16
«Deve continuare da parte di tutti il cammino spirituale di preghiera intensa, di partecipazione concreta e di aiuto tangibile in difesa e protezione dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani. Loro sono i nostri martiri di oggi, e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nei primi secoli. Auspico che la Comunità Internazionale non assista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine, che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani più elementari. Auspico veramente che la Comunità Internazionale non volga lo sguardo dall’altra parte». (Papa Francesco, Regina Coeli, 6 aprile 2015) 3-4 Proposte per un fisco più equo Dieci anni fa la nascita al cielo di Papa Wojtyla Un piano contro il dissesto idrogeologico Le celebrazioni del Triduo Pasquale in Cattedrale L a Cisl ha promosso una raccolta di firme per una proposta di legge d’iniziativa popolare I l ricordo grato di San Giovanni Paolo II nelle parole di Joseph Ratzinger, suo primo successore I l Comune ha previsto una serie di interventi in particolare per la zona di Pirri M ons. Miglio: “Siamo chiamati ad essere rami fruttuosi della pianta della vera vita che è il Risorto” Economia 2 Chiesa 5 Cagliari 7 Diocesi 11 Quartu S.E. 6 I giovani in visita agli altari della reposizione Eventi 13 L’Incontro diocesano dei cori liturgici Chiesa 3 La festa di Pasqua in Terra Santa Pastorale 12 Il 19 aprile si terrà la Giornata Diocesana delle famiglie EDITORIALE La via dell’umiltà di Roberto Piredda Poste Italiane SpA - Spedizione in abb.to postale D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/04 n. 46) Art. 1 comma 1 - DCB Cagliari I martiri di oggi Attualità. Il massacro degli studenti cristiani nell’Università di Garissa in Kenya 1.00 ANNO XII N .15 DOMENICA 12 APRILE 2015 S ETTIMANALE D IOCESANO DI C AGLIARI L a fretta inutile e l’agitazione superficiale non vanno mai bene in nessun campo della vita e tanto meno per quanto riguarda il nostro cammino di fede. Abbiamo vissuto le giornate intense della Settimana Santa, culminate nella luce sfolgorante della Pasqua di Risurrezione. Il rischio più terribile ora è quello di dare per scontato tutto questo, di consegnare la ricchezza di grazia di questi giorni ad un momento, magari importante, ma che passa come tanti altri. Si gira pagina, si va avanti, ed è come se quanto si è vissuto fosse d’un tratto sparito, rimesso nel cassetto, in attesa di essere tirato fuori l’anno successivo. Non può essere certamente questo l’atteggiamento dei cristiani di fronte all’avvenimento decisivo della Risurrezione. Qui si gioca tutto della nostra fede: «Se Cristo non è risuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede» (1 Cor 15, 14). La sapienza della liturgia della Chiesa ci aiuta a non passare oltre con troppa leggerezza, donandoci per questo la possibilità di sostare nella contemplazione del mistero della Risurrezione durante l’ottava e in tutto il tempo pasquale. Per non perdere di vista la grazia della Pasqua, può essere d’aiuto riprendere in mano anzitutto alcune riflessioni contenute nelle omelie di Papa Francesco durante la Settimana Santa. Una sola via permette di non perdere il contatto con la Pasqua: l’umiltà. È la via scelta dal Figlio di Dio per portarci la salvezza ed è l’unica strada che siamo chiamati a percorrere per seguirlo da autentici discepoli. Umiliarsi, ha spiegato il Santo Padre, «è prima di tutto lo stile di Dio: Dio si umilia per camminare con il suo popolo, per sopportare le sue infedeltà […] è la via di Dio, la via dell’umiltà. È la strada di Gesù, non ce n’è un’altra. E non esiste umiltà senza umiliazione» (Omelia, Domenica delle Palme, 29 marzo). Percorrere la strada dell’umiltà ci apre alla scoperta sempre più profonda del mistero di Dio: «Non si può vivere la Pasqua senza entrare nel mistero. Non è un fatto intellettuale, non è solo conoscere, leggere… è di più, è molto di più! […] Per entrare nel mistero ci vuole umiltà, l’umiltà di abbassarsi, di scendere dal piedistallo del nostro io tanto orgoglioso, della nostra presunzione; l’umiltà di ridimensionarsi, riconoscendo quello che effettivamente siamo: delle creature, con pregi e difetti, dei peccatori bisognosi di perdono. Per entrare nel mistero ci vuole questo abbassamento che è impotenza, svuotamento delle proprie idolatrie… adorazione. Senza adorare non si può entrare nel mistero» (Omelia, Veglia Pasquale, 4 aprile). Il cammino dell’umiltà, così come ce lo ha indicato Papa Francesco, non è un generico sentimento che riscalda il cuore per un momento, ma senza cambiarlo; è invece una via di reale umiliazione, di rifiuto della mondanità per aprirsi al servizio verso Dio e i fratelli nella vita quotidiana. La mondanità «ci offre la via della vanità, dell’orgoglio, del successo… È l’altra via. Il maligno l’ha proposta anche a Gesù, durante i quaranta giorni nel deserto. Ma Gesù l’ha respinta senza esitazione. E con Lui, con la sua grazia soltanto, col suo aiuto, anche noi possiamo vincere questa tentazione della vanità, della mondanità, non solo nelle grandi occasioni, ma nelle comuni circostanze della vita» (ibidem). Solo chi si umilia, ha spiegato il Santo Padre, «può andare verso le “cose di lassù”, verso Dio. L’orgoglioso guarda “dall’alto in basso”, l’umile guarda “dal basso in alto”» (Messaggio alla Benedizione Urbi et Orbi, 5 aprile). Continua a pagina 2

EDITORIALE Attualità. I martiri di oggi · posto un bonus di 1000 euro l’anno per tutti i contribuenti con un reddito individuale fino a 42.000 euro. Con un ammontare decrescente

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«Deve continuare da parte di tutti il cammino spirituale dipreghiera intensa, di partecipazione concreta e di aiutotangibile in difesa e protezione dei nostri fratelli e dellenostre sorelle, perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per ilsolo fatto di essere cristiani. Loro sono i nostri martiri dioggi, e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi chenei primi secoli. Auspico che la Comunità Internazionale nonassista muta e inerte di fronte a tale inaccettabile crimine,che costituisce una preoccupante deriva dei diritti umani piùelementari. Auspico veramente che la ComunitàInternazionale non volga lo sguardo dall’altra parte».(Papa Francesco, Regina Coeli, 6 aprile 2015)

3-4

Proposteper un fiscopiù equo

Dieci anni fala nascita al cielodi Papa Wojtyla

Un piano controil dissestoidrogeologico

Le celebrazionidel Triduo Pasqualein Cattedrale

La Cisl ha promosso unaraccolta di firme per

una proposta di legged’iniziativa popolare

Il ricordo grato di SanGiovanni Paolo II nelle

parole di Joseph Ratzinger,suo primo successore

Il Comune ha previstouna serie di interventi

in particolare per la zonadi Pirri

Mons. Miglio: “Siamochiamati ad essere rami

fruttuosi della pianta dellavera vita che è il Risorto”

Economia 2 Chiesa 5 Cagliari 7 Diocesi 11

Quartu S.E. 6I giovani in visitaagli altari della reposizione

Eventi 13L’Incontro diocesanodei cori liturgici

Chiesa 3La festadi Pasquain Terra Santa

Pastorale 12Il 19 aprile si terràla Giornata Diocesanadelle famiglie

EDITORIALELa via dell’umiltàdi Roberto Piredda

Poste Italiane

SpA

-

Sped

izione

in abb

.to postale

D. L. 3

53/2

003

(con

v. in

L. 2

7/02

/04 n. 46) Art. 1

comma 1 - DC

B Cagliari

I martiridi oggi

Attualità. Il massacro degli studenti cristiani nell’Università di Garissa in Kenya

€ 1.00ANNO XI I N .15 DOMENICA 12 APRILE 2015S E T T I M A N A L E D I O C E S A N O D I C A G L I A R I

La fretta inutile e l’agitazione superficiale nonvanno mai bene in nessun campo della vita etanto meno per quanto riguarda il nostro

cammino di fede. Abbiamo vissuto le giornateintense della Settimana Santa, culminate nellaluce sfolgorante della Pasqua di Risurrezione. Ilrischio più terribile ora è quello di dare perscontato tutto questo, di consegnare la ricchezzadi grazia di questi giorni ad un momento, magariimportante, ma che passa come tanti altri. Si girapagina, si va avanti, ed è come se quanto si èvissuto fosse d’un tratto sparito, rimesso nelcassetto, in attesa di essere tirato fuori l’annosuccessivo. Non può essere certamente questol’atteggiamento dei cristiani di fronteall’avvenimento decisivo della Risurrezione. Qui sigioca tutto della nostra fede: «Se Cristo non èrisuscitato, allora è vana la nostra predicazione edè vana anche la vostra fede» (1 Cor 15, 14). Lasapienza della liturgia della Chiesa ci aiuta a nonpassare oltre con troppa leggerezza, donandociper questo la possibilità di sostare nellacontemplazione del mistero della Risurrezionedurante l’ottava e in tutto il tempo pasquale.Per non perdere di vista la grazia della Pasqua,può essere d’aiuto riprendere in mano anzituttoalcune riflessioni contenute nelle omelie di PapaFrancesco durante la Settimana Santa. Una sola via permette di non perdere il contattocon la Pasqua: l’umiltà. È la via scelta dal Figlio diDio per portarci la salvezza ed è l’unica strada chesiamo chiamati a percorrere per seguirlo daautentici discepoli. Umiliarsi, ha spiegato il SantoPadre, «è prima di tutto lo stile di Dio: Dio si umiliaper camminare con il suo popolo, per sopportarele sue infedeltà […] è la via di Dio, la viadell’umiltà. È la strada di Gesù, non ce n’èun’altra. E non esiste umiltà senza umiliazione»(Omelia, Domenica delle Palme, 29 marzo).Percorrere la strada dell’umiltà ci apre allascoperta sempre più profonda del mistero di Dio:«Non si può vivere la Pasqua senza entrare nelmistero. Non è un fatto intellettuale, non è soloconoscere, leggere… è di più, è molto di più! […]Per entrare nel mistero ci vuole umiltà, l’umiltà diabbassarsi, di scendere dal piedistallo del nostroio tanto orgoglioso, della nostra presunzione;l’umiltà di ridimensionarsi, riconoscendo quelloche effettivamente siamo: delle creature, conpregi e difetti, dei peccatori bisognosi di perdono.Per entrare nel mistero ci vuole questoabbassamento che è impotenza, svuotamentodelle proprie idolatrie… adorazione. Senzaadorare non si può entrare nel mistero» (Omelia,Veglia Pasquale, 4 aprile).Il cammino dell’umiltà, così come ce lo ha indicatoPapa Francesco, non è un generico sentimentoche riscalda il cuore per un momento, ma senzacambiarlo; è invece una via di reale umiliazione, dirifiuto della mondanità per aprirsi al servizioverso Dio e i fratelli nella vita quotidiana. Lamondanità «ci offre la via della vanità,dell’orgoglio, del successo… È l’altra via. Ilmaligno l’ha proposta anche a Gesù, durante iquaranta giorni nel deserto. Ma Gesù l’ha respintasenza esitazione. E con Lui, con la sua graziasoltanto, col suo aiuto, anche noi possiamovincere questa tentazione della vanità, dellamondanità, non solo nelle grandi occasioni, manelle comuni circostanze della vita» (ibidem).Solo chi si umilia, ha spiegato il Santo Padre, «puòandare verso le “cose di lassù”, verso Dio.L’orgoglioso guarda “dall’alto in basso”, l’umileguarda “dal basso in alto”» (Messaggio allaBenedizione Urbi et Orbi, 5 aprile).

Continua a pagina 2

2 Attualità domenica12 aprile 2015

Sono giunte a quota 25 mila lefirme della Cisl sarda persostenere la presentazione del

progetto di legge di iniziativapopolare dal titolo “Per un fisco piùequo e giusto”, che la Cisl nazionalepresenterà in Senato entro ilprossimo agosto. Motivi e ragionidell’iniziativa sono stati illustratinei giorni scorsi dal segretarioconfederale Cisl, Maurizio Petricciolinel corso di una conferenza stampacon il segretario generale della Cislsarda, Oriana Putzolu.“Il nostro obiettivo – ha dettoPetriccioli – è portare a PalazzoMadama non meno di un milione difirme, possibilmente un milione emezzo. Ce la possiamo fare perché laproposta entra nel vivo non solodella questione fiscale, ma della vitaquotidiana di tutti i cittadini,assicurando migliori condizioni eaumentando i consumi, quindiproduzione e lavoro”.In cinque punti la proposta della Cislsarda, corredata di tutte lecoperture finanziarie. Al primoposto un bonus di 1000 euro l’annoper tutti i contribuenti con unreddito individuale fino a 42.000euro. Con un ammontaredecrescente per redditi compresi tra

40.000 e 50.000 euro. “Il bonus di80 euro mensili assegnato dalGoverno Renzi esclude una parte dilavoratori, pensionati, incapienti,lavoratori autonomi. Il bonusversione Cisl arriverà a 38 milioni diitaliani”, aggiunge Petriccioli. Ilsindacato di Anna Maria Furlanpropone anche un nuovo assegnofamiliare per una maggiore equitàdistributiva. Si chiamerà “ NAF”(Nuovo assegno familiare), cheaumenta le detrazioni al cresceredei carichi familiari e le riduce conl’aumentare del reddito. Terzaproposta Cisl una nuovaregolazione di imposte e tasse localiche preveda un tetto complessivo ditassazione: “ All’aumentare dellafiscalità locale – spiega ilsindacalista – deve corrispondereuna riduzione del prelievo fiscalenazionale”.La Cisl vuole realizzare anche unagrande operazione ridistributiva diricchezza a favore di chi lavora, deipensionati e delle aree socialimedio-basse per correggere lacrescita delle disuguaglianzeregistrata negli ultimi 25 anni:. Ilsindacato propone un’imposta sullagrande ricchezza netta, superiore a500 mila euro con esclusione della

prima casa e dei titoli di stato. Soloil 4,1% delle famiglie italianepossiede una ricchezza nettasuperiore alla soglia di esenzione dimezzo milione di euro. Secondo idati CAF Cisl, questa normainteresserebbe in Sardegnasolamente circa 60 famiglie. Ultima,ma non per importanza, la riduzionedell’evasione fiscale “ che ogni annocomporta – dice Petriccioli . minorientrate per oltre 180 miliardi. Tra lenostre proposte anchel’introduzione di meccanismi dicontrasto d’interesse checonsentano a chi compra di portarein detrazione la relativa spesa,facendo emergere il fatturato oggioccultato”.Il progetto di legge di iniziativapopolare è stato calato nella realtàsarda misurata sui dati raccolti dalCaf Cisl. Non mancano le sorprese. Il5% più ricco dei proprietari diimmobili ( patrimonio superiore a161.565 €) possiede in Sardegnapoco meno del 20% dell’interopatrimonio immobiliare, mentre il50% più povero ( patrimonio fino a47.482 €) poco meno del 23% delpatrimonio immobiliarecomplessivo. E’, questa, una dellescoperte rilevate dall’esame della

nell’isola è leggermente più elevato( + 340 €) di quello riferito all’interocampione nazionale. Molto piùbasso è invece l’intero ammontaremedio degli oneri deducibiliusufruito nell’isola rispetto alvalore nazionale: -47% ( circa 60euro) di mancata deduzione. Leagevolazioni che produconol’abbattimento dell’imposta parlanonegativamente in Sardegna:soprattutto per quanto riguarda glioneri detraibili al 19% e ledetrazioni per il recupero edilizio erisparmio energetico. “ Inun’economia ferma e bloccata comequella sarda – dice Oriana Putzolu -dove non ci sono risorse perristrutturare casa, non si spende esi risparmia perfino in farmacia eper spese sanitarie, le detrazionisono impossibili”.

Mario Girau

situazione individuale dei 64.550contribuenti residenti in Sardegnache nel 2013 si sono rivolti ai circa80 sportelli dei centri di assistenzafiscale per la dichiarazione redditidel 2012. Si tratta di un patrimonioimmobiliare comprensivo dellaprima casa. Alla luce della proposta Cislnazionale di introdurre un’impostasulla grande ricchezza netta, primacasa esente, si scopre che il 5% deicontribuenti più ricchi ( patrimonisuperiori a 96.323 euro) possiedequasi il 40% dell’intero patrimonio.Dei 49.593 proprietari di immobilisono 29.949 (46,4% del totale deicontribuenti Caf Cisl Sardegna2012) quelli che possiedono almenoun immobile diverso dall’abitazioneprincipale.Secondo il rapporto Caf Cislsull’Irpef in Sardegna, il redditocomplessivo medio che si registra

Le proposte della Cislper un fisco più equoLa Cisl a livello nazionale ha promosso una raccolta di firme per un progetto di legged’iniziativa popolare a sostegno di un fisco più vicino alle esigenze dei cittadini

I cristiani «per la grazia di Cristomorto e risorto, sono i germogli diun’altra umanità, nella qualecerchiamo di vivere al servizio gli unidegli altri, di non essere arrogantima disponibili e rispettosi» (ibidem).Avanzare nel cammino pasqualesignifica allora assumere pienamentesu di sé il paradosso delcristianesimo: per “trovare” la vitabisogna “perderla”. Non si tratta difare niente di diverso dalla scelta delSignore Gesù che per dare a ciascunodi noi la vita vera, quella “inabbondanza” (cfr Gv 10,10) non haesitato ad accettare il rifiuto, lacondanna infame, la morte in croce,prendendo su di sé tutto il male pervincerlo definitivamente con la suaRisurrezione.

È un paradosso che non cessa didare “scandalo” nel nostro mondooccidentale, che spesso vivenell’illusione di poter avere “tutto”- “tutta” la gioia, “tutta” la libertà- semplicemente scrollandosi didosso il messaggio cristiano, perpoi ritrovarsi pieno di tristezza ecome “disarmato” di fronte alledomande di senso dell’esistenza. La lezione sull’umiltà si trova nontanto in chissà quale esempioeclatante e rumoroso, ma negli“eroi” silenziosi, che nelquotidiano cercano di imitareCristo e portano la luce dellaPasqua in tante periferie delnostro tempo, segnate da povertàspirituali, materiali e da ogni tipodi sofferenza.

Papa Francesco ci ha ricordatocome «ci aiuta e ci conforta inquesto l’esempio di tanti uomini edonne che, nel silenzio e nelnascondimento, ogni giornorinunciano a sé stessi per serviregli altri: un parente malato, unanziano solo, una persona disabile,un senzatetto» (Omelia, Domenicadelle Palme, 29 marzo).Le cronache di questi giorni e nonsolo, ci invitano poi a guardareanche ad altri testimoni che sono«perseguitati perché cristiani, imartiri di oggi – ce ne sono tanti –che non rinnegano Gesù esopportano con dignità insulti eoltraggi» (ibidem).Una riflessione analoga a quella diPapa Francesco la troviamo in uno

straordinario scritto di JosephRatzinger del 1973, ripubblicatonella sua Opera Omnia, eopportunamente rilanciato dalCorriere della Sera per il VenerdìSanto: «D’improvviso balenal’inquietante, minacciosa serietà diquelle parole di Gesù che abbiamospesso accantonato perché leritenevamo sconvenienti: è piùfacile che un cammello passi per lacruna di un ago, che un ricco entrinel regno dei cieli. Ricco vuol direuno che “sta bene”, uno cioè che èsazio di benessere materiale econosce la sofferenza solo dallatelevisione […] dobbiamo impararesempre più - e non solo a livelloteorico, ma anche nella praticadella nostra vita - che tutto il

n DALLA PRIMA

buono è un prestito che viene daLui e ne dovremo risponderedavanti a Lui. E dobbiamo imparare- ancora una volta, non solo alivello teorico, ma nel modo dipensare e di agire - che accanto allapresenza reale di Gesù nella Chiesae nel sacramento, esiste quell’altrapresenza reale di Gesù nei piùpiccoli, nei calpestati di questomondo, negli ultimi, nei quali eglivuole essere trovato da noi».Percorrere la via dell’umiltà persperimentare la potenza dellaPasqua significa quindi ritenere dinon avere altra ricchezza se nonquella di Cristo e del suo Vangelo,sentendo la chiamata a portarequesto “tesoro” dentro la nostravita ordinaria.

Italia evidenzia possibili profilidi illegittimità costituzionalenel testo, che altererebbel'equilibrio del sistemasanzionatorio e non terrebbeconto dell'evoluzione deifenomeni corruttivi. La LegaNord condivide gliinasprimenti di pena sianocondivisibili ma li ritieneinsufficienti e in partevanificati dalle norme sullaliberazione anticipata e lasospensione della pena. NuovoCentrodestra, pur sostenendoil provvedimento, ne vorrebbevedere rafforzata la partepreventiva, poco sviluppatarispetto al versantesanzionatorio. Il PD haevidenziato la portata positivadella reintroduzione del reatodi falso in bilancio, chedovrebbe rafforzare le difesedello Stato nei confronti dellacorruzione e delle infiltrazionimalavitose soprattutto nelsettore delle commessepubbliche.

Luigi Murtas

Il Senato ha approvato in prima lettura il disegno di leggecontro la corruzione. Critici Forza Italia e i Cinque Stelle

La volta buona”, lo slogan ormaiarcinoto che fa da colonnasonora ai passaggi più rilevanti

dell’azione di governo, è statoquesta volta applicato dalpresidente del Consiglio Renziall’approvazione da parte delSenato del disegno di leggedenominato “anticorruzione”, mamodificato già nell’intitolazione,visto che ora il disegno di leggefrutto dell’unificazione di quello afirma Pietro Grasso con altri dicontenuto analogo, reca“disposizioni in materia di delitticontro la pubblicaamministrazione, associazioni ditipo mafioso e falso in bilancio”.In questo caso lo slogan si rivelaparticolarmente azzeccato, vistoche sono trascorsi due anni da

quando il disegno di legge fupresentato, già all’indomani delleelezioni politiche (tanto è vero cheporta la firma del senatore Grasso,che fece in tempo a presentarloprima di essere eletto allaPresidenza del Senato). 165 sonostati i voti favorevoli, 74 i contrarie 13 astenuti, frutto del sostegno altesto garantito dalle forze dellamaggioranza e dell’opposizione diForza Italia e Cinque stelle, conl’astensione della Lega. La prima parte del provvedimentoinasprisce le pene principali eaccessorie per i reati contro lapubblica amministrazione(corruzione, indebita induzione,peculato). Sono previsti obblighi diriparazione pecuniaria, attenuantiin caso di collaborazione utile alleindagini, scambi di informazioni tra

giudice amministrativo, pubblicoministero e Autoritàanticorruzione. La seconda partedel provvedimento riguarda i delittidi falsa comunicazione sociale. Suproposta del Governo, laCommissione giustizia hamodificato gli articoli 2621 e 2622del codice civile, distinguendo lefalse comunicazioni sociali dellesocietà quotate da fatti di lieveentità, che tengono conto dellanatura e delle dimensioni dellesocietà, e prevedendo la nonpunibilità per fatti di particolaretenuità.Il testo prevede poi un aumentodelle pene per l'associazionemafiosa: i boss e i loro uominirischieranno, grazieall'approvazione dell'articolo 4,fino a 26 anni di carcere. Sì anchealla possibilità di ricorrere alpatteggiamento e al beneficio dellasospensione condizionale dellapena per i delitti contro la pubblicaamministrazione, ma solo nel casoin cui ci sia stata la restituzioneintegrale dei proventi del reato. L’inasprimento delle penedetermina, automaticamente,

anche il prolungarsi del temponecessario al maturare dellaprescrizione, direttamenteproporzionale all’entità della penaprevista. Come è noto,l’ordinamento penale italiano daquesto punto di vista fa eccezionerispetto alla generalità degli altriStati, visto che la prescrizione deireati decorre implacabile dalmomento della commissione delfatto sino alla sentenza definitiva,che normalmente giunge col terzogrado in Cassazione (comprese lecassazioni con rinvio, balzate direcente agli onori della cronaca perfatti di sangue), con laconseguenza non infrequente diimputati già giudicati colpevoli conprove abbastanza evidenti nei duegradi di merito e alla fine proscioltiper l’intervenuta prescrizione e chesi sono anche visti restituire lesomme confiscate provenienti dalreato.Critiche al provvedimento appenauscito dal Senato sono stateespresse dagli esponenti delMovimento 5 Stelle, che vi scorgele conseguenze negative di uncompromesso al ribasso. Forza

Le norme “anticorruzione”

3Attualitàdomenica12 aprile 2015

Egli vi precede in Galilea” (cfr.Mc 16,7). C’è un luogo in cuitutto si è compiuto e al quale è

impossibile non pensare in questigiorni: la Terra Santa, il posto doveGesù Cristo è nato, morto e risorto.Un luogo che ancora oggi non trovapace, a causa dei conflitti israelo-palestinesi, delle persecuzioni deicristiani e delle occupazionimilitari. Un problema che ha citatoanche Papa Francesco nellatradizionale benedizione Urbi etOrbi, implorando la pace in TerraSanta e l’incontro tra israeliani epalestinesi.In questo clima di sofferenza esperanza le comunità cristiane lìpresenti (circa l’uno per cento dellapopolazione) hanno celebrato laPasqua. “C’è un detto nella letteraturarabbinica che dice: ‘un cuoreintegro è spezzato’. Perché un cuorespezzato è sempre desideroso diricostituire la propria integritàperduta, è assetato e alla ricerca diunità. Il mio augurio è che in questaPasqua il cuore di ciascuno si lascispezzare”. Queste le parole di PadrePierbattista Pizzaballa ofm, Custode

sguardo è avere una visione del‘dopo’, pensare alle generazionifuture. Non alzarlo è abdicare allasperanza”.Continua parlando dei giovani, chespesso vivono il dramma dellamancanza di prospettive: “I giovanivanno esortati ad impegnarsiperché ci sono tanti segni di luce,gente che prova a costruirsi percorsidi vita. I giovani devono dare forzaa queste luci e a questa speranza,innanzitutto con fantasia,entusiasmo. L’emigrazione è unproblema, sono tanti quelli chepartono, ma sono molti quelli cherestano. Temi come lavoro, casa,famiglia, futuro, vanno affrontatecon realismo. I giovani devonoscommettere, darsi da fare perconquistare ciò che è possibile nellaconsapevolezza che non si puòavere tutto. Il primo sepolcro dascardinare è credere che non siapossibile cambiare nulla”. Il pensiero del sacerdote è rivoltoanche alle famiglie – la maggiorparte delle quali palestinesi- spessodivise a causa delle occupazionimilitari: “Le divisioni nasconoproprio dall’incapacità di vedere

La Pasqua in Terra Santatra conflitti e solidarietàPadre Pizzaballa, Custode di Terra Santa, racconta la complessa esperienza delle festepasquali nei luoghi dove tutto del cristianesimo ha avuto inizio e compimento

di Terra Santa, in occasione dellaPasqua, in un’intervista rilasciata alSir, in cui parla dei numerosiproblemi che affliggono questiluoghi : le violenze in Siria e in Iraq;le persecuzioni delle minoranze nonsolo cristiane; le sofferenze deimilioni di rifugiati; l’esodo deicristiani; la mancanza di lavoro e diprospettive future; le famiglieseparate dall’occupazione militare. Secondo Padre Pizzaballa “sonoquesti “i sepolcri da aprire per fareentrare la luce di Cristo e ridare cosìsperanza e vita”. “Chi ci rotolerà viail masso dall'ingresso delsepolcro?”, dicevano le donnementre andavano al sepolcro perungere il corpo di Gesù con oliiaromatici. Ma “guardando videro cheil masso era già stato rotolato via,benché fosse molto grande”.A proposito della pace in questeterre dice: “Dobbiamo impegnarciper la pace, guai a noi se non lofacessimo – è parte della nostramissione qui – ma non siamo solonoi. Se non alziamo lo sguardo nonriusciremo a leggere la storia perpoterne poi superare le difficoltàche ci pone davanti. Alzare lo

La furia omicidadell'estremismo islamiconon conosce tregua e lo

scorso giovedì 2 aprile ha messoa segno in Kenya quello che èstato il secondo attacco piùsanguinoso nel Paese con unbilancio di 148 morti e circa 80feriti, dopo l'attentato di alQaeda all'ambasciataamericana di Nairobi nel '98. Idieci miliziani di al-Shabaabhanno attaccato all'alba uncollege universitario di Garissa,città a 140 km dal confine con laSomalia, sparando raffiche diproiettili, eliminando dueguardie e dirigendosi verso glialloggi dove ancora gli studentidormivano; degli oltre 800studenti presenti nel complessosolo 292 risultavanoall'appello, e degli altri non sisa dove possano essere magarifuggiti o presi in ostaggio.Durante l'assedio, durato ben16 ore, i miliziani hannocomunicato di aver rilasciatotutti gli studenti musulmani e diaver trattenuto solo studenticristiani e alcuni sopravvissutiche sono riusciti a fuggirehanno testimoniato di aver vistonumerosi corpi giaceredecapitati. Helen Titus, unastudentessa di letteraturainglese di 21 anni, cristiana, haraccontato di esseresopravvissuta fingendosi mortadopo essersi cosparsa volto ebraccia del sangue di altristudenti uccisi, e un altrostudente, Amuna Geoffreys,salvatosi dietro un cespugliofuori dall'edificio, ha detto diaver sentito gli jihadistiordinare agli ostaggi di

telefonare alle proprie famiglie perdire «Noi moriamo perché Uhuru (ilpresidente keniano) persiste arestare in Somalia» e poi venivanofreddati. Ora il pensiero maggioreva a tutti quei ragazzi di cui non siha nessuna notizia, le famiglie

continuano a cercare i nomi sullalista delle vittime continuamenteaggiornata, si cerca negli ospedali enegli obitori, e alcuni ragazzistanno facendo ritorno ora in cittàdopo essersi nascosti nel nulla dellasavana. L'esercito e la polizia sonoriusciti a evacuare tre padiglioni delcampus ma i terroristi hanno presopossesso a lungo del quartodormitorio nel quale hannoconfinato anche i loro ostaggi; lapolizia ha posto una taglia di 220mila dollari per MohammedMohamud, quale organizzatoredell'attentato. Il gruppo somalo dial-Shabaab anche in passato haattaccato Garissa e altre zone delKenya insorgendo contro le truppekeniote che il Paese ha fornitoall'Unione Africana che combattecontro i miliziani somali. Gli al-Shabaab, “i Giovani”, sono il gruppo

terrorista somalo più potente eritenuti cellula locale di al Qaeda,con lo scopo di imporre la Sharia, lalegge islamica, in Somalia. Ilmovimento controlla buona partedel sud del Paese e si suppone checonsti in circa settemila o novemilaindividui; un altro obiettivo delgruppo è quello di espellere tutti isoldati stranieri dalla Somalia,soprattutto etiopi e kenioti, esoprattutto in Kenya si è riversatol'accanimento delle milizie dal

momento che il Paese ha inviatodelle truppe in Somalia acombattere gli estremisti. Da tempoinfatti il Kenya subisce attacchiterroristici da parte di questacellula, tra i più noti e gravi ci fu,oltre quello all'ambasciataamericana a Nairobi, anchel'attacco al centro commercialeWestgate di Nairobi nel settembredel 2013, che riportò la morte di 68persone. Il Papa, provatodall'accaduto, ha esteso uncomunicato al cardinale John Njue,presidente della conferenzaepiscopale del Kenya, tramite ilcardinale Parolin, nel quale rivolgepreghiere ai defunti e alle famiglie espera che non debbano esseresacrificate ancora altre vittimeinnocenti per quest'odio e questa“brutalità senza senso”.

Chiara Lonis

La violenza contro i cristianiIl massacro del 2 aprile ad opera dei qaedisti di al-Shabab,ha riportato ancora una volta l’attenzione dell’opinionepubblica sulla persecuzione contro le comunità cristiane

n KENYA.La strage degli studenti dell’Università di Garissa

Privatizzazione o fallimento. È intorno a questo dilemma che si stasnodando la vicenda della compagnia marittima regionale,Saremar.

Come è noto la Giunta Pigliaru ha deciso di privatizzare la Saremar,dopo la scelta fatta dalla Giunta Cappellacci nel 2011 di varare lacosiddetta “Flotta Sarda”, che ha portato la società ad accumulare undebito di oltre 11 milioni di euro. Da qui la necessità del concordatopreventivo, con l’assicurazione dell’Assessore dei Trasporti, MassimoDeiana, sul mantenimento dei livelli occupazionali.A Carloforte, così come a La Maddalena, residenti e lavoratori non cistanno però a veder sparire il trasporto pubblico da e per le isoleminori. Nei giorni scorsi, dopo due giorni consecutivi di sciopero, imarittimi, con le loro famiglie, e gli amministratori locali hannomanifestato a Cagliari, per dire no alla chiusura di quella checonsiderano la loro strada, unica via d’uscita dall’isolamento.Per ora la Giunta sembra non voler tornare sui suoi passi, e quindi iltrasporto marittimo regionale passerà completamente in mano aiprivati, come già accaduto in Toscana con la Toremar e in Campaniacon la Caremar. Da quelle due regioni sembrano però giungere notizietutt’altro che positive, con problemi nell’assicurare i servizi e nelpagamento degli stipendi ai marittimi.Sono proprio questi i timori di tabarkini e maddalenini: una riduzionenella qualità dei servizi che invece la compagnia pubblica ha sempreassicurato, nonostante un naviglio a dir poco vetusto (a Carloforte gliunici traghetti in grado di assicurare il servizio in qualsiasi condizionimeteo - marine sono stati varati nel 1966).Dietro alla vicenda Saremar c’è comunque una filosofia che da tempoviene predicata dalla politica: ridurre al minimo la presenza delpubblico nei servizi a vantaggio del privato. Una scelta che lasciaqualche dubbio, dato che nella stragrande maggioranza dei paesieuropei evoluti i servizi vengono gestiti da società a capitale pubblico,anche se con criteri di società private, ovvero trasparenza dei bilanci econti economici in regola. Nel nostro Paese, e quindi anche inSardegna, la corsa verso la privatizzazione sembra invece il fine daperseguire, come se il problema fosse solo la gestione pubblica.Alcune scelte, da quella relativa alla Saremar a quella della mancataconvenzione tra la sede regionale Rai e la Regione per la produzionedi trasmissioni dedicate al patrimonio culturale isolano, paiono volerfavorire più gli interessi particolari che quelli della collettività.

Roberto Comparetti

Saremar: una privatizzazioneche rischia di ridurre i servizi

n IL FATTO

l’uno i bisogni dell’altro. Si restaconfinati dentro le proprie visioni.Anche in questo ambito occorreavere la forza e la pazienza dilavorare, aiutare e, laddove non siriesce, di consolare”.Ci sono poi milioni di rifugiatisiriani e iracheni ai quali ènecessario trasmetterecostantemente un messaggio disperanza, di Resurrezione: “Guai anoi a pensare che sia tutto finito.Non dobbiamo pensare che siamoalla fine della storia. Questa lafacciamo anche noi con la nostravita, il nostro cuore e soprattuttocon la nostra forza interiore. Perquesta gente bisogna darsi da fare,con la solidarietà certamente, ma

anche con la vicinanza spirituale.Hanno una forza dentro che nessunterrorista potrà mai scalfire. Larabbia che si può covare nel vederetanta violenza perpetrata contro leminoranze, non solo cristiane, devediventare spinta a porre domandeforti alle autorità politiche, allacomunità internazionale, ai media,perché tengano accesa l’attenzionesu questa realtà drammatica”.Per Padre Pizzaballa è proprio lasolidarietà “l’antidoto più potentealla violenza dei terroristi, come loStato islamico che vuole troncare lavita delle nostre comunità. Ma nonci riuscirà”.

Susanna Mocci

4 Chiesa domenica12 aprile 2015

LE PIETRE

Entrare con umiltàdentro il mistero

Idiversi momenti della liturgiadella mattina del Giovedì Santo edel Triduo Pasquale hanno

caratterizzato gli interventi piùrecenti del Santo Padre.Nell’omelia della Messa Crismale,Papa Francesco si è rivoltodirettamente ai sacerdoti conun’intensa meditazione sulla“stanchezza” che caratterizza il loroministero: «Succede anche che,quando sentiamo il peso del lavoropastorale, ci può venire la tentazionedi riposare in un modo qualunque,come se il riposo non fosse una cosadi Dio. Non cadiamo in questatentazione. La nostra fatica èpreziosa agli occhi di Gesù, che ciaccoglie e ci fa alzare: “Venite a mequando siete stanchi e oppressi, e iovi darò ristoro” (cfr Mt 11,28)».La stanchezza dei ministri è buona,ha spiegato il Pontefice, quandonasce dall’apostolato vissuto conspirito di sacrificio e dedizione: «Pernoi sacerdoti le storie della nostragente non sono un notiziario: noiconosciamo la nostra gente,possiamo indovinare ciò che stapassando nel loro cuore; e il nostro,nel patire con loro, ci si vasfilacciando, ci si divide in millepezzetti, ed è commosso e sembraperfino mangiato dalla gente:prendete, mangiate. Questa è laparola che sussurra costantemente ilsacerdote di Gesù quando si staprendendo cura del suo popolofedele: prendete e mangiate,prendete e bevete… E così la nostravita sacerdotale si va donando nelservizio, nella vicinanza al Popolofedele di Dio… che sempre, semprestanca».Nella Messa in Coena Domini,celebrata nel Carcere romano di

Rebibbia, il Pontefice ha richiamatola forza dell’amore di Cristo che sichina verso ogni uomo, senzaescludere nessuno: «Gesù ci haamato. Gesù ci ama. Senza limiti,sempre, sino alla fine. L’amore diGesù per noi non ha limiti: sempre dipiù, sempre di più. Non si stanca diamare. Nessuno. Ama tutti noi, alpunto da dare la vita per noi».Nelle parole al termine della ViaCrucis del Venerdì Santo al Colosseoil Papa ha voluto sottolineare comenella sofferenza di Cristo in croce sipossano immedesimare gli uomini diogni tempo con le loro colpe e i lorodolori: «Il peso della tua croce cilibera da tutti i nostri fardelli. Nellatua obbedienza alla volontà delPadre, noi ci accorgiamo della nostraribellione e disobbedienza. In tevenduto, tradito e crocifisso dallatua gente e dai tuoi cari, noi vediamoi nostri quotidiani tradimenti e lenostre consuete infedeltà. Nella tuainnocenza, Agnello immacolato, noi

vediamo la nostra colpevolezza. Neltuo viso schiaffeggiato, sputato esfigurato, noi vediamo tutta labrutalità dei nostri peccati. Nellacrudeltà della tua Passione, noivediamo la crudeltà del nostro cuoree delle nostre azioni. Nel tuo sentirti“abbandonato”, noi vediamo tutti gliabbandonati dai familiari, dallasocietà, dall'attenzione e dallasolidarietà. Nel tuo corposcarnificato, squarciato e dilaniato,noi vediamo i corpi dei nostri fratelliabbandonati lungo le strade,sfigurati dalla nostra negligenza edalla nostra indifferenza».Il tema dell’umiltà come via perpoter entrare nel mistero di Dio èstato al centro dell’omelia di PapaFrancesco alla Veglia Pasquale. Nonsi può vivere la Pasqua, ha mostratoil Santo Padre, «senza entrare nelmistero. Non è un fatto intellettuale,non è solo conoscere, leggere… è dipiù, è molto di più! “Entrare nelmistero” significa capacità di

stupore, di contemplazione; capacitàdi ascoltare il silenzio e sentire ilsussurro di un filo di silenzio sonoroin cui Dio ci parla (cfr 1 Re 19,12)».Per aprirsi al mistero quindi ènecessario uscire da sé stessi,accettare il modo speciale che Dio hadi rivelare il suo amore, in questa vial’uomo scopre anche la verità sullasua condizione: «Entrare nel misterosignifica andare oltre le propriecomode sicurezze, oltre la pigrizia el’indifferenza che ci frenano, emettersi alla ricerca della verità,della bellezza e dell’amore, cercareun senso non scontato, una rispostanon banale alle domande chemettono in crisi la nostra fede, lanostra fedeltà e la nostra ragione.Per entrare nel mistero ci vuoleumiltà, l’umiltà di abbassarsi, discendere dal piedestallo del nostroio tanto orgoglioso, della nostrapresunzione; l’umiltà diridimensionarsi, riconoscendoquello che effettivamente siamo:delle creature, con pregi e difetti, deipeccatori bisognosi di perdono. Perentrare nel mistero ci vuole questoabbassamento che è impotenza,svuotamento delle proprieidolatrie… adorazione. Senzaadorare non si può entrare nelmistero».

Roberto Piredda

«Per entrare nel mistero ci vuole umiltà, l’umiltà diabbassarsi, di scendere dal piedestallo del nostro iotanto orgoglioso, della nostra presunzione; l’umiltà diridimensionarsi, riconoscendo quello che effettivamentesiamo: delle creature, con pregi e difetti, dei peccatoribisognosi di perdono» (Omelia, Veglia Pasquale)

Le paroledel Santo Padrenegli interventidell’ultimasettimana

n IN SIRIALa città di Idlibnelle mani dei jihadistiLa città di Idlib è caduta nellemani delle milizie jiahdisteanti-Assad, e sarebbero in attoviolenze e discriminazioni adanno degli abitanti cristianidella città.Secondo diverse fonti locali imiliziani islamisti hannosequestrato un sacerdote cheguidava la parrocchia greco-ortodossa dedicata allaVergine Maria e aveva deciso dirimanere al suo posto e di nonlasciare la città davantiall'offensiva delle diverseformazioni ribelli anti-governative che hannopartecipato alla presa dellacittà. Il sacerdote sarebbe in attesadi comparire davanti a unadelle corti islamiche istituitedai jihadisti nei territori cadutisotto il loro controllo. Oltre alui sarebbero stati prelevatianche altri cristiani laici dellaparrocchia.

n INDIAUna suoravittima di violenzaLa polizia ha arrestato quattrouomini in relazione allo stuprodi gruppo di una suora di 72anni, superiora del conventodelle Religiose di Gesù-Maria aRanaghat (West Bengal),avvenuto il 13 marzo scorso.Gli arrestati sono tuttioriginari del Bangladesh esono accusati anche di furto ecompravendita di valutastraniera per milioni di rupie.L’arresto dei quattro è arrivatocinque giorni dopo l’arresto dialtri due accusati. Secondo gliagenti l’identificazione deibangladeshi è stata possibilegrazie alle informazioni e allefoto messe in giro dalla poliziadel West Bengal dopol’aggressione.Le forze dell’ordine stannoancora cercando di capire ilruolo dei bangladeshi nellavicenda.Tuttavia, gli arrestati hannoconfermato di essere partedella banda che ha compiuto lostupro sulla suora e il furto e ladissacrazione nella cappelladel convento.

n VIETNAMIl Governo controi fedeli cattoliciUna piccola parrocchia delladiocesi di Vinh, nella provinciadi Nghệ An, nel nord delVietnam, è finita di nuovo nelmirino delle autorità locali,che sono ricorse all’uso dellaforza per cacciare i fedeli dellazona. Già in passato la grandemaggioranza dei cattolici (circal’80%) di Dông Yên, obbedendoa un dettame governativoriguardante lo sviluppodell’area, ha lasciato la zona ericostruito la comunità altrove.Tuttavia, un gruppo diparrocchiani (almeno 150persone) si sono oppostiall’ordinanza rifiutandol’ipotesi di un ricollocamentonella regione.Contro di loro le autorità e ivertici governativi hannopromosso nel tempo unacampagna di pressioni evessazioni sempre piùpesante, per costringerli alasciare le abitazioni e iterreni originari. Da qui ilricorso alla violenza perottenere lo sgombero.

della Risurrezione dovrebbetrasparire sul nostro volto, nei nostrisentimenti e atteggiamenti, nel modoin cui trattiamo gli altri.Noi annunciamo la risurrezione diCristo quando la sua luce rischiara imomenti bui della nostra esistenza epossiamo condividerla con gli altri;quando sappiamo sorridere con chisorride e piangere con chi piange;quando camminiamo accanto a chi ètriste e rischia di perdere la speranza;quando raccontiamo la nostraesperienza di fede a chi è alla ricercadi senso e di felicità. Con il nostroatteggiamento, con la nostratestimonianza, con la nostra vita,diciamo: Gesù è risorto! Lo diciamocon tutta l’anima.Siamo nei giorni dell’Ottava diPasqua, durante i quali ciaccompagna il clima gioioso dellaRisurrezione. È curioso: la Liturgiaconsidera l’intera Ottava come ununico giorno, per aiutarci ad entrarenel mistero, perché la sua grazia siimprima nel nostro cuore e nellanostra vita. La Pasqua è l’evento cheha portato la novità radicale per ogniessere umano, per la storia e per ilmondo: è trionfo della vita sullamorte; è festa di risveglio e dirigenerazione. Lasciamo che lanostra esistenza sia conquistata etrasformata dalla Risurrezione!Domandiamo alla Vergine Madre,silenziosa testimone della morte erisurrezione del suo Figlio, di

accrescere in noi la gioia pasquale. Lofaremo ora con la recita del ReginaCaeli, che nel tempo pasqualesostituisce la preghiera dell’Angelus.In questa preghiera, scanditadall’alleluia, ci rivolgiamo a Mariainvitandola a rallegrarsi, perché Coluiche ha portato in grembo è risortocome aveva promesso, e ci affidiamoalla sua intercessione. In realtà, lanostra gioia è un riflesso della gioiadi Maria, perché è Lei che hacustodito e custodisce con fede glieventi di Gesù. Recitiamo dunquequesta preghiera con la commozionedei figli che sono felici perché la loroMadre è felice.

Dopo il Regina Coeli

Sono lieto di accogliere ladelegazione del Movimento Shalom,che è arrivata all’ultima tappa dellastaffetta solidale per sensibilizzarel’opinione pubblica sulle persecuzionidei cristiani nel mondo. Il vostroitinerario sulle strade è finito, madeve continuare da parte di tutti ilcammino spirituale di preghieraintensa, di partecipazione concreta edi aiuto tangibile in difesa eprotezione dei nostri fratelli e dellenostre sorelle, perseguitati, esiliati,uccisi, decapitati per il solo fatto diessere cristiani. Loro sono i nostrimartiri di oggi, e sono tanti,possiamo dire che sono più numerosiche nei primi secoli. Auspico che la

Comunità Internazionale non assistamuta e inerte di fronte a taleinaccettabile crimine, che costituisceuna preoccupante deriva dei dirittiumani più elementari. Auspicoveramente che la ComunitàInternazionale non volga lo sguardodall’altra parte.A ciascuno di voi, auguro ditrascorrere nella gioia e nellaserenità questa Settimana in cui siprolunga la gioia della Risurrezionedi Cristo. Per vivere più intensamentequesto periodo - e torno sempre sullostesso argomento - ci farà beneleggere ogni giorno un brano delVangelo in cui si parla dell’eventodella Risurrezione. Ogni giorno unpiccolo passo.

In questo Lunedì dopo Pasqua ilVangelo (cfr Mt 28,8-15) ci presenta ilracconto delle donne che, recatesi alsepolcro di Gesù, lo trovano vuoto evedono un Angelo che annuncia loroche Egli è risorto. E mentre essecorrono per portare la notizia aidiscepoli, incontrano Gesù stesso chedice loro: «Andate ad annunciare aimiei fratelli che vadano in Galilea: làmi vedranno» (v. 10). La Galilea è la“periferia” dove Gesù aveva iniziatola sua predicazione; e di là ripartirà ilVangelo della Risurrezione, perché siaannunciato a tutti, e ognuno possaincontrare Lui, il Risorto, presente eoperante nella storia. Anche oggi Luiè con noi, qui in piazza.Questo dunque è l’annuncio che laChiesa ripete fin dal primo giorno:“Cristo è risorto!”. E, in Lui, per ilBattesimo, anche noi siamo risorti,siamo passati dalla morte alla vita,dalla schiavitù del peccato allalibertà dell’amore. Ecco la buonanotizia che siamo chiamati a portareagli altri e in ogni ambiente, animatidallo Spirito Santo. La fede nellarisurrezione di Gesù e la speranza cheEgli ci ha portato è il dono più belloche il cristiano può e deve offrire aifratelli. A tutti e a ciascuno, dunque,non stanchiamoci di ripetere: Cristo èrisorto! Ripetiamolo tutti insieme,oggi qui in piazza: Cristo è risorto!Ripetiamolo con le parole, masoprattutto con la testimonianzadella nostra vita. La lieta notizia

Il trionfo della vita sulla morten IL REGINA C0ELI DEL LUNEDÌ DELL’ANGELO

5Chiesadomenica12 aprile 2015

San Giovanni Paolo II:una vita offerta a Dio

Seguimi" dice il Signore risorto aPietro, come sua ultima parola aquesto discepolo, scelto per

pascere le sue pecore. "Seguimi" –questa parola lapidaria di Cristo puòessere considerata la chiave percomprendere il messaggio che vienedalla vita del nostro compianto edamato Papa Giovanni Paolo II, le cuispoglie deponiamo oggi nella terracome seme di immortalità – il cuorepieno di tristezza, ma anche digioiosa speranza e di profondagratitudine.[...]Seguimi – da giovane studente KarolWojtyła era entusiasta dellaletteratura, del teatro, della poesia.Lavorando in una fabbrica chimica,circondato e minacciato dal terrorenazista, ha sentito la voce delSignore: Seguimi! In questo contestomolto particolare cominciò a leggerelibri di filosofia e di teologia, entròpoi nel seminario clandestino creatodal Cardinale Sapieha e dopo laguerra poté completare i suoi studinella facoltà teologicadell’Università Jaghellonica diCracovia. Tante volte nelle sue lettereai sacerdoti e nei suoi libriautobiografici ci ha parlato del suosacerdozio, al quale fu ordinato il 1°novembre 1946. In questi testiinterpreta il suo sacerdozio inparticolare a partire da tre parole delSignore. Innanzitutto questa: "Nonvoi avete scelto me, ma io ho sceltovoi e vi ho costituiti perché andiate eportiate frutto e il vostro fruttorimanga" (Gv 15, 16). La secondaparola è: "Il buon pastore offre lavita per le pecore" (Gv 10, 11). Efinalmente: "Come il Padre ha amatome, così anch’io ho amato voi.Rimanete nel mio amore" (Gv 15, 9).In queste tre parole vediamo tuttal’anima del nostro Santo Padre. E’realmente andato ovunque edinstancabilmente per portare frutto,un frutto che rimane. "Alzatevi,andiamo!", è il titolo del suopenultimo libro. "Alzatevi,andiamo!" – con queste parole ci harisvegliato da una fede stanca, dalsonno dei discepoli di ieri e di oggi."Alzatevi, andiamo!" dice anche oggia noi. Il Santo Padre è stato poisacerdote fino in fondo, perché haofferto la sua vita a Dio per le suepecore e per l’intera famiglia umana,in una donazione quotidiana alservizio della Chiesa e soprattutto

nelle difficili prove degli ultimi mesi.Così è diventato una sola cosa conCristo, il buon pastore che ama le suepecore. E infine "rimanete nel mioamore": Il Papa che ha cercatol’incontro con tutti, che ha avuto unacapacità di perdono e di apertura delcuore per tutti, ci dice, anche oggi,con queste parole del Signore:Dimorando nell’amore di Cristoimpariamo, alla scuola di Cristo,l’arte del vero amore.Seguimi! Nel luglio 1958 cominciaper il giovane sacerdote Karol Wojtyłauna nuova tappa nel cammino con ilSignore e dietro il Signore. Karol siera recato come di solito con ungruppo di giovani appassionati dicanoa ai laghi Masuri per unavacanza da vivere insieme. Maportava con sé una lettera che loinvitava a presentarsi al Primate diPolonia, Cardinale Wyszysski e potevaindovinare lo scopo dell’incontro: lasua nomina a Vescovo ausiliare diCracovia. Lasciare l’insegnamentoaccademico, lasciare questastimolante comunione con i giovani,lasciare il grande agone intellettualeper conoscere ed interpretare ilmistero della creatura uomo, perrendere presente nel mondo di oggil’interpretazione cristiana del nostroessere – tutto ciò doveva apparirglicome un perdere se stesso, perdereproprio quanto era divenutol’identità umana di questo giovanesacerdote. Seguimi – Karol Wojtyłaaccettò, sentendo nella chiamatadella Chiesa la voce di Cristo. E si èpoi reso conto di come è vera laparola del Signore: "Chi cercherà disalvare la propria vita la perderà, chi

invece l’avrà perduta la salverà" (Lc17, 33). Il nostro Papa – lo sappiamotutti – non ha mai voluto salvare lapropria vita, tenerla per sé; ha volutodare se stesso senza riserve, finoall’ultimo momento, per Cristo e cosìanche per noi. Proprio in tal modo hapotuto sperimentare come tuttoquanto aveva consegnato nelle manidel Signore è ritornato in modonuovo: l’amore alla parola, allapoesia, alle lettere fu una parteessenziale della sua missionepastorale e ha dato nuova freschezza,nuova attualità, nuova attrazioneall’annuncio del Vangelo, proprioanche quando esso è segno dicontraddizione.Seguimi! Nell’ottobre 1978 ilCardinale Wojtyła ode di nuovo lavoce del Signore. Si rinnova il dialogocon Pietro riportato nel Vangelo diquesta celebrazione: "Simone diGiovanni, mi ami? Pasci le miepecorelle!" Alla domanda delSignore: Karol mi ami?, l’Arcivescovodi Cracovia rispose dal profondo delsuo cuore: "Signore, tu sai tutto: Tusai che ti amo". L’amore di Cristo fu laforza dominante nel nostro amatoSanto Padre; chi lo ha visto pregare,chi lo ha sentito predicare, lo sa. Ecosì, grazie a questo profondoradicamento in Cristo ha potutoportare un peso, che va oltre le forzepuramente umane: Essere pastore delgregge di Cristo, della sua Chiesauniversale. Non è qui il momento diparlare dei singoli contenuti diquesto Pontificato così ricco. Vorreisolo leggere due passi della liturgiadi oggi, nei quali appaiono elementicentrali del suo annuncio. Nella

prima lettura dice San Pietro - e diceil Papa con San Pietro - a noi: "Inverità sto rendendomi conto che Dionon fa preferenza di persone, ma chilo teme e pratica la giustizia, aqualunque popolo appartenga, è a luiaccetto. Questa è la parola che egliha inviato ai figli d’Israele, recandola buona novella della pace, permezzo di Gesù Cristo, che è Signore ditutti" (Atti 10, 34-36). E, nellaseconda lettura, San Paolo - e conSan Paolo il nostro Papa defunto – ciesorta ad alta voce: "Fratelli mieicarissimi e tanto desiderati, mia gioiae mia corona, rimanete saldi nelSignore così come avete imparato,carissimi" (Fil 4, 1).Seguimi! Insieme al mandato dipascere il suo gregge, Cristoannunciò a Pietro il suo martirio. Conquesta parola conclusiva eriassuntiva del dialogo sull’amore esul mandato di pastore universale, ilSignore richiama un altro dialogo,tenuto nel contesto dell’ultima cena.Qui Gesù aveva detto: "Dove vado iovoi non potete venire". Disse Pietro:"Signore, dove vai?". Gli risposeGesù: "Dove io vado per ora tu nonpuoi seguirmi; mi seguirai più tardi"(Gv 13, 33.36). Gesù dalla cena vaalla croce, va alla risurrezione –entra nel mistero pasquale; Pietroancora non lo può seguire. Adesso –dopo la risurrezione – è venutoquesto momento, questo "più tardi".Pascendo il gregge di Cristo, Pietroentra nel mistero pasquale, va versola croce e la risurrezione. Il Signorelo dice con queste parole, "… quandoeri più giovane... andavi dove volevi,ma quando sarai vecchio tenderai le

tue mani, e un altro ti cingerà la vestee ti porterà dove tu non vuoi" (Gv 21,18). Nel primo periodo del suopontificato il Santo Padre, ancoragiovane e pieno di forze, sotto laguida di Cristo andava fino ai confinidel mondo. Ma poi sempre più èentrato nella comunione dellesofferenze di Cristo, sempre più hacompreso la verità delle parole: "Unaltro ti cingerà…". E proprio inquesta comunione col Signoresofferente ha instancabilmente e conrinnovata intensità annunciato ilVangelo, il mistero dell’amore che vafino alla fine (cf Gv 13, 1).Egli ha interpretato per noi il misteropasquale come mistero della divinamisericordia. Scrive nel suo ultimolibro: Il limite imposto al male "è indefinitiva la divina misericordia"("Memoria e identità", pag. 70). Eriflettendo sull’attentato dice:"Cristo, soffrendo per tutti noi, haconferito un nuovo senso allasofferenza; l’ha introdotta in unanuova dimensione, in un nuovoordine: quello dell’amore…E’ lasofferenza che brucia e consuma ilmale con la fiamma dell’amore e traeanche dal peccato una multiformefioritura di bene" (pag. 199).Animato da questa visione, il Papa hasofferto ed amato in comunione conCristo e perciò il messaggio della suasofferenza e del suo silenzio è statocosì eloquente e fecondo.Divina Misericordia: Il Santo Padre hatrovato il riflesso più puro dellamisericordia di Dio nella Madre diDio. Lui, che aveva perso in teneraetà la mamma, tanto più ha amato laMadre divina. Ha sentito le parole delSignore crocifisso come dette proprioa lui personalmente: "Ecco tuamadre!". Ed ha fatto come ildiscepolo prediletto: l’ha accoltanell’intimo del suo essere (eis ta idia:Gv 19, 27) – Totus tuus. E dalla madreha imparato a conformarsi a Cristo.Per tutti noi rimane indimenticabilecome in questa ultima domenica diPasqua della sua vita, il Santo Padre,segnato dalla sofferenza, si èaffacciato ancora una volta allafinestra del Palazzo Apostolico edun’ultima volta ha dato labenedizione "Urbi et orbi". Possiamoessere sicuri che il nostro amato Papasta adesso alla finestra della casa delPadre, ci vede e ci benedice. Sì, cibenedica, Santo Padre.

“Papa Wojtyla è statosacerdote fino in fondo,perché ha offerto la sua vita a Dio per le sue pecore e per l’intera famigliaumana, in una donazionequotidiana al servizio della Chiesa e soprattuttonelle difficili prove degli ultimi mesi. Così è diventato una sola cosacon Cristo, il buon pastore che ama le sue pecore”

Il 2 aprile di dieci anni falasciava questa terra

San Giovanni Paolo II,canonizzato il 27 aprile 2014

da Papa Francesco.Il ricordo della sua figuradi testimone della fedenelle parole dell’allora

Cardinale Joseph Ratzinger- che pochi giorni dopo

ne diventerà il successore -nell’omelia del suo funerale

Il nostro tempo ci invita, ci spinge, ciobbliga a guardare il Signore e adimmergere in una umile e devotameditazione del mistero dellasuprema potestà dello stesso Cristo. Colui che è nato dalla VergineMaria, il Figlio del falegname –come si riteneva –, il Figlio delDio vivente, come haconfessato Pietro, è venutoper fare di tutti noi “un regnodi sacerdoti”. Il Concilio Vaticano II ci haricordato il mistero di questapotestà e il fatto che lamissione di Cristo – Sacerdote,Profeta-Maestro, Re – continua nellaChiesa. Tutti, tutto il Popolo di Dio èpartecipe di questa triplice missione.E forse nel passato si deponeva sul

capo del Papa il triregno, quellatriplice corona, per esprimere,attraverso tale simbolo, che tuttol’ordine gerarchico della Chiesa diCristo, tutta la sua “sacra potestà” in

essa esercitata non è altroche il servizio, servizio che haper scopo una sola cosa: chetutto il Popolo di Dio siapartecipe di questa triplicemissione di Cristo e rimangasempre sotto la potestà delSignore, la quale trae le sueorigini non dalle potenze diquesto mondo, ma dal Padre

celeste e dal mistero della Croce edella Risurrezione. La potestà assoluta e pure dolce esoave del Signore risponde a tutto ilprofondo dell’uomo, alle sue più

elevate aspirazioni di intelletto, divolontà, di cuore. Essa non parla conun linguaggio di forza, ma si esprimenella carità e nella verità. Il nuovo Successore di Pietro nellaSede di Roma eleva oggi una fervente,umile, fiduciosa preghiera: “O Cristo!Fa’ che io possa diventare ed essereservitore della tua unica potestà!Servitore della tua dolce potestà!Servitore della tua potestà che nonconosce il tramonto! Fa’ che io possaessere un servo! Anzi, servo dei tuoiservi”. Fratelli e Sorelle! Non abbiate paura diaccogliere Cristo e di accettare la suapotestà! Aiutate il Papa e tutti quanti voglionoservire Cristo e, con la potestà diCristo, servire l’uomo e l’umanità

intera! Non abbiate paura! Aprite, anzi,spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite iconfini degli Stati, i sistemi economicicome quelli politici, i vasti campi dicultura, di civiltà, di sviluppo. Nonabbiate paura! Cristo sa “cosa èdentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa siporta dentro, nel profondo del suoanimo, del suo cuore. Così spesso èincerto del senso della sua vita suquesta terra. È invaso dal dubbio chesi tramuta in disperazione.Permettete, quindi – vi prego, viimploro con umiltà e con fiducia –permettete a Cristo di parlareall’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì!di vita eterna.

22 ottobre 1978Aprite le portea Cristo!Alcuni passaggidella storica omeliadella S. Messad’inizio pontificatodi San Giovanni Paolo II

Giovani domenica12 aprile 20156

senza sfracellarci contro, masoprattutto la verità è che la vita èun cammino nel quale per ogni cosabuona scelta, non si scartano solomille cose cattive, ma anche millealtre cose buone e questo è il prezzoper l’autenticità.Quando si cresce e si superano ivent’anni (nel senso Gucciniano) sipresentano dei bivi sui quali non èpiù possibile tornare, a meno digrosse sofferenze, e allora si scopreche accettare di chiudere tante porteper varcarne solo una è l’unico modoper andare avanti, per non restaretutta la vita al palo. Se ad un certopunto non “facciamo la pace” contutto ciò che non siamo e nonsaremo, difficilmente potremo esserefelici di ciò che siamo ed abbiamo equesto è vero soprattutto nelrapporto d’amore. C’è spesso in noiun “portato” di aspettativesull’amore che periodicamenteriprende vigore e non sempre lapersona reale che è accanto a noicorrisponde a quel desiderio. Sonole aspettative costruite nel tempo,negli incontri vissuti, negliinnamoramenti, ma anche attraversoi libri letti, i film visti, le canzoniascoltate e sono aspettativecontemporaneamente alte eprofonde, importanti perché cihanno guidato alla scoperta del vero

amore, ma anche pericolose perchéin grado – nei periodi di maggiorfragilità personale e del rapporto –portarci fuori strada, come sirenedal canto dolcissimo e fatale.“Per ogni cosa c'è il suo momento, ilsuo tempo per ogni faccenda sotto ilcielo” dice l’Ecclesiaste (Qo 3,1), c’èun tempo per cercare l’amore, untempo per trovarlo e un tempo percustodirlo e questo tempo è il piùlungo, quindi necessariamente il piùdifficile. Ogni età ha la sua meraviglia e la suafatica, mescolare le cartenell’intento di restare perennicercatori, sempre sulla soglia, mamai capaci di oltrepassarla, è unadelle vie più sicure per l’infelicità.Accettare di crescere significaabbandonare la soglia per dedicarsialla “stanza” in cui si è entrati,abbellendola, rinnovandola ognigiorno, amandola. Quella stanza,che è il nostro rapporto d’amore, alquale dedichiamo le nostre energiemigliori, è poi – quello sì – capace diconservarci giovani nel senso piùprofondo, giovani nel cuore, comecantava Bob Dylan (anche insieme aBruce Springsteen): “May yourhands always be busy/May your feetalways be swift/May you have a strongfoundation/When the winds ofchanges shift/May your heart always

be joyful/And may your song alwaysbe sung/May you stay foreveryoung/Forever young, forever young”possano le tue mani essere sempreoperose, possano I tuoi piedi esseresempre svelti, che tu abbia fortifondamenti, quando soffia il ventodel cambiamento, possa il tuo cuoreessere sempre gioioso, e la tuacanzone sempre cantata, possa turestare giovane per sempre, giovaneper sempre. Se restare giovani significamantenere un cuore energico ecoraggioso per essere sempreoperosi, in marcia e resistenti alleavversità allora sì, vogliamo restaregiovani per sempre, ma se restaregiovani significa domandarsicontinuamente “cosa sarebbeaccaduto se invece di (fidanzarmi,sposarmi, sposarmi con lui/lei)avessi fatto…?” mantenendo vivo ilfuoco della nostalgia per le vite cheavrei potuto vivere, pensando che“dopotutto sono ancora in tempo”allora c’è qualcosa che non va e

purtroppo una grossa infelicitàprobabilmente ci attende.Quando una persona ha vissuto conautenticità, cercando di conoscersi ,rispettarsi e desiderando il bene,difficilmente può aver sbagliato acompiere le scelte fondamentalidella sua vita (soprattutto quella disposarsi) e, anche se fosse, c’ègrazia sufficiente nel Sacramentodel Matrimonio per trovare in essola gioia piena rinforzandofondamenta inizialmente instabili.Nella costante inquietudine delrimettere in discussione più e piùvolte le decisioni prese, invece, c’èuna ferita profonda che variconosciuta e dopo averlariconosciuta va curata, con lapreghiera innanzitutto, che ciriporta alla scuola di Chi non èdisceso dalla Croce, ma ha portatoalle estreme conseguenza l’averscelto di amarci.

Paola Lazzarini Orrù[email protected]

Un imperativo implicito, e avolte anche esplicito, delnostro tempo, è che

dobbiamo restare per sempregiovani: giovani fisicamente –certo – anche a costo di soffrireper operazioni chirurgicheinvasive, ma soprattutto giovaniinteriormente, mantenendo cioèquella caratteristica tipica dellagioventù del trovarsi ancora amonte di tutte le sceltedefinitive, ancora nellecondizioni di poter esploraretutte le possibilità, come cantavaGuccini “a vent’anni è tuttoancora intero, perché a vent’anniè tutto chi lo sa”. Una condizionefaticosissima in realtà, ma ancheaffascinante e preziosa… avent’anni appunto, magari atrenta perché per tanti fattori lanostra giovinezza si èprolungata, ma non per sempre!Viviamo in un tempo in cui siamoletteralmente circondati daopportunità e ci viene raccontatoche “impossible is nothing”, manon è vero. Innanzitutto non èvero perché noi siamo limitati,così come le nostre possibilitàfisiche, economiche, sociali equindi con un certo limitedobbiamo necessariamenteconfrontarci, possibilmente

Per sempre giovaninUN AMORE COSÌ GRANDE

Nella vita di un cristiano cisono delle tappefondamentali, capaci di far

vibrare delle corde nascoste nelcuore e toccare l'anima in modoparticolare. La Pasqua è uno diquesti appuntamenti annuali incui tutto si ferma, in particolarmodo durante il triduo pasquale,momento dedicato alla memoriadegli ultimi giorni e degli ultimigesti compiuti da Gesù. Durantela settimana santa sono statetante le parrocchie che hannoorganizzato e vissuto dei gesticomunitari di preghiera eriflessione personale, invitandoadulti e ragazzi a partecipare evivere in modo diverso dal solito igiorni precedenti alla Pasqua.Nella città di Quartu Sant'Elenala Consulta Giovanile haorganizzato e gestito lasettimana santa calendarizzandoimportanti appuntamenti, tra cuila visita agli altari della

Reposizione. L'impegno di questoteam è molto importante per lacittà quartese che dall'annoscorso lavora con i giovani e per igiovani supportata dalfondamentale aiuto e guida deiviceparroci della Basilica diSant'Elena, don Davide Collu edon Andrea Secci. A raccontarci uno scorcio diquanto vissuto giovedi santosono le parole di Maria Elena Pes,ragazza di 26 anni dellaparrocchia di Sant'Elena, che ciracconta la sua personaleesperienza dei giorni appenatrascorsi:"Giovedì 2 Aprile scorso, si èsvolta per le parrocchie di QuartuSant'Elena la Visita agli altaridella Reposizione che noi giovanicomunemente chiamiamo "girodegli altari". Come ogni annol'appuntamento è sempre lostesso: h.19:00 per la Messa inCena Domini nella Basilica,

subito dopo una cena fugace tuttiinsieme nei locali dellaparrocchia e poi si inizia. Il giro(un grande giro) degli altari ciaspetta! E' un modo per noigiovani di vivere intensamente iltriduo, soffermarci e porredavanti a Dio tutte le nostrepreghiere. Il giro a QuartuSant'Elena è stato organizzatodalla consulta Giovani la qualeper ogni tappa, ha preparato deipiccoli spunti per la riflessionepersonale, hanno pensato aicanti e aiutati da Don DavideCollu e don Andrea Secci (viceparroci di Sant'Elena), ci hannoregalato una serata di silenzio edi incontro. L'itinerarioprevedeva un breve momento diapertura nella comunitàmissionaria di Villaregia, aseguire abbiamo visitato l'altaredi San Giovanni Evangelista,Sant'Antonio, Santo Stefano eper concludere Sant'Elena, lanostra Basilica. Il tuttorigorosamente a piedi! Per me il

giro degli altari è una scopertanuova, ogni anno, e se non riescoa farlo è come se vivessi a metà ilTriduo Pasquale e significa"restare svegli" nonaddormentarci... Così l'ho vissutoe soprattutto condiviso con i mieicoetanei e amici: come compagnesolo la nostra buona volontà e laFede!Il momento che preferisco dellaserata è il rientro in parrocchia..Ad aspettarci c'è lacomunità..adulti che possonoessere per noi genitori, zii ononni.. Che pregano per tutta lasera e attendono il nostrorientro... E per concludere laBasilica resta aperta fino algiorno dopo e ad ogni ora dellanotte gruppi di persone dellanostra comunità si danno ilcambio per non lasciare mai soloil Santissimo. Quindi grazie allaConsulta Giovani che organizza egrazie ai Don per il supportospirituale! "

Federica Bande

Vegliare insiemenel Giovedì SantoLa Consulta Giovani di Quartu S.E. porta avanti la tradizione della visita agli altari della reposizione la notte del Giovedì Santo

n IN LIBRERIAStorie di vocazioni“Stravolti da Cristo. Storie divocazione” di EmanueleLombardini è un libro chepresenta diciotto storie direligiosi – uomini e donne – la cuivocazione è arrivata dopo unpercorso di vita tortuoso, spessoinizialmente lontano dalla fede.Si tratta di testimonianze raccoltein prima persona e raccontatesenza spettacolarizzare glieventi, che pure,spesso, hannoavuto qualcosa distraordinario. Perquesto, l’Autoreha privilegiatostorie «diperiferia» oconfinate a unanotorietà locale oaddiritturasconosciute, cercando di darespazio alle vocazioni più diverseed emerse dalle esperienze piùdisparate:Marco Capecci, per esempio, eradirigente alla Rai; Cristina Alfanoaveva intrapreso la carriera dicantante lirica; Graziano Lorusso,Gianni Castorani e SamueleBiondini erano delle promessedello sport; John McElroy erasergente maggiore della marinamilitare americana; RobertaVinerba era militante di estremasinistra; Benedetta Umiker eraprotestante; Firmin Adamon eramusulmano.Il volume intende evidenziarecome la vocazione abbiacompletamente cambiato laprospettiva e la visioneesistenziale di ciascuna di questepersone, che hanno abbandonatola vita precedente per mettere alcentro Cristo e il suo messaggiosalvifico.Il libro è stato realizzato con ilsupporto e la consulenza dimonsignor Nico Dal Molin,direttore dell’Ufficio nazionaleper la pastorale delle vocazionidella CEI.

LETTURE

7Cagliaridomenica12 aprile 2015

evidenziando nel contempol’importanza di «monitorare laspesa. Tutti i consiglieri devonoessere pronti a tornare tra i banchi,per avere nei confronti della spesapubblica un atteggiamentoresponsabile e vigilante».Tra gli atti propedeutici approvatiprima del Bilancio c’è anche il PianoTriennale delle Opere Pubbliche.Dalla sua lettura si evince larilevanza strategica datadall’Amministrazione comunale agliinterventi di manutenzione eriqualificazione delle strade, deimarciapiedi, delle piazze e delle viecommerciali, prevedendo unostanziamento di circa 57 milioni dieuro, di cui 45 già appaltati. Tra glialtri interventi è prevista anche lariqualificazione del quartiere SantaTeresa a Pirri, e la sistemazione dellecoperture con la rimozionedell’amianto delle Case alloggio divia Piero della Francesca e via IsMirrionis. Altri interventi chel’Amministrazione indica prioritarisono relativi alla tutela evalorizzazione dei beni culturali, acui sono stati assegnati 24 milioni, equelli per l’edilizia scolastica (10milioni). Sono invece 4 i milionistanziati per le manutenzioni degliimpianti tecnologici, per i quali sonotuttavia previsti investimenti per unammontare complessivo di quasi160 milioni di euro.

Franco Camba

parere «positivo e molto favorevole»invece è stato dato dal capogruppoPd, Davide Carta, che ha messol’accento sull’aspetto tributario,parlando di «intervento strategico efondamentale sulla Tari» e sugliemendamenti approvati che«portano maggiori risorse destinateagli interventi sociali e culturali».Di approvazione «molto piùtravagliata di quanto ciaspettassimo e di opposizione che atratti ha avuto un atteggiamentocollaborativo» ha parlato ilcapogruppo di Sel, Sergio Mascia,che ha evidenziato l’importanza «diun benestare arrivato entro marzo»,

Ogni qualvolta un temporale dimedia o alta intensità siabbatte sul territorio di Pirri,

ritornano giocoforza alla mente leimmagini e i ricordi delle alluvioni,che nelle annate precedenti hannoseminato la paura e la delusione deiresidenti, lasciati soli contro unfenomeno finora mai arginatoseriamente. Navigando su internet si possonorintracciare diversi video amatoriali,che mostrano come nella giornatadel 22 ottobre 2008 un’ondata diacqua e fango travolse numerosezone di Pirri, in particolar modo ilcentro con la Piazza Italia e iquartieri confinanti con Monserrato.Cassonetti e auto non furonorisparmiati dall’ondata in piena, cheallagando diverse abitazioni eattività, causò ingenti danni di unrilevante valore economico. Stessasituazione, con altrettanti disagisoprattutto per le residenze, si ebbea fine agosto 2013. Bastò un sabatopomeriggio di piogge intense per farripiombare il centro di Pirri nel caose nelle polemiche.

si muovono ogni volta per far fronteall’emergenza: “Come sapete a Pirric’è un problema serissimo diallagamenti e ringrazio la protezionecivile, la polizia municipale, idipendenti comunali e la sensibilitàdella popolazione di Pirri, che haconoscenza dei rischi e mette in attouna serie di azioni come persone esingoli cittadini, a tutela dellapropria e dell’altrui vita. Oggiabbiamo la possibilità di iniziare ilavori per i collettori, checonsentiranno lo smaltimento delleacque piovane e la riduzione delrischio degli allagamentinell’abitato di Pirri”. L’inizio deilavori è previsto per la fine dell'annoscolastico, per non interferire troppocol traffico cittadino, e dovrebbeavere una durata di circa tre mesi.Per permettere il regolare deflussodelle acque piovane verranno postidue collettori nelle zone strategichedella municipalità. Il primocollettore (C 38) dal valore di 2milioni di euro, riguarderà via Italiafino alla zona di via Dolianova, viaSinnai e via Settimo e sarà deviato

Varato il piano controil dissesto idrogeologicoIl Comune ha presentato una serie di interventi che mirano a prevenire i rischi legatial dissesto idrogeologico, in modo particolare nel delicato territorio di Pirri

Dopo settimane di confronto tramaggioranza e minoranza, ilConsiglio comunale di Cagliari

ha finalmente approvato il Bilanciodi Previsione 2015-2017,unitamente a tutti gli atti ad essocollegati, come le tariffe relativealle imposte comunali. I votifavorevoli sono stati 21, mentrequelli contrari 11, con una solaastensione.L’importante manovra finanziaria,che vale 500 milioni di euro, è statacostruita sul raggiungimento delpareggio strutturale. Improntata sulprincipio della qualità della spesa,mira a dare risposte adeguate aibisogni dei cagliaritani, benchépesantemente condizionata dalla“spending review” e dai vincoli delpatto di stabilità. Infatti, anche peril 2015 il Bilancio comunale registraun netto calo dei trasferimentistatali, passati da quasi 51 milioni dieuro nel 2010 a poco più di 7 perquest’anno.L’approvazione del Bilancio è statapreceduta dall’approvazione delletariffe relative alle impostecomunali, prevedendo, per quanto

Nuovi investimenti per CagliariIl Consiglio comunale ha approvato il bilancio di previsione 2015-2017.L’obiettivo è di migliorarela qualità della vita in Città

riguarda la Tari (la tassa sui rifiuti),importanti agevolazioni perfamiglie ed imprese. Tra le novità,l’incremento del fondo per icontributi per gli affitti e lariduzione dell’Imu (l’impostamunicipale unica) per le abitazionidate in locazione con canoneconcordato. Inoltre, la manovrafinanziaria prevede maggiori risorseper le associazioni impegnate inattività culturali e sociali, e permigliorare l’inclusione sociale.Tra le più importanti fonti di entrataper le Casse comunali, il Bilancioindica la Tari (per 48 milioni dieuro), l’Imu (per 30 milioni di euroal netto della quota trattenuta dalloStato), e la Tasi (per quasi 19 milionidi euro).Nelle carte degli equilibri di bilanciosi registrano spese per unacinquantina di milioni di euro perservizi istituzionali e di gestione,destinati, fra l’altro,all’informatizzazione dellamacchina amministrativa e percombattere l’evasione fiscale. Altricinquanta milioni circa sarannodestinati agli interventi del Comunein favore di minori, anziani, disabilie famiglie. Poco meno di sessantamilioni, invece, serviranno per latutela del territorio e dell’ambiente,compreso il servizio di igieneurbana, di raccolta e smaltimentodei rifiuti, e per la manutenzione deiparchi e dei giardini cittadini.Al termine del dibattito, il sindaco

Massimo Zedda, ha ringraziato laminoranza consiliare «per il lavorodi collaborazione e condivisionesvolto» e che «contribuisce amigliorare un bilancio composto ditante voci». Però, pur essendo statiaccolti diversi loro emendamenti, ilvoto di Forza Italia è stato contrario.Questa la dichiarazione delcapogruppo Giuseppe Farris:«Votiamo no, nonostante sianostate accolte diverse propostepresentate da noi. Quellodell’opposizione non può e non deveessere un ruolo solo di merodissenso e critica, ma bensìnecessariamente costruttivo». Un

n DA MAGGIORitorna “Prendi e leggi”Sabato 9 maggio riprende il ciclo diincontri per catechisti e animatoribiblici “Prendi e leggi”, organizzatodall’Ufficio Catechistico Diocesano.Al centro dei quattro incontri gli“Atti degli Apostoli”, proposti da p.Maurizio Teani, s.j., Preside dellaFacoltà Teologica della Sardegna.Per iscrizioni visitare il sito webwww.ufficiocatechisticocagliari.it.

n TEATROElio De Capitani al MassimoDal 22 al 26 aprile il Teatro dell’Elfoporta in scena “Morte di uncommesso viaggiatore” di ArthurMiller, nella traduzione di Masolinod'Amico. Sul palco del Teatro“Massimo”, per la stagione di prosaorganizzata dal Cedac, Elio DeCapitani, che firma anche la regia,Cristina Crippa, Angelo Di Genio,Marco Bonadei e Federico Vanni.

n 19 APRILECagliari Avvenire MeseCome ogni terza domenica del meseil 19 aprile sarà in edicola l’inserto“Cagliari Avvenire Mese”.Congiuntamente al nostro settimanale“Il Portico”, l’inserto contribuisce ariflettere sui temi che stannomaggiormente a cuore ai lettori. Le modalità di ricezione sonodisponibili sul sitowww.chiesadicagliari.

Per cercare di far fronte al relativoproblema, il 31 marzo 2015 è statopresentato a Palazzo Bacaredda, unprogramma di interventi che ilComune di Cagliari intende metterein atto per prevenire il rischioidrogeologico nel territorio,soprattutto nell'area di Pirri.Durante la conferenza stampa dipresentazione dei lavori(rintracciabile sul sito del Comune)sono intervenuti il sindaco MassimoZedda, l'assessore ai trasporti e alleInfrastrutture Mauro Coni, lapresidente della Municipalità di PirriLuisella Ghiani e il presidente dellaCommissione Urbanistica AndreaScano. Presenti all’incontro anche ilpresidente della Commissione ServiziTecnologici Fabrizio SalvatoreMarcello, il presidente dellaCommissione Personale FerdinandoSecchi e Daniele Olla, dirigente deilavori pubblici. Il primo cittadino, Massimo Zedda,nel corso della presentazione delpiano di assetto idrogeologico, haparlato del grave problema degliallagamenti, ringraziando coloro che

nPELLEGRINAGGIOA maggio a TorinoDal 25 al 27 maggio, in occasionedel bicentenario della nascita di donBosco e dell’ostensionestraordinaria della Sindone, si terràun pellegrinaggio diocesano aTorino. Per informazioni e iscrizioni:Agenzia “I viaggi di Colombo” – ViaDiaz 53 – Quartu Sant’Elena,070.863400 / 070.8807239 –[email protected].

nSAN CARLOScuola di preghieraLunedì 13 aprile alle 20.30 nei localidella parrocchia San Carlo Borromeonuovo appuntamento con la “Scuoladi preghiera per giovani”, guidatadal parroco don Luca Venturelli.L’iniziativa, è destinata ai ragazzi ealle ragazze per far vivere loro unmomento di condivisione tragiovani. Informazioni disponibili sulsito www.parrocchiasancarlo.it.

per eliminare l'attuale effetto digaall'altezza di via Donori. Il secondocollettore (C70), dal valore di900mila euro, invece riceverà leacque da Barracca Manna e dallazona dell'ospedale Brotzu, con ilcanale di Terramaini. Tra la finedell’anno e l’inizio del 2016 sonoprevisti ulteriori lavori, per un valoredi 8 milioni di euro, per ultimarel’urbanizzazione del quartiere diBarracca Manna. Inoltre il ComitatoInterministeriale per laProgrammazione Economica hafinanziato 29 milioni di euro alcomune di Cagliari per l'attenuazionedel rischio idrogeologico di tuttoterritorio. “I cantieri per i collettorisono pronti per essere eseguiti, maabbiamo pensato di attendere la fine

delle scuole per eseguire i lavori”- haspiegato l’assessore Coni -“Altri dueappalti sono prossimi all’esecuzionee si tratta delle vasche di via Socratee il potenziamento della vasca di viaStamira. Cercheremmo di limitarel’impatto sulla circolazione perrendere minimi i disagi, anche sequesti non potranno essere evitati,come ad esempio la chiusura altraffico di Piazza Italia”. Infinel’assessore si è impegnato, entro il 20aprile, a produrre il progettodefinitivo di tutte quelle operenecessarie per risolvere leproblematiche pirresi, come la puliziadel canale o la creazione di vasche diesondazione presso Terramaini.

Matteo Piano

8 Parola di Dio domenica12 aprile 2015

Le luci della Pasqua hannosfolgorato ed ogni attesa si èenucleata nel solennealleluia che ha infranto il

dolore della morte. La risurrezionesi è aperta la strada nelle selveesistenziali, suscitando nuovaforza in ognuno. Ma le cicatricidella sofferenza, del dolore, dellamorte rimangono. La risurrezionenon cancella l’esistenza e lamorte, ma da loro nuova vita. Conquesta previa riflessione è utileascoltare il racconto del vangelodella domenica in albiis. Nellachiesa primitiva i battezzatidimettevano la veste bianca dopoaverla portata per un’interasettimana, vivendo l’esperienzaessenziale di un tempo salvato,redento, nuovo. I sette giorni,iniziati nella Pasqua, trovano illoro perfezionamento nel vangeloche ci viene proposto. Giovanni,evangelista molto singolare, offreuna prospettiva concreta e, allostesso tempo, mistica dellarelazione tra Gesù e il discepolo.Tommaso rappresenta il nostrogemello (forse anche per questoDidimo), dal momento che vive,come noi, l’entusiasmo della fedee l’esperienza della resa. Lanarrazione evangelica si apre conun’annotazione cronologica moltosignificativa: è sera. Essadetermina solo un momento dellagiornata? Sicuramente no.Giovanni dice sempre molto di piùdi ciò che appare. Infatti è sera peri discepoli, per coloro che stannoin un luogo sbarrato e sicuro.L’impaurito rinchiudersi non ècerto il più alto degli ideali umani,e i discepoli questo compiono: sichiudono dentro un luogo perpaura di fratelli. I giudei sonofratelli per i discepoli e, questi,non fanno che chiudersi ed esserepaurosi. La morte del Maestro li habloccati, intimoriti, congelati.Niente più è come prima! La paroladi Gesù non sferza e nonaccarezza, ma capovolge: ‘Pace avoi!’. Non viene condannata lacodardia né compresa la viltà, mainfusa la pace, che è la virtù di chiconosce e apprezza la propriaesistenza. Chi tra noi, oggi, è inpace? Forse, chi riesce adaccettarsi ed accettare gli altricome dono, come segno dellapresenza divina, come speranza inun mondo impostatosull’accoglienza. ‘Pace a voi!’.L’augurio e annuncio del Cristoviene accompagnato da un gesto:mostrare le mani e i piedi feriti. Cisembra, forse, strano questo? Nonè nel nostro modo di vedere. Chivince una battaglia non mostra leferite, ma le copre; non evidenzia icolpi ricevuti, ma quelli inferti. IlCristo risorto invece sfoggiaorgogliosamente i segni della suasofferenza, della sua passione perl’uomo, del suo amore per lacreatura. Quelle ferite sono ilsegno folgorante della profonditàdell’amore. Chi ha provato cosasignifica amare capisce bene che leferite e le sofferenze fanno partedi quella esperienza, poichérichiedono un passo indietro nellapropria realizzazione solitaria.Gesù, avendo amato i suoi sino allafine, non può che mostrare queitagli e quei segni chetestimoniano l’amore totale. Lasocietà odierna insegna ai ragazzie a noi che vale l’uomo che ‘nondeve chiedere mai’, come nellanotissima pubblicità. Scalziamoquesta idea mostrandocivicendevolmente le ferite d’amoreche abbiamo e cercando di evitarefalsi e inopportuni atteggiamentiche inneggiano all’onnipotenzaumana, anche nell’ambito dellafede. Tommaso è fuori, cioè è fuoridalla logica della paura ed ha

Mio Signoree mio Dio!

II Domenica di Pasqua (Anno B)

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre eranochiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per

timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro:«Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco.

E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi!

Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo.

A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loroquando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo

visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle suemani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno deichiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con

loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette inmezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui

il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nelmio fianco; e non essere incredulo, ma credente!».

Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni chenon sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati

scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, eperché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

avuto il coraggio di uscire, poiché igiudei non gli fanno paura. Tuttavia,ha invece, come noi, timoredell’accettazione della sconfitta, deldolore, del dono completo. Non èpresente nel momento che colui chedoveva essere il vittorioso, sipresenta come il ferito. Latestimonianza dei discepoli non loentusiasma né lo anima. Anzi, vi sioppone con forza risultando quasiblasfemo.Eppure proprio a lui Gesù sirivolgerà per sciogliergli il cuore edipanare le tenebre del successofacile ed esibizionista. Dopo settegiorni, come quelli trascorsi dallapasqua alla domenica in cuipossiamo sentir proclamare questaparola di salvezza, Gesù torna inmezzo a loro. Il saluto non varia,eppure il destinatario dell’annunciosi affina: Tommaso. Proprio lui èrichiamato dal Maestro. ‘I mieipensieri non sono i vostri pensieri ele mie vie non sono le vostre vie’,scriveva Isaia. Ciò che noi avremmocancellato dalla memoria, Dio lo hainciso sulla propria carne. Le feritesono il segno della forza redentricedi Dio. A Tommaso servesperimentare la forza dell’amorevero, che non si nasconde e nontace, ma invita a sperimentare lospessore del dono. A noi, comunitàcristiana, è detto: riconosci le tueferite, i tuoi sbagli, i tuoi errori edessi saranno trasformati da ‘ferite’di peccato a ‘feritoie’ di grazia.

Dal Vangelo

secondoGiovanni

Gv 20, 19-31

di Michele Antonio Corona

9Vita cristianadomenica12 aprile 2015

La Relatio Synodi nei nn.41-54affronta la delicata questionedella cura pastorale di coloro che

vivono nel matrimonio civile o inconvivenze, nonché nelle situazionedi famiglie separate, divorziati nonrisposati, divorziati risposati eancora le famiglie monoparentali.Anche dinanzi a tutte questecaratterizzazioni presenti nellasocietà contemporanea, la Chiesanon cessa di annunciare epromuovere il matrimonio cristianoincoraggiando il discernimentopastorale perché con delicatezza esensibilità ci si accosti alle personeche non vivono più nell’orizzontecristiano cercando di mostrare loro,tutti quegli elementi positivi che,comunque, possono esserci anchenelle loro unioni per orientarle versouna crescita umana e spirituale chevalorizzi l’amore e l’affetto che leunisce. È diffusa in molti Paesi laconsuetudine di coppie checonvivono senza alcun matrimoniocivile, né canonico ed è in continuacrescita il numero di coloro che dopoun periodo più o meno lungo diconvivenza chiedono di potercelebrare il matrimonio in chiesa.Appare ovvio che queste particolarisituazioni esigono un’attentaevangelizzazione che ponga in esserel’autenticità della richiesta e che nonsiano dettate da momenti diadeguamento alla mentalitàcorrente, o siano il frutto di scelte

strumentali. Non si deve tralasciare tra l’altro chein molti Paesi è consuetudinericonoscere le unioni di fatto, creandoin questo modo una mentalitàcontraria alle istituzioni e agliimpegni definitivi, sebbene tuttoquesto può nascere anche da fragilitàdelle differenti situazioni economichedelle coppie. Pertanto la Relatio Synodi suggerisceun discernimento capace diaccompagnare le singole situazioniaffrontando le questioni condelicatezza e soprattutto in manieracostruttiva, perché la luce delVangelo possa entrare in tutte le case.Allo stesso modo, con carità emisericordia pastorale vannoaffrontate le situazioni di quellecoppie che sperimentano graviproblematiche nelle relazioni umane,dove è necessario che anche la Chiesamostri e indichi la via dellariconciliazione, insegnando a saperperdonare facendo sperimentare chedal perdono nasce un nuovo amore,capace di rigenerare le persone. Appare ovvio che per realizzarequesta nuova evangelizzazione, laChiesa deve coinvolgere quellefamiglie che abbiano già maturato unpercorso di maturità umana espirituale, che siano state formateper l’accompagnamento dialtrettante coppie in difficoltà e incrisi, soprattutto per aiutare lepersone a saper vivere le sofferenze ele fragilità affettive con

consapevolezza perché non siaggiunga dolore ad altro dolore. Le comunità cristiane devonoadoperarsi, anche attraverso i gruppie i movimenti ecclesiali a formare,mediante percorsi strutturati eorganici, coppie per la pastoralefamiliare, chiamate a prendersi curadi quelle altre coppie bisognose diattenzione e di accompagnamento. Le dolorose ferite che scaturisconodalle famiglie in crisi affettiva erelazionale, spesso coinvolgonoanche figli che il più delle volte sonovittime inconsapevoli dei conflitti deigenitori, pertanto è urgente unanuova e coraggiosa pastorale chetenendo presente queste delicatesituazioni aiuti a risanare e a ricucirerapporti che porterebberodiversamente anche a graviconseguenze. “Ogni famiglia va innanzituttoascoltata con rispetto e amorefacendosi compagni di camminocome il Cristo con i discepoli sullastrada di Emmaus. Valgono inmaniera particolare per questesituazioni le parole di PapaFrancesco: “La Chiesa dovrà iniziare isuoi membri – sacerdoti, religiosi elaici – a quell’artedell’accompagnamento perché tuttiimparino a togliersi i sandali davantialla terra sacra dell’altro…con unosguardo pieno di compassione, mache sani, liberi e incoraggi amaturare nella vita cristiana”

Maria Grazia Pau

In ascolto della vita delle famiglie

9

Narra l’evangelista Giovanniche Gesù proprio dopo la suaresurrezione chiamò Pietro a

prendersi cura del suo gregge (cfrGv 21, 15 .23). Chi avrebbe potutoallora umanamente immaginare losviluppo che avrebbecontrassegnato nel corso deisecoli quel piccolo gruppo didiscepoli del Signore? Pietroinsieme agli apostoli e poi i lorosuccessori, dapprima aGerusalemme e in seguito sino agliultimi confini della terra, hannodiffuso con coraggio il messaggioevangelico il cui nucleofondamentale e imprescindibile ècostituito dal Mistero pasquale: lapassione, la morte, la risurrezionedi Cristo. Questo mistero la Chiesacelebra a Pasqua, prolungandonela gioiosa risonanza nei giornisuccessivi; canta l’alleluja per iltrionfo di Cristo sul male e sullamorte. "La celebrazione dellaPasqua secondo una data delcalendario – nota il Papa sanLeone Magno – ci ricorda la festaeterna che supera ogni tempoumano". "La Pasqua attuale – egli

nota ancora – è l’ombra dellaPasqua futura. E’ per questo che lacelebriamo per passare da unafesta annuale a una festa che saràeterna". La gioia di questi giornisi estende all’intero anno liturgicoe si rinnova particolarmente ladomenica, giorno dedicato alricordo della resurrezione delSignore. In essa, che è come la"piccola Pasqua" di ognisettimana, l’assemblea liturgicariunita per la Santa Messaproclama nel Credo che Gesù èrisuscitato il terzo giorno,aggiungendo che noi aspettiamo"la risurrezione dei morti e la vitadel mondo che verrà". Si indica intal modo che l’evento della mortee risurrezione di Gesù costituisceil centro della nostra fede ed è suquest’annuncio che si fonda ecresce la Chiesa. Ricorda inmaniera incisiva sant’Agostino:«Consideriamo, carissimi, laRisurrezione di Cristo: infatti,come la sua Passione hasignificato la nostra vita vecchia,così la sua risurrezione èsacramento di vita nuova…Hai

creduto, sei stato battezzato: lavecchia vita è morta, uccisa nellacroce, sepolta nel Battesimo. E’stata sepolta la vecchia nellaquale hai vissuto: risorga lanuova. Vivi bene: vivi così che tuviva, affinché quando sarai morto,tu non muoia» (Sermo Guelferb. 9,3).I racconti evangelici, cheriferiscono le apparizioni delRisorto, si concludonoabitualmente con l’invito asuperare ogni incertezza, aconfrontare l’evento con leScritture, ad annunciare che Gesù,al di là della morte, è l’eternovivente, fonte di vita nuova pertutti coloro che credono. Cosìavviene, ad esempio, nel caso diMaria Maddalena (cfr Gv 20,11-18), che scopre il sepolcro apertoe vuoto, e subito teme che il corpodel Signore sia stato portato via.Il Signore allora la chiama pernome, e a quel punto avviene inlei un profondo cambiamento: losconforto e il disorientamento siconvertono in gioia edentusiasmo. Con sollecitudine ellasi reca dagli Apostoli e annunzia:«Ho visto il Signore» (Gv 20,18).Ecco: chi incontra Gesù risuscitatoviene interiormente trasformato;non si può "vedere" il Risortosenza "credere" in lui.Preghiamolo affinché chiamiognuno di noi per nome e così ciconverta, aprendoci alla "visione"della fede. La fede nascedall’incontro personale con Cristorisorto, e diventa slancio dicoraggio e di libertà che fagridare al mondo: Gesù è risorto evive per sempre. E’ questa lamissione dei discepoli del Signore

pienamente se stesso, la sua forzavittoriosa sulle forze della morte,la forza dell’Amore trinitario. LaVergine Maria, che è stataintimamente associata allapassione, morte e risurrezione delFiglio e ai piedi della Croce èdiventata Madre di tutti i credenti,ci aiuti a comprendere questomistero di amore che cambia icuori e ci faccia pienamentegustare la gioia pasquale, perpoter poi comunicarla a nostravolta agli uomini e alle donne delterzo millennio.

Benedetto XVIUdienza Generale

19 aprile 2006

di ogni epoca e anche di questonostro tempo: "Se siete risorticon Cristo – esorta san Paolo –cercate le cose di lassù… pensatealle cose di lassù, e non a quelledella terra" (Col 3,1-2). Questonon vuol dire estraniarsi dagliimpegni quotidiani,disinteressarsi delle realtàterrene; significa piuttostoravvivare ogni umana attivitàcome un respiro soprannaturale,significa farsi gioiosi annunciatorie testimoni della risurrezione diCristo, vivente in eterno (cfr Gv20,25; Lc 24,33-34).Cari fratelli e sorelle, nella Pasquadel suo Figlio unigenito Dio rivela

Chiamati a fare esperienzadell’incontro con il RisortoNelle parole di Benedetto XVI scopriamo il significato del tempo liturgico di PasquaLa Risurrezione di Cristo è “il centro della fede” e “su questo annuncio si fonda la Chiesa”

Nuove creature in CristoRivolgo la mia parola a voi, bambini appena nati, fanciulli in Cristo,nuova prole della Chiesa, grazia del Padre, fecondità della Madre, piogermoglio, sciame novello, fiore del nostro onore e frutto della nostrafatica, mio gaudio e mia corona, a voi tutti che siete qui saldi nelSignore.Mi rivolgo a voi con le parole stesse dell'apostolo: «Rivestitevi delSignore Gesù Cristo e non seguite la carne nei suoi desideri» (Rm 13,14), perché vi rivestiate, anche nella vita, di colui del quale vi sieterivestiti per mezzo del sacramento. «Poiché quanti siete stati battezzati

in Cristo, vi siete rivestiti diCristo. Non c'è più Giudeo, néGreco; non c'è più schiavo, nélibero; non c'è più uomo, nédonna, poiché tutti voi sieteuno in Cristo Gesù» (Gal 3, 27-28).In questo sta proprio la forzadel sacramento. E' infatti ilsacramento della nuova vita,che comincia in questo tempocon la remissione di tutti ipeccati, e avrà il suocompimento nella risurrezionedei morti. Infatti siete statisepolti insieme con Cristo nellamorte per mezzo del battesimo,perché, come Cristo èrisuscitato dai morti, cosìanche voi possiate camminare

in una vita nuova (cfr. Rm 6, 4).Ora poi camminate nella fede, per tutto il tempo in cui, dimorando inquesto corpo mortale, siete come pellegrini lontani dal Signore. Vostravia sicura si è fatto colui al quale tendete, cioè lo stesso Cristo Gesù, cheper voi si è degnato di farsi uomo. Per coloro che lo temono ha riservatotesori di felicità, che effonderà copiosamente su quanti sperano in lui,allorché riceveranno nella realtà ciò che hanno ricevuto ora nellasperanza.Oggi ricorre l'ottavo giorno della vostra nascita, oggi trova in voi la suacompletezza il segno della fede, quel segno che presso gli antichipatriarchi si verificava nella circoncisione, otto giorni dopo la nascita almondo. Perciò anche il Signore ha impresso il suo sigillo al suo giorno,che è il terzo dopo la passione. Esso però, nel ciclo settimanale, èl'ottavo dopo il settimo cioè dopo il sabato, e il primo della settimana.Cristo, facendo passare il proprio corpo dalla mortalità all'immortalità,ha contrassegnato il suo giorno con il distintivo della risurrezione.Voi partecipate del medesimo mistero non ancora nella piena realtà, manella sicura speranza, perché avete un pegno sicuro, lo Spirito Santo.«Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove si trovaCristo assiso alla destra di Dio; pensate alle cose di lassù, non a quelledella terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è ormai nascosta conCristo in Dio. Quando si manifesterà Cristo, la vostra vita, allora anchevoi sarete manifestati con lui nella gloria» (Col 3, 1-4).

Dai «Discorsi» di sant'Agostino, vescovo(Disc. 8 nell'ottava di Pasqua 1, 4; Pl 46, 838. 841)

RISCRITTURE

PORTICO DELLA FEDE

10 Idee domenica12 aprile 2015

Oggi parliamo di… arte e fedeLe chiese di Villaspeciosa - VallermosaA cura di Terenzio PudduDomenica 12 aprile ore 18.10Lunedì 13 aprile ore 8.30

Cantantibus organisAscolto guidato alle interpretazioni organistiche bachiane di Marie-Claire Alain(a cura di Andrea Sarigu)Domenica 12 aprileore 21.30

Oggi parliamo di… comunicazioneTv e minori, tutelare i più deboliA cura di Simone Bellisai.Martedì 14 aprile ore 19.10Mercoledì 15 aprile ore 8.30

L’ora di NicodemoGli Atti degli ApostoliA cura di Sabino Chialà.Monaco di Bose Mercoledì 15 aprile 21.40

L’udienzaLa catechesi di Papa FrancescoGiovedì 21.40 circa.

Oggi parliamo con…Mercoledì 15 aprile 19.10Giovedì 16 aprile ore 08.30

Radiogiornale regionaleDal lunedì al sabato 10.30 e 12.30

Kalaritana ecclesiaInformazione ecclesiale diocesana -Dal lunedì al sabato 9.30 e 16.30

Codice RosaA cura di Maria Luisa Secchi e Angela QuaqueroLunedì 21.40 - Sabato 18.30

Lampada ai miei passiCommento al Vangelo quotidiano(13 - 19 aprile )a cura di don Giulio MadedduDal lunedì al venerdì 5.15 / 6.45 /21.00Sabato 5.15 / 6.45 / (21.00 vangelodomenicale)Domenica 5.15 / 6.45 / 21.00

Oggi è già domaniNel cuore della notte con lo sguardo verso il nuovo giorno(A cura di don Giulio Madeddu)Al termine sarà possibile ascoltare lecantate Sacre di Bach.Ogni giorno alle 00.01 circa

Frequenze in FM: 95,000 97,500 - 99,900

102,200 - 104,000

In onda su Radio Kalaritana

Fiori di campo (Grafica delParteolla, pp. 130, € 14,00) èl'ultimo lavoro letterario di Felice

Moro. Il volume contiene una raccoltadi poesie scritte dall'autore in un arcodi tempo trentennale. Alcune in linguasarda, altre in lingua italiana. Si tratta di un lavoro diverso rispettoai precedenti. Fino ad ora l'autore sièra cimentato in studi su tematicherelative al mondo della scuola e allastoria della Sardegna; coniugandorigore scientifico e grande capacitacomunicativa. Nell'ultima fatica egli ciguida nel proprio mondo interiore. Ilrigore metodologico cede il passo aisentimenti che emergonoprepotentemente, fin dalle primepagine dell'opera.In realtà, come detto, il volumeraccoglie scritti composti in un arcotemporale di circa trenta anni. Ciòdenota che l'ispirazione poetica non èil risultato di una "conversione allapoesia" manifestatasi negli annimaturi, ma è stata caratteristicacostantemente presente nell'autore,vissuta in parallelo con l'aspetto piùprettamente professionale erazionale.Fiori di campo, dunque. Fiori chenascono spontaneamente, senza chenessuno si curi di loro. Fiori senzagrandi pretese, che si accontentano diquello che la natura concede, senzanulla chiedere. Forse perché in fondosono consapevoli di essere parte di ungrande disegno in cui lorosono solo apparentementedelle comparse. Non quindirassegnati, ma preparati aresistere alle provedell'esistenza, in attesa delmomento opportuno permostrare al mondo tutta lapropria, semplice,bellezza.Questo sembra essere lospirito che anima ipersonaggi e le vicendenarrate e costituisce,probabilmente, la chiave di letturadell'intera opera. Le poesie narrano le vicende personalidell'autore e con esse, quelle di unintero popolo. Si parte dai primiricordi di bambino, in un piccolo paese

della Sardegna centrale. I primiflashback sono quelli legati alle tristivicende della seconda guerramondiale. Il terrore per ibombardamenti. L'esperienza deglisfollati dalle città bombardate chevenivano a rifugiarsi nei paesidell'entroterra.A seguire il dopoguerra, la dura vitanei campi per guadagnarsi il minimo

per la sopravvivenza. Ladecisione coraggiosa, controogni logica, di nonrassegnarsi alla situazione.Di voler cambiare il propriodestino. Ben consci che solocosì si poteva cambiare ildestino anche di quelli chesarebbero venuti dopo.Poi il lavoro nella scuola. Gliamici e parenti, vecchi enuovi. I colleghi di lavoro, levicende della famiglia. Ilpassare degli anni con la

vecchiaia che avanza. Le persone chenon ci sono più e i nuovi nati che siaffacciano alla vita. Situazioni liete etristi affrontate sempre con granedignità e compostezza.Si tratta di poesie che, pur nascendo

dalla propria esperienza interiore,diventano universali, in quanto capacidi rappresentare sentimenti edemozioni degli uomini di ogni tempo.In quanto a struttura, l'opera sicompone di una raccolta di 86 poesiein sardo e in italiano dedicate allafamiglia, al paese di Tiana ed aitianesi centenari, alla religione e allascuola. Per dare al testo ancheun’architettura tematica l'autore hadiviso la raccolta in Sezioni.La prima di queste, In famiglia,include 33 componimenti. Moltodiversi tra loro, ma accomunati dalfatto che trattano tutti argomentidella sfera affettiva, relazionale,personale o familiare dell’autore. Lasezione si apre con la poesia"Ammentos" ossia ricordi. Questaraccoglie le memorie più lontane erappresenta, in un certo senso, unasintesi di tutta la sezione. Ciò che quiemerge con evidenza sono le provedure della vita unite ad una forte fedee una altrettanto forte forza di volontàe voglia di riscatto.La seconda Sezione, a Tiana ecomprende 14 componimenti. Essitrattano diversi argomenti relativi ai

beni naturali, materiali, storici,antropologici e sociali del paese.Traspare qui l'attaccamento ai luoghidell'infanzia unito all'amarezza perun mondo che va, lentamente,scomparendo. Sopratutto in questa,ma anche nella successiva quintasezione, si manifesta l'aspetto di unapoetica che potremmo definire, apieno titolo, ecologista ante litteram,visto il periodo a cui risalgono alcunidi questi componimenti.La terza Sezione, soggetti religiosi, èformata da altri 14 canti a temareligioso. Qui emerge, in modoprepotente, una forte fede edevozione.La quarta Sezione, ai tianesicentenari, comprende otto poesieaugurali che, a suo tempo, l’autoreaveva dedicate ai suoi compaesanicentenari. Il paese di Tiana è patria dimolte persone che hanno superato lasoglia dei cento anni. Tra questericordiamo in modo particolare TziuAntoni Todde, arrivato alla venerandaetà di 113 anni e riconosciuto, in vita,come l'uomo più vecchio del mondo.La quinta Sezione, a Nuoro e allaBarbagia, comprende 12 poesie.Trattano argomenti vari, per lo piùriferiti a Nuoro o ad altri soggettidell’ambiente barbaricino. Ricordiamoqui le poesie al monte Corrasi, almonte Ortobene, a Nuoro e a Oliena.Anche in questo caso si manifestal'ammirazione, il rispetto e l'amoreper la natura.La sesta e ultima Sezione, il mondodella scuola, comprende sei poesieriferite alle amicizie e alle esperienzefatte nella parte terminale della sualunga carriera scolastica.Nel complesso si tratta di un'operache presenta un’ampia varietàtematica e compositiva. Una poeticache, per alcuni aspetti, rimanda aSebastiano Satta.Autore di bellissimi versi in linguasarda e italiana, che canta la Barbagianell'asprezza dei suoi paesaggiselvaggi e nella crudezza dei suoipersonaggi, spesso tristi.Per altri riporta ai poeti improvvisatoriin lingua sarda, dalla battuta brillantee graffiante e, spesso, ironica.Se un grande merito deve esserericonosciuto alla raccolta poetica diFelice Moro, questo è quello di andarecontrocorrente.In un'epoca in cui prevale lacomunicazione facile e veloce, spessosuperficiale, la poesia non incontrapiù il favore del grande pubblico.L'autore ha voluto, al contrario,riaffermare la centralità del proprio ionel suo rapporto con la società.Contro l'appiattimento mediatico, dicui siamo, un po' tutti, vittime. Eglimanifesta, orgogliosamente, lapropria individualità, guardando conattenzione e con onesta alla propriaesperienza di vita, anche quandoquesta ricerca porta a trovareconfusione e controsensiapparentemente irrisolvibili.

Mettere in versiframmenti di vita

“Fiori di campo”è l’ultimo librodi Felice Moro.

La raccolta di poesie,scritte in italiano e in sardo,

nasce dall’esperienzapersonale dell’autore,

ma riesce a rappresentaresentimenti e ideali

dell’uomo di ogni tempo

di Giorgio Piras

insegnato per diversi anni, e avendoalle spalle molte pubblicazioniimportanti, che hanno contribuito aformare generazioni di sacerdoti sia

in Sardegna sia a Roma.Eppure dal suo modo difare traspariva lapersonalità di un uomosemplice, capace di farsentire a proprio agiol’interlocutore,chiunque egli fosse.Questa è una grandedote: essere colto epreparato ma alcontempo non fare

sfoggio della cultura per far sentirel’altro inadeguato. In parrocchia erasempre disponibile verso tutti e perquesto era molto apprezzato.Vi ringrazio per lo spazio cheriserverete a queste poche righe.

Lettera firmata

Nei giorni scorsi nei locali dellacapitaneria di Porto di Cagliari,alla presenza del ComandanteVincenzo de Marco, delle autoritàmilitari e civili, di padre AntonioPezzo, superiore della Comunitàdei padri Minimi Francescani, èstata benedetta, da monsignorArrigo Miglio, Arcivescovo diCagliari, una targa bronzeacelebrativa, raffigurante SanFrancesco di Paola sulle onde delmare, come segno visibile etangibile della devozione dellagente di mare verso il Santo.Sulla targa la motivazione: “SanFrancesco da Paola, patrono dellegenti di mare e compatrono dellacittà di Cagliari”. “Generoso donodei frati Minimi di Cagliari, che,nell’anno in cui ricorre il 150°anniversario del Corpo dellecapitanerie di Porto – Guardia

Costiera, ancora di più avvalora ilforte ed indissolubile legame che dasempre unisce gli uomini di mare,

nella Grazia del Signore e del santopatrono San Francesco di Paola”.

Lettera firmata

Gentilissimi della redazione, chiedodi pubblicare cortesemente questobreve ricordo del compiantomonsignor Giancarlo Atzei,scomparso oltre unanno fa. Ho appresoche nei giornidell’anniversario dallascomparsa è statacelebrata, nellacappella del Seminariouna Messa in suosuffragio. Me necompiaccio, perché l’ex- Cancelliere dellaCuria merita di esserericordato.Ho avuto la fortuna di conoscerlo inparrocchia dei Santi Giorgio eCaterina, dove con molta umiltàrendeva il suo servizio allacomunità. Da alcuni amici ho saputoche aveva una vasta cultura, avendo

nLETTERE A IL PORTICOInviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo [email protected], specificando nome e cognome,ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.

11Diocesidomenica12 aprile 2015

n INIZIATIVECampi di formazione di Pastorale giovanileSono aperte le iscrizioni per iprossimi campi di formazioneproposti dall’Ufficio di pastoralegiovanile e previsti nel mese diaprile. Dal 24 al 26 aprile è inprogramma il corso diformazione per animatori digruppi preadolescenti eadolescenti (età dei partecipantidai 17 ai 25 anni). Dal 30 aprileal 3 maggio invece verrà fatto ilcorso di formazione per glianimatori che nei nostri oratoriorganizzeranno e guiderannol’esperienza di “Estate Ragazzi”(età dei partecipanti dai 15 ai 20anni).Per garantire la presenza di piùparrocchie ogni oratorio potràpartecipare con un minimo diquattro ad un massimo di ottoanimatori.Per tutti i corsi previsti l’Ufficiodi pastorale giovanile rilasceràun attestato di partecipazione euna dichiarazione per il creditoformativo scolastico dapresentare a scuola. Tutti i corsisi terranno a Solanas, nellacolonia “San Domenico Savio”.Per iscrizioni altre informazioni èpossibile scaricare i moduli sulsito www.chiesadicagliari.it.Per informazioni contattaredirettamente l’Ufficio dipastorale giovanile: don AlbertoPistolesi – [email protected][email protected].

n USMI/CISMDue appuntamentia CagliariVenerdì 17 aprile alle 16 nelconvento delle MonacheCappuccine a Cagliari “LectioDivina”, tenuta da don GiuseppeTilocca, docente presso laFacoltà Teologica dellaSardegna. Domenica 19 Apriledalle 9 alle 17 è in programma uncorso formativo per giovaniConsacrate sul tema "Latestimonianza”. Relatore saràGiuseppe Tilocca, l’incontro èprevisto nella Casa GeneraliziaSuore di Cristo Re, in via Scano97 a Cagliari.

n REDENTORISTIFesta di Primaverain oratorioDomenica 19 aprile il Comitatozonale Anspi di Cagliari haorganizzato la festa di Primavera“Pasqua dell’oratorio 2015”.L’appuntamento è previsto alcircolo Anspi don Milano diSoleminis, ed è riservato aicircoli e agli oratori che sono inregola con l’affiliazione 2015.Il programma prevede l’arrivo el’accoglienza alle 9.30, alle 10 lacelebrazione della Santa Messa ealle 10,45 l’inizio delle attivitàludico - sportive: calcio a 7,calcetto a 5, beach volley, tennistavolo e calcio balilla.Alle 13.30 il pranzo al sacco, alle15 le finali delle attività ludico -sportive e alle 18 la conclusione.Per informazioni inviare una e-mail all’indirizzo:[email protected].

nMEIC“Riflessioni su Paolo VI”Il Gruppo M.E.I.C. di Cagliariorganizza per martedì 14 aprilealle 18, nei locali del Museo delDuomo in via Fossario 5 aCagliari, la proiezione del videodal titolo “Riflessioni su PaoloVI”.

BREVI

Il Triduo Pasquale della cattedraledi Cagliari, oltre ad essereestremamente affascinante, è

molto partecipato dai fedeli. La Messain Coena Domini è stata celebrata damons. Antioco Piseddu, vescovoemerito di Lanusei, giacché Mons.Miglio ha invece presieduto lacelebrazione nella parrocchia diVillasimius. La funzione del venerdì ela veglia solenne del sabato sonostate invece presiedutedall’Arcivescovo.Di seguito riportiamo i passi salientidell’omelia di mons. Piseddu:“Chiediamo al Signore che va verso lasua Passione di allargare il nostrocuore per farci vivere i suoi doni: ildono dell’Eucaristia. Quella era allostesso tempo la sera dell'amore e deltradimento. C’è un contrasto tral'amore più grande e la grettezza piùgrande. Gesù sente che è arrivata lasua ora e allarga i confini dell’amore.Gesù ha trovato il modo di stare vicinoagli uomini sempre. Questa presenzanutrirà il loro spirito. L’altro dono è il sacerdozio. Gesù hadetto “fate questo in memoria di me”.Lui li fa diventare salvatori perchéloro salvino gli altri. Noi in questo

cristiani ancora oggi contesi. LaPassione di Gesù continua per ognunodi noi, che troviamo la Croce nellanostra strada. La Croce diventa segnodi speranza; la morte del Signore ci fadiventare portatori di speranza,soprattutto quando l'esperienza ci fadiventare come quelli che speranzanon ne hanno più”. Nella notte delle notti, durante laprincipale celebrazione della diocesicagliaritana, entrano a far parte dellacomunità cristiana tre bambini:Alessio, Massimo e William. “Tutti noi siamo richiamati apercorrere il cammino che ci fadiventare cristiani. Abbiamocelebrato il segno della Luce, Cristo ciha illuminati quando eravamo ancoranel buio. Meditiamo come nell’anticaAlleanza Dio ha salvato il suo popolo,preghiamo perché Dio nostro Padreporti a compimento questa opera diSalvezza nella Pasqua.Dio ci chiede di fidarci di Lui. Nellalettura dell'esodo incontriamo il Dioche ci vuole liberi, liberi comepersone, come popoli, ci chiama aseguire la Sua strada per farci

La Croce è segnodi vera speranzaIl messaggio della liturgia del Triduo Pasquale in Cattedraleproposto nelle omelie di Mons. Miglio e Mons. Piseddu

giovedì Santo diciamo ‘grazie’ alSignore per la generosità del Suodono. Il terzo dono è quello della caritàquando ha detto: “amatevi gli uni glialtri”; siamo in grado di portarequesta novità nel mondo? Nonpossiamo non fare riferimento alfenomeno che stiamo vivendo: ilfenomeno di Papa Francesco, i suoigesti attirano l'attenzione di tanti; ciha ricordato che l'amore di Dio è unamore tenero e forte. L'amore versole periferie del mondo”. Il venerdì santo nel duomocagliaritano è caratterizzato da unrigoroso silenzio, lo stesso cheaccompagna le processioni per le viedella città; ma quando mons. Miglioparla, le sue parole attraversano ilmediterraneo: “La passione di Gesùcontinua nei giovani uccisi in Kenya ein tutti quanti vengono perseguitati ederisi per Gesù. La sua Passionecontinua nei malati, in quelli più solie senza speranza. Siamo chiamati avedere in tutti e in ciascuno laPassione di Gesù che continua.Raccogliamo quest’oggi le offerte perla terra Santa, per permettere a queipochi cristiani di mantenere i luoghi

crescere nella libertà. Il profeta cipresenta Dio innamorato del suopopolo e di ciascuno di noi.La forza della parola di Dio è come lapioggia che feconda la terra: le paroleche Dio ci ha consegnato nella Bibbia,che è la compagna di strada delcristiano che vuole cibarsi dellaparola di Dio. L'amore del Signoreentra in noi con la Grazia delBattesimo. Il momento della risurrezione èl'annuncio di una presenza nuova euniversale. Una presenza che vivremonell’Eucaristia, ma che viviamo nellavita della comunità cristiana. Ciprepariamo a vivere il sacramento delbattesimo, San Paolo ci ha ricordatoche l'acqua del battesimo creaun'unione particolare tra noi e Gesù.Noi veniamo innestati in Cristo. Cisono rami innestati in Cristoparticolarmente fruttuosi: sono isanti, che ci sostengano e ciaccompagnino per diventare ramifruttuosi della pianta della vera vitache è Gesù risorto”.

Marco Scano

Giovedì due Aprile si è svolta inmattinata la solenne MessaCrismale, tenuta dal Sua

Eccellenza Mons. Miglio inCattedrale. Alla cerimonia hannopresieduto tutti i sacerdotidell'Arcidiocesi, i cresimandiprovenienti dalle parrocchie dellevarie foranie. La messa del crisma èla celebrazione eucaristicapresieduta dal vescovo nellacattedrale generalmente il mattinodel giovedì santo. Durante questamessa vengono consacrati gli olisanti: il crisma, l’olio dei catecumenie l’olio degli infermi. Nel corso dellacelebrazione i preti rinnovano leloro promesse. Nella messa delcrisma si fa memoria dell’istituzionedel sacerdozio da parte di GesùCristo. È dunque una liturgiafortemente incentrata sull’unzione,il sacerdote è consacrato conl’unzione del crisma analogamenteall’unzione dei sacerdoti e deiprofeti dell’antica alleanza. Così ilCristo, termine di origine greca chesignifica unto, traduce l’ebraicomashiach (Messia). La preghiera dicolletta, all’inizio della messa, dàgià tutto il tono di questo sacro rito:“O Padre, che hai consacrato il tuounico Figlio con l’unzione delloSpirito Santo e lo hai costituitoMessia e Signore, concedi a noi,partecipi della sua consacrazione, diessere testimoni nel mondo dellasua opera di salvezza”. Laconsacrazione, come è chiaro dallacolletta, non è fine a se stessapoiché nella liturgia niente ècasuale. Di questa unzionepartecipano tutti i cristiani colBattesimo, ecco perché già in questo

Preti, testimoni della misericordiae vicini ai poveri

sacramento è necessario il crisma.Mons. Miglio nell’Omelia haricordato in modo particolare coloroche nel presbiterio stannocelebrando tappe fondamentali nelloro ministero sacerdotale. Al primoanno di ministero i neo ordinati DonMichele Saddi e Don RaimondoMameli. Il 25° anniversario: DonPaolo Corgiolu, Don Carlo Rotondo.50°: Don Silvio Falqui, Don CarloFollesa, Don Antonio Pilloni, DonIgnazio Siriu, Don Beniamino Tola,Padre Raffaele Boi, Padre AlbertoFazzini, Padre Salvatore Murgia,Padre Giovannino Tolu, Padre MarcoLoche. 60° Anniversario: Mons.Piero Monni, Don Gavino Pala, DonTarcisio Pili, Don Dino Pittau. 65°:Don Antonio Porcu, Don Dante Usai.Di Episcopato invece 40° diMons.Tiddia, 25° di Mons. AntoninoOrrù. Inoltre Mons. Miglio haricordato anche i sacerdoti che sonodeceduti dalla scorsa messa crismalea oggi. “Vediamo in questa mattinail volto bello della nostra Chiesa – ilVescovo rivolgendosi al Clero – varioche ho visto nella visita pastoraleche finora mi ha portato a unacinquantina di parrocchie”. “Come sipuò essere a servizio del sacerdozioministeriale? – ha detto il Vescovo –Innanzi tutto con i Sacramenti,penitenza ed Eucarestia, la Parola diDio aiutando i fedeli a nutrirsene,incoraggiando la corresponsabilitàdi tutti i battezzati negli organismidi comunione e nelle aggregazioniecclesiale. Diventando Chiesamissionaria, soprattutto se noiministri ordinati sappiamo essereuniti ed essere costruttori di unità “.Il Vescovo inoltre prosegue la sua

omelia facendo riferimento alla suavisita pastorale in corso dicendo:“Nella nostra situazione attuale,non ci è richiesto di fare cosestrabilianti, ma seguire fedelmentequanto la Chiesa ci sta indicando datempo e che attende ancora diessere attuata come nella liturgia,nella catechesi, nella vitaparrocchiale e sociale. I poveridiventano il criterio per verificare lamissionarietà delle nostre Chiese,un vero criterio ermeneutico perentrare nella Sacra Scrittura. Ipoveri ci aiuteranno a trovarerisposte nella società secolarizzatae in parte ostile in cui viviamo,trovando uno stile di povertàevangelica e di trasparenza che nonpuò essere rimandato”. Mons. Miglioda un chiaro messaggio su comeattualizzare oggi il ministerosacerdotale citando l’Anno della

Misericordia indetto dal SantoPadre, il Vescovo si rivolge al clerodicendo: “Cerchiamo di essereattenti a non travisare il significatodella misericordia, tuttavia lamisericordia sa avvicinarsi all’uomoferito con lo stile, il tatto e lasimpatia del buon Pastore che sicarica la pecorella smarrita sullespalle e non vede situazioniirrecuperabili per un cammino diconversione”. Sua Eccellenzaringrazia ancora il Signore, tramiteil Santo Padre, per il dono delCardinalato di Sua Eminenza LuigiDe Magistris. Infine il Vescovochiede al popolo presente di pregareper i sacerdoti, anche quelli soli chenon hanno amici, ringraziando ilSignore per avere delle guide di fedeche ci portano a Cristo.

Andrea Agostino - Luigi Castangia

L’Arcivescovo Mons. Miglio ha presieduto in Cattedralela Messa Crismale concelebrata dal clero diocesano

Diocesi domenica12 aprile 2015

n 17 APRILEConvegno diocesanosul diritto al ciboIl Convegno Finale “Caritas eVolontariato” dal tema “Famigliaumana e bene comune a partiredal diritto al cibo” si terrà ilpomeriggio di venerdì 17 Aprile2015 a Cagliari nel SeminarioArcivescovile.Il Convegno Diocesano vedrà lapartecipazione di RiccardoPetrella, Presidente dell'IstitutoEuropeo diRicerca sullaPoliticadell'Acqua aBruxelles,professoreemeritodell'UniversitàCattolica diLovanio,promotoredell'Universitàdel BeneComune a Verona con cui halanciato nel 2012 in Italial'iniziativa internazionale"Dichiariamo illegale la povertà- Banning poverty 2018",insieme a numeroseorganizzazioni.Il 17 Aprile 2015 sarà allestitauna Mostra Solidale checoncluderà i percorsi giovanili diformazione e servizio deiprogetto “Per un mondomigliore? È compito nostro” e delConcorso “Giovani Solidali”promosso dal GDEM (GruppoDiocesano di Educazione allaMondialità) della CaritasDiocesana di Cagliari grazie allacollaborazione con: Ufficio perl’Insegnamento della ReligioneCattolica, Centro MissionarioDiocesano, Centro MissionarioSaveriano, AIFO, CooperativaSociale Il Sicomoro Onlus,Operazione Africa Onlus,Comunità Missionaria diVillaregia, Associazione La RosaRoja, Associazione OscarRomero, Centro GiovanileDomenicano, Associazione BeataSuor Giuseppina Nicoli.

CARITAS

12

Si svolgerà domenica 19 aprile aCagliari, nei locali delSeminario diocesano l’annuale

giornata diocesana dedicata allefamiglie, promossa dall'UfficioDiocesano di Pastorale Familiare.«Felicità sostenibile: la famiglia perun’economia di comunione» è iltema scelto per quest'anno.«L'iniziativa – spiega don MarcoOrrù, responsabile dell'Ufficiopromotore - nasce dal desiderio dioffrire luce e una speranza nuova difronte alla problematicitàdell’attuale congiuntura sociale edeconomica. Il “vangelo dellafamiglia” che il sinodo chiede diannunciare, passa anche attraversola testimonianza della sensibilitànel condividere percorsi diautentica condivisione. Vangelodella famiglia vuol dire in altritermini annunciare la gioia. Essereportatori di un desiderio di novitàche passa attraverso una coscienzapiù grande delle famiglie in grado dirimettere in circolo quella capacitàdi condivisione che in alcunipassaggi diventa difficile dapercepire e da mettere in atto. Sirende necessario che la famiglia sifaccia carico della sua potenzialitàdi essere soggetto di una presenzapastorale e non soltanto oggettodell'attenzione della Chiesa. Lafamiglia è ora partecipe di unpercorso nel quale sente si esplicala sua responsabilità di trasmetteresperanza, gioia, luce. Una buonafamiglia animata dallo spiritoevangelico, dentro un cammino divita cristiana, è capace di essereluce per altre famiglie. Il ruolofondamentale dell'istituzionefamiliare è quello di allargare lerelazioni. Questo diventa possibile

attraverso lo stile di vita che simette in atto. Tutto questo sarà alcentro di una riflessione nel corsodella Giornata». Il programma dellaGiornata prevede due sessioni. Almomento di accoglienza previstointorno alle 10,15 seguiràl'intervento tematico di LeonardoBecchetti. «Il desiderio di fare lucesu questa nuova prospettiva –prosegue - nasce anche dal lavoroportato avanti dal gruppo che siriunisce presso la chiesa di SanMichele di Cagliari, retta dai padrigesuiti. Il gruppo ha da tempoindividuato una riflessione suquesta tematica. Abbiamo cosìdeciso di condividere questopercorso che ci verrà per l'occasioneillustrato da Leonardo Becchetti. Ilsuo intervento tematico si fonderàsul tema “felicita’ sostenibile”. Lafelicità passa attraverso la capacitàe l'attenzione di saper dare il giustovalore alle cose e quindi di mettersiin gioco rispetto alla capacità digestire anche l'economia dellafamiglia. È necessario averemaggiore autocoscienza rispetto aquello che produce davveroserenità, partecipazione,condivisione, stato di salute dellafamiglia che si gioca anche dentrola capacità economica. Al suointerno tuttavia occorre saperleggere quei percorsi che larendono più sostenibile». Ilprogramma per la mattinataprosegue con una riflessione incoppia alla quale segue l'assembleae il dibattito con il relatore. Sichiude con il pranzo al sacco in stiledi condivisione. «Nella giornata cisarà spazio anche per un’attività-gioco educativa con la proposta del“mercatino della famiglia” - spiega

don Marco. Tengo a sottolineare chela Giornata è stata pensata ed èdestinata alla famiglia nella suaglobalità per cui le iniziativesaranno svolte parallelamente siadai genitori che dai figli. Entrambigli attori saranno chiamati ariflettere sulle stesse tematiche.Genitori e figli passeranno inrassegna le bancarelle allestite congli oggetti offerti dalle famigliestesse e potranno effettuare gliacquisti con banconote virtuali.Abbiamo chiesto ai partecipanti diportare almeno ungioco/giocattolo, un libro perl’infanzia e un capo diabbigliamento per bambini». Aquesto momento ludico e riflessivoseguirà una tavola rotonda. Reti difamiglie. Commercio equo-solidale.Banca etica : saranno i temi alcentro di questo momento che

precede la Santa Messa prevista perle 18,00. L'appuntamento del 19aprile rientra nel percorsopredisposto dall'Ufficio diocesanodi Pastorale Familiare perquest'anno attraverso il quale siauspica ad un sempre maggiorcoinvolgimento delle famiglie, veree proprie protagoniste di questimomenti. «Il ruolo del Convegno –conclude don Marco – non è quellodi offrire una soluzione per ilsuperamento della crisi economica,perché non è di nostra competenza.Il fine è piuttosto quello diinnescare percorsi di sensibilità, difiducia e di speranza nelle famiglieche hanno già un cammino di vitache attualmente permette loro, purnella crisi, di vivere una situazionesostenibile».

Maria Luisa Secchi

Felicità sostenibile: la famigliaper un’economia di comunioneDomenica 19 aprile al Seminario Arcivescovile si terrà la Giornata Diocesana delle famiglieIl tema della “felicità sostenibile” verrà proposto dall’economista Leonardo Becchetti

Il Consultorio Familiare dellaDiocesi di Cagliari haorganizzato per l’11 aprile

p.v. presso l’aula magna dellaPontificia Facoltà Teologica diCagliari - via Sanjust 13 - unconvegno di una giornata (almattino dalle 9 alle 13, alpomeriggio dalle 15 alle 18)sul tema L’educazione emotiva

in famiglia e a scuola : dalleneuroscienze un nuovo modoper sintonizzarsi con i bambini ei ragazzi e prevenire il disagioadolescenziale.L’ iniziativa è inserita in unprogramma articolato che ilConsultorio Familiare ha avviatoper sostenere le relazioni dicoppia e familiari e che intendeportare avanti in un lavoro direte. E’ collegata e proseguequella realizzata il 30 gennaiosul tema “Le relazioni cheaiutano a crescere”: educazioneall’affettività e alla sessualitàdall’ infanzia all’ adolescenza.E’ r ivolta a tutte le persone

interessate ai problemi

nella prevenzione, in etàadolescenziale, di esperienzepseudo emozionali sempre piùfrequenti, dal bullismo e alledipendenze, e di comportamenticaratterizzati da compulsivitàcome l’ anoressia e la bulimia.Le relazioni saranno tenute dai

professori Rosanna Schiralli eUlisse Mariani, psicologi epsicoterapeuti. Questi hannoscritto numerosi libri sull’argomento e uniscono alla

Saper educarele emozioniL’11 aprile nell’Aula Magna della Facoltà di Teologiasi terrà il convegno promosso dal Consultorio familiare

dell’infanzia e dell’adolescenzaed in particolare ai genitori ed aidocenti ed ha come base larelazione educativa con le figureadulte significative. Hal’obiettivo di divulgare e renderepatrimonio di tutti gli educatorile metodologie e i r isultati piùrecenti delle scienze umane,neurologiche, psicologiche chespesso sono riservate ai solispecialisti. Il metodo dell’educazioneemotiva è basato sulle recentiscoperte delle neuro-scienze esu alcune modalità relazionaliapplicabili sin dalla primainfanzia per rendere i bambini e iragazzi più autonomi, forti,sicuri, equilibrati. Educare alleemozioni fin dall’infanzia vuoldire insegnare a trasformare lespinte emotive sconosciute eincontrollate in un’ emozionericonoscibile, modulabile egestibile con la volontà e l’impegno personale. Questo tipodi intervento educativo hamostrato la sua efficacia anche

competenza scientifica unagrande esperienza anche praticache utilizzeranno nel daresuggerimenti concreti e nel fareesempi pratici.Saranno sviluppati i seguentiargomenti: 1) Le regole fannobene,indicazioni pratiche. 2) Gliarchitetti del cervello deibambini e dei ragazzi sono gliadulti. 3) Viaggio all’ interno diun bambino. 4) Rabbie , capricci,provocazioni. Gli interventi

efficaci. 5) La regola e l’eccesso:la cultura dello sballo. 6) Le basineuro scientifiche della didatticadelle emozioni per promuovereil benessere in famiglia e inclasse. Data l’importanza, l’attualità ela novità degli argomentitrattati l’auspicio è che moltepersone possano partecipare aqueste iniziative di formazione.

Maddalena Mauri Valentino

13Diocesidomenica12 aprile 2015

Nelle scorse settimane in Diocesi diCagliari è avvenuto il primoincontro di presentazione delprogramma Retrouvaille, già diffusoda oltre dieci anni in Italia, e prestoproposto anche in Sardegna. L’incontro era presieduto da donMarco Orrù responsabile dellapastorale familiare diocesana ederano presenti numerosirappresentanti del clero; Unacoppia di sposi, Arianna e Grazianohanno portato la lorotestimonianza di guarigione dellarelazione e insieme a loro donMaurizio Del Bue coordinatorenazionale del programma haspiegatoIl programma nei suoi fondamentiteologici e pastorali.Retrouvaille è un'esperienzacattolica, aperta a tutte le coppiesposate, conviventi con o senzafigli, senza differenza diappartenenza religiosa, con unarelazione matrimoniale che fasoffrire, siano esse semplicementein crisi, o separate in casa o di fattogià separate. Il programmaconsiste in un fine settimana (Weekend) e in un percorso seguente(Post-Week end) fatto di dodiciincontri in tre mesi. Il weekend nonè un ritiro spirituale, un seminario ouna seduta di analisi.La dimensione in cui si entra èquella della ricerca del dialogo,dell'affrontare i conflitti in modocostruttivo, della comprensionereciproca che poi sfocia nellamaggioranza dei casi nel perdono enell'inizio di un cammino per ilrinnovamento del matrimonio. Iweekend sono animati da tre coppieguida e da un sacerdote. Le stessecoppie guida sono a loro voltapassate attraverso un percorso didolore, di rabbia e conflitto. La lorotestimonianza offre speranzae in genere i partecipanti ritrovanoda questi incontri il coraggio di

Pastorale familiare. Presentato in diocesi il programma di Retrouvaille

Stare accanto alle coppie in difficoltàandare avanti insiemee la forza che derivaanche dal fatto di nonsentirsi soli.Inizierà in Sardegna ilprimo programma diRetrouvaille con ilweek end 9-10-11Ottobre 2015Giulia e Simone condon MaurizioCoordinatoriRetrouvaille ItaliaPer info visitate il sito:WWW.RETROUVAILLE.ITTEL340 3389957Questa latestimonianza di unacoppia: Tiziano eFederica.Siamo Tiziano eFederica - dice Tiziano- quando ci siamosposati mi sentivofelice e pieno d'amore,nessuno ci avrebbe maidiviso, finalmenteavevamo un nido tuttonostro.Dopo la nascita dei nostri tre figli lecose iniziarono a cambiare; mivedevo spesso aggredito, e misentivo frustrato, anche il nostrorapporto sessuale non era più comelo avrei desiderato. Iniziai così arivolgere maggiore interesse nellavoro alla ricerca di gratificazione.Mi stavo allontanando ma nonavevo il coraggio di esprimere il miodisagio, non volevo litigare. Misentivo solo, senza amici, non misentivo apprezzato. Una sera miimbattei in una pubblicità di unachat di incontri in rete che iniziai afrequentare. Iniziai a convincermiche il mio matrimonio era alcapolinea, e che l'unica via d'uscitaera quella di allontanarmidefinitivamente. In quel periodoavviai una relazione extraconiugalecon una donna incontrata sul

lavoro. E quando Federica scopril'esistenza della mia relazione misentii come un animale caduto inuna trappola e smascherato. Pensaiche tornare indietro sarebbe statoimpossibile. Quando Federica mipropose Retrouvaille accettai.Durante il WE mi sono sentitopervaso da una vitalità nuova. Misono sentito vicino a Federica comenon mai, ho sentito dentro di me laforza della fede e dell'essereperdonato; ho capito quanto èimportante il mio matrimonio equanto amore ho ancora da dare aFederica. Il percorso non è statofacile ma non mi sono lasciatoscoraggiare”. “Quando scoprii la relazione diTiziano - racconta Federica - fu unapugnalata, mi sentii umiliata, mi

vidi buttata via, calpestata. Ildolore fu atroce, ma dentro di mec'era una forza soprannaturale chemi faceva andare avanti per tenereunita la mia famiglia. Durante il WE mi sono sentitacapita, amata ma soprattutto nonpiù sola.L'esperienza di coppie come noi,della loro sofferenza mi ha dato ilcoraggio di credere che anch'io sareitornata a sorridere e a godere legioie del mio matrimonio, ho sentitoche Tiziano toccava la mia ferita, misono commossa e ho aperto il cuoreai suoi sentimenti. Ci siamo messi anudo come non abbiamo mai fatto,abbiamo guardato la parte piùintima di noi stessi donandocelavicendevolmente.

I. P.

nAPPUNTAMENTIDomenica 12 il ritirodella Fraternità di BetaniaLa Comunità “FraternitàFrancescana di Betania”, istitutodi vita consacrata, haorganizzato per domenica 12aprile una giornata di ritirospirituale “in Fraternità” tenutoda un padre Giovanni MariaDell’Oro FFB, un sacerdote dellacomunità, assieme a fra RobertoBiddau FFB e suor Maia Luisi FFB.Il ritiro si terrà dalle 9 nella casadelle Suore Domenicane di viaVidal a Cagliari ed avrà pertema: “Ecco, com'è bello e com'èdolce che i fratelli vivanoinsieme! Perché là il Signoremanda la benedizione, la vitaper sempre" (salmo133). Perinformazioni: Alberto GiuaMarassi (tel. 3467837657).

nCARITASNuovi bandi per il Servizio CivileAl via la presentazione delledomande di partecipazione aiprogetti della Caritas Italiana edella Caritas diocesana di Cagliariapprovati nell’ambito del Bando diconcorso, pubblicato lo scorso 16marzo dall’Ufficio per il ServizioCivile Nazionale (finalizzato allaselezione di 29.972 volontari, dai18 ai 28 anni, da inserire in progettiin Italia e all’estero). I moduli per presentare la domandadi partecipazione ai due progetti‘Cagliari ascolta’ (destinato alsostegno delle persone adulte chevivono disagio attraverso il servizionel Centro di Ascolto Diocesano, con4 posti) e ‘Città aperta al mondo –Cagliari’ (destinato al sostegnorivolto a persone immigrate eprofughe attraverso il servizio nelCentro di Ascolto “Kepos”, con 4posti) sono scaricabili dai siti diCaritas Italiana www.caritas.it edella Caritas diocesanawww.caritascagliari.it e devonoessere consegnati presso l’Ufficiodella Caritas diocesana (via Mons.Cogoni 9, Cagliari) entro e non oltrele ore 14 di giovedì 16 aprile 2015,con le seguenti modalità: a manonegli orari di apertura dell’Ufficio(dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alleore 14) oppure con raccomandataA/R (in questo caso farà testo ladata di arrivo della raccomandata,non la data di spedizione) oppurecon PEC all’[email protected] (posta elettronica certificataintestata a chi presenta ladomanda). Il regolamento e irequisiti necessari per lapresentazione delle domande sonoindicati sul sito della Caritas italianawww.caritas.it e della Caritasdiocesana di Cagliariwww.caritascagliari.it. Per informazioni:[email protected];tel. 070/52843238; cell.3407530558;www.caritascagliari.it.

n14 APRILEIncontro formativo per la CaritasMartedì 14 aprile dalle 16 alle 18nei locali del SeminarioArcivescovile, si svolgerà l'ultimatappa del percorso di formazioneper le comunità parrocchiali delladiocesi, organizzato dalla Caritasdiocesana di Cagliari. L’obiettivodel percorso è quello di aiutare lecomunità e gli operatoripastorali a compiere i passi checonducono alla ‘Testimonianzadella Carità’, promuovendo unaparticolare attenzione verso ifratelli. Ulteriori informazioni sulsito www.caritascagliari.it

BREVI

Si terrà domenica 19 aprile 2015,Terza Domenica di Pasqua, dalle15.30 alle 20.30, presso laParrocchia Madonna della Strada aCagliari (Mulinu Becciu), il secondoIncontro Diocesano dei CoriLiturgici promosso dall’UfficioLiturgico della Diocesi di Cagliari.Destinatari dell’incontro sono i coridi adulti, giovani o ragazzi, a una opiù voci, che svolgono il proprioservizio liturgico nelle parrocchie,nelle chiese non parrocchiali opresso gruppi e movimenti.Lo scorso anno il tema propostoponeva l’attenzione sull’assemblealiturgica e sul suo ruolo durante laCelebrazione Eucaristica,sull’importanza dei repertori checontribuiscono in maniera decisa aformare la fede dei fedeli, esull’importanza dello strumentomusicale che è posto al serviziodella Liturgia.Quest’anno, l’Ufficio Liturgico,intende proseguire la formazionedei cori ponendo l’attenzione sualcune tematiche di fondo, come:l’importanza del canto nella liturgiae il ministero del coro che canta lafede a servizio della liturgia e

dei fedeli nel canto. Quello che sidice della schola cantorum, con gliopportuni adattamenti, vale ancheper gli altri musicisti, specialmenteper l’organista. È opportuno che visia un cantore o maestro di coro perdirigere e sostenere il canto delpopolo. Anzi, mancando la schola, ècompito del cantore guidare idiversi canti, facendo partecipare ilpopolo per la parte che gli spetta»(nn. 103-104).Relatore dell’incontro sarà mons.Marco Frisina, compositore,Direttore del Coro della Diocesi diRoma, Maestro Direttore dellaPontificia Cappella MusicaleLateranense che proporrà la suarelazione dal titolo: «Cantare lafede, nella liturgia e nella vita».Il Programma sarà il seguente:15.30 Accoglienza; 16.00 Incontrocon Mons. Marco Frisina «Cantare la

Musica e cantonella liturgiaDomenica 19 aprile nella Parrocchia Madonna della stradasi terrà il secondo Incontro Diocesano dei cori liturgici

dell’assemblea liturgica e laspiritualità del cantore, deldirettore e dello strumentistaIl canto è segno della gioia delcuore, infatti «il cantare è propriodi chi ama» e «chi canta bene, pregadue volte» (S. Agostino). NellaCelebrazione dell’Eucaristia ènecessario dare grande importanzaal canto perché, tramite esso,l’assemblea liturgica esprime il suoamore a Dio.Il coro esercita un proprio ufficioliturgico. Il suo compito è quello diaiutare i fedeli nel canto in manieratale che possano partecipareattivamente alla CelebrazioneEucaristica per essere coinvolti inun clima di preghiera ed esseremessi nella condizione spirituale diincontrare il Mistero divinocelebrato.Su questi temi è utile richiamarequanto si legge nell’OrdinamentoGenerale del Messale Romano: «Trai fedeli esercita un proprio ufficioliturgico la schola cantorum o coro,il cui compito è quello di eseguire adovere le parti che le sono proprie,secondo i vari generi di canto, epromuovere la partecipazione attiva

fede, nella liturgia e nella vita»;17.00 intervallo; 17.30 Dialogo conil Relatore; 18.30 Prove dei canti;19.30 Celebrazione Eucaristica conla comunità parrocchiale presiedutadall’Arcivescovo Mons. Arrigo Miglioe animata dai ragazzi cheparteciperanno al XII TLC Musicale.È necessario segnalare lapartecipazione dei cori entro il 15aprile inviando all’indirizzo [email protected] lascheda di iscrizione compilata intutte le sue parti che si puòscaricare dal sito internetliturgia.diocesidicagliari.it o dallapagina Facebookwww.facebook.com/liturgiacagliari.All’iscrizione si riceveranno glispartiti dei canti per la CelebrazioneEucaristica.

Denise Scano

14 Diocesi domenica12 aprile 2015

chiaramente non c’èl’amore. È necessarioanche distinguere lacarità dalle opere dicarità”. Dalla caritàalla Fede il passo èbreve: “La Fede èl’incontro con Dio, edè un Dono molto al disopra di noi; chi haFede sa di avernepoca: è l’unico modoper essere umili echiedere. Nonbisogna ridurre laFede alla religione, ovivere solo direligione: perchéGesù ci salva con ilsuo Amore, un Amorepiù grande. Gesù cisalva come la mamma, non come ilmedico. Quando uno ha un Amorepiù grande del pericolo, non hapaura. Il peccato più grande che unuomo possa commettere è nonessere felice. Andare in cielo è lacosa più semplice. L’orazione è ilsegreto della Fede, ed è quello che

Gesù ci chiede di fare; laMessa è l’incontro conCristo, non è solo un ritoesterno”. Si parla peròanche dei giovani, edella loro crescita: “Iragazzi di 12-13 annisono disposti a farequalunque cosa per nonfarsi prendere in giro. Igenitori devono stareattenti allefrequentazioni dei figli.L’emergenza educativa è

dovuta al gruppo dei coetanei”. Ci sisposta quindi sui rapporti dicoppia: “Oggi molti giovaniconvivono, perché hanno pauradella tenuta del vincolo coniugale:ma la convivenza è il velenodell’amore. Amare è un’impresa;alcune famiglie funzionano perchéalla base ci sono due cose: unprogetto comune condiviso el’amicizia tra marito e moglie”. Iproblemi invece, li spiega con lateoria del 90-10: “Se uno haragione pensa che l’altro abbiatorto. Bisogna usare bene la crisi:

cosa non ho capito? Dove devocambiare? Sa amare solo chi sapartire dalla ragione dell’altro. Nonbisogna pretendere di avere tutte leragioni o lasciarsi prenderedall’emotività. In genere i nostriamori sono immaturi: l’amorematuro non è reattivo, sa che sonocose passeggere e che nonmeritano di far litigare. La famigliabella è quella in cui si smette dicercare di cambiare il coniuge,bisogna partire da quello che si è,non bisogna aspettare che l’altrocambi per essere felici. L’amore èmaturo quando non si meraviglia diniente. Puntare il dito è il maledella famiglia, bisogna vedere doveposso cambiare io. L’amore è unnoi, una famiglia che si allarga,ogni bambino ha diritto che lamamma e il papà siano feliciassieme e che si amino. Bisognapassare dall’egoismo allasolidarietà”. Si chiude poi con lastoria del buon ladrone, perdonatoda Gesù prima di esalare l’ultimorespiro: ha sbagliato tutta la vita,ma nell’ultimo istante ha imparatoad amare; mettendosi nei panni diGesù, ha quindi trovato la chiave.Gesù ama la persona, aldilà di ognicategoria”. Come dire: voi sieteamati, spetta a voi corrispondere aquesto Amore.

Marco Scano

Il titolo del nuovo libro di UgoBorghello, “Saper di Amore”,presentato a Cagliari lo scorso

21 marzo, potrebbe essere fraintesoda molti: ma come, un sacerdoteche ci spiega cos’è l’Amore? Si,perché come dice lo stesso autore,si tratta di una parola che: “è moltoconfusa, quando si parla di amoretutti pensiamo di saperneabbastanza. Il tema dell’amoremerita tanto studio. I giovanidevono capire che c’è unadifferenza tra innamoramento eamore”. Ma l’amore non esistenecessariamente solo in unacoppia, anzi: “Gesù diceva a santaCaterina: “Voi non sietefatti di altro ched’amore”. GiovanniPaolo II diceva chel’uomo non può viveresenza amore. SanJosemaria Escrivà dice:“Signore dammi misurain tutto, tranne chenell’amore”. Senzalibertà non c’è amore;se si mette l’assolutosulla verità si diventafondamentalisti. La vitadell’uomo è pienamente realizzatasolo nell’amore. “Amatevi gli uni glialtri” è un comandamento, anchese l’amore non si può comandare,ma attrarre ed evocare. Il segreto èil comandamento nuovo. Più chepregare e andare a messa. Una dellecose da studiare è che senza caritànon c’è amore. Se non si capisce ladistinzione uno non capisce cosavuol dire amare. Si possono aiutarei poveri tutta la vita senza amarli.Non bisogna solo fare del bene, maanche amare. Bisogna amare inopere e verità. Se non ci sono opere

Imparare il vero amoredall’esempio di GesùPresentato a Cagliariil nuovo volumedi don Ugo Borghello,“Saper di Amore”,che approfondisce il sensodel vero amore cristiano

- e su più anni il sostegno aprogetti abitativi che offrano agiovani nuclei familiari di rimanerein Terra Santa.Una rete scolastica capillare,specie attraverso le parrocchie,favorisce un grado discolarizzazione diffuso equalificato, che è molto apprezzatoa livello ecumenico edinterreligioso, come attesta lafrequenza in percentuale di rilievodi studenti provenienti da altre

chiese ecomunitàecclesialicristiane e dallapopolazionemusulmana.La Diocesipatriarcale diGerusalemme ela CustodiaFrancescanasostengono dalunga data unammirevoleimpegno inquesto ambitocon l'aiutoproveniente

dalla Colletta, che è seguito daorganismi propri.E' attivo un Segretariato diSolidarietà che coordina il sostegnoalle istituzioni scolastiche gestitedalle altre Comunità cattoliche edagli Istituti Religiosi.Va segnalata la BethlehemUniversity per il rilevantecontributo annuale assegnatole,dopo la recente acquisizione di unastruttura nella città di Betlemmeper il necessario ampliamentodella prestigiosa istituzione.La priorità formativa è sempresottolineata in tutta la suaimportanza. Il Santo PadreFrancesco ne ha confermatol'importanza fin dalla I Udienza allaROACO (Riunione Opere Aiuto ChieseOrientali), nel giugno 2013 e nellaSessione Plenaria del novembre2013 alla presenza dei Patriarchi,Arcivescovi Maggiori, Cardinali eVescovi Membri della Congregazioneper le Chiese Orientali.

I. P.

LLa Colletta è regolata daspecifiche disposizionipontificie che ne stabiliscono

l'assegnazione alla CustodiaFrancescana per prima, la quale èincaricata del mantenimento deiSantuari sorti sui Luoghi Santi edelle strutture pastorali, educative,assistenziali, sanitarie e sociali, checonsentono la vita delle parrocchiee dei più diversi organismi ecclesialiattorno ad essi, affinché comunitàvive ed operanti ne siano la piùevangelicasalvaguardia.Un contributoannuale èassegnato allaAssemblea degliOrdinari Cattolicidi Terra Santa perl'indispensabileimpegno dicoordinamento epromozione dellapresenzaecclesiale. Alle altrecomunitàecclesialicattoliche sialatine sia orientali delle varietradizioni (Chiese patriarcali,metropolie, eparchie ed esarcati;diocesi latine e vicariati apostolici),come a numerose c benemeritefamiglie religiose maschili efemminili sono assegnati contributiordinari e straordinari per le stessefinalità.I Territori che beneficiano sottodiverse forme ed entità di unsostegno proveniente dalla Collettasono i seguenti: Gerusalemme,Palestina e Israele; Giordania,Cipro, Siria, Libano, Egitto, Etiopiaed Eritrea, Turchia, Iran e Iraq.Tra i sussidi straordinari ilcontributo:- per il completamento di altriurgenti restauri, che seguono ilrifacimento in atto del tetto dellaBasilica della Natività di Betlemme,per il quale istituzioni locali alivello ecumenico, ma ancheinternazionali ecclesiastiche ecivili, col coordinamentodell'Autorità Palestinese;

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15Diocesidomenica12 aprile 2015

DETTO TRA NOI

Le invasionibarbaricheForse mai é capitato che il titolodi una trasmissione televisiva siastato azzeccato quanto questo.Si tratta, infatti, molto spesso,davvero di invasioni dentro lafamiglia "barbariche". Latrasmissione televisiva étrasmessa da La 7, ogni giovedìin prima serata, condotta daDaria Bignardi e in genere ospitai personaggi più diversi. Talvolta,come direbbe Di Pietro, "ciazzecca", altre volte affrontaproblemi di tale delicatezza dadestare nel pubblico non pocheperplessità. Così è capitatomercoledì 25 Marzo c.a., quandoè stato dato ampio spazio ad unacoppia gay, "genitori" di tregemelline, con un ospiteonnipresente, onnisciente, diprofessione tuttologo e, cioé,l'oncologo Veronesi. Per essereprecisi, affermiamo che ilprofessore di cui sopra éspecialista esclusivamente neitumori alla mammella.Purtroppo viene invitato asentenziare su tutto. Manca soloche un giorno venga invitato adirci quale tipo di carciofo è piùindicato per le nostre tavole!Detto questo è ritornato allacoppia gay, il messaggio che sivoleva trasmettere era chiaro: é

normale amarsi, a prescinderedal sesso, l'unione omosessualedeve essere riconosciuta anchelegalmente come "famiglia" equindi anche con l'adozione deifigli. Il prof. Veronesi ha cosìpontificato: "arriveremo anche aquesto, come siamo arrivati aldivorzio, all'aborto etc., ci vuoleun po' di pazienza". Ora citroviamo di fronte, nel caso dellepretese genitoriali da parte dicoppie omosessuali, ad undelirio di onnipotenza. È unamania che due dello stesso sessovogliano fare i genitori,strumentalizzando i bambini chesi trovano di fronte a riferimentigenitoriali stravolti in quanto sitoglie loro il riferimentonaturale, cioè un padre e unamadre con compiti distinti especifici e complementari. Tuttoil resto è arbitrio. Questosostiene non solo l'eticacristiana ma anche molti laicicome etica razionale ( cioè chenon ha riferimento allarivelazione cristiana). Altro èchiedere rispetto per le propriescelte e altro è pretendere chesiano approvate anche coninterventi legislativi. La natura èfatta in un solo modo: maschio efemmina la cuicomplementarietà è unitá é l'unico presupposto per laprocreazione. Dispiace doveraffermare che come uomini,prima ancora che come cristiani,non possiamo essere d'accordosulla pretesa che tutto quelloche si può fare sia per questoanche lecito. Dio ha certamentefatto molto bene le cose e non èproprio il caso di stravolgerle,non controllando il prurito dicose nuove.

Don Tore Ruggiu

Isanti sono come le stelleall’orizzonte della nostra storia,che irradiano in continuazione

luce nel mondo in mezzo agliannuvolamenti di questo tempo, inmezzo alla sua oscurità, cosicchépossiamo vedere qualcosa della lucedi Dio. E se qualche volta siamotentati di dubitare della bontà diDio a causa delle vicissitudini dellastoria, se siamo assaliti dal dubbioanche nei confronti dell’uomo,perché non sappiamo se sia buono opiuttosto intimamente cattivo epericoloso, se dubitiamo anchedella Chiesa a causa dellecontroversie e delle miserie che latravagliano, allora guardiamo aquesti uomini che si sono aperti aDio, a questi uomini nei quali Dio hapreso forma. E da essi riceveremo dinuovo luce” (J. Ratzinger –

Benedetto XVI, I Santi, Gli autenticiApologeti della Chiesa. Lindau2007). La Chiesa Diocesana di Iglesias siprepara a celebrare il 4° centenariodel ritrovamento del Corpo diSant’Antioco, nostro Patrono. Unevento particolarmentesignificativo non solo per la storiareligiosa della nostra Comunità chericonosce nel Santo venuto dallaMauritania il primo evangelizzatoredella nostra terra, ma soprattuttoper il cammino di evangelizzazioneche il nostro Vescovo ci ha propostocon la lettera indirizzata alla ChiesaIglesiente-Sulcitana: “Discepoli-Missionari”.Il dato storico ci porta al 18 marzo1615 quando l’Arcivescovo diCagliari e Vescovo di IglesiasFrancesco Desquivel ritrova nella

catacomba della Basilica Sulcitana,sotto la lapide “Aula micat” lespoglie di Sant’Antioco. Lo storicomomento del ritrovamento dellereliquie di “sanctus AntiochusProtomatrys Apostolicus SulcitanusPatronus Totius Regni Sardiniae” èdocumentato dalla Relazione che lostesso Arcivescovo volle redigere aperenne memoria: “De la invenciodel inclito Martyr, y Apostol deSardena, san Antiogo, en su propriaYglesia del Sulchis”-All’epoca il ritrovamento del Corpodi sant’Antioco fu un eventoeccezionale e di enorme rilevanzaper la Diocesi Sulcitana e per tuttala Sardegna.La tradizione ritiene che il martireAntioco sia vissuto sotto l’impero diAdriano suo presunto persecutore.La Passio Sancti Antiochi Martyris èla più antica e importante fonteagiografica sul martire sulcitano. Iltesto originale è andato perduto; cirimane una copia integralecustodita nell’Archivio StoricoDiocesano – Fondo CapitoloCattedrale di Iglesias, fatta eseguirenel 1621 dall’Arcivescovo di Cagliarie Vescovo di Iglesias FrancescoDesquivel.Il culto del Santo è antichissimocome testimoniano fonti letterarieed epigrafiche, documenti ed opered’arte. Nell’Isola sono tante lechiese, cappelle, statue lignee, pale

d’altare ed affreschi cheripropongono la sua immagine.Una testimonianza della diffusionecapillare del culto in Sardegna ci èfornita dal p. Tommaso Napoli del1784: “Tanta è la divozione di questipopoli verso il glorioso martire S.Antioco, che non vi è città, névillaggio in questo regno in cui nonvi sia o chiesa, o altare, o statua, oimmagine innalzata a onor diquesto santo, o a lui consegrata,facendosi nella Sardegna variefeste, ed in varii giorni, e tempi asuo onore”La diocesi di Ozieri lo venera comesuo Patrono!Celebrare quest’evento per la nostraChiesa significa riscoprire eriproporre la graziadell’intercessione. Scrive PapaFrancesco nella Evangelii Gaudium:“ I grandi uomini e donne di Diosono stati grandi intercessori.L’intercessione è come “lie¬vito” nelseno della Trinità. È un addentrarcinel Padre e scoprire nuovedimensioni che illumina¬no lesituazioni concrete e le cambiano.Possiamo dire che il cuore di Dio sicommuove per l’inter¬cessione, main realtà Egli sempre ci anticipa, equello che possiamo fare con lanostra interces¬sione è che la suapotenza, il suo amore e la sua lealtàsi manifestino con maggiorechiarezza nel popolo” (E.G. 283).E’ un’occasione per ritrovare comeComunità di credenti “la gioia incammino col Vivente,riconoscere la grazia dellachiamata, risvegliare la gioia dellagrazia delle origini, perchésostenga ancora i cammini e iprogetti del cuore. E dall'altra partevuole sollecitare ad aprire il cuore, igesti e i progetti ad una presenzanella storia che sia “capacità ditenerezza e sostegno, prossimità eaudacia di contatti presso ogniperiferia esistenziale”. (B.Secondin)Perché possiamo realizzare questoprogetto di santità, il santo PadreFrancesco ha concesso un “Annosanto Straordinario” (18 marzo2015-18 marzo 2016) che saràaperto solennemente dal Vescovod’Iglesias mercoledì 18 marzo asant’Antioco. In ogni celebrazioneeucaristica noi facciamo memoria disant’Antioco, uomo aperto a Dio, echiediamo la sua intercessioneperché dal Signore Gesù la nostraChiesa riceva di nuovo la luce e ilcoraggio per essere “discepola emissionaria”.

Carlo Cani

Sant’Antioco:esempio di fedeper il nostro tempo

Quest’anno si celebra il quarto centenario

del ritrovamento del corpo del Santo Martire.

Il suo culto è diffuso non solonella diocesi di Iglesias,

ma in tutta l’Isola,dove sono presenti

cappelle, simulacri, dipinti,che ripropongono

la sua figura alla devozionedei fedeli sardi.

Il 18 marzo si è apertonella diocesi iglesiente

“l’anno santo”dedicato a Sant’Antioco

accresce il suo impegno generosonell'Azione Cattolica, prodigandosiper le «giovanissime» e, al tempostesso, esprime con gli sci el'alpinismo la sua grande gioia divivere e di godersi l'incanto delcreato. Scelta la vocazione almatrimonio, l'abbraccia con tuttol'entusiasmo e s'impegna a donarsitotalmente «per formare unafamiglia veramente cristiana». Sifidanza con l'ing. Pietro Molla evive il periodo del fidanzamento,nella gioia e nell'amore. Ringraziae prega il Signore. Si sposa il 24settembre 1955 nella basilica diSan Martino in Magenta ed è mogliefelice. Nel settembre 1961, verso iltermine del secondo mese digravidanza, è raggiunta dallasofferenza e dal mistero del dolore;insorge un fibroma all'utero. Primadel necessario interventooperatorio, pur sapendo il rischioche avrebbe comportato ilcontinuare la gravidanza, supplicail chirurgo di salvare la vita cheporta in grembo e si affida alla

preghiera e alla Provvidenza. La vitaè salva, ringrazia il Signore etrascorre i sette mesi che laseparano dal parto conimpareggiabile forza d'animo e conimmutato impegno di madre e dimedico. Alcuni giorni prima delparto, pur confidando sempre nellaProvvidenza, è pronta a donare lasua vita per salvare quella della suacreatura: «Se dovete decidere frame e il bimbo, nessuna esitazione:scegliete - e lo esigo - il bimbo.Salvate lui». Il mattino del 21 aprile1962, dà alla luce Gianna Emanuelae il mattino del 28 aprile,nonostante tutti gli sforzi e le cureper salvare entrambe le vite, traindicibili dolori, dopo aver ripetutola preghiera «Gesù ti amo, Gesù tiamo», muore santamente. Aveva 39anni. I suoi funerali furono unagrande manifestazione unanime dicommozione profonda, di fede e dipreghiera. È evidente, nelle paroledel Santo Padre, il riferimentocristologico al Calvario eall'Eucaristia.Fu beatificata da

Giovanni Paolo II il 24 aprile 1994,nell'Anno Internazionale dellaFamiglia. Successivamente lo stessoPontefice la proclamerà Santa il 16Maggio del 2004, dicendonell'omelia: Sull’esempio di Cristo,questa santa madre di famiglia simantenne eroicamente fedeleall’impegno assunto il giorno delmatrimonio. Il sacrificio estremoche suggellò la sua vita testimoniacome solo chi ha il coraggio didonarsi totalmente a Dio e ai fratellirealizzi se stesso. Possa la nostraepoca riscoprire, attraversol’esempio di Gianna Beretta Molla,la bellezza pura, casta e fecondadell’amore coniugale, vissuto comerisposta alla chiamata divina”.

Andrea Agostino

Gianna Beretta nacque aMagenta il 4 ottobre 1922. Giàdalla fanciullezza accoglie con

piena adesione il dono della fede el'educazione limpidamente cristiana,che riceve dagli ottimi genitori e chela portano a considerare la vita comeun dono meraviglioso di Dio, adavere fiducia nella Provvidenza, adessere certa della necessità edell'efficacia della preghiera. Neglianni del liceo e dell'università ègiovane dolce, volitiva, e riservata, ementre si dedica con diligenza aglistudi, traduce la sua fede in unimpegno generoso di apostolato trale giovani di Azione Cattolica e dicarità verso gli anziani e i bisognosinelle Conferenze di San Vincenzo.Laureata in Medicina e Chirurgia nel1949 all'Università di Pavia, apre nel1950 un ambulatorio medico aMesero; si specializza in Pediatrianell'Università di Milano nel 1952 epredilige, tra i suoi assistiti, mamme,bambini, anziani e poveri. Mentrecompie la sua opera di medico, chesente e pratica come una «missione»,

Santa Gianna Berettan STORIE DI SANTI

16 Papa Francesco domenica12 aprile 2015

curiositàRegistrazione Tribunale Cagliari

n. 13 del 13 aprile 2004

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Gesù Cristo è risorto! L’amoreha sconfitto l’odio, la vita havinto la morte, la luce ha

scacciato le tenebre!Gesù Cristo, per amore nostro, si èspogliato della sua gloria divina; hasvuotato sé stesso, ha assunto laforma di servo e si è umiliato finoalla morte, e alla morte di croce.Per questo Dio lo ha esaltato e lo hafatto Signore dell’universo. Gesù èSignore!Con la sua morte e risurrezioneGesù indica a tutti la via della vita edella felicità: questa via è l’umiltà,che comporta l’umiliazione. Questaè la strada che conduce alla gloria.Solo chi si umilia può andare versole “cose di lassù”, verso Dio (cfr Col3,1-4). L’orgoglioso guarda“dall’alto in basso”, l’umile guarda“dal basso in alto”.Al mattino di Pasqua, avvertiti dalledonne, Pietro e Giovanni corsero alsepolcro e lo trovarono aperto evuoto. Allora si avvicinarono e si“chinarono” per entrare nelsepolcro. Per entrare nel misterobisogna “chinarsi”, abbassarsi. Solochi si abbassa comprende laglorificazione di Gesù e puòseguirlo sulla sua strada.Il mondo propone di imporsi a tutticosti, di competere, di farsivalere… Ma i cristiani, per la graziadi Cristo morto e risorto, sono igermogli di un’altra umanità, nellaquale cerchiamo di vivere al serviziogli uni degli altri, di non esserearroganti ma disponibili erispettosi.Questa non è debolezza, ma veraforza! Chi porta dentro di sé laforza di Dio, il suo amore e la suagiustizia, non ha bisogno di usareviolenza, ma parla e agisce con laforza della verità, della bellezza edell’amore.Dal Signore risorto oggiimploriamo la grazia di non cedereall’orgoglio che alimenta laviolenza e le guerre, ma di avere ilcoraggio umile del perdono e dellapace. A Gesù vittoriosodomandiamo di alleviare lesofferenze dei tanti nostri fratelli

perseguitati a causa del Suo nome,come pure di tutti coloro chepatiscono ingiustamente leconseguenze dei conflitti e delleviolenze in corso. Ce ne sono tante!Pace chiediamo anzitutto perl’amata Siria e per l’Iraq, perchécessi il fragore delle armi e siristabilisca la buona convivenza trai diversi gruppi che compongonoquesti amati Paesi. La comunitàinternazionale non rimanga inertedi fronte alla immensa tragediaumanitaria all’interno di questiPaesi e al dramma dei numerosirifugiati.Pace imploriamo per tutti gliabitanti della Terra Santa. Possacrescere tra Israeliani e Palestinesila cultura dell’incontro e riprendereil processo di pace così da porre finead anni di sofferenze e divisioni.Pace domandiamo per la Libia,affinché si fermi l’assurdospargimento di sangue in corso eogni barbara violenza, e quantihanno a cuore la sorte del Paese siadoperino per favorire lariconciliazione e per edificare unasocietà fraterna che rispetti la

dignità della persona. Anche inYemen auspichiamo che prevalgauna comune volontà dipacificazione per il bene di tutta lapopolazione.Nello stesso tempo con speranzaaffidiamo al Signore che è tantomisericordioso l’intesa raggiunta inquesti giorni a Losanna, affinché siaun passo definitivo verso un mondopiù sicuro e fraterno.Dal Signore Risorto imploriamo ildono della pace per la Nigeria, peril Sud-Sudan e per varie regioni delSudan e della RepubblicaDemocratica del Congo.Una preghiera incessante salga datutti gli uomini di buona volontàper coloro che hanno perso la vita –penso in particolare ai giovaniuccisi giovedì scorso nell’Universitàdi Garissa, in Kenia –, per quantisono stati rapiti, per chi ha dovutoabbandonare la propria casa ed ipropri affetti.La Risurrezione del Signore portiluce all’amata Ucraina, soprattuttoa quanti hanno subito le violenzedel conflitto degli ultimi mesi.Possa il Paese ritrovare pace e

«Solo chi si umilia può andare verso le “cose di lassù”, verso Dio. L’orgogliosoguarda “dall’alto in basso”, l’umile guarda “dal basso in alto”.Al mattino di Pasqua, avvertiti dalle donne, Pietro e Giovanni corsero al sepolcro elo trovarono aperto e vuoto. Allora si avvicinarono e si “chinarono” per entrare nelsepolcro. Per entrare nel mistero bisogna “chinarsi”, abbassarsi. Solo chi si abbassacomprende la glorificazione di Gesù e può seguirlo sulla sua strada»

Le paroledel Santo Padrenel Messaggio“Urbi et Orbi”di Pasqua

speranza grazie all’impegno ditutte le parti interessate.Pace e libertà chiediamo per tantiuomini e donne soggetti a nuove evecchie forme di schiavitù da partedi persone e organizzazionicriminali. Pace e libertà per levittime dei trafficanti di droga,tante volte alleati con i poteri chedovrebbero difendere la pace el’armonia nella famiglia umana. Epace chiediamo per questo mondosottomesso ai trafficanti di armi,che guadagnano con il sangue degliuomini e delle donne.Agli emarginati, ai carcerati, aipoveri e ai migranti che tantospesso sono rifiutati, maltrattati escartati; ai malati e ai sofferenti; aibambini, specialmente a quelli chesubiscono violenza; a quanti oggisono nel lutto; a tutti gli uomini ele donne di buona volontà giungala consolante e sanante voce delSignore Gesù: «Pace a voi!» (Lc24,36) «Non temete, sono risorto esarò sempre con voi!» (cfr MessaleRomano, Antifona d’ingresso delgiorno di Pasqua).

5 aprile 2015

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L’umiltàè la via di Gesù