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Lo vediamo arrivare nel suo teatrino di legno come un burattino. Corre, suda, e gli dà a deter- gersi col suo fazzoletto bianco ancien règime por- tandosi dietro un fiatone da asmatico che non giova certo alla recitazione ma predispone forse l’immenso uditorio - dove abita spesso il più asso- luto digiuno non già di Dante, ma del minimo rudimento cognitivo - all’accettazione, all’ascol- to, alla possibilità di restare, con la scusa di Benigni, avanti al televisore e magari riuscire pure a capire un briciolo di Divina Commedia. Si tratta di un intrattenimento popolare nel quale ricorrere ai mezzi della comicità, semplifi- care le spiegazioni, in danno qualche volta della recta lectio, appare piuttosto una scelta che non un limite, un modo di cavalcare il sommo testo senza che i più si alzino e se ne vadano per i fatti loro, è un farli restare lì a vedere, appunto, Benigni. E Benigni senza darglielo a vedere mette sotto la loro osservazione nientemeno che Dante Alighieri.Ora mentre sono lì tutti intenti a cavar risate dalle smorfie e dalle grida del nostro, illusi di divertimento, avvertono, tutta- via, strane ondate di commozione provenire da un testo che, frammisto ai gemiti ed ai colpi di forca dei diavoli, porge una arcana vena di coin- volgente spiritualità. E lui, il piccolo guitto Benigni, attento a non mollare la presa , a farsi tenere dietro comun- que, appare nel suo aspetto più vero, quello di innamorato del suo poeta e da quest’ultimo irri- mediabilmente contaminato e messo in cammi- no alla scoperta di ciò che ognuno di noi vorreb- be scoprire.Benigni è il suo uditorio, è il camio- nista che ascolta, è la ragazza col piercing che passa per sbaglio da casa e si ferma a sentire, è la vecchia che da una vita vorrebbe sapere se questo Dante sia stato davvero nell’al di là. Ed è a costoro che Benigni parla, con buona pace delle altre diecimila lecturae Dantis di ogni tempo e luogo. abc in PROSPETTIVA PERSONA Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo Pescara Reg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615 MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA Anno XXXV - n. 1 - Gennaio 2008 La cicala e la formica Ancora su Benigni La famosa favoletta di Jean De La Fontaine reci- ta così: La formica lavora tutta la calda estate; si costruisce la casa e accantona le provviste per l’inverno. La cicala pensa che,con quel bel tempo, la formica sia stupida: ride, , canta e gioca tutta l’estate. Poi giun- ge l’inverno e la formica riposa al caldo ristorandosi con le provviste accumulate e dice alla cicala che chiede aiuto: “ hai cantato tutta l’estate ,ora balla!” Se fosse vissuto oggi, forse l’avrebbe aggiornata così: “…ora balla!” La cicala,invece di ballare, orga- nizza una conferenza stampa e pone la questio- ne del perché la formica ha il diritto di essere al caldo e ben nutrita mentre altri meno fortunati muoiono di freddo e di fame. La televisione organizza delle trasmissioni in diretta che mostrano la cicala tremante di freddo nonché degli spezzoni della formica al caldo nella sua confortevole casa con l’abbondante tavola piena di ogni ben di Dio. I telespettatori sono colpiti dal fatto che in un Paese così ricco si lasci soffri- re la povera cicala mentre altri vivono nell’ab- bondanza. I sindacati manifestano davanti alla casa della formica per solidarietà con la cicala mentre i giornalisti organizzano interviste, domandano perché la formica è divenuta così ricca, interpellano il governo perché aumenti le tasse della formica affinché essa paghi la sua giu- sta parte. In linea con i sondaggi il governo redige una legge per l’uguaglianza economica ed una ( retroattiva all’estate precedente) antisfruttamen- to. Le tasse sono aumentate, la formica riceve una multa per non aver occupato la cicala come apprendista, la sua casa viene sequestrata dal fisco perché non ha soldi per pagare tasse e multe: la formica lascia il Paese e va in Liechtenstein. La televisione prepara un reportage sulla cicala che ora, bene in carne, sta terminando le provvi- ste della formica nonostante la primavera sia lontana. L’ex casa della formica, divenuta allog- gio sociale per la cicala, comincia a deteriorarsi per il disinteresse della cicala e del governo. La cicala muore per il crollo del tetto. Sono avviate rimostranze nei confronti del governo per la mancanza di assistenza sociale, viene creata una commissione apposita con costo di 10 milioni; la stampa evidenzia ancora di più quanto sia urgente occuparsi delle ineguaglianze sociali; la casa, ristrutturata, è ora occupata da ragni immi- grati. Alcuni ragni organizzano un traffico di eroina, una gang di ladri, un traffico di mantidi prostitute e terrorizzano la comunità. Il governo si felicita delle diversità multiculturali del Paese così aperto e socialmente evoluto e propone,comunque, l’integrazione generale perché la repressione del crimine genera violen- za e violenza chiama violenza! La mondezza è ‘tal quale’ e ci seppellirà! Sotto una montagna di rifiuti Rosa Russo Iervolino, sindaco di Napoli dice: “ tutto questo trambusto… tanto non muore nessuno!” Sconcerto e riso amaro! In effetti : urli e schiamazzi ma poi tutto resta sempre uguale, nulla cambia! Perché ? Basta ca ce sta ‘o sole, ca c’è rimasto ‘o mare, ‘na nenna a core a core e ‘na canzone pe’ cantà …chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scurdàmmoce ‘o passa- to…’.Sintesi mirabile del caso Napoli. E a me che me ne ‘mporte …se c’è il buco nell’ozono, se il mare è inquinato da scarichi e liquami, se i politici imbrogliano, se i magistrati dormo- no, se la camorra comanda: basta una ragazza per amoreggiare e una canzone da cantare, chi ha avuto i soldi se li è mangiati senza fare nulla, chi ha dato certo ancora li darà: ieri è già passato remoto, viviamo alla giornata e qual- cuno ci aiuterà, ‘simme e Napule paisà!’ D’altra parte, come sempre, scatta la solidarietà delle altre regioni che accoglieranno la mondezza ‘tal quale ’ (l’Abruzzo è capofila, anche se non riesce a smaltire la propria), scatta la compas- sione che non cura, la comprensione sociolo- gica, e soprattutto, come sempre, dopo il bac- cano pioveranno fondi e sussidi per tirare a campare finché dura. I responsabili dell’emer- genza stabile stanno lì .’.come sassi noi siamo inerti e inamovibili : il nostro orgoglio politico ci impedisce di abbandonare la scena! Teatro stabile alle pendici del Vesuvio e nell’area campana, spettacoli di risonanza nazionale, sceneggiate tra atellana e Mario Merola, un testo d’autore Così fan tutti, riletto da Clemente Mastella, che ne è anche interprete con la moglie-diva lady Sandra, attesa dai suoi fans e salutata agli arresti domiciliari come la Madonna, con fiaccole e rose rosse. E‘ a gende, come diceva Tina Pica? E’ il coro stabile di una tragicommedia senza lieto fine, compensato con pizzette e col Maradona di turno… tutto dimentica cullan- dosi nel suo folklore da cartolina sbiadita (Vesuvio, pino marino che guarda sul golfo e mandolino). Canta Pino Daniele: “Napule è ‘na carta sporca e nisciune se ne ‘mporta! E ognu- ne aspetta ‘a ‘sciorta( fortuna). Napule è tutte nu suonno” . Non solo Napoli. La mondezza ‘tal quale’ seppellirà la Campania e l’Italia inte- ra se non si troverà il coraggio di cambiare gli attori e di mettere in scena un testo, poco rappresentato, arduo ma efficace, intitolato : ‘NON MI ADEGUO’ . P.S.: Lo spettacolo è piaciuto molto: il Parlamento ha applaudito convinto specie quan- do il prim’attore ha confessato le sue paure (dei giudici) e ha chiesto solidarietà alla sua arte. In Sicilia Totò Cuffaro ha voluto subito interpretarlo per festeggiare la condanna a cinque anni di reclusione e l’interdizione dai pubblici uffici: non si muoverà dal suo posto di presidente della regione ! Così fan tutti! mdf F. Panichi - Miserere

La cicala e la formica La mondezza è ‘tal quale’ e ci …Lo vediamo arrivare nel suo teatrino di legno come un burattino. Corre, suda, e gli dà a deter-gersi col suo fazzoletto

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Page 1: La cicala e la formica La mondezza è ‘tal quale’ e ci …Lo vediamo arrivare nel suo teatrino di legno come un burattino. Corre, suda, e gli dà a deter-gersi col suo fazzoletto

Lo vediamo arrivare nel suo teatrino di legnocome un burattino. Corre, suda, e gli dà a deter-gersi col suo fazzoletto bianco ancien règime por-tandosi dietro un fiatone da asmatico che nongiova certo alla recitazione ma predispone forsel’immenso uditorio - dove abita spesso il più asso-luto digiuno non già di Dante, ma del minimorudimento cognitivo - all’accettazione, all’ascol-to, alla possibilità di restare, con la scusa diBenigni, avanti al televisore e magari riuscirepure a capire un briciolo di Divina Commedia.Si tratta di un intrattenimento popolare nelquale ricorrere ai mezzi della comicità, semplifi-care le spiegazioni, in danno qualche volta dellarecta lectio, appare piuttosto una scelta che nonun limite, un modo di cavalcare il sommo testosenza che i più si alzino e se ne vadano per i fattiloro, è un farli restare lì a vedere, appunto,Benigni. E Benigni senza darglielo a vederemette sotto la loro osservazione nientemeno cheDante Alighieri.Ora mentre sono lì tutti intenti

a cavar risate dalle smorfie e dalle grida delnostro, illusi di divertimento, avvertono, tutta-via, strane ondate di commozione provenire daun testo che, frammisto ai gemiti ed ai colpi diforca dei diavoli, porge una arcana vena di coin-volgente spiritualità.E lui, il piccolo guitto Benigni, attento a nonmollare la presa , a farsi tenere dietro comun-que, appare nel suo aspetto più vero, quello diinnamorato del suo poeta e da quest’ultimo irri-mediabilmente contaminato e messo in cammi-no alla scoperta di ciò che ognuno di noi vorreb-be scoprire.Benigni è il suo uditorio, è il camio-nista che ascolta, è la ragazza col piercing chepassa per sbaglio da casa e si ferma a sentire, èla vecchia che da una vita vorrebbe sapere sequesto Dante sia stato davvero nell’al di là. Ed è a costoro che Benigni parla, con buonapace delle altre diecimila lecturae Dantis di ognitempo e luogo.

abc

in PROSPETTIVA PERSONA

Spedizione in A.P. 45% - Art. 2, comma 20/B L. 662/96 DCB/DC Abruzzo PescaraReg. n. 119 del 17.10.1974 - Tribunale di Teramo - R.O.C. n. 5615

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURAA n n o X X X V - n . 1 - G e n n a i o 2 0 0 8

La cicala e la formica

Ancora su Benigni

La famosa favoletta di Jean De La Fontaine reci-ta così:La formica lavora tutta la calda estate; si costruiscela casa e accantona le provviste per l’inverno. Lacicala pensa che,con quel bel tempo, la formica siastupida: ride, , canta e gioca tutta l’estate. Poi giun-ge l’inverno e la formica riposa al caldo ristorandosicon le provviste accumulate e dice alla cicala chechiede aiuto: “ hai cantato tutta l’estate ,ora balla!”Se fosse vissuto oggi, forse l’avrebbe aggiornatacosì: “…ora balla!” La cicala,invece di ballare, orga-nizza una conferenza stampa e pone la questio-ne del perché la formica ha il diritto di essere alcaldo e ben nutrita mentre altri meno fortunatimuoiono di freddo e di fame. La televisioneorganizza delle trasmissioni in diretta chemostrano la cicala tremante di freddo nonchédegli spezzoni della formica al caldo nella suaconfortevole casa con l’abbondante tavola pienadi ogni ben di Dio. I telespettatori sono colpitidal fatto che in un Paese così ricco si lasci soffri-re la povera cicala mentre altri vivono nell’ab-bondanza. I sindacati manifestano davanti allacasa della formica per solidarietà con la cicalamentre i giornalisti organizzano interviste,domandano perché la formica è divenuta cosìricca, interpellano il governo perché aumenti letasse della formica affinché essa paghi la sua giu-sta parte. In linea con i sondaggi il governo redige unalegge per l’uguaglianza economica ed una (retroattiva all’estate precedente) antisfruttamen-to. Le tasse sono aumentate, la formica riceveuna multa per non aver occupato la cicala comeapprendista, la sua casa viene sequestrata dalfisco perché non ha soldi per pagare tasse emulte: la formica lascia il Paese e va inLiechtenstein.La televisione prepara un reportage sulla cicala

che ora, bene in carne, sta terminando le provvi-ste della formica nonostante la primavera sialontana. L’ex casa della formica, divenuta allog-gio sociale per la cicala, comincia a deteriorarsiper il disinteresse della cicala e del governo. Lacicala muore per il crollo del tetto. Sono avviaterimostranze nei confronti del governo per lamancanza di assistenza sociale, viene creata unacommissione apposita con costo di 10 milioni;la stampa evidenzia ancora di più quanto siaurgente occuparsi delle ineguaglianze sociali; lacasa, ristrutturata, è ora occupata da ragni immi-grati. Alcuni ragni organizzano un traffico dieroina, una gang di ladri, un traffico di mantidiprostitute e terrorizzano la comunità. Il governosi felicita delle diversità multiculturali del Paesecosì aperto e socialmente evoluto epropone,comunque, l’integrazione generaleperché la repressione del crimine genera violen-za e violenza chiama violenza!

La mondezza è ‘tal quale’e ci seppellirà!Sotto una montagna di rifiuti Rosa RussoIervolino, sindaco di Napoli dice: “ tutto questotrambusto… tanto non muore nessuno!”Sconcerto e riso amaro! In effetti : urli eschiamazzi ma poi tutto resta sempre uguale,nulla cambia! Perché ? ‘Basta ca ce sta ‘o sole,ca c’è rimasto ‘o mare, ‘na nenna a core a core e‘na canzone pe’ cantà …chi ha avuto ha avuto,chi ha dato ha dato, scurdàmmoce ‘o passa-to…’.Sintesi mirabile del caso Napoli. E a meche me ne ‘mporte …se c’è il buco nell’ozono,se il mare è inquinato da scarichi e liquami, sei politici imbrogliano, se i magistrati dormo-no, se la camorra comanda: basta una ragazzaper amoreggiare e una canzone da cantare,chi ha avuto i soldi se li è mangiati senza farenulla, chi ha dato certo ancora li darà: ieri è giàpassato remoto, viviamo alla giornata e qual-cuno ci aiuterà, ‘simme e Napule paisà!’ D’altraparte, come sempre, scatta la solidarietà dellealtre regioni che accoglieranno la mondezza‘tal quale ’ (l’Abruzzo è capofila, anche se nonriesce a smaltire la propria), scatta la compas-sione che non cura, la comprensione sociolo-gica, e soprattutto, come sempre, dopo il bac-cano pioveranno fondi e sussidi per tirare acampare finché dura. I responsabili dell’emer-genza stabile stanno lì .’.come sassi noi siamoinerti e inamovibili : il nostro orgoglio politicoci impedisce di abbandonare la scena! Teatrostabile alle pendici del Vesuvio e nell’areacampana, spettacoli di risonanza nazionale,sceneggiate tra atellana e Mario Merola, untesto d’autore Così fan tutti, riletto daClemente Mastella, che ne è anche interpretecon la moglie-diva lady Sandra, attesa dai suoifans e salutata agli arresti domiciliari come laMadonna, con fiaccole e rose rosse. E ‘ a gende, come diceva Tina Pica? E’ il corostabile di una tragicommedia senza lietofine, compensato con pizzette e colMaradona di turno… tutto dimentica cullan-dosi nel suo folklore da cartolina sbiadita(Vesuvio, pino marino che guarda sul golfo emandolino). Canta Pino Daniele: “Napule è‘na carta sporca e nisciune se ne ‘mporta! E ognu-ne aspetta ‘a ‘sciorta( fortuna). Napule è tutte nusuonno” . Non solo Napoli. La mondezza ‘talquale’ seppellirà la Campania e l’Italia inte-ra se non si troverà il coraggio di cambiare gliattori e di mettere in scena un testo, pocorappresentato, arduo ma efficace, intitolato :‘NON MI ADEGUO’ .P.S.: Lo spettacolo è piaciuto molto: ilParlamento ha applaudito convinto specie quan-do il prim’attore ha confessato le sue paure (deigiudici) e ha chiesto solidarietà alla sua arte. InSicilia Totò Cuffaro ha voluto subito interpretarloper festeggiare la condanna a cinque anni direclusione e l’interdizione dai pubblici uffici:non si muoverà dal suo posto di presidente dellaregione ! Così fan tutti!

mdf

F. Panichi - Miserere

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2 la tenda n. 1 - gennaio 2008

RIFLESSIONI 2

Ripensando a Benigni (a proposito, l’avete rivi-sto in TV ballare con Celentano in “siamo lacoppia più bella del mondo?” Con le gambinepelose da insetto ed il vestitino di raso rossoera splendido, burattinesco, esilarante, decisa-mente al meglio), mi sono accorta che ildiscorso di fondo che mi intriga è la rinascitadella poesia, nelle sue forme di lettura,comeappunto quella dantesca, ma anche di creativi-tà, che mai come oggi è eccezionalmente ferti-le e diffusa.Una volta i poeti erano poco seguiti, letti econosciuti, ci si limitava ai classici fino aD’Annunzio, dopodichè il Novecento precipi-tava nel buio più fitto, o in salette per pochiintimi, su qualche rivista specialistica, mentre iletterati nei “caffè” così lontani dai nostriridondanti aperitivi mangerecci, sorbivano lanera bevanda e sfumacchiavano a tutto gas,buttando giù appunti e impressioni su fogliet-ti-notes con le dita gialle di nicotina. Ora no,tranquilli impiegati di provincia ,casalingheper niente disperate, professionisti affermati edanarosi appaiono improvvisamente su qual-che locandina annunciando la presentazione diun volumetto intitolato, più o meno, “Sospiri”o “Giorni di nebbia”, con poche, ma intenseliriche tenute nel cassetto da tempi immemo-rabili, finalmente mature e pronte per le folle.E siccome una spolverata di modernariatopoetico se la sono data, niente rime e metrica,per carità, roba da naftalina, solo versi liberi,magari con qualche neologismo ad effetto, eintervallati da vuoti, righe bianche con un po’di nero in mezzo, molto bianco e poco nero.“Sono tornato a casa e tu non c’eri” può diven-tare:

Sono tornato A casa E tu non C’eri

Così sì che funziona, per la miseria! Basta spo-stare frasi normalissime, piazzare le parole unasotto l’altra sulla scia di Quasimodo, rischian-

do di ricordare più il mostro di Nôtre Dameche il poeta siciliano.Naturalmente ci sono felici eccezioni, ma nonme ne vogliano tutti coloro che hanno cedutoall’impeto di una subitanea ispirazione poeticae possono perciò sentirsi evocati da queste mienote scherzose, perché bisogna dire, almenoqualche volta, che la poesia è ritmo, è luciditàdella parola, quella e non altra, musica a volterotonda e piena, a volte ruvida e spezzata, masempre frutto di un miracolo raro e sofferto,che non nasce così, per moda e hobby deldopolavoro, ma costa tormento edelusioni,solitudine e , spesso, sconfitte. Equando viene la febbre del poeta, si raccoman-da di prendere un’aspirina o magari farsi unpo’ di cyclette.

Lucia Pompei

F. Panichi - Mente creativa

Nebbie e sospiri (I poeti del sabato sera)Spazio aperto a chi desideri raccontare in 450parole (max) il suo ’68 Ricordo quell’inverno del ’68, quando esplosela contestazione studentesca alla ‘Sapienza’ diRoma. L’eskimo era la divisa dei contestatori(alcuni con la fuoriserie di papà), il librettorosso di Mao il vademecum, il ritratto di Marxeffigiato ovunque, insieme a Che Guevara, il‘santino’ protettore, indispensabili erano glisciarponi (forse anche le kefiah, non ci giure-rei) per coprirsi il volto, le bombolette sprayrosse per riempire di slogan ogni spaziovuoto. E l’occupazione della facoltà di lettere,la caccia ai professori-baroni non allineati(l’unico profeta accettato era Ferrarotti), gliesami di gruppo, le lezioni forzatamentesospese e sostituite da assemblee aperte atutti. Certo, si poteva accedere e ascoltare mase qualcuno si azzardava ad esprimereun’idea non ‘organica’ (e perciò politicamen-te scorretta!), era sommerso da una valangadi fischi e i rumores gli impedivano di conti-nuare a ragionare. Bisognava pensare come lastragrande maggioranza, non c’era spazio perpensieri diversi, per dubbi o reticenze.Fideisticamente ci si doveva abbandonarenelle braccia ideologiche del MovimentoStudentesco, condividere la distruzione dellesuppellettili e del ‘vecchio’, dare addosso aipoliziotti schierati fuori dalla facoltà! ‘O così ozitto, levati dai piedi, fascista!’Ed io, matricola, animata dal desiderio di stu-diare, di sentire le lezioni dei mostri sacri lettisolo nei libri, di laurearmi presto perchécostava ai miei mantenermi, formata, in fami-glia e a scuola, alla libertà di pensiero e alrispetto delle idee altrui, alla discussione e alconfronto, mi trovai nella tempesta, non volliindossare l’eskimo perché preferivo il mon-tgomery, provai a leggere il libretto di Maoma leggevo anche della durezza del regimecinese, imparai le canzoni di Joan Baez, chemi piacevano e mi piacciono ancora, ma can-tavo pure Mina, ero contro la guerra delVietnam ma sognavo di andare negli USA…non rinunciai, e mai l’avrei fatto anche inseguito, alla capacità di scegliere ciò che misembrava giusto o sbagliato! ‘Qualunquista’!Tentai di capire ma non capii granché allora,e ancora oggi, pur se c’è la consapevolezza diavere, comunque, assorbito ‘la novità’, stentoa capire il disordine che spacciano per creati-vità, il procedere ciecamente su vie che nonfavoriscono il confronto, la prevaricazioneche toglie la libertà di parola e quel librettoche alcuni intellettuali ancora adottano senzavedere che è fuori moda pure in Cina.Sono passati 40 anni, forse verrà celebrato ilmitico ’68 che, al di là di positività indiscusse,con la famosa ‘fantasia al potere’ ha contri-buito allo stato generale in cui si trova ilnostro Paese e non l’ha reso adulto: e quandoho visto che hanno occupato il Rettoratodella “Sapienza” a Roma, hanno appeso stri-scioni per non far parlare l’acuto e dottissimofilosofo Ratzinger, in quanto Papa, in unluogo istituzionalmente deputato al plurali-smo, mi è sembrato di essere ancora all’uni-versità… all’“Insipienza” … non ho più ven-t’anni… però... scusi, Santità, dove va sel’eskimo non ce l’ha? !

mdf

Que reste-t-il?

Non è stato facile scegliere tra le foto di FFaabbiioo PPaanniicchhii a cui dedichiamo questo numero del giornale.Pur giovanissimo, oltre ad una notevole maestria tecnica nel fotografare e nell’elaborare le foto, scattaseguendo un’ idea compositiva, quell’idea che rende ogni scatto Arte- poesia cioè,il fare ex novo.Lasciamo a Fabio, noto al popolo di Internet, la presentazione di se stesso e chi volesse verificare puòandare sul sito Web www.fabiopanichi.com: sono esposte 262 con tanti commenti ‘internazionali’.“Sono un giovane teramano, nato in un piccolo cantuccio d’Italia immerso tra gli Appennini, i fiumi eil mare. Fin da piccolo osservavo con interesse quel meraviglioso aggeggio chiamato “macchinetta foto-grafica”. Ora è un’estensione del mio corpo, parte integrante del mio essere e del mio esistere.La scoperta di me stesso come possibile modello per le mie foto apre le porte agli autoritratti e lì la fan-tasia toglie il freno a mano. Dopo i primi semplici esperimenti decido di complicarmi la vita, pensandoa opere per lo più dettate da un “concetto” di base... (lo sforzo però è minimo in quanto le idee si mate-rializzano da sole nella mia testa... Me ne meraviglio anch’io!).Ho realizzato la mia prima vera mostra fotografica presso la Casa Del Mutilato nella mia città, duran-te la manifestazione Coppa Interamnia, nel 2006. Nel 2007 ho esposto durante la “Giornata dell’Arte”- Teramo, alla rassegna fotografica In Pixels We Trust presso il Pacio di Piacenza, a Bologna per l’inau-gurazione di NoArt, “TravellArt”, - durante la manifestazione “Fuoco negli occhi” tenutasi a Firenze pres-so Casa Luzzi. Sono stato inserito in varie pubblicazioni, nel sito inglese TriggerImage che vuole racco-gliere i cinquanta giovani artisti più emergenti del mondo; attendo, fra breve, un articolo su di me e lemie opere sul webzine LiteraryFever: www.literaryfever.com; infine sto preparando due mostre: aVicenza presso la galleria Artesgarro e a Genova, presso la Biblioteca.Vivere solo di arte è la mia ambizione, vivere per l’arte il mio dovere, assecondare quel fremito che partedall’anima e che ti spinge a creare anche nel mezzo della notte più silenziosa... la mia gioia.Cerco sempre di assaporare al meglio questa esistenza. Dico sempre: bisogna ascoltare, non sentire;osservare, non vedere; vivere, non sopravvivere!”

Fotografo d’Arte

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CULTURA3

Arresti... eccellentiIl 28 luglio 1845 giungeva a Teramo CChhrriissttiiaannMMaatttthhiiaass TThheeooddoorr MMoommmmsseenn,, studioso tedesco, ven-tottenne, destinato a diventare uno dei massimi stori-ci della Roma antica e del suo diritto, premio Nobelper la letteratura nel 1902. Il giovane Mommsen intraprese il viaggio inFrancia e in Italia con lo scopo di realizzare unanuova edizione dell’opera ‘Antiquitatis RomanaeMonumenta legalia’ di Haubold, benché fosserogià vivi in lui quegli interessi per l’epigrafia, chelo porteranno più tardi alla realizzazione primadell’opera Inscriptiones Regni Napoletani latinae epoi del grande Corpus inscriptionum latinarum.Grazie al puntuale diario del colto e curioso viag-giatore,si può ricostruire l’incidente diplomatico!Era ancora notte – le due per l’esattezza -quandoil giovane Mommsen a dorso d’asino con grossocarico di libri, partiva da Ascoli percorrendo lastrada che sale verso Teramo, importante viad’accesso al Regno Meridionale e per questo dal-l’alto sorvegliata e difesa dalla Rocca di Civitella,munitissima e splendida. Il viaggio verosimil-mente, considerati i tempi ed i luoghi, avevaincontrato talune difficoltà, ma proprio all’entra-ta nel regno meridionale queste dovevano assu-mere quei tratti di odiosità, che solo gli esseriumani sanno conferire. Fu un infame trattamen-to infatti quello che il Mommsen fu costretto asubire alla Dogana di Civitella. Che a queltempo, e non solo nel Regno Meridionale, unostraniero potesse apparire di per sé personasospetta è ben possibile ma il Mommsen sicura-mente lo divenne anzitutto presentandosi allaDogana ad ora molto mattutina - le cinque -quando l’Ispettore della Dogana di Civitellastava ancora dormendo e - come gli fu detto -non poteva essere assolutamente svegliato. Ciòse da un lato cominciò ad innervosire il giovane

Mommsen, già stanco per un viaggio faticoso,dall’altro contribuì a metterlo in cattiva luce. Mala situazione peggiorò quando l’ispettore doga-nale finalmente alzato vide che lo straniero, oltrea molti libri scritti in una lingua che non conosce-

va, portava con sé numerosi taccuini e quadernizeppi di appunti e perfino una carta geograficafittamente annotata. Nemmeno la perfetta rego-larità del passaporto valse a dissolvere una certaombra di sospetto. Ma furono i libri la causa del-l’incidente. Del fatto che proprio i libri potesserocreargli dei problemi era ben consapevole ilMommsen che in proposito aveva annotato neldiario che «erano troppi per poterli nascondere»,lasciando intendere che se avesse potuto, loavrebbe fatto. Dei libri doveva essere redatto unelenco, che l’Ispettore invitò il Mommsen a com-pilare ma che il giovane rifiutò di fare, sia perchéormai stanco e spazientito, sia probabilmenteperché il compito incombeva proprio

all’Ispettore. Dovette essere sufficienteall’Ispettore una sola occhiata a quei libri, scrittiin una lingua a lui ignota - oltre che in Fraktur(caratteri gotici) - per fargli concludere che glisarebbero voluti almeno dieci giorni per fare que-sto elenco. Di fronte all’indignazione ed allerimostranze del Mommsen, l’Ispettore, pertogliersi dall’impaccio, non trovò di meglio chetradurre in stato d’arresto, a Teramo, il giovanecon libri, taccuini, carta geografica e tutto ilresto. A Teramo naturalmente tutto si chiarì, cifurono le scuse dell’Intendente e assicurazioniche l’Ispettore di Civitella sarebbe stato ripresoper il suo comportamento, ma ciò non fu suffi-ciente a rasserenare il Mommsen che annotò«Mi è andata abbastanza male». Si rallegrò tutta-via della conoscenza del figlio dell’Intendente,che gli fece da guida per la città, annotò senzacommenti di aver visto nel giardino di casaDelfico le iscrizioni antiche buttate le une sullealtre ma quando, infine, si vide salutato come il«famoso geologo Thorwaldsen» non potè a menodi annotare «Ah, questi Napoletani!» Na-turalmente i «Napoletani» erano tutti gli abitan-ti del Regno Meridionale continentale e quindianche gli Abruzzesi. Quanto poi alla reazione delMommsen, questa era più che giustificata inquanto il «famoso geologo» era in realtà il famo-so scultore danese Bertel Thorwaldsen, che inol-tre era già morto.Ma l’istruzione primaria, all’epoca, nel RegnoMeridionale e anche in gran parte d’Italia, sten-tava ad essere avviata per una serie di difficoltà!

da Vittorio Valentini

‘Il giovane Mommsen a Teramo’, in AA.VV.Itinerari Giuridici -Giuffré 2007- Intervento per il quarantennale della facoltà digiurisprudenza dell’Abruzzo.

Mercato e solidarietà socialeLa concorrenza tra più idee per la soluzione dei problemi fa avanzare lascienza e l’umanità. Chiunque creda di possedere il “monopolio della veri-tà” è un individuo totalitario, cioè, per dirla con Karl Popper, nemico della“società aperta”, ovvero nemico della società moderna, democratica e libe-rale. Al contrario, il principio di fallibilità della conoscenza umana è il veromotore del progresso scientifico e umano. Nella scienza, come nella vita,si impara dagli errori; in una parola, la ricerca della verità non ha fine.Secondo Popper, ci sono alcuni individui che sanno di non sapere, moltialtri individui che non sanno di non sapere, e coloro che credono di sape-re tutto. E chi crede di sapere tutto non si mette in competizione (dal lati-no “cum – petere” cercare insieme, in modo agonistico, la soluzione miglio-re), non collabora, cioè, per rendere questo mondo migliore (che è una scel-ta contro tutti i grandi disegni), ma sogna di portare il paradiso sulla terra.“Se tentiamo di portare il paradiso sulla terra, scrive il nostro filosofo in Miseriadello storicismo, riusciamo soltanto a trasformare la terra in un inferno. Perchéciò non accada, dobbiamo abbandonare il sogno di un mondo perfetto”.Ma, per un istante e per pura ipotesi, non abbandoniamo il sogno: qualeparadiso terrestre sognano coloro che vogliono cambiare il mondo? Credoche la risposta sia questa: un mondo senza guerre, senza ingiustizie socia-li, un mondo in cui il benessere comune, la dignità della persona, la liber-tà degli individui, la protezione delle minoranze, la difesa dei deboli… sonovalori importanti. Si tratterebbe comunque di un mondo perfettibile, rea-lizzato il quale sarebbe anch’esso perfettibile e così via all’infinito.Dunque, nemmeno questi sognatori riescono a non trasformare il lorosogno in un incubo. Non solo, c’è il rischio (in qualche misura già dram-maticamente attuale) che si comportino come quel medico che per salva-re la diagnosi uccide il paziente, ovvero che per non smettere di sognare larivoluzione globale rendono questo mondo un po’ peggiore. Il mondo in cui viviamo non è perfetto: possiamo e dobbiamo migliorarlo.Promuovendo la competizione intesa come la più alta forma di collabora-

zione. La conoscenza è nel merca-to, diceva Friedrich Hayek(premio Nobel per l’econo-mia). La libera iniziativafavorisce l’innovazione equindi la crescita. Il merca-to è lo strumento essenzialeper la produzione e la messain circolazione di nuovi benie nuovi servizi e quindi peril progresso continuo dellasocietà. A questo progressodeve corrispondere unamaggiore solidarietà socia-le, un sensibile migliora-mento della qualità dellavita, soprattutto degli individui e dei Paesi più indigenti.Mi piace definirmi “liberale nella mente, ‘socialista’ nel cuore”. Per sociali-smo non intendo l’ideologia marxista, ma la mia umanità. “Homo sum etnihil humani a me alienum puto” (“Sono un uomo e nulla di ciò che è umanomi è estraneo”, diceva Terenzio).Ricerca scientifica, mercato, democrazia liberale e progresso sono unitidall’unico grande principio della competizione.Concludo con le parole (sulle quali dovrebbero meditare i “rivoluzionari”che vogliono portare il paradiso sulla terra) del sociologo tedesco, tra iprincipali esponenti della cultura liberale contemporanea, RalfDahrendorf: “Non chi sposta le montagne, ma chi fa rotolare le pietre cam-bia il mondo”.

Annino Di Giacinto

F. Panichi - La mia anima è stata rubata

F. Panichi - Colpevole

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Si è costituito a Padova il “CCoonnssiigglliioo NNaazziioonnaallee ddeelllleeAAssssoocciiaazziioonnii AAbbrruuzzzzeessii ee MMoolliissaannee”” operanti in Italia. Il nuovo Consiglio Nazionale, costituitosi a Padovanel mese di novembre 2007, dopo che nel 2002 si èconclusa l’esperienza della Federazione Nazionale, siripromette, facendone propria finalità, di riaprire lastrada al dialogo, alla collaborazione fattiva, correttae sincera fra le associazioni che vi hanno aderito e chevi vorranno aderire. Il nuovo Consiglio Nazionale ha nominatoPresidente, Armando Traini del Sodalizio di Padova,e vice Presidente Angelo Dell’Appenninodell’Associazione di Milano.

N. B. Per adesioni, suggerimenti, proposte, informazioni indiriz-zare a: Sodalizio Abruzzese Molisano di Padova, Via Pierobon25, 35132 Padova, e-mail: [email protected] - Tel 049611 428, 329 969 7700, fax 049 889 7117

4 la tenda n. 1 - gennaio 2008

PARLIAMO DI... 4

Associazioni

Per una prima teoria (quantitativo/qualitativa) ildvd ha incrementato la distribuzione dei film,favorendo la qualità che rinunci ad affermarsicommercialmente nelle sale (di qui, numerosifilm prodotti direttamente per il mercatovideo); una seconda teoria (estetica) afferma cheil dvd ha modificato il modo di vedere i film, ren-dendoli oggetti eminentemente audiovisivianziché narrativi. Chiamiamo sostanziale unaterza teoria, che trasferisce sull’oggetto alcunecaratteristiche – pluralità, curiosità, attenzioneai parametri formali – delegate dalle prime dueallo spettatore. Secondo tale tesi, entra a farparte del testo audiovisivo una serie di elemen-ti (tecniche, commenti, alternative, prototipi,impurità) che prima ne costituivano i margini oil fuori campo. Il dvd si impone perciò comeuna nuova entità artistica, e il film risulta soltan-to una componente dell’ipertesto che nel dvd ècontenuto. In quest’ottica, si può vedere il dvdcome il punto di convergenza di una serie ditendenze volte a incrinare la struttura tradizio-nale della finzione narrativa; si sa come nel rac-conto cinematografico siano stati via via inclusii modelli di riferimento (i film che rivelano le

proprie fonti), le tecniche della rappresentazio-ne (il metacinema di Effetto Notte), le alternati-ve alla vicenda narrata (il cinema modale daResnais a Kieslowski, fino agli epigoni LolaCorre e Sliding Doors), la realtà che precedel’opera (gli intrecci di documentario e finzione)e il futuro che la attende (i film che contengonola propria esegesi e la propria critica). Ora, ildvd trasferisce queste effrazioni dal piano delracconto a quello del supporto: bastano un paiodi clic sul telecomando per passare dal film alsuo making of, per visualizzare scene tagliate efinali alternativi, per svelare le logiche dell’adat-tamento o del remake, per modificare la succes-sione temporale delle sequenze, per ascoltaredalla voce del regista il bilancio fra le intenzionie gli esiti. Sfuma la distinzione fra cinema emetacinema, in quanto il dvd fa di ogni film unmetafilm; e non già – come hanno affermato gliultrà del postmoderno – perché il cinema parli odebba parlare soltanto del cinema, ma più sem-plicemente perché ogni film parla, adesso inmaniera esplicita, anche del proprio essere cine-ma. (3 – fine)

Hans Ranalli

CinemaFruizione del cinema e tecnologia - Il dvd - terza parte

Medicina

Il lavoro con turni di notte e turni variabili attrael’interesse di molti studiosi, che si interessanodell’influenza dei ritmi ormonali circadiani sul-l’insorgenza di diverse patologie. Il lavoro deiturnisti in effetti è stato associato a diversi pro-blemi di salute, come le malattie cardiovascola-ri, obesità, alterazioni glicemiche, fastidigastrointestinali, disfunzioni riproduttive e per-sino tumori. Nel lavoro per turni molti ritmifisiologici sono interrotti e stravolti, e anche ildebito di sonno secondo alcuni potrebbe avereun ruolo nella patogenesi dei disturbi detti. Inuno studio clinico, nel 1988 si reclutarono78.000 infermiere senza storia precedente dicancro al seno: seguendole per dieci anni siriscontrò che quelle che lavoravano per turni arotazione da almeno 30 anni avevano un rischiosignificativamente maggiore di sviluppare tumo-re al seno, rispetto a quelle che non avevano maifatto turni di notte. Lo stesso risultato è emersoda diversi altri studi: uno di questi trovò che ilrischio di cancro al seno era significativamenteaumentato (ancor più che nelle turniste di

notte) nelle donne che spesso nel bel mezzodella notte non dormivano o tenevano la luceaccesa, per qualsiasi motivo questo accadesse.Ancora, risultati simili sono stati riscontrati incoorti di uomini, per il cancro alla prostata: unostudio giapponese condotto su 14.000 lavorato-ri segnalava come i lavoratori per turni a rotazio-ne avevano rischio di tumore alla prostata mag-giore dei non turnisti (lavoro diurno) e maggio-re di quelli che facevano solo lavori notturni. Il fattore che è stato chiamato in causa per spie-gare queste osservazioni è l’esposizione alla lucenelle ore notturne. L’esposizione alla luce dinotte, innaturale per il ritmo circadiano umano,altera il normale ciclo di secrezione della mela-tonina. I turnisti avrebbero un ciclo di secrezio-ne della melatonina interrotto da frequenti risve-gli, sonno disturbato, ed esposizione alla luce. La melatonina è un ormone poco presente nelsangue durante il giorno, la cui concentrazionegradualmente aumenta dal tramonto in poi, finoa un picco nelle ore centrali della notte; poi dinuovo una graduale discesa fino al momento del

risveglio. Questo ormone ha proprietà ipnotichee antineoplastiche, potremmo chiamarlo unormone del recupero notturno. Sotto la suainfluenza le cellule umane sembrano produrremeno fattori di crescita e quindi proliferaremeno (effetto anti-tumorale); per azione dellamelatonina le cellule vengono ripulite dai radica-li liberi, responsabili di aggressioni tumorigeneal DNA, e il sistema immunitario si rinforza. Ecco perché si dice allora che il sonno fa bene,e che il sonno del mattino non è uguale a quellodella notte. Tutto vero.

Emilia Carloni

Quando si dice turni massacranti...

F. Panichi - Fragile

Adozioni

Genitori si diventaHa preso avvio, sabato 12 Gennaio, a Teramo”presso la Sala di Lettura “Prospettiva Persona” invia Nicola Palma 33, ““Parliamone Post’, percor-so di sostegno postadottivo, organizzatodall’Associazione ‘Genitori si diventa’. Gli incon-tri, liberi e gratuiti, avranno cadenza mensile.perinformazioni: www.genitorisidiventa.org

E’ un percorso gratuito, libero e costante neltempo, che si realizza attraverso un gruppo diauto-aiuto coadiuvato da operatori esperti diadozione. Lo stesso nome, Parliamone Post,nasce proprio dall’idea di incontrarsi per parla-re serenamente e liberamente di tutto ciò cheaccade in una famiglia adottiva. I gruppi sonocoadiuvati da operatori capaci di approfondire itemi emersi, di dare un aiuto “empatico” aigenitori per comprendere meglio i comporta-menti dei figli, “leggere” le relazioni e interpre-tare quindi con maggiore chiarezza le propriereazioni. L’iniziativa rientra nell’ attività di““GGeenniittoorrii ssii ddiivveennttaa””, Associazione nata nel1999, quando alcune famiglie adottive hannosentito la necessità di dare vita ad un gruppo divolontariato con l’obiettivo di effettuare inter-venti a favore delle coppie che intendevanodiventare genitori adottivi o che, avendo già deifigli, vivevano l’esigenza di approfondire i temidell’essere genitori.La nostra associazione è oggi impegnata a rea-lizzare momenti di informazione, sensibilizza-zione e di preparazione per chi desideri appro-fondire le tematiche relative al disagio del mino-re abbandonato, per i genitori adottivi e perquanti vogliano avvicinarsi all’adozione. Per lecoppie che desiderano adottare, o che giàhanno figli adottivi, creiamo una rete di soste-gno strutturata attraverso l’attivazione di gruppidi mutuo-aiuto pre-adottivi e post-adottivi, l’or-ganizzazione di incontri tematici sui temi del-l’adozione e della genitorialità, di percorsi dipreparazione sulle tematiche delle adozioninazionali e internazionali e delle seconde ado-zioni e la creazione di spazi di ascolto e con-fronto. Abbiamo un portale (www.genitorisidi-venta.org) che permette di fornire aiuto on linea genitori ed operatori su tematiche legali,mediche, sociali e scolastiche. Organizziamo,dove possibile, percorsi di preparazione sulletematiche dell’inserimento scolastico dei bam-bini adottati per gli operatori della Scuola.Promuoviamo la ricerca sulla realtà sociale del-l’adozione grazie anche a indagini di tipo stati-stico. Abbiamo una Collana Editoriale in colla-borazione con la casa editrice ETS dal titolo“Genitori si diventa”.

Anna Amato

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la tenda n. 1 - gennaio 2008 5

CRONACHE TERAMANE5

OSSERVATORIO

Memorie di un... cassonetto!D’altra parte è il nostro compagno di vita ! In quel cassonet-to, che è un contenitore di materiale metallico o plastico, uti-lizzato per la raccolta dei rifiuti, gettiamo di tutto. Se uno simettesse a dare una controllatina alla spazzatura, riuscireb-be a scoprire pregi, vizi e difetti di ognuno di noi. Ma questaè un’altra storia. Il cassonetto può essere utilizzato per la rac-colta della frazione non riciclabile dei rifiuti o per la raccoltadi qualche frazione riciclabile dei rifiuti. Nella raccolta diffe-renziata i cassonetti raccolgono prevalentemente la plastica,la carta, l’alluminio; più raramente viene raccolta la frazioneverde, mentre il vetro è spesso appannaggio delle campane.I cassonetti possono avere varie colorazioni, ma prevalente-mente viene usato il verde per i contenitori in plastica, men-tre i cassonetti in metallo tendono ad essere lasciati nel colo-re originale del materiale di costruzione. Se poi, nel caso spe-cifico, qualcuno pensasse che il sasso gettato sulla TeramoAmbiente da parte di Piero Romanelli appartenga già al pas-sato, commette un errore politico. Perché intanto Romanelliha parlato con evidente cognizione di causa della gestionesocietaria. E la reazione da nervi scoperti significa che laparole del Consigliere sono andate a segno. Che poi ci siastata la pace in seno al partito di Romanelli, che poi ilSindaco abbia affermato che stima Romanelli, è un’altra sto-ria. Ma Romanelli sa di essere nel giusto. E della storia lega-ta alla Teramo Ambiente sentirete parlare ancora perché,quando il diavolo ci mette lo zampino, il problema spazzatu-ra non è solo un problema teramano, è nazionale. E la puzzadel pattume di Napoli s’avvertirà anche in Abruzzo. Per cuiRomanelli sostiene “Qualcuno dovrà adesso dirci che nepensa della situazione e bisognerà anche vedere di che pastasono fatti quelli che hanno sempre detto no a tutto e a tutti.Il problema spazzatura ci investirà prestissimo e allora nevedremo delle belle, ma soprattutto ne sentiremo delle belle.Io prenderò, come ho sempre fatto, la posizione che riterròpiù giusta. Ma dovremo essere trasparenti, perché Napolinon è un caso isolato. Napoli è più vicino che mai a Teramo.Aprano gli occhi quelli che sono bravi a riempirsi la boccasputando veleno contro ogni proposta”.Che cosa aggiungere? Cosa ci hanno raccontato, per anni eanni? Che il pattume, ammucchiato senza uno straccio diraccolta differenziata così com’è, non può essere trattato,ripulito, riciclato, trasformato in combustibile e bruciato.Falso. Succede già. A Venezia. Dove lo stesso tipo di immon-dizia viene smaltito senza problemi dal più grande impiantoeuropeo di Cdr (Combustibile Derivato dai Rifiuti) chemanda in discarica solo il 6% di quello che arriva coi camione le chiatte. E dov’è l’inceneritore? Dov’è questo mostroorrendo le cui fiamme fanno inorridire quelli che hanno lapuzza sotto il naso, gli stessi che, dipingendosi già avvolti daifumi neri della morte, si ribellano all’idea di ospitarne qual-cuno? A tre chilometri dalle bancarelle del mercato diMarghera. A cinque da Mestre. A otto dal campanile di SanMarco. Senza che nessuno, neppure il gruppuscolo ambien-talista più duro e puro e amante delle farfalle, abbia mai fattouna manifestazione, un corteo, una marcetta, un cartellonedi protesta. Ecco che allora torna d’attualità quanto ha dettoRomanelli (e non solo sulla gestione della stessa società).Commetterebbe un grave errore chi pensasse che la storiaTeAm sia già finita in un dimenticatoio. Non è così.

Gustavo BrunoLibro in vetrinaPer iniziativa del Lions Club di Teramo (pre-sidentessa la dott.ssa AlessandraGasparroni) è stata ristampata(copia anasta-tica) la Guida illustrata di Teramo, scritta nel1888 dal canonico GGiiaacciinnttoo PPaannnneellllaa. Illibro, presentato nel mese di novembre, è untesto variegato che parla di molte cose dellacittà di Teramo: storia, ricchezza di uominiillustri, di antichi edifici, di monumenti, dichiese. La dottoressa Gasparroni ha sottoli-neato che la ristampa è stata possibile per-ché una copia del testo originale è conserva-ta nella Biblioteca Provinciale dell’Aquila e

la pubblicazione ‘serve per conoscere ilnostro passato’.Compiacimento per l’iniziativa ha espressol’assessore alla cultura del Comune diTeramo, Mauro Di Dalmazio, e molto riccoe circostanziato è stato l’intervento del dott.Luigi Ponziani, direttore della BibliotecaProvinciale di Teramo. Egli ha ricordato ilpassato della nostra città, i suoi cambiamen-ti, i suoi progressi e anche la costruzionedelle strade che congiungono Teramo conL’Aquila e con Roma.

Don Giovanni Saverioni

147 anni di “Fratellanza Artigiana”Non so quanti di noi conoscano le originidella SMS (Società di Mutuo Soccorso)“Fratellanza Artigiana”, sodalizio attivo efecondo, caro a Teramo, da sempre sito invia del Baluardo, nei pressi del santuariodelle Grazie. Sappiamo come esso offraistituzionalmente servizi di varia natura aisoci e come si faccia promotore di iniziati-ve svariate quali gare di poesia, conferenze,premiazioni benemerite, feste danzanti equant’altro. Ci piace ricordare che la“Fratellanza Artigiana”, fondata nel 1861,undicesima in Italia, assunse l’attualedenominazione nel 1880, avendo riunito insé tutte le diverse societàcittadine allora esistenti.A Teramo fu eletto comepresidente a vita GiuseppeGaribaldi.Ebbene sì, proprio l’eroedei due mondi! Oggi, dunque, la Fratel-lanza Artigiana compie147 anni di vita e perfesteggiarla, il 19 gennaio,è stata organizzata unamanifestazione solennecommemorativa: messadel Vescovo di Teramo eintervento delle autorità,consegna del premio

‘Maestro della comunicazione’ a MarcelloMartelli di Teramo e Francesco Santuccionedi Pescara .La sera precedente, inoltre, una bella per-lina musicale: Arturo Valiante, figlio pri-mogenito di Vito, uno dei più attivi soci esostenitori del sodalizio, ha offerto allacittà un concerto di jazz-soft veramentetutto da godere. Con il suo quartetto, unaband ‘ricucita’ all’ultimo momento, percolpa delle impreviste ‘stragi’ dell’influenza(il bassista, Anchise Vetuschi, teramano emusicista d.o.c. è stato coinvolto il giornoprima), e la voce della bravissima francese

Awa Ly, il talentuoso pia-nista, gloria di Teramo inItalia e all’estero, coadiu-vato dal batterista ‘locale’Paolo Di Sabatino, straor-dinario!, ha creato unachicca musicale, una jamsession, come si usa dire,di slow anni ’50 e divaga-zioni jazz, capace di emo-zionare qualsiasi generedi pubblico.Ancora auguri alla SMS“Fratellanza Artigiana” egrazie per tutto quello chefa.

d.b.

S. Antonio a lu deserte...L’Associazione ‘‘TTeerraammoo nnoossttrraa’ merita unplauso particolare perché con tenacia difen-de la ‘tradizione’, ricordando riti e ricorrenzeche hanno caratterizzato la nostra comunitànel passato. Il 17 gennaio, S. Antonio abate,è stato rinnovato il rito della benedizionedegli animali e sedati i tempi, sono stati bene-detti cani, gatti e conigli, l’occasione è ottimaper ricordare la peculiarità di questo santoeremita egiziano rappresentato nella icono-grafia con un maialino e un bastone a formadi Tau.S. Antonio visse da eremita nel deserto egi-ziano dove morì nel 356, a 106 anni. Fu sep-pellito in un luogo segreto e i discepoli tra-mandarono alla Chiesa la sua sapienza, rac-colta in 120 detti e in 20 lettere. Nel 561 fuscoperto il sepolcro e le reliquie, dopo moltovagare, giunsero in Francia nell’XI secolo, aMotte-Saint-Didier che divenne meta di pel-legrini e malati, soprattutto, di ergotismocanceroso (causato dall’avvelenamento di unfungo presente nella segale, usata per fare il

pane) e curato col grasso di maiale. Il morboera conosciuto sin dall’antichità come ‘ignissacer’ per il bruciore che provocava. Fucostruito un ospedale e ai monaci fu conces-so il privilegio di allevare maiali per uso pro-prio e a spese della comunità. L’ergotismovenne chiamato “il male di s. Antonio” e poi“fuoco di s. Antonio” (herpes zoster) e il maia-le, nella religiosità popolare, cominciò adessere associato al grande santo che divennepatrono del maiale, di tutti gli addetti alla sualavorazione e, per estensione, di tutti gli ani-mali domestici e da stalla.E’ anche il patrono di quanti lavorano con ilfuoco, come i pompieri, perché guariva daquel fuoco metaforico che era l’herpes zoster,ma anche in base alla leggenda popolaresecondo cui s. Antonio si recò all’inferno,dove col suo bastone prelevò il fuoco e lodonò all’umanità. Ancora oggi si usa, neipaesi, accendere, il 17 gennaio, i cosiddetti“focarazzi” o “ceppi” o “falò di s. Antonio.

da Antonio Borrielli

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F. Panichi - A volte mi sento un burrattino

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AGENDA - febbraio 2008

APPUNTAMENTI UU..PP..MM..

Sala Caraciotti Via Torre Bruciata - Te

77 ggiioovveeddìì oorree 1177..0000 Non mollare l’osso.Prevenzione e

consapevolezza dei fattori dirischio osteoporoticiGGiinnoo BBaattttiisstteellllaa

** 1144 ggiioovveeddìì oorree 1177..0000Musica e arte

MMaarriissaa PPrrooffeettaa

**2211 ggiioovveeddìì oorree 1177..0000La tiroide, questa sconosciuta

NNaarrcciissaa DDee VViinncceennttiiiiss

**2288 ggiioovveeddìì oorree 1177..0000Le trasformazioni urbanistiche

della città di TeramoiLLuuiiggii PPoonnzziiaannii

**** SSoocciieettàà ‘‘PP.. RRiicccciitteellllii’’PPRROOSSAA

Teatro Comunale - Te

**1199 mmaarrtteeddìì -- oorree 2211..00002200 mmeerrccoolleeddìì -- oorree 1177..3300

Ciao Frankiecon MMaassssiimmoo LLooppeezzregia: GGiioorrggiioo LLooppeezz

CCOONNCCEERRTTOO

*Sala San Carlo -- Te2200 mmeerrccoolleeddìì -- oorree 2211..0000

GGiiuusseeppppee AAllbbaanneessee -- pianoforte

SSFFIISSPP

Sede dell’Azione Cattolica

Via Vittorio Veneto, 11

MMaarrtteeddìì 1122 ffeebbbbrraaiioo::

oorree 1188..0000--2200..0000

“Alla ricerca

della famiglia perduta:

ripensare il Welfare per l’infanzia”.AAttttiilliioo DDaanneessee

Università di Chieti

MMaarrtteeddìì 1199 ffeebbbbrraaiioo::

oorree 1188..0000--2200..0000

“La legalità come valore”.LLuucciiaannoo VVeerrddoonnee

Università dell’ Aquila e Liceo

Classico di Teramo

MMaarrtteeddìì 2266 ffeebbbbrraaiioo::

oorree1188..0000--2200..0000“Giustizia contributiva e dottrina

sociale della Chiesa”. FFllaavviioo FFeelliiccee,, PontificiaUniversità Lateranense

6 la tenda n. 1 - gennaio 2008

6

SSAALLOOTTTTOO CCUULLTTUURRAALLEE 2008 con il contributo della Fondazione Tercas

SALA DI LETTURA “PROSPETTIVA PERSONA” via N. Palma - Teramo

MMEERRCCOOLLEEDDÌÌ 66 -- oorree 1188..0000Futuro della ferrovia a Teramo

Incontro con l’assessore TToommmmaassoo GGiinnoobbllee

GGIIOOVVEEDDÌÌ 77 -- oorree 1188..0000Uomini e Profeti:

l’Apocalisse di GiovanniA cura di LLuucciiaannoo VVeerrddoonnee

MMEERRCCOOLLEEDDÌÌ 1133 -- oorree 1188..0000 Conosciamo i giovani artisti:

NNaaddiiaa UUrrbbaanneellllii, oboistaCClleemmeennttiinnaa PPeerroozzzzii, pianoforte

A cura di GGrreeeenn CClloouuddss

GGIIOOVVEEDDÌÌ 1144 -- oorree 1188..0000Amore e Letteratura: L’Eros distruttivo

a cura di EElliissaa DDii BBiiaaggiioo e BBeenneeddeettttoo DDii CCuurrzziioo

MMEERRCCOOLLEEDDÌÌ 2200 -- oorree 1188..0000Logos e mythos: Eros in Empedocle

A cura di EEmmiilliiaa PPeerrrrii

GGIIOOVVEEDDÌÌ 2211 -- oorree 1188..0000Logos e Mythos: Eros nella letteratura greca

A cura di BBeenneeddeettttoo DDii CCuurrzziioo

MMEERRCCOOLLEEDDÌÌ 2277 -- oorree 1188..0000IndoMimando, divertiamoci col mimo

A cura di AAnnttoonniieettttaa BBaallmmaass CCaappoorraallee

GGIIOOVVEEDDÌÌ 2288 -- oorree 1188..0000Obiettivo Visconti: Vaghe Stelle dell’Orsa

A cura di LLuucciiaa PPoommppeeii

FFeebbbbrraaiioo 22000088

L’albero del cinemaTorna l’appuntamento con l’Alberodel cinema, rassegna di proiezioniorganizzate dalla Biblioteca provin-ciale Delfico, e seguite da un con-fronto con giovani autori, sceneggia-tori, registi, fotografi, molti dei qualiteramani.

Sala audiovisivi della BibliotecaDelfico- Teramo****55 ee 77 ffeebbbbrraaiioo -- oorree 1166..4455..Proiezione dei film:

Lamento funebre di MMiicchheellee GGaannddiinn,Italia, 1953, b/n, 3’

Magia Lucana di LLuuiiggii DDii GGiiaannnnii,Italia, 1958, b/n, 18’

Stendalì’ (Suonano ancora) di CCeecciilliiaaMMaannggiinnii, Italia, 1960, colore, 11’

La passione del grano di LLiinnoo DDeell FFrraa(pseudonimo:Antonio Michetti),Italia 1960, colore, 12’

I maciari di GGiiuusseeppppee FFeerrrraarraa, Italia,1962, colore, 11’

La taranta di GGiiaannffrraannccoo MMiinnggoozzzzii,Italia, 1962, b/n, 20’

Il culto delle pietre di LLuuiiggii DDiiGGiiaannnnii, Italia,1967, b/n, 17’

****88 ffeebbbbrraaiioo,, oorree 1177..3300Rito, Cinema, Antropologia Intervento di GGiiaannffrraannccoo SSppiittiillllii

**** 1122 ee 1144 ffeebbbbrraaiioo,, oorree 1166..4455.. Proiezione del film: La sottile linea blu di EErrrrooll MMoorrrriiss,,Usa, 1988, 103’. con: Randall Adams, David Harris,Gus Rose, Jackie Johnson.

**** 1155 ffeebbbbrraaiioo oorree 1177..3300Emergenza del documentario d’autoreIntervento di SStteeffaannoo SSaavveerriioonnii

Teatro Comunale – Te44 lluunneeddìì -- oorree 2211..0000LLee nnoozzzzee ddii FFiiggaarroodi P. Augustin de Beaumarchaiscon TTuulllliioo SSoolleenngghhiiregia: MMaatttteeoo TTaarraassccoo

Tullio Solenghi propone il capolavoro diBeaumarchais, l’autore amato da Mozart e DaPonte.Si tratta di una delle commedie più complessee vivaci del teatro francese, l’ultimo grande testo tea-trale prima della rivoluzione francese. Tra linguaggi coloriti e situazioni farsesche ciò cheemerge è una forte critica sociale. La messa in scenapropone sì il Figaro-servo scaltro architetto di milletrame, ma anche il Figaro-proletario, degno rappre-sentante di quel Quarto Stato che, per troppotempo, fu costretto a tenere sopite le proprie riven-dicazioni. Il tutto in una atmosfera da vaudeville, oraamara, ora lieve che sfiora la farsa tragica.

2299 vveenneerrddìì -- oorree 2211..0000LL’’uuoommoo,, llaa bbeessttiiaa ee llaa vviirrttùùdi Luigi Pirandellodiretto e interpretato daSStteeffaannoo RRaannddiissii ee EEnnzzoo VVeettrraannoo

La pièce nasce da una novella, “Richiamo all’obbligo”e si sviluppa incarnandosi in personaggi- animaliimmaginari e descritti come maschere grottesche.Mai come in questo testo la drammaturgia diPirandello si incontra e si esprime con il linguaggio delgrottesco e fa nascere un apologo, una favola allegori-ca tragica e atroce. La situazione che ci viene raccon-tata è di quelle tanto care a Pirandello, al limite delpossibile, eppure credibilissima: paradossale risvoltodi quella società claustrofobica e piena di convenzioniche lo scrittore ha saputo scardinare pezzo per pezzo.Va in scena la società che pratica una falsa onestà,che in apparenza accetta le norme comuni e in segre-to le tradisce; è il trionfo della menzogna, alleata diesistenze prive di coraggio, riparate nelle pieghe ras-sicuranti, ma putride, del compromesso.

AATTAAMM PPRROOSSAA

CCIINNEEFFOORRUUMM

F. Panichi - Abbandonato al mio destino

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la tenda n. 1 - gennaio 2008 7

LA PAGINA DEL FAI Fondo per l’Ambiente Italiano7

a cura della Delegazione FAI di Teramo

ATTIVITÀ

S.O.S. rifiutiS.O.S. Rifiuti e nuovo Piano Regionale di Gestionedei rifiuti(PRGR)

Nel corso della mia attività di controllo e vigilan-za sulla gestione dei rifiuti nel comprensorio dellaprovincia di Teramo finalizzata alla prevenzione ealla tutela ambientale dall’inquinamento provo-cato da rifiuti, ho avuto modo di assistere ad unincremento costante della produzione dei rifiuti edel fenomeno dell’abbandono dei rifiuti. Su tutto il territorio della Provincia di Teramo,

dalle montagne del Gran Sasso e della Lagalungo le colline teramane fino al mareAdriatico, nei centri abitati e in aperta campa-gna, sparsi un po’ ovunque si vedono lungo lescarpate e i bordi delle strade, nei prati, nelleaiuole, nelle aree verdi delle autostrade, bottigliedi plastica e di vetro, sacchetti di immondizie,lattine di coca cola, pacchetti vuoti e mozziconidi sigarette, sacchetti di plastica di vario genere,carte e cartacce con conseguente deturpamentodell’ambiente e del paesaggio.Esposti e segnalazioni sempre più frequenti daparte di cittadini di discariche abusive costituiteda rifiuti di vario genere: inerti da costruzioniprovenienti da ristrutturazioni edilizie, rifiutiingombranti, (mobili, materassi, reti, divani),beni durevoli dimessi come: apparecchiatureelettriche ed elettroniche (frigoriferi, lavatrici,lavastoviglie. Computer, cucine elettriche, televi-sori), pneumatici fuori uso,bidoni e fusti vuoti,contenitori spray, arrivano presso il Dipartimentoprovinciale ARTA (Agenzia Regionale TutelaAmbiente)Nonostante che il divieto di abbandono dei rifiu-ti sia perseguito e sanzionato penalmente dallanormativa ambientale vigente, il fenomeno nonaccenna a diminuire, perché spesso non vengonoindividuati i responsabili e la rimozione dev’esse-re effettuata dai Comuni tramite Ordinanza

Sindacale ed il costo addebitato a tutta la collet-tività.

I rifiuti oltre a deturpare e danneggiare ilnostro patrimonio paesaggistico ricco di bellezzenaturali, possono inquinare l’aria, l’acqua ed ilsuolo, la flora e la fauna, con conseguentedepauperamento del suolo e delle riserve idrichee danni alla salute umana.

Si rivolge quindi un appello a tutti i cittadini edalle associazioni ambientaliste ed in particolaremodo al F.A.I. che persegue l’obiettivo della tute-la e della salvaguardia ambientale, perché vengacombattuto tale fenomeno sensibilizzando i cit-tadini e le istituzioni pubbliche al rispetto ed allatutela del nostro patrimonio paesaggistico .

E’ necessario intervenire presso gli Enti compe-tenti come Regione, Provincia ed in particolarepresso i Comuni ai quali è demandato per leggeil compito della gestione dei rifiuti, affinché ven-gano organizzati dei sistemi più efficienti e piùefficaci di raccolta, trasporto, recupero e/o smal-timento dei rifiuti, e l’adozione di misure restrit-tive per disincentivare i cittadini a disfarsi deirifiuti danneggiando l’ambiente.

I Comuni devono organizzare la raccolta diffe-renziata con i sistemi “porta a porta” o con i cas-sonetti stradali promuovendo e svolgendo corsidi educazione ambientale e campagne di infor-mazione ai cittadini con opuscoli in cui venga-no illustrate e spiegate le finalità e gli obiettividella raccolta differenziata e coinvolgendo leassociazioni ambientaliste. Per il raggiungimentodegli obiettivi di raccolta differenziata fissatidalla normativa ambientale, del 40% entro il2007 e del 60% entro il 2011 occorre infatti ilconsenso e la partecipazione attiva dei cittadiniadeguatamente informati della sua necessità peruno sviluppo ecosostenibile. Per smaltire le note-voli quantità di rifiuti che vengono prodotti ognianno nel nostra Provincia (175.719 tonnellate nel

2005) non sono suffi-cienti infatti le discari-che esistenti e comun-que per legge ai finidella salvaguardiaambientale solo la faseresiduale del ciclointegrato dei rifiuti esolo i rifiuti trattatipossono essere smalti-ti in discarica per pre-venire i fenomeni diinquinamento. Il codi-ce ambientale infattientrato in vigore nel-l’anno 2006 si prefiggecome obiettivo prima-rio la promozione dellaqualità della vitaumana da conseguireattraverso il migliora-mento delle condizionidell’ambiente e l’utiliz-zazione accorta erazionale delle risorsenaturali e definisceall’uopo le seguentipriorità nella gestionedei rifiuti, assunte dalnuovo piano regionale

di gestione dei rifiuti della Regione Abruzzo chesono:1. prevenzione e riduzione della produzione dei

rifiuti;2. recupero e riciclo di materiali e prodotti di

consumo; 3. recupero energetico dei rifiuti , complementa-

re al riciclo ed a chiusura del ciclo di gestionedei rifiuti;

4. smaltimento in discarica, residuale ed in sicu-rezza.

Il nuovo piano di gestione rifiuti della RegioneAbruzzo approvato nel corrente mese diDicembre definisce un obiettivo di riciclo deimateriali recuperati del 90%; I rifiuti indifferen-ziati che non possono essere riciclati sarannoavviati all’impianto di bioessicazione per la pro-duzione di CDR- combustibile da rifiuti da uti-lizzare presso cementifici o nei termovalorizzato-ri per la produzione di energia termica ed elettri-ca.Il piano regionale prevede inoltre una serie diincentivi, premialità, e strumenti tariffari secon-do meccanismi incentivanti e disincentivanti edin particolare • Risorse finanziarie per la prevenzione e la ridu-

zione dei rifiuti;• Contributi per la diffusione e la riorganizzazio-

ne delle raccolte differenziate, compostaggiodomestico, realizzazione impianti;

• Contributi alle attività di volontariato ambientale;• Tariffe di conferimento differenziate agli

impianti; • Ristoro ambientale per i Comuni sede di

impianti;• Tariffa d’igiene ambientale(TIA);• Tributo speciale per il conferimento dei rifiuti

in discarica;Il piano prevede inoltre• la predisposizione di Programmi straordinari

per la promozione della diffusione delle raccol-te differenziate;

• L’obbigatorietà di attivazione di servizi di RDper la frazione organica, il verde, la carta ed ilcartone,le pile ed i farmaci scaduti;

• Lo sviluppo della pratica del compostaggiodomestico in particolari contesti territoriali;

• Utilizzo di ammendanti e frazioni organichestabilizzate per gli usi consentiti;

• Una rete regionale delle stazioni e delle piatta-forme ecologiche per la Raccolta differenziata.

Solo i Comuni che raggiungeranno il tetto di rac-colta differenziata del 40% entro il 2007, del 50%entro il 2009 e del 60% entro il 20011 potrannoottenere gli incentivi economici per l’organizza-zione del servizio di raccolta differenziata e nondovranno pagare l’addizionale del 20% per il man-cato raggiungimento degli obiettivi.

Maria Pia Gramenzi

Carissimi aderenti,Vi comunico il programma della nostra Delegazione per il mese di febbraio

2008, pregandoVi di prenderne nota, di essere presenti e pubblicizzare lenostre attività.Vi invito quindi a partecipare alle seguenti iniziative:

FFEEBBBBRRAAIIOO 22000088

1188 FFEEBBBBRRAAIIOO 22000088IIll ssaalloottttoo ddeell FFAAII.. Presso la sede del FAI, alle ore 16,30 il Prof. AttilioDanese e la Prof. Giulia Paola Di Nicola terranno una conversazione“Percorsi di una coscienza inquieta”: Silone e l’Abruzzo. Segue Buffè.

2244 FFEEBBBBRRAAIIOO 22000088GGiioorrnnaattaa aa RRoommaa - Il FAI a Trastevere - Partenza da Giulianova pres-so Hotel Europa alle ore 7,30 da Teramo alle ore 8,00 presso PiazzaleS. Francesco.Visite guidate alla Basilica di S. Cecilia, ai sotterranei paleocristiani,agli affreschi del Cavallini. Dopo la pausa pranzo in un ristorante tipi-co di Trastevere, visita alla Basilica di S. Crisogono e ai sotterraneipaleocristiani, alla Basilica di Santa Maria in Trastevere, passeggiatanel Rione Trastevere.La prenotazione va effettuata con un versamento, nella sede del FAI,di Euro 20,00 non rimborsabili.Rinnovate tempestivamente la Vostra adesione e fate aderire i Vostri amiciper vivere insieme il meraviglioso mondo del FAI.Per un aggiornamento delle attività del FAI consultare il sito www.faitera-mo.org e il sito del FAI nazionale www.fondoambiente.it

Saluti affettuosi.Franca Di Carlo Giannella

Nel prossimo numero:Alla scoperta di un borgo antico

MUTIGNANOdi Eugenio Giannella

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Dalla dimensione della schizofrenia in cui ècondannato a vegetare, Aiace Telamonio affio-ra per un istante, pronunciando la sua terribileverità sul senso della vita: l’essere umano con-duce la sua esistenza immerso in una lividadimensione di inconsapevolezza che nascondel’essenza delle cose. Quando finalmente egliviene accecato dalla luce abbagliante dellaVerità, è troppo tardi: la Conoscenza loporterà inevitabilmente alla Morte.Nessun eroe come Aiace è stato condan-nato ad incarnare il dualismo tra follia ederoismo, generosità e volontà di morte.Dalla tradizione epica emerge quindi unafigura isolata, dalla titanica fisicità, coe-rente nella sua lealtà .Inutilmente si cer-cherebbe in questo personaggio l’intelli-genza e la duttilità oratoria di Odisseo, ladolente abnegazione di Ettore o il dram-matico fatalismo di Achille. Nel panora-ma degli eroi omerici Aiace resta unincompreso e un isolato: alla sua gigante-sca statura si contrappone la fragilitàemotiva di un fanciullo fiducioso,che si pone difronte alla vita senza mezze misure e compro-messi e che facilmente può essere ferito neisuoi sentimenti. Stupefacente nella sua icastici-tà è la presentazione dell’eroe greco nel VIILibro dell’Iliade. Prossimo alla lotta con Ettore,Aiace avanza sul campo di battaglia “così comeavanza Ares gigante” (ibid. 208). La sapienzanarrativa di Omero va però oltre la semplicedescrizione dell’eroe. Come spesso avviene nelpoema, sono gli oggetti che emblematizzanoun personaggio, contrassegnandone anche ildestino. Aiace si muove verso il nemico “por-

tando lo scudo simile a torre “ ( ibid. 219 ).Questo oggetto di guerra non è solo gigantesco: nella similitudine omerica pare quasi celarsiuna volontà di autoisolamento dell’eroe greco,che certo non ha paura della morte, ma sembraaltresì temere il confronto emozionale con ilsuo avversario. Telamonio infatti tiene “lo scudodavanti al petto” e si ferma “ ad un passo da

Ettore” ( ibid. 224-225 ). Il duello stesso poi èdel tutto singolare : gli avversari si scrutano,scagliano l’uno contro l’altro le lance, l’eroegreco getta addirittura un macigno enormecontro il troiano, “ imprimendovi una forzaimmensa” ( ibid.269 ). Non si giunge però alloscontro diretto, perché interviene Ideo, “ l’aral-do dai saggi pensieri” ( ibid.278 ), il qualesospende il duello per il sopravanzare dellanotte ; la lealtà e la statura morale di Aiace sirivelano attraverso le sue parole : “Ideo, rivolge-tevi ad Ettore : è lui che ha sfidato a duello tutti ipiù forti; parli per primo, ed io farò come lui”

(ibid.284-285). L’episodio si conclude con unoscambio di doni: Ettore diede ad Aiace “ laspada dalle borchie d’argento, con il fodero e lacinghia perfetta ; Aiace gli donò a sua volta la cin-tura splendente di porpora” (ibid. 303-305 ).Entrambi gli oggetti accomuneranno in undestino di morte i due eroi, mentre la loro tra-gedia umana si concluderà idealmente

nell’Aiace di Sofocle.Quando Telamonio si vedrà proditoria-mente sottrarre da Odisseo le armi diAchille, la sua fragilità psichica lo trasci-nerà nel gorgo della follia, da cui riaffio-rerà per un solo ,lucido momento unica-mente per suicidarsi. Spetterà alla suaconcubina, Tecmessa, suggellare colricordo il lontano episodio del VII Librodell’Iliade: “Guardate, in nome degli dei, lasorte di questi due uomini; Ettore con la cin-tura che ricevette da Aiace, fu legato al carroe trascinato fino a morirne; Aiace gettandosisu questa spada - dono di Ettore - ha trova-to la morte” (Sofocle, Aiace 1028-1033).

Anche nel Regno dei Morti lo sventuratoTelamonio svetterà nella sua drammatica uni-cità; quando Odisseo scende nell’Ade, incontramolte anime e “ ognuna diceva la sua pena. Solol’anima di Aiace Telamonio restava in disparte”(Odissea 11, 542-544). Con tragica coerenza ilforte , fragile eroe rifiuta le “parole di miele”(ibid. 552) di Odisseo e si sottrae all’incontrocon il suo rivale per riaffermare in extremis lasua controversa personalità: “Egli non risposeparole ma andò verso l’Erebo fra le anime deglialtri defunti” (ibid. 563-564).

B.D.C.

SATURA LANX 8

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IL GUSTO... LETTERARIO

(…) Aiace si vestì di bronzo accecante.(…) Ad Ettore stesso batté il cuore nel petto.(…) Aiace gli venne vicino, portando (…)

lo scudo di bronzo, a sette strati di pelle di bue.(Iliade VII, 206 passim)

“ Il lungo tempo incommensurabileillumina le cose oscure e nasconde quelle chiare;nulla è veramente inaspettato.

(…) Io vado per la strada che devo percorrere”.(Sofocle – Aiace 646 passim)

A proposito dell’articolo ‘Natale non abita piùqui’ comparso nel numero scorso del giornale(spostiamo a Ferragosto la data del Natale per-ché è una scelta arbitraria e così, forse, il Natalesarà vissuto in modo più vero). Alberto Aiardi,nostro attento lettore , mi segnala un articoloproprio di Vittorio Messori, sul Corriere dellaSera, apparso qualche tempo dopo le afferma-

zioni riportate,in cui precisa,facendo meaculpa, che sem-bra proprioessere il 25

dicembre la data di nascita di Gesù Cristo. Undocente ebreo ( e quindi non sospetto!)dellauniversità di Gerusalemme, a seguito di com-plessi studi e riflessioni, sulla base del Vangelo edei testi di Qumran , ha confermato che la scel-ta della data da parte della Chiesa non è arbitra-ria ma reale: Gesù è nato il 25 dicembre.Per cronaca riporto la notizia, per ovvia corret-tezza riporto la data del Natale al 25 dicembre,per convinzione mantengo la provocazione eauspico un Natale che eviti l’orgia consumisti-ca e i riti di renne e regali.Ringrazio Alberto Aiardi

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La data del NataleTACCUINO

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Ubaldo D’Antonio neo dottore in Scienze della comu-nicazione (Università di Teramo)

RRiiccoorrddaannddoo

Irma Iacondini, madre di Francesco Fagiani

Rita Rubini, animatrice culturale

Landa Cafardi, venuta a mancare dopo una vita lunga eserena

Vito Fazzini, padre di Donato

Sonnino Di Egidio, padre di Adriana amica e collabo-ratrice de “La Tenda”

LLaa TTeennddaa vivrà con il tuo abbonamento:annuale 10 euro, sostenitore 20 euro, cumulativo con la rivista “Prospettiva persona” 37 euro c/c n. 10759645 intestato a CRP,Via N. Palma, 37 - 64100 TeramoPPeerr llee iinnsseerrzziioonnii nneell ““TTaaccccuuiinnoo””:: TTeell.. 00886611..224444776633

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RRiiccoorrddaannddoo Sandro AscaniChe bel giovane eri Sandrino, amato ed integrato fra i tuoi compagni ed amici. Quellavena di esibizionismo, ai tuoi diciotto anni, ancora non nuoceva. Non nuoceva soprat-tutto a te, alla tua vita forse aliena dalla vera violenza. Il fato ha fatto il resto. Noi tutticonosciamo la tua storia. Ti penso come uno fra i migliori. Per il tuo animo fragile e biso-gnoso, per la tua memore attenzione a tanti di noi, per le tue battute inimitabili.Chevita inspiegabile la tua, Sandro. Noi tutti puntiamo sulla logica divina ed a lei ti affi-diamo con amore. Dedda