi ragazzi una gura di

    riferimento. Nel gruppo diUrbino ci sono don DanieleBrivio e padre AndreaCannuccia, le guide spiritualiche aiutano i ragazzi a portare

    il desertonella chiesauniversitariaQui non vienemai nessuno

    Parla padre Luca

    La piazza che ospitaPalazzo Ducale, doveogni giorno centinaiadi studenti si dannoappuntamento periniziare le loro serate, anche il luogo dove sorge lachiesa di San Domenico. In ci-ma alla scalinata campeggianodue grandi cartelli con scrittoParrocchia universi taria. Sul-lo sfondo unimmagine della Vergine con il bambin Ges e,accanto, tutti gli appuntamentidi preghiera della settimana, in-sieme ai numeri di telefono dipadre Luca e padre Samuele. Varcato il portone della chiesa,si notano cinque le di sedie diplastica sistemate davanti al-

    laltare e destinate agli studentiche ogni sera alle 19.15 sono in-vitati a partecipare alla messa. A metter piede in parrocchia pe-r sono una manciata di fedelis-simi, sei o sette ragazzi, dieci neigiorni pi fortunati. La dome-nica diverso racconta padreLuca arriviamo ad avere alme-no una ventina di giovani. Ven-ti studenti a messa in una cittche ne conta pi di sedicimila: un dato preoccupante am-mette padre Luca questi nu-meri sono indice di come lenuove generazioni vivono la fe-de.Padre Luca Gabrielli un sacer-dote di 36 anni, originario di SanBenedetto del Tronto e a Urbinoda mille giorni. Da quando clui le attivit sono aumentate,ma i numeri stentano ancora acrescere. Lorario della messa pensato a misura di studente,per non intralciare le lezioni. Illuned il giorno delladorazio-ne eucaristica, mentre il marte-d, dalle 16 alle 19, tocca alleconfessioni. Alle 21 la catechesi:Affrontiamo tematiche lette al-la luce della parola di Dio spie-ga padre Luca come la posizio-ne della chiesa nei confrontidellomosessualit. Il marted iragazzi si trattengono anche acena al centro pastorale univer-sitario e ogni tanto vengonoproiettati dei lm. FrancescaFava allultimo anno della ma-gistrale in lettere antiche e nonsi mai persa una serata in chie-sa: Il bello ma anche il difciledi questa esperienza che ognivolta dobbiamo ricominciareda zero, gli studenti si avvicen-dano negli anni e il gruppo sirinnova costantemente.Padre Luca e i suoi collaborato-ri stanno cercando di cambiarele cose, a cominciare dal mododi rivolgersi ai giovani. Non ba-sta un cartello per invitare i ra-gazzi in chiesa sostiene padreLuca bisogna andare a pren-derli per dar loro modo di cono-scerci. Ogni mercoled il parro-co insieme a una suora va a bus-sare alle porte dei collegi per in-contrare i ragazzi e parlargli del-le loro attivit. A ne ottobre, eper il secondo anno consecuti-vo, si svolta la Festa delle ma-tricole, pensata per dare il ben-venuto in chiesa ai nuovi stu-

    denti. Padre Luca non si fa man-care neppure un prolo Face-book ed convinto che parlarecon i giovani signichi ancheusare il loro linguaggio. (v.s)

    avanti i progetti.Per spiegare perch un gruppodi giovani, invece di andare adivertirsi scelga di riunirsi inuna comunit per discutere,pregare, confrontarsi e riettere,padre Andrea racconta quelloche sta accadendo nella pieve diS. Cassiano. In questa chiesa aqualche chilometro da Urbino,proprio in questi giorni, la Fucista vivendo uno degli appunta-menti annuali pi attesi dairagazzi, la settimana della con-vivenza.Una volta allanno si trasferisco-no tutti in questa pieve, lontanidalla confusione e dalle distra-zioni, per condividere la quoti-dianit e sperimentare la gioiadi stare in gruppo. Si mangia, sidorme e si prega a stretto con-tatto. La mattina la svegliasuona per tutti alla stessa ora e,dopo la preghiera, ognuno libero di tornare ai propri doveriin attesa che arrivi la sera e ci siriunisca nuovamente per starein compagnia.Dentro queste mura si respiraun clima di accoglienza e amici-zia e anche questo, in n deiconti, un segno dei tempi: lavoglia dei giovani di reagire almomento difcile che sta viven-do lumanit, il bisogno di tro-vare una strada, quando di stra-de per i ragazzi se ne apronoben poche, e quasi tutte sono

    dirette verso un futuro troppoincerto. Il veicolo che spingequesti ragazzi a percorrerequesta strada lentusiasmo. Illoro motore la fede.

    Paolo VI stato assistente ecclesiastico nazionale Dalle loro le sono usciti personaggi del calibro di Aldo Moro, Vittor io Bachelet e Romano Prodi

    I ragazzi della Federazione Universitaria Cattolica Italiana di Urbino

    Giovanbattista Montini, Paolo VI (1963-1978)

  • 7/22/2019 Ducato 8

    12/16

    il Ducato

    12

    Chiese di nuovopiene, confessioniin aumento, i divor-ziati, le coppie difatto e i conviventiche vogliono isacramenti perch PapaFrancesco per loro chiedeaccoglienza e misericordia.Leffetto Bergoglio sembra avertravolto i parroci delle diocesi,dal centro alle periferie pi lon-tane. Ma siamo sicuri cheanche a Urbino la vita parroc-chiale sia cambiata dopo il suoarrivo? La sua elezione ha por-tato nuovo entusiasmo e du-cia per la Chiesa, ma forse era-vamo impreparati confessadon Andreas Fassa, parroco delduomo di Urbino a darerisposte a famiglie ferite o aconviventi senza nuovenorme. Naturalmente anche aUrbino i parroci hanno bene-ciato del nuovo clima pastoraleintrodotto da Francesco, eanche loro, che ogni giornohanno il compito di guidare ifedeli di questa piccola comu-nit, tentano di rendere il mes-saggio evangelico pi semplicee pi accessibile, adeguandoloai tempi che cambiano. Ilnuovo Pontece parla con unlinguaggio semplice e umile,arriva al cuore delle persone,parla di povert e di amore pergli ultimi dice monsignor EzioFeduzi della parrocchia CristoRe in Trasanni e questo lorende diverso dal suo prede-cessore. Ma in realt piccolecome la nostra difcile notarecambiamenti radicali, non mipare ci sia stato una crescita dipresenze nella nostra parroc-chia. Francesco fa brecciasoprattutto su coloro che sierano allontanati dalla vita cri-stiana afferma padre LucaGabrielli della ParrocchiaUniversitaria - ma qui nonsono aumentate le confessionio lafuenza alle messe.Bergoglio sta dando un voltonuovo alla Chiesa, il volto dellamisericordia e del perdono di

    FRANCESCO MORRONE Dio. Usa un linguaggio semplicee diretto, che scalda il cuore, manon ha introdotto novit, la dot-trina del Vangelo non pu esserecambiata. Dello stesso avviso monsignor Feduzi: ci sono coseche non potranno mai essere tol-lerate, come il sacerdozio alledonne e gli atti omosessuali, per-ch la Bibbia stessa a vietarlo.Ma non escludo che un giorno idivorziati possano ricevere leu-carestia.Di certo gli appelli di Francescoper una chiesa che ritorni allaparola semplice del Vangelo eche ricordi lumilt ai proprifedeli non cambieranno i princi-pi cattolici, ma lattenzione versotemi scomodi e problematicheevitate con cura dai vecchi pon-teci il segno dei tempi checambiano. arrivato a mostraredolore e vergogna per i peccatidi alcuni membri della Chiesa equesto, insieme alle sue innova-zioni ideologiche, ha fatto storce-re il naso a molti tradizionalisti.Le aperture del Papa sono unbene dice monsignor SandroDe Angeli della Santissima Annunziata ma attenti a nonesagerare. Su temi come lomo-sessualit e i divorziati Francescoha dimostrato accoglienza, nonapprovazione. Sulla stessa ondasi schiera padre Gabrielli: Noiparroci sentiamo che con ilnuovo Papa si sono aperti nuoviorizzonti per la Chiesa. Orizzontiche n qui non erano stati consi-

    derati. Sicuramente su divorziatirisposati e conviventi ora siamopi motivati, ma in attesa dinovit canoniche per loro restalimpossibilit di ricevere i sacra-menti. Sullaborto, ad esempio,Don Fassa ricorda che la chiesanon cambia posizione, ma ledonne vanno capite e aiutate.Sullaborto, ma anche sui gay, loIor, gli immigrati, i divorziati e ildialogo con le altre religioni iltema resta aperto. PapaFrancesco non d una paroladenitiva, ma ogni giorno indicaai suoi fedeli una direzione daseguire, un percorso possibile inattesa che il Sinodo Straordinariodel prossimo ottobre possa rac-cogliere al meglio le sde delmondo attuale.

    ritornato il buon paAumentano le presenze e le confessioni nelle parrocchie del Montefeltro

    Ma la chiesa bassa prudente: Su gay e divorziati ancora aspettiamo vere indicazioni dotttrinarie

    Don Andreas: La sua

    elezione ha portato nuovo entusiasmo

    Don Ezio: Parla con linguaggio semplicee umile

    Monsignor Feduzi: Francesco

    fa breccia su chi era lontano dalla

    vita cristiana

  • 7/22/2019 Ducato 8

    13/16

    13

    IL PAPA E I SUOI BOYS

    Sono quindici giovani donne, vestono in jeans e maglione e si aggirano per le menseuniversitarie di Urbino. Non sono studen-tesse, ma suore. Si chiamano Apostole della vitainteriore e la loro missione evangelizzare iragazzi che non frequentano la chiesa, parlando-gli di Dio o semplicemente ascoltandoli.Si sentono molto in sintonia con il nuovo Papa eapprezzano il suo modo di avvicinarsi alle perso-ne. Quando Bergoglio era ancora arcivescovo diBuenos Aires - racconta Tiziana Mazzei, unadelle apostole - rilasci unintervista in cuiaffrontava il tema dellevangelizzazione.Sembrano parole dette da noi.La losoa delle apostole proprio quella diaprirsi agli altri, uscendo da una Chiesa cheparla a se stessa e andando incontro ai giovani.Cerchiamo di mescolarci ai ragazzi frequentan-do gli stessi ambienti spiega Tiziana ci sedia-mo accanto a chi a tavola da solo oppureandiamo a bussare alle stanze dei collegi, maevitiamo di fermare chi va di fretta.Ogni suora ha la sua tecnica, non hanno regolesse. Ad esempio, lapostola Janel Olberding rac-conta che la conversazione deve essere sponta-nea, altrimenti c il rischio di ottenere leffettocontrario. Mi siedo accanto a un ragazzo e ini-zio a parlargli di un argomento qualsiasi diceJanel gli chiedo com andata la giornata o cosastudia. Se vedo che non scocciato gli facciovedere un volantino sulle nostre attivit e glidomando che rapporto ha con Dio e con laChiesa.Il loro metodo non proprio ortodosso funziona.Tiziana ancora in contatto con molti ragazziconosciuti a Urbino: Da una parola pu nascereuna vera amicizia. Mi capitato di mangiare amensa insieme a una ragazza, ora lei sta facendo

    la formazione da novizia nella nostra comunit,che ha base a Roma. Le apostole infatti da dodi-ci anni e almeno per una settimana al mese viag-giano dalla capitale a Urbino proprio per incon-trare i ragazzi. Della comunit, fondata nel 90dal sacerdote Salvatore Scorza insieme alla sta-tunitense Susan Pieper, fanno parte quindiciragazze con i voti e sei novizie. Negli ultimi annisi sono aggiunti cinque sacerdoti e tre novizi,oltre allaiuto di un centinaio di collaboratorilaici. Per superare la distanza Roma-Urbino leapostole si servono di Skype, che usano perchiacchierare con i ragazzi senza limiti di tempo.Un altro mezzo a cui non rinunciano Facebook. Ciascuna di loro ha un prolo perso-nale sul social network che utilizzano sia perritrovare persone gi incontrate, sia per studiaregli interessi dei giovani. Far parte di Facebook signica entrare nel loro mondo spiega Janel oggi pi semplice scriversi l piuttosto che tra-mite e-mail.La risposta dei giovani per, non sempre posi-tiva. Capita di tutto scherza Tiziana - ricordoche diversi anni fa avevamo conosciuto unaragazza svedese, ci chiamava sempre, ci chiede-va di uscire, di prendere il t insieme, no a cheun giorno ha cominciato a evitarci. Allora abbia-mo capito che allinizio le servivamo perch nonconosceva nessuno. Trovate altre amicizie ci haletteralmente sbolognate. Anche esperienzecome queste non vengono ritenute un fallimen-to dalle apostole. A distanza di anni quellaragazza ci ha telefonato dicendoci quanto erava-mo state importanti per lei conclude Tiziana non sai mai limpatto che pu avere una parola ouna dimostrazione di vicinanza, anche e soprat-tutto per quelle persone che giurano di non aver-ne bisogno. (v.s.)

    Di certo non sarun incontro for-male. Ne sonoconvinti gli scoutdel gruppo

    Urbino 1, quan-do fantasticano sul momentoin cui vedranno papaFrancesco in mezzo a loro. Laprossima estate, infatti, 32.000scout da tutta Italia, tra cui unaventina della citt ducale, siriuniranno in Toscana per laRoute nazionale, un radunoassociativo che non avviene da28 anni. Alledizione scorsa, nel1986, papa Giovanni Paolo IIaveva partecipato. Nulla fapensare che papa Francesconon venga a trovarci, condaDonatella, capo gruppo diUrbino 1, mentre nella sede invia delle Mura raccoglie lequote discrizione dei ragazziche parteciperanno alla Route.Finora questo nuovo papa hamostrato moltaspontaneit neirapporti con i gio-vani e sa calarsinel loro linguag-gio. Spero chevenga e da lui nonmi aspetto un dis-corso convenzio-nale.Cinzia e Cecilia, di18 anni, vengonoa portare la loroquota. Io sar nelgruppo stampadellevento, spie-ga Cinzia, quindi spero dipoter vedere Francesco ancheda vicino. Per questi ragazzi, eper tutta lassociazione scout,non si tratta di un papa qual-siasi: Parla di povert, sempli-cit, protagonismo, raccontaDonatella, quindi ricalca iprincipi educativi dellAgesci.LAssociazione guide e scoutscattolici italiani nata nel 1974dallunione dellAsci, maschile,e dellAgi, femminile, ed lapi vasta organizzazione catto-lica giovanile in Italia. Nel terri-torio ducale, per, i gruppisono pochi: Cinzia raccontache alcuni ragazzi, per parteci-pare alle riunioni a Urbino,vengono anche daFossombrone, perch lunicoaltro gruppo della zona aSantAngelo in Vado.LUrbino 1 nato nel 1984 equestanno, tra adulti e bambi-ni, ha oltre un centinaio diiscritti. Nella branca dei pipiccoli, dagli 8 agli 11 anni, ci

    sono 26 lupetti, maschi e fem-mine. Per loro il metodo scoutprevede tanto gioco e diverti-mento, specialmente allariaaperta, nellambiente fantasti-co del Libro della giungla di

    Rudyard Kipling. Gli educatori,davanti ai bambini, non sichiamano mai con il loro veronome: il capo branca il lupo Akela, il parroco lorso Baloo,poi ci sono Bagheera, Chil, Kaae tutti gli altri personaggi delracconto.La branca successiva quella

    degli esploratori e delle guide,dai 12 ai 16 anni: a Urbinosono 35. A questa et il clima quello dellavventura, contante uscite in montagna, fuo-chi da accendere e tende damontare. A 12 anni, inoltre, sipronuncia davanti ai capi lapromessa scout: Con laiutodi Dio, prometto sul mio onoredi fare del mio meglio: percompiere il mio dovere versoDio e verso il mio Paese, peraiutare gli altri in ogni circo-stanza, per osservare la leggescout.La terza branca quella delclan, in cui rientrano i novizi, irover e le scolte, tutti adole-scenti tra i 17 e i 21 anni. Punticardine di questo gruppo, che

    a Urbino conta25 ragazzi,sono i valoridella comunit,del volontaria-to, del cammi-nare insieme edella fede. Sonoloro, i pi gran-di, che parteci-peranno allaRoute del 2014e che si emo-zionano a pen-sare alla pre-senza di papa

    Francesco tra migliaia di cami-ce azzurre.Oltre ai bambini e ai ragazzi,lUrbino 1 conta una ventina dieducatori dai 20 ai 50 anni che,nei ritagli di tempo tra il lavoro,lo studio e la famiglia, indossa-no ogni settimana il fazzoletto-ne per trasmettere ad altri fra-telli, attraverso il gioco, queivalori dello scoutismo cheBergoglio sembra incarnare. Ilnuovo papa di grande esem-pio per noi, affermaDonatella, e lassociazione siispira molto agli uomini di fedeche hanno un grande carismanel relazionarsi ai giovani.Di certo ladolescenza unperiodo difcile, anche nelcampo della ricerca di Dio, masecondo Cinzia il nuovo papasembra aver fatto brecciaanche nei suoi compagni chesono meno credenti. Certo,c chi pi attratto e chimeno, ma comunque papaFrancesco ha fatto riavvicinare

    i giovani alla Chiesa. Anche chitra di noi non si poneva il pro-blema della fede, ora spinto afarlo, mentre chi gi se loponeva, adesso ancora piconvinto.

    DIANA OREFICE

    I ragazzi del clan sognano un incontro storico

    Gli scout di Urbino

    vogliono Francescoal raduno nazional

    Un giorno fra le apostole della vita interiore

    Studentesse? No, su

    In altoa sinistradue scoutdel clandi Urbino 1A anco,le apostoleTizianae Janelconun gruppo distudentesse

    A Santa Marta

    vive uno scout honoris

    causa:si chiama

    Jorge Maria

  • 7/22/2019 Ducato 8

    14/16

    il Duca to

    14

    Laura la bella strega

    fu bruciata in piazzaper dimenticare la fame

    Religiosit e roghi nel Montefeltro del 1500

    Era il 10 agosto 1587. A novantanni dal-lultimo processoper stregoneria siriaprivano le portedel tribunale arcive-

    scovile di Urbino. DonnaLaura, guaritrice di Farneta,veniva formalmente accusatadi essere unancella di Satana.La sua storia, dopo quasi cin-que secoli, ancora viva. Lhaportata a noi una filastroccache viene ancora insegnata aibambini: Staccia stacciola:chel bordlac en volg g a scola!Staccia minaccia: la strega i dla caccia! Staccia mineta: lastrega di Farneta. La canzon-cina nasconde un fatto real-mente accaduto e ricostruitopochi anni fa dallo studiosoGiovanni Murano nel suo libroLa stregoneria nel Ducato di Urbino alla fine del Cinquecen-to .Limputata, scri tto nelle cartedel processo custodite nella

    biblioteca della citt ducale,viene da Cagli e si trasferitainsieme alla sua famiglia aSanta Croce di Farneta (Acqua-

    lagna). temuta quanto lin-ferno, ma i suoi servigi sonomolto richiesti quando malat-tie e paura varcano lusciodelle case della comunit con-tadina dove vive. Qui tutte ledonne che hanno li figliuolinipiccoli si sforzano di essergliamiche perch i suoi miscugli

    di herba dellinvidia, avena,falasco et molte altre herbeofficinali sono indispensabili. Isuoi rimedi sono lunica curaaccessibile nelle campagne,dove non arriva la medicinaufficiale. Se i bambini siammalano sfamandosi con laterra in mancanza di farina, lemadri in preda alla disperazio-ne chiedono aiuto a Laura. Elei, per scacciare il male,imbocca i loro figli con del ter-riccio trafugato dai sepolcri.Non la Santa Inquisizione agiudicare Laura, ma il vicarioapostolico Paolo Pagani. Unuomo di Dio che ritiene atten-dibili queste mezze verit epettegolezzi. Rivelazioni, adesempio, come quelle didonna Giulia, una dei 26 testi-

    moni, che ha sentito dire che laguaritrice fa uso di straniunguenti. E questa per il giudi-ce una prova inconfutabile

    della colpevolezza di Laura.Perch le streghe, si sa, son-gevano e subito andavano afare qualche malefitio. Si ser-vono di questi balsami ricavatidal grasso dei bambini, rac-contano i trattati sulla strego-neria, per trasformarsi in ani-mali e volare cos di notte al

    sabba per incontrarsi con glialtri seguaci del demonio, sca-tenarsi in orge e saziarsi con lacarne dei neonati.Pagani, vicario e rappresentan-te della Santa Sede, in missioneper conto di Sisto V, animatodal fervore di chi cresciutoallombra del Concilio di Tren-to. Sa che la caccia al miscre-dente unoccasione da nonlasciarsi sfuggire. Il suo obietti-vo seminare inquietudine perraccogliere consenso. Garanti-re la pace in terra attraverso ilcontrollo della giustizia: unar-ma politica da brandire nellalotta per il potere, conteso traprincipe e papa, tra i magistratilaici del duca di Urbino, Fran-cesco Maria II della Rovere, e laSanta Inquisizione che stenta a

    varcare le mura del Ducato. Ilvicario, per meglio destreggiar-si nella battaglia contro linfe-zione della superstizione,

    LORENZA F. PELLEGRINI

    segue alla lettera i dettami del Malleus Maleficarum , manualeper inquisitori scritto nel 1487e diventato molto popolare allafine del Cinquecento. Nel Mal-leus Pagani trova materiale asufficienza per formulare teo-remi con cui inchiodare la stre-ga delle erbe magiche. Cos aLaura viene anche data la colpadellondata di gelo fuori stagio-

    ne che ha colpito Farneta, giflagellata da raccolti andatimale e dalla moria di uomini ebestiame. Denudata, legata a

    una corda e torturata mentreurla la sua innocenza. Questa lultima immagine della stregadi Farneta che ci restituisce ilverbale del processo.Non difficile ipotizzare cheLaura venga bruciata viva tra lefiamme del rogo. Morta lei,morto il principe senza eredi,Francesco Maria II della Rove-re, nel 1631 Urbino passa sotto

    il governo di Roma. E pocodopo, per la prima volta laSanta Inquisizione arriva nelleterre dellex Ducato.

    Clemente XI papa per casoLurbinate Albani tra storia e leggenda

    FEDERICO CAPEZZA

    A 18 anni era un giovaneletterato costretto allacarriera ecclesiastica. A 51 venne eletto Papa da unodei Conclavi pi turbolentidella storia. E forse non se lasentiva di salire sul soglio diPietro, al punto di mettersi aletto ngendosi malato. Lurbi-nate Giovanni Francesco Alba-ni divent Clemente XI nonsolo controvoglia ma anche percaso.Nato nel 1649 in una nobilefamiglia di origine albaneseche si era gi distinta in campopolitico (il nonno Orazio avevafavorito il passaggio di Urbino

    allo Stato della Chiesa), Albaniviene mandato a Roma, dovediventa protetto dai Barberini.Diventa ospite sso del salottodella regina Cristina di Svezia,il ritrovo pi intellettuale del

    XVII secolo, e riscopre antichitesti latini e greci dati ormaiper distrutti: un letterato pron-to a spiccare il volo, che deveper lasciar stare la penna ededicarsi alla carriera ecclesia-stica per volere del padre Carlo.

    Nel 1670, dopo la laurea indiritto a Urbino, diventa cano-nico. A 28 anni ricopre la caricadi amministratore della diocesidi Rieti; poi approda in Vatica-no diventando, in poco tempo,vicario della Basilica di SanPietro e, inne, cardinale.Gli studi urbinati gli permetto-no di farsi notare: il suo prede-cessore Innocenzo XII non si fascrupoli a svegliarlo a nottefonda per chiedere consigli dicarattere politico e lo incarica

    di riformare la struttura dellostato ponticio. Al momento della morte delPapa, Albani solo uno deitanti nomi in lizza per la suc-cessione. Il Conclave iniziato il

    9 ottobre 1700, si trascina perpi di un mese senza che il col-legio riesca a mettersi daccor-do su un nome: a sparigliare lecarte e mettere fretta ai cardi-nali la morte del re di Spagna.Carlo II dAsburgo, morto ilprimo novembre 1700, lasciaun imperoimmenso maneanche unerede.Il monar-ca, su parere diInnocenzo XII(a sua voltaconsigliato da Albani) avevadeciso datempo di af-dare la coronaal duca FilippodAngi, nipotedel re di Fran-cia,.Ma le altre dinastie si sen-tono defraudate e si prola cosla guerra di successione per iltrono spagnolo. Tutti guardanoa Roma per capire da che partesi schierer la Santa Sede. Lascelta dei porporati ricade pro-prio su Albani, ritenuto abilediplomatico e temporeggiato-re: principi della Chiesa devo-

    no per faticare non poco perconvincere il designato adaccettare la nomina. Gli urbi-nati, invece, ne sono entusiastie, narra la leggenda, piantanoun platano per festeggiare le-vento. Il platano, tuttora visibi-le in un cortile di Via Valerio,

    solo il primo diuna lunga seriedi segni di Cle-mente XI anco-ra rintracciabilitra le mura diUrbino. Il pifamoso lobe-lisco di piazzaRinascimento,trafugato da untempio dedica-to a Iside. Unaltro esempio la colonna di

    San Crescentino davanti aPalazzo Odasi, unara sacrica-le di epoca romana che sostie-ne una colonna paleocristina e

    la statua del protettore di Urbi-no. Albani, infatti, arriva addi-rittura a spogliare Roma dialcuni capolavori per traspor-tarli nella citt natale, nanzia ilavori di abbellimento del

    Duomo e del Palazzo Ducale,chiama i migliori artisti perarricchire il palazzo di fami-glia, oggi propriet dellateneo. stato senza dubbio unmecenate spiega la professo-ressa Silvia Cuppini dellUni-versit Carlo Bo da ci cheha lasciato si deduce la suasensibilit artistica. Non era unbelluomo, ma era un grandeorganizzatore. Il suo papato -continua la professoressa-dur ventuno anni, un periodomolto lungo per lepoca. Ilgrande amore che Albani pro-vava verso la sua citt hasegnato un secondo momentodi felicit economica dopolera dei Montefeltro. Clemente XI ha arricchito Urbinolasciando segni artistici e urba-nistici di forte sensibilit con-temporanea.Ci sarebbe per unultima ere-dit nascosta nelle viscere dellacitt ducale: un leggendariobottino di opere darte al centrodi una caccia che dura daanni. C chi dice che si trovinei sotterranei del Duomo, mala sua esistenza tuttaltro cheprovata.

    Il sabba delle streghe (1510) di Hans Baldung Grien

  • 7/22/2019 Ducato 8

    15/16

    15

    IL PAPA TEMPO RALE

    Fino a qualche annofa 14 fogli A4 non ba-stavano a contenerelelenco di tutte lepropriet della Cu-ria a Urbino. Oggi ri-

    uscire a stimare tutta lereditpatrimoniale ecclesiastica ac-cumulatasi a partire dal XV se-colo unimpresa non facile,ma affermare che la Chiesapossieda mezza citt non for-se troppo lontano dalla realt. Al Comune risulta che su 18.432unit immobiliari (apparta-menti, abitazioni, fabbricati,magazzini ecc.) circa 313,l1,70%, sono intestate a Entireligiosi. Pochi,viene da pensa-re, ma moltobuoni se si guar-dano i profitti.Dei 313 totali, 68sono luoghi diculto, gli altri fi-gurano quas itutti al catastocome apparta-menti, case, ma-gazzini.Secondo lAgen-zia del Territorioil 25% di questeunit, pi di 80 fabbricati, sonointestati allIstituto diocesanoper il Sostentamento del Clerodi Urbino Urbania SantAn-gelo in Vado, lente ecclesiasti-co che pu gestire, sulla carta,tutto quel patrimonio dellaChiesa che genera reddito.Molti degli edifici sono in affit-to a privati, banche, studenti,negozianti ma soprattutto al-lUniversit. Alcuni esempi so-no la chiesa sconsacrata di SanPaolo, di fronte alla facolt diEconomia, affittata a un restau-ratore, il palazzo del CinemaNuova Luce, di propriet dellaCuria e gestito da privati e ledi-ficio in via Veneto, prima sededi una banca. Il grosso si trovadi fronte al Palazzo Ducale do-

    ve molti dei palazzoni sono dellaChiesa e dati in affitto allAteneo.In via Piazza del Rinascimento cisono laboratori e aule dellIstitu-to di Scienze Chimiche, il Palaz-zo Petrangolini sede dellIstitu-to di Lingue, in Piazza Gherardiun edificio ospita la facolt diScienze Politiche e in via SantaChiara 27 si trovano i laboratoridel Dipartimento di Scienze Bio-molecolari. Costo degli affitti: ol-tre un milione di euro, almeno fi-no al 2010 e oggi la situazionenon dovrebbe essere cambiata.La curia possiede inoltre quasi200 terreni per un totale di oltre3500 ettari, la maggior parte datain affitto agli agricoltori di Cia eColdiretti producendo ulteriorereddito che per diminuito ne-gli ultimi anni. Nel 2010 Giovan-

    ni Palazzi, presi-dente dellIstitutodiocesano per ilSostentamentodel Clero, raccon-tava al Ducato chela rendita annualedai soli terreni eradi 300.000 europer affitti di unmassimo di 250euro a ettaro nellezone pi redditi-zie. Prima dellacrisi il prezzo eraben superiore, cir-

    ca 650 euro a ettaro.Pi di questo per non possibi-le sapere: il criterio della traspa-renza, tanto ricercato nelle am-ministrazioni pubbliche, non ancora stato evocato negli stan-zoni della Diocesi di Urbino: Pa-lazzi tiene la bocca chiusa e nonha voglia di rilasciare dichiara-zioni.Oltre gli sterili numeri, interes-sante sarebbe anche soffermarsisu chi gestisce concretamente lerisorse. lUfficio Tecnico Am-ministrativo della Diocesi, il

    quale ha come Responsabile tec-nico, nominato nel 2001 dallex vescovo Marinelli, lingegnere Alessandro Cioppi , ex presiden-te del Rotary di Urbino. Tra leprincipali attivit svolte dallin-

    gegnere ci sono vari restauri dichiese e oratori e il progetto perlallestimento e lampliamentodegli spazi del Museo Diocesano Albani. I lavori li ha effet tuati laPiquadro societ di ingegnerias.r.l. della quale Cioppi VicePresidente del Consiglio di am-ministrazione dal febbraio 2012e socio al 20%. Unaltra questio-ne che porterebbe a tanti puntiinterrogativi, senza poi entrarenel merito delle rendite catastalie delle varie tasse sugli immobiliche meriterebbero giornate dilavoro a parte.

    Il grande potere della CuriImmobili storici, fabbricati moderni, terreni: la Chiesa urbinate non povera

    Un milione di euro lanno, gli aftti pagati dallUniversit. Poi ci sono i terreni locati da Cia e Coldiretti

    LAURA MORELLI

    Lex sede della banca diVia Veneto, propriet dellaDiocesiListituto di credito statoal centro del dibattito pub-blico perch indicatocome possibile sededi un fast food, a pochipassi dal Duomo

    e da Palazzo Ducale

    L1,7per cento

    di tuttele propriet

    immobiliari in manoai religiosi

    In alto, la sede diScienze BiomolecolariAl centro, lex chiesadi San Paolo, adessousata dallAteneocome laboratorio direstauro

    In basso: la sede diScienze Chimiche,anchessa di proprietdella Diocesi

  • 7/22/2019 Ducato 8

    16/16

    il Ducato IL PAPA E LA COMUNICAZIONE

    ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO , fondata da Carlo Bo. Presidente: STEFANO PIVATO, Rettore dell'Universit di Urbino "Carlo Bo". Con- siglieri: per l'Universit: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIUSEPPE PAIONI; per l'Ordine: NICOLA DI FRANCESCO, STEFANO FABRIZI, SIMONETTA MARFOGLIA;per la Regione Marche: JACOPO FRATTINI, PIETRO TABANELLI; per la Fnsi: GIOVANNI ROSSI, GIANCARLO TARTAGLIA.

    ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICO MASCILLI MIGLIORINI.SCUOLA DI GIORNALISMO: Direttore GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI

    IL DUCATO Periodico dell'Ifg di Urbino Via della Stazione, 61029 - Urbino - 0722350581 - fax 0722328336 http://ifg.uniurb.it/giornalismo; e-mail:[email protected] Direttore responsabile: GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI Stampa: Arti Grafiche Editorial i Srl - Urbino - 0722328733 Regi-strazione Tribunale Urbino n. 154 del 31 gennaio 1991

    Social network FrancescoLinvasione di nuovi e vecchi media: su Twitter oltre 9 milioni di followers

    Frasi familiari, discese tra la folla, stretta di mano, la Misericordina: la svolta comunicativa di BergoglioRischio di esagerare. Tanta attenzionemediatica, per, lascia spazio a frain-tendimenti o quanto meno a visioni dis-torte di quelle che sono le vere intenzio-ni del pontefice: Si rischia di iper i nter-pretare le parole di Bergoglio nella spa-smodica ricerca di un cambiamento al-linterno della Chiesa: i segnali positivi,ogni parola nuova viene vista in un otti-ca di esagerazione e la cornice interpre-tativa condizionata. Bisognerebbe fa-re una distinzione tra le parole e il con-tenuto, capire se si tratta di una que-stione di costume o politica, distingue-re tra un editoriale di Gramellini sul Pa-pa e un articolo di un vaticanista. Inquesto modo, la tanto decantata aper-tura del Papa al mondo omosessuale,quella dei titoloni e della istantanea dif-fusione in rete, a unanalisi pi attenta sitrasforma nel semplice affrontare il dis-corso con uninedita naturalezza per lesale del Vaticano: Se una persona omo-sessuale di buona volont ed in cer-ca di Dio, io non sono nessuno per giu-dicarla, disse Francesco implicandoquindi una via di pentimento e costri-zione non immediatamente percepitada diversi media.Non ho parlato molto di queste cose aveva aggiunto Bergoglio - e questo mi stato rimproverato. Ma quando se neparla, bisogna parlarne in un contesto.Il parere della Chiesa, del resto, lo si co-nosce, e io sono figlio della Chiesa, manon necessario parlarne in continua-zione. Non possiamo insistere solo sul-le questioni legate ad aborto, matrimo-nio omosessuale e uso dei metodi con-traccettivi.La mappatura sociale. Chiama in causadirettamente i fedeli, non solo con let-tere e telefonate, ma con il questionariodi 38 domande sui temi pi problemati-ci della pastorale familiare, chiedendodi esprimersi, oltre che su pastorale edevangelizzazione, su contraccezione,coppie di fatto, etero e gay e comunioneai divorziati risposati. Tutto in prepara-zione del Sinodo del 2014 e tutto con-sultabile dal sito del Vaticano grazie aunimprovvisa inversione di marcia(inizialmente la diffusione sarebbe do-vuta passare solo attraverso le chiese lo-cali, con il compito di diffonderlo inmodo capillare).Il social boom. Intanto, i numeri deimedia Vaticani parlano chiaro: pi dinove milioni e trecentomila followerper laccount Twitter di papa France-sco; almeno sessanta milioni di personeraggiunte su smartphone e tablet e pidi dieci milioni i navigatori che nelle va-rie lingue visitano ogni mese le paginedel portale news del Vaticano attraversoFacebook: La Chiesa conclude il pro-fessore Boccia Artieri- sempre statadove stanno le persone ed ora ha capitoche se le persone stanno in rete, l chedeve agire. E Francesco il migliore perarrivarci: con le sue parole e i suoi gesti,che diventano virali nel senso virtua-le del termine e che si diffondono congrande facilit, il miglior testimonialdi un brand antico che non cambiatonella sua tradizione ma che sopravvivegrazie a un nuovo volto comunicat ivo.

    U na conversazione con ifedeli di tutto il mondoscandita a ritmo di lessi-co familiare e quotidia-no. Bergoglio il Papadai gesti virali e dallacomunicazione diretta, dal fratelli esorelle, buonasera alla Misericordinache fa bene al cuore. Papa Francesco sipresenta cos come il pi grande comu-nicatore dellultimo secolo, quasi gio-cando la partita del confronto con Gio-vanni XXIII e Giovanni Paolo II. I tempisono diversi ma soprattutto sono i mez-zi a essere cambiati: dove prima cera-no solo radio e tv, oggi ci sono socialnetwork di ogni tipo e, come sostenutodal cyber teologo padre Antonio Spa-daro in un intervista, Bergoglio non usai social network ma un social net- work perch crea eventi comunicativi edinamici.Un migliore comunicatore. Laperturacomunicativa della chiesa, e il suo cam-biamento, sono iniziate con laccountTwitter di papa Ratzinger e Bergoglio,in un certo senso, solo un degno suc-cessore, spiega Giovanni Boccia Artie-ri, professore di Sociologia dei NuoviMedia alluniversit di Urbino. Si trat-terebbe quindi di una storia vecchia,che non porta necessariamente a unapianificazione di marketing a tavolino: evidente continua Boccia Artieri che se non cambia il mezzo, la perso-na a influenzare il tipo di comunicazio-ne. Francesco si fa portavoce dellaChiesa in modo scherzoso e provocato-rio insieme. uno stile di grande im-patto perch pi ricettivo della sensibi-lit dei fedeli. Ha mostrato maggioreapertura ed per questo che amatodalle persone e soprattutto dai media.La Papadipendenza. Si profila i l secon-do aspetto della questione: quanto ilPapa sembri amare i mezzi di comuni-cazione (nel primo Angelus ha dettograzie ai media la piazza ha le dimen-sioni del mondo), tanto i media sem-brano essere innamorati del papa: una figura che crea dipendenza spie-ga ancora Boccia Artieri e il suo usodella comunicazione sapiente, comead esempio nel caso della risposta aScalfari: a lettera aperta, ha rispostopubblicamente inserendosi nel pianodei media con forza, ricorrendo a quel-la che ormai una sudditanza mediati-ca.Giornali e tv sono ricettivi per tuttoquanto riguarda e fa Bergoglio, un Pa-pa che produce appeal nel pubblico, di estrema attualit e crea dipendenzae amplificazione: fornisce tanto mate-riale per farlo ma altrettanto per creareragionevoli dubbi nella veridicit delsuo personaggio.Anche con Giovanni Paolo II si era vis-suta questa de-istituzionalizzazionedei rapporti aggiunge il professore - elo stesso valso per il cosiddetto effet-to Obama. Ora bisogna vedere quantodurer il fattore Francesco, quantodelle sue parole si trasformer in azio-ni.

    - Buona domenica e buon pranzo- Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri! Per questo mi chiamo Francesco,

    come Francesco dAssisi- Non abbiate paura della tenerezza- Vorrei adesso a tutti voi consigliare una medicina. Qualcuno pensa, il Papa adesso

    fa il farmacista? Ma una medicina speciale Si tratta di una medicinaspirituale chiamata Misericordina Non dimenticate di prenderla perch fa beneal cuore, allanima e a tutta la vita

    - Non fatevi rubare la speranza- C chi dice: Ma padre, io sono un benefattore della Chiesa! Metto la mano in

    tasca e do alla Chiesa. Ma con laltra mano, ruba: allo Stato, ai poveri. uningiusto. Questa la doppia vita. E questo merita, lo dice Ges non lo dico io,che gli mettano al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare.

    IPSE DIXIT

    Con le sue parole e i suoi gesti papa Bergoglio il miglior

    testimonial di un brand antico che sopravvive grazie a

    un nuovo volto comunicativo

    La vignetta cheSergio Stainoha deciso di dedi-care al Ducato perquesto numero supapa Francesco

    VIRGINIA DELLA SALA