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la Bussola Associazione Culturale LiberaMente N° 15 Novembre 2013 Rivista bimestrale distribuzione gratuita GUERRA Siria, campo profughi di Atma pag. 3 MAFIA Sul processo Ricatto allo Stato” pag. 5 DIRITTI 138 no all’attacco alla Costituzione pag. 8 Ipocrisia Occidentale

La bussola 15

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Gli scienziati italiani contro una terapia efficace e gratuita_Siria campo profughi di Atma_Sul processo “Ricatto allo Stato”_Associazione di promozione sociale Disoccupati Intervista a Ermanno Cavallini_ I balzelli del comune di Saltara (TARES)_138 no all’attacco alla Costituzione_Reminiscenze estive_Ipocrisia occidentale_

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DIRITTI138 no all’attacco alla Costituzione

pag. 8

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La Bussola - Novembre 20132

E D I T O R I A L E

La Bussolaperiodico culturale

Registrato presso il tribunale diPesaro il 14.01.2010registrazione n. 568

n.15 chiuso il 04 Novembre 2013

Direttore responsabileFelice Massaro

[email protected] e impaginazione

Paola [email protected]

StampaIdeostampa - Calcinelli

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Blogliberamente2009.wordpress.com

Gli autori si assumono laresponsabilità dei propri scritti

Le malattie per le quali non esiste una terapia, malattie rare e non rare, sono migliaia, certamente più di settemila. Per la maggior parte si tratta di neuropatie demielinizzanti, un gruppo di malattie del sistema nervoso centrale e periferico caratterizzate da distruzione del rivestimento di mielina dei nervi. La mielina serve da isolante elettrico per i nervi e velocizza la conduzione dell’impulso.

I pazienti affetti da tali malattie sono destinati a una agghiacciante tetraparesi spastica, a diventare ciechi, sordi, a non respirare autonomamente, a non masticare e neppure deglutire. La morte è preceduta da un periodo di stato vegetativo.

Il dott. Marcello Villanova, il primo esperto di SMA, favorevole al metodo Stamina, in una recente trasmissione televisiva ha avvertito che in questi anni 1 bambino su 40 nasce con la SMA, una delle settemila malattie senza terapia. Impressionante! L’unica terapia in grado di rallentare la malattia, di bloccarla in molti casi, di migliorare la qualità di vita in quasi tutti i pazienti, di incidere sul recupero lento ma continuo di molte funzioni consiste nel ricorso a infusioni di cellule staminali mesenchimali (MSC), presso gli Spedali Civili di Brescia, secondo il cosiddetto Metodo Stamina praticato da Stamina Foundation Onlus. Ma, per assurdo, a tale terapia non si può accedere se non dopo aver ottenuto l’autorizzazione del Giudice del Lavoro mediante ricorso ex art. 700 in quanto è stata bloccata dall’AIFA in seguito al

parere di alcuni esperti che, si scopre adesso, si ritrovano in situazioni di gravissimi conflitti di interesse.Molti ricercatori e scienziati nostrani stanno giocando sporco in questa vicenda, sono contro questa terapia oltretutto gratuita in quanto offerta da Stamina e l’unica ad aver dato risultati positivi senza un minimo effetto collaterale. Questi ricercatori sono coinvolti in progetti di ricerca finanziati con decine, in alcuni casi con centinaia di milioni di euro. Sono presenti in più progetti all’interno di una struttura e in altri progetti in altre strutture. Nonostante questo fiume di soldi, per tali malattie non hanno una soluzione ma dicono ai genitori “lasciatelo morire” o “aspettate”. Eppure ostacolano in tutti i modi la terapia Stamina che per lo Stato ha costo zero, dicendo che è pericolosa nonostante nessuno dei 36 pazienti trattati a Brescia abbia evidenziato un minimo segno di una minima controindicazione. A pag. 8 atto dell’ intervento volontario della Regione Lombardia contro il blocco dell’AIFA è riportato: È in ogni caso significativo, a sostegno della inesistenza delle contaminazioni ambientali affermate e della validità delle procedure seguite dal laboratorio bresciano, richiamare il successivo Comunicato stampa del Ministero della Salute n. 173 del 23 agosto 2012, documento di cui si evidenzia la conclusione: La correttezza della procedura è dimostrata dal fatto che l’analisi della vitalità delle cellule, effettuate presso l’ISS (l’Istituto Superiore di Sanità), su campioni prelevati e trasportati in conformità

Gli scienziati italiani contro una terapia efficace e gratuita

di Felice Massaro

Dario Fo La storia va avanti

Qual’ è il vero valore della vita?È forse campare assai?Ci sono uomini oggi che riescono a raggiungere e superare i cento anni di età, eppure di loro ci accorgiamo solo al momento in cui muoiono. Alla loro vita, da vivi, nessuno aveva fatto caso. Ci accorgiamo del loro cadavere: della loro esistenza non resta nulla. Al contrario, succede di uomini che all’istante, ancora giovani, cessano di campare. Hanno vissuto la loro vita in così poco tempo, eppure di loro, di quel passaggio affrettato, è rimasta memoria nel cervello e nel cuore di ognuno con intensità. Ogni loro gesto è restato inciso a botta di scalpello, vivevano la tua stessa vita, la tua stessa gioia e la medesima disperazione. Non conta il tempo della tua vita, conta il peso degli atti che hai lasciato.

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E M E R G E N Z A

Non vi invito ad immaginare. Vi invito anche solo a provare ad immaginare cosa voglia dire perdere tutto.Perdere una vita, una casa, un lavoro, perdere i propri figli, i propri parenti, amici o conoscenti.Perderli sotto le macerie di una casa colpita da un razzo, una bomba o un barile incendiario.Perderli per mano di un cecchino che li colpisce mentre dondolano sull’altalena del parco giochi del quartiere dove ogni giorni uscivate tutti insieme.Oppure perderli per sempre mentre stanno comprando cibo nel negozio all’angolo della strada. Perdere la tua vita e vedere i tuoi figli senza futuro, già morti prima che un proiettile li colpisca fisicamente.Vederli uccisi dall’indifferenza e dall’egoismo dei tanti, che seduti nelle poltrone del “democratico” occidente

Siria campo profughi di Atma

di Matthias Canapini

si guarda l’ennesima guerra scoppiata laggiù, da qualche parte.Si sa, laggiù sono pericolosi, assassini, macellai… musulmani. Laggiù c’è il petrolio, è il loro destino. Dannati da quando sono nati. Ma torniamo al discorso precedente. Non immaginate. Provate ad immaginare che state mangiando un piatto di pasta, seduti al tavolo, accerchiati dalla vostra famiglia. Immaginate di sentire un boato, uno scoppio improvviso, un tonfo secco e tante persone che urlano e scappano dove possono. Un’esplosione spazza via il lato destro della cucina e con esso aumentano le tue paure, incertezze, dubbi. Che succede?? Prendi le prime cose che vedi, una pentola, una coperta, due cappotti e inizi a correre. Vedi macerie intorno a te, sangue e corpi che sbucano tra il fumo che imperversa come fitta nebbia.

Cammini per giorni senza acqua, cibo o riparo per la notte. Cammini per allontanarti da tutto ciò che hai visto in pochi minuti (o giorni?)… scappi per fuggire dalla paura incessante, magari anche in cerca di risposte… perché ci bombardano?? Che abbiamo fatto?? Tuo figlio piccolo piange, non puoi sfamarlo, non c’è cibo né latte da dargli. L’altro tuo figlio l’hai lasciato indietro, forse qualcuno l’ha sepolto in qualche punto imprecisato lungo il cammino. Tuo marito o tua moglie lo stesso, persi mentre una raffica di mitraglia tagliava a metà la strada principale dove ogni giorno uscivi per comprare un gelato. Scappi, macini km fino ad intravedere delle tende, un accampamento, ringrazi un presunto Dio che fa sempre comodo avere in certe situazioni e prosegui… poi scoprirai di essere un profugo, un rifugiato di guerra, ma tu sei dell’idea di

agli standard internazionali previsti per il trasporto di cellule staminali criopreservate ad uso terapeutico (Standard Jacie FACT,Ed. 5 marzo 2012), è risultata essere del tutto adeguata a

qualsiasi uso terapeutico.Un comunicato che da solo è un vero e proprio macigno contro tante denigrazioni, che smonta le tesi del ‘Board dei saggi’, di Dominici, di Vescovi,

evidenziandone la pretestuosità degli addebiti mossi dall’AIFA. Misteri! Le soluzioni dei misteri, però, cominciano a trovare la giusta collocazione in questo immenso e macabro puzzle.

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E M E R G E N Z A

essere ancora un persona , un essere umano e non un numero da registrare in qualche censimento delle ONG mondiali. Insomma, avevo una vita, ero come voi, mangiavo, bevevo, leggevo, lavoravo, facevo l’amore, pregavo e pensavo. Cosa sono ora?? Pensi a tutto ciò ma ti sfugge ancora il motivo di tutto ciò!? Ora ti addormenti dentro una tenda che non ti ripara dal freddo incessante.Della tua numerosa famiglia, siete rimasti in tre di otto persone che affollavano la casa prima che quella maledetta esplosione facesse precipitare tutto nel buio. Non hai coperte sufficienti per coprirti dal freddo, il cibo scarseggia e sei costretto a chiedere l’elemosina al villaggio più vicino e dormire per terra. Consoli tuo figlio piccolo che piange ed intanto cerchi di non fare entrare il fango melmoso dentro la tua nuova casa. Quella che seguirà sarà una testimonianza per dire NO ad ogni guerra… ma ben sappiamo che coi NO non cambiamo niente, non cambiamo niente nemmeno coi nostri atteggiamenti perbenisti e moralisti, nemmeno col nostro finto coraggio o generosità.Ciò che forse ci è concesso è alleviare la sofferenza di chi sta peggio di noi. Raccontare le loro storie e far sapere che ci sono persone ancora VIVE che chiedono rispetto, valore, dignità e maggiori diritti umani. Ma ben sappiamo che con la dignità e tutto il resto non si mangia, e allora?? E allora ringraziamo che viviamo nella parte “fortunata” del mondo, perché se la storia raccontata fino ad ora accadesse a Fano, Urbino o Pesaro, a quest’ora non ci faremmo tanti problemi su cosa combinare al

sabato sera, ma ci preoccuperemmo solamente di sopravvivere.

Sono tornato dal campo profughi di Atma (Syria) da circa un mese, ma non c’è giorno che non ripensi a tutte le persone incontrate durante il viaggio e alle condizioni disumane in cui vivono circa 26.000 persone... anziani, donne, uomini e bambini in fuga da un guerra atroce scoppiata quasi tre anni fa e tuttora in corso.

Mi sono unito ad un gruppo di volontari italiani che (quando i tempi della frontiera lo permettono) portano medicinali, vestiti e beni di prima necessità all’interno del campo profughi. Il secondo giorno dal nostro arrivo fortunatamente le circostanze erano buone… siamo entrati clandestinamente in Syria passando per un “sentiero alternativo” che collega il confine turco al campo di Atma.È necessario oltrepassare l’ultimo check-point a bordo di un autoveicolo perché l’esercito turco di guardia lungo il confine ha l’ordine di sparare a chiunque entri o esca dalla Siria a piedi.È consigliabile anche seguire il sentiero tracciato se non vuoi imbatterti in qualche mina antiuomo disseminata lungo il confine turco-siriano.

Secondo le associazioni presenti si parla di due milioni e mezzo

di rifugiati siriani in cerca di protezione, assistenza e cure mediche, il 78% sono donne e

bambini

Innumerevoli tende si arrampicano sul fianco di una collina, l’aria secca e polverosa ti investe mentre frotte di bambini ti guardano curiosi al di là del filo spinato che corre per tre km lungo il lato nord del campo.Scortati da guardie armate, le quali erano per lo più ragazzini di circa 15 anni o miei coetanei, abbiamo visitato una piccola scuola in costruzione, un’infermeria da campo ed un piccolo locale adibito a cucina collettiva.Le provviste erano sufficienti per altri due giorni soltanto, dopodiché tutte le persone risiedenti nel campo sarebbero rimaste senza cibo fino a che una ONG locale o estera si sarebbe impegnata a portare altre provviste.I bambini ci offrivano costantemente acqua fresca, brocche di thè caldo o pannocchie… gli anziani invece, seduti all’ombra di un albero, ci invitavano dentro le loro tende per farci riparare dal caldo asfissiante. Le condizioni del campo, mano a mano che l’inverno si avvicina, peggioreranno sempre più. Le tende non sono adatte a riparare dal vento freddo che soffierà a breve su tutto il territorio ed il 90% delle famiglie, non avendo letti o coperte, sono costretti a dormire per terra riparandosi con teloni o lamiere raccolta chissà dove.Queste persone racchiudono dei sentimenti, dei legami e delle storie che resistono ogni giorno alle avversità con una dignità indescrivibile. Secondo le associazioni presenti si parla di due milioni e mezzo di rifugiati siriani in cerca di protezione, assistenza e cure mediche, il 78% sono donne e bambini che si riversano nei campi dei paesi limitrofi come Iraq, Giordania, Turchia e Libano.Ora con queste poche righe vorrei chiedere alla cittadinanza, a chiunque si senta di aiutare questo popolo, di guardare in soffitta, in vecchi armadi della casa, chiedere ad amici e conoscenti una mano per raccogliere aiuti umanitari.Non parlo di donazioni o altro, chiedo semplicemente di collaborare e trovare ad esempio vestiti invernali per adulti e bambini, cibo in scatola, medicinali (anche cerotti o garze), pannolini, coperte e giochi per bambini. Anche organizzare mostre o dibattiti può risultare un ottimo aiuto. Per qualsiasi informazione o dubbio potete contattarmi: [email protected] fb: Matthias Canapini. Grazie a tutti per l’aiuto.

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Storicamente si può dire che di trattative Stato-mafia ce ne sono state varie. Sono iniziate dal 1861, con la nascita della Stato. Le indagini a ritroso della Procura di Palermo sono arrivate fino ai torbidi intrecci degli alleati con il bandito Salvatore Giuliano, che dopo la liberazione nazi-fascista è stato anche utilizzato dalle correnti filo-americane contro il “pericolo comunista”. La prima strage stato-mafia fu a Portella della Ginestra e rientrava in questi piani.

La frase “Mafia e Stato sono due poteri su uno stesso territorio, o si combattono o si mettono d’accordo.” riassume bene la storia del nostro Paese, dove purtroppo si è deciso di scendere a patti e le persone che non vogliono solo “contenere” il fenomeno mafioso, ma vogliono debellarlo, sono isolati istituzionalmente oggi come ieri.

I rapporti di convivenza fra malavita e quella parte deviata dello Stato stavano per essere debellati grazie al Maxi Processo, dove la mafia si è sentita “tradita” da quello Stato deviato con cui aveva convissuto con scambi di favori reciproci. Dopo l’eliminazione dei due giudici Falcone e Borsellino, che si opponevano alla trattativa, si decise di continuare a fare pressione su politici e uomini delle Istituzioni, con atti terroristici sapientemente studiati che mai dei pecorai analfabeti avrebbero potuto gestire da soli; in particolare nel 1993 vi furono due attentati a Roma: a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio a Velabro.In quel momento Giovanni Spadolini era il Presidente del Senato e Giorgio Napolitano era Presidente della Camera, poi diventato Ministro dell’Interno e ora

Sul processo “Ricatto allo Stato”di Ettore Marini (Movimento Agende Rosse della Provincia di Pesaro e Urbino)

Presidente della Repubblica per ben due mandati.È impensabile che questi, oltre alle stragi di Firenze e Milano, la bomba in via Fauro a Roma e il fallito attentato all’Olimpico, siano stati progettati ed eseguiti dalla sola mafia senza “aiuto” esterno.

La Trattativa Stato-mafia si sarebbe svolta, secondo alcune ricostruzioni, in due fasi.

La prima fase vede come protagonisti alcuni uomini del Ros fra cui Mario Mori, Mauro Obinu e Giuseppe De Donno che si avvicinano a Vito Ciancimino, attraverso il figlio Massimo, per chiedergli di fare da tramite con i boss corleonesi Riina e Provenzano. Vito Ciancimino, anch’egli corleonese, conosceva entrambi i boss – purprediligendo i rapporti con Provenzano- e accettò imponendo che «Della trattativa doveva essere informato il presidente della commissione antimafia Luciano Violante. Un altro misterioso interlocutore aveva invece detto che il ministro Mancino già sapeva»; dopo poco Ciancimino ricevette e consegnò la lista di richieste dei boss per terminare la guerra, il famoso papello. Contemporaneamente, sempre secondo quelle ricostruzioni,i Ros, Vito Ciancimino e Provenzano stabilirono un accordo che prevedeva la consegna di Totò Riina, ed in cambio Provenzano ricevette fra l’altro di poter continuare tranquillamente la latitanza, fino al 2006.

La seconda fase della trattativa vede invece l’esclusione di Vito Ciancimino, in favore di Marcello Dell’Utri quale nuovo referente di Cosa nostra.

P O T E R I

L’attuale processo che si sta svolgendo in Corte D’Assise a Palermo serve a stabilire la verità giuridica in merito alle responsabilità di minaccia a corpo politico dello Stato, iniziate con l’omicidio del politico Salvo Lima; e nel Decreto di rinvio a giudizio.“Il capo A) della richiesta di rinvio a giudizio indica l’esistenza, a partire dal 1992, di un articolato piano di attentati ordito dai vertici di Cosa Nostra per “ricattare lo Stato” e costringerlo a ridimensionare l’azione di repressione e contrasto alle organizzazioni mafiose, la cui realizzazione avrebbe avuto inizio con l’omicidio dell’eurodeputato Salvatore Lima per poi proseguire con la progettazione di omicidi e l’esecuzione di stragi.”E, prosegue il Decreto del G.I.P. Piergiorgio Morosini:“In altri termini gli atti di minaccia indicati nella richiesta di rinvio a giudizio, suscettibili di integrare l’ipotesi di reato cui all’art.338 c.p., e materialmente attribuiti ai capi della organizzazione mafiosa, andrebbero connessi alle condotte di alcuni pubblici ufficiali ed esponenti politici che, agendo con abuso di potere e in violazione dei doveri inerenti ad una pubblica funzione, hanno finito per rafforzare il proposito criminoso dei primi sempre pronti a rinnovare le minacce per ottenere quanto preteso, così integrando una ipotesi di concorso morale .”Ecco spiegato in poche righe il nocciolo dell’accusa a mafiosi e rappresentanti dello Stato rinviati a giudizio a Palermo.Stiamo a vedere; certo è che i colpi di scena si susseguono quasi di giorno in giorno, e da ultimo le minacce di Morte al pm Antonino Di Matteo, fanno pensare che qualcuno fra quelli rinviati a giudizio dal G.I.P. Morosini, stia facendo di tutto per far saltare questo processo. Qualunque sia l’esito di tale processo, il nostro giudizio storico non può che essere di condanna di qualunque cedimento dello Stato con le organizzazioni criminali, cedimento che può avvenire sia nel piccolo, quando singoli addettidella Pubblica Amministrazione, o sindaci e assessori compiacenti, chiudono un occhio, o tutti e due, di fronte a richieste di permessi di costruire in zone vietate, o altro; o al livello massimo, quando ministri, onorevoli, senza voler arrivare al Capo dello Stato attuale, sul cui ruolo dal ’92 ad oggi occorre ancora fare chiarezza,

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Intervista a Ermanno Cavallinidi Cristian Bellucci

Ho incontrato Ermanno Cavallini, presidente dell’Associazione di promozione sociale Disoccupati PU che si occupa dal Gennaio 2013, con varie iniziative nella provincia di Pesaro e Urbino, di supporto ai disoccupati.Ermanno, quanti soci conta l’associazione?

Le finalità dell’associazione sono facilmente comprensibili: come cercate di concretizzarle?

Nel campo della formazione?

Ermanno, per concludere, quale richiesta vorreste fare alle istituzioni?

Quali risultati avete ottenuto?

In questo periodo relativamente breve, contiamo già circa 50 iscritti delle piu eterogenee provenienze.

Con varie iniziative: mercatini di autofinanziamento, gruppi di supporto psicologico totalmente gratuiti con cadenza settimanale, contatti con amministrazioni comunale e quella provinciale per trovare forme di supporto, collaborazioni con aziende e cooperative sociali.

I mercatini hanno portato risorse economiche, i gruppi di supporto psicologico, in una logica di auto aiuto, hanno permesso a molti di elaborare la situazione evitando disturbi psicologici più gravi e forse in alcuni casi anche tentativi di suicidio.Le amministrazioni purtroppo hanno dato risposte molto al di sotto delle aspettative e dei bisogni concreti. Diversamente i contatti con le aziende e le cooperative sono stati buoni: forse il più importante è quello con la cooperativa Sociale Gerico, gestrice tra l’altro dell’Emporio Altraeconomia di Fano.Con quest’ultima siamo riusciti a sperimentare, provenienti da altre

esperienze, delle squadre di braccianti agricoli a chiamata specializzati in agricoltura biologica, che hanno operato in diverse aziende fornitrici della Gerico e di cui la cooperativa sociale in modo lungimirante funge in pratica da nodo di rete.Le due principali direttrici di attività sono state quella di avviare delle start-up ( nuove aziende di piccole dimensioni), e quella di aumentare la reale possibilità di trovare lavoro come dipendenti per chi non si sentisse di avviare in proprio nuove opportunità lavorative.

Di fronte a corsi formativi sovvenzionati dagli enti pubblici che spesso non rispondevano alle esigenze dei disoccupati, importante è la collaborazione con diverse agenzie formative , ta cui la Co.Me.Ta di Bellocchi e l’Agenzia per l’innovazione di Pesaro che hanno permesso di far partire a settembre un Corso per la ricerca attiva del lavoro che non era stato invece previsto nelle forme opportune.Grazie anche alla patnership di Gerico e alla consulenza gratuita di economisti come Valentino de Santi e Domenico De Simone, si è potuto poi avviare un esperimento di moneta alternativa ( primo nel suo genere in Italia) con l’emissione dei “billi” che sono accettati in pagamento parziale dai disoccupati e che sono interamente spendibili per fare la spesa all’Emporio AE.

Proponiamo alla politica tutta le seguenti linee guida:

L ‘ I N T E R V I S T A

1. Una riforma dei centri per l’impiego con l’introduzione della nuova figura di “personal tutor” che dovrebbe avere in carico gruppi di 30-40 disoccupati da guidare in un percorso integrato fino a nuova occupazione o lancio di nuova impresa, mediare tra tutte le strutture e gli uffici pubblici (con i relativi bandi emessi e di generi spesso molto eterogenei) ed il disoccupato singolo, un po’ seguendo lo schema dei medici generici con i loro assistiti, visitare sistematicamente le aziende che cercano personale in modo da rettificare frequentissimi errori oggi esistenti nella specifiche delle figure richieste, spesso non realmente adatte all’effettivo ruolo, soprattutto alle aziende più piccole.

2- l’introduzione di un reddito di “sopravvivenza” di circa 600 euro per chiunque, cittadino italiano, non abbia altre fonti di reddito. Reddito finanziato con un aumento progressivo ( e non piu a scalini come oggi) della tassazione dei guadagni individuali ( solo persone fisiche) che dovrebbe avere andamento esponenziale , scaricando di tasse i livelli piu bassi e aumentando progressivamente la tassazione fino a raggiungere il 100% in coincidenza di un tetto massimo comunque molto alto (un milione di euro?). Questo riproporrebbe su scala piu vasta il concetto svizzero della forbice massima ammissibile tra guadagni minini e massimi in questo caso non dell’azienda ma di tutti i cittadini (per questo la forbice deve essere piu ampia del rapporto 1:12).

3- a complemento del punto 2 suggerisco invece che la tassazione delle aziende venga abbassata in modo da favorirne il ruolo di pubblica utilità come “fornitori di occupazione” , anche l’imprenditore in genere conserverebbe la sua ricchezza (ed il suo relativo potere) solo nella misura che gestisce la sua azienda, nel momento che cessasse la sua funzione di “pubblica utilità” non producendo piu niente verrebbe penalizzato con una tassazione come abbiamo visto gravosa come semplice individuo. Ovviamente in parallelo dovrebbero essere varate misure che tendano ad impedire il trasferimento dei patrimoni aziendali ( che a questo punto aumenterebbero notevolmente) all’estero sottraendo quindi occupazione e conoscenze.

4- introduzione del concetto di “massima ricchezza individuale socialmente sostenibile” e di “minimo

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Se c’è una cosa di cui non si sentiva il bisogno, è proprio quella di mettere mano nuovamente al magro bilancio familiare, per pagare una ulteriore tassa che inciderà, secondo calcoli fatti da “Cittadinanzattiva”, nella misura del 25% a famiglia, rispetto all’anno precedente, pari a 65,00 euro. Ma la sorpresa non è tanto questa, quanto il notevole contributo che sono chiamati a pagare artigiani e commercianti o liberi professionisti con studio in cui si esercita l’attività; nel comune di Saltara si quantifica in un aumento delle tariffe della Tarsu che va dal 100% al 500%, secondo il principio che “chi più inquina, più paga”. La ragione sta nel fatto che il nuovo balzello, chiamato TARES, calcolato sulle superfici possedute (???), deve ricomprendere, oltre le quote relative alla raccolta differenziata (RD) coperte al 100% delle spese, anche un’ulteriore quota per i servizi indivisibili (Illuminazione pubblica, anagrafe, polizia municipale, manutenzione strade, ecc) che incide dello 0,3% per ogni metro quadrato dell’ immobile soggetto al pagamento.Viene da chiedersi cosa c’entri i metri quadrati delle nostre abitazioni, negozi, uffici, aziende, con le quote di produzione dei rifiuti e con le quote dei servizi indivisibili.Per capire la ragione di ciò, è necessario esaminare le cause dell’aumento della tassa sulla raccolta differenziata: il comune di Saltara, soggiacendo alle volontà di ASET Spa, ha sottoscritto nel 2011 un contratto che affida alla stessa società la raccolta differenziata nel comune, con la formula “raccolta di prossimità”, una via di mezzo fra la raccolta stradale con i soli cassonetti e la raccolta porta a porta.

I balzelli del comune di Saltara (TARES) di Rodolfo Santini

Da quell’istante, la spesa per il servizio è schizzata da 212.000 euro a 540.000 euro all’anno*; in sostanza delle 7 frazioni che vengono riciclate (plastica, carta, metallo, vetro, verde, organico e secco) le prime 5 sono rimaste invariate nei cassonetti, mentre le ultime due, organico e secco, vengono raccolte col sistema porta a porta per 3 volte la settimana, con un aumento del 250% di spesa. Pare veramente eccessivo.Se si entra nel dettaglio si scopre che un dipendente ASET ci costa 40,00 euro all’ora, ed il mezzo altri 25,00 euro all’ora*. É chiaro che agendo ASET in regime di monopolio, senza concorrenti, impone i suoi prezzi e, a ben vedere, sono elevati. Si consideri che ASET Spa è un soggetto giuridico privato e la sua attività è finalizzata a fare utili; infatti, trattasi di società per azioni il cui maggior azionista è costituito dal comune di Fano (97,02%), mentre il comune di Saltara detiene lo 0,03% .La sua natura privatistica gli consente di non soggiacere a tutte le norme che regolano la pubblica amministrazione, infatti è oltremodo difficile ottenere dati sulle politiche aziendali, sulle modalità di come viene usato il prodotto che viene raccolto, quanto ricava, quanto smaltisce.Tornando all’argomento della R.D. è bene sapere che il costo complessivo del comune di Saltara è di 887.000,00*all’anno, di cui 150.000,00* solo per il conferimento in discarica (Barchi) in cui va l’indifferenziato. Il prodotto differenziato (vendita della carta, plastica, ecc. al Conai) comporta un recupero di euro 69.000,00. In realtà, la quota Aset è di 600,000,00 e la differenza è utilizzata dal comune diversamente (Ufficio tributi, spazzatrice,ecc)*.Rimane comunque il fatto che, in una

logica di mercato, quale azienda privata rimarrebbe aperta con questi ricavi e con questi costi del personale?Dove sta il segreto? Semplicemente nel fatto che le bollette vengono aumentate a seconda dei bisogni e queste pesano esclusivamente sulla collettività. Partendo dal presupposto che il costo medio nazionale per famiglia per la R.D. si aggira sui 240,00 annui, a Saltara è di 334,900; se ne deduce che siamo sopra di euro 94.90 sulla media nazionale. Un po’ eccessivo considerando che a Capannori, il costo medio per famiglia è di 160,00 e viene effettuata la raccolta differenziata porta a porta spinta, che ha raggiunto il 90% di differenziato, col sistema di tariffazione puntuale (sacchetti con trasponder), vale a dire più ricicli e meno paghi.Ulteriore elemento di riflessione è costituito dal fatto che in zona non esistono “Centri per il riuso” dove conferire tutto il materiale usato ancora in buono stato, da poter essere riutilizzato, magari da chi si trova in condizioni disagiate, sottraendo di fatto, tutto questo materiale, anche ingombrante, dalle discariche; (piatti, bicchieri, giocattoli, mobili, elettrodomestici, vestiti, ecc) gli unici due centri della provincia sono a San Lorenzo in Campo e a Pesaro!!!Probabilmente se l’amministrazione comunale eseguisse un attento esame della politica industriale di Aset Spa, della situazione economica e finanziaria, del sistema di riciclo e riuso, mirando ad un obiettivo che si sintetizza in “Rifiuti zero”, le tariffe a carico dei cittadini potrebbero essere più contenute, con un ambiente più salubre, come dimostrato in altre realtà.

* dal consiglio comunale di Saltara del 2.09.13

T A S S E

reddito ammissibile” , questi addirittura dovrebbero essere inseriti in modo esplicito nella costituzione garantendo una forbice tra poveri e ricchi sufficiente a stimolare l’imprenditoria, ma non eccessiva in modo da non creare impoverimenti (e tensioni sociali) tossiche per il sistema. Propongo la riflessione che una ricchezza eccessiva finisce per garantire un potere ( sia pure

indiretto) eccessivo che fatalmente tende a piegare gli organi legislativi, a produrre regole piu utili a loro che alla salute del sistema o corpo sociale che dir si voglia, questo sistema come capirete bene risulta tossico per il sistema (infatti siamo in crisi strutturale). D’altronde la limitazione della ricchezza ad un certo valore finirebbe perfino per migliorare la qualità della vita del

megaricco stesso, che vedrebbe cosi disinnescata una competizione che oltre erti limiti non è piu salutare ma fornisce dipendenza anche a loro (chi ha potere, spesso brama solo altro potere e crea una dipendena per certi versi simile alle tossicodipendenze o al giochi d’azzardo).

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Da alcuni mesi il sistema politico italiano ha cominciato un percorso istituzionale per la modifica della Costituzione mediante l’istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali che dovrebbe lavorare non rispettando la Carta stessa nell’art. 138.

Fatte salve le possibili intemperie politiche (come crisi di Governo ed elezioni anticipate), tale percorso dovrebbe vedere il suo esito tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

“Derogare” all’art. 138 vuol dire non tenere conto del meccanismo con cui, appunto, si modifica la Costituzione. Tale articolo era stato posto dai Padri costituenti come salvaguardia per rendere ogni successivo cambiamento costituzionale figlio di lunghi tempi di riflessione, di accordi ampi tra le forze politiche (in virtù del fatto che le regole fondamentali dovrebbero avere il più largo consenso possibile) e in ultima analisi dell’approvazione popolare tramite referendum.

Un percorso, insomma, articolato che mal si addice, secondo i suoi detrattori, con i tempi veloci richiesti dal mondo attuale. Per questo si vorrebbe arrivare ad una sua drastica semplificazione. Cominciare la revisione costituzionale non rispettando l’art. 138 può essere letto anche in modo diverso: aprire, con quella che è stata definita una “legge grimaldello”, la cassaforte della Carta e garantire le mani libere, magari in

138 no all’attacco alla Costituzionedi Simone Santini

un sistema presidenziale, per poter smantellare un pezzo alla volta la Costituzione anche nei suoi principi fondamentali, ovvero la base del nostro vivere comune.

Benché, in questi decenni, i principi e i dettami costituzionali siano rimasti in larga parte non attuati o addirittura palesemente traditi, ora si corre il rischio che il prossimo passo non sia la mancata attuazione ma la definitiva loro cancellazione dalla lettera della Carta.

Chi lo vuole? Per una volta abbiamo dei rei confessi. Nel maggio 2013, in un documento di analisi ufficiale della banca d’affari americana JP Morgan, si diceva con estrema chiarezza che il carattere sociale e popolare di alcune Costituzioni europee era di ostacolo alla “integrazione” ed alla stabilizzazione economica, in particolare in questo tempo di crisi. Troppi diritti per i popoli, troppe salvaguardie per i lavoratori, organi governativi troppo deboli per imporre le necessarie ricette per uscire dalle intemperie.

Insomma, quelli che sono stati chiamati i “padroni dell’universo” della finanza, hanno identificato nelle Costituzioni, in particolare del sud Europa, le ultime difese giuridiche da abbattere prima dell’affermazione definitiva, e senza più alcun controllo, delle tecnocrazie europee, dei poteri finanziari internazionali, e dei loro vassalli locali come le cricche parassite – economiche,

criminali, politiche – di casa nostra.

Ben si comprende perché ad attuare questo programma sia stato chiamato un governo frutto di “larghe intese” con l’avallo e la scrupolosa regia di Giorgio Napolitano. Se sono i “padroni dell’universo” ad ordinare ciò che va fatto, i maggiordomi, dal primo all’ultimo, si devono mettere in fila per eseguire.

Non si tratta dunque di un progetto estemporaneo, figlio di una casuale congiuntura politica nostrana. La modifica costituzionale italiana segue un processo che ha un carattere internazionale e che riguarda direttamente almeno l’Europa e indirettamente tutto il Pianeta. È l’imposizione di un nuovo modello epocale di governo dei popoli, che sarà di carattere neo-feudale. Una minima porzione di popolazione governerà su tutti gli altri, imponendo pedaggi, gabelle, tasse. Si dovrà pagare per vivere in sicurezza, per avere ogni tipo di cura, per spostarsi lungo strade, per avere accesso all’acqua. I Beni Comuni saranno “privatizzati”, un eufemismo per dire che saremo rapinati di ciò che oggi ci pare “naturale” essere nostro.

Per questo la battaglia per interrompere il progetto di revisione costituzionale diventa una vera e propria emergenza. Per questo la battaglia deve farsi strettamente connaturata con l’opposizione radicale alle politiche di austerity, dei diktat europei o delle deliberazioni dei “mercati” che annichiliscono la sovranità dei popoli, che sono state portate avanti in perfetta continuità dagli ultimi governi Berlusconi, Monti, di “larghe intese”, così come lo saranno dei prossimi, se saranno di centrosinistra o centrodestra.

Per avere una minima speranza di vittoria, o almeno di resistenza, si dovrà fare fronte con un ampio schieramento di forze popolari e democratiche. La divisione non potrà più essere tra “destra” e “sinistra”, ma tra chi immagina un nuovo modello politico e sociale, una nuova civiltà del progresso umano, e chi invece opera per ricacciarci indietro di mille anni, per rendere i cittadini novelli servi della gleba, anche se dotati di telefonino.

C O S T I T U Z I O N E

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S O C I E T À

Reminiscenze estivedi Carlo Speranza

Tornando col pensiero alle giornate di ferie agostane trascorse anche in spiaggia sotto l’ombrellone, invece di ricordare i momenti piacevoli di chiacchierate, bagni, letture, partite a carte con amiche ed amici, il pensiero torna alla giornata del Ferragosto quando in poche ore tre episodi distinti hanno immancabilmente riportato le mie personali riflessioni all’analisi del comportamento umano.

Metà mattina, ombrellone di prima fila, uno di quelli che nessuno vorrebbe mai lasciare tanto che si tramandano da genitori a figli da qualche decennio. Due uomini sulla sessantina, forse qualche anno in più: aspetto curato, rilassato, uno fuma e ascolta, l’altro legge l’immancabile Resto del Carlino e in pochi minuti cogli che forse guarda solo le immagini tanto è il profluvio di parole su un solo argomento: gli immigrati. Immigrati che hanno una grande colpa, su tutte le altre beninteso: quello di venire a delinquere nel nostro civilissimo e onestissimo Belpaese. Prostituzione, spaccio, furti: rubano persino il lavoro “ai nostri figli”.È difficile non attaccar bottone per dargli dell’ebete ma tant’è: meglio starsene a giocare ai castelli di sabbia col nipotino che rischiare di dover litigare. Per fortuna che la signora dell’ombrellone (la moglie? Chissà …) ad un ragazzo, presumibilmente senegalese dai lineamenti, acquista una bella borsa marchiata Prada, pelle rosso scuro: 50 € al posto dei 70 richiesti ma vuoi mettere il favore fatto a chi deve pur mangiare!?

Ore 13, pranzo in comitiva, condiviso: Susanna, la moglie del mio caro amico Arturo, ha fatto meravigliosi involtini di sola verdura. Non è che mia moglie e mia sorella in cucina scherzino ma quegli

involtini erano prelibatezze. Anche i più piccoli hanno apprezzato. Bevande fresche di frigo, tutte in bottiglie di vetro, portate da casa. Anche piatti e bicchieri da casa: insomma, alla fine del pranzo, rifiuti solo compostabili.Nel tavolo vicino tante buone cose con la torta finale al cioccolato da far invidia: la dimentichi in fretta solo perché cioccolato e caldo torrido non sono quasi mai un buon binomio. Primo, secondo, dolce, macedonia: i nostri vicini hanno allestito un vero e proprio banchetto. E sono stati pure molto pragmatici, mica si può perdere tempo ed energie durante le ferie: 3 piatti, 1 ciotola, 2 bicchieri e svariate posate, tutto usa e getta, così come sono usa e getta quei bei contenitori di alluminio. Insomma: un secchio pieno di indifferenziato in pochi minuti. Raccolta differenziata?Macché: troppo lontano il cassonetto, sono in ferie mica posso faticare.

Primo pomeriggio, calura tremenda.

Fortuna i gavettoni, continui, abbondanti, per tutti. Anche per chi non li sopporta. Pochi palloncini riempiti perché ormai si usano secchi e secchielli, più facili da riempire. In tanti si divertono e approfittano dell’abbondanza di acqua assicurata da rubinetti e docce per un paio d’ore aperte di continuo.Qualche chilometro prima, verso l’entroterra, tratti del Metauro sono letteralmente privi di vita tanto sono anossiche le acque. Poche settimane dopo verranno diramate le immancabili ordinanze dei Sindaci per il razionamento dell’acqua anche per annaffiare l’orto. È vero, lo ammetto, è curioso ricordare episodi simili ma non è certamente impossibile quando vedi la decadenza ovunque, quando te la senti strisciare addosso.Ma forse è solo un brutto sogno che finirà presto.

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C O M U N I C A T O

MELOGRANOÈ un potente tonico astringente e antipasmodico (colite, attacchi di dissenteria). I fiori allieviano alcuni tipi di cefalee, i frutti hanno un’azione diuretica. L’infuso di fiori secchi, usato per i gargarismi, é efficaci contro afte, gengiviti e infiammazioni alla gola. Il succo del melograno può essere estratto con lo spremiagrumi

ROSA CANINAÈ un efficace lassativo e diuretico utile in caso di ritenzione idrica e antidolorifico.I fiori sono antinfiammatori e le foglie secche utili contro la stitichezza.Con le bacche si preparano anche le confetture, elimindo però i filamenti sopra la bacche.

Prima della raccolta assicurarsi sempre che quelle individuate siano le piante indicate, vista la somiglianza con altre piante e fiori.

CRISANTEMOQui nella nostra vallate il crisantemo è conosciuto come il fiore dei morti, ma in passato era una delle piante officinali più importanti perché possiede ottime proprietà medicinali.L’infuso di foglie di capolini essicati hanno un’ottima efficace azione antinfiammatoria (febbre) e agisce come fluidificante del sangue, dilatando le arterie e favorendone il flusso del sangue al cuore. Per uso esterno è un antibatterico e antinfiammatorio per ferite, piaghe,...

Dalla terra alle tavole di Paola Bacchiocchi

Cercare di vivere dignitosamente è un desiderio comune a tutte le donne, a tutti gli uomini, a tutte le bambine e bambini di questo mondo. È quel desiderio, quel moto d’animo sacro, necessario, ineludibile che ha spinto il genere umano alla ricerca di comodità rispetto ad un disagio, ad un miglioramento della propria condizione e, a volte, ad un’evoluzione vera e propria della specie. Nessuno di noi vuole vivere nell’indigenza, nessuno di noi vuole vivere nell’orrore, nessuno di noi vuole vivere con la paura addosso come compagna inseparabile di ogni ora della propria esistenza.L’anelito ad un’esistenza che non sia un incubo è semplicemente umano ed è tale quando viene da persone che vivono in parti ricche del mondo, ma lo è soprattutto se proviene da persone che vivono in zone disagiate o martoriate da guerre. La fuga da zone povere e

Ipocrisia occidentale

teatro di violenze è un fatto naturale. Per questo motivo:Non accettiamo le morti di tante sorelle e tanti fratelli che, per un condivisibile e legittimo desiderio di una vita migliore, rischiano la loro vita affidandosi a criminali senza scrupoli. Non accettiamo di usare termini astratti che fungono da vuoti contenitori come “flussi” o “barconi”, si tratta di vite, di persone con tutto il loro carico di sentimenti, emozioni, ricordi, desideri. Persone che respirano o respiravano, che avevano dei sogni, degli affetti, una famiglia, una speranza. Non accettiamo di essere causa delle motivazioni che spingono loro ad emigrare clandestinamente fuggendo da una vita d’inferno: guerre e violenza spacciate per “esportazioni di Democrazia”, ma con il solo fine di depredare le loro risorse per il nostro stile di vita consumistico ed onnivoro.

La nostra ricchezza si basa sulla loro povertà e sulla loro sofferenza. Non dimentichiamo che i Paesi del Terzo Mondo sono ricchissimi di materie prime di cui siamo carenti. Non accettiamo una legge vergognosa che rende criminali queste persone per il fatto di essere immigrate clandestinamente.Non accettiamo la nostra ipocrisia fatta di lacrime e bare allineate, di discorsi vuoti e conditi di vergognosa retorica, di falsa pietà.Non accettiamo che non venga applicato l’art. 11 della nostra Costituzione e chiediamo a gran voce che l’Italia non partecipi più ad alcuna azione militare al di fuori dei nostri confini.Tragedie come quelle di Lampedusa non devono più ripetersi, siamo tutti responsabili.

Comunicato di redazione

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Il film di Walter Bisello

Il libro di Cristian Bellucci

Videodrome regia di david Cronenberg ( 1982 )

Cento watt per il prossimo miliardo di anniLuigi Sertorio e Erika RendaEditore Bollati Boringhieripp. 136 - 2008 - 16,00 euro

Il direttore di una TV privata, Max Renn, capta inavvertitamente il segnale Videodrome, conducendolo in un delirio di allucinazioni con inevitabili terrificanti conseguenze. Tale segnale ha come fulcro motivatorio manipolare le nostre coscienze con il dominio assoluto del mezzo tecnico. La lotta del controllo delle menti umane attraverso il mezzo televisivo ha inizio.“La televisione è la realtà e la realtà è meno della televisione” afferma il dottor O’Blivion in uno dei momenti topici dell’opera di Cronenberg.

Videodrome profetizza l’avvento della chiesa catodica-televisiva come crèdo imposto, divenendo esso stesso un potente strumento di controllo. Il protagonista Max Renn (il sempre talentuoso James Woods) assurge a figura cristologica di questa nuova fede attraverso una “riprogrammazione” dei suoi ideali con l’illusione di aver applicato il libero arbitrio: si spegne ogni scintilla di umanità, di conseguenza è la morte del libero pensiero. Marshall McLuhan, insigne mass-mediologo statunitense contemporaneo, descrisse nel suo saggio “ Il Medium” la fusione tra corpo e dati informatizzati con la consequenziale sudditanza tra la percezione del mondo e i mass-media. Si instaura una sorta di subliminale dittatura, dato che ogni medium, in questo caso il “video”, ha il potere di imporre agli incauti i propri presupposti. Il segnale videodrome si insinua nel tessuto cerebrale (il lato divino della bestialità umana, laddove si incontrano anima e carne) causando visioni allucinatorie: si disgrega il sottile confine tra la realtà e la finzione. David Cronenberg argomenta in maniera mirabile e disturbante il

SinossiNon c’è solo l’assalto per il controllo del petrolio da parte di chi è più forte, la ricerca di succedanei energetici a sostegno dello sviluppo, la denuncia per la salute della biosfera violata; a queste osservazioni e a queste domande deve corrispondere o contrapporsi un pensiero globale. Si deve partire da lontano, toccare il fondo oscuro e tornare a vedere le cose dall’alto. Questo saggio non propone dei palliativi immediati ma un modo di pensare.

rapporto tra mezzo televisivo e la realtà o meglio la percezione della realtà, dato che avviene attraverso i nostri cinque sensi, lanciando una dura critica al nostro divenire. La fotografia di Max Irwin lungo il percorso del protagonista desatura gradatamente ogni colore virando al blu (ricorda il blu gotico di Dean Cundey) fino alla loro terrificante freddezza, violentando i nostri occhi nei fotogrammi finali. Mentre la colonna sonora di Howard Shore contribuisce ulteriormente a spiazzare lo spettatore, ormai sempre più disorientato nell’ identificare attraverso gli occhi di Max Renn la realtà dalla allucinazione. Derrick de Kerckhove, noto sociologo belga, ha affermato “ la nuova realtà l’Io digitale e la vita reale sono collegati a questo universo informatizzato, ma quest’ ultimo sta esplodendo senza che vi sia una coscienza diffusa e se l’Io digitale prenderà il sopravvento il problema è adeguare l’intero sistema ad una nuova realtà”, personalmente aggiungo che tutto ciò sta già accadendo… o è già accaduto…

Il parere dell’editoreIl futuro dell’uomo e della Terra visto da un fisico e studiato con gli strumenti di un fisico. Sulle tracce Georgescu-Roegen, Sertorio ha costruito un’argomentazione rigorosa ma accessibile che non dà spazio a false illusioni sugli anni a venire in cui “l’uomo del futuro, fornito di 100 watt di potenza additiva esterna e privo di energia fossile, dovrà cercare di negoziare potenza e progetti”.

I N B R E V E

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Viale Einaudi 114 Bellocchi tel. 0721 855734