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–16/11/2011 –1 Energie rinnovabili, suolo e cambiamenti climatici Bernardino Romano Università degli Studi dell’Aquila Monteluco di Roio – 67100 L’Aquila (Italy)- Tel. ++390862434113 [email protected] www.planeco.org Venerdì 11 Novembre Convegno nazionale AGRITURISMO, ENERGIE RINNOVABILI E CAMBIAMENTI CLIMATICI Con la conclusione dei lavori per gli ultimi due parchi previsti, quello da 45 MW e quello da 7 MW, la centrale fotovoltaica di Montalto di Castro (VT) è stata allacciata alla rete cominciando a immettere l’energia elettrica prodotta grazie a 85MW di potenza complessiva. Realizzato da SunPower, in qualità di EPC contractor, e dal Gruppo Vona, in veste di General Contractor, su una superficie di 285 ettari, l'impianto viterbese ha ottenuto il primato come più grande impianto fotovoltaico d'Europa, e secondo al mondo, per potenza installata. Per avere 1 Gw sono necessari circa 3400 ha (3 ha/Mw)

Energie rinnovabili, suolo e cambiamenti climatici · cemento (4%), gessi per usi industriali (3%) e pietre ornamentali come ... produttori lapidei e affini, associata a ... come

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Energie rinnovabili, suolo

e cambiamenti climatici

Bernardino Romano

Università degli Studi dell’AquilaMonteluco di Roio – 67100 L’Aquila (Italy)- Tel. ++390862434113

[email protected]

www.planeco.org

Venerdì 11 Novembre

Convegno nazionale

AGRITURISMO, ENERGIE RINNOVABILI E CAMBIAMENTI CLIMATICI

Con la conclusione dei lavori per gli ultimi due parchi previsti, quello da 45 MW e quello da 7 MW, la centrale fotovoltaica di Montalto di Castro (VT) è stata allacciata

alla rete cominciando a immettere l’energia elettrica prodotta grazie a 85MW di potenza complessiva. Realizzato da SunPower, in qualità di EPC contractor, e dal

Gruppo Vona, in veste di General Contractor, su una superficie di 285 ettari, l'impianto viterbese ha ottenuto il primato come più grande impianto fotovoltaico d'Europa, e secondo al mondo, per potenza installata.

Per avere 1 Gw sono necessari circa 3400 ha (3 ha/Mw)

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Realizzare impianti che producono in regimedi sostenibilità e rinnovabilità

in modo non sostenibile e non rinnovabileè una contraddizione in termini

L’Italia è appena agli inizi di una nuova fase energetica basata sulla green economy ma, all’anno zero di questo avvio cruciale, non dimostra capacità adeguate di gestione e di

controllo dei fenomeni collaterali, confermando una tradizione di deregulation già

progressivamente consolidata in campo urbanistico a partire dal secondo dopoguerra.

La conversione urbana dei suoli in Italia negli ultimi 50 anni

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Il caso tedesco (a sinistra) mostra, a fronte di una innegabile numerosità dei centri urbani, la costante compattezza dei loro margini pur in presenza di tensioni elevate di incremento urbano (diffusione in continuità di aggregato). Questa compattezza produce inoltre una notevole stabilità della rete stradale “territoriale” nel tempo. In queste condizioni individuare un limite di riferimento esclusivamente quantitativo al consumo di suolo (i 30 ha/g della norma tedesca) garantisce di per sé effetti positivi sulla riduzione delle superfici per l’agricoltura e sulla frammentazione ecologica limitando l’artificializzazione di suoli che, già sappiamo, sarebbero comunque in aderenza geografica a quelli già trasformati. Nel caso italiano (a destra), anche in aree agricole intensive, i margini urbani sono sempre sfrangiati e la crescita è puntiforme e dispersa (diffusione metastatica) con elevato ed incontrollabile incremento della rete viaria territoriale. In queste condizioni la semplice identificazione di una soglia quantitativa, quand’anche fosse governabile, non fornisce garanzia alcuna sugli esiti a qualunque termine. Ciò perchè ad un consumo di suolo confrontabile per estensione a quello del modello tedesco si aggiungono fenomeni, molto più gravi, di disturbo distribuito e di frammentazione elevata. In questo caso, stante i presupposti, risulta più importante controllare “come” il consumo avviene che non il “quanto”.

Un tipico esempio di insediamento commerciale nel quale risulta artificializzata per parcheggi, viabilità e aree di scambio una superficie di quasi 12 ha nei quali solamente il 25% è edificata.

Parcheggio a raso700 posti macchina

S=2,5 ha

Stot =12 ha

% P = 20%

1 edificio con Sc=mq 3200 (2% della Stot) a 3 piani fuori terra

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–PARCHEGGI MULTIPIANO

–Uso di strutture metalliche antisismiche–Riconversione degli usiRimovibilità–Assortimento delle funzioni–Soluzione di problemi tecnici multipli

Trasferimento di diritti di realizzazioneCompensazioni e perequazioni fondiarie per i diritti alienatiIdentificazioni geografiche dei siti di interventoControllo puntuale dei risultati progettualiInterventi di mitigazione degli effetti paesaggistici

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INDICATORI DI CONVERSIONE URBANA

REGISTRO DEI SUOLI

CREDITI EDILIZI E CREDITI AMBIENTALI

BILANCIO URBANISTICO “IN PAREGGIO”

–TEMPO t –TEMPO t+n

–INIZIATIVE GESTIONALI

RIGENERAZIONE URBANAStimati più di 100 milioni di m2 in Italia di superfici dismesse (10.000 ha) 7 milioni di m2 la sola provincia di Milano (dati Regione Lombardia)

2 volte la superficie urbana di Bologna

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Destinazioni temporanee a rotazione d’usoUna progettazione finalizzata alla reversibilità, con tecniche e materiali appropriati, potrebbe consentire l’applicazione dell’attributo di temporaneità ad alcuni servizi pubblici a rapida senescenza dimensionale e di standard prestazionali, come scuole e centri sociali, o attrezzature amministrative, ma anche alle piccole unità commerciali o artigianali (cosa che del resto già accade nelle circostanze emergenziali).

ESTRAZIONE DI INERTI

375milioni di tonnellateNel 2006 in Italia si sono cavati 375 milioni di tonnellate di inerti (sabbia, ghiaia e pietrisco), da 6000 cave, pari al 54% dei materiali estratti nel nostro Paese. Il resto -320 milioni di tonnellate- sono argilla per laterizi (8%), calcare e argilla per cemento (4%), gessi per usi industriali (3%) e pietre ornamentali come il marmo (31%). dati, quelli forniti dall’Anepla, l’Associazione nazionale estrattori produttori lapidei e affini, associata a Confindustria (www.anepla.it),

250.000.000 mc OGNI ANNO!!!!Su una base di 2 kmq si tratta di un cubo alto 125 m

Su una altezza di 1 m sono 25000 ha (la metà del PNALM)

250.000 case unifamiliari

Si tratta di scavi che non vanno molto in profondità, quindi erodono grandi quantità di suolo.

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un impianto da 5 MW non occupa meno di 15 ettari di terreno agricolo

Per avere 1 Gw sono necessari circa 3400 ha (circa 3 ha/Mw)

Dichiarazione polemica dell’Assosolare:La grave limitazione posta per gli impianti fotovoltaici a terra realizzati su aree agricole, prevista dall’articolo 8 dello schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva 2009/28 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, approvato oggi dal Consiglio dei ministri, è un pesante freno allo sviluppo del settore fotovoltaico in Italia. Una scelta in contrasto con i recenti provvedimenti come le linee guida ed il terzo Conto Energia, e che innalzerà nuovamente la valutazione “rischio Paese” per tutti gli investitorE a chi lamenta l’occupazione del suolo agricolo e l’invasione fotovoltaica dei campi vergini della bella Italia Assosolare risponde:se anche tutti i 3 GW del terzo Conto Energia fossero impiegati in impianti a terra, questi occuperebbero circa 6000 ettari a livello nazionale, quando da dati ISTAT la superficie totale agricola e forestale in Italia e’ di 19,6 milioni di ettari di cui 13,2 milioni sono utilizzati per l’agricoltura. Il fotovoltaico impegnerebbe quindi lo 0,045% della superficie agricola.

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In realtà si tratterebbe di 10.200 ha (la superficie del Parco nazionale della Val Grande in Piemonte) e l’evoluzione incrementale va comunque misurata in orizzonti temporali pluriennali.

COMPORTAMENTI TECNICI PER IL CONTENIMENTO

DELLA CONVERSIONE URBANA ED ENERGETICA DEI

SUOLI, PER LA COMPATTAZIONE DELLE FUNZIONI

INSEDIATIVE, PER LA RIDUZIONE DEI CONSUMI

ENERGETICI

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Tecnologie giovani

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COLLOCAZIONI STUDIATE, CONCERTATE,

PIANIFICATE

Utilizzo di criteri analoghi a quelli di rilascio dei titoli edilizi, obbligando i realizzatori di edifici, come accade per il pagamento degli oneri di urbanizzazione, a installare sorgenti di energia rinnovabile con potenze proporzionali alle dimensioni.

L'impianto fotovoltaico, della potenza complessiva di circa 2,2 MWp, e' stato costruito e collegato alla rete elettrica in soli due mesi. Sorge su una superficie di circa 45.000 metri quadrati ed è totalmente integrato nella copertura dei capannoni industriali, grazie ai lavori di ristrutturazione e adattamento del lastrico solare portati a termine da TerniEnergia. Nella realizzazione dell'intervento sono stati utilizzati 9.724 pannelli.

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Ogni aerogeneratore sarà sostenuto da una fondazione costituita da una “base” (plinto) in cemento armato, che sarà

interrata ad una profondità di circa metri 1,60 dal piano campagna, ed avrà dimensioni e modalità realizzative differenti

in funzione delle esigenze legate alle diverse caratteristiche geotecniche del sito. In ogni caso, le fondazioni sono

ricoperte con uno strato di terreno dello spessore di circa 65 cm. E’ bene precisare che i plinti di fondazione sono l’unica

componente dell’intero impianto ad essere realizzata in cemento armato, e comportano (ancorché ricoperti da terreno

vegetale) una superficie “impermeabilizzata” pari a 120-135 m2 in funzione del tipo di fondazione; nel complesso e opere

necessarie e funzionali all’esercizio dell’impianto eolico di Monte dei Cucchi interesseranno, nell’area d’impianto, una

superficie complessiva stimata in circa 30.000 m2, dei quali 12.000 m2 circa per la realizzazione delle piazzole e 4.425

m2 per le fondazioni (il resto della superficie conteggiata comprende gli interventi di realizzazione ed adeguamento

della viabilità, la cabina di smistamento e la cabina di trasformazione e consegna alla rete elettrica nazionale, le aree di

deposito temporaneo. Queste ultime (la cui superficie è stimabile in un massimo di 2.500 m2 circa saranno

completamente ripristinate al termine della fase di cantiere; anche una parte significativa della superficie di ingombro

delle piazzole potrà essere oggetto, come già anticipato, di specifici progetti di ripristino e rinaturalizzazione.

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ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI

PROCEDURA DI SELEZIONE DELLE IDONEITA’ INSEDIATIVE DEL

TERRITORIO

SPAZI TERRITORIALI A BASSA COMPATIBILITA’ CON LA

TRASFORMAZIONE URBANA

SFERA IDRO-GEO-MORFOLOGICA

AREE GEOLOGICAMENTE E SISMICAMENTE INSTABILI (FRANE, ASSESTAMENTI, EROSIONI, FAGLIE..)

AREE DI RISCHIO IDROGEOLOGICO (INONDAZIONI, ALLUVIONI, SUBSIDENZE, ASSORBIMENTI, RISCHIO

IDRAULICO,..)

AREE MORFOLOGICAMENTE VULNERABILI (GRANDI ACCLIVITA’, SINGOLARITA’ G.M., DETRITI DI FALDA)

VALORI IDRO-GEO-MORFOLOGICI (GEOTOPI, MORFOTOPI, SEDI FLUVIALI,…)

SFERA NATURALISTICO-AMBIENTALE-CULTURALE

AREE DI VALENZA BIOLOGICA (BIOTOPI, ECOSISTEMI A RISCHIO, RETI ECOLOGICHE)

UNITA’ AMBIENTALI DI PREGIO PAESAGGISTICO-NATURALE (AREE VINCOLATE, SISTEMI AGRICOLI,..)

AREE DI INTERESSE CULTURALE E LORO SPAZI DI RELAZIONE (ARCHEOLOGICO, TESTIMONIALE,

STORICO,..)

SFERA URBANISTICO-FUNZIONALE

AREE DI RISPETTO STRADALE (NORME NAZIONALI, OPPORTUNITA’ LOCALI,..)

VINCOLI FUNZIONALI (CIMITERIALI, ENERGETICI, AEROPORTUALI, MILITARI, DEMANIALI, CIVICI,…)

ALTA PRODUTTIVITA’ (AGRICOLTURA INTENSIVA, SPECIALIZZATA,….)