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Furettomania Informa A voice from America: Esaminando i furetti nel Ferretory time Furettomania presenta: L’ufficio adozioni

Furettomania Informa Gennaio Febbraio 2012

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Pubblicazione bimestrale riservata ai soci di Furettomania Onlus

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FurettomaniaInforma

A voice from America:Esaminando i furetti nel Ferretory time

Furettomania presenta:L’ufficio adozioni

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Anno 13 - n.74

Pubblicazione bimestrale riservata ai Soci di Furettomania

GENNAIO - FEBBRAIO 2012

1FURETTOMANIA INFORMA

FurettomaniaInforma

Direttivo NewsIl consiglio direttivo Furettomania Onlus, annuncia l’assemblea ordinaria dei soci e rielezione del direttivo, il 25 marzo 2012 a Poggetto di Casale (Bologna) presso agriturismo Arcadia, seguirà pranzo associativo e party pomeridiano, dove si svolgerà la raccolta fondi per la Pasqua Solidale e Cioccolato solidale.

- I soci che vorranno proporre la propria candidatura al direttivo 2012-2014 dovranno invare una email con nome, cognome, nr. di tessere e piccola presentazione entro il 20 marzo 2012 al consiglio direttivo:[email protected]

- Sempre nella medesima occasione inizierà la raccolta dati sui furetti angora. Per maggiori info contattare Federica Repossi:[email protected].

RedazioneDirettore responsabile: Cinzia Fresia

Vicedirettore: Viviana Puzone

Redattore e coordinatore Scientifico: Claudio Cermelli

Redattore: Federica Repossi

Grafica e impaginazione: Chiara Vercesi

Spedizioni postali e web: Gaia Franzoso

A questo numero hanno contribuito: Anna Luisa Ramondetti e Dirk Ullrich

Furettomania informaEdizioni Furettomania onlusVia Petrarca n.1221012 Cassano Magnago (Varese)

Sommariopag. 2 Editoriale

pag. 9 A voice from America

pag. 25 Furettomania consiglia:Ho fatto nascere gli animali

pag. 23 Il ponte dell’arcobaleno

pag. 21 Adozioni Gennaio-Febbraio

pag. 13 I soci raccontanoRainbow

pag.11 Inviato speciale

pag. 15 Furettomania incontraIntervista a Anna Luisa Ramondetti

pag. 4 Furettomania presenta:L’ufficio adozioni centrale: a cosa serve, come lo fa, a cosa ambisce

pag. 25 Provato per voi

pag.20 Concorsi ed eventiAssemblea ordinaria soci

pag.8 Controllo esogeno del ciclo estrale del furetto mediante utilizzo di Deslorelin nella femmina di furetto

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EditorialeI furetti hanno diritto all’affettività?

Storie di abbandoni ne ho sentite davvero tante in questi miei primi 9 anni di furetti, finite bene o meno, però ogni volta imparo qualcosa su come l’esterno vede questi nostri stupendi animali. Attualmente il mercato considera esclusivamente come animali domestici il cane e il gatto, oggi forse anche il coniglio ma il suo essere un roditore lo colloca a trascorrere molto del suo tempo in una gabbia, eppure chi li ha mi racconta che sono sensibili con un forte attaccamento nei confronti dell’uomo, ma quando si parla di furetti cala il sipario.

Grazie a Furettomania e ai suoi preparati collaboratori, sappiamo tanto su di lui; le informazioni circa la gestione e tutela sono preziosissime e aiutano ad orientarsi e ad avere le indicazioni necessarie per stabilire la giusta relazione con l’animale, eppure non sempre ci si innamora e quando accade il destino del piccolo è minacciato.

Se il furetto non piace o non soddisfa le proprie aspettative, nonostante il percorso informativo, il primo istinto è quello di sbarazzarsene quasi non importa come, “l’odore, lo sporco e la vivacità eccessiva” sono i tre principali indiziati a mal disporsi nei suoi confronti.

L’odore: è particolare, è vero, soprattutto nei maschi interi, sappiamo però che è limitato nel tempo, oggi con la castrazione chimica, consigliata, o eventualmente chirurgica si risolve quasi completamente, la corretta igiene per ciò che li riguarda, cucce, lettiere ed altri oggetti di uso quotidiano tenuti puliti ne annulla la presenza

Lo sporco: se si è rigorosi quando si tratta di pulizia e ordine casalingo, ecco forse non è l’animale più adatto a questo tipo di personalità, lo sconsiglio tantissimo a personaggi così, nei bisogni è impreciso, non sempre centra la lettiera, a lungo andare può esaurire perché è un continuo pulire e spazzare i residui di sabbia sparsa a terra, con un maschio intero poi il tutto è amplificato

la vivacità eccessiva: può riguardare i giovani, che come tali hanno voglia di correre e di giocare, e alcuni di arrampicarsi, io lo trovo divertente anche perché l’infanzia nel furetto dura poco, 8 mesi al massimo, diventando adulti, dedicheranno buona parte della giornata al sonno ma qualcuno anche per quei pochi mesi lo trova snervante. Tutti questi fattori legati insieme rendono un animale così bello e pieno di amore un vero nemico che purtroppo l’unica chance che ha è quella di trovarsi un’altra casa.

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Mi sono sentita dire più di una volta “che è solo un animaletto” quasi fosse un pet di serie B, o che “non è mica un bambino” “e poi morde sempre”, e qui mi fermo. Normalmente qualunque animale domestico se non amato e non gradito svilupperà un approccio negativo con chi sente contro, il furetto è molto sensibile, ha bisogno di sentirsi in perfetta armonia nel suo ambiente e con la sua famiglia umana per stare bene, se viene a mancare la prima reazione è il morso o l’avversione agli esseri umani, sul fatto che non sono bambini siamo tutti d’accordo, ma che è un accessorio nelle nostre mani da usare come più ci piace, proprio no.

Il diritto all’affettività è sacrosanto per ogni animale venga introdotto in una famiglia, rispetto al cane, le manifestazioni affettive del furetto sembrano meno evidenti, con ciò non sono immuni alla sofferenza o all’anaffettività se trascurati, il furetto si affeziona, ed abbiamo avuto più volte prova del dolore intimo, di quel senso di smarrimento profondo dopo un abbandono.

Sarà anche colpa dei brutti momenti che stiamo vivendo, ma mi rendo conto che con il furetto non c’è voglia di tenere duro, di risolvere quegli inconvenienti che non lo farebbero sembrare così ostico a di concedergli una possibilità di restare con chi lo ha accolto.

Penso sia un dovere morale per noi che amiamo e che abbiamo sofferto per loro, informare o scoraggiare chi non è predisposto,o aiutare chi si sente in difficoltà, a volte basta una parola per vedere le cose in modo diverso, e soprattutto se si è in crisi, chiamiamo un volontario di furettomania, una chiacchierata, uno sfogo, un chiarimento può aiutare tanto ad andare avanti, il confronto con chi ha più esperienza aiuta a risolvere quei conflitti interni che ci farebbero rinunciare al grande amore che ha questa dolcissima creatura per noi.

Ricordiamo che i Soci che vogliono mandare articoli per il Giornalino sono sempre i benvenuti!Ognuno di noi ha esperienze e insegnamenti da comunicare o condividere con gli altri, quindi se vuoi

inviarci storie dei tuoi furetti, foto, suggerimenti, notizie o articoli, segnalarci siti web o letture che parlano di furetti, non esitare a contattarci!

Articoli per il giornalino

Cinzia Fresia

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La nostra associazione ha come scopo essenziale quello di fare informazione, supporto e recupero, di e per i furetti a 360°. Per fare questo è strutturata in vari “uffici” che si occupano degli aspetti principali. L’Ufficio Anagrafe, che tiene i registri dei furetti sostenendo e promuovendo questa pratica perchè il microchip di riconoscimento sia un gesto di responsabilità e tutela sempre più consueto.

L’Ufficio Manifestazioni che ha appunto cura di tutti gli eventi per promuovere e sostenere l’associazione, l’Ufficio Amministrazione e Tesseramenti per il coordinamento e rispetto delle norme e naturalmente la Redazione con questo nostro sempre più apprezzato bimestrale. Tutti questi uffici ruotano attorno “all’anima” dell’associazione, l’Ufficio Adozioni Centrale, che ha il compito di segnare, custodire e rendere concreto il solco “etico” e “burocratico” delle adozioni su cui lavora gran parte dello staff. Questo ufficio è da molti anni curato da Viviana Puzone, anche nostra presidente, amica e donna energica e incrollabile, e da qualche anno anche da me che scrivo, Patrizia Puccetti, irrimediabilmente dedita a queste creature incantevoli. Con Viviana abbiamo una solida cooperazione e intesa nonchè un notevole incastro di attitudini che ci consente di operare in naturale armonia, come due braccia di uno stesso corpo in questa mansione faticosa, delicata e impegnativa.

Gestire le adozioni dei furetti abbandonati sul territorio italiano è una sfida continua: la gestione generale delle continue emergenze, la presa in carico delle segnalazioni che arrivano prima all’ufficio centrale per poi essere smistate e riassegnate per zona, gli interventi nelle zone non coperte da collaboratori ed in ogni caso tutte le situazioni ordinarie e straordinarie che di volta in volta ci troviamo a dover affrontare.

Ci sono allerte per furetti che vengono trovati in stra-da, spesso presentano condizioni critiche per malattie causa stessa dell’abbandono, oppure denutrizione, disidratazione o traumi conseguenti allo stesso, oltre che ovviamente lo stato di stress, per i quali bisogna organizzare trasporti e staffette perchè arrivino dal veterinario o dal socio-volontario/collaboratore che ne farà l’affido. Ci sono chiamate da persone in dif-ficoltà di gestione che chiedono supporto o vogliono affidarci il loro furetto, e con i quali tentiamo anche un lavoro di recupero della situazione se c’è il margi-ne, per potergli permettere un evoluzione e quindi di evitare la cessione.

E poi il continuo supporto e confronto sia con i soci che con i volontari dello staff per la gestione dei singoli casi. Dalle decisioni da prendere in merito agli

Furettomania presenta:L’ufficio adozioni centrale: a cosa serve,come lo fa, a cosa ambisce.

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approcci in caso di malattie o disordini del comporta-mento, alle valutazioni sui richiedenti adozioni, alla fondamentale attenzione e verifica dei protocolli che ci consentono la tutela dei furetti di cui ci facciamo carico. Tutto sempre con un occhio allo storico Data-base che raccoglie e testimonia le migliaia di furetti per cui si è intervenuti negli anni, riconsegnandoci una visione generale e particolare di ogni furetto adot-tato nel tempo, con cui si cerca il più possibile di man-tenere un legame come tutela e rete di sostegno, volta a prevenire e supportare dinamiche insidiose che si presenteranno nel corso della vita del piccolo.

Queste possono riguardare l’affrontare le puntuali, purtroppo, patologie, piuttosto che l’inserimento di altri furetti che a volte risulta difficile o ancora la nascita di bambini che troppo spesso destabilizza il ruolo del furetto in famiglia, coesistenza invece che con sensibilità ed organizzazione è del tutto possibile ed anzi un accrescimento per tutti. Il tradimento da parte di neo genitori nei confronti dei furetti è una delle situazioni più frequenti, tristi e sconfortanti con cui abbiamo a che fare. Decidere di far entrare in famiglia una creatura, di qualunque genere, dandogli una casa e delle relazioni affettive per poi strappargliele a piacimento quando il furetto, è d’intralcio per la vita della famiglia di cui fa parte è crudele, qualunque ne siano le motivazioni, assai di rado valide e causa di gratuito dolore nei confronti di chi avremmo dovuto amare e proteggere.

Poi ancora ci sono i rapporti con i veterinari, con gli altri uffici con cui si lavora ovviamente sempre gomito a gomito, che sia per il controllo dei chip dei trovatelli, per gli articoli, annunci e dediche su questo periodico, con i tesseramenti per gli aggiornamenti dei rinnovi degli adottivi, l’organizzazione del banco adozioni all’interno delle manifestazioni, le campagne infor-mative e ancora poi mille varie ed eventuali.

Tutto questo ovviamente è si volontariato, ma porta via tanto tanto tempo, tante telefonate, email, discus-sioni e confronti, e quando si tratta di situazioni che vanno risolte in tempo zero, non permettono di esser messe da parte e risolte quando si può, comporta es-sere praticamente reperibili h24/365 giorni all’anno ritagliando alle aree di impegni personali tutto quan-to possibile. Il tutto è anche storicamente appesantito spesso dagli utenti che, esterni all’associazione, non conoscendone e capendone le dinamiche hanno spes-so da porre critiche ed avanzare pretese.

La lotta per la corretta informazione sui nostri amici A questo rispondiamo sempre che la porta è aperta a chi si vuole rimboccare le maniche per aiutarci dall’interno a migliorare il lavoro dell’associazione e che non siamo un mero distributore di furetti, ma per adottare è necessario entrare in una dinamica di fiducia reciproca avendo rispetto e considerazione dell’esser soci e se non si è disposti a mettersi in gioco, l’adozione non è una scelta compatibile. Qualche volta da questi confronti ne riceviamo indietro utili e preziosi nuovi contributi, che sia come nuovi soci, adottivi o come volontari, e sono piccoli successi.

Mentre in pentola bolle sempre tutto questo, bisogna poi anche sempre restare sufficientemente lucidi e conservare energie, entusiasmo e razionalità per monitorare ed evolvere continuamente l’approccio che l’associazione ha nei confronti dei soci e di chi cede o adotta un furetto, attraverso i collaboratori e la loro formazione. Trattandosi infatti di volontariato, la disponibilità concessaci è spesso limitata nel tempo, e il turn over, a parte per qualche solido elemento storico, è frequente e per questo, il lavoro di rinnovo e formazione nonchè di ampliamento a regioni in cui non siamo presenti, è continuo.

Nella formazione dello staff uno dei punti chiave è la razionalizzazione delle motivazioni. Troppo spesso, e certamente in perfetta buona fede, una quantità di mistificazioni vengono commesse da chi si avvicina al volontariato, inteso questo con la sola compassione e desiderio di pancia di “fare del bene” di “salvare”, ma questo è in genere essere prigionieri di mentalità acquisite e non rielaborate dai più, che sebbene siano di grande impatto e soddisfazione personale, spesso

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correre per raggiungere il nulla, chi ha sbagliato su un aspetto così importante e fondamentale deve di-mostrare un concreto impegno perchè non ci siano possibilità di reiterare. Il controllo delle nascite do-vrebbe essere primaria condizione alla base di qua-lunque associazione di tutela di una specie animale, altrimenti tutto lo sforzo finisce per esser vano ed au-toreferenziale. Altro aspetto basilare è il non incentivare il passaggio di mano di animali senza tracciatura.Senza modulistica, registrazione di chip, obblighi e preparazione per gli adottivi il gesto di recuperare un furetto dalla persona A per metterlo in quelle della persona B si affida solo alla fortuna e questo non può bastare ne essere utile, a seminare le basi per dinamiche di correttezza sempre troppo poco presenti nel rap-porto con gli animali.

Ci preme moltissimo non solo la soluzione dei casi che ci troviamo ad affrontare. Perchè seppur ci riempia di orgoglio e ci dia la carica ogni singola vita che contribuiamo a far risbocciare, cercando di costruirgli un futuro che mai più lo esporrebbe a cattive gestioni, rischi, trascuratezze ed abbandoni, sappiamo bene che è prioritario seminare, ogni singola volta in cui andiamo ad occuparci di un caso, quei principi che fraintesi o trascurati sono alla base di tutta la sofferenza che i nostri piccoli amici pelosi si trovano a patire.

Lavorare insomma, sulla consapevolezza e prevenzi-one dei problemi, per non ritrovarsi poi sterilmente solo a risolverli in un circolo vizioso ed a valle, quan-do il danno è ormai fatto. Prima di tutto torno a riba-dire il controllo delle nascite, avere cura di un furetto (come di qualunque creatura che dipenda da noi) non è un’ esperienza che la maggior parte delle persone è preparata o idonea ad intraprendere, ma spessissimo

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non giovano ai destinatari di tale impegno, anzi purtroppo a volte non fanno che peggiorare lo status della specie per cui ci si prodiga. Lo slancio emotivo di voler puramente “salvare” i furetti di cui le persone si vogliono disfare dopo incauti acquisti e scarsa capacità all’empatia con il piccolo, è spesso un’ arma a doppio taglio. Per responsabilizzare, informare ed in qualche misura fare “educazione” all’approccio col furetto (di cui noi specificatamente ci occupiamo, ma sarebbero regole valide per ogni animale), è importante tenere dritta la meta, non piegarsi ai ricatti morali di chi si vuole disfare dei piccoli, né agli slanci emotivi di chi pretende di adottare senza prendere coscienza di cosa comporta, informare e responsabilizzare, ma non togliere semplicemente il problema a chi ci è finito contro, e cercare invece laddove possibile, di dare strumenti per risolverlo e prevenirlo.

Ci sono poi casi per noi davvero dolorosi e difficilissimi da accettare e far accettare ai più, su cui è di fondamentale importanza essere inamovibili. Ad esempio il ritiro delle cucciolate: non possiamo permetterci di farcene carico se chi ha scelto di mettere al mondo quelle vite non provvede alla sterilizzazione dei suoi riproduttori o alla cessione degli stessi insieme ai cuccioli. Facendo altrimenti, il nostro lavoro ci porrebbe in una ruota da criceti sempre a

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Patrizia Puccetti

Quando, purtroppo molto spesso, non viene assicu-rato tutto ciò, ci si trova spesso davanti proprio alla causa primaria di abbandoni, da un lato una scarsa informazione delle nuove famiglie da parte degli al-levatori e dall’altra delle creature di difficile gestione perchè cresciute senza training e competenza. Come risultato quei piccoli finiranno nella migliore delle ipotesi ad essere un “problema” per le famiglie che non vogliono disfarsene (e per noi che dovremo sup-portarle...) e nella peggiore furetti traumatizzati che dovremo recuperare e far adottare.

Non nascondo che i periodici momenti di sconforto ciclicamente prendono sia me che Viviana, fortunatamente una delle due riesce sempre a ridare forza all’altra per continuare in questa avventura. L’impegno ed il lavoro da fare sono sempre imponenti, la speranza e l’ambizione sono sempre quelle di arrivare, anche attraverso il lavoro di informazione continuo, ad un futuro dove gli abbandoni siano un numero minimo, e che l’associazione possa occuparsi in gran parte di evoluzione e supporto della gestione pratica e collaborazione con i veterinari, per migliorare sempre la prevenzione e l’approccio alle problematiche legate alla salute dei nostri piccoli amici pelosi.

Siamo certo consapevoli di non poter fare miracoli con i protocolli su cui lavoriamo, e che spesso non vengono compresi perchè vissuti come un inutile ingerenza, ma svolgono un ruolo, nelle nostre speranze e nei nostri obbiettivi, di sedimentazione di un approccio sempre più etico e nei confronti dei furetti, nell’impegno e nel rispetto del valore delle loro esistenze, in cui crediamo e di cui spesso riusciamo a raccogliere i frutti e vedere la prospettiva.

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non se ne ha consapevolezza, ed il desiderio prevale sulla necessità di responsabilità nei confronti del pic-colo. Questo non vuole essere espresso in termini svalutativi per nessuno, semplicemente come con-statazione che, a seconda della disponibilità individuale di tempo, spazi, dedizione nonché solidità economica, solo una minoranza può realmente garantire alla crea-tura di cui si fa carico quei parametri senza i quali si segna spesso nel destino del piccolo prima o poi un potenziale abbandono, che sia in forma di cessione, di trascuratezza o di fuga stessa del furetto. E per questa ragione è evidente che le nascite di nuove vite (in ogni specie animale) dovrebbero essere il numero minimo indispensabile al rinnovo della specie e non improv-visato da chi è curioso dell’esperienza, spesso alle prime armi con i furetti, che 9 volte su 10 fa dei gran danni, ma curato solo da quegli allevatori esperti e preparati che si fanno realmente carico delle creature che mettono al mondo dalla A alla Z, curando prima durante e dopo, tutti gli aspetti che garantiranno mag-giormente un destino ottimale.

Dalla scelta accurata dei genitori riproduttori, all’alimentazione sia di questi che dei cuccioli, alla loro socializzazione, sia con i simili che con gli umani, alla tutela dei contratti quando affidano alle nuove famiglie i piccoli, all’inserimento del micro-chip e la registrazione alla nostra Anagrafe e all’ASL.

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Questo lavoro, argomento di tesi di laurea, è volto a valutare gli effetti inibitori sulla attività riproduttiva, di impianti sottocutanei a lento rilascio di agonisti del GnRH (Suprelorin® 4,7mg), in esemplari di furetto (Mustela putorius furo) di sesso femminile.che inibiscono il rilascio di ormoni sessuali.

L’effetto sarà quello di interrompere temporaneamente l’attività ovarica e le manifestazioni estrali ad essa correlate a differenza della castrazione chirurgica. La durata d’azione del Suprelorin® è di circa 2 anni; tuttavia può essere influenzata da diversi fattori correlati al soggetto quali le condizioni generali, il metabolismo, la funzionalità d’organo.

I risultati ottenuti da precedenti studi volti a valutare gli effetti della deslorelina (Suprelorin® 4,7mg) su esemplari interi, hanno evidenziato una sensibile riduzione nell’insorgenza di patologie, principalmente di origine neoplastica (insulinoma, iperadrenocorticismo, linfoma), confrontati con quelli registrati in esemplari trattati chirurgicamente (castrati/sterilizzati) alla stessa età.

Per lo svolgimento della sperimentazione si richiede la collaborazione dei proprietari di furetti di sesso femminile, nati nel 2011, al loro primo calore, disponibili

a compilare una scheda anamnestica settimanale e consentire prelievi ematici ripetuti nel tempo, per valutare i livelli degli ormonali gonadici (estrogeni). Per le caratteristiche del lavoro, lo studio sarà limitato agli esemplari risidenti nel centro Italia.

I costi relativi all’impianto saranno a carico del proprietario, mentre quelli relativi al materiale di consumo e alle analisi di laboratorio saranno a carico del Dipartimento di Patologia, Diagnostica e Clinica Veterinaria della Facoltà di Medicina Veterinaria di Perugia. Lo studio avrà inizio a decorrere da gennaio 2012, si protrarrà per 6 mesi.

I prelievi di sangue dovranno essere effettuati rispettando il seguente schema:1) il giorno dell’impianto (giorno 0);2) dopo 10-15 giorni;3) ogni 30 giorni fino alla fine della sperimentazione.La quantità di sangue per ogni singolo prelievo sarà pari a 0,5 ml e non comporterà rischi diretti, se effettuato in animali clinicamente saniPer tale motivo, ogni prelievo sarà preceduto da un attento esame clinico dell’animale e da eventuali esami collaterali diagnostici.

Controllo esogeno del ciclo estraledel furetto mediante utilizzo diDeslorelin nella femmina di furetto

dott. Gianluca Deli

Ritratti e dipinti su commissione

Si eseguono ritratti e dipinti su commissione sia a colori che in bianco e nero, in qualsiasi formato.Per ogni ritratto o dipinto il 10% del ricavato andrà devoluto all’associazione Furettomania Onlus.

Per informazioni: [email protected]

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A voice from AmericaEsaminando i furetti nel Ferretory time! Un ferretory, o esame annuale della salute mentale e fisica dei furetti, aiuta Bob Church a determinare i bisogni medici futuri dei suoi animali.

Una volta all’anno faccio un “inventario” dei miei furetti così da non perdermi niente. Faccio un controllo di salute fisica e mentale di ognuno. Questo è il momento in cui controllo la salute mentale e fisica, per pianificare il budget professionale dei trattamenti per l’anno a venire.

Ho abbastanza furetti che diventerebbero una bomba finanziaria se questi inaspettatamente si ammalassero contemporaneamente. Inoltre, credo fortemente nella profilassi veterinaria, così facendo, l’inventario, mi permette di pianificare i costi del veterinario di tutto l’intero anno.

La salute mentale del furetto

Comincio valutando una serie di impressioni dello stato mentale dei furetti. Soprattutto cerco cambiamenti nel comportamento. Quest’ anno notavo che Popeye stava per conto suo e non esplorava molto, si è scoperto che Popeye aveva un canino rotto che era la causa del cambiamento comportamentale. Dalla mia esperienza se trattate i vostri furetti correttamente e se non avete introdotto un furetto nuovo nel gruppo e non ci sono stati cambiamenti nella loro routine generale, le modifiche comportamentali negative sono sempre segnali di un cambiamento della salute.

La mia prima regola è:

un cambiamento nel comportamento merita un’indagine supplementare. Non tutte le variazioni comportamentali sono dovuti a problemi di salute, alcuni vengono da abusi del passato ad altri prob-lemi, così metto nell’inventario quei comportamenti che mi piacerebbe migliorare e cambiare in meglio. Al momento non ho molti furetti con questo tipo di problemi. Sebbene stia ancora lavorando con Samp-son e Belle, per aiutarli a interagire meglio con altre persone. Vorrei anche aiutare Belle ad accettare altri furetti e animali senza gridare come fosse dentro ad una macchina mortale.

La salute orale del furetto

Dopo, io attentamente ispeziono la bocca di ogni sin-golo furetto, cerco dei segni di gengiviti o malattie paradontali, fratture o perdita di denti, infiammazioni orali o tumori, niente di ordinario, annoto anche se un furetto ha l’alito pesante o no, e se lo è di che cosa sa, marcio? Pesce? Uova? Frutta?Acido? Se il cat-tivo odore apparentemente non dipende da nessuna ragione, spesso segnala altri problemi più importanti,

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potrebbe essere segnale di malattie ai denti, o forse stomaco, reni, fegato o malattie pancreatiche, così annusando l’alito del tuo furetto può anticipare un indicazione per la diagnosi dal veterinario.

Un esame orale effettivo può essere fatto in modi diversi, ma quello che funziona meglio è il seguente: serve una lampada flessibile da tavolo, una bacchetta di legno, e burro (vero burro, non margarina) tengo il furetto per la collottola con la mia mano sinistra metto il bacino sotto la mia ascella, strofino un po’ di burro sul naso, mentre il furetto si lecca il naso, con la bacchetta tengo la bocca aperta, la lampada serve per illuminare l’interno della bocca, giudico la condizione della bocca del furetto come 0 (perfetta) 1 (buona) 2 (ok) 3 (povero) 4 (male) 5 (cure immediate) è comunque una valutazione soggettiva, ecco perché la faccio tutta in una volta, questo processo mi permette di dire quale furetto ha la bocca peggiore e portarlo dal veterinario.

La salute generale fisica:

Successivamente peso ogni furetto e controllo il suo corpo, prendo nota attentamente circa le condizioni del pelo, segnando ogni zona con poco pelo o senza, su una sagoma disegnata a forma di furetto, ho trovato questa tecnica efficace, piuttosto che fare affidamento sulla memoria. Questo è solo un tentativo per capire i primi segni dell’adrenal deasease, mi permette anche

di monitorare che i cambiamenti possono essere dovuti alla stagione, (coda da topo, muta) stress relativo (nuovo furetto, cambio di territorio, la perdita di un compagno stretto) o sintomi di poca salute (dieta inadeguata, malattia organica, etc. etc.) è importante scrivere una relazione per il veterinario. L’anno scorso, Belle, stava perdendo pelo dalla coda e da una piccola area sopra il bacino, Quest’anno la sua pelliccia è perfetta.

In concomitanza del controllo del pelo, vedo se ci sono gonfiori, blocchi, masse o grumi, faccio scorrere le mie dita su tutto il corpo del furetto e se trovo qualunque stranezza lo segno nella locazione sulla sagoma disegnata. Per esempio Kahlua ha un chordoma nella punta della coda, che monitoravo da due anni, quest’anno si è ingrandito di 5 mm, Daisy ha un piccolo tumore epiteliale alla base del collo,di circa 2 o 4 mm e non è cambiato dall’ultimo anno.

La carta Ferretory

Una volta fatto l’inventario fisico, creo la mia carta ferretory, che non è altro una pagina di calendario a vista, Popeye aveva la peggior bocca, così è stato schedulato per Gennaio una pulizia dei denti, Bell è la prossima. Sto tenendo d’occhio Kinnley per i sintomi di adrenal disease, sebbene attualmente stia bene, rispetto l’anno scorso. Ho aggiunto un periodo extra di controlli per Sampson e Belle che include maggiori interazioni umane. Clyde è un po’ pesante, così ho organizzato un piano esplorativo in più tempi, che sarà fatto dopo che il veterinario avrà asserito che il suo aumento di peso non è dovuto a problemi di salute. E’ programmato per Febbraio.

Il perché faccio questo inventario annuale è per pianificare anche i conti del mio veterinario per la maggior parte dell’anno, e il danno al mio budget mensile è limitato, mi posso permettere anche i trattamenti profilattici che ho trovato maggiormente economici rispetto alle cure per le malattie. E’ facile da fare, non prende molto tempo e i furetti, penso, stanno meglio.

Bob Church

Bob Church è un fotogiornalista e zooarcheologo con lauree in biologia (zoologia) e antropologia (archeologia). Risiede in Missouri con 19 furetti che tiene in un pollaio riscaldato.

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L’Alpenzoo, è un parco faunistico tematico, di tutela e sostegno degli animali delle Alpi e si trova ad Innsbruck, nel Tirolo Austriaco, accanto all’entrata di questo unico giardino zoologico, un tempo Zoo Imperiale per volere del Principe Ferdinando II, la fortezza Weiherburg, eretta dal cittadino Christian Tänzl nell’anno 1460, dove venne fatto alloggiare l’imperatore Massimiliano I. Nel settembre 1962 fu aperto al pubblico, soltanto nel primo anno attirò 30.000 visitatori, ed oggi raggiunge la notevole cifra di 300.000 ingressi annui. La sua atmosfera unica, prettamente alpina, rende lo zoo molto piú di un’escursione famigliare: semplice ed autentico. Questa struttura è gestita e amministrativamente sostenuta da un’associazione senza scopo di lucro, gli amici dell’Alpenzoo, dalla regione Tirolo, dalla città di Innsbruck e dall’ente Turismo di Innsbruck, nonché da numerose sponsorizzazioni di aziende nazionali ed internazionali che da privati con adozioni a distanza, a cui la direzione dello zoo è chiamata a rendere conto, anche per l’adesione a diversi progetti di conservazione. L’atmosfera del parco è serena, gli spazi sono curatissimi fino all’ultimo dettaglio con gli animali che appaiono in gran salute, è presente un veterinario fisso 3 o 4 volte la settimana, un consulente veterinario esterno e diverse cliniche di appoggio per gli approfondimenti.

Nei mammiferi di fauna alpina, rientra l’Iltis-Frettchen, denominato Mustela putorios furo ma secondo le spiegazioni del dott. Dirk Ullrich biologo e curatore del parco, trattasi di una specie ibridata del furetto domestico e la puzzola selvatica, in realtà, l’ibridazione sta di fatto scomparendo per la difficoltà nel reperire soggetti in natura, l’allevamento di questa specie è praticato da più di 20 anni, e sono nati diversi esemplari, nonostante il parco, lo staff deve mantenere il controllo delle nascite. Ho chiesto se questi furetti hanno rapporti affettivi con chi si prende cura di loro, la risposta è stata che sì il contatto umano c’è ma solo con quelli predisposti, non viene modificato l’approccio se timidi o selvaggi. Per quanto riguarda la zona abitativa, il gruppo gode di tre spazi, uno esterno allestito come un ambientazione simile ad un bosco: erba, tronchi, pietre, cespugli... collegati ad altre due zone chiuse, uno visibile ai fruitori e dotato di una lampada ad infrarossi, l’altro di privacy totale e di pertinenza solo al personale di servizio. Ricevono regolare profilassi vaccinale contro cimurro e rabbia, idem filaria, mangiano una sola volta, il pasto è fatto di carne cruda, variata di giorno in giorno, nessuna miscela, per esempio: o solo pollo, solo topi, ecc. ecc., la loro alimentazione è costituita da: pulcini, topi, tacchino, coniglio, vitello, anatra e altri tipi di pollame disponibile, un uovo la settimana, niente pesce, e nient’altro, nessun integratore, se non

Inviato speciale

Da Innsbruck- Austria incontro conDirk Ullrich, curatore dell’alpenzoo,per parlare di furetti ...

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in caso di difficoltà nella muta, viene aggiunta una polvere multi minerale alla dieta, La loro vita arriva fino ai 5-7 anni di media, è stato registrato un caso di una furetta intera che è vissuta fino a 9 anni.

Parlando con il dott. UIlrich, gli spiegavo come in Italia, i nostri furetti siano profondamente predisposti dopo il terzo anno di età, all’insorgenza di tumori vari, i più comuni al pancreas, (insulinoma) e alle ghiandole surrenali, Ullrich risponde:

“I nostri furetti raramente o quasi mai vengono colpiti da queste patologie, nonostante le sterilizzazioni chirurgiche, la forma più comune che colpisce i furetti da noi è l’insufficienza renale, mangiando solo carne, i reni sono gli organi più esposti alle malattie”In comune con i furetti che vivono da noi, abbiamo l’età, non così lunga, eppure il furetto potrebbe vivere di più, ci sono soggetti che superano anche i dieci anni … dove può essere l’errore... lo stile di vita? L’alimentazione? La genetica?

“Sicuramente c’è qualcosa che non afferriamo, ma imputare tutto alla genetica è sbagliato, è molto probabile che il più dipenda dall’alimentazione, le cito questo caso: le nostre lontre di fiume che abbiamo sempre nutrito con pesce d’acqua dolce, cioè dello stesso loro ambiente supponendo fosse corretto, in realtà si ammalavano tutte di insufficienza epatica tale da portarle alla morte precocemente, non capivamo dove fosse l’errore, ma un contatto con uno zoo

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Giapponese ci disse che là, le lontre vivevano anche fino a 17 anni, andai da loro, e notai che le nutrivano con dei piccoli pesci di mare e basta, cosa c’entra il mare? Il fatto è che il pesce di acqua dolce è molto grasso, che con il tempo viene accumulato nel fegato senza la possibilità di smaltirlo, mentre il pesce di mare risulta più magro e maggiormente metabolizzabile dalla funzione epatica dell’animale, adottando questa alimentazione le nostre lontre hanno guadagnato due anni in più di vita, non è molto, ma siamo sulla buona strada”

Il dott. Ullrich sui furetti dice “l’università di Hannover, sta studiando questo fenomeno che riguarda i furetti, ma sta scoprendo qualcosa, forse un collegamento con le lontre c’è.

Indubbiamente i furetti in questo parco conducono uno stile di vita piuttosto sano, possono scegliere a seconda delle esigenze di stare fuori o dentro al loro comodo rifugio, mi riferiscono però che in inverno, quello austriaco piuttosto rigido, optano per restare rintanate.Importante a questo punto seguire cosa sta scoprendo l’università di Hannover e noi di Furettomania non ci perderemo questi sviluppi.

Cinzia Fresia

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Lo abbiamo chiamato Rainbow, un bellissimo cucciolone intero, senza microchip identificativo, nessuno ha chiesto di lui, non abbiamo potuto contattare nessuno, abbiamo messo annunci, fatto girare l’avviso, cercato noi annunci di smarrimento, ma niente. Cosa dobbiamo pensare? Che è stato abbandonato volontariamente? Che chi l’ha perso non si è interessato quel minimo da rintracciarlo? Non sarebbe stato difficile trovarlo, nell’ambiente l’avviso è girato e qualcuno, chi l’ha messo al mondo, chi ce l’aveva in casa, avrebbe dovuto venirlo a sapere, tanto più che se hai perso un furetto lo starai cercando o no?

Certo, va detto che se non ti sei preoccupato di mettergli un benedetto microchip di riconoscimento, di registrarlo alla ASL o all’anagrafe di FM non ti sei posto il problema di tutelare questa creatura, dipendeva da te. Questo è un caso come tanti altri, centinaia di furetti che recuperiamo in strada ogni anno, la sua storia somiglia a mille altre, ma si conclude purtroppo col destino di quei casi che fanno più male. Non sappiamo cosa gli è successo, se l’ha investito un auto, se è caduto da una finestra, se spaventato ha morso qualche passante che gli ha sferrato un calcio o cos’altro ancora. Sappiamo solo che ci è stato consegnato in gravissime condizioni, con una emorragia interna da trauma e che è morto in mezz’ora gemendo in auto, mentre lo portavamo dal veterinario.

Rainbow quando abbiamo cercato di toccarlo per soccorrerlo ha gridato di dolore in modo straziante, ha sferrato un morso, forte, ma si capiva che non avrebbe voluto, che non era da lui, aveva solo troppo dolore per farsi toccare e non aveva altro modo per dirlo.

E’ morto senza il suo nome, senza un perchè, senza un qualcuno che gli abbia voluto bene a piangerlo, c’eravamo solo noi a piangerlo, a piangerlo di rabbia per non aver potuto fare nulla, a piangerlo perchè era bellissimo, giovanissimo ed aveva tutta la vita davanti, se solo chi lo ha messo al mondo avesse avuto cura di tutelarlo e proteggerlo, consegnarlo in mani sicure, a qualcuno che non lo avrebbe mai abbandonato e non ne avrebbe consentito la fuga, nei giorni di neve a Roma difficile credere alla dimenticanza di una finestra aperta.

I soci raccontano

Rainbow

Certo se tutto questo fosse accaduto ad un furetto microcippato e registrato e si fosse trattato di un incidente imprevedibile la sua sorte non sarebbe forse cambiata di molto, ma lo sarebbe molto tutto il contesto, avremmo respirato rispetto e amore per questo animale, e non svogliata noncuranza. Forse sarebbe morto lo stesso certo, ma forse lui e noi avremmo saputo che non si poteva impedire, ma che la sua famiglia non era stata negligente, che aveva cercato di proteggerlo, forse avremmo e avrebbe saputo che non era solo è c’era chi lo amava e sarebbe morto tra le loro braccia, invece di passare di mano in mano per delle ore prima di arrivare a noi.

Il suo corpicino poteva essere seppellito dalla sua famiglia, qualcuno che lo conosceva avrebbe pianto per lui, avrebbe ricordato le cose buffe e sceme che faceva, lo avrebbe ricordato per sempre con amore. No lui se ne è andato in un posto sconosciuto, tra sconosciuti che non sanno nulla di lui, ma che sanno tanto, troppo, di tanti altri come lui.

In questa foto Rainbow era morto da pochi istanti, ve lo abbiamo voluto mostrare senza remore di esser macabri

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perchè il suo sguardo sia un monito, un’ accusa e una supplica. Proteggete i vostri furetti, proteggeteli prima di tutto con il microchip identificativo registrandolo alla ASL e all’anagrafe di FM, è gratuita la registrazione, non ci sono scuse. Poi proteggeteli in ogni aspetto della sicurezza, non abbassate mai la guardia, non pensate mai “tanto non ce la fa a saltare” “tanto non ci passa” “tanto poi torna” non è così, è impressionante il numero di furetti che ogni anno muore per negligenza, si dice che la causa principale di morte per i furetti sono i tumori, vero, ma solo se arrivano a vivere abbastanza da poterli avere!

Un numero vergognoso muore giovanissimo per negligenza o per aver sottovalutato i rischi del tenerli all’esterno, di non assicurare gli sportelli delle gabbie, di non rendere impossibile la fuga. Su chi, dopo la fuga non li cerca o addirittura li abbandona spontaneamente, non ci sono parole da spendere.

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Ecco cosa accade, tante, troppe volte: • Caduto da una finestra o un terrazzo• Aggredito da un cane• Schiacciato da una porta• Schiacciato negli ingranaggi di un letto o di un divano• Ucciso in lavatrici o in lavastoviglie azionate• Scappato da una porta o un cancello e investito da un’auto.

Ed ancora tante altre morti inutili e orrende. Lo abbiamo chiamato Rainbow, era un bellissimo cucciolone intero, senza microchip identificativo, nessuno ha chiesto di lui, NESSUNO HA CHIESTO DI LUI.

Patrizia Puccetti

La carta azzurra dei serviziDiversi Soci in tutta Italia che posseggono negozi o altre attività, offrono sconti per i Soci di Furettoma-nia che si presenteranno con la tessera valida per il 2011! I Soci interessati ad offrire sconti ed agevola-zioni ad altri Soci, possono contattare la Redazione: Tel. 338-5289565 (dopo le ore 15.00) oppure viae-mail a [email protected]. Dai presenti servizi sono escluse tutte le attività inerenti il commercio di animali. L’Associazione precisa che il presente servizio è riservato ai Soci dell’Associazione stessa e dichiara di non percepire alcun compenso per questo servizio.Le agevolazioni offerte verranno comunicate di vol-ta in volta sul Giornalino.

• La pasticceria s.a.s. di Benvenuto Emanuele, Piazza Adua, 8/B - Biella. Sconto 10%.Per Informazioni: Riccardo, tel. 015-8492685.

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Riservata ai soci di Furettomania Onlus

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Un altro volontariato: Anna Luisa Ramondetti

Avevo sentito parlare di Anna Luisa Ramondetti Cassardo e del suo rifugio privato che ospita anche più di 60 cani, trattandosi di una mia realtà cittadina, (il rifugio si trova in un comune della prima cintura di Torino) è stato naturale andarlo a visitare.

Anna Luisa ha trasformato quella che era l’abitazione che condivideva con il marito in un rifugio per cani abbandonati, la struttura oltre ad accoglierli, curarli, e ricollocarli in altre famiglie, offre una vita alternativa a quei cani ritenuti non adottabili, vuoi per la troppa violenza, i maltrattamenti e traumi subiti, ma che al Rifugio Ramondetti Cassardo trovano una casa e tanto amore.

Il rifugio per’altro prevede il programma adozioni a distanza per chi vorrebbe ma per mancanza di spazio, tempo o altro impedimento non può tenere un cane.

Anna Luisa, raccontaci un po’ di te, della tua vita dedicata agli animali e della tua idea del rifugio?

Mi pare che la risposta completa sia già sul mio sito internet, sotto il titolo Perché. Eccola:Perché esiste questo Rifugio?Perché deve continuare ad esistere? Perché si mantiene indipendente dalle sovvenzioni pubbliche?

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Furettomania incontra

Inizio, rispondendo alla terza domanda, con una info che spesso allego alle mie e-mail, e che si riferisce adun problema molto serio:

Perché il rifugio rimane indipendentemente da sovvenzioni pubbliche? Per poter accettare tutti quei cani di proprieta’ che, per il codice civile, sono equiparati ad oggetti.Essi non sono accettati dai canili sovvenzionati dall’amministrazione pubblica.Quando un oggetto non serve piu’, lo si elimina o, peg-gio ancora, quando si tratta di un oggetto che “vive”, lo si butta in un fosso e si aggiunge una fucilata nella testa, una badilata sul cranio oppure una dose di stric-nina! Fine del cane e dei problemi, ma questa fine a me non va e neppure a voi! Il mio rifugio e’ rimasto, credo, l’unico ad essere indipendente e, quindi, a po-ter accettare i “cani-oggetto”. Ma essere senza alcuna sovvenzione significa... avere vita difficile! Chiedo a tutti gli amici di aiutare il rifugio, diffondendo la sua pubblicità, soprattutto quella che riguarda il programma di “sostegno con adozione a distanza”. Aiutatemi a continuare a dare un tetto, un riparo, aiuto a tutti quei cani che nessuno vuole piu’, ma, che, purtroppo, nessun’altra struttura puo’ accogliere. Grazie.

Adesso, rispondo alle due prime domande.Può sembrare strano che una persona arrivata alla... terza giovinezza e già molto impegnata in un lavoro difficile, decida di complicarsi ulteriormente la vita con un Rifugio per cani. E organizzi, là dove risie-de e già lavora, un Rifugio di Protezione dei cani. Un’impresa non facile, ve lo assicuro ! Non con una società, perché debbo ammettere che non mi è riuscito

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di trovare nessuno disposto ad associarsi a me. Del resto che cosa offrivo? Molta fatica, tanti problemi, tanto lavoro, tante spese, il sacrificio delle vacanze, e tutto questo per dei cani senza padrone! Meglio non dire a nessuno che si è passata la notte in bianco per tenere una fleboclisi e salvare la vita di un poveretto a quattro zampe. C’è rischio di sentirsi raccomandare una visita psichiatrica!

Ma, allora, perché ho cominciato?Certo per amore e compassione verso gli animali, ma anche per reazione, perché ne avevo abbastanza di sentire soltanto belle parole, mai seguite da un gesto generoso.Mi ci sono buttata! Ho dovuto impegnarmi a fondo per togliere quanti più cani potevo –migliaia– dal canile municipale, nel periodo in cui venivano eliminati dopo tre o sette giorni dall’arrivo, a seconda delle disposizioni Comunali. Avevo cominciato, non potevo tornare indietro.

Un incubo di morte...Siete mai entrati in un canile di disperati?Nella penombra, avete mai visto quegli occhi che vi guardano con un ultimo barlume di speranza? Vi prende l’angoscia: non un rumore. Non abbaiano. Muti, la gola stretta, l’angoscia della morte prossima. Morte e dramma incombono. La penombra, l’atmosfera da incubo, palpabile fino a divenire insopportabile, indi-menticabile per sempre! Finalmente, nel ’91, una legge ha impedito la carneficina. Ho accettato migliaia di cani da padroni indegni che li avrebbero buttati sulla strada. Taluni dicevano che gli “rendevano la libertà”. Ma quale libertà? Se non quella di morire in un fosso lungo la strada, le ossa spezzate, preda viva e straziata dei morsi dei ratti.

Ho voluto essere soltanto un rifugio...ordinato, sicuro, nel quale riprendersi ed attendere un nuovo padrone capace di amarli.Questa attività di salvataggio ed assistenza ha accompagnato la mia terza giovinezza! Qualche anno fa, ho domandato al mio computer quanti cani, passando per il Rifugio, avevano ritrovato un buon padrone. Il numero era lì, sullo schermo, ed io ne ero sorpresa... 6.500. Pensate, 6,500 creature, che avevo visto arrivare disperate, spesso malate, spesso ferite, e che avevano ritrovato una famiglia in cui vivere felici. Che fare ? Continuare, naturalmente, ed infatti, ora i cani dati in adozione a famiglie affettuose sono settemila! Ma, allora, valeva la pena di tutto quel lavoro, di tutte quelle rinunce! Soprattutto, valeva la pena di continuare !

Per questo ho voluto un sito internet per presentarvi i miei cani, e per raccontarvi i ricordi lasciati dalle creature passate per il mio Rifugio. Sono nel settore “Racconti” del sito: www.rifugiotrofarello.org e per dire che non c’è nulla di straordinario in quello che ho fatto, basta decidere di farlo, e metterci un po’ di… testardaggine ! Tantissimi gli adottati, eppure c’è sempre qualcuno che non ha mai un po’ di buona sorte ! Ci sono qui al Rifugio dei cani che non hanno avuto la fortuna di essere adottati, o perché del tutto privi di attrattive o perché giunti vecchiotti o perché gli è venuto a mancare il padrone e nessuno ha voluto il povero vecchio cane.Sono rimasti qui al Rifugio, con me. Ora sono i miei cani. Per queste creature che continuo a curare ed assistere con amore, vorrei fare una proposta: quella di un piccolo dono che aiutasse il Rifugio nel suo lavoro.

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Per esempio: una Adozione a Distanza, per la quale, come scrivo sul sito, non si fissa alcuna tariffa. Liberi di aiutare come il Vostro cuore comanda. Lasciatemi sperare, lasciatemi sognare di trovare l’aiuto di moltissimi amici. Conosco la mia età. So di non essere immortale, so che un giorno o l’altro dovrò rinunziare a questo lavoro, ma non voglio che la porta del Rifugio si chiuda davanti ai bisognosi. Per tutti i nostri amici sfortunati che hanno bisogno di un rifugio, questa porta deve restare aperta!

Il Rifugio deve continuareSi dice che lo spettacolo continua. The show must go on. Io credo che la nostra tenerezza, la nostra compassione, il nostro cuore debbano “go on”. Ci sarà sempre bisogno di aiuto, di doni piccoli o grandi, di amicizia sincera perché io possa essere sicura che quanto è stato fatto finora continuerà, insieme con voi, e che quando io non potrò più “essere all’accoglienza”, tuttavia, la porta del Rifugio resterà aperta per tanti anni ancora.

Come la tua strutturariesce a sostenersi?Non lo immaginerete, ma questa è esattamente la domanda che mi si ripresenta ogni giorno! Fino a qualche tempo fa, il Rifugio contava esclusivamente su di me, perché ho voluto che restasse indipendente dalle sovvenzioni pubbliche per avere la libertà di agire esclusivamente per il bene dei cani senza pastoie burocratiche, libero di accettare anche quelli che padroni irresponsabili non vogliono più tenere con sè. Senza dovere cambiare il metodo di profilassi che, oltre a garantire il benessere del cane, permette di tenere lontane malattie parassitarie come la filariosi, la leishmaniosi o di curarle, qualunque sia la spesa relativa! Ora, visto che le condizioni si sono fatte più difficili per tutti, il Rifugio comincia a cercare aiuti per mezzo di salvadanai ed anche per mezzo della pubblicità che illustra le Adozioni a Distanza. Il programma delle Adozioni a Distanza, l’ho pensato

per non dovere mai rifiutare aiuto a chi ha il diritto di vivere ancora! Sono i cani non più giovani, quelli che graveranno sulle spese del Rifugio per quanto gli resta da vivere perché, per la loro età, non si può sperare che qualcuno gli offra la propria casa.

Ma non si può ragionare sempre secondo la... contabilità. Nei loro occhi c’è il terrore, la disperazione di chi comprende in quel momento che il suo mondo sta crollando, che il padrone lo abbandona. Non potrei rifiutarli, ne avrei soltanto un grande rimorso.Li accetto e poi... vedrò di continuare! Sarò grata a chi mi darà nomi di negozi che possano accettare la pubblicità ed anche il salvadanaio del Rifugio. Recentemente, un Social Network con fini etici ed uno scopo importante ed evidente nel suo slogan : “cambiamo il mondo una storia alla volta”, ShinyNote.com, si è interessato al lavoro del Rifugio, ha apprezzato la testardaggine con la quale si cerca di tirare avanti, e le storie contenute nel sito internet del rifugio.

Mi ha chiesto una storia vera da pubblicare, ed io ho inviato quella di Karant, la quarantesima creatura trovata in condizioni tremendamente drammatiche, e che ero riuscita a salvare, trasformando quella che poteva essere una orrida tragedia in una storia a lieto fine, soltanto perché il rifugio era già organizzato. Infatti, io ormai sapevo che per aiutare non bastava la compassione, non bastava raccogliere la creatura sfinita, toglierla dalla fossa che si era scavata per morire nascosta. Occorreva qualcosa di più, perché una fleboclisi può essere la differenza fra la vita e la morte, fra la sofferenza atroce delle ossa stritolate e qualche ora di riposo. Quella volta, per Karant, il Rifugio era arrivato a tempo ed aveva quanto serviva per farla rivivere!

Ritorno a ShinyNote: ha aperto una raccolta fondi ed il Rifugio vi è stato ammesso. Per ora, tutto si muove lentamente, ma almeno si ha segni di comprensione e simpatia. Il Rifugio deve tenere aperte le proprie porte. Per me questo è uno scopo costante.

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Si tratta di farsi forza, di stringere i denti, di lottare e di tirare avanti fino a che si possa contare su una folla di amici, e su una folla di aiuti magari piccoli, ma utili e benvenuti!

L’abbandono è diventato quasi un triste “stile di vita”, sebbene l’introduzione del chip identificativo e il servizio dell’anagrafe canina magari inibisca almeno in parte l’iniziativa, per te, considerata la tua grande esperienza di volontaria cosa proporresti ad un legislatore per evitare che questofenomeno avvenga sempre meno?Non saprei che cosa proporre perché la realtà è che vi sono persone senza senso della responsabilità. Purrtroppo, la realtà dell’abbandono che ho conosciuto, la durezza di certe persone che vogliono sbarazzarsi del proprio cane, mi ha reso pessimista: se il seme del sentimento non esiste, le nostre parole non potranno mai farlo sbocciare. Al meglio, si riuscirà a punire qualcuno se verrà colto sul fatto e se la legge sarà applicata cn severità. Gli “umani” rozzi, duri, incapaci di compassione sono tanti. Ne incontro continuamente. Deridono quanto le persone come noi dicono, scrivono, pubblicano, propongono. Per loro, un essere vivente che non sia umano si giustifica soltanto se “serve”. Arrivano a deridere la sofferenza degli animali o a provocarla! Avete letto la storia di Karant? Ne è una dimostrazione.

Potremmo pensare che un domani un qualsiasi animale non sia più considerato un oggetto e trattato come tale in famiglia?Pur con il pessimismo che ho espresso sopra, debbo ammettere almeno che ora chi, come noi, ha compassione per gli animali, può esporre, meglio che non in passato, i propri sentimenti e fare proposte a vantaggio degli animali. C’è tanto da fare e non soltanto per gli animali da compagnia! Ma chi non sente il dovere di essere clemente con i deboli, chi non vede la muta preghiera negli occhi degli animali, chi per carattere non conosce il sentimento della compassione, non sarà mai convinto dalle nostre parole. Permettetemi di aggiungere il pensiero di uno tra i più illustri giuristi moderni, il francese René Guyon, sul diritto degli animali alla compassione. Non sono parole poetiche o di fantasia, come spesso si leggono sugli animali, ma un parere inconfutabile:

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“...risalendo all’origine dell’essere, si trova una sola eguaglianza fra tutte le sensibilità.Il dolore ha per tutti la stessa origine: esso produce, in tutti gli esseri, gli stessi strazi con la stessa intensità. Dal dolore, l’uomo può anche difendersi, ha le leggi fatte da lui, ha tutte le risorse della terra. Ma l’animale non ha nulla:null’altro che la sua povertà,la sua umiltà, il suo bisogno di tenerezza,la sua preghiera inascoltata che non lo si faccia soffrire. L’animale è alla mercé di tutte le viltà.E’ debole, disarmato, perseguitato...”

Vorrei che queste parole potessero essere incluse in tutti i testi scolastici, in tutte le prediche in Chiesa, per ottenere che la crudeltà verso gli animali diminuisse, che i bimbi imparassero che cosa significhi essere esposto, senza neppure avere la parola per chiedere pietà, alla crudeltà di certi umani! Sarebbe come un seme, che rimane nella memoria per germogliare, forse, un giorno.

Sono mai arrivati dei furetti al rifugio?I deliziosi, elegantissimi furetti li ammiro, ma le strutture del rifugio non sarebbero adatte a loro. Come non lo sono per i gatti. Eppure, ce ne sono moltissimi sul mio terreno. Buttati lì da cuccioli, oppure arrivati dopo lungo vagabondare. Trovano riparo e cibo in un garage che lascio sempre socchiuso, e mi compensano perché la loro presenza tiene lontano le arvicoline, quei piccoli topi campagnoli che Walt Disney ha rivestito con le brachette di Micky Mouse.

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Ed ora, chiudo questa lunga chiacchierata con un commento: se i nostri cani (e perché non anche i nostri furetti ?) potessero parlarci, direbbero:

“Padrone,la tua voce, i tuoi passi, le tue carezzesono la mia gioia infinita,mi dicono che il mondo sia pieno di cose grandi, ma per me, l’unica cosa grande sei tu!”

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Ed ora una preghiera: andate sul sito www.rifugiotrofarello,org, cercate i miei racconti sugli animali che hanno accompagnato la mia vita: perché, dopo averne letto qualcuno, mi conoscerete, mi comprenderete meglio! E non temete di rattristarvi, perché ho scritto soltanto quelli a lieto fine.

Di episodi tragici ne ho vissuti anche troppi, ma sono tutti chiusi nella mia memoria, dove fanno ancora male, e non li propino mai agli amici! Scrivetermi([email protected]):io tengo molto agli amici ed infatti ne cerco anche su Facebook, per mezzo di quattro pagine:

- anna luisa ramondetti cassardo- rifugio ramondetti cassardo- gli amici del rifugio ramondetti cassardo- club benessere 177

E-mail centrale: [email protected]•Consiglio Direttivo: Viviana Puzone 339-1158668, Angelo Frigerio 348-2607246,

Angelo Rindone 339-2578813 Alberto Campagnola 338-7753530, Rocco Pellegrino 333-5819209 [email protected]

•Ufficio Tesseramenti e Iscrizioni: Gaia Franzoso 333-89119991 [email protected] •Ufficio Adozioni: Patrizia Puccetti 06-4466848, Viviana Puzone 339-1158668

[email protected]•Ufficio Amministrativo: Gaia Franzoso 333-89119991 [email protected]

•Ufficio Anagrafe (Microchip e Albo): Deborah Bragaglia 347-3691933 [email protected]•Ufficio Certificati: Claudia Segafredo 338-5430132 [email protected]

•Ufficio Website e Grafica: Giuliano Farris 328-8220298 [email protected]•Ufficio Manifestazioni: Federica Repossi 347-4513736, [email protected]

•Angolo delle Coccole: Fabrizia Orlandini, (articoli visibili su www.furettomania.com/forum e ordinabili all’indirizzo e-mail: [email protected])

•Ufficio Redazione Giornalino: Cinzia Fresia 338-5289565 (dopo le ore 15) [email protected]

Responsabili uffici di furettomania

Anna Luisa RamondettiIntervista a cura di Cinzia Fresia

Redazione Furettomania Onlus

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Anno 13 - n. 74 20FURETTOMANIA INFORMA

Domenica 25 marzo 2012, presso l’Agriturismo Arcadia, Furettomania vi invita a partecipare ad una giornata tutta dedicata ai furetti e all’associazione, con l’annuale riunione dei soci dove si presenterà il bilancio 2011, le proposte dei soci, dello staff e l’elezione del direttivo 2012-2014, con annesso pranzo associativo, sfilata delle maschere e giochi per i nostri amici furetti.

Durante la giornata sarà inoltre possibile acquistare manufatti dedicati a furetti e non, ma anche le uova della PASQUA SOLIDALE di Furettomania e bellissime e buonissime sorprese di cioccolato dell’iniziativa CIOCCOLATO SOLIDALE il cui ricavato verrà devoluto in favore dei furetti abbandonati.

Ma vogliamo stupirvi ancora: comincerà l’iniziativa “Speciale Angora” volta a raccogliere dati sulle caratteristiche di questi furetti, al fine di stilare uno standard italiano ed ammetterli ai nostri concorsi di Bellezza. Tutti i proprietari di furetti angora sono invitati ad intervenire, perché sarà un lungo lavoro ed avremo bisogno di tutta la vostra collaborazione!

Pranzo associativo: antipasto, primo, secondo con contorno e dolce (tutto rigorosamente fatto in casa con prodotti bio di prima qualità) incluso biglietto della lotteria (bellissimi premi furettosi) e iscrizione alla sfilata delle maschere a 23 euro. I bambini sotto i 3 anni non pagano, fino ai 12 anni menù bimbo a 15 euro. Possibilità di menù vegetariano e per celiaci.

Per partecipare al pranzo associativo è necessario confermare la propria presenza mandando una mail a [email protected] con ricevuta del versamento sul nostro conto corrente postale o bancario di una caparra di 10 euro a persona, questo semplicemente per poterci consentire di prenotare il ristorante, ENTRO E NON OLTRE IL 19 MARZO.Vi aspettiamo numerosi, per qualunque info contatta-re Federica 347/4513736, mail:[email protected].

Agriturismo Arcadia via Cornetta 491 Poggetto di San Pietro in Casale (BO).

Conto corrente postale intestato a:Associazione Italiana Furetti Furettomania OnlusIBAN: IT03T0760110800000005960187causale: caparra pranzo associativo e nome

Conto corrente bancario intestato a:Associazione Italiana Furetti Furettomania OnlusIBAN: IT26C0521650240000000090091causale: caparra pranzo associativo e nome

Concorsi ed eventi

Assemblea Ordinaria Soci Domenica 25 marzo 2012

In allegato troverete la convocazione all’assemblea con l’ordine del giorno ed eventuale modulo di delega per chi non potesse intervenire di persona all’assemblea.

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Adozioni Gennaio - Febbraio 2012

TinnyViviana di un personaggio come Tinny, signorina attempata tutto carattere, poteva non innamorarsi? Grazie di questa adozione del cuore anche al piccolo Leo!

Reika e FujikoGrazie a Lucilla che si sta prendendo amorevole cura di queste splendide anzianotte

PascalSalta, corri e zampetta nella tua nuova casa! grazie, Romina, per aver accolto questa paperella ballonzolante...

RubyChiara ha saputo dimostrarle da subito tutta la fiducia e la pazienza che ne faranno una signorina adorabile!

TalpottoUn dolce combattente che con mille acciacchi non perde l’ingegno, la furbizia e la comicità tipica del furetto! Grazie Patty di questa ennesima adozione del cuore!

StunkyStunky finora era stato sfortunato, ma nel suo destino c’era la famiglia che saprà fargli vivere la sua seconda fantastica vita, benvenuto tra le braccia di Silvia&Pietro!

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StellaHa trovato una vera famiglia con Davide che l’adora come una figlia!

SidQuando un furetto ti sceglie non lo puoi contraddire, è inarrestabile e travolgente! E la nostra Viviana non ha potuto che arrendersi a questo splendido pupazzone!

Bianchesso e PapussottoGrazie a Vanessa, per la dedizione che ha dimostrato, affrontando la neve, il vento e il freddo e aspettando con pazienza il momento adatto per abbracciare B&P

TimonIl furetto che ci voleva per riportare l’equilibrio in casa di Sara e Stefano

Nohunting (Winnie the pooh)Come poter resistere a questa meraviglia e alla sua storia triste? Barbara e Stefano, con voi Winnie ora ha una famiglia vera e imparerà la gioie dell’amore, grazie!

Adozioni Gennaio - Febbraio 2012

MascarponeEvviva! E alla fine arriva..Mascarpone! Ha fatto breccia nel cuore di Nazza e Raffaella con la dolcezza e la tenacia che solo i furetti hanno! Grazie ragazzi!

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Anno 13 - n. 74 23FURETTOMANIA INFORMA

DueTi ricordiamo cosi dolce Due, bella, fiera, unica e dol-cissima come la tua mamma Simo a cui con Angelo diamo un abbraccio fortissimo.

HannibalIl nostro amato Hannibal ci ha lasciato...speriamo sia sul ponte dell’arcobaleno che potpotta felice col Puzzo... Laura e Vince

AlanTi abbracciamo forte Antonella. hai amato tanto questo piccolo compagno di viaggio e una parte di lui resterà sempre con te...

Bebauna leonessa combattiva e instancabile della vita, ora riposi da guerriera. Ma torna a salutare in sogno ogni tanto mamma Carla e marito, gli manchi tantissimo

Nuovo (Colis)Ha conosciuto l’amore e il senso di una vera famiglia con Silvia e il suo fidanzato!

Adozioni Gennaio - Febbraio 2012

Ponte dell’arcobaleno

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Ponte dell’arcobalenoAnno 13 - n. 74 24FURETTOMANIA INFORMA

GibsonLa calda tana che Gibson si è fatto nei cuori di Chiara e Umberto resterà sempre a scaldarli un po’, un abbraccio cari...

MouCiao dolce Mou, hai lasciato un grande vuoto nella vita della tua sorellina e manchi tanto a mamma Ilaria, sii il loro angelo custode.

Cuba e MimìCuba e Mimì avete lasciato la vs mamma Romina ma resterete per sempre nel suo cuore.

RainbowCiao piccolo furetto sfortunato, sei stato con noi solo il tempo di correre sul ponte, ma ti ricorderemo sempre

PsycoGrazie Marco di averci dimostrato tanto amore e lealtà verso questo piccolo guerriero.

Furia: Gianmario ha amato e curato la sua Furia come la sua “figlia non umana“ fino all’ultimo istante, grazieErrata corrige: Imperdonabile errore! Chissà cosa ho capito e dove avevo la testa!! spero di farmi perdonare daLaura e famiglia per aver citato Lux (ex Cosetto) nel ponte. Un abbraccione Vivy

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Anno 13 - n. 74 25FURETTOMANIA INFORMA

Abbiamo incontrato in precedenza con la Argo, attraverso Aiko, la lampada umidificatore di acqua profumata che cambia colore secondo la cromoterapia, oggi Argo ci presenta Oilo, per noi che dobbiamo combattere con gli odori dei nostri animali a volte pesanti, ecco che Oilo, risolve, un pratico fornelletto riscaldante, discreto, che diffonde l’essenza pura non diluita nell’ambiente, l’intensità neutralizza qualsiasi odore sgradevole.

A cura della Redazione di Furettomania Onlus

Furettomania consiglia...

Ho fatto nascere gli animaliSilvio Marengo è un veterinario “scrittore”, non come quelli di città la cui professione è vissuta di fretta e tutto si riduce allo sbrigare il dovuto e chiedere l’onorario, ma di campagna, dove i ritmi sono più lenti e non manca lo spazio per la chiacchierata, la confidenza, quell’intimità psicologica che nasce tra cliente e professionista, e questo è un suo diario in cui si racconta i momenti di lavoro più belli che un professionista di questo tipo può vivere.

Marengo narra in prima persona episodi di vita vissuta fatti di gioie, dolori e altresì incidenti causati da questo straordinario mestiere, che mette in risalto con simpatica ironia, spontaneità e dolcezza, permettendosi anche qualche licenza poetica dialettale, ma gli animali non sono gli unici protagonisti, all’interno c’è uno ritratto veritiero di una provincia, quella di Cuneo e della sua gente, semplice, essenziale ma soprattutto pratica all’occorrenza. L’autore parla di se stesso, del suo passato, delle sue passioni ma anche di questo suo presente ricco di soddisfazioni.

Riferimenti editoriali: www.marengolibri.com

Cinzia Fresia

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Oilo – Diffusore di essenze pure

• Tre varianti: ceramica bianca, ceramica nera e plac-cata silver• Semplice e sicuro, diffonde il profumo degli oli es-senziali attraverso il calore prodotto al suo interno, ma l’involucro esterno resta freddo• Non utilizza acqua calda: solo oli essenziali puri o miscele di oli essenziali puri

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Ago,filo e fantasiaDi

De Nardi Lucilla

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