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Spettacoli Spettacoli Settembre 2009 13 L’Ambasciatore Sette note in un’unica grande voce Teatro Popolare Napoletano, una bella realtà Claudia Tranchese Nella cosiddetta “Società dello spettacolo”, dove il pubblico della cultura è sempre più una massa pla- giata e attratta dai grandi eventi, dove il centro e il paradigma della nostra vita sociale non è più il teatro ma il- centro commerciale, ci stupisce e quasi ci emoziona sapere che c’è an- cora chi dell’arte, quella vera, ne fa una ragione di vita. Brusciano ha l’onore di vantare un gruppo di artisti che, dal lontano 2000, ha dato vita ad una competitiva compagnia teatrale, Teatro Popolare Napoletano, che con ammirevole costanza e dedizione cerca di coinvolgere il più possibile la popolazione tutta. Fondato dall’at- tore nonché regista della compagnia stessa, Antonio Giorgino, e dalla col- laborazione fin dai primi tempi di Mi- chele Di Maio, il gruppo è tra le associazioni che hanno fondato la Fe- derazione Italiana Teatro Amatori a Napoli, soprattutto grazie all’equili- brio stabilitosi all’interno della com- pagnia che lavora in un totale clima di serenità. Oltre ai sopra citati attori, seguono: Milena Spisso, Carmine Monda, Pino Coppola, Alfredo Agre- ste,Valeria Petrone, Teresa Castaldo, Annamaria Auriemma, Daniela Mar- ciano, Mario, Giuseppe, Imma e da poco il piccolo promettente Marco Giorgino. Il genere preferito del gruppo è quello brillante, che dopo una selezionata ricerca di commedie nella tradizione del teatro italiano e napoletano, con grande abilità, le ri- propone in una chiave nuova, origi- nale. La compagnia predilige i testi di PietroTrinchera, autore del teatro set- tecentesco, Francesco Cerlone, noto librettista e drammaturgo italiano, Antonio Petito, il cosiddetto re dei Pulcinella, e il grande Raffaele Vi- viani, noto commediografo e autore di rinomate canzoni napoletane. L’as- sociazione fin dai primi tempi riesce ad ottenere ammirazione, riesce a coinvolgere lo spettatore, ad incurio- sirlo e a mantenerlo attento fino alla chiusura del sipario: questo l’ele- mento principale che porta la compa- gnia a vincere numerosi premi, non solo nel contesto napoletano ma anche in diverse regioni italiane. La compagnia gira l’Italia e vanta pre- senze in teatri rinomati quali il Bel- lini ed il Cilea di Napoli, il San Babila di Milano, e ancora in teatri calabresi quali il Morano, Crotone, Rosarno, e infine nel teatro comunale di Isernia, Latina e Salerno. Si esibisce inoltre anche in note piazze come quella di Manfredonia, Terracina, Formia, Ter- mini Imerese. Tutto questo senza per- dere di vista ilposto che l’ha vista nascere e con il tempo consolidarsi: quest’anno, infatti, la compagnia ha partecipato ad un programma di atti- vità teatrali proposto dalla “Fita” e ben accettato dal Comune di Bru- sciano che ha messo a disposizione il Centro Polivalente Culturale “Ex Chiesetta della Pietà”, in via San Francesco. Oltre alla partecipazione dello stesso gruppo Teatro Popolare- Napoletano, si è assistito a rappre- sentazioni di compagnie provenienti da varie parti della Campania quali la Compagnia “Il Faro” ed il gruppo “Gad Radici”, che con grande suc- cesso hanno stupito la popolazione locale. E’ proprio a quest’ultima che il regista della compagnia, Giorgino, si rivolge, ricordando che il teatro non solo è arte ma è anche luogo della comunicazione libera e per que- sto va difeso, va sostenuto con la di- scussione ma soprattutto con la presenza. «Il teatro -continua- do- vrebbe essere visto come un’oppor- tunità per riunirsi, per confrontarsi, ma soprattutto dovrebbe interessare non la solita elite ma l’intera cittadi- nanza. Vorrei soprattutto che i giovani smettessero di vedere il teatro come un parcheggio per vecchi!». «Sa- rebbe pertanto auspicabileche la pla- tea si affollasse di concittadini e non, considerando il teatro non più uno strumento di consenso ma un mezzo atto alla crescita culturale di cia- scuno». ‘Ilteatro ci fa discutere’, con- cluderebbe il poeta Raboni,“magari ci divide: è l’essenza della democra- zia, non della falsa unanimità”. Daniela De Simone “Spesso si parla di passioni, di vo- cazioni, ma non si considera mai l’arte, qualsiasi forma essa assume, come uno stile di vita”. Queste sono state le parole con cui ha esordito An- tonio Braccolino, un ventitreenne ori- ginario di Brusciano, il quale, ha fatto del canto, la sua arte, il suo stile di vita a parte diversa dalla quotidianità che vive un ragazzo della sua età. Egli ha iniziato letteralmente per gioco dato che per lui cantare, significava stac- care dalla solita routine, si sentiva rin- corso da una forza ma, non avendo la maturità di capire, come risposta, aveva il canto; ora da adulto la situa- zione si è invertita perché è lui a rin- correre la musica lasciandogli la re- sponsabilità di trovare le sue risposte nel canto. Non c’è un momento da poter associare agli esordi di questo giovane baritono, dato che canta da sempre, sostenuto prima dalla sua fa- miglia e in seguito dagli amici e dalle persone che hanno creduto in lui. Quando era in prima media, Antonio Braccolino, ha scoperto il coro poli- fonico che animava le SS. Messe nella chiesa Santa Maria delle Grazie a Brusciano diretto da Imperia Nigro, la quale, anche lei aveva capito che in Antonio c’erano delle doti nascoste che solo con uno studio attento e con- tinuo sarebbero uscite fuori, così ha insistito che continuasse a studiare non più a livello amatoriale ma a li- vello professionale. Secondo Anto- nio: «Quando si decide di dedicarsi all’arte, non quell’amatoriale, bisogna sempre chiedersi il perché, bisogna mettersi sempre in discussione perché solo così riesci in ciò che credi». Braccolino frequenta da 5 anni il Conservatorio “Martucci” di Salerno dove ha la fortuna di studiare con il Maestro Marilena Laurenza, una so- prano, che ha cantato con Pavarotti, è stata diretta dal Maestro Muti, la quale, lo segue nello studio della tec- nica vocale ed è seguito anche da un foniatra il quale tiene sotto controllo le corde vocali del nostro tenore. La giornata tipo di un lirico è: risveglio vocale, controllo della voce, un po’ di pianoforte, uno studio approfondito d’ascolto di pezzi di musica perché: “chi fa musica deve saper ascoltare, solo chi è un buon ascoltatore è ca- pace di essere un buon interprete!”. Tanti sono i sogni di chi ha scelto que- sta arte come baricentro della propria vita, ma quelli di Antonio Braccolino sono molto raggiungibili, si pone delle mete basandosi sulle sue capa- cità: «Mi piacerebbe entrare nel coro di un teatro che può essere il San Carlo di Napoli o La Scala di Milano, anche perché in Italia abbiamo la for- tuna di avere grandi strutture che hanno fatto la storia del teatro del- l’opera». Gli stessi teatri calpestati dai più grandi miti di chi ama e vive la musica lirica, da Luciano Pavarotti a Maria Callas, anche se per un ragazzo La compagnia diretta da Giorgino riscuote molti consensi. «Il teatro un palcoscenico aperto a tutti» IL TENORE BRUSCIANESE ANTONIO BRACCOLINO: «IL CANTO, UNO STILE MUSICALE CHE RIEMPIE LA VITA DI TANTE SODDISFAZIONI» Antonio Braccolino Foto degli attori della compagnia teatrale bruscianese semplice come lui i miti più grandi sono i suoi genitori che lo hanno so- stenuto, aiutato, incoraggiato in ogni sua scelta: «E’ solo grazie a loro che sono riuscito a veder realizzata una parte del mio sogno! Sto sempre lì a spiegare quella che è la musica clas- sica che cos’è un’opera, in breve c’è tanto dialogo tra noi!»

La compagnia diretta da Giorgino riscuote molti consensi ... · ben accettato dal Comune di Bru-sciano che ha messo a disposizione il Centro Polivalente Culturale “Ex Chiesetta

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Page 1: La compagnia diretta da Giorgino riscuote molti consensi ... · ben accettato dal Comune di Bru-sciano che ha messo a disposizione il Centro Polivalente Culturale “Ex Chiesetta

SpettacoliSpettacoliSettembre 2009 13L’Ambasciatore

Sette note in un’unica grande voce

Teatro Popolare Napoletano, una bella realtà Claudia Tranchese

Nella cosiddetta “Società dellospettacolo”, dove il pubblico dellacultura è sempre più una massa pla-giata e attratta dai grandi eventi, doveil centro e il paradigma della nostravita sociale non è più il teatro ma il-centro commerciale, ci stupisce equasi ci emoziona sapere che c’è an-cora chi dell’arte, quella vera, ne fauna ragione di vita. Brusciano hal’onore di vantare un gruppo di artistiche, dal lontano 2000, ha dato vita aduna competitiva compagnia teatrale,Teatro Popolare Napoletano, che conammirevole costanza e dedizionecerca di coinvolgere il più possibilela popolazione tutta. Fondato dall’at-tore nonché regista della compagniastessa, Antonio Giorgino, e dalla col-laborazione fin dai primi tempi di Mi-chele Di Maio, il gruppo è tra leassociazioni che hanno fondato la Fe-derazione Italiana Teatro Amatori aNapoli, soprattutto grazie all’equili-brio stabilitosi all’interno della com-pagnia che lavora in un totale climadi serenità. Oltre ai sopra citati attori,seguono: Milena Spisso, CarmineMonda, Pino Coppola, Alfredo Agre-ste,Valeria Petrone, Teresa Castaldo,Annamaria Auriemma, Daniela Mar-ciano, Mario, Giuseppe, Imma e dapoco il piccolo promettente MarcoGiorgino. Il genere preferito delgruppo è quello brillante, che dopouna selezionata ricerca di commedienella tradizione del teatro italiano enapoletano, con grande abilità, le ri-propone in una chiave nuova, origi-nale. La compagnia predilige i testi diPietroTrinchera, autore del teatro set-tecentesco, Francesco Cerlone, notolibrettista e drammaturgo italiano,Antonio Petito, il cosiddetto re deiPulcinella, e il grande Raffaele Vi-viani, noto commediografo e autoredi rinomate canzoni napoletane. L’as-sociazione fin dai primi tempi riescead ottenere ammirazione, riesce acoinvolgere lo spettatore, ad incurio-sirlo e a mantenerlo attento fino allachiusura del sipario: questo l’ele-mento principale che porta la compa-

gnia a vincere numerosi premi, nonsolo nel contesto napoletano maanche in diverse regioni italiane. Lacompagnia gira l’Italia e vanta pre-senze in teatri rinomati quali il Bel-lini ed il Cilea di Napoli, il San Babiladi Milano, e ancora in teatri calabresiquali il Morano, Crotone, Rosarno, einfine nel teatro comunale di Isernia,Latina e Salerno. Si esibisce inoltreanche in note piazze come quella diManfredonia, Terracina, Formia, Ter-mini Imerese. Tutto questo senza per-dere di vista ilposto che l’ha vistanascere e con il tempo consolidarsi:quest’anno, infatti, la compagnia hapartecipato ad un programma di atti-vità teatrali proposto dalla “Fita” eben accettato dal Comune di Bru-sciano che ha messo a disposizione ilCentro Polivalente Culturale “ExChiesetta della Pietà”, in via SanFrancesco. Oltre alla partecipazionedello stesso gruppo Teatro Popolare-Napoletano, si è assistito a rappre-sentazioni di compagnie provenientida varie parti della Campania quali la

Compagnia “Il Faro” ed il gruppo“Gad Radici”, che con grande suc-cesso hanno stupito la popolazionelocale. E’ proprio a quest’ultima cheil regista della compagnia, Giorgino,si rivolge, ricordando che il teatronon solo è arte ma è anche luogodella comunicazione libera e per que-sto va difeso, va sostenuto con la di-scussione ma soprattutto con lapresenza. «Il teatro -continua- do-vrebbe essere visto come un’oppor-tunità per riunirsi, per confrontarsi,ma soprattutto dovrebbe interessarenon la solita elite ma l’intera cittadi-nanza. Vorrei soprattutto che i giovanismettessero di vedere il teatro comeun parcheggio per vecchi!». «Sa-rebbe pertanto auspicabileche la pla-tea si affollasse di concittadini e non,considerando il teatro non più unostrumento di consenso ma un mezzoatto alla crescita culturale di cia-scuno». ‘Ilteatro ci fa discutere’, con-cluderebbe il poeta Raboni,“magarici divide: è l’essenza della democra-zia, non della falsa unanimità”.

Daniela De Simone

“Spesso si parla di passioni, di vo-cazioni, ma non si considera mail’arte, qualsiasi forma essa assume,come uno stile di vita”. Queste sonostate le parole con cui ha esordito An-tonio Braccolino, un ventitreenne ori-ginario di Brusciano, il quale, ha fattodel canto, la sua arte, il suo stile di vitaa parte diversa dalla quotidianità chevive un ragazzo della sua età. Egli hainiziato letteralmente per gioco datoche per lui cantare, significava stac-care dalla solita routine, si sentiva rin-corso da una forza ma, non avendo lamaturità di capire, come risposta,aveva il canto; ora da adulto la situa-zione si è invertita perché è lui a rin-

correre la musica lasciandogli la re-sponsabilità di trovare le sue rispostenel canto. Non c’è un momento dapoter associare agli esordi di questogiovane baritono, dato che canta dasempre, sostenuto prima dalla sua fa-miglia e in seguito dagli amici e dallepersone che hanno creduto in lui.Quando era in prima media, AntonioBraccolino, ha scoperto il coro poli-fonico che animava le SS. Messenella chiesa Santa Maria delle Graziea Brusciano diretto da Imperia Nigro,la quale, anche lei aveva capito che inAntonio c’erano delle doti nascosteche solo con uno studio attento e con-tinuo sarebbero uscite fuori, così hainsistito che continuasse a studiarenon più a livello amatoriale ma a li-

vello professionale. Secondo Anto-nio: «Quando si decide di dedicarsiall’arte, non quell’amatoriale, bisognasempre chiedersi il perché, bisognamettersi sempre in discussione perchésolo così riesci in ciò che credi».Braccolino frequenta da 5 anni ilConservatorio “Martucci” di Salernodove ha la fortuna di studiare con ilMaestro Marilena Laurenza, una so-prano, che ha cantato con Pavarotti, èstata diretta dal Maestro Muti, laquale, lo segue nello studio della tec-nica vocale ed è seguito anche da unfoniatra il quale tiene sotto controllole corde vocali del nostro tenore. Lagiornata tipo di un lirico è: risvegliovocale, controllo della voce, un po’ dipianoforte, uno studio approfondito

d’ascolto di pezzi di musica perché:“chi fa musica deve saper ascoltare,solo chi è un buon ascoltatore è ca-pace di essere un buon interprete!”.Tanti sono i sogni di chi ha scelto que-sta arte come baricentro della propriavita, ma quelli di Antonio Braccolinosono molto raggiungibili, si ponedelle mete basandosi sulle sue capa-cità: «Mi piacerebbe entrare nel corodi un teatro che può essere il SanCarlo di Napoli o La Scala di Milano,anche perché in Italia abbiamo la for-tuna di avere grandi strutture chehanno fatto la storia del teatro del-l’opera». Gli stessi teatri calpestati daipiù grandi miti di chi ama e vive lamusica lirica, da Luciano Pavarotti aMaria Callas, anche se per un ragazzo

La compagnia diretta da Giorgino riscuote molti consensi. «Il teatro un palcoscenico aperto a tutti»

G IL TENORE BRUSCIANESE ANTONIO BRACCOLINO: «IL CANTO, UNO STILE MUSICALE CHE RIEMPIE LA VITA DI TANTE SODDISFAZIONI»

Antonio Braccolino

Foto degli attori della compagnia teatrale bruscianese

semplice come lui i miti più grandisono i suoi genitori che lo hanno so-stenuto, aiutato, incoraggiato in ognisua scelta: «E’ solo grazie a loro chesono riuscito a veder realizzata unaparte del mio sogno! Sto sempre lì aspiegare quella che è la musica clas-sica che cos’è un’opera, in breve c’ètanto dialogo tra noi!»