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La lingua della scienza. L’italiano e le altre lingue nella comunicazione scientifica Emilia Calaresu Università di Modena Università di Milano Bicocca, 5 dicembre 2011 1

L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue nella comunicazione scientifica

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L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue nella comunicazione scientifica. Emilia Calaresu Università di Modena Università di Milano Bicocca, 5 dicembre 2011. status potenziale di ciò che si può fare con una lingua - PowerPoint PPT Presentation

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Page 1: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

La lingua della scienza.

L’italiano e le altre lingue

nella comunicazione scientifica

Emilia Calaresu

Università di Modena

Università di Milano Bicocca, 5 dicembre 2011

1

Page 2: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

2

status potenziale di ciò che si può fare con una lingua

funzione ciò che di fatto si fa con una lingua

prestigio valutazione sociale positiva

(v. Berruto 1997: 106-8, 201-2)

Page 3: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

Livelli della comunicazione scientifica

+specializzazione

-

1. Livello intra-specialistico

2. Livello inter-specialistico

3. Livello pedagogico

4. Livello popolare o divulgativo

3

Page 4: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

1. Livello intra-specialisticoAutori: Espertiaccademici

Destinatari: a)esperti accademicib) esperti professionisti

Tipico mezzo di trasmissione scritta: paper

3. Livello pedagogicoAutori:Esperti accademici

Destinatari:studenti universitari:

a) dottorandib) studenti specialisticac) studenti triennale

Tipico mezzo di trasmissione scritta:manuale o libro di testo

Esperti studenti scuole superiori

Esperti studenti scuole medie

Esperti (e semi-esperti)

alunni scuole elementari 4

Page 5: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

a) Scienze “dure” e naturali:

- Matematica: 6 riviste nel periodo 1990-2002 (De Biasio 2003)

- Medicina: 5 riviste nel periodo 1990-2001 (Carli e Calaresu 2003)

- Biologia: 5 riviste nel periodo 1990-2004 (Gaetani 2006)

b) Scienze sociali e umane:

- Economia: 5 riviste nel periodo 1990-2002 (Mariotti 2002)

- Sociologia: 5 riviste nel periodo 1990-2004 (Gaetani 2006)

- Linguistica: 9 riviste nel periodo 1990-2001 (Carli e Calaresu 2003)

5

Page 6: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

6

Lingua di pubblicazione della ricerca italiana per discipline (tratta da Cuccurullo 2007: 12)

Franco Cuccurullo (a cura di). 2007. Relazione finale CIVR [Comitatato di indirizzo per la valutazione della ricerca] VTR 2001-2003. In http://vtr2006.cineca.it/php5/relazione_civr/output/totale.pdf

Page 7: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

7

Page 8: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

Offerta formativa in solo inglese in Italia

2007

(CRUI 2008: 5-7)

2011

Corriere della Sera , 01 /09 /2011

Dottorato 189 n. d.

L. magistrale (biennale)

(38)50 165*

(* cifre da verificare su fonti istituzionali, l’articolo mostra

incongruenze sui numeri scorporati)L. base (triennale)

(12)

cf. Processo di Bologna 1999: European Higher Education Area & Internazionalizzazione

8

Page 9: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

 :

nazionali)       

9

INGLESE (vs. le altre lingue nazionali)

Scienza[Medicina e Biologia]MatematicaFisicaScienze naturaliScienze socialiScienze umane

intraspecialistico

interspecialistico

pedagogico

popolare

Letteratura

colta

popolare

Comunicazione ordinaria

LINGUE NAZIONALI (vs. latino)

Page 10: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

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Numerosità dei prodotti per tipologia (tratta da Cuccurullo 2007: 5)

Page 11: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

Diglossia (Ferguson 1959)

(interazioni formali, usi ufficiali e scritti; varietà non nativa)

H (High variety) / A (varietà Alta)

(conversazione ordinaria, usi parlati informali; varietà nativa)

L (Low variety) / B (varietà Bassa)

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Page 12: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

Diglossia “in senso stretto” (come da Ferguson 1959): varietà molto differenziate dello stesso sistema linguistico

(es., Tedesco standard vs. Schwyzertüsch in Svizzera)

Diglossia“in senso largo”: lingue diverse, ovvero due (o più) sistemi linguistici diversi

(es., Spagnolo vs. Guaranì in Paraguay)

12

Page 13: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

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1 sociogenesi della compresenza gerarchicamente organizzata dei due (o più) codici;

2 distanza (oggettiva e soggettiva) tra i codici coinvolti (inclusa denominazione stessa dei codici);

3 situazione in diamesia e grado di literacy (in quale codice);

4 piena o parziale complementarità degli ambiti e dei domini d’uso;

5 percorso evolutivo sul breve e sul lungo termine e sue conseguenze (direzione, quantità e qualità dei cambiamenti)

Page 14: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

repertori con distribuzione gerarchico-funzionaledei codici

(1) presenza di literacy

situazioni in cui la tradizione della scrittura riguardi almeno uno dei codici coinvolti

(in teoria, 3 possibili diverse casistiche)

(2) assenza di literacy

situazioni in cui nessuno dei codici coinvolti sia dotato o faccia uso di scrittura

[Ipotesi almeno potenzialmente prese in considerazione anche da Ferguson (1959: 337, nota 18), cf. Hudson (2002a: 25-28)]

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Page 15: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

repertori con distribuzione gerarchico-funzionaledei codici

(1) presenza di literacy

situazioni in cui la tradizione della scrittura riguardi almeno uno dei codici coinvolti

(in teoria, 3 possibili diverse casistiche)

(2) assenza di literacy

situazioni in cui nessuno dei codici coinvolti sia dotato o faccia uso di scrittura

[ipotesi almeno potenzialmente prese in considerazione anche da Ferguson (1959: 337, nota 18), cf. Hudson (2002a: 25-28)]

15

Page 16: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

repertori con distribuzione gerarchico-funzionaledei codici

(1) presenza di literacy

situazioni in cui la tradizione della scrittura riguardi almeno uno dei codici coinvolti

(in teoria, 3 possibili diverse casistiche)

diglossia

(2) assenza di literacy

situazioni in cui nessuno dei codici coinvolti sia dotato o faccia uso di scrittura

.... 16

Page 17: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

17

Dilalìa (Berruto 1987, 1989, 1997)

Interazioni formali, usi ufficiali e scritti

Italiano (High)

Comunicazione parlata informale, familiare e amicale

(Low)

Dialetti e varie lingue di minoranza

Page 18: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

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Diacrolettìa ((Dell’Aquila & Iannàccaro 2004: 171)

Interazioni formali, usi ufficiali e scritti

Comunicazione parlata informale, familiare e amicale

Catalano (Low)

(High)

Spagnolo (Castigliano)

Page 19: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

repertori con distribuzione gerarchico-funzionaledei codici

(1) presenza di literacy

situazioni in cui la tradizione della scrittura riguardi almeno uno dei codici coinvolti

(in teoria, 3 possibili diverse casistiche)

diglossia

dilalìa

diacrolettìa

(2) assenza di literacy

situazioni in cui nessuno dei codici coinvolti sia dotato o faccia uso di scrittura

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Page 20: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

Diglossia “in senso stretto” (come da Ferguson 1959): varietà molto differenziate dello stesso sistema linguistico

(es., Tedesco standard vs. Schwyzertüsch in Svizzera)

Diglossia“in senso largo”: lingue diverse, ovvero due (o più) sistemi linguistici diversi

(es., Spagnolo vs. Guaranì in Paraguay)

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Page 21: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

Diglossia1 : “in senso stretto” (come da Ferguson 1959): varietà molto differenziate dello stesso sistema linguistico

(es., Tedesco standard vs. Schwyzertüsch in Svizzera)

Diglossia2 :“in senso largo”: lingue diverse, ovvero due (o più) sistemi linguistici diversi

(es., Spagnolo vs. Guaranì in Paraguay)

Diglossia3 :due lingue diverse (ovvero, sistemi linguistici diversi) nell’ambito della comunicazione scientifico-accademica

(es., Inglese vs. Svedese in Svezia)

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Page 22: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

(mappatura provvisoria)

repertori con distribuzione gerarchico-funzionaledei codici

(1) presenza di literacy

situazioni in cui la tradizione della scrittura riguardi almeno uno dei codici coinvolti

(in teoria, 3 possibili diverse casistiche)

diglossia1

diglossia2

diglossia3

dilalìa

diacrolettìa

.....

(2) assenza di literacy

situazioni in cui nessuno dei codici coinvolti sia dotato o faccia uso di scrittura

.... 22

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A B AB

B A

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Italiano

Comunicazione parlata informale, familiare e amicale

Dialetti e varie lingue di minoranza

Page 25: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

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Italiano

Comunicazione parlata informale, familiare e amicale

Comunicazione scientifica

Inglese

Dialetti e varie lingue di minoranza

Page 26: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

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A B AB

B A

Page 27: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

Effetti del calo di status sul corpus Sul lessico (anche nel discorso non scientifico): maggiore penetrazione e diffusione di prestiti non adattatati e di prestiti “di lusso”Sul discorso (scientifico): -perdita, acquisto, riadattamento di generi testuali-riaggiustamenti stilistici (es., strutturazione del discorso; trattamento dell’ “io” nel discorso scientifico; indebolimento dell’uso delle note come discorso di secondo livello o aside, ecc.)Sulla morfosintassi (anche nel discorso non scientifico):- Apparizioni sporadiche di costruzioni sintagmatiche anomale per l’italiano (es., costruzioni “ammazza preposizioni” come “lo stress lavoro-dipendente”,- cfr. con “il Trapattoni pensiero” o “la Berlusconi maniera”)

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Page 29: L a lingua della scienza . L’italiano e le altre lingue  nella comunicazione scientifica

[...] There is little evidence that English poses an existential threat to the standardised national languages of European states, even the smaller ones (e.g. Norwegian), for, despite globalisation, these still retain sufficient autonomy to implement protectionist policies, reserving a privileged place for national languages in such public domains as education and administration. Additionally, these national languages index valued identities to an extent that English, an instrumental lingua franca cannot (Oakes, 2005), this considerably reducing the likelihood of any wholesale language shift.But this argument does not address the principal concern of most commentators, which is not so much of English “killing” other languages as of relegating them to a lesser role in an incipient global diglossia where indigenous national languages are left, in Pennycook’s (2000) words as “static markers of identity”, as languages of informal, less prestigious domains, with English in control of high prestige domains of higher education, scientific communication and transnational business. Such points tend to be made most forcefully, and most pertinently, with respect to scientific communication, the concern reaching its greatest intensity in smaller countries, such as in Scandinavia, where English has made the greatest inroads. For example, commenting on the situation in Sweden, Gunnarsson (2001) suggests that the trend to increased publication of research in English will lead eventually to register atrophy; that is, as scientific writing in Swedish or other languages declines, there will be a slow impoverishment of the language’s lexical and stylistic resources through under-use, just as a limb withers if not exercised.

(G. Ferguson 2007: 15; grassetto mio) 29

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from WOLFGANG RAIBLE, 2005, Scientific Lingua Franca and National Languages.

In: P. J.D. DRENTH/ J. J.F. SCHROOTS (eds.). ALLEA Biennial Yearbook2004. Amsterdam : ALLEA [All European Academies], 115-120. In:

http://www.romanistik.uni-freiburg.de/raible/Publikationen/Files/04_03_26_Brussels.pdf

[...] A diglossic situation with one specific language serving as the carrier of written research in science and humanities is by no means a threat to the survival of our respective mother tongues. As Europeans we have to be bi- or trilingual anyway. [...] In my view, the only major problem remaining is the extent to which our oral teaching should be in vernacular or in a foreign language, too. As an expert in literacy, my advice would be that, while in principle teaching is possible in any language, texts produced in undergraduate studies should preferably be written in vernacular (otherwise the vernacular language could lose some of its qualities as a language of written research and of written science).At the latest from doctoral theses onward, the results of true research (in science this means starting from articles in journals), we should be reminiscent of the benefits of scientific diglossia, thus writing preferably in English. Nevertheless, the choice of the appropriate language will always depend on the particular situation. [...] (pp. 4-5)  30

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Two academic writing traditions: The Anglo-Saxon and the continental writing traditions

Characteristics of Anglo-Saxon writing The continental writing tradition

The Anglo-Saxon tradition was developed after World War 2 and is based on the social and natural sciences

The continental writing tradition originated in the humanistic, philosophical, and theological university subjects (today: many cultural studies) in which you study and write about the great works of (especially European) thinkers

papers are research question- or thesis-driven and narrowly focused

clear, explicit argumentation, with a stated claim in the introduction, evidence for the claim and possibly discussion of the scientific status of the evidence and counter-evidence

often empirical and with an emphasis on explicit methodology

concepts and theories are used very selectively for a purpose and may be criticised accordingly

a preferably lean structure (it is considered wrong to include anything irrelevant to the analysis/discussion/problem-solving promised in the research question)

clear and explicit structuring with many subheadings

much metadiscourse explaining the proceedings of the inquiry and the structure of the paper

reader-oriented writing style with sign-posting: “In this section, I will address…”

less narrow focus, often a broadness of scope and perspective

emphasis on concepts, theories and theorists, less emphasis on data

source-driven (rather than problem-driven) papers

less structure and formatting, fewer sub-headings, longer paragraphs etc.

digressions are allowed and the structure may not be based on strict problem-solving

more writer-based, less explicit and transparent prose, generally with less use of sign-posting

more attention to linguistic style and artful prose.

The continental writing style is to some degree a function of the themes and the subjects written about when you write about ideas, philosophies and thinkers. But it is certainly possible to write about core continental thinkers and subjects in an Anglo-Saxon problem-driven format

http://academicwriting.hum.ku.dk/