EDUCAZIONE_RISORSA_SOCIALE

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    LEDUCAZIONECOMERISORSASOCIALE

    Appunti della lezione del 6 luglio 2002 al Master

    Sviluppo Locale e Qualit Sociale

    Universit degli Studi di Milano Bicocca

    Facolt di Sociologia

    Cesare Moreno insegnante elementare coordinatore di un modulo del

    Progetto Chance di Napoli

    Risolvere problemi sociali o promuovere legami sociali?

    C un percorso che ha portato chi ha continuato per anni adoccuparsi della dispersione scolastica, a proporsi obiettivi digeneralizzazione crescente: dalla lotta alla dispersione scolasticaalla promozione del successo formativo, alla lotta allesclusionesociale, alla promozione dellinclusione, alla promozione di cittadi-

    nanza giovanile.

    Se questi cambiamen-ti non sono solo nomi-nali significa che sia-

    mo passati da unin-t e r p r e t a z i o n e

    puntiforme e patologi-ca dei problemi aduninterpretazionesistemica, generale e

    propositiva. Il modoinadeguato in cui una societ si occupa delle giovani generazioni allorigine di una molteplicit di problemi che riguardano tutti i gio-vani essendo lappartenenza sociale in grado di determinare il grado

    del disagio ma non la sua qualit.

    Se la scuola sia un momento di promozioe della

    cittadinanza e dei diritti o un momento di in-

    quadramento sociale si intuisce gi dal modo di

    disporsi.

    Un raro momento di raccoglimento a

    CHANCE: la lettura di un fatto di

    cronaca locale.

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    Il motivo di questa evoluzione di concetti sta in una domanda che dovrebbe riguardare in genere gli interventisociali: quali sono le energie di legame in gioco? Se c una emergenza sociale come questa legata alla vita diciascuno di noi? Quando parliamo di sociale non possiamo pensare che il problema riguarda laltro, quasi che sitratti di un malanno fisico, dobbiamo pensare che la cosa ci riguarda e che c qualcosa che riguarda la nostracomune umanit che si trova in sofferenza.

    I ragazzi che abbandonano la scuola non trovano adeguata accoglienza di qualche loro parte vitale. E questo

    riguarda tutti, e sappiamo anche, attraverso esperienze familiari e personali, che esiste un disagio diffuso riguardo

    alla scuola anche se solo in relativamente pochi casi questo disagio si manifesta in forme socialmente allarmanti.

    Nel parlare delleducazione come risorsa sociale lo facciamo quindi in relazione alla definizione, progettazionerealizzazione di interventi di promozione di cittadinanza giovanile

    Cos socialeRiparto quindi dalla definizione di sociale chiedendo cosa merita lattributo sociale.

    Sociale un aggettivo qualificativo , attributo di una sostanza altra o esso stesso sostanza e attivit?

    Definisco sociale ci che produce socialit, servono quindi verbi e sostantivi e non solo aggettivi.

    Uso il sostantivo Sociazione. Sociativo ci che attiene ad un processo di sociazione. Sociare il verbo che ciservirebbe.

    Sociazione affine a speciazione: se speciazione il processo di differenziazione che porta alla nascita di nuovespecie, sociazione dovrebbe essere il processo evolutivo che porta allo sviluppo di nuove forme sociali.

    Nella speciazione processi di adattamento ambientale possono trasformarsi in differenze morfologiche significa-tive, in comportamenti differenziati ed infine in trasformazioni stabili. La stabilizzazione della differenza avvienequando una sottospecie non riconosce pi i segnali comunicativi dellaltra. Forse dobbiamo stare attenti proprio aquesto e cio che nuove formazioni sociali non chiudano i canali comunicativi con la societ che le ha generate,che una nuova organizzazione sociale sappia conservare attraverso la cultura la memoria delle sue forme origina-rie.

    Definisco quindi il processo di sociazione come un processo evolutivo di trasformazione delle relazioni umane.Evolutivo perch c trasformazione nella crescita, perch i cambiamenti si stabilizzano in relazioni diverse.

    Questa trasformazione si ripete in ogni generazione. Uno dei cardini leterna trasformazione dalla fratra aldemos, dal legame di sangue al legame con il popolo. Questo legame venne definito nelle leggi per la prima voltada Solone che stabil a base del sistema elettorale il demos, che poplo,ma anche sezione, diremmo oggi sezione elettorale. In forma pigenerale e astratta potremmo dire che la questione centrale la

    ptrasformazione dei modi dellappartenenenza. Si tratta di una di quelletrasformazioni che comportano la ristrutturazione dello scenario e nonsolo un cambio allinterno di uno scenario dato. Non trasformazionedentro la stessa specie di rapporti, ma trasformazione da una specie al-laltra.

    Eterna trasformazione perch radicata nella natura umana, nel processobiologico che porta dalla dipendenza fisica dalla cura parentale alla ca-pacit di badare a se stessi, alla capacit di collaborare con altri adultidella specie. Nellansia di liberarsi delle origini naturali lonnipotenzadi alcuni si spinta fino alla nascita in provetta, tuttavia al momento non sembra ancora potersi realizzare il sogno di nascere gi adulti e mag-giorenni, il problema della crescita destinato ad essere al centro ancor

    per molto.

    La trasformazione delle relazioni dalla dipendenza alla indipendenza siintegra con lo sviluppo delle funzioni simboliche e le attivit mentali: le

    relazioni funzionali ed utilitarie evolvono in gesti simbolici. Molte tra-sformazioni ruotano proprio intorno alla alimentazione: il seno da fontedi nutrimento diventa fonte di rassicurazione; appoggiare la testa sul

    petto di qualcuno diventa un modo di rievocare quel rapporto di prote-zione. I legami da agiti diventano rappresentati e quindi pi larghi ed

    La posizione dellapprendere:essere nutriti e protetti consente

    di rivolgere lo sguardo lontano,

    anche verso realt preoccupanti.

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    estesi, cos come pi larga ed estesa diventa la capacit di collabora-zione con gli altri.

    La capacit di rappresentare e rappresentarsi, di legarsi nella mente enon solo nei rapporti biologicamnete determinati indissolubilmen-te legato al processo di sociazione il valore aggiunto specifico del-lagire sociale e della comunicazione: in origine ogni mezzo intellet-tuale apprestato per laltro, afferma Vigotsky uno dei padri della

    pedagogia attenta ai processi sociali. La capacit di rappresentare

    al tempo stesso lo strumento di ulteriore crescita sociale, consente ilfissaggio e sviluppi successivi. Educazione e sociazione sono duemovimenti dello stesso processo. E vorrei aggiungere che leduca-zione scolastica, quella che trasforma le acquisizioni di cultura an-tropologica in specifiche discipline di pensiero, in concetti e parole

    specializzate, ha un ruolo ineliminabile e senza di essa il processo civile rimane monco, si riducono le possibilitdi partecipazione ad una realt che non pi raggiungibile solo attraverso lesperire pratico ma lo soprattuttoattraverso lesperimento di pensiero. Ecco perch senza istruzione scolastica c una diminuzione della vita civiledi tutti, una perdita di partecipazione che ci costringe a una divisione di specie, a scavare fossati che rischiano didividere gli uomini da i non uomini e ci costringono a una perenne guerra di difesa. La pace si costruisce costruen-

    do e mantenendo legami, sentendo vicino anche chi fisicamente lontano. Se nellEuropa moderna abbiamopotuto vedere troppe volte lorrore della guerra di sterminio perch per lungo tempo si sono scavati fossati. Senello sterminio gli emarginati e gli esclusi della cultura emergono come specialisti in macelleria perch sonostati a lungo sospinti fuori dellumano, se la cultura viene vissuta con odio perch la cultura non ha saputocostruire legami. Lesclusione sociale una colpa collettiva di una intera civilt di una intera cultura e mai solo un

    problema socio-economico.

    Una prima regola nello sviluppo e nella valutazione della qualit di unprocesso di produzione sociale dovrebbe essere proprio questo: le rap-presentazioni e le autorappresentazioni degli attori dei processi, dal co-

    siddetto utente al dirigente o progettista dellimpresa. Nellottica che stia-mo proponendo un processo sociale anche e soprattutto un processoeducativo. Il modo in cui gli attori del processo si percepiscono e si rap-

    presentano non quindi un accessorio ma il centro del processo, perchda nuove rappresentazioni derivano nuovi schemi dazione e nuove mo-dalit della relazione, nuovi modi dei sentimenti.

    AppartenersiLappartenenza un sentimento e come ogni altro sentimento non risiedein uno specifico organo di senso, ma in tutto lessere. Trasformazione

    delle regole di appartenenza significa quindi trasformazione di sentimentie trasformazione dellessere.

    Lappartenenza una modalit di condivisione dellaltro, un modo dicondividere lessere, di costruire una entit sovrapersonale, sociale.

    Lappartenenza di sangue presuppone una rappresentazione mentale deirapporti basata sulle relazioni primarie di parentela e quindi schemi dazio-ne in cui le prime ed uniche solidariet e collaborazioni sono quelle dellegame familiare. Il legame di sangue immutabile ed irreparabile, uni-co ed esclusivo.

    Lappartenenza sociale presuppone una rappresentazione mentale in cui prevalgono i legami costruiti, le coopera-

    zioni stabilite, le amicizie nate dalle frequentazioni. Questo secondo tipo di legame stato presentato da semprecome antagonista al primo. Dalla tragedia greca alla teoria del familismo amorale la legge di sangue contrap-

    posta alla legge civile, della citt. Il principio civico stato presentato come principio della legge, della regola,della maschia combattivit, il principio familiare principio dellanarchia, della vendetta, della femmineairragionevolezza.

    La prima manifestazione dellap-

    partenenza la reciprocit, la

    capacit di dare e ricevere doni. Il

    bambino comincia molto presto

    con i suoi doni a segnalare la

    propria partecipazione

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    Se guardiamo le cose in termini evolutivi invece la sociazione un processo in cui ci che primigenio e primitivogenera ci che secondario e derivato. La societ civile affonda le sue radici nei legami di parentela, il pensierocomplesso nasce dalle emozioni elementari. Dobbiamo continuamente coltivare i nostri natali - gli dei Lari ePenati se vogliamo edificare su solide basi lesistenza umana complessa.

    Adottando questo punto di vista possiamo vedere lappartenenza come un continuum con cerchi o confini semprepi ampi: dalle relazioni prossime a quelle lontane. La solidit dei sentimenti di appartenenza prossimali determi-na la solidit e la complessit delle appartenenze pi complesse ed astratte. Io sono mio, io sono mia sono pietreangolari delledificio sociale. Un gesto ribelle ed unilaterale, un grido spesso insultante, unaffermazione di orgo-

    glio verso gli adulti che contemporaneamente di differenziazione sessuale. Nella Bibbia si dice dellUomo: eDio lo cre maschio e femmina, e quando si ribellarono scoprirono anche la loro nudit, ossia la loro differenza.

    Vivere senza radici non una buona base sociale. Non si pu essere cittadini del mondo se non si ha prima uncampanile. Non bisogna avere paura del radicamento locale, anzi bisogna sfidare il localismo fino a restituire aciascuno la sovranit di s. Ci di cui bisogna, da sempre, avere paura il localismo ideologico, una costruzionementale che aliena lappartenenza a s in una appartenenza basata sul timore dellaltro, quella che indico sinteti-camente come la citt delle torri in cui la coesione non viene dalla condivisione di una comune storia madallesistenza di forti mura. Queste rappresentazioni sostanzialmente paranoiche sono allorigine di molte altre e

    pericolose paranoie.

    Il nostro primo lavoro quindi restituire a ciascuno il senso di appartenersi, di essere sovrano dei propri pensierie padrone delle proprie azioni. E sono proprio gli adolescenti con la loro provocatoria improntitudine a lanciare ildoloroso grido di appartenenza. Sono proprio gli adolescenti emarginati a svolgere la critica pi radicale a rappor-ti sociali reificati, alienati nelle cose, rapiti dallastratto regno delle pure idee, dei valori intesi come pure scelteideologiche. Il fatto che la loro critica spesso autodistruttiva perch si avventano contro il mondo e contro i

    propri stessi limiti senza avere ancora la capacit di contenere la complessit dei sentimenti e delle relazionidentro rappresentazioni mentali adeguate.

    Gli adolescenti oscillano continuamente tra inappetenza e voracit, tra desiderio di divorare il mondo in un bocco-ne solo e nausea, timore di restare ingozzati da un mondo che vuole a forza riempirli di s.

    Ladolescenza non una malattia giovanile, magari da lasciar sfogare come una malattia esantematica, che raffor-za le difese immunitarie. Al contrario un felice e doloroso processo di crescita - di cui troppi sono invidiosi -che pu dare la febbre cos come lo pu dare un allungamento improvviso del corpo (febbre di crescenza si chiamaa Napoli). Ma pu essere vissuta e diventare malattia se gli adulti non sanno offrire in questo decisivo momentoil sostegno necessario a trovare una nuova configurazione e creare un nuovo scenario.

    Ladulto forte non quello che sa scontrarsi con ladolescente, ma quello che sa offrire una rappresentazione fortedel mondo che il giovane va scoprendo e conquistando, quello che fa percepire che dopo le tempeste esiste co-munque le quiete, esistono comunque porti sicuri. Lidea di dover accompagnare talora solo con lo sguardo ilgiovane che deve con le proprie forse conquistare un nuovo mondo lidea di forza che noi proponiamo ai ragazzi,lidea di chi ti aiuta ad entrare e non lidea di chi ti impone lumiliazione dello strisciare carponi per entrare nellasua citt.

    ACCOMPAGNARE

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    ficate o sanate. I riti in cui gli oggetti della quotidiatit sono portati in un cerchio magico in cui assumono ruolisimbolici, aiutano a costruire una buona socialit. C oggi un mito circa i luoghi di aggregazione govanile.Intanto faccio notare che stando alletimologia si tratta di luoghi di gregari e di greggi, ma soprattutto dico che gliadulti devono lavorare per sviluppare riti sociativi e scambio di significati e non limitarsi ad accodarsi ad unamanifestazione giovanile che pu anche essere solo una adunata di orfani, che va rispettata come risposta ad unasolitudine, ma non riproposta come soluzione efficace.

    Di nuovo viene chiamata in causa la cultura: rito, gioco, poesia, musica, arte sono accomunati dalla costituzionedi un cerchio magico , spazio rappresentativo, che consente distanziandosi dal reale una sua rielaborazione in

    schemi condivisi. Nel nostro progetto que-ste attivit istituiscono i luoghi in cui

    possibile esprimere lintegrit dellessere,la propria unicit. I vincoli e le regole pro-

    prie delle arti e dei riti costituiscono gli ap-poggi, che consentono a ciascuno di solle-varsi dallo stato di cose presenti. Potersiesprimere, potersi raccontare, poter raffigu-rare i propri sentimenti sono momenti im-

    portanti attraverso cui accogliamo i ragaz-

    zi nella loro interezza rispettandone nel pro-fondo lessere. Attraverso queste manife-stazioni gradualmente riesce ad emergere la parola come discorso, come filo che riannoda trame spezzate econsente di tessere nuovo ordito. Questo uso dellarte come spazio di mediazione possibile tra ci che unicoed indicibile e ci che pu essere detto una caratteristica comune a molti progetti di strada anche in altre partidel mondo.

    Se larte ed i riti sospendono il reale ed il tempo consen-tendo di riportare gli accadimenti dentro schemi che siripetono, la narrazione consente di trovare il filo a ciche di irripetibile c in ogni istante, dando un senso ed

    una direzione al tempo che scorre. La storia e lesegesidegli eventi costituiscono il primo modo di costruire unateoria, un ragionamento meta, su ci che facciamo.

    Nelle moderne teorie dellorganizzazione questo vienechiamato comunit di pratiche e consiste appunto nelcreare una tradizione fondata sulla narrazione e sulla con-tinua ricostruzione della storia. La nostra comunit di

    pratiche forse una comunit estesa che include - o pre-

    tende di farlo - anche i ragazzi, le famiglie, altrioperatori istituzionali in un processo che potreb-

    be chiamarsi etnografico in quanto trasforma ilterritorio da semplice aggregato umano o rete bu-rocratica, in un popolo, etnia dotata di una sto-ria e di coscienza di questa. Nelle feste, che rap-

    presentano una costante del nostro lavoro, dopoquattro anni abbiamo la sensazione che si stia co-struendo una uova entit, che laccumularsi di ge-nerazioni di studenti e di loro familiari sta tra-sformando queste da occasioni interne alla scuola

    a occasioni sociali generali. Comunque questo il nostro augurio e lo scopo specifico del pro-getto sociale.

    Genitori ed allievi durante una assemblea a Chance

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    E poich abbiamo parlato di gioco colgo loccasione per parlare della collusione. La collusione uno dei rischi pigrandi nel lavoro con gli adolescenti. E giocare insieme per ingannare qualche altro: se stessi. E un modo diessere seduttivi senza educare. Nella nostra ipotesi di lavoro, se docenti e operatori sono contenuto del messag-gio e non solo i latori di questo, ne consegue che la seduzione, il condurre a s, costituisce un momento importantedella educazione, cio del tirare fuori dallo stato di cose esistenti. Ma seduzione ed educazione vanno visti incircolo che comprende anche leducarsi ed il lasciarsi sedurre: far leva sulle energie proprie da parte dei ragazzi,essere attratti ed affascinati dal come i ragazzi apprendono e crescono. In breve si tratta della reciprocit senzadella quale non c vera crescita. Nella collusione ladulto finge, gioca ad essere giovane, e questo lo mette al

    riparo dalla reciprocit, perch il dialogo nasce dalla diversit e nellidentit non c storia e non c relazione. Perpoter tenere sotto controllo questo processo abbiamo una complessa procedura di accettazione che consiste in unaprolungata osservazione ed analisi dei ragazzi in modo che il loro ingresso nel progetto sia il frutto di una alleanza educativa con tutte le parti buone e non semplice iscrizione di un caso diffcile. Questo modo di lavoro

    produce spesso il miracolo di evasori i quali cominciano a partecipare al progetto con la quarta innestata:vengono tutti i giorni, spesso in anticipo e poi chiedono di prolungare lorario. (questo non significa che se nestiano zitti, buoni e attenti, anzi, ma significa che capiscono da subito che qui c spazio per loro.

    Cos affronto il problema dellaccoglienza. Comeben si capisce laccoglienza una dimensione

    dellessere, un modo di porsi di fronte ai ragazzi.Anche in questo si insinua leterno conflitto concui abbiamo aperto: laccoglienza natura,maternage, debolezza, la norma maschile, forte, cultura: scuola. Noi proponiamo unaidea di accoglienza che il modo della inclusio-ne sociale, ossia il modo di allargamento del cer-chio di appartenenza, ossia un modo di allargarela norma, di allargare le regole dellappartenen-za. Quindi proponiamo una norma accogliente. E

    viceversa proponiamo un modo di riflettere e ra-gionare su ci che accade, un voler riportare ognicosa ad un discorrere comune che un modo ditrasformare laccoglienza in norma. Noi vedia-mo queste polarit come parte di un processoevolutivo sempre in atto e mai come momenti di scontro tra civilt.

    Cos posso concludere dicendo che se voles-simo sintetizzare tutto questo in una sola fra-se, direi che lattivit educativa socialmente

    produttiva una attivit di mediazione cultu-rale tra le antropologie che sono vissute dagliallievi e le antropologie dei diversi operatoriscolastici e sociali. Poich generalmente siritiene che per il semplice fatto di essere natiin un territorio siamo della stessa cultura ab-

    biamo inventato un neologismo auto contrad-dittorio o forse proprio per questo - produt-tivo: mediazione intraculturale.

    Uno spazio di mediazione:

    festa con le famiglie allombra dei tigli

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    Evoluzione di un gesto funzionale.

    La nutrizione bocca a bocca una

    tappa nello svezzamento dei cuc-

    cioli.Il bacio tra adulti un gesto di

    nutrizione accennato, una offerta di

    cibo ritualizzata.

    Qui a fianco una coppia ha appena

    litigato: un cucciolo arrampicato

    sullalbero impaurito, un altro si

    appiattisce sullamadre, la madre

    stessa si avvicina pronta a ritrarsi

    finch un bacio suggella la pacefatta. La capacit dlela coppia di

    mantenere legami anche al di fuori

    dei periodi fecondi rappresenta un

    pasaggio decisivo verso lo sviluppo

    di una societ complessa

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    Nel corteggiamento lofferta rituale di cibo esplicita. Lo tra le specie pi diverse, dai pesci fino

    agli umani. Mangiare nello stesso piatto espressione proverbiale per designare una intimit profon-

    da e totale. Il significato del bacio come promessa di completa unit stato utilizzato per creare un

    topos letterario: il bacio tra nemici La massima tensione emotiva deriva dal contrasto tra conven-

    zioni sociali e schieramenti geopolitici con lintimit del gesto. Ret Butler e Rossella Ohara in Via col

    Vento, la contessa italiana e luffciale austriaco in Senso. Qui il fatto che ciascuno indosssi la propria

    divisa - e divisa significa proprio ci che serve a dividere - accentua uleriormente la tensione.

    Aquile che si scambiano cibo in

    volo durante il corteggiamento

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    La posizione dellapprendere: quella in cui, al sicuro tra braccia protettive e appoggiati al petto che

    nutre, si pu guadare, protetti, anche fuori di s, anche realt preoccupanti. La coesione e sicurezza

    sociale, il senso di appartenenza svolgono nella vit adulta e per tutta la vita la funzione svolta nellin-

    fanzia da un seno nutriente e da una madre protettiva. Leducazione producendo legami e coesione

    sociale ha la funzione fondmentale di predisporre ciascuno allapprendimento per tutta la vita ossiaad una crescita continua dei legami sociali.

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    Cercare riparo sicuro presso il consimile

    rappresenta una pulsione cos forte, che in

    assenza di una madre protettiva lo si fa con

    i fratelli, con gli amici, infine con qualsiasisostitu-to; ci qualche volta pu aiutare ad affrontareanche situazioni di intollerabile violenza. La

    costruzione di situazioni di scambio, direciproca fiducia, di reciproco affidamento, un modo persentirsi protetti anchein situazioni in cui, per motivi psichici, perso-nali, materiali, sociali, sia debole o inesisten-

    te la cura partentale dei genitori naturali.