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Eva Pigliapoco e Ivan Sciapeconi PERCORSI DI LETTURA CON LA LIM Costruire attività per l’avviamento alla lettura di parole e alla comprensione di frasi e testi Erickson COLLANA DI MATERIALI E STRUMENTI DIDATTICI PER LA LIM

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Eva Pigliapoco e Ivan Sciapeconi

PERCORSI DI LETTURA CON LA LIM

Costruire attività per l’avviamento alla lettura di parolee alla comprensione di frasi e testi

Erickson

COLLANA DI MATERIALI E STRUMENTI DIDATTICI PER LA LIM

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7 Premessa

PRIMA PARTE – Percorsi di lettura con la LIM

11 CAPITOLO 1 Una strategia per la LIM

17 CAPITOLO 2 Costruire gruppi di lavoro

19 CAPITOLO 3 I percorsi di lettura

35 CAPITOLO 4 Guida alla navigazione

45 CAPITOLO 5 Come usare «Easy LIM»

SECONDA PARTE – Schede operative

Sezione 1: Leggere le frasi

52 Riordina la frase

62 Caccia all’errore

72 Completa le frasi

82 Cloze della frase

92 Leggi la frase

Sezione 2: Leggere i testi

104 Testi con immagini

131 Riordina le sequenze

141 Dividi in sequenze

160 Lettura espressiva

I n d i c e

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Una strategia per la LIM ◆ 11

L’introduzione delle LIM nelle scuole italiane è stata accompagnata da un acceso

dibattito. Come spesso accade in questi casi, sono stati messi in luce potenzialità

e limiti di tale tecnologia. In generale, molte delle osservazioni sulla Lavagna In-

terattiva Multimediale hanno preso le mosse da uno dei tre aspetti fondamentali:

la multimedialità, l’interattività e l’emulazione della classica lavagna scolastica.

Ogni volta si sono messe in risalto l’efficacia o l’inefficacia di ciascuno di questi

elementi.

A ben vedere, per molto tempo si è discusso sulla reale facilitazione comu-

nicativa portata dalla LIM e sul fatto che essa risulti accattivante per gli alunni.

Per gli autori di questo volume, la lavagna interattiva multimediale rappresenta

sicuramente un’importante evoluzione sotto il profilo della tecnologia per la di-

dattica, ma per comprenderne la reale portata è necessario compiere un «passo di

lato». Magari può essere interessante partire dal gioco degli scacchi.

Nel suo libro Gli scacchi, la vita, il campione Garry Kasparov racconta di una

gara di «scacchi avanzati» avvenuta nel 2005 su Internet, sul sito www.playchess.

com. In questo genere di competizione, ogni giocatore ha a disposizione un com-

puter di scacchi con un programma di sua scelta che può consultare liberamente.

Nella versione pensata dal sito organizzatore, i giocatori potevano scegliere se

competere in squadra con altri giocatori, con un computer o con qualsiasi altro

strumento. Al torneo presero parte gruppi di forti Grandi Maestri, allettati da un

premio in denaro piuttosto sostanzioso. All’inizio i risultati sembrarono piuttosto

prevedibili. I soli computer, molto forti e costruiti con hardware all’avanguardia,

vennero battuti dagli scacchisti professionisti supportati da laptop poco evoluti.

La capacità strategica della mente umana, unita alle capacità di calcolo fornite da

un computer, risultava assolutamente superiore alla sola analisi informatica. La

vera sorpresa, però, divenne palese solo alla fine del torneo. Vennero proclamati

vincitori, infatti, due giocatori amatoriali che usavano contemporaneamente tre

computer con tre diversi software. Abili nella conoscenza dei software, essi aveva-

no potuto analizzare in profondità le posizioni dei pezzi e, in questo modo, erano

riusciti a contrastare efficacemente giocatori professionisti molto più competenti.

L’insieme rappresentato da esseri umani poco competenti e un efficace utilizzo

delle macchine era risultato migliore di qualsiasi conoscenza approfondita del gioco,

Una strategia per la LIM

1

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12 ◆ Percorsi di lettura con la LIM

anche se supportata dai computer. È evidente che, al di là dell’esempio rappresen-

tato dal gioco degli scacchi, il campionato promosso dal sito sopra citato viene

proposto come esempio del cambiamento del concetto di abilità, in connessione

alle tecnologie informatiche. Nel suo libro lo stesso Kasparov ha provato a tracciare

dei parallelismi con il mondo del management e con quello della vita militare.

A nostro avviso avrebbe potuto prendere in esame anche il mondo dell’inse-

gnamento. Vediamo perché.

La LIM entra in classe

È ovvio che la maggior parte delle competenze attese dalla progettazione

didattica possono fare a meno delle tecnologie informatiche. I docenti, per anni,

hanno insegnato a leggere e scrivere senza far ricorso a strumenti digitali. Non è

un caso che, inizialmente, le tecnologie siano entrate nella didattica come integra-

zione del curricolo scolastico e non come strumenti operativi. Al normale corso

di studi si è aggiunta cioè una parte riguardante l’informatica che, a ben vedere,

coincideva con la conoscenza di base dei software ad uso ufficio. Un’impostazione

dal respiro corto e che in breve tempo ha manifestato tutti i suoi limiti: istruire i

bambini della scuola primaria sull’uso di un word processor ha poco senso, sia per

il veloce aggiornamento di interfaccia e funzioni, ma soprattutto per la mancanza

di un reale obiettivo formativo.

L’introduzione delle LIM nelle aule italiane ha cambiato in modo sostanziale

la situazione. L’hardware ha assunto l’aspetto ben conosciuto e sperimentato della

lavagna arricchita da interattività e multimedialità.

Tutto sommato, anche l’introduzione dell’idea di risorsa didattica digitale

ricalca il consolidato utilizzo di carte geografiche, linee del tempo, abachi e altri

strumenti già sperimentati. Un cambiamento, secondo alcuni, «gattopardesco»:

l’ingente investimento (economico, ma non solo) operato sulle LIM non sarebbe

giustificato proprio perché finirebbe per riprodurre i vizi della didattica di sempre:

lezione frontale e centralità del docente in primo luogo.

Non tutte queste critiche sono fuori luogo. Agli autori è capitato, durante un

corso di aggiornamento, di dover discutere con docenti che impedivano agli alunni

di una classe di scuola media di toccare direttamente la LIM per non rovinarla.

Senza entrare in casi limite, però, è evidente che nessuna tecnologia in sé ha

caratteristiche innovative in ambito didattico: è innovativo tutto quello che viene

interpretato in tale direzione dai docenti. La lavagna interattiva multimediale

può avere un ruolo centrale nell’innovazione didattica, a patto che non venga ad

essa relegata tutta la funzione innovativa. È difficile sostenere che sia in atto un

cambiamento solo perché viene utilizzata una lavagna piuttosto che un’altra. Per

tornare all’esempio degli «scacchi avanzati», il solo impiego del computer non ha

consentito a giocatori molto esperti di vincere tutte le partite. Una parte fondamen-

tale, nel raggiungimento pieno degli obiettivi, è rappresentata quindi dalla completa

integrazione tra risorse digitali e competenza specifica nel campo in cui si opera.

Nel nostro caso, si richiede ai docenti di impiegare risorse e strategie per mi-

gliorare le competenze degli alunni. Risulta spontaneo chiedersi come coniugare

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Una strategia per la LIM ◆ 13

strategie didattiche e risorse digitali per il raggiungimento di un obiettivo tanto

complesso e importante.

Competenze in gioco

Così come è sostanzialmente inefficace (almeno per quanto concerne lo svi-

luppo di competenze) una didattica basata esclusivamente su schede fotocopiate,

altrettanto si può dire di un approccio basato su esercizi meccanici proposti alla

LIM o al personal computer.

Oltre ad evitare la riproduzione della lezione frontale informatizzata, è im-

portante fare anche attenzione a non immaginare la lezione come una caccia alla

risposta giusta. Per rendere pienamente efficace l’introduzione della lavagna

interattiva multimediale in classe è importante partire dalla ricognizione delle

migliori strategie didattiche adottate in passato e provare a integrarle con i preziosi

strumenti offerti dalla LIM.

Ne risulta un modello di insegnamento aumentato, così come aumentata è la

realtà proposta dai nuovi media. La ricerca sulle migliori pratiche didattiche è,

per definizione, sempre in corso e qualsiasi elenco è perfettibile. Può essere utile,

però, riportare alcuni capisaldi che gli autori hanno potuto sperimentare in passato

e che sono alla base della presente pubblicazione.

La costruzione sociale delle competenze

I bambini, come d’altra parte gli adulti, non imparano da soli. L’ambiente nel

quale sono immersi condiziona in modo determinante sia gli apprendimenti che

la modalità con la quale gli apprendimenti avvengono. In fase di progettazione,

il docente può decidere se tenere questa considerazione «sullo sfondo» e lasciare

che le relazioni tra bambini influenzino il lavoro didattico in modo casuale, oppure

se provare a organizzare il contesto.

Le attività proposte nella seconda parte del volume possono essere strutturate in

modo da favorire lo scambio di informazioni tra gli alunni. L’aspetto collaborativo

dei Percorsi di lettura con la LIM è un elemento fondamentale e contribuisce in

modo determinante al successo delle attività.

L’integrazione digitale/analogico

La discussione sulla tendenza delle nuove generazioni ad essere antropologi-

camente caratterizzata dal rapporto con le nuove tecnologie ha avuto molto seguito

ed è tuttora in corso. Nel corso degli anni, gli autori hanno potuto verificare come

le nuove tecnologie producano un notevole effetto a livello didattico se vengono

proposte in connessione a strumenti, metodologie e risorse ben sperimentate. Gio-

cando sulla contrapposizione, si può dire che il digitale è tanto più efficace quanto

più si integra con una solida base analogica. Il tutto, ovviamente, deve essere ben

padroneggiato dal docente.

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14 ◆ Percorsi di lettura con la LIM

È questo il motivo per cui i software presentati nell’ambiente digitale fanno

riferimento ad attività strutturate da proporre su carta: il ricorso al digitale è solo

una delle tappe in un percorso complessivo.

La mediazione del docente e gli incidenti cognitivi

Una definizione accurata del ruolo del docente è buona parte del successo di

un’azione didattica. Se il lavoro di progettazione ha tenuto conto della collabora-

zione tra bambini e, magari, fa riferimento alla metodologia dell’apprendimento

cooperativo, il docente trova automaticamente una propria collocazione. Sollevato

dalle incombenze connesse alla trasmissione dei contenuti, si può far carico della

mediazione culturale e relazionale tra gli alunni.

Al contrario di quanto riportato sopra, la critica secondo cui la LIM incenti-

verebbe la lezione frontale viene in questo caso superata in avanti. In realtà, in

una didattica incentrata sulla gestione dei gruppi di bambini, la lavagna interattiva

multimediale consente ancor di più al docente di assumere un ruolo di facilitatore

o, a seconda dei casi, di mettere in campo «incidenti cognitivi».

Per «incidenti cognitivi» intendiamo situazioni problematiche create intenzio-

nalmente dall’insegnante allo scopo di impegnare gli alunni in attività di problem

solving. In genere, gli incidenti cognitivi dovrebbero essere sufficientemente

complessi da richiedere la condivisione di strategie e risorse all’interno del gruppo.

Un «pizzico di cattiveria», si potrebbe riassumere bonariamente, sufficientemente

calibrata da portare talvolta i bambini a sbagliare per analizzare il tipo di errore

commesso: anche questo è un aspetto centrale della proposta didattica.

La gestione dell’errore

Connessa ad ogni attività didattica, la gestione dell’errore ha profonde riper-

cussioni sull’identità di classe. La lavagna interattiva multimediale consente di

confrontare a livello di classe sia le soluzioni corrette delle situazioni problema-

tiche, sia quelle sbagliate.

Queste ultime possono essere utilizzate in modo positivo, soprattutto facendo

riferimento alla discussione di classe. Il docente dovrebbe lasciare ai bambini il

compito di validare o falsificare le soluzioni di altri gruppi. In tal modo, ad ogni

soluzione proposta si attiva una discussione ancor più utile, da un punto di vista

didattico, del puro esercizio. Anche in questo caso, il docente è più libero di os-

servare la classe, gestire gli interventi, condurre la discussione e, soprattutto, fare

in modo che tutti intervengano.

I saperi disciplinari

Come evidenziato dal titolo, abbiamo cercato di declinare un uso avanzato

della LIM con l’obiettivo di migliorare le competenze di lettura degli alunni. Per

far questo, abbiamo cercato di considerare i contenuti delle attività in base alla

ripartizione dei contenuti: semantici, dichiarativi e procedurali.

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Una strategia per la LIM ◆ 15

Le conoscenze semantiche consentono di comprendere pienamente il signifi-

cato della parola. Se so che, alla stazione, il termine «collo» può significare anche

«bagaglio», sto utilizzando un piano semantico della conoscenza. Questa tipologia

di conoscenze non va sottovalutata, in quanto indica un’adeguata ricchezza di

linguaggio ed è funzionale a qualsiasi attività di apprendimento.

Gran parte delle attività proposte nella sezione operativa del volume punta-

no all’arricchimento delle conoscenze semantiche degli alunni anche perché le

difficoltà incontrate nell’apprendimento derivano spesso da inadeguatezza di tipo

lessicale-semantico. Le potenzialità grafiche della LIM possono risultare molto

efficaci nell’ampliamento delle conoscenze semantiche, soprattutto per gli alunni

in difficoltà o di recente immigrazione.

Le conoscenze dichiarative includono tutte le informazioni possedute intorno

a un dato argomento e rappresentano la nostra «enciclopedia» con cui riusciamo a

interpretare l’esperienza e ad attribuire significato alle cose. Di fronte alla parola

«montagna», si utilizza la competenza semantica per associare il significante al

significato, ma vengono attivate anche molte altre informazioni: colori, odori,

stati emotivi, informazioni scientifiche e letterarie. Le attività di lettura incidono

profondamente sulle conoscenze dichiarative perché producono esperienze molte-

plici che arricchiscono le conoscenze individuali: è molto più semplice leggere un

brano su una tormenta di neve piuttosto che ritrovarsi in alta quota in condizioni

di tempo proibitive. Inoltre, da un insieme adeguato di conoscenze dichiarative

derivano anche le articolate capacità descrittive, argomentative e creative. Anche

in questo caso la LIM può giocare un ruolo di tutto rispetto. Oltre a rappresentare

in modo efficace una parola, può essere utilizzata anche per attivare racconti ed

esperienze individuali o di classe.

Le conoscenze procedurali riguardano l’insieme delle informazioni necessarie

per compiere delle azioni. Un esempio tipico è la conoscenza delle diverse fasi

necessarie per realizzare una buona torta: anche una conoscenza approfondita non

si traduce automaticamente in un buon dolce. Ugualmente, anche se un alunno

conosce perfettamente le modalità suggerite dal docente per suddividere un testo in

sequenze, potrebbe non essere in grado di compiere autonomamente un’operazione

tanto complessa. A questo livello, il ruolo della LIM è determinante e consente al

docente esperto di superare molte difficoltà. Essa permette di costruire uno spazio

condiviso da tutta la classe sul quale possono essere mostrate le fasi procedurali,

ma anche le soluzioni possibili e gli eventuali errori. Gran parte delle soluzioni

didattiche proposte nelle pagine successive punteranno, quindi, a valorizzare un

approccio «procedurale» alla LIM.

La lavagna interattiva multimediale, in definitiva, è un hardware pensato per

aderire a un’idea tradizionale di didattica, proponendo l’inserimento di alcuni

elementi tipici dell’era digitale. A un’analisi un po’ più attenta, però, può anche

essere uno strumento che moltiplica l’innovazione, specie se utilizzato in termini

didatticamente efficaci. Un ruolo determinante, nella conduzione delle attività

proposte nella seconda parte del libro, è rappresentato dall’organizzazione e dal-

la conduzione dei gruppi. Può essere utile, quindi, fornire alcune indicazioni di

massima su questo argomento.

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52 © 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson

SCHEDA 1.1.1Ritaglia le parole e incollale sotto nell’ordine giusto.

buono il è gelato

Confrontiamo le frasi:

– Io e _____________ abbiamo costruito la stessa frase: è quella giusta.

– Io e _____________ abbiamo costruito la stessa frase, ma è sbagliata.

– Io e _____________ abbiamo costruito frasi diverse e abbiamo capito l’errore.

Scrivi la frase riordinata da _________________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________________________

RIORDINA LA FRASE

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62 © 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson

CACCIA ALL’ERRORE

SCHEDA 1.2.1Ritaglia il cartellino con la parola giusta, poi incollalo sopra la parola sbagliata.

rifugorifugio rifughio

Confrontiamo le frasi:

– Io e ________abbiamo corretto scegliendo la stessa parola: quella giusta.

– Io e ________abbiamo corretto scegliendo la stessa parola, ma sbagliata.

– Io e ________abbiamo corretto scegliendo parole diverse: entrambe sbagliate.

– Io e ________abbiamo corretto scegliendo parole diverse: una è quella giusta.

Scrivi la frase corretta da _________________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________________________

A settembre sono stato al rifuggio in cima al Monte Baldo.

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72 © 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson

COMPLETA LE FRASI

SCHEDA 1.3.1«Leggi» i disegni, poi inseriscili nella frase giusta.

Confrontiamo le frasi:

– Io e _______________ abbiamo scelto la stessa frase: quella giusta.

– Io e _______________ abbiamo scelto la stessa frase: quella sbagliata.

– Io e _______________ abbiamo scelto frasi diverse: abbiamo capito l’errore.

Il saltava sull’ felicemente.

Il della nave sfidò l’ .

Scrivi la frase scelta da _________________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________________________

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82 © 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson

CLOZE DELLA FRASE

SCHEDA 1.4.1Ritaglia il cartellino con la parola giusta, poi incollalo sul riquadro grigio per completare la frase.

fettapezzo morso

Confrontiamo le frasi:

– Io e _____ abbiamo completato scegliendo la stessa parola: quella giusta.

– Io e _____ abbiamo completato scegliendo la stessa parola, ma sbagliata.

– Io e _____ abbiamo completato scegliendo parole diverse: entrambe sbagliate.

– Io e _____ abbiamo completato scegliendo parole diverse: una è quella giusta.

Scrivi la frase completata da _________________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________________________

Luca mangia una di pane.

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© 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson 93

LEGGI LA FRASE

SCHEDA 1.5.2Leggi la frase senza punteggiatura. Poi inserisci al posto giu-sto i segni di punteggiatura a disposizione e rileggi la frase.

Confrontiamo le frasi:

: , , .

– Io e ____________ abbiamo corretto nello stesso modo: quello giusto.

– Io e ____________ abbiamo corretto nello stesso modo, ma sbagliato.

– Io e ____________ abbiamo corretto in modo diverso, abbiamo capito l’errore.

Scrivi e leggi la frase corretta da _________________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________________________

Ieri ho mangiato un gelato con tanti gusti cioccolato panna

pistacchio e fiordilatte

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110 © 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson

SCHEDA 2.1.4Leggi il testo con l’aiuto delle immagini.

Il Tirannosauro Rex

Il carnivoro più grande mai apparso sulla è il Tirannosauro

Rex. Visse tra i 74 milioni e i 65 milioni di anni fa.

Era lungo fino a 14 metri e alto 6 metri; un uomo avrebbe raggiunto con

fatica il suo . Il primo in buone condizioni fu trovato solo

nel 1902 e comprendeva: parti del cranio e della mascella, della

colonna vertebrale, spalla, anca e zampe. Nel 1908 venne trovato uno

scheletro più completo che fornì ai paleontologi notizie più dettagliate.

Aveva la lunga e grossa. Le zampe posteriori erano munite di tre

. Le zampe anteriori erano, invece, corte e sporgevano dal petto.

La del tirannosauro era dotata di circa 50 , lunghi fino a 15

centimetri. Il peso dell’animale in vita è stimato in circa 6 tonnellate. Si

presume che le femmine fossero più grandi dei tirannosauri maschi.

Visto che si nutriva di , è probabile che il tirannosauro inseguisse

le sue prede: animali più piccoli. Alcuni studiosi hanno calcolato potesse

raggiungere una velocità di circa chilometri orari e di mantenere

un’andatura di circa km orari per un tempo prolungato.

TESTI CON IMMAGINI

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© 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson 111

SCHEDA 2.1.4

Scrivi una domanda per _________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________________________

_________________________________________________________________________________________________________________________________________?

– Abbiamo saputo formulare domande e rispondere: abbiamo capito subito il

brano letto.

– Non abbiamo saputo formulare domande e/o rispondere: non abbiamo letto

con attenzione.

– Abbiamo avuto bisogno di rileggere per formulare domande e rispondere: ci

siamo aiutati.

Scrivi la sua domanda e rispondi.

_____________________________________________________________________________________________________________________________________________

____________________________________________________________________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________________________?

TESTI CON IMMAGINI

Riflettiamo sulla nostra lettura:

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© 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson 131

Confronta la tua numerazione con quella di ______________________________________________________________________

– Io e _______ abbiamo riordinato le sequenze nello stesso modo: quello giusto.

– Io e _______ abbiamo riordinato le sequenze nello stesso modo, ma era sba-

gliato.

– Io e _______ abbiamo riordinato le sequenze in modo diverso: abbiamo capito

l’errore.

RIORDINA LE SEQUENZE

SCHEDA 2.2.1Leggi le sequenze, poi mettile in ordine numerandole da 1 a 4.

va a sedere sul divano della sala,

infine si accende la pipa.

si alza dal tavolo,

Il nonno finisce di mangiare,

Ho riordinato le sequenze così:

__________________________________ le ha riordinate così:

Riflettiamo sul lavoro:

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152 © 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson

DIVIDI IN SEQUENZE

SCHEDA 2.3.7Leggete il brano, poi dividetelo in sequenze colorando la barra laterale con tonalità diverse per ogni parte.

Un vecchio saggio giunse nella città di Edo e chiese un posto dove passare la notte. Una vecchina gli suggerì di rivolgersi alla locanda del Grande Monte: aveva sentito dire che i prezzi erano buoni, il proprietario era una persona onesta e il trattamento molto buono.Il vecchio saggio ringraziò e seguì la strada indicata dalla donna. Lungo il percorso aveva fatto caso che, dalle finestre delle case, si potevano osservare molti quadri appesi alle pareti. Evidentemente, le persone che le abitavano erano appassionate d’arte. L’uomo era un gran viaggiatore e aveva potuto visitare molti luoghi, anche lontani dalle isole del Giappone, eppure in nessun posto gli era capitato di vedere così tanti dipinti.Quando, finalmente, giunse nella taverna del Grande Monte, scoprì che anche quel posto era pieno di dipinti. Incuriosito, sedette ad un tavolo libero e aspettò l’arrivo dell’oste.«Buongiorno, gentile signore. Come posso esservi utile?» chiese quest’ultimo.«Un po’ di acqua e due informazioni possono andar bene, signor oste» rispose il saggio.«Chiedete pure e, se ne sarò in grado, darò tutte le risposte di cui avete bisogno». Il vecchio, rassicurato dalle parole dell’oste chiese:«Innanzi tutto vorrei sapere perché tutti, in questo paese, hanno di-pinti alle pareti. E poi, visto che sta per scendere la sera, vorrei anche sapere se avete una camera per un povero viandante».L’oste versò dell’acqua nel bicchiere del saggio e ordinò ad una gio-vane cameriera di andare a preparare una camera per l’uomo che stava servendo. E poi spiegò al vecchio saggio che i dipinti erano molti, ma tutti ritraevano lo stesso paesaggio: il monte che dominava l’orizzonte a nord del paese.Il vecchio notò che, effettivamente, i quadri rappresentavano un grande monte, con la vetta un po’ appiattita. I fianchi del monte erano ripidi e ben definiti e solo lungo la valle si potevano vedere

Il paese dei quadri

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© 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson 153

– Il nostro gruppo ha saputo trovare delle soluzioni condivise e corrette.

– Il nostro gruppo ha fatto fatica a mettersi d’accordo sulla divisione in sequenze,

ma alla fi ne abbiamo trovato la soluzione.

– Il nostro gruppo non è riuscito a individuare la giusta divisione in sequenze.

Analisi:

Segnare le affermazioni vere.

Nel brano sono presenti sequenze narrative

Nel brano sono presenti sequenze dialogiche

Nel brano sono presenti sequenze descrittive

Nel brano sono presenti sequenze rifl essive

DIVIDI IN SEQUENZE

SCHEDA 2.3.7

degli alberi. Oltre il monte, c’era il mare. In alcuni dipinti il mare era calmo, in altri si potevano osservare delle onde altissime. Alcuni paesaggi riproducevano una scena notturna, in altri il sole era alto nel cielo. Sempre, però, il monte sembrava rassicurare l’osservatore.«Come ho fatto a non pensarci prima!» pensò fra sé il vecchio sag-gio. «Gli abitanti di questo paese vivono nelle case, ma non vogliono rinunciare al paesaggio che li circonda. In questo modo ognuno è sia dentro che fuori dalla propria casa. E tutti possono godere della pace che questo monte ispira.»

Riflettiamo sul lavoro:

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172 © 2012, E. Pigliapoco e I. Sciapeconi, Percorsi di lettura con la LIM, Trento, Erickson

SCHEDA 2.4.10

Francesca era una scimmietta che viveva sugli alberi di una giungla insieme a una tribù di scimmie Fin da quando era nata aveva sempre fatto di tutto per attirare l’attenzione e avere l’affetto di chi le stava intorno L’importante per lei era sentirsi sempre ben voluta da tutti Cercava di essere gentile e affettuosa con tutta la tribù Quelle poche volte che non si sentiva la più amata perché magari la scimmia da cui voleva attenzioni era occupata nelle sue cose o aveva da fare con qualcuno Francesca si arrabbiava Un giorno la sua amica del cuore le chiese «Perché vuoi sempre essere al centro dell’attenzione»«Perché solo così mi sento importante e amata e allora sono felice» ri-spose lei«Fa’ come vuoi» disse l’amica «ma secondo me questo tuo modo di pen-sare ti crea problemi e fatiche inutili»«Ma no ti sbagli» ribatté subito Francesca Anche se dentro di sé pensava che la sua amica non aveva del tutto torto A volte infatti era faticoso es-sere sempre simpatica disponibile e sorridente con tutti A volte avrebbe voluto starsene tranquilla «Ma questo è il prezzo da pagare per essere amata e quindi felice» diceva tra sé e sé

La scimmietta Francesca

LETTURA ESPRESSIVA

Lavoro di gruppo:Confronta ora la tua punteggiatura con quella dei tuoi compagni di gruppo.

Per decidere quali segni sono corretti o meno, provate a rileggere il testo rispet-

tando la punteggiatura inserita.

Quando avrete deciso i segni giusti, ripassateli con il blu.

– Il nostro gruppo ha saputo trovare delle soluzioni condivise e corrette.

– Il nostro gruppo ha fatto fatica a mettersi d’accordo sulla punteggiatura, ma

alla fi ne abbiamo trovato la soluzione.

– Il nostro gruppo non è riuscito a individuare la giusta punteggiatura.

Leggi il testo in silenzio, poi ascolta la lettura alla LIM e inserisci la punteggiatura, dove serve, con la matita rossa.

Riflettiamo sul lavoro: