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Edizione Speciale Ricordi di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

Eterno Auriga - Novembre 2012

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traduzione italiana del Sanathana Sarathi dell'Organizzazione Sathya Sai Italiana

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Edizione SpecialeRicordi di

Bhagavan Sri Sathya Sai Baba

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E t e r n o A u r i g aE t e r n o A u r i g aDedicato all’Elevazione Morale e Spirituale dell’UmanitàvErità rEttitUDinE pAcE AMorE non violEnzA

NOVEMBRE 02 12 “A qualunque difficoltà possiate trovarvi di fronte, pensate costantemente a Dio e rimanete imperturbati. Siate sempre felici. Tutte le difficoltà sono come nuvole passeggere; esse vanno e vengono. A questo mondo, non ci sono nuvole permanenti. Comprendete questa verità e utilizzate il vostro tempo nella contemplazione di Dio, senza dare spazio alle preoccupazioni. In effetti, nei momenti di difficoltà, dovreste pensare a Dio sempre di più.”

4 Impero d’Amore Editoriale 5 Sperimentare l’Unità dell’Uomo e di Dio Discorso Divino del 25 luglio 1996 11 Celebrazioni a Prasanthi Nilayam Cronaca15 Il Viaggio della Vita con il Mio Sai Dottoressa J. Geeta Reddy18 La Grande Importanza delle Celebrazioni di Dasara Cronaca30 La Sconfinata Grazia Divina S.S. Naganand36 La Via che Porta alla Pace Suprema Estratto di Discorsi di Compleanno39 Bhagavan è Sempre con Noi R.J. Rathnakar42 Gli Aspetti Umani di Swami Professor J. Shashidhara Prasad45 La Felicità è Unione con Dio Dottor Narendranath Reddy51 Una Miniera d’Oro di Esperienze Divine Steen Picullel56 Un Dono Davvero Miracoloso Effulgenza della Gloria Divina

S O M M A R I O

Fotografia di Copertina: Dharmakshetra

È possibile abbonarsi online al Sanathana Sarathi nelle versioni stampataed elettronica al: www.sanathanasarathi.org

© Sri Sathya Sai Sadhana trust, publications Division

prasanthi nilayamPubblicato sul Sito Web del

Movimento Srì Sathya Sai d’Italia

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Novembre 2012 Eterno Auriga 4

ED

ITO

RIA

LE

IMPERO D’AMORE

– L’Editore

L SUO ARRIVO SUL PALCO NEL SAI KULWANT HALL, UNA VOLTA Swami vide uno studente seduto dietro alla sua poltrona con in mano una macchina fotografica. Swami gli disse: “Idhar Kyon Baitha Hai?” (Perché sei seduto qui?) “Swami, Mein Apki Photo Kheenchuga.”

(Swami, vorrei farTi una fotografia). “Camera Mein Reel Hai?” (C’è il rollino nella macchina fotografica?), domandò Swami. Quando lo studente rispose di sì, Swami disse: “Dekho, Camera Mein Kabhi Photo Aata Hai, Kabhi Nahin Aata. Dil Mein Photo Kheencho. Usmein Permanent Photo Aata Hai” (Guarda nella macchina fotografica. A volte le fotografie vengono e a volte no. Scatta la foto nel tuo cuore. Allora avrai una fotografia permanente.). Questo è il modo in cui Bhagavan insegnava profonde verità a studenti e devoti nelle conversazioni quotidiane. Egli esortava tutti a fare del loro cuore un tempio e a installarvi Dio.

Nel 1940, dopo aver dichiarato la Sua Avatarità, Bhagavan intraprese impegnativi viaggi per insegnare queste verità spirituali alle masse e offrire loro la diretta esperienza della Sua Divinità. Molte persone hanno edificato templi e Lo hanno invitato a inaugurarli. In tali occasioni, Bhagavan dava principalmente questo messaggio: “Voi costruite templi con malta e mattoni, ma il vero tempio è il vostro cuore, ove Dio risiede permanentemente.”

Tramite questi sublimi Insegnamenti e il Suo Supremo Amore Divino, Bhagavan ha trasformato in templi il cuore di milioni di persone in tutto il mondo. Questi grandi edifici, che racchiudono indimenticabili ricordi del Suo Divino Amore, sono forse, sulla terra, il tesoro più prezioso dell’essere umano. L’Avatar dell’Amore si è incarnato in terra per eliminare i confini artificiali creati dall’uomo sulla base di casta, colore, Paese, credo, comunità, razza, religione o regione, e unire il mondo in un impero d’amore in cui ogni cuore sia il tempio di Dio. La gloria, la grandezza e la magnificenza di questo impero sono destinati a crescere, in quanto esso è costruito sui saldi pilastri di Sathya, Dharma, Santhi, Prema e Ahimsa.

Rinnovando i ricordi del Divino Amore di Bhagavan, facciamo del nostro cuore un vero tempio di Dio, attraverso l’eliminazione di tutte le differenze e trasformiamo il mondo in una dimora d’amore e di pace condividendo il nostro amore con tutti. Questo sarà il nostro più opportuno tributo a Bhagavan.

A

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DISCORSO DI BHAGAVAN25 LUGLIO 1996

SPERIMENTARE L’UNITÀ DELL’UOMO CON DIO

(VersI Sanscriti)

DIMENTICATE TUTTE LE DIFFERENZE E CREDETE NELL’UNITÀ

’UOMO NON PUÒ raggiungere la meta della vita semplicemente

andando nella foresta a far penitenza lasciando la famiglia, gli amici e le proprietà. Neppure ottenendo la padronanza delle

sei Sastra e ripetendo i Mantra da mane a sera si può trovare il coronamento della vita.

Al fine di attraversare l’oceano dell’esistenza terrena, che è la causa fondamentale del ciclo inesauribile di

“L’oceano della vita non si può attraversare con le penitenze, con i pellegrinaggi, con lo studio delle Scritture o con la ripetizione delle preghiere. Lo si può fare solamente con il servizio alle persone pie.”

Come potete dare pace agli altri se non ne avete voi? Quindi

dovete prima ottenere voi la pace e poi diffonderla in casa e nel

villaggio. In questo modo dovreste gradualmente diffondere la pace dovunque. Essere in pace dentro e fuori: questa è la vera pratica spirituale. Inoltre, non acquisite

una mentalità ristretta, e non cercate di valutare il bene e il male

negli altri; sviluppate la vostra bontà e salvaguardate la vostra purezza. Questo deve essere lo

scopo.

FIUME D’IMMORTALITÀ

L

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nascite e morti, bisogna servire le persone nobili e la società e riconoscere il principio di unità.

Nel mondo ci sono molti intellettuali e scienziati: hanno pace anche per un solo momento? Comprendono che cosa significhino pace e felicità? Se non si riesce a sperimentare la pace e la felicità, a che serve tutto il resto? La pace è la conquista principale della vita dell’uomo; senza di essa, la sua vita non vale niente. È per questo che Thyagaraja cantava: “Non c’è felicità senza pace.” L’uomo può essere felice solamente quando ha la pace; se non ne ha, la sua vita intera diventa un incubo. A un cieco, tutto appare scuro; in modo simile, per quanto grandi si possa essere, il mondo non significa niente quando si dorme.

Voi non dovreste credere illusoriamente che gli occhi siano fatti per guardare tutto e tutti nel mondo; anche gli animali e gli insetti hanno gli occhi. A che servono gli occhi se non ci permettono di vedere lo Splendore Divino? Le orecchie sono date per ascoltare il Suono Divino del Pranava e la mente è intesa a ottenere la pace. Per quale ragione l’uomo non riesce a trovarla? Ci sono cinque tipi di radici della sofferenza (Klesha) che fanno penare l’uomo. Avidya, Asmita, Raga, Dvesha e Abhinivesha (ignoranza, senso dell’io, desiderio, odio e paura della morte).

Che cosa si intende per Avidya? “Vid” significa “conoscenza”, per cui Avidya indica “la mancanza di conoscenza”. Che cos’è la mancanza di conoscenza? Non è l’ignoranza delle cosa del mondo, è il non

essere coscienti della propria natura divina. L’uomo si considera un mortale ignorante a causa di Avidya e, per chi è in questa situazione, ottenere la pace è impossibile. Chi è nella morsa di Avidya vive immerso nelle cose del mondo identificandosi con il corpo e con la mente. Egli manca della saggezza che gli riveli di essere divino. L’attaccamento al corpo e al mondo gli causano una sofferenza immensa. Questo è il risultato di Avidya che è fonte di indicibili sofferenze per l’uomo.

La seconda radice di sofferenza è Asmita che impedisce di riconoscere la causa fondamentale di questa vita terrena e di tutta la sofferenza ad essa associata. L’uomo dimentica che la mente è la fonte primaria di tutto il suo soffrire, per cui diventa vittima dell’ignoranza e dell’illusione; egli va incontro a vari tipi di sofferenza perché è incapace di controllare la mente che provoca ogni sofferenza, dolore e difficoltà. Asmita indica l’incapacità di capire la natura reale della mente che è la causa principale di tutto il soffrire.

Un altro Klesha che fa soffrire l’uomo è Raga. Che cosa si intende per Raga? In questo contesto, esso non indica la melodia di una canzone; desiderare questo, quello e tutto è Raga. Quando i desideri diventano illimitati, Raga diventa Roga (malattia). L’uomo soffre perché è incapace di frenare i desideri, per cui dovrebbe cercare di controllarli; per questo si dice: “Meno bagaglio più comodità.” È a causa dei suoi desideri illimitati che egli perde la stabilità mentale, subisce l’illusione e dimentica il Principio vero ed eterno della Divinità; da

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qui consegue la sua enorme sofferenza. Quindi, prima di tutto, dovreste mettere sotto controllo i desideri. Finché avete desideri illimitati, non potere avere la pace. Si può avere desideri, ma entro certi limiti.

Acquisite l’equanimità.

Poi viene il Dvesha Klesha. In tempo di difficoltà, sofferenza e perdita, l’uomo si aspetta l’aiuto di qualcuno che gli è vicino ma, se la persona rifiuta di aiutarlo, la sua speranza si tramuta in odio. In questo mondo, sia il bene sia il male causano sofferenza; non necessariamente tutto ciò che è bene ci dà felicità e, similmente, non tutto ciò che è male causa sempre afflizione. In che modo ci dà sofferenza qualcosa di buono? Tulsidas ne dà un esempio dicendo: “Io offro i miei reverenti omaggi sia alle persone buone sia a quelle malvagie.” Voi potreste dire: “C’è un senso nel fare omaggio a una persona buona, ma qual è lo scopo di ossequiarne una malvagia?” Una persona malvagia vi fa soffrire quando la incontrate e una persona buona vi addolora quando vi lascia per cui Tulsidas offriva i suoi omaggi ai malvagi affinché non lo avvicinassero e ai buoni perché non si allontanassero da lui.

La compagnia di un malvagio e la separazione da una persona nobile causano ambedue sofferenza. La vita umana è fatta di unioni (Samyoga) e separazioni (Viyoga); essa è descritta come un oceano con onde turbolente di unioni e separazioni. Chi può giudicare ciò che è bene e ciò che è male?

Quindi si deve rimanere equanimi nella felicità e nella sofferenza, nel guadagno e nella perdita, nella vittoria e nella sconfitta come insegna la Gita. Trattate la felicità e l’afflizione con equanimità. Al fine di ottenere la pace, voi dovreste mettere in atto l’equanimità; non considerate qualcuno malvagio e qualcun altro buono. Vedete Dio in ambedue. Lo stesso Atma è presente in tutti e due; questo è il sentimento di unità e Divinità. I corpi sono diversi, le tendenze delle menti sono diverse, ma la Divinità è Una, è la stessa in tutti.Identificatevi con il Sé

I nomi e le forme possono variare, ma la Divinità non cambia. Finché si osservano le differenze non si può ottenere la pace ed è per questo che Tulsidas diffuse il principio dell’unità. Egli considerava Dio insito in tutti gli esseri e sperimentò l’unità. Io vi dico spesso che voi non siete una persona,

L’essenza e lo scopo di tutte le religioni è lo stesso. Dio è Uno ed è lo Stesso per tutti; perché dovrebbero quindi

esistere differenze, conflitti e polemiche? Sono tutti segni di

ignoranza. Solamente le persone sciocche, che non comprendono il significato reale della Divinità, creano disordini e conflitti simili.

Perciò, non considerate differenze di sorta, non criticate alcuna religione o pratica spirituale.

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ma tre: quella che pensate di essere, quella che gli altri pensano che siate e quella che siete veramente. La prima è la rappresentazione dell’identificazione col corpo, la seconda dell’identificazione con l’anima individuale e la terza con Dio. Tutte le religioni, il cristianesimo, l’islam, il jainismo o il sikhismo, proclamano la stessa verità. Gesù prima disse: “Io sono il messaggero di Dio”, poi: “Io sono il figlio di Dio”, e, nella terza fase, dichiarò: “Io e il Padre mio siamo uno.” La stessa verità è espressa nelle affermazioni “Io sono la luce, la luce è in me, Io sono la luce.” L’essenza e lo scopo di tutte le religioni è lo stesso. Dio è Uno ed è lo Stesso per tutti; perché dovrebbero quindi esistere differenze, conflitti e polemiche? Sono tutti segni di ignoranza. Solamente le persone sciocche, che non comprendono il significato reale della Divinità, creano disordini e conflitti simili. Perciò, non considerate differenze di sorta, non criticate alcuna religione o pratica spirituale. Tutti hanno il diritto di seguire la strada che scelgono e provare la gioia. Quando a ognuno è concessa la libertà di seguire a modo suo la religione che preferisce, si può fare l’esperienza della Divinità.

Non siate interessati ai difetti degli altri

Come potete dare pace agli altri se non ne avete voi? Quindi dovete prima ottenere voi la pace e poi diffonderla in casa e nel villaggio. In questo modo dovreste gradualmente diffondere la pace dovunque. Essere in pace dentro e fuori; questa è vera pratica spirituale.

Inoltre, non acquisite una mentalità ristretta, e non cercate di valutare il bene e il male negli altri; sviluppate la vostra bontà e salvaguardate la vostra purezza. Questo deve essere lo scopo. Se invece cercate la malvagità negli altri, ne sarete contagiati. Ecco un esempio a questo riguardo: voi avete una macchina fotografica e volete fare una foto a qualcuno davanti a voi. Quando mettete a fuoco le lenti su di lui e premete il pulsante, catturate la sua immagine; in modo simile, quando focalizzate le lenti della vostra visione sulla malvagità degli altri e premete il pulsante della Buddhi (intelletto), la loro malvagità entra in voi. Di solito, si fotografano le persone che ci piacciono, per cui, dato che vi piacciono le persone buone, mettete a fuoco la mente soltanto su di loro; allora i vostri sentimenti diverranno simili. Non interessatevi quindi alla malvagità degli altri perché, se lo fate, voi stessi diverrete malvagi. Yad Bhavam Tad Bhavati (Come sono i sentimenti, così sarà il risultato).

Contentatevi di ciò che avete; perché vi angustiate per qualcosa

che non avete? La vostra vera sâdhanâ consiste nel non anelare cose che non avete. Come potete

ottenere la felicità se non siete soddisfatti di ciò che avete e

bramate continuamente ciò che non avete? Siate quindi contenti di ciò che avete e dividetelo con gli altri.

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Sviluppate il senso di unità e fate esperienza della Divinità

Una volta le gopi andarono da Radha e dissero: “Tu pensi sempre a Krishna e puoi diventare Lui in conseguenza a questa meditazione continua; quando Radha diventa Krishna e non c’è dualità, che gioia puoi provare?” Ella rispose: “O gopi, pensando costantemente a Krishna, io posso diventare Lui; nello stesso modo, Krishna può diventare Radha pensando continuamente a lei. Anche allora ci sono sia Radha sia Krishna.” Quindi, quando voi pensate a Dio, anch’Egli pensa a voi. In questo modo, voi create Dio. Chi crea Dio? Il devoto crea Dio e Dio crea il devoto; che cosa c’è allora in comune tra Dio e l’uomo? C’è il potere di creare. Anche l’uomo ha il potere di creare come lo ha Dio; il potere di creare è uguale in ambedue. Cercate di fare l’esperienza della Divinità comprendendo questo principio di unità; dimenticate tutte le differenze e abbiate fede nell’unità. Brahmavid Brahmaiva Bhavati (Colui che conosce Brahman diventa Brahman veramente).

Tutti sanno di dover morire un giorno o l’altro eppure ognuno vuol aggrapparsi alla vita e nessuno vuol morire; questo è dovuto ad Abhirivesha Klesha che affligge l’uomo. Qual è la causa principale della sofferenza dell’uomo? Sono i desideri. Voi diventate vittime dei vari Klesha quando dimenticate la vostra natura reale e focalizzate la mente sul mondo. Contentatevi di ciò che avete; perché vi angustiate per qualcosa che non avete? La vostra vera sâdhanâ consiste

nel non anelare cose che non avete. Come potete ottenere la felicità se non siete soddisfatti di ciò che avete e bramate continuamente ciò che non avete? Siate quindi contenti di ciò che avete e dividetelo con gli altri. Acquisite un’apertura mentale di questo tipo. In questo vasto mondo, anche l’uomo dovrebbe avere una mente vasta. Chi non ha apertura mentale non è affatto un essere umano, quindi allargate il cuore. Come si può fare? Bisogna riempirlo d’amore. Se riempite il cuore d’amore, non sarete importunati da nessun Klesha, avrete il potere di affrontare tutte le sfide e andare avanti.

Colmate il cuore d’amore

Molti Mi pregano di dar loro un cuore grande. Ora, che cosa significa la parola “cuore”? Essa non indica il cuore fisico. Se il vostro cuore fisico si allarga, diventate malati e dovete operarvi, per cui tra il cuore fisico e quello spirituale c’è una grossa differenza. Il cuore fisico è come l’interruttore principale della residenza che è il corpo umano; è solamente l’interruttore principale, non la “corrente”. Allora dov’è la corrente? Nilatoyadamadhyasthad vidyullekheva bhasvara (Brillante come un fulmine tra le nuvole blu scure cariche di pioggia). Dov’è questo Vidyullekha? Questo potere splendente è presente nella colonna vertebrale ed è chiamato anche Sushumna (arteria “sottile” centrale). È da questo Sushumna che la corrente entra nell’interruttore principale che è il cuore; se non lo sapete, potete indagare voi stessi. I medici fanno operazioni al cuore; se pensate che il principio vitale sia nel

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– Baba

cuore fisico, dove va quando il cuore viene operato? Dato che la vita non è presente nel cuore, durante le operazioni si usa la macchina cuore-polmone. Il Cuore Spirituale (Hridaya) non è limitato al corpo; è presente dovunque. Esso pervade tutto il corpo, altrimenti come potreste accorgervi che una formica vi sta camminando su un piede? Il cuore fisico è situato in una posizione precisa del corpo, mentre quello spirituale lo pervade interamente. Il primo aiuta la circolazione sanguigna, ma non ha il controllo del principio vitale.

Il Nome di Dio è la panacea di tutti i mali

Studenti!Qualunque difficoltà dobbiate affrontare,

pensate costantemente a Dio e rimanete sereni. Siate sempre contenti. Tutte le difficoltà sono come nuvole passeggere, vengono e vanno; nel mondo non ci sono nuvole permanenti. Comprendete questa verità e usate il tempo per meditare su Dio senza dare spazio alle preoccupazioni. In tempo di difficoltà, voi dovreste

effettivamente pensare a Dio sempre di più. Molti criticano e insultano Dio quando devono affrontare le difficoltà e dicono: “Non ha occhi? Non vede i miei problemi? Non ha orecchie? Non sente i miei lamenti?” In realtà, voi dovreste pregare Dio più sentitamente quando siete immersi nelle difficoltà. Un sadhaka dovrebbe rimanere concentrato nella sua sâdhanâ dovunque sia. Un paziente deve necessariamente prendere le medicine dovunque sia, a casa o all’ospedale. Egli non può dire: “Sono già in ospedale; perché prendere delle medicine?” Allo stesso modo, voi dovreste meditare su Dio tanto nei tempi di gioia come in quelli di sofferenza; soltanto allora il Nome Divino diverrà la panacea di tutte le vostre malattie.

(Bhagavan ha concluso il Discorso con il Bhajan, “Sivaya Paramesvaraya…”)

Dal Discorso di Bhagavan nel Sai Kulwant Hall a Prasanthi Nilayam

il 25 luglio 1996.

Prema è una parola Telugu di due sillabe. Tuttavia, in questa breve e piccola parola è contenuto l’intero universo (Akshaya Jagat). Però, ahimè, oggi c’è così poca consapevolezza del potere dell’amore. Coinvolta nei suoi futili attaccamenti, la gente ignora la potenza di questo infinito, sacro e onnicomprensivo Amore Divino. L’Amore è associato all’immortalità. Esso è il nettare stesso. Non c’è nulla al mondo paragonabile a esso.

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ICERIMONIA DI GRUPPO

DELL’UPANAYANAM

L 27 SETTEMBRE 2012 SI È tenuta a Prasanthi Nilayam una grandiosa cerimonia per un Upanayanam di gruppo (cerimonia

di investitura del sacro filo) di oltre 600 Vatu (giovani aspiranti). La funzione, organizzata dall’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva del Karnataka, si è tenuta nel Sai Kulwant Hall che era stato splendidamente addobbato per la festosa occasione con striscioni colorati, bellissimi disegni realizzati con foglie di palma, quadri giganteschi di Dei e Dee, e fiori di diversi colori. Una gigantesca sagoma della Madre Gayatri adornava la parte centrale del salone. La cerimonia dell’Upanayanam è stata preceduta dal Sahasra Kalabhishekam (bagno cerimoniale dei Paduka (sandali) di Bhagavan con l’acqua sacra di mille Kalasha) eseguita in nome della prosperità e della pace universali.

Sahasra Kalashabhishekam

Il programma del Sahasra Kalashabhishekam è iniziato alle 6 del mattino del 26 settembre 2012 con canti vedici seguiti da preghiere al Signore Ganesh e l’adorazione di mille Kalasha (vasi sacri), mentre i sacerdoti intonavano Mantra vedici. Dopo l’adorazione dei Kalasha, c’è stato l’Abhishekam dei sacri Paduka (sandali) di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba collocati su un altare improvvisato davanti al Samadhi di

Bhagavan, eseguito da più di mille devoti i quali, uno a uno, hanno riversato con grande devozione l’acqua sacra dei Kalasha sui sandali di Bhagavan. Hanno poi fatto seguito i Bhajan, guidati da devoti del Karnataka, e quindi la recita dell’Ashtottara Sata Namavali (i 108 Nomi di Bhagavan). L’Arati, eseguito alle 11,20, ha concluso il programma del mattino a cui è seguita la distribuzione del Prasadam a tutti i devoti convenuti nel Kulwant Hall.

Il programma del pomeriggio è iniziato alle 16,30 con i canti vedici. Ha fatto seguito un discorso illuminante su “L’Importanza e il Significato Profondo dell’Upanayanam e del Gayatri Mantra” tenuto da Sri S. Ranganath, studioso di sanscrito e direttore dell’Istituto R.V. di Studi Sanscriti di Bangalore. Il dotto oratore ha spiegato il significato dell’Upanayanam e del Gayatri Mantra, citando i relativi Mantra vedici e ricordando agli aspiranti spirituali le responsabilità di un Brahmachari (celibe). Le parole conclusive sul significato del canto della Gayatri provenivano da Bhagavan, nel brano, diffuso dall’altoparlante, di un Suo Discorso sull’argomento. È seguita una breve sessione di Bhajan, condotti da giovani del Karnataka. Il programma si è concluso alle 18,15 con l’Arati.

La Cerimonia dell’Upanayanam

Il 27 settembre 2012, alle 8,15 del mattino, è iniziata la cerimonia di gruppo

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dell’Upanayanam con oltre 600 aspiranti spirituali che erano in fila, seduti con i loro genitori e con il materiale necessario per la Puja. Dopo che il sacerdote officiante aveva fornito le istruzioni necessarie, gli aspiranti spirituali e i rispettivi genitori hanno eseguito la Puja, mentre un gruppo di sacerdoti intonava i relativi canti vedici. Le istruzioni del sacerdote officiante venivano tradotte in inglese e telugu per coloro che non comprendevano il kannada. Inoltre, membri del Seva Dal hanno aiutato i Vatu e i loro genitori nell’esecuzione dei riti.

I riti preliminari comprendevano Puja a Ganapati (adorazione del Signore Ganesh), Swasti Vachanam (parole propizie), Navagraha Puja (adorazione dei nove pianeti) e la Puja di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Ogni genitore benediceva poi il proprio Vatu versandogli Akshata (chicchi di riso) sacri sul capo e annodandogli al polso un Kankan (braccialetto). Dopo aver invocato la benedizione di Bhagavan, venivano nel frattempo distribuiti i sacri fili ai genitori mentre i sacerdoti offrivano il Poornahuti (oblazione finale) nel fuoco dello Yajna e il tutto era accompagnato da Mantra vedici. Veniva infine eseguita la cerimonia dell’Upanayanam con i genitori che offrivano il sacro filo ai Vatu mentre venivano intonati Mantra vedici e risuonavano le gioiose note di una musica propiziatoria. Dopo la cerimonia dell’Upanayanam è seguito il Brahmopadesham (insegnamento del Gayatri Mantra ai Vatu).

Quando è stata appropriatamente diffusa la registrazione della voce di Bhagavan che recitava il Gayatri Mantra, era come se, in quel momento, Bhagavan Stesso desse ai Vatu l’iniziazione. I genitori hanno poi cinto i rispettivi Vatu con ghirlande e annodato loro una fascia sul capo. Tutti i Vatu si sono poi alzati in piedi e hanno supplicato i genitori di dare loro Bhiksha (l’elemosina), che è stata concessa unitamente a benedizioni. L’Arati ha felicemente concluso questa fausta cerimonia dell’Upanayanam e del Brahmodapesham. I Vatu, insieme con i genitori, hanno infine sfilato in processione attorno al Mandir. In occasione del felice evento è stato poi offerto un sontuoso pranzo ai Vatu, ai loro genitori e ai devoti presso la South Indian Canteen.

Concerto di Musica Devozionale

Il programma serale comprendeva un concerto di musica sacra eseguito dal noto cantante di musica classica R.K. Prasanna Kumar e dal suo gruppo. Il cantante ha iniziato alle 16,45 e ha estasiato i devoti

La cerimonia di gruppo dell’Upanayanam nel Sai Kulwant Hall.

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Il programma di Qawali eseguito dai giovani dell’Uttar Pradesh e dell’Uttarakhand.

con un’interpretazione piena di sentimento di cinque composizioni musicali del Karnataka, delle quali una riguardava la Madre Gayatri e un’altra era dedicata a Bhagavan Sri Sathya Sai Baba; ha poi chiuso il concerto cantando un Bhajan. Dopo l’esibizione, ci si è congratulati col cantante, al quale, assieme agli artisti che gli avevano fornito il supporto musicale, sono stati donati indumenti e regali. C’è stata poi una breve sessione di Bhajan e la distribuzione del Prasadam. Veniva quindi fatto sentire il Bhajan “Subrahmanyam Subrahmanyam” cantato da Bhagavan, con i devoti che seguivano in coro. L’Arati delle 18,35 concludeva sia il programma sia questa grandiosa cerimonia dell’Upanayanam di gruppo.

PELLEGRINAGGIO DEI DEVOTI DELL’UTTAR PRADESH E

DELL’UTTARAKHAND

Più di mille devoti, provenienti dall’Uttar Pradesh e dall’Uttarakhand, sono giunti in pellegrinaggio a Prasanthi Nilayam per quattro giorni, dal 9 al 12 ottobre 2012. Durante questo pellegrinaggio, i Giovani Sai di questi due Stati hanno presentato il 9 ottobre, nel Sai Kulwant Hall, un commovente ed emozionante programma di Qawali secondo la vera tradizione Sufi. Il programma è cominciato dopo i canti vedici alle 17. Dopo aver iniziato con un canto di preghiera al Signore Ganesh, i cantori hanno affascinato l’uditorio per quasi 45 minuti con melodiosi Qawali dedicati a Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.

Tutte le composizioni, interpretate con sentimenti di devozione e musicate in modo eccelso, hanno toccato i cuori dei devoti. A conclusione del programma sono stati donati degli abiti ai partecipanti, a cui sono seguiti i Bhajan, anche questi guidati da giovani dell’Uttar Pradesh e dell’Uttarakhand. Il programma si è concluso alle 18,10 con l’Arati, a cui è seguita la distribuzione del Prasadam a tutti i presenti.

PELLEGRINAGGIO DEI DEVOTI DEL REGNO UNITO

In ottobre 2012 è giunto in pellegrinaggio a Prasanthi Nilayam un gruppo di devoti del Regno Unito che ha presentato, l’11 e 12 ottobre, nel Sai Kulwant Hall, due programmi di musica devozionale. Impregnati della luce dell’Amore di Bhagavan, questi devoti, che si fanno chiamare pellegrini della Sai Jyoti (la Luce di Sai), hanno voluto rendere con queste presentazioni un omaggio musicale pieno di sentimento a Bhagavan.

Sai Anandam: una Presentazione di Musica Classica

La prima presentazione intitolata “Sai Anandam” (la beatitudine di Sai) è stata

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Novembre 2012 Eterno Auriga 14

eseguita l’11 ottobre 2012 dalla famosa musicista Roopa Panesar e dal suo gruppo. Gli strumenti che sono stati suonati erano: sitar, tar shehnai, tabla e santoor. Colmi dell’Amore di Bhagavan, gli artisti hanno profondamente impregnato di fervore tutto l’ambiente circostante con questa loro presentazione classica che è iniziata alle 17 con la preghiera al Guru e che ha tenuto avvinto l’uditorio per quasi un’ora. In effetti, il profondo sentimento di devozione degli artisti ha creato una musica celestiale. La presentazione comprendeva i canti “Antar Jyoti Jalao Sai” (O Signore, accendi la lampada interiore), “Hum Sab Milkar Mangal Gayen” (Cantiamo tutti canti propiziatori), e “Om Hari Hari Om” musicati secondo Raga (scale musicali) diversi che comprendevano Rag Yaman Kalyan, Rag Megh e Rag Bahar. Quando alle 18 essi hanno concluso la loro esibizione musicale altamente edificante, sono stati salutati dagli ascoltatori con un applauso fragoroso e prolungato. Ci si è congratulati con loro e sono stati loro donati indumenti e regali. Sono poi seguiti i Bhajan e la distribuzione del Prasadam. Il grandioso finale di questo bellissimo concerto è stato il Bhajan “Madhura Madhura Murali Ghanashyama” cantato dalla voce celestiale di Bhagavan. L’Arati delle 18,15 concludeva il programma.

Miscellanea di Canti Devozionali

Il 12 ottobre 2012 i devoti del Regno Unito hanno presentato la seconda parte del

Presentazione di musica devozionale eseguita dai devoti del Regno Unito.

loro programma di musica devozionale che è stato preceduto da canti di Mantra vedici da parte di un gruppo di studiosi dei Veda di Bangalore.

L’esibizione è iniziata alle 17,15 con composizioni classiche di musica strumentale e i musicisti hanno deliziato l’uditorio con cinque pezzi musicali, mentre i cantori intonavano canti in hindi, punjabi e inglese tra cui un Gurbani (versi tratti dal sacro libro Guru Granth), canti devozionali inglesi come “Why Fear When I am Here” (perché avere timore quando Io sono qui), “Every Moment of my Life Please Be with me….Baba, Sai Baba” (in ogni momento della mia vita, per favore, stai con me… Baba, Sai Baba) ecc. Gli artisti hanno concluso la loro presentazione con il Bhajan “Sathyam Jnanam Anantam Brahma”. A tutti i partecipanti sono poi stati offerti doni. Hanno quindi fatto seguito i Bhajan che si concludevano alle 18,30 con l’Arati.

UN ECCELLENTE CONCERTO DI SITAR

continua a pagina 38...

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Eterno Auriga 15Novembre 2012

RA IL 1968 QUANDO SEPPI, per la prima volta, di un giovane Swami che materializzava oggetti traendoli dall’aria. I miei amici di

Bangalore, con i quali stavo trascorrendo le vacanze estive, erano desiderosi di andare a Whitefield per vederLo. Io ero molto eccitata per tale viaggio, ma, ahimè, esso non avvenne mai. Forse non ero pronta o forse “per me, non era il momento!” Ciò dimostra chiaramente che, senza il Volere di Swami, nessuno può andare da Lui!

Il Suo Biglietto da Visita

Gli anni trascorsero. Mi ero sposata nel 1971 con il dottor Ramachandra Reddy, ed eravamo andati in Australia poi a Londra per le specializzazioni in medicina nei nostri rispettivi campi. Il nostro ultimo periodo di studio fu in Arabia Saudita per due anni. Con le nostre prestigiose lauree di specializzazione ci sentivamo al settimo cielo! Un giorno del 1980, ci crollò all’improvviso il mondo addosso quando, all’età di 30 anni, Ram (mio marito) fu colpito da una paralisi nella parte sinistra del corpo. Tutti sanno che è una condizione invalidante. Eravamo distrutti. Tutti i migliori trattamenti a Londra furono inutili. I nostri consulenti medici inglesi

ci consigliarono di andare in India da questo “Uomo Dio” che poteva guarire ogni malattia. Eravamo disperati e forse questa malattia fu il Suo “biglietto da visita” per noi! “Il nostro momento era arrivato!”

Volammo in India e raggiungemmo Bangalore. Swami era a Whitefield. Con il cuore pieno di speranza aspettammo il Suo Darshan. Egli non ci deluse. Durante il Darshan, Swami andò da Ram, lo toccò sul lato sinistro e lo rassicurò: “Andrà tutto bene.” Si diresse poi dalla parte delle donne diritto

verso di me! Nessuno Gli aveva detto di me, ma l’onnisciente Essere Supremo mi parlò e disse: “Non perderti d’animo, bangaru. Tuo marito presto starà bene.” Non riuscivo a credere che l’“Uomo Dio”, famoso in tutto il mondo, stesse parlando a me! Egli mi benedisse e mi diede delle bustine di Vibhuti. Dopo questo miracoloso giorno, il recupero di Ram fu molto veloce. Oggi, nessuno riesce a credere che Ram abbia attraversato una simile condizione fisica. Questo è il modo in cui arrivammo nella dimora di Bhagavan e nel Suo “ovile”.

Sì, Egli è Dio

Come avvenne, suppongo, per Sua

IL VIAGGIO DELLA VITA CON IL MIO SAI

Dottoressa J. Geeta Reddy

Gli anni trascorsi nell’“ovile” di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba sono stati la parte migliore della mia vita. Ci sono stati molti miracoli e molte “interview”, e la vita ne è stata certamente arricchita. Vivrò il resto dei miei giorni con i ricordi dell’Essere Compassionevole che è disceso in forma umana per il nostro bene, per il bene di tutta l’umanità.

E

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volontà, tornammo all’estero e ai nostri compiti. Facemmo infine ritorno in India nel 1983. Poiché eravamo impegnati nell’allestimento del nostro ospedale, non ci fu contatto con Swami fino al 1992. Nello stesso anno, venimmo a sapere che Swami si sarebbe recato a Hyderabad. L’allora Primo Ministro dell’Andhra Pradesh, dottor M. Chenna Reddy, e la sua famiglia erano grandi devoti di Baba. Pertanto, Bhagavan andava a far loro visita. Nel frattempo, ero scesa in politica ed ero diventata un ministro del Gabinetto del dottor Chenna Reddy. Di fronte alla prospettiva di rivedere il Magnifico Signore, ero colma di immensa felicità! La notte prima del Suo arrivo, ebbi una splendida visione…

Il cielo era azzurro e io stavo chiedendo a Swami: “Sei Dio?” Immediatamente il cielo si era riempito del volto blu come quello di Krishna del nostro Amato Signore, con un incantevole sorriso e una piuma di pavone fra i folti capelli ricci! Era Swami nelle sembianze di Sai Krishna! Un momento dopo, vidi dispiegarsi nel cielo un’enorme Om d’oro, seguita da una stella pure d’oro che riempì nuovamente il cielo! Quando mi svegliai erano le 4 del mattino. Questa visione era talmente vivida che rimane sempre fresca nella mia memoria anche a distanza di 20 anni. Egli mi rispose a modo Suo. Sì, Egli è Dio!

Il Suo Amore Incondizionato ci rasforma

Dal 1992, le mie visite a Puttaparthi divennero più frequenti, con innumerevoli “interview” che mi hanno trasformata in un essere umano migliore: la mia natura ambiziosa cedette il passo all’accettazione della Volontà del Signore. Egli divenne mio fratello, guida e filosofo. È stato ed è la mia forza.

La mia prima “interview” con Swami fu molto particolare. Ebbi la fortuna, nel 1992, di visitare il Super Speciality Hospital di Puttaparthi, da poco inaugurato. Eravamo in una macchina da golf con Swami, il dottor Safaya davanti e Sri Paramahamsa e io sui sedili posteriori. Al termine della visita e prima di lasciare l’ospedale, il Divino Maestro mi concesse un’”interview” in una stanza per consulti medici! La settimana precedente, mia figlia Meghana si era gravemente ammalata. A quel tempo, eravamo a Shirdi. La portai dunque al tempio di Shirdi Baba e l’adagiai ai Suoi piedi, pregando perché guarisse presto. La mia preghiera ebbe risposta durante l’“interview” con Bhagavan Sri Sathya Sai Baba nella stanza consulti dell’ospedale di Parthi. Swami parlò di Meghana e mi garantì che sarebbe guarita e che Egli avrebbe provveduto a lei! Così facendo, rivelò che Lui e Shirdi Sai Baba erano la stessa Persona! Caddi ai Suoi Piedi Divini piena di gratitudine. Baba poi materializzò amorevolmente un

Non posso dimenticare come, nel 1998, quando portai i capi di

Gajwel, il mio precedente collegio elettorale nel distretto del Medak,

al Suo Darshan a Puttaparthi, chiese a tutti noi di domandare

collettivamente un dono. Quando tutti chiedemmo l’acqua potabile a Gajwel, Egli disse che avrebbe

esaudito volentieri il nostro desiderio. Oggi non solo Gajwel, ma l’intero distretto del Medak

usufruisce del Progetto Sri Sathya Sai per l’Acqua Potabile. Tale è la Sua benevolenza! Chiedete e vi

sarà dato.

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anello con un diamante bianco che, per le mie dita, era largo. Egli sorrise maliziosamente e soffiò sull’anello per tre volte. Ed ecco che esso diventò della misura giusta per il mio dito indice. Il compassionevole Signore mi mise l’anello al dito! Questo fu un gesto davvero commovente. Piansi di gioia, amore e gratitudine. Egli è amore puro, autentico e incondizionato, che si rivela con tali gesti. Questi piccoli atti ci toccano e aprono il cuore per ricevere il Suo Amore Divino. È l’Amore di Swami a trasformarci. Siamo davvero fortunati a essere contemporanei dell’Avatar.

È l’Amore del Creatore per la Sua creazione che ci attira a Lui. Le cure e le guarigioni sono le Sue benedizioni sul sentiero della nostra devozione e del nostro amore per il Signore. Per noi, è difficile comprendere e sondare i piani divini. Tuttavia, mi consola la consapevolezza che è Lui ad agire. Egli sa tutto. “Perché temere se Io sono qui?”, dice il nostro Swami e io ho lasciato tutto ai Suoi Divini Piedi di Loto.

Sconfinata Benevolenza

Gli anni trascorsi nell’“ovile” di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba sono stati la parte migliore della mia vita. Ci sono stati molti miracoli e molte “interview”, e la vita ne è stata certamente arricchita. Vivrò il resto dei miei giorni con i ricordi dell’Essere Compassionevole che è disceso in forma umana per il nostro bene, per il bene di tutta l’umanità.

Ricordo come Egli mi guarì da ipotiroidismo con la Vibhuti che creò per me nel 1997 a Kodaikanal, come mi salvò in un incidente stradale nel 1995, come materializzò, perché lo mangiassi, un frutto raro quando fui colpita da un disturbo allo stomaco.

Non posso dimenticare come, nel 1998, quando portai i capi di Gajwel, il mio precedente collegio elettorale nel distretto del Medak, al Suo Darshan a Puttaparthi, chiese a tutti noi di domandare collettivamente un dono. Quando tutti chiedemmo l’acqua potabile a Gajwel, Egli disse che avrebbe esaudito volentieri il nostro desiderio. Oggi non solo Gajwel, ma l’intero distretto del Medak usufruisce del Progetto Sri Sathya Sai per l’Acqua Potabile. Tale è la Sua benevolenza! Chiedete e vi sarà dato.

Negli ultimi anni, il Corpo del nostro Sai ha sofferto per amor nostro. Egli ha preso su di Sé tutte le nostre malattie e i nostri problemi. Come Cristo, anch’Egli ha subìto la crocifissione in modo da poterci redimere dai nostri peccati. Sai vive nei nostri cuori, dove risiede. Ora è in tutto l’universo e non confinato solo a Puttaparthi o al Suo Corpo; è in tutti gli elementi. È illimitato, una miniera sconfinata di potere. Egli è il Signore Onnipotente.

Traiamo coraggio dalla consapevolezza che Egli è con noi, attorno a noi e in noi. Dove può andare, lasciando moltitudini di devoti?

Egli è il Divino Maestro dell’universo. Offriamo i nostri riverenti omaggi ai Suoi Piedi di Loto.

(L’autrice, dottoressa J. Geeta Reddy, è il Ministro del Governo dell’Andhra Pradesh delle Grandi Industrie, dello Zucchero, del Commercio e per la Promozione dell’Esportazione.)

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di Navaratri. Il sacerdote che conduceva la Puja l’ha proseguita anche il giorno successivo. La mattina del 18, in una grande processione, i Ritwik (sacerdoti vedici) hanno portato il sacro Kalasha al Poornachandra Auditorium. Guidavano la processione i suonatori di Nadaswaram, seguiti dai Ritwik, che intonavano canti vedici, e dagli studenti. Dopo aver invocato le benedizioni di Bhagavan, i componenti della processione, alle 9, si sono diretti verso il Poornachandra Auditorium. Il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna è cominciato subito dopo l’arrivo dei sacerdoti allo Yajnashala (spazio della cerimonia sacrificale), decorato con splendidi addobbi. Lo Yajnashala era impreziosito da una splendida foto di Bhagavan e da una grande poltrona in argento per Lui.

I sacerdoti hanno dato il via al tradizionale rituale di accensione del fuoco sacro per lo Yajna mediante lo sfregamento di un legno sull’altro. Il canto dei sacri Mantra vedici ha accompagnato l’accensione del fuoco e il suo posizionamento nello Yajna Kunda (braciere per il rituale), dopo che era stata invocata la benedizione di Bhagavan. Nel frattempo un sacerdote e la moglie hanno cominciato a eseguire la Puja del Kalasha portato dal Bhajan Mandir, tre anziani hanno iniziato il Parayana (lettura cerimoniale) di testi sacri e un sacerdote ha avviato il Surya Namaskar. L’esecuzione dello Yajna ha preso il via con le oblazioni nello Yajna Kunda offerte da quattro sacerdoti, mentre un altro gruppo di essi ha intonato i sacri

GRANDE IMPORTANZADELLE CELEBRAZIONI DI DASARA

L A CELEBRAZIONE DELLA festività di Dasara nel corso di Navaratri (nove giorni di adorazione della Madre Divina)

è arrivata ad assumere grande importanza a livello sociale, culturale e spirituale a Prasanthi Nilayam. L’adorazione della Madre Divina, la conduzione del Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna e gli interventi spirituali di dotti oratori sotto gli auspici del Prasanthi Vidwan Mahasabha che culminano negli illuminanti Discorsi di Bhagavan costituiscono l’aspetto spirituale delle celebrazioni. Lo Sri Sathya Sai Grama Seva evidenzia la loro dimensione sociale, mentre gli eventi culturali e musicali svolti in questo periodo hanno grande valore nell’ambito della cultura. Quest’anno il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna è stato condotto dal 18 al 24 ottobre 2012 nel Poornachandra Auditorium, mentre il Grama Seva ha avuto luogo per nove giorni, dal 16 al 24 ottobre. I villaggi interessati sono stati 150, facenti parte dei Mandal di Puttaparthi, Kothacheruvu e Bukkapatnam (distretto di Anantapur, Stato dell’Andhra Pradesh). Contemporaneamente, dal 18 al 24 ottobre, nel Sai Kulwant Hall, si sono tenute sessioni di Prasanthi Vidwan Mahasabha, seguite da programmi di cultura e musica.

VEDA PURUSHA SAPTAHA JNANA YAJNA

La Kalasha Puja, che significa adorazione della Madre Divina, è cominciata nel Bhajan Mandir il 16 ottobre 2012, primo giorno

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Mantra del Krishna Yajur Veda. Alle 10,30 i Ritwik e gli studenti hanno cominciato i canti vedici, cui si sono unite le migliaia di persone, fra studenti e devoti, presenti nel Poornachandra Auditorium. Lo spettacolo è stato grandioso, con i canti vedici che risuonavano in tutto l’auditorium, riempiendo l’ambiente di vibrazioni sacre. Alle 10,45 è stato offerto l’Arati. Nel frattempo studenti e staff coinvolti nel Grama Seva sono partiti per la loro sacra missione di offrire il Prasadam di Bhagavan agli abitanti dei villaggi. L’esecuzione dello Yajna è proseguita con queste sacre modalità dal 18 al 23 ottobre, accompagnata dai Mantra vedici che purificavano l’intero ambiente, e si è conclusa il 24, ricorrenza di Vijaya Dasami.

In questa santa e fausta giornata il Poornachandra Auditorium era pieno fino all’inverosimile di devoti e studenti che si erano riuniti per assistere alla sacra cerimonia del Poornahuti (oblazioni finali). Fin dal primo mattino l’intero auditorium risuonava di canti vedici di studenti e sacerdoti, mentre quattro sacerdoti offrivano le oblazioni nel fuoco sacrificale. I Bhajan sono cominciati alle 9, condotti dai cantanti del Bhajan Mandir e seguiti in coro dall’intera assemblea con profonda devozione.

I sacerdoti sono nel frattempo andati nel Sai Kulwant Hall con il sacro Kalasha e sono tornati all’auditorium con il prezioso materiale del Poornahuti e il Dharani (un grande cucchiaio d’argento) per offrire le oblazioni finali nello Yajna Kunda. Mentre proseguivano

i Bhajan, accanto allo Yajna Kunda è stata sistemata la poltrona d’argento per Bhagavan. Poi, in mezzo ai canti vedici, sono cominciati i rituali conclusivi del Poornahuti. Dopo aver invocato la benedizione di Bhagavan, alle 9,25 i sacerdoti hanno offerto le oblazioni finali gettandole nel fuoco sacrificale, mentre intorno risuonavano i Mantra vedici e le gioiose note del Nadaswaram. I sacerdoti hanno poi offerto il ghee (burro chiarificato) per mezzo del Dharani, segnando il completamento del Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna durato sette giorni. Dopo l’offerta dell’Arati al Kalasha pieno di acqua sacra, quest’ultima è stata aspersa sui sacerdoti. A seguire gruppi di sacerdoti e studenti sono andati per tutto l’auditorium e hanno asperso l’acqua sacra del Kalasha sull’assemblea di studenti e devoti, mentre nell’auditorium proseguivano i Bhajan. Infine a tutti è stato offerto il Prasadam. Il programma si è felicemente concluso alle 10,10 con l’Arati.

Il Poornahuti ha segnato il completamento del Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna.

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suo intervento, l’ospite è stato omaggiato con uno scialle.

Alle due relazioni è seguita la proiezione del video di un Discorso di Bhagavan, in cui Egli fa riferimento agli insegnamenti delle Upanishad sull’onnipresenza di Dio ed esorta i devoti a servire tutti, riconoscendo la presenza di Dio in tutti. Poi gli studenti del Campus dell’Istituto di Brindavan hanno presentato un emozionante programma di canti devozionali. A seguire i Bhajan e la distribuzione del Prasadam. La sessione è terminata con il Bhajan “Sathyam Jnanam Anantam Brahma” eseguito dalla calda voce di Bhagavan, dopodiché si è svolto l’Arati alle 19,10.

La seconda sessione del Prasanthi Vidwan Mahasabha, tenutasi il 19 ottobre, aveva in programma un video clip di un Discorso di Bhagavan e gli interventi di due relatori. La sessione è cominciata alle 16,30 con i canti vedici intonati dal gruppo dei Mandir Veda, mentre gli studenti della Scuola Superiore Sri Sathya Sai di Prasanthi Nilayam li seguivano in coro. La prima oratrice è stata D. Bharghavi, assistente presso il Campus dell’Istituto di Anantapur. Raccontando le proprie esperienze con Bhagavan durante il ciclo di studi, la relatrice ha detto che l’uomo dovrebbe rendere significativa la sua vita accettando Dio con piena fiducia e accogliendo le Sue parole e le Sue lezioni con totale dedizione. Il secondo intervento ha visto la presenza di un ospite, il dottor M. Brahmananda Sastry. Parlando in perfetto telegu, l’erudito oratore si è soffermato sulle analogie fra l’Avatar del Treta Yuga, il Signore Rama, e l’Avatar del Kali Yuga, Bhagavan Sri Sathya Sai Baba.

PRASANTHI VIDWAN MAHASABHA

La prima sessione del Prasanthi Vidwan Mahasabha si è tenuta il 18 ottobre 2012. L’ha aperta alle 16,30 il gruppo dei Mandir Veda con i canti vedici, seguiti nell’esecuzione dagli studenti della Scuola Primaria Sri Sathya Sai di Prasanthi Nilayam. All’inizio il professor A. Anantaraman, docente del Campus di Prasanthi Nilayam dell’Istituto d’Istruzione Superiore Sri Sathya Sai, ha descritto sinteticamente l’evoluzione del Prasanthi Vidwan Mahasabha, narrando alcune delle proprie esperienze personali di quando era Bhagavan Stesso a presiedere i lavori.

Il primo relatore della sessione è stato Sri Ruchir Desai, professore associato del Campus dell’Istituto di Brindavan. Facendo una citazione da un Discorso di Bhagavan, Sri Desai ha osservato che Yajna significa sacrificio, cosa di cui Bhagavan è stato esempio per tutta la Sua esistenza, dedicando agli altri ogni momento della Propria Vita e in tal modo incarnando il Suo Insegnamento “La Mia vita è il Mio messaggio”. Il secondo intervento della sessione è stato tenuto da un relatore esterno all’Istituto, il dottor Nori Surya Narayana Murthy, grande studioso di sanscrito e telugu. Parlando della grandezza e dell’importanza del Sundara Kanda nel Ramayana, il dotto oratore ha spiegato le supreme virtù di Hanuman, che lo resero caro al Signore Rama. Alternando la narrazione con l’interpretazione di versi e Bhajan in tema, il dottor Murthy ha esortato i giovani a emulare la devozione di Hanuman e ottenere la grazia di Sai Rama, reincarnazione del Signore Rama nel Kali Yuga. Al termine del

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Facendo ampie citazioni dal Ramayana e recitando poesie di Bhagavan, il dottor Sastry ha sottolineato che il Signore che si è incarnato come Rama e Krishna nei precedenti Yuga è adesso venuto come Bhagavan Baba allo scopo di redimere il genere umano. Al termine del programma lo studioso ha ricevuto vive congratulazioni ed è stato omaggiato con uno scialle.

La terza sessione del Prasanthi Vidwan Mahasabha, svoltasi il 20 ottobre, è cominciata alle 16,30 con i canti vedici intonati dal gruppo dei Mandir Veda, seguiti in coro dalle studentesse della Easwaramma English Medium High School di Prasanthi Nilayam. Il Mahasabha è stato introdotto da un intervento del professor A. Anantaraman, che ha sottolineato come il 20 ottobre sia una pietra miliare nella missione dell’Avatar Bhagavan Sri Sathya Sai Baba. Infatti, in questo giorno di 72 anni fa, Bhagavan dichiarò di essere Sathya Sai, incarnatosi sulla terra per redimere il genere umano. Il primo relatore della sessione è stato Sri Bhabhani Shankar Padhy, assegnista di ricerca del Campus dell’Istituto di Prasanthi Nilayam. Nel descrivere le varie forme in cui la Madre Divina viene adorata nelle diverse parti dell’India, l’oratore ha affermato che l’uomo deve agognare la vicinanza a Dio al pari della Dea Kanyakumari, l’eterna vergine che attende il suo consorte, il Signore Shiva. Inserendo nel suo intervento splendide poesie e distici, Sri Padhy ha descritto come il saggio Bharadwaja, con la sua penitenza per la redenzione dell’uomo, determinò l’avvento avatarico di Bhagavan sulla terra (Bharadwaja fu uno dei sette saggi. Sai Baba ha narrato di essersi incarnato nel

lignaggio di tale saggio in risposta a una benedizione concessa da Shiva-Shakti allo stesso Bharadwaja, nella cui discendenza accondiscesero di nascere. Shiva si è incarnato in Shirdi Sai Baba, Shiva-Shakti in Sathya Sai Baba, e Shakti nascerà come Prema Sai – N.d.T.). Il successivo oratore, Sri G.R. Sayee Prasanna, studente del Master in Business Administration nel Campus di Prasanthi Nilayam, ha descritto la potenza e il significato spirituale del recitare il “Lalita Sahasranama” (i 1008 nomi della Dea Lalita). Facendo riferimento ad alcuni episodi tratti dal libro “Anyatha Saranam Nasti”, l’oratore ha spiegato la sua efficacia narrando un avvenimento in cui Bhagavan aveva risposto alla preghiera di uno studente che recitava il “Lalita Sahasranama” e invocava le benedizioni di Bhagavan come Dea Lalita. L’ultimo intervento della sessione è stato quello di G. Shilpa, studentessa del Campus dell’Istituto di Anantapur. Richiamandosi all’importante evento del 1940 in cui Bhagavan dichiarò di essere l’Avatar per rivelare la Sua Divina Missione, la relatrice ha sottolineato che Dio è l’abitante interiore di tutti e quintessenza di tutte le cose, poiché le Scritture Lo definiscono Raso Vai Sah (Dio è sotto forma di essenza).

Agli interventi è seguita la proiezione di un filmato tratto da un Discorso di Bhagavan in cui Egli dichiara che la verità eterna dell’universo è l’Amore ed esorta l’uomo a condurre la sua esistenza con Amore, ritenendo l’Amore Dio e Dio Amore. L’uomo, dice Bhagavan, deve cercare di conoscere la sua vera natura e per questo l’uomo dovrebbe seguire il sentiero spirituale.

La quarta sessione del Prasanthi Vidwan

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Mahasabha si è tenuta il 21 ottobre; l’hanno aperta alle 16,30 i canti vedici del gruppo dei Mandir Veda e delle studentesse del Campus di Anantapur. Il primo intervento è stato quello della dottoressa N. Srividya, assistente presso il Campus dell’Istituto di Anantapur. Offrendo i suoi omaggi a Madre Sai, la relatrice si è soffermata sul principio materno, spiegando come ogni uomo sia debitore a cinque madri: Deha Mata, Go Mata, Bhu Mata, Desha Mata e Veda Mata (la madre fisica, la madre mucca, la madre terra, la madrepatria e i Veda quale madre spirituale). La dottoressa ha sottolineato che ciascuno dovrebbe servire queste cinque madri per rendere sublime la propria vita. Il secondo relatore è stato Sri Aditha Dileep Kurdekar, che ha parlato sul tema “La Ricerca dell’Amore”. Citando il detto di Bhagavan “L’amore come pensiero è verità, l’amore come azione è rettitudine, l’amore come comprensione è non violenza, l’amore come sentimento è pace”, l’oratore ha messo in evidenza che la ricerca dell’amore fatta dall’uomo deve culminare nel conseguimento dell’amore per Dio. L’ultimo relatore della sessione è stato Sri Aditya Shekhar, studente del Campus dell’Istituto di Brindavano, che ha parlato sul tema “Sentire la Sua Presenza”. Narrando vari episodi sull’onnipresenza di Bhagavan, l’oratore ha affermato che Bhagavan era con noi, è in noi e sarà sempre con noi. I devoti, ha sottolineato, non dovrebbero avvertire differenze tra allora e adesso.

Agli interventi è seguita la proiezione del video di un Discorso di Bhagavan, in cui Egli esorta i devoti a stabilire una relazione con Dio che sia permanente, liberandosi delle

temporanee relazioni terrene. Bhagavan dice che, per conseguire la vicinanza di Dio, l’uomo deve rendere sacro il suo cuore, ripulendolo dal male e dalle caratteristiche bestiali e riempiendolo di buone qualità.

I canti vedici del gruppo dei Mandir Veda e degli studenti del campus di Muddenahalli dell’Istituto hanno segnato alle 16,30 l’inizio della quinta sessione del Prasanthi Vidwan Mahasabha, svoltasi il 22 ottobre 2012. Il primo relatore è stato il dottor Subhash Subramanian, assistente del Campus di Prasanthi Nilayam. Servendosi di splendidi canti, distici e aneddoti per illustrare il suo discorso, il dottor Subramanian ha sottolineato l’importanza di controllare la mente, di vivere nel presente e di guardarsi dentro per avere successo nella Sadhana. Il relatore ospite di questa sessione è stato Sri Medasani Mohan, noto studioso di telugu e sanscrito. Spiegando le profonde verità contenute nel “Soundarya Lahiri” di Adi Sankara, l’erudito oratore ha esortato tutti ad accendere dentro di sé la lampada della conoscenza divina durante il sacro periodo di Navaratri e conseguire l’illuminazione. La realizzazione del Sé, ha spiegato, è lo scopo della vita umana, ottenibile solo concentrandosi su Dio.

Dopo i due interventi è stato proiettato il video di un Discorso Divino di Bhagavan in cui Egli fa riferimento all’ammonimento di Adi Shankara a uno studioso in merito al fatto che la conoscenza della grammatica non lo avrebbe protetto quando la sua fine si sarebbe avvicinata, e così sottolinea l’importanza di cantare la gloria di Dio e di contemplarLo per conseguire pace, beatitudine e redenzione. Al termine del programma il relatore ospite,

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Sri Medasani Mohan, è stato omaggiato con uno scialle.

Il 23 ottobre i canti vedici del gruppo dei Mandir Veda e degli studenti del Campus dell’Istituto di Brindavan hanno segnato l’inizio della penultima sessione del Prasanthi Vidwan Mahasabha. La prima a intervenire è stata C.U. Rajeswari, assegnista di ricerca al Campus di Anantapur, la quale ha affermato che la vita umana è una grandissima benedizione che l’uomo deve utilizzare per realizzare la propria divinità, controllando i desideri mondani e concentrando la mente su Dio. Il relatore ospite della sessione è stato Sri Garikapati Narasimha Rao, rinomato studioso di telugu. Parlando sul tema “Sai Jaganmatha” (Sai, la Divina Madre dell’universo), l’insigne oratore ha sottolineato che sono pochissimi coloro che realizzano Dio, perché la maggior parte degli uomini è preda dell’illusione di Maya e perde tempo in rituali. Arricchendo l’intervento con bellissime poesie e citazioni dalle Scritture, Sri Rao ha detto che Jiva è Deva, ma l’uomo deve sviluppare l’Atma Jnana (la conoscenza del Sé) per realizzare la sua vera identità.

È seguito il Discorso Divino di Bhagavan, dove Egli afferma che Dio permea ogni atomo dell’universo, ma l’uomo, per realizzare Dio, deve abbandonare Dehabhimana (attaccamento al corpo) e sviluppare Atmabhimana (attaccamento al Sé). Al termine del programma Sri Narasimha Rao ha ricevuto le congratulazioni e uno scialle in segno di omaggio.

I lavori della sessione conclusiva del Prasanthi Vidwan Mahasabha sono cominciati alle 16,30 del 24 ottobre con i canti vedici intonati dal gruppo dei Mandir

Veda e dagli studenti del Campus dell’Istituto di Prasanthi Nilayam. Il primo relatore della sessione è stato il dottor Deepak Anand, assistente al Campus di Prasanthi Nilayam, che ha narrato le sue esperienze con Bhagavan negli anni degli studi e ha riferito la spiegazione di Sai Baba sul vero significato di Pada Puja (adorazione dei Piedi di Loto di Bhagavan), che consiste cioè nel camminare sulle orme dell’Avatar, seguendo il sentiero dell’amore e del servizio da Lui mostrati. Raccontando l’episodio della risposta di Bhagavan alla preghiera di alcune persone in Giappone, l’oratore ha sottolineato che, dovunque si preghi, qualunque sia la forma di Dio invocata, la risposta a chi prega giunge da Prasanthi Nilayam. Il secondo intervento è stato di Sri Abhay Nagraj Kini, studente del Campus di Prasanthi Nilayam. Parlando della resa, il relatore ha osservato che felicità e dolore sono entrambi presenti nella vita dell’uomo e questi dovrebbe accettarli con mente equanime, arrendendosi alla Volontà di Dio. Egli ha aggiunto che è la completa resa che può condurre l’uomo alla pace vera. Affrontando il tema della realizzazione del Sé, l’ultima relatrice della sessione finale del Prasanthi Vidwan Mahasabha, A.B. Aishwarya, del Campus dell’Istituto di Anantapur, ha affermato che l’uomo deve abbandonare ego e desideri e intraprendere il sentiero dell’amore, del servizio e del sacrificio per conseguire la meta della realizzazione del Sé.

Il gran finale dei lavori del Prasanthi Vidwan Mahasabha è stato il Discorso Divino di Bhagavan, che stabilisce gli ideali che l’uomo deve seguire per raggiungere Dio. Al riguardo Bhagavan fa riferimento agli ideali

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Sri Ajit Popat, ardente devoto britannico di Bhagavan, che ha parlato sul tema “ABC della vita” e ha narrato dei suoi rapporti con Bhagavan, condividendo con i devoti lezioni di inestimabile valore apprese ai Piedi di Loto di Bhagavan. Sottolineando l’importanza del silenzio e della quiete nella spiritualità, Sri Popat ha rimarcato che l’uomo deve realizzare il Sé praticando il silenzio interiore e l’autoanalisi, e ha concluso con il racconto della sua toccante storia personale e offerto la resa totale ai Piedi di Loto di Bhagavan. Sono seguiti i Bhajan, terminati alle 18,15 con l’Arati. Musica Devozionale dei Devoti Britannici

Il 17 ottobre 2012 il programma è cominciato alle 16,30 con i canti vedici, cui hanno preso parte studenti di Prasanthi

Nilayam e devoti britannici. Dopo i canti vedici la nota musicista britannica Roopa Panesar ha fatto un’eccellente esibizione, comprendente per lo più Bhajan (tra i quali “Hara Siva Sankara,” “Sankara Siva Sankara,” “Bolo Bolo Sab Mil Bolo Om Namah Sivaya”), accompagnata dal Sitar. Si è trattato di uno straordinario spettacolo,

fissati dal Signore Rama, che in vita aderì in maniera scrupolosa a Sathya e Dharma e affrontò ogni tribolazione per sostenerle. L’uomo deve sviluppare la devozione, la purezza e l’altruismo, dice Bhagavan, per ottenere lo scopo della vita.

PROGRAMMI MUSICALI E CULTURALI

Canti Vedici Eseguiti dall’European Veda Union

La sacra festa di Navaratri (nove giorni di adorazione della Madre Divina) è cominciata il 16 ottobre 2012 su una nota di buon auspicio, quando oltre 50 devoti - fra uomini e donne - provenienti dai Paesi dell’Europa orientale (cioè Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Serbia e Slovenia) hanno dimostrato la loro perfezione ed eccellenza

nel canto vedico eseguendo per circa 45 minuti, nel Sai Kulwant Hall, i Mantra vedici.

I partecipanti rappresentavano la European Veda Union, movimento unico nel suo genere, il cui scopo è di unire l’intero continente europeo attraverso il messaggio dei Veda.

È seguito un illuminante intervento di

Canti vedici eseguiti dai devoti di Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Serbia e Slovenia.

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che ha riscosso gli scroscianti applausi del pubblico. I devoti britannici hanno poi eseguito una miscellanea di Bhajan, dando conferma a tutta l’assemblea del loro fervore. Al termine delle due esibizioni di musica devozionale sia Roopa Panesar sia gli altri partecipanti hanno ricevuto vive congratulazioni e capi di vestiario in regalo (l’artista è stata omaggiata con un Sari). Sono seguiti i Bhajan condotti dai cantori del Mandir Bhajan e la distribuzione del Prasadam. Il programma è finito alle 18,15 con l’Arati.

Il 25 ottobre i devoti britannici hanno presentato un altro programma musicale consistente in uno splendido “medley”. Dopo l’apertura con i canti vedici essi hanno eseguito composizioni strumentali e canti di gruppo in telegu e hindi, tra i quali “Tu Hi Bhagavan Paramatma” e “Humko Tumse Pyar Kitna”. Sono seguiti i Bhajan, anch’essi condotti dai devoti britannici. Il programma è terminato alle 18 con l’Arati, dopo la distribuzione a tutti del Prasadam.Programmi Musicali e Culturali degli Studenti

Il 18 ottobre 2012 gli studenti del Campus di Brindavan hanno offerto una miscellanea

di canti devozionali ai Piedi di Loto di Bhagavan. Il programma comprendeva cinque assolo, ciascuno dei quali era carico di profonda devozione e amore dei cantanti per Bhagavan e mostrava la loro notevole conoscenza musicale, diffondendo in tutto l’ambiente intenso fervore devozionale.

Il programma, cominciato alle 18,30, si è concluso alle 19. Sono seguiti i Bhajan, l’ultimo dei quali è stato “Sathyam, Jnanam, Anantam Brahma”, cantato da Bhagavan. Il programma è terminato alle 19,10 con l’Arati.

Il 19 ottobre le studentesse del Campus dell’Istituto di Anantapur hanno offerto con

profondo sentimento i loro omaggi musicali a Bhagavan. In apertura le ragazze hanno eseguito un canto dedicato al Signore Ganesh, poi il canto hindi “Mangala Karini Mohana Murti Sai Ma” (O Madre Sai, tu sei l’incarnazione della bellezza e del buono auspicio) e un canto in telugu.

Esse hanno terminato la rappresentazione con il canto in hindi “Sai Ma, Tumhin Ho Hamare Jivan Ka Adhar” (O Madre Sai, Tu sei l’unico sostegno della vita). La sessione si è chiusa con la proiezione di un video tratto “Medley” musicale dei devoti britannici.

Canti devozionali degli studenti del Campus di Brindavan.

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da un Discorso Divino di Bhagavan e con i Bhajan. Nel Suo Discorso Bhagavan esorta i devoti ad abbandonare l’attaccamento al corpo, sviluppare l’attaccamento al Sé, riempire il cuore d’amore e sperimentare l’unità, giacché in tutti è presente lo stesso Atma. Sono seguiti la distribuzione del Prasadam e i Bhajan, che si sono conclusi con un video del Bhajan “Bhaja Govindam Bhaja Govindam” (declama il Nome di Govinda) cantato da Bhagavan, che tutti i devoti nel salone hanno seguito in coro con grande devozione. Il programma è terminato con l’Arati alle 18,45.

Il 22 ottobre studenti e docenti del Sathya Sai Mirpuri College of Music di Prasanthi Nilayam hanno offerto a Bhagavan il loro tributo musicale.

Aprendo il programma alle 18,10 con una preghiera al Signore Ganesh, i ragazzi hanno affascinato il pubblico con avvincenti composizioni strumentali e vocali, ciascuna in grado di mostrare capacità e talento degli interpreti. Il finale del programma alle 18,40 è stato una brillante esibizione di Sitar. Sono seguiti i Bhajan, l’ultimo dei quali, “Om Sivaya Om Sivaya”, era cantato dalla dolce voce di

Bhagavan. Il programma si è chiuso alle 19 con l’Arati.

Il 23 ottobre, la Prasanthi Dance Troupe e gli studenti dei Campus di Brindavan e di Muddenahalli e della Scuola Superiore Sri Sathya Sai di Prasanthi Nilayam sono stati gli interpreti di uno straordinario balletto. Mentre i ballerini erano impegnati nella danza, commenti e canti tematici servivano a spiegare il soggetto del balletto. Raccontando la storia della creazione, il balletto ha sottolineato l’importanza del Namasmarana e del servizio altruistico, descrivendo le scene del Grama Seva e del Nagar Sankirtan. Lo spettacolo si è concluso con una bellissima danza al ritmo del canto “Sai Namasmaranam, Sai Rupa Dhyanam” (cantare il Nome di Sai e meditare sulla Sua forma).

Sono seguiti i Bhajan e la distribuzione del Prasadam. La melodiosa esecuzione di Bhagavan di “Madhura Madhura Murali Ghanashyama” ha segnato la fine del programma. L’Arati è stato offerto alle 19,15.

Mee Challani Needalo Entha Haayi Sai: Uno Spettacolo Teatrale

Canti devozionali delle studentesse del Campus di Anantapur.

Il tributo musicale offerto a Bhagavan da studenti e docenti del Sathya Sai Mirpuri

College of Music.

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Il 20 ottobre 2012 gli studenti di vari centri Sri Sathya Sai Deenajanoddharana Pathakam (progetto per aiutare i bambini indigenti) dell’Andhra Pradesh hanno messo in scena una toccante recita dal titolo “Mee Challani Needalo Entha Hayi Sai” (quanta beatitudine nella protezione della Tua Grazia, Sai). Lo spettacolo rientrava nel loro Parthi Yatra (pellegrinaggio a Puttaparthi) svoltosi dal 19 al 24 ottobre.

Hanno preso parte al pellegrinaggio più di 300 bambini indigenti di 16 centri gestiti dall’Organizzazione Sri Sathya Sai Seva dell’Andhra Pradesh. La rappresentazione danzata si basava sulla storia della vita di uno studente di un Centro Sai per bambini bisognosi e raccontava come tali bambini fossero cresciuti in questi centri – a buon

diritto chiamati “Templi d’Amore” - in modo tale da farli diventare cittadini ideali, nobili nelle qualità e nel carattere. Storia commovente, ottima regia, dolce musica e danze entusiasmanti dei bambini hanno fatto della recita una rappresentazione eccellente. Al termine tutto il cast ha ricevuto abiti in dono. Sono seguiti la distribuzione del Prasadam e i Bhajan; questi ultimi si sono conclusi con il Bhajan cantato da Bhagavan “Prema Mudita Manase Kaho Rama Rama Ram”. Il programma è terminato alle 19,15 con l’Arati.

Deho Devalaya: Una Recita Danzata

Il 21 ottobre 2012, nel 57° anno dalla fondazione, il personale dello Sri Sathya Sai General Hospital ha messo in scena una bellissima rappresentazione dal titolo “Deho Devalaya” (il corpo è il tempio). Basandosi sugli Insegnamenti di Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, lo spettacolo descriveva un approccio olistico alla salute, che comprende le dimensioni fisica, mentale e spirituale del benessere umano e dove cibo sano e vitamine sono essenziali quanto la meditazione e la contemplazione di Dio. La storia si dispiegava in modo originale, con i vari organi – occhi, polmoni, cuore e stomaco – che assumevano la forma di personaggi e prescrivevano ciò che è bene e ciò che non è bene fare per un’esistenza sana e retta.

La rappresentazione comunicava in maniera efficace e interessante il messaggio secondo cui l’uomo deve considerare il corpo il tempio di Dio e mantenerlo puro e in salute, evitando cibi insalubri e abitudini dannose come fumo, alcol, fretta, preoccupazioni, cibi troppo elaborati e praticando invece amore,

La Prasanthi Dance Troupe e gli studenti impegnati nel balletto.

Recita dei bambini bisognosi dell’Andhra Pradesh.

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gentilezza, meditazione e Namasmarana. Il tema molto educativo, la superba regia, l’eccellente recitazione, le perfette coreografie, la musica dolce e i balletti emozionanti hanno fatto dello spettacolo un’eccellente rappresentazione. Al termine lo staff dell’ospedale ha presentato tre coinvolgenti canti devozionali in telugu e hindi per la gioia del pubblico. Infine tutti i partecipanti allo spettacolo hanno ricevuto vive congratulazioni e abiti in regalo. Sono seguiti i Bhajan e la distribuzione del Prasadam. Il programma si è chiuso con il Bhajan “Govinda Krishna Jai” cantato dalla calda voce di Bhagavan. L’offerta dell’Arati alle 19 ha segnato la fine del programma.

Un’Avvincente Rappresentazione Musicale

Il 24 ottobre 2012, nel fausto giorno di Vijaya Dasami, il noto duo Ganesh e Kumaresh ha tenuto un’avvincente rappresentazione musicale. Aprendo il programma alle 18, essi hanno presentato alcuni entusiasmanti motivi ed eccellenti canti devozionali, tra i quali “Sri Ganesha Sivunikumara”, “Rama, Rama, Rama Sai” e “Madhava Keshava”, avvincendo il pubblico per quasi 45 minuti. Al termine del programma il duo ha ricevuto

complimenti per l’esibizione e scialli in regalo, mentre ai musicisti che lo accompagnavano sono stati donati abiti. Sono seguiti i Bhajan, l’ultimo dei quali è stato “Subrahmanyam Subrahmanyam” cantato da Bhagavan. Il programma è terminato con l’Arati alle 19,20.

SRI SATHYA SAI GRAMA SEVA 2012

Sono stati più di 300.000 gli abitanti dei 150 villaggi che, nel corso del Grama Seva 2012, hanno ricevuto il Prasadam di Bhagavan. Il servizio, organizzato dalle istituzioni educative Sri Sathya Sai, si è svolto dal 16 al 23 ottobre con la distribuzione di pacchi alimentari e vestiario. Questo Seva Yajna, cominciato da Bhagavan oltre dieci anni fa, è volto a permeare gli studenti di spirito di servizio disinteressato, mentre il Veda Purusha Saptaha Jnana Yajna intende impartire loro la conoscenza spirituale. Studenti e insegnanti di tutte le istituzioni educative di Bhagavan hanno preso parte all’importantissimo compito di raggiungere gli abitanti dei villaggi e dare loro il messaggio dell’Amore d Bhagavan nella forma di Prasadam.

Gli studenti e il personale designati a svolgere questa stupenda attività di Seva hanno girato attorno al Bhajan Mandir in mezzo ai canti di Mantra vedici e Bhajan, hanno offerto il saluto al Samadhi di Bhagavan e sono partiti alla volta di vari villaggi su oltre 50 veicoli riempiti di pacchi alimentari e vestiario da distribuire giornalmente. All’arrivo nei villaggi un gruppo di studenti ha condotto il Nagar Sankirtan in loco, cui hanno preso parte anche gli abitanti dei villaggi, mentre un altro gruppo è andato

Una scena dallo spettacolo “Deho Devalaya”.

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in giro cantando inni vedici. Poi, con grande umiltà e amore è stato offerto il Prasadam di Bhagavan, distribuendolo all’ingresso delle abitazioni. Gli studenti e il personale dei Campus degli Istituti di Prasanthi Nilayam, Brindavan e Muddenahalli, assieme agli studenti della Scuola Superiore Sri Sathya Sai di Prasanthi Nilayam, hanno svolto la distribuzione nei villaggi dal 16 al 23 ottobre 2012, mentre le studentesse e il personale del Campus di Anantapur se ne sono occupati il 24 ottobre a Prasanthi Nilayam. Le studentesse di Anantapur hanno provveduto anche alla preparazione dei pacchi alimentari destinati alla distribuzione, in ciò aiutate dagli studenti della Scuola Superiore Sri Sathya Sai di Prasanthi Nilayam e dagli studenti del Nursing College (Scuola Infermieri).

Un gruppo composto da più di 20 giovani è arrivato dal Regno Unito appositamente

per partecipare al Grama Seva ed è andato nei villaggi per l’intera durata del servizio, aiutando nella distribuzione del Prasadam agli abitanti dei villaggi.

Sri Sathya Sai Grama Seva 2012.

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DI SANKARA, NELLA PRIMA strofa del “Viveka Choodamani”, cita tre cose che sono essenziali, ma difficili da ottenere per poter

realizzare il Divino e conseguire la salvezza; una di queste è la compagnia dei Maha Purusha o Grandi Esseri. Ciò si può ottenere dopo molte vite di devozione e di preghiera, abbinate però – e questa è la cosa più importante – alla Grazia Divina. Pertanto, l’occasione di avvicinare dei Grandi Esseri è di per se stessa una benedizione. Io sono stato fortunato ad avere questa benedizione sin da quando avevo circa 10 anni.

Bhagavan Visita la Nostra Casa

Il mio primo ricordo del Darshan di Bhagavan Baba risale alla fine degli anni ’60, quando avevo accompagnato i miei genitori all’abitazione di un devoto a Basavanagudi, Bangalore. Baba era giovane, amorevole, pieno di compassione, e un grande cantore. Ricordo l’immagine di Bhagavan a cui veniva offerto, in quella casa, il Mangalarati da un gruppo di devote.

Poiché il mio defunto padre Sri S.G. Sundaraswamy, che esercitava la professione

S.S. Naganand

LA SCONFINATA GRAZIA DIVINALA SCONFINATA GRAZIA DIVINA

A

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di avvocato, era un devoto di Baba, ho avuto molte occasioni di avvicinarLo. Nel 1976, cioè qualche anno dopo che era stata inaugurata l’Università di Brindavan, Bhagavan Baba venne in visita nella nostra casa. Rimase per una sera e ci fece immensamente felici sedendo con noi a cena. Accettò di farsi fotografare con tutte le personalità presenti, tra cui molti avvocati e giudici, oltre che con i nostri parenti più stretti.

Una delle foto di quella visita, che mi è molto cara, mostra Bhagavan seduto sul divano con il palmo della mano destra sul cuore. Quella foto adorna ora la Puja della mia casa a Bangalore dove abitiamo attualmente. In questa casa, il 2 giugno 2000, Bhagavan Baba ci benedisse con una visita.

Non appena entrato in casa, andò direttamente nella stanza della Puja e osservò attentamente ogni cosa, comprese le foto delle divinità. La Sua attenzione cadde sulla foto del 1976. Gli si illuminarono gli occhi e fece un ampio sorriso. Prima che potesse dire qualcosa, accennai che la foto era stata scattata durante la precedente visita di Swami alla nostra casa. Sorridendo, ribattè immediatamente: “Non questa casa; quella vecchia, la casa del padre.” Raccontò poi di quella Sua visita in modo dettagliato, del tempo trascorso lì e delle persone presenti come se la visita fosse stata fatta solo pochi giorni prima.Abbondanza di Grazia sulla Famiglia

Nel periodo intercorso tra queste due visite, il nostro legame con Bhagavan si era fatto, in molti modi, più stretto. Per il Suo Compleanno nel 1978, eravamo a Prasanthi Nilayam e l’intera famiglia fu invitata nella residenza di Bhagavan, il Poornachandra, e ricoperta di doni.

Il dono per me fu un anello d’argento. Ma il regalo più prezioso fu una benedizione accompagnata da queste parole: “Tu sei Vidyarthi, non diventare Vishayarthi”, volendo significare che l’obiettivo era quello di perseguire la conoscenza, e non oggetti materiali e comodità. Questa benedizione mi fu data nel periodo in cui avevo sostenuto l’esame intermedio di Ragioneria per l’iscrizione all’Albo Professionale. Con queste parole che mi risuonavano nelle orecchie in continuazione, avevo conseguito tre lauree professionali prima di aver compiuto 22 anni.

Nel 1981, dopo che ero diventato sia avvocato sia ragioniere iscritto all’Albo, cercammo di nuovo la benedizione di Swami in occasione del mio matrimonio con una ragazza di Mumbai che avevo scelto io. Swami fugò ogni timore e benedisse il mio matrimonio. Rassicurò mio padre dicendo che avrebbe protetto la nostra famiglia e che non c’erano motivi di preoccupazione o

È stata sicuramente una nostra grande fortuna che il Suo

entrare nelle nostre vite ci abbia dato questo grande senso di appagamento. Sarà sempre

parte integrante di ogni cosa che facciamo, per sempre e a ogni

nostro respiro: Swami continua a essere con noi, guidandoci in una forma che non è percepita

dai cinque sensi. Ha promesso di essere con noi, indipendentemente dal fatto di avere una forma fisica oppure no. Egli è sempre con noi,

sfiora costantemente le nostre vite, e ci ricorda di essere sempre

presente.

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timore. Confermò che quella era la ragazza ideale per la nostra famiglia. Che cosa ci si poteva aspettare di più di una simile benedizione divina?

L’amorevole grazia di Swami ha continuato a fluire senza sosta. Non c’è mai stata una singola occasione che potesse sfuggire alla Sua attenzione. Neppure una volta Swami ha saltato un evento importante della nostra vita senza prendervi parte. Quando, nel 1982, doveva nascere la nostra prima figlia, Kamala, ci fu qualche complicazione e mia moglie era fortemente angustiata. Nel giro di 15 giorni Baba ci chiamò e benedisse la madre e la bambina dicendo: “Non c’è nulla di cui preoccuparsi; Mi prenderò Io cura di ogni cosa.” Mia moglie si ristabilì e la bambina è ora a sua volta diventata madre di due figli. Allo stesso modo, la nascita della nostra seconda e terza figlia venne annunziata dalle benedizioni di Swami. Da allora Egli ci invitò molto spesso per delle “interview”.

In un’occasione ci disse in anticipo che avrebbe chiamato tutta la famiglia la settimana seguente per un’“interview”. Era piuttosto insolito che Bhagavan desse un preavviso così in anticipo, per cui ci fu grande eccitazione e fermento in famiglia. Le ragazze si consultarono su che cosa avrebbero dovuto fare per mostrare la loro devozione a Bhagavan e renderLo felice, e infine decisero il programma. Arrivò il giorno fatidico e, come Swami aveva promesso, fummo chiamati al Trayee Brindavan per l’“interview”. Ad eccezione della nostra famiglia, nessun altro vi fu chiamato. Le ragazze chiesero il permesso di cantare una Devaranama (canto devozionale) per Bhagavan; Egli sorrise, ascoltò a occhi chiusi e cantò assieme alle ragazze. Il canto era il Kriti di Purandaradasa “Sada Yenna Hridayadalli Vasa Mado Srihari” (O Signore,

sii sempre l’abitante del mio cuore), che era stata scelta da Kamala. La canzone riecheggiò per tutta Trayee Brindavan. Seguì poi il canto di Narayaneeyam (la storia del Signore Narayana), in cui si esaltavano le virtù di Narayana, eseguito da mia moglie ai Piedi di Loto dell’Avatar del Kali Yuga.

Swami fu immensamente contento e benedisse l’intera famiglia ricolmandola di doni.

Swami sembra non aver mai distolto la propria attenzione dalla nostra famiglia. Quando stavamo progettando una vacanza in Russia, ci chiamò per una serie di udienze e fece dono alle mie figlie di tre catenelle d’oro. Solo più tardi, a un esame più attento, ci accorgemmo che ogni catenella era di lunghezza diversa. Swami ci fece pure dono di frutta. Al momento della nostra partenza da Brindavan, una volontaria Seva Dal ci informò che doveva essere messo uno scatolone nella mia macchina. Poiché non stavo aspettando nessun tipo di regalo da Brindavan, aprii la scatola e vi trovai circa 20 chili di dolci indiani. Ero perplesso su che cosa avrei dovuto farne poiché quella sera stessa avremmo dovuto prendere l’aereo per la Russia, ma ebbi l’ispirazione di portarli con me. Li misi in un’altra valigia e me li portai in Russia, non sapendo però che cosa ne avrei fatto una volta arrivato là. Dopo qualche contatto iniziale con dei devoti locali a Mosca, entrai infine in contatto con una devota che ci invitò nella sua casa per cantare i Bhajan. Di nuovo, ebbi l’ispirazione di portare con me i dolci a casa sua. Quando dissi che avevo portato dei dolci provenienti da Brindavan, i presenti furono elettrizzati e immensamente compiaciuti da questa notizia. Mi informarono che si aspettavano che Bhagavan mandasse loro dei dolci poiché Lo avevano pregato qualche giorno

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prima di inviare del Prasadam, in quanto il fine settimana successivo avrebbero iniziato il loro Narayana Seva presso un orfanotrofio. Il Divino Regista ci aveva dimostrato com’Egli trascenda nazioni, popoli e tempo quando si tratta di andare in aiuto dei Suoi devoti.

L’incessante amore e interesse di Baba sono testimoniati da una serie di episodi verificatisi nell’arco di molti anni. Un episodio riguarda la visita in Cina della nostra famiglia. Bhagavan Baba si trovava nella Sua residenza a Brindavan. Gli accennai che stavamo progettando un viaggio in Cina, ma mia moglie esitava a unirsi a noi perché mia figlia doveva sostenere degli esami. Il giorno dopo, durante il Darshan, Baba si fermò davanti a mia moglie e le disse di non preoccuparsi in merito agli esami di nostra figlia e che Lui si sarebbe preso cura di lei durante il nostro viaggio. Mia moglie Gli accennò anche che ci sarebbe stato il compleanno di nostra figlia quando noi saremmo stati ancora in viaggio. Immediatamente Baba le disse di riferire a nostra figlia di trovarsi a Brindavan il giorno del suo compleanno perché le avrebbe dato la Sua benedizione. Dopo questa rassicurazione, mia moglie acconsentì a venire via con noi. Baba ci disse anche che sarebbe stato sempre con noi durante il viaggio. Proprio verso la fine del nostro viaggio, mentre ci trovavamo a Pechino il giorno del compleanno di mia figlia, andammo in un Friendship Store per fare degli acquisti. Non appena entrammo nel negozio, ci accompagnarono al primo piano e lì ci guardammo un po’ intorno. Ciò che catturò subito il mio sguardo, anche se da lontano, fu una bellissima piastrina in pietra con Baba inciso sopra. Sorpreso di trovare Baba in quel negozio, andai al banco e chiesi se quell’articolo fosse in vendita, ma il commesso non ne era sicuro. Dopo essersi

informato col suo superiore, mi chiese se sapevo chi era Baba, mentre mi diceva appunto che viveva in India. Pagai il prezzo richiesto e acquistai così l’articolo. Lo portai poi nella nostra stanza d’albergo e dissi a mia moglie che Swami ci aveva inviato un regalo. Ella fu sopraffatta dalla gioia quando aprii il pacchetto e le mostrai la piastrina con l’immagine di Baba. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Baba aveva mantenuto la parola quando ci aveva detto che “sarebbe stato con noi per tutto il tempo”. Lo stesso giorno Baba chiamò mia figlia a Brindavan e la benedisse, dicendole che i suoi genitori stavano facendo un piacevole viaggio in Cina.

La Piccola Devota di Baba

Allo stesso modo, la nascita della nostra nipotina, nel 2009, fu annunziata dalla grazia di Bhagavan Baba. Durante un’“interview” Baba aveva chiesto a mia figlia: “Yenu Samachara?”, che significa: “Ci sono novità?”, che è il tipico modo in cui gli anziani si informano se si è in “stato interessante”, soprattutto se si tratta di una neosposa. Mia figlia arrossì e disse che non le risultava. Pochi giorni dopo i dottori le confermarono che era incinta. Swami si informò amorevolmente delle sue condizioni per tutto il periodo della gravidanza. Il giorno di Vijaya Dasami nacque una bambina. Swami continuò a mostrare il Suo interesse per la piccola ed essa è diventata in breve tempo una sua grande devota. Sedeva estasiata per ore in attesa del Darshan di Swami e Lo salutava non appena Lo vedeva arrivare. Veniva sempre con noi quando andavamo in visita a Prasanthi Nilayam, tanto che Bhagavan una volta mi chiese se la bambina viveva con noi o con i suoi genitori. Informai Baba che la bambina Gli era così

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devota che insisteva sempre per venire ogni volta che andavamo a Puttaparthi e ogni volta traeva grande gioia dal Darshan. Inoltre raccontai a Baba che insisteva sempre per ascoltare i Bhajan e l’Arati prima di andare a dormire. Anche Baba contraccambiava questa sua piccolissima devota di meno di due anni di età, e molte volte le parlava e la salutava con gli occhi che Gli brillavano, accarezzandola sulla guancia e facendole fare Padanamaskar. Dopo il Maha Samadhi di Baba, la bambina ha insistito per venire e avere il Darshan. Ha camminato intorno alla bara in cui riposa il Corpo di Baba, ha fatto un Sashtanga Namaskar e ha detto: “Ciao, Baba”, proprio come era solita salutarLo ogni volta dopo il Darshan. Pochi giorni dopo ci ha riferito che Baba le aveva detto che Lui era stanco, assetato e che stava riposando, e che sarebbe tornato. Questo è il modo in cui Baba si relaziona e contraccambia i Suoi piccoli devoti che Lo amano.

Incarichi di Responsabilità nei Trust di Swami

Mi chiedo spesso come Baba sia stato in grado di farmi trovare il tempo per assolvere agli incarichi di responsabilità nei Suoi Trust, malgrado un’intensa vita professionale, responsabilità familiari e partecipazione alle attività devozionali nel tempio di famiglia, lo Sri Channakeshavaswamy Temple a Sondekoppa, vicino a Bangalore. Ricordo che quando era in costruzione il Super Speciality Hospital a Bangalore nel 2000, mi chiese di visitare il luogo del progetto per vedere come procedevano i lavori. Dopo la visita, il giorno seguente, tutta la famiglia fu chiamata a Brindavan per un’“interview”. Swami era molto soddisfatto dell’avanzamento dei lavori sebbene io Gli avessi detto che occorrevano

ancora dei visti per l’approvazione del progetto.

All’improvviso Baba mi comunicò che voleva che io diventassi un Fiduciario dello Sri Sathya Sai Medical Trust. Ero molto commosso, e non riuscii a contenere la forte emozione. Afferrai le mani di Swami con le mie e Gli feci presente di essere molto giovane, privo di esperienza in campo medico, con un sacco di responsabilità familiari e professionali, poiché avevo perso mio padre qualche anno prima. Lo pregai di scusarmi e di affidare questa responsabilità a qualche altro devoto più anziano. Swami non si impietosì e disse che avrebbe fatto Lui ogni cosa, e che sarebbe stata sufficiente la mia presenza. Toccai allora i Piedi di Loto di Swami e Lo pregai di benedirmi per questo nuovo incarico e mi arresi alla Sua volontà,

Dopo qualche contatto iniziale con dei devoti locali a Mosca, entrai infine

in contatto con una devota che ci invitò nella sua casa per cantare i

Bhajan. Di nuovo, ebbi l’ispirazione di portare con me i dolci a casa sua.

Quando dissi che avevo portato dei dolci provenienti da Brindavan,

i presenti furono elettrizzati e immensamente compiaciuti da

questa notizia. Mi informarono che si aspettavano che Bhagavan mandasse

loro dei dolci poiché Lo avevano pregato qualche giorno prima di

inviare del Prasadam, in quanto il fine settimana successivo avrebbero iniziato il loro Narayana Seva presso un orfanotrofio. Il Divino Regista ci

aveva dimostrato com’Egli trascenda nazioni, popoli e tempo quando si tratta di andare in aiuto dei Suoi

devoti.

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dicendo che solamente Swami poteva darmi la forza per espletare questi compiti.

Fedele alla Sua parola, Swami tenne sempre questo a mente ogni volta che doveva interagire con me. In quegli anni Egli era solito dare il Darshan a Prasanthi Nilayam alle 6,40 del mattino. Io ero solito partire da casa mia a Bangalore alle 3 del mattino per arrivare in tempo al Darshan, ed ero invariabilmente accompagnato da mia moglie. Quando dovevo relazionare Baba su un qualsivoglia argomento, o prendere istruzioni o avere direttive su una qualunque questione, Swami si avvicinava a me e mi bisbigliava dolcemente all’orecchio: “Alle 3.” Ero io la prima persona a esser invitata nella stanza dei colloqui. Swami sbrigava le questioni ufficiali in pochi minuti e poi trascorreva con noi più di un’ora parlando di spiritualità, vita familiare, bambini, educazione e dando indicazioni a mia moglie per la sua ricerca spirituale. Alla fine dell’“interview” Baba chiedeva quali erano i miei programmi e, quando rispondevo che me ne sarei andato solo col Suo permesso, ci copriva di benedizioni e mi diceva di tornare presto. Non si è mai verificato una volta che io abbia dovuto aspettare, perché Baba era al corrente di tutte le mie incombenze e

aveva reso possibile che facessi parte della Sua missione deviando dalla prassi abituale per venirmi incontro.

Le nostre menti sono impregnate dei ricordi di Bhagavan Baba, e ci manca la Sua forma fisica. Eravamo soliti precipitarci da Lui al minimo cenno e Gli sottoponevamo tutti i nostri problemi. Egli ci ha ricolmato d’amore e affetto incommensurabili. Ci ha dato forza d’animo ed energia nei momenti difficili, assicurato gioia e ci ha ricolmato di benedizioni. Da quattro generazioni ogni membro della nostra famiglia ha avuto un rapporto unico con Bhagavan Baba. È stata sicuramente una nostra grande fortuna che il Suo entrare nelle nostre vite ci abbia dato questo grande senso di appagamento. Sarà sempre parte integrante di ogni cosa che facciamo, per sempre e a ogni nostro respiro: Swami continua a essere con noi, guidandoci in una forma che non è percepita dai cinque sensi. Ha promesso di essere con noi, indipendentemente dal fatto di avere una forma fisica oppure no. Egli è sempre con noi, sfiora costantemente le nostre vite, e ci ricorda di essere sempre presente.

(Sri S.S. Naganand, avvocato di professione, è un Fiduciario dello Sri Sathya Sai Central Trust)

Sri Sathya Sai General Hospital Prasanthi Nilayam -515134

Email: [email protected], Phone 08555-287256, Fax: 08555-289409Applications are invited for the following posts

Consultant / Senior Resident in the Department of OBGYQualification: MBBS + MD / DGO preferably with minimum 3 years of experience in the Department of OBGY. Consultant in the Department of General Surgery Qualification: MS / DNB in General Surgery, preferably with minimum eight years of experience in the Department of General Surgery.Apply to the Medical Superintendent, Sri Sathya Sai General Hospital, Prasanthi Nilayam, with full bio-data and a photograph immediately. – Medical Superintendent

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Novembre 2012 Eterno Auriga 36

ELLA CAVITà DEL CUORE umano, in quello spazio sublime, Dio risiede assieme al principio del Sé come la

luce del sole esiste assieme all’ombra. La luce e l’ombra sono due uccelli gemelli. L’ombra è causata dalla luce; include la

luce perché ne palesa la vicinanza, ha bisogno della sua presenza. Esse sono assolutamente inseparabili. Così sono anche il Sé individuale e il Sé universale,

legati uno all’altro come un’Entità Indivisibile. Il Sé individuale esiste come ombra nel Sé universale e, grazie a Esso, Ne condivide lo splendore. Tutti gli individui devono prendere coscienza di questa identità.

Il corpo è un cocchio e il cocchiere è l’intelletto superiore (Buddhi)

Le ombre sono molte e varie anche se la luce è Una. Quando l’Uno si riflette nei

LA VIA CHE PORTA ALLA PACE SUPREMA

LA VERA BELLEZZA SI TROVA NELLE BUONE QUALITÀ

L’istruzione moderna è limitata a ciò che promuove l’egoismo e l’interesse personale. Quello che si dovrebbe imparare è il modo di essere d’aiuto agli altri e di portare a manifestazione il Sé. L’istruzione deve far realizzare l’unità di tutti gli esseri, ma Io non trovo nessuna persona

veramente istruita dovunque Mi rivolga. Tutti appaiono privi

d’istruzione. Molti leggono libri, ma la semplice conoscenza

teorica non è istruzione. I titoli di studio non rendono istruite le

persone; senza saggezza e buone qualità, l’istruzione non ha senso.

N

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Eterno Auriga 37Novembre 2012

molti, nella moltitudine dei Sé individuati, si manifesta come il Sé in ognuno e osserva come testimone non coinvolto. L’Atma è eterno ed è la fonte della beatitudine, ma l’uomo, essendo racchiuso in un corpo di carne, ossa e pelle, inganna se stesso credendo che tale fonte sia l’involucro esterno e non il nucleo interiore. Per questo, il dovere primario dell’essere umano è di penetrare attraverso gli involucri e inebriarsi della più alta beatitudine che solamente il suo Centro Atmico gli può dare. Nel suo massimo interesse, ognuno deve sforzarsi di raggiungere quel principio unificante che è il tesoro interiore. Di tutti gli esercizi spirituali (Sadhana), questo è il più pertinente; è il processo adatto a raggiungere questa intimità. Sadhana indica lo sforzo e l’impegno tendenti a ottenere l’oggetto desiderato. Il corpo è un cocchio e il cocchiere è l’intelletto superiore (Buddhi); i sensi sono i cavalli, diretti e contenuti dalle redini della mente (Manas). Se la mente vacilla e divaga, se non è determinata verso lo scopo, i cavalli corrono disordinatamente mettendo in pericolo anche il cocchiere, l’intelletto.

Fate esperienza dell’unità di Parola, Mente e Atma

La parola è una funzione importante dei sensi e serve i capricci della mente che va quindi controllata e non inquinata con l’avidità per i piaceri dei sensi, né agitata con le onde dei “sì e dei no”, dell’accettazione e del rifiuto, della decisione e dell’esitazione. La mente deve agire in coppia con l’intelletto superiore, la parola deve essere subordinata alla mente e la mente all’intelletto: questo è il modo di far sorgere Prasanthi, la Pace Suprema. E notate anche questo punto: con calma e assiduità, istruite l’intelletto

a volgersi verso l’Atma. La parola con la mente, la mente con l’intelletto e l’intelletto illuminato dall’Atma: ecco ciò che garantisce la vera meta dell’uomo. Se cerchiamo le radici di tutte le difficoltà e preoccupazioni che l’essere umano incontra oggi, troviamo che la causa è l’uso errato dei cinque elementi. Quindi vedete il bene, ascoltate ciò che è bene e siate buoni. Se le persone si comporteranno in questo modo, i cinque elementi spanderanno su di esse i loro benefìci. L’uomo ottiene la grazia del Divino solamente quando si assicura la grazia dei cinque elementi; come si può avere la grazia dei cinque elementi che ci nutrono e ci sostengono se li usiamo male?

La farsa del progresso nell’istruzione

Questo è il tipo di progresso che il mondo ha fatto.

“Mordere la mano che nutre, oltraggiare l’insegnante che impartisce la conoscenza. Questo è il ‘progresso’ dell’istruzione odierna. La gente cerca la vita comoda, una buona posizione e la ricchezza, ma non cerca le buone qualità, la giusta conoscenza e la condotta onesta. La ricchezza è diventata la cosa più importante e la rettitudine ha regredito. Questo è il ‘progresso’ dell’istruzione odierna. Il carattere e la moralità sono confinati nei libri, la mente è completamente inquinata, tutte le azioni sono basate sull’egoismo. Questo è il ‘progresso’ dell’educazione odierna.”

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Novembre 2012 Eterno Auriga 38

Può questo essere “progresso” vero? Sono queste le cose che ognuno dovrebbe imparare? Tutto ciò che si impara oggi serve solamente a inquinare il cuore. L’istruzione moderna è limitata a ciò che promuove l’egoismo e l’interesse personale. Quello che si dovrebbe imparare è il modo di essere d’aiuto agli altri e di portare a manifestazione il Sé. L’istruzione deve far realizzare l’unità di tutti gli esseri, ma Io non trovo nessuna persona veramente istruita dovunque Mi rivolga. Tutti appaiono privi d’istruzione. Molti leggono libri, ma la semplice conoscenza teorica non è istruzione. I titoli di studio non rendono istruite le persone; senza saggezza e buone qualità, l’istruzione non ha senso.

Come rendere divina la vita umana

L’istruzione deve insegnare a vivere una vita buona e non a guadagnarsi da vivere. Imparare da uno scienziato la composizione chimica dell’acqua è il tipo di conoscenza che può aiutare a trovare un lavoro, ma come fare buon uso dell’acqua, in modo che tutti ne possano condividere i benefìci, è conoscenza dello Spirito. Questa conoscenza più alta

eleva la vita e la rende ricca di significato. Quando la conoscenza relativa al mondo e quella spirituale si uniscono, la vita umana ne è divinizzata.

Nel Kannada c’è un detto: “L’acqua è l’ornamento del loto, la casa è l’ornamento della città, le onde sono l’ornamento dell’oceano, la luna è l’ornamento del cielo, la virtù è l’ornamento dell’essere umano.” Senza le buone qualità, tutti gli altri ornamenti sono inutili. La bellezza creata dal Divino non può essere superata da qualsivoglia ornamento ed è quella bellezza che si dovrebbe apprezzare. La bellezza è Dio; perché cercare di accrescerla? Se avete la bellezza naturale, perché cercare i cosmetici artificiali? La vera bellezza si trova nelle buone qualità.

- Estratto dai Discorsi di Compleanno di Bhagavan

Il 15 ottobre 2012, vigilia della sacra festa di Navaratri (adorazione di nove giorni della Madre Divina), la professoressa Indrani Chakraborthy, Direttrice del Sathya Sai Mirpuri College of Music di Prasanthi Nilayam, ha tenuto un meraviglioso concerto di sitar nel Sai Kulwant Hall. La famosa musicista, che ha iniziato il recital alle 5 pomeridiane, ha mostrato tutta la sua bravura musicale eseguendo due pezzi classici e concludendo

col Bhajan “Ram Naam Tarakam Sada Bhajore” (cantate costantemente il Nome di Rama che dona la liberazione). A conclusione di questo avvincente concerto di musica carnatica, l’artista è stata omaggiata con un sari e dei doni. Anche ai musicisti che l’hanno accompagnata con tabla e tampura sono stati offerti indumenti e regali. Hanno poi fatto seguito i Bhajan che si sono conclusi alle 18 con l’Arati.

...continua da page 14

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Eterno Auriga 39Novembre 2012

HAGAVAN DIFFONDE LA Sua grazia divina in modo equanime su tutti i Suoi figli,

indipendentemente dalla loro casta, credo, nazione, religione o lingua. Per il sole è naturale irradiare la sua luce e il suo calore ugualmente tutt’attorno. Quando il sole sorge, alcune persone vanno a guadagnarsi da vivere: alcune sono impegnate in lavori buoni, e altre usano la stessa luce per compiere azioni negative. Tuttavia, Bhagavan è così amorevole che diffonde la Sua grazia equanimemente su tutti, sui buoni e sui cattivi. Non ci sono macchie da togliere alla purezza dell’Amore di Swami.

L’Amore di Bhagavan Attrae Tutti

Bhagavan è colmo di Divino Nettare. Quando sperimentiamo il Suo Amore, siamo invasi da una gioia inimmaginabile. È per tale gioia che noi devoti torniamo e ritorniamo a Prasanthi Nilayam dalle diverse parti del mondo. Come dice Bhagavan: “Non è il nettare del fiore a invitare l’ape a succhiarlo, ma è l’ape che va in cerca del nettare.” Allo stesso modo, noi devoti siamo stati attratti da Bhagavan e anche ora lo stesso Amore attira i devoti da tutto il mondo.

Ciò di cui abbiamo bisogno è fede incrollabile e concentrata devozione. L’intensa devozione ha la capacità di

BHAGAVAN È SEMPRE CON NOI

R.J. Rathnakar

B

Dobbiamo sentire l’Amore di Swami dentro noi stessi. Immersi come

siamo nell’ignoranza, cerchiamo la felicità e la pace nel mondo esteriore, dimenticando che esse sono proprietà

indivisibili di Dio presente in tutti. Solo quando ci volgiamo verso

l’interno troviamo Bhagavan che è custodito in noi.

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Novembre 2012 Eterno Auriga 40

cambiare chiunque a questo mondo. Come dice Bhagavan: “Un pezzo di nero e freddo carbone può essere trasformato in un oggetto rosso e incandescente attraverso il contatto con il fuoco.” Allo stesso modo, intrattenendo pensieri su Dio e pensieri buoni, un devoto acquista sempre più energia e luce.

Non possiamo separare il profumo della rosa dalla rosa stessa. Allo stesso modo, la forma e la mancanza di forma sono inseparabili. Noi abbiamo visto la forma di Bhagavan e sperimentato la Sua onnipervadente divinità senza forma ovunque eravamo; tutte le volte che abbiamo pensato a Lui, la Sua magnifica forma ci ha colmato la mente e il cuore. Il fatto che non possiamo vedere la Sua forma, non significa che Egli non sia tutt’intorno. Bhagavan senza forma viene avvertito sempre più nel cuore di ogni devoto e questa è stata l’esperienza di milioni di devoti nel mondo.

Illuminante Esperienza ad Hyde Park, Londra

Per me, è stato un viaggio ai Suoi Piedi di Loto assolutamente splendido e illuminante. Quando siamo sintonizzati con Bhagavan, ciò che sperimentiamo è amore sconfinato e divinità. Vorrei pertanto condividere con i lettori una meravigliosa esperienza con la quale, un giorno, Bhagavan mi benedisse.

Avvenne nel novembre del 2000, allorché dovetti recarmi a Londra. Un giorno prima della partenza, andai a Prasanthi Nilayam da Bangalore per informare Swami e ricevere le Sue benedizioni, ma, a causa di alcune imprevedibili circostanze, quel giorno non ne ebbi l’opportunità. Dovevo infatti prendere il volo da Bangalore per Londra la notte

stessa. Fu un errore da parte mia andare da Bhagavan per ricevere le benedizioni solo dopo aver prenotato il biglietto. Come se mi mettesse alla prova, Egli quel giorno non mi concesse quell’opportunità. Cercai allora le Sue benedizioni mentalmente e Lo pregai di essere con me durante il viaggio a Londra, e, poiché non c’era altra possibilità, partii immediatamente.

Quando arrivai all’aeroporto di Londra, pregai nuovamente Bhagavan di essere con me durante il soggiorno. Terminai in due giorni il lavoro che dovevo svolgere e, poiché il giorno dopo sarebbe stata domenica, mi sentii di fare un giro per Londra. Andai ad Hyde Park, perché mi avevano detto che era un bellissimo parco e che valeva la pena vederlo.

Ad Hyde Park c’erano altri visitatori e, mentre passeggiavo, notai qualcuno in lontananza. Egli guardò me e Io guardai lui. In realtà mi accorsi che egli stava fissandomi e venendo verso di me. Quella era la mia prima visita a Londra e stava per avvenire un incontro fra due sconosciuti ad Hyde Park.

Lentamente mi si avvicinò. Non era alto e allo stesso tempo neppure basso. Era un bell’uomo, con i capelli ricci. Venne diritto verso di me e mi si fermò davanti. Rimasi allibito quando improvvisamente, guardandomi negli occhi, mi fece questa domanda: “Conosce Bhagavan Sri Sathya Sai Baba?” Ammutolii per un minuto. Come poteva uno sconosciuto avvicinarsi a me e farmi questa domanda a Londra, ad Hyde Park?!

E non si limitò a questo. Estrasse dalla tasca una fotografia, me la mostrò e disse: “È

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Noi abbiamo visto la forma di Bhagavan e sperimentato la Sua onnipervadente divinità senza forma ovunque eravamo; tutte le volte che abbiamo pensato a Lui, la Sua magnifica forma ci

ha colmato la mente e il cuore. Il fatto che non possiamo vedere

la Sua forma, non significa che Egli non sia tutt’intorno. Bhagavan senza forma viene

avvertito sempre più nel cuore di ogni devoto e questa è stata l’esperienza di milioni di devoti

nel mondo.

Sathya Sai Baba.” Questo episodio è ancora fresco nella mia mente come se fosse accaduto ieri.

Dopo essermi ripreso, anch’io estrassi una foto di Swami dal portafoglio e gliela mostrai. L’espressione del suo volto indicò che era già a conoscenza di ciò. Dandomi l’indirizzo di un vicino Sai Bhajan Mandir, disse: “Lì i devoti conducono i Bhajan molto bene. Vada a vedere.” Fece qualche passo con me mettendomi una mano sulla spalla e se ne andò dicendo che aveva del lavoro da svolgere.

Chi era? Chi gli aveva detto di me? Lì nessuno mi conosceva, né avevo informato alcuno del mio arrivo. Non avevo detto niente a nessuno, nemmeno casualmente, sia di Puttaparthi sia di Bhagavan. Ciò fu, per me, motivo di grande sorpresa.

Custodiamo Gelosamente Bhagavan nel Nostro Cuore

Dopo il ritorno da Londra, raggiunsi Prasanthi Nilayam per partecipare alle celebrazioni del Compleanno di Bhagavan. Mentre ero in piedi di fronte a Lui nella Sua residenza, Egli disse: “Allora? A quanto pare, sei andato a Londra. Me lo ha detto tuo padre.” Caddi immediatamente ai Suoi Piedi e cercai il Suo perdono. Con un radioso sorriso sulle labbra, Egli chiese: “A Londra, qualcuno ti ha chiesto di Swami?” Il Suo onnisciente sorriso e l’eloquente domanda mi ricordarono immediatamente lo sconosciuto che avevo incontrato ad Hyde Park.

Chi altri può fare ciò se non il nostro Swami!? Come potremo mai ripagare il nostro debito di gratitudine a Lui, Oceano di Compassione?

Egli ci rende consapevoli che è sempre con noi e ci protegge proprio come le palpebre proteggono gli occhi!

Le qualità essenziali che ci rendono cari a Bhagavan sono una mente pulita, un cuore puro, parole basate solo sulla verità e un corpo usato per servire l’umanità. Dobbiamo sentire l’Amore di Swami dentro noi stessi. Immersi come siamo nell’ignoranza cerchiamo la felicità e la pace nel mondo esteriore, dimenticando che esse sono proprietà indivisibili di Dio presente in tutti. Solo quando ci volgiamo verso l’interno troviamo Bhagavan che è custodito in noi.

Facciamo tutti sì che il Suo Messaggio diventi la nostra vita e conduciamola in modo divino. Io prego Swami di benedirci tutti, affinché, volgendo lo sguardo al nostro interno, Lo troviamo nel nostro cuore.

(L’autore, Sri R.J. Rathnakar, è un Fiduciario dello Sri Sathya Sai Central Trust.)

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Novembre 2012 Eterno Auriga 42

N AVATAR È UNA FONTE insondabile di energia spirituale. Facendo di Sé il centro dell’universo, Egli crea un campo

di energia spirituale e attrae tutti verso di essa come un buco nero attira ogni oggetto che entra nel suo campo. Chiunque sia attratto in questo campo dalla Volontà Divina sperimenta l’illuminazione e la libertà dagli insignificanti desideri mondani e si fonde nel Divino Amore.

Un Avatar Stabilisce Grandi Ideali

L’impatto, il lavoro dell’Avatar si rivelano in tutta la loro grandezza quando l’Avatar lascia la forma fisica. Scopo della manifestazione fisica è mostrare all’umanità la venerabile forma umana, stabilire ideali per gli esseri viventi e dare un nuovo messaggio di

Professor J. Shashidhara Prasad

U

speranza nella realtà contemporanea e i requisiti idonei allo stato mentale di quello Yuga (era). Se l’Avatar possedesse solo elementi non umani, la Sua vita non potrebbe costituire un esempio per i mortali, che sono esseri inferiori. Questo fatto è testimoniato dall’affermazione di Bhagavan che ricorre spesso nei Suoi Discorsi: “La Mia Vita è il Mio Messaggio.” Il Messaggio dell’Avatar

distoglie le persone dai loro desideri mondani insoddisfatti e le attira verso un particolare centro spirituale. La Sua vera Missione comincia solo quando Egli inizia ad attrarre la gente verso il Suo “ovile”. È come un potente segnale di luce che illumina l’intelletto per renderci capaci di percepire la verità nella giusta prospettiva.

L’Avatar passa dal divino all’umano e dall’umano al divino secondo la Sua Volontà, al pari del dualismo onda-particella della materia. Sarà molto difficile discernere la Sua forma e il devoto farà un grosso errore se osserverà l’Avatar nella mera dimensione del quotidiano, senza prendere consapevolezza della Sua dimensione infinita. Sarà come limitarsi alla porta per guardare l’abitazione. In quel caso il devoto sarà inghiottito da Yoga Maya (l’illusione determinata dal Divino).

ASPETTI UMANI DI SWAMI

Le esperienze dei Leela Divini di Swami sono specifiche per ogni individuo. Tali esperienze devono essere registrate e condivise. Ma i devoti devono fare attenzione ai Leela dell’Avatar e al messaggio della Sua vita, senza subire il fascino dell’individuo che condivide le esperienze. La persona che condivide le esperienze è come un grosso zero, cui sarà dato valore solo se associato a Bhagavan.

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Eterno Auriga 43Novembre 2012

Gli aspetti umani dell’Avatar ci riveleranno, tuttavia, gli esempi da emulare al nostro livello nel contesto dell’Era.

Non Fatevi Illudere dalle Sembianze Umane dell’Avatar

Le esperienze dei Leela Divini di Swami sono specifiche per ogni individuo. Tali esperienze devono essere registrate e condivise. Ma i devoti devono fare attenzione ai Leela dell’Avatar e al Messaggio della Sua vita, senza subire il fascino dell’individuo che condivide le esperienze. La persona che condivide le esperienze è come un grosso zero, cui sarà dato valore solo se associato a Bhagavan. La dimensione del numero associato allo zero può variare da persona a persona, a seconda della bontà delle azioni passate e delle relazioni spirituali con Bhagavan. Perciò non si deve attribuire alcuna importanza all’individuo che comunica le proprie esperienze, poiché rappresenta solo un mezzo per l’Avatar. Occorre tenere presente che l’Avatar è a conoscenza di tutto, ma è nella Sua natura rimanere in silenzio, mostrando un comportamento quasi infantile, come se ignorasse ogni cosa. Ciò può talvolta ingannare il devoto e indurlo a pensare che Egli non sia divino.

Lezioni Pratiche dalla Vita di Bhagavan

Intendo condividere alcune esperienze che indicano chiaramente gli aspetti umani del nostro Amato Baba.

Dopo aver assunto l’incarico di prorettore di questa santa istituzione, occupavo da un mese lo Shanti Bhavan. Volevo spostarmi nell’alloggio dove era vissuto il precedente prorettore. Una volta, durante la cena, chiesi

a Swami il permesso di trasferirmi. Subito Egli disse a Sri Chakravarthi di intraprendere la costruzione di un bungalow per me e di alloggi per i docenti. Credo che la reazione di Swami fosse dovuta al fatto che, in quanto prorettore dell’Università di Mysore, stavo in uno splendido bungalow che Swami aveva visitato in diverse occasioni. Forse Egli voleva provocare la mia reazione. La mia risposta fu rapida: dissi che volevo spostarmi al W-1/A-7, visto che era stato imbiancato da poco ed era pronto per essere occupato. Swami guardò nel Panchanga (almanacco) e dette la Sua benedizione al trasferimento, specificando data e ora.

Ero solito presentare a Swami numerose proposte per avere la Sua benedizione e approvazione ed Egli mi ammoniva sempre di attenermi strettamente alle normative statali. Swami ascoltava con attenzione e mi dava i consigli appropriati e le autorizzazioni. Una volta dovevo spiegare la necessità di far partecipare i nostri docenti a workshop e convegni, in modo che venissero in contatto con le novità nell’ambito della ricerca e dell’istruzione superiore. Egli benedisse l’idea e sottolineò che ero il valutatore adatto e dovevo decidere attentamente su tale materia. Una volta Swami fu visibilmente contrariato dalla vicenda di un nostro docente, che aveva lasciato l’università per aderire a un’altra organizzazione, salvo poi avere il permesso di tornare alcuni anni dopo. Il messaggio di Swami è che bisogna essere leali all’istituzione che ci ha aiutati a crescere e non si deve saltare da un luogo all’altro, perché ciò ha conseguenze sulle attività e i programmi accademici delle istituzioni.

Il dottor Manmohan Singh, Primo Ministro

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Indiano, aveva accettato di intervenire come ospite d’onore alla 29a Convocazione per volere di Swami. Il suo ufficio aveva previsto solo un’ora per partecipare al programma, dato che il Parlamento si sarebbe riunito quello stesso giorno. Bhagavan era a conoscenza di ciò. Dopo un’ora da quando Gli era stato chiesto, Swami non aveva ancora cominciato il Suo Discorso d’Apertura. Egli era infatti consapevole dell’affollata agenda del Primo Ministro e la Sua intenzione era che il Premier ripartisse come da programma, dopodiché avrebbe tenuto il Discorso. L’Amato Swami lo benedisse assieme alla sua famiglia, così che potessero partire. Ma il Primo Ministro decise di rimanere fino al termine del Discorso. Il sottile messaggio di Swami è che si dovrebbero apprezzare le responsabilità delle persone e agevolarle nel loro impegno in faccende rilevanti.

La celebrazione di Deepavali del 2010 fu organizzata in maniera grandiosa allo Hill View Stadium. Fu qualcosa di straordinario. Chi di noi era seduto vicino a Swami e Lo osservava, ogni volta che il cielo era illuminato dai fuochi d’artificio poté essere testimone dell’espressione fanciullesca presente sul Suo volto, a conferma che Dio è come un bimbo, dotato di equanime cura e amore per qualunque cosa, animata e non, della Sua creazione.

Con il permesso di Bhagavan fu deciso di tenere l’Incontro dello Sport 2011 su due giornate.

Lo stadio era perfettamente illuminato, in modo da poter ospitare la manifestazione anche la sera tardi. Quando a Swami fu presentata la scaletta, i Suoi pensieri soppesarono i possibili disagi per i devoti.

A gennaio ci sarebbe stato sole cocente al mattino e freddo pungente la sera. Swami ci fece riflettere su questo e sul fatto che non ci sarebbe stata né ombra né alcuna protezione dal sole ardente o dal freddo per i devoti che assistevano alla manifestazione. Eravamo commossi dalla Sua preoccupazione e Gli chiedemmo di benedire l’Incontro in qualunque momento che fosse adatto per i devoti, secondo il Suo Divino Volere. Questo episodio è indicativo del Suo eterno amore e della Sua cura per i devoti.

(L’autore, professor J. Shashidhara Prasad, è il Prorettore dell’Istituto d’Istruzione

Superiore Sri Sathya Sai).

Il devoto farà un grosso errore se osserverà l’Avatar nella mera dimensione del quotidiano, senza

prendere consapevolezza della Sua dimensione infinita. Sarà come

limitarsi alla porta per guardare l’abitazione. In quel caso il devoto

sarà inghiottito da Yoga Maya (l’illusione determinata dal Divino).

Gli aspetti umani dell’Avatar ci riveleranno, tuttavia, gli esempi da

emulare al nostro livello nel contesto dell’Era.

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Dottor Narendranath ReddyFELICITÀ È L’UNIONE CON DIOFELICITÀ È L’UNIONE CON DIO

L SIGNORE SAI, CHE È LA NOSTRA madre e il nostro padre divini, ci protegge, ci sorveglia e ci guida in ogni momento della vita. Non è possibile

esprimere a parole la nostra gratitudine per l’amore, la grazia e le benedizioni infinite che riceviamo dalla Divina Madre Sai.

I Quattro Stadi nel Cammino Spirituale dell’Uomo

Una volta domandai a Swami in che modo potessi esprimere la mia gratitudine per tutto ciò che Egli fa per me e per la mia famiglia. Swami rispose: “Puoi fare una cosa per Me?” “Certo” - e mi aspettavo che Swami mi chiedesse di realizzare un progetto importante all’interno della Sua missione divina. Con mia grande sorpresa Swami disse: “Sii felice, sii felice, sii felice.” A prima vista sembrava trattarsi di cosa semplice, ma dopo una profonda riflessione finii per capire che la felicità è in effetti il fine ultimo della vita. Swami afferma: “Felicità è Unione con Dio” e ciò rappresenta lo scopo della vita. “L’Amore è la Mia Forma; la Beatitudine è il Mio Cibo”: così canta Swami con la Sua splendida voce. Come raggiungere quest’obiettivo? La risposta sta nel nome “Sai Baba” - SAI -“See Always Inside” (guardate sempre all’interno); poi sperimentiamo BABA, “Being, Awareness, Bliss and Atma” (Essenza, Consapevolezza, Beatitudine e Atma).

Per farci raggiungere l’obiettivo, Swami fornisce una formula che si compone di quattro fasi: Salokyam, Sameepyam, Sarupyam e

IAttraverso la ripetizione costante del Suo dolce Nome, la contemplazione della Sua splendida Forma Divina e soprattutto mettendo in pratica nella vita quotidiana il Suo Messaggio universale ed eterno, con fede salda e perseveranza raggiungeremo il fine supremo che Sai e noi siamo uno.

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.

Sayujyam (percezione, vicinanza, identità e fusione). Dobbiamo procedere dallo stadio di Salokyam verso la fase ultima di Sayujyam, che è realizzare di essere uno con Swami.

Il cammino di un ricercatore spirituale lo fa avanzare dallo stato di dvaita (dualismo) ad advaita (non dualismo), dall’oscurità dell’ignoranza alla luce della conoscenza, dalla morte (identificazione con il corpo) all’immortalità (realizzazione della natura atmica), dalla diversità all’unità e dall’irrealtà del mondo effimero alla realtà della divinità immutabile.

Salokyam: il primo stadio è Salokyam (percezione del Divino), in cui accediamo al mondo del Divino. All’inizio entriamo nel Suo “ovile” solo per Sua Grazia Divina. Poi, mentre ci muoviamo lentamente lungo il sentiero spirituale, che equivale a camminare sulla lama di un rasoio, abbiamo bisogno di una nobile e perfetta guida come Sri Ramakrishna Paramahamsa o Sri Ramana Maharishi. In verità siamo benedetti ad avere Bhagavan Sri Sathya Sai Baba, il Signore Supremo, come Guru, Guida e Dio.

Un’altra benedizione divina è essere contemporanei del Poornavatar del Kali Yuga, Sri Sathya Sai Baba, l’Incarnazione dell’Amore. Da Sathya Sai riceviamo queste tre benedizioni: Darshan, Sparshan e Sambhashan (visione, tocco e conversazione). Darshanam Papa Nashanam (la visione del Signore distrugge tutti i peccati): il solo guardarLo, anche in una foto, elimina i nostri peccati. Sparshanam Karma Vimochanam (il Suo tocco distrugge il carico del Karma): una volta che Lo tocchiamo, tutto il nostro Karma viene bruciato. Sambashanam Sankatanashanam (quando conversiamo con Lui, tutte le nostre

afflizioni scompaiono).Swami dichiara: “Nessuno può arrivare

a Me o a Puttaparthi senza che lo abbia chiamato.” Perciò siamo giunti nel Suo “ovile”, perché abbiamo la fortuna di essere stati chiamati da Lui ed Egli sa quando e come chiamarci.

Fin dalla prima infanzia pregavo Shirdi Sai Baba senza sapere che Sathya Sai e Shirdi Sai sono la stessa Persona. Nel mio primo colloquio chiesi a Swami perché avessi dovuto aspettare così tanti anni per essere con Lui. Swami rispose prontamente con tre esempi illuminanti. Disse: “In qualità di medico, sai che non si opera una cataratta finché non è matura. In presenza di una ferita si attende finché essa non si rimargina e la crosta cade da sé; ma se la crosta viene tolta anzitempo, la ferita sanguina e il processo di

Swami vuole che noi avanziamo dallo stadio di Salokyam a quello di Sayujyam. Gesù diceva: “Molti

sono i chiamati, ma pochi gli eletti.” Anche il Signore Krishna affermava:

“Manusyanam Sahasresu Kascid Yatati Siddhaye, Yatatam Api

Siddhanam Kascin Maam Vetti Tattvatah” (dei milioni di persone

che sono alla Mia ricerca, solo pochissimi arrivano a realizzarMi).

Swami ha fornito uno splendido esempio: delle migliaia di fiori su un albero solo alcuni diventano frutti. Molti cadono mentre sono ancora

fiori e alcuni quando non sono ancora maturi; solo qualcuno resta

per diventare un frutto maturo.

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Eterno Auriga 47Novembre 2012

guarigione viene rallentato. Quando il frutto è maturo al punto giusto, cade spontaneamente dall’albero e risulta dolce e gustoso. Ma se lo si coglie quando non è maturo, non è dolce. Per ogni cosa c’è il momento opportuno. Analogamente questo è per te il momento giusto per stare con Me.” Perciò ogni cosa è stabilita dalla Sua Divina Volontà e tutti noi dobbiamo esprimere gratitudine per essere stati attratti ai Suoi Divini Piedi di Loto, poiché nessuno può giungere a Swami senza che intervenga la Sua Volontà.

Quando Swami chiama, siamo attratti a Lui come l’ago al magnete, nonostante i nostri desideri e programmi. Incontrai un giovane uomo tedesco che raccontò come era arrivato a Swami. Egli aveva accompagnato la moglie, devota di Swami, che si recava a Puttaparthi. L’uomo lavorava come dirigente in una grande azienda e non aveva alcuna voglia di vedere Baba o Puttaparthi. Disse alla moglie: “Non verrò con te a Puttaparthi; vai a vedere il tuo Guru e quando hai terminato la visita, raggiungimi a Bangalore.” La coppia prese un treno espresso da Delhi per Bangalore. Per intervento di Swami inaspettatamente il treno si fermò alla stazione di Dharmavaram, molto vicina a Puttaparthi. Un passeggero sul treno disse alla signora tedesca: “Questo posto è prossimo a Puttaparthi; perché non scende qui invece di arrivare fino a Bangalore?” Erano circa le due del mattino e il marito non voleva che la consorte viaggiasse da sola fino a un villaggio sperduto a un’ora così tarda. Perciò, contrariamente ai suoi piani e voleri, scese dal treno e andò a Puttaparthi assieme alla moglie. Dopo un solo Darshan di Swami dimenticò completamente Bangalore e divenne un ardente devoto. Questo fatto

dimostra come Swami possa attrarci a Sé anche se ci troviamo a migliaia di chilometri di distanza e a prescindere dalle nostre intenzioni.

Quando entriamo nella Sua sfera, riceviamo da Lui i tre doni divini di Nama (il Nome divino), Rupa (forma) e Leela (gioco). La Sua splendida Forma, il Nome dolcissimo e i meravigliosi Leela sono i doni e i tesori più grandi. Dobbiamo contare le benedizioni ricevute e farne uso traducendo il Suo Messaggio nella nostra vita quotidiana.

Sameepyam: lo stadio successivo è Sameepyam (vicinanza al Divino). Avendo visto Swami ed essendo entrati nel Suo “ovile”, vogliamo starGli vicini. Non solo vicini: vogliamo essere vicini e cari a Swami. Egli dice che Dio è come un fiore di loto. Le rane possono sedersi molto vicino al loto, ma da ciò non traggono alcun beneficio. Al contrario, le api vengono da molto lontano e apprezzano la dolcezza del loto. Sebbene la vicinanza fisica al Signore sia desiderabile e godibile, è più importante essere cari al Signore amandoLo e servendoLo con tutto il cuore, tutta la mente, tutta l’anima e la forza, ovunque ci troviamo.

Una volta gli studenti stavano pulendo la stanza di Swami e lo spazio del magazzino seguendo le Sue istruzioni. Nel corso della pulizia uno studente s’imbatté in una pelle di tigre e si chiese che cosa farne. Il nostro onnisciente Signore disse per scherzo: “Prendila e vai sull’Himalaya a meditare.” Lo studente, essendo un buon devoto, disse: “Sì, Swami, ci andrò.” Al che Swami chiese: “Perché vuoi andarci?” Il ragazzo rispose: “Per meditare e avere il Darshan di Dio.” Swami replicò: “Tu hai il Darshan di Dio qui e ora. Perché vuoi andare sull’Himalaya?”

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Novembre 2012 Eterno Auriga 48

Questo fatto ci insegna che, quando Dio è fisicamente vicino e raggiungibile, tendiamo a non apprezzare la fortuna e le benedizioni ricevute.

Quaranta anni fa un devoto proveniente da una città lontana portava ogni mese una ghirlanda e un cesto colmo di frutta da offrire a Swami ed Egli cortesemente li accettava. Quest’usanza andò avanti per diversi anni e il devoto era molto felice. Poi un giorno, ingenuamente, chiese: “Swami, se ho questo tipo di devozione, è abbastanza?” Swami rispose: “Se questo è il tipo di devozione, si tratta di una perdita di tempo e di denaro. Rappresenta anche un peso per il Mio collo. Se vuoi veramente sapere che cos’è la devozione, vai al capitolo 12 della Bhagavad Gita, dedicato al Bhakti Yoga, e leggi gli Sloka (versi) dal 13 in poi.” Il verso iniziale è Adveshta Sarva Bhutanam, Maitra Karuna Eva Cha (colui che non nutre odio verso nessuno e si comporta con tutti come un amico benevolo). La prima qualità per un devoto è Adveshta Sarva Bhutanam – non nutrire odio per nessuno - intendendo non solo gli esseri umani, ma tutti gli esseri viventi.

Perciò nel nostro vocabolario non possiamo avere la parola “odio”. Se compare tale termine, non siamo qualificati come devoti. Non possiamo nemmeno permetterci di pronunciare la frase: “Odio i serpenti. Odio le lucertole.” Un giorno, mentre facevamo le preghiere mattutine nella nostra stanza a Puttaparthi, una lucertola strisciò sull’altare. Alla nostra seconda figlia, Harini, dà fastidio ogni cosa che striscia. Improvvisamente si accorse della lucertola e cominciò a gridare. Pensai che stesse accadendo qualche disastro. Notando che il problema era la

lucertola, chiesi al sorvegliante di prenderla delicatamente e metterla in giardino. La stessa mattina Swami, nel Suo Discorso Divino in occasione dello Sri Rama Navami (compleanno del Signore Rama), intonò il canto del santo Thyagaraja Cheemalo Brahmalo Siva Kesavaadulalo… (Tu sei l’Abitante Interiore di tutti gli esseri, dalla formica a Brahma, come anche di Siva e Keshava …), dove si afferma che la stessa divinità è presente nella formica come nella Divina Trinità. Quello stesso pomeriggio Swami ci chiamò in “interview” e io chiesi: “Swami, che cosa dobbiamo fare con la lucertola che ogni giorno viene sull’altare e disturba le preghiere?” Swami rispose: “Dovresti pensare che la lucertola sta facendo l’adorazione assieme a te nella stanza della Puja.” Ecco la lezione per vedere la divinità in tutti e praticare la compassione verso tutti gli esseri; ecco ciò che ci porta vicini a Dio e ci rende a Lui cari.

Sarupyam: il terzo stadio è Sarupyam (identità con il Divino). In questa fase ci comportiamo come Dio e manifestiamo solo attributi divini. Si dice nelle Scritture Yad Bhavam Tad Bhavati (com’è il sentimento, così è il risultato). Il miglior esempio di ciò è rappresentato dal fratello del Signore Rama, Bharata, nel Ramayana. Quando il Signore Rama fa ritorno ad Ayodhya dopo quattordici anni di esilio nella foresta, i cittadini di Ayodhya fanno grandi preparativi per riceverLo e inghirlandarLo. La popolazione è stupita nel trovare i due fratelli Rama e Bharata identici nell’aspetto ed è in dubbio su chi inghirlandare. Durante i quattordici anni dell’esilio di Rama, Bharata aveva vissuto ogni momento pensando solo a Sri Rama e così appare e si comporta in maniera molto

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simile a Lui. Bharata, astutamente, risolve l’imbarazzo dei cittadini cadendo ai piedi del Fratello maggiore Rama. All’istante i cittadini riconoscono Rama e Lo inghirlandano. In questo modo, se continuiamo a pensare al Signore in ogni momento della nostra vita, cominciamo a comportarci come Lui. Allora la nostra vita diventa veramente il Suo messaggio.

Sayujyam: lo stadio finale è Sayujyam (unione con il Divino). In questa fase diventiamo uno con Sai e realizziamo che Sai e noi siamo uno. Il più grande esempio è rappresentato da Sabari, un’altra figura del Ramayana. Al primo Darshan di Rama, la donna si fonde con Lui. Abbiamo avuto la fortuna di avere molte volte il Darshan del Signore Sai Rama e abbiamo chiesto a Swami: “Sabari ti vide una sola volta e divenne una cosa sola con Te. Com’è che, dopo molti Tuoi Darshan, noi non abbiamo ancora raggiunto questo risultato?” Swami ha risposto: “Sabari era una grande devota, che si preparava da molti anni al primo incontro con Rama, pensando costantemente a Lui e facendo ogni lavoro per compiacerLo. Essa coglieva frutti e fiori per Lui e puliva giornalmente il sentiero con l’unico scopo di servire e far piacere all’amato Signore Rama.”

Perciò anche noi dobbiamo prepararci a realizzare Dio pensando costantemente a Lui, amandoLo e servendoLo in ogni tempo e in ogni luogo. Il Satsang (buona compagnia) ci aiuta in questo processo. Una volta un devoto statunitense chiese: “Swami, è facile pensare a Te quando siamo a Prasanthi Nilayam. Ma com’è che quando torniamo in America abbiamo difficoltà a pensarTi in ogni momento?” Swami spiegò:

“Ecco un esempio. Voi avete un recipiente pieno d’acqua. Se lo lasciate fuori al sole, l’acqua evapora e il recipiente si vuota. Ma se lo stesso recipiente d’acqua viene tenuto immerso in un serbatoio d’acqua, l’acqua non evaporerà e il recipiente resterà pieno. Quando siete qui, ricevete la Mia grazia e il Mio amore. Avendo ricevuto le Mie benedizioni e il Mio amore, se vi arrendete alla buona compagnia cantando e ascoltando le glorie del Signore, resterete sempre con i pensieri rivolti al Divino.” Sabari era sempre in compagnia dei saggi e aveva l’unico scopo di amare e servire il Signore. Così divenne uno con Rama.

Vedete Dio Ovunque

Dobbiamo realizzare la nostra natura innata, che è la divinità, e manifestarla nella vita quotidiana. Una volta ero con Swami sulla Sua auto; tornavamo dall’ospedale a Prasanthi Nilayam e guardavamo le molte persone che, animate dall’amore per Lui, gettavano fiori e ghirlande verso la macchina. Anche un’anziana donna occidentale cercava di fare lo stesso, ma era assai debole e fragile e i fiori le ricaddero addosso. Swami disse: “Narendra, hai visto ciò che è accaduto? Quella donna voleva gettare fiori sull’auto come offerta, ma, poiché è debole, i fiori sono ricaduti su di lei.” Poi aggiunse: “Inconsapevolmente ha fatto la cosa giusta. Con i fiori la donna sta venerando se stessa, perché essa è davvero Dio.” Che profondo insegnamento impartito con parole semplici dal Divino Maestro! Swami dice: “Non cercate Dio all’esterno; vedete Dio ovunque e realizzate che voi siete Dio.”

Swami vuole che noi avanziamo dallo stadio di Salokyam a quello di Sayujyam.

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Gesù diceva: “Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti.” Anche il Signore Krishna affermava: “Manusyanam Sahasresu Kascid Yatati Siddhaye, Yatatam Api Siddhanam Kascin Maam Vetti Tattvatah” (dei milioni di persone che sono alla Mia ricerca, solo pochissimi arrivano a realizzarMi). Swami ha fornito uno splendido esempio: delle migliaia di fiori su un albero solo alcuni diventano frutti. Molti cadono mentre sono ancora fiori e alcuni quando non sono ancora maturi; solo qualcuno resta per diventare un frutto maturo.

Attraverso la ripetizione costante del Suo dolce Nome, la contemplazione della Sua splendida Forma Divina e soprattutto mettendo in pratica nella vita quotidiana il Suo Messaggio universale ed eterno, con fede salda e perseveranza raggiungeremo il fine supremo: Sai e noi siamo uno.

Prestiamo ascolto al divino e fervido appello: “Sorgete, svegliatevi e non fermatevi finché l’obiettivo non sia raggiunto.”

(L’autore, il dottor Narendranath Reddy, è presidente del Prasanthi Council e direttore

della Fondazione Mondiale Sri Sathya Sai)

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UNA MINIERA D’ORO DI

DIVINE ESPERIENZE

INCHÉ NON “CONOBBI” SATHYA Sai Baba nel 1984, la mia era stata una vita confusa; condizione comune a molti dopo la ribellione

del ’68 contro la società costituita. In famiglia non c’era interesse per la religione. Mia nonna paterna andava in chiesa, ma a casa non parlavamo mai di credo o fede. Quindi, senza esserne consapevole, persi di vista questa dimensione. Un’anziana donna che conoscevo organizzava una scuola domenicale. Talvolta ci andavo e avvertivo un “sussurro” proveniente da un’altra realtà, ma il quotidiano finì per risucchiarmi. In quel periodo, al pari di molti altri, ero disorientato. Una Rivelazione

Nel 1983 mi preparavo a partire per una vacanza invernale alle Canarie, dove mi ero recato molte volte in precedenza. Andai alla solita libreria di Copenhagen ove c’erano anche libri di argomento spirituale e chiesi se potevano consigliarmi qualche volume da portarmi in vacanza. Mi mostrarono un libro su Sai Baba, ma la mia reazione fu un gentile rifiuto. India e Guru non erano il mio genere. Una volta avevo incontrato un Guru in visita

in Danimarca che si sedeva su un trono. La gente gli dava soldi, e io sentii che non era giusto. La cosa non mi andava a genio. Comprai due libri di argomento diverso e poi, d’impulso, dissi: “Mi dia anche quel libro.” Si trattava di “Un nuovo viaggio - Sai Baba Avatar” di Howard Murphet. Lo portai in vacanza. Il tempo era splendido e un giorno, sdraiato sulla spiaggia di Las Palmas, lo lessi da cima a fondo. Ogni volta che giravo una pagina, era come se ci fosse qualcosa che riconoscevo. Ero tornato a casa!

Sentivo che adesso, ogni cosa che fino a quel momento non ero riuscito a capire con il cervello, era chiara e sapevo istintivamente o in qualche parte nel mio subconscio o nell’anima che ciò che leggevo era vero. Sapevo che Sai Baba era vero. Sapevo che ciò che Egli rappresentava era vero. Naturalmente era in grado di operare miracoli, altrimenti non sarebbe stato chi diceva di essere. Ma erano le parole che pronunciava, la filosofia che rappresentava e la spiritualità dei Suoi Discorsi riportati nel libro a prendermi completamente, avvolgendomi nella convinzione che la Divinità era venuta

Steen Picullel

F

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sulla terra e che tale Divinità era Sathya Sai Baba.

Era come se fossi realizzato nella mente e la conoscenza mi venisse da un’altra dimensione. Ciò ebbe un forte impatto su di me e la sera stessa andai sulla spiaggia, pensando al miracolo che avevo appena vissuto, quando all’improvviso Baba mi parlò telepaticamente. Non lo vedevo, ma mi parlava e sapevo che era Lui. Gli feci delle domande ed Egli mi rispose. L’essenza di ciò che Baba disse era che la terra, la nostra terra, è un grande organismo che respira; inspira ed espira come i polmoni. Mi disse che anche l’universo respira. Era qualcosa che all’epoca non conoscevo, ma in seguito ho letto dell’esistenza di una teoria scientifica secondo cui l’universo si espande e si contrae, cioè respira. Baba proseguì dicendo che la terra espira nell’universo e in quel respiro essi sono uno. Baba affermò che il respiro della terra è così inquinato da avere un impatto nocivo sul respiro dell’universo e questa condizione deve essere modificata. Io, Steen, al pari di molto altri, avrei avuto un ruolo da svolgere in quest’opera. Questo, in sintesi, è quanto accadde. Guardavo le onde. Ero in grado di trattenerle. Esperii molte altre cose soprannaturali. Era una visione, una rivelazione. Si trattava di un’esperienza molto intensa per un normale essere umano come me, ma è quanto avvenne. Non dubitai per un secondo che le esperienze fossero reali e di aver parlato con Sai Baba.

Tornato in Danimarca, trovai l’indirizzo del Centro Sai Baba di Copenhagen.

La prima volta che ci andai, arrivai tardi; l’incontro era appena terminato e solo due persone erano ancora presenti.

Raccontai loro la mia storia e domandai se volevano un passaggio a casa con la mia auto. Declinarono l’offerta. Una di loro era una donna e più tardi mi disse che una persona come me, che aveva avuto così tante esperienze soprannaturali, era troppo originale. Talmente originale che la donna non volle neppure accettare la mia offerta di un passaggio. Poi essa divenne mia moglie! Da quel giorno sulla spiaggia, Swami è stato il regista silenzioso e dalla mano amorevole della mia vita.

La Mia Prima Visita a Prasanthi Nilayam

Desideravo moltissimo vedere Sai Baba in Persona e andai a trovarLo nel luglio 1984,

I Russi hanno un legame speciale con Baba: sentono il Suo Amore,

accettano la Sua Maestà e Divinità. Non seguono il cammino intellettuale della comprensione:

i loro cuori sono spalancati al Suo Prema. Non dimenticherò mai la volta in cui visitammo

Samarcanda e fummo invitati a casa di alcuni amici di un devoto che essi non sapevano essere un devoto di Sai. L’anziana nonna ci chiese che cosa facevamo e io le passai una foto di calendario di Swami. La donna la guardò a lungo. Poi cominciò a piangere

e disse: “Questo è Dio, questo è veramente Dio.”

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sei mesi dopo l’esperienza sulla spiaggia di Las Palmas. Ciò che ricordo più chiaramente era l’energia dell’Ashram. Me ne accorsi immediatamente, appena varcato il cancello: quell’energia d’amore proveniente dall’altro mondo, il sapere onnipresente al di là di questo mondo, che si trova in ogni luogo e conosce ogni cosa. Stranamente non furono la forma e la radiazione di Swami a sorprendermi maggiormente, poiché Lo avevo già “incontrato” sulla spiaggia di Las Palmas. Egli era l’Avatar e non avevo dubbi al riguardo; sentivo di averLo già conosciuto e di riconoscerLo. Ero tornato a casa.

Questa sensazione durò due settimane. Poi, improvvisamente, in un attimo si trasformò. Fu come una freccia che inverte direzione e per la prima volta mi vidi come ero veramente, con tutti gli errori commessi e i difetti. Mi sentii imperfetto e di colpo compresi ciò che doveva essere cambiato.

La Prima “Interview” con Swami

Un anno dopo, nell’agosto del 1985, tornai di nuovo a Prasanthi Nilayam. Adesso facevo parte del Centro Sai Baba di Danimarca e avevo imparato che la crescita spirituale non si verifica di giorno in giorno, ma di mese in mese, di anno in anno.

Fui chiamato in “interview” e ricordo distintamente come Swami cambiò la mia vita. Mi chiese: “Dov’è tua moglie?” Risposi di non essere sposato. Mi guardò dritto negli occhi e mi parlò della mia vita, che conosceva in ogni dettaglio, e alla fine mi disse: “Perché non ti sposi e ti crei una famiglia?” Seppi allora chi sarebbe stata mia moglie. Era Inge, che avevo incontrato al Centro Sai Baba di Copenhagen. Così nel viaggio successivo

nell’agosto del 1986 ero un uomo sposato e portai mia moglie da Swami. Eravamo circa venti danesi nella stanza dei colloqui e Thorbjörn Meyer era il capogruppo. Swami mi chiese come stavo e Thorbjörn Meyer disse a Swami che mi ero appena sposato. Swami indicò mia moglie e disse: “Lo so” e il nostro matrimonio fu benedetto dalla Mano Divina.

Lavoro Organizzativo in Europa Orientale e Russia

Ero molto interessato al lavoro dell’Organizzazione Sai e cominciai a viaggiare con Thorbjörn Meyer, che sostituiva il Coordinatore Centrale Bernhard Gruber, la persona dell’Organizzazione che rispettavo di più. Gruber viaggiava instancabilmente nei Paesi dell’Europa orientale e vi pose le fondamenta di Gruppi e Centri per rendere l’Organizzazione ciò che è oggi. Il primo Centro Sai Baba in Russia fu inaugurato nel 1992 a San Pietroburgo.

Anche Thorbjörn Meyer dava un contributo eccezionale. Fu lui a insegnarmi la maggior parte del lavoro organizzativo. Viaggiavo con tutti e due questi uomini, trovando interessanti i Paesi orientali e la diffusione degli Insegnamenti di Swami una vera miniera d’oro. Finii per diventare dapprima il sostituto di Thorbjörn Meyer e poi di Bernhard Gruber. In effetti, a un certo punto, Polonia, Ungheria, Stati Baltici, Repubblica Ceca, Slovacchia e Russia furono il mio spazio operativo in qualità di Vicecoordinatore Centrale e, successivamente, di Presidente di Zona per i dodici Paesi di lingua russa.

Swami ha sempre elogiato i Russi per il Seva praticato e per il loro amore verso di

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Lui. Essi conducono 8/9 campi medici l’anno, danno da mangiare ai poveri ogni settimana, aiutano gli anziani con i lavori di casa e hanno adottato diversi orfanotrofi nella Zona. Ci sono campi per le famiglie e i giovani e anche con i bambini degli orfanotrofi. L’Istituto ESSE ha visitato incessantemente la Zona, formando sin qui oltre 200 insegnanti.

I Russi hanno un legame speciale con Baba: sentono il Suo Amore, accettano la Sua Maestà e Divinità. Non seguono il cammino intellettuale della comprensione: i loro cuori sono spalancati al Suo Prema. Non dimenticherò mai la volta in cui visitammo Samarcanda e fummo invitati a casa di alcuni amici di un devoto che essi non sapevano essere un devoto di Sai. L’anziana nonna ci chiese che cosa facevamo e io le passai una foto di calendario di Swami. La donna la guardò a lungo. Poi cominciò a piangere e disse: “Questo è Dio, questo è veramente Dio.”

Raccontare di Swami è come aprire una miniera d’oro. Descrivo di seguito alcune delle meravigliose esperienze vissute con Lui.

Testimoniare la Misteriosa Rappresentazione Divina

Un giorno del 1992 pregavo Swami di mostrarmi la Sua Gloria. Quel giorno, quando mi passò accanto, mi mise la mano sulla testa, premendola forte sulla parte superiore del cranio, mentre una delle dita premette sul punto del terzo occhio. Da allora continuo a sentire di non “essere atterrato”. Guardare l’Avatar intento ai Suoi compiti è irresistibile e misterioso. Egli dà il Darshan, dove ciascuno prende il messaggio e l’energia che

necessita. Giorno dopo giorno riversa amore su ciascuno di noi. Chi sono io per descrivere o comprendere? Posso “solo” essere un testimone di questa commedia divina senza fine e Lo ringrazio di avermi dato un ruolo nella recita divina, così come a tutti gli altri.

Un giorno al Darshan pensavo al mio Dharma: che cos’era sbagliato e che cosa corretto? Pregavo Swami di mostrarmi se una certa cosa era giusta o sbagliata. Mi riguardava direttamente ed era molto, molto importante per me. Dissi a Swami nella preghiera: “Se è giusta (come credeva la mia anima), ti prego di toccarmi la mano; se è sbagliata (questo era l’assillo della mente raziocinante), allora non fare nulla.” Ero molto ansioso e tuttavia tranquillo, quando Swami venne dalla mia parte. Avevo congiunto le mani davanti al viso. Swami prese alcune lettere dall’uomo seduto accanto a me, poi mi toccò delicatamente la mano sinistra e proseguì… In questo modo aveva risposto alla mia preghiera.

Flusso di Energia Divina

I Coordinatori Centrali, capi dell’Organizzazione Sai di varie parti del mondo, furono convocati per una riunione nel Poornachandra Auditorium durante le celebrazioni per il Compleanno di Swami del 1995.

Eravamo seduti sul pavimento di fronte al palcoscenico. Esattamente alle 3 del pomeriggio, Swami apparve sulla scena e scese verso di noi. Tenne un discorso di alcuni minuti e poi prese a muoversi qua e là, scambiando due parole con qualcuno, firmando un libro, commentando progetti di edilizia che uno dei Coordinatori Gli aveva

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mostrato. Quando si avvicinò a me, ero come ammutolito.

Nel momento in cui Egli mi fu davanti, Sri Indulal Shah disse che ero il nuovo coordinatore centrale per la Russia. Swami si fermò e disse a voce alta, in modo che tutti potessero sentire: “Lo so, lo so. Ottimo lavoro, davvero un ottimo lavoro. Swami è molto, molto felice.” Stava esattamente davanti a me, quando all’improvviso cominciò a ruotare la mano. Spontaneamente stesi la mano destra. Fu come se l’universo si aprisse: il flusso di energia era irresistibile. Swami mi materializzò la Vibhuti, che fece schizzare nella mia mano destra. Chiese a Sri Indulal Shah un pezzo di carta dove mettere la Vibhuti che mi dette, spiegando che dovevo conservarla. Impossibile descrivere il sollievo e la gioia che mi inondarono dopo che Swami ebbe pronunciato quelle parole. Per me Egli è Dio, padre, madre e il mio miglior amico. In quel momento era la Divinità che parlava ed era Colui i Cui piedi mi fu consentito baciare.

Un giorno vidi Swami venire sulla Sua sedia a rotelle verso di me e verso il gruppo con cui sedevo. Fu come se tutta l’energia e lo splendore del sole emanassero da Lui in una vibrazione dell’amore più puro. La sensazione era di quelle trascendentali e l’energia era satura d’amore a livello celestiale. Non potrò mai dimenticare quella giornata speciale finché vivrò in questo corpo, e probabilmente sarà così anche con il prossimo!

Oggi so di dover trovare una risposta a domande del tipo: “Chi sono?”

“Da dove vengo?” e “Dove sto andando?” Quando riflettiamo su questi interrogativi, le risposte arrivano. La Bibbia dice: “Cerca

e troverai.” Sai Baba afferma: “Se pensi alla polvere, sarai polvere. Se pensi a Dio, sarai Dio.” Siamo ciò che pensiamo. Perciò è importante usare la mente per avere buoni pensieri, agire bene, stare in buona compagnia e prendersi cura delle persone intorno a noi.

(L’autore, Steen Picullel, è il Presidente di Zona dei Paesi di lingua russa della

Organizzazione Internazionale Sri Sathya Sai)

Baba affermò che il respiro della terra è così inquinato da avere un impatto nocivo sul respiro

dell’universo e questa condizione deve essere modificata. Io, Steen, al pari di molto altri, avrei avuto un ruolo da svolgere in quest’opera.

Questo, in sintesi, è quanto accadde. Guardavo le onde. Ero in grado di trattenerle. Esperii molte altre cose soprannaturali. Era una visione, una rivelazione. Si trattava

di un’esperienza molto intensa per un normale essere umano

come me. Ma è quanto avvenne. Non dubitai per un secondo che le esperienze fossero reali e di aver

parlato con Sai Baba.

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APPROSSIMANDOSI L’ORA delle udienze ci preparammo in fretta e, subito dopo colazione, ci mettemmo vicino al tempio

e aspettammo. Poco dopo, ci introdussero in una piccola stanza e ci disponemmo a semicerchio ai piedi della poltrona di Baba. Io mi sedetti a destra della poltrona e Sharon accanto a me. Baba entrò raggiante, mostrando, com’era Sua abitudine, amore e disponibilità.

Scambiò qualche parola con noi, poi roteò velocemente la mano nell’aria facendo apparire un dolce di enormi proporzioni che distribuì in quantità a ognuno. Mi sentii ritornare bambino, seduto ai piedi di Babbo Natale in una magnifica favola e posso aggiungere di aver visto i miei compagni più austeri, controllati e pomposi ridivenire bambini ai Piedi di Baba.

Egli chiamò mio fratello Donald presso di Sé e gli chiese di sedersi alla Sua destra, di fronte a me. I Suoi occhi rilucevano mentre chiedeva a Donald che cosa volesse. Poi mosse la mano e materializzò un magnifico anello di metallo pesante decorato a sbalzo con figurine dorate riproducenti il Suo elefante preferito, Sai Gita, da ogni lato e un’immagine d’oro di Baba sulla faccia superiore. Lo infilò al dito di Donald: l’anello calzava perfettamente. Donald era raggiante, io mi sentii mancare il respiro e Sharon scoppiò in lacrime.

Ero così felice che Baba avesse concesso

Effulgenza della Gloria Divina

UN DONO DAVVERO MIRACOLOSOa mio fratello un dono tanto bello e un segno così palese del Suo Amore, dimostrando a tutti noi il Suo grande potere, che feci fatica a trattenere le lacrime. Baba gli disse che avrebbe avuto una vita lunga, sana e felice e che sarebbe stato un ottimo medico. Poi i presenti cominciarono a porGli domande. “Come avremmo potuto renderci conto della Sua Presenza accanto a noi quando ci fossimo trovati lontani?” Egli si volse a una donna del gruppo, alla quale non aveva ancora rivolto la parola: “Ella sa quando Baba è con lei”; costei arrossì subitaneamente d’emozione e cominciò a piangere.

Più tardi, ci raccontò di come, negli Stati Uniti, si fosse resa conto per la prima volta della presenza di Baba. Contro il parere della famiglia, ella aveva ospitato presso di sé, per accudirla, la madre convalescente dopo una lunga degenza in ospedale. Lo aveva fatto spinta dall’amore, sebbene si trattasse di un compito assai gravoso. La madre era incontinente e necessitava di particolare attenzione, ma la figlia continuò a occuparsi di lei con grande dedizione.

Un giorno, entrando nella camera della madre, si sentì inspiegabilmente in preda a una viva agitazione. Ella non aveva idea di che cosa causasse ciò, sebbene avvertisse la presenza di un essere sconosciuto ma vicino a lei e identificò l’emozione come amore per la madre. In seguito, seppe degli incontri che Elsie Cowan aveva con Sai Baba e decise di partecipare a uno di essi.

A

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Quando incontrò Elsie per la prima volta, costei le tese un pezzo di stoffa proveniente da una delle vesti di Baba. Ella lo toccò e ne ricevette un’immediata scossa, che le fece riprovare quasi la stessa emozione che l’aveva colpita quel giorno nella camera della madre. Ora, nell’udienza con Baba, era certa che Egli sapeva della sua esperienza e che si riferiva a questa.

Baba cominciò a materializzare altri oggetti e a parlare con cognizione alle persone di loro stesse e a dare consigli. In risposta alle lagnanze di una donna affetta da disturbi alla vista, materializzò un medaglione dicendole di immergerlo in acqua e di instillarne alcune gocce negli occhi ogni giorno.

Ricevette quindi separatamente ciascuno di noi. Lila chiese qualcosa per cui pregava da molti mesi. Egli rispose indietreggiando di alcuni passi, con gli occhi scintillanti e il viso atteggiato a un ampio sorriso pieno d’amore e le rispose con le stesse parole che ella usava pregandoLo. Chiaramente, Baba non aveva avuto modo di sapere quali fossero tali parole ed ella ne fu estasiata.

Alle preoccupazioni e ai desideri di mia moglie riguardo ai nostri figli, Baba rispose con parole in cui ella riconobbe un’effettiva cognizione delle singole personalità di ciascuno e materializzò un medaglione per uno di loro. A me disse che non avrei dovuto angustiarmi per questioni finanziarie e mi parlò delle mie aspirazioni spirituali. Ero conscio che Egli sapesse dei miei più profondi desideri e aspirazioni, ed ero colmo di felicità. In risposta alla mia domanda sull’eventualità di trascorrere un certo periodo di tempo accanto a Lui, disse: “Prima di tutto

devi occuparti dei doveri che ti attendono a casa; godrai di maggior libertà quando i tuoi figli saranno cresciuti.”

Quando riprendemmo posto assieme, Baba mosse la Mano nell’aria e fece apparire otto piccoli cartoncini con la Sua immagine e l’indirizzo, e ne dette uno a ciascuno, dicendo che sarebbe stato sempre con noi. Dopo molte parole d’incoraggiamento e dimostrazioni d’amore, ci dette delle bustine di Vibhuti.

Come al solito, benché le materializzazioni operate durante l’udienza fossero state impressionanti, per numero e qualità, per quanto mi riguarda il maggior impatto lo ebbi dalla Sua misteriosa conoscenza di ciascuno di noi e dalla capacità di dimostrarmi di essere letteralmente accanto noi anche se fisicamente assente. Questa concreta esperienza dell’onnipresenza di un essere colmo d’amore – esperienza che si mantiene costante durante la vita, infondendo un profondo senso di sicurezza e di fiducia – è un dono davvero miracoloso!

– Tratto da “Sai Baba: L’Uomo Santo e Lo Psichiatra” di Samuel H. Sandweiss

Biglietto da visita di Baba

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Sri Sathya Sai iNStitUtE OF hiGhEr LEarNiNG(Deemed to be University)

Vidyagiri, Prasanthi Nilayam - 515134, Anantapur District, Andhra Pradesh, India

Ph.: +91 8555 287239, Fax: 286919, Website: www.sssihl.edu.in, E-mail: [email protected]

aDMiSSiONS NOtiCEAdmissions for the Academic Year commencing from 1st June 2013are open for the following Undergraduate, Postgraduate and Professional Programmes:Programmes for Men: B.A., B.A.(Hons.) & B.Sc.(Hons.) in Economics; B.Sc.(Hons.) in Mathematics, Physics, Chemistry, Biosciences (leading to Postgraduate Programmes in respective subjects) and B.Com.(Hons.) (leading to Master of Finance); B.B.M. and B.C.A.; M.A.(Economics), M.Sc.(Nanoscience & Nanotechnology); M.B.A., M.B.A.(Finance), M.Tech.(Computer Science), M.Tech.(Optoelectronics and Communications) and M.Tech.(Analytical Methods and Chemical Instrumentation).Programmes for Women: B.A., B.Com.(Hons.), B.B.M., B.Sc.(Home Science), B.Sc.(Hons.) in Mathematics, Physics, Chemistry, Biosciences; B.Ed., M.Ed., M.A.(English), M.Sc.(Food Science & Nutrition) and M.Sc.(Food Technology).

Eligibility for Admissions:Undergraduate Programmes [BA / BA (Hons.) / B.Sc. / B.Sc.(Hons.) / B.Com.(Hons.) / BBM / BCA]: 10+2 pattern of study/Intermediate. Minimum marks required in X Std. examinations is 60% in aggregate and 55% in General English. Candidates should have taken their final +2 / Intermediate qualifying examination before the date of Admissions Test. In case of candidates who have appeared for +2 / Intermediate examinations and have not got their final marks, their marks in the previous years (X or XI Std.) should be a minimum of 60% in aggregate and 55% in General English.

For BBM: The admissions test will evaluate verbal skills, numerical skills and reasoning skills. For BCA: Candidates should have Mathematics as one of the subjects of study in their XI/XII standards. Candidates should have studied Algebra, Geometry, Calculus and basics of Statistics in their formal education at +2 level. The admissions test will evaluate verbal skills and knowledge in Mathematics.For Undergraduate programmes other than BBM & BCA: The admissions test will evaluate aptitude in General English and the three subject combination chosen for the test.

Note: Candidates who wish to apply for more than one programme, need to submit separate application forms for each programme.Postgraduate Programmes [M.A.(Economics) / M.A. (English) / M.Sc.(Food Science & Nutrition) / M.Sc.(Food Technology)]: A First class (minimum of 60% marks in aggregate in all the three years of study) in respective degrees with 50% in General English.

For M.Sc.(Food Science & Nutrition) / M.Sc. (Food Technology) Programme: Candidates of B.Sc.(Biosciences) / B.Sc.(MPC) are eligible to apply. For M.Sc.(Nanoscience and Nanotechnology) Programme: Candidates of B.Sc.(Physics) / B.Sc.(Biosciences) / B.Sc.(Chemistry) background are eligible to apply. For M.A.(Economics) Programme: Candidates of B.A. / B.A.(Hons.) in Economics or B.Com./ B.Com.(Hons.) background are eligible to apply.

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Professional Programmes [MBA / MBA(Finance) / M.Tech.(Computer Science) / M.Tech.(Optoelectronics and Communications) / M.Tech.(Analytical Methods and Chemical Instrumentation) / M.Tech.(Nuclear Medicine) / B.Ed. / M.Ed.]: A First class (minimum of 60% marks) in the qualifying degree with 50% marks in General English. In case of candidates who have not received the marks statements of the final year of the Qualifying degree examination, their marks in the previous years /semesters should not be less than 60% in aggregate with 50% in General English.

For M.B.A. / M.B.A.(Finance): Candidates with degrees such as B.E., B.Tech., B.Pharma., B.Sc.(Agri.) etc., are exempted from the minimum requirement of 50% marks in General English.For M.Tech.(Computer Science): A first class M.Sc.(Mathematics) / M.Sc.(Physics) / M.Sc.(Computer Science) / M.C.A. or first class in B.E. / B.Tech. in Computer Science. Further, to be eligible, the candidates should have formally studied the following courses: Artificial Intelligence, Computer Networks, Computer Organisation & Architecture, and Database Systems.For M.Tech.(Optoelectronics and Communications): A first class M.Sc.(Physics) or first class in B.E. / B.Tech. with a background in Optics and Electromagnetic Theory.For M.Tech.(Analytical Methods and Chemical Instrumentation): A first class Postgraduate degree in Chemistry / Organic Chemistry / Applied Chemistry / Industrial Chemistry / Nanoscience & Nanotechnology / Biosciences or first class in B.E. or B.Tech. in Chemical Technology.For M.Tech.(Nuclear Medicine): A first class Postgraduate degree in Physics or Chemistry or Biology or Nanoscience.For B.Ed.: The admissions test will evaluate General English and knowledge in two subjects based on the subjects studied at the undergraduate / postgraduate programmes.For M.Ed.: The admissions test will evaluate General English and subjects studied at the B.Ed. level.

Candidates applying for the above Postgraduate and Professional programmes should complete their final year/semester qualifying examination before 30th May 2013. The University follows the guidelines issued by the Government of India and the UGC with regard to Reservation of seats for SC / ST candidates. Further, SC / ST candidates are entitled to a relaxation of 5% marks, in the eligibility criterion. Note: Eligible candidates will be short-listed by the University based on the marks in the

qualifying examinations and will be called for the Admissions Test.Admissions to all the above programmes will be on the basis of a Written Admission Test followed by an Interview which will be held in 3rd and 4th weeks of April 2013, at Prasanthi Nilayam, Andhra Pradesh. The application form along with Information Handbook will be available from 1st November 2012 to 15th February 2013. The last date for receipt of duly filled-in application forms is 28th February 2013.Interested candidates may apply to the Registrar, Sri Sathya Sai Institute of Higher Learning, Vidyagiri, Prasanthi Nilayam - 515134, Anantapur District, A.P. along with I.P.O. or Bank Draft for Rs.100/-. The Bank draft should be drawn in favour of Sri Sathya Sai Institute of Higher Learning, payable at SBI, Prasanthi Nilayam/Puttaparthi. Since the application forms are different for Undergraduate, Postgraduate and Professional programmes, candidates must indicate clearly the details of course/subject of study for which they seek admission in the requisition letter. The name and complete postal address along with programmes for which application form is required should be clearly stated in Block letters on the reverse of the IPO/DD and also in the requisition letter.Alternatively, candidates may visit the University website, www.sssihl.edu.in for applying through the online application portal. – Registrar

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Ottenete l’Amore di Dio

– Baba

ogni persona desidera felicità e pace. nessuno vuole infelicità. l’errore, tuttavia, sta nel fatto che la gente non è in grado di comprendere dove si possono trovare felicità e pace autentiche. la vera felicità e la vera pace non si possono trovare né nella ricchezza e nelle proprietà, né nei titoli accademici e nelle attività materiali o scientifiche. ciò dà solo pace e felicità momentanee. la pace autentica esiste soltanto nell’Amore di Dio. il vero sforzo dell’uomo nella vita dovrebbe essere quello di ottenere l’Amore di Dio.

I t a l i a n e d i t i o n o f S a n a t h a n a S a r a t h i