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AMICI DI GESU’ CROCIFISSO n. 77: febbraio 1999 “Voi siete miei Amici” Gv 15,14 Partecipare alla Passione di Gesù. “Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 16,24-25). “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,14). Per la comprensione - Il dolore è un grande mistero, anche per chi ha fede. Quante volte ci chiediamo il perché di certe prove! Un castigo? Una ingiustizia? Una fatalità? Una prova senza risposta? - Siamo abituati ad ascoltare i proclami, le promesse di coloro che vogliono farsi strada e attirare gente dietro a sé: promettono solo benessere, un paradiso in terra e spesso danno solo delusioni. - Gesù non vuole ingannare nessuno: “Siccome molta gente andava con lui” (Lc 14,25), egli afferma che la sua strada è stretta, è tutta in salita; porta alla croce, ma assicura che il dolore si cambierà in gioia, la morte diventerà vita. Anzi addita una meta anche più alta: partecipando alla sua croce, partecipiamo con Lui alla salvezza di tutto il mondo. - Per questo Gesù porta il suo esempio: prima di parlare delle nostre croci, parla della sua croce e ci fa capire che la nostra partecipazione alla sua croce ci rende capaci di partecipare anche ai suoi frutti. Rifletti - Essere discepolo di Gesù significa seguire i suoi insegnamenti e i suoi esempi. Gesù è il Crocifisso, che porta volontariamente la sua croce davanti a tutti: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24). Solo la croce ci fa veri discepoli di Gesù e ci unisce intimamente a Lui. - Non si può seguire Gesù, senza partecipare alla sua croce. Diceva S. Paolo: Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”, perché Egli “mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). Vediamo che i Santi quanto più crescevano nell’amore per Gesù, tanto più crescevano nell’amore per la croce. - La croce non è un castigo di Dio: fa parte della vita umana. E’ la croce quotidiana dell’esistenza, del dovere, della limitatezza della nostra natura umana. Ogni uomo, vuole o non vuole, è chiamato a portare la sua croce. La croce è sacrificio: senza sacrificio non si ottiene nulla nella vita. I mass media possono farci vedere una vita illusoria, fatta di sole rose: è un inganno che la realtà può portare alla disperazione. - Il dolore non è “il male”, è “un male”, che Dio può trasformare in bene, in grazia, come ha fatto con il Figlio suo. Contemplando il Crocifisso, possiamo capire il significato del dolore. Se fosse puro male, il Padre non lo avrebbe mai permesso nel suo Figlio. Per Gesù la croce, accettata volontariamente, è stata il trono della sua gloria e lo strumento della nostra salvezza: Cristo “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome ” “Fil 2, 8-9). - Gesù, per donarci la salvezza, ha bisogno della nostra cooperazione. Egli è il Redentore; ma ha voluto ai piedi della croce Maria, come “corredentrice”. Egli è la vittima, offerta al Padre per la nostra salvezza; ma vuole accanto a sé altre vittime, che completino “quello che manca ai suoi patimenti”. Per sé noi non possiamo aggiungere nulla al valore redentivo della Passione di Cristo; ma noi formiamo con Lui un “corpo mistico”, siamo gli uni membri degli altri. Nella misura che cresciamo nell’amore e nella santità, cooperiamo alla salvezza di tutto il corpo. Con l’accettazione amorosa della croce, cooperiamo alla nostra salvezza e santificazione e alla salvezza dei fratelli. E’ il grande mistero della “comunione dei santi”. - Il Concilio ha chiarito che ogni cristiano è chiamato ad essere apostolo e quindi ogni sofferenza, fisica e morale, deve essere integrata nel mistero della sofferenza di Cristo, per la salvezza della anime. Oggi Cristo non può più soffrire nella sua carne, ma attende che io gli faccia dono delle mie sofferenze, per unirle ai meriti della sua Passione e offrile al Padre per la salvezza del mondo. Così la mia sofferenza diventa la sofferenza di Cristo e acquista un valore infinito, una fecondità universale. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

febbraio 1999

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n. 77: febbraio 1999 “Voi siete miei Amici” Gv 15,14 Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only. ECHI DELLA CONSACRAZIONE (continua) Generated by Foxit PDF Creator © Foxit Software http://www.foxitsoftware.com For evaluation only.

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AMICI DI GESU’ CROCIFISSO n. 77: febbraio 1999 “Voi siete miei Amici” Gv 15,14

Partecipare alla Passione di Gesù. “Allora Gesù disse ai suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà” (Mt 16,24-25). “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,14). Per la comprensione - Il dolore è un grande mistero, anche per chi ha fede. Quante volte ci chiediamo il perché di certe prove! Un castigo? Una ingiustizia? Una fatalità? Una prova senza risposta? - Siamo abituati ad ascoltare i proclami, le promesse di coloro che vogliono farsi strada e attirare gente dietro a sé: promettono solo benessere, un paradiso in terra e spesso danno solo delusioni. - Gesù non vuole ingannare nessuno: “Siccome molta gente andava con lui” (Lc 14,25), egli afferma che la sua strada è stretta, è tutta in salita; porta alla croce, ma assicura che il dolore si cambierà in gioia, la morte diventerà vita. Anzi addita una meta anche più alta: partecipando alla sua croce, partecipiamo con Lui alla salvezza di tutto il mondo. - Per questo Gesù porta il suo esempio: prima di parlare delle nostre croci, parla della sua croce e ci fa capire che la nostra partecipazione alla sua croce ci rende capaci di partecipare anche ai suoi frutti. Rifletti - Essere discepolo di Gesù significa seguire i suoi insegnamenti e i suoi esempi. Gesù è il Crocifisso, che porta volontariamente la sua croce davanti a tutti: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16, 24). Solo la croce ci fa veri discepoli di Gesù e ci unisce intimamente a Lui. - Non si può seguire Gesù, senza partecipare alla sua croce. Diceva S. Paolo: “Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”, perché Egli “mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20). Vediamo che i Santi quanto più crescevano nell’amore per Gesù, tanto più crescevano nell’amore per la croce. - La croce non è un castigo di Dio: fa parte della vita umana. E’ la croce quotidiana dell’esistenza, del dovere, della limitatezza della nostra natura umana. Ogni uomo, vuole o non vuole, è chiamato a portare la sua croce. La croce è sacrificio: senza sacrificio non si ottiene nulla nella vita. I mass media possono farci vedere una vita illusoria, fatta di sole rose: è un inganno che la realtà può portare alla disperazione. - Il dolore non è “il male”, è “un male”, che Dio può trasformare in bene, in grazia, come ha fatto con il Figlio suo. Contemplando il Crocifisso, possiamo capire il significato del dolore. Se fosse puro male, il Padre non lo avrebbe mai permesso nel suo Figlio. Per Gesù la croce, accettata volontariamente, è stata il trono della sua gloria e lo strumento della nostra salvezza: Cristo “umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome ” “Fil 2, 8-9). - Gesù, per donarci la salvezza, ha bisogno della nostra cooperazione. Egli è il Redentore; ma ha voluto ai piedi della croce Maria, come “corredentrice”. Egli è la vittima, offerta al Padre per la nostra salvezza; ma vuole accanto a sé altre vittime, che completino “quello che manca ai suoi patimenti”. Per sé noi non possiamo aggiungere nulla al valore redentivo della Passione di Cristo; ma noi formiamo con Lui un “corpo mistico”, siamo gli uni membri degli altri. Nella misura che cresciamo nell’amore e nella santità, cooperiamo alla salvezza di tutto il corpo. Con l’accettazione amorosa della croce, cooperiamo alla nostra salvezza e santificazione e alla salvezza dei fratelli. E’ il grande mistero della “comunione dei santi”. - Il Concilio ha chiarito che ogni cristiano è chiamato ad essere apostolo e quindi ogni sofferenza, fisica e morale, deve essere integrata nel mistero della sofferenza di Cristo, per la salvezza della anime. Oggi Cristo non può più soffrire nella sua carne, ma attende che io gli faccia dono delle mie sofferenze, per unirle ai meriti della sua Passione e offrile al Padre per la salvezza del mondo. Così la mia sofferenza diventa la sofferenza di Cristo e acquista un valore infinito, una fecondità universale.

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Confronta - Se vuoi capire e accettare umilmente le tue croci, cerca di approfondire la conoscenza e l’amore di Gesù Crocifisso: se contempli frequentemente Gesù Crocifisso, comprenderai che le tue croci sono poca cosa in confronto della sua. - Gesù ha accettato con amore la sua croce per noi. Offri continuamente al Padre le tue sofferenze, le tue prove quotidiane, in unione con la Passione di Gesù, per la salvezza dei fratelli. - Partecipa con amore alle prove e alle croce dei fratelli: è il modo più concreto e sincero di partecipare alla croce di Gesù.

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ECHI DELLA CONSACRAZIONE (continua)

Grazie, per questo cammino stupendo “Sono qui nella mia stanzetta di lavoro; è il mio luogo preferito, perché è qui che offro la mia giornata a Gesù. Ho un piccolo Crocifisso davanti alla mia macchina da cucire e mentre lavoro offro tutto. La mia piccola meditazione la faccio qui, quando il mio figlio è andato all’asilo e mio marito al lavoro. Per grazia di Gesù riesco a fare silenzio dentro di me. In questi giorni ho riflettuto molto sulla grazia grande che Gesù mi sta per donare con la consacrazione a Lui. Mi sento molto misera, ma voglio abbandonarmi alla sua volontà, perché credo molto a Lui, voglio imparare ad amare, a capire quanto mi ha amato e quanto ha sofferto per me. Nel mio piccolo, voglio ripagarlo con tutta la mia vita; tutto quello che mi capita ogni giorno glielo voglio offrire per AMORE. Sarò sempre una figlia imperfetta, ma voglio sforzarmi per Lui. Voglio capire quanto Gesù mi ha amato. Sono tanti anni che sono iscritta agli Amici, ma solo adesso ho capito e sperimentato che la Passione di Gesù è la porta per essere santi, la porta del Paradiso. Quando medito la Passione, vi confronto la mia vita: se Gesù si è umiliato tanto e ha taciuto davanti a chi lo accusava, anch’io mi dovrò umiliare; se Gesù ha accettato la volontà del Padre fino a morire per noi sulla croce, come faccio io a non accettare le piccole croci di ogni giorno? Sento che così Gesù mi guarisce dai miei difetti, dalle mie chiusure, dal mio carattere ostinato, specialmente nel rapporto con mio marito. Prima ero sempre l’ultima a cedere, ora ci chiediamo perdono insieme. E questo è bellissimo. Anche il rapporto con gli altri sta cambiando. Ho compreso che la cosa più importante è l’armonia e la pace di Gesù. Grazie, Gesù, per questo cammino degli Amici: è la cosa più stupenda che ci potevi donare”. Attrazione per l’Eucarestia “Trascorso già un anno dalla prima consacrazione, sento sempre più la grazia e la pace che il Signore mi ha dato anche nelle prove e vicende familiari. La tranquillità raggiunta è un grande dono che il Signore ha voluto farmi, sento sempre più l’attrazione per l’Eucarestia quotidiana; quando per lavoro non mi è possibile partecipare alla santa Messa, sento dentro di me che quella giornata non è completa, perché mi manca la gioia di ricevere il Signore. La Madonna, che io amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, mi ha aiutato a sperimentare la grazia del Signore, portandomi sempre più al suo Figlio Gesù. Rinnovare la consacrazione per un nuovo anno è un grande dono che ricevo dal Signore e dalla Famiglia Passionista, di cui sono felicissimo di fare parte”. L’Amico di Famiglia “Preparandomi a rinnovare la mia consacrazione, ritorno con il pensiero ai primi tempi del cammino nella spiritualità di Gesù Crocifisso. Pensare a Lui ogni istante e dirgli: ”Ti amo” era soave, ma era ancora poca cosa. Ora gli anni hanno maturato il “Ti amo” in vita concreta, che soffre per Amore, che sopporta per Amore, che ama per Amore, che chiede perdono per Amore, che gioisce e supplica il bene a tutti per Amore, che compie il dovere con semplicità per amore. L’Amore è Dio e Gesù Crocifisso è l’Amico di famiglia, l’Unico, di questa povera famiglia, in cui Dio mi ha voluto”. “Di chi hai paura?” Sono felicissima di essere sotto la protezione di Gesù Crocifisso e di invocarlo continuamente. E’ sempre nel mio cuore, non c’è momento della mia giornata che non gli rivolgo una preghiera, una invocazione. Qualche tempo fa mi sono desta di buon mattino ed ero disperata, pensando a tutti i problemi che dovevo affrontare durante la giornata. Mentre andavo in cucina a preparare la colazione a mio marito, ho sentito venire su dal cuore una voce che mi diceva: “Di chi hai paura? Ci sono io con te”. Mi sembrava di destarmi da un sogno. Era Gesù che me lo diceva! Ed ora ogni volta che ho qualche problema mi ripeto questa frase e ho la certezza che Gesù Crocifisso mi è sempre vicino e mi assiste in ogni problema e preoccupazione”. C’è un uomo sulla croce “Ringrazio Gesù Crocifisso che mi concede di poter rinnovare la mia consacrazione. Sono stata sempre sensibile verso Gesù e le sue sofferenze, specialmente nel tempo di Quaresima. Sento forte quanto Gesù dice: “Ho cercato uno che mi consolasse e non l’ho trovato”. Mi tocca il cuore il pensiero che Gesù

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cerca qualcuno che gli stia vicino. Partecipando agli incontri degli Amici, capisco quando Gesù mi ama e come mi attiri a sé. Ho trovato in Gesù un vero e grande amico, in cui posso sfogarmi e affidarmi e conversare a lungo, perché mi ascolta e ha compassione e misericordia. Ho messo nella mia camera una sua grande immagine e tutte le sere la saluto e la contemplo con amore. “Gesù caro, ti prego, metti sulla mia bocca parole di amore”. Non mi stancherei mai di parlare di Gesù. Il mio desiderio è che tutti gli uomini si avvicinino a Lui e riconoscano che Gesù ha dato la vita per amore. Non nascondo quanta gioia sento di fare parte del cammino degli Amici. Vorrei terminare, riportando una lettura che mi ha colpito tanto: “Ero uscito di casa, per saziarmi di sole e trovai un uomo che si dibatteva nel dolore della crocifissione. Mi fermai e gli dissi: “Permettimi che io ti aiuti a staccarti dalla croce”. Ma Lui rispose: “Lasciami dove sono; lasciami i chiodi nelle mie mani e nei miei piedi, le spine intorno al capo, la lancia nel cuore. Io da solo non scendo dalla croce, fino a quando sopra vi spasimano i miei fratelli, fino a quando per staccarmi non si uniranno tutti gli uomini “. Gli dissi: “Che cosa vuoi che io faccia per te””. Mi rispose: “Va per il mondo e dì a tutti coloro che incontrerai che c’è un uomo inchiodato sulla croce”. Portare la croce con Gesù “Mentre mi preparo a rinnovare la mia consacrazione a Gesù Crocifisso, desidero dire qualcosa della prima consacrazione. Facevo parte degli Amici da diversi anni e a un certo punto mi accorsi che non mi bastava più essere chiamata Amica di Gesù Crocifisso; desideravo che diventasse qualcosa di più impegnativo. Quando ci parlasti della consacrazione solenne, non potrai mai capire quale grande gioia provai; ma sembrava che non arrivasse mai. Purtroppo quando arrivò il giorno, stavo tanto male; per il dispiacere di non poter fare la consacrazione mi sentivo morire. Ma Gesù Crocifisso, che mi ama tanto, non volle lasciarmi nel dolore e mi diede tanta forza per venire all’incontro. Ricordo benissimo che quando presi tra le mani il Crocifisso, lo strinsi fortemente a me e provai una gioia indescrivibile. In quel momento non avevo da offrirgli che la mia sofferenza, il mio grande amore e la promessa di fare tutto il possibile per farlo conoscere e amare da tutti. E’ seguito un anno di prove fisiche e morali; Ma queste prove mi hanno fatto capire che Gesù mi ama di più, perché ha voluto che portassi la croce insieme a Lui”. Spero dei non deluderlo mai “Con immensa gratitudine per tutte le volte che mi sei stato vicino, aiutandomi a superare prove e difficoltà, ti chiedo di poter rinnovare la consacrazione. Non posso nascondere le prove e le effettive debolezze, ma tanto meno posso nascondere la grande gioia e la fortuna che ho nel poter vivere con un “amico” accanto, sempre pronto a sollevarmi. So di non poter fare mai abbastanza, per contraccambiare l’immenso dono che il Signore mi ha fatto, ma credo di poter coronare l’opera già iniziata da Gesù su di me, in questa via intrapresa. E’ grazie a questo cammino degli Amici di Gesù Crocifisso e in particolare alla consacrazione, se mi sono realmente resa conto della grazia ricevuta e del fatto che il Signore mi ha salvata dalla morte terrena, per potermi salvare spiritualmente. Spero di non deluderlo mai e di riuscire ad essere fedele alla mia promessa, facendo della mia vita un continuo atto di amore”. Gesù Crocifisso mi è sempre vicino “Non so se sono degna di chiedere la consacrazione passionista, però sono convinta che sarà per me un altro spunto di partenza, per vivere con più amore il mio cammino spirituale. Certo i momenti di scoraggiamento non mancano, ma sono attualmente convinta che Gesù Crocifisso mi è sempre vicino e mi dà la forza necessaria per affrontare le mie difficoltà. Ecco perché sento la necessità di impegnarmi con tutta umiltà a conoscerlo di più, a ringraziarlo e lodarlo per i frutti che ha portato nella mia casa. So che non sarà facile mantenere ciò che prometterò, ma ti assicuro che farò di tutto per impegnarmi a vivere con fedeltà il mio cammino spirituale”. Grazie, per la Famiglia Passionista “Quando mi sono iscritto agli Amici di G.C. non comprendevo che Gesù mi amasse tanto da dare la vita per me. Grazie, Gesù, che mi hai fatto conoscere questo movimento, questa famiglia, che è la Famiglia Passionista. Quando andiamo agli incontri di preghiera e meditiamo la Parola di Dio, mi viene da pensare che se non ci fosse la croce, la vita sarebbe stata molto triste. La preghiera mi aiuta a vedere molte

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cose, con la luce dello Spirito Santo, che prima non vedevo. Gesù Crocifisso sia la nostra luce e la nostra guida in questo cammino di fede”. Vivo nella gioia “La Famiglia Passionista mi ha insegnato che la croce è Amore: da quel giorno vivo nella gioia, pur dovendo affrontare molte prove, anche dolorose. Si avvera la parola di Gesù: “Perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”. Sono felice, fiera, di poter entrare a far pare della Famiglia Passionista, sperimentare, vivere, approfondire l’amicizia con Gesù Crocifisso, che ha dato la vita per me. Maria, Madre di Gesù e Madre mia, fa’ che il mio sguardo incontri Te e Gesù: contemplandoti nel silenzio della passione, aiutami ad amare Te, che mi sei veramente Madre, per servire i fratelli, per amore di Gesù”. L’Amore Misericordioso “Se volete essere perfetti, seguitemi”. La sequela non può esse disgiunta dalla via del Calvario, la via dell’Amore Misericordioso. Imparare ad amare è ciò di cui ho bisogno, perché solo l’amore mi avvicina a Gesù per imitarlo. Gesù Crocifisso è l’icona dell’Amore; solo contemplando la croce e vivendo la sua passione potrò dirmi cristiana. Per questo desidero vivere la spiritualità passionista, per ricevere forza e aiuto nel cammino di conversione”. Da pulcino impaurito alla scoperta dell’amore “Due anni fa venivo accolta nella Fraternità degli Amici di G. C.. Ti ricordi che pulcino impaurito che ero? Impaurito dalla vita e da quella stessa croce, che tu mi invitavi a contemplare ed amare. Riconosco che, ancor prima di conoscere gli “Amici”, la Grazia mi ha sostenuto e aiutato , infondendomi un profondo desiderio di pregare, che realizzavo soprattutto con la lettura della Bibbia. Percorrevo così le tappe della storia della salvezza, ma ogni volta che giungevo alla Croce, presa dall’angoscia, non riuscivo a soffermarmi su di essa, preferendo passare all’immagine più rassicurante della Risurrezione. In questi due anni mi hai incoraggiata a pormi ai piedi della croce di Cristo, per lasciarmi semplicemente assorbire dal suo amore; così, piano piano, ho scoperto accanto allo scandalo della croce, la sua bellezza e il suo significato. Ho visto nella croce di Gesù l’amore dell’Uomo Dio, che ha scelto di “domiciliarsi” là dove l’uomo di ogni tempo avrebbe potuto trovarlo: inchiodato a un pezzo di legno. Trovare Dio sulla croce incoraggia l’uomo a non fuggirla, ma a salirvi sopra, per scoprire una nuova prospettiva dalla quale guardare all’esistenza. Secondo questa nuova ottica ogni sofferenza può essere considerata come una duplice grazia: primo perché nella mondanità illusoria e menzognera in cui siamo immersi la croce rappresenta la più grande possibilità che l’uomo ha di incontrare, riconoscere e amare la verità; secondo perché considerata la tendenza egoistica ad affermare noi stessi sugli altri, la croce diventa “l’elettroshock” che ci riporta all’unica dimensione che ci può rendere felici: quella dell’amore fraterno. Ecco perché oggi sono felice di consacrarmi a Gesù Crocifisso, perché so che è Lui la “pietra filosofale”, che trasforma ogni dolore in prova o pegno di amore. Dal Crocifisso conto di ricevere la forza per realizzare ogni giorno il dolce imperativo “AMA!”, che anche tu tante volte hai la pazienza di ripetermi. Gesù, confido nel tuo amore. Grazie, per il dono che mi fai.

NOTIZIE

Ritiri mensili per gli AMICI: - 07 marzo; 11 aprile; 09 maggio; 06 giugno: Consacrazione Solenne. - Auguri a Paola Muzi e Paola Barbabella, amiche di G. C.: l’otto dicembre si sono consacrate con i voti perpetui nella Fraternità Francescana di Casa Betania. - Ricordiamo al Signore Raccosta Giovanni di Morrovalle: l’otto gennaio ha raggiunto la casa del Padre, poco dopo aver rinnovato in ospedale la sua consacrazione a Gesù Crocifisso. - Ringrazio per le offerte inviate per le spese di stampa.

P. Alberto Pierangioli

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