Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

Embed Size (px)

Citation preview

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    1/42

    I principi contabili internazionali e le fonti del diritto(pluralismo giuridico, diritto riflessivo e governancenel modello europeo) (*)

    SOMMARIO: 1. Le tre metodologie di rilevazione dei principi contabili. 2. I principicontabili internazionali dello IASB e il problema della legittimazione a monte del lororecepimento nellUnione Europea. 3. La legittimazione degli IAS/IFRS a valle delloro recepimento nellUnione Europea. 4. La svolta europea verso la teoria dellagovernance anche nella produzione delle norme giuridiche (comitatologia, transna-

    zionalismo privato e diritto dei conflitti). 5. I problemi di applicazione degli IAS/IFRSnegli ordinamenti nazionali. I conflitti formali. 6. (Segue) I conflitti sostanziali.

    1. Le tre metodologie di rilevazione dei principi contabili. Parlare dei principi contabili internazionali come fonti private deldiritto esige che si identifichi chiaramente il fenomeno al quale si intendefare riferimento. Di principi contabili (1) in generale, infatti, si pudiscutere almeno sotto tre profili: a. i principi contabili possono identifi-

    (*) Relazione, ampliata e corredata di note, tenuta al Convegno di Catania del 21/22settembre 2007 su Le fonti private del diritto commerciale e destinata agli Studi in onoredi Francesco Capriglione.

    (1) Sulla natura giuridica dei principi contabili cfr. in vario senso: B. LIBONATI, Larevisione volontaria: effetti, in Giur. comm., 1979, I, 642; G. TOMASIN, I principi contabili inItalia, in Riv. dott. comm., 1982, 1 ss.; G.E. COLOMBO, Bilancio desercizio, disciplina legalee principi contabili, in Atti del Convegno organizzato dallOrdine dei dottori commercialisti diSalerno, Milano, 1984, 17; ID., Il bilancio desercizio, in Trattato delle societ per azionidiretto da Colombo e Portale, 7/1, Torino, 1994, 207 ss.; S. FORTUNATO, La certificazione delbilancio. Profili giuridici, Napoli, 1985, 188 ss. e 234 ss.; ID., Bilancio e contabilit dimpresain Europa, Bari, 1993, 180 ss.; ID., I principi contabili nellordinamento giuridico italiano, inContabilit, finanza e controllo, 2001, 555 ss.; M. BUSSOLETTI, Le societ di revisione, Milano,1985, 98; ID., La nuova disciplina dei bilanci, Torino, 1993, 88; M. MANCIN, Principicontabili: norme di comportamento per la redazione del bilancio di esercizio in bilico tra

    tecnica e diritto, in Studium Oeconomiae, 2000, 915 ss.; VERNA, I principi contabili: normetecniche dintegrazione e dinterpretazione della legge, in Giur. comm., 2000, I, 147 ss.; P.SFAMENI, Le fonti della disciplina del bilancio delle societ, in L.A. BIANCHI (a cura di), Ladisciplina giuridica del bilancio di esercizio, Milano, 2001, 3 ss.; G. RACUGNO, Lordinamentocontabile delle imprese, in Trattato di diritto commerciale diretto da V. Buonocore, I/5,Torino, 2002, 5 ss.; LOLLI, La nota integrativa nel bilancio desercizio delle SpA, Milano,2003, 109 ss.; M. CARATOZZOLO, Principi contabili internazionali (dir. comm. e trib.), in Enc.dir., Annali I, Milano, 2007, 909 ss.; M. VENUTI, Il bilancio di esercizio fino agli IFRS, Milano,2006, 208 ss.; G. SCOGNAMIGLIO, La ricezione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS edil sistema delle fonti del diritto contabile, in AA.VV., IAS/IFRS. La modernizzazione del dirittocontabile in Italia, Milano, 2007, 30 ss.; E. BOCCHINI, Diritto della contabilit delle imprese,

    1/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    2/42

    carsi, innanzitutto, nelle regole dellarte (ovviamente si tratta dellarteragionieristica e/o aziendalistica) che esistono allo stato diffuso e nonformalizzato; b. possono individuarsi altres in raccolte scritte, di inizia-tiva privata e senza alcun riconoscimento ufficiale da parte dellordina-

    mento statale, costituendo peraltro e spesso un utile sforzo di formalizza-zione e standardizzazione delle regole dellarte; c. possono individuarsi,infine, in raccolte scritte di standard ad opera di specifiche organizza-zioni (pubbliche o private) che lordinamento riconosce come espressa-mente deputate a svolgere una tale attivit di regolamentazione.

    a. A regole dellarte non formalizzate fanno riferimento, per esempio,alcune clausole generali presenti nella disciplina civilistica del nostroordinamento, come lart. 2219 (secondo cui le scritture contabili devonoessere tenute in base alle norme di unordinata contabilit), o ancoralart. 2217 o lart. 2423 (che impongono rispettivamente i principi di

    evidenza e verit ovvero i principi di chiarezza, verit e correttezzanella rappresentazione della situazione patrimoniale-finanziaria ed econo-mica della societ). Da tempo la dottrina ha avuto modo di chiarire che taliclausole si sostanziano in concetti o precetti giuridici a contenuto inde-terminato, ma che sono destinati a specificarsi proprio per effetto di un(implicito) rinvio a regole determinate, frutto di una elaborazione tecni-co-professionale, esistenti allo stato diffuso nella realt sociale. Insommaper effetto di tali clausole le regole tecniche, non necessariamente scrittein un corpus organico od autonomo, di un determinato ambito profes-sionale si giuridicizzano, acquisiscono cio portata vincolante al di fuoridellambito puramente tecnico e si impongono a tutti i soggetti dellordi-namento giuridico. Tali principi contabili non hanno natura di consuetu-dine in senso proprio, istituto che presuppone da un canto lelementoideale dellopinio iuris e daltro canto lelemento materiale del fatto reite-rato. La vincolativit del principio contabile non discende dalla reitera-zione del comportamento ma dalla sua correttezza secondo i canoni dellascienza di riferimento; il principio contabile nasce gi come dover essere,come un dato deontologico che si impone non per la reiterazione ma perlautorevolezza della fonte di riferimento.

    Ovviamente molte regole tecniche possono aver subto un processo digiuridicizzazione pi diretto, nel senso che sono state tradotte in norme

    giuridiche scritte, ed in tal caso non potr che prevalere la regola scrittadivenuta legge o regolamento (2). ci che accade nel nostro ordinamento

    1. Scritture contabili, 3a ed., Torino, 2008, 20 ss.; L. DE ANGELIS, Elementi di diritto contabile,Milano, 2008, 40 ss.

    (2) E. BOCCHINI, (nt. 1), 17 ss. distingue tra fonti dirette e fonti indirette del dirittocontabile, assegnando a queste ultime anche i principi contabili (alla distinzione sembranoaderire Racugno e Sfameni). Ritengo, tuttavia, che direttive comunitarie e principi contabilinon si pongano sullo stesso piano delle raccomandazioni delle Autorit (come la Consob),

    2/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    3/42

    per la maggior parte delle regole che presiedono alla formazione dei cd.bilanci comunitari, i bilanci redatti cio in conformit alle regole civilisti-che dettate in attuazione delle direttive contabili comunitarie: si pensi aiprincipi di redazione (art. 2423-bis), o si pensi alle regole di struttura e di

    valutazione (artt. 2423-ter/2426) che gi implicano il normale rispettodella chiarezza e della verit. Qui i principi contabili, intesi comeregole dellarte, possono svolgere un ruolo interpretativo di termini edespressioni tecniche non altrimenti definite in sede legislativa, quali costodacquisto, ratei e risconti, etc. In via eccezionale secondo il nostrosistema di diritto comune possono anche svolgere un ruolo integrativodettando lintera regola applicabile al caso di specie, prevedendo lo stessolegislatore lobbligo di disapplicare le regole legislative ove nel concretoincompatibili con la rappresentazione veritiera e corretta (art. 2423,co. 4) (3). Ampio spazio invece da riconoscersi ai principi contabili cos

    delle circolari e risoluzioni ministeriali, delle risoluzioni degli ordini professionali e delledecisioni della giurisprudenza. Direttive e principi contabili costituiscono vere e proprienorme giuridiche, a prescindere dalla natura tecnica o meno del precetto. Le altre fonticostituiscono semmai pareri, opinioni o anche decisioni relative al singolo caso, utili in sededi ricostruzione della norma giuridica applicabile. Anche M. CARATOZZOLO, (nt. 1), 913esclude che queste ultime possano considerarsi fonti in senso stretto e sia pure indirette deldiritto contabile.

    (3) M. CARATOZZOLO, Il bilancio desercizio, 2 ed., Milano 2006, 142 parla, in questaipotesi, di funzione sostitutiva e non meramente integrativa dei principi contabili rispettoalle norme di legge (e vedi anche ID., (nt. 1), 913). Peraltro il chiaro Autore conclude (162 s.)accogliendo la classificazione gi da me proposta nellopera del 1985 (S. FORTUNATO, Lacertificazione, (nt. 1), 189 ss.), ove sottolineavo che il rapporto fra principi contabili e normedi legge talvolta un rapporto di identit, perch la disposizione legislativa ha finito perrecepire il principio contabile elaborato dalla tecnica; talaltra un rapporto circolare, in cuienunciato normativo e definizione tecnica si chiariscono vicendevolmente cos restandonellambito dellinterpretazione della legge; ma spesso un rapporto di integrazione, poich,pur nei limiti segnati dalle disposizioni legali e di compatibilit soprattutto con lindividuatafunzione del bilancio di esercizio, lintero principio contabile applicabile ricavato dallaelaborazione della tecnica. Mette in dubbio questa tripartizione E. BOCCHINI, (nt. 1), 24-28.Lillustre Autore ritiene che il fenomeno delle clausole generali non dia luogo ad integrazionedella legge, in quanto esse contengono un rinvio alla fonte indiretta che viene in tal modogiuridicizzata, con la conseguenza che la clausola generale oggetto di mera interpretazionee non gi di integrazione. La riprova si coglierebbe nella circostanza che la giuridicizzazionesi attua pur sempre nei limiti di compatibilit della regola tecnica con lintero sistemalegislativo. Concordo con losservazione che tutto appartiene al processo interpretativo (insenso ampio), ma anche vero che sul piano dommatico lanalogia che pure appartiene allateoria dellinterpretazione si distingue dallinterpretazione in senso stretto proprio in

    quanto strumento legale di integrazione del dettato legislativo. Mi sembra allora che anche leclausole generali possano ascriversi senza identificarsi con lanalogia al novero deglistrumenti legali mediante i quali lordinamento integra il proprio sistema normativo, sussu-mendo una regola tecnica o una regola sociale interamente elaborata in ordinamentidiversi da quello legislativo. Una cosa attribuire significato allespressione costo dacquistodirettamente utilizzata dalla regola legale, ricorrendo allora allausilio interpretativo dellenozioni elaborate in sede tecnica; altra cosa applicare il metodo finanziario o il metodopatrimoniale alla contabilizzazione di una operazione di leasing, in eventuale assenza di ognispecifica disciplina legale della fattispecie, poich lintera regola applicabile allora ricavatadalla regola tecnica. Il che non impedisce il vaglio di legalit di quella regola tecnica, equindi di compatibilit, alla luce delle finalit e dei valori dellintero sistema normativo.

    3/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    4/42

    intesi nella tenuta della contabilit, sin dalla fase di rilevazione e registra-zione degli eventi di gestione, nella predisposizione ad esempio di un pianodei conti, su cui il legislatore non ha dettato norme esplicite se non quelleche discendono come vincolo implicito nella possibilit di ricostruire i

    passaggi che portano ai conti di bilancio; o anche secondo alcuni, manon anche secondo la mia opinione nella redazione di taluni prospetti dibilancio, come il rendiconto finanziario quando esso possa e debba rite-nersi imposto dallobbligo di fornire informazioni complementari neces-sarie allo scopo della rappresentazione veritiera e corretta (art. 2423, co.3); o ancora nella redazione dei cd. bilanci straordinari per i quali mancanospesso indicazioni legali sia di struttura che di criteri valutativi.

    Sempre comunque quei principi non potrebbero essere contra legem,non potrebbero cio trovare applicazione ove non fossero congrui alloscopo voluto e definito dal sistema legislativo (4).

    b. V poi una seconda accezione in cui si discute pur sempre diprincipi contabili. Nella prassi di molti ordinamenti si venuta consoli-dando unopera di rilevazione e standardizzazione dei principi conta-bili, attraverso la formulazione scritta degli stessi ad opera di organismiprofessionali di rilevanza nazionale e spesso internazionale ed anche dicarattere non-governamentale, opera che si tradotta nella raccolta scrittadi un corpus pi o meno organico di regole tecniche per la redazione delbilancio desercizio (o financial statements, secondo la terminologia anglo-sassone). Nellordinamento italiano tale opera stata compiuta da unaapposita Commissione istituita dai Consigli Nazionali dei Dottori Commer-cialisti e dei Ragionieri con la produzione di 31 documenti; proseguita dal2003 su iniziativa del nuovo standard setter denominato OIC-OrganismoItaliano di Contabilit con la produzione di ulteriori documenti e ladegua-mento dei precedenti.

    Raccolte scritte di principi contabili, peraltro, esistono anche in altriordinamenti ad opera di organismi professionali privati ovvero ad opera diorganismi pubblici. Quanto ai primi si pensi alla tecnica utilizzata nelmondo anglosassone, che d prevalenza allapproccio professionale nelladisciplina della materia, e ove si parla di principi contabili generalmenteaccettati GAAP-Generally Accepted Accounting Principles), identificatiperlopi in quelle raccolte che abbiano conseguito un sostanziale autore-

    vole sostegno, come in concreto e quanto agli USA i FAS-FinancialAccounting Standards approvati dal Fasb, che lo standard setter dellaprofessione contabile americana cui rinvia la SEC(5). Quanto ai secondi sipensi ai modelli di regolamentazione adottati dalla Francia e dalla Spagna,

    (4) Ben sintetizza gli esiti del dibattito sui principi contabili, che ha conosciutoeccessi determinati da amor di polemica, G.E. COLOMBO, Il bilancio desercizio, (nt. 1), 207 ss.

    (5) Sul concetto di generale accettazione vedi M. CARATOZZOLO, (nt. 1), 910.

    4/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    5/42

    i cui standard setter sono organismi di diritto pubblico dotati di vero eproprio potere regolamentare nella elaborazione dei piani contabili disettore e dunque nel processo di standardizzazione dei principi contabi-li (6). Sul piano internazionale ci si pu riferire alla commissione ufficiale

    istituita presso lONU o anche a quella istituita presso lOCSE, con ilcompito di emanare principi contabili per le societ transnazionali; oallopera compiuta dallo IASB (che ha pur sempre natura privata) conlemanazione degli IAS/IFRS.

    La portata giuridica di tali standard nei singoli ordinamenti nazionali comunque molto disomogenea.

    La natura pubblicistica dello standard setter prelude perlopi allat-tribuzione al medesimo organismo di un ufficiale potere regolamentaredella materia, subordinato certo alla fonte legislativa primaria ma dotatocomunque di autorit normativa che si impone ad eventuali e contrastanti

    regole dellarte autorevolmente sostenute dalla tecnica. Le norme rece-pite nei piani contabili professionali o di settore (come in Francia e inSpagna) sono certo subordinate alle norme legificate in materia, peresempio nel codice di commercio, ma sovraordinate a principi eventual-mente contrastanti elaborati dalla scienza ragionieristica o aziendale. Pe-raltro, la natura pubblicistica dello standard setter non sempre si accom-pagna allattribuzione di un potere regolamentare, come avviene per leregole elaborate in sede ONU od OCSE, standard che mantengono ilcarattere di una mera (sia pure autorevole) raccomandazione che nonimpegna gli Stati a recepire quelle regole nei propri ordinamenti.

    La natura privatistica dellorganismo, a sua volta, non implica neces-

    sariamente irrilevanza giuridica (id est: irrilevanza per lordinamento sta-tale) dei principi contabili cos raccolti e standardizzati. Si pensi a quanto accaduto proprio per gli IAS/IFRS nellambito dellUnione Europea edegli Stati membri: il riconoscimento che essi conseguono attraverso ilprocesso di omologazione comunitaria ne determina lautomatica effica-cia giuridica nei singoli ordinamenti nazionali limitatamente a determinatisoggetti e a determinati documenti contabili (ad esempio, societ quotate ebilanci consolidati), con lobbligo allora di disapplicare eventuali normelegislative che pur continueranno ad applicarsi ad altri soggetti e/o ad altridocumenti contabili (ad esempio societ non quotate e bilancio deserci-zio).

    Ancora differente la vicenda dei GAAP americani, principi contabiligeneralmente accettati stabiliti da organismi privati (i pi autorevoli sono

    (6) Parzialmente diversa la vicenda dei principi di revisione che toccano pi da vicinoil tema della responsabilit del revisore e fissano in concreto i comportamenti che integranola sua diligenza. Qui i pubblici poteri sembrano meno propensi alla delega normativa,come dimostra la vicenda del Sarbanes Oxley Act e da noi la recente legge di tutela delrisparmio, su cui vedi infra la nota 8.

    5/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    6/42

    allo stato quelli elaborati dal FASB (7)) e che sono resi vincolanti nondirettamente da una norma di legge, poich il Congresso americano nonintende legiferare in materia e preferisce demandare alla SECil compito diindividuare per le societ registrate presso la stessa Autorit ai fini dei

    Securities Act 1933-34 i principi contabili che devono essere seguitinella redazione dei financial statement che devono essere resi pubblici.Conseguentemente la SEC ha disposto di accettare documenti redatti inbase a principi che ottengano a substantial authoritative support. Nellapratica essi coincidono con quelli elaborati dal FASB, ma sussiste una sortadi gerarchia di tali fonti che definita House of GAAP (8) e v chicomputa sino ad otto fonti di principi contabili generalmente accettati (9).

    Ove, tuttavia, non sia rintracciabile nellordinamento un espressorinvio a principi contabili standardizzati da un determinato organismo(professionale), il principio formulato e raccolto da tali organismi non pu

    avere alcuna automatica rilevanza giuridica, perch di esso occorrer in

    (7) Linformazione contabile e finanziaria resa dal settore pubblico, governi statali elocali, regolata da un organismo federale, il GASB (Governmental Accounting StandardsBoard) creato nel 1984.

    (8) Lespressione deriva da un articolo di S. RUBIN, The House of GAAP, in Journal ofAccountancy, June 1984, 122-128, il quale disegnava la gerarchia di tali fonti, dalle piautorevoli alle meno autorevoli, come una sorta di casa a 4 piani (o livelli). Secondo pirecenti proposte (D. SAUTER, Remodeling the House of GAAP, in Journal of Accountancy , July1991, 30-37; A. P. FITZSIMONS-M. H. LEVINE, A Roadmap Through GAAP, in The Practical

    Accountant, May 1993, 47) sono individuabili cinque livelli di autorevolezza: Categoria A)Costituisce il pi alto livello di autorevolezza dei GAAP: FASB Statements of Financial

    Accounting Standards (SFAS); FASB Interpretations (FIN) che modificano, estendono, chia-riscono ed interpretano SFAS, AICPA Accounting Principles Board Opinions e AccountingResearch Bulletins esistenti; AICPA Opinions e le loro Interpretations non abrogate; AICPA

    Accounting Research Bulletins non ancora abrogate; Categoria B) Vi ricadono le statuizionidi organismi, composti da esperti contabili, che dibattono e analizzano pubblicamenteargomenti contabili al fine di determinare principi contabili o descrivere prassi contabiliesistenti che siano generalmente accettati e approvati da Fasb e GASB e siano stati diffusi perun pubblico comment: FASB Technical Bulletins (TB); AICPA Industry Audit and AccountingGuides; AICPA Statements of Position (SOP); Categoria C) Ricomprende statuizioni diorganismi, composti da esperti contabili, organizzati dal FASB per discutere e dibatteretematiche contabili in forum pubblici, al fine di interpretare e determinare principi contabilio descrivere prassi contabili esistenti che siano generalmente accettati: FASB Emerging IssuesTask Force (EITF) consensus position; AICPA Practice Bulletins approvati dal FASB; Cate-

    goria D) Se un trattamento contabile non specificato in una delle fonti dei tre livelli cheprecedono, il redattore pu prendere in considerazione altra letteratura contabile; ladegua-

    tezza della fonte dipende dalla sua rilevanza nelle circostanze particolari, dalla specificit dellaguida e dal generale riconoscimento dellautore come autorevole: AICPA Accounting Inter-pretations; FASB Implementation Guides in Q and A format; Uncleared AICPA Statements ofPosition and Industry Audit and Accounting Guides; Industry practices che sono largamentericonosciute e prevalenti; Categoria E) Quando un principio contabile generalmente accettatonon rinvenibile nelle fonti del 4 livelli che precedono, il revisore ( independent auditor) puutilizzare altre fonti che siano ritenute rilevanti: FASB Financial Accounting Concepts (CON);

    AICPA Accounting Principles Board Statements; AICPA Issues Papers; Pronouncements dialtre associazioni professionali o agenzie di regolazione; AICPA Technical Practice Aids;

    Accounting textbooks, handbooks and articles.(9) Cos E. BOCCHINI, (nt. 1), 47.

    6/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    7/42

    concreto verificare non solo la compatibilit con le norme legali e con lefinalit legislativamente assegnate al bilancio, ma anche la conformit aiprecetti tecnici della scienza ragionieristica e aziendale, insomma alleregole diffuse dellarte (10). La circostanza che il processo di standardizza-

    zione sia stato compiuto da un organismo professionale autorevole pucreare sul piano giuridico una presunzione semplice di conformit alleregole dellarte (oltre che di compatibilit con le norme e le finalit legalidel bilancio), ma ci non esclude che lAutorit Giudiziaria abbia ilpotere-dovere di verificare la correttezza sul piano tecnico della regolanon legificata soprattutto in caso di contestazione e che possa altresritenere legittimamente applicabile un principio alternativo non standar-dizzato da quel determinato organismo professionale (11).

    (10) quanto si esprime secondo alcuni Autori nel duplice controllo di corret-

    tezza dei principi contabili, sul piano tecnico e sul piano strettamente giuridico. La corret-tezza tecnica discende dallautorevole sostegno della dottrina ragionieristica ed aziendale ci che a mio avviso coincide con la nozione e individuazione del principio contabile qualeregola dellarte ; la correttezza giuridica discende dalla conformit ai principi giuridici equantomeno alla finalit legislativamente definita o enucleabile, sottesi allobbligo di reda-zione del bilancio. Cfr. per tutti P. SFAMENI, (nt. 1), 21 ss. ove ulteriori riferimenti.

    (11) In questa prospettiva, i principi formalizzati e raccolti dai Consigli Nazionali deiDottori Commercialisti e dei Ragionieri e oggi dallOIC costituiscono indubbiamente unim-portante guida o, come ha detto la Consob in sue Comunicazioni, punto di riferimento perla redazione del bilancio comunitario, ma non pu ritenersi che ad essi il legislatore abbiainteso attribuire il monopolio della formulazione dei corretti principi contabili (Cfr.Comunicazione Consob 1 marzo 1994, n. 94001604, che ha sostituito la precedente Comu-nicazione 8 aprile 1982, n. 1079). Deve ricordarsi che in passato, negli anni Ottanta del secoloscorso, sia il settore delle Partecipazioni Statali sia lAssonime avevano formalizzato com-pendi di principi contabili spesso difformi da quelli raccolti dai Consigli nazionali dei DottoriCommercialisti e dei Ragionieri. Non mi consta che attualmente sussistano compendi alter-nativi a quelli dei Commercialisti-OIC. Quanto allespressione corretti principi contabili, siricorder che essa era stata adottata dal legislatore con lintroduzione della revisione ecertificazione obbligatoria del bilancio delle societ quotate nellart. 4 dpr n. 136/1975, ilquale disponeva: La societ di revisione, se il bilancio e il conto dei profitti e delle perditecorrispondono alle risultanze delle scritture contabili e degli accertamenti fatti, sono conformialle norme per la redazione e il contenuto del bilancio e del conto dei profitti e delle perditee se i fatti di gestione sono esattamente rilevati nelle scritture predette, secondo corretti

    principi contabili, ne rilascia certificazione. La norma veniva successivamente modificatadallart. 23 d.lgs. n. 127/1991 sostanzialmente con leliminazione dellespressione riportata incorsivo; e da ultimo il dpr n. 136/75 stato integralmente sostituito con la riformadellintermediazione finanziaria dal d.lgs. n. 58/1998 (Tuf), che si limita a chiedere per ilrilascio del giudizio del revisore che il bilancio desercizio e il bilancio consolidato sianoconformi alle norme che ne disciplinano i criteri di redazione (e vedi anche per il diritto

    comune lart. 2409-ter). opinione dominante che leliminazione dellinciso riferito aicorretti principi contabili non ha eliminato dal sistema il rilievo giuridico degli stessi inquanto regole dellarte. Diverso problema il rilievo giuridico delle raccolte scritte di taliprincipi, quando non espressamente recepite da una norma legale. Un tale monopolio nondiscende neppure dallart. 162, co. 2, lett. a) del Tuf, secondo cui compete alla Consob,nellesercizio della vigilanza sulle societ di revisione, il potere di stabilire, sentito il pareredel Consiglio nazionale dellOrdine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, iprincipi e i criteri da adottare per la revisione contabile, anche in relazione alla tipologia dellestrutture societarie, amministrative e contabili delle societ sottoposte a revisione. Al di l deldibattito sviluppatosi in passato sul potere di raccomandazione della Consob sui principi ecriteri per il controllo contabile e la certificazione dei bilanci (cos labrogato art. 10 lett. c dpr

    7/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    8/42

    c. Si infine sottolineato come lespressione principi contabili indi-chi oggi anche raccolte scritte cui lordinamento fa espresso rinvio, sostan-zialmente inserendole direttamente nel sistema delle fonti normative didisciplina della materia. Si tratta di un fenomeno sempre pi diffuso negli

    ordinamenti statali, in cui la fonte legislativa o pi in generale pubblicaappare recessiva rispetto a fonti di origine privata, sotto la duplice pres-sione di settori altamente professionalizzati e/o di esigenze transnazionalidi regolazione imposte dalla globalizzazione delleconomia. In questo casola rilevanza giuridica dei principi contabili standardizzati non affidataalla mediazione delle clausole generali e al controllo di compatibilit con ilsistema legislativo da parte degli stessi operatori e in definitiva dellAuto-rit Giudiziaria in sede applicativa, ma direttamente compiuta da istanzepubbliche, cui spettano normalmente poteri normativi, le quali per silimitano ad una sorta di ratifica delle regole altrove elaborate sulla basedella conformit a generalissimi princpi ordinamentali. Il fenomeno sipresenta talvolta in termini di soft law, espressione invero ambigua e daimolteplici significati di cui si discuter pi oltre; ma tende a imporsi poi intermini giuridicamente vincolanti nei singoli ordinamenti statali, pur man-tenendo nella fase di produzione normativa il carattere di fonte privata esufficientemente flessibile (12).

    n. 136/1975) o per la revisione contabile (art. 162, co. 2, lett. c, oggi modificato nel sensosopraindicato dalla legge sulla tutela del risparmio art. 18 legge 28 dicembre 2005 n. 262 ), dibattito nel quale si contrapponevano coloro che ricomprendevano in quel potere la solaraccomandazione dei principi di revisione a coloro che vi facevano rientrare anche laraccomandazione dei principi contabili, a me pare che oggi la norma attribuisca alla Consobun vero e proprio potere regolamentare (e non pi di mera raccomandazione, che gioca il suoruolo solo sul piano della moral suasion) esclusivamente in materia di principi di revisionee non anche in materia di principi contabili. La vicenda analoga a quanto accaduto negliStati Uniti con il Sarbanes-Oxley Act del 2002. Vedi in proposito L. A. CUNNINGHAM, PrivateStandards in Public Law: Copyright, Lawmaking and the Case of Accounting, in Michigan

    Law Review, November 2005, 291-343 (ma anche Boston College Law School, 2005, Paper37 in http://lsr.nellco.org/bc/bclsfp/papers/37).

    (12) Si parla spesso genericamente di soft law (i francesi utilizzano lespressione droitmou) in contrapposizione alla hard law: la prima caratterizzata dalla elaborazione privati-stica e comunque non-governamentale di codici di condotta, standard, etc. non impostidallordinamento statale e rimessi allaccettazione volontaria degli operatori interessati; laseconda riconducibile al tradizionale armamentario delle norme elaborate da pubblici poteriche si impongono coattivamente in maniera vincolante agli operatori. Nel caso degli IAS/IFRSsiamo in realt di fronte ad un fenomeno ibrido, ad un processo di standardizzazione dei

    principi contabili avviatosi su base privatistica e di volontaria applicazione pur con ilsuccessivo controllo di compatibilit con i sistemi legali , ma tendente a guadagnare unadiretta vincolativit giuridica nei singoli ordinamenti attraverso il riconoscimento ufficiale daparte dei pubblici poteri.Il problema della ricerca di nuovi modelli di produzione normativaattraversa molteplici settori degli ordinamenti, dal diritto internazionale al diritto del lavoroe del welfare, dal diritto ambientale al diritto delle nuove tecnologie nella societ dellin-formazione sino alla disciplina della corporate governance delle imprese societarie e allaresponsabilit sociale dellimpresa. Per un tentativo di teorizzazione generale del fenomenocfr. B. VALIORGUE, Pourquoi lentreprise voudrait-elle devenir socialement responsable?, inhttp://www.univ-nancy2.fr/COLLOQUES/METAMORPHOSE_06/fichiers_PDF/VALIOR-GUE.pdf. Secondo lA. il problema dei nuovi modelli di regolazione nasce nel passaggio

    8/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    9/42

    Lesempio che investe direttamente il nostro ordinamento datoovviamente dal processo di produzione normativa degli IAS/IFRS (affian-cati, con analogo rango, dalle cd. interpretazioni SIC/IFRIC(13)). TaliPrincipi ed Interpretazioni vengono dapprima elaborati in sede IASB,

    secondo una precisa procedura interna dando vita a bozze ExposureDraft-EDsottoposte a consultazione pubblica per un determinato periodo equindi eventualmente riformulate per giungere poi alla definitiva adozione.In questa fase principi e interpretazioni parrebbero non avere ancora unaportata vincolante per gli ordinamenti nazionali, poich necessario a talfine che essi siano omologati endorsementmediante apposito Regola-mento esecutivo della Commissione CE, regolamento che viene adottatoprevia lacquisizione di parere da parte di un comitato tecnico (EFRAG) e

    dellorganizzazione produttiva dal modello fordista al modello post-fordista, passaggio che si

    avvia negli anni Settanta e si acuisce negli anni Novanta del Novecento, grazie al decentra-mento esternalizzazioni e alla mondializzazione del processo di produzione delleimprese. Nel periodo fordista, con leconomia racchiusa fondamentalmente nei confininazionali, le tre istituzioni fondamentali nel governo delleconomia Stato, mercato esindacati riescono a rendere socialmente sopportabili i costi provocati dalle esternalitnegative del modello di sviluppo capitalistico dellimpresa, attraverso lintervento regolatoredello Stato supportato dalle parti sociali, allorch si rende necessario sopperire ai fallimentidel mercato; nel periodo postfordista la capacit di regolazione dello Stato entra fortementein crisi rispetto ad imprese multinazionali e delocalizzate e ad una concorrenza sempre piglobale. Ne consegue che ce dficit de rgulation du trio fordiste se traduit par des refluxdexternalits ngatives sur les parties prenantes. Cest ainsi que nous assistons partir desannes 1990 une importante dissociation des frontires conomiques et sociales desentreprises. Si sviluppano cos le soft law e i contro-poteri delle organizzazioni non-governamentali al di sopra e al di sotto degli Stati-nazione, in funzione del tentativo di unanuova legittimazione dellimpresa capitalista fondata su basi volontarie e sullaccettazione diuna responsabilit sociale. In una prospettiva parzialmente diversa O. LOBEL, The RenewDeal: The Fall of Regulation and The Rise of Governance in Contemporary Legal Thought, inMinnesota Law Review, November 2004, 262-390 e in http://ssrn.com/abstract=723761.QuestA. osserva che the New Deal regulatory model sought to consolidate formerlydispersed powers into the newly founded export regulatory agencies and to direct economicand social activities at the national level. At the beginning of the twenty-first century, againstthe backdrop of global competition, changing patterns in market organization, and a decliningcommitment to direct government intervention, contemporary legal thought and practice arepointing to the emergence of a new paradigm governance that ties together recentdevelopments in the political economy with advances in legal and democratic theory.Governance signifies the range of activities, functions, and exercise of control by both publicand private actors in the promotion of social, political, and economic ends. Il nuovo modellodi elaborazione delle norme va oltre secondo questa impostazione la semplice soft law,dando luogo a molteplici forme di cooperazione fra pubblici e privati poteri per il persegui-

    mento di fini sociali.In una pi ampia prospettiva sociologica, nellottica dei processi diglobalizzazione che attraversano la societ post-moderna, cfr. il sempre attuale U. BECK, Checos la globalizzazione?, Carocci,1999 e il teorico della modernit liquida Z. BAUMAN,Dentro la globalizzazione. Le conseguenze sulle persone, Bari, 1999 e ID., La societ sottoassedio, Bari, 2005. Ma vedi anche quanto rileva Emmanuel Todd nel suo Lillusioneeconomica, Milano, 2004 (ma loriginale nelle Editions Gallimard del 1998) sui fondamentiantropologici piuttosto che economici e culturali della differenziazione dei capitalismianglosassone, europeo-continentale e giapponese.

    (13) Principi e interpretazioni sono, infatti, posti sullo stesso piano di vincolativit eindividuano unitariamente i principi contabili internazionali secondo lart. 2 Regolamento02/1606/CE e lart. 1 d.lgs. n. 38/2005.

    9/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    10/42

    di un comitato politico CRC(14). Il Regolamento, peraltro, si limita arecepire integralmente il principio o linterpretazione di fonte privata,senza poterne modificare il contenuto e al pi potendone rifiutare in bloccolomologazione o espungerne alcune parti (carved outsulla base della

    verifica di conformit ai generalissimi principi enunciati dallart. 3, par. 2,Regolamento CE n. 1606/2002 e di cui si parler pi oltre.

    Il fenomeno al quale ci si intende riferire quando si parla oggi diprincipi contabili internazionali (espressione peraltro recepita normati-vamente tanto nel Regolamento CE n. 1606/2002 quanto nella legge delegan. 306/2003 e nel d.lgs. n. 38/2005) quello da ultimo descritto nella terzaaccezione di principi contabili. evidente che si tratta di un fenomeno diproduzione normativa ben differenziato dai due precedenti, pur se ad essistrettamente collegato.

    Lelemento di collegamento rinvenibile nella pretesa che ognuna

    delle tre metodologie avanza in merito alla rilevazione di regole tecnicheo regole dellarte idonee a conformare determinati documenti e cos adelimitare la discrezionalit dei redattori. Gli elementi di differenziazionesi colgono soprattutto sul piano procedimentale e dellautorit cui ilcompito di rilevazione demandato. La prima metodologia, basandosisullo strumento della clausola generale, affida in definitiva quel compito aldiritto giurisprudenziale. I modelli sociali di regolazione dei documenticontabili, congrui rispetto alla finalit legislativa ed esistenti allo statodiffuso, penetrano nellordinamento giuridico attraverso linterpretazionecreativa che ne compie la giurisprudenza. La seconda metodologia,quando si traduce in raccolte scritte da parte di organismi (pubblici o

    privati) che non hanno ricevuto una specifica delega ordinamentale, sipone in verit come un tentativo di delimitazione (e se si vuole di ausilio)del potere giurisdizionale, non conseguendo una diretta autorit normativanellambito del singolo ordinamento giuridico. La terza metodologia intro-duce un meccanismo di negoziazione della regola tecnica recepitacomunque dallordinamento: lautorit privata rileva ed elabora la regola;lautorit pubblica la riconosce e la adotta, ma senza intervenire arielaborare la regola privata.

    Le prime due metodologie si collocano in un ambito pi tradizionaledelle fonti di produzione normativa, che vede pur sempre al centro del

    fenomeno normativo lordinamento statale; la terza metodologia si collocain una dimensione di crisi dei tradizionali poteri normativi dellordina-mento statale alla ricerca di un riassetto del sistema delle fonti di produ-zione del diritto. Ovviamente ci pone un preliminare problema di legitti-mazione di tale processo innovativo, su cui pu valer la pena soffermarsi

    (14) Cfr. Regolamento 02/1606/CE del 19 luglio 2002 e la Decisione del ConsiglioEuropeo 99/468/CE del 28 giugno 1999.

    10/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    11/42

    prima di addentrarsi nei contenuti sostanziali del quadro normativo che nediscende.

    2. I principi contabili internazionali dello IASB e il problema della

    legittimazione a monte del recepimento nellUnione Europea. Ilproblema della legittimazione dei principi contabili internazionali puessere guardato a monte e a valle del loro recepimento nellUnione Europeae quindi nei singoli ordinamenti nazionali.

    Sotto il primo profilo, occorre ricordare che lo IASB InternationalAccounting Standards Board) un organismo di diritto privato con sede inLondra, costituito dalla IASC Foundation che una not-for-profit corpo-ration incorporata nello Stato del Deleware in USA. Indubbiamente sitratta di una organizzazione cui sono associati gli organismi rappresentatividella professione contabile della maggior parte dei Paesi del mondo.

    Tuttavia lo IASB, che ha il compito specifico ed esclusivo di elaborare gliaccounting standards per i financial statements, ha una composizionein cui predominano membri di cultura anglosassone (gli attuali 13 compo-nenti si dividono fra: 3 membri della Gran Bretagna; 3 statunitensi; 2francesi; 1 cinese; 1 giapponese; 1 australiano; 1 sudafricano; 1 svede-se) (15). Ma al di l della questione della non omogenea rappresentativitgeografica (alla quale tende a supplire la presenza dei rappresentanti di altriPaesi in ulteriori sottocomitati e il flusso continuo di comunicazioni con glistandard-setter nazionali), il problema della legittimazione dello IASB,quale regolatore, sorge dal fatto che esso dichiara di voler agire e dettare gli

    standard nel pubblico interesse, pur essendo una entit di diritto privato(si legge nel sito di presentazione che the IASB is committed to develo-ping, in the public interest, a single set of high quality, understandable andenforceable global accounting standards that require transparent and com-parable information in general purpose financial statements). Ed ovvia-mente, proprio perch lo stesso IASB dichiara di operare nellinteresse

    (15) Vedi sullinfluenza anglosassone su ogni processo di standardizzazione dei principicontabili internazionali E. CHANE-ALUNE, Accounting standardizations and governance struc-tures. A critical analysis of the international accounting standard-setting process, 6 ss.

    (relazione tenuta al Workshop del 23 febbraio 2006 presso lUniversit di Louvain in Belgio),Working Paper Ecole de Gestion de lUniversit de Lige, n. 200609, 2006; P. STANDISH,Evaluating National Capacity for Direct Participation in International Accounting: France, aTest Case, in Abacus, 2003, vol. 39, n 2, 186-210. La IASC Foundation ha peraltrodecisamente respinto ogni tentativo di condizionare in termini di rappresentativit geograficala scelta dei componenti dello IASB.

    Interessanti contributi sul processo di globalizzazione dei principi contabili internazio-nali sono raccolti in un numero speciale della rivista Business and Politics, 7/3, 2005, ove gliscritti di Nolke, Porter, Martinez-Diaz, Eaton e Perry-Noelke cui si far riferimento nelle notesuccessive.

    Sulla IASC Foundation e i suoi organi vedi anche M. CARATOZZOLO, (nt. 1), 913 s.

    11/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    12/42

    generale, il problema della legittimazione intrinseco alla medesima orga-nizzazione, cio avvertito e affrontato come tale al proprio interno.

    Secondo alcuni studiosi (16) tale legittimazione si fonda su tre fattoriprincipali: 1) lindipendenza dellorganizzazione dello standard-setter; 2) la

    competenza tecnica dei suoi componenti; 3) lesistenza di un due pro-cess, cio di un procedimento formalizzato per la elaborazione e appro-vazione definitiva degli standard. Peraltro, su ognuno di questi tre fattori possibile avanzare critiche.

    Lindipendenza ricercata innanzitutto attraverso una pi decisaautonomia dello standard-setterdalla professione contabile, riunita fon-damentalmente nellorganizzazione internazionale dellIFAC InternationalFederation of Accountants), poich dal 2001 la IASC Foundation retta da19 Trustees, di cui solo 5 vengono nominati dallIFAC(17). Altri 3 rappre-sentano un dirigente finanziario, un investitore e un accademico e gli altri

    11 vengono scelti attraverso la consultazione di tutte le organizzazionirappresentative, con una distribuzione geografica che vede in definitiva 6europei, 6 americani, 6 provenienti da Asia ed Oceania, e 4 da ogni altraarea. Ai Trustees compete poi nominare (oltre che supervisionare) i mem-bri dello standard-setter, lo IASB, in base alla esperienza pratica interna-zionale e alla competenza professionale dei candidabili e senza alcunvincolo di provenienza geografica. Sta di fatto che allo stato nello IASB come s visto prevale di gran lunga la componente di cultura anglosas-sone, mentre sotto il profilo delle professionalit rappresentate emergono 5auditor, 3 produttori di documenti contabili, 3 utilizzatori e altri 2specialisti.

    Il requisito della competenza tecnica dei membri dello standard-setter

    (16) G. HEEM-P. AONZO, La Normalisation Comptable Internationale: ses Acteurs, saLgitimit, ses Enjeux, in Revue dconomie Financire, 2003, n 71, 33-53 ; ID., Quellgitimit pour lIASB dans la production des normes comptables? , in Ouverture n 54. Insenso molto critico vedi per B. COLASSE, Harmonisation comptable internationale: de laresistible ascension de lIASC/IASB, in Grer et comprendre, n 74 mars 2004, il quale osservache linteresse suscitato dagli IAS/IFRS va al di l del fatto puramente contabile, in quanto ilinterroge sur les nouveaux modes de rgulation qui se mettent en place lchelle interna-tionale, sur la place que prennent de nouveaux acteurs privs comme lIASC/IASB dans lecontexte de la mondialisation, sur le pouvoir et la lgitimit de ces acteurs, sur la nature desrelations qui se nouent entre eux et les Etats ou les organisations inter-tatiques, et aussi sur

    les relations qui sinstaurent entre les Etats-Unis et le reste du monde. Secondo lA. unaorganizzazione senza potere coercitivo, quale lo IASC/IASB, ha fondato la sua legittima-zione in gran parte sur une rhtorique de la comptence, de limpartialit et de lindpen-dance, il che non ha impedito che limpronta anglosassone delle origini mantenesse il suopeso sullo sviluppo ulteriore degli IAS/IFRS.

    (17) Sul processo che ha preceduto i mutamenti statutari della IASC Foundation e laistituzione dello IASB prima del 2001 cfr. G. GEBHARDT, The Evolution of Global Standards of

    Accounting, CFS Working Paper No. 2000/05, 21-29. Sul sostegno ottenuto dallo IASCprimadallIFAC, poi dallo IOSCO (International Organizations of Securities Commissions) e quindidallUnione Europea, quale strumento per la concreta affermazione dellorganismo a livellomondiale, vedi B. COLASSE, (nt. 16).

    12/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    13/42

    discende dalla convinzione che la redazione dei documenti contabili im-plica fondamentalmente scelte di tipo tecnico e non involge una discrezio-nalit amministrativa, la scelta cio degli interessi da privilegiare nellaproduzione delle regole che governano linformazione contabile (ci che

    poi viene espresso con il principio di neutralit dellinformazione conta-bile).

    Quanto al due process, si tratta di una procedura formalizzata cheprevede normalmente sei passaggi, dalla individuazione dellobiettivo diogni progetto di elaborazione del principio contabile alla consultazione dicomitati tecnici, dalla predisposizione di un Discussion Paper e poi di unExposure Draft, sottoposti per un determinato periodo temporale alleosservazioni (comment letters) di qualsiasi interessato, sino alla celebra-zione di pubblici incontri e audizioni e infine alla adozione del principiocontabile definitivo e alle iniziative successive alla sua applicazione (18). Lafinalit del due process evidentemente quella di coinvolgere nellapreparazione dello standard tutti i centri di interesse, anche se la respon-sabilit finale della adozione dello standard assunta esclusivamente daimembri dello IASB che decidono a maggioranza semplice (8 voti su14) (19). Il due process probabilmente il fattore pi importante dilegittimazione dellentit privata ad operare nel pubblico interesse o inte-resse generale: siamo di fronte ad una legittimazione di tipo procedimen-tale (20), piuttosto che di tipo sostanziale, fondata sul tentativo di conte-stualizzare la regola da produrre e renderla cos pi agevolmentecondivisa dagli interessati stakeholderse quindi pi efficiente ed effetti-va (21).

    Ciononostante, non mancano critiche a ciascuno dei tre fattori dilegittimazione sin qui delineati.La perseguita indipendenza dal predominio della professione contabile

    non sembra di fatto raggiunta sia in termini di rappresentativit culturale-geografica sia in termini di una pi articolata rappresentanza dei soggettiinteressati alla elaborazione, adozione e utilizzo dei principi contabili.Anche nelle competenze tecniche sembrano prevalere soprattutto quelle ditipo pratico (22), nonch di carattere ragionieristico e aziendalistico. Ad

    (18) Cfr. il Due Process Handbook for the IASB approvato nel marzo 2006 dai Trustees

    della IASC Foundation.(19) Su questi profili vedi E. CHANE-ALUNE, (nt. 15), 8 ss.; G. GEBHARDT, (nt. 17), p. 18ss.; M. CARATOZZOLO, (nt. 1), 914 s.

    (20) L. BOY, Normes, in Revue Internationale de Droit conomique, 1998/2, 115.(21) in corso di preparazione anche un Due Process Handbook for the International

    Financial Reporting Interpretations Committee (IFRIC), di cui stato pubblicato un progetto(Draft) nel Maggio 2006. LIFRIC un comitato dello IASB, composto di 12 membri nominatidai Trustees della IASC Foundation e presieduto da un esponente dello IASB (senza perdiritto di voto). LIFRICelabora, fra laltro le Interpretazioni degli IAS/IFRS che hanno pariefficacia vincolante.

    (22) In verit prima della riforma del 2001 le accuse mosse dagli operatori economici

    13/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    14/42

    esempio non sembra lasciato spazio alcuno ad esponenti del mondo deldiritto in senso stretto. Il pur articolato due process non evita linfluenzadominante, fra i vari stakeholder, del punto di vista dei revisori contabili esoprattutto degli operatori economici pi potenti di un determinato settore

    economico (23). Il rischio di cattura del regolatore da parte degli interessieconomici dominanti si manifesta reale, nonostante le cautele implicite neitre menzionati fattori di legittimazione (24).

    La critica maggiore involge comunque la pretesa stessa di unautore-golamentazione professionale nel settore dellinformazione contabile, che diretta a vincolare non solo gli appartenenti alla professione contabile maanche soggetti esterni (25), dietro lusbergo del carattere tecnico dellaregolamentazione. Se accettabile che lautoregolamentazione di una dataprofessione vincoli i comportamenti degli appartenenti alla medesima,secondo un modello corporativo, meno accettabile che essa si estenda a

    soggetti esterni soprattutto quando la regola pretende di essere dettatanellinteresse generale. evidente che in tal caso il processo di elabora-zione della norma deve coinvolgere molto pi direttamente tutti gli opera-tori interessati, ma deve anche consentire una qualche forma di partecipa-zione degli stessi pubblici poteri, la cui legittimazione normativa trovafonte nella sovranit statale e ancor pi quanto alle democrazie nelprocesso elettivo che designa il legislatore come naturale portatoredellinteresse generale (26). Anche il principio della specializzazione tec-

    andavano in senso opposto, lamentando una eccessiva caratterizzazione teorica delle soluzionielaborate dallo standard-setter.

    (23

    ) C.L. CORTESE-H.J. IRVINE-M. KAIDONIS, Digging deeper: uncovering constituent di-scourse in the international accounting standard setting process for the extractive industries ,in Proceedings of the 18th Asian-Pacific Conference on International Accounting Issues ,15-18 October 2006, Maui, Hawaii (vedilo anche in http://ro.uow.edu.au/commpapers/221)La ricerca dimostra come per esempio ladozione dellIFRS 6 Exploration for andEvaluation of Mineral Resources (9 dicembre 2004) ha finito per codificare la prassi applicatadai pi potenti operatori del settore delle industrie estrattive (industrie del petrolio, gas eminerarie). interessante notare che analoga ricerca condotta agli inizi degli anni Novanta delsecolo scorso, quando linfluenza degli IAS a livello dei singoli ordinamenti nazionali erapiuttosto scarsa e poco diffusa, conclude che contrariamente alle aspettative lattivit dilobby delle imprese non risultava significativa: S.Y. KENNY-R.K. LARSON, Lobbying behaviourand the development of international accounting standards. The case of the IASCs jointventure project, in European Accounting Review, vol. 2/3, 1993, 531-554.

    (24) Riconosco che ci appartiene alla dialettica politica di ogni processo di elabo-

    razione di norme (come ha giustamente rilevato Mario Libertini nella bella Relazione finaledel Convegno tenutosi in Catania il 21-22 settembre 2007 su Le fonti private del dirittocommerciale, nel corso del quale stato presentato questo mio lavoro). E tuttavia mi sembraimportante sottolineare il rischio di cattura che pu andare al di l della pur legittima e direidoverosa partecipazione dei centri di interesse alla elaborazione della norma; nel contempolosservazione tende ad evidenziare che appare fuorviante insistere su un preteso principio dineutralit sostanziale della regola in quanto tale come spesso assumono i regolatori -,laddove semmai necessario rafforzare i presidi della neutralit procedimentale.

    (25) G. HEEM-P. AONZO, (nt. 16), 33-53.(26) C. HANNOUN, No-corporatisme et interprofessionnalit, in RIDE, 1994, 45. LA.

    definisce il neo-corporativismo come une technique darticulation ou de mdiation de

    14/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    15/42

    nica dei regolatori sembra in realt tributaria del mito illuministico di unarazionalit scientifica che tutto risolve, che trova sempre la soluzionepi adeguata, preludendo cos ad una sorta di tecnocrazia nella creazionedelle norme. Lungi, ovviamente, dal sottovalutare in una societ complessa

    come quella attuale il necessario apporto della razionalit scientificaanche ai processi di produzione normativa, tanto pi in settori fortementeintrisi di tecnicismo, ci che si intende sottolineare la necessaria dimen-sione politica della disciplina relativa allinformazione contabile, che non affatto neutra sul piano degli interessi da privilegiare e tutelare. Taledimensione politica rinvia ad opzioni che non si esauriscono nella indivi-duazione della soluzione tecnicamente pi adeguata, ma che presuppon-gono la definizione degli interessi meritevoli di tutela e del livello diequilibrio fra gli stessi che si assume come legittimo e giusto (27).

    3. La legittimazione degli IAS/IFRS a valle del loro recepimentonellUnione Europea. In questa prospettiva assume rilievo il secondoprofilo del processo di legittimazione degli IAS/IFRS: quello che ne con-sente, cio, il riconoscimento a valle nellUnione Europea.

    Il Regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento Europeo e delConsiglio adottato il 19 luglio 2002 (in G.U.C.E. L 243 dell11.09.2002)contiene le motivazioni, la procedura e i limiti con cui ed entro cui lUnioneha inteso consentire la rilevanza dei principi contabili internazionali negliordinamenti nazionali (28).

    Anche in questo caso siamo di fronte fondamentalmente ad un mec-canismo di legittimazione procedurale, poich i criteri sostanziali che

    dovrebbero guidare le istituzioni pubbliche nella verifica selezione e rece-pimento dei principi appaiono molto generici e in qualche modo esoterici.

    groupes ou de catgories dintrts. Le procd nest pas seulement dexpression et devalorisation de groupes dintrts isols les uns des autres (corporatisme traditionnel); ilconsiste aussi concilier plusieurs segments de la population sous lgide dinstitutionsadministratives rgulatrices. Osservano HEEM-AONZO, (nt. 16), 7 :Par rapport au corpora-tisme qui privilgie lide de reprsentation des intrts, le nocorporatisme semble mettre enavant lide de politique publique visant la conciliation des intrts dans un secteur donn.M. Charley Hannoun a montr que le no-corporatisme peut produire deux types dorgani-smes aux finalits distinctes. Des organismes professionnels runissant les membres duneprofession; des autorits de rgulation qui rassemblent des intrts diffrents dans une finalit

    de rgulation du secteur.(27) Per considerazioni critiche sui tre requisiti di legittimazione in parte analoghe aquelle indicate nel testo vedi anche B. COLASSE, (nt. 16).

    (28) G. SCOGNAMIGLIO, (nt. 1), 38 parla di disciplina-quadro che istituisce e fissa lebasi legali ed istituzionali per la successiva e progressiva adozione, in ambito comunitario, deiprincipi contabili internazionali, attraverso regolamenti successivi, la cui adozione vienedemandata alla Commissione (art. 3, comma 4). Vedi anche sul punto M. CARATOZZOLO, (nt.1), 941 ss.; M. VENUTI, (nt. 1), 362 ss.; STRAMPELLI, Lintroduzione dei principi IAS-IFRS e glieffetti sulla disciplina giuridica del bilancio desercizio, in Commentario alla riforma dellesociet diretto da Marchetti, Bianchi, Ghezzi e Notari, vol. Obbligazioni. Bilancio, Milano,2006, 321 ss.

    15/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    16/42

    Peraltro il potere della Commissione, cui compete la responsabilit finaledellendorsement od omologazione di quei principi, si traduce ufficial-mente in un mero potere di veto mediante il quale viene respinto totalmenteo anche solo parzialmente il principio adottato dallo IASB (com accaduto

    con lo IAS 39) e non potendo essa incidere istituzionalmente nella fase dielaborazione e redazione dei principi contabili, se non sotto forma di unqualsiasi interessato che presenta le proprie osservazioni nel corso del dueprocess e bench alle istituzioni comunitarie sia attribuito un ruolo diosservatore pur sempre con mera funzione consultiva. Ovviamente ilpotere di veto conferisce in fatto alle istituzioni comunitarie la possibilitdi incidere concretamente nella fase elaborativa del principio. Ci si ricavaanche, e se pure in maniera imperfetta ed incipiente, dal 14 Considerandodel Reg. citato, secondo cui per facilitare lo scambio di opinioni econsentire agli Stati membri di coordinare le proprie posizioni, la Com-

    missione dovrebbe informare a intervalli regolari il comitato di regolamen-tazione contabile sui progetti attivi, i documenti oggetto di discussione, iprogetti preliminari e le successive proposte di principi contabili emessidallo IASB e sui relativi lavori tecnici effettuati dal comitato tecnico dicontabilit (29). Linformativa della Commissione anche nelle fasi preli-minari e progettuali prelude evidentemente ad un impegno partecipativodelle istanze comunitarie e nazionali pur in tali fasi. Ma lo si ripete siamo al di fuori di un ruolo istituzionalizzato e pienamente riconosciutodallo stesso standard-setter privato. In qualche modo assistiamo ad unaforma di negoziazione imperfetta della regola fra autorit privata eautorit pubbliche.

    Ne consegue che la procedura di comitatologia delineata dallart. 6del Regolamento (che richiama la decisione del Consiglio 1999/468/CE,articoli 5, 7 e 8) in buona parte depotenziata, essendo destinata ufficial-mente a intervenire quando il principio contabile stato definitivamenteapprovato in sede IASB.

    Il meccanismo di recepimento degli IAS/IFRS infatti destinato adattuarsi mediante ulteriori Regolamenti della Commissione (e non pi delParlamento e del Consiglio), su parere di un Comitato di RegolamentazioneContabile ( ARC-Accounting Regulatory Committee), che un organopolitico in cui siedono rappresentanti degli Stati membri, e di un Comitato

    Tecnico di Contabilit (EFRAG-European Financial Reporting AdvisoryGroup), che appunto organo pi squisitamente tecnico in cui siedonorappresentanti delle organizzazioni di imprese che producono i bilanci,delle organizzazioni degli utilizzatori e della professione contabile. In

    (29) Prosegue poi il Considerando: altres importante che il Comitato di regolamen-tazione contabile sia informato tempestivamente qualora la Commissione intenda non pro-porre ladozione di un principio contabile internazionale.

    16/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    17/42

    verit, mentre il Comitato di Regolamentazione Contabile espressamenteistituito dal Reg. n. 1606/2002 (art. 6), il Comitato Tecnico soloaccennato nel Considerando 10 ma promosso direttamente dalla Com-missione come strumento di consultazione.

    I criteri sostanziali cui le istituzioni comunitarie, nei loro differentiruoli, devono attenersi nella procedura di omologazione sono impostidallart. 3, comma 2, Reg. citato. Essi concernono per un verso la qualite per altro verso il contenuto sostanziale dellinformazione finanziaria(contabile) da rendere. Sotto il primo profilo si impone un principio diconformit (rispondenza): i principi contabili internazionali devono rispet-tare i criteri di comprensibilit (Understandability), pertinenza (Rele-vance), affidabilit (Reliability) e comparabilit (Comparability), richiestidallinformazione finanziaria necessaria per adottare le decisioni economi-che e valutare lidoneit della gestione (30). Sotto il secondo profilo gli

    IAS/IFRS devono rispettare un principio di compatibilit, nel senso che daun canto non devono essere contrari alla clausola generale della true andfair view ovvero della rappresentazione veritiera e corretta sancita nelledirettive contabili (in particolare IV e VII) e daltro canto devono contri-buire all interesse pubblico europeo.

    Appare evidente che il controllo delle istituzioni comunitarie a valledei principi contabili internazionali si fonda su criteri talvolta ovvi, comequelli relativi alla qualit dellinformazione, talvolta generici ed ampia-mente discrezionali, ma allo stesso tempo ambigui, come quelli relativi alcontenuto dellinformazione. E tuttavia, proprio per questo, possono gio-care un ruolo ora debole ora forte nella negoziazione delle regole fraautorit privata e autorit pubblica, a seconda delle circostanze e delcontesto in cui matura lelaborazione della regola. Si tratta in un certosenso di criteri che hanno una dimensione pi politica che giuridicae che agevolano la traduzione di rapporti di forza volta a volta variabili (31).

    (30) E vedi le precisazioni terminologiche di M. VENUTI, (nt. 1), 360 nota 33.(31) A questa dimensione politica fa riferimento anche T. PORTER, Private Authority,

    Technical Authority, and the Globalization of Accounting Standards, in Business and Politics,2005, vol. 7/3 (consultabile in http://www.bepress.com/vol7/iss3/art2). LAutore ritiene chegli effetti della globalizzazione nel processo di produzione delle regole sovranazionali non simanifestano necessariamente attraverso un principio di egemonia e di unilateralismo di uno

    Stato nei confronti degli altri (e quindi allo stato attuale in una sorta di americanizzazionedelle regole) o viceversa in un processo necessariamente lento ed anarchico in cui gli Statisovrani sono riluttanti ad accordarsi; ma si esprimono anche nellemergere di autorit privatee di autorit tecniche che cooperano con le autorit pubbliche, dando vita ad un processo didifferenziazione funzionale politicizzata delle istituzioni (sulla scia della teoria dei sistemisociali funzionali di N. Luhmann, risalendo sino a Talcott Parsons, e in contrapposizione alleteorie individualiste della rational choice). In particolare proprio nel settore della standar-dizzazione contabile emerge pi evidente questo processo di differenziazione funzionalepoliticizzata fra autorit private, autorit tecniche e autorit pubbliche, ciascuna rivendicandola propria autonomia strutturale e funzionale, ma al contempo integrandosi mediante criteridi collegamento. Al riguardo lAutore si sofferma su due conflitti politici che hanno di

    17/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    18/42

    Lambiguit connota tanto il richiamo alla clausola della true and fairview quanto al principio dell interesse pubblico europeo.

    Lambiguit del richiamo alla clausola generale emerge dalla letturadei Considerando. Qui si riconosce per un verso che il principio contabile

    internazionale deve rispettare il principio base delle direttive contabili, ilprincipio della rappresentazione veritiera e corretta della situazione patri-moniale e finanziaria e del risultato economico dellimpresa (32), e che taleprincipio devessere valutato alla luce delle suddette direttive ma senzaimplicare un rigoroso adeguamento a tutte le disposizioni di tali direttive(Considerando 9) (33); per altro verso si ammette che quelle direttive (chesi rivolgono agli stessi soggetti cui si applicano gli IAS/IFRS) non possonogarantire lelevato livello di trasparenza e comparabilit dellinformativafinanziaria da parte di tutte le societ comunitarie i cui titoli sono negoziatiin mercati pubblici, al fine di creare un mercato dei capitali integratooperante in modo efficace, agevole ed efficiente. Donde la necessit di

    integrare evidentemente con gli IAS/IFRS il quadro giuridico appli-cabile a tali soggetti (Considerando 3). Insomma il limite di rilevanza degliIAS/IFRS viene individuato nella compatibilit con la clausola generaleinterpretata nei suoi contenuti specifici (ma non troppo!) alla luce delledirettive contabili, ma queste vengono allo stesso tempo considerate ina-deguate a rendere linformazione utile ad un mercato dei capitali piena-mente integrato. V qui la spia della grande antinomia che pervade lanuova politica di armonizzazione-uniformizzazione del diritto contabilenellUnione Europea: per un verso linformazione di bilancio funzionalealla crescita e integrazione del mercato dei capitali, e in specie dei capitali

    di rischio, e dunque alla tutela degli investitori che costituiscono i

    recente esemplificato il ruolo differenziato di autorit pubbliche da un lato e di autoritprivate e tecniche dallaltro lato, ricostruendo: sul versante statunitense (e in parte europeo)la polemica tra il FASB e il Congresso USA in merito alla necessit o meno di spesare a contoeconomico il costo delle stock options attribuite a manager e dirigenti; sul versante pistrettamente europeo la polemica fra IASB ed Unione Europea in merito alla contabilizzazionedei derivati secondo il criterio del fair value disposto dallo IAS 39. Su questultimo profilosi ricorder che la reazione del settore bancario e assicurativo ai criteri di contabilizzazionedegli strumenti finanziari a fair value sfoci in un una protesta politica dello stesso Presidentedella Repubblica francese, Jean Chirac, che invi un messaggio al Presidente della Commis-sione Europea, Romano Prodi, in cui lamentava che certaines normes comptables en coursdadoption dans lUnion europenne risquaient de conduire une financiarisation accrue de

    notre conomie et des mthodes de direction des entreprises privilgiant trop le court terme.Vedi su questi aspetti anche B. COLASSE, (nt. 16).(32) Vedi la non esaltante traduzione nella versione italiana del Regolamento, ove si

    parla di autentica ed equa visione della posizione finanziaria e delle prestazioni di unim-presa (Considerando 9).

    (33) Cfr. anche il Considerando 4 della direttiva 2003/51/CE cd. di modernizzazionedel diritto contabile comunitario; limportante documento della Commissione CE Osserva-zioni riguardanti taluni articoli del Regolamento CE n. 1606/2002 del Parlamento europeo edel Consiglio, relativo allapplicazione di principi contabili internazionali, della quarta diret-tiva 78/660/CE del Consiglio relativa ai conti annuali di taluni tipi di societ e della settimadirettiva 83/349/CE del Consiglio relativa ai conti consolidati, Bruxelles, novembre 2003.

    18/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    19/42

    destinatari privilegiati dei modelli informativi costruiti con gli IAS/IFRS;dallaltro lato le direttive contabili comunitarie continuano a svolgere unruolo importante nella rendicontazione a soci e terzi (soprattutto creditorisociali) non solo per fondare le loro decisioni economiche ma anche quale

    fondamento della politica distributiva del reddito prodotto. E del resto taleambiguit sta alla base della limitazione soggettiva e oggettiva del recepi-mento vincolante degli IAS/IFRS negli ordinamenti nazionali, poich essi siimpongono a tutte le sole societ europee con titoli quotati in un mercatoregolamentato dellUnione e per la sola redazione dei conti consolidati, ilcui rilievo in termini di distribuzione dellutile e di conservazione delpatrimonio sostanzialmente nullo (art. 4 Reg. cit.). Nel contempo leopzioni di ulteriore estensione, soggettiva e oggettiva, rimesse agli Statimembri (art. 5) tradiscono lintento finale delle istituzioni comunitarie dispingere oltre il processo di uniformizzazione. Ma come si vedr in seguito,tutto ci introduce contraddizioni ancor pi profonde, che attingono

    probabilmente i modelli di impresa e di governance sottesi alle duedifferenti concezioni dellinformativa contabile di cui sono emblematica-mente portatori gli IAS/IFRS da un canto e le tradizionali direttive conta-bili daltro canto (34).

    Lambiguit del limite rappresentato dallinteresse pubblico euro-peo, che non sembra essere definito in alcuna altra parte, ancoramaggiore rispetto a quello rappresentato dalla clausola della rappresenta-zione veritiera e corretta. In che consiste tale interesse? La costruzione diun mercato interno dei capitali pienamente integrato esige la pi elevatatrasparenza e comparabilit delle informazioni rese dalle imprese comuni-

    tarie (e non). Ma vi sono esigenze di competitivit esterna al mercatodellUnione: la competitivit ormai globale anche nei mercati dei capitali.Lesigenza di favorire operazioni transfrontaliere e la quotazione ovun-que nel mondo (Considerando 5) spinge verso un sistema unitario eglobale di informazione contabile. Ma anche in tal caso, se vi certo uninteresse dellUnione a favorire lo sviluppo di un complesso unitario diprincipi contabili di generale accettazione a livello internazionale, non detto che allo stadio di sviluppo in cui ci troviamo abbia perso ogni rilievoil principio di reciprocit, posto che le quotazioni e/o le operazioni

    (34

    ) Analogamente B. COLASSE, (nt. 16), osserva che lo IASB il a trouv, en tant quesous-traitant, ses moyens daction coercitifs auprs dune Europe divise entre deux modlesde gouvernance et les deux rfrentiels comptables qui leur sont associs, le modle action-narial anglo-saxon et le modle partenarial continental e che dunque, pur trattandosi di unorganismo senza potere cercitivo, la force du faible rside souvent dans lindcision et lafaiblesse des forts, dans leur neutralisation mutuelle, cest peut-tre ce qui rend irrsistiblecette rsistible ascension de lIASC/IASB. V chi, peraltro, spiega la crescente influenzaglobale conseguita dallo IASB in relazione alla circostanza che i core values promossi dallostesso sono fortemente allineati agli interessi del pi potente regolatore dei mercati finanziari,la US SEC: cos L. MARTINEZ-DIAZ, Strategic Experts and Improvising Regulators: Explainingthe IASCs Rise to Global Influence, in Business and Politics, 2005, Vol. 7/3, 1973-2001.

    19/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    20/42

    transfrontaliere implicano il coordinamento di ordinamenti diversi che nonnecessariamente possono aver tutti recepito il medesimo modello di infor-mazione contabile (35).

    4. La svolta europea verso la teoria della governance anche nellaproduzione delle norme giuridiche (comitatologia, transnazionalismo pri-vato e diritto dei conflitti). Una valutazione complessiva del sistema dirilevanza giuridica degli IAS/IFRS negli ordinamenti nazionali dellUnioneEuropea comporta che ci si confronti con i pi recenti sviluppi di teoriadella normazione giuridica.

    Secondo molti Autori, infatti, i fenomeni della globalizzazione e per quanto concerne una significativa area regionale del globo dellaintegrazione europea hanno rimesso in discussione il ruolo tradizionaledello Stato come fonte ultima di produzione normativa e di legittimazione

    dei processi di produzione delle norme giuridiche. Tale dibattito investe ildiritto pubblico ma anche e in maniera sempre pi pervasiva il dirittoprivato, le cui categorie concettuali sono per un verso oggetto di trasfor-mazione per effetto di quei fenomeni ma per altro verso soggetto estrumento di trasformazione dellordine giuridico globale, tanto che da piparti si discute di privatizzazione del diritto in molti settori (36).

    Nelle istituzioni comunitarie, in particolare, questi fenomeni hannoavuto una sorta di consacrazione politica a datare dalla pubblicazione nel2001 del Libro bianco su La Governance Europea ad opera dellaCommissione Prodi (documento COM (2001) 428 definitivo/2), docu-mento che ha inteso trattare e stimolare il dibattito sul modo in cuilUnione esercita i poteri che le hanno conferito i suoi cittadini, propo-nendo una serie di modifiche per rinnovare il metodo comunitario anchecon strumenti di tipo non legislativo, al fine di adottare una imposta-zione meno verticistica, stimolare una maggiore partecipazione e aper-tura, rendere pi efficaci ed effettive le politiche comunitarie e in definitivacreare un clima di ritrovata fiducia fra istituzioni e cittadini (37). In realt

    (35) Sulle rationes politico-economiche del passaggio dalla politica di armonizzazionealla politica di uniformizzazione del diritto contabile europeo vedi G. S COGNAMIGLIO, (nt. 1),41-49. Mi permetto di rinviare, soprattutto per la fase dellarmonizzazione, anche al mio

    Armonizzazione contabile fra sovranit nazionale e globalizzazione, in Riv. soc., 1999, 328ss. Tanto per Scognamiglio (p. 40) quanto per Caratozzolo (nt. 1), 940 linteresse pubblicoeuropeo che fonda la legittimit comunitaria degli IAS/IFRS dovrebbe consistere nellassenzadi un pregiudizio politico/economico per le imprese europee che devono applicarli, inconfronto alle imprese concorrenti appartenenti a Paesi extraeuropei.

    (36) Per una recente analisi del dibattito cfr. R. MICHAELS-N. JANSEN, Private Law Beyondthe State? Europeanization, Globalization, Privatization, in Duke Law School Working PaperSeries, n. 78, 2007 (http://lsr.nellco.org/duke/fs/papers/78). Ma anche degli stessi AA.,Private Law and the State: Comparative Perceptions and Historical Observations, ibidem, n.136, 2007.

    (37) Il Libro bianco mira a rivedere linsieme delle regole, delle procedure e delle

    20/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    21/42

    non mancato chi come Bernard Cassen ha denunciato immediata-mente la portata ideologica e tuttaltro che meramente pragmatica dellacostruzione sottesa al Libro bianco, una costruzione che stata vista daglioppositori come una radicale rimessa in questione delle forme attuali e

    costituzionali della democrazia rappresentativa e come una vera epropria privatizzazione della decisione pubblica, mediante la quale afferma sempre Cassen la Commissione ci prepara in realt un vero eproprio colpo di stato di velluto (38).

    In sede teorica stato segnalato che le nuove (e meno nuove) forme digovernance europea e la svolta europea verso la governance da un latoconfermano la crisi delle concezioni interventistiche del diritto, che eranogi state sottoposte a critica sin dagli anni Ottanta del secolo scorso sottodiverse angolature ora dalla teoria discorsiva del diritto alla Habermasora dalla teoria del diritto riflessivo alla Teubner ed ora sul versanteamericano dalla corrente dei Critical Legal Studies (39); dallaltro latosollevano il problema di una tendenziale de-giuridicizzazione delle politi-che di integrazione europea e della loro legittimit e legittimazione (40).

    pratiche inerenti il modo con cui si esercitano i poteri a livello europeo con un intervento chesi situa nella zona intermedia tra il non pi del tutto amministrativo e il non ancoracostituzionale.

    (38) B. CASSEN, La pige de la gouvernance (Il tranello della governance), in Lemonde diplomatique, giugno 2001, 28.

    (39) Le concezioni interventistiche del diritto assegnano allo Stato il compito dicatturare o imbrigliare la realt mediante lapplicazione di programmi di scopo (Zweck-

    programme) impostati sulla base di teorie sociali; il diritto assolve ad una funzione dicommand and control. In questo senso possono definirsi come teorie della regolazione. Lateoria discorsiva del diritto (vedi in particolare J. HABERMAS, Fatti e norme. Contributi a unateoria discorsiva del diritto e della democrazia, Milano, 1996) fonda invece la legittimit dellalegge non tanto sui suoi contenuti materiali quanto sulla razionalit discorsiva che emergeattraverso la partecipazione procedimentale di tutti i cittadini (diretta o indiretta) allaformazione della legge in uno Stato democratico di diritto. La teoria del diritto riflessivo (vediG. TEUBNER, Il diritto come sistema autopoietico, Milano, 1992; ma anche N. LUHMANN, Sistemisociali. Fondamenti di una teoria generale, Bologna, 2001) ricostruisce il concetto disovranit non pi come dominium ma come potere politico ordinatore e organizzatore dellelibert individuali e collettive; il diritto allora, in una societ fortemente complessa, privilegianon pi la produzione di prescrizioni sostanziali ma quella di prescrizioni riflessive, voltecio ad alimentare lautodisciplina dei sistemi attraverso la definizione di procedure decisio-nali e non invece a condizionarne levoluzione indicando i contenuti delle decisioni (cos,peraltro in chiave critica, A. SOMMA, Tanto per cambiare...Mutazione del diritto e mondializ-zazione nella riflessione comparatistica, in Boletn Mexicano de Derecho Comparado, mayo-

    agosto 2006, 535-569 a p. 566). Il diritto un sistema autopoietico, come tutti gli altrisottosistemi sociali (diritto, politica, economia etc.). Il diritto in particolare caratterizzato dachiusura operativa ma anche da apertura cognitiva verso gli altri sottosistemi, in un giococomplesso di indipendenza e dipendenza. Il movimento dei Critical Legal Studies, sortonegli Stati Uniti verso la fine degli anni Settanta del secolo scorso anche sulla spinta dellaScuola di Francoforte, sottolinea lindeterminatezza e la dimensione politica della normagiuridica che consente il prevalere degli elementi sociali pi influenti e pi forti economica-mente. Per una analisi delle moderne teorie del diritto in generale vedi da ultimo i saggiraccolti in BUCKEL/CHRISTENSEN/FISCHER-LESCANO (Hrsg.), Neue Theorien des Rechts, Lucius &Lucius, Stuttgart, 2006.

    (40) Cfr. C. JOERGES, Integration through de-legislation? An irritaded heckler, in Euro-

    21/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    22/42

    In un tentativo di periodizzazione del processo di integrazione euro-pea, infatti, Joerges (41) vede succedere: alla fase della integrazione attra-verso il diritto, implementata (oltre che dai Trattati istitutivi e dalleistituzioni classiche da essi previste) soprattutto dagli interventi della Corte

    di Giustizia delle Comunit Europee e non tanto in chiave di imposizionedi un programma contenutistico; una fase di integrazione attraversoleconomia, fondata sul progetto particolarmente sostenuto dalla Com-missione Delors di realizzazione del mercato interno per favorire la crescitadella concorrenzialit e dellefficienza economica dellEuropa nella compe-tizione globale; e da ultimo una fase di integrazione attraverso la gover-nance, che punta a nuove modalit di esercizio dei poteri comunitari, tesea bilanciare le debolezze pragmatiche e di legittimazione sviluppatesiallombra delle politiche di crescita del mercato interno ma che a loro voltasollevano preoccupazioni in chi privilegia la legittimazione mediata giu-

    ridicamente.Le innovative forme di governance delineate nel Libro bianco sonostate classificate in cinque modelli: 1) la comitatologia (o comitologianel neologismo anglosassone), che indica appunto il sempre pi diffusoutilizzo di comitati composti da rappresentanti delle amministrazioni deglistati membri e/o da esperti, con il compito perlopi consultivo e dimediazione fra necessit funzionali ed esigenze normative dei vari settoriinteressati dalle politiche comunitarie; 2) il principio del mutuo ricono-scimento, di origine giurisprudenziale (sentenza Cassis della CGCE), cheha favorito soprattutto lapertura dei sistemi nazionali ad una critica

    interna tenendo conto anche del punto di vista delle altre giurisdizioni; 3)il transnazionalismo privato, sviluppatosi soprattutto nel tentativo diabbattere le barriere non tariffarie al commercio e cos sostituendo aduna faticosa, incessante (alla Sisifo, dice Joerges) e talvolta inefficientetecnica di armonizzazione delle legislazioni nazionali (le condizioni diqualit di prodotti e servizi elaborate allinterno dei singoli stati membrisono spesso ostacoli privati difficilmente attingibili dallarmonizzazionelegislativa) una standardizzazione transnazionale (o nazionale) ad opera diautorit private con una sorta di delega legislativa sorretta nel casodelle barriere non tariffarie dal principio guida dei requisiti essenzialidi sicurezza; 4) le agenzie europee, in verit non proprio indipendenti

    e non sempre munite di poteri regolatori come le cugine americane (le

    pean Governance Paper(EUROGOV), No. N-07-03 (http://www.connex-network.org/eurogov/pdf/egp-newgov-N-07-03.pdf). Le preoccupazioni connesse alla tendenziale de-giuridicizza-zione delle politiche di integrazione si avvicinano in chiave meno radicale alla questione dellalegittimit costituzionale delle prassi o anche delle forme istituzionalizzate di governanceindicate da Cassen.

    (41) C. JOERGES, (nt. 40), 18. Ma vedi anche J.H.H. W EILER, The Transformation ofEurope, in Yale Law Journal, 1991, 100/8, 2403-2483.

    22/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    23/42

    Independent Regulatory Agencies), e che si occupano di procedimentiautorizzatori o di raccolta e divulgazione di informazioni, costituendo unasorta di comitatologia permanente di specifici saperi che assistono laCommissione, le istituzioni comunitarie e i cittadini europei; 5) il Metodo

    Aperto di Coordinamento (MAC), assunto come il pi autentico nuovomodo di governance europea e che ha trovato specifica previsione nelnuovo titolo VIII sulla occupazione del Trattato di Amsterdam e nellaRaccomandazione del Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 per i settoridella politica sociale. In realt si tratta di settori fuori del diritto comu-nitario, in cui cio le istituzioni comunitarie non hanno competenzecostituzionali e in cui tuttavia pretendono di avviare un processo dicoordinamento delle politiche nazionali attraverso un procedimento disupervisione multilaterale e di imitazione delle best practices (42).

    In una prospettiva ancora pi ampia di teoria generale del diritto e

    delle istituzioni giuridiche non mancato chi, pur guardando allesperienzaamericana ma con impostazione senzaltro generalizzabile, ha ritenuto diindividuare proprio nella governance il nuovo paradigma unitario dellenumerose recenti teorie accademiche che segnalano lesigenza di una svoltaprofondamente innovativa nei modelli di ricostruzione e comprensionedegli attuali sviluppi degli ordinamenti giuridici. Si assisterebbe insommaal passaggio dal New Deal Regulatory Model al ReNew Deal GovernanceModel, da uno schema impositivo e pubblicistico di produzione deldiritto ad un approccio riflessivo che promuove la partecipazione e lacooperazione di autorit pubbliche e private, lapporto di saperi specifici e

    di autorit tecniche nella creazione di regole sempre pi condivise cheriescano a coniugare efficienza economica, legittimazione politica e demo-crazia sociale (43).

    Se volessimo tentare un inquadramento della politica comunitaria diarmonizzazione-uniformizzazione del diritto contabile attuato con il mec-canismo di recepimento degli IAS/IFRS nellUnione Europea nella classi-ficazione sin qui riassunta delle forme di governance europea, si potrebbeaffermare che i metodi utilizzati si richiamano da vicino alla comitatolo-gia e al transnazionalismo privato, senza abbandonare allo stesso tempoil metodo tradizionale pur modernizzato delle direttive contabili.La presenza di un Comitato di Regolamentazione Contabile e di un

    Comitato Tecnico risponde allesigenza di coinvolgimento delle rappresen-

    (42) Vedi sempre C. JOERGES, (nt. 40), 9-13. Il MAC solleva le maggiori preoccupazionidi una integrazione senza diritto che tocca i settori della politica sociale, della formazionee dellarmonizzazione del diritto civile.

    (43) Su questo ampio disegno vedi O. LOBEL, (nt. 12). Per un approccio funzionalistico,che sottolinea la differenziazione funzionale di varie autorit nel governo del mondo globa-lizzato, proprio prendendo a spunto il processo di standardizzazione contabile a livellointernazionale, T. PORTER, (nt. 31).

    23/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    24/42

    tanze politico-amministrative degli stati membri e del sapere degli espertiche tipico della comitatologia; nel contempo lomologazione comunitariasi traduce in un riconoscimento degli IAS/IFRS, di standard prodotti alivello transnazionale da una autorit privata, e tuttavia vincolanti per i

    soggetti degli ordinamenti nazionali e non rimessi allautonoma adesionedegli operatori, come spesso accade con i codici di condotta o con le bestpractices.

    Siamo dunque di fronte ad un esempio di transnazionalismo privato,ad una vera e propria delega legislativa a poteri privati che sembramettere insieme elementi di soft law e di hard law, la flessibilit, la piagevole mutevolezza e la presumibile maggiore effettivit della prima perch condivisa e la uniforme vincolativit della seconda, secondo unmodello di ibridismo sempre pi diffuso nella produzione delle normegiuridiche e che pone in luce lambiguit e lestrema variet dellespres-

    sione spesso utilizzata per connotare i fenomeni cd. di soft law (44

    ). Unibridismo che si manifesta anche nella complessit delle fonti del dirittocontabile sui singoli territori nazionali, poich se per un verso un ampiosettore di societ (societ quotate) e una definita tipologia di documenticontabili (bilanci consolidati) sono destinatari delle regole prodotte daltransnazionalismo privato alleuropea, per altro verso gli stati membripossono voler estendere quegli effetti ampliando lambito di applica-zione della delega ad altre societ e ad altri documenti contabili epossono voler far convivere regole differenti semplicemente armonizzatemediante la tecnica delle direttive contabili ma non pienamente coincidentinei diversi stati membri n omogenee ai principi IAS/IFRS.

    La globalizzazione produce cos risultati che appaiono contraddittorialla luce delle categorie classificatorie tradizionali: luniformit convive conle differenziazioni, lautorit privata con lautorit pubblica, la vincolativitdelle regole con lopzione di ordinamenti nazionali e spesso di singolisoggetti (45). Emerge sempre pi evidente una sensazione di complessivafrantumazione del sistema, quella costellazione post-nazionale (46) cherende allora interessante dal punto di vista euristico la proposta interpre-tativa che vede nel diritto europeo un diritto dei conflitti (Europarechtals Kollisionrecht (47) e che appresta allora regole procedimentali per la

    (44) E vedi D.M. TRUBEK-P. COTTRELL-M. NANCE, Soft Law, Hard Law, and Euro-pean Integration: Toward a Theory of Hybridity, 2005, consultabile in http://www.jeanmon-netprogram.org/papers/05/050201.pdf, ove anche ulteriori indicazioni.

    (45) Sottolinea questi aspetti, contrastando la communis opinio che la globalizzazioneimplichi necessariamente un esercizio centralizzato del potere e leliminazione di ognidifferenza normativa, T. PORTER, (nt. 31).

    (46) E vedi sempre J. HABERMAS, La costellazione postnazionale, Milano, 1999.(47) la tesi avanzata e sviluppata da C. JOERGES, op. cit., p. 13 ss.; ma vedi gi C.

    JOERGES-J. NEYER, From intergovernmental Bargaining to Deliberative Political Processes: TheConstitunalisation of Comitology, in European Law Journal, 1997, 3, 273-299; C. JOERGES,

    24/I

  • 8/3/2019 Fortunato I Principi Contabili Internazionali e le Fonti del Diritto

    25/42

    soluzione di quei conflitti, piuttosto che regole sostanziali, alla cui produ-zione anche se si vuole per effetto del principio di sussidiariet sonodemandati altri e spesso concorrenti centri organizzati di interesse.

    E ad una serie di conflitti (formali e sostanziali), in effetti, pone capo

    il sistema di diritto contabile soprattutto dopo il recepimento nellUnioneEuropea degli IAS/IFRS, conflitti sui quali occorre ora soffermarsi, senzapretesa alcuna di completezza e definitivit dellanalisi, ma con lintento dioffrire un primo contributo allinquadramento della materia.

    5. I problemi di applicazione degli IAS/IFRS negli ordinamentinazionali. I conflitti formali. Sul piano delle relazioni formali fra gliordinamenti le questioni maggiori ruotano, a mio avviso, intorno ad unnodo centrale: quale valore giuridico acquisiscono gli IAS/IFRS nellambitodegli ordinamenti nazionali? Acquistano essi natura di norma regolamen-

    tare comunitaria, una volta che siano stati adottati dalla Commissionecon lo strumento regolamentare, oppure mantengono il carattere di regolaprivata riconosciuta e resa applicabile e giuridicamente efficace allinternodei singoli ordinamenti, collocandosi sullo stesso piano delle altre regolelegislative interne e guadagnandosi spazio rispetto a quelle concorrenti pereffetto dei principi che ne delimitano lambito soggettivo e/o oggettivo diapplicazione, questi s fissati da regole prevalenti comunitarie ed eventual-mente statali come regole che risolvono i potenziali conflitti?

    A favore delluna o dellaltra ricostruzione militano argomenti disicuro interesse e ci si potrebbe chiedere se poi esse siano cos distanti sul

    piano degli effetti che ne discendono in sede applicativa.A. Nessuno dubita che la fonte del regolamento, prescelta in sedecomunitaria per il recepimento negli ordinamenti nazionali