49
10/09/2015 1 INTERVENTI SUI MINORI E SUI NUCLEI FAMIGLIARI Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016 DEFINIZIONE DI MINORE Con il termine minore ci si riferisce a tutte quelle persone che si trovano comprese nella fascia d’età che va dai o ai 18 anni che tradizionalmente viene considerata come età evolutiva. Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

INTERVENTI SUI MINORI E SUI NUCLEI FAMIGLIARI - Psicologia

  • Upload
    others

  • View
    3

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

10/09/2015

1

INTERVENTI SUI MINORI ESUI NUCLEI FAMIGLIARI

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

DEFINIZIONE DI MINORE

Con il termine minore ci si riferiscea tutte quelle persone che sitrovano comprese nella fasciad’età che va dai o ai 18 anni chetradizionalmente vieneconsiderata come età evolutiva.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

2

IL CONCETTO DI SVILUPPO

Insieme di processi grazie ai quali gli organismi crescono ecambiano nel corso della loro vita

MATURAZIONEMutamenti biologici del nostro corpo.

Es. la maturazione del cervello permette losviluppo di processi psicologici come laconcentrazione, la risoluzione di problemi, lacomprensione della mente di un’altra persona

APPRENDIMENTOMutamenti relativamentepermanenti nel comportamento,nei pensieri, nei sentimenti.

Es. lo sviluppo fisico è necessario peravere successo in uno sport, ma èaltrettanto necessario un accuratotraining e molta pratica

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

3

RASSEGNA CRONOLOGICADELLO SVILUPPO

Periodo della vita Arco d’età approssimativoPeriodo prenatale Dal concepimento alla nascita

Infanzia (o prima infanzia) Da 0 a 2 anni

Periodo prescolare (o secondainfanzia)

Da 3 a 5 anni

Fanciullezza (o terza infanzia) Da 6 a 11 anni

Preadolescenza Da 11 a 13 anni

Adolescenza Da 13 a 20 anni circa

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S.2015\2016

CULTURA PER L’INFANZIA?

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

4

Non è possibile considerare il solo bambino oragazzo o adolescente, ma è indispensabilepensarli all’interno di un contesto ecologico; la lorocrescita, lo sviluppo, i problemi, le patologie,nascono dal reciproco influenzarsi di soggetti(adulti e minori) che condividono uno spazio e untempo.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

TEORIE PSICOLOGICHE

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

5

Donald Woods Winnicott:l’emergere dell’esperienza del Sé

• Attraversopediatra

lae

suadi

esperienza dipsicoanalista,

Winnicott ha condotto osservazionisullo sviluppo infantile con la

alcapacità di adattare il settingbisogno del bambino (Osservazionedei bambini piccoli in una situazioneprefissata, 1941; il gioco delloscarabocchio, 1971)Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

• In una riunione scientifica dellaBritish Psycho-analytic Society, nel

“Un neonato

è1940, Winnicott afferma:qualcosa che nonesiste”

Intendendo che ogni volta che si trova unneonato si trova la cura materna e che“senza la cura materna non ci sarebbenessun neonato” (Winnicott, 1960)

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

6

• preoccupazionE maternaLaprimaria è il modo di essere e diporsi della madre nei confronti delbambino nel periodo che intercorredalla fine della gravidanza ai primimesifase

di vita del bambino; in questaesisteprecoce il bambino

entità:non

ancora come l’Unit à èrappresentata dalla strutturaindividuo-ambiente

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Winnicott si orienta adindividuare l' “attendibilità dellamadrereale”, “unamadre sufficientementebuona” con

uno stile di care-giving ben

temperato, in grado di graduare

la qualità e la quantità dei suoi

interventi presso il bambino, da

cui deriva la “attendibilitàdella

madre interna” (Winnicott,1965; Hughes, 1989

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

7

• L’Io ha la capacità di stabilire un rapportocon se stesso (ego-relatedness), con

inun’emozione positiva dida

esisterequanto è sostenuto una madreaffidabile, ma non impegnativa, cheaccettasenza il

di essere messa tra parentesirischio di perderla e consente di

gioire del proprio essere soloProf. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

• Questo è il primo passo per introiettarela madre che dà sostegno all’Io,condizione necessaria per diventarecapace di essere solo, fondandoun’autonomia dalla madre o dal simbolomaterno (Winnicott, 1958), chepermetterà la vera autonomia dell’etàadulta, cioè la capacità di ritirarsi senzaperdere l’identificazione con ciò da cui cisi è ritratti (Winnicott, 1963)

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

8

• Questo è il primo passo per introiettarela madre che dà sostegno all’Io,condizione necessaria per diventarecapace di essere solo, fondandoun’autonomia dalla madre o dal simbolomaterno (Winnicott, 1958), chepermetterà la vera autonomia dell’etàadulta, cioè la capacità di ritirarsi senzaperdere l’identificazione con ciò da cui cisi è ritratti (Winnicott, 1963)

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

• L’Io ha la capacità di stabilire un rapporto conse stesso (ego-relatedness), con un’emozionepositiva di esistere in quanto è sostenuto dauna madre affidabile, ma non impegnativa,che accetta di essere messa tra parentesi senzail rischio di perderla e consente di gioire delproprio essere solo

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

9

•Questo è il primo passo perintroiettare la madre che dà sostegnoall’Io, condizione necessaria per

solo,diventarefondando

capace di essereun’autonomia dalla madre o

dal simbolo materno (Winnicott, 1958),(Winnicott, 1963)Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

• L’ambiente facilitante può essere descrittocome un supporto (Holding), che si sviluppanell’ambito di un contatto fisico intimo(Handling), cui si aggiunge la presentazionedell’oggetto (Object presenting)

Il momento dell’illusione, come momentoevolutivo, è dato quando la madre devotarende possibile al suo bambino l’illusione dicreare l’oggetto (seno) che lei stessa gli offrecome un oggetto adeguato ai suoi bisogni; inquesto momento illusorio, il bambino crededi aver creato lui stesso l’oggetto

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

10

• Partendo da questa esperienza, il bambino affrontala tappa evolutiva più importante per l’emergenzadel Sé: la disillusione, ovvero accettare i limiti deisuoi poteri e prendere consapevolezza dell’esistenzaautonoma degli altri

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

• Winnicott scrive: “…i fenomeni transizionaliappartengono ad un’area intermedia che iochiamo un luogo di pace, perché vivendo inquesta area l’individuo si riposa dal compitodi distinguere i fatti di realtà dalla fantasia”(Winnicott, 1958, p. 188)

Nell’adulto si esprimerà nella capacità di“raggiungere quello stato di riposo da cui puòscaturire(Winnicott,

un atteggiamento creativo”1971), che sta alla base di ogni

esperienza culturaleProf. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

11

Verso l’indipendenza e la “capacità dipreoccuparsi”:

• Il bambino acquista la capacità di riconoscerel’oggetto come non-me, lo può quindi colllocare siafuori, sia dentro, sia al confine

• Esperienza intermediacentrale dell’oggettoesperienza totale deldell’oggetto colto nella

del possesso non-me (ruolotransizionale) e in seguitoSé capace di preoccuparsisua totalità

• Le caratteristiche del vivere umano sonoindividuate ormai tra l’esperienza di una solitudinefiduciosa in presenza di un’altra persona el’esperienza di condivisione della vita con gli altri

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

LA PATOLOGIA DEL SÉ

Alla base del modello winnicottiano didi“cattiva

Falso Sésalute” si trova il concettoopposto a quello di Vero Sé

• Il Falso Sé si attiva nella situazione incui il Vero Sé si sente minacciato nellasua continuità dell’essere e reagisce inmodo difensivo alla pressione(impingment) dell’ambiente che si fainadeguato (cure materne inadeguate)Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

12

Come intervenire….

• Nella pratica clinica occorreprimitiverisalire alle radici più

della carenza dell’ambiente; ifallimenti carenziali o traumaticipossono frammentare il processoevolutivo e l’espressione del Sé; laregressione rappresenta un

avutocure

ritorno al punto in cui hainizio il fallimento delleambientali

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

La teoria kleiniana divide il mondopsicoanalitico

Scuola diLondra

Scuola diVienna (AnnaFreud)

I bambini piccoli nonsono analizzabili, l’Io ètroppo debole e non sagestire ’interpretazionedel conflitto profondo

Approccio pedagogico

I bambini sonoanalizzabili comegli adulti

Il gioco è analogoalle libereassociazioni adulte

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

13

Inizialmente la Klein voleva convalidare le ipotesifreudiane relative al dualismo pulsionale ed allaseconda topica attraverso l’osservazione diretta

ed il lavoro clinico con i bambini

Questi in realtà la porteranno a studiare processipiù precoci di quelli originariamente descritti da

Freud e consentiranno alla psicoanalisi direcuperare due ambiti sinora esclusi:

la teoriae la clinicadei pazienti nonnevrotici

la teoria dello sviluppoinfantile e la clinicadel bambino

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

La Klein deriva la sua comprensione deimodi in cui le esperienze vengono

organizzate dalle formulazioni freudiane

In particolare il concetto di pulsione e la teoriadualistica delle pulsioni sono alla base di tutte le

formulazioni kleiniane

Postulato freudiano: esistonoenergie libidiche eaggressive come carburante fondamentale della

mente. La gratificazione e la difesa da questepulsioni sono il dramma implicito in tutta la vita

psichicaProf. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

14

Postulato freudiano: esistonoenergie libidiche e aggressive come

carburante fondamentale dellamente. La gratificazione e la difesada queste pulsioni sono il dramma

implicito in tutta la vita psichica

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

meccanismi di difesa utilizzati dall’Io

Scissione dell’Ioe dell’oggetto(“schizo”) Proiezione

(“paranoide”)

Cattivo(aggressività

innata)

Buono(narcisismoprimario)

Frammentazione(istinto di morte)

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

15

Il bambino vive queste fantasie di amore e odio come se inrealtà avessero un’influenza netta sugli oggetti; la sua serenitàemotiva dipende pertanto, in questa fase, dalla sua capacità dimantenere separati questi due mondi

I due stati emotivi vengono esemplificati dalla relazionefondamentale del bambino col seno materno (ogg,

parziale):

il “seno cattivo”: assente opieno di odio, che loavvelena dall’interno e dalquale si sente perseguitato

“seno buono”: dànutrimento, calore everso il quale provagratitudine;Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Caratteristiche della PosizioneSchizoparanoidea

La frammentazione e l’istinto di morte

L’angoscia : l’Io lotta per mantenere la propria integrità di

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

16

La posizione depressiva (1935,1945)Posizione depressiva: sotto la spinta di una tendenzaintrinseca all’integrazione il bambino inizia a rendersiconto che la “madre cattiva”distinte

Oggetto buono(parziale)

e la “madre buona” non sono

Oggetto cattivo(parziale)

Oggetto intero (buono/cattivo)

L’integrazione degli oggetti parziali in un oggetto interogenera l’angoscia depressiva (paura per l’oggetto amato) tipicadi questa posizione: il bambino teme di aver distrutto l’oggetto

d’amore con le proprie fantasie sadiche e distruttive

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Infant observation

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

17

Margaret Mahler e la nascita psicologica delbambino

M. Mahler (1897-1985) psicoanalista infantile e prima pediatra, si forma aVienna chiarisce molti aspetti del processo evolutivo verso l’autonomiadel bambinoMahler sottolineò l’importanza dell’ambiente umano

Il bambino ha bisogno di “un livello ottimale di piacere” che gli procuri“un porto sicuro” e la crescita psichica all’interno della relazionesimbiotica con la madre; se la madre è imprevedibile, instabile, ansiosa oostile, tale funzione viene compromessa, e il futuro funzionamentoindipendente del bambino diventa problematico

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Il Processo di Separazione-individuazione

Nel 1955, Margaret Mahler ipotizza l’ipotesi di unacomune origine simbiotica nello sviluppo umano e

processo obbligato dicome conseguenza unseparazione-individuazione

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

18

Seguendo il pensiero di Freud, Mahler insiste sulla totale incapacitàiniziale del neonato di provvedere a se stesso; è pertanto necessarioun lungo rapporto di dipendenza con la madre o chi ne fa le veci, chegarantisca la sopravvivenza fisica e la nascita psicologicaLa nascita psicologica è da intendersi come il momento culminante diun processo che ha come esito sia l’instaurarsi di un senso diseparatezza dall’oggetto di amore primario (separazione), sial’instaurarsi di un rapporto con il proprio corpo sentito come distintodalla iniziale matrice indifferenziata (individuazione)La separazione è una conquista intrapsichica di una differenziazionedalla madre e comporta di conseguenza una rappresentazione del Séindividuale, distinta dal resto del mondo oggettuale

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

LA FASE AUTISTICA NORMALE

Intorno al 1° mese di vitaIl neonato funziona come un organismo quasi esclusivamentebiologico (pulcino rinchiuso nel guscio dell’uovo)Sistema monadico chiuso e autosufficiente, mantenuto grazie allecure materne adeguate, ma disconosciute dal neonatoVerso la fine del primo mese di vita, un iniziale investimento dienergia psichica sugli organi periferici (tattili, visivi, uditivi), lecure materne gradualmente percepite chiamano il neonato alcontatto con l’ambienteDallo stadio anoggettuale dell’autismo allo stadio preoggettualedella simbiosi (“sorriso sociale non specifico”)

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

19

LA FASE SIMBIOTICA Uso metaforico del termine simbiotico mutuato dalla biologia; in ambito psicologico,

Mahler intende l’unità madre-bambino rinchiusa da uno stesso confine che chiama“membrana simbiotica”

• L’Io rudimentale del bambino necessita di un costante sostegno di cure materne

• La differenziazione fra interno ed esterno non è ancora demarcata

• La madre è il polo trainante intorno a cui si costruiscono le risposte del bambino

• I diversi modi in cui la madre tiene in braccio il bambino, durante l’allattamento,sono importanti organizzatori simbiotici della nascita psicologica

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

IL PROCESSO DI SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE

Prima sottofase: differenziazione e sviluppodell’immagine corporea

• 4°-5° mese di vita: comincia lo hatching cioè loschiudersi dell’uovo e la fuoriuscita del pulcino

• Bambino attento e curioso verso l’ambiente; sono piùlunghi i periodi di veglia; comparsa del sorrisospecifico

• “Fiduciosa aspettativa” (Benedek, 1968) dellaricomparsa della madre

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

20

IL PROCESSO DI SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE

Seconda sottofase: la sperimentazione

o Questa fase si sviluppa gradualmente a partire dai 9 mesi; viavia la capacità di locomozione attiva lancia il bambino versol’esplorazione del mondo; nonostante il bambino si allontanidalla madre, dal punto di vista psichico è come se fosse ancorauna persona con lei di cui condivide l’onnipotenza.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

IL PROCESSO DI SEPARAZIONE-INDIVIDUAZIONE

Terza sottofase: il riavvicinamento (tra i 15 e i 24 mesi) Crisi di riavvicinamento: la maggiore coscienza della

propria separatezza dall’oggetto materno, spaventa ilbambino e lo porta a cercare un riavvicinamento allamadre; ambitendenza: in alcuni momenti la vicinanzaè ricercata, in altri è respinta.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

21

VIOLENZAALL’INFANZIA• La violenza è un fenomeno che cambia continuamente

forma e volto, in funzione delle epoche e dei contesti socio-culturali in cui si realizza

• La violenza all’infanzia è considerata il principaleproblema di salute pubblica nel mondo intero (Rapporto suViolenza e Salute dell’OMS, 2002)

L’accento è posto non solo sugli aspetti etici eanche sull’aspetto sanitario

sociali, ma

Vengono sollecitati interventi di prevenzioneprimaria e secondaria, oltre che terziariaProf. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

DICHIARAZIONE INTERNAZIONALE DEI

DIRITTI DEL FANCIULLO (1959)

• Il fanciullo ha bisogno di amore e comprensione per lo sviluppoarmonioso della sua personalità

Deve crescere, per quanto possibile, sotto le cure e laresponsabilità dei genitori, in un’atmosfera di affetto, sicurezzamateriale e moraleSalvo circostanze eccezionali, egli non deve essere separatodalla madre

Famiglia come luogo sicuro e accogliente in cui il minore puòcrescere, sentendosi protetto e soddisfatto nei suoi bisognivitali, emotivi, relazionali e sociali.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

22

Maltrattamento di minore

Il consiglio d’Europa, nel IV Colloquio criminologicotenutosi a Strasburgo nel 1978, definiscemaltrattamento del minore “gli atti e le carenze cheturbano gravemente il bambino, attentano alla suaintegrità corporea, al suo sviluppo fisico, affettivo,intellettivo e morale, le cui manifestazioni sono latrascuratezza e\o lesioni di ordine fisico, psichico

e\o sessuale di un familiare o terzi”

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

MALTRATTAMENTO FISICOINDICATORI FISICIBruciature da sigaretteUstione con oggetti incandescentiLividi di forme particolari determinati da oggetti contundentiAbrasioni e lesioni alla mucosa orale da alimentazione forzata e da colpialla facciaFratture diffuse o lussazioni: possono essere sospette sotto i due anni dietà quando la mobilità del bambino è limitataConvulsioni o stato soporosoDenutrizioneEmorragie per distacco del cuoio capelluto2. INDICATORI FISICI SECONDARI:

Segni procurati da schiaffi e calciOspedalizzazioni frequenti o precedenti ricoveri oscuri del bambinoSegni di morsi

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

23

INDICATORI COMPORTAMENTALI:•••••

Reattività esagerata dei bambino, con improvvise esplosioni d'iraBambino passivo, sottomesso, scarsamente presenteIncapacità di fissare l'attenzioneComportamento assillante, iperattivo con richieste irrealistiche nel confrontidegli adultiAttaccamento indiscriminato a tutti gli estranei e resistenza a tornare a casa,masottomissione immediata per timore della reazione degli adultiEstrema dipendenza dal giudizio dei genitoriInfantilismo eccessivoAdultizzazione precoce e assunzione di ruolo di genitoreRitardo nello sviluppo: controllo sfinterico, della capacità motoria e dellasocializzazione, della capacità logica e di pensieroIncapacità a giocare, nessuna manifestazione di gioia, nessuna curiositàAggressività (bambino che strappa gli oggetti degli altri senza trattenerli) eautolesionismoBambino che non dimostra nessuna aspettativa di essere consolatoIncapacità di evitare i pericoliDisturbi dell'alimentazione

•••

•••••

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

INDICATORI DELLA FAMIGLIAGenitori che hanno una bassa stima di sé e hanno bisogno di rassicurazionisulle loro capacità personaliGenitori immaturi o molto giovaniAbuso di alcool e drogheIncapacità a chiedere aiuto e a confrontarsi per diffidenzaAtteggiamento aggressivo nei confronti degli insegnantiFamiglie monoparentaliConflitti coniugaliGenitori che fanno richieste inadeguate all'età del bambinoFiducia nella punizione come unico strumento educativoNonni che interferiscono esageratamente nell'educazione dei nipoti dicendoai propri figli ciò che devono fare, squalificandoli o escludendoliResistenza a portare il bambino dal medico

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

24

Conseguenze a livello psicologico

Sviluppo di un forte senso di inferioritàProfondi sensi di colpaTendenza a cercare relazioni in cui continuarea sottomettersiDifficoltà a instaurare relazioni soddisfacenti

•••

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Cosa fare di fronte a un caso disospetto maltrattamento?

La comparsa di uno dei segnali di abuso nonsufficiente per formulare una diagnosi di

• è

abuso. E’ la presenza contemporanea didi essi o la loro reiterazione che devonoattivare procedure di approfondimentoulteriore. Bisogna pertanto:Condividere i sospetti con altri operatori

molti

•• Creare le condizioni per osservare il minore

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

25

Colloquio clinico in età evolutivaLe capacità cognitive e il linguaggio dei bambini sonomeno sviluppatiI bambini e gli adolescenti sono accompagnati dagliadulti, generalmente i genitori, e raramente accedonodi propria volontàTalvolta la richiesta viene formulata da altri (Es:insegnanti, tribunale dei minori)

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Completamento

Gioco

diagnostico

• Disegno

• Test psicologici:-test di efficienza intellettiva-test proiettivi

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

26

L’INTERVENTO SULLE FAMIGLIE E SUI MINORI

Servizi socio-educativi, ricreativi per il tempo libero (asili nido, centri aggregativi,servizi per il tempo libero e per l’animazione estiva, centri estivi, soggiorni estivi);Servizi a sostegno della famiglia e della genitorialità (consultori famigliari, centriper le famiglie);Servizi residenziali per minori in situazione di disagio (Comunità per bambini da 0a 6 anni, Comunità per gestanti)

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

TUTELACONDIZIONI DI RISCHIO

•Inadeguatezzasignificativa dellerelazioni e dell’ambientefamiliare•Trascuratezza e

GIURIDICAORGANI GIUDIZIARI:

••••

Tribunale per i minorenniTribunale ordinarioGiudice tutelareOrgani inquirenti (Procuragenerale della Repubblica,Procura della Repubblicaordinaria, Procura dellaRepubblica c/o Tribunale per iMinorenni)

maltrattamento fisicopsicologico•Violenza assistita•Abuso sessuale•Abbandono•Contesa per la prolenelle separazioniconiugali

e/o

SERVIZI SOCIO-SANITARI TERRITORIALI (servizimaterno-infantile, psichiatrico, sociale,sanitario, materno-infantile, consultorio)SERVIZI DEL PRIVATO SOCIALE (cooperative diservizio sociale, associazioni di volontariato)

•Adozioni e affidamentiProf. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

27

BULLISMOS. SASSO - WWW.UNICH.IT

Le continue sollecitazioni chegiungono dai mezzi di comunicazionedi massa, riportano sempre piùfrequentemente episodi diaggressività, di violenza,di cinismo o,di converso, di depressione, dismarrimento, di disperazione, dellagioventù odierna.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

CHE COS’È IL BULLISMO?

Il termine italiano bullismo è la traduzione letteraledella parola “bullying”, termine inglese usato nellaletteratura internazionale per connotare il fenomenodella prepotenza tra pari in un contesto di gruppo.

È stato Olweus (1978), ad utilizzare una definizionepiù ampia, assumendo l’idea che il bullismo fosseriferito sia al gruppo, sia all’individuo.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

28

CHE COSA È IL BULLISMO?

Un comportamento da <<bullo>> è un tipo di azione che miravolontariamente a danneggiare o far male, a volte dura persettimane, mesi e persino anni.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

CHE COS’È IL BULLISMO?

1. Fisiche : colpire con pugni o calci,appropriarsi di, o rovinare, gli effetti diqualcuno.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

29

CHE COS’È IL BULLISMO?

1. Verbali: deridere, insultare, prendere ingiro ripetutamente, fare affermazionirazziste.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

CHE COS’È IL BULLISMO?

1. Indirette: diffondere pettegolezzifastidiosi, escludere qualcuno dagruppi di aggregazione.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

30

QUALI SONO GLI EFFETTI DELBULLISMO?

Un comportamento prepotente può influenzarenegativamente gli alunni in parecchi modi.

1. Possono provare il desiderio di non andare a scuola.2. Perdita di autostima.3. Sintomi di stress: (mal di stomaco,mal di testa, incubi o attacchi

d’ansia).

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

COS’È IL CYBERBULLISMOSASSO S. – I. SBORLINI -WWW.UNICH.IT)

È un atto aggressivo, intenzionale esibito da un individuo o da ungruppo attraverso forme elettroniche;

è ripetuto nel tempo nei confronti di una vittima che non è gradodi difendersi facilmente, perché anche tra le mura domestiche puòessere vittima di angherie e offese.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

31

COS’È IL CYBERBULLISMO

È un atto aggressivo, intenzionale esibito da un individuo o da ungruppo attraverso forme elettroniche;

è ripetuto nel tempo nei confronti di una vittima che non è gradodi difendersi facilmente, perché anche tra le mura domestichepuò essere vittima di angherie e offese.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

CARATTERISTICHE PRINCIPALI

Nessun posto dove nascondersi; invisibilità; ampiezza di pubblico.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

32

LE CATEGORIE

Flaming: invio on line di messaggi violenti e volgari;Molestia: spedizione ripetuta di messaggi di insulto;Denigrazione: divulgazione di pettegolezzi e voci per

rovinare la reputazione del soggetto;Rivelazione: pubblicazione di informazioni

o immagini imbarazzanti riguardanti il sogg.;Cyberpersecuzione: molestie e minacce ripetute per

incutere timore o paura

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

I MEZZI

Messaggi di testo (SMS); Telefonate; Foto/video-clips; E-mail; Chat-rooms; Instant Messaging (MNS); Siti web.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

33

LE CAUSE

Anche il Cyberbullismo è un fenomenomultifattoriale.

Alcune delle possibili cause coinvolgono: famiglia; scuola; diffusione di nuove tecnologie.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

La famiglia

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

34

Caratteristiche della famiglia multiproblematica

• La famiglia multiproblematica si può definirecome un gruppo che attraverso i varicomponenti è in contatto con un’ampiavarietà di servizi, agenzie, istituzioni, enti dellecomunità, cui vengono richiesti interventimultipli e a

llungo termine (Melagoli Togliatti

M., Rocchietta Tofani L. 1987)

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Caratteristiche della famiglia multiproblematica

Si presenta con un sintomo o disagio prevalente di un suo componente attorno a qualesi strutturano modalità relazionali e stili di vita familiariAppartiene ad un’area economica-culturale deprivata e marginalePotrebbe essere una famiglia a devianza multipla la cui coesione interna avviene su principie valori deviantiNon riconosce la propria problematicità e in genere non avanza per prima una richiestadi aiutoPresenta una forte coesione interna e pone difese all’introduzione di cambiamenti

dall’esterno in quanto li percepisce come destabilizzanti e disgregantiGli adulti trovano difficoltà ad assumere ruoli maturi

in quanto richiedono l’acquisizione di nuove competenze

Pone ostacoli all’evoluzione e al raggiungimento della completa autonomia dei suoimembriI rapporti genitori – figli avviene all’interno di un clima caratterizzato da carenzenell’accudimento, da scarsa stimolazione , da atteggiamenti contraddittori e confusiLa conduzione del menage familiare è discontinua, per cui manca un ordine nellavitaquotidiana per quanto riguarda le routines, non c’è garanzia che i bisogni primari venganosoddisfatti

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

35

Caratteristiche della famiglia multiproblematica

• Si rapporta con difficoltà con le istituzioni e con i gruppi sociali, non utilizza con facilità inormali canali di comunicazione della vita sociale e non si avvicina a contesti culturali diversie se ciò non avviene non li assimilaNon riesce a raggiungere stabilità nel soddisfacimento dei bisogni primari che diventanoquindi un assillo quotidiano e comportano una continua richiesta assistenziale

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Halbwachs (sociologo) scrive:“In qualsiasi modo si entri in una famiglia, per•nascita, per matrimonio o in altro modo, citroviamo a far parte di un gruppo nel quale ilnostro posto è fissato non dai nostri sentimentipersonali, ma da regole e costumi che nondipendono da noi e che esistevano prima di noi.Lo sappiamo bene e non confondiamo le nostreimpressioni e le reazioni affettive dinanzi ainostri cari con i sentimenti e i pensieri che essici impongono”.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

36

Famiglia come organismo vivente

• Una nozione che ben accompagna l'immaginedella famiglia come organismo vivente è quelladi sviluppo familiare, che può essere inteso in

damodi diversi: successione di fasi distintetransizionicontinui,

che comportano cambiamentiprocesso continuo segnato da

daa

microtransazioni, processo punteggiatoeventi critici che stimolano la famigliainnescare processi trasformativi .

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

• La concezione basataanalizza

sulla nozione di ciclo divitatra

familiare i passaggi e gli intreccile traiettorie di sviluppo di ciascuna delle

generazioni coinvolte nella famiglia; perogniciascun membro del sistema familiare, a

fase corrisponderebbero compiti, bisogni,esigenze diverse che possono essere ricondottia tre grandi categorie: affermazione diindipendenza, assicurazione di cura e sostegno,realizzazione di legami

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

37

Famiglia: è un gruppo di persone legate darapporti di parentela, in cui gli adulti hannocompito di allevare ed educare i bambini

il

Famiglia nucleare: unione di due adulti chevivono nella stessa casa assieme ai figlinaturali o adottivi

Famiglia estesa: assieme alla coppia e ai figlivivono nella stessa casa anche altri parenti

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Famiglia multiproblematica

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

38

Famiglie marginali

••••

MarginalitàMarginalitàMarginalitàMarginalità

dadadada

povertàdisoccupazionemobilità socialedevianza

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Minuchin

La famiglia è

“l’invisibile insieme di richiestefunzionali che determina i modi incui i componenenti della famigliainteragiscono.”

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

39

Il contesto familiare ha“il potere di organizzare i dati e

mantenere le definizioni di sé e degli altri”

funzioni,ruoli e competenze

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Minuchin

Modelli di interazione e diorganizzazione disfunzionali eridondanti esercitano un potenteblocco evolutivo

Esistono delle connessioni tra sintomiespressi e organizzazionedisfunzionale della famiglia

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

40

Triadi rigide

Triangolazionequando ciascun genitore esige l’alleanza del figlio che è, quindi, come paralizzato,essendo ogni sua mossa definita un attacco all’uno o all’altro genitore

Deviazionequando i genitori negoziano i loro problemi tramite il figlio, rinforzando ogni suocomportamento deviante e mascherando, così, i loro problemi di coppia

Coalizionequando uno dei genitori si allea al figlio in una coalizione, un azione direttacontro un’altra persona, (contro l’altro genitore) rigidamente definita e di tipotrans-generazionale,

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Il modello psicosomatico diSal Minuchin

Quattro modalità di funzionamento familiare

InvischiamentoIperprotezione

Evitamento del conflittoRigidità

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

41

Invischiamento

Alto grado di coinvolgimento ed attaccamentoreciproco tra i membri della famiglia,in una percezione scarsamente differenziatasé e degli altri e in confini deboli tra iSottosistemi familiari che fanno si che legerarchie vengano confuse

di

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Iperprotettività

Alto grado di preoccupazione perreciproco tra i membri familiari.

il benessere

In queste famiglie vengono continuamentesollecitate ed offerte risposte cheesprimono cura e protezione

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

42

Famigliaconfini rigidi tra idistanza emotiva

disimpegnatamembri della famigliaè eccessiva

totale fallimento del sostegno reciprocosviluppo insufficiente delle funzioni di

nutrimento e di protezione

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Riassumendo….La famiglia disimpegnata

Sviluppa fra i membri confini eccessivamente•rigidi rendendo la comunicazione difficile efavorendo l’allontanamento reciproco dellepersone. All’estremo del massimo disimpegnosi trova la famiglia i cui membri devonobadare a se stessi senza poter contare sulsostegno e l’aiuto dell’altro.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

43

La famiglia invischiata

Tende a concentrare il suo interesse all’interno•con un aumento della comunicazione e un

(ilprogressivo coinvolgimento dei membrimassimo invischiamento si manifesta quando

i singolinon si stabiliscono confini chiari tramembri per cui un problema riferibile ad unindividuo si allarga agli altrie sofferenza agli altri)

e trasmette ansia

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Famiglie che esprimono fragilità relazionali e divalori

• Famiglia conflittuale (i coniugi non riescono a stabilire un rapportoarmonico prevalendo invece rivalità reciproca);Famiglia disgregata (famiglia che si dissolve a causa dell’incapacità dicomporre gli squilibri esistenti);Famiglia nevrotica (costringe il componente più debole ad ammalarsi ead assumere il ruolo di vittima);Famiglia centripeta (famiglia che si isola rifiutando ogni esperienzasociale);Famiglia centrifuga (famiglia che si rivolge all’esterno alla ricerca dinuove emozioni e gratificazioni non soffermandosi a rifletteresull’equilibrio interno);Famiglia ricattante (un componente soddisfa i desideri di qualche altromembro attraverso un meccanismo di ricatti);

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

44

• Famiglia disorientate: famiglia che si fonda su meccanismi comunicativiincoerenti;Famiglia perfezionista: si valuta il comportamento dei componenti inbase ai risultati ottenuti;Famiglia arrivista: la vita è totalmente orientata al mantenimento oal miglioramento dello status socio-culturale raggiunto;Famiglia violenta in cui la vulnerabilità e la debolezza psicologica disolitodi uno o di entrambi i coniugi si esprime in modo scolvolgente;

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Famiglia multiproblematica secondo l’approccio sistemicorelazionale

• La teoria sistemica sottolinea il ruolo deglicheaspetti comunicativo-relazionali

caratterizzanodisimpegnate,

le famiglie invischiate eeesaminando l’intero ciclo

utilizzando il modello del gioco familiare.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

45

Gli studi sul ciclo vitale e la famiglia problematica

• Gli studi sul ciclo vitale mettono in evidenza lamaggiore difficoltà della

affrontarefamiglia

multiproblematica ad ed asostenere il passaggio da uno stadio all’altrodel ciclo vitale perché lo affronta con minoririsorse e competenze ed incontra massimedifficoltà ad abbandonare i consueti schemi difunzionamento e a ridefinire i ruoli.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Bisogni di sostegno

La famiglia ha bisogno di sostegno e aiuto al momento della costituzione del nucleoperché è un’esperienza umana impegnativa e anche perché le difficoltà socialirendono fragile il nucleo;La famiglia ha bisogno di aiuto per realizzare un adeguato rapporto di coppia edanche per instaurare un soddisfacente rapporto genitori – figli;Particolare sostegno va indirizzato alla famiglia alla quale appartiene un soggettocon particolari problemi;Un importante sostegno va indirizzato a quei nuclei in cui si evidenzia il problemadella violenza in famiglia nei confronti dei minori e delle donneLa famiglia che si rende disponibile ad accogliere un bambino non suo, ha bisognodi un particolare sostegnoUn lavoro di sostegno è necessario nel caso dell’affidamentoUn fondamentale bisogno della famiglia oggi è quello di essere sostenuta in unmomento di crisi del rapporto coniugale

La famiglia che si ricostruisce dopo esperienzenegative

familiari precedenti più o meno

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

46

Percorso metodologico

tecnico dei servizi sociali deve:Riconoscere le potenzialità della famigliaDefinire alcuni obiettivi - possibilità dicambiamento (divenire soggetti in modo da essere in grado diprendere le proprie decisioni e di interloquire con i servizi, uscire dal circolovizioso dell’emarginazione, uscire da forme di patologie sociali, svolgere alcuneazioni adeguate alle situazioni in termini di capacità di vita)

Il••

Ogni intervento richiede una capacità del servizio di leggere evalutare problemi di diversa natura che riguardano sia gliadulti che i minori, e di attivare interventi a vari livelli.

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Momenti fondamentali dell’agire sociale nei confronti dellafamiglia problematica

• Conoscere la situazione, valutare il rischiopsicosociale e valutare le risorseProgettazione, attuazione degli interventi e•verifica (è fondamentale che gli interventimettere in atto siano in grado di bloccarel’evolversi del rischio psicosociale e diinnescare processi di cambiamento dellasituazione)

da

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

47

Gli operatori devono riconoscere laal

famigliafine dimultiproblematica in tempi brevi

attivare un progetto di aiuto che rientri in unprogetto globale che non si limiti alla rispostadel bisogno emergente.Il progetto di intervento definisce obiettivi,

tempi, momenti di verifica e valutazione e hacome tappa centrale la definizione delcontratto con la famiglia

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Il contratto

Il contratto può diventare uno strumento digrande importanza nel momento in cui:

Richiama la famiglia al piano di realtà••

Sollecita a partecipare al progetto di aiutoPone in risalto, attraverso una verificacostante, i risultati raggiunti e i problemiirrisolti

Per attivare il processo di aiuto è necessario che gli operatoricostruiscano rapporti di fiducia e di allenaza con i componentidella famiglia multiproblematicaProf. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

48

Alcuni possibili interventiIntervento economico (l’intervento economico deve far parte•del progetto più complessivo a favore della famiglia e siaoggetto di contratto in modo da precisarne la destinazione)Assistenza domiciliare (introduzione nell’ambiente familiare diun operatore il quale si inserisce nell’ambiente familiare persollecitare i processi di cambiamento dall’interno)

• Gruppi educativi (inserimento di minori in provenienti dafamiglie carenti sul piano educativo in gruppi educativi stabili).

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016

10/09/2015

49

Modello di un piano di intervento individualizzatoAnalisi dei bisogniRisorse presentiIdentificazione degli obiettiviAttività previsteTempi previstiValutazione

Prof. Palumbo - Psicologia generale ed applicata - A.S. 2015\2016