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Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO Anno XV - n° 154 Aprile 2015 Aprile 2015 Aprile 2015 Aprile 2015 Aprile 2015 L’Editoriale Mons. Nazzaro e la Siria segue a pag. 2 Il sociologo cattolico Mauro Magatti sosteneva, nell’ultimo gennaio, che “la sinistra fosse lontana dalle in- quietudini che attraversano i ceti popolari in Italia. I ceto sociali che oggi la sinistra rappresenta guarda- no con sufficienza a dimensioni quali la famiglia, l’identità culturale e ter- ritoriale, l’appartenenza religiosa. Si affermano il cosmopolitismo, il mer- cato, la tecnocrazia. E così si profi- la una nuova destra che può segna- lare un’epoca storica nuova”. Antonio Polito osservava a febbra- io che di questi tempi anche gli elet- tori della sinistra sono disposti a scambiare “un po’ di benessere in più con un po’ di democrazia parla- mentare in meno”. Qualche giorno prima Antonio Poli- to (sempre sul Corriere della Sera) aveva definito l’attuale Parlamento “il più disossato della storia della Re- pubblica, dove sono uniti solo i par- titi il cui obiettivo è spaccare gli altri, mentre i partiti che dovrebbero uni- re sono spaccati”. Un Rocco Buttiglione sconsolato la- mentava “che nella Camera dei De- putati nessuno ascolta o parla più con nessuno. Ognuno si rivolge al- l’opinione pubblica attraverso la te- levisione e pensa non a quello che dice ma a quello che l’opinione pub- blica capirà”. Aldo Grasso, presentando su “Set- te” un libro di Marco Damilano (13- 3-2015), sintetizza così l’evoluzione della Repubblica: “la prima Repub- (e.d.s.) - In questo numero non ci sarà l'abituale editoriale che or- mai, dalla nascita di questo peri- odoco, è divenuta una "costan- te". Nei giorni precedenti la settima- na pasquale, è stato ospite della diocesi di Livorno mons. Giusep- pe Nazzaro - vescovo emerito di Aleppo - la città martire della tra- gedia siriana che ha raccontato, durante la sua permanenza livor- nese, le vicende drammatiche che sta vivendo quel martoriato pae- se ormai da quattro interminabili anni. E' una testimonianza, quella di mons. Nazzaro, costretto a lascia- re Aleppo oltre che per ragion di salute anche per la "invivibilità" in quella città, assolutamente drammatica, una testimonianza che vuole scuotere la insensibili- tà dell'Occidente ed in particolare i cristiani, di fronte alla tragedia che ha colpito i fratelli d'Oriente, e non solo della Siria. In tutto l'Oriente il numero dei cri- stiani, delle varie appartenenze, da tre milioni di cinque anni fa, sono ormai ridotti a non più di cinquecentomila e l'esodo, di segue a pag. 3 blica fu “rappresentanza” dei partiti, poi venne la “rappresentanza” tele- visiva per arrivare dipoi a fare della politica un “genere televisivo: l’auto- rappresentazione, il nuovo potere”. Analisi, per altro corretta, d’un tec- nico? E sia. L’8 marzo, Eugenio Scalfari sembrò proporre una sorta di chiarimento attraverso una parola nuova, la “de- mocratura”, una fusione di demo- crazia e dittatura, inventata dal di- rettore di “Limes” Lucio Caraccio- lo. Questa parola servirebbe a de- finire il regime attuale in Russia, “dove la Duma (il Parlamento) non conta nulla e si limita a ratificare le decisioni del Governo”. Eugenio Scalfari ipotizza che nel 2016 ci possa essere un mutamento del Partito Democratico in Italia, attra- La calvalcata del relativismo Un articolo dell'On. Ivo Butini Lunedì 13 Aprile, h. 1 8 c/o il Circolo Il Centro - Via Trieste 7, Livorno unora di domande e risposte con Alessandro Cosimi Lunedì 20 Aprile, h. 1 8 c/o il Circolo Il Centro - Livorno Assemblea dei Soci per approvazione bilancio esercizio 2014

Il Centro Aprile 2015

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Livorno, Il Centro Aprile 2015

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Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 02/03/2005 - Spediz. in abb. postale: D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB LIVORNO Anno XV - n° 154 Aprile 2015 Aprile 2015 Aprile 2015 Aprile 2015 Aprile 2015

L’EditorialeMons.

Nazzaroe la Siria

segue a pag. 2

Il sociologo cattolico Mauro Magattisosteneva, nell’ultimo gennaio, che“la sinistra fosse lontana dalle in-quietudini che attraversano i cetipopolari in Italia. I ceto sociali cheoggi la sinistra rappresenta guarda-no con sufficienza a dimensioni qualila famiglia, l’identità culturale e ter-ritoriale, l’appartenenza religiosa. Siaffermano il cosmopolitismo, il mer-cato, la tecnocrazia. E così si profi-la una nuova destra che può segna-lare un’epoca storica nuova”.Antonio Polito osservava a febbra-io che di questi tempi anche gli elet-tori della sinistra sono disposti ascambiare “un po’ di benessere inpiù con un po’ di democrazia parla-mentare in meno”.Qualche giorno prima Antonio Poli-to (sempre sul Corriere della Sera)aveva definito l’attuale Parlamento“il più disossato della storia della Re-pubblica, dove sono uniti solo i par-titi il cui obiettivo è spaccare gli altri,mentre i partiti che dovrebbero uni-re sono spaccati”.Un Rocco Buttiglione sconsolato la-mentava “che nella Camera dei De-putati nessuno ascolta o parla piùcon nessuno. Ognuno si rivolge al-l’opinione pubblica attraverso la te-levisione e pensa non a quello chedice ma a quello che l’opinione pub-blica capirà”.Aldo Grasso, presentando su “Set-te” un libro di Marco Damilano (13-3-2015), sintetizza così l’evoluzionedella Repubblica: “la prima Repub-

(e.d.s.) - In questo numero nonci sarà l'abituale editoriale che or-mai, dalla nascita di questo peri-odoco, è divenuta una "costan-te".Nei giorni precedenti la settima-na pasquale, è stato ospite delladiocesi di Livorno mons. Giusep-pe Nazzaro - vescovo emerito diAleppo - la città martire della tra-gedia siriana che ha raccontato,durante la sua permanenza livor-nese, le vicende drammatiche chesta vivendo quel martoriato pae-se ormai da quattro interminabilianni.E' una testimonianza, quella dimons. Nazzaro, costretto a lascia-re Aleppo oltre che per ragion disalute anche per la "invivibilità"in quella città, assolutamentedrammatica, una testimonianzache vuole scuotere la insensibili-tà dell'Occidente ed in particolarei cristiani, di fronte alla tragediache ha colpito i fratelli d'Oriente,e non solo della Siria.In tutto l'Oriente il numero dei cri-stiani, delle varie appartenenze,da tre milioni di cinque anni fa,sono ormai ridotti a non più dicinquecentomila e l'esodo, di

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blica fu “rappresentanza” dei partiti,poi venne la “rappresentanza” tele-visiva per arrivare dipoi a fare dellapolitica un “genere televisivo: l’auto-rappresentazione, il nuovo potere”.Analisi, per altro corretta, d’un tec-nico? E sia.L’8 marzo, Eugenio Scalfari sembròproporre una sorta di chiarimentoattraverso una parola nuova, la “de-mocratura”, una fusione di demo-crazia e dittatura, inventata dal di-rettore di “Limes” Lucio Caraccio-lo. Questa parola servirebbe a de-finire il regime attuale in Russia,“dove la Duma (il Parlamento) nonconta nulla e si limita a ratificare ledecisioni del Governo”. EugenioScalfari ipotizza che nel 2016 cipossa essere un mutamento delPartito Democratico in Italia, attra-

La calvalcata del relativismoUn articolo dell'On. Ivo Butini

Lunedì 13 Aprile, h. 18c/o il Circolo Il Centro - Via Trieste 7, Livorno

un’ora di domande e rispostecon

Alessandro Cosimi

Lunedì 20 Aprile, h. 18c/o il Circolo Il Centro - Livorno

Assemblea dei Sociper approvazione bilancio esercizio 2014

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e-mail: [email protected]

Mons. Nazzaroe la Siria

dalla prima pagina

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fronte al crescere delle minacce, tende con-tinuamente ad aumentare.Nella testimonianza di mons. Nazzaro, ri-prodotta attraverso il servizio di Elena Ce-rini che pubblichiamo integralmente, ven-gono descritti gli aspetti più drammaticidella situazione in quel paese ma anche leresponsabilità dell'Occidente che, per meriinteressi economici, ha nascosto la testasotto la sabbia, evitando di intervenire neitempi, nelle misure più opportune ed effet-tuando scelte che hanno concorso, in ma-niera notevole, al compimento di una tra-gedia immane.Dopo l'intervento del Vescovo di Livornomons. Simone Giusti che, nella presenta-zione, ha giustamente denunciato comesotto le vesti di guerre religiose si nascon-dono, in effetti, solo interessi di tipo eco-nomico, Mons. Nazzaro ha iniziato la suadrammatica denuncia.

scritte. Su questa storia i giornali sonostati riempiti di notizie false. I mezzi dicomunicazione hanno raccontato che i ragazzini erano stati torturati, ma iovi assicuro che tutto ciò non è vero. Dalì è iniziata un’escalation di violenzache ha cominciato ad insanguinare tuttoil Paese. Sono cominciati i saccheggianche ad Aleppo. Nello stesso perio-do il Qatar e l’Arabia Saudita chiese-ro alla Siria di far passare sul suo ter-ritorio un gasdotto. Il Presidente siria-no non approvò questa concessione siaperché la Siria stessa è ricca di questamateria e il gasdotto avrebbe danneg-giato il proprio mercato, sia perché laSiria ha sempre mantenuto buoni rapporticon la Russia e questo passaggio di gasavrebbe danneggiato gli amici russi.A seguito di questa decisione il gover-no fu ulteriormente attaccato dai suoidenigratori. La Siria fu accusata diaver violato i diritti umani, ma tuttociò non è mai stato vero. Sulla base diqueste accuse l’Occidente cominciò adintervenire nella questione siriana.Noi occidentali abbiamo armato colo-ro che hanno attaccato la Siria. Fino aquel momento la Siria era una Paesebello, accogliente, ospitale. Durantela guerra in Iraq, erano stati accoltiun milione di profughi e nessuno è fi-nito sotto una tenda, ma tutti sono sta-ti accolti nelle case.Questa era la Siria, e noi occidentalicon la nostra superbia abbiamo distrut-to tutto, mettendo l’uno contro l’al-tro. Ora ci scandalizziamo quando ve-diamo in azione, contro gli occidenta-li, i tagliatori di teste dell’Isis, ma dei120 poliziotti a cui furono tagliate leteste il 2 giugno 2012 ci siamo scan-dalizzati? I giornali riportarono la no-tizia solo dopo 8 giorni e la falsifica-

rono completamente dicendo che era-no stati i poliziotti a tagliare le teste a120 persone. Solo dopo altri dieci gior-ni venne fuori che era stato l’esercitoad uccidere i poliziotti.Poi hanno cominciato ad attaccare lechiese e le comunità cristiane. Hannorapito anche un mio amico padre fran-cescano ed ucciso alcuni membri dellasua comunità. Quando è riuscito a tor-nare nella sua chiesa era stato tuttodistrutto. I cristiani continuano a mo-rire ogni giorno eppure, ripeto, fino al2012 non era così. Il popolo andavanella chiesa più vicina alla propriaabitazione e si nutriva dei sacramenti.Non si faceva distinzione fra i cristia-ni. Le feste, come la Pasqua, si face-vano tutti insieme. Oggi tutto questonon esiste più.Esistono le malattie, ma non esistonole medicine, per cui la gente muore per-ché non si può curare. La popolazionemuore di fame. Non si riesce a cucina-re ed è fortunato chi ha degli alberivicino alla propria casa perché puòtagliarli e fare un fuoco. L’acqua nonarriva più nelle case, ma è presente solonelle cisterne, ma per arrivare alle ci-sterne bisogna percorrere molta strada esoprattutto esporsi ai cecchini che pre-sidiano le strade e si rischia di morire,ogni giorno, per un secchio d’acqua.Fratelli, io credo che sia arrivato ilmomento di scuotersi, di cacciare viaquesta gente che ci vuole continuamen-te far combattere delle guerre. Anchequando ci dicono che si preparano con-tingenti di pace…non è vero! Sono pursempre soldati armati che vanno a com-battere. Purtroppo dietro a motivazio-ni religiose si nasconde il puro interes-se economico”.

Alla fine dell’intervento, Mons. Simo-ne Giusti ha ripreso la parola per sotto-lineare i contenuti di Mons. GiuseppeNazzaro.“Su Avvenire queste cose sono denun-ciate da anni. E’ stato detto che l’Isis èfinanziato dai servizi segreti di paesioccidentali. Ma Avvenire non è letto equeste notizie non sono riportate su al-tre testate. Ci vengono a dire che dob-biamo andare in Libia: per far cosa?Per fare un’altra guerra? E’ bene chela testimonianza di Mons. Nazzaro ciinviti a riflettere”.

Elena Cerini

Mons. Simone Giusti e Mons. Giuseppe Nazzaro.

“Vengo a raccontarvi ciò che ho vistoe ho vissuto - ha esordito Mons. Naz-zaro - sapete chi è il Presidente dellaSiria? Bashar. Bashar aveva instaura-to un regime che dava totale fiducia alpopolo.Tale Presidente, figlio di Hâfiz al-Asad,era ben visto da buona parte del Par-lamento che modificò la costituzione inmerito all’età minima per la carica pre-sidenziale, permettendogli di partecipa-re alle elezioni. Bashar era giovane edinesperto, ma aveva studiato in Inghil-terra ed aveva una mentalità molto aper-ta. Ed infatti, col suo governo, i sirianiebbero maggiore libertà, sviluppo delprogresso, sviluppo del settore industria-le e turistico. C’era la libertà di movi-mento sul territorio. Cristiani e mussul-mani si frequentavano fra di loro e siaiutavano reciprocamente. C’era fidu-cia gli uni verso gli altri. C’erano ven-titre etnie e tutti esercitavano e viveva-no secondo il loro credo. Questa era laSiria, terra di pace e di rispetto reci-proco.Ma allora – vi chiederete – come si èarrivati ai giorni nostri? Tutto è natoda quella che può sembrare una bana-lità. Un gruppo di ragazzini avrebbescritto sul muro di una scuola “abbas-so il regime”. Scoprendoli, la poliziaavrebbe chiesto loro il perché di quelle

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Il patto con il grande Satanadi Nicola Graziani

Forse perché preso dalla sindro-me che coglie tutti i presidenti ame-ricani a fine mandato, vale a dire ildesiderio di passare alla Storia,Barack Obama ha segnato il suosecondo grande successo in poli-tica internazionale nell'arco di po-chi mesi. Prima ha chiuso la cin-quantennale guerra fredda conCuba, poi ha trovato quell'accor-do sul nucleare che avvelenava igià sufficientemente avvelenatirapporti con l'Iran da diversi lustria questa parte. Se si aggiunge cheanche la riforma sanitaria inizia fi-nalmente a funzionare, il rischio èche Obama possa essere davveroricordato. Ce lo auguriamo, ancheperchè vorrebbe dire che in Ame-rica c'è qualche malato di alzhei-mer in meno che rischia di moriresenza cure all'angolo di una stra-da, che all'Avana c'è meno pover-tà e più democrazia, che in Medio-riente sparisce uno dei focolai piùpreoccupanti di instabilità regiona-le e internazionale.Uno dei focolai, non tutti i focolai.Innazitutto perchè questa vera epropria guerra civile mediorienta-le che si è aperta dopo il fallimen-to delle primavere arabe ha moltialtri fronti (Libia, Siria, Iraq e Ye-men). poi perchè Usa e Iran sonoimpegnati in una vera e propriaguerra per procura in Yemen e nonsembrano in grado di fare fronteunico per gestire la crisi afghana(dove invece gli obiettivi comuniesistono). Pur senza pensare alfatto che gli estremisti di una delledue parti (i Repubblicani ed i TeaParty a Washington, gli oltranzistisciiti a Teheran) possano far di tut-to per abbattere quanto appenastato costruito, è evidente che sia-mo all'alba di un nuovo giorno, nondi una nuova era.Eppure è chiaro che sarà difficiletornare al punto di partenza, no-nostante la vittoria in Israele di Ne-tanyhau. Altrettanto chiaro che si

La calvalcatadel relativismo

dalla prima pagina

Barack Obamastanno smuovendo, per la primavolta dalla Rivoluzione iranianadel 1979, gli equilibri geostrate-

gici della regione. E viene in men-te che, alla vigilia dell'11 Settem-bre, la mossa compiuta oggi daObama era contemplata in un librodestinato, visti gli accadimenti diquelle settimane, a non avere mol-ta fortuna. L'Autore proponeva cheUsa e Iran - il Grande Satana Ca-pitalista per gli uni e il Grande sa-tana del Terrorismo internazionaleper gli altri - deponessero l'asciadi guerra per trovare perlomenouna convivenza pacifica.L'autore era Henry Kissinger. Pur-troppo per lui, il libro uscì con ec-cessivo anticipo. Oppure, chissà,è questo accordo che arriva conun ritardo di quasi 15 anni. Quin-dici anni, una presidenza Bush euna guerra sciagurata come quel-la del 2003.

verso la nascita di un partito di sinistraal posto del “partitone” che sta oggi alcentro della politica italiana. “E forse sistarà profilando una nuova destra cheoggi seriamente non c’è”. Qui MauroMagatti e Eugenio Scalfari sembranoconvenire.Lucetta Scaraffia firmò sull’Osservato-re Romano, a fine febbraio, un artico-lo dal titolo forte: “Sicurezza in cambiodi libertà”. Lucetta Scaraffia analizza ilromanzo “Sottomissione”, oggi alla ri-balta. Secondo Lucetta Scaraffia ci sa-rebbe oggi un elemento culturale chesi diffonde anche nel sentire francese:“avere sicurezza invece di inquietudinee valori forti invece di relativismo”.Nei suoi tempi storici la Democrazia Cri-stiana affrontò questi problemi secon-do la linea del pluralismo democraticoe d’un sostanziale umanesimo popo-lare. Non era fulgido il passato italianoche la Democrazia Cristiana si trovò

alle spalle e furono inevitabili incom-prensioni e insufficienze. Ma quando,vent’anni fa, i cattolici italiani scelserodi rinunciare all’unità politica puntan-do sullo sparpagliamento funzionale,commisero comunque un errore sto-rico. Forse mancò anche il coraggio.Mancò, comunque, un’intelligenza ca-pace almeno di immaginare il futuro.Si può convenire che oggi, in Italia c’èuna presenza cattolica, spesso ma-gnifica, a livello sociale e assistenzia-le. Ma un pensiero politico nazionalenon c’è.Quando nell’agosto 2014 il cardinalePietro Parolin parlò a Frascati in unconvegno di politici cattolici, richiamòla sfida che la fede deve affrontare“per influire” sulle questioni pressantidel mondo e ricordò le nazioni come illuogo dove i cattolici concretamentevivono.Papa Francesco, in occasione dellarecente commemorazione di don Lui-gi Giussani, ricordò che “fedeltà allatradizione – diceva Mahler – significatenere vivo il fuoco e non adorare leceneri”. Già.

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e-mail: [email protected] Politica

E’ morto nel mese scorso GustavoSelva, aveva 88 anni ed anche a cau-sa di una grave malattia progressivache lo aveva colpito negli ultimi tem-pi, riducendone la sua eccezionaleproduzione letteraria e giornalistica.Con Gustavo Selva ho avuto rappor-ti di grande amicizia e stima: fu gradi-to ospite di Livorno ma anche di Ro-signano, Piombino e dell’Isola d’El-ba.Qualunque evento si organizzasse -presentazione di libri, conferenze sutemi di grande attualità - il successo dpubblico era scontato. Aveva, Gusta-vo, delle doti innate: quella della chia-rezza, della coerenza nel parlare enello scrivere, insieme ad una sconfi-nata onestà.Alle elezioni europee del 1984 fu quasitrascinato da noi “a mettersi in politi-ca”: riuscimmo a convincerlo a pre-sentarsi alle elezioni europee nelNord-Est e ne uscì con un successoclamoroso.Nella legislatura successiva, argomen-to dallo scrivente più volte ricordato,si trovò candidata la Rosy Bindi - giàvicepresidente dell’Azione Cattolica- a cui, probabilmente, le Autorità Ec-clesiali avevano garbatamente “sug-gerito” di darsi alla politica.Capolista, sempre nel Nord Est fuGiulio Andreotti e la nostra pasiona-ria utilizzando “il comodo paraventodel Grande Giulio” ottenne il seggioin Europa, scavalcando il nostro ami-co Gustavo.Divenne successivamente autorevole di-rettore del Gazzettino di Venezia svol-gendo una missione formativa e politi-

E' scomparso all'età di 88 anni un grande giornalista e politico

In memoria di Gustavo Selva di Enrico Dello Sbarba

ca di grande rilevanza.L’anticomunismo fu tra i punti fermidella sua carriera politica iniziata sot-to traccia da democristiano e prose-guita con ben maggiore visibilità inAlleanza Nazionale, dove conservò isuoi ideali liberali, scontrandosi piùvolte con in compagni di partito. So-pratutto quelli più vicini alla storia mis-sina, i cui valori mai condivise (nel ’44fu vittima di un pestaggio dei nazisti a

Imola) sostenendo l’opportunità ditogliere la fiamma dal simbolo e, an-che da capogruppo alla Camera, divoler educare alla democrazia “lagente abituata a guardare e gridarenelle piazze”.Ebbe, infine, un ruolo di grande rile-vo allorché, con Fini agli Esteri, as-sunse l’incarico di Presidente dellaCommissioni Esteri della Camera.Purtroppo, in occasione di una ma-nifestazione di protesta a Roma pro-vocata dalla presenza di Bush, do-vendo arrivare, per tempo, ad unatrasmissione organizzata da L7, te-mendo di giungere in ritardo finse diavere un malore e si fece accompa-gnare da un’ambulanza.La notizia fu naturalmente diffusa, nonammise subito di avere sbagliato el’episodio gli costò una condanna asei mesi per truffa aggravata ai dannidello Stato.L’unica pecca, commessa in funzio-

Gustavo Selva (Imola 10 agosto 1926 - Terni 16 marzo 2015)

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 5Attualità

1859 LEGGE CASATI1877 LEGGE COPPINI1904 LEGGE ORLANDO1923 LEGGE GENTILE1940 LEGGE BOTTAI (Scuola secon-daria inferiore e scuola di avviamento)1962 LEGGE 1859: RIFORMA DEL-LA SCUOLA MEDIA PRIMA LEGGEDELLA REPUBBLICA.1968 LEGGE 444: ISTITUZIONESCUOLA MATERNA STATALE.1973 LEGGE 477 : LEGGE DELEEGARIFORMA SCOLASTICA.1977 LEGGE 517 : INSERIMENTOALUNNI PORTATORI DI HANDICAPNELL A SCUOLA DELL’OBBLIGO.1990 LEGGE 148 : INTRODUZIONEDELLA LINGUA STRANIERA NELLASCUOLA ELEMENTARE.1997 LEGGE : INTRODUZIONE AU-TONOMIA SCOLASTICA.2001 :MODIFICA TITOLO V DELLACOSTITUZIONE.2003 LEGGE 53 : RIFORMA MORAT-TI2004 LEGGE 290 : LEGGE FIORONIDal pennino al computer, dall’istruzio-ne LIBRO E MOSCHETTO FASCISTAPERFETTO, al Ministro Fanfani che nel1962 riconobbe il lavoro degli insegnan-ti e aumentò lo stipendio fino ad allora“da fame”,Da Don Milani con LA LETTERA ADUNA PROFESSORESSA alla ZANZA-RA primo tentativo degli studenti di farsivivi.2015 Disegno di legge “Disposizioni inmateria di autonomia scolastica, offer-ta formativa, assunzioni e formazionedel personale docente,dirigenza scola-stica, edilizia scolastica e semplificazio-ne amministrativa”Cap.1 - La presente legge disciplinal’autonomia delle istituzioni scolasticheanche in relazione alla dotazionefinanziaria,allo scopo di garantire la mas-sima flessibilità, diversificazione, effi-cienza e efficacia del servizio scolasti-co e alla integrazione e miglior utilizzodelle risorse e delle strutture, alla intro-

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Gli ordinamenti scolastici dall'Unità d'Italia al 2010

duzione di tecnologie innovative e alcoordinamento con il contesto territo-riale. In tale ambito, l’istituzione scola-stica effettua la programmazione trien-nale dell’offerta formativa per il poten-ziamento delle competenze degli stu-denti e l’apertura della comunità scola-stica al territorio.Così si presenta il Disegno di LeggeRenzi con 25 articoli che saranno alvaglio del Parlamento.Vorremo ricordare che la comunità sco-lastica si trova anche nelle località dimontagna e nelle piccole isole nelle qualispesso è difficile o comunque faticosoper il personale docente e non docenteraggiungere la scuola ogni mattina.Una particolare attenzione quindi è op-portuna.L’attenzione per questo DLL è grandeperché intorno alla scuola si muovono

Da Casati a Renzi le leggi sulla scuola

le attese dei giovani e dello loro famiglieinsieme a migliaia di docenti.

PS: I dati relativi alle Leggi sono statirilevati da Gli ordinamenti scolastici dal-l'Unità d'Italia al 2010 inseriti nel vo-lume Il Liceo Classico di Livorno.A firma dell’autore sopra indicato.

FRATELLI NERIS.P.A.

LIVORNO - ITALY

Matteo Renzi con il libro "La buona scuola".

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e-mail: [email protected] Attualità

Ambiente, acqua,Gianfranco Merli

La Legge Merli del 1976 è stata uno dei principali pilastri per l’inizio della tutela ambientale

L’ambiente, già definito nell’articolodi gennaio u.s., è divenuto con passa-re del tempo oggetto di specifiche tu-tele, come la legge antismog: n. 615del 1966, sull’inquinamento atmosfe-rico, la legge sull’acqua: n. 319 del1976, nota come Legge Merli e ilD.P.R. 915 del 1982, sui rifiuti, cheattuava il principio del “chi inquinapaga”, introducendo la tassa sui rifiu-ti, comprensiva del servizio di gestio-ne dei rifiuti.Tutte le disposizioni sopra indicatesono disposizioni solistiche che guar-dano a una singola matrice reale, di-sinteressandosi di tutte le altre, senzatener conto che l’Ambiente è uno etutte le matrici sono collegate fra loro,ad esempio le immissioni in atmosfe-ra possono spostarsi da una matriceall’altra matrice, aria o acqua o terra.Sono disposizioni che pertanto man-cano di un approccio sistemico. Tut-tavia furono, per l’epoca, innovativeperché facevano luce su un bene,l’Ambiente, e le sue componenti, ariaacqua, rifiuti, cosi iniziando a gestir-lo.In particolare, negli anni ’80 l’Ambien-te fu oggetto dell’attenzione di un ono-revole livornese che forse proprio acausa della sua inflessibilità e indipen-denza dai poteri “forti e extraparlamen-

tari” e dell’efficace attenzione rivoltaproprio al tema dell’Ambiente, “si gio-cò” (e quindi non ottenne) la sua riele-zione al Parlamento italiano. Quest’uo-mo era l’onorevole Gianfranco Merli,un livornese del ’24 che da giovane cat-tolico ebbe da sempre una propria ideo-logia politica distinta dai modelli fasci-sti, fondò nel dopoguerra la Democra-zia Cristiana a Livorno e da umanista fuil “padre dell’ecologia italiana”, da tuttiriconosciuto come tale. Addirittura, nel1992 alla Conferenza mondiale di Riode Janeiro, detta il “Summit della Ter-ra” sullo stato dell’Ambiente, cui par-teciparono 172 governi, 108 capi di Sta-

Gianfranco Merli(Livorno 1/1/1924 - 21/12/1998)

to (o Governo), 2.400 rappresentantidi ONG (organizzazioni non governa-tive) e 17.000 persone, Merli vide uti-lizzare e sviluppare proprio il suo mot-to delle tre E: “Ecologia, Etica, Econo-mia”, già da lui espresso venti anni pri-ma in Italia, con la sola aggiunta di unulteriore “E”: Energia.Questo era Merli, un rigoroso umani-sta, un politico cattolico, un amante delproprio Ambiente. Ma tornando a ciòche lui iniziò a fare, in Italia, in tema diAmbiente, si deve inziare proprio dallalegge n. 319 del ’76, sull’acqua che,era già l’epoca all’avanguardia. Essa sioccupava non solo dell’acqua ma so-prattutto degli scarichi, fissando duegrandi modelli:1. un modello tabellare, in base al qua-le tutti gli scarichi che venivano in con-tatto con un corpo ricettore, devonorispettare determinate tabelle;2. un modello che prevedeva piani dirisanamento delle acque; con quest’ul-timo si prevedeva che tutte le Regionidovessero censire e classificare corsid’acqua superficiali e dovessero esse-re risanati.Con questa legge a Merli, dunque, nonbastava fissare limiti astratti, ma se-condo lui si doveva gestire anche il con-creto stato del corpo recettore o delcorso d’acqua.Proprio la Legge Merli è uno dei prin-cipali pilastri per l’inizio della tutela am-bientale perché ebbe il merito di approc-ciare il tema dell’acqua e iniziare a ge-stirlo in modo tabellare, schematico.Merli ebbe proprio il merito, pagando-lo caro dal punto di vista politico, diiniziare a gestire l’acqua, che è unodegli elementi essenziali della vita, cheè un bene ambientale e non solo un pe-ricolo da cui difendersi, come venivaconcepito in passato. E, con Merli, perla prima volta in Italia l’acqua diventaoggetto di una normativa organica.

di Cristiana Nanini

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LA PALESTRA DEI TALENTIConcluso il progetto formativo: Allena Il Tuo Talento Per Assicurarti Un Futuro Di Valore

L’interessante percorso di orienta-mento, volto a scoprire il talento deigiovani studenti delle classi IV e Vdegli Istituti Superiori di SecondoGrado di tutta la Provincia di Livor-no, è stato promosso dal Gruppo Gio-vani Imprenditori di CONFINDU-STRIA Livorno, in collaborazionecon l’Ufficio Scolastico Regionale edil Centro Studi della Camera di Com-mercio di Livorno, e si è articolato in6 incontri da novembre a marzo, dicui 4 dedicati agli studenti e 2 ai loroinsegnanti.Hanno aperto i lavori il Dirigente del-l’Ufficio Scolastico Regionale per laToscana nell’ambito territoriale dellaprovincia di Livorno, dott. Luigi Se-bastiani, ed il Presidente di Confin-dustria Livorno, dott. Alberto Ricci,che hanno sottoscritto un protocollod’intesa.“Da sempre, come Confindustria, so-steniamo la necessità di dedicareun’attenzione e un impegno costantiall’educazione e alla formazione dellenuove generazioni” - afferma il Pre-sidente Ricci - “Il protocollo ha il finedi favorire proprio una continuativa ereciproca collaborazione, sempre piùstretta e proficua, tra le scuole e il si-stema produttivo del territorio e diconferire continuità alle iniziative di al-ternanza con le scuole del territorio e

le aziende livornesi. Divulgare la cul-tura d’impresa ed i valori delle capa-cità e del merito è la strada per poteraffermare la qualità in modo diffuso.”Ha plaudito al progetto il DirigenteScolastico, dott. Sebastiani, che harilevato il valore unico di un’iniziativaincentrata sul prezioso futuro dei gio-vani, sottolineando il valore impre-scindibile della formazione continua,come unico strumento per emergere.“Siate curiosi. Non c’è cosa peggio-re dell’indifferenza. Ponete le vostreidee al centro e difendetele sempre”:questo è il messaggio di augurio e diincitamento che il dott. Sebastiani ha

voluto lasciare agli studenti presenti aconclusione dell’intensa mattinata.Dopo i saluti istituzionali di SaverioEvangelista, Presidente del GruppoGiovani Imprenditori, il Centro Studidella Camera di Commercio di Livor-no, ASPIC, Scuola Superiore Euro-pea di Counseling professionale eWayOut Consulting, azienda specia-lizzata nella consulenza per il miglio-ramento delle persone in azienda, han-no illustrato, rispettivamente, i datiemersi dalle quattro giornate dedica-te agli studenti e delle due giornatededicate agli insegnanti.“Siamo molto soddisfatti della riusci-ta dell’iniziativa.” ha commentato Sa-verio Evangelista Numerose scuolehanno aderito a “LA PALESTRA DEITALENTI”, dimostrando quanto sianecessario offrire a studenti ed inse-gnanti un’occasione per conoscere piùda vicino il mondo dell’impresa e peravere indicazioni utili sulle scelte for-mative che possono favorire il suc-cessivo inserimento professionale.Ringraziamo tutti i soggetti che sonointervenuti e ci hanno aiutato a ren-dere possibile questo percorso di

La Sala Ferretti della Fortezza Vecchia del Porto di Livorno durante ilprogetto formativo “LA PALESTRA DEI TALENTI”,

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e-mail: [email protected] Cinguettare

- L’ultimo rapporto “Noi Italia” del-l’Istat ci descrive scientificamente comesiamo noi italiani, con 100 dati statistici, inbase ad una serie di indicatori economici eculturali, sul mercato del lavoro, delle con-dizioni delle famiglie (1 su 4 povera!), del-l’istruzione, della sanità, dell’immigrazionee di altre macro-voci per un totale di 19 areetematiche. I dati sulla povertà presentatidall Istat sono confermati anche dal rap-porto Caritas uscito contemporaneamente,che evidenzia un aumento dei poveri cheha raggiunto una situazione preoccupante(nella nostra Europa 1 persona su 4 è pove-ra!).Inoltre questi dati sono rafforzati da quelloche ci riferiscono direttamene coloro cheoperano nel campo del sociale ogni giorno:ascoltando le persone e offrendo loro an-che aiuto concreto testimoniano l’aumen-to della povertà delle famiglie, di una disoc-cupazione “patologica” e di una strutturafamiliare sempre più unipersonale (abbia-mo raggiunto il 31,2%!) dal momento chela popolazione è sempre più vecchia e sem-pre più frammentata.Ci sono sempre più poveri che vivono nellenostre città, più persone che hanno diffi-coltà a far fronte ai bisogni primari e sem-pre meno azioni incisive da parte di unapolitica “fragile” che non riesce a dare ripo-ste concrete con politiche sociali serie a fron-te di una situazione allarmante. Ora chesono stati ufficialmente diffusi anche i datiscientifici almeno si abbia il coraggio di nonperdere tempo e di attivare ogni possibiledialogo con coloro che operano nel socialeper non lasciare donne, uomini, bambini eanziani, famiglie intere senza un pasto esenza un tetto. E’ urgente innescare ogniazione di “buona volontà” e avere il corag-gio di dire che da sola la politica “fragile”non va da nessuna parte. Da sola rischia diportare le nostre vite nella “globalizzazionedell’indifferenza” e perdersi in azioni secon-darie a discapito di quelle primarie.E “Noi Italia” abbiamo bisogno vero di unaarchitettura dello Stato che, come direbbeLa Pira, dovrebbe effettivamente favorire egarantire “a tutti il lavoro, a tutti il pane, atutti il minimo vitale, a tutti questo punto dipartenza”. “Quando abbiamo fatto tutto ilpossibile perché tutti siano in qualche modoelevati, il compito è esaurito: ma questo mi-nimo è indispensabile”.

- Vinitaly a Verona, la più grande rasse-

Cinguettaredi Luca Lischi

gna del vino giunta alla 49 edizione, è stataun successo per le aziende vitivinicole delnostro territorio che hanno confermatoquanto il vino della provincia di Livorno siaun permanente riferimento nel mondo viti-vinicolo mondiale. Non solo con Bolgherima anche con la Val di Cornia, Bibbona e leisole Elba e Capraia. Una cinquantina i pro-duttori presenti, tra cui moltissime aziendepiccole e piccolissime, con alla guida fami-glie di giovani che hanno scelto il vino comeloro professione.Oltre agli affermati nomi tra i quali Campoalla Sughera, con uno stand innovativo ri-volto ad un pubblico giovane, erano pre-senti Tua Rita, Michele Satta, Grattamac-co, Gualdo del Re e i consolidati o emer-genti tra i quali Bulichella, Fortulla, Forna-celle, Casa di Terra, Chiappini, La Piana,Mola, Poggio alle Querce, La Cipriana, Fer-rari Iris e figli, Terre del Marchesato, Sapa-io, La Cerretella, Leopoldo I di Toscana,Poggio Rosso, Sant’Agnese e San Luigi. Èsignificativo sottolineare che i grandi im-prenditori del vino hanno reso il territorioun luogo di produzione ma anche di richia-mo internazionale grazie alle loro cantine eaziende di prestigio, come ad esempio lefamiglie Muratori e Moretti a Suvereto, Ber-luccchi e Allegrini a Bolgheri. Lo spazio ètiranno e il cinguettare non lo consente, pergli interessati e i curiosi del vino vi riman-diamo al sito www.lastradadelvino.com.

- Un grande successo al Vinitaly lo haavuto la Regione Liguria, con uno standaccogliente e attrattivo, con un layout lu-minoso, “pulito” e con pochi fronzoli, ca-pace di valorizzare i vini “eroici” di un terri-torio piccolissimo ma comunque genero-so, tra cui il vermentino, un vino che uni-sce (per i numerosi progetti europei, quali

Vermentino a tavola, Park Food e Wine eFood) la Liguria con Livorno. Nei quattrogiorni di apertura al banco assaggi, i som-meliers dell’Ais, hanno servito oltre 20 miladegustazioni e hanno avuto molto succes-so “le degustazioni guidate” presentate inuna accogliente sala al primo piano della “tor-re liguria”, capace di erigersi solitaria e visi-bilissima nel padiglione 12. Gli organizza-tori, tra cui l’Enoteca regionale con il suopresidente Federico Ricci, hanno avutoanche la capacità di favorire il confrontocon altre regioni “eroiche” come la Valled’Aosta, che ha portato ad una degustazio-ne, che rimarrà memorabile, di tre vini ri-gorosamente bianchi . L’intero modello li-gure è da prendere come esempio per il no-stro territorio per fare più squadra e pre-sentarsi così in modo più organico per con-solidare un “marchio” che rafforzi la To-scana costiera.

- “Le città hanno un’anima” è stato iltema del convegno internazionale tenutosia Livorno e promosso dalla Comunità diSant’Egidio che ha raccolto testimoni au-torevoli dalle città del mediterraneo. Il con-vegno è stato aperto dal professor Riccardiil quale ha affermato che “il nostro futurodeve essere un futuro mediterraneo”.Bisogna costruire rotte dell’anima, (nonsono sufficienti solo le rotte dei commerci,rotte di trafficanti di esseri umani) perchétutte le nostre città hanno un’anima, anchequesto nostro mediterraneo ha un’anima eproprio perché le nostre città hanno un’ani-ma devono piangere sulle tante e troppemorti degli sbarchi. Ecco che il convegnorappresenta un momento di riflessione im-portante; infatti siamo di fronte ad un labo-ratorio di “ amicizia del mediterraneo” chericerca linguaggi e confronti profondi, ne-cessari per comprendere la complessità delpresente. Occorre ricordare che i rifugiatie gli sbarchi che avvengono nel sud del me-diterraneo sono un sintomo di guerra! “Diovive nelle città”, come dice Papa France-sco, le nostre città mediterranee sono luo-ghi di vita, dobbiamo creare una sensibilitàcomune mediterranea. Costruiamo alloraluoghi di incontro, come questo, per ap-profondire e ribadire che il mediterraneo haun’anima di dialogo interreligioso, che rap-presenta una grande chiave per ridare ani-ma alle nostre città, e Livorno rappresentaun emblema. “E’ nell’anima umana chebisogna trovare l’immagine del creatore”(Sant’Agostino).

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 9 Spigolature

C'è babbo e babbo!La signora Maria Romana De Gasperi,una delle quattro figlie del Grande Stati-sta, nel corso degli incontri organizzatidal circolo il Centro, nelle varie localitàdel paese (Castiglioncello - Piombino -Bastia Umbra - Montecatini Terme -Volterra) a cui l'anziana ma lucidissimasignora ha partecipato, nel corso deisuoi seguitissimi interventi sui rapporticon il Padre (ricopriva l'incarico di se-gretaria quando De Gasperi era presi-dente del consiglio), ci raccontava, tra itanti, un episodio che colpiva semprel'attenzione dei presenti e ne provocavaun irrefrenabile, spontaneo applauso.Quando arrivava il Natale, la loro casaera inondata da tantissimi omaggi: il pa-dre aveva avvertito le figlie che l'aper-tura doveva avvenire in sua presenza.Veniva fatta una rigida selezione: i rega-li, all'apparenza costosi, venivano im-mediatamente respinti e restituti ai do-natori: "questi oggetti - dichiarava il bab-bo - sono costosi e le nostre condizionieconomiche non ci consentono di re-plicare con omaggi di analogo valore".Si tenevano solo quelli più semplici ,inviati, molto spesso, da comuni citta-dini.Esattamente quanto avrebbe dovutoimporre l'ex ministro delle infrastruttu-re Lupi al figlio, che aveva ricevuto indono,al momento del conseguimentodella laurea in ingegneria, un costosis-simo orologio Rolex!!!

Ma cosa ci faceva Contea Fiorentina-Roma?In occasione dell'incontro valida per

l'Europe League svoltosi recentementea Firenze e conclusasi con un pareggio1-1, era presente in tribuna anche il com-missario tecnico della nazionale azzurraAntonio Conte.Ebbene, dopo l'infortunio di De Rossi -romanista - uscito per infortunio al 10'del primo tempo, le due squadre pre-sentavano 22 giocatori provenienti dapaesi esteri.Siamo curiosi di sapere quali utili valu-tazioni abbia potuto acquisire da quelnobile consesso il nostro valido com-missario tecnico.E questa amara considerazione la dicelunga sulla crisi infinita del nostro cal-cio!

Nessuna volontàdissacrante!Però qualche perplessita ci sia consen-tita nell'apprendere che a Cardinali - illongevo direttivo del Vernacoliere - è sta-ta assegnata la "Canaviglia", una dei piùprestigiosi riconoscimenti della città diLivorno.La cosa che ci ha un po' sorpreso è ladichiarazione che il direttore del notis-

Spigol

ature

simo best-seller (si dice così?), ha rila-sciato alla stampa: "si deve solo ed esclu-sivamente al Sindaco Nogarin perché siadempisse questo piacevole evento".E già, proprio così: però si dà il casoche quando io vado fuori di Livorno - aFirenze, a Roma o altra località - unavolta riconosciuto il mio accento labro-nico mi è capitato di essere, simpatica-mente aggredito con tre battute molteindicative: "Livorno è conosciuto soloper il Vernacoliere, i Falsi di Modiglia-ni ed ora anche per il Sindaco 5stelleNogarin".Dobbiamo contentarci di quello che pas-sa il convento.

Ha fatto scandalo!Noi di Livorno vogliamo sempre distin-guerci. E' il caso dell'avventurosa vota-zione in consiglio comunale per l'appro-vazione della variante al piano generaledel porto di Livorno: argomento su cuisi sono sbizzarriti gli organi di informa-zione.Alla fine era indispensabile l'approvazioneper non mettere seriamente in discus-sione l'ultima concreta possibilità che lacittà ed il suo porto avevano per evitareil default definitivo.Dopo polemiche e scontri accesissimiche hanno visto in primo piano il Sinda-co Nogarin ed suoi consiglieri, si è arri-vati, quasi in articulo mortis, all'appro-vazione, avvenuta però in modo moltostrano.In effetti, il provvedimento è stato ap-provato attraverso il combinato del votofavorevole di tutte le opposizioni el'astensione del gruppo di maggioranza,quello appunto dei 5stelle.

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e-mail: [email protected] Livorno

Di fronte ad un quadro dell'economia li-vornese sempre più grigio e quindi den-so di preoccupazioni per il futuro di unacittà in crisi, ogni tanto si accende unaluce rassicurante che riesce, in parte, asquarciare la profontidà delle nubi.Vogliano brevemente parlare della Neri-Group a cui, abbiamo voluto riservare l'ul-tima pagina a colori di questo numero deIl Centro.A Piero Neri, indiscusso leader, del Grup-po ci lega un'antica amicizia ed una sti-ma grandissima per cui non possono cer-tamente sorprenderci i successi, di altolivello, conseguiti in questi ultimi tempi.In proposito, nel caso della Neri-Grouppossiamo utilizzare un termine spagno-lesco che, normalmente si cita quandouna squadra di calcio conquista scudet-to, coppa nazionale e champion league,appunto la "triplete".Nel breve volgere di pochi giorni tresono stati i successi conseguiti dal-l'azienda livornese.La nascita della società formata dall'ac-coppiata Neri-Negri con il quartiere ge-nerale a Livorno nella sede delle attivitàdella famiglia Neri e che si chiamerà "NgInvestimenti". Una metà delle quote saràin mano al Neri Group, che esprime il pre-sidente con Piero Neri. L'altra metà ap-parterrà al Gruppo Investimenti Portuali(GIP), una cordata genovese che avràcome amministratore delegato Luigi Ne-gri.Entrambi i due gruppi hanno alle spalle110 anni di storia con radici profondenel settore dei rimorchiatori (non solo aLivorno) nella tutela dell'ambiente (tra-mite Labromare e Castalia), nei recuperimarini, nel terminal (con Sinterman), nel-

la sicurezza in mare (off-shore OLT) enello stoccaggio di prodotti chimici epetrolchimici (Doc-Toscopetrol-Depo-siti Costieri del Tirreno).Proprio i due gruppi privati (Neri e Ne-gri) sono entrati nella CILP.La Cilp, braccio imprenditoriale dellastorica Compagnia Portuale, presiedu-ta da Enzo Raugei, resterà per metà in

La ‘triplete’ del Gruppo Neri

FRATELLI NERIS.P.A.

LIVORNO - ITALY

(Luca Lischi) “Il porto di Piombino tra sto-ria e sviluppo futuro: è il titolo del volumepresentato il 25 marzo nella sala consiliaredel Comune di Piombino da Luciano Guer-rieri, Commissario straordinario dell’Auto-rità Portuale di Piombino e dell’Elba, insie-me al Sindaco Giuliani, all’assessore Pelle-grini e al prof. Petralia.Un testo a più voci, con competenze spe-cialistiche di molti collaboratori, tra cui Olim-pia Vaccari, Maurizio Bettini e Claudio Ca-puano (intervenuto nell’occasione con unadettagliata e brillante relazione su “l’ammi-nistrazione del porto di Piombino”), chemette in luce il valore della portualità sudiversi aspetti che vanno da quello storicoarcheologico, storico artistico, storico eco-

mano ai portuali e per l'altra metà va allasocietà costituita dal duo Neri-Negri (que-st'ultima a Livorno controlla già il termi-nal contenitori Tdt).La terza stella che illumina la Neri-Groupriguarda il recupero da parte della flottaNeri della navicella spaziale lanciata dal-l'ESA nella Guayana Francese.Il mega-rimorchiatore della Neri-Group èrientrato nei giorni scorsi in porto con abordo sia il modulo IXV (Intermediate Ex-sperimental Vehicle dell'ESA) sia tutto ilmateriale di supporto che è servito a mo-nitorare il volo e determinare l'ammarag-gio.Ecco in sintesi spiegata ai nostri lettori"la fantastica triplete della Neri-Group".E il nostro ricordo corre veloce pure ver-so il nonno Tito, un personaggio irran-giungibile ed indimenticabile nella storiadella città labronica anche se, il nipote Pie-ro, ne sta prepontemente seguendo le trac-ce.

Nel breve volgere di pochi giorni tre sono state le perle dell'azienda livornese

Piero Neri

nomico, fino ad una panoramica dettagliata suldinamismo attuale del Porto di Piombino e sullesue prospettive future.Un lavoro (Pacini editore) che fa parte dellacollana del Centro Studi Storici Mediterraneidell’Università di Pisa, intitolato a Marco Tan-gheroni e che rappresenta una ricchezza cultu-rale importante per il territorio di Piombino enon solo.La qualità dei testi, arricchiti da una vasta docu-mentazione fotografica invogliano, anche il let-tore meno interessato a navigare tra le ricchepagine con curiosità e a desiderare di approfon-dire la conoscenza di un ambito che rappresentail fondamento dell’identità di un territorio e del-la sua gente.Guerrieri ha evidenziato che “la cultura maritti-ma, portuale ed industriale di Piombino costi-tuiscono un patrimonio sociale da trasmettereanche alle future generazioni”.Questo testo può, senza alcun dubbio, essereun viatico di conoscenza per tutti ed in partico-lare sarà bene che i giovani studenti ne possanoapprendere il ricco contenuto. Questo è un la-voro che non può restare chiuso nelle bibliote-che o tra gli “addetti ai lavori”.Auspichiamo che gli insegnanti sappiano attin-gere dal cospicuo contenuto di questo volumeper aiutare i nostri giovani a conoscere le poten-zialità e ricchezze del Porto di Piombino e delsuo territorio. Ad apprezzare con maggior vigo-re e fierezza una terra unica e generosa, che que-sto libro, a più voci, ha saputo giustamentemettere in luce.

PORTO DI PIOMBINO

Un timoneper lo

sviluppofuturo

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 11Livorno

POVERA LIVORNO!Secondo una ricerca “Il Corriere dellaSera” ha di recente pubblicato i ri-sultati, con grande evidenza, dedican-do una delle pagine centrali al pro-blema della integrazione sociale (ti-tolo a tutta pagina): “Le banlieud’Italia” , Livorno, tra i 116 capo-luoghi di provincia in Italia, è in testaalla classifica della”precarietà socia-le”, quella dei Comuni italiani dovel’integrazione è più difficile.E’ solo l’ultimo, clamoroso dato diconferma di un degrado che procedesempre più velocemente, come su unpiano inclinato, verso il basso e cheha visto accumularsi, negli ultimi anni,una lunga lista di primati negativi perla nostra città: prima nella classificadella disoccupazione giovanile nelleregioni del Centro e Nord Italia, pri-ma per tasso di disoccupazione (eultima per percentuale di occupati)nelle Regione Toscana, la nostra re-gione, nella quale siamo ultimi perqualità dei servizi sanitari, primi pertasso di abbandono scolastico e ulti-mi per percentuale di laureati, non-ché primi per tasso di invecchiamen-to dei residenti (dato su cui influisce ilfenomeno, ancora non studiato, dellamassiccia emigrazione dei giovaniverso altre città. Non parliamo di datidi carattere economico, quali i depo-siti e le sofferenza bancari. Non cisono statistiche aggiornate sulla con-trazione del commercio, ma il grannumero di chiusure di attività testimo-niate dalle saracinesche abbassate,parla da solo. Pericolosi gli indicatorirelativi a fenomeni di degrado socia-le, quali le tossicodipendenze, l’usu-ra, la microcriminalità, comprese ris-se ed episodi di violenza, la penetra-

Secondo una recente indagine pubblicata su Il Corriere della Sera

di Claudio Fronterazione della criminalità organizzata(sensibile in alcuni Comuni della pro-vincia) tutti tra i più alti della Tosca-na. In ultimo sembra confermarsi ildrammatico dubbio di un altro anco-ra più triste primato, stando ai datipubblicati da Medicina Democratica,relativi all’incidenza dei tumori, comeconferma di fenomeni rilevanti di in-quinamento ambientale.Da tempo in molti parlano dell’urgen-za di un salto di qualità, di un guizzo,di un sussulto (o, secondo il lessicoregionale, di un soprassalto) che scuo-ta Livorno dalla deriva che ha imboc-cato, ma senza che se ne veda l’ini-zio. Il mondo politico, ma non di menola società civile e le organizzazionisociali livornesi non sembrano daretangibili segni di vita in questa dire-zione e si cullano nella autocommise-razione per “la crisi”, che però nonsembra affatto aver colpito dapper-tutto così pesantemente. C’è il rischioora che subenti la rassegnazione eanche un altro più grave rischio: cheLivorno venga percepita, anche inToscana (come già si comincia ad av-vertire), come una palla al piede, unpeso morto: lo conferma la scelta re-gionale e nazionale (purtroppo invo-cata e condivisa a livello locale, contanta miopia), di dare a Livorno lapatente di “Area di crisi complessa”,utile ad accedere a qualche aiuto diStato, ma portatrice di un marchionon certo qualificante per favorire in-vestimenti privati, né per incoraggia-re la volontà di ripresa. Inoltre, an-che a livello di immagine, Livorno ri-schia di essere percepita, in futuro,come un ghetto (una città che non hamai avuto un ghetto al proprio inter-no, pur ospitando tante comunità di-verse, si può trovare ad essere vista

come un unico “ghetto” !!), sul qualescaricare attività e servizi che nessu-no vuole sul proprio territorio.Se ci chiediamo quali siano le cause diquesto declino, apriamo un capitolo chepuò spaziare molto ampiamente e ri-salire alle origini della città, alla sua sto-ria, alla composizione sociale della suacittadinanza, così come appunto la sto-ria l’ha determinata Si può discuteredelle sua caratteristiche culturali e. dellesua cattive abitudini e così via. Il temadella “livornesità”, del resto, è notoria-mente straricco di spunti.La domanda da farsi, tuttavia, do-vrebbe essere un’altra: perché Livor-no, nonostante tutti i suoi limiti e i suoipunti deboli, dalla sua fondazione finoall’inizio degli anni Duemila è sempreandata avanti, persino nonostante laguerra che l’aveva distrutta in buonaparte (ben più di quasi tutte le altrecittà italiane)? Perché Livorno ha sem-pre migliorato le sue condizioni e soloda poco ha cominciato a regredire?Se è stata governata, per esempio, persettant’anni di seguito dalla sinistra, èperché la sinistra ha saputo per settedecenni, far progredire la città. Il suoporto è stato, solo una quarantina dianni fa, il primo del Mediterraneo pertraffico di container e oggi se la devevedere con Civitavecchia, La Speziae Piombino, tutti porti che quarantaanni fa avevano un traffico commer-ciale trascurabile. Le sue scuole del-l’infanzia e i nidi contendevano a Reg-gio Emilia il primato nazionale dellaqualità del servizio educativo (che ac-cendeva l’interesse dei ricercatori sve-desi e americani). Fioriva il commer-cio, che attirava clienti da tutta la To-scana. Qui sorgeva (e funzionava apieno regime) la più grande sala ci-nematografica d’Italia. E si potrebbecontinuare, ma non ce n’è bisogno,perche basta la logica per capire che

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e-mail: [email protected] Livorno

Senza voler mescolare inutilmente il sa-cro e il profano è una felice coincidenzache, come se fosse un regalo di Pasqua,quello che fino adesso erano promesse difinanziamenti statali siano diventate stan-ziamenti… il regalo del prossimo Natalepotrebbe essere vedere le gare per l’affi-damento dei lavori che si concludano,senza ricorsi al Tar, impuntature, polemi-che sterili, e i cantieri che si aprono.In questa città, dove con la conclusionedelle opere PIUSS cofinanziate con i fon-di della Comunità europea cioè il Polo del-la Logistica alla Dogana d’acqua e a quel-lo per la robotica all’ex Scoglio della regi-na (ma si tratta d’iniziative prese primadel 2010) non c’è uno straccio di operapubblica in costruzione e poche anchequelle private, non sarebbe davvero poco.Che finalmente Livorno rischi di rinasce-re?Nel numero del mese scorso abbiamo ri-ferito dei finanziamenti stanziati dalla re-gione Toscana, di cui proprio l’assessoreSimoncini di ritorno dal Consiglio ci ave-va dato nell’incontro presso la nostra sedeil 2 Marzo; Il 2 aprile si è invece definitol’impegno del governo sulla Darsena To-scana (50 milioni), sullo scavalco ferro-viario (5 milioni) e sugli sgravi fiscali pra-ticabili a nuove iniziative industriali (10 mi-lioni).Non più di una settimana fa l’accordo traimprenditori livornesi (Neri), genovesi(Negri) e Compagnia Portuali non solo ri-lancia una presenza, quella della CILP, tra-dizionale e strategica nel nostro portomessa in forse dalle molte traversie, fi-nanziarie ma non solo, di questi ultimianni, ma segnala un clima di collabora-zione fino ad oggi non comune tra gli im-prenditori portuali.Due settimane orsono è stato finalmentecompletata l’approvazione del piano Re-golatore della Porto (ultima edizione data-ta 1955… c’erano ancora i vapori che an-davano a carbone!).

L’ultimo passaggio è stato il più difficile:si trattava di approvare la variante al Pia-no Strutturale da parte del Comune di Li-vorno e il sindaco lamentava che fossestato redatto dall’Amministrazione prece-dente, quando lui non era stato ancoraeletto (sic!).Ha vinto il buon senso, anche se la mag-gioranza pentastellata si è quasi totalmen-te astenuta, il provvedimento è passatocon il voto del sindaco e dell’opposizio-ne.Meno male, visto che c’erano voluti ses-santa anni per decidersi…. se si dovevaricominciare, si stava freschi! Vogliamoessere ottimisti. Questi soldi possono es-sere il volano, chiaramente insieme conuna situazione economica che pur sten-tatamente riprende, per riportare lavoro einiziative e integrando finalmente il retroporto con l’interporto.Tutti contenti allora? Non tutti sonougualmente ottimisti: leggo di un appellodi un’associazione rivolto al commissa-rio contro la corruzione e a un’altra man-ciata di autorità che preventivamente chie-de che si vigili molto attentamente sulleopere future che rischiano di essere sot-toposte a fenomeni corruttivi, sulla no-

PASQUA DI RESURREZIONERisorgerà anche Livorno?

di Franco Spugnesi

mina del prossimo presidente dell’Auto-rità Portuale, che si teme manchi dei re-quisiti previsti, sulla privatizzazione diPorto Livorno 2000 (crociere), perchépotrebbe essere svenduta.Si vede che non siamo abituati a fare lecose, ma solo a parlarne. E’ bello e asso-lutamente necessario vigilare, ma la cul-tura del sospetto ad ogni costo rischia dibloccare ogni iniziativa anche la più tra-sparente.Abbiamo invece bisogno di una burocra-zia amichevole e di un’amministrazioneintraprendente. In effetti “i cittadini” del-la Giunta e del Consiglio Comunale han-no eventualmente brillato in senso con-trario.Alla necessaria prudenza dei primi mesinon è seguito un vero programma d’in-terventi forse per mancanza di risorse,ma c’è il timore che tale mancanza siestenda anche alle idee, alla competenza,al coraggio di scegliere una linea politicache vada oltre ai “NO” e all’intenzione didistinguersi dal passato.Nulla di male c’è tempo di rimediare diapprofondire, di lavorare. Livorno che alzala testa vuole risorgere…diamoli tutti unamano.

Una foto del porto di Livorno negli anni Cinquanta.

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Una riflessione sulla Demo-crazia Cristiana è molto sti-molante ed affascinante, manon è cosa semplice né faci-le. Il fenomeno della demo-crazia cristiana, inteso comeattività politica organizzatadei cattolici, inoltre non cor-risponde al periodo dellaDemocrazia Cristiana, inte-sa come formazione politicache ha caratterizzato il gover-no della repubblica nei suoiprimi cinquant’anni. I pro-dromi sono molto preceden-ti, ma per brevità, ahimé, litralasceremo, concentrando-ci solo su quei cinquant’annicorrispondenti alla vita del-l’organizzazione politica nellaRepubblica.In questo periodo, fino al1989, la DC ha avuto gran-di meriti. Tuttavia l’attuale si-tuazione politica in cui versail Paese, ormai da troppotempo, con quel senso di fa-stidio o di repulsione che lapolitica provoca, pone qual-che interrogativo. E’ come sefosse intervenuta una cesuracon il passato, con quella sta-gione di appassionata mili-tanza politica. Come una

questione irrisolta. Un pro-blema non affrontato.

La Costituzione. Il primogrande merito della Demo-crazia Cristiana, per dirlocon le parole di Aldo Moro,è quello di aver costruito“una casa nella quale tutti siritrovassero ad abitare”.Questo ha significato tenereunita una famiglia, il popoloitaliano, in un unico edificio,la Costituzione Repubblica-na, in una vita di democra-

zia progressiva, che per dir-la sempre con i pensieri diAldo Moro, comprendevanella sua “formula di convi-venza”, non una tavola divalori dogmatici, ma ogni for-ma di socialità convivente, inuna forma di autonomia in-dividuale e collettiva , che sisviluppava e cresceva con imutamenti sociali e storiciche in quei cinquant’anni distoria repubblicana sono in-tervenuti in Italia e nel mon-do.

Dico questo con tutta la sa-cralità che la Costituzionemerita, non nascondendomituttavia, la costruzione allo-ra necessitata di alcuni isti-tuti particolari e molto dome-stici, come l’ordinamentogiudiziario totalmente svin-colato dalla sovranità popo-lare, la limitatezza dei poteridel premier e del governo, ilbicameralismo perfetto, laprevisione delle Regioni, tut-te questioni che avevano piùa che fare con la difesa dallapotenzialità politica dell’av-versario, che con il bilancia-mento dei poteri dello Sta-to. Quella che fu chiamata aposteriori la Sindrome del 18aprile. Non casualmente laproposta di Calamandrei sul-la Repubblica Presidenzialenon trovò seguito e non acaso de Gasperi ai Costi-tuenti Democristiani, riuniti inun Convento, impose di riti-rare tutte le proposte di raf-forzamento dei poteri del-l’esecutivo che avevano ela-borato.Oggi si stanno finalmente re-alizzando riforme correttive,necessarie, ma purtroppo

Una riflessionesulla DC

di Antonio Melani

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non costruite, come allora,con il concorso di tutti. Mad’altra parte allora c’eranoDe Gasperi, Nenni e To-gliatti, oggi Renzi, Berlusconie Nencini, non sembranoeguagliarli….

Il Centrismo. La ricostru-zione dopo il Fascismo,dopo la Seconda GuerraMondiale e dopo la GuerraCivile Italiana: il grande me-rito della Democrazia Cri-stiana di De Gasperi. Il gran-de balzo di De Gasperi duraotto anni, fino al 1953, quan-do per pochi voti non cogliel’obiettivo che il centrismo siera dato con la legge mag-gioritaria, e gli succede ungoverno verso una transizio-ne accidentata, guidato dal-l’onorevole Pella.Tuttavia questi sono gli annifondamentali in cui con for-za e determinazione De Ga-speri, pur nel solco dellacasa comune sopraindicata,àncora l’Italia a tre forti at-tracchi:l’atlantismo, il riconoscimen-to dell’amicizia anglo-ame-ricana, sia per il contributomondiale contro i totalitari-smi, sia come modello di in-terscambio economico e dicrescita culturale;l’europeismo, come stradamaestra per assicurare lapace tra la Francia e la Ger-mania, garanzia questa dipace nel continente e i trat-tati per la costruzione delmercato comune europeosono alla base di tutto il per-corso verso l’Europa Unita,e fu davvero molto amareg-giato De Gasperi, ormai mo-rente, quando fu avvisato

che la Francia, pur avendolachiesta, aveva fatto fallire iltrattato sulla Comunità Euro-pea di Difesa nel 1954; maquesto ben testimonia, quan-to quella DC e De Gasperiin particolare, fossero “avan-ti” sui tempi, in Italia e in Eu-ropa;la crescita economica nondisgiunta dalla giustizia socia-le, vengono rilanciati in chia-ve democratica, anche gliistituti che il fascismo avevacostruito tipo l’IRI e l’ENI,si utilizzano gli uomini miglioricome Donato Menichellaalla Banca d’Italia, viene av-viata finalmente la riformaagraria, cito, emblematica-mente, la battaglia vinta“contro” i sassi di Matera,anche se fu poco compresodai diretti beneficiati.Tutto questo senza mai rinun-ciare ad una forte autonomiapolitica sia nella conduzionedella Democrazia Cristiana,sia negli interessi del Paese.Ricorderò due episodi a que-sto proposito, il sostegno aMattei, che mutò la traietto-

ria dalla liquidazione dell’ENIal suo rilancio internaziona-le, vincendo le resistenzeamericane e della destra ita-liana i cui maggiori opposi-tori furono la Confindustria el’onorevole Giovanni Mala-godi, leader dei liberali ita-liani e la divaricazione conPio XII sulle alleanze per leamministrative del Comune diRoma.L’esperienza centrista perDe Gasperi era formula po-litica di governo e barrieracontro l’illiberalità. La stes-sa battaglia per la legge elet-torale maggioritaria, deve es-sere letta alla luce di renderela Democrazia Cristiana au-tonoma dalla pericolosa ne-cessità di avere bisogno deivoti della destra.La battaglia fu persa, ma ifatti della storia si incarica-rono di non renderla più ne-cessaria, e dopo i fatti di Un-gheria e il congresso di Ve-nezia del PSI, con la rotturatra il socialismo italiano e ilcomunismo, si potè aprire asinistra una stagione di col-laborazione che rese tranquil-lo il fronte destro e allontanòla paura sul fronte sinistro.E’ il fronte sinistro il centrodella politica democristiana;già ai tempi di De Gasperi siriferiva, attribuendola a lui, lafrase “la DC è un partitodi centro, con lo sguardoa sinistra” ed è sempre ver-so sinistra l’evolversi dellasocietà italiana e per dirla conle parole di Amintore Fanfa-ni, , “…ci schieriamo a si-nistra perché è qui il pe-ricolo; i cattolici ci so-stengano, i poveri ci se-guano e Dio ci illumini!”,

così concluse l’intervento nelquale apriva il centro-sinistranel 1962.

L’incontro con i socialisti èda segnalare, intanto perchésul piano dei valori tradizio-nali e popolari certamente laDemocrazia Cristianaavrebbe avuto più sintoniacon i comunisti, (vorrei ricor-dare tre significativi episodi,il contributo di Togliatti al-l’articolo sette della Costitu-zione, il prototipo di donnacasta che Berlinguer fa diMaria Goretti, la riluttanzadel PCI a scendere in cam-po a difendere la legge suldivorzio), ma due questioniimpedivano ancora l’incon-tro con il PCI. La prima, in-superabile, la cristallizzazio-ne dei rapporti internazionalidei comunisti, ancora alloratotalmente legati all’UnioneSovietica (Togliatti fu il pri-mo a gioire del fallimentodella Comunità Europea diDifesa, che tanto amareggiòDe Gasperi, e ne era avver-sario in quanto difensore diMosca). L’altra, più dome-stica, riguardava invece il ri-

Alcide De Gasperi

Amintore Fanfani

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it III Livorno

tardo sull’eleborazione dipolitica economica che inquegli anni ancora interessa-va il PCI, che solo verso lafine degli anni sessanta co-minciò ad aggiornare il suolinguaggio economico. I so-cialisti invece, dopo la rot-tura del fronte popolare, af-francatisi dall’Unione Sovie-tica e dal PCI, avevano ela-borato strategie economichemoderne, molto compatibilicon il popolarismo democri-stiano.Il Centro Sinistra di AldoMoro, fortemente avversa-to all’interno e sul piano in-ternazionale, cambiò il pae-se. Fu in questi anni che sicostruì, sotto impulso di Fan-fani, l’Intersind, che raggrup-pando tutte le industrie diStato, le sottraeva dal pote-re di ricatto di Confindustriae della destra italiana, assi-curando così, finalmente allademocrazia dei partiti, in pri-mis alla Democrazia Cristia-na, contributi finanziari cheerano venuti a mancare siasul piano interno che inter-nazionale, per la scelta a si-nistra. Qui si deve segnalareche, contrariamente, all’ideache aveva propugnato DeGasperi di un partito legge-ro, più delle opinioni dei cat-tolici che non di organizza-zione politica, aveva ormaiprevalso un capillare e co-stoso apparato territoriale intutto il Paese. Questo nongovernato avrà conseguen-ze nefaste nei decenni suc-cessivi.Tuttavia il Centro Sinistraandò come un treno, e an-che se naturalmente non co-struì l’Eldorado, spinse l’ac-

celleratore sulle nazionaliz-zazioni, sulla metanizzazione,riformò il sistema sanitario,le normative del lavoro, co-struì il più grande imprendi-tore statale di tutto l’occi-dente.In un pensiero, l’incontrocon i socialisti cambiò il Pa-ese, e la sua cultura.Poi, sempre un po’ corren-do, l’incontro con i comuni-sti. Gli anni erano passati eanche il PCI era mutato,Berlinguer aveva condottoun autonomo percorso na-zionale che aveva divaricatoil comunismo italiano dallacasa russa. In più aveva ela-borato l’aggiornamento aglianni 70 della teoria politicadi Togliatti, i comunisti di-chiaravano di voler andare algoverno attraverso l’incon-tro con le grandi masse cat-toliche del paese, per espri-mere la propria egemonia nelmondo del lavoro, per farscoppiare le contraddizioniall’interno della democraziacristiana, per superare la bar-riera del fattore C, che neimpediva l’autonomo dispie-gasi di capacità di governonazionale, pur governandoormai grandi parti del pae-se. Rimaneva per il PCI unproblema di legittimità, ormaisolo frutto della situazione in-ternazionale.Tutto questo avveniva nel belmezzo di due crisi ormai con-clamate e disgreganti, unaforte crisi economica, la pri-ma così impegnativa dallacostruzione della Repubbli-ca, accompagnata da unsentire popolare dei giovaniche non si riconoscevano piùnei tradizionali valori offerti

loro dalla società e, faticava-no, a sintetizzarne di nuovi inuno strano e indistinto liber-tinismo e ribellismo, nel qua-le attecchì e trovò sostegnoe riparo il drammatico feno-meno del terrorismo. Si af-fermò un contagioso e diffu-so, rigetto per ogni forma diautorità, fino alla messa in di-scussione della stessa auto-revolezza. Quello che oggiporta il Cardinal Caffarra adire, citando i teologi delmedioevo, che “non l’acquadi Platone si trasformata,bensì il vino della Fede siè trasformato nell’acquadi Platone”.Una miscela molto pericolo-sa, la Repubblica aveva avu-to momenti di tensione, il ma-lore di Segni, davanti a Moroe Saragat, ne testimonia unodei più seri. Ma ora si era difronte ad un pericolo grandee serio non di involuzione au-toritaria, ma di disgregazionedella comunità nazionale.Moro e Berliguer sepperotrovare lo sbocco a questopericolo. E con i consueti bi-lanciamenti che permetteva-no alla Democrazia Cristianadi arrivare agli appuntamentitutta insieme, il governo chenacque dall’iniziativa di AldoMoro e di Enrico Berlinguer,fu presieduto, non casual-mente, da Giulio Andreotti.Quella formula politica riuscìa battere il terrorismo e conla politica dei redditi e con isacrifici dei lavoratori fu ar-chiviata anche la crisi econo-mica.Grande, bisogna riconoscer-lo il contributo pagato in ter-mini di consenso dai duemaggiori partiti, contributo,

purtroppo pagato anche indrammatici termini di sangueumano.Ma la Repubblica, alla fine,fu salva.La storia qui si fa amara etragica e non la ripercorre-rò, perché troppo dolorosa,e, con l’omicidio di AldoMoro, tronca un percorsoche, probabilmente, avreb-be dato all’Italia una storiadiversa.Quindi, se l’incontro con isocialisti, cambiò il Paese,quello con i comunisti lo sal-vò.L’evoluzione ci porta allarottura con il PCI, all’affer-mazione nella DC del pre-ambolo, nei socialisti di unaforte componente autonomi-sta, che fa dello scontro a si-nistra e della competizionecon la DC uno strano mododi alleanza di Governo. L’al-leanza strategica e riforma-trice fra la DC di Moro e ilPSI di Nenni, si trasforma nelPentapartito in un accordoaltamente competitivo e con-flittuale tra la DC di De Mitaed il PSI di Craxi. Ma qui l’irrisolto, porta adare l’ultimo, e questo nonpositivo giudizio, sulla stagio-ne della DC nella Repubbli-ca.In Costituzione era previsto(e lo è tuttora, e pare cheora il Governo voglia attuar-lo) che i partiti e i sindacatidovessero possedere perso-nalità giuridica e leggi di go-verno democratico, dellapropria vita interna. Ho ac-cennato prima alla necessitàdi finanziamenti che i partitiavevano avuto e se, nel PCIquesti arrivavano generosi in

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funzione dello schieramentointernazionale, agli altri,dopo la “scelta a sinistra”,furono messi in seria discus-sione. Questo fu uno deimotivi per cui si preferì com-plessivamente non dar segui-to a quella previsione, la-sciando nella nebbia dell’il-legittimità le risorse verso ipartiti. Insomma, per dirlacome la dice giustamenteGiuseppe Sangiorgi, la legit-timità dell’illegittimità nasce-va dalla necessità di assicu-rare la vita delle strutture del-la democrazia che erano ipartiti, con una sorta di ne-cessitata autoassoluzione.Il crollo del muro di Berlinocoglie tutti impreparati. Pococonsapevoli delle reali con-seguenze. Questa accelera-zione della storia, ormai ac-certato nata per un caso edun incredibile inceppo dellacatena di decisioni dellaDDR, cambia tutto.All’interno del Paese, venu-to meno il pericolo interna-zionale, non si coglie più lanecessità di argine democra-tico della DC e quindi nonc’è più nessuna indulgenza(anche perché sempre più laclasse politica stava dandosegnali negativi); la classe di-rigente del Paese, ora nellemani di un Pentapartito tuttoproteso a raggiungere obiet-tivi di corto periodo, (Craxi,Andreotti, Forlani, De Mitae Occhetto) non ha quellacapacità di “Profezia” chepossedeva Aldo Moro, Ber-linguer, anch’esso caduto“combattendo”, così non c’èpiù nessuno in grado di ca-pire che si deve fare una nuo-va costituente.

E qui mi viene paradossalela riflessione che la rigiditàtenuta durante il sequestro diAldo Moro, indicata comenecessità per salvare la vitadella Repubblica, priva essastessa dell’unico che sareb-be stato in grado di indicareil percorso per salvarladopo.Anche sul piano internazio-nale le conseguenze dellacaduta del Muro sono statesignificative, la conseguen-za più eclatante sul piano eu-ropeo, sarà l’accellerazionesull’EURO in funzione di di-fesa dal marco unificato chespaventava tutta l’Europa,per cui improvvisamente e,troppo affrettatamente,come si unirono le due Ger-manie, così si procedette allaMoneta Unica.La Francia, l’Inghilterra, laSpagna e l’Italia, sorpresedal via libera che Reagan eGorbaciov avevano dato aKhol di riunificare, cioè diannettere la DDR alla RFT,per difendere le proprie eco-nomie dal potere finanziariospaventoso di un marco riu-nificato, decisero di dare ilvia libera alla moneta unica.Si difesero così dalla poten-za finanziaria del marco, masbagliarono i conti e i tede-schi, imposero all’Euro, lostesso perimetro monetariotedesco con gli accordi diMaastricht. Troppa paura.Troppa fretta. Troppa ma-ledetta miopia, si vedevabene vicino, non si distingue-va l’orizzonte.

Ecco dunque che una storiadi grandezza e lungimiranza,con grandi meriti, finisce con

un elemento negativo, unpeccato di omissione, che ètanta parte nella fine stessadella Democrazia Cristiana.Ma chiudo la riflessione,sperando che altri, più e me-glio di me la raccolgano, conle parole cheAldo Moro pronunciò nel-l’intervento al CongressoNazionale delle ACLI, nel1966, quando Labor stavaproponendo la “svolta socia-lista”:

“…vi sono molte possibiliinterpretazioni, vi sono del-le graduazioni, vi sono del-le accentuazioni, e quindiio sento tutti gli aspetti pro-blematici, che nell’ambitodi questa fondamentaleispirazione, sono affioratianche nella relazione delPresidente (Livio Labor), etuttavia io credo che nes-sun aspetto problematico,per quanto importante, perquanto tale da destare del-le preoccupazioni e da por-re degli interrogativi, siatale da mettere in discus-sione, da rendere meno si-gnificativo, quel che ci ac-comuna; cioè una eguale

concezione dell’uomo, delmondo, della società; unaconcezione la quale ha unsuo pathos, una concezio-ne la quale non potrebbemai ridursi ad una meratecnica di esercizio del po-tere, una concezione che èun modo di vita. Capiscoche è estremamente diffi-cile, estremamente impe-gnativo, dare questa testi-monianza, ma noi, io cre-do, pensiamo insieme, chequesta forza ideale, co-munque essa si vada arti-colando e presentando, èqualche cosa di essenzialealla vita sociale e politicadel nostro paese, e che,l’apporto, comunque con-figurato di ideali cristianidi libertà e di giustizia, siaun apporto originale ed in-sostituibile, senza del qua-le, sarebbe impoverita lavita del nostro Paese”

Queste parole testimonianocome Aldo Moro concepì lacostruzione di una comuni-tà, una comunità la quale sicostruisce dalla confluenzadi persone con storie, sensi-bilità e culture diverse chevanno a convivere, si costru-isce sapendo che non esisto-no valori non negoziabili,bensì esiste ed è costitutivodella comunità, la conviven-za di diversi e anche non so-vrapponibili modi di vita e diessere.Questo è la filosofia con cuila Democrazia Cristiana diAldo Moro, ha, non sologuidato la repubblica, maorientato la vita sociale epolitica degli italiani, duran-te la Repubblica.

Aldo Moro

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Il battesimo del Molo ItaliaDopo i lavori di dragaggio a Sovereign sbarca nello scalo labronico con 2500 passeggeri

Lo scorso 2 aprile è stato un vero eproprio battesimo. È la prima volta, in-fatti, da quando è stata dragata l’areamarina antistante, che sul lato nord delMolo Italia ha attraccato una nave com-merciale. Di più: a battezzare la spondasettentrionale della banchina che un do-mani verrà destinata al traffico dellacellulosa è stata la Sovereign, una crui-se boat della Pullmantur, compagnia spa-gnola del gruppo Royal Caribbean chedopo un anno di assenza, il 2014, è ri-tornata a Livorno portando in dote alloscalo labronico 70 mila passeggeri e 32scali per tutto il 2015.Dopo diversi anni dal suo completamen-to, insomma, il Molo Italia ritorna pie-namente operativo e lo ha fatto acco-gliendo una nave da 268 metri di lun-ghezza e 32 di larghezza, che ha sbar-cato circa 2500 passeggeri. I 7,5 metridi pescaggio della Sovereign non sonostati un problema per una banchina i cuispecchi acquei arrivano ora a 13 metridi profondità, una enormità rispetto aisoli 2 metri di cui disponeva la spondasettentrionale prima che terminassero ilavori di dragaggio.L’evento, celebrato con tanto di scam-bio di crest tra il presidente della Porto

2000 e segretario generale dell’Autho-rity, Massimo Provinciali, e il coman-dante della nave, Ivo Botica, ha assun-to quindi una rilevanza simbolica ecommerciale: «È una giornata speciale- ha detto Provinciali - sia per il MoloItalia, di cui abbiamo dragato il latonord in soli 45 giorni, sia per il portodelle crociere, che celebra così il ri-torno della Pullmantur, gruppo su cuicontiamo per rilanciare il traffico cro-cieristico nostrano».Il n. 2 di Palazzo Rosciano ha ammes-

so di nutrire grandi aspettative per il2016, anno in cui è previsto il viaggioinaugurale dell’ammiraglia della Carni-val, la Vista, che dovrebbe portare indono allo scalo labronico 5 mila pas-seggeri. «A piccoli passi ci riavvicine-remo ai livelli di tre anni fa, quandosuperammo il milione di passeggeri -proseguito Provinciali -, Livorno sta tor-nando grande e l’iter che porterà allacessione delle quote della Porto 2000,e all’individuazione di un nuovo sociodi maggioranza, darà al comparto cro-cieristico quello sviluppo che oggi hastentato ad avere».Intanto, il Molo Italia si appresta a cam-biare pelle e a diventare il polo di attra-zione per i prodotti forestali. Ora chegli interventi di dragaggio sono staticompletati (quello sul lato sud si è con-cluso nel 2011), sarà possibile, anchein vigenza di concessione, procedere alladelocalizzazione della Cilp dal terminalAlto Fondale.

L'attracco dellaSovereign al lato nord del Molo Italia.

Foto di gruppo dopo la cerimonia di benvenuto tra Massimo Provinciali, nella doppia veste dipresidente della Porto 2000 e segretario generale della Port Authority, il comandante della naveSovereign e le autorità intervenute. (foto Damari)

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Capitale umano a Livornodi Marcello Battini

Ho voluto iniziare queste brevi an-notazioni con un grafico tratto dauna mia ricerca sul “Capitale uma-no a Livorno”, in corso di comple-tamento che, nella sua brutalità,trovo chiaro ed esauriente.Proseguo facendo riferimento adalcune iniziative possibili, facentiparte del Programma triennaleeconomico del Comune di Berga-mo che, a mio avviso, potrebberointeressare anche la nostra città.Bergamo indica forse la strada perripensare il ruolo futuro delle cittàdi provincia di media grandezza.La smart city non è solo sosteni-bilità fine a se stessa.Le città che dimenticano le impre-se sono destinate a diventare del-le enclave chiuse, votate ad uninesorabile declino. Solo l’incon-tro con nuove idee e nuove intel-ligenze e competenze dall’ester-no può migliorare veramente laqualità della vita delle nostre cit-tà.Ciò premesso, prendiamo nota diquesti suggerimenti:

a) Le imprese devono considerar-si benvenute in città, pronte arecitare un nuovo ruolo all’inter-no del tessuto urbano, magariproprio in quelle vecchie areeindustriali dismesse. Occorrespalancare le porte alle attivitàmanifatturiere (o del terziario

avanzato) in grado di portarevalore aggiunto alla città, con-solidando gli standard qualita-tivi del tessuto urbano;

b) Per incoraggiare questa auspi-cabile “migrazione” occorre stu-diare un allettante pacchettod’incentivi, sgravi e agevolazio-ni per tutte le nuove attività eco-nomiche: azzeramento dell’IMU,riduzione degli oneri d’urbaniz-zazione, semplificazioni varieche puntino sulla digitalizzazio-ne di autorizzazioni e praticheburocratiche per le imprese me-dium e high tech che sceglie-ranno, in futuro, d’insediarsi aLivorno;

c) Livorno presenta già oggi unbuon livello di accessibilità (damigliorare), buone infrastruttu-

re (da potenziare), un buon livel-lo culturale (da modernizzare),elevate competenze manuali (daaggiornare);

d) Non tutte le imprese devono es-sere aiutate. Occorre agevolaresolo le imprese che, più facil-mente, potranno avere un futu-ro, ovvero: 1) attività manifattu-riere, con particolare riferimen-to a quelle che si occupano ditecnologie prioritarie per l’indu-stria; 2) il terziario ad elevatocontenuto tecnologico; 3) le startup innovative; 4) le attività cheabbiano vinto almeno un bandoeuropeo sulla ricerca e l’innova-zione negli ultimi tre anni; 5) nuo-vi insediamenti direzionali diaziende industriali non livornesi(a condizione che, tra i dipen-denti, la percentuale di laureati,non sia inferiore al 35%); 6) leattività creative (secondo la clas-sificazione Onu Comtrade);

e) Coinvolgere in questo nuovo,possibile e praticabile modello disviluppo, che rompe con il vec-chio sistema da dimenticare, tuttii Comuni vicini, così da creareuna vasta area omogenea, ca-pace d’essere concorrenzialealle aree metropolitane, offren-do il vantaggio di una possibilemigliore qualità della vita.

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Margherita Mazzelli e il Club Unesco LivornoLa presidente ci parla degli scopi e dei progetti del neonato Club

Intervista a Margherita Mazzelli Presidentedel neonato Club UNESCO di Livorno- Che cosa l’ha spinta a fondare il Club UNE-SCO di Livorno?"Il voler far conoscere gli obiettivi ed ivalori fondamentali dell’UNESCO. Primofra tutti la Pace che conduce di per sé allavalorizzazione del territorio, della sua cul-tura, dell’arte e delle bellezze naturali".- Quando è nato il Club a Livorno?"E’ nato come Comitato promotore nel2013 per iniziativa mia e dell’attuale VicePresidente Rossella Bruni da molto temposocia del Club UNESCO di Pisa per poipassare definitivamente Club nel 2014".- Qual è l’obiettivo che vorrebbe raggiunge-re?"Far conoscere Livorno, che io amo pro-fondamente, perché nonostante il caratte-re “frizzante” dei suoi abitanti questa cittàè riuscita, avvenimento quasi unico, ad as-

sorbire e integrare le varie etnie che sonoqui convenute nei vari periodi storici datante parti del mondo e questa è una ric-chezza che talvolta non le viene riconosciu-ta".- Ci sono in cantiere dei progetti particolarinel prossimo futuro del Club?"Molti bei progetti sono già pronti, ma miriservo di farli conoscere man mano che avròle risposte definitive dalle persone ed enticoinvolti".- Quando potremo sapere se “fossi e fortez-ze” saranno candidate ad entrare nel patri-monio dell’Unesco?"Le pratiche sono state avviate e già sap-piamo che l’iter da seguire sarà lungo, mail sentiero che stiamo percorrendo è co-struito su un materiale indistruttibile e raroche ci porterà senz’altro ad una conclusio-ne positiva. Questo materiale si chiamaAMORE per Livorno".

La conferenza stampa del Club Unesco Sez. di Livorno presso la Sala Comunale. Da sin.: PaolaMeschini, dirigente cultura Comune di Livorno, Maria Paola Azzario, Presidente FederazioneEuropea dei Centri e Club Unesco, il sindaco Filippo Nogarin, Margherita Mazzelli e RossellaBruni Chelini, rispettivamente Presidente e vice del Club Unesco Livorno.

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Ricordo di TandaNel mese scorso è mancato Salvatore Tan-da, un dirigente di rilievo del P.C.I., più vol-te assessore e vicensindaco. A "Tore" mi legava un'antica amicizia chesi era creata e poi, gradualmente consoli-data, nel corso delle reciproche vicende po-litiche, io da democristiano e Lui da comu-nista. Ho sempre apprezzato le Sue doti peculia-ri: la serietà, la competenza, la diritturamorale. Con Tanda ebbi i primi contatti negli anni1974-75 allorché, mi sembra, ricoprisse l'in-carico di dirigente responsabile degli EntiLocali nella Federazione del P.C.I livorne-se, quando lo scrivente guidava, come se-gretario provinciale, la Democrazia Cri-stiana.Si dovevano costituire o rinnovare le strut-ture della Comunità Elbana (Presidenza eGiunta) ed esplosero vivacissimi i contra-sti all'interno della D.C.: i giorni passava-no, le scadenze si avvicinavano ma la ri-cerca di un accordo risultava sempre piùdifficile.Fui costretto a fare parecchi "salti" al-l'Isola d'Elba, nel tentativo di trovare unasoluzione ragionevole al problema che sta-va, naturalmente, creando difficoltà anchenel comitato provinciale. Si convenne, all'interno della D.C, che sa-rebbe stato indispensabile rinviare di alcu-ni giorni la convocazione dell'assembleadella Comunità Montana.Mi rivolsi a Tanda il quale mi fece presenteche, proprio per la mentalità degli elbani,la richiesta avrebbe sollevato proteste ne-gli esponenti isolani del PCI e la Federa-zione sarebbe stata accusata delle solite in-terferenze livornesi. Ma Tanda fece l'impossibile, ottenne il rin-vio e poco tempo dopo, calmati i contrastiall'interno della D.C, l'assemblea della Co-munità venne convocata e furono eletti pre-sidente e giunta.Negli anni a seguire ebbi altri incontri cheservirono a consolidare la stima e l'amici-zia reciproca.Ho voluto citare questo episodio emblema-tico della serietà di questo esponente delcomunismo livornese che, in occasione del-la Sua scomparsa, avrebbe meritato, spe-cialmente da parte della vecchia guardiadel P.C.I, ma anche da quella attuale delP.D, di essere ricordato in maniera più con-sona alla Sua nobile storia politica e pub-blica.

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1) La P.E.S. è una novità interessante perle sue caratteristiche innovative. Vuolespiegarci esattamente cosa fa?Pes è l’acronimo di Progeco EngineeringService, azienda di Rosignano S. (Li) natanel 2006 che, come si evince dal nome, sioccupa di Ingegneria poli disciplinare,oltre che di manutenzione di impianti in-dustriali e service management, nei set-tori Oil &Gas, Power Generation e Petrol-chimico. Offre quindi servizi plurimi ingrado di soddisfare al meglio le esigenzedi clienti italiani e stranieri grazie anchealla presenza di diverse sedi su territorionazionale (Rosignano Solvay, Firenze,Pomarance, Bari, Vibo, e Candela) euro-peo (Romania a Ploiesti e Bulgaria a Var-na), americano (a Città del Messico) enumerose Joint Venture commerciali inmolti altri Paesi.2)Quali sono le concrete prospettive disviluppo?Grazie a una vasta gamma di servizi chePes è in grado di offrire, ci sono concretepossibilità di sviluppo sia sul mercato na-zionale ma soprattutto internazionale an- che per il 2015, dove ci vede impegnati,

proprio in questi giorni nell’aper-tura di una nuova società (PES Ame-rica LLc) in USA ad Houston(Texas) al fine di poter seguire i no-stri principali clienti anche oltreo-ceano. A tal proposito i nostri datistatistici parlano chiaro: dal 2012 siè verificato un aumento crescentedi fatturato; pur con un PIL nazio-nale negativo, il ns. fatturato an-che nel 2014 è aumentato di quasiun 10% sul 2013 e contiamo anchequest’anno di crescere ulteriormen-te anche come numero dipendenti:oggi a libro paga siamo oltre 120dipendenti (di cui oltre l’80% chevivono in Toscana) con assunzio-ni in aumento grazie anche alla cre-azione di una nuova Businees Unitquella del Wind O&M e di una nuo-va sede a Candela (Foggia). Pes in-fatti ha deciso di aprire i propri oriz-zonti anche alle energie rinnovabiliquali il geotermico, in cui lavoria-mo con successo da diversi anni, e

PES, una dimensionesempre più internazionale

Alcune domande a Massimo Bottoni, General Manager della PES di Rosignano Solvay

ora all’eolico che già ci sta dando nume-rose soddisfazioni grazie ad importanticontratti acquisiti in Italia e adesso anchein Europa per quanto riguarda il cambioolio sulle turbine eoliche e servizi di ma-nutenzione.3) Sul territorio ci sono possibilità di uncoinvolgimento con altre realtà positive?Certamente Pes è in grado di amalgamarsial meglio con altre realtà presenti sul terri-torio ne è la dimostrazione la decisionepresa nel 2013 di aderire al Consorzio SGM(Sistemi Generali di Manutenzione) consede a Rosigano Solvay e di cui fanno partealtre importanti realtà locali. Questo con-sorzio è specializzato nella manutenzioneelettrica/meccanica e elettro strumentaledi impianti industriali (conta in questo sen-so circa 500 operativi) e nell’ingegneriapolidisciplinare (si parla all’incirca di 100ingegneri). Questa decisione è risultatavincente infatti ci ha permesso e ci per-mette tutt’ora di partecipare a progetti im-portanti e di notevoli dimensioni in mododa soddisfare al meglio le aspettative deinostri clienti.

Massimo Bottoni, General Manager della PES.

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periodico online www.circoloilcentro-livorno.it 17Rosignano

Sempre più elevate le proteste dei cittadini

Via Malenchini: cronico problemaNei gioni scorsi è ripresa sul quotidianolocale la polemica, ormai ricorrente, sullacriticità permanente del traffico veico-lare nel centro del capoluogo: in parti-colare le crescenti proteste dei residentilungo la via Malenchini.Sull'annoso e mai risolto problema è sta-to pubblicato anche una nostra nota cheriteniamo opportuno riproporre.Purtroppo, malgrado le crescenti pro-teste e malumori, continua l'assoluta"astinenza" della Giunta Comunale.Ci sembra che questo "silenzio" corri-sponda ad una palese incapacità di ri-solvere un problema così serio ed ur-gente: un comportamento sicuramente"discutibile".

Ogni tanto sulla stampa locale, questavolta su Il Tirreno a firma del collegaAndrea Rocchi, torna di attualità l'irri-solto ed irrisolubile problema di via Ma-lenchini - la bretellina che consente dievitare il periglioso attraversamento delcentro di Rosignano M.mo. I residenti di quella zona, giustamenteprotestano, la stampa ne parla a perio-di alternati, il Comune adotta provve-dimenti da ultima spiaggia ma il pro-blema resta irrisolto così, come le pro-teste dei residenti chiusi in una speciedi "prigione stradale" e cresce giusta-mente anche la preoccupazione per laloro incolumità.Ci vorrebbe una pagina di giornale perraccontare "i misfatti" perpetrati dallegiunte comunali che sino succedute, al-meno negli ultimi quindici anni a cui,però, non sonoestranei nemmeno i cittadini rosignanesiod almeno alcune solide rappresentan-ze operanti lungo la via A. Gramsci.Sarebbe interessante, per esempio, sot-toporre a qualche "psicologo di fama"le scelte aberranti di quelle "teste d'uo-vo" (così sono chiamati i grandi cer-velli che dirigono le centrali operativedella Casa Bianca)che dirigono o diri-gevano il traffico nel comune di Rosi-gnano che hanno provocato lo scempiodel traffico lungo la via Gramsci, piaz-za Carducci e zone adiacenti creandoun impensabile ed incredibile carosello

La serata del 23 Aprile si aprirà alle ore21.00 al Teatro Solvay con una intro-duzione al centenario dell'eccidio ar-meno alla quale seguirà la lettura, inarmeno e in italiano, di una poesia diDaniel Varoujan tratta dalla raccolta "Ilcanto del pane" .Si passerà ad un canto toscano deiragazzi della classe di musica dellaScuola Fattori e di seguito ad un bra-no del coro della Salute Mentale di Ro-signano.Nel cambio di scena, verrà letta unaseconda poesia di Varouan.Verranno introdotti di seguito i duecori quello delle donne di Magliano equello dei minatori di Santa Fiora chesi alterneranno con le loro canzoni,stornelli e ballate tratte dalla tradizio-ne popolare e contadina della Tosca-na e della Maremma.La serata si concluderà con la premia-zione dei partecipanti.

che assume, specialmente nel periodoestivo, elemento di grande pericolositàanche per la incolumità dei passanti,in particolare lungo la strettoia di viaGramsci dove, sistematicamente sosta-no autoveicoli di ogni dimensione, cheimpediscono il transito dei mastodon-toci mezzi dell'ATL: vigili urbani aRosignano, salvo eccezioni (entrata euscita delle scuole o episodici passag-gi) rappresentano un vero optnional.La stradella di via Malenchini nasceda questa "soluzione pazzesca e surrea-le del sistema del traffico ideata dalleteste d'uovo del nostro Comune.Una volta, tanti anni fa, era stato isti-tuito un sistema semaforico: un sema-foro era stato collocato all'altezza del-la filiale della Cassa di Risparmi al-l'inizio di piazza Gramsci, l'altro, al-l'altezza, più o meno, di piazza San Ni-cola: tutto funzionava regolarmente,nessun inconveniente si era mai verifi-cato. Fu tolto, questo antico ma prati-co sistema, per gli scarichi dei gas pro-dotti dalle macchine che sostavano inattesa del verde.E così fu ideata la stupefacente, irra-zionale e pazzesca soluzione attuale chemolti problemi, molto più gravi, ha pro-dotto sia in termini di vivibilità, di si-curezza per i passanti ed i residenti tut-ti.Abbiamo l'impressione che i residenti divia Malenchini, a cui non possiamo tra-smettere che la nostra personale soli-darietà, debbono sopportare ancora permolto, se non per sempre, il gravoso in-

convenienti ammenochè "le teste d'uo-vo" responsabili del traffico non studi-no soluizioni meni "avveniristiche".

Enrico Dello Sbarba.

Il centenariodell'eccidio

armeno

AL TEATRO SOLVAY IL 23 APRILE

Page 22: Il Centro Aprile 2015

e-mail: [email protected] Cultura

Si è tenuta al Circolo Ufficiali dell'Accademia Navale "Francesco Mimbelli"

L’Associazione Culturale NazionaleG.A.L. (Gruppo Archeologico Livornese),ha tenuto un’interessante manifestazio-ne culturale nei locali del Circolo Uffi-ciali dell’Accademia Navale FrancescoMimbelliLo spettacolo è stato suddiviso in tremomenti: la proiezione del film d’essai“Caterina madre di Leonardo”; i cantidella “Corale Diapason” e l’esibizionedel pianista Emanuele Federico Pantosi.Prima della proiezione del film, la respon-sabile G.A.L., Gina Loiacono, ha intervi-stato la regista Graziana Forzoni, la qua-le è nel campo artistico dal 2000, inoltreè pittrice e video-editing. Nel 2010 harealizzato come prima esperienza il lun-gometraggio dal titolo “Quando qual-cosa accade” ottenendo molti lusinghiericonsensi .Venuta a conoscenza di alcu-ni particolari sulla nascita e origine diLeonardo da Vinci ha preparato e curatoil film “Caterina madre di Leonardo”.Nelle ricerche di alcuni studiosi è emer-sa l’ipotesi che la madre di Leonardofosse una certa Caterina al servizio pri-vato della famiglia di Ser Vanni banchie-re fiorentino. Caterina sembra fosse diorigine mediorientale, una bambinacomprata, come tante all’epoca, nei pae-si arabi e ribattezzate tutte col nome di“Caterina”. Leonardo da Vinci (Vinci1452 – Ambuase 1519) nacque da unarelazione illegittima tra il notaio venti-cinquenne Ser Piero da Vinci di famigliafacoltosa e da Caterina, la quale in se-guito condusse un’esistenza riservata.Una lista delle spese del funerale di Ca-terina sostenuta da Leonardo, nel peri-odo in cui trovava a Milano,.” potevavoler dire che i due, madre e figlio, sisarebbero ricongiunti.”Questa storia fatta ad incastro e soprat-tutto l’unione alchenica di due culturequella Araba che portava ancora in sé ilmassimo splendore e quella italiana an-cora in odore del Rinascimento, ha sca-tenato l’immaginazione della regista, cheinsieme al suo entourage, ha pensato aun “ Docu Film” che oltre a dare un vol-to immaginario e un po’ di luce a unadonna vissuta nell’ombra, potesse es-sere di un certo valore anche per la va-lorizzazione del territorio.Sono stati cercati luoghi simbolici, stra-ordinari e monumentali i come la cucina

La sera del 21 Marzo scorso la FIDAPA BPW sezione di San Vincenzo, Val di Cornia,presieduta da Antonella Nencini, ha celebrato la tradizionale Cerimonia delle Can-dele alle Terme del Calidario.Nella magica atmosfera del luogo hanno portato i loro saluti le varie autorità pre-senti: l’On Silvia Velo (sottosegretaria di Stato all’Ambiente), Rossana Soffritti (Sin-daco del Comune di Campiglia Marittima), Francesca Bientinesi (Assessora al Bi-lancio , Turismo e Comunicazione di S.Vincenzo), Bonciani Patrizia (Segretaria delDistretto Centro della FIDAPA), Margherita Mazzelli (resp. della Commissione Na-zionale FIDAPA BPW Italy “Sviluppo, Formazione e Lavoro”) e Anna Parrini (Consi-gliera FIDAPA del Distretto Centro).La Presidente ha esposto l’importante attività svolta dalla sezione e la futurapartecipazione all’Expo 2015 a Milano.Sono state presentate poi quattro nuovesocie.

del ‘500 dell’ospedale del Bigallo (Ba-gno a Ripoli), la Necropoli di Populo-nia-Baratti, il Tempio di Minerva Me-dica a Montefoscoli,il Pozzo Alfredodella miniera di rame a Montecatini Valdi Cecina, la Badia Camaldolese di Vol-terra, , la Pievedi San Martino nel par-co di Uliveto Terme e tanti altri luoghie paesaggi.. Il film si basa su “impres-sioni emotive” sensazioni intime di unrapporto tra madre e figlio prima dellanascita. Un viaggio d’attesa vissutonell’anima di entrambi. La pellicola èstata realizzata senza contributi da par-te di istituzioni pubbliche e private,ma grazie alla partecipazione di chi haaderito al progetto come la Tedavi ’98di Alessandro Riccio , l’AssociazioneCulturale Imagine ,il Maestro SimoneFaraoni, il poeta Francesco Camerini,la passione degli attori , soprattutto diIlaria Savini e Paolo Crestii e dei musi-cisti. Il film è prodotto dalla ChimeraVision.

La Corale Diapason, diretta dal maestroGiorgio Gianetti, si è proposta in “Ar-cobaleno di Canzoni” con l’esecuzione dicinque brani di sicuro successo e ben in-terpretati: “Però mi vuole bene”, Cetra; da“I due Foscari” –barcarolle- di G. Verdi;“Valencia” – es la tierra de las flores- J.Padilla; “Comme facette mammeta”, S.Gambardella; da “Nabucco” Coro di schia-vi Ebrei: Va pensiero, G. Verdi. Queste composizioni musicali hannoriempito l’anima del numeroso pubbli-co che ha applaudito a lungo.La serata si è conclusa con l’esibizionedel pianista Emanuele Federico Panto-si, che ha suonato brani di F. Chopin”,valzer op. 69 n.1; G. Rinaldi “Improvvi-so op. 108 n.3” e C. Debussy da “Chil-dren Corner” dr. Gradus ad Parnassum.lI ragazzo, dodicenne, ha dimostratouna padronanza della tecnica ed unottimo eccezionale sentimento interpre-tativo, tanto che il pubblico ha richie-sto il “bis”.

G.A.L., una serata all'insegna della culturadi Laura Conforti

Cerimonia delle CandeleDA PARTE DELLA FIDAPA, SEZ. SAN VINCENZO - VAL DI CORNIA

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“Memorie nomadi”PER CELEBRARE TRENT’ANNI D’IMPEGNO E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE IN VAL DI CORNIA

di Jacopo Bertocchi

La presentazione del libro “Memo-rie nomadi” presso la FondazioneKennedy è stata un’importante oc-casione per i rappresentanti dell’as-sociazione Gdeim Izik di Piombinoper portare l’ennesimo contributoalla battaglia per il riconoscimentodei diritti umani.Nel 1970 la Spagna conta ancora al-cuni territori nel continente africano,il Sahara Occidentale è la provincian 53, l’ONU preme affinché s’inizi ilprocesso di decolonizzazione e pro-pone la realizzazione di un referen-dum per l’autodeterminazione delpopolo saharawi.Re Hassan ordina l’invasione del ter-ritorio saharawi, legittimando l’an-nessione forzata con la celebre “Mar-cia verde”. Una settimana dopo, mo-mento in cui volge al termine la dit-tatura Franchista in Spagna, senzatener di conto del popolo saharawi,sono firmati gli “accordi tripartiti diMadrid”.

Nel 1982 con lo scopo di isolare ilpopolo saharawi e impedirne il mo-vimento delle truppe, il Marocco alzaun muro che separa i territori occu-pati dai liberati.L’occupazione del territorio, la dia-spora, l’inizio della repressione ver-so la popolazione e la guerra traMauritania e Marocco contro il Fron-te Polisario saranno la condanna alsilenzio e all’oblio per milioni di per-

sone.Queste storie raccolte nel libro, tra-dotto e pubblicato in italiano a curadell’associazione piombinese Gde-im izik in collaborazione con il tribu-nale permanente per i diritti dei po-poli, nascono dal progetto di ricercasulle violazioni dei diritti umani nelSahara Occidentale, condotto daCarlos M. Beristain.Sono parte delle testimonianze do-cumentate nel rapporto “El Oasis dela memoria” pubblicato da HEGOA-istituto dell’Università del Paese Ba-sco.Alla presenza di Andrea Galindo, Di-rettrice del Robert F. Kennedy Trai-ning Institute, Omar Mih rappresen-tante in Italia del Fronte Polisario edel Sen. Stefano Vaccari, Presiden-te dell’Intergruppo parlamentare diamicizia con il popolo Saharawi, si èricordato il dramma del popolo saha-rawi.Dall’impegno internazionale della Valdi cornia in difesa dei diritti umani,alla volta di Washington che, acco-gliendo il lavoro dell’associazioneGdeim Izik, aggiunge valore a livellointernazionale verso l’impegno deivolontari che da anni militano nelleassociazioni locali che si occupanodi cooperazione internazionale.

Carlos M. Beristain del progetto di ricerca sulle violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale e ilSen. Stefano Vaccari, Presidente dell’Intergruppo parlamentare di amicizia con il popolo Saharawi.

Il gruppo dei partecipanti alla presentazione dle libro Memorie nomadi”.

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La bambina e la storiaPresentato il libro di Liana Marini Rinaldi

“Uno scrigno di ricordi”. Così CarlaLepori ha definito “La bambina e lastoria” di Liana Marini Rinaldi (Cen-tro Tipografico Livornese Editore),presentato presso il Circolo Pio X°di Borgo Cappuccini. Il saluto di pa-dre Mario ha dato il via allo scanda-glio delle vicende vissute in primapersona dalla protagonista nel 1943/44: una bambina (la stessa autrice)che attraversa la bufera della guer-ra e ne diventa testimone. Senza maiindulgere ai toni drammatici. Perchéla sua vita scorre, nonostante tutto,con serenità. Come se la famiglia egli amici formassero uno schermoprotettivo che la isola dalla brutalitàdella guerra.La chiave di lettura offerta da CarlaLepori è quella che suggerisce la fotod’epoca (1944) in copertina: sul fon-do scuro della vegetazione, si sta-gliano luminose le figure del gruppoin posa. Un contrasto in cui la la re-latrice coglie il senso di queste pagi-ne di vita vissuta, che restituisconoatmosfere familiari e sociali del tem-po che fu. Una serenità , quella dellabimba, coltivata in seno a una fami-glia che le dà sicurezza , nella conti-nuità di relazioni stabili e consolida-te. Le braccia del babbo , le atten-zioni della mamma e della nonna ,sono segni tangibili di una circolaritàdi affetti che crea famiglia. Dove ilNatale è ancora carico di tradizionirincuoranti: la letterina da metteresotto il piatto, il presepe con le mon-tagne, le cascate e i pastori , la to-vaglia ricamata e imbandita per ilgran pranzo natalizio, la Santa Mes-sa per la liturgia del Natale.Un passato che riemerge da questepagine sul filo del ricordo. Un “amar-cord” che scalda il cuore di chi, queltempo, l’ha vissuto. E condiviso contanti amici. La bimba, esuberante evitale, gioca con la corda, il cerchiodi legno, la palla al muro, le recite

di Marisa Speranza

inventate, le bambole … .Insiemealle compagne va a scuola e all’adu-nata delle Figlie della Lupa. La suagiornata è scandita anche da altri im-pegni: prendere il latte fresco dallacontadina, fare la fila con la tesseraper avere la dose settimanale di car-ne. Poi, primi bombardamenti a Pog-gibonsi. La guerra sconvolge le abi-tudini e crea impreviste necessità.Lo sfollamento in una zona collinaredel Chianti porta problemi nuovi. Silotta per soddisfare i bisogni fonda-mentali della sopravvivenza: dall’ac-qua che non c’è alla luce elettricainesistente. Ma nella situazione diemergenza si sviluppa la solidarietàtra gli sfollati e si trovano rimedi in-gegnosi per superare insieme le dif-ficoltà. Per la bambina arrivano nuoviamici e nuovi impegni. Insieme allascoperta del bosco e dei suoi ani-mali : un mondo magico che offrespettacoli naturali di grande bellez-za (descritti dall’autrice con sapientipennellate di colore).Qui “la vita è potente” ed esplodedovunque: anche nel nido dei car-dellini, nell’ovile dove nasce Pippe-ri, nella famiglia della bambina con ilprimo vagito di Annalisa.La nascitadella sorellina fa crescere respon-sabilità e preoccupazioni. Perché

intanto la guerra incalza e si rendenecessario un nuovo sfollamento.Le ansie si accompagnano alle pre-ghiere: il Gesù Bambino di Praga nericeve ogni giorno con pressanti ri-chieste di aiuto. I momenti tragici sialternano a quelli in cui la quotidia-nità offre attimi di distensione e disperanza. Che s’invera nel momen-to della Liberazione. Il rientro a Pog-gibonsi, nella casa devastata , se-gna il rientro ad una normalità se-gnata dalle ferite della guerra: i ran-cori e le vendette sono ancora nel-l’aria , ma “attenuati dalla speranzadi un futuro migliore per tutti”. Un li-bro che si legge tutto d’un fiato, econ piacere. Perché la narrazioneè efficace e curatissima nei partico-lari che svelano sentimenti e resti-tuiscono emozioni.“L’ho scritto per dire ai miei nipotiqualcosa che non sanno”, ha dettol’autrice, che chiude il racconto conun doppio brindisi: per la sua primaComunione e lo scampato pericolodalla guerra.Chi legge può misurare la distanzache intercorre tra il nostro presentee quel passato. Quando “essere fa-miglia” significava “grande amore di-mostrato con la spontanea e co-stante disponibilità verso tutti”. Unottimismo, quello dell’autrice, con-trocorrente, vista la crisi che inve-ste da tempo l’istituzione familiare.Ma per Liana “il bene esiste”, e daquesta sua consapevolezza nasco-no le pagine più belle del libro.L’amore che ha ricevuto nell’infan-zia si dipana come un filo rosso pertutta la sua vita, legando a lei altrevite che ne traggono alimento e be-neficio. Perché è vero, come hadetto papa Francesco, che “s’impa-ra ad amare in seno alla famiglia”. Esui valori che essa sa trasmettere,si sofferma Fabio Del Zanna nellaprefazione al libro, sottolineandoquello fondamentale per una sanae civile convivenza: la solidarietà, dicui è sempre più avara la cronacadei nostri giorni.

La copertina del libro

Page 26: Il Centro Aprile 2015

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Periodico mensiledel Circolo Culturale

PISA - MONTECATINI VAL DI CECINA - Loc. LA BACCHETTONA

Redazione ed Amministrazione:Via Trieste 7, tel. 0586/427137 - Livorno

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DIRETTORE RESPONSABILE:Enrico Dello Sbarba

Giornale chiuso in tipografia il 4/4/2015

Hanno collaborato a questo numero:

Marcello Battini, Laura Benvenuti,Jacopo Bertocchi, Ivo Butini, ElenaCerini, Claudio Frontera, Nicola Gra-ziani, Luca Lischi, Mario Lorenzi-ni, Cristiana Nanini, Marisa Speran-za.

COMITATO DI REDAZIONE:Massimo Cappelli,

Laura Conforti Benvenuti,Sergio Cini,

Francescalberto De Bari,Davide Livocci, Mauro Paoletti,

Marisa Speranza, Franco Spugnesi.

STAMPA: Editrice «Il Quadrifoglio»,Via Pisacane 7, tel. 0586/814033 - Livorno

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Aut.ne Tribunale Livorno n° 683 del 2/3/2005

Edicola Borghi, Corso Amedeo,angolo via dell’Origine;

Tintoria Rossi, corso Mazzini;Chico Sas, via C. Puini 9;Ed. Martelli Anna Lisa, via Meuc-

ci 5 (Coteto).

CASTIGLIONCELLO:Edicola Rossi, P.zza della Vittoria;

Edicola Tognotti, Staz. Ferroviaria;L’Edicola, Via Aurelia 512.

ROSIGNANO SOLVAY:Edicola Giovannoni, via Allende;Edicola Vallini, via O. Chiesa.

ROSIGNANO MARITTIMO:Edicola “Il Punto”, via A. Gramsci.

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