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L’Amico del Popolo 26 FEBBRAIO 2015 - N. 8 Convegno ecclesiale nazionale 6 FIRENZE 9-13 NOVEMBRE Finestre e Portoni Internorm Mis di Sospirolo tel. 0437 899010 www.rinovacasa.com 28 febbraio – 1/6-8 marzo COSTRUIRE 2015 PAD B - CORSIA F/D 1-3/34-36 «IN GESÙ CRISTO IL NUOVO UMANESIMO» BELLUNO-FELTRE SI PREPARA Uscire, il primo verbo per incontrare l’uomo Non perde efficacia la benedizione delle famiglie, ereditata dalla pastorale tradizionale Don Alex Vascellari, uno dei sette delegati di Belluno-Feltre al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, ha composto la presen- tazione del primo verbo, ‘‘uscire’’, proposto dalla Traccia di prepara- zione come via per l’umanità nuo- va. Su prossimi numeri dell’Amico usciranno le presentazioni degli altri verbi: «L’uomo è la prima via che la Chiesa percorre nel compimento della sua missione». Queste parole di San Giovanni Paolo II ricordano come l’uomo è stato, può e deve sempre essere la via privilegiata per la conoscen- za di Dio e per l’incontro con lui. Nella storia della salvezza con- cretamente è in Gesù, al 100% Dio ma anche al 100% uomo, che incontriamo la vera rivelazione, ultima e definitiva, di Dio; nell’u- manità di Gesù traspare Dio e in Lui l’umanità va trasfigurandosi. Questa è la linea conduttrice e l’in- tenzione del Convegno di Firenze del novembre 2015, conscio che da Gesù Cristo possiamo attingere luce per costruire (o forse meglio scoprire) un nuovo umanesimo; vivere da cristiani non significa essere meno uomini, anzi. CRISTO, L’UOMO PERFETTO Significa seguire l’unico uomo perfetto e, grazie a lui, vivere al meglio la propria vita, sfruttare tutte le potenzialità, realizzarla al 100%! Prendere a modello Ge- sù per le nostre scelte, personali o comunitarie come Chiesa, confron- tarle con la sua vita, può disegna- re per noi un percorso di umanità nuova, ‘‘insaporita’’ dall’unzione dello Spirito. Secondo le parole di san Tommaso d’Aquino, «la grazia divina non annulla, ma suppone e perfeziona la natura umana». I CINQUE VERBI CINQUE VIE PER L’UMANITÀ Per cercare di dare il nostro contributo, come cristiani, alla costruzione di un nuovo umane- simo, in un mondo profondamen- te cambiato dai secoli passati, la Traccia al convegno di Firenze prende spunto da papa Francesco e ci suggerisce «Cinque vie ver- so l’umanità nuova» attraverso cinque verbi: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare. Cinque verbi che non si accostano semplicemente l’uno all’altro, ma si intrecciano tra loro e percorro- no trasversalmente gli ambiti che quotidianamente abi- tiamo. Vorremmo pro- porre alla riflessione personale comunita- ria queste vie in cin- que uscite su questo nostro giornale dio- cesano. Vorremmo at- traverso queste usci- te, far partecipe tutta la diocesi, laici e preti, di questo cammino e stimolare la riflessio- ne e la preparazione al convegno. Eventua- li spunti, riflessioni, testimonianze possono essere inviate a: alex. [email protected]. USCIRE La prima via ci è indicata dal verbo uscire (e suoi derivati, come «Chiesa in uscita»), molto presente nella predicazione e nel magistero di papa Francesco, in particolare nell’esortazione apostolica Evan- gelii Gaudium. Essa ci indica come il primo passo, il primo atteggia- mento per seguire oggi Cristo non sia quello della chiusura difensi- va, ma dell’uscita, senza paura di perdere la propria identità, anzi facendone dono agli altri. Nell’in- contrare gli altri possiamo vera- mente contribuire a condividere la ricchezza di Cristo. PERSONE IN USCITA Esempi di persone «in uscita», disponibili a lasciare ciò a cui si è abituati, se ne trovano molti nel- la Bibbia: Abramo che esce dalla sua terra, Mosé che guida il popolo d’Israele fuori dall’Egitto nel de- serto, Noè che abbandona la sua casa e le sue proprietà e costrui- sce l’arca fidandosi del Signore... Ma soprattutto in questo inizio di Quaresima lo vediamo nella vita di Gesù: per 40 giorni Gesù esce dalla comunità, esce dalle sue si- curezze, esce dalla quotidianità e viene sospinto dallo Spirito nel deserto. Non ha paura di lasciare le proprie sicurezze, perché ha fi- ducia di incontrare il Signore. Gesù anche nella sua vita quoti- diana, per le strade della Palesti- na, esce di continuo: dagli schemi culturali, dai pregiudizi, dalle regole troppo strette che vanno contro l’uomo... Gesù non ha pau- ra di farlo perché vuole incontra- re l’uomo: siccome tanti uomini, troppi uomini, erano «fuori» da quei recinti, non sentivano Dio vicino, allora va, esce, per andare loro incontro. È la stessa logica dell’incarnazione che lo spinge: Dio esce dalla sua divinità per in- contrare l’uomo, non considera un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ma spoglia se stesso (Fi- lippesi 2,6-7). ORIENTARSI NEL CAMBIAMENTO Il verbo uscire può veramente aiutarci nel capire come vivere il cristianesimo oggi. Il rischio gran- de sempre in agguato è il semplice ripetere ciò cui ormai siamo abi- tuati, senza valutare se sia ancora adeguato, se parli ancora all’uomo di oggi oppure no. È come premere il pulsante «re- peat» sul proprio lettore musicale, riascoltare sempre la stessa musica, credendo che fuori non ci sia nulla di più bello. Uscire è ascolta- re anziché parlare. La prima cosa è ascoltare. Di fatto in Italia ci troviamo di fron- te a grossi cambia- menti demografici, sociali e culturali. Il modo di vivere e la società sono cambiati. C’è il ri- schio che il nostro umanesimo, la visione cristiana dell’uomo che portiamo avanti sia anacronistica, non parli più all’uomo d’oggi. Per questo usci- re dall’inerzia e dal «si è sempre fatto così» può farci incontrare i problemi e le ricchezze dell’oggi, ascoltare le difficoltà e lo smarri- mento di tanti uomini e donne, che di fronte alla crisi globale si sono fatti più drasti- ci, raccogliere i germi di bene e di umanità, i semi di Vangelo pre- senti nella cultura e, solamente dopo, cer- care di rispondere. Non vuol dire certa- mente buttare via tut- to ciò che è passato, le tradizioni e le con- suetudini, ma saperle vagliare, discernere ciò che è bello, buono e vero, togliendo even- tuali incrostazioni che possono nasconderne la bellezza. Una bella frase di Mariapia Veladiano esprime bene questa tensione: «è bello questo ricordare che non è la conservazione la no- stra vocazione di cristiani, uomi- ni e donne. La conservazione una tentazione. La conversione è vita nuova ritrovata». LA VITA DELL’UOMO UN CAMMINO Ci ricorda o ci fa capire che la vita dell’uomo è sempre un cam- mino, non si è mai degli «arrivati», ma sempre dei pellegrini. Bisogna sempre andare avanti, perché non c’è nulla di «dato» una volta per sem- pre. La Chiesa è sempre pellegrina, alla ricerca di Dio. I cristiani sono sempre cercatori, come i Magi. Dio non lo possiamo mai toccare, per- ché quando lo tocchiamo già ci sfugge. Come in montagna alcuni sentieri si sono interrotti, non conducono più in cima, sono frana- ti; bisogna trovar- ne altri.Uscire è credere che, an- che oggi, i sentieri che Dio apre per noi sono visibili e praticabili. LA BENEDIZIONE DELLE FAMIGLIE NELLE CASE Alcuni esempi concreti di uscita: la benedizione delle case, un’espe- rienza di incontro antica ma sem- pre attuale; esempio di «Chiesa in uscita», il sacerdote esce dei luoghi abituali per camminare casa per casa. È un momento in cui si in- contrano tante persone, si viene rifiutati da alcuni, si riceve una fraterna accoglienza da tanti al- tri. Nell’uscire verso gli altri per incontrarli nel luogo in cui vivono la cosa importantissima è che si ascolta molto e si parla poco. Lì la Chiesa ha occasione di ricevere i pesi degli uomini, le loro difficoltà e preoccupazioni, anche se non può dare risposte e indicazioni sicure. Alcune nuove esperienze di im- prenditoria, come sono emerse nel convegno di Quaresima (vedi articolo correlato nella pagina di fianco); alcuni imprenditori hanno saputo rilanciare la loro azienda o creare qualcosa di nuovo proprio perché hanno saputo vedere oltre, hanno saputo uscire dai loro sche- mi abbandonare le loro sicurezze. ECHI DAL CONVEGNO DI QUARESIMA Sempre nel convegno di Qua- resima monsignor Bregantini che ha fatto riflettere su come il vento spegne la fiammella, ma fa divampare un incendio in un bo- sco. Il vento è lo stesso, cambia la fiamma. Se la nostra speranza è piccola, la crisi e i cambiamenti la spen- gono; ma se la nostra speranza è grande la crisi non fa altro che alimentarla. ALCUNE DOMANDE Allora, come possiamo far sì che i cambiamenti demografici, sociali e culturali, con i quali siamo chia- mati a misurarsi, diventino occa- sione per nuove strade per portare agli altri la buona notizia di Gesù Cristo? Quanto sappiamo uscire da noi stessi, dal credere di avere sempre ragione, dall’arroganza e dall’or- goglio che ci accecano? Sappiamo liberare le nostre strutture dal peso di un futuro che abbiamo già scritto, per aprir- le all’ascolto delle parole dei con- temporanei che risuonano anche i nostri cuori? Le nostre comunità sono pronte ad «uscire» o risultano ancora con- dizionate da una «inerzia struttu- rale, della semplice ripetizione di ciò cui siamo abituati»? Come passare da una «pastorale di conservazione» a una «pastorale missionaria»? Alex Vascellari Un sacerdote bussa alla porta di una casa: nei nostri paesi, è la benedizione delle famiglie. La traccia di preparazione al convegno ecclesiale nazionale di Firenze suggerisce cinque vie verso l’umanità nuova: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare.

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L’Amico del Popolo26 FEBBRAIO 2015 - N. 8 Convegno ecclesiale nazionale6FIRENZE

9-13 NOVEMBRE

Finestre e Portoni Internorm

Mis di Sospirolotel. 0437 899010www.rinovacasa.com

28 febbraio – 1/6-8 marzoCOSTRUIRE 2015PAD B - CORSIA F/D 1-3/34-36

«IN GESÙ CRISTO IL NUOVO UMANESIMO» BELLUNO-FELTRE SI PREPARA

Uscire, il primo verbo per incontrare l’uomoNon perde efficacia la benedizione delle famiglie, ereditata dalla pastorale tradizionale

Don Alex Vascellari, uno dei sette delegati di Belluno-Feltre al Convegno ecclesiale nazionale di Firenze, ha composto la presen-tazione del primo verbo, ‘‘uscire’’, proposto dalla Traccia di prepara-zione come via per l’umanità nuo-va. Su prossimi numeri dell’Amico usciranno le presentazioni degli altri verbi:

«L’uomo è la prima via che la Chiesa percorre nel compimento della sua missione».

Queste parole di San Giovanni Paolo II ricordano come l’uomo è stato, può e deve sempre essere la via privilegiata per la conoscen-za di Dio e per l’incontro con lui. Nella storia della salvezza con-cretamente è in Gesù, al 100% Dio ma anche al 100% uomo, che incontriamo la vera rivelazione, ultima e definitiva, di Dio; nell’u-manità di Gesù traspare Dio e in Lui l’umanità va trasfigurandosi. Questa è la linea conduttrice e l’in-tenzione del Convegno di Firenze del novembre 2015, conscio che da Gesù Cristo possiamo attingere luce per costruire (o forse meglio scoprire) un nuovo umanesimo; vivere da cristiani non significa essere meno uomini, anzi.

CRISTO, L’UOMO PERFETTO

Significa seguire l’unico uomo perfetto e, grazie a lui, vivere al meglio la propria vita, sfruttare tutte le potenzialità, realizzarla al 100%! Prendere a modello Ge-sù per le nostre scelte, personali o comunitarie come Chiesa, confron-tarle con la sua vita, può disegna-re per noi un percorso di umanità nuova, ‘‘insaporita’’ dall’unzione dello Spirito. Secondo le parole di san Tommaso d’Aquino, «la grazia divina non annulla, ma suppone e perfeziona la natura umana».

I CINQUE VERBICINQUE VIE PER L’UMANITÀ

Per cercare di dare il nostro contributo, come cristiani, alla costruzione di un nuovo umane-simo, in un mondo profondamen-te cambiato dai secoli passati, la Traccia al convegno di Firenze prende spunto da papa Francesco e ci suggerisce «Cinque vie ver-so l’umanità nuova» attraverso cinque verbi: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare. Cinque verbi che non si accostano semplicemente l’uno all’altro, ma si intrecciano tra loro e percorro-no trasversalmente gli ambiti che

quotidianamente abi-tiamo. Vorremmo pro-porre alla riflessione personale comunita-ria queste vie in cin-que uscite su questo nostro giornale dio-cesano. Vorremmo at-traverso queste usci-te, far partecipe tutta la diocesi, laici e preti, di questo cammino e stimolare la riflessio-ne e la preparazione al convegno. Eventua-li spunti, riflessioni, testimonianze possono essere inviate a: [email protected].

USCIRE

La prima via ci è indicata dal verbo uscire (e suoi derivati, come «Chiesa in uscita»), molto presente nella predicazione e nel magistero di papa Francesco, in particolare nell’esortazione apostolica Evan-gelii Gaudium. Essa ci indica come il primo passo, il primo atteggia-mento per seguire oggi Cristo non sia quello della chiusura difensi-va, ma dell’uscita, senza paura di perdere la propria identità, anzi facendone dono agli altri. Nell’in-contrare gli altri possiamo vera-mente contribuire a condividere la ricchezza di Cristo.

PERSONEIN USCITA

Esempi di persone «in uscita», disponibili a lasciare ciò a cui si è abituati, se ne trovano molti nel-la Bibbia: Abramo che esce dalla sua terra, Mosé che guida il popolo d’Israele fuori dall’Egitto nel de-serto, Noè che abbandona la sua casa e le sue proprietà e costrui-sce l’arca fidandosi del Signore... Ma soprattutto in questo inizio di Quaresima lo vediamo nella vita di Gesù: per 40 giorni Gesù esce dalla comunità, esce dalle sue si-curezze, esce dalla quotidianità e viene sospinto dallo Spirito nel deserto. Non ha paura di lasciare le proprie sicurezze, perché ha fi-ducia di incontrare il Signore.

Gesù anche nella sua vita quoti-diana, per le strade della Palesti-na, esce di continuo: dagli schemi culturali, dai pregiudizi, dalle regole troppo strette che vanno contro l’uomo... Gesù non ha pau-ra di farlo perché vuole incontra-re l’uomo: siccome tanti uomini, troppi uomini, erano «fuori» da quei recinti, non sentivano Dio

vicino, allora va, esce, per andare loro incontro. È la stessa logica dell’incarnazione che lo spinge: Dio esce dalla sua divinità per in-contrare l’uomo, non considera un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio ma spoglia se stesso (Fi-lippesi 2,6-7).

ORIENTARSINEL CAMBIAMENTO

Il verbo uscire può veramente aiutarci nel capire come vivere il cristianesimo oggi. Il rischio gran-de sempre in agguato è il semplice ripetere ciò cui ormai siamo abi-tuati, senza valutare se sia ancora adeguato, se parli ancora all’uomo di oggi oppure no. È come premere il pulsante «re-peat» sul proprio lettore musicale, riascoltare sempre la stessa musica, credendo che fuori non ci sia nulla di più bello.

Uscire è ascolta-re anziché parlare. La prima cosa è ascoltare.

Di fatto in Italia ci troviamo di fron-te a grossi cambia-menti demografici, sociali e culturali. Il modo di vivere e la società sono cambiati. C’è il ri-schio che il nostro umanesimo, la visione cristiana dell’uomo che portiamo avanti sia anacronistica, non parli più all’uomo d’oggi. Per questo usci-re dall’inerzia e dal «si è sempre fatto così» può farci incontrare i problemi e le ricchezze dell’oggi, ascoltare le difficoltà e lo smarri-

mento di tanti uomini e donne, che di fronte alla crisi globale si sono fatti più drasti-ci, raccogliere i germi di bene e di umanità, i semi di Vangelo pre-senti nella cultura e, solamente dopo, cer-care di rispondere.

Non vuol dire certa-mente buttare via tut-to ciò che è passato, le tradizioni e le con-suetudini, ma saperle vagliare, discernere

ciò che è bello, buono e vero, togliendo even-tuali incrostazioni che

possono nasconderne la bellezza.Una bella frase di Mariapia

Veladiano esprime bene questa tensione: «è bello questo ricordare che non è la conservazione la no-stra vocazione di cristiani, uomi-ni e donne. La conservazione una tentazione. La conversione è vita nuova ritrovata».

LA VITA DELL’UOMOUN CAMMINO

Ci ricorda o ci fa capire che la vita dell’uomo è sempre un cam-mino, non si è mai degli «arrivati», ma sempre dei pellegrini. Bisogna sempre andare avanti, perché non

c’è nulla di «dato» una volta per sem-pre.

La Chiesa è sempre pellegrina, alla ricerca di Dio.

I cristiani sono sempre cercatori, come i Magi. Dio non lo possiamo mai toccare, per-ché quando lo tocchiamo già ci sfugge. Come in montagna alcuni sentieri si sono interrotti, non conducono più in cima, sono frana-ti; bisogna trovar-ne altri.Uscire è credere che, an-che oggi, i sentieri che Dio apre per noi sono visibili e

praticabili.

LA BENEDIZIONEDELLE FAMIGLIE NELLE CASE

Alcuni esempi concreti di uscita: la benedizione delle case, un’espe-rienza di incontro antica ma sem-

pre attuale; esempio di «Chiesa in uscita», il sacerdote esce dei luoghi abituali per camminare casa per casa. È un momento in cui si in-contrano tante persone, si viene rifiutati da alcuni, si riceve una fraterna accoglienza da tanti al-tri. Nell’uscire verso gli altri per incontrarli nel luogo in cui vivono la cosa importantissima è che si ascolta molto e si parla poco. Lì la Chiesa ha occasione di ricevere i pesi degli uomini, le loro difficoltà e preoccupazioni, anche se non può dare risposte e indicazioni sicure.

Alcune nuove esperienze di im-prenditoria, come sono emerse nel convegno di Quaresima (vedi articolo correlato nella pagina di fianco); alcuni imprenditori hanno saputo rilanciare la loro azienda o creare qualcosa di nuovo proprio perché hanno saputo vedere oltre, hanno saputo uscire dai loro sche-mi abbandonare le loro sicurezze.

ECHI DAL CONVEGNODI QUARESIMA

Sempre nel convegno di Qua-resima monsignor Bregantini che ha fatto riflettere su come il vento spegne la fiammella, ma fa divampare un incendio in un bo-sco. Il vento è lo stesso, cambia la fiamma.

Se la nostra speranza è piccola, la crisi e i cambiamenti la spen-gono; ma se la nostra speranza è grande la crisi non fa altro che alimentarla.

ALCUNE DOMANDE

Allora, come possiamo far sì che i cambiamenti demografici, sociali e culturali, con i quali siamo chia-mati a misurarsi, diventino occa-sione per nuove strade per portare agli altri la buona notizia di Gesù Cristo?

Quanto sappiamo uscire da noi stessi, dal credere di avere sempre ragione, dall’arroganza e dall’or-goglio che ci accecano?

Sappiamo liberare le nostre strutture dal peso di un futuro che abbiamo già scritto, per aprir-le all’ascolto delle parole dei con-temporanei che risuonano anche i nostri cuori?

Le nostre comunità sono pronte ad «uscire» o risultano ancora con-dizionate da una «inerzia struttu-rale, della semplice ripetizione di ciò cui siamo abituati»?

Come passare da una «pastorale di conservazione» a una «pastorale missionaria»?

Alex Vascellari

Un sacerdote bussa alla porta di una casa: nei nostri paesi, è la benedizione delle famiglie.

La traccia di preparazione al

convegno ecclesiale nazionale di Firenze suggerisce cinque vie

verso l’umanità nuova:uscire,

annunciare,abitare,educare,

trasfigurare.