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Gli APPALTI E IL TRASFERIMENTO D’AZIENDA Anno accademico (2011-2012) 1

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Gli APPALTI E IL TRASFERIMENTO

D’AZIENDA

Anno accademico (2011-2012)

1

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L’APPALTO DI SERVIZI

OPERAZIONE DI ESTERNALIZZAZIONE

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L’utilizzazione indiretta di lavoratori al di là della somministrazione

L’esternalizzazione non si traduce in una mera fornitura di manodopera quando l’appaltatore

1.è un vero imprenditore

2.che si obbliga a realizzare un servizio

Art. 1655 c.c.

L’appalto è il contratto con il quale

una parte assume, con organizzazione

dei mezzi necessari e con gestione a

proprio rischio, il compimento di

un’opera o di un servizio”

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Il problema principale, oggi

Gli appalti di servizi

continuativi a bassa intensità

organizzativa (o servizi

“personali”)

Attività il cui svolgimento non presuppone alcun sostrato materiale

e che possono dunque svolgersi

anche senza un’aziendaintesa come

insieme di beni idonei all’esercizio di un’impresa (art.

2555)

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Nel caso dei servizi a bassa intensità organizzativa,

l’attività si identifica essenzialmente con

la manodopera utilizzata per

svolgerla

Quando può dirsi che ricorrano i

presupposti dell’IMPRESA in

questi casi?

Come si fa a distinguere la fornitura del

SERVIZIO dalla mera fornitura di personale?

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Un possibile criterio indicato in giurisprudenza

“Gli appalti leciti di servizi sono quelli che pur espletabili con mere prestazioni di mano d’opera,

costituiscano un servizio in sé, svolto con gestione autonoma dell’appaltatore e purché l’intervento di controllo dell’appaltante si esplichi

sull’attività dell’appaltatore e non sulle persone da questo dipendenti”

L’elemento distintivo tra

appalto di servizi e

fornitura di manodopera è l’esercizio del potere direttivo

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La riforma (art. 29)

Il contratto di appalto si distingue dalla somministrazione di lavoro per la organizzazione dei mezzi necessari da

parte dell'appaltatore

L’elemento distintivo è

l’esercizio del potere direttivo

che può anche risultare - in relazione alle esigenze dell'opera o del servizio dedotti in contratto

- dall'esercizio del potere organizzativo e direttivo nei

confronti dei lavoratori

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Cass. 2011/15615

In tema di interposizione nelle prestazioni di lavoro , anche nel regime di cui al d.lg. 10 settembre 2003 n. 276, così come già in quello di cui alla legge n. 1369 del 1960, per quanto la circostanza che il personale dell'appaltante impartisca disposizioni agli ausiliari dell'appaltatore sia un indice dell'accordo fraudolento, ai fini della dimostrazione della sussistenza di quest'ultimo è necessario che dette disposizioni sono riconducibili al potere direttivo del datore di lavoro anche in relazione alle effettive modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative. (Nella specie la S.C. ha ritenuto corretta la motivazione della Corte di merito in relazione al riconoscimento di un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato nel profilo professionale dei servizi bancari con effetto dall'inizio della somministrazione).

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Cass. 2011/12201

In tema di interposizione nelle prestazioni di lavoro non è sufficiente, ai fini della configurabilità di un appalto fraudolento, la circostanza che il personale dell'appaltante impartisca disposizioni agli ausiliari dell'appaltatore, occorrendo verificare se le disposizioni impartite siano riconducibili al potere direttivo del datore di lavoro, in quanto inerenti a concrete modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative, oppure al solo risultato di tali prestazioni, il quale può formare oggetto di un genuino contratto di appalto.

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Cass. 2011/22894

Nel caso di lavoratore assunto da un'impresa appaltatrice di mano d'opera, posto poi a disposizione del committente, è configurarle un negozio indiretto attraverso utilizzo di un negozio tipico (l'appalto) per il perseguimento di uno scopo ulteriore vietato dall'ordinamento giuridico (cioè l'appalto di mano d'opera, considerato negozio in frode alla legge e come tale nullo per illiceità della causa). In tale ipotesi il collegamento funzionale tra i due negozi (quello fra il lavoratore e l'appaltatore e quello fra questo ultimo e il soggetto datoriale beneficiario delle prestazioni lavorative) estende l'effetto di nullità all'intero rapporto fra i tre distinti soggetti e nei suoi distinti momenti, restando valido ed efficace solo il rapporto che nella realtà concreta si è attuato

tra il lavoratore e il beneficiario delle relative prestazioni.

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AppaltoAppalto SomministrazioneSomministrazione

L’appaltatore gestiste il lavoro ed esercita il potere direttivo; l’appaltante controlla il servizio ma non il lavoro in senso stretto

L’utilizzatore gestisce, l’agenzia somministra propri dipendenti

Appalto e somministrazione11

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IL TRASFERIMENTO D’AZIENDA

E DI RAMO D’AZIENDA

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Differenza con l’appalto

Cass. N. 21287/05

Posto che il cd. Outsourcing si può concretizzare con contratti d'appalto o con trasferimenti d'azienda, va esclusa la sussistenza del contratto di cessione di ramo d'azienda al cospetto della manifestazione della volontà delle parti volta alla stipula di un contratto di appalto di servizi ed in mancanza di prova di un intento elusivo comune alle parti.

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La motivazione

La sentenza tra i materiali

E' noto che il fenomeno cd. di "outsourcing" comprende tutte le possibili tecniche mediante le quali un'impresa dismette la gestione diretta di alcuni segmenti dell'attività produttiva e dei servizi estranei alle competenze di base (cd. core business). Ciò può fare, tra l'altro, sia appaltando a terzi l'espletamento del servizio, sia cedendo un ramo di azienda. La scelta tra le varie alternative è rimessa all'insindacabile valutazione dell'imprenditore, a norma dell'art. 41 Cost.. Sta di fatto che l'appalto di servizi e la cessione di ramo di azienda sono contratti con caratteri giuridici nettamente distinti e non confondibili.

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Dal codice civileart. 2112In caso di

trasferimento d’azienda, il

contratto prosegue con l’acquirente, e

il prestatore di lavoro conserva i diritti derivanti dall’anzianità.

L'acquirente è obbligato in solido con l'alienante per tutti i crediti che il prestatore di lavoro aveva al tempo del

trasferimento, sempreché ne abbia avuto conoscenza

Tipica norma di garanzia

Ad una intensa stagione di modifiche

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Nell’Europa comunitaria degli anni ‘70

Nell’Europa comunitaria degli anni ‘70 Nel contesto attualeNel contesto attuale

L’epoca delle crisi e ristrutturazioni di impresa

Una impresa in crisiLicenzia Dir. 1975Fallisce Dir. 1980Vende Dir. 1977

L’epoca della “disintegrazione

verticale” dell’impresa

Una impresa si concentra sul suo core business dismettendo il resto

La disciplina sul trasferimento d’azienda

La disciplina non distingue tra le due funzioni

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FattispecieFattispecie EffettiEffettiQuando si

applica?Cosa si applica?

Il contenuto delle

garanzie individuali e delle

procedure collettive

La nozione ditrasferimento

d’azienda

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L’art. 2112 cod. civ. (nel suo testo originario)

L’art. 2112 cod. civ. (nel suo testo originario)

La direttiva comunitaria (nel suo testo originario)

La direttiva comunitaria (nel suo testo originario)

In caso di trasferimento d’azienda, il contratto

prosegue con l’acquirente, e il prestatore di lavoro

conserva i diritti derivanti dall’anzianità.

L'acquirente è obbligato in solido con l'alienante per

tutti i crediti che il prestatore di lavoro aveva al

tempo del trasferimento, sempreché ne abbia avuto

conoscenza

Articolo 2 Ai sensi della presente direttiva

si intende: a ) per «cedente», ogni persona

fisica o giuridica che, in conseguenza di un trasferimento

a norma dell’art. 1, perde la veste di imprenditore

b ) per «cessionario», ogni persona fisica o giuridica che, in conseguenza di un trasferimento a norma dell’art. 1, acquisisce la

veste di imprenditoreArticolo 1

La presente direttiva si applica ai trasferimenti di imprese, di

stabilimenti o di parti di stabilimenti ad un nuovo imprenditore in seguito a

cessione contrattuale o a fusione

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L’interpretazione della

Corte di giustizia

(esempio di come il

diritto e la

giurisprudenza interna

siano “condizionati” dalla

giurisprudenza

comunitaria nel merito)

Il trasferimento come “cessione contrattuale”

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L’interpretazione teleologica della Direttiva

CONCEZIONE SOSTANZIALISTICA DI

TRASFERIMENTO: occorre guardare alla

connessione materiale tra una entità economica che conserva la propria identità e i lavoratori che vi operano

Affinchè si abbia un trasferimento, ciò che conta è che il soggetto titolare dei rapporti di lavoro nell’ambito di quella determinata attività economica cambi, non importa attraverso quale percorso giuridico.

“La direttiva si applica in tutti i

casi di cambiamento della

persona fisica o giuridica che

assume le obbligazioni del

datore di lavoro nei confronti dei dipendenti

dell'impresa stessa”

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…segue: L’irrilevanza del percorso giuridico seguito per giungere ad un cambiamento del soggetto titolare

dell’attività trasferita: non solo la vendita ma qualunque contratto

“Ai fini dell'applicazione della direttiva non è necessaria

l'esistenza di rapporti contrattuali diretti tra il cedente e il cessionario,

atteso che la cessione può essere effettuata anche in

due fasi per effetto dell'intermediazione di un

terzo”

“I dipendenti dell'impresa che cambia

imprenditore, senza che vi sia trasferimento di proprietà, si trovano infatti in situazione analoga a quella dei

dipendenti dell'impresa venduta ed hanno quindi

bisogno di una tutela equivalente.”

Perché?21

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La soluzione italiana del 2001

Da “alienante” e “acquirente” a “cedente” e “cessionario”

Ogni operazione che comporti il mutamento nella titolarità dell’azienda a prescindere dalla tipologia negoziale o dal provvedimento sulla base dei quali il trasferimento è attuato (art. 2112 c. 5, nuovo testo)

si applica tutte le volte in cui, ferma restando l’organizzazione del complesso dei beni e delle strutture, vi sia un mutamento nel soggetto che gestisce quella organizzazione, e ciò, si aggiunge, indipendentemente dal mezzo tecnico-giuridico concretamente utilizzato per tale mutamento.

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La sussistenza di una «cessione contrattuale» non viene esclusa dalla Corte di Giustizia pur in

mancanza di qualsivoglia rapporto diretto tra cedente e

cessionario

Il trasferimento senza “contatti”

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.

Il committente ha rapporti con i fornitori ma i fornitori non hanno alcun rapporto tra loro (non c’è alcuna cessione del contratto)

Dove cedente e cessionario sono legati solo indirettamente ad un soggetto terzo in comune da due contratti di appalto di servizio, con una impresa

che subentra ad un’altra nella prestazione del medesimo servizio a

favore di uno stesso committente

Committente

appalto appalto

Fornitore di

servizio

Fornitore di

servizio?

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X Y

100 lavoratori 100 lavoratori

Il rapporto di lavoro continua senza soluzione di continuità

Z

TRASFERIMENTO D’AZIENDA

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X Y

100 lavoratori 100 lavoratori

Il rapporto di lavoro continua con interruzione e ripresa

Z

Successione di appalto con clausola di salvaguardia occupazionale: passaggio immediato e diretto dei lavoratori

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La dottrina

Non si può dire che i giudici comunitari si siano lasciati condizionare dalla rigidità della dogmatica civilistica: «cessione contrattuale» è, per la Corte, qualsiasi vicenda possa ricordare, anche alla lontana, un qualche tipo di connessione negoziale tra cedente o cessionario;

potendosi anzi parlare di cessione contrattuale anche quando tra cedente e cessionario non vi sia rapporto alcuno, negoziale o meno, risultando i due soggetti legati solo dall’intervento di un terzo avente rapporti separati con ognuno di essi.

Di più, l’approccio «funzionalistico e non formalistico» della Corte ha sfidato il significato proprio delle parole, giungendo a riscontrare «cessione contrattuale» dove contratto proprio non c’è, ovvero nei cosiddetti trasferimenti coattivi

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L’affidamento in appalto di un servizio

mensa prima gestito in proprio

Watson Rask e

Kirsten Christensen c. Iss

Kantineservice As 1992

con nota P. Davies, Transfers Again:

Contracting Out and the Employee’s

Option, in Industrial Law Journal, 1993,

2, 151.

E, al contrario, la reinternaliz-zazione di un

servizio di pulizia prima

affidato in appalto

all’esterno

Hernández Vidal SA c. Gómez Pérez e

Contratas y Limpiezas SL,

Santner c. Hoechst AG, 1998

Un “accordo tacito” tra due

società di lavoro

interinale “risultante da

elementi di cooperazione

pratica”, anche se “le

imprese coinvolte non

hanno concluso alcun accordo scritto

o verbale”

Mohamed Jouini c. Princess Personal

Service GmbH 2007

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sentenza Hidalgo

Il caso Hidalgo

La direttiva 77/187/ si applica ad una situazione

nella quale un ente pubblico, che aveva dato in concessione il servizio di assistenza a domicilio dei disabili o aggiudicato

l'appalto per la sorveglianza di alcuni

locali ad una prima impresa, decide, alla

scadenza o in seguito a recesso dal contratto, di dare in concessione tale servizio o assegnare tale appalto a una seconda

impresa,

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Caso Abler 2003

La Corte ha ritenuto la direttiva applicabile al caso in cui un committente, che aveva affidato la

gestione della ristorazione collettiva in un ospedale ad un primo imprenditore, pone fine a tale

contratto e conclude, per l’esecuzione della stessa prestazione, un nuovo contratto con un secondo

imprenditore

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…Purché l'operazione si accompagni al trasferimento di un'entità economica tra le

due imprese. La nozione di entità economica si richiama ad un complesso organizzato di

persone e di elementi che consentono l'esercizio di un'attività economica.

La mera circostanza che i servizi prestati dal precedente e dal nuovo concessionario

siano analoghi non consente di concludere nel senso che sussista il trasferimento di

un'entità del genere

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Cosa si trasferisce per aversi trasferimento?

L’invenzione della

“entità economica”

come oggetto del

trasferimento…

…e la sua riconducibilità (o meno) alla

“mera attività”

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Gli “indici rivelatori” della entità economica

Cessione di elementi materiali, ma anche

Valore degli elementi immateriali, (brevetti, marchi, know how)

Trasferimento della clientela Riassunzione della maggior parte del

personale

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esempio

Il gestore dei servizi aeroportuali cede una parte del pacchetto dei propri assistiti ad una nuova società in ragione degli obblighi di apertura del mercato dell’handling

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Il trasferimento di elementi patrimoniali (o immateriali) NON E’ condizione essenziale affinché possa parlarsi del trasferimento di

“un’entità economica che conservi la propria identità”

Per accertare il ricorrere di una fattispecie di trasferimento d’azienda, occorre verificare SOLO l’identità dell’attività svolta prima e

dopo il trasferimento, senza che il trasferimento di beni materiali da una impresa

all’altra possa assumere rilievo decisivo.

Nei settori nei quali «l’attività si fonda essenzialmente sulla mano d’opera, un

gruppo di lavoratori che assolva stabilmente un’attività comune può

corrispondere ad un’entità economica» (caso SCHIMDT)35

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Corte di Giustizia del 6.9.2011 (caso ATA)

“Benché, effettivamente, il ricorrere di un’entità sufficientemente autonoma non venga meno per via della circostanza che il datore di lavoro impone a tale gruppo di lavoratori obblighi precisi ed esercita pertanto un’ampia influenza sulle attività del medesimo, occorre nondimeno che il gruppo in parola disponga di una certa libertà nell’organizzare ed eseguire i compiti affidatigli”. richiama espressamente la sentenza Hidalgo

36

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segue

26. Siffatta entità, pur dovendo essere sufficientemente strutturata ed autonoma, non implica necessariamente rilevanti elementi patrimoniali, materiali o immateriali. Invero, in alcuni settori economici come le pulizie e la sorveglianza, tali elementi sono spesso ridotti alla loro espressione più semplice e l'attività si basa essenzialmente sull'impiego di manodopera. Talché un complesso organizzato di lavoratori subordinati specificamente e stabilmente adibiti all'espletamento di un compito comune può, in mancanza di altri fattori della produzione, corrispondere ad un'entità economica.

37

Page 38: Gli APPALTI E IL TRASFERIMENTO DAZIENDA Anno accademico (2011-2012) 1

segue

27. Il ricorrere di un'entità sufficientemente strutturata ed autonoma nell'ambito dell'impresa a cui è stato affidato l'appalto non viene meno, in linea di principio, per via della circostanza, del resto frequente, che tale impresa sia assoggettata al rispetto di obblighi precisi che le vengono imposti dall'ente committente. Invero, pur potendosi verificare che l'influenza esercitata da quest'ultimo sul servizio fornito dal prestatore sia ampia, ciò non toglie che quest'ultimo conservi normalmente una certa libertà, pur se ridotta, nell'organizzare ed eseguire il servizio in questione, senza che il suo incarico possa essere interpretato come una mera messa a disposizione del suo personale all'ente committente”.

38

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L’enorme scalpore suscitato dalla sentenza Schmidt...

Le critiche della dottrina e le reazioni del mondo

imprenditoriale

I tentativi della Commissione di modificare il testo della direttiva

(“il semplice trasferimento di un’attività non costituisce di per se

trasferimento ai sensi della direttiva)

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...e il parziale ripensamento della Corte Süzen, 11.3.1997, in causa C-13/95, [Racc], 1997, I, 1259

Il nuovo principio:“La mera circostanza che i servizi prestati dal

precedente e dal nuovo appaltatore sono analoghi non consente di concludere nel senso che sussista il

trasferimento di un'entità economica”.

l’entità economica non può sempre essere «ridotta all’attività che le era affidata>>

Affinché si abbia trasferimento d’azienda è necessario un concreto trasferimento dei beni

utilizzati per svolgere una determinata attività, da un imprenditore ad un altro

40

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Tuttavia…

In alcuni settori economici gli

elementi materiali utilizzati per

svolgere un’attività, sono spesso ridotti

al minimo e l’attività si fonda

essenzialmente sulla manodopera (le c.d. “imprese-attività”).

In questi casi, non si può far dipendere la

esistenza della fattispecie dal

trasferimento di elementi

materiali, per il semplice motivo

che elementi materiali non ce

ne sono

41

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Concludendo

Se l’attività richiede mezzi produttivi consistenti (macchine, attrezzature ecc.), il

trasferimento presuppone il passaggio ad un nuovo imprenditore sia degli apparati, sia del

personale addettoPer quelle produzioni dove l’elemento del

personale ha rilievo determinante e le strutture materiali sono inesistenti, il

trasferimento di un gruppo di lavoratori che svolgano stabilmente un’attività può integrare

la fattispecie prevista dall’art. 2112 c.c.

42

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Ma la giurisprudenza interna resiste…

II trasferimento di ramo di azienda ai sensi dell'art. 2112 c.c. presuppone la preesistenza presso l'impresa cedente di un'entità economica autonoma e organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o servizi, con la conseguenza che - in mancanza di tale presupposto - il lavoratore che non abbia prestato il proprio consenso alla cessione del contratto di lavoro ha diritto alla reintegrazione alle dipendenze dell'impresa cedente (nella fattispecie, il giudice ha escluso l'applicabilità della norma in esame con riguardo alla cessione di contratti di appalto per pulizie e servizi integrati comportante il trasferimento alla società cessionaria dei lavoratori ivi assegnati e privi di un particolare know how, e ha pertanto ordinato alla

società cedente di reintegrare la lavoratrice ricorrente). Trib. Milano 25 febbraio 2006

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Cass. n. 21697/09

Per ramo d' azienda , ai sensi dell'art. 2112 c.c. (così come modificato dalla l. 2 febbraio 2001 n. 18, in applicazione della direttiva Ce n. 98/50), come tale suscettibile di autonomo trasferimento riconducibile alla disciplina dettata per la cessione di azienda , deve intendersi ogni entità economica organizzata in maniera stabile la quale, in occasione del trasferimento , conservi la sua identità, il che presuppone una preesistente realtà produttiva autonoma e funzionalmente esistente, e non anche una struttura produttiva creata "ad hoc" in occasione del trasferimento , o come tale identificata dalle parti del negozio traslativo. Ne consegue che non costituisce cessione di azienda il contratto con il quale viene realizzata la cessione di servizi, - nella specie ricondotti ad un generico settore di "servizi generali" - ove questi non integrino un ramo o parte dell' azienda né una preesistente unità produttiva autonoma e funzionale, e il licenziamento dei relativi lavoratori addetti al settore non può rientrare nell'ambito di una lecita operazione di riduzione dell' azienda .

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Cass. N. 13171 09

Deve, quindi, trattarsi di un'entità economica organizzata in modo stabile e non destinata all'esecuzione di una sola opera (cfr. Corte di Giustizia Ce, sentenza 24 gennaio 2002, C-51/), ovvero di un'organizzazione quale legame funzionale che renda le attività dei lavoratori interagenti e capaci di tradursi in beni o servizi determinati, là dove, infine, il motivo del trasferimento ben può consistere nell'intento di superare uno stato di difficoltà economica. (Nella specie, la S.C. ha confermato la decisione della corte territoriale che aveva riconosciuto la liceità dell'atto di trasferimento previo accertamento dell'esistenza, prima del trasferimento , di un ramo d' azienda denominato «Costruzioni terra Italia», destinato alla progettazione, fabbricazione e posa a terra di tubi di grande diametro, a cui erano assegnati, tra gli altri, i lavoratori ricorrenti; accertamento, questo, non infirmato dall'essere state tali attività

ostacolate dalla crisi delle commesse).

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GLI EFFETTI DEL TRASFERIMENTO

D’AZIENDA:LE TUTELE

INDIVIDUALI

II questione46

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I diritti e gli obblighi che risultano per il cedente da

un contratto di lavoro esistente alla data del trasferimento sono, in conseguenza di tale

trasferimento, trasferiti al cessionario (art. 3.1 Dir.).

Il trasferimento di un’impresa, di uno

stabilimento o di una parte di impresa o di stabilimento

non è di per sé motivo di licenziamento da parte del

cedente» (art. 4.1 Dir.).

la tutela in termini di continuità

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La conservazione dei trattamenti collettivi

Secondo l’articolo 3.3 della direttivaa) il cessionario è obbligato a mantenere i trattamenti di

fonte collettiva fino alla loro scadenza, a meno che egli non li sostituisca con altri contratti collettivi

b) gli Stati membri sono autorizzati a limitare il periodo di mantenimento del contratto collettivo applicato dal cedente individuando termini comunque non inferiori a un anno. I diritti che trovano fonte nel contratto collettivo fanno certamente parte dei diritti che il lavoratore porta con sé al momento del trasferimento, ma a

differenza dei diritti che trovano fonte nella legge o nel contratto individuale, non sono destinati a

rimanere necessariamente e per sempre nel suo bagaglio

Più tutelati i trattamenti individuali di quelli collettivi

48

Page 49: Gli APPALTI E IL TRASFERIMENTO DAZIENDA Anno accademico (2011-2012) 1

NON SOLO UN “TRASFERIMENTO DI

AZIENDA IN PICCOLO”

Il trasferimento di ramo

d’azienda49

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Il “transfer outsourcing”

Manifestazione particolare di una diffusa tendenza allo «snellimento» dell’impresa, indica la strategia di un’impresa che trasferisce al fornitore del servizio cui è interessata la proprietà del ramo di azienda prima preposto alla effettuazione di quel medesimo servizio

Il transfer outsourcing tradotto dal linguaggio della organizzazione aziendale al

linguaggio del diritto del lavoro:

una espulsione selettiva di lavoratori dall’impresa

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Il caso Ansaldo I(PRETURA DI MILANO, 16 settembre 1998)

È configurabile una cessione di ramo d’azienda, con conseguente applicazione

dell’art. 2112 c.c. ai rapporti di lavoro coinvolti, nell’ipotesi di trasferimento

all’esterno dell’impresa dei servizi generali e delle attività di conduzione e manutenzione

dei fabbricati e degli impianti, attuato mediante un contratto di appalto di servizi,

poiché le attività oggetto della cessione conservano la loro identità di servizi ausiliari all’attività principale dell’impresa cedente,

idonea ad attribuire al ramo d’azienda ceduto le caratteristiche di autonomia produttiva e

funzionale.

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Il caso Ansaldo II(PRETURA DI GENOVA, 22 ottobre 1998)

La distinzione tra la cessione di ramo d’azienda, cui consegue l’applicazione dell’art. 2112 c.c., e la mera

esternalizzazione dei servizi che può configurare un’ipotesi di interposizione vietata, o di cessione illegittima di

contratto di lavoro deve fondarsi su elementi obiettivi e non può rimettersi alla mera volontà del datore di lavoro.

Non è configurabile un trasferimento di ramo d’azienda nel caso di mera esternalizzazione di servizi privi di quel carattere di autonomia organizzativa ed economica

preesistente al trasferimento stesso; nel caso specifico, il trasferimento dei lavoratori connesso a tale operazione si

configura come cessione del contratto di lavoro, illegittima per difetto del consenso del lavoratore ceduto, e comporta

le conseguenze di un licenziamento illegittimo.

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L’evoluzione della disciplina positiva

L’ordinamento comunitario non dedica al trasferimento di ramo d’azienda una disciplina diversa

da quella disegnata per il trasferimento d’azienda tout court. L’ordinamento italiano

invece si (anche se solo dal 2001)

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20012001 20032003

[…] trasferimento di parte dell’azienda, intesa come

articolazione funzionalmente autonoma di una attività economica organizzata, preesistente come tale al trasferimento

e che conserva nel trasferimento la propria

identità

[…] trasferimento di parte dell’azienda, intesa come

articolazione funzionalmente autonoma di una attività economica organizzata, identificata

dal cedente e dal cessionario al momento del suo trasferimento

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Cosa cambia?

Attraverso l’abrogazione del requisito della preesistenza, il legislatore sembra oggi consentire proprio quell’«assemblaggio» di lavoratori che costituisce l’ipotesi elusiva del transfer outsourcing

Con la nuova formulazione della norma codicistica, un accordo tra cedente e cessionario è in grado di trasformare un gruppo di lavoratori da licenziare in un ramo d’azienda (dematerializzata) da trasferire.

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Il lavoro nella giurisprudenza, n. 3/2005

La Cassazione legittima il teorema delle “aziende bara”?

CASSAZIONE SEZIONE LAVORO - Sentenza del 2 maggio 2006, n. 10108Pres. Mattone - Rel. Picone - P.M. (Diff.) Velardi - Ric. Euridea s.p.a. già

Standa s.p.a. (Avv. Pulsoni) - Res. A. più altri (Avv. Marano, De Felice e Andreoni) e Fallimento Center Adriano s.r.l. (Avv. Greco)

Trasferimento d’azienda - Causa - Cessione a soggetto che renda probabile la cessazione dell’attività produttiva e dei rapporti di lavoro - Elusione della normativa in materia di licenziamenti collettivi - Frode alla legge – Insussistenza Artt. 2112, 1344, 2729 c.c.; L. 23 luglio 1991, n. 223

 I. Non è in frode alla legge, né concluso per un motivo illecito, il contratto di cessione dell’azienda a soggetto che, per le sue caratteristiche imprenditoriali e in base alle circostanze del caso concreto, renda probabile la cessazione dell’attività produttiva e dei rapporti di lavoro (Principio di diritto enunciato dalla Suprema Corte).

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Cassazione, con sentenza n. 2874 del 7 febbraio 2008,

l'affitto o la cessione del ramo d'azienda è nulla allorquando l'unico obiettivo per il quale è stata realizzata è stato quello di aggirare, attraverso lo spezzettamento dell'impresa, la tutela ex art. 18 della Legge 300/1970.

In altre parole, nel caso di specie, il contratto di cessione viene considerato come concluso in frode alla legge. "La frode alla legge funziona come clausola generale di tipizzazione delle condotte negoziali tenute in violazione di norme imperative in modo tale che, a seguito del combinato disposto della normativa prevista dall'art. 1344 del c.c. e della normativa imperativa speciale, vengono tipizzate non solo le violazioni dirette del precetto imperative, la anche le elusioni, gli aggiramenti, e le violazioni mediate o

indirette                               

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Un possibile antitodo

Esiste un diritto individuale di opposizione al trasferimento?

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In Italia

Pressoché unanime negazione di un diritto individuale di opposizione sulla base dell’affermazione secondo la quale l’effetto traslativo dei contratti di lavoro si produce ope legis, non richiedendo e non tollerando alcun intervento ulteriore dell’autonomia privata.

Nessuno spazio per una ricostruzione del passaggio alle dipendenze del cessionario nei termini di una cessione del contratto ex art. 1406 c.c., richiedente, in quanto tale, il consenso del contraente ceduto

Una sola isolata pronuncia che riconosce al lavoratore ceduto il diritto di rinunciare ex art. 2113 c.c. al passaggio alle dipendenze del cessionario.

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