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Il Riccetto-Giornale Studentesco del IIS via Silvestri, 301 [email protected] Ogni 1° Lunedì del mese 1° Numero 7/12/2015 STATUTO della REDAZIONE de “ilRiccetto” ART 1 Rispetto per le leggi e la Costituzione Italiana, contro la diffamazione, il fascismo, il razzismo e per la difesa della libertà di espressione e della creatività individuale. POLITICA INTERNA alla SCUOLA e TERRITORIALE -Consulta (di Giacomo Santarelli) pag. 5 -Impegno…Il senso di tutto (di Signor C.) pag. 6 -S.O.S Merenda! (di Angela Rossi) pag. 7 POLITICA ESTERNA alla SCUOLA -Il simbolo dell’ipocrisia occidentale: l’Arabia Saudita (di Lorenzo Di Russo) pag. 8 -Paura: strumento politicamente scorretto (di Chiara Falconi) pag. 9 ANGOLO DELLO SPORT -Volley Scuola (di Riccardo Serra e prof.ssa Pulvirenti) pag.16 -Campionato Interclasse pag.16 RUBRICHE -Un articolo per spiegare una parola: Riccetto (di Ester Flumeri) pag. 10 STORIA E FILOSOFIA -Postmodernità: la fine della storia (di Andrea Della Polla) pag.11 - L’uomo e l’interesse personale (di Andrea Della Polla) pag.12-13 -Oltre la sinistra (di Andrea Della Polla) SCRITTURA -Sogni rivelatori: #Disinfestazione (di Sofia Rossi) pag. 14 -Vittoria premio letterario: il Mio Viaggio pt.1 (di Vitaliy Prynda)pag.15 OCCUPIAMO(CI) DEL NOSTRO FUTURO Dedicato a Luigi 19/11/2015, un vasto gruppo di circa duecento studenti chiede a gran voce di poter entrare dentro le mura scolastiche per svolgere l’acclamata assemblea straordinaria. Minuti di attese, tensioni, parole, minacce. Ore 15, le chiavi del primo e del secondo piano vengono consegnate agli studenti: la scuola è nostra. Sarà una settimana, una settimana per dimostrare chi siamo, una settimana per testimoniare che una scuola diversa esiste e che noi stessi per primi possiamo realizzare, una settimana per far capire che siamo molto di più di numeri da matricolarizzare. (Di Leonardo Timperi a pag. 3)

ilRiccetto Dicembre 2015

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Ecco il numero di Dicembre 2015 del giornalino studentesco ilRiccetto dell'Istituto via silvestri 301

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Page 1: ilRiccetto Dicembre 2015

Il Riccetto-Giornale Studentesco

del IIS via Silvestri, 301

[email protected]

Ogni 1° Lunedì del mese 1° Numero 7/12/2015

STATUTO della

REDAZIONE de “ilRiccetto”

ART 1 Rispetto per le leggi e la

Costituzione Italiana, contro la

diffamazione, il fascismo, il

razzismo e per la difesa della

libertà di espressione e della

creatività individuale.

POLITICA INTERNA alla

SCUOLA e TERRITORIALE

-Consulta (di Giacomo

Santarelli) pag. 5

-Impegno…Il senso di tutto

(di Signor C.) pag. 6

-S.O.S Merenda! (di Angela

Rossi) pag. 7

POLITICA ESTERNA alla

SCUOLA

-Il simbolo dell’ipocrisia

occidentale: l’Arabia Saudita

(di Lorenzo Di Russo) pag. 8

-Paura: strumento

politicamente scorretto (di

Chiara Falconi) pag. 9

ANGOLO DELLO SPORT

-Volley Scuola (di Riccardo Serra

e prof.ssa Pulvirenti) pag.16

-Campionato Interclasse pag.16

RUBRICHE

-Un articolo per spiegare una

parola: Riccetto (di Ester

Flumeri) pag.

10

STORIA E FILOSOFIA

-Postmodernità: la fine della

storia

(di Andrea Della Polla) pag.11

- L’uomo e l’interesse personale

(di Andrea Della Polla) pag.12-13 -Oltre la sinistra (di Andrea Della

Polla)

SCRITTURA -Sogni rivelatori: #Disinfestazione

(di Sofia Rossi) pag. 14

-Vittoria premio letterario: il Mio

Viaggio pt.1 (di Vitaliy Prynda)pag.15

OCCUPIAMO(CI) DEL

NOSTRO FUTURO

Dedicato a

Luigi

19/11/2015, un vasto

gruppo di circa duecento

studenti chiede a gran voce

di poter entrare dentro le

mura scolastiche per

svolgere l’acclamata

assemblea straordinaria.

Minuti di attese, tensioni,

parole, minacce. Ore 15, le

chiavi del primo e del

secondo piano vengono

consegnate agli studenti: la

scuola è nostra. Sarà una

settimana, una settimana

per dimostrare chi siamo,

una settimana per testimoniare che una scuola diversa esiste e che

noi stessi per primi possiamo realizzare, una settimana per far

capire che siamo molto di più di numeri da matricolarizzare. (Di

Leonardo Timperi a pag. 3)

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Direttore

Leonardo Timperi

Vicedirettore

Lorenzo Di Russo

Direttore grafico

Francesco Casucci

Vicedirettore grafico

Silvia Gimigliano

Prof.ssa referente

Prof.ssa Bernabei

Referente Volta

Ascanio Burattini

Referente Malpighi

Giacomo Santarelli

Referente Ceccherelli

Andrea Della Polla

Redattori Ester Flumeri, Chiara

Falconi, Angela Rossi, Sofia Rossi,

Claudio Di Santillo, Vitaliy Prynda,

Riccardo Serra, Adrea Claudio,

Francesco Di Carlo, Alessandro

Rubimarca, Francesca Sirtori, Luca

Porcu, Fabrizio Belli

Vignettisti Giada Pompili,

Alessandro Dinale

“C’è da avere più paura di tre giornali

ostili che di mille baionette.”

Napoleone Bonaparte

Se la scrittura è la vostra passione, se

volete vedere come funziona la redazione

di un giornale scolastico, se volete far

valere la vostra voce e pubblicare i vostri

pensieri siete tutti invitati a partecipare

alla redazione del giornale. Se avete

articoli, suggerimenti e idee potete inviarli

alla mail*: [email protected]

* La partecipazione garantisce l’accesso al

credito formativo.

Redazione

Page 4: ilRiccetto Dicembre 2015

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19/11/2015, un vasto gruppo di circa duecento

studenti chiede a gran voce di poter entrare

dentro le mura scolastiche per svolgere

l’acclamata assemblea straordinaria. Minuti di

attese, tensioni, parole, minacce. Ore 15, le chiavi

del primo e del secondo piano vengono

consegnate agli studenti: la scuola è nostra. Sarà

una settimana, una settimana per dimostrare chi

siamo, una settimana per testimoniare che una

scuola diversa esiste e che noi stessi per primi

possiamo realizzare, una settimana per far capire

che siamo molto di più di numeri da

matricolarizzare, ma che noi in prima persona

possiamo provvedere alla costruzione della

nostra identità individuale lì dove la scuola è

pressoché assente. E’ ciò che si chiama compito

educativo, sfera che sempre più sfugge alla

crescente miopia del nostro caro sistema

scolastico.

Era soprattutto una scommessa, la scommessa di

saper gestire la scuola senza controlli esterni, la

scommessa di non distruggere come spesso

purtroppo accade ciò che con i pochi soldi

stanziati dal già impoverito nostro vecchio Stato

era stato realizzato. Era anche la scommessa di

coinvolgere noi stessi, senza minacce di voti o

conseguenze disciplinari, ma solo attraverso

l’amore per la nostra scuola e la curiosità per un

modello educativo così diverso, ma anche così

tanto vicino al nostro essere studenti. Non

sappiamo se abbiamo vinto le nostre scommesse,

ma una cosa è certa: è stata questione di Amore,

quello per la nostra amata scuola. Un amore che si

è rivelato attraverso il rispetto per ciò che

avevamo già, che si è manifestato attraverso lo

sforzo di coloro che hanno cercato di ridurre al

minimo i danni che si sarebbero potuti facilmente

creare in una situazione così diversa dalla scuola

che siamo abituati a vivere. E’ stato un sentimento

che si è incarnato nel sempre più scemante valore

della partecipazione, quella di coloro che pur non

avendo nessun obbligo imposto hanno deciso di

spendere tempo e lavoro per trasformare la

nostra settimana in un’esperienza dove a unirsi

fossero la creatività, l’impegno e lo svago.

Quest’ultimo che al contrario di quanto

solitamente la scuola tradizionale è portata a

pensare ha dimostrato la propria efficacia

attraverso risultati che difficilmente ci si poteva

aspettare:

assemblee partecipate da studenti interessati, in cui

si univano dibattiti su temi di attualità, storici e

filosofici in un connubio unico che regalava soltanto

una cosa: piacere. La consapevolezza di appartenere

ad un gruppo di studenti che si concedono al

proprio mondo attraverso l’arricchimento delle

proprie menti è un’emozione, che unita allo studio è

in grado di creare cittadini consapevoli, perle d’oro

in una civiltà che si avvicina sempre più a quella

degli automi.

E’ un’emozione che forse ormai la nostra cara cieca

scuola può vedere solo in lontananza,

dimenticandosi che il piacere è ciò che di più

necessario serve per assumere quella capacità di

innescare quella fiamma di desiderio di conoscenza

che vive in profondità in ognuno di noi bisognosa di

essere accesa per diventare quello strumento

indispensabile alla comprensione di quei fenomeni

che ci circondano non solo negli anni di scuola ma

per tutta la vita.

Probabilmente il nostro gesto non arriverà alle

istituzioni, ma con certezza è arrivato agli studenti.

Qualcuno probabilmente si sentirà danneggiato dal

temporaneo sogno illusorio che abbiamo creato, non

è da escludere che ci saranno ripercussioni. Ma una

cosa nessuno ce la toglierà mai ed è la

consapevolezza di essere stati in grado di costruire

una scuola nostra, che metta la libera creatività di

ogni singolo individuo e studente al centro del

proprio modello educativo.

Questo è il filo conduttore che lega la nostra

occupazione al nostro giornale studentesco: si

chiama libertà creativa ed è ciò che regala alla vita

un obiettivo per essere vissuta.

Buon primo numero stagionale a tutti.

POLITICA INTERNA alla SCUOLA

N’TE BELLA SCUOLA NOSTRA Di Leonardo Timperi

Page 5: ilRiccetto Dicembre 2015

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La Sinistra unita sotto l’antifascismo vince alle elezioni della CPS Roma. Il 18 e il 19 novembre si sono svolte nell’ I.T.I.S. Galileo Galilei le elezioni per il rinnovo degli organi esecutivi della consulta provinciale degli studenti di Roma. La lista antifascista “La lotta fa scuola” si è aggiudicata la Presidenza con 104 voti e cinque seggi in Consiglio, a seguire Lotta Studentesca e Nes , Blocco Studentesco, Fronte della Gioventù Comunista e Areazione. In questa occasione si sono riuniti gli studenti di

tutta la provincia, ognuno proveniente da una

realtà diversa , chi munito di qualche volantino e

chi di una bandiera con la celtica sopra, per

esercitare il proprio diritto di democrazia. Il 19

Novembre le elezioni della Consulta Provinciale

degli Studenti non sono state vinte solo dalla lista

“La lotta fa scuola”. Hanno vinto tutti coloro che

credono ancora nella scuola pubblica e nelle pari

opportunità, ha vinto la voglia di rinascere e

ripartire da spazi culturali vitali nella nostra città,

ha vinto il contrasto reale alla riforma della

Buona Scuola, la lotta per istituti a norma e città a

misura di studente ,ha vinto l’antifascismo nella

sua espressione principale: la democrazia. E’

questa la via giusta da seguire per costruire una

Consulta che sappia trattare i temi studenteschi,

che sappia avvicinarsi a essi e comprenderli. Il

nostro obbiettivo è quello di migliorare la

condizione degli studenti romani con la forza

delle nostre idee e legarli saldamente ai valori

dell’antifascismo. È stata una vittoria

fondamentale perché ha dimostrato quanto

l’unità sia fondamentale: la lista è stata infatti

caratterizzata dall’unione di tutta la sinistra

studentesca, dai movimenti alle organizzazioni,

dai collettivi agli spazi culturali. È una vittoria

fondamentale perché ci dimostra che il mondo

della scuola vuole e deve parlare di antifascismo.

La sconfitta dei gruppi fascisti in consulta, dei

N.E.S, del Blocco Studentesco, di Forza Nuova, sta

a significare che nella scuola, nella società, non c’è

spazio per la loro violenza. Atti come le cariche

dei fascisti subite dagli studenti il giorno della

presentazione delle liste o come la violenza

verbale durante l’assemblea, sono solo un

esempio delle politiche e dei metodi portati

avanti da questi gruppi squadristi. La vittoria

della lista antifascista è stato un NO, secco e

deciso da parte degli studenti a tutti coloro che

fanno del razzismo e della paura la propria

bandiera politica. Fare antifascismo nelle scuole

vuol dire creare dibattiti, assemblee e momenti

comuni, vuol dire condannare l’utilizzo della

violenza come espressione di un credo politico,

vuol dire condannare fortemente razzismo,

sessismo e xenofobia. Vuol dire sfruttare al

meglio gli spazi democratici. E da presidente di

questa consulta, posso affermare con certezza,

che ci muoveremo verso questi valori, verso la

costruzione di un’ idea di scuola libera,

democratica e solidale. Verso una

centralizzazione dei temi delle periferie e delle

province, verso una lotta per le agevolazioni per

gli studenti, su mobilità e cultura. Lottando per

scuole sicure e un sistema di istruzione

accessibile a tutti. Sarà la consulta degli studenti

di Roma e provincia. Sarà una Consulta capace di

far rientrare la politica studentesca e temi attuali

nelle scuole. Sarà una consulta capace di

esprimersi, prendere posizione, sarà una consulta

antifascista. La lotta fa scuola!

POLITICA INTERNA alla SCUOLA

CONSULTA, LA LOTTA FA SCUOLA! di Giacomo Santarelli

Page 6: ilRiccetto Dicembre 2015

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POLITICA INTERNA al TERRITORIO

IMPEGNO… IL SENSO DI TUTTO

di signor C.

Roma, notte tra il 12 ed il 13 Novembre 2015,

nella zona di Corviale, precisamente al Campo dei

Miracoli, sede del CalcioSociale, un

malintenzionato ha dato fuoco alla “casetta della

spiritualità”, luogo di aggregazione multiculturale

e dialogo interreligioso, in cui i giovani

approfondivano la loro spiritualità e conoscenza

del “diverso”. Io parlo da cronista interno, ormai

sono passati quasi quattro mesi da quando, col

progetto “La prima parola è… Impegno” (attività di

formazione politica e sociale finanziata

dall’Unione Europea), mi sono avvicinato alla

realtà del CalcioSociale e di conseguenza alla

struttura che ci/li ospita, il Campo dei Miracoli.

Ormai da anni l’associazione nata dalle mani di

Massimo Vallati e di un gruppo di volontari si è

radicata nel tessuto della comunità di Corviale e

del “Serpentone”, garantendo un punto di

riferimento per tutti coloro che cercassero di

migliorare la propria condizione e

consequenzialmente lo stato di legalità nel proprio

quartiere, in maniera da renderlo maggiormente

vivibile e non un luogo da dove fuggire. La gente

scappa dal brutto, esso mette a disagio la stessa

crescita del giovane (ricerche hanno dimostrato

che il luogo in cui viviamo determina la nostra

stessa serenità sin da piccoli) e nel brutto, nel

marcio, organizzazione di stampo criminale e

mafioso prosperano noncuranti di autorità statali

che non riescono, spesso non supportati dalla

comunità stessa,

a garantire le opportune dimensione di legalità.

Sappiamo chi è stato ad appiccare l’incendio alla

casetta, sappiamo ma non possiamo dimostrarlo

per assenza oggettiva di prove, ma il lavoro svolto

col progetto “La prima parola è… Impegno” ci ha

reso consapevoli della situazione di grossa

illegalità che vive Corviale e di conseguenza Roma

stessa; possiamo e dobbiamo combattere questo

stato di cose, come da anni CalcioSociale fa, ecco

perché è stata realizzata una fiaccolata contro

l’illegalità per le strade limitrofe al Serpentone,

ottenendo un grosso riscontro dagli abitanti del

quartiere e delle autorità statali e comunali.

Ripartiamo da qui, con più forza e consapevolezza,

coraggio e tenacia di prima, sappiamo chi è il

nostro nemico, è la paura del bello, la paura del

sano e del civile, la paura di un luogo migliore, di

un Corviale migliore; ora inizieranno i lavori di

riqualificazione del Serpentone, sarà un percorso

che durerà anni, pieno di ostacoli e nemici da

affrontare, ma solo insieme si vince, solo

custodendo i rapporti si riesce a crescere e

migliorare… Vince solo chi custodisce… Il senso di

tutto.

Page 7: ilRiccetto Dicembre 2015

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POLITICA INTERNA alla SCUOLA

S.O.S. MERENDA! Sempre più comuni le lamentele dei docenti verso gli alunni, che alla fine dei 20 minuti di ricreazione non sono ancora rientrati in classe o si sono presentati al professore con un boccone in bocca e mezzo panino in mano. Il problema, inizialmente ignorato, ha iniziato ad infastidire ragazzi e professori, che, nei 20 minuti a loro concessi non riescono neanche a raggiungere il bancone per poter essere serviti. '' Il piccolo locale non è idoneo all'afflusso eccessivo di ragazzi bisognosi di rifocillarsi dopo 4 ore di lezione, neanche noi professori riusciamo a concederci un caffè durante la pausa. '' Le lamentele di una professoressa rivolta apertamente alla classe in ritardo per la lezione, aggiunge '' Il tempo che si impiega nella fila viene tolto al bagno causando le palesi richieste di uscita da parte di chi non è riuscito a liberarsi. '' In sostanza la fila per il bar è diventata un vero e proprio problema per studenti e docenti, problema che incide soprattutto sulla 5° ora di lezione. La stessa professoressa che ha rilasciato la testimonianza suggerisce l'impianto di macchinette automatiche che potrebbe diminuire l'afflusso dei ragazzi nel bar restituendo il tempo tolto al bagno, meta di tutti i pellegrini lungo i corridoi dell'istituto Ceccherelli. Attraversando quel lungo corridoio mi resi conto della desolazione del posto, allungai il passo vedendo con la coda dell'occhio lo scorrere delle pareti accanto a me, sempre più vicina alla meta, ne sentivo già l'odore... E il brusio. Raggiunsi la porta vetrata da cui potevo già intravedere il muro, posata la mano sulla maniglia la mia visuale mi permise di intravedere il più totale caos.

Una vampata di calore mi accolse assieme al frastuono di voci che urlavano e soldi che venivano passati ai ragazzi di fronte pronti a prendere l'ordine per ben 10 o più persone alle loro spalle, controllai l'ora, mancavano 15 minuti alla fine di tutto. Sopra di me voci tuonanti continuavano imperterrite a reclamare, ormai non riuscivo a sentire nemmeno i miei pensieri. Con fatica riuscii ad alzare il braccio più in alto che potevo, facendo brillare la mia monetina, mancavano 10 minuti, cinque li avevo persi nel prendere posizione, dovevo solo mantenerla. Mi attaccai come una cozza allo scoglio a quel vetro, così vicina eppure così lontana, pensai. Buste sopra la mia testa venivano passate e scambiate con soldi, il mio stomaco brontolava. Meno 8. Cominciai a vedere un barlume di speranza quando i due colossi accanto a me abbandonarono la loro posizione, non sentivo più il braccio ormai paralizzato, teso sulla mia testa... Controllai, ancora era attaccato alla spalla. Cercai di prendere più fiato che potei dai miei polmoni, ma le mie parole risuonavano sorde in quel frastuono generale. Meno cinque. Cercai di concentrare tutto il mio fiato in un ultimo grido di speranza, la gola mi doleva, ma sentivo che potevo farcela. Mi caricai con l'energia della fame e finalmente la mia voce raggiunse la ragazza in grembiule dall'altra parte del vetro che afferrò la mia monetina. '' Un panino Wurstel con Ketchup! ''

6

di Angela Rossi

Page 8: ilRiccetto Dicembre 2015

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POLITICA ESTERNA alla SCUOLA

L’8 Novembre il

premier italiano Matteo Renzi è partito alla volta di

Riad, capitale dell’Arabia Saudita, per incontrare re

Salman bin Abdulaziz Al Saud e discutere di politica

estera e rapporti commerciali. Una normale visita

istituzionale che però in patria ha causato non poco

scontento e per comprenderne il motivo è necessario

avere qualche informazione su questo paese. Si tratta di

una monarchia assoluta dell’Asia dell’ovest, stato ricco

di petrolio e fortemente criticato dalle associazioni

umanitarie come Amnesty International per non

rispettare i diritti fondamentali degli esseri umani. La

sua costituzione è interamente ispirata al Corano e il

suo sistema giuridico alla Sharia: la legge islamica

celebre per le sua rigidezza, applicata anche dall’ISIS

nei territori conquistati.

La situazione delle donne è critica: non è permesso

loro guidare, votare o accedere a qualsiasi carica

istituzionale. Sono costrette a girare con il volto coperto

e sempre in compagnia di un uomo. I gay anche non

hanno vita facile dato che l’omosessualità è illegale e

può essere punita con la pena di morte. Le punizioni

corporali sono all’ordine del giorno: fustigazioni,

lapidazioni per gli adulteri e amputazioni per i ladri. Le

esecuzioni sono in costante crescita tanto che nei primi

8 mesi del 2015, secondo dati ufficiali, ne sono state

eseguite 114 a differenza delle 90 di tutto il 2014; i

condannati vengono decapitati o più raramente fucilati.

Un caso che ha scosso l’Europa è quello di Ali Al Nimr,

un ragazzo saudita arrestato nel 2012 per aver

partecipato ad una manifestazione antigovernativa.

Due anni dopo è stato condannato alla pena capitale

per decapitazione e successiva crocifissione pubblica

fino alla putrefazione del corpo, sorte simile a quella

dello zio

Sheikh, anch’egli oppositore politico destinato alla pena

di morte.

Altrettanto preoccupante è la situazione della politica

estera saudita dato che lo stato è da 8 mesi in guerra

con lo Yemen; Re Salman sta portando avanti una

campagna di bombardamenti disumana contro le città

Yemenite, che finora ha causato ben 5700 morti di cui

830 tra donne e bambini. Questa questione però ci

riguarda direttamente: alcune delle bombe utilizzate

sono di produzione italiana, giunte in Arabia tramite

due carichi navali e uno aereo partiti dalla Sardegna

durante l’estate.

Come se non bastasse, a testimoniare la grande

indifferenza della comunità internazionale nei

confronti della situazione di questo paese è stata

l’elezione alla presidenza del consiglio dell’ONU per i

diritti umani di Faisal bin Hassan Trad, politico saudita.

Considerando che L’Arabia Saudita non permette ai

commissari per i diritti umani di eseguire controlli dal

2008 ci troviamo davanti ad una questione che ha

dell’assurdo.

In un periodo, quello della “guerra” all’ISIS, in cui

l’occidente vuole ancor più affermarsi portatore di pace

e democrazia, è necessario porsi un interrogativo di

fronte al suo comportamento nei confronti di regimi

come quelli dell’Arabia Saudita. Infatti, con malizia,

potremmo affermare che i rapporti con questo paese

perdurano, tralasciando l’evidente problematica dei

diritti umanitari, per il giovamento economico che ne

traiamo in export di armamenti e in commercio di

petrolio. Possiamo davvero considerarci un esempio di

civiltà se i nostri governi antepongono il denaro alle

vite umane?

IL SIMBOLO DELL’IPOCRISIA OCCIDENTALE:

L’ARABIA SAUDITA

di Lorenzo Di Russo

assemblee partecipate

da studenti interessati,

o

Page 9: ilRiccetto Dicembre 2015

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POLITICA ESTERNA alla SCUOLA

PAURA: STRUMENTO

POLITICAMENTE SCORRETTO

Stiamo vivendo in un epoca caratterizzata dalla

paura, ormai siamo spaventati da tutto: il cibo, la

tecnologia, il progresso, ma anche la politica,

insomma tutto ciò che negli anni passati più ci

affascinava ora siamo abituati a vederlo come

qualcosa a cui stare attenti. Ma infondo cos’è la

paura? E perché è cosi presente nella nostra vita?

La paura non è soltanto una reazione ad un

pericolo reale o immaginario ma è anche un

industria e uno strumento politico. Dell’industria

sappiamo quasi tutto, ci sono migliaia di

documenti sul vorticoso giro d’affari che la paura

alimenta. Come non sembrano esserci dubbi,

almeno negli storici che, insieme alla presenza di

un nemico e alla nazione la paura, indotta

dall’incertezza economica, dalla precarietà del

lavoro e dall’assenza di speranza nel futuro, sia

uno dei pilastri su cui è retto il potere. Dallo

storico greco Tucidide, al Barone di Montesquieu,

sino ad Herrman Goering nel ventesimo secolo,

abbiamo capito che tutto ciò che i leader nazionali

devono fare per mantenere il controllo delle

masse, è focalizzarsi su una minaccia esterna, nel

contempo accusando di mancanza di patriottismo

quanti non volessero seguire i loro piani. Eppure, a

prescindere dal tipo di timore che dovremmo

provare, nessun consiglio ci viene dato sul da farsi,

eccetto forse il dover diffidare degli altri, e in

particolare degli stranieri. Inoltre oggi, ciò che

forse è da considerarsi senza precedenti è il modo

sistematico, virtualmente scientifico, con cui i

moderni statisti usano la paura per

mantenere il consenso del popolo. Infatti

soprattutto nello scorso secolo si è usata la paura

come “macchina crea consenso” per scopi bellici,

con l’unico fine di conquistare e guadagnarne.

Abbiamo esempi con la Germania nazista del

primo novecento ma soprattutto con le strategie

militari fallimentari dei moderni Stati Uniti. I quali

hanno utilizzato un evento tragico quale

l’attentato alle torri gemelle per dipingere i

mediorientali come terroristi da combattere in

ogni modo; fomentando così il desiderio di

vendetta da parte della nazione che terrorizzata si

affidava impotente allo stato. Ma Il male peggiore

è forse ciò che la politica della paura ha fatto ai

nostri valori come popolo. La società infatti spesso

si mostra con i suoi due lati: spaventata e

spaventosa, priva di generosità e umanità, decenza

e carità che porta alla creazione di una nazione

che sembra incapace di trovare per il suo

patriottismo in una qualsiasi ragione più profonda

di un'atmosfera manipolata cinicamente da

ansietà e paura. Spesso mi capita di avere

nostalgia di anni che non ho vissuto, nostalgia di

quando c’era fiducia nel prossimo, nostalgia di

quando la politica si faceva non parlando alla

pancia della gente e quindi non attraverso l’odio

ma piuttosto attraverso la riflessione, nostalgia di

quando si cercava una soluzione che potesse

avvantaggiare tutti e non solo proteggere noi

stessi. Quindi nostalgia di quando gli ideali e la

speranza e la voglia di cambiare le cose erano

molto più forti di qualsiasi tipo di paura.

8

di Chiara Falconi

Page 10: ilRiccetto Dicembre 2015

10

Rubrich

e

UN ARTICOLO PER SPIEGARE UNA

PAROLA: “RICCETTO”

Cari lettori del Riccetto, essendo la prima uscita di

quest’anno scrivo per ribadire e chiarire ogni

dubbio sul significato del nome di questo giornale:

“Riccetto”. Avverto subito tutti che “Riccetto”

scritto con due c non è né un aggettivo né altro.

Altri indizi? “Riccetto” è un soprannome attribuito

ad un ragazzo. Non vi viene in mente nulla?

A me, subito compare in mente un’immagine

chiara di un carattere distinto. Una persona

scapestrata, frenetica e piena di vitalità. Ok, se

ancora non aveste capito di chi sto parlando, ora

sciolgo ogni dubbio su chi sarebbe questo giovane.

“Riccetto” è il nome di un personaggio chiave nel

romanzo “Ragazzi di Vita” di Pier Paolo Pasolini.

Pasolini fu scrittore, poeta, autore, regista teatrale

e cinematografico, incarnando così appieno la

figura dell’intellettuale. Da poco passato

l’anniversario della sua scomparsa, egli attraverso

le sue opere evidenzia le criticità della società

italiana del secondo dopoguerra, per questo è

stato spesso bersaglio di molte critiche e

polemiche. Nella narrazione di “Ragazzi di vita”,

Pasolini attribuisce a ogni personaggio una storia

e delle peculiarità proprie, a partire dai nomi che

sono spesso alterati per sottolineare tratti

distintivi di pregi o difetti. Per l’autore, “Riccetto”

è il rappresentante di uno stile di vita basato sul

solo e continuo rapporto con gli altri, nonostante

le aspettative sulla realizzazione di un interesse

personale. Eppure questo comportamento

sregolato che lo porta a raggirare, derubare,

ingannare e a subire a sua volta, lo inserisce in un

una realtà più umana, basata solo sull’ interazione

tra persone.

È importante sapere e capire le ragioni che ci

hanno portato a scegliere questo nome come titolo

del nostro giornalino, perché si è convinti del fatto

che stiamo ormai prendendo l’abitudine ad

accettare tutto, così come ci viene riportato, senza

mai una spiegazione dei motivi reali. Riccetto

indaga nella realtà dei fatti, diventa il portavoce di

un atteggiamento critico di ricerca di concretezza.

Un po’ come un giornalista che va alla ricerca di

interazioni reali; inoltre era anche di Monteverde

come noi! Pasolini con questo personaggio delinea

i nostri pensieri, atteggiamenti, modi di fare, di

confrontarsi e relazionarsi con il mondo, in poche

parole, vuole rappresentare noi, la Gioventù.

di Ester Flumeri

Page 11: ilRiccetto Dicembre 2015

11

POSTMODERNITA’ LA FINE DELLA

STORIA

Rubrica Storia-Filosofia

Finito il tempo delle grandi narrazioni storiche la

Modernità si è ultimata e conchiusa in quel

fenomeno chiamato postmodernità. L'avvento del

paradigma Moderno , inteso come processo

rivoluzionario a partire del XV secolo, ha

rappresentato un cambiamento categorico nella

storia della società occidentale. Da quel mondo

retto da una costellazione di valori comunitari,

dalla conoscibilità obiettiva e da costanti

universali, dalla possibilità di rendere il mondo

comunicabile, si è giunti, attraverso un lento

cambiamento negli schemi e nelle categorie di

interpretazione reale, ad una visione

individualistica del mondo,causa del nichilismo

che domina il Postmoderno.

L'attuale epoca postmoderna si impone come

termine ultimo della Storia, perché L'io singolo,

non è connesso ad un Tutto, non dialoga più con

essa. Nel saggio La Fine della Storia e L'ultimo

Uomo, il politologo Francis Fukuyama profetizza

con il crollo del muro di Berlino nel 1989,

l'avvento della democrazia come estremo culmine

della Storia. Quella di Fukuyama è una

costatazione del fatto che la democrazia e il

capitalismo si vogliono realizzare come forma

chiuse ed immodificabili di organizzazione

sociale.La realtà capitalistica è divenuta un

principio teologico che, si pretende chiuso e

intrasformabile e circoscrive ogni nostro atto all'

interno della sua dimensione, in quella dialettica

che relaziona il produrre e consumare.

Il postmoderno segna in questo senso la

cristalizzazione di una Modernità portata sino ai

suoi estremi limiti, e rappresenta una

modificazione strutturale del rapporto del singolo

con lo spazio e con il tempo. Si è passati da un

paradigma lineare , che si dilatava nello

spazio(passione per il viaggio e la scoperta) e nel

tempo(eredità, successioni, tradizioni) ad un

paradigma ciclico canalizzato nel modello

capitalistico del consumo. L'era postmoderna è

quindi "post-storica" in quanto ci ha reso atomi di

particelle vaganti all'interno di uno spazio tempo

ciclico, che viviamo come eterno presente mentre

alludiamo ad un nostalgico passato, e neghiamo la

possibilità di un futuro diverso. L'azione

trasformatrice non è più plausibile, in quanto

agire vorrebbe significare compiere un atto

storico e rimettere in moto il corso degli eventi

atrofizzato nell'Assoluto democratico-capitalistico.

Solo la dissidenza scardina le forme chiuse del

proprio tempo, smantella i luoghi comuni, è una

vocazione insorgente, che apre scenari nuovi;

quindi è necessario sfatare i postulati del mondo

moderno, l'egoismo, l'individualismo, la

competizione, il razionalismo, che hanno

legittimato il suo corso e la sua cristallizzazione in

ogni sfera dell'esistere, giustificando la nascita del

capitalismo liberal-libertario, l'industrialismo,

l'edonismo consumistico.

10

di Andrea Della

Polla

Page 12: ilRiccetto Dicembre 2015

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Rubrica Storia-Filosofia

L'UOMO E L'INTERESSE PERSONALE

Con l'avvento della nuova società, nota Marx, si

espanderà il dominio dell'uomo sulla natura (e

cesserà quello dell'uomo sull'uomo): con

l'estinguersi dello Stato, inoltre, sparirà anche la

politica come gioco della lotta di classe e si

passerà al regno dell'anarchia, in cui manca lo

Stato, ma non il governo; è infatti impensabile una

società in cui ciascuno faccia ciò che gli pare, tanto

più che anche solo per produrre del cibo che possa

sfamare i componenti di tale società è necessario

prendere decisioni. Tuttavia, esse non saranno

decisioni politiche, poichè la politica

implicherebbe un confronto di interessi diversi a

seconda della classe sociale in questione (cosa

impossibile in una società senza classi), ma, al

contrario, non saranno a favore di certi gruppi

sociali e a discapito di altri, bensì saranno

decisioni meramente tecniche, alla stregua di

quelle che vengono prese nelle aziende, in vista

non di una classe sociale ma del funzionamento

ottimale dell'azienda stessa. Si tratterà, in altri

termini, di scelte collettive volte al bene della

collettività stessa: ne consegue che

dall'amministrazione politica si passa a quella

tecnica. Ma come si può pensare che, con l’avvento

della società comunista, ogni singolo uomo cesserà

di mirare esclusivamente ai propri interessi

personali e invece baderà a quelli dell’intera

società? Non è forse un’evidente ingenuità

pensare che l’uomo possa estirpare dal proprio

carattere quell’egoismo che da sempre lo

accompagna? A quest’obiezione Marx risponde

fieramente che l’uomo di cui egli sta parlando è

l’uomo del futuro, radicalmente diverso rispetto a

quello ambientato nella società capitalistica, dove

regna quel liberalismo che fa sì che ciascuno

persegua egoisticamente soltanto i propri

interessi, trascurando quelli altrui. A questo

proposito, il pensatore tedesco (in “Critica del

programma di Gotha”) suddivide il passaggio

dall’attuale società a quella comunista in due

tappe ed è il suo stesso materialismo storico a

spingerlo in quella direzione: dopo anni e anni che

si è vissuti nella società borghese, è evidente che

le coscienze di tutti (operai compresi) ne saranno

influenzati, quasi come se avessero

assimilato in cuor loro il sistema capitalistico e la

sua concezione di fondo secondo cui a ciascuno

bisogna dare a seconda dei meriti. Sarebbe

dunque troppo brusco il passaggio diretto al

comunismo, dove non si dà più in base ai meriti,

ma in base ai bisogni: ecco allora che Marx pone

come tappa centrale il socialismo, che del

capitalismo mantiene i princìpi (a ciascuno

secondo i suoi meriti) e anzi li realizza

concretamente; solo con il passare degli anni

potrà sempre più affermarsi, gradualmente, il

comunismo, basato sulla piena solidarietà. Più

nello specifico, Marx fa notare che, crollato il

capitalismo, vi sarà una prima fase di "socialismo"

seguita da una seconda fase di "comunismo"; nella

fase del "socialismo" vigerà il motto “ a ciascuno

secondo il suo lavoro ”, ovvero, ridotto all'osso, il

socialismo che scaturirà nell'immediato post-

capitalismo realizzerà ciò che il sistema

capitalistico si era sempre proposto di fare senza

però mai riuscirci: ciascuno otterrà in base a

quanto avrà effettivamente lavorato e non come

nel sistema capitalistico, dove all'operaio che

produce 10 viene dato in busta paga 3. Il

socialismo della prima fase si configurerà dunque

come piena realizzazione di quella meritocrazia

per cui ciascuno guadagna in base a quanto

produce; meritocrazia che nel capitalismo era

esaltata ma, con immensa ipocrisia, non veniva

applicata. Naturalmente poi una società, per

essere davvero socialista, dovrà comunque

soddisfare i bisogni elementari di tutti,

indipendentemente dal lavoro compiuto da

ciascuno, ma ciò non toglie che il merito dei singoli

verrà premiato secondo giustizia; ecco dunque che

per Marx la società non deve essere egualitaria,

ma giusta e una società in cui tutti prendessero le

stesse cose pur producendo chi più e chi meno

sarebbe ingiusta. Questa prima fase in cui

imperererà il socialismo verrà superata da quella

del "comunismo", il cui motto sarà “ ciascuno

secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i suoi

bisogni ”: in tale società ciascuno dà per quello che

può e

di Andrea Della

Polla

Page 13: ilRiccetto Dicembre 2015

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Rubrica Storia-Filosofia

riceve in base a ciò di cui ha bisogno, il che implica

che una persona possa ricevere di meno rispetto a

ciò che produce. Se nel socialismo si dava a

seconda dei meriti, nel comunismo, invece, si dà a

seconda dei bisogni, ma, ciononostante, neanche

quella comunistica è una società egualitaria,

poichè, essendo intesa la ricchezza come un bene

comune, ciascuno darà alla società il proprio

massimo, sapendo che a sua volta la società gli

darà tutto ciò di cui ha bisogno. Ci sarà chi darà di

più e chi darà di meno, ma ciascuno riceverà non

in proporzione a ciò che ha dato (come avveniva

nel socialismo), ma in proporzione a ciò di cui ha

bisogno. Viene però spontaneo chiedersi che cosa

può mai indurre una persona ad essere

disponibile a dare di più di quel che poi riceve: la

risposta sta nel fatto che la nuova società sarà

senza classi e, pertanto, l'interesse dei singoli o

delle parti sarà indisgiungibile da quello della

collettività. Il fatto che l’uomo di oggi sia egoista e

interessato esclusivamente ai propri interessi

personali non dipende dalla sua reale essenza,

poiché, dice Marx, “ l’essenza umana non possiede

una realtà vera ”, bensì è connessa alle condizioni

materiali in cui vive: il vivere in una società che

esalta il valore del singolo e del denaro e in cui si è

continuamente incitati a perseguire i propri

interessi influenza inevitabilmente la coscienza

dell’uomo, riflettendosi su di essa. Quando si sarà

realizzata pienamente la società comunista, priva

di divisioni in classi, e si saranno sgretolati i

princìpi che stanno alla base della società

capitalistica, allora anche le coscienze verranno

influenzate dalla nuova situazione materiale e

verrà meno l’egoismo tipico dell’uomo del giorno

d’oggi. Se ci pare assurdo, oggi, pensare che

l’uomo possa un giorno non badare ai propri

interessi personali e invece interessarsi di quelli

altrui, è perché viviamo in una società in cui regna

l’egoismo e l’interesse personale. Al di là

dell'obiezione secondo la quale è impossibile che

l'uomo cessi di badare, egoisticamente, al proprio

interesse, si è criticato il fatto che Marx, come tutti

i pionieri che scoprono qualcosa di importante,

finisce per dare alla sua scoperta più peso di quel

che in realtà ne abbia. La grande

scoperta marxiana in questione consiste nell'aver

colto l'importanza dell'economia per capire la

storia (merito riconosciutogli perfino da un

liberale moderato come Croce), ma tuttavia Marx

si è lasciato troppo prendere dalla sua scoperta e

non si è accorto che il comportamento umano non

è solamente governato da fattori economici.

Marxianamente, infatti, la gelosia (ed in generale

tutti gli altri sentimenti) deve essere letta in senso

economico, riconducendosi all'idea che il

matrimonio sia un contratto e che dunque il

tenere legato a sè il coniuge rientri nella sfera

economica; però pensare che tutti i sentimenti

siano riconducibili ad un livello economico è,

francamente, molto riduttivo, come ha fatto notare

Freud; ed è anche molto riduttivo pensare che

l'eliminazione dei conflitti economici, avvenuta

grazie all'abolizione delle classi, porti

all'eliminazione di ogni tipo di conflitto. Infatti,

sostenendo che è la vita a determinare la

coscienza, ovvero che il comportamento umano è

influenzato dalle condizioni materiali e che,

luteranamente, l’arbitrio dell’uomo è servo, viene

meno la libertà umana. In realtà, è bene ricordare

come per Marx la storia che arriva fino all’epoca

del capitalismo non è la vera storia, ma è una sorta

di lunga preistoria in cui l’uomo è stato soggetto

alle forze economiche senza riuscire a dominarle (

il feticismo delle merci ne è la più fulgida

espressione: il prodotto si erge a dominare

l’operaio); una volta che questa fase verrà

superata, anche il rigido materialismo potrà in

qualche misura risultare sorpassato e sarà,

finalmente, l’uomo a dominare l’economia (e non

viceversa). E del resto, fin dalla sua tesi di laurea

“Differenza tra la filosofia della natura di

Democrito e quella di Epicuro”, Marx aveva

mostrato maggior simpatia per il pensiero di

Epicuro che, a differenza del rigido meccanicismo

democriteo, lascia un margine di libertà all’agire

umano, non intaccando del tutto il libero arbitrio:

come a dire che nell’attuale società capitalistica

l’uomo è schiavo materialmente e quindi anche

spiritualmente, ma quando lo sfruttamento

materiale verrà meno, allora egli si riscatterà e

riconquisterà la propria libertà.

Page 14: ilRiccetto Dicembre 2015

14

Scrittura

Ho fatto un sogno rivelatore.

So finalmente qual è il vero obiettivo delle

periodiche disinfestazioni che si svolgono nel

nostro bellissimo, antico (vecchio?), tetro

complesso scolastico.

Lo so, ma siccome era solo un sogno, non ho le

prove.

So, ma non ho le prove (qualcuno si ricorda chi

l’ha detto?).

Nel sogno c’era il millesimo esperto incaricato alla

spending review, che si era fatto venire un’idea

geniale sul modo più facile e spedito per operare

tagli alla spesa nel settore scolastico. All’espertone

erano tornate in mente letture infantili e si era

ricordato della sig.na Trinciabue

(do you remember Mathilda?) la quale –

allenandosi nella sua specialità sportiva preferita:

il lancio dello studente – diceva con trasporto:

“Sogno una scuola senza studenti…”

E in fondo la soluzione era semplice e geniale. Ed

era sempre stata lì, evidente, radicale, definitiva.

Una scuola senza studenti (ma in fondo, sì…. anche

senza docenti) avrebbe significato un notevole

risparmio per le casse dello Stato.

Così, era partita subito una circolare inter-

ministeriale, in un plico sigillato con sopra scritto

TOP SECRET. Dentro….un’unica parola scritta in

tanti caratteri diversi (Times New Roman,

Cambria, Broadway, Gothic…):

DISINFESTAZIONE!!!

La sognatrice SOGNI RIVELATORI: #DISINFESTAZIONE

Page 15: ilRiccetto Dicembre 2015

15

Scrittura

Premio letterario internazionale EUGENIA TANTUCCI 2015

Curato dall’Accademia Italiana di Poesia e dall’E.I.P. Itali Sezione Narrativa e

Saggistica: Vitaliy Prynda

VITTORIA PREMIO LETTERARIO: IL MIO VIAGGIOpt.1

Era un sabato mattina, ma non come tutti gli altri;

giugno inoltrato, ultimo giorno di scuola, giorno di

partenza verso l’Ucraina. Partivo con mia nonna, non

era un viaggio di piacere; dovevo rinnovare il mio

passaporto, questa volta per maggiorenni: avevo 16

anni. Il viaggio in pullman durò 23 ore totali,

attraversammo la Slovenia e l’Ungheria, arrivammo

al confine ucraino e, dopo tutti i controlli, entrammo

finalmente in Ucraina, nel mio paese. Festeggiammo

tutti insieme, passeggeri e autisti, nel solito autogrill

come da tradizione, ogni volta che va tutto bene.

Champagne e gelato semplice, una coppa con crema

leggera: il cono era più morbido, in un certo senso

’’cartaceo’’, non croccante come quello delle

gelaterie italiane, ma sprigionava bollicine di felicità

da tutti i pori; poi, croccante wafer al cioccolato.

Io e nonna dovevamo scendere nei Carpazi; al

telefono, avevo detto a mia madre ‘’tutto ok!’’ ma

mia nonna, scherzosamente aveva aggiunto: ‘’siamo

stati accolti dai carri armati russi’’. Era ironica ma un

po’ il fatto ci faceva gelare il sangue, era come

scherzare con il fuoco, anche se in fondo scherzare

col fuoco fa sembrare tutto meno spaventoso.

I primi giorni eravamo ospitati dai nostri zii in un

paesino montano chiamato Skole. Ho sempre

pensato di essere

fortunato quando

andavo in Ucraina,

perché ogni volta, per

una decina di giorni,

faceva bel tempo; i

miei zii hanno un locale

dove ospitano chi

vuole trascorrere del

tempo in montagna:

quell’estate, c’era una famiglia filosovietica,

scappata da Donetsk in seguito alla guerra civile. Non

tutti erano d’accordo sulla decisione di ospitare

quella famiglia, tanto meno mia nonna, il motivo?

Semplice, un russo o un filorusso era odiato dalla

parte occidentale e la causa era anche semplice:

eravamo ad Occidente e li si odiava perché i nostri

uomini erano chiamati al servizio militare, per

combattere, mentre quelli che si trovavano nella

zona di conflitto, riuscivano a fuggire. Ciò marcava

ancor di più l’odio verso i russi e i filorussi.

Il primo giorno era trascorso velocemente, la sera

avevo continuato a leggere un libro di una trilogia

che avevo con me; non lo sapevo ma quei tre libri

sarebbero stati, per dieci giorni, i miei più cari amici.

La cosa che mi piace di più è la tranquillità che c’è in

Ucraina, per lo meno nei paesini o cittadine che ho

spesso visitato; ma anche le città più grandi non

sono così caotiche come quelle italiane. Dopo i primi

giorni dai miei zii, andammo nel paesino di nascita di

mia nonna, Monasterez, quello in cui ho anche casa,

che mia nonna ha dedicato, prima a me e poi a mia

madre; la casa è un po’ spoglia perché è quasi del

tutto nuova, una casa tutta bianca, grande, su due

piani, una soffitta e un garage. Mancavo da tanto ed

era cresciuta

dappertutto molta erba

alta che quasi non si

vedeva niente.

CONTINUA NEL

PROSSIMO NUMERO

Di Vitaliy Prynda

Page 16: ilRiccetto Dicembre 2015

16

ANGOLO DELLO SPORT

VOLLEY SCUOLA

Moltissimi sono i ragazzi e le ragazze che si sono

presentati alle selezioni per la squadra maschile e

la squadra femminile di pallavolo per l’ istituto di

istruzione superiore “Via Silvestri 301”. Sono stati

33 i ragazzi e 15 le ragazze che hanno riempito la

palestra il primo giorno delle selezioni e quasi

altrettanti nei giorni seguenti.

Maschile Tra tutti i nuovi arrivi emergono i nomi di Gemin

Daniele, Lauri Niccolò, Ippoliti Valerio, Berghella

Michele, Kursrlaokis Hans Christian, Di russo

Lorenzo, Biancolilla Matteo, Aceto Gianluca, Fabro

Federico, Santi Riccardo, Scanu Nicola, Pomanti

Ludovico, Milone Raimondo, De Rose Marco,

Piergentili Gianluca.

Vengono riconfermati i membri dello scorso anno:

Ferrato Alessio, Panzetta Edoardo, De Rose

Alessio, Parisi Andrea, Duranti Daniele, Bellina

Alessandro, Stock Enrico, Micaroni Francesco,

Canzian Marco, Flammini Dario, Foco Stefano.

Femminile Confermati per la selezione femminile i nomi di

Maddaluno Barbara, Marta Ricci, Teofile Claudia,

Fusco Ludovica, De Simone Rita, Catena Silvia,

Tabarini Valentina, Menditto Alice, Fatati Chiara,

Dramis Flavia, Pietronbon Marianna, Martini Alice.

Da confermare Lato Valentina, Allodi Flavia,

Amoroso Giulia.

CAMPIONATO di CALCIO INTERCLASSSE

SQUADRE P G V N P

1. 3F 7 3 2 1 0

2. 3E 6 2 2 0 0

3. 5D 3 2 1 0 1

4. 3D 3 2 1 0 1

5. 3B 3 3 1 0 2

6. 4F 1 2 0 1 1

7. 5C 0 2 0 0 2

GIRONE B

SQUADRE P G V N P

1. 4A 6 2 2 0 0

2. 4E 5 3 1 2 0

3. 5E 4 3 1 1 1

4. 4B 4 2 1 1 0

5. 5F 3 3 1 0 2

6. 5A 3 3 1 0 2

7. 5B 0 2 0 0 2

GIRONE A

di Riccardo Serra con la

prof.ssa Pulvirenti

Page 17: ilRiccetto Dicembre 2015

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Giochi

REBUS (frase: 12,6)

(Soluzione nel prossimo numero)

Page 18: ilRiccetto Dicembre 2015

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