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LA NUOVA SCUOLA DELL’INFANZIA
“Chiara Lubich” “Perrone Karusio”
Istituto Comprensivo G. Minzele – G. Parini
Via V. Petruzzi, 18 - 70017 PUTIGNANO
Tel.080/4911131 - Fax : 0804911131 Cod. Mecc. BAIC85800B - C.F. 82021510720 - Cod. U.S. 698
e-mail [email protected]
PEC:Posta Elettronica Certificata [email protected]
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INDICE PREMESSA 3
MOTIVAZIONI E FINALITA’ 6
Ripensare la scuola 6
Apprendere, insegnare, valutare 8
COSA SIGNIFICA COSTRUIRE UN CURRICOLO PER COMPETENZE 10
Cosa cambia nella didattica 11
Dall’unità didattica all’unità di apprendimento 12
METODOLOGIE E STRATEGIE EDUCATIVE 13
LA SCUOLA INCLUSIVA 15
I gruppi di lavoro per l’inclusione 16
Accoglienza dell’alunno a scuola
Dopo l’ingresso dell’alunno a scuola 17
Strategie inclusive 17
LA SCUOLA DELL’INFANZIA 19
I bambini 19
Le famiglie 20
I docenti 20
L’ambiente di apprendimento 20
I campi di esperienza 21
LA NOSTRA SCUOLA DELL’INFANZIA 22
INDICAZIONI PER IL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA 23
Campi di esperienza 23
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Il sé e l’altro 23
Il corpo e il movimento 23
Immagini, suoni, colori 24
I discorsi e le parole 25
La conoscenza del mondo 25
Competenze chiave per l’apprendimento permanente 26
Competenze chiave di cittadinanza 26
1. Imparare ad imparare 27
2. Elaborare progetti 27
3. Risolvere problemi 27
4. Individuare collegamenti e relazioni 27
5. Elaborare informazioni: esprimerle e rappresentarle 27
6. Comunicare e comprendere messaggi; rappresentare eventi 28
7. Collaborare e partecipare 28
8. Agire in modo autonomo e responsabile 28
PROGETTARE IN VERTICALE: I NUCLEI FONDANTI 29
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO PER FASCE D’ETA’ 30
Il sé e l’altro 30
Il corpo e il movimento 31
Immagini, suoni, colori 32
I discorsi e le parole 33
La conoscenza del mondo 34
VERIFICA E VALUTAZIONE 35
PROFILO DELL’ALUNNO/A AL TERMINE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA 36
PROGETTAZIONE DI RELIGIONE CATTOLICA 37
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APPENDICE 39
GLOSSARIO PEDAGOGICO 40
ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA 45
Analisi del contesto socio culturale 45
Cenni storici dei due plessi 45
Organizzazione degli spazi scolastici 46
Organizzazione dei tempi 47
Articolazione sella giornata 48
Orario scolastico 48
Orario dei docenti 49
Assegnazione dei docenti alle classi 50
Commissione mensa 51
Collaboratori/contatti 52
ALLEGATI
Schema UDA
Schema annuale Unità di apprendimento
PEI d’Istituto
Griglia di valutazione 3-4-5 anni
Scheda di passaggio
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PREMESSA
Nel 1968 con la legge 444 in Italia viene istituita la scuola materna statale a cui fu riconosciuto il carattere educativo. La denominazione scuola
dell’infanzia è stata introdotta con i nuovi orientamenti del 1991, i quali propongono una scuola fondata sui bisogni di crescita e di educazione del
bambino in una società pluralista e multietnica caratterizzata da ampie, profonde e contrastanti trasformazioni. Oggi la funzione educativa della scuola
è resa più complessa rispetto al passato perché determinata dalla presenza simultanea di vari e diversi codici comunicativi e simbolici, dalla diffusione
delle tecnologie di informazione e comunicazione nonché dal mutamento delle relazioni dello stare insieme. Il fare scuola significa mettere in
relazione la complessità di modi radicalmente nuovi di apprendimento con un’opera quotidiana di guida attenta al metodo, ai nuovi media e al
contempo curare e consolidare le competenze e i saperi di base. Il tutto è evidenziato con attenzione nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo del
2012 che sottolineano la centralità della scuola dell’infanzia per promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza e
avviarli alla cittadinanza. Il nuovo progetto di scuola per l’infanzia si propone di realizzare una scuola stessa come significativo luogo di
apprendimento, socializzazione e comunicazione con particolare riferimento all’esigenza dei micro sistemi sociali, delle zone culturalmente meno
avvantaggiate, dei molteplici cambiamenti e discontinuità epocali, improntando l’azioneeducativa in coerenza con i principi dell’inclusione delle
persone e dell’integrazione delle culture. La coesistenza di scenari sociali e culturali così profondamente diversificati e contrastanti impegna la scuola
a svolgere un ruolo di attiva presenza in collaborazione con la famiglia attraverso una vera e propria alleanza educativa creando un clima di dialogo,
confronto, aiuto reciproco finalizzato a un raccordo funzionale degli interventi. Attraverso un primo ed accurato approccio ai mondi simbolici la
scuola deve porre le basi del percorso formativo dei bambini, deve saper costruire percorsi a partire dal bambino che apprende, sostenendolo nella
costruzione della propria identità. Una scuola inclusiva, dunque, che accompagni e fornisca a ciascun alunno gli strumenti e le competenze necessarie
per vivere bene il suo tempo e il futuro, una scuola che educhi al “sapere”, al “saper fare”, al “saper essere”. Ciò attraverso un insegnamento rivo lto
alla dimensione sociale dell’uomo che nella scuola dell’infanzia si esplicita particolarmente nel campo di esperienza “il se è l’altro”, esso stesso
integrato in forma trasversale con tutti gli altri campi di esperienza.
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MOTIVAZIONI E FINALITA’
RIPENSARE LA SCUOLA
Questo lavoro nasce dall’esigenza delle insegnanti della scuola dell’infanzia dell’I.C. Minzele-Parini di recepire le più recenti indicazioni e
disposizioni Ministeriali ed europee che nell’ultimo decennio, insieme alla ricerca psico-pedagogica e didattica, hanno condotto verso un nuovo modo
di progettare nel sistema scolastico italiano: la programmazione per competenze.
Ma cosa significa programmare per competenze?
Hanno rappresentato il punto di partenza per la riflessione:
- Le Competenze chiave per l’apprendimento permanente, dette “competenze europee”. Si tratta delle Raccomandazioni del Parlamento e
del Consiglio europeo del 18 dicembre 2006. Il documento fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea ed invitava gli Stati
membri a svilupparne l’offerta nell’ambito delle loro strategie di apprendimento permanente.
- Le Competenze chiave di cittadinanza.In Italia la raccomandazione europea è stata recepita dal legislatore già nell’agosto 2007 (D.M. n. 139
del 22 agosto 2007) con gli Assi culturali, che prevedono le Competenze di base nelle discipline e le Competenze chiave per la
cittadinanza, sempre da conseguire al termine dell’obbligo scolastico.
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- Le Indicazioni nazionali 2012 per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (D.M. 254/12), che fissano obiettivi
generali, obiettivi di apprendimento e traguardi per lo sviluppo delle competenze che i bambini devono acquisire al termine del ciclo.
- La partecipazione al corso ‘Il laboratorio delle competenze’tenutosi presso la scuola Parini nei mesi di marzo e aprile 2016.
- L’esigenza di procedere a una rielaborazione dell’intero schema progettuale utilizzato per la programmazione educativo-didattica,
con la consapevolezza che i cambiamenti in atto non consistano soltanto in mere modifiche terminologiche.
- La necessità di ripensare la progettazione in vista del curricolo verticale del Comprensivo.
Le competenze sono la comprovata capacità di utilizzare, in situazioni di lavoro, di studio o nello sviluppo professionale e personale, un insieme
strutturato di conoscenze e di abilità acquisite nei contesti di apprendimento formale, non formale o informale.
Fonte: DLgs 13/13, art. 2, c. 1
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APPRENDERE, INSEGNARE, VALUTARE
Uno degli aspetti caratterizzanti le vigenti Indicazioni Nazionali è la centralità della persona: “Le finalità della scuola devono essere definite a
partire dalla persona che apprende, con l’originalità del suo percorso individuale e le aperture offerte dalla rete di relazioni che la legano alla
famiglia e agli ambiti sociali. La definizione e la realizzazione delle strategie educative e didattiche devono sempre tener conto della singolarità e
complessità di ogni persona, della sua articolata identità, delle sue aspirazioni, capacità e delle sue fragilità, nelle varie fasi di sviluppo e di
formazione. Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali,
religiosi”.
E’ così richiamata la piena attuazione del riconoscimento e della garanzia della libertà e dell’uguaglianza nel rispetto delle differenze di tutti e
dell’identità di ciascuno (artt. 2 e 3 della Costituzione), viene sancito il principio dell’inclusione delle persone e dell’integrazione delle culture,
particolare cura è riservata agli alunni con disabilità o con bisogni educativi speciali.
Grande importanza è perciò attribuita alla relazione educativa e ai metodi didattici capaci di sviluppare le potenzialità di ogni bambino e ragazzo.
Il curricolo diviene principale strumento di progettazione per individuare efficaci percorsi di apprendimento e raggiungere i traguardi per lo
sviluppo delle competenze e gli obiettivi di apprendimento individuati nelle Indicazioni.
Il curricolo di istituto è perciò «espressione della libertà d’insegnamento e dell’autonomia scolastica» e il Comprensivo consente la creazione di un
unico curricolo verticale. A partire dal curricolo di Istituto, i docenti individuano le esperienze di apprendimento più efficaci, le scelte
didattiche più significative.
E ancora, dalle Indicazioni Nazionali: “La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo dello studente al
termine del primo ciclo, fondamentali per la crescita personale e per la partecipazione sociale, e che saranno oggetto di certificazione”.
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“Particolare attenzione sarà posta a come ciascuno studente mobilita e orchestra le proprie risorse – conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni –
per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini”
Diviene perciò importante valutare i processi di apprendimento, il “come si apprende”, come si è capaci di usare i saperi acquisiti per affrontare
compiti e problemi, complessi e nuovi, reali o simulati.
La valutazione assume perciò una funzione formativa, di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.
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COSA SIGNIFICA COSTRUIRE UN CURRICOLO PER COMPETENZE
Dalle riflessioni prodotte in questa stagione italiana di riforma della scuola si può affermare che per curricolo si possono intendere almeno tre cose :
- Piano nazionale degli studi;
- Piano dell’offerta formativa di una scuola;
- Percorso di una singola disciplina.
Per Piano nazionale si intende il quadro generale degli studi, e cioè l ‘assetto disciplinare, che caratterizza ciascun ciclo scolastico. E’ il quadro
complessivo degli insegnamenti e/o attività, con il relativo monte ore annuale o pluriennale, previsto per ogni ciclo dal MINISTERO.
Per tale accezione si può parlare quindi di curricolo della scuola dell’infanzia, curricolo della Scuola primaria e curricolo della scuola secondaria.
Per Piano dell’offerta formativa si intende il curricolo che le scuole sono chiamate a costruire e che contiene tutte le esperienze educative che
vogliono essere offerte agli studenti.
Per Percorso della singola disciplina si intende il percorso di apprendimento/insegnamento delle singole discipline, o campi di esperienza,
previste per ciascun ordine di scuola.
Nell’ attuale riforma per ciascun campo di esperienza e per ciascuna disciplina sono indicati gli obiettivi di apprendimento (conoscenze e abilità) e
i traguardi per lo sviluppo delle competenze.
Oggi, dunque, i curricoli nazionali vengono strutturati secondo le:
CONOSCENZE,
ABILITA’e
COMPETENZE,
termine quest’ultimo che si è imposto in altri Paesi ed anche nel mondo del lavoro.
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COSA CAMBIA NELLA DIDATTICA
Nel processo di apprendimento viene stabilito il legame logico ricorrendo sempre ad un itinerario induttivo:
ALLA BASE CI SONO LE CONOSCENZE CHE QUANDO APPLICATE DIVENTANO ABILITA’;
ATTRAVERSO LE CONOSCENZE E LE ABILITA’SI POSSONO ACQUISIRE
COMPETENZE, LE QUALI SONO POSSIBILI GRAZIE ALLE CAPACITA’ DI CUI LA NATURA DOTA CIASCUNO.
In campo didattico, il concetto di competenza assume una valenza molto importante per quel che riguarda l’atteggiamento del docente verso l’alunno e
verso la metodologia:
- l’insegnante non è più l’esecutore di un programma, ma costruttore egli stesso del progetto educativo; egli progetta delle occasioni strutturate
nelle quali si limiterà a fare da regista, mediatore, facilitatore;
- il motore dell’azione didattica non sarà più IL COMPITO IN SE’, ma ciò che si attiva nell’ alunno nel momento in cui è chiama to ad esercitare
un ruolo attivo in situazioni reali;
- il gruppo classe/sezione sarà riorganizzato prevedendo momenti in cui gli alunni, suddivisi in piccoli gruppi, realizzeranno esperienze ed
esperimenti portando a termine un compito significativo;
- la progettazione educativo-didattica dovrà raccogliere esperienze capaci di suscitare un proficuo rapporto degli alunni con il SAPERE in termini
affettivi (curiosità-interesse),
concreti (utilità- scoperta) e cognitivi (padronanze);
- la verifica dovrà anch’essa assumere un volto più ampio con i seguenti campi di osservazione:
1) il clima di benessere emotivo-relazionale condiviso da bambini ed insegnanti nel corso delle attività;
2) il contesto di lavoro;
3) le condizioni in cui si lavora;
4) le competenze dei bambini ed i loro percorsi di costruzione delle conoscenze.
Soltanto operando questi cambiamenti le precedenti UD (unità didattica) lasceranno il posto all’UDA (unità didattica di apprendimento).
Il nuovo criterio cui riferirsi sarà quello di evitare una pratica che riversi sugli alunni quantità di nozioni e regole, per sostituirla con una che ne stimoli
curiosità e partecipazione. Una pratica che sia in grado soprattutto di fornire conoscenze e abilità che diverranno in futuro competenze.
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DALL’UNITA’ DIDATTICA ALL’UNITA’ DI APPRENDIMENTO
L’attenzione ai processi di apprendimento era iniziata con la Riforma Moratti (L. 28 marzo 2003 n. 53) nel passaggio dall’unità didattica (centrata sul
docente), all’unità di apprendimento (UDA, centrata sul discente).
Un punto di vista che non riversa sugli alunni quantità di nozioni e regole: ponendo attenzione alla centralità del bambino, ne stimola curiosità e
partecipazione fornendo conoscenze e abilità.
UNITA' DIDATTICA UNITA' DI APPRENDIMENTO
CENTRATA SUL DOCENTE→ CENTRATA SUL DISCENTE
INSEGNAMENTO CONOSCENZE/ABILITA'→ APPRENDIMENTO COMPETENZA
DOCENTE "DOCET" → DOCENTE TUTOR-GUIDA
METODOLOGIE A SFONDO TRASMISSIVO→ METODOLOGIE LABORATORIALI
LOGICA COGNITIVISTICA→ LOGICA COSTRUTTIVISTA
PROVE DI VERIFICA→ COMPITO DI PRESTAZIONE
MISURAZIONE CONOSCENZE/ABILITA'→
VALUTAZIONE PRODOTTO
OSSERVAZIONE DEL PROCESSO
DIARIO DI BORDO-AUTOVALUTAZIONE
IL VOTO→ RUBRICHE DI VALUTAZIONE IN LIVELLI
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METODOLOGIE E STRATEGIE EDUCATIVE
Approccio multisensoriale Il metodo si propone di mettere a punto una didattica inclusiva integrando la didattica generale e la didattica speciale con
l’utilizzo di strumenti didattici e ludici che coinvolgano tutti i bambini attraverso tutti i canali sensoriali.
Brain Storming Tempesta di cervello. Metodologia che consente di far emergere le idee dei membri di un gruppo, che vengono poi analizzate e
criticate.
Circle time Letteralmente “tempo del cerchio”. I partecipanti si dispongono seduti in cerchio con l’insegnante, che assume il ruolo di facilitatore della
comunicazione e coordina il dibattito entro un arco temporale preciso. Si possono prevedere al suo interno attività strutturate o può essere utilizzato come
spazio di discussione per la risoluzione di problemi: è importante che abbia però una cadenza fissa. Il circle time facilita la comunicazione circolare e
l’inclusione, promuove la libera espressione, sviluppa le abilità comunicative, aumenta la vicinanza emotiva, favorisce la conoscenza reciproca, la
comunicazione e la cooperazione all’interno del gruppo, educa all’ascolto e sviluppa l’attenzione.
Cooperative learning Specifica metodologia di insegnamento attraverso la quale gli studenti apprendono in piccoli gruppi, aiutandosi reciprocamente e
sentendosi corresponsabili del reciproco percorso. L’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, strutturando “ambienti di
apprendimento” in cui gli studenti, favoriti da un clima relazionale positivo, trasformano ogni attività di apprendimento in un processo di “problem solving
di gruppo”, conseguendo obiettivi la cui realizzazione richiede il contributo personale di tutti.
Didattica laboratoriale Promuove apprendimenti nati dalla cooperazione con gli altri. Si tratta di un processo dinamico di azioni organizzate e/o situazioni
problematiche in cui l’alunno viene sostenuto dall’insegnante che lo indirizza e lo sollecita alla scoperta dei percorsi possibili, sostenendolo nella fatica di
affrontare le difficoltà attraverso metodi di esplorazione e ricerca.
Flipped classroom Insegnamento capovolto. Forma di insegnamento/apprendimento che ribalta il sistema di insegnamento/apprendimento
tradizionale basato sulla pratica della lezione frontale. Si avvale principalmente di due strumenti: un lavoro a casa che sfrutta appieno tutte le
potenzialità dei materiali culturali online; un lavoro a scuola che consente di applicare una didattica laboratoriale e personalizzata. L’alunno si
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documenta a casa attraverso video e podcast o leggendo i testi proposti dagli insegnanti o condivisi da altri docenti. In classe, l’allievo cerca quindi di
applicare quanto appreso. Il ruolo dell'insegnante diventa quello di guidare l'allievo nell'elaborazione attiva e nello sviluppo di compiti complessi
Gioco/ricerca/esplorazione Sono le piste preferenziali di lavoro nella scuola dell’infanzia, con la libera esplorazione dei bambini e la ricerca guidata
dall’insegnante.
Individualizzazione Azione formativa che pone obiettivi comuni per tutti i componenti del gruppo-classe, ma è concepita adattando le metodologie
in funzione delle caratteristiche individuali degli alunni.
Learning by doing Imparare facendo. Concetto prelevato dalla teoria economica. Metodologia didattica innovativa fondata sul concetto di
apprendimento realizzato attraverso il fare, attraverso l’operare, attraverso le azioni.
Lezione frontale Componente fondamentale della didattica tradizionale. Pratica didattica trasmissiva di contenuti dal docente al discente. Il processo
di comunicazione è “verticale”: si individua un emettitore, cioè il docente, e tanti destinatari, cioè i discenti. Il ruolo d i questi ultimi è caratterizzato
dalla passività recettiva. La comunicazione privilegiata è verbale. Il ricorso alla lezione frontale dovrebbe essere ridotto al minimo allorquando si
pratica una didattica per competenze.
Peer education Educazione tra pari. Strategia educativa che mira a favorire la comunicazione tra adolescenti riattivando lo scambio di esperienze
interne al gruppo dei pari. Attivare processi di peer education significa favorire lo sviluppo di competenze e consapevolezze fra gli adolescenti allo
scopo di ridefinire ruoli e relazioni all’interno della scuola.
Problem Solving Approccio didattico teso a sviluppare, sul piano psicologico, comportamentale ed operativo, l'abilità di soluzione di
problemi. Sviluppa abilità metacognitive di controllo esecutivo del compito.
Tutoring Tecnica basata sulla creazione di situazioni organizzate nelle quali vi sia l’impegno di insegnare ed imparare da parte di alunni che hanno i
ruoli di tutore ed allievo. I ruoli sono scambievoli e possono favorire lo sviluppo di risorse e potenzialità.
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LA SCUOLA INCLUSIVA
La didattica inclusiva, riconosce e valorizza le differenze di tutti in modo efficace ed efficiente.
Le differenze sono alla base dell’azione della didattica inclusiva e, come tali, non riguardano le differenze degli alunni, ma anche quelle negli stili di
insegnamento dei docenti. Come gli alunni non imparano nello stesso modo, così gli insegnanti non insegnano con lo stesso stile.
Tutta l’equipe insegnante deve essere in grado di programmare in modo inclusivo, adottando una didattica creativa, adattiva, flessibile e il più
possibile vicino alla realtà, attraverso metodologie attive, partecipative, costruttive e affettive. Questo comporta il superamento di ogni rigidità
metodologica e l’apertura ad una relazione dialogica/affettiva, che garantisca la comprensione del bisogno e l’attuazione di risposte funzionali.
L’inclusione deve rappresentare un processo, una cornice in cui gli alunni, a prescindere da abilità, genere, linguaggio, origine etnica o culturale,
possono essere ugualmente valorizzati e forniti di uguali opportunità a scuola.
E’ un scuola fondata sulla gioia di imparare, dove si promuove il piacere di sperimentare, di scoprire e conoscere le proprie capacità, di prendere
consapevolezza delle proprie abilità.
Inclusione è: educazione, inclusione, integrazione, differenze, partecipazione.
Nel momento in cui le attenzioni didattiche inclusive per alcuni bambini non si dimostrano sufficienti a garantire un percorso educativo efficace, in
particolare per gli alunni con bisogni educativi speciali (che presentano difficoltà dell’apprendimento e nella partecipazione sociale), è richiesto un
intervento didattico mirato, individualizzato e personalizzato. Il concetto di bisogno educativo speciale (BES) quindi descrive una macrocategoria che
comprende dentro di sé tutte le possibili difficoltà educative e apprenditive degli alunni. Tra queste, le situazioni di disabilità certificata secondo la
legge 104/92; quelle legate a difficoltà che si presentano in caso di DSA, di disturbo da deficit di attenzione/iperattività e in altre condizione di
problematicità psicologica, comportamentale, relazionale e apprenditiva di origine socioculturale e linguistica; cosi come in tutti i casi in cui è ancora
in corso la procedura diagnostica, ma il bisogno educativo è già emerso nella quotidianità scolastica. A questo proposito la L. 170/2010 riconosce
l’importanza dell’individuazione di segnali predittivi di un possibile sviluppo del disturbo dell’apprendimento già nella scuola dell’infanzia, per porre
in essere procedure di potenziamento volte al miglioramento e al possibile superamento dello stesso.
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I gruppi di lavoro previsti per l’inclusione sono: Gruppo di Lavoro (GLI) per l’Inclusione; Consigli di Intersezione/team docenti.
Il GLI indirizza e coordina tutta la comunità educante e ha il compito di:
- rilevare i bisogni educativi speciali presenti a scuola,
- monitorare e valutare il livello di inclusività della scuola,
- elaborare una proposta di PAI (Piano Annuale per l’Inclusività) riferito a tutti gli alunni BES (ESCLUSA LA SCUOLA DELL’INFANZIA),
da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di giugno),
- raccogliere e documentare gli interventi didattico-educativi,
- attivare focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle
strategie/metodologiche di gestione delle SEZIONI.
Il Consiglio di Intersezione/Team hanno il compito di:
- individuare casi in cui sia necessaria e opportuna l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative
e dispensative,
- rilevare alunni BES di natura socio-economica e/o linguistica-culturale,
- produrre attenta verbalizzazione delle considerazioni psicopedagogiche e didattiche che inducono ad individuare come BES alunni non in
possesso di certificazione,
- definire interventi didattico-educativi,
- individuare strategie e metodologie utili per la realizzazione della partecipazione degli studenti con BES al contesto di apprendimento, definire
i bisogni dello studente,
- progettare e condividere progetti personalizzati,
- individuare e proporre risorse umane strumentali e ambientali per favorire i processi educativi.
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ACCOGLIENZA DELL’ALUNNO A SCUOLA
Prima dell’ingresso dell’alunno a scuola è necessaria una fase di conoscenza dello stesso, attraverso:
la consultazione della documentazione presente a scuola (DF, PEI vedi schema di progettazione allegato, PDF);
la conoscenza della sua eventuale esperienza integrativa in caso di provenienza dal nido;
l’avvio del lavoro di collaborazione e di intesa (accordo educativo) tra gli insegnanti curricolari che lo seguono nell’attuale ordine di scuola;
la raccolta di preziose informazioni dalla famiglia in un preliminare colloquio informale, non strutturato , necessario per e laborare un intervento più
direttivo e competente;
i colloqui con gli insegnanti precedenti e gli specialisti.
DOPO L’INGRESSO DELL’ALUNNO A SCUOLA
Inserimento dell’alunno in sezione, con preliminare strutturazione del clima di apprendimento e degli spazi;
Progettazione di osservazioni casuali e sistematiche relative all’alunno inserito nel gruppo sezione, attraverso l’utilizzo di griglie strutturate(durante i
momenti di gioco, di lavoro individuale e di gruppo, di intervento individualizzato……….), vedi griglie allegate.
STRATEGIE INCLUSIVE
- Partire dalle competenze del bambino,
- Favorire la motivazione ad accettare le regole di vita scolastica per poter lavorare in collaborazione, cooperazione, in quanto l’apprendimento
non è mai un processo solitario;
- Favorire per l’apprendimento la condivisione di sentimenti ed emozioni positive stimolando il senso di fiducia.
- Il team docente tenendo conto dei diversi livelli di abilità e dei diversi stili cognitivi, deve adattare i propri stili di comunicazione, le
forme di lezione e gli spazi di apprendimento;
- Potenziare le strategie logico-visive (mappe mentali e concettuali) con l’aiuto delle forme di schematizzazione e organizzazione anticipata
della conoscenza;
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- Utilizzare molteplici linguaggi (pittorico, teatrale, musicale…) per poter esprimere e valorizzare molteplici personalità.
- Valorizzare i diversi stili cognitivi presenti in sezione e le diverse forme di intelligenza come: attenzione, memorizzazione,
pianificazione, problem solving.
La verifica deve essere personalizzata in base alle richieste da parte dell’alunno.La valutazione deve essere formativa, finalizzata al miglioramento dei
processi di apprendimento e insegnamento.
La scuola inclusiva deve prevedere una organizzazione flessibile, una differenziazione della didattica, un ampliamento dell’offerta formativa nonché
un innalzamento della qualità di quest’ultima, creando anche reti extrascolastiche.
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LA SCUOLA DELL’INFANZIA
La scuola dell’infanzia si rivolge a tutte le bambine e i bambini dai 3* ai 6 anni di età. La sua finalità è quella di promuovere nei bambini lo sviluppo
dell’identità, autonomia, competenza avviandoli alla cittadinanza.
- Consolidare l’identità significa prendere sempre più coscienza e consapevolezza del proprio io, sentirsi sicuri e a proprio agio in un ambiente sociale
allargato; sentirsi parte di un gruppo, essere consapevoli di appartenere a una comunità caratterizzata da valori, abitudini, linguaggi, regole.
- Sviluppare l’autonomia significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri, essere capace di esprimere sentimenti ed emozioni, saper chiedere aiuto
evidenziando la propria insoddisfazione, partecipare alle decisioni esprimendo opinioni, imparare a operare scelte e ad assumere comportamenti e
atteggiamenti sempre più consapevoli.
- Acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione,
l’osservazione, il confronto; significa ascoltare e comprendere narrazione e discorsi, rielaborare, raccontare azioni ed esperienze contestualizzandole.
- Avviare e guidare i bambini alla prima cittadinanza implica capacità di dialogo e ascolto, attenzione al punto di vista dell’altro; significa porre le
basi per un comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura.
I BAMBINI
Il bambino all’ingresso nella scuola dell’infanzia è già in possesso di una propria storia e di un proprio vissuto determinato dalla famiglia alla quale
appartiene e alle prime esperienze di scolarizzazione vissute (nido – sezione primavera – ludoteca). I bambini hanno già imparato a muoversi e a
relazionarsi con gli altri, a sperimentare le prime relazioni, a vivere le prime emozioni, a interpretare ruoli attraverso i l gioco e la parola ma sono
ancora insicuri e non del tutto autonomi. Ogni bambino è sempre alla ricerca di legami affettivi stabili, punti di riferimento, conferme, ma è allo stesso
tempo sempre alla ricerca di stimoli nuovi, desiderosi di scoprire ed esplorare nuove realtà. Dunque la scuola dell’infanzia ha il compito di porsi in
continuità con l’esperienza che il bambino compie nei vari ambienti di vita, diventando così un ambiente di vita, relazione e apprendimento.
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LE FAMIGLIE
La famiglia ha un ruolo fondamentale nella vita di ogni bambino, ne determina il suo sviluppo affettivo e cognitivo. I bambini imparano a conoscere il
mondo prima di tutto nelle loro famiglie e a partire dalla famiglia. Le prime cose che assimilano sono il modo in cui i loro genitori interpretano il
mondo, le loro valutazioni e le norme secondo le quali i loro genitori vivono. L’ingresso dei bambini nella scuola dell’infanzia diventa dunque una
grande occasione per prendere più coscienza delle responsabilità genitoriali. Dunque famiglia e scuola devono interagire fra di loro, ciascuno con il
proprio ruolo al fine di creare una vera e propria alleanza educativa utile per la crescita del bambino.
I DOCENTI
Fondamentale nella scuola dell’infanzia è la presenza di insegnanti motivati, interessati a ciò che fanno, intraprendenti ma disponibili a riconoscere i
propri errori, sempre propensi all’ascolto; si tratta di un insegnante molto preparato che ha il compito fondamentale di “insegnare al bambino ad
apprendere da solo”. Cioè, non solo deve fornirgli conoscenze e stimolare lo sviluppo di tutte le sue potenzialità e capacità, ma deve condurlo a
riflettere sulle conoscenze e sulle competenze acquisite e a saperle riorganizzare ed usare in maniera più funzionale, a seconda delle situazioni e dei
problemi che via via gli si presentano. Dunque è chiamato ad essere professionista nel proprio lavoro orientato all’innovazione e alla condivisione di
conoscenze, capace di progettare con senso e intenzionalità spazi, tempi, attività della giornata scolastica.
L’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO
L’apprendimento per ogni bambino avviene attraverso l’azione, l’esplorazione, l’esperienza diretta, il contatto con le cose e con gli oggetti in una
dimensione ludica. Il gioco infatti è la manifestazione più naturale e spontanea dell’infanzia, poiché in esso si condensano e si sviluppano le principali
capacità del bambino, da quelle senso-motorie, a quelle socio-affettive, da quelle intellettive a quelle espressive. Con il gioco, il bambino esplora il
rapporto con sé stesso prendendo confidenza con il suo modo personale di stare bene o di stare male. Il gioco è dunque la prima e principale attività
del bambino su cui il docente deve basare ogni attività intenzionalmente predisposta. Necessaria è l’organizzazione degl i spazi e dei tempi al fine di
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costruire un ambiente che sia educativo e di apprendimento. Lo spazio dovrà essere accogliente, motivante, ben curato e organizzato. Il tempo disteso
e tranquillo permette al bambino di vivere serenamente la propria giornata scolastica, di giocare, esplorare, parlare, capire, osservare.
I CAMPI DI ESPERIENZA
Il campo di esperienza nella scuola dell’infanzia è l’ambito specifico del fare e dell’agire concreto del bambino, che conduce all’apprendimento. Ogni
campo di esperienza offre specifiche opportunità di apprendimento ma contribuisce allo stesso tempo a realizzare i compiti di sviluppo pensati per i
bambini dai 3 ai 6 anni, in termini di identità, autonomia, competenza e cittadinanza. I campi di esperienza sono:
- il sé e l’altro;
- il corpo e il movimento;
- immagini suoni e colori;
- i discorsi e le parole;
- la conoscenza del mondo.
*La L. 53/2003 ha introdotto la possibilità di ingresso nella scuola dell’infanzia anche per i bambini che compiono i tre anni entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento, subordinata - da successive circolari
ministeriali - all’esistenza di particolari condizioni.
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LA NOSTRA SCUOLA DELL’INFANZIA
Il ruolo della Scuola dell’Infanzia è di particolare importanza per consentire alle bambine e ai bambini di realizzare una “parte sostanziale della loro
relazione con il mondo”, attraverso l’apprendimento di comportamenti e conoscenze utili e fondamentali per l’acquisizione del le competenze successive.
Nel rapportarsi costantemente all’opera svolta dalle famiglie, la Scuola dell’Infanzia, in quanto “luogo educativo intenzionale” deve accogliere le diversità e
promuovere le potenzialità di tutti i bambini. Infatti l’obiettivo primario è proprio quello di favorire lo sviluppo globale della personalità del bambino nei
suoi aspetti affettivi, motori, relazionali e cognitivi. Occorre quindi pensare alla Scuola dell’Infanzia come luogo significativo di accoglienza, di inclusione
e di opportunità. Queste quindi le priorità della nostra Scuola dell’Infanzia:
1) Dialogare e collaborare con le famiglie e con le altre istituzioni per attuare in modo concreto un’autentica centralità educativa del bambino;
2) Proporre un ambiente educativo capace di offrire risposte al bisogno di cura e di apprendimento;
3) Realizzare un progetto educativo che renda concreta l’irrinunciabilità delle diverse dimensioni della formazione sensoriale, corporea,
artistico-espressiva, intellettuale, psicologica, etica, sociale;
4) Fare della scuola un luogo significativo per interventi compensativi finalizzati alla piena attuazione delle pari opportunità.
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INDICAZIONI PER IL CURRICOLO DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
CAMPI DI ESPERIENZA
A - IL SE’ E L’ALTRO
Il bambino prende coscienza della propria identità, scopre la diversità e apprende le prime regole di vita sociale.
Traguardi per lo sviluppo della competenza
1. Il bambino gioca in modo costruttivo e creativo con gli altri, sa argomentare, confrontarsi, sostenere le proprie ragioni con adulti e bambini.
2. Sviluppa il senso dell’identità personale, percepisce le proprie esigenze e i propri sentimenti, sa esprimerli in modo sempre più adeguato.
3. Sa di avere una storia personale e familiare, conosce le tradizioni della famiglia, della comunità e le mette a confronto con altre.
4. Riflette, si confronta, discute con gli adulti e con gli altri bambini e comincia a riconoscere la reciprocità di attenzione t ra chi parla e chi
ascolta.
5. Pone domande sui temi esistenziali e religiosi, sulle diversità culturali, su ciò che è bene o male, sulla giustizia, e ha raggiunto una prima
consapevolezza dei propri diritti e doveri, delle regole del vivere insieme.
6. Si orienta nelle prime generalizzazioni di passato, presente, futuro e si muove con crescente sicurezza e autonomia negli spazi che gli sono
familiari, modulando progressivamente voce e movimento anche in rapporto con gli altri e con le regole condivise.
7. Riconosce i più importanti segni della sua cultura e del territorio, le istituzioni, i servizi pubblici, il funzionamento delle piccole comunità e
della città.
B - IL CORPO E IL MOVIMENTO
Il bambino scopre il suo corpo: come è fatto- come funziona- come prendersene cura. Le esperienze motorie gli consentono di relazionarsi con gli
altri, con gli oggetti e con l’ambiente.
Traguardi per lo sviluppo della competenza
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1. Il bambino vive pienamente la propria corporeità, ne percepisce il potenziale comunicativo, ed espressivo, matura condotte che gli consentono
una buona autonomia nella gestione della giornata a scuola
2. Riconosce i segnali e i ritmi del proprio corpo, le differenze sessuali e di sviluppo e adotta pratiche corrette di cura di sé, di igiene e di sana
alimentazione.
3. Prova piacere nel movimento e sperimenta schemi posturali e motori, li applica nei giochi individuali e di gruppo, anche con l’uso di piccoli
attrezzi ed è in grado di adattarli alle situazioni ambientali all’interno della scuola e all’aperto.
4. Controlla l’esecuzione del gesto, valuta il rischio, interagisce con gli altri nei giochi di movimento, nella musica, nella danza, nella
comunicazione espressiva.
5. Riconosce il proprio corpo, le sue diverse parti e rappresenta il corpo fermo o in movimento.
C - IMMAGINI, SUONI, COLORI
Il bambino scopre molti linguaggi: la voce, i suoni, la musica, i gesti, la drammatizzazione, il disegno, la pittura, la manipolazione dei materiali
ed i mass-media per esprimersi con immaginazione e creatività.
Traguardi per lo sviluppo della competenza
1. Il bambino comunica, esprime emozioni, racconta, utilizzando le varie possibilità che il linguaggio del corpo consente.
2. Inventa storie e sa esprimerle attraverso la drammatizzazione, il disegno, la pittura e altre attività manipolative; utilizza materiali e strumenti,
tecniche espressive e creative; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie.
3. Segue con curiosità e piacere spettacoli di vario tipo (teatrali, musicali, visivi, di animazione…); sviluppa interesse per l’ascolto della musica e
per la fruizione di opere d’arte.
4. Scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti.
5. Sperimenta e combina elementi musicali di base, producendo semplici sequenze sonoro-musicali.
6. Esplora i primi alfabeti musicali, utilizzando anche i simboli di una notazione informale per codificare i suoni percepiti e riprodurli.
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D - I DISCORSI E LE PAROLE
Il bambino gioca con le parole , impara filastrocche, ascolta racconti e storie. Impara a sentirsi protagonista quando prende la parola, spiega,
arricchisce il suo vocabolario e la sua fantasia.Prova il piacere di esplorare anche la lingua scritta
Traguardi di sviluppo delle competenze
1. Il bambino usa la lingua italiana, arricchisce e precisa il proprio lessico, comprende parole e discorsi, fa ipotesi sui significati.
2. Sa esprimere e comunicare agli altri emozioni, sentimenti, argomentazioni attraverso il linguaggio verbale che utilizza in differenti
situazioni comunicative.
3. Sperimenta rime, filastrocche, drammatizzazioni; inventa nuove parole, cerca somiglianze e analogie tra i suoni e i significati.
4. Ascolta e comprende narrazioni, racconta e inventa storie, chiede e offre spiegazioni, usa il linguaggio per progettare attività e per definire
regole.
5. Ragiona sulla lingua, scopre la presenza di lingue diverse, riconosce e sperimenta la pluralità dei linguaggi, si misura con la creatività e la
fantasia.
6. Si avvicina alla lingua scritta, esplora e sperimenta prime forme di comunicazione attraverso la scrittura, incontrando anche le tecnologie
digitali e i nuovi media.
E - LA CONOSCENZA DEL MONDO
Il bambino impara ad osservare la realtà, l’ambiente naturale con i suoi fenomeni,le piante e gli animali.
Comprende lo scorrere del tempo e l’alternarsi delle stagioni, opera e gioca classificando, raggruppando e contando.
Conosce i numeri, le forme geometriche e lo spazio,sviluppando la sua curiosità..
Traguardi per lo sviluppo della competenza
1. Il bambino raggruppa e ordina oggetti e materiali secondo criteri diversi, ne identifica alcune proprietà, confronta e valuta quantità; utilizza
simboli per registrarle; esegue misurazioni usando strumenti alla sua portata.
2. Sa collocare le azioni quotidiane nel tempo della giornata e della settimana.
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3. Riferisce correttamente eventi del passato recente; sa dire cosa potrà succedere in un futuro immediato e prossimo.
4. Osserva con attenzione il suo corpo, gli organismi viventi e i loro ambienti, i fenomeni naturali, accorgendosi dei loro cambiamenti.
5. Si interessa a macchine e strumenti tecnologici, sa scoprire le funzioni e i possibili usi.
6. Ha familiarità sia con le strategie del contare e dell’operare con i numeri sia con quelle necessarie per eseguire le prime misurazioni di
lunghezze, pesi, e altre quantità.
7. Individua le posizioni di oggetti e persone nello spazio, usando termini come avanti/dietro, sopra/sotto, destra/sinistra ecc. segue correttamente
un percorso sulla base di indicazioni verbali.
COMPETENZE CHIAVE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE(competenze europee)
1. Comunicazione nella madre lingua;
2. Comunicazione nelle lingue straniere;
3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia;
4. Competenza digitale;
5. Imparare a imparare;
6. Competenze sociali e civiche;
7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità;
8. Consapevolezza ed espressione culturale.
COMPETENZE CHIAVE DI CITTADINANZA (D.M. n. 139 del 22 agosto 2007)
IMPARARE AD IMPARARE
1.Ascoltare con attenzione;
2.Definire,con l’aiuto dell’insegnante la successione delle fasi di un semplice e facile compito;
3.Verbalizzare le proprie azioni ed esperienze con termini sempre più appropriati;
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4.Rappresentare in modo grafico le proprie azioni ed esperienze o una rappresentazione su un argomento dato;
5.Utilizzare materiali strutturati e non.
ELABORARE PROGETTI
1.Ascoltare e comprendere le consegne;
2.Utilizza i materiali a disposizione;
3.Organizzare lo spazio fisico e grafico;
4.Usare la manualità fine per tagliare, disegnare, colorare;
5.Realizza produzioni (individuali o di gruppo) nei vari campi di esperienza;
6.Confrontare gli elaborati con quelli dei compagni;
7. Valutare i prodotti propri e quelli dei compagni.
RISOLVERE PROBLEMI
1.In situazioni problematiche rispondere a domande guida;
2.Formula ipotesi anche fantastiche per la risoluzione di un semplice problema;
3.Ricostruire storie/riformulare esperienze vissute.
INDIVIDUARE COLLEGAMENTI E RELAZIONI
1.Mettere in relazione, attraverso associazione e analogie, oggetti, persone, sequenze di storie, fenomeni,esperienze;
2.Cogliere i nessi di causa - effetto fra i fenomeni osservati e i fatti vissuti;
3.Scomporre e ricomporre i dati di un fenomeno, delle sequenze di un ‘esperienza, di una storia.
ELABORARE INFORMAZIONI:ESPRIMERLE E RAPPRESENTARLE
1.Chiedere spiegazioni;
2.Trarre vantaggio dalle conversazioni;
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3.Rielaborare i vissuti attraverso vari linguaggi: verbali, grafico-pittorici, giochi simbolici e teatrali;
4.Discriminare storie vere e storie fantastiche.
COMUNICARE E COMPRENDERE MESSAGGI;RAPPRESENTARE EVENTI
1.Ascoltare con attenzione;
2.Rispondere in modo pertinente;
3.Utilizzare la lingua materna per raccontare esperienze, interagire con gli altri, esprimere bisogni;
4.Usare frasi complete e termini nuovi;
5.Verbalizzare in modo adeguato le proprie osservazioni;
COLLABORARE E PARTECIPARE
1.Partecipare ai giochi e alle attività di gruppo, rispettando i ruoli e le regole;
2.Essere in grado di collaborare e portare a termine un’attività collettiva;
3.Esprimere bisogni, idee emozioni per ottenere attenzione e/o considerazione.
AGIRE IN MODO AUTONOMO E RESPONSABILE
1.Ascoltare gli altri;
2.Attendere nelle varie attività e conversazioni il proprio turno,dimostrando pazienza;
3.Portare a termine dei piccoli incarichi;
4.Rispettare le cose e l’ambiente.
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PROGETTARE IN VERTICALE: I NUCLEI FONDANTI
Nella scuola dell’Infanzia…
NUCLEI FONDANTI
CAMPI DI ESPERIENZA
ASSI CULTURALI
Ascoltare, parlare, interagire, riflettere
sulla lingua, sperimentare la lingua
scritta
I DISCORSI E LE PAROLE
IL SE’ E L’ALTRO
IL CORPO E IL MOVIMENTO
IMMAGINI SUONI COLORI
Espressivo-linguistico
Contare, spazio e forme, ordine,
relazioni e misure, osservare fenomeni,
cogliere regole, applicare procedure
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IMMAGINI SUONI E COLORI
IL CORPO E IL MOVIMENTO
IL SE’ E L’ALTRO
Matematico-scientifico
Rispettare norme, partecipare
consapevole, utilizzare simboli
IL SE’ E L’ALTRO
IL CORPO E IL MOVIMENTO
LA CONOSCENZA DEL MONDO
IMMAGINI SUONI E COLORI
Identità e autonomia
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OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO PER FASCE DI ETA’
Da scegliere e/o integrare in base al percorso educativo-didattico
A. IL SE’E L’ALTRO
COMPETENZE CHIAVE
EUROPEE
Obiettivi di apprendimento
3 anni
Obietti vi di apprendimento
4 anni
Obiettivi di apprendimento
5 anni
Competenze sociali e civiche
Imparare a imparare
Prendere coscienza della propria identità
Condividere con i compagni proposte ed attività
Adattarsi ai ritmi della giornata scolastica e superare il distacco dalla famiglia
Muoversi adeguatamente negli spazi della scuola
Condividere momenti di gioco , di attività, di festa
Rispettare il proprio turno durante i giochi
Conoscere e rispettare le regole Conoscere il significato di alcune
festività
Apprendere i nomi dei compagni e adulti presenti a scuola
Partecipare a giochi imitativi e di ruolo
Comunicare i propri bisogni Entrare in relazione con gli altri
attraverso linguaggi verbali e non
Riconoscersi appartenente ad un gruppo
Rafforzare l’autonomia, la stima di sé e l’identità.
Esprimere emozioni e sentimenti
Riconoscere i valori di alcune ricorrenze e festività
Favorire la socializzazione e la cooperazione attraverso il lavoro a piccoli gruppi
Riconoscere le regole della convivenza a scuola
Controllare e condividere i propri stati emotivi
Scoprire e rispettare la diversità Intuire i contenuti dei messaggi delle
feste tradizionali
Conoscere il proprio ambiente culturale e le sue tradizioni
Mettere in atto le prime regole di vita sociale , rispettando gli esseri umani, la natura e gli animali
Conoscere istituzioni e servizi , il loro scopo e le principali persone che le garantiscono
Riconoscere e assumere comportamenti corretti
Parlare della propria famiglia dando informazioni su di essa
Confrontarsi e discutere con i compagni
Rafforzare il senso di appartenenza famiglia – scuola
Condividere i valori della comunità di appartenenza
Partecipare alle tradizioni legate a feste e celebrazioni
Accettare, interiorizzare ed esprimere corretti comportamenti sociali ed ecologici
Operare scelte autonome: prendere iniziative ,agire, riflettere, saper motivare agli altri le proprie azioni
Ricostruire la propria storia
Acquisire le prime conoscenze sulla pace Assumere incarichi e regole di
comportamento
Scoprire i valori della cittadinanza nell’identità nazionale
Sperimentare il senso del gruppo e della collaborazione
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B. IL CORPO E IL MOVIMENTO
COMPETENZE CHIAVE
EUROPEE
Obiettivi di apprendimento
3 anni
Obietti vi di apprendimento
4 anni
Obiettivi di apprendimento
5 anni
Consapevolezza ed
espressione culturale
Imparare a imparare
Spirito di iniziativa e
imprenditorialità
Conoscere la propria identità sessuale
Esplorare con il corpo l’ambiente –scuola
Conoscere le regole base per l’igiene personale
Riconoscere le parti principali dello schema corporeo
Denominare le principali parti del corpo su di sé e sugli altri
Riconoscere ciò che fa bene e male al corpo in termini di alimenti e di azioni
Muoversi a ritmo di musica
Raccontare brevi storie attraverso il movimento , la gestualità e la mimica facciale
Impugnare correttamente gli strumenti grafici
Eseguire movimenti su indicazione Partecipare a giochi imitativi
Utilizzare il corpo per giocare
Affinare le abilità manuali
Sperimentare schemi motori di base Sperimentare utilizzando le mani
Affinare le capacità senso-percettive
Condividere uno spazio comune dove giocare, comunicare ed esprimersi
Utilizzare condotte motorie per esplorare la lateralità
Sviluppare il controllo dei propri gesti
Riconoscere i bisogni corporei Sviluppare la coordinazione oculo-
manuale e la motricità fine
Conoscere e rispettare le regole dei giochi organizzati
Orientarsi nello spazio liberamente e su indicazione
Sperimentare schemi motori di base Conoscere il proprio corpo globalmente
e in relazione ai segmenti corporei
Interiorizzare corrette abitudini alimentari
Rappresentare graficamente lo schema corporeo
Riconoscere le funzioni delle parti del corpo
Riconoscere e denominare le principali parti del corpo su se stesso , sugli altri e su immagini
Possedere una buona autonomia personale
Riconoscere il sé corporeo in comunicazione con gli altri
Distinguere , comportamenti azioni, scelte alimentari potenzialmente dannose alla sicurezza e alla salute
Padroneggiare schemi motori statici e dinamici di base: correre, saltare, stare in equilibrio , strisciare e rotolare
Coordinare movimenti in attività che implicano l’uso di attrezzi
Coordinarsi con altri nei giochi di gruppo rispettando la propria e altrui sicurezza
Controllare la forza del corpo individuare potenziali rischi
Esercitare le potenzialità sensoriali , conoscitive relazionali, ritmiche ed espressive del corpo
Essere autonomo nella cura della propria persona e degli oggetti personali
Affinare la coordinazione oculo-manuale
Rappresentare in modo completo la figura umana in situazioni statiche e dinamiche
Muoversi nello spazio seguendo comandi, suoni , rumori e musica
Interiorizzare l’importanza di una corretta alimentazione
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C. IMMAGINI, SUONI , COLORI
COMPETENZE CHIAVE
EUROPEE
Obiettivi di apprendimento
3 anni
Obiettivi di apprendimento
4 anni
Obiettivi di apprendimento
5 anni
Consapevolezza ed
espressione culturale
Competenze digitali
Imparare a imparare
Riconoscere i colori fondamentali e utilizzarli appropriatamente dallo scarabocchio al disegno
Usare e manipolare con curiosità e piacere il colore
Manipolare materiali e dare loro una forma
Sperimentare alcune semplici tecniche per disegnare e colorare
Utilizzare il corpo, la voce e materiali naturali per imitare , produrre , inventare suoni e rumori
Memorizzare canti e filastrocche
Animare canzoni e filastrocche con i movimenti
Utilizzare creativamente materiali naturali e non
Sperimentare il piacere di costruire oggetti
Leggere semplici immagini Partecipare a giochi mimici e piccole
drammatizzazioni
Sperimentare diverse tecniche di manipolazione : strappare, appallottolare,,incollare , modellare
Usare parti del corpo per lasciare tracce di sé
Esprimersi usando linguaggi verbali,corporei ed espressivi
Rappresentare graficamente i vissuti personali
Utilizzare con creatività l’espressione grafico-pittorico-plastica
Realizzare simboli e oggetti delle tradizioni di una festività
Realizzare con tecniche diverse soggetti a tema
Utilizzare colori in modo adeguato e pertinente
Comunicare con il linguaggio mimico-gestuale
Esplorare i materiali attraverso i sensi Ascoltare e memorizzare canti e
filastrocche
Produrre mescolanze di colore, sperimentare la formazione dei colori secondari e terziari
Produrre macchie , segni e punti
Acquisire abilità inventive e creative nelle diverse espressioni drammatico-teatrali
Muoversi seguendo un ritmo semplice
Utilizzare materiali naturali o di riciclo in modo creativo
Sviluppare la sensibilità musicale
Leggere e codificare i segni della realtà circostante
Acquisire padronanza dei mezzi e delle tecniche espressive
Riprodurre graficamente elementi di una rappresentazione artistica
Utilizzare il linguaggio del corpo per esternare le emozioni
Animare un racconto con la voce e con i movimenti
Rappresentare graficamente i personaggi di un racconto
Costruire personaggi e l’ambientazione di un racconto
Inventare e drammatizzare storie
Esprimere graficamente stati d’animo ed emozioni
Conoscere i nuovi linguaggi massmediali e informatici
Memorizzare canti, poesie e filastrocche Utilizzare la voce e i piccoli strumenti per
riprodurre suoni e rumori
Muoversi in sintonia con la musica in modo concordato con il gruppo
Utilizzare creativamente materiali di recupero
Copiare dal vero . Progettare e realizzare un elemento
Riconoscere e riprodurre simboli
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D. I DISCORSI E LE PAROLE
COMPETENZE CHIAVE
EUROPEE
Obiettivi di apprendimento
3 anni
Obietti vi di apprendimento
4 anni
Obiettivi di
apprendimento
5 anni
Comunicazione nella
madrelingua
Comunicazione nelle lingue
straniere
Imparare a imparare
Esprimere verbalmente i bisogni primari
Formulare semplici domande e dare semplici risposte
Memorizzare semplici poesie, filastrocche e canzoni
Ascoltare racconti e letture dell’insegnante
Rispettare il libro e manipolarlo con cura
Pronunciare le parole correttamente
Verbalizzare esperienze personali in modo semplice
Arricchire il lessico con parole nuove
Giocare con le parole e pronunciarle in modo corretto
Sviluppare fiducia e motivazione nell’esprimere e comunicare con gli altri i propri pensieri
Sviluppare la capacità di ascolto
Riprodurre una narrazione
Utilizzare il linguaggio per descrivere e denominare semplici immagini
Accostarsi alla lettura di immagini
Acquisire e comprendere nuovi vocaboli Sperimentare le proprie capacità
espressive
Perfezionare e arricchire le competenze lessicali
Usare parole appropriate per formulare richieste
Spiegare le proprie azioni- scelte con un linguaggio verbale
Utilizzare termini adeguati e pertinenti
Inventare brevi storie anche con l’aiuto di immagini
Ascoltare e memorizzare canti, poesie e filastrocche
Interagire verbalmente con i compagnie con gli adulti
Raccontare fatti , eventi ed esperienze personali
Partecipare a giochi di parole creando associazioni
Acquisire capacità di ascolto e comprensione
Partecipare alla conversazione rispettando il proprio turno
Abituare il bambino ad osservare e riflettere
Leggere immagini descrivendo in modo semplice persone ed oggetti
Saper intervenire verbalmente in diversi contesti
Ascoltare, raccontare , dialogare e approfondire le conoscenze chiedere spiegazioni ed esprimere il proprio punto di vista
Cogliere la struttura fonetica delle parole
Confrontare e individuare somiglianze e differenze nelle parole
Partecipare attivamente alle conversazioni
Progettare e partecipare ad un’attività di gruppo
Riflettere sulla funzione del codice scritto
Avvicinarsi progressivamente alla lingua scritta
Avvicinarsi alle tecnologie digitali e ai nuovi media
Memorizzare poesie,filastrocche e canzoni
Inventare storie e filastrocche per imparare nuovi termini linguistici
Partecipare attivamente all’invenzione di storie
Sperimentare la pluralità linguistica
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E. LA CONOSCENZA DEL MONDO (Oggetti, fenomeni, viventi –Numero e spazio)
COMPETENZE CHIAVE
EUROPEE
Obiettivi di apprendimento
3 anni
Obietti vi di apprendimento
4 anni
Obiettivi di apprendimento
5 anni
Competenze di base in
matematica, scienze e
tecnologia
Competenze digitali
Imparare a imparare
Spirito di iniziativa e
imprenditorialità
Individuare e riconoscere le principali forme geometriche
Osservare la natura e le sue trasformazioni
Individuare i principali aspetti delle stagioni
Osservare i fenomeni atmosferici Distinguere l’alternanza giorno-notte
Riconoscere la routine della giornata scolastica
Mettere in successione due eventi: prima/dopo
Compiere associazioni logiche Compiere ritmi alternati di 2 colori
Conoscere e accettare il cibo Utilizzare in modo adeguato lo spazio e
gli utensili durante il pranzo
Riconoscere e discriminare odori e sapori
Esprimere curiosità attraverso frequenti domande
Mostrare interesse per il mondo della natura
Rispettare l’ambiente naturale
Acquisire il concetto del tempo ciclico:le stagioni
Associare l’alternanza del giorno/notte e della settimana
Raggruppare, confrontare e ordinare oggetti
Classificare in base a : colore, dimensione e forma
Riconoscere i concetti topologici fondamentali:sopra/sotto, avanti/dietro
Utilizzare simboli ed elementari strumenti di registrazione
Riconoscere, individuare e riprodurre le forme geometriche
Trovare soluzioni a piccoli problemi Identificare le differenze tra il mondo
vegetale e quello animale
Osservare,esplorare la natura e le sue trasformazioni
Percepire le informazioni attraverso i sensi
Collocare nello spazio se stessi, oggetti e persone
Riordinare le sequenze di un racconto
Percepire le proprietà di alcuni materiali
Organizzare lo spazio grafico: in alto , in basso , sopra, sotto, avanti ,dietro
Orientarsi nello spazio a partire dai luoghi dell’esperienza personale
Conoscere ed operare con le quantità entro il 10
Associare le quantità al simbolo numerico
Compiere classificazioni
Compiere seriazioni Mettere in atto strategie di risoluzione
di problemi
Raccogliere dati relativi a soluzioni concrete e registrarli usando simboli convenzionali
Acquisire interesse e rispetto per gli ambienti naturali e per tutti gli esseri viventi
Osservare e descrivere gli organismi viventi e i loro ambienti
Ricostruire e riordinare le fasi di un’esperienza
Individuare criteri di appartenenza ad un insieme
Effettuare esperienze di riutilizzo e di riciclo
Operare corrispondenze
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VERIFICA E VALUTAZIONE
“I bambini sono il nostro futuro e la ragione più profonda per conservare e migliorare la vita comune sul nostro pianeta. Sono espressione di un mondo
complesso (…),di energie,potenzialità (…) che vanno conosciute, osservate e accompagnate con cura,studio,responsabilità e attesa.(…) La valutazione
assume una preminente funzione formativa ,di accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.” Cit. Indicazioni
nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia 2012.
La valutazione degli alunni rivestirà un ruolo strutturale e funzionale allo sviluppo dell’azione educativa, perché servirà a monitorare e regolare i processi di
insegnamento/apprendimento in rapporto alle diversità individuali e culturali e a promuovere tutte le opportunità di crescita educativa. Nella Scuola
dell’Infanzia, essa avrà carattere formativo, terrà conto del saper, saper essere e saper fare del bambino, evitando di esprimere qualsiasi tipo di giudizio;
per questo, la programmazione dovrà essere flessibile e rispondente alle esigenze di ogni singolo bambino, poiché rispetto al passato, l’oggetto della
valutazione, oggi, si è ampliato ed i docenti sono chiamati a valutare tre aspetti: gli apprendimenti (conoscenze e abilità), il comportamento e le
competenze.
I docenti procederanno, dunque, nel delicato compito della valutazione attraverso:
l’osservazione iniziale (predisponendo gli strumenti ritenuti più idonei quali, il clima di benessere emotivo-relazionale di tutti i soggetti coinvolti
nel corso delle attività, le conversazioni ,l’analisi degli elaborati dei bambini…)
l’osservazione in itinere per orientare l’attività didattica, ricalibrare gli interventi educativi, verificare se le strategie sono efficaci ed eventualmente
correggere e integrare la metodologia;
la valutazione finale per rilevare le competenze maturate.
I dati raccolti verranno di seguito registrati in apposite griglie di rilevazione in itinere per accertare sia il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento
sia il loro livello di acquisizione.
Infine solo per i bambini di cinque anni i docenti compileranno un Documento per il passaggio dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria che
evidenzierà le competenze raggiunte.
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PROFILO DELL’ALUNNO/A AL TERMINE DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA
Al termine del percorso triennale della scuola dell’infanzia, è ragionevole attendersi che ogni alunno abbia sviluppato alcune competenze di base, quali:
Riconosce ed esprime le proprie emozioni, è consapevole di desideri e paure, avverte gli stati d’animo propri e altrui.
Ha un positivo rapporto con la propria corporeità, ha maturato una sufficiente fiducia in sé, è progressivamente consapevole delle proprie risorse e
dei propri limiti, quando occorre sa chiedere aiuto.
Manifesta curiosità e voglia di sperimentare, interagisce con le cose, l’ambiente e le persone, percependone le reazioni e i cambiamenti.
Condivide esperienze e giochi, utilizza materiali e risorse comuni, affronta gradualmente i conflitti e ha iniziato a riconoscere le regole del
comportamento nei contesti privati e pubblici.
Ha sviluppato l’attitudine a porsi e a porre domande di senso su questioni etiche e morali. Coglie diversi punti di vista, riflette e negozia significati,
utilizza gli errori come fonte di conoscenza.
Sa raccontare, narrare, descrivere situazioni ed esperienze vissute, comunica e si esprime con una pluralità di linguaggi, ut ilizza con sempre
maggiore proprietà la lingua italiana.
Dimostra prime abilità di tipo logico, inizia ad interiorizzare le coordinate spazio-temporali ed a orientarsi nel mondo dei simboli, delle
rappresentazioni, dei media, delle tecnologie.
Rileva le caratteristiche principali di eventi, oggetti, situazioni, formula ipotesi, ricerca soluzioni a situazioni problematiche di vita quotidiana.
E’ attento alle consegne, si appassiona, porta a termine un lavoro, diventa consapevole dei processi realizzati e li documenta.
Si esprime in modo personale, con creatività e partecipazione, è sensibile alla pluralità di culture, lingue, esperienze.
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PROGETTAZIONE DI RELIGIONE CATTOLICA
PREMESSA
L’insegnamento della Religione Cattolica è disciplinato dal Documento di Intesa tra il Ministro dell’Istruzione e la CEI.
Le attività in ordine all’ I.R.C. offrono, occasioni per lo sviluppo integrale della personalità dei bambini, valorizzando la dimensione religiosa,
promuovendo la riflessione sul loro patrimonio di esperienze e contribuiscono a rispondere alle grandi domande di senso di cui anch’essi sono
portatori.
La progettazione annuale di Religione Cattolica verrà sviluppata nella cornice culturale delle indicazioni nazionali relative all’insegnamento della
Religione Cattolica nella scuola dell’Infanzia.(D.P.R.11febbraio 2010, a cui si fa riferimento nelle Indicazioni Nazionali 2012 )
Traguardi per lo sviluppo delle competenze
- Osservare ed esplorare il mondo con curiosità;
- Ascoltare, comprendere e saper narrare semplici e brevi racconti biblici;
- Riconoscere i principali simboli cristiani che caratterizzano le tradizioni del Natale e della Pasqua;
- Riconoscere Gesù e apprendere che Dio è Padre e la Chiesa famiglia;
- Riconoscere le emozioni come linguaggio interiore e della propria identità;
Obiettivi di apprendimento(anni 3,4,5)
- Scoprire che Dio è Padre e Creatore;
- Scoprire le storie della Bibbia;
- Vivere le principali festività religiose;
- Conoscere la figura di Gesù;
- Riconoscere la Chiesa come famiglia.
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Metodologia
Oltre alle esperienze spontanee è occasionali che ogni bambino vive nella scuola dell’infanzia e che sono motivo di crescita e di sviluppo sotto il
profilo affettivo, sociale,comportamentale e cognitivo, si intende attivare la progettazione descritta attraverso attività che mirano ad accogliere gli
interessi dei bambini, stimolare la curiosità, condividere regole, cogliere la dimensione religiosa presente in ogni gesto dell’esperienza del bambino.
Sarà dato molto spazio alle attività ludiche di gruppo finalizzate a precise esperienze; come far scoprire i valori di fratellanza, solidarietà, perdono e
pace, al racconto di storie e drammatizzazioni, ad ascolto di canti mimati, visioni di DVD, alla vita di relazione.
Alle attività grafiche pittoriche e plastiche seguiranno lavori individuali e di gruppo con l’utilizzo di schede operative strutturate e non.
Verifica- valutazione
Alla fine di ogni azione didattica si prevede un momento di verifica in cui si analizzerà come i bambini hanno vissuto le esperienze proposte, come
rappresentano espressivamente gli argomenti assimilati e come e quanto hanno interiorizzato i contenuti programmati.
Questo non solo per accertare i livelli di conoscenza acquisiti dai bambini, ma anche per verificare se la proposta didattica si è sviluppata secondo gli
itinerari stabiliti, se le iniziative previste hanno consentito di conseguire gli esiti educativi attesi.
La verifica offre la possibilità di autocorrezione e di miglioramenti continui.
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GLOSSARIO PEDAGOGICO: LE PAROLE CHIAVE DEL CURRICOLO
Apprendimento formale: Apprendimento che si attua nel sistema di istruzione e formazione e nelle università e istituzioni di alta formazione artistica,
musicale e coreutica, e che si conclude con il conseguimento di un titolo di studio o di una qualifica o diploma professionale, conseguiti anche in
apprendistato, o di una certificazione riconosciuta, nel rispetto della legislazione vigente in materia di ordinamenti scolastici e universitari. Fonte: DLgs
13/13, art. 2, c. 1
Apprendimento informale: Apprendimento che, anche a prescindere da una scelta intenzionale, si realizza nello svolgimento, da parte di ogni persona, di
attività nelle situazioni di vita quotidiana e nelle interazioni che in essa hanno luogo, nell’ambito del contesto di lavoro, familiare e del tempo libero. Fonte:
DLgs 13/13, art. 2, c. 1
Apprendimento permanente: Qualsiasi attività intrapresa dalla persona in modo formale, non formale e informale, nelle varie fasi della vita, al fine di
migliorare le conoscenze, le capacità e le competenze, in una prospettiva di crescita personale, civica, sociale e occupazionale. Fonte: DLgs 13/13, art. 2, c.
1
Conoscenza: Il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono l’insieme di fatti, principi, teorie e pratiche,
relative a un settore di studio o di lavoro; le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche (da Raccomandazione del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 7/9/2006).
Abilità: La capacità di applicare conoscenze e di usare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi; le abilità sono descritte come
cognitive (uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) e pratiche (che implicano l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti).
Capacità: E’ l’idoneità a fare qualcosa o a mettere in atto determinati comportamenti.
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Competenza: Comprovata capacità di usare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio; nel
contesto del Quadro europeo le competenze sono descritte in termine di responsabilità e autonomia (Fonte: Raccomandazione del Parlamento Europeo e del
Consiglio del 23 aprile 2008).
Le competenze sono espresse con verbi all’infinito, nel senso che si incentra l’attenzione sull’azione da far acquisire, che rimane costante, mentre saranno
di volta in volta individuati i contesti, gli strumenti, i compiti da portare a termine. Per competenza in ambito scolastico si intende ciò che, in un contesto
dato, si sa fare (abilità) sulla base di un sapere (conoscenze), per raggiungere l’obiettivo atteso e produrre conoscenza.
CONOSCENZE --> SAPERE
COMPETENZE --> SAPER FARE
CAPACITA’ --> SAPER ESSERE IN SITUAZIONE INTERATTIVA
Certificazione delle competenze: Procedura di formale riconoscimento, da parte di un ente titolato, in base alle norme generali, ai livelli essenziali delle
prestazioni e agli standard minimi fissati dalla legislazione vigente, delle competenze acquisite dalla persona in contesti formali, anche in caso di
interruzione del percorso formativo, o di quelle validate acquisite in contesti non formali e informali. La procedura di cert ificazione delle competenze si
conclude con il rilascio di un certificato conforme agli standard minimi fissati dalla legislazione vigente. Fonte: DLgs 13/13, art. 2, c. 1
Competenze chiave: Quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l'inclusione sociale e
l'occupazione.
Competenze di cittadinanza e Assi culturali: Si tratta della declinazione delle competenze europee così come recepite in Italia dal Ministero nel 2007.
Ricapitolando: in Italia si fa riferimento a due diverse “competenze chiave”, quelle per l’apprendimento permanente riferite al contesto europeo, e quelle di
cittadinanza, frutto della rielaborazione italiana. A queste si aggiungono le competenze di base, articolate nei quattro assi: Asse dei linguaggi; Asse
matematico; Asse scientifico-tecnologico; Asse storico e sociale.
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Compito autentico o di realtà: E’ possibile valutare la competenze solo nella vita reale, fuori dal contesto scolastico. Si tratta di una prova, di“una
situazione problematica, complessa e nuova, quanto più possibile vicina al mondo reale, da risolvere utilizzando conoscenze e abilità già acquisite e
trasferendo procedure e condotte cognitive in contesti e ambiti di riferimento moderatamente diversi da quelli resi familiari dalla pratica didattica”. (fonte:
online.scuola.zanichelli.it)
Compiti significativi o esperienze attivate: Esempi di attività da affidare agli alunni. La competenza non è un oggetto fisico, ma un “sapere agito”.
Possiamo vederla e apprezzarla soltanto se viene messa in atto in contesto, per risolvere problemi e gestire situazioni. Quindi non potremmo mai né
perseguirla, né valutarla, se non affidassimo agli alunni dei compiti non banali che essi portano a termine “in autonomia e responsabilità”, utilizzando i
saperi posseduti, ma anche reperendone di nuovi. Il compito significativo, infatti, è sempre un po’ più alto degli strumenti già posseduti dagli alunni,
altrimenti si tratterebbe di mera esercitazione e verrebbe a mancare l’elemento di attivazione di risorse personali per il problem solving.
Curricolo verticale: E’ lo strumento metodologico e disciplinare che esplicita il progetto educativo dell’Istituto Comprensivo nei vari ordini di scuola.
Dato: Informazione circa le conoscenze acquisite, le abilità, le competenze conseguite per effetto di un processo di apprendimento, di atteggiamento, di
comportamento assunto dall’allievo.
Descrittori: Descrizione/misurazione della prestazione. Ogni descrittore è associato a un punteggio.
Evidenze/indicatori: Micro-obiettivi. Indicano quali abilità, conoscenze o competenze raggiungere. Rappresentano il nucleo essenziale della competenza,
sono aggregati di compiti, di performances che, se portati a termine dagli alunni con autonomia e responsabilità, ancorché in modo graduato per complessità
e difficoltà nel corso degli anni, testimoniano l’agire competente. Gli insegnanti struttureranno lo occasioni e le consegne in modo che gli alunni, nello
svolgimento di compiti significativi, di unità di apprendimento, nel lavoro quotidiano, possano agire in modo da mostrare le “evidenze” e i livelli
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di competenza posseduti. Poiché i Traguardi sono espressi quasi sempre come dei buoni “comportamenti sentinella” che manifestano la competenza, essi
sono stati assunti come “evidenze” poi declinate nei livelli di padronanza. (Fonte: Franca Da Re)
Livelli di competenza: Non esiste una rete statica di livelli definiti a livello nazionale. Possono essere definiti e modificati dalle reti di scuole.
Es.: Base/Intermedio/Avanzato/Esperto.
Metacognizione: Conoscenza della propria capacità cognitiva e dell’attitudine a modificare il proprio modo di apprendimento (www.garzantilinguistica.it).
Nuclei fondanti: Rappresentano concetti fondamentali che ricorrono in vari punti della disciplina assumendo valore strutturante della disciplina
stessa e generativo di conoscenze. Il termine è entrato in uso recentemente e si riferisce all’organizzazione dei saperi intorno a nodi essenziali. La
definizione dei nuclei fondanti dell’apprendimento non è una operazione disciplinare ma multidisciplinare. Saranno pertanto utilizzati nella redazione del
curricolo verticale.
I nuclei fondanti possono essere di contenuto o di processo. Esempi di nuclei fondanti: il numero; le lettere; l’ascolto; il suono, etc.
Padronanza: Il grado di competenza raggiunto.
Rubriche: Sono le griglie di valutazione, prospetti per indicare e descrivere i risultati attesi di un processo di apprendimento. Possono riguardare il prodotto
o anche il processo di apprendimento. Comprendono le voci “competenze chiave”, “evidenze”, “livelli di padronanza”, etc.
Traguardi per lo sviluppo delle competenze: Prescritti dalla Indicazioni Nazionali costituiscono criteri per la valutazione delle competenze attese e nella
loro scansione temporale, sono prescrittivi.
Obiettivi: Indicatori di competenze: consentono di verificare, attraverso determinate prove, il grado di padronanza di una certa competenza.
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Gli Obiettivi di apprendimento individuano i campi del sapere, conoscenze ed abilità ritenuti indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo
sviluppo delle competenze. Gli obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi.
Prodotto: Nell’UdA indica cosa gli alunni devono saper fare concretamente.
Prove per classi parallele: Prove di verifica somministrate contemporaneamente a più classi anche di livello diverso e/o in altra classe con rotazione di
insegnanti (nessun alunno effettua la prova in presenza del proprio insegnante). Presuppongono una programmazione condivisa, collaborazione tra docenti,
l’uso flessibile degli spazi e delle risorse umane e materiali.
Verifica: Operazione di raccolta, sistemazione, elaborazione, confronto, interpretazione, presentazione di dati.
Valutazione: Formulazione di un giudizio di valore ad un esito sul piano formativo. Precede, accompagna e segue i percorsi curricolari. Attiva le azioni da
intraprendere, regola quelle avviate. Promuove il bilancio critico su quelle condotte a termine. Assume una preminente funzione formativa, di
accompagnamento dei processi di apprendimento e di stimolo al miglioramento continuo.
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ORGANIZZAZIONE DELLA SCUOLA
ANALISI DEL CONTESTO SOCIO CULTURALE
La Scuola dell’Infanzia dell’Istituto Comprensivo “Minzele-Parini” di Putignano opera su un ampio territorio che comprende la zona centrale e la
zona periferica della città. L’identità culturale, sociale ed economica dell’utenza è eterogenea. Il tessuto produttivo e le attività professionali sono
diversificati. La dimensione sociale e familiare è spesso contraddistinta dalla presenza di figure genitoriali impegnate in attività lavorative sia in orario
antimeridiano che pomeridiano. Le sezioni della Scuola dell’Infanzia Statale dell’ Istituto Comprensivo “Minzele-Parini” di Putignano sono divise in
due plessi: “Perrone Karusio” ubicata al centro della città in Via Raimondo Vinella, e “Chiara Lubich” ubicata in una zona periferica residenziale,
in Via Spine Rossine.
Entrambe le scuole offrono all’utenza il servizio di refezione e di trasporto degli alunni.
CENNI STORICI DEI DUE PLESSI
La struttura “ex Romanelli”, ora “Perrone-Karusio” è nel panorama cittadino da almeno quarant'anni. La famiglia Perrone Karusiodonò al Comune di
Putignano il giardino ubicato in via Raimondo Vinella, e lo stesso Comune, viste le esigenze della cittadinanza, costruì l'edificio. All’epoca Putignano
era protagonista di un grosso boom lavorativo e per le famiglie c’era la difficoltà di trovare qualcuno che si occupasse dei propri figli durante l’orario
di lavoro. Infatti, in quel periodo erano pochissimi gli “asili” privati e ancor meno quelli pubblici. Per questo si decise di costruirne uno.
Il plesso scolastico ubicato in contrada Spine Rossine, dalla quale per anni ha preso il nome, è l’ex lazzaretto di Putignano . Le spine rossine sono i
cespugli spinosi con fiori gialli presenti in abbondanza sul ciglio della strada della zona. La struttura è ora intitolata a Chiara Lubich, fondatrice del
Movimento dei Focolari.
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ORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI SCOLASTICI
L’organizzazione dell’ambiente nella scuola dell’Infanzia ha un valore fondamentale in quanto favorisce il benessere del bambino diventandoper lui
occasione e stimolo per relazionarsi, sperimentare, creare e apprendere. Le insegnanti, pertanto, predisporranno all’interno ed all’esterno dei diversi
plessi, spazi strutturati e non. A tal proposito nelle Indicazioni Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, si
legge:
“ … lo spazio dovrà essere accogliente, caldo, ben curato, orientato al gusto estetico, espressione della pedagogia e delle scelte di ciascuna scuola.
Lo spazio parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso
l’ambientazione fisica, la scelta di arredamenti e oggetti volti a creare un luogo funzionale e invitante …”
Il plesso “Chiara Lubich” comprende:
5 sezioni;
un laboratorio per lo svolgimento delle attività di ampliamento dell’offerta formativa;
un salone interno polifunzionale utilizzato soprattutto per le attività motorie e ludiche;
la cucina;
una piccola aula docenti;
un ampio giardino attrezzato con strutture ludiche utilizzato anche per varie attività all’aperto;
servizi igienici in numero adeguato all’utenza e al personale scolastico attrezzati anche per i diversamente abili;
depositi nel seminterrato.
Il plesso “Perrone Karusio” comprende:
10 sezioni dislocate sia a piano terra che al piano superiore;
due saloni utilizzati per le attività ludiche e motorie e per gli incontri con le famiglie;
un laboratorio per lo svolgimento delle attività di ampliamento dell’offerta formativa;
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una piccola aula docenti;
la cucina interna attigua alla sala mensa;
servizi igienici in numero adeguato all’utenza e al personale scolastico;
un ampio giardino, fornito giostre, specifiche anche per i disabili, che permette attività ludiche e motorie all’aperto;
depositi nel seminterrato.
Spazi utili allo svolgimento delle attività:
Le attività saranno svolte in sezione, nel laboratorio, negli spazi comuni, in giardino e in uscita sul territorio.
ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI
Il tempo è una variabile importante che regola e determina il benessere del bambino e degli adulti nella vita della scuola. Fin dai primi istanti in cui il
bambino entra in sezione inizia la scansione del “tempo scuola”, ed in base a come verrà scandito e utilizzato , le esperienze vissute avranno un valore
determinante nel processo educativo. Le attività di “routine” assumono un grande significato perché aiutano a consolidare quei riti che conferiscono
sicurezza ed aiutano a sviluppare esperienze necessarie a generare competenze. Una buona “routine” necessita di attività di conversazione in cui
ciascun bambino possa disporre di un tempo adeguato per esprimere se stesso. Organizzare la giornata scolastica scandendo i diversi momenti,
rispettando i bisogni educativi e i ritmi di vita di ognuno è la premessa per una buona azione educativa e didattica. A tal proposito nelle Indicazioni
Nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, si legge:
“… il tempo disteso consente al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare, esplorare, parlare, capire, sentirsi padrone di sé e
delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita …”
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ARTICOLAZIONE DELLA GIORNATA
07,45-09,00 ingresso,accoglienza negli spazi comuni;
09,00-11,30 attività didattica in sezione;
11,30-12,00 momento per l’igiene personale;
11,45-12,00 uscita per gli alunni che non pranzano;
12,00-13,00 refezione;
13,00-14,00 uscita su autorizzazione del Dirigente;
13,00-14,00 gioco libero;
14,00-15,00 attività didattica;
15,00-16,00 uscita.
All’interno delle fasce orarie previste per le attività didattiche sono inseriti:
• momenti di intersezione;
• un’ora e trenta minuti a settimana di insegnamento della Religione Cattolica;
• un’ora a settimana per le attività psicomotorie curriculari svolte nel salone;
• monte ore per eventuali attività progettuali con la collaborazione di esperti esterni da svolgere nel laboratorio, nelle sezioni o/e nei saloni.
ORARIO SCOLASTICO
Il plesso “Perrone-Karusio” è aperto dal lunedì al venerdì nei seguenti orari:
7,45- 13,00 in assenza del servizio mensa
7,45-16,00 in presenza del servizio mensa
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Il plesso “Chiara Lubich” è aperto dal lunedì al sabato:
8,00 - 13,00 in assenza del servizio mensa
8,00 - 16,00 in presenza del servizio mensa
8,00 - 12,00 il sabato
ORARIO DEI DOCENTI
Le docenti svolgono il proprio orario di servizio a settimane alterne, coprendo il turno antimeridiano e pomeridiano.
Orario docenti curriculari del plesso “Perrone-Karusio”:
Antimeridiano: 07,45 - 12,45
Antimeridiano: 08,00 - 13,00
Pomeridiano: 11,00 - 16,00
Orario docenti curriculari del plesso “Chiara Lubich”:
Antimeridiano: 8,00 - 12,00; 8,00 - 13,00 solo il martedì;
Pomeridiano: 11,00 - 16,00.
Contemporaneità
L’organizzazione settimanale del docente prevede tempi di compresenza per facilitare la realizzazione di attività specifiche, per l’applicazione
di interventi mirati, per lo svolgimento di attività di routine, per il momento del pranzo, per eventuali colloqui con i geni tori previa
autorizzazione del Dirigente.
Orario docente di sostegno: Il docente di sostegno svolge il proprio servizio flessibile adeguandosi agli orari di terapia del bambino
diversamente abile eseguite presso il Centro di Riabilitazione ed a particolari esigenze dell’alunno stesso.
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ASSEGNAZIONE DELLE DOCENTI ALLE SEZIONI
Le sezioni sono a doppio organico e le insegnanti in servizio nei due plessi sono 35 di cui:
30 curriculari
4 specialiste
1 di IRC
Plesso “Perrone Karusio”
Sezione ed età alunni Gruppo d’insegnamento Competenze specifiche
Sez. A - 4 anni Genco Angela/Andresini C. - Genco Marilena
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
Sez. B – 3 anni Elefante Raffaella - Pagliarulo A. Patrizia
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
Sez. C – 5 anni Losavio Angela - Nardelli Teresa
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
Sez. D – 4 anni (H) Fiorente Maria - Martinelli Maria Antonia
De Fazio Anna
Intini Chiara
Sostegno psicofisico
Ins. Religione Cattolica
Sez. E – 5 anni Giotta Delia - Lippolis Angela Palmina
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
Sez. F – 3 anni Dursi Graziana - Gigante Addolorata
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
Sez. G – 4 anni Annoscia Margherita - Lamanna Laura
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
Sez. H – 3 anni (H) Colella Maria - Lestingi Anna
Notarangelo Maria
Intini Chiara
Sostegno psicofisico
Ins. Religione Cattolica
Sez. I – 5 anni (H) Florenzio Maria S. - Santucci Lorella
Galassi Rosa
Intini Chiara
Sostegno psicofisico
Ins. Religione Cattolica
Sez. L – 4 anni Durso Rosa - Turi Giuseppina
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
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Plesso “Chiara Lubich”
Sezione ed età alunni Gruppo d’insegnamento
Competenze specifiche
Sez. A– 4 anni Ginnasio Rosanna - Vita Vitina
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
Sez. B– 3 anni Dalena Rosaria - Trisolini M. Francesca
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
Sez. C– 5 anni Ginestra Daniela - Ingellis Vita Rosa
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
Sez. D– 4 anni (H) Loperfido Giuseppina - Magarelli Angela
Guarini Elisabetta
Intini Chiara
Sostegno psicofisico
Ins. Religione Cattolica
Sez. E– 4/5 anni Galletta Teresa - Polignano Valentina
Intini Chiara
Ins. Religione Cattolica
COMMISSIONE MENSA
Il gruppo, istituito dal Comune di Putignano su proposta dell’assessorato alle politiche scolastiche, è costituito da rappresentanti dei Genitori e degli
Insegnanti che usufruiscono del servizio mensa comunale. Ne fanno parte di diritto i Dirigenti Scolastici, l’Assessore alla Pubblica Istruzione e il
Sindaco. Di recente istituzione, le finalità della Commissione riguardano la vigilanza, la qualificazione, il potenziamento del servizio, con la
possibilità di promuovere iniziative di informazione e partecipazione da parte delle famiglie e dei soggetti qualificati a fornire supporti utili alle azioni
previste dal regolamento, approvato con relativa delibera comunale.
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COLLABORATORI SCOLASTICI del plesso “Perrone Karusio”
Sig.ra Nanna Carmela
Sig.ra Piccirillo Maria Grazia
Sig. Silvaggi Giovanni
Sig. Dalena Giuseppe
COLLABORATORI SCOLASTICI del plesso “Chiara Lubich”
Sig. D’Ambrosio Domenico
Sig. Laera Angelo
Sig.ra Sette Angela
Sig.ra Inzucchi Elsa
Contatti:
Scuola Secondaria di 1° “Giuseppe Parini” Via Petruzzi, n 18, tel. 080 4911131
Scuola dell’Infanzia “Perrone Karusio” Via R. Vinella n.1, tel. 080 4051463
Scuola dell’Infanzia “Chiara Lubich” Via Spine Rossine, tel. 080 4911991
Sito web: www.scuolamediaperini.it