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giornalino scolastico
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P e r i o d i c o d i i n f o r m a z i o n e , c u l t u r a e c u r i o s i t à e d i t o d a l l a r e d a z i o n e
g i o r n a l i s t i c a d e l “ G . B . C e r l e t t i ”
V i a X X I I I A p r i l e , 2 0 3 1 0 1 5 C o n e g l i a n o ( T V )
w w w . s c u o l a e n o l o g i c a . i t ; e - m a i l : i n f o @ i s i s s c e r l e t t i . i t
Anno 12, Numero 36, Maggio 2014
Cari amici de “La Cantina”,
ben ritrovati!
Nell’ultimo numero del gior-
nalino scolastico che avete
tra le mani abbiamo voluto
dedicare la copertina al tema
della violenza sulle donne. In
verità si tratta di un ritorno
sull’argomento in questione
perchè lo stillicidio di notizie
e di fatti allarmanti e dram-
matici che ogni giorno, dico
ogni giorno, ci vengono pro-
posti dai media non poteva
lasciarci indifferenti. La vio-
lenza sulle donne è una scon-
fitta per tutti e ciò che provo-
ca è sempre uguale, il vuoto.
Il vuoto culturale, emotivo,
sociale, psicologico, il vuoto
esistenziale. Che brutta pagi-
na è questa della nostra vita
di oggi, che tristezza sentire
ancora e senza tregua notizie
di brutali pestaggi, di violen-
ze sessuali, di prevaricazioni
di ogni sorta. E non è bastato
l’inasprimento delle leggi, a
partire dal reato di stalking,
ovverosia di persecuzione
fisica e psicologica nei con-
fronti delle donne, a cambia-
re la prospettiva e lo stato
delle cose. Anzi, sembra di
assistere paradossalmente ad
un innalzamento del livello di
soprusi. Frutto, a mio avviso,
di condizioni di vita sociale
più disadattate, più precarie e
ad una cultura diffusa nel
mondo di oggi che sostiene
che con la violenza in fondo
si possa ottenere più facil-
mente e più velocemente ra-
gione. Una becera cultura
maschilista che ci fa retroce-
dere, (continua a pag 16)
UNA DONNA, LA VIOLENZA, IL VUOTO
LA CANTINA
Il grido di dolore rimane ancora soffocato Occhio tumefatto, labbro
gonfio e sanguinante,
fitte alla testa, muscoli
indolenziti, ad ogni respi-
ro una coltellata all’addo-
me, sembra quasi di esse-
re sotto l’effetto di qual-
che sostanza stupefacen-
te, il vuoto. “ Sono cadu-
ta dalle scale, ma sto be-
ne. Lui mi ama, era solo
un po’ nervoso
per il lavoro,
probabilmente
con qualche ge-
sto sbagliato
l’ho fatto ingelo-
sire. Devo aver
sbagliato io. Lui
mi ama. ”No.
Lui non ti ama.
Come afferma
uno slogan di
Barbara d’Ur-
so “ Chi ti pic-
chia non ti ama
”, ed è proprio
vero.
Nella parola
“amore” non esiste vio-
lenza, non esistono
schiaffi, calci o pugni.
Essa non ha a che vede-
re con il possesso, bensì
con la complicità, la
stima, il rispetto e la
libertà.
Il 33% delle donne ha
subito violenza fisica e/o
sessuale dall’età di 15
anni, il 12% ha subito
violenza sessuale prima
dei 15 anni, il 43% ha
subito forme di violenza
psicologica da parte del
partner e il 18% è stata
vittima di comporta-
menti persecutori; una
donna su cinque ha su-
bito violenza durante la
gravidanza da parte del
compagno, mentre il
32% delle vittime ha
subito molestie sessuali
nel posto di lavoro. I dati sulla violenza con-
tro le donne in Europa,
nell’ambito dell’indagine
condotta dell’Agenzia
UE per i diritti fonda-
mentali, sottolineano la
portata di un fenomeno
allarmante.. E non solo,
spesso queste donne ven-
gono uccise. Tra il 2000
e il 2011 sono state ucci-
se 2.061 donne.
La violenza assume for-
me diverse, ciò che essa
provoca è sempre ugua-
le: il vuoto. Per lui non
è altro che uno sfizio,
una vittoria, una chiara
dimostrazione di supe-
riorità. Per lei è la mor-
te, quella dell’anima e
del cuore. Ma la violen-
za sulle donne non è la
vittoria di un piccolo
uomo, la
violenza
sulle don-
ne è una
sconfitta
per tutti. “Vogliamo
credere che
ci ami?
Bene, allo-
ra ci ama
male. Non
è questo
l'amore. Un
uomo che
ci picchia è
uno stron-
zo. Sem-
pre! E dobbiamo capirlo
subito, al primo schiaffo.
Perché tanto arriverà an-
che un secondo e poi un
terzo. L'amore rende feli-
ci e riempie il cuore. Non
rompe le costole, non
lascia lividi sulla faccia.
Pensiamo mica di avere
sette vite come i gatti?
No, ne abbiamo una sola.
Non buttiamola via”
(L. Littizzetto).
Jasmine D’Ambroso 4 APT
I l PUNTO
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 2
Un amore che si tramuta in inferno
La violenza sulle donne non cambia, da 25 anni il nume-
ro di vittime è in continuo aumento. Secondo i dati ri-
portati dalla Oms (Organizzazione mondiale della sani-
tà), oltre 1 donna su 3 nel mondo è vittima di abusi fisici
e/o sessuali, solitamente da parte del proprio partner.
Del 35% delle vittime solamente il 7% trova il coraggio
di denunciare la violenza su-
bita. Questi sono solamente
numeri che non sembrano ri-
guardare la nostra vita, ma le
violenze si nascondono pro-
prio intorno a noi tanto che
nessuno stato può dichiararsi
pienamente innocente. Si trat-
ta di una vera e propria emer-
genza che non possiamo igno-
rare; non possiamo permetter-
ci di rimanere indifferenti a
violenze ed abusi che ogni
giorno accadono anche nel
nostro Paese. Gli schiaffi, gli spintoni, le porte chiuse a
chiave, i lividi, le urla: rimane tutto soffocato nelle mura
domestiche. Nascosto. Come se fosse normale.
E ancora botte, intimidazioni, soprusi, umiliazioni e ves-
sazioni che rendono la vita delle donne più difficile e
faticosa, il tutto giustificato spesso dai maschi come for-
ma di troppo amore. Un amore che si tramuta in inferno;
una relazione fondata sulla pretesa di assimilazione e
possesso da parte dell'uomo nei confronti della donna.
Ne scaturisce una gelosia morbosa, un'ossessione indo-
mabile che spinge l'uomo a compiere gesti inumani e ad
assumere atteggiamenti folli, che oltrepassano i diritti
della persona. La vittima soffre, con gli occhi bassi, ac-
condiscendendo alle richieste folli dell'uomo e affidan-
dosi al silenzio. Le ferite di un abuso restano indelebili
nella vita di una donna, con profonde conseguenze a
lungo termine, soprattutto quando l'aggressore è l'uomo
che si ama.
Il decreto legge 13 agosto
2013 n. 93 così la definisce :
“[…] tutti gli atti, non episo-
dici, di violenza fisica, ses-
suale, psicologica o economi-
ca che si verificano all’inter-
no della famiglia o del nucleo
familiare o tra attuali e prece-
denti coniugi o persone legate
da relazioni affettiva in corso
o pregressa, indipendente dal
fatto che l’autore di tali atti
condivida o abbia condiviso
la stessa residenza con la vit-
tima.” Ma il solo intervento legislativo non basta. Nu-
merose sono ormai le campagne e le associazioni che
collaborano allo scopo di prevenire la violenza contro le
donne, fornendo ascolto, solidarietà, consulenza legale e
psicologica. La difficoltà delle donne a denunciare le
violenze subite è assai elevata, tanto che oltre due terzi
delle vittime non hanno denunciato le aggressioni subite.
Le cure funzionano e le denunce aumentano solo grazie
alle istituzioni che lottano costantemente contro il silen-
zio che va affrontato.
Nicole Dalla Torre 4AVE
F E M M I N I C I D I OF E M M I N I C I D I OF E M M I N I C I D I O
Una trasformazione, un radicale cambiamento per Vasco
Brondi e per il suo progetto di musica indipendente, pur es-
sendo stato sempre per le sue, con questo album dimostra di
poter fare Musica con la "M" maiuscola e con arrangiamenti
che ricordano vagamente i Sonic Youth (citati nel titolo di
una delle canzoni), ma non solo loro. Sonorità che si alter-
nano, a turno, elementi come chitarre acustiche o elettri-
che, piano, archi, fiati, sintetizzatori, batteria e drum
machine e tutto ciò che ogni volta entra nella singola can-
zone va a comporre un suono pieno e dinamico; questo
avviene sia quando esso è molto semplice e diretto come
il post-punk di “Firmamento”.
In “Ti Vendi Bene”, l’elettronica alla Camerini viene sopraf-
fatta dall’irruzione di chitarre potenti e dal retrogusto acido e
come non citare “Le Ragazze Stanno Bene” con i suoi giri di
chitarra acustica dal suono purissimo ma con un crescendo
di mille altri strumenti che sta sotto conferendo un arricchi-
mento discreto ma importante anche per aumentare l’impatto
emozionale di un testo bellissimo; infine, è giusto citare “I
Sonic Youth”, che parte
come una piano ballad
e che progressivamente
viene quasi investita
dalla seconda voce e da
un morbido tappeto di
archi e dolci distorsioni
e riverberi di chitarra.
L'unica pecca è che con
canzoni del genere le
ultime, vengono legger-
mente sminuite, infatti
“Punk Sentimentale” e
lo storytelling alla Rino
Gaetano di “Blues Del
Delta Del Po” sono
anch’esse buone, ma migliori se ascoltate singolarmente e
non all'interno del disco.
Jonathan Zalamena 5VB
Recensione: i l d isco Le luci della centrale elettrica-Costellazioni
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 3
L’inganno sul web Cosa ci si aspetta di trovare sui motori di ricerca del Web dopo aver digitato la parola droga? Siti dedicati alla prevenzione? Siti che parlano delle varie sostanze e dei loro effetti sull’organismo di chi le assume? Articoli di attualità riguardanti magari gli ultimi sequestri fatti dalle forze dell’ordine? Be’, certamente tutte queste cose insie-me, e tante altre ancora. Da un rapido esame fatto acceden-do ad Internet e digitando proprio la parola droga, ci accorgiamo che i siti in prima pagina sono sostan-zialmente dedicati ai metodi tesi ad aiutare gli utenti interessati ad uscire da quello che viene spesso definito come il “tunnel della dro-ga“. Dopodiché si trovano siti in-formativi, che parlano della storia delle varie sostanze, per poi disser-tare sui diversi effetti nocivi che l’assunzione delle stesse compor-tano per l’organismo umano. Ed è, a nostro modesto avviso, proprio la caratteristica informativa che deve essere posta al centro di ogni possibile dibattito sul tema della droga: la conoscenza delle sostanze, la spiegazione esatta dei sintomi post-assunzione, e degli effetti ad essa correlati. Una società che decide di puntare sull’informazione scien-tifica e reale, non fa che favorire la prevenzione e portare un serio aiuto alle persone cadute nel tranello della tossico-dipendenza. Parlare spesso della droga, senza naturalmente esaltarla o demonizzarla per partito preso, risulta essere l’unica arma in mano agli educatori in grado di scoraggiare l’assunzione delle varie sostanze, soprattutto tra gli indivi-dui più giovani della società, spesso i primi a scontare l’i-gnoranza che esiste intorno a questo particolare tema. Il
tabù che si cerca di instaurare intorno alle sostanze stupefa-centi non solo ne cela in realtà i tratti negativi (nell‘impossibilità di instaurare il discorso propria appunto dei tabù), ma rischia di riempirle di una sorta di “aura ma-ledetta”, in grado di attirare gli individui più che di respin-gerli. Si pensi agli adolescenti, per natura portati a rivaluta-re le scelte delle generazioni precedenti in una sorta di con-
tinua affermazione del proprio io. Certamente verranno attratti innanzitutto dalle proibizioni che gli vengono imposte, purtroppo nel modo incosciente proprio della giovinezza. La recente sen-sibilizzazione verso l’argomento ha portato comunque a buone iniziative, su tutte le tante cam-pagne preventive che vengono fatte all’interno degli istituiti scolastici, di carattere pretta-mente informativo. Se dovessimo definire la droga, diremmo che, a
grandi linee, si tratta di un prodotto di origine naturale, spesso estrapolato dalle piante, contenente alcune sostanze psicoattive, che influiscono cioè sul normale funzionamen-to del sistema nervoso, del cervello e dello stato di coscien-za, alterando inoltre con i suoi sintomi il resto dell’organi-smo. A questa categoria possiamo poi aggiungere le droghe dette chimiche o sintetiche, spesso veri e propri farmaci assunti dai consumatori senza alcuna prescrizione medica. Un piccolo esempio sono le anfetamine, ottenute in labora-torio come derivate dell‘efedrina.
Andrea Carbonere 4APT
Informazioni distorte sulla droga
Quest’anno parecchie sono state le novità informatiche a scuo-
la, una su tutte il registro elettronico.
Oltre all’installazione di nuovi lab inf. avvenute nell’anno
precedente, e alla dotazione degli ormai famosi e-desk. Rica-
pitoliamo un po’ quali sono i numeri della nostra scuola: 4
laboratori di informatica, cui si
sommano i computer sparsi per
i reparti, (periferiche varie) per
un totale di circa 150 client che
si possono collegare alla rete,
ai quali bisogna aggiungere gli
e-desk posizionati in ogni clas-
se. I fruitori sono allievi e do-
centi i cui numeri sono noti. Più
le sedi staccate. Non serve altro
per illustrare la complessità di
questa gestione, attenta nel limi-
te del possibile soprattutto alle
regole minime ma essenziali di
sicurezza informatica.
Per quest’anno si è deciso di privilegiare l’accesso alla rete
dei soli dispositivi scolastici considerato il numero dei ter-
minali. Dal prossimo a.s. si sta vagliando l’ipotesi di con-
sentire l’accesso alla rete del personale scolastico attraver-
so i dispositivi personali. Molte sono le variabili che articola-
no il lavoro informatico; tutti i giorni gli operatori si confron-
tano con una realtà diversa e qualche volta anche con i propri
limiti. Tanti sono i progetti, tanti sono i lavori che usufruisco-
no delle risorse informatiche,
non ultimi progetti esterni, e
ITS. Emerge quindi talvolta
l’esigenza di un dialogo più
costruttivo, tra le varie realtà
e figure scolastiche, finalizzato
a un miglior discernimento e
al superamento dei problemi
in itinere. Ricordandoci che
siamo qui per dare un servizio
alla scuola, e soprattutto agli
studenti, in un ambito pretta-
mente didattico formativo, con
il fine e la speranza di contribui-
re a generare un mondo mi-
gliore.
Cordiali saluti e buon fine anno scolastico (F.S.)
L’informatica a scuola
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 4
RIVOLUZIONE BIOLOGICA IN AGRICOLTURARIVOLUZIONE BIOLOGICA IN AGRICOLTURARIVOLUZIONE BIOLOGICA IN AGRICOLTURA
Agricoltura biologica: un tipo di agricoltura che considera
l'intero ecosistema agricolo, sfrutta la naturale fertilità del
suolo, favorendola con interventi limitati, promuove
la biodiversità dell'ambiente in cui opera e limita o esclude
l'utilizzo di prodotti di sintesi e de-
gli organismi geneticamente modifica-
ti (OGM). Dopo una grande attesa a Bruxel-
les è stata presentata la nuova proposta di
regolamento sulla produzione biologica e
l’etichettatura dei prodotti biologici, avente
tre obiettivi principali: mantenere la fiducia
dei consumatori, dei produttori e facilitare il
passaggio degli agricoltori alla produzione
biologica. La Commissione Europea propo-
ne di: rafforzare ed armonizzare le norme
presenti all’interno dell’Unione Europea,
oltre a quelle riguardanti i prodotti importa-
ti, rafforzare i controlli, introdurre un sistema di certifica-
zione di gruppo, aggiungendo nuove disposizioni in mate-
ria di esportazioni, semplificare la legislazione per ridurre i
costi amministrativi a carico degli agricoltori. Un altro
obiettivo è quello di creare network locali, migliorare la
qualità dei prodotti e incoraggiare i piccoli produttori a
produrre biologico; inoltre tutti i produttori saranno sogget-
ti ai controlli di qualità. Recentemente, il ministro delle
Politiche Agricole, Maurizio Martina, inter-
venendo al consiglio UE Agricoltura, ha
sottolineato le priorità del prossimo semestre
di presidenza UE dell’Italia; secondo il mi-
nistro, la proposta è “un passo in avanti sulla
promozione del biologico che risponde alle
nostre esigenze”. Per aiutare tutti ad ade-
guarsi alla proposta di riforma, la Commis-
sione ha approvato un piano d’azione che
prevede una migliore informazione sulle
iniziative in materia di sviluppo rurale e di
politica agricola dell’Unione Europea a fa-
vore proprio di questo tipo di agricoltura,
con rafforzamenti dei legami tra i progetti europei di ricer-
ca e la produzione biologica, oltre ad incentivi all’uso di
alimenti biologici, ad esempio nelle scuole.
Chiara Da Ros 5CB
Siamo sicuri di ciò che mangiamo? Questa è l domanda a cui
noi giovani d’ oggi dovremmo chiederci quando mangiamo
qualcosa senza essere veramente consapevoli di ciò che intro-
duciamo nel nostro corpo. Sono in continuo aumento i casi di
malattie causate da una scorretta alimentazione, non si tratta
solo di bulimia, anoressia e obesità; bensì anche di patologie
legate al sistema circolatorio e respiratorio. Ecco quindi che
per cercare di rispondere a questo interrogativo alcune classi
hanno aderito al progetto mangiare consape-
vole. Gli studenti della classe quinta e delle
quattro classi quarte hanno partecipato all’
incontro con alcuni rappresentati del proget-
to Martina e dell’ associazione Fiorot
(associazione lotta contro i tumori). Si sono
tenuti tre incontri durante l’anno, tra cui uno
in visita all’ industria di bibanesi DaRe a
Bibano. All’interno dei quali sono state trat-
tate tutte le tematiche riguardanti il cibo e i
danni che può causare un’ alimentazione
scorretta. Tutto questo è partito da un son-
daggio ch è stato effettuato tra li studenti,
dove è emerso molto chiaramente l’ eccessivo consumo di
cibi non salubri, come ad esempio le croccantelle, alle mac-
chinette. Questo si è verificato per una mancanza di cono-
scenze a livello teorico del cibo, ovvero i ragazzi d’oggi non
conoscono i cibi che comprano. Sarà pigrizia? Sarà il disinte-
resse verso questo problema? Ecco quindi che sono scesi nel
ruolo di professori i ragazzi delle classi quarte e quinte sopra
citate, che si sono messi in gioco per spiegare ai ragazzi di
prima e seconda ciò che avevano accolto dagli incontri e inte-
grando poi con un lavoro svolto in classe di rielaborazione
fatta dagli studenti stessi. In questo ambito si è discusso mol-
to dei “cibi spazzatura” delle macchinette e si sono cercate
delle possibili soluzioni per sostituire questi alimenti con altri
sicuramente più sani. Infatti dai questionari fatti molti riten-
gono opportuno portarsi la merenda da casa, oppure introdur-
re nelle macchinette dei cibi migliori come ad esempio: cibi a
kilometri zero, oppure introdurre nella scuola una giornata
particolare dedicata all’ alimentazione non solo sana ma an-
che ad un basso impatto ambientale. Questo progetto quindi,
non solo ha permesso ai ragazzi di prima e seconda di ap-
prendere delle conoscenze nuove in questo
ambito, ma ha contribuito a creare una com-
partecipazione interna tra gli studenti e tra i
professori, in modo particolare la professo-
ressa Sara Lorenzon che si è occupata in
prima persona di portare a termine questo
progetto. È chiaro quindi che il progetto
mangiare consapevole per noi studenti oltre
ad aver vissuto una nuova esperienza dal
punto di vista didattico che ci ha portati
scontrarci con ciò che mangiamo, ha emerso
altri temi come quello dell’ impatto ambien-
tale correlato agli allevamenti intensivi e
quindi alla produzione di prodotti purtroppo inquinati nelle
nostre tavole. Inoltre come evidenziato prima il progetto ha
messo in gioco gli studenti che si sono dati da fare e hanno
contribuito molto attivamente a questa iniziativa proposta
dalla scuola. Il progetto si concluderà martedì 27 maggio
nell’ aula magna dell’ università dove gli studenti proporran-
no, anche a fronte dei suggerimenti raccolti dai colleghi delle
classi prime un alternativa ai cibi delle macchinette, prestan-
do attenzione anche all’ impatto ambientale, riducendo se
fosse possibile l’uso di tutte e mantenendo solo quelle di-
spensabili.
Laura Marsura 5VA
PROGETTO MANGIARE CONSAPEVOLE
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 5
Nome: Isabella
Soprannome: non ne ho
Quali sono i suoi hobby: leggere,
viaggiare e le parole crociate
Generi musicali preferiti: tutto
quello composto dal 1960 al 1980
Piatto preferito: carciofi ripieni
(fatti da mamma')
Dove se lo concederebbe un viag-
gio? In Australia, ma almeno un mese
Come era da giovane? Ottimista e piena di buona
volontà
Cosa voleva fare da bambina? Occuparmi di mo-
da, ma era circa 40 anni fa, un altro mondo
Si sarebbe mai aspettata di fare questo lavoro? No, assolutamente
Un aspetto positivo ed uno negativo del suo lavo-
ro: tutti i lavori hanno ambedue le cose, bisogna
imparare a bilanciarle. L'aspetto negativo è sicura-
mente il sabato lavorativo
Un aspetto positivo ed uno negativo della scuola: l'aspetto positivo è la buona volontà da parte di tutti,
quello negativo è la cattiva volontà dei burocrati del-
la scuola
In che animale si rispecchia? Una tigre maestosa
La prima cosa che guarda in un uomo: l'insieme,
l'impressione a ''nudo'' senza sapere nulla di lui
Crede in Dio? Sì, obbligatorio. Altrimenti dove ti
rifugi?
Cosa c'è dopo la morte? Non ne ho idea. Nessuno
è mai tornato per rivelarlo
Favorevole o contraria ai matrimoni gay? Favore-
vole, sì. La sessualità è una cosa privata
Favorevole o contraria all'aborto? Favorevole. Un
figlio è per la vita, non è una decisione che si prende
alla leggera
Favorevole o contraria alla legalizzazione della
cannabis? Favorevole
Dia un consiglio ai suoi colleghi: coerenza e pa-
zienza
Dia un consiglio agli studenti: portate più rispetto
nei confronti di tutti
Faccia a faccia tra i coll. scolastici Foltran e Marchese
Nome: Francesca
Soprannome: Franci
Quali sono i suoi hobby?
rompere agli amici e colleghi
Generi musicali preferiti:
gospel; jazz
Piatto preferito non ne ho,
magno de tuto
Dove se lo concederebbe un
viaggio? stati uniti, new york
Come era da giovane? meno diplomatica
Cosa voleva fare da bambina? la collaboratrice
scolastica, bidella
Si sarebbe mai aspettata di fare questo lavoro? no
Un aspetto positivo ed uno negativo del suo
lavoro: positivo: il contatto con i giovani,
negativo: me toca lavorar
Un aspetto positivo ed uno negativo della scuo-
la: positivo:
negativo: per me la scuola sta andando in degrado
colpa dei nostri politici
Quanto vale una laurea oggi? molto
In che animale si rispecchia? gatto
La prima cosa che guarda in un uomo? Da gio-
vane il sedere, di mezza età la pancia
Crede in Dio? sì, molto
Cosa c’è dopo la morte? l’ immensità dell’ ani-
ma
Favorevole o contraria ai matrimoni gay? fa-
vorevole, però sono contraria al fatto che adotti-
no i figli
Favorevole o contraria all’aborto? Favorevole
in generale all’aborto, ma dipende dalle situazioni
Favorevole o contraria alla legalizzazione del-
la Cannabis? sono contraria a quelle cose là
Dia un consiglio ai suoi colleghi: collaborazione
e volersi bene
Dia un consiglio agli studenti: pensate sempre
con la vostra testa e seguite i vostri sogni
Interviste a cura di M. Dal Bianco 5VB e Nicole Dalla Torre 4AVE
INTERVISTA DOPPIA
Dalla redazione de LA CANTINA
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 6
Il popolo italiano non è mai stato un gran lettore e non
ha mai apprezzato nel giusto modo l’immenso patrimo-
nio culturale di cui dispone l’Italia. Solo l’8% degli ita-
liani, infatti, è interessato al cinema, al teatro e alla
lettura. Dovrebbe far riflettere il fatto che, sebbene
esistano sempre più modi per leggere un buon libro,
come i nuovi libri elettronici,
in Italia continua a diminuire
il numero di libri comprati e
che il 34% degli italiani non
ha letto un solo libro negli
ultimi dodici mesi. In compen-
so ciò che non smette di aumen-
tare è la percentuale di persone
che utilizza i social network;
nell’ultimo rapporto del Censis
erano il 70% di coloro che uti-
lizzano internet. Proprio negli
stati dove si usano i social net-
work si possono trovare con grande frequenza errori
grossolani: “h” che saltano, verbi mal coniugati…
Il problema dell’aumentare dell’ignoranza in Italia
non dipende solo dalla pigrizia degli italiani, ma
anche del governo che per l’istruzione stanzia sem-
pre meno fondi: dal 2001 al 2013 sono quasi dimezza-
ti. Ne consegue che la scuola, spesso, non riesca ad
offrire agli studenti un POF adeguato. Questa situa-
zione favorisce coloro che hanno possibilità economi-
che, che possono permettersi di viaggiare, seguire corsi
all’estero e di entrare nelle università più prestigiose e
sfavorisce coloro che, essendo meno abbienti, si devono
accontentare di un’istruzione più povera e rischiare di
rimanere ignoranti: ci troviamo davanti ad una società
classista! Negli ultimi anni, infatti, si è verificato un au-
mento delle iscrizioni all’università da parte degli stu-
denti dei licei, ma un calo di iscrizioni da parte degli
studenti che hanno frequentato istituti tecnici e profes-
sionali, tradizionalmente provenienti da famiglie meno
agiate. Un dato molto preoc-
cupante è che il 70% degli
italiani fa fatica a comprende-
re un testo di media comples-
sità e quasi la metà di questi
presenta gravi lacune di base.
Questa grande fetta di popola-
zione si trova in difficoltà di-
fronte alla comprensione dei
testi degli avvisi al pubblico,
delle istruzioni e indicazioni sui
medicinali. Ciò è probabilmen-
te dovuto al fatto che ancora
molti in Italia decidono di abbandonare la scuola; più
del 18% degli studenti abbandona precocemente gli
studi, percentuale molto lontana dal 10%, obbiettivo
fissato per il 2020. Chi governa il nostro paese deve
capire al più presto che un paese perdente sul fronte del-
la cultura è un paese perdente anche sul fronte economi-
co e sociale; ma soprattutto noi dobbiamo iniziare a dare
più importanza alla nostra cultura perché, come ha detto
lo scrittore Roberto Saviano,” Una società che non
comprende ciò che legge è una società schiava di chi
la Governa”!
Francesca Dabbà 4BGT
Imparare per essere liberi L’importanza decisiva della cultura
Gallium verum L. famiglia: Rubiacee STORIA E LEGGENDA :Il nome Gallium deriva dalla deno-
minazione data da Dioscoride ad una pianta, galion, usata dai
pastori greci per coagulare il latte. La leggenda vuole che Gesù
fosse adagiato, nella grotta di Betlemme, su un
giaciglio fatto con questa pianta.
DESCRIZIONE: pianta erbacea perenne, gla-
bra o pubescente. Il caule può essere sdraiato,
ascendente o eretto, raggiunge un’altezza da 20
a 50 cm, ed è un po’ ingrossato ai nodi. Le
foglie, sono lunghe da 1 a 3 cm, sono disposte
in verticilli da 8-12, lineari, rigide, lucenti
spesso ruvide sulla pagina superiore. I fiori,
intensamente gialli, sono raccolti in pannoc-
chia terminale più o meno allungata, densa e
molto ramosa, hanno calice piccolissimo, corolla divisa in
quattro lobi oblunghi. Il frutto è formato da due acheni, ciascu-
no contenente un seme.
DOVE CRESCE: È comune nei pascoli, nei prati, nelle bru-
ghiere incolte, dal mare al piano montano in tutt’Italia penin-
sulare ed insulare. Fiorisce dalla primavera all’autunno.
PROPRIETA’: Depurativo renale ed epatico, antispasmodico,
galattogogo.
INDICAZIONI: Nelle oligurie; nell’epilessia ed isteria per le
sue proprietà antispasmodiche, non troppo
energiche; coadiuvante nell’allattamento.
MODO D’IMPIEGO:Uso interno. Infuso:
mettere un cucchiaio da dessert di fiori in 1
tazza di acqua bollente. Berne 3 tazze al
giorno, come antispasmodico nei disturbi
leggeri: emicranie, nervosismo, mal di sto-
maco.
CURIOSITA’: In Inghilterra lo si adopera
tradizionalmente per la produzione di for-
maggio Chester. Lasciando per un po’ di
tempo qualche pannocchia fiorita nel latte lo fa rapprendere
più o meno prontamente.
La radice tinge di rosso la lana; le sommità fiorite ; trattate con
allume, colorano di arancio.
Silvio Bortoluzzi 5OB
Le piante officinali CAGLIO O GALLIO ZOLFINO
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 7
GITA A DUBLINO 4BGT-5CB
Molti potranno pensare che i viaggi di istruzione debba-
no essere direttamente correlati alla tipologia di studi
intrapresi, per cui un viaggio a Dublino fatto da due
classi di una scuola tecnica a indirizzo agrario può esse-
re considerato fuori luogo. Dobbiamo smentire questa
“teoria” perché comunque la cultura è sempre cultura e
un viaggio di istruzione, qualsiasi sia la destinazione,
arricchisce il pro-
prio bagaglio perso-
nale di nuove cono-
scenze oltre, ovvia-
mente, a far diverti-
re!
Obiettivo della gita
era riportarsi sulle
tracce di James Joy-
ce e così ci siamo
fiondati in quella
Dublino vissuta
dall’illustre scritto-
re dell’Ulisse.
La prima destina-
zione era l’albergo,
che non era proprio
… , ma che ha con-
tribuito a rendere MOLTO animate le nostre notti: anche
volendo, dormire si rivelava un’impresa degna di Ulisse,
visto l’affollamento in zona di night club!! Abbiamo
cercato di ripercorrere la vita di Joyce, scovando tra le
vie i luoghi da lui frequentati e citati nel suo celebre ro-
manzo: la farmacia Sweny con il suo simpatico proprie-
tario, dove abbiamo messo alla prova il nostro inglese
leggendo un brano di “Dubliners”, il numero 7 di Eccles
Street dove dimorò Bloom, il New Ormond Hotel, senza
dimenticare tutte le altre attrattive che offre questa città:
St Patrick’s Cathedral, il Trinity College, la National
Library e, ultima ma non ultima, la Guinness Storehouse
dove chi era maggiorenne ha potuto assaggiare una pinta
della famosa birra, e gli altri? … l’altrettanto famosa
bevanda Coca Cola! Abbiamo anche scoperto la motiva-
zione delle porte delle abitazioni decorate con colori
diversi : sembra che la maggior parte delle mogli, stufe
che i mariti (complici i “fumi” della Guinness) conti-
nuassero a sbagliare
l’ingresso di casa,
abbia avuto questa
bella pensata (non si
sa però quanto fosse
efficace). Un capito-
lo a parte è dedicato
alla visita a Power-
scourt House e giar-
dini, che meritano
sicuramente la fama
di migliori giardini
d’Irlanda. Si tratta di
una vasta superficie
dove trovano posto
centinaia di specie
botaniche diverse,
provenienti da tutto
il mondo e dove, complice il clima favorevole, si può
toccare con mano la cura maniacale e la dedizione del
popolo anglosassone per il verde. Diciamo che questa
parte, a ben vedere, può essere considerata anche un’op-
portunità per conoscere una diversa realtà agronomica,
che rientra tra gli obiettivi del nostro corso di studi. Per
concludere, siamo tornati con un bagaglio arricchito di
esperienze e … anche di birra (sempre per chi poteva,
sigh)!
Marta Battistella 4BGT
Tra un passo di Joyce e una Guinness
Nel 1999 due giovani amici guineiani (Yaguine e Fodè) tenta-
rono di raggiungere la città di Bruxelles nascosti nel carrello
di un aereo. Obiettivo del loro ‘viaggio della speranza' (poi
concluso in tragedia), era quello di consegnare ai vari capi di
stato una lettera scritta da loro, che rappresentava una richie-
sta di sostegno per il loro Paese (l'Africa), un luogo in cui le
gravissime difficoltà economiche privano i più piccoli (ancor
più dei grandi) di una qualsiasi possibilità di sperare in un
futuro migliore.
Dieci anni dopo, il tragitto inverso (ovvero dall'Europa verso
l'Africa, verso un villaggio - quello di N'Dola - che non
è indicato neanche sulle carte nautiche) verrà compiuto ‘a
piedi' da altri due giovani amici (Thabo e Rocco, il primo afri-
cano e l'altro barese), vittime del ‘commercio' di bambini-
calciatori e fuggiti con le loro sole forze da un'Europa tutt'al-
tro che salvifica. Il loro lungo viaggio attraverso il deserto
sarà un viaggio simbolico compiuto nella solidarietà delle
razze (bianchi e neri uniti
nell'amicizia) e con la fidu-
cia nel cuore di andare
verso una terra accogliente
dalla quale forse è meglio
tornare, anziché fuggire. In
questo film si sono visti
aspetti negativi, come il
commercio minorile dei
bambini calciatori e la po-
vertà di alcuni paesi del
mondo (in questo caso
rappresentanti dall’ Afri-
ca), ed aspetti positivi, rappresentati dalla grande amicizia,
dalla forza di volontà dei quattro ragazzi e dall’unione che
uno sport può creare tra le persone. (P. C. 5OB)
IL SOLE DENTROIL SOLE DENTROIL SOLE DENTRO Un film emozionante sull’emigrazione
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L., scoperto a giocare a battaglia navale, si mangia le
prove dell'illecito, con generale sprezzo del pericolo.
L'alunno L. insieme all'alunno D. si presentano in clas-
se 45 minuti dopo l'inizio della lezione di Religione
affermando di dover salvare una razza di "scarafaggi"
in via d'estinzione. Chiedo seri provvedimenti al coor-
dinatore di classe e una stretta osservazione
da parte del psicologo della scuola.
La classe balla in assenza dell'insegnan-
te.
La classe durante l'ora di religione fa vola-
re aeroplanini di carta per la classe con
allegate numerose micette accese, e,
gettandosi sotto il banco, grida: "Ci
stanno attaccando!"
L'Alunno G. F. chiude il compagno di clas-
se C. R. nell'armadietto di classe, passan-
dogli dei soldi dalla fessura, lo incita a
cantare. Chiedo seri provvedimenti.
L'alunno C. molla puzze rumorose duran- te
la lezione. Richiedo provvedimenti e un aeratore in
classe.
L'alunno M. C. durante la verifica si organizza con le
ragazze per la serata.
Gli alunni B. e B. durante l'ora di italiano compiono
irrispettosi esperimenti di balistica usando proiettili di
carta e saliva (stoppini) contro il ritratto dell'Onorevole
Presidente della Repubblica Ciampi. Si giustificano
dicendo di necessitare un bersaglio.
La classe muggisce.
Facendo l'appello e notando l'assenza dell'alunno S., mi
viene detto dall'alunno C. di non preoccuparmi. Que-
st'ultimo estrae il portafoglio, lo apre, e simulando di
parlare ad una terza persona urla "Scott:
teletrasporto! " con fragorosi effetti sono-
ri fatti con la bocca. L'alunno S. esce
dall'armadio.
Dopo aver fatto scena muta durante l'in-
terrogazione di geografia astronomica V.
chiede di avvalersi dell'aiuto del pubblico.
Entrando nella classe 3ª D, dalla quale
proveniva un gran rumore, sorprendo gli
alunni e l'insegnante che urlano all'unisono
"bellaaaaa". Richiedo provvedimenti per entram-
bi.
L'alunna A. S. ha nascosto due fette di pro-
sciutto nel registro, ne ha buttate un po' in
classe e le ha nascoste altre nel giubbotto di
pelle nuovo della sua compagna V. T. Chiedo provvedi-
menti.
Gli alunni conducono un ostinato sciopero della parola,
rifiutandosi di rispondere a saluti, appello, interrogazio-
ni e domande di qualsiasi generi. Sono richiesti provve-
dimenti.
Rubrica a cura di Michele Olcese 4BGT
Posso avvalermi dell’aiuto del pubblico?
C’era una volta la Mafia al Sud
C’era una volta la mafia al sud. Come potremmo non conosce-
re i tanto nominati maxiprocesso, Strage di Capaci e molti altri
eventi che hanno segnato una traccia indelebile nella storia
dell’Italia? !La sua origine si può ricondurre al XIX sec.,
quando la nobiltà siciliana si trasferì nelle città lasciando la
possibilità ai locatari terrieri di occupare le
terre. Dal 1865 viene considerata organizza-
zione criminale. Da oltre un secolo e mezzo,
dunque, ogni persona in grado di possede-
re un’attività in proprio, viene oltraggiata
e derubata dei suoi guadagni ricevendo in
cambio la promessa di protezione. In real-
tà, tutto ciò che resta a queste povere perso-
ne, è solamente la miseria, che mescola il suo
sapore con quello dell’amarezza. Ciò che più mi
fa rabbrividire, però, non è tanto il lato econo-
mico, quanto la violenza adottata dagli “uomini
d’onore” per raggiungere i propri scopi; una forma di
violenza che si fa sentire tanto più spinta quanto più abbonda
l’ignoranza che non fa conoscere e distinguere ogni valore. Il
sangue sparso non si distingue. Uomini, donne e bambini ven-
gono uccisi senza pietà, perché quella morte non accetta inno-
cenza. Questo il ritratto di una realtà che per gli abitanti
del nord può sembrare appartenere ad un universo paral-
lelo; ma è arrivato anche per noi il tempo per il risveglio
da un sogno idilliaco di pace e serenità economica. Se ci
guardassimo intorno, ci accorgeremmo che tante potenze eco-
nomiche del nord Italia operano utilizzando il denaro in ma-
niera anomala, ci accorgeremmo che tra le nostre istituzioni
esistono regole non scritte secondo le
quali alcune persone risultano intoc-
cabili. Ci siamo mai chiesti perché la
nostra spazzatura potesse essere bru-
ciata nelle regioni del sud Italia?
Forse per un tornaconto economico?
Ovvio. E non era forse lo Stato a
conoscenza di questi fatti? Certo.
Allora dovremmo porci la prima e
forse unica grande domanda necessaria, ovvero: dove nasce la
Mafia di oggi? La Mafia nasce all’interno dello Stato il quale,
anziché garantire protezione ai suoi cittadini, si arrende spesso
o è costretto a scendere a compromesso. Non proprio il mi-
gliore dei mondi possibili. Per questo motivo, probabilmente,
noi giovani generazioni dovremmo alzare la voce e mostrare i
denti, perché altrimenti contribuiremo alla rovina del nostro
Paese.. Non possiamo accettarlo!
Ilaria Zambon 4BVE
La fantasia in classeLa fantasia in classeLa fantasia in classe
Ora fa affari soprattutto al nord
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L’ironia sferzante di Pif, ex Jena
“Ma la mafia può uccidere anche noi?” “Tranquillo…
ora siamo d' inverno. La mafia uccide solo d'estate!”
Il padre tranquillizza il figlio sull’attività mafiosa.
Ma il giovane palermitano Arturo e la mafia sono legati
fin dalla nascita, e l’intreccio che si crea con la vita dei
più piccoli lascia impietriti perfino i più grandi, ma non
tutti.
Pierfrancesco Diliberto, in
arte Pif, racconta il crescere e
l’amare nella Palermo della
mafia attraverso gli occhi di
un bambino, Arturo, che di-
venta grande in una città affa-
scinante e terribile, ma dove
c’è ancora spazio per la pas-
sione e il sorriso.
E’ difficile, oggi, dire cosa sia
realmente la mafia più di
quanto non lo fosse in passa-
to, quando ne sapevano così
poco che per definirla era forse sufficiente dire che era
un’organizzazione criminale siciliana il cui scopo fosse
quello di far quattrini attraverso il racket dalle estorsio-
ni, lo spaccio di droga, la prostituzione, gli appalti truc-
cati e altre vicende del genere. In realtà la storia della
mafia italiana non è altro che la storia della nostra
stessa società e molti di noi ancora non se ne interessa-
no. La verità è che davanti a questo tema noi ci sentiamo
piccoli piccoli, davanti a questo film ci ritroviamo col
sorriso, ma con la tristezza nel cuore, perché quello che
pensiamo sia così lontano da noi è già sotto i nostri pie-
di, ma noi non ce ne rendiamo conto, o almeno così vo-
gliamo credere.
E di fronte ad una pagina così importante della nostra
storia io comprendo di non conoscerne ancora i suoi
passi.
Le radici della criminalità
organizzata si piantano ed
espandono nel silenzio e nella
paura.
“Chi ha paura muore ogni
giorno, chi non ha paura muore
una volta sola. Parlate della
mafia. Parlatene alla radio, in
televisione, sui giornali. Però
parlatene.” diceva Paolo Bor-
sellino, magistrato italiano
vittima della mafia, e Pif non si
è tirato indietro.
Ci racconta con bravura e un po' di tenerezza la sua vita,
la sua città, il mondo in cui è cresciuto e diventato adul-
to. Il messaggio arriva chiaro e forte, attraverso parole
semplici e coincise. Ci racconta la mafia, soffocante
quanto il caldo di Palermo, quella che uccide d’estate,
quella che uccide in silenzio, ma la stessa che uccide
anche nel gelido inverno.
Jasmine D’Ambroso 4 APT
Il 22 febbraio 2014, dopo il giuramento dinanzi a Napoli-tano, Matteo Renzi è diventato il nuovo Presidente del Consiglio dei Ministri. La sua è una figura giovane (39 anni), frizzante e piena di idee. La squadra dei ministri (16 in tutto) è la più giovane mai avuta in Italia con una media di soli 48 anni, e con perfetta parità di genere (50% donne e 50% uomini). Gli obbiettivi del nuovo governo sono: diminuzione dei costi della politica con l'eliminazione delle auto blu, diminuzio-ne dello stipendio dei dirigenti pubblici, eliminazione del CNEL (Consiglio Na-zionale dell'Economia e del Lavoro), diminuzione delle tasse, tagli alla dife-sa, aiuti alle imprese, e molti altri prov-vedimenti. Secondo Renzi comunque: “La ricostruzione del paese deve ricominciare dalle scuole, dai nostri figli.” e per mettere in atto questo suo progetto vuole stanziare 10 miliardi di euro in 3 anni per l'edilizia scolastica. Insieme
alla scuola per il premier è fondamentale anche la sussi-stenza del terzo settore composto dal volontariato e dal-
le associazioni no profit, che ogni gior-no mandano avanti l'Italia. Renzi per-tanto incoraggia questo indispensabile settore a continuare ad erogare i suoi servizi utili a tutta la società. In un momento di così grave crisi economica abbiamo avuto governi impotenti che non hanno saputo fronteggiarla al meglio, forse nean-che questo nuovo governo ci riusci-rà, ma senz'altro in esso è riposta la speranza di moltissimi italiani. Po-trebbe essere una delle solite bufale all'italiana, un aver comprato la zap-pa solo per poi darsela sui piedi, però una volta tanto potremmo es-
sere fiduciosi. Stiamo a vedere.
(Olcese Michele e Daniele Vacilotto 4BGT)
RENZI, UNA SPERANZA PER GLI ITALIANI?
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Venduto come “risolutore per l’abbaio eccessivo del
cane”, il collare elettrico è uno strumento azionato da
un comando a distanza, che si basa sulla produzione
di scosse o impulsi elettrici che si trasmettono all’ani-
male. Naturalmente, addestratori ed educatori sono con-
trari a questo tipo di collare, ritenendo sbagliato cer-
care di insegnare qualcosa ad un cane provo-
candogli fastidio, dolore e paura. L’articolo 7
della Convenzione di Strasburgo è chiara.
“Nessun animale da compagnia deve es-
sere addestrato con metodi che possano
danneggiare la sua salute e il suo benes-
sere, in particolare costringendolo ad ol-
trepassare le sue capacità o forza naturale,
o utilizzando mezzi artificiali che causano
ferite o dolori, sofferenze ed angosce inuti-
li”. Su questo articolo, reso esecutivo con
la legge 201/2010, prende spunto la Cassa-
zione Italiana: dalla sentenza 38034 della
Terza Sezione Penale della Cassazione del
2013, emerge che” l’utilizzo del collare
anti-abbaio costituisce la condizione di
detenzione di animali in condizioni incompatibili con la
loro natura, nonché di maltrattamento di animali”. In-
somma, un addestramento basato solamente sul dolore
(lieve o forte, a scelta del padrone-aguzzino), e che inci-
de sulle caratteristiche psicofisiche del cane, perché la
somministrazione di scariche elettriche per condizionar-
ne i riflessi e indurlo tramite stimoli dolorosi ai compor-
tamenti desiderati produce effetti collaterali quali paura,
ansia, depressione e anche aggressività. Secondo la sen-
tenza 15061 del 2007, il collare anti-abbaio rientra nella
previsione del codice penale che vieta il maltrattamento
di animali. Numerosi comuni italiani, recentemente si
sono dotati di un regolamento di benessere degli
animali, che vieta la detenzione e l’uso di
collari che provochino scosse elettri-
che, di collari a punte interne e di
altri collari dolorosi e/o irritanti
verso l’animale stesso. Inoltre, è
vietato l’uso di collari a strangolo,
di museruole “stringi bocca”, a meno
che non abbiano speciali deroghe certi-
ficate dal medico veterinario o da un edu-
catore cinofilo iscritto all’Albo Nazionale
degli esperti . Insomma, sembra che si
stia cercando di “limitare i danni”,
vietando l’uso di queste vere e pro-
prie torture verso i cani, ma ciò no-
nostante ogni giorno si scoprono ca-
ni tenuti in condizioni a dir poco pie-
tose, a volte senza cibo o acqua, senza contare i nu-
merosi trovatelli che vivono in canile. E’ palese che
con la violenza si possa ottenere l’ubbidienza, ma non
l’amicizia, l’affetto e la fedeltà che un cane può dare
gratuitamente. Quindi perché scegliere di vivere con
un cane se bisogna trattarlo così?
Chiara Da Ros 5CB
CCCOLLARIOLLARIOLLARI ANTIABBAIOANTIABBAIOANTIABBAIO
Chi non si è mai trovato per le mani almeno una volta una
penna a inchiostro simpatico? Bene, la stessa idea oggi è di-
ventata tecnologia ecologica. Una stampante che, oltre a stam-
pare, sbianca completamente gli stessi fogli sui quali era stato
impresso l’inchiostro. Una “piccola” rivoluzione per il mondo
della stampa, che potrebbe dire presto addio alle cartucce d'in-
chiostro e agli sprechi di carta, grazie ad uno speciale materia-
le plastico e ad un processo di sublimazione termica che estrae
l'inchiostro e lo ricicla. A metterla a punto son stati due ricer-
catori del Low Carbon Materials Processing group: Julian M.
Allwood e David Leal-Ayala. Ma come funziona? Brevissi-
me pulsazioni laser dell'ordine dei picosecondi (un millesi-
mo di secondo è composto da un miliardo di picosecondi)
sono usate per vaporizzare il toner, composto principal-
mente da carbonio e un polimero plastico, presente sul
foglio senza danneggiare la carta in quanto il particolare
tipo di luce viene assorbito dal toner ma passa attraverso
le fibre di cellulosa di cui è composta la carta, vaporizzan-
do il polimero. L’ unico handicap, al momento, è il parzia-
le ingiallimento della carta. Questa procedura permette la
riduzione della CO2 che si produce sia per realizzare la carta
che per riciclarla. Con questa nuova stampante si può arrivare
a riscrivere ben 15 volte lo stesso foglio, sebbene la stessa
Toshiba consigli di non superare le 4 volte a causa dell’ingial-
limento! Il nome della stampante è E-Studio 306LP + RD30.
Il costo della multifunzione è in linea con quello delle nor-
mali stampanti della stessa categoria. Ad aumentare i costi
di gestione sono l’unità di cancellazione e il blue toner,
decisamente più costoso del toner normale. La stampa del-
la E-Studio è mo-
nocromatica e il
colore blu di testi e
illustrazioni identi-
fica all’istante i
fogli riciclati e rici-
clabili. Comunque
prosegua, l’inven-
zione apre la porta a
una vera e propria
svolta in chiave eco-
logica nell’economia
quotidiana e oltre a far risparmiare i soldi alle aziende nel rici-
claggio della carta comporta una diminuzione dell’uso di in-
chiostro, energia elettrica,CO2 e per disfarsi dei vecchi docu-
menti e ottenere carta pulita extra che non abbiamo comprato
con i nostri soldi!
Daniele Vacillotto 4BGT
La stampante che riscrive PAGINE ‘RIPULITE’ E ECO-FRIENDLY
Sono o no strumenti di tortura?
COME ERAVAMO...
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Il settore agroalimentare sbarca all’EXPO di Milano 2015
Se vi capiterà di trovarvi all’Expo 2015 che si terrà a Mi-
lano fate un salto al padiglione Itala, dove sarà presente
un intero spazio dedicato al settore agroalimentare. Già,
proprio così. Il motivo per cui questo settore sarà presente è
quello della valorizzazione delle filiere economico-produttive
del settore agroalimentare in primis, oltre che delle eccellenze
scientifiche, culturali, artistiche, architettoniche e paesaggisti-
che nazionali. Questa iniziativa
è frutto del protocollo d’intesa
“Per la partecipazione dell’a-
groalimentare italiano all’Ex-
po 2015 di Milano” siglato a
Roma dal ministro dell’agri-
coltura, Maurizio Martina,
dal commissario unico del
governo per Expo 2015, Giu-
seppe Sala e dal commissario
generale del padiglione Italia,
Diana Bracco. L’accordo prevede la realizzazione di progetti
con finalità educative e di intrattenimento in grado di coinvol-
gere il più ampio numero di strutture associative agricole,
industriali e cooperativistiche. Queste riunite assieme avranno
l’obbiettivo di favorire la presentazione delle filiere agroali-
mentari e di garantire al visitatore un’esperienza integrata
dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiano. Il protocollo
prevede alcuni punti focali quali: -due spazi dedicati: uno
all’esperienza vitivinicola italiana e l’altro alle filiere
agroalimentari (in cui verrà favorita la rappresentazione
di tali filiere); -progetto start-up: per la promozione e la
valorizzazione delle start-up nel settore agricolo e agroali-
mentare; -progetto “formazione”: per cui sarà realizzato,
con il supporto dell’ISMEA e del CRA, un Master in cam-
po agroalimentare per 100 giovani neolaureati in discipli-
ne riferibili al settore agricolo e agroalimentare; -progetto
“Le eccellenze italiane”: il Mipaaf attiverà uno specifico
bando di gara per la selezione di nuovi progetti innovativi
nelle filiere agricole e agroalimentari, che saranno presen-
tati durante l’esposizione; -progetto “Promozione del Ma-
de in Italy”: ovvero la presentazione di eventi dedicati alla
promozione di produzioni nazionali di qualità (DOP), del
settore del biologico e di un marchio identificativo della
produzione nazionale.
È importante infatti valorizza-
re il settore agroalimentare e
sensibilizzare i consumatori -
soprattutto stranieri- a ricono-
scere i prodotti di qualità ita-
liani, da quelli contraffatti .
Inoltre verrà promosso un
progetto sperimentale per il
prossimo anno scolastico
che prevede un programma
di educazione alimentare nelle scuole in accordo con il
ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca,
Stefania Giannini che intende anche estendere tale inizia-
tiva a livello europeo. Tutte queste iniziative proposte
nell’ambito dell’Expo 2015 sono molto positive soprattutto
per la promozione del nostro paese, l’obbiettivo è di sicuro
quello di invogliare gli altri stati a investire nell’Italia e nelle
sue molteplici risorse che purtroppo vengono sempre più tra-
scurate, quindi prima di tutto dovremmo investire noi stessi
nel nostro Paese e nei settori più importanti che riguardano il
nostro patrimonio agricolo e agroalimentare, culturale, artisti-
co e paesaggistico per essere e dimostrarci anche interessati
alle sorti dell’Italia e dei nostri prodotti.
Gaia Spinato 4AVE
Un’occasione per rilanciare il Paese E’ IN ARRIVO L’ EXPO 2015E’ IN ARRIVO L’ EXPO 2015E’ IN ARRIVO L’ EXPO 2015
L’estate è alle porte. E’ ora di partire. Ultimo controllo veloce
della valigia: maglietta preferita con stampa “ Poor Grames ”,
cambi vari, beauty-case, occhiali da sole, macchina fotografica
( immancabile! ) , cuore libero. Sì, cuore
libero, perché quando si parte per un’av-
ventura si deve avere la possibilità di vi-
vere e raccogliere quante più emozioni
possibili. Un po’ come la memoria della
mia Nikon: deve essere sempre pronta a
cogliere infinite bellezze, non ci si può
trovare sul punto di scattare una fotogra-
fia meravigliosa e perdere il momento
perché la memoria è esaurita. La nostra
meta ora ci sta aspettando, o almeno
così mi piace credere. E’ tempo di met-
tersi in discussione, di provare nuove sensazioni, respirare
una nuova aria, osservare volti differenti, percorrere stra-
de mai viste. Ogni terra ha qualcosa da offrirci e noi dob-
biamo essere pronti ad arricchirci in ogni momento. “ Il
vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre,
ma nell’avere nuovi occhi. ” scrive Marcel Proust.
E la meta di questo viaggio che dura una vita è proprio vedere
il mondo attraverso nuovi orizzonti. Per me viaggiare signifi-
ca rispettare. Il segreto sta nell’ammettere che ogni perso-
na che incontriamo nel nostro percorso
ha qualcosa da donarci, sta a noi farne
tesoro. Partite in compagnia, perchè
quando si condivide un viaggio lo si
gusta due volte. Ma la più profonda es-
senza del viaggio la si più assaporare fino
in fondo solo al ritorno, sapendo che
qualcuno sarà lì, pronto ad ascoltarci ed a
riviverlo con noi. Ogni viaggio è reso più
bello dalla conoscenza che si ritornerà,
ma nulla sarà più allo stesso punto di
quando l’avevamo lasciato, nemmeno noi
saremo più gli stessi. E se è vero che c’è un tempo per parti-
re e un tempo per tornare, allora questo è il momento di
viaggiare. Scegliete destinazioni mai viste, amici di una
vita, legami di sangue o volti mai visti…partite ragazzi, ma
partite a cuore libero.
Jasmine D’Ambroso 4 APT
Viagg io a cuore l ibero Pronti per il prossimo viaggio?
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 12
Sono passati ormai cinque anni, da quando nell'autun-
no del 2008 l'allora primo ministro islandese Geir
Haarde annunciò ai cittadini dell'isola di una concreta possibilità di bancarotta. Negli anni precedenti, Glithnir,
Kaupthing e Landsbanki, i tre più grandi istituti di credito
del paese, si erano espansi in manie-
ra aggressiva; quando i correntisti
dopo il fallimento della banca d'af-
fari americana Lehman Brothers si
precipitarono a ritirare i loro contan-
ti, il trio si ritrovò a secco di liquidi-
tà. Il governo promulgò leggi d'e-
mergenza, molti islandesi persero
tutti i risparmi e la disoccupazione
quadruplicò, l'inflazione raggiunse il
17%. Da allora però l'isola si è
rialzata ed ha cominciato a recu-
perare: nel 2013 il PIL è cresciuto
per il terzo anno di fila e la disoc-
cupazione da 9,2 è scesa sotto il 6%, il bilancio dello
stato è quasi in pareggio e, il paese esporta più beni e
servizi di quelli che importa. Dal Vecchio continente
qualcuno si domanda se la ricetta che ha risollevato l'isola
del nord possa funzionare anche in realtà più grandi. Per
quanto riguarda l'economia l'Islanda ha deciso di non
salvare le banche con i soldi pubblici, e comunque, an-
che se avessero voluto farlo, non avrebbero potuto i debiti
ammontavano a dieci volte il prodotto nazionale lordo. La
ripresa è stata ulteriormente facilitata dalla svalutazione
della moneta, ciò ha rimesso in piedi l'industria della pesca,
colonna portante dell'economia islandese. Anche l'industria
dell'alluminio come la sopraccitata industria del pesce pos-
sono esportare prodotti con prezzi più bassi. L'Islanda ha
però la fortuna di potersi autofornire di energia tramite le
risorse del proprio territorio (energia geotermica e idroelet-
trica). Il calo dei prezzi ha provocato un vero e proprio
boom del turismo, sono stati atti-
rati moltissimi amanti della natu-
ra. Al contempo i soldi degli
istituti di credito non sono usciti
dal territorio dell'isola e così come
per le banche, gli investitori islan-
desi possono investire solo su
imprese nazionali, ciò ha incenti-
vato la nascita di nuove piccole
aziende. Dal punto di vista psi-
cologico il popolo islandese ha
reagito davvero bene alla crisi,
anche se molti avevano perso il
lavoro e i risparmi di una vita
non si sono scoraggiati. Ed anche se alcuni sono ancora
sommersi dai debiti, la maggioranza ha deciso di rein-
ventarsi, la crisi, è stata vista come una possibilità di creare una nuova Islanda. Infatti con il benessere il pote-
re di innovazione era al minimo, d'altronde che senso in-
ventare qualcosa di nuovo se puoi permettertelo? Per di più
le menti più brillanti dell'isola si concentravano negli uffici
delle banche, oggi invece, queste si sbizzarriscono in sva-
riati settori: dalla tecnologia e la produzioni di software
alla gestione di locali e pub alla ripresa di tradizioni e
dell'artigianato o a creare moda.
Jonathan Zalamena 5VB
L’Islanda, dopo la crisiL’Islanda, dopo la crisiL’Islanda, dopo la crisi
In questi anni di profonda crisi economica si sta aprendo un divario sempre piu ampio tra i ricchi e i poveri. Mi spie-go meglio: i ricchi stanno diventando sempre piu ricchi, e i poveri sempre piu poveri. Questo feno-meno e definito diseguaglianza econo-mica. Le cause di questa vera e propria piaga della societa moderna sono mol-te: la progressiva finanziarizzazione delle nostre societa a scapito dell’eco-nomia reale, i divari nell’informatizza-zione e nella crescita tecnologia, la tas-sazione e il mercato del lavoro. Si sti-ma che in Italia, tra il 2005 e il 2013 il numero dei poveri è raddoppiato. Il 15,8% delle persone vive in con-dizioni di povertà relativa e l’8% in condizioni di povertà assoluta. Tra il 2007 e il 2011 l’indice che misura la diseguaglianza è cresciuto di 1 punto. In Italia si è visto che questo divario è aumentato mag-giormente al sud e nelle aree meno industrializzate ma con una forte presenza di servizi informatici e computer. Molti, imputano la maggior parte della colpa di
questo fenomeno alla globalizzazione, che ha portato mag-giori introiti nelle casse di poche multinazionali, e una for-te riduzione dei posti di lavoro per la popolazione.
E’ un problema piuttosto complesso, che non ha una facile risoluzione, soprattutto se lo Stato non appoggia le famiglie che cercano di superare questa crisi e si trovano dalla parte dei tanti con poco. Un esperto come Marco Pedroni, presidente di Coop Italia propone al governo di puntare su cooperative come Coop appunto per rilanciare il paese, in modo da aiuta-re i consumatori liberalizzando set-tori in cui attualmente si paga molto cara la merce (farmaci, energia, ser-vizi finanziari) e un cambiamento dei sistemi promozionali, oggi una
giungla sempre più confusa, puntando piuttosto sulla trasparenza e sui prezzi bassi stabili.
Giulia Botteon 5VA
LA DISUGUAGLIANZA Tra il 2005 e il 2013 i poveri in Italia sono raddoppiati
L’ISOLA SI RIALZA (FORSE) PIU' FORTE
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 13
Cari ragazzi,
ormai siamo giunti al termine di quest’anno scolastico.
Un anno che per noi Rappresentanti d’Istituto è stato bello
anche se impegnativo. Molte sono state le difficoltà ri-
scontrate che però sono state superate. Sembrava ieri il
giorno in cui siamo stati eletti, invece è già passato un in-
tero anno scolastico. Ci ha fatto molto piacere potervi rap-
presentare e poter assecondare entro il possibile le vostre
idee. Durante tutto l’anno scola-
stico è stato esposto il bilancio
della cassa studenti che non era
mai stato visibile in albo agli
studenti. Riguardo alle feste, pur-
troppo quella di carnevale non
siamo riusciti a farla a causa del
mal tempo anche se però frittelle
e crostoli sono arrivati a tutti. Il
28 e il 29 marzo c’è stata l’auto-
gestione. I risultati secondo noi
sono stati positivi. Il primo gior-
no, cioè quello al cinema, è stato
bellissimo con la visione dei film
“Il Sole dentro” e “La Mafia uc-
cide solo d’estate”. Le assenze non sono state moltissime,
anche se purtroppo sempre troppe. La cosa bella di quel
giorno è stato il dibattito, tenuto da voi ragazzi e non dai
docenti a differenza degli anni scorsi, rispettando a pieno il
valore dell’autonomia culturale. Un complimento partico-
lare va alle classi prime e seconde che hanno avuto uno
spirito di partecipazione davvero notevole, riuscendo a
sottolineare tutti gli aspetti del film che solo con un’attenta
visione possono uscire. Stessa considerazione purtroppo
non si può dire del secondo giorno. Sebbene il tema della
giornata fosse stato scelto da voi durante l’assemblea d’i-
stituto, le assenze sono state molte. Purtroppo come è stato
già detto molte volte il problema delle assenze è una cosa
negativa, che non fa onore agli studenti sotto questo punto
di vista. Molto probabilmente per ovviare a ciò l’autoge-
stione non verrà più fatta. Durante la giornata è stata fatta
un’assemblea d’istituto con tutti gli studenti e non solo con
i rappresentanti di classe. Questa iniziativa non era mai
stata fatta prima, per questo a noi c’è sembrata una bella
cosa per far si che i ragazzi potessero esprimere considera-
zioni e problematiche tutti
insieme. Sempre quel gior-
no è stato trattato il tema
riguardante le problemati-
che derivanti dall’uso di
droghe, tenuto dal prof.
Prudentino Angelo che ha
esposto il tema in maniera
impeccabile. Lo ringrazia-
mo enormemente!!! Ora
manca la festa di fine An-
no! Mi raccomando ragaz-
zi non mancate!!! Ed ora
eccoci qui, a scrivere l’ul-
timo articolo de “La Canti-
na”, a trascorrere gli ultimi giorni insieme a voi. Non di-
menticheremo mai questo anno passato assieme e se tor-
nassimo indietro lo rifaremmo senza nessun ripensamento.
Volevamo ringraziare la preside ed il vicepreside per la
pazienza e disponibilità accordataci, la prof. Pasquale An-
tonella e prof. Galiazzo Giuseppe per averci seguito ed
aiutato nelle varie attività, le collaboratrici scolastiche
sign. Michela e sign. Palma per le numerose telefonate e
accompagnamenti verso la sede! (Quanta pazienza!!! J )
Ed infine, ma non meno importanti, ringraziamo tutti voi
ragazzi per la fiducia accordataci e per la vostra simpatia !
I rappresentanti di Istituto
Autonomia culturale E’ riuscita ma restano alcuni dubbi
Il gioco è semplice: un’arena, 24 partecipanti, un solo vincito-
re. Gli Hunger games sono un reality show, un concentrato di
pura violenza, morte e disperazione che fa divertire gli eccen-
trici abitanti di Capitol City e mantiene il potere ordinatamen-
te racchiuso nelle mani del presidente Snow. Il regno di Pa-
nem è composto da 12 distretti. Ogni anno, nel giorno della
“mietitura”, ciascun distretto deve offrire come tributo una
giovane donna ed un giovane uomo. I due fortunati partecipe-
ranno agli Hunger games, riceveranno onore e rispetto dagli
abitanti di Capitol City, ma in realtà stanno firmando la pro-
pria condanna a morte, perché per uscire vivo dall’arena devi
uccidere, altrimenti vieni ucciso. Katniss Everdeen è il tributo
femmina del distretto 12. E’ stata sorteggiata con Peeta Mel-
lark, il generoso ragazzo del pane, ma non è il momento di
essere riconoscenti perché permettersi una minima distrazione
significa avere immediatamente una lama puntata alla gola.
Tuttavia, qualcosa sta per cambiare. “La ragazza di fuoco” è
pronta e si cominciano e sentire le “ghiandaie imitatrici” into-
nare “il canto ella rivolta”. Che i settantaquattresimi Hunger
games abbiano inizio. Legge-
rete questa trilogia di Suzan-
ne Collins in tempi record,
ansimando e con il cuore
palpitante. La scrittrice ame-
ricana ha fatto di Katniss
Everdeen una delle eroine più
famose della letteratura mon-
diale. Questa trilogia parla di
ingiustizia e di sofferenza: dà
una definizione concreta di
dispotismo, di manipolazione
dell’informazione, di dittatu-
ra, di distorsione della realtà.
Con più di 60 milioni di copie vendute in tutto il mondo, Hun-
ger Games è il fenomeno fantascientifico editoriale del mo-
mento.
Filippo Gobbi 5CB
Hunger games La trilogia di Suzanne Collins
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 14
ARGENTA CONQUISTA LA METRO DI TORINO Lo Sponsor
Recens ione: i l f i lm
Urlo (Howl) è un film del 2010 scritto e diretto da Rob Epstein
e Jeffrey Friedman, che racconta la vita del celebre poeta beat
Allen Ginsberg, interpretato da James Franco.
Oltre alla vita di Ginsberg, il lungometraggio è strutturato at-
torno al processo per oscenità del 1957, aperto dopo la pubbli-
cazione di Urlo.
La pellicola è caratterizzata da un taglio sperimentale ed utilizza la
tecnica del bianco e nero, del colore e dell'animazione per affronta-
re i tre diversi temi proposti: la vita di
Allen Ginsberg e la sua evoluzione co-
me scrittore e poeta, quando, nel 1955,
lesse per la prima di fronte al pubblico
del Six Gallery di San Francisco il suo
poema Urlo (Howl), che divenne un
manifesto per l'intera cultura beat,
raccontata in prima persona; il pro-
cesso per oscenità aperto contro Gin-
sberg dopo la pubblicazione di Howl,
nel 1957, a causa dei riferimenti all'u-
so di droghe e all'omosessualità,
(quest'ultima ancora un tabù negli
anni cinquanta del XX secolo) e l'in-
terpretazione animata dell'opera let-
teraria. Questa tripletta, a mio parere innovativa, riesce a catturare
il pubblico in una spirale di riflessioni e immaginazione: trasporta
lo spettatore all’interno del racconto, che nel film viene letto dall’
attore James Franco, spiegando l’opera stessa attraverso interessan-
ti e sconvolgenti animazioni che aiutano a fissare i difficili concetti
proposti da Urlo. Il passato (presentato in bianco e nero e con-
centrato sull’autore che legge Urlo al pubblico) s’ intreccia nel
film con il presente, cioè con la storia del processo che vede al
banco degli imputati la casa editrice che pubblicò il libro per-
ché accusato di oscenità.
Consiglio questo film a coloro cui piacciano film non convenziona-
li, non adrenalinici e senza scontate scene di improbabili sparatorie.
Manuel Dal Bianco 5VB
Da oggi l’attesa della metropolitana è più divertente con le
aree break Argenta
I 150 mila passeggeri trasportati quotidianamente (circa 39
milioni l’anno) dalla linea 1 della Metropolitana di Torino
potranno usufruire in tutte le stazioni di Aree break di Argen-
ta, organizzate con 60 distributori automati-
ci di ultima generazione che offriranno be-
vande fredde e calde, snack dolci e salati e
alimenti freschi. L’iniziativa di Argenta,
che comprende l’installazione di 116 distri-
butori automatici presso gli uffici, i depositi
e le officine per la manutenzione di GTT, è
conseguente ad un accordo siglato a conclu-
sione di una gara indetta dal Gruppo Torinese Trasporti
(GTT). Tutti i distributori posizionati sia nelle fermate della
metropolitana che negli uffici della GTT avranno una classe
energetica A+ e A++ in linea con l’anima green delle due so-
cietà. “Questo importante progetto rappresenta per noi un ulte-
riore passo nella strategia di sviluppo del vending outdoor;
ambito nel quale abbiamo un lun-
ga e consolidata esperienza grazie
all’apertura di oltre 400 eni shop
24 o alla collaborazione con il
Comune di Venezia per l’installa-
zione di 21 aree break nei punti
nevralgici della città.” ha detto
Stefano Fanti, Direttore Generale
del Gruppo Argenta. “Argenta è
costantemente impegnata non solo
a cogliere le potenzialità all’inter-
no del settore con approcci inno-
vativi, ma soprattutto a sviluppare
nuove partnership per mettere a
disposizione della clientela una
gamma di prodotti alimentari e per
la cura della persona sempre più
ampia”, conclude Fanti.
Recens ione: i l d isco
The Zen Circus-Canzoni contro la natura
Un disco con tante storie da raccontare, e non farcito di
luoghi comuni o facili slogan. Parte centrale del disco sia
come scaletta ma anche come intensità è la canzone
"Albero di tiglio" che ipotizza un dio sotto forma di albero
che rimprovera l'uomo delle troppe autoconcessioni che si
è fatto. E sottolinea l'importanza del mondo vegetale per
ogni ecosistema. All'interno di una traccia è inserito pure
l'intervento dell'indimenticato poeta Giuseppe Ungaretti
che afferma come l'uomo stesso sia anormale, in un pe-
renne contrasto con la natura.
Tutto l'album può essere
considerato una sorta di
analisi dettagliata della
natura umana: madre na-
tura è soltanto un pretesto
fatalista per meglio svisce-
rare il complesso animo
dell’uomo. Analisi che parte
fin dalla prima traccia
"Viva", una ballata folk-rock
sul deterioramento interiore ed esteriore delle persone
comuni nei difficili tempi che stiamo vivendo. E prosegue
con la successiva “Postumia”, inno sulla confusione inter-
generazionale e sull’incomunicabilità: scendiamo tutti in
piazza vestiti a puntino ma “ci guardiamo in faccia
sempre raramente/ perché il risultato spesso è delu-
dente”. La band sembra voler continuare il matrimonio
tra le sonorità rock e il cantautorato figlio di Fabrizio de
Andrè, quest'ultimo richiamato in "L'anarchico e il gene-
rale" volutamente simile a "Il pescatore", canzone del
cantautore genovese. L'album non si conclude con rispo-
ste ai problemi, gli Zen infatti non si proclamano porta-
bandiera generazionali, ma propongono canzoni che aiuti-
no ad affrontare questi tempi incerti o, che almeno rasse-
renino per quei 3-4 minuti di musica.
Jonathan Zalamena 5VB
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 15
Nei giorni 9-12 aprile 2014 la nostra scuola ha ospitato le
Gare Nazionali degli Istituti Agrari, dove si è raccolta l’eccel-
lenza dell’istruzione del settore agricolo, proveniente da ben
50 scuole sparse su tutto il territorio italia-
no. Io e altri tre alunni siamo stati selezio-
nati per rappresentare la Scuola Enologica
G.B. Cerletti a questa manifestazione. Ho
incontrato i diversi studenti partecipanti
nell’aula magna della scuola dove, dopo il
saluto di benvenuto, sono state consegnate
alcune borse di studio in memoria di due
ex professori del nostro istituto. Tutti
sembravano molto concentrati e anche un
po’ agitati in previsione delle prove che
avremo dovuto affrontare. Durante la mat-
tinata del 10 e 11 aprile abbiamo svolto i
diversi test, sia scritti che pratici, relativi
alle diverse materie d’indirizzo. Ma è stato durante i pranzi,
le cene e le visite guidate sulla strada del Prosecco e del Ra-
boso e lungo il percorso della Grande Guerra che abbiamo
trascorso i momenti più belli. In queste occasioni ho avuto
modo di conoscere diversi ragazzi e, tra una chiacchera e una
risata, di confrontarmi con loro circa le diverse realtà in cui
viviamo e i vari interessi che ci accomunavano nel campo
dell’agricoltura. È stata un esperienza
davvero indimenticabile oltre che
utile e costruttiva. Voglio inoltre
ricordare una frase di un ragazzo
sardo la sera prima di partire, che mi
ha reso fiero del luogo in cui vivo e
della scuola che ho scelto di frequen-
tare, “è la prima volta che esco dalla
Sardegna, ma l’ospitalità e la bellezza
dei paesaggi che ho potuto vedere mi
hanno incantato. Se un giorno ne avrò
la possibilità di sicuro ci ritornerò!”.
Nicola Geronazzo 4AVE
NB. I nostri alunni (fuori concorso) sono arrivati: Gero-
nazzo 4AVE (3°), Vanzella 4AGT (9°), Zanchetta 4APT
(17°); Piccin 4B IPA Conegliano (3°) e Zamuner 4 IPA
Piavon (3°)
Hanno vinto D. Castoldi (Cremona) e N. Beltrame (Castelfranco TV)
Nel mese di marzo gli alunni meritevoli delle classi quinte
dell’istituto G.B. Cerletti e dell’I.P.A.A Corazzin quali: Del
Puppo Simone e Grossi Melita, Gobbi Filippo, Montesel Mau-
ro e Nardotto Alessandro, Milani Federico, Zamai Matteo,
Breda Jonathan, Simonaggio Elia, Pol Nicola e Rubin Andrea,
De Stefani Gianluca e Tamara Moretto, Borga Antonio e Perin
Angelo, hanno avuto il privilegio di recarsi in visita al Parla-
mento Europeo di Bruxelles. Il soggiorno si è protratto per tre
giorni, dal 16 al 19 marzo
2014. Appena arrivati ci sia-
mo tuffati nella visita della
città di Bruxelles, in partico-
lare il suo centro storico mol-
to suggestivo e pieno di cul-
tura con i suoi simboli più
caratteristici come la via dei
Principi e il Manneken Pis, le
cioccolaterie e le birrerie. Il
secondo giorno ci siamo reca-
ti alla Commissione Agricol-
tura dell’Unione Europea,
dove abbiamo avuto il piace-
re di avere un colloquio con
alcuni delegati Italiani ineren-
te alle nuove norme in agricoltura ed enologia inserite
nell’OCM Vino; essa riguardava le norme che regolano la
produzione, le DOP e le IGP, l’etichettatura, la riforma adotta-
ta per assicurare l’equilibrio tra domanda e offerta, l’elimina-
zione dell’intervento pubblico per le misure di mercato discor-
sive quali la distillazione, l’aumento della competitività dei
vini dell’Unione nel mercato globale. Nel pomeriggio final-
mente arrivati in Parlamento, siamo stati accolti dal Dottor
Davide Pedroni, assistente dell’onorevole Giancarlo Scottà,
con il quale abbiamo pranzato e visitato il Parlamento. Poi
abbiamo avuto l’onore di avere un incontro con l’onorevole, il
quale ha risposto alle nostre domande riguardanti la nuova
PAC nella sala riunioni italiana. Infine dopo aver appreso gra-
zie ad un funzionario il funzionamento e i fini del Parlamento
Europeo abbiamo assistito in prima persona ad una riunione
della Commissione Agricoltura sul tema “L’etichettatura dei
prodotti delle isole”. Il terzo giorno, con grande piacere della
professoressa R. Musu-
meci, ci siamo fermati a
guardare l’Atomium,
struttura che rappresenta
una molecola di cristallo
di ferro ingrandita di
162miliardi di volte, per
proseguire poi verso Bru-
ges, bellissima città patri-
monio dell’UNESCO,
dove abbiamo avuto l’op-
portunità di vedere la
“Madonna col bambino”
di Michelangelo e visitato
il centro storico. Così
senza neanche accorgerci
è arrivato il momento di ripartire per tornare a casa, anche se
diciamoci la verità: altri due giorni di soggiorno li avremmo
fatti tutti!!
Vogliamo ringraziare le professoresse: M.R. Fidilio, R. Musu-
meci, P. Paolin e C. Talamini (senza la quale, tradurre e visita-
re le città sarebbe stato impossibile) e in particolare l’onorevo-
le Giancarlo Scottà per aver permesso a noi di fare questa
bellissima ed irripetibile esperienza.
I partecipanti
VISITA A BRUXELLES
GARA NAZIONALE
Presso il Parlamento Europeo
Vendesi virus ciaspolificato con sporangi per assenza settimanale
Vendesi abbracci da orsetto rotolone (per info rivolgersi a Daniele Vacillotto)
Vendesi corso per scivolare alle feste
Cercasi volontari per selfie di istituto
Cercasi bandiera del Bezout
Cercasi bastone di corniolo regolamentato dal Ministero per picchiare gli studenti
Cercasi rimedio per l’incontinenza emotiva
Cercasi formula della fotosintesi operata dalle Cavallette
nel corso dell’autogestione. I film visti e le
conferenze proposte hanno suscitato un
dibattito costruttivo su tematiche come la
mafia o la droga o l’ambiente, ma rimane
anche da considerare in negativo le molte
assenze durante i giorni dell’autonomia
culturale. Ha ancora senso, vien da chie-
dersi, organizzare questa esperienza forma-
tiva quando molti studenti non mostrano di
crederci? Eppure dovrebbe essere un’op-
portunità significativa da valorizzare e non
un appuntamento da avvertire come un
peso peggio che due giorni di scuola o co-
me un approfondimento inutile e noioso. I
più grandi, intendo gli studenti più anziani,
diano l’esempio buono e l’autogestione,
che quest’anno aveva un programma inten-
so e interessante, riuscirà sempre meglio.
Oppure chi di dovere la casserà di brutto.
A buon intenditor. Buone vacanze e buona
estate.
In alto i calici e salute a tutti!
civilmente parlando, all’età della barbarie
medievale quando a prevalere era la legge
del più forte. Un uomo che alza le mani
non può voler bene, è solo un idiota.
Sforziamoci tutti di combatterla e sradi-
carla dalle nostre vite questa idiozia. E
uno dei passaggi obbligati per crescere e
imparare ad essere liberi, responsabili e
consapevoli è di istruirsi. O meglio, uscire
a gambe levate dall’ignoranza che ci cir-
conda , almeno stando alle statistiche che
ci vengono fornite. Il 70% degli italiani
fatica a comprendere un testo di media
complessità e quasi la metà di questi pre-
senta gravi lacune di base. Più del 18%
degli studenti abbandona precocemente gli
studi. Il nostro governo deve capire alla
svelta che un paese perdente sul fronte
della cultura è un paese perdente anche sul
fronte economico e sociale con tutte le
conseguenze (vedi sopra) che ne derivano.
In questo ultimo numero abbiamo voluto
dare spazio inoltre alle tematiche emerse
continua dalla prima
LA CANTINA Anno 12, Numero 36, Maggio 2014 Pagina 16
VENDOVENDOVENDO ––– COMPROCOMPROCOMPRO (tra il serio e il faceto) (tra il serio e il faceto) (tra il serio e il faceto)
Direttore resp.
Prof. Dino Benacchio
In redazione:
Studenti: C. Da Ros, F. Gobbi, J.
Zalamena, M. Montesel, G. Botteon,
L. Marsura, F. Dabbà, M. Battistel-
la, S. Bortoluzzi, I. Zambon, A. Car-
bonere, M. Olcese, G. Spinato, P.
Cella, J. D’Ambroso, M. Dal Bianco,
T. Fiorot, N. Dalla Torre, D. Vaci-
lotto.
Grafica e impaginazione:
F. Sonego
Scrivete a:
e-mail: [email protected] Sito: www.scuolaenologica.it
La Redazione
LA CANTINA
Prof. Dino Benacchio
L’ Europa risulta divisa sulle etichette dei prodotti a
base di carne in particolare sulla loro
provenienza. L’obiettivo è la massi-
ma trasparenza su ciò che si porta in
tavola ma allo stesso tempo c’è una
grande preoccupazione per il possi-
bile innalzamento dei costi con un
aumento dal 10 al 15% che difficil-
mente potrebbe essere trasferito sui
prezzi al consumo. A favore sono
diversi Stati: Italia, Austria e Francia
che puntano sulla necessità di recu-
perare la fiducia dei consumatori
con la massima trasparenza. Ma allo
stesso tempo Gran Bretagna, Spagna e Lussemburgo
aggiungono che non ci sarebbero vantaggi nella lotta
contro le frodi alimentari. Per il mo-
mento è solo un rinvio. Gli scenari
possibili sui quali articolare l’ eti-
chettatura dei prodotti a base di car-
ne sono diversi :etichetta volontaria
o obbligatoria. Per l’ opzione obbli-
gatoria possono esserci due formule
quella semplificata con l’ indicazio-
ne della provenienza europea o extra
europea delle carni oppure una più
precisa nella quale si specificano i
paesi di provenienza.
Tamara Fiorot 3AGT
L’etichetta sulla carne divide l’Europa