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Periodico di informazione, cultura e curiosità edito dalla redazione giornalistica del “G. B. Cerletti” Via XXIII Aprile,20 31015 Conegliano (TV) www.scuolaenologica.it; e-mail: [email protected] Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Cari amici de “La Cantina”, ben ritrovati! Nell’ultimo numero del gior- nalino scolastico che avete tra le mani abbiamo voluto dedicare la copertina al tema della violenza sulle donne. In verità si tratta di un ritorno sull’argomento in questione perchè lo stillicidio di notizie e di fatti allarmanti e dram- matici che ogni giorno, dico ogni giorno, ci vengono pro- posti dai media non poteva lasciarci indifferenti. La vio- lenza sulle donne è una scon- fitta per tutti e ciò che provo- ca è sempre uguale, il vuoto. Il vuoto culturale, emotivo, sociale, psicologico, il vuoto esistenziale. Che brutta pagi- na è questa della nostra vita di oggi, che tristezza sentire ancora e senza tregua notizie di brutali pestaggi, di violen- ze sessuali, di prevaricazioni di ogni sorta. E non è bastato l’inasprimento delle leggi, a partire dal reato di stalking, ovverosia di persecuzione fisica e psicologica nei con- fronti delle donne, a cambia- re la prospettiva e lo stato delle cose. Anzi, sembra di assistere paradossalmente ad un innalzamento del livello di soprusi. Frutto, a mio avviso, di condizioni di vita sociale più disadattate, più precarie e ad una cultura diffusa nel mondo di oggi che sostiene che con la violenza in fondo si possa ottenere più facil- mente e più velocemente ra- gione. Una becera cultura maschilista che ci fa retroce- dere, (continua a pag 16) UNA DONNA, LA VIOLENZA, IL VUOTO LA CANTINA Il grido di dolore rimane ancora soffocato Occhio tumefatto, labbro gonfio e sanguinante, fitte alla testa, muscoli indolenziti, ad ogni respi- ro una coltellata all’addo- me, sembra quasi di esse- re sotto l’effetto di qual- che sostanza stupefacen- te, il vuoto. “ Sono cadu- ta dalle scale, ma sto be- ne. Lui mi ama, era solo un po’ nervoso per il lavoro, probabilmente con qualche ge- sto sbagliato l’ho fatto ingelo- sire. Devo aver sbagliato io. Lui mi ama. No. Lui non ti ama. Come afferma uno slogan di Barbara d’Ur- so “ Chi ti pic- chia non ti ama ”, ed è proprio vero. Nella parola “amore” non esiste vio- lenza, non esistono schiaffi, calci o pugni. Essa non ha a che vede- re con il possesso, bensì con la complicità, la stima, il rispetto e la libertà. Il 33% delle donne ha subito violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni, il 12% ha subito violenza sessuale prima dei 15 anni, il 43% ha subito forme di violenza psicologica da parte del partner e il 18% è stata vittima di comporta- menti persecutori; una donna su cinque ha su- bito violenza durante la gravidanza da parte del compagno, mentre il 32% delle vittime ha subito molestie sessuali nel posto di lavoro. I dati sulla violenza con- tro le donne in Europa, nell’ambito dell’indagine condotta dell’Agenzia UE per i diritti fonda- mentali, sottolineano la portata di un fenomeno allarmante.. E non solo, spesso queste donne ven- gono uccise. Tra il 2000 e il 2011 sono state ucci- se 2.061 donne. La violenza assume for- me diverse, ciò che essa provoca è sempre ugua- le: il vuoto. Per lui non è altro che uno sfizio, una vittoria, una chiara dimostrazione di supe- riorità. Per lei è la mor- te, quella dell’anima e del cuore. Ma la violen- za sulle donne non è la vittoria di un piccolo uomo, la violenza sulle don- ne è una sconfitta per tutti. “Vogliamo credere che ci ami? Bene, allo- ra ci ama male. Non è questo l'amore. Un uomo che ci picchia è uno stron- zo. Sem- pre! E dobbiamo capirlo subito, al primo schiaffo. Perché tanto arriverà an- che un secondo e poi un terzo. L'amore rende feli- ci e riempie il cuore. Non rompe le costole, non lascia lividi sulla faccia. Pensiamo mica di avere sette vite come i gatti? No, ne abbiamo una sola. Non buttiamola via” (L. Littizzetto). Jasmine D’Ambroso 4 APT Il PUNTO

Giornalino36

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giornalino scolastico

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P e r i o d i c o d i i n f o r m a z i o n e , c u l t u r a e c u r i o s i t à e d i t o d a l l a r e d a z i o n e

g i o r n a l i s t i c a d e l “ G . B . C e r l e t t i ”

V i a X X I I I A p r i l e , 2 0 3 1 0 1 5 C o n e g l i a n o ( T V )

w w w . s c u o l a e n o l o g i c a . i t ; e - m a i l : i n f o @ i s i s s c e r l e t t i . i t

Anno 12, Numero 36, Maggio 2014

Cari amici de “La Cantina”,

ben ritrovati!

Nell’ultimo numero del gior-

nalino scolastico che avete

tra le mani abbiamo voluto

dedicare la copertina al tema

della violenza sulle donne. In

verità si tratta di un ritorno

sull’argomento in questione

perchè lo stillicidio di notizie

e di fatti allarmanti e dram-

matici che ogni giorno, dico

ogni giorno, ci vengono pro-

posti dai media non poteva

lasciarci indifferenti. La vio-

lenza sulle donne è una scon-

fitta per tutti e ciò che provo-

ca è sempre uguale, il vuoto.

Il vuoto culturale, emotivo,

sociale, psicologico, il vuoto

esistenziale. Che brutta pagi-

na è questa della nostra vita

di oggi, che tristezza sentire

ancora e senza tregua notizie

di brutali pestaggi, di violen-

ze sessuali, di prevaricazioni

di ogni sorta. E non è bastato

l’inasprimento delle leggi, a

partire dal reato di stalking,

ovverosia di persecuzione

fisica e psicologica nei con-

fronti delle donne, a cambia-

re la prospettiva e lo stato

delle cose. Anzi, sembra di

assistere paradossalmente ad

un innalzamento del livello di

soprusi. Frutto, a mio avviso,

di condizioni di vita sociale

più disadattate, più precarie e

ad una cultura diffusa nel

mondo di oggi che sostiene

che con la violenza in fondo

si possa ottenere più facil-

mente e più velocemente ra-

gione. Una becera cultura

maschilista che ci fa retroce-

dere, (continua a pag 16)

UNA DONNA, LA VIOLENZA, IL VUOTO

LA CANTINA

Il grido di dolore rimane ancora soffocato Occhio tumefatto, labbro

gonfio e sanguinante,

fitte alla testa, muscoli

indolenziti, ad ogni respi-

ro una coltellata all’addo-

me, sembra quasi di esse-

re sotto l’effetto di qual-

che sostanza stupefacen-

te, il vuoto. “ Sono cadu-

ta dalle scale, ma sto be-

ne. Lui mi ama, era solo

un po’ nervoso

per il lavoro,

probabilmente

con qualche ge-

sto sbagliato

l’ho fatto ingelo-

sire. Devo aver

sbagliato io. Lui

mi ama. ”No.

Lui non ti ama.

Come afferma

uno slogan di

Barbara d’Ur-

so “ Chi ti pic-

chia non ti ama

”, ed è proprio

vero.

Nella parola

“amore” non esiste vio-

lenza, non esistono

schiaffi, calci o pugni.

Essa non ha a che vede-

re con il possesso, bensì

con la complicità, la

stima, il rispetto e la

libertà.

Il 33% delle donne ha

subito violenza fisica e/o

sessuale dall’età di 15

anni, il 12% ha subito

violenza sessuale prima

dei 15 anni, il 43% ha

subito forme di violenza

psicologica da parte del

partner e il 18% è stata

vittima di comporta-

menti persecutori; una

donna su cinque ha su-

bito violenza durante la

gravidanza da parte del

compagno, mentre il

32% delle vittime ha

subito molestie sessuali

nel posto di lavoro. I dati sulla violenza con-

tro le donne in Europa,

nell’ambito dell’indagine

condotta dell’Agenzia

UE per i diritti fonda-

mentali, sottolineano la

portata di un fenomeno

allarmante.. E non solo,

spesso queste donne ven-

gono uccise. Tra il 2000

e il 2011 sono state ucci-

se 2.061 donne.

La violenza assume for-

me diverse, ciò che essa

provoca è sempre ugua-

le: il vuoto. Per lui non

è altro che uno sfizio,

una vittoria, una chiara

dimostrazione di supe-

riorità. Per lei è la mor-

te, quella dell’anima e

del cuore. Ma la violen-

za sulle donne non è la

vittoria di un piccolo

uomo, la

violenza

sulle don-

ne è una

sconfitta

per tutti. “Vogliamo

credere che

ci ami?

Bene, allo-

ra ci ama

male. Non

è questo

l'amore. Un

uomo che

ci picchia è

uno stron-

zo. Sem-

pre! E dobbiamo capirlo

subito, al primo schiaffo.

Perché tanto arriverà an-

che un secondo e poi un

terzo. L'amore rende feli-

ci e riempie il cuore. Non

rompe le costole, non

lascia lividi sulla faccia.

Pensiamo mica di avere

sette vite come i gatti?

No, ne abbiamo una sola.

Non buttiamola via”

(L. Littizzetto).

Jasmine D’Ambroso 4 APT

I l PUNTO

Page 2: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 2

Un amore che si tramuta in inferno

La violenza sulle donne non cambia, da 25 anni il nume-

ro di vittime è in continuo aumento. Secondo i dati ri-

portati dalla Oms (Organizzazione mondiale della sani-

tà), oltre 1 donna su 3 nel mondo è vittima di abusi fisici

e/o sessuali, solitamente da parte del proprio partner.

Del 35% delle vittime solamente il 7% trova il coraggio

di denunciare la violenza su-

bita. Questi sono solamente

numeri che non sembrano ri-

guardare la nostra vita, ma le

violenze si nascondono pro-

prio intorno a noi tanto che

nessuno stato può dichiararsi

pienamente innocente. Si trat-

ta di una vera e propria emer-

genza che non possiamo igno-

rare; non possiamo permetter-

ci di rimanere indifferenti a

violenze ed abusi che ogni

giorno accadono anche nel

nostro Paese. Gli schiaffi, gli spintoni, le porte chiuse a

chiave, i lividi, le urla: rimane tutto soffocato nelle mura

domestiche. Nascosto. Come se fosse normale.

E ancora botte, intimidazioni, soprusi, umiliazioni e ves-

sazioni che rendono la vita delle donne più difficile e

faticosa, il tutto giustificato spesso dai maschi come for-

ma di troppo amore. Un amore che si tramuta in inferno;

una relazione fondata sulla pretesa di assimilazione e

possesso da parte dell'uomo nei confronti della donna.

Ne scaturisce una gelosia morbosa, un'ossessione indo-

mabile che spinge l'uomo a compiere gesti inumani e ad

assumere atteggiamenti folli, che oltrepassano i diritti

della persona. La vittima soffre, con gli occhi bassi, ac-

condiscendendo alle richieste folli dell'uomo e affidan-

dosi al silenzio. Le ferite di un abuso restano indelebili

nella vita di una donna, con profonde conseguenze a

lungo termine, soprattutto quando l'aggressore è l'uomo

che si ama.

Il decreto legge 13 agosto

2013 n. 93 così la definisce :

“[…] tutti gli atti, non episo-

dici, di violenza fisica, ses-

suale, psicologica o economi-

ca che si verificano all’inter-

no della famiglia o del nucleo

familiare o tra attuali e prece-

denti coniugi o persone legate

da relazioni affettiva in corso

o pregressa, indipendente dal

fatto che l’autore di tali atti

condivida o abbia condiviso

la stessa residenza con la vit-

tima.” Ma il solo intervento legislativo non basta. Nu-

merose sono ormai le campagne e le associazioni che

collaborano allo scopo di prevenire la violenza contro le

donne, fornendo ascolto, solidarietà, consulenza legale e

psicologica. La difficoltà delle donne a denunciare le

violenze subite è assai elevata, tanto che oltre due terzi

delle vittime non hanno denunciato le aggressioni subite.

Le cure funzionano e le denunce aumentano solo grazie

alle istituzioni che lottano costantemente contro il silen-

zio che va affrontato.

Nicole Dalla Torre 4AVE

F E M M I N I C I D I OF E M M I N I C I D I OF E M M I N I C I D I O

Una trasformazione, un radicale cambiamento per Vasco

Brondi e per il suo progetto di musica indipendente, pur es-

sendo stato sempre per le sue, con questo album dimostra di

poter fare Musica con la "M" maiuscola e con arrangiamenti

che ricordano vagamente i Sonic Youth (citati nel titolo di

una delle canzoni), ma non solo loro. Sonorità che si alter-

nano, a turno, elementi come chitarre acustiche o elettri-

che, piano, archi, fiati, sintetizzatori, batteria e drum

machine e tutto ciò che ogni volta entra nella singola can-

zone va a comporre un suono pieno e dinamico; questo

avviene sia quando esso è molto semplice e diretto come

il post-punk di “Firmamento”.

In “Ti Vendi Bene”, l’elettronica alla Camerini viene sopraf-

fatta dall’irruzione di chitarre potenti e dal retrogusto acido e

come non citare “Le Ragazze Stanno Bene” con i suoi giri di

chitarra acustica dal suono purissimo ma con un crescendo

di mille altri strumenti che sta sotto conferendo un arricchi-

mento discreto ma importante anche per aumentare l’impatto

emozionale di un testo bellissimo; infine, è giusto citare “I

Sonic Youth”, che parte

come una piano ballad

e che progressivamente

viene quasi investita

dalla seconda voce e da

un morbido tappeto di

archi e dolci distorsioni

e riverberi di chitarra.

L'unica pecca è che con

canzoni del genere le

ultime, vengono legger-

mente sminuite, infatti

“Punk Sentimentale” e

lo storytelling alla Rino

Gaetano di “Blues Del

Delta Del Po” sono

anch’esse buone, ma migliori se ascoltate singolarmente e

non all'interno del disco.

Jonathan Zalamena 5VB

Recensione: i l d isco Le luci della centrale elettrica-Costellazioni

Page 3: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 3

L’inganno sul web Cosa ci si aspetta di trovare sui motori di ricerca del Web dopo aver digitato la parola droga? Siti dedicati alla prevenzione? Siti che parlano delle varie sostanze e dei loro effetti sull’organismo di chi le assume? Articoli di attualità riguardanti magari gli ultimi sequestri fatti dalle forze dell’ordine? Be’, certamente tutte queste cose insie-me, e tante altre ancora. Da un rapido esame fatto acceden-do ad Internet e digitando proprio la parola droga, ci accorgiamo che i siti in prima pagina sono sostan-zialmente dedicati ai metodi tesi ad aiutare gli utenti interessati ad uscire da quello che viene spesso definito come il “tunnel della dro-ga“. Dopodiché si trovano siti in-formativi, che parlano della storia delle varie sostanze, per poi disser-tare sui diversi effetti nocivi che l’assunzione delle stesse compor-tano per l’organismo umano. Ed è, a nostro modesto avviso, proprio la caratteristica informativa che deve essere posta al centro di ogni possibile dibattito sul tema della droga: la conoscenza delle sostanze, la spiegazione esatta dei sintomi post-assunzione, e degli effetti ad essa correlati. Una società che decide di puntare sull’informazione scien-tifica e reale, non fa che favorire la prevenzione e portare un serio aiuto alle persone cadute nel tranello della tossico-dipendenza. Parlare spesso della droga, senza naturalmente esaltarla o demonizzarla per partito preso, risulta essere l’unica arma in mano agli educatori in grado di scoraggiare l’assunzione delle varie sostanze, soprattutto tra gli indivi-dui più giovani della società, spesso i primi a scontare l’i-gnoranza che esiste intorno a questo particolare tema. Il

tabù che si cerca di instaurare intorno alle sostanze stupefa-centi non solo ne cela in realtà i tratti negativi (nell‘impossibilità di instaurare il discorso propria appunto dei tabù), ma rischia di riempirle di una sorta di “aura ma-ledetta”, in grado di attirare gli individui più che di respin-gerli. Si pensi agli adolescenti, per natura portati a rivaluta-re le scelte delle generazioni precedenti in una sorta di con-

tinua affermazione del proprio io. Certamente verranno attratti innanzitutto dalle proibizioni che gli vengono imposte, purtroppo nel modo incosciente proprio della giovinezza. La recente sen-sibilizzazione verso l’argomento ha portato comunque a buone iniziative, su tutte le tante cam-pagne preventive che vengono fatte all’interno degli istituiti scolastici, di carattere pretta-mente informativo. Se dovessimo definire la droga, diremmo che, a

grandi linee, si tratta di un prodotto di origine naturale, spesso estrapolato dalle piante, contenente alcune sostanze psicoattive, che influiscono cioè sul normale funzionamen-to del sistema nervoso, del cervello e dello stato di coscien-za, alterando inoltre con i suoi sintomi il resto dell’organi-smo. A questa categoria possiamo poi aggiungere le droghe dette chimiche o sintetiche, spesso veri e propri farmaci assunti dai consumatori senza alcuna prescrizione medica. Un piccolo esempio sono le anfetamine, ottenute in labora-torio come derivate dell‘efedrina.

Andrea Carbonere 4APT

Informazioni distorte sulla droga

Quest’anno parecchie sono state le novità informatiche a scuo-

la, una su tutte il registro elettronico.

Oltre all’installazione di nuovi lab inf. avvenute nell’anno

precedente, e alla dotazione degli ormai famosi e-desk. Rica-

pitoliamo un po’ quali sono i numeri della nostra scuola: 4

laboratori di informatica, cui si

sommano i computer sparsi per

i reparti, (periferiche varie) per

un totale di circa 150 client che

si possono collegare alla rete,

ai quali bisogna aggiungere gli

e-desk posizionati in ogni clas-

se. I fruitori sono allievi e do-

centi i cui numeri sono noti. Più

le sedi staccate. Non serve altro

per illustrare la complessità di

questa gestione, attenta nel limi-

te del possibile soprattutto alle

regole minime ma essenziali di

sicurezza informatica.

Per quest’anno si è deciso di privilegiare l’accesso alla rete

dei soli dispositivi scolastici considerato il numero dei ter-

minali. Dal prossimo a.s. si sta vagliando l’ipotesi di con-

sentire l’accesso alla rete del personale scolastico attraver-

so i dispositivi personali. Molte sono le variabili che articola-

no il lavoro informatico; tutti i giorni gli operatori si confron-

tano con una realtà diversa e qualche volta anche con i propri

limiti. Tanti sono i progetti, tanti sono i lavori che usufruisco-

no delle risorse informatiche,

non ultimi progetti esterni, e

ITS. Emerge quindi talvolta

l’esigenza di un dialogo più

costruttivo, tra le varie realtà

e figure scolastiche, finalizzato

a un miglior discernimento e

al superamento dei problemi

in itinere. Ricordandoci che

siamo qui per dare un servizio

alla scuola, e soprattutto agli

studenti, in un ambito pretta-

mente didattico formativo, con

il fine e la speranza di contribui-

re a generare un mondo mi-

gliore.

Cordiali saluti e buon fine anno scolastico (F.S.)

L’informatica a scuola

Page 4: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 4

RIVOLUZIONE BIOLOGICA IN AGRICOLTURARIVOLUZIONE BIOLOGICA IN AGRICOLTURARIVOLUZIONE BIOLOGICA IN AGRICOLTURA

Agricoltura biologica: un tipo di agricoltura che considera

l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del

suolo, favorendola con interventi limitati, promuove

la biodiversità dell'ambiente in cui opera e limita o esclude

l'utilizzo di prodotti di sintesi e de-

gli organismi geneticamente modifica-

ti (OGM). Dopo una grande attesa a Bruxel-

les è stata presentata la nuova proposta di

regolamento sulla produzione biologica e

l’etichettatura dei prodotti biologici, avente

tre obiettivi principali: mantenere la fiducia

dei consumatori, dei produttori e facilitare il

passaggio degli agricoltori alla produzione

biologica. La Commissione Europea propo-

ne di: rafforzare ed armonizzare le norme

presenti all’interno dell’Unione Europea,

oltre a quelle riguardanti i prodotti importa-

ti, rafforzare i controlli, introdurre un sistema di certifica-

zione di gruppo, aggiungendo nuove disposizioni in mate-

ria di esportazioni, semplificare la legislazione per ridurre i

costi amministrativi a carico degli agricoltori. Un altro

obiettivo è quello di creare network locali, migliorare la

qualità dei prodotti e incoraggiare i piccoli produttori a

produrre biologico; inoltre tutti i produttori saranno sogget-

ti ai controlli di qualità. Recentemente, il ministro delle

Politiche Agricole, Maurizio Martina, inter-

venendo al consiglio UE Agricoltura, ha

sottolineato le priorità del prossimo semestre

di presidenza UE dell’Italia; secondo il mi-

nistro, la proposta è “un passo in avanti sulla

promozione del biologico che risponde alle

nostre esigenze”. Per aiutare tutti ad ade-

guarsi alla proposta di riforma, la Commis-

sione ha approvato un piano d’azione che

prevede una migliore informazione sulle

iniziative in materia di sviluppo rurale e di

politica agricola dell’Unione Europea a fa-

vore proprio di questo tipo di agricoltura,

con rafforzamenti dei legami tra i progetti europei di ricer-

ca e la produzione biologica, oltre ad incentivi all’uso di

alimenti biologici, ad esempio nelle scuole.

Chiara Da Ros 5CB

Siamo sicuri di ciò che mangiamo? Questa è l domanda a cui

noi giovani d’ oggi dovremmo chiederci quando mangiamo

qualcosa senza essere veramente consapevoli di ciò che intro-

duciamo nel nostro corpo. Sono in continuo aumento i casi di

malattie causate da una scorretta alimentazione, non si tratta

solo di bulimia, anoressia e obesità; bensì anche di patologie

legate al sistema circolatorio e respiratorio. Ecco quindi che

per cercare di rispondere a questo interrogativo alcune classi

hanno aderito al progetto mangiare consape-

vole. Gli studenti della classe quinta e delle

quattro classi quarte hanno partecipato all’

incontro con alcuni rappresentati del proget-

to Martina e dell’ associazione Fiorot

(associazione lotta contro i tumori). Si sono

tenuti tre incontri durante l’anno, tra cui uno

in visita all’ industria di bibanesi DaRe a

Bibano. All’interno dei quali sono state trat-

tate tutte le tematiche riguardanti il cibo e i

danni che può causare un’ alimentazione

scorretta. Tutto questo è partito da un son-

daggio ch è stato effettuato tra li studenti,

dove è emerso molto chiaramente l’ eccessivo consumo di

cibi non salubri, come ad esempio le croccantelle, alle mac-

chinette. Questo si è verificato per una mancanza di cono-

scenze a livello teorico del cibo, ovvero i ragazzi d’oggi non

conoscono i cibi che comprano. Sarà pigrizia? Sarà il disinte-

resse verso questo problema? Ecco quindi che sono scesi nel

ruolo di professori i ragazzi delle classi quarte e quinte sopra

citate, che si sono messi in gioco per spiegare ai ragazzi di

prima e seconda ciò che avevano accolto dagli incontri e inte-

grando poi con un lavoro svolto in classe di rielaborazione

fatta dagli studenti stessi. In questo ambito si è discusso mol-

to dei “cibi spazzatura” delle macchinette e si sono cercate

delle possibili soluzioni per sostituire questi alimenti con altri

sicuramente più sani. Infatti dai questionari fatti molti riten-

gono opportuno portarsi la merenda da casa, oppure introdur-

re nelle macchinette dei cibi migliori come ad esempio: cibi a

kilometri zero, oppure introdurre nella scuola una giornata

particolare dedicata all’ alimentazione non solo sana ma an-

che ad un basso impatto ambientale. Questo progetto quindi,

non solo ha permesso ai ragazzi di prima e seconda di ap-

prendere delle conoscenze nuove in questo

ambito, ma ha contribuito a creare una com-

partecipazione interna tra gli studenti e tra i

professori, in modo particolare la professo-

ressa Sara Lorenzon che si è occupata in

prima persona di portare a termine questo

progetto. È chiaro quindi che il progetto

mangiare consapevole per noi studenti oltre

ad aver vissuto una nuova esperienza dal

punto di vista didattico che ci ha portati

scontrarci con ciò che mangiamo, ha emerso

altri temi come quello dell’ impatto ambien-

tale correlato agli allevamenti intensivi e

quindi alla produzione di prodotti purtroppo inquinati nelle

nostre tavole. Inoltre come evidenziato prima il progetto ha

messo in gioco gli studenti che si sono dati da fare e hanno

contribuito molto attivamente a questa iniziativa proposta

dalla scuola. Il progetto si concluderà martedì 27 maggio

nell’ aula magna dell’ università dove gli studenti proporran-

no, anche a fronte dei suggerimenti raccolti dai colleghi delle

classi prime un alternativa ai cibi delle macchinette, prestan-

do attenzione anche all’ impatto ambientale, riducendo se

fosse possibile l’uso di tutte e mantenendo solo quelle di-

spensabili.

Laura Marsura 5VA

PROGETTO MANGIARE CONSAPEVOLE

Page 5: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 5

Nome: Isabella

Soprannome: non ne ho

Quali sono i suoi hobby: leggere,

viaggiare e le parole crociate

Generi musicali preferiti: tutto

quello composto dal 1960 al 1980

Piatto preferito: carciofi ripieni

(fatti da mamma')

Dove se lo concederebbe un viag-

gio? In Australia, ma almeno un mese

Come era da giovane? Ottimista e piena di buona

volontà

Cosa voleva fare da bambina? Occuparmi di mo-

da, ma era circa 40 anni fa, un altro mondo

Si sarebbe mai aspettata di fare questo lavoro? No, assolutamente

Un aspetto positivo ed uno negativo del suo lavo-

ro: tutti i lavori hanno ambedue le cose, bisogna

imparare a bilanciarle. L'aspetto negativo è sicura-

mente il sabato lavorativo

Un aspetto positivo ed uno negativo della scuola: l'aspetto positivo è la buona volontà da parte di tutti,

quello negativo è la cattiva volontà dei burocrati del-

la scuola

In che animale si rispecchia? Una tigre maestosa

La prima cosa che guarda in un uomo: l'insieme,

l'impressione a ''nudo'' senza sapere nulla di lui

Crede in Dio? Sì, obbligatorio. Altrimenti dove ti

rifugi?

Cosa c'è dopo la morte? Non ne ho idea. Nessuno

è mai tornato per rivelarlo

Favorevole o contraria ai matrimoni gay? Favore-

vole, sì. La sessualità è una cosa privata

Favorevole o contraria all'aborto? Favorevole. Un

figlio è per la vita, non è una decisione che si prende

alla leggera

Favorevole o contraria alla legalizzazione della

cannabis? Favorevole

Dia un consiglio ai suoi colleghi: coerenza e pa-

zienza

Dia un consiglio agli studenti: portate più rispetto

nei confronti di tutti

Faccia a faccia tra i coll. scolastici Foltran e Marchese

Nome: Francesca

Soprannome: Franci

Quali sono i suoi hobby?

rompere agli amici e colleghi

Generi musicali preferiti:

gospel; jazz

Piatto preferito non ne ho,

magno de tuto

Dove se lo concederebbe un

viaggio? stati uniti, new york

Come era da giovane? meno diplomatica

Cosa voleva fare da bambina? la collaboratrice

scolastica, bidella

Si sarebbe mai aspettata di fare questo lavoro? no

Un aspetto positivo ed uno negativo del suo

lavoro: positivo: il contatto con i giovani,

negativo: me toca lavorar

Un aspetto positivo ed uno negativo della scuo-

la: positivo:

negativo: per me la scuola sta andando in degrado

colpa dei nostri politici

Quanto vale una laurea oggi? molto

In che animale si rispecchia? gatto

La prima cosa che guarda in un uomo? Da gio-

vane il sedere, di mezza età la pancia

Crede in Dio? sì, molto

Cosa c’è dopo la morte? l’ immensità dell’ ani-

ma

Favorevole o contraria ai matrimoni gay? fa-

vorevole, però sono contraria al fatto che adotti-

no i figli

Favorevole o contraria all’aborto? Favorevole

in generale all’aborto, ma dipende dalle situazioni

Favorevole o contraria alla legalizzazione del-

la Cannabis? sono contraria a quelle cose là

Dia un consiglio ai suoi colleghi: collaborazione

e volersi bene

Dia un consiglio agli studenti: pensate sempre

con la vostra testa e seguite i vostri sogni

Interviste a cura di M. Dal Bianco 5VB e Nicole Dalla Torre 4AVE

INTERVISTA DOPPIA

Dalla redazione de LA CANTINA

Page 6: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 6

Il popolo italiano non è mai stato un gran lettore e non

ha mai apprezzato nel giusto modo l’immenso patrimo-

nio culturale di cui dispone l’Italia. Solo l’8% degli ita-

liani, infatti, è interessato al cinema, al teatro e alla

lettura. Dovrebbe far riflettere il fatto che, sebbene

esistano sempre più modi per leggere un buon libro,

come i nuovi libri elettronici,

in Italia continua a diminuire

il numero di libri comprati e

che il 34% degli italiani non

ha letto un solo libro negli

ultimi dodici mesi. In compen-

so ciò che non smette di aumen-

tare è la percentuale di persone

che utilizza i social network;

nell’ultimo rapporto del Censis

erano il 70% di coloro che uti-

lizzano internet. Proprio negli

stati dove si usano i social net-

work si possono trovare con grande frequenza errori

grossolani: “h” che saltano, verbi mal coniugati…

Il problema dell’aumentare dell’ignoranza in Italia

non dipende solo dalla pigrizia degli italiani, ma

anche del governo che per l’istruzione stanzia sem-

pre meno fondi: dal 2001 al 2013 sono quasi dimezza-

ti. Ne consegue che la scuola, spesso, non riesca ad

offrire agli studenti un POF adeguato. Questa situa-

zione favorisce coloro che hanno possibilità economi-

che, che possono permettersi di viaggiare, seguire corsi

all’estero e di entrare nelle università più prestigiose e

sfavorisce coloro che, essendo meno abbienti, si devono

accontentare di un’istruzione più povera e rischiare di

rimanere ignoranti: ci troviamo davanti ad una società

classista! Negli ultimi anni, infatti, si è verificato un au-

mento delle iscrizioni all’università da parte degli stu-

denti dei licei, ma un calo di iscrizioni da parte degli

studenti che hanno frequentato istituti tecnici e profes-

sionali, tradizionalmente provenienti da famiglie meno

agiate. Un dato molto preoc-

cupante è che il 70% degli

italiani fa fatica a comprende-

re un testo di media comples-

sità e quasi la metà di questi

presenta gravi lacune di base.

Questa grande fetta di popola-

zione si trova in difficoltà di-

fronte alla comprensione dei

testi degli avvisi al pubblico,

delle istruzioni e indicazioni sui

medicinali. Ciò è probabilmen-

te dovuto al fatto che ancora

molti in Italia decidono di abbandonare la scuola; più

del 18% degli studenti abbandona precocemente gli

studi, percentuale molto lontana dal 10%, obbiettivo

fissato per il 2020. Chi governa il nostro paese deve

capire al più presto che un paese perdente sul fronte del-

la cultura è un paese perdente anche sul fronte economi-

co e sociale; ma soprattutto noi dobbiamo iniziare a dare

più importanza alla nostra cultura perché, come ha detto

lo scrittore Roberto Saviano,” Una società che non

comprende ciò che legge è una società schiava di chi

la Governa”!

Francesca Dabbà 4BGT

Imparare per essere liberi L’importanza decisiva della cultura

Gallium verum L. famiglia: Rubiacee STORIA E LEGGENDA :Il nome Gallium deriva dalla deno-

minazione data da Dioscoride ad una pianta, galion, usata dai

pastori greci per coagulare il latte. La leggenda vuole che Gesù

fosse adagiato, nella grotta di Betlemme, su un

giaciglio fatto con questa pianta.

DESCRIZIONE: pianta erbacea perenne, gla-

bra o pubescente. Il caule può essere sdraiato,

ascendente o eretto, raggiunge un’altezza da 20

a 50 cm, ed è un po’ ingrossato ai nodi. Le

foglie, sono lunghe da 1 a 3 cm, sono disposte

in verticilli da 8-12, lineari, rigide, lucenti

spesso ruvide sulla pagina superiore. I fiori,

intensamente gialli, sono raccolti in pannoc-

chia terminale più o meno allungata, densa e

molto ramosa, hanno calice piccolissimo, corolla divisa in

quattro lobi oblunghi. Il frutto è formato da due acheni, ciascu-

no contenente un seme.

DOVE CRESCE: È comune nei pascoli, nei prati, nelle bru-

ghiere incolte, dal mare al piano montano in tutt’Italia penin-

sulare ed insulare. Fiorisce dalla primavera all’autunno.

PROPRIETA’: Depurativo renale ed epatico, antispasmodico,

galattogogo.

INDICAZIONI: Nelle oligurie; nell’epilessia ed isteria per le

sue proprietà antispasmodiche, non troppo

energiche; coadiuvante nell’allattamento.

MODO D’IMPIEGO:Uso interno. Infuso:

mettere un cucchiaio da dessert di fiori in 1

tazza di acqua bollente. Berne 3 tazze al

giorno, come antispasmodico nei disturbi

leggeri: emicranie, nervosismo, mal di sto-

maco.

CURIOSITA’: In Inghilterra lo si adopera

tradizionalmente per la produzione di for-

maggio Chester. Lasciando per un po’ di

tempo qualche pannocchia fiorita nel latte lo fa rapprendere

più o meno prontamente.

La radice tinge di rosso la lana; le sommità fiorite ; trattate con

allume, colorano di arancio.

Silvio Bortoluzzi 5OB

Le piante officinali CAGLIO O GALLIO ZOLFINO

Page 7: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 7

GITA A DUBLINO 4BGT-5CB

Molti potranno pensare che i viaggi di istruzione debba-

no essere direttamente correlati alla tipologia di studi

intrapresi, per cui un viaggio a Dublino fatto da due

classi di una scuola tecnica a indirizzo agrario può esse-

re considerato fuori luogo. Dobbiamo smentire questa

“teoria” perché comunque la cultura è sempre cultura e

un viaggio di istruzione, qualsiasi sia la destinazione,

arricchisce il pro-

prio bagaglio perso-

nale di nuove cono-

scenze oltre, ovvia-

mente, a far diverti-

re!

Obiettivo della gita

era riportarsi sulle

tracce di James Joy-

ce e così ci siamo

fiondati in quella

Dublino vissuta

dall’illustre scritto-

re dell’Ulisse.

La prima destina-

zione era l’albergo,

che non era proprio

… , ma che ha con-

tribuito a rendere MOLTO animate le nostre notti: anche

volendo, dormire si rivelava un’impresa degna di Ulisse,

visto l’affollamento in zona di night club!! Abbiamo

cercato di ripercorrere la vita di Joyce, scovando tra le

vie i luoghi da lui frequentati e citati nel suo celebre ro-

manzo: la farmacia Sweny con il suo simpatico proprie-

tario, dove abbiamo messo alla prova il nostro inglese

leggendo un brano di “Dubliners”, il numero 7 di Eccles

Street dove dimorò Bloom, il New Ormond Hotel, senza

dimenticare tutte le altre attrattive che offre questa città:

St Patrick’s Cathedral, il Trinity College, la National

Library e, ultima ma non ultima, la Guinness Storehouse

dove chi era maggiorenne ha potuto assaggiare una pinta

della famosa birra, e gli altri? … l’altrettanto famosa

bevanda Coca Cola! Abbiamo anche scoperto la motiva-

zione delle porte delle abitazioni decorate con colori

diversi : sembra che la maggior parte delle mogli, stufe

che i mariti (complici i “fumi” della Guinness) conti-

nuassero a sbagliare

l’ingresso di casa,

abbia avuto questa

bella pensata (non si

sa però quanto fosse

efficace). Un capito-

lo a parte è dedicato

alla visita a Power-

scourt House e giar-

dini, che meritano

sicuramente la fama

di migliori giardini

d’Irlanda. Si tratta di

una vasta superficie

dove trovano posto

centinaia di specie

botaniche diverse,

provenienti da tutto

il mondo e dove, complice il clima favorevole, si può

toccare con mano la cura maniacale e la dedizione del

popolo anglosassone per il verde. Diciamo che questa

parte, a ben vedere, può essere considerata anche un’op-

portunità per conoscere una diversa realtà agronomica,

che rientra tra gli obiettivi del nostro corso di studi. Per

concludere, siamo tornati con un bagaglio arricchito di

esperienze e … anche di birra (sempre per chi poteva,

sigh)!

Marta Battistella 4BGT

Tra un passo di Joyce e una Guinness

Nel 1999 due giovani amici guineiani (Yaguine e Fodè) tenta-

rono di raggiungere la città di Bruxelles nascosti nel carrello

di un aereo. Obiettivo del loro ‘viaggio della speranza' (poi

concluso in tragedia), era quello di consegnare ai vari capi di

stato una lettera scritta da loro, che rappresentava una richie-

sta di sostegno per il loro Paese (l'Africa), un luogo in cui le

gravissime difficoltà economiche privano i più piccoli (ancor

più dei grandi) di una qualsiasi possibilità di sperare in un

futuro migliore.

Dieci anni dopo, il tragitto inverso (ovvero dall'Europa verso

l'Africa, verso un villaggio - quello di N'Dola - che non

è indicato neanche sulle carte nautiche) verrà compiuto ‘a

piedi' da altri due giovani amici (Thabo e Rocco, il primo afri-

cano e l'altro barese), vittime del ‘commercio' di bambini-

calciatori e fuggiti con le loro sole forze da un'Europa tutt'al-

tro che salvifica. Il loro lungo viaggio attraverso il deserto

sarà un viaggio simbolico compiuto nella solidarietà delle

razze (bianchi e neri uniti

nell'amicizia) e con la fidu-

cia nel cuore di andare

verso una terra accogliente

dalla quale forse è meglio

tornare, anziché fuggire. In

questo film si sono visti

aspetti negativi, come il

commercio minorile dei

bambini calciatori e la po-

vertà di alcuni paesi del

mondo (in questo caso

rappresentanti dall’ Afri-

ca), ed aspetti positivi, rappresentati dalla grande amicizia,

dalla forza di volontà dei quattro ragazzi e dall’unione che

uno sport può creare tra le persone. (P. C. 5OB)

IL SOLE DENTROIL SOLE DENTROIL SOLE DENTRO Un film emozionante sull’emigrazione

Page 8: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 8

L., scoperto a giocare a battaglia navale, si mangia le

prove dell'illecito, con generale sprezzo del pericolo.

L'alunno L. insieme all'alunno D. si presentano in clas-

se 45 minuti dopo l'inizio della lezione di Religione

affermando di dover salvare una razza di "scarafaggi"

in via d'estinzione. Chiedo seri provvedimenti al coor-

dinatore di classe e una stretta osservazione

da parte del psicologo della scuola.

La classe balla in assenza dell'insegnan-

te.

La classe durante l'ora di religione fa vola-

re aeroplanini di carta per la classe con

allegate numerose micette accese, e,

gettandosi sotto il banco, grida: "Ci

stanno attaccando!"

L'Alunno G. F. chiude il compagno di clas-

se C. R. nell'armadietto di classe, passan-

dogli dei soldi dalla fessura, lo incita a

cantare. Chiedo seri provvedimenti.

L'alunno C. molla puzze rumorose duran- te

la lezione. Richiedo provvedimenti e un aeratore in

classe.

L'alunno M. C. durante la verifica si organizza con le

ragazze per la serata.

Gli alunni B. e B. durante l'ora di italiano compiono

irrispettosi esperimenti di balistica usando proiettili di

carta e saliva (stoppini) contro il ritratto dell'Onorevole

Presidente della Repubblica Ciampi. Si giustificano

dicendo di necessitare un bersaglio.

La classe muggisce.

Facendo l'appello e notando l'assenza dell'alunno S., mi

viene detto dall'alunno C. di non preoccuparmi. Que-

st'ultimo estrae il portafoglio, lo apre, e simulando di

parlare ad una terza persona urla "Scott:

teletrasporto! " con fragorosi effetti sono-

ri fatti con la bocca. L'alunno S. esce

dall'armadio.

Dopo aver fatto scena muta durante l'in-

terrogazione di geografia astronomica V.

chiede di avvalersi dell'aiuto del pubblico.

Entrando nella classe 3ª D, dalla quale

proveniva un gran rumore, sorprendo gli

alunni e l'insegnante che urlano all'unisono

"bellaaaaa". Richiedo provvedimenti per entram-

bi.

L'alunna A. S. ha nascosto due fette di pro-

sciutto nel registro, ne ha buttate un po' in

classe e le ha nascoste altre nel giubbotto di

pelle nuovo della sua compagna V. T. Chiedo provvedi-

menti.

Gli alunni conducono un ostinato sciopero della parola,

rifiutandosi di rispondere a saluti, appello, interrogazio-

ni e domande di qualsiasi generi. Sono richiesti provve-

dimenti.

Rubrica a cura di Michele Olcese 4BGT

Posso avvalermi dell’aiuto del pubblico?

C’era una volta la Mafia al Sud

C’era una volta la mafia al sud. Come potremmo non conosce-

re i tanto nominati maxiprocesso, Strage di Capaci e molti altri

eventi che hanno segnato una traccia indelebile nella storia

dell’Italia? !La sua origine si può ricondurre al XIX sec.,

quando la nobiltà siciliana si trasferì nelle città lasciando la

possibilità ai locatari terrieri di occupare le

terre. Dal 1865 viene considerata organizza-

zione criminale. Da oltre un secolo e mezzo,

dunque, ogni persona in grado di possede-

re un’attività in proprio, viene oltraggiata

e derubata dei suoi guadagni ricevendo in

cambio la promessa di protezione. In real-

tà, tutto ciò che resta a queste povere perso-

ne, è solamente la miseria, che mescola il suo

sapore con quello dell’amarezza. Ciò che più mi

fa rabbrividire, però, non è tanto il lato econo-

mico, quanto la violenza adottata dagli “uomini

d’onore” per raggiungere i propri scopi; una forma di

violenza che si fa sentire tanto più spinta quanto più abbonda

l’ignoranza che non fa conoscere e distinguere ogni valore. Il

sangue sparso non si distingue. Uomini, donne e bambini ven-

gono uccisi senza pietà, perché quella morte non accetta inno-

cenza. Questo il ritratto di una realtà che per gli abitanti

del nord può sembrare appartenere ad un universo paral-

lelo; ma è arrivato anche per noi il tempo per il risveglio

da un sogno idilliaco di pace e serenità economica. Se ci

guardassimo intorno, ci accorgeremmo che tante potenze eco-

nomiche del nord Italia operano utilizzando il denaro in ma-

niera anomala, ci accorgeremmo che tra le nostre istituzioni

esistono regole non scritte secondo le

quali alcune persone risultano intoc-

cabili. Ci siamo mai chiesti perché la

nostra spazzatura potesse essere bru-

ciata nelle regioni del sud Italia?

Forse per un tornaconto economico?

Ovvio. E non era forse lo Stato a

conoscenza di questi fatti? Certo.

Allora dovremmo porci la prima e

forse unica grande domanda necessaria, ovvero: dove nasce la

Mafia di oggi? La Mafia nasce all’interno dello Stato il quale,

anziché garantire protezione ai suoi cittadini, si arrende spesso

o è costretto a scendere a compromesso. Non proprio il mi-

gliore dei mondi possibili. Per questo motivo, probabilmente,

noi giovani generazioni dovremmo alzare la voce e mostrare i

denti, perché altrimenti contribuiremo alla rovina del nostro

Paese.. Non possiamo accettarlo!

Ilaria Zambon 4BVE

La fantasia in classeLa fantasia in classeLa fantasia in classe

Ora fa affari soprattutto al nord

Page 9: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 9

L’ironia sferzante di Pif, ex Jena

“Ma la mafia può uccidere anche noi?” “Tranquillo…

ora siamo d' inverno. La mafia uccide solo d'estate!”

Il padre tranquillizza il figlio sull’attività mafiosa.

Ma il giovane palermitano Arturo e la mafia sono legati

fin dalla nascita, e l’intreccio che si crea con la vita dei

più piccoli lascia impietriti perfino i più grandi, ma non

tutti.

Pierfrancesco Diliberto, in

arte Pif, racconta il crescere e

l’amare nella Palermo della

mafia attraverso gli occhi di

un bambino, Arturo, che di-

venta grande in una città affa-

scinante e terribile, ma dove

c’è ancora spazio per la pas-

sione e il sorriso.

E’ difficile, oggi, dire cosa sia

realmente la mafia più di

quanto non lo fosse in passa-

to, quando ne sapevano così

poco che per definirla era forse sufficiente dire che era

un’organizzazione criminale siciliana il cui scopo fosse

quello di far quattrini attraverso il racket dalle estorsio-

ni, lo spaccio di droga, la prostituzione, gli appalti truc-

cati e altre vicende del genere. In realtà la storia della

mafia italiana non è altro che la storia della nostra

stessa società e molti di noi ancora non se ne interessa-

no. La verità è che davanti a questo tema noi ci sentiamo

piccoli piccoli, davanti a questo film ci ritroviamo col

sorriso, ma con la tristezza nel cuore, perché quello che

pensiamo sia così lontano da noi è già sotto i nostri pie-

di, ma noi non ce ne rendiamo conto, o almeno così vo-

gliamo credere.

E di fronte ad una pagina così importante della nostra

storia io comprendo di non conoscerne ancora i suoi

passi.

Le radici della criminalità

organizzata si piantano ed

espandono nel silenzio e nella

paura.

“Chi ha paura muore ogni

giorno, chi non ha paura muore

una volta sola. Parlate della

mafia. Parlatene alla radio, in

televisione, sui giornali. Però

parlatene.” diceva Paolo Bor-

sellino, magistrato italiano

vittima della mafia, e Pif non si

è tirato indietro.

Ci racconta con bravura e un po' di tenerezza la sua vita,

la sua città, il mondo in cui è cresciuto e diventato adul-

to. Il messaggio arriva chiaro e forte, attraverso parole

semplici e coincise. Ci racconta la mafia, soffocante

quanto il caldo di Palermo, quella che uccide d’estate,

quella che uccide in silenzio, ma la stessa che uccide

anche nel gelido inverno.

Jasmine D’Ambroso 4 APT

Il 22 febbraio 2014, dopo il giuramento dinanzi a Napoli-tano, Matteo Renzi è diventato il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri. La sua è una figura giovane (39 anni), frizzante e piena di idee. La squadra dei ministri (16 in tutto) è la più giovane mai avuta in Italia con una media di soli 48 anni, e con perfetta parità di genere (50% donne e 50% uomini). Gli obbiettivi del nuovo governo sono: diminuzione dei costi della politica con l'eliminazione delle auto blu, diminuzio-ne dello stipendio dei dirigenti pubblici, eliminazione del CNEL (Consiglio Na-zionale dell'Economia e del Lavoro), diminuzione delle tasse, tagli alla dife-sa, aiuti alle imprese, e molti altri prov-vedimenti. Secondo Renzi comunque: “La ricostruzione del paese deve ricominciare dalle scuole, dai nostri figli.” e per mettere in atto questo suo progetto vuole stanziare 10 miliardi di euro in 3 anni per l'edilizia scolastica. Insieme

alla scuola per il premier è fondamentale anche la sussi-stenza del terzo settore composto dal volontariato e dal-

le associazioni no profit, che ogni gior-no mandano avanti l'Italia. Renzi per-tanto incoraggia questo indispensabile settore a continuare ad erogare i suoi servizi utili a tutta la società. In un momento di così grave crisi economica abbiamo avuto governi impotenti che non hanno saputo fronteggiarla al meglio, forse nean-che questo nuovo governo ci riusci-rà, ma senz'altro in esso è riposta la speranza di moltissimi italiani. Po-trebbe essere una delle solite bufale all'italiana, un aver comprato la zap-pa solo per poi darsela sui piedi, però una volta tanto potremmo es-

sere fiduciosi. Stiamo a vedere.

(Olcese Michele e Daniele Vacilotto 4BGT)

RENZI, UNA SPERANZA PER GLI ITALIANI?

Page 10: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 10

Venduto come “risolutore per l’abbaio eccessivo del

cane”, il collare elettrico è uno strumento azionato da

un comando a distanza, che si basa sulla produzione

di scosse o impulsi elettrici che si trasmettono all’ani-

male. Naturalmente, addestratori ed educatori sono con-

trari a questo tipo di collare, ritenendo sbagliato cer-

care di insegnare qualcosa ad un cane provo-

candogli fastidio, dolore e paura. L’articolo 7

della Convenzione di Strasburgo è chiara.

“Nessun animale da compagnia deve es-

sere addestrato con metodi che possano

danneggiare la sua salute e il suo benes-

sere, in particolare costringendolo ad ol-

trepassare le sue capacità o forza naturale,

o utilizzando mezzi artificiali che causano

ferite o dolori, sofferenze ed angosce inuti-

li”. Su questo articolo, reso esecutivo con

la legge 201/2010, prende spunto la Cassa-

zione Italiana: dalla sentenza 38034 della

Terza Sezione Penale della Cassazione del

2013, emerge che” l’utilizzo del collare

anti-abbaio costituisce la condizione di

detenzione di animali in condizioni incompatibili con la

loro natura, nonché di maltrattamento di animali”. In-

somma, un addestramento basato solamente sul dolore

(lieve o forte, a scelta del padrone-aguzzino), e che inci-

de sulle caratteristiche psicofisiche del cane, perché la

somministrazione di scariche elettriche per condizionar-

ne i riflessi e indurlo tramite stimoli dolorosi ai compor-

tamenti desiderati produce effetti collaterali quali paura,

ansia, depressione e anche aggressività. Secondo la sen-

tenza 15061 del 2007, il collare anti-abbaio rientra nella

previsione del codice penale che vieta il maltrattamento

di animali. Numerosi comuni italiani, recentemente si

sono dotati di un regolamento di benessere degli

animali, che vieta la detenzione e l’uso di

collari che provochino scosse elettri-

che, di collari a punte interne e di

altri collari dolorosi e/o irritanti

verso l’animale stesso. Inoltre, è

vietato l’uso di collari a strangolo,

di museruole “stringi bocca”, a meno

che non abbiano speciali deroghe certi-

ficate dal medico veterinario o da un edu-

catore cinofilo iscritto all’Albo Nazionale

degli esperti . Insomma, sembra che si

stia cercando di “limitare i danni”,

vietando l’uso di queste vere e pro-

prie torture verso i cani, ma ciò no-

nostante ogni giorno si scoprono ca-

ni tenuti in condizioni a dir poco pie-

tose, a volte senza cibo o acqua, senza contare i nu-

merosi trovatelli che vivono in canile. E’ palese che

con la violenza si possa ottenere l’ubbidienza, ma non

l’amicizia, l’affetto e la fedeltà che un cane può dare

gratuitamente. Quindi perché scegliere di vivere con

un cane se bisogna trattarlo così?

Chiara Da Ros 5CB

CCCOLLARIOLLARIOLLARI ANTIABBAIOANTIABBAIOANTIABBAIO

Chi non si è mai trovato per le mani almeno una volta una

penna a inchiostro simpatico? Bene, la stessa idea oggi è di-

ventata tecnologia ecologica. Una stampante che, oltre a stam-

pare, sbianca completamente gli stessi fogli sui quali era stato

impresso l’inchiostro. Una “piccola” rivoluzione per il mondo

della stampa, che potrebbe dire presto addio alle cartucce d'in-

chiostro e agli sprechi di carta, grazie ad uno speciale materia-

le plastico e ad un processo di sublimazione termica che estrae

l'inchiostro e lo ricicla. A metterla a punto son stati due ricer-

catori del Low Carbon Materials Processing group: Julian M.

Allwood e David Leal-Ayala. Ma come funziona? Brevissi-

me pulsazioni laser dell'ordine dei picosecondi (un millesi-

mo di secondo è composto da un miliardo di picosecondi)

sono usate per vaporizzare il toner, composto principal-

mente da carbonio e un polimero plastico, presente sul

foglio senza danneggiare la carta in quanto il particolare

tipo di luce viene assorbito dal toner ma passa attraverso

le fibre di cellulosa di cui è composta la carta, vaporizzan-

do il polimero. L’ unico handicap, al momento, è il parzia-

le ingiallimento della carta. Questa procedura permette la

riduzione della CO2 che si produce sia per realizzare la carta

che per riciclarla. Con questa nuova stampante si può arrivare

a riscrivere ben 15 volte lo stesso foglio, sebbene la stessa

Toshiba consigli di non superare le 4 volte a causa dell’ingial-

limento! Il nome della stampante è E-Studio 306LP + RD30.

Il costo della multifunzione è in linea con quello delle nor-

mali stampanti della stessa categoria. Ad aumentare i costi

di gestione sono l’unità di cancellazione e il blue toner,

decisamente più costoso del toner normale. La stampa del-

la E-Studio è mo-

nocromatica e il

colore blu di testi e

illustrazioni identi-

fica all’istante i

fogli riciclati e rici-

clabili. Comunque

prosegua, l’inven-

zione apre la porta a

una vera e propria

svolta in chiave eco-

logica nell’economia

quotidiana e oltre a far risparmiare i soldi alle aziende nel rici-

claggio della carta comporta una diminuzione dell’uso di in-

chiostro, energia elettrica,CO2 e per disfarsi dei vecchi docu-

menti e ottenere carta pulita extra che non abbiamo comprato

con i nostri soldi!

Daniele Vacillotto 4BGT

La stampante che riscrive PAGINE ‘RIPULITE’ E ECO-FRIENDLY

Sono o no strumenti di tortura?

COME ERAVAMO...

Page 11: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 11

Il settore agroalimentare sbarca all’EXPO di Milano 2015

Se vi capiterà di trovarvi all’Expo 2015 che si terrà a Mi-

lano fate un salto al padiglione Itala, dove sarà presente

un intero spazio dedicato al settore agroalimentare. Già,

proprio così. Il motivo per cui questo settore sarà presente è

quello della valorizzazione delle filiere economico-produttive

del settore agroalimentare in primis, oltre che delle eccellenze

scientifiche, culturali, artistiche, architettoniche e paesaggisti-

che nazionali. Questa iniziativa

è frutto del protocollo d’intesa

“Per la partecipazione dell’a-

groalimentare italiano all’Ex-

po 2015 di Milano” siglato a

Roma dal ministro dell’agri-

coltura, Maurizio Martina,

dal commissario unico del

governo per Expo 2015, Giu-

seppe Sala e dal commissario

generale del padiglione Italia,

Diana Bracco. L’accordo prevede la realizzazione di progetti

con finalità educative e di intrattenimento in grado di coinvol-

gere il più ampio numero di strutture associative agricole,

industriali e cooperativistiche. Queste riunite assieme avranno

l’obbiettivo di favorire la presentazione delle filiere agroali-

mentari e di garantire al visitatore un’esperienza integrata

dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano. Il protocollo

prevede alcuni punti focali quali: -due spazi dedicati: uno

all’esperienza vitivinicola italiana e l’altro alle filiere

agroalimentari (in cui verrà favorita la rappresentazione

di tali filiere); -progetto start-up: per la promozione e la

valorizzazione delle start-up nel settore agricolo e agroali-

mentare; -progetto “formazione”: per cui sarà realizzato,

con il supporto dell’ISMEA e del CRA, un Master in cam-

po agroalimentare per 100 giovani neolaureati in discipli-

ne riferibili al settore agricolo e agroalimentare; -progetto

“Le eccellenze italiane”: il Mipaaf attiverà uno specifico

bando di gara per la selezione di nuovi progetti innovativi

nelle filiere agricole e agroalimentari, che saranno presen-

tati durante l’esposizione; -progetto “Promozione del Ma-

de in Italy”: ovvero la presentazione di eventi dedicati alla

promozione di produzioni nazionali di qualità (DOP), del

settore del biologico e di un marchio identificativo della

produzione nazionale.

È importante infatti valorizza-

re il settore agroalimentare e

sensibilizzare i consumatori -

soprattutto stranieri- a ricono-

scere i prodotti di qualità ita-

liani, da quelli contraffatti .

Inoltre verrà promosso un

progetto sperimentale per il

prossimo anno scolastico

che prevede un programma

di educazione alimentare nelle scuole in accordo con il

ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,

Stefania Giannini che intende anche estendere tale inizia-

tiva a livello europeo. Tutte queste iniziative proposte

nell’ambito dell’Expo 2015 sono molto positive soprattutto

per la promozione del nostro paese, l’obbiettivo è di sicuro

quello di invogliare gli altri stati a investire nell’Italia e nelle

sue molteplici risorse che purtroppo vengono sempre più tra-

scurate, quindi prima di tutto dovremmo investire noi stessi

nel nostro Paese e nei settori più importanti che riguardano il

nostro patrimonio agricolo e agroalimentare, culturale, artisti-

co e paesaggistico per essere e dimostrarci anche interessati

alle sorti dell’Italia e dei nostri prodotti.

Gaia Spinato 4AVE

Un’occasione per rilanciare il Paese E’ IN ARRIVO L’ EXPO 2015E’ IN ARRIVO L’ EXPO 2015E’ IN ARRIVO L’ EXPO 2015

L’estate è alle porte. E’ ora di partire. Ultimo controllo veloce

della valigia: maglietta preferita con stampa “ Poor Grames ”,

cambi vari, beauty-case, occhiali da sole, macchina fotografica

( immancabile! ) , cuore libero. Sì, cuore

libero, perché quando si parte per un’av-

ventura si deve avere la possibilità di vi-

vere e raccogliere quante più emozioni

possibili. Un po’ come la memoria della

mia Nikon: deve essere sempre pronta a

cogliere infinite bellezze, non ci si può

trovare sul punto di scattare una fotogra-

fia meravigliosa e perdere il momento

perché la memoria è esaurita. La nostra

meta ora ci sta aspettando, o almeno

così mi piace credere. E’ tempo di met-

tersi in discussione, di provare nuove sensazioni, respirare

una nuova aria, osservare volti differenti, percorrere stra-

de mai viste. Ogni terra ha qualcosa da offrirci e noi dob-

biamo essere pronti ad arricchirci in ogni momento. “ Il

vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre,

ma nell’avere nuovi occhi. ” scrive Marcel Proust.

E la meta di questo viaggio che dura una vita è proprio vedere

il mondo attraverso nuovi orizzonti. Per me viaggiare signifi-

ca rispettare. Il segreto sta nell’ammettere che ogni perso-

na che incontriamo nel nostro percorso

ha qualcosa da donarci, sta a noi farne

tesoro. Partite in compagnia, perchè

quando si condivide un viaggio lo si

gusta due volte. Ma la più profonda es-

senza del viaggio la si più assaporare fino

in fondo solo al ritorno, sapendo che

qualcuno sarà lì, pronto ad ascoltarci ed a

riviverlo con noi. Ogni viaggio è reso più

bello dalla conoscenza che si ritornerà,

ma nulla sarà più allo stesso punto di

quando l’avevamo lasciato, nemmeno noi

saremo più gli stessi. E se è vero che c’è un tempo per parti-

re e un tempo per tornare, allora questo è il momento di

viaggiare. Scegliete destinazioni mai viste, amici di una

vita, legami di sangue o volti mai visti…partite ragazzi, ma

partite a cuore libero.

Jasmine D’Ambroso 4 APT

Viagg io a cuore l ibero Pronti per il prossimo viaggio?

Page 12: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 12

Sono passati ormai cinque anni, da quando nell'autun-

no del 2008 l'allora primo ministro islandese Geir

Haarde annunciò ai cittadini dell'isola di una concreta possibilità di bancarotta. Negli anni precedenti, Glithnir,

Kaupthing e Landsbanki, i tre più grandi istituti di credito

del paese, si erano espansi in manie-

ra aggressiva; quando i correntisti

dopo il fallimento della banca d'af-

fari americana Lehman Brothers si

precipitarono a ritirare i loro contan-

ti, il trio si ritrovò a secco di liquidi-

tà. Il governo promulgò leggi d'e-

mergenza, molti islandesi persero

tutti i risparmi e la disoccupazione

quadruplicò, l'inflazione raggiunse il

17%. Da allora però l'isola si è

rialzata ed ha cominciato a recu-

perare: nel 2013 il PIL è cresciuto

per il terzo anno di fila e la disoc-

cupazione da 9,2 è scesa sotto il 6%, il bilancio dello

stato è quasi in pareggio e, il paese esporta più beni e

servizi di quelli che importa. Dal Vecchio continente

qualcuno si domanda se la ricetta che ha risollevato l'isola

del nord possa funzionare anche in realtà più grandi. Per

quanto riguarda l'economia l'Islanda ha deciso di non

salvare le banche con i soldi pubblici, e comunque, an-

che se avessero voluto farlo, non avrebbero potuto i debiti

ammontavano a dieci volte il prodotto nazionale lordo. La

ripresa è stata ulteriormente facilitata dalla svalutazione

della moneta, ciò ha rimesso in piedi l'industria della pesca,

colonna portante dell'economia islandese. Anche l'industria

dell'alluminio come la sopraccitata industria del pesce pos-

sono esportare prodotti con prezzi più bassi. L'Islanda ha

però la fortuna di potersi autofornire di energia tramite le

risorse del proprio territorio (energia geotermica e idroelet-

trica). Il calo dei prezzi ha provocato un vero e proprio

boom del turismo, sono stati atti-

rati moltissimi amanti della natu-

ra. Al contempo i soldi degli

istituti di credito non sono usciti

dal territorio dell'isola e così come

per le banche, gli investitori islan-

desi possono investire solo su

imprese nazionali, ciò ha incenti-

vato la nascita di nuove piccole

aziende. Dal punto di vista psi-

cologico il popolo islandese ha

reagito davvero bene alla crisi,

anche se molti avevano perso il

lavoro e i risparmi di una vita

non si sono scoraggiati. Ed anche se alcuni sono ancora

sommersi dai debiti, la maggioranza ha deciso di rein-

ventarsi, la crisi, è stata vista come una possibilità di creare una nuova Islanda. Infatti con il benessere il pote-

re di innovazione era al minimo, d'altronde che senso in-

ventare qualcosa di nuovo se puoi permettertelo? Per di più

le menti più brillanti dell'isola si concentravano negli uffici

delle banche, oggi invece, queste si sbizzarriscono in sva-

riati settori: dalla tecnologia e la produzioni di software

alla gestione di locali e pub alla ripresa di tradizioni e

dell'artigianato o a creare moda.

Jonathan Zalamena 5VB

L’Islanda, dopo la crisiL’Islanda, dopo la crisiL’Islanda, dopo la crisi

In questi anni di profonda crisi economica si sta aprendo un divario sempre piu ampio tra i ricchi e i poveri. Mi spie-go meglio: i ricchi stanno diventando sempre piu ricchi, e i poveri sempre piu poveri. Questo feno-meno e definito diseguaglianza econo-mica. Le cause di questa vera e propria piaga della societa moderna sono mol-te: la progressiva finanziarizzazione delle nostre societa a scapito dell’eco-nomia reale, i divari nell’informatizza-zione e nella crescita tecnologia, la tas-sazione e il mercato del lavoro. Si sti-ma che in Italia, tra il 2005 e il 2013 il numero dei poveri è raddoppiato. Il 15,8% delle persone vive in con-dizioni di povertà relativa e l’8% in condizioni di povertà assoluta. Tra il 2007 e il 2011 l’indice che misura la diseguaglianza è cresciuto di 1 punto. In Italia si è visto che questo divario è aumentato mag-giormente al sud e nelle aree meno industrializzate ma con una forte presenza di servizi informatici e computer. Molti, imputano la maggior parte della colpa di

questo fenomeno alla globalizzazione, che ha portato mag-giori introiti nelle casse di poche multinazionali, e una for-te riduzione dei posti di lavoro per la popolazione.

E’ un problema piuttosto complesso, che non ha una facile risoluzione, soprattutto se lo Stato non appoggia le famiglie che cercano di superare questa crisi e si trovano dalla parte dei tanti con poco. Un esperto come Marco Pedroni, presidente di Coop Italia propone al governo di puntare su cooperative come Coop appunto per rilanciare il paese, in modo da aiuta-re i consumatori liberalizzando set-tori in cui attualmente si paga molto cara la merce (farmaci, energia, ser-vizi finanziari) e un cambiamento dei sistemi promozionali, oggi una

giungla sempre più confusa, puntando piuttosto sulla trasparenza e sui prezzi bassi stabili.

Giulia Botteon 5VA

LA DISUGUAGLIANZA Tra il 2005 e il 2013 i poveri in Italia sono raddoppiati

L’ISOLA SI RIALZA (FORSE) PIU' FORTE

Page 13: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 13

Cari ragazzi,

ormai siamo giunti al termine di quest’anno scolastico.

Un anno che per noi Rappresentanti d’Istituto è stato bello

anche se impegnativo. Molte sono state le difficoltà ri-

scontrate che però sono state superate. Sembrava ieri il

giorno in cui siamo stati eletti, invece è già passato un in-

tero anno scolastico. Ci ha fatto molto piacere potervi rap-

presentare e poter assecondare entro il possibile le vostre

idee. Durante tutto l’anno scola-

stico è stato esposto il bilancio

della cassa studenti che non era

mai stato visibile in albo agli

studenti. Riguardo alle feste, pur-

troppo quella di carnevale non

siamo riusciti a farla a causa del

mal tempo anche se però frittelle

e crostoli sono arrivati a tutti. Il

28 e il 29 marzo c’è stata l’auto-

gestione. I risultati secondo noi

sono stati positivi. Il primo gior-

no, cioè quello al cinema, è stato

bellissimo con la visione dei film

“Il Sole dentro” e “La Mafia uc-

cide solo d’estate”. Le assenze non sono state moltissime,

anche se purtroppo sempre troppe. La cosa bella di quel

giorno è stato il dibattito, tenuto da voi ragazzi e non dai

docenti a differenza degli anni scorsi, rispettando a pieno il

valore dell’autonomia culturale. Un complimento partico-

lare va alle classi prime e seconde che hanno avuto uno

spirito di partecipazione davvero notevole, riuscendo a

sottolineare tutti gli aspetti del film che solo con un’attenta

visione possono uscire. Stessa considerazione purtroppo

non si può dire del secondo giorno. Sebbene il tema della

giornata fosse stato scelto da voi durante l’assemblea d’i-

stituto, le assenze sono state molte. Purtroppo come è stato

già detto molte volte il problema delle assenze è una cosa

negativa, che non fa onore agli studenti sotto questo punto

di vista. Molto probabilmente per ovviare a ciò l’autoge-

stione non verrà più fatta. Durante la giornata è stata fatta

un’assemblea d’istituto con tutti gli studenti e non solo con

i rappresentanti di classe. Questa iniziativa non era mai

stata fatta prima, per questo a noi c’è sembrata una bella

cosa per far si che i ragazzi potessero esprimere considera-

zioni e problematiche tutti

insieme. Sempre quel gior-

no è stato trattato il tema

riguardante le problemati-

che derivanti dall’uso di

droghe, tenuto dal prof.

Prudentino Angelo che ha

esposto il tema in maniera

impeccabile. Lo ringrazia-

mo enormemente!!! Ora

manca la festa di fine An-

no! Mi raccomando ragaz-

zi non mancate!!! Ed ora

eccoci qui, a scrivere l’ul-

timo articolo de “La Canti-

na”, a trascorrere gli ultimi giorni insieme a voi. Non di-

menticheremo mai questo anno passato assieme e se tor-

nassimo indietro lo rifaremmo senza nessun ripensamento.

Volevamo ringraziare la preside ed il vicepreside per la

pazienza e disponibilità accordataci, la prof. Pasquale An-

tonella e prof. Galiazzo Giuseppe per averci seguito ed

aiutato nelle varie attività, le collaboratrici scolastiche

sign. Michela e sign. Palma per le numerose telefonate e

accompagnamenti verso la sede! (Quanta pazienza!!! J )

Ed infine, ma non meno importanti, ringraziamo tutti voi

ragazzi per la fiducia accordataci e per la vostra simpatia !

I rappresentanti di Istituto

Autonomia culturale E’ riuscita ma restano alcuni dubbi

Il gioco è semplice: un’arena, 24 partecipanti, un solo vincito-

re. Gli Hunger games sono un reality show, un concentrato di

pura violenza, morte e disperazione che fa divertire gli eccen-

trici abitanti di Capitol City e mantiene il potere ordinatamen-

te racchiuso nelle mani del presidente Snow. Il regno di Pa-

nem è composto da 12 distretti. Ogni anno, nel giorno della

“mietitura”, ciascun distretto deve offrire come tributo una

giovane donna ed un giovane uomo. I due fortunati partecipe-

ranno agli Hunger games, riceveranno onore e rispetto dagli

abitanti di Capitol City, ma in realtà stanno firmando la pro-

pria condanna a morte, perché per uscire vivo dall’arena devi

uccidere, altrimenti vieni ucciso. Katniss Everdeen è il tributo

femmina del distretto 12. E’ stata sorteggiata con Peeta Mel-

lark, il generoso ragazzo del pane, ma non è il momento di

essere riconoscenti perché permettersi una minima distrazione

significa avere immediatamente una lama puntata alla gola.

Tuttavia, qualcosa sta per cambiare. “La ragazza di fuoco” è

pronta e si cominciano e sentire le “ghiandaie imitatrici” into-

nare “il canto ella rivolta”. Che i settantaquattresimi Hunger

games abbiano inizio. Legge-

rete questa trilogia di Suzan-

ne Collins in tempi record,

ansimando e con il cuore

palpitante. La scrittrice ame-

ricana ha fatto di Katniss

Everdeen una delle eroine più

famose della letteratura mon-

diale. Questa trilogia parla di

ingiustizia e di sofferenza: dà

una definizione concreta di

dispotismo, di manipolazione

dell’informazione, di dittatu-

ra, di distorsione della realtà.

Con più di 60 milioni di copie vendute in tutto il mondo, Hun-

ger Games è il fenomeno fantascientifico editoriale del mo-

mento.

Filippo Gobbi 5CB

Hunger games La trilogia di Suzanne Collins

Page 14: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 14

ARGENTA CONQUISTA LA METRO DI TORINO Lo Sponsor

Recens ione: i l f i lm

Urlo (Howl) è un film del 2010 scritto e diretto da Rob Epstein

e Jeffrey Friedman, che racconta la vita del celebre poeta beat

Allen Ginsberg, interpretato da James Franco.

Oltre alla vita di Ginsberg, il lungometraggio è strutturato at-

torno al processo per oscenità del 1957, aperto dopo la pubbli-

cazione di Urlo.

La pellicola è caratterizzata da un taglio sperimentale ed utilizza la

tecnica del bianco e nero, del colore e dell'animazione per affronta-

re i tre diversi temi proposti: la vita di

Allen Ginsberg e la sua evoluzione co-

me scrittore e poeta, quando, nel 1955,

lesse per la prima di fronte al pubblico

del Six Gallery di San Francisco il suo

poema Urlo (Howl), che divenne un

manifesto per l'intera cultura beat,

raccontata in prima persona; il pro-

cesso per oscenità aperto contro Gin-

sberg dopo la pubblicazione di Howl,

nel 1957, a causa dei riferimenti all'u-

so di droghe e all'omosessualità,

(quest'ultima ancora un tabù negli

anni cinquanta del XX secolo) e l'in-

terpretazione animata dell'opera let-

teraria. Questa tripletta, a mio parere innovativa, riesce a catturare

il pubblico in una spirale di riflessioni e immaginazione: trasporta

lo spettatore all’interno del racconto, che nel film viene letto dall’

attore James Franco, spiegando l’opera stessa attraverso interessan-

ti e sconvolgenti animazioni che aiutano a fissare i difficili concetti

proposti da Urlo. Il passato (presentato in bianco e nero e con-

centrato sull’autore che legge Urlo al pubblico) s’ intreccia nel

film con il presente, cioè con la storia del processo che vede al

banco degli imputati la casa editrice che pubblicò il libro per-

ché accusato di oscenità.

Consiglio questo film a coloro cui piacciano film non convenziona-

li, non adrenalinici e senza scontate scene di improbabili sparatorie.

Manuel Dal Bianco 5VB

Da oggi l’attesa della metropolitana è più divertente con le

aree break Argenta

I 150 mila passeggeri trasportati quotidianamente (circa 39

milioni l’anno) dalla linea 1 della Metropolitana di Torino

potranno usufruire in tutte le stazioni di Aree break di Argen-

ta, organizzate con 60 distributori automati-

ci di ultima generazione che offriranno be-

vande fredde e calde, snack dolci e salati e

alimenti freschi. L’iniziativa di Argenta,

che comprende l’installazione di 116 distri-

butori automatici presso gli uffici, i depositi

e le officine per la manutenzione di GTT, è

conseguente ad un accordo siglato a conclu-

sione di una gara indetta dal Gruppo Torinese Trasporti

(GTT). Tutti i distributori posizionati sia nelle fermate della

metropolitana che negli uffici della GTT avranno una classe

energetica A+ e A++ in linea con l’anima green delle due so-

cietà. “Questo importante progetto rappresenta per noi un ulte-

riore passo nella strategia di sviluppo del vending outdoor;

ambito nel quale abbiamo un lun-

ga e consolidata esperienza grazie

all’apertura di oltre 400 eni shop

24 o alla collaborazione con il

Comune di Venezia per l’installa-

zione di 21 aree break nei punti

nevralgici della città.” ha detto

Stefano Fanti, Direttore Generale

del Gruppo Argenta. “Argenta è

costantemente impegnata non solo

a cogliere le potenzialità all’inter-

no del settore con approcci inno-

vativi, ma soprattutto a sviluppare

nuove partnership per mettere a

disposizione della clientela una

gamma di prodotti alimentari e per

la cura della persona sempre più

ampia”, conclude Fanti.

Recens ione: i l d isco

The Zen Circus-Canzoni contro la natura

Un disco con tante storie da raccontare, e non farcito di

luoghi comuni o facili slogan. Parte centrale del disco sia

come scaletta ma anche come intensità è la canzone

"Albero di tiglio" che ipotizza un dio sotto forma di albero

che rimprovera l'uomo delle troppe autoconcessioni che si

è fatto. E sottolinea l'importanza del mondo vegetale per

ogni ecosistema. All'interno di una traccia è inserito pure

l'intervento dell'indimenticato poeta Giuseppe Ungaretti

che afferma come l'uomo stesso sia anormale, in un pe-

renne contrasto con la natura.

Tutto l'album può essere

considerato una sorta di

analisi dettagliata della

natura umana: madre na-

tura è soltanto un pretesto

fatalista per meglio svisce-

rare il complesso animo

dell’uomo. Analisi che parte

fin dalla prima traccia

"Viva", una ballata folk-rock

sul deterioramento interiore ed esteriore delle persone

comuni nei difficili tempi che stiamo vivendo. E prosegue

con la successiva “Postumia”, inno sulla confusione inter-

generazionale e sull’incomunicabilità: scendiamo tutti in

piazza vestiti a puntino ma “ci guardiamo in faccia

sempre raramente/ perché il risultato spesso è delu-

dente”. La band sembra voler continuare il matrimonio

tra le sonorità rock e il cantautorato figlio di Fabrizio de

Andrè, quest'ultimo richiamato in "L'anarchico e il gene-

rale" volutamente simile a "Il pescatore", canzone del

cantautore genovese. L'album non si conclude con rispo-

ste ai problemi, gli Zen infatti non si proclamano porta-

bandiera generazionali, ma propongono canzoni che aiuti-

no ad affrontare questi tempi incerti o, che almeno rasse-

renino per quei 3-4 minuti di musica.

Jonathan Zalamena 5VB

Page 15: Giornalino36

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 15

Nei giorni 9-12 aprile 2014 la nostra scuola ha ospitato le

Gare Nazionali degli Istituti Agrari, dove si è raccolta l’eccel-

lenza dell’istruzione del settore agricolo, proveniente da ben

50 scuole sparse su tutto il territorio italia-

no. Io e altri tre alunni siamo stati selezio-

nati per rappresentare la Scuola Enologica

G.B. Cerletti a questa manifestazione. Ho

incontrato i diversi studenti partecipanti

nell’aula magna della scuola dove, dopo il

saluto di benvenuto, sono state consegnate

alcune borse di studio in memoria di due

ex professori del nostro istituto. Tutti

sembravano molto concentrati e anche un

po’ agitati in previsione delle prove che

avremo dovuto affrontare. Durante la mat-

tinata del 10 e 11 aprile abbiamo svolto i

diversi test, sia scritti che pratici, relativi

alle diverse materie d’indirizzo. Ma è stato durante i pranzi,

le cene e le visite guidate sulla strada del Prosecco e del Ra-

boso e lungo il percorso della Grande Guerra che abbiamo

trascorso i momenti più belli. In queste occasioni ho avuto

modo di conoscere diversi ragazzi e, tra una chiacchera e una

risata, di confrontarmi con loro circa le diverse realtà in cui

viviamo e i vari interessi che ci accomunavano nel campo

dell’agricoltura. È stata un esperienza

davvero indimenticabile oltre che

utile e costruttiva. Voglio inoltre

ricordare una frase di un ragazzo

sardo la sera prima di partire, che mi

ha reso fiero del luogo in cui vivo e

della scuola che ho scelto di frequen-

tare, “è la prima volta che esco dalla

Sardegna, ma l’ospitalità e la bellezza

dei paesaggi che ho potuto vedere mi

hanno incantato. Se un giorno ne avrò

la possibilità di sicuro ci ritornerò!”.

Nicola Geronazzo 4AVE

NB. I nostri alunni (fuori concorso) sono arrivati: Gero-

nazzo 4AVE (3°), Vanzella 4AGT (9°), Zanchetta 4APT

(17°); Piccin 4B IPA Conegliano (3°) e Zamuner 4 IPA

Piavon (3°)

Hanno vinto D. Castoldi (Cremona) e N. Beltrame (Castelfranco TV)

Nel mese di marzo gli alunni meritevoli delle classi quinte

dell’istituto G.B. Cerletti e dell’I.P.A.A Corazzin quali: Del

Puppo Simone e Grossi Melita, Gobbi Filippo, Montesel Mau-

ro e Nardotto Alessandro, Milani Federico, Zamai Matteo,

Breda Jonathan, Simonaggio Elia, Pol Nicola e Rubin Andrea,

De Stefani Gianluca e Tamara Moretto, Borga Antonio e Perin

Angelo, hanno avuto il privilegio di recarsi in visita al Parla-

mento Europeo di Bruxelles. Il soggiorno si è protratto per tre

giorni, dal 16 al 19 marzo

2014. Appena arrivati ci sia-

mo tuffati nella visita della

città di Bruxelles, in partico-

lare il suo centro storico mol-

to suggestivo e pieno di cul-

tura con i suoi simboli più

caratteristici come la via dei

Principi e il Manneken Pis, le

cioccolaterie e le birrerie. Il

secondo giorno ci siamo reca-

ti alla Commissione Agricol-

tura dell’Unione Europea,

dove abbiamo avuto il piace-

re di avere un colloquio con

alcuni delegati Italiani ineren-

te alle nuove norme in agricoltura ed enologia inserite

nell’OCM Vino; essa riguardava le norme che regolano la

produzione, le DOP e le IGP, l’etichettatura, la riforma adotta-

ta per assicurare l’equilibrio tra domanda e offerta, l’elimina-

zione dell’intervento pubblico per le misure di mercato discor-

sive quali la distillazione, l’aumento della competitività dei

vini dell’Unione nel mercato globale. Nel pomeriggio final-

mente arrivati in Parlamento, siamo stati accolti dal Dottor

Davide Pedroni, assistente dell’onorevole Giancarlo Scottà,

con il quale abbiamo pranzato e visitato il Parlamento. Poi

abbiamo avuto l’onore di avere un incontro con l’onorevole, il

quale ha risposto alle nostre domande riguardanti la nuova

PAC nella sala riunioni italiana. Infine dopo aver appreso gra-

zie ad un funzionario il funzionamento e i fini del Parlamento

Europeo abbiamo assistito in prima persona ad una riunione

della Commissione Agricoltura sul tema “L’etichettatura dei

prodotti delle isole”. Il terzo giorno, con grande piacere della

professoressa R. Musu-

meci, ci siamo fermati a

guardare l’Atomium,

struttura che rappresenta

una molecola di cristallo

di ferro ingrandita di

162miliardi di volte, per

proseguire poi verso Bru-

ges, bellissima città patri-

monio dell’UNESCO,

dove abbiamo avuto l’op-

portunità di vedere la

“Madonna col bambino”

di Michelangelo e visitato

il centro storico. Così

senza neanche accorgerci

è arrivato il momento di ripartire per tornare a casa, anche se

diciamoci la verità: altri due giorni di soggiorno li avremmo

fatti tutti!!

Vogliamo ringraziare le professoresse: M.R. Fidilio, R. Musu-

meci, P. Paolin e C. Talamini (senza la quale, tradurre e visita-

re le città sarebbe stato impossibile) e in particolare l’onorevo-

le Giancarlo Scottà per aver permesso a noi di fare questa

bellissima ed irripetibile esperienza.

I partecipanti

VISITA A BRUXELLES

GARA NAZIONALE

Presso il Parlamento Europeo

Page 16: Giornalino36

Vendesi virus ciaspolificato con sporangi per assenza settimanale

Vendesi abbracci da orsetto rotolone (per info rivolgersi a Daniele Vacillotto)

Vendesi corso per scivolare alle feste

Cercasi volontari per selfie di istituto

Cercasi bandiera del Bezout

Cercasi bastone di corniolo regolamentato dal Ministero per picchiare gli studenti

Cercasi rimedio per l’incontinenza emotiva

Cercasi formula della fotosintesi operata dalle Cavallette

nel corso dell’autogestione. I film visti e le

conferenze proposte hanno suscitato un

dibattito costruttivo su tematiche come la

mafia o la droga o l’ambiente, ma rimane

anche da considerare in negativo le molte

assenze durante i giorni dell’autonomia

culturale. Ha ancora senso, vien da chie-

dersi, organizzare questa esperienza forma-

tiva quando molti studenti non mostrano di

crederci? Eppure dovrebbe essere un’op-

portunità significativa da valorizzare e non

un appuntamento da avvertire come un

peso peggio che due giorni di scuola o co-

me un approfondimento inutile e noioso. I

più grandi, intendo gli studenti più anziani,

diano l’esempio buono e l’autogestione,

che quest’anno aveva un programma inten-

so e interessante, riuscirà sempre meglio.

Oppure chi di dovere la casserà di brutto.

A buon intenditor. Buone vacanze e buona

estate.

In alto i calici e salute a tutti!

civilmente parlando, all’età della barbarie

medievale quando a prevalere era la legge

del più forte. Un uomo che alza le mani

non può voler bene, è solo un idiota.

Sforziamoci tutti di combatterla e sradi-

carla dalle nostre vite questa idiozia. E

uno dei passaggi obbligati per crescere e

imparare ad essere liberi, responsabili e

consapevoli è di istruirsi. O meglio, uscire

a gambe levate dall’ignoranza che ci cir-

conda , almeno stando alle statistiche che

ci vengono fornite. Il 70% degli italiani

fatica a comprendere un testo di media

complessità e quasi la metà di questi pre-

senta gravi lacune di base. Più del 18%

degli studenti abbandona precocemente gli

studi. Il nostro governo deve capire alla

svelta che un paese perdente sul fronte

della cultura è un paese perdente anche sul

fronte economico e sociale con tutte le

conseguenze (vedi sopra) che ne derivano.

In questo ultimo numero abbiamo voluto

dare spazio inoltre alle tematiche emerse

continua dalla prima

LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 16

VENDOVENDOVENDO ––– COMPROCOMPROCOMPRO (tra il serio e il faceto) (tra il serio e il faceto) (tra il serio e il faceto)

Direttore resp.

Prof. Dino Benacchio

In redazione:

Studenti: C. Da Ros, F. Gobbi, J.

Zalamena, M. Montesel, G. Botteon,

L. Marsura, F. Dabbà, M. Battistel-

la, S. Bortoluzzi, I. Zambon, A. Car-

bonere, M. Olcese, G. Spinato, P.

Cella, J. D’Ambroso, M. Dal Bianco,

T. Fiorot, N. Dalla Torre, D. Vaci-

lotto.

Grafica e impaginazione:

F. Sonego

Scrivete a:

e-mail: [email protected] Sito: www.scuolaenologica.it

La Redazione

LA CANTINA

Prof. Dino Benacchio

L’ Europa risulta divisa sulle etichette dei prodotti a

base di carne in particolare sulla loro

provenienza. L’obiettivo è la massi-

ma trasparenza su ciò che si porta in

tavola ma allo stesso tempo c’è una

grande preoccupazione per il possi-

bile innalzamento dei costi con un

aumento dal 10 al 15% che difficil-

mente potrebbe essere trasferito sui

prezzi al consumo. A favore sono

diversi Stati: Italia, Austria e Francia

che puntano sulla necessità di recu-

perare la fiducia dei consumatori

con la massima trasparenza. Ma allo

stesso tempo Gran Bretagna, Spagna e Lussemburgo

aggiungono che non ci sarebbero vantaggi nella lotta

contro le frodi alimentari. Per il mo-

mento è solo un rinvio. Gli scenari

possibili sui quali articolare l’ eti-

chettatura dei prodotti a base di car-

ne sono diversi :etichetta volontaria

o obbligatoria. Per l’ opzione obbli-

gatoria possono esserci due formule

quella semplificata con l’ indicazio-

ne della provenienza europea o extra

europea delle carni oppure una più

precisa nella quale si specificano i

paesi di provenienza.

Tamara Fiorot 3AGT

L’etichetta sulla carne divide l’Europa