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Cittadinanza femminile e condizione della donna nel divenire dell'Italia del '900. Illustra i più significativi mutamenti intervenuti nelle condizioni femminili sotto diversi profili giuridico-economico e socio-culturale spiegandone le cause e le conseguenze La figura della donna è stata in qualche modo sempre un elemento passivo qanto tuttavia centrale all'interno della cultura occidentale. Generazioni di poeti ed artisti hanno dedicato la propria vita (non solo artistica) alle loro amate che tuttavia rimangono esclusivamente oggetto dell'arte e non ne prendono quasi mai in prima persona possesso. Strumento dell'eros all'interno della corrente neoplatonica umanistica rimase sempre un'astrazione nel passato l'idea di una donna che prendesse davvero "potenza di sè" e delle proprie capacità, una donna ancora legata al dogma della propria inferiorità in una "cultura del più forte" impossibile da sostenere. Il novecento dal punto di vista socio-culturale ha visto l'affermarsi della figura femminile come organo essenziale della società e della cultura. La donna prende coscenza di sè e del proprio ruolo sociale riuscendo ad emergere prima nei paesi più avanzati come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, in seguito negli altri Paesi occidentali. L'evoluzione positiva della considerazione della donna nel mondo occidentale è tuttavia un fatto assai recente che si colloca nei primi decenni del '900. Ciò che caratterizzerà l'emancipazione femminile sarà senza dubbio il pieno riconoscimento alla donna dei diritti politici (di voto e di partecipazione alle cariche dello stato). Nel primo decennio del XX secolo molto paesi della confederazione americana le riconoscevano tale diritto. Seguiranno Danimarca, Paesi Bassi e Gran Bretagna che tuttavia riserverà un simile "privilegio" soltanto alle donne che avessero compiuto i 30anni. L'Italia sembra quasi la ruota di scorta in questo lungo processo di esaltazione della figura femminile, un Italia che dovrà attendere il 1945 per veder riconosciuto alle proprie donne quel diritto di voto che le rendeva da un punto di vista politico (più ideale che pratico) alla pari degli uomini. A sorpresa tuttavia è proprio l'Italia che dal secondo dopoguerra trainerà la "rivoluzione femminista" riuscendo a centrare numerosi obbiettivi come il raggiungimento nel 1980 della possibilità da parte delle donne di accedere a tutte le cariche pubbliche eccetto quelle militari e diplomatiche. E' da questo momento un susseguirsi di successi sociali senza precedenti nell'universo femminile. La fugura femminile che fino a pochi decenni prima vestiva esclusivamente il grembiule domestico ora di trova a vestire abiti nuovi affacciandosi a nuovi ed innumerevoli interessi, rifiutando quella condizione di sottomissione che fino a poco tempo prima accettava passivamente. Ma quali le cause di un così repentino cambiamento, di una così grande rivoluzione socio- culturale? Chiaramente il processo di emancipazione va inquadrato nell'ottica di un generale cambiamento sociale. L'industrializzazione del XX secolo aveva permesso l'apertura della famiglia che ora viveva in un più generale benessere sotto ogni punto di vista. La possibilità di accedere all'istruzione da parte di tutti (o quasi) aveva consentito lo svincolarsi della donna da quello che era uno dei suoi compiti principali, l'educazione dei figli. Si assiste dunque ad un netto cambiamento che il mondo occidentale avvertiva con trepidazione, quasi con necessità. C'era bisogno della donna nella società, nella politica; c'era bisogno di innovazione e rinnovamento che la donna avrebbe portato con successo. Oggigiorno, tuttavia, si parla sempre più spesso di pari opportunità e ciò fa capire quanto, nonostante gli sforzi profusi dalle suffraggette di tutto il mondo occidentale, la figura della donna sia legata a sciocche tradizioni e consuetudini che limitano la ibertà della donna. L'emancipazione femminile ha dimostrato l'infondatezza di tali pensieri: le donne hanno

la donna nel '900 (maturità 2008)

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Page 1: la donna nel '900 (maturità 2008)

Cittadinanza femminile e condizione della donna nel divenire dell'Italia del '900. Illustra i più significativi mutamenti intervenuti nelle condizioni femminili sotto diversi profili giuridico-economico e socio-culturale spiegandone le cause e le conseguenze La figura della donna è stata in qualche modo sempre un elemento passivo qanto tuttavia centrale all'interno della cultura occidentale. Generazioni di poeti ed artisti hanno dedicato la propria vita (non solo artistica) alle loro amate che tuttavia rimangono esclusivamente oggetto dell'arte e non ne prendono quasi mai in prima persona possesso. Strumento dell'eros all'interno della corrente neoplatonica umanistica rimase sempre un'astrazione nel passato l'idea di una donna che prendesse davvero "potenza di sè" e delle proprie capacità, una donna ancora legata al dogma della propria inferiorità in una "cultura del più forte" impossibile da sostenere. Il novecento dal punto di vista socio-culturale ha visto l'affermarsi della figura femminile come organo essenziale della società e della cultura. La donna prende coscenza di sè e del proprio ruolo sociale riuscendo ad emergere prima nei paesi più avanzati come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, in seguito negli altri Paesi occidentali. L'evoluzione positiva della considerazione della donna nel mondo occidentale è tuttavia un fatto assai recente che si colloca nei primi decenni del '900. Ciò che caratterizzerà l'emancipazione femminile sarà senza dubbio il pieno riconoscimento alla donna dei diritti politici (di voto e di partecipazione alle cariche dello stato). Nel primo decennio del XX secolo molto paesi della confederazione americana le riconoscevano tale diritto. Seguiranno Danimarca, Paesi Bassi e Gran Bretagna che tuttavia riserverà un simile "privilegio" soltanto alle donne che avessero compiuto i 30anni. L'Italia sembra quasi la ruota di scorta in questo lungo processo di esaltazione della figura femminile, un Italia che dovrà attendere il 1945 per veder riconosciuto alle proprie donne quel diritto di voto che le rendeva da un punto di vista politico (più ideale che pratico) alla pari degli uomini. A sorpresa tuttavia è proprio l'Italia che dal secondo dopoguerra trainerà la "rivoluzione femminista" riuscendo a centrare numerosi obbiettivi come il raggiungimento nel 1980 della possibilità da parte delle donne di accedere a tutte le cariche pubbliche eccetto quelle militari e diplomatiche. E' da questo momento un susseguirsi di successi sociali senza precedenti nell'universo femminile. La fugura femminile che fino a pochi decenni prima vestiva esclusivamente il grembiule domestico ora di trova a vestire abiti nuovi affacciandosi a nuovi ed innumerevoli interessi, rifiutando quella condizione di sottomissione che fino a poco tempo prima accettava passivamente. Ma quali le cause di un così repentino cambiamento, di una così grande rivoluzione socio-culturale? Chiaramente il processo di emancipazione va inquadrato nell'ottica di un generale cambiamento sociale. L'industrializzazione del XX secolo aveva permesso l'apertura della famiglia che ora viveva in un più generale benessere sotto ogni punto di vista. La possibilità di accedere all'istruzione da parte di tutti (o quasi) aveva consentito lo svincolarsi della donna da quello che era uno dei suoi compiti principali, l'educazione dei figli. Si assiste dunque ad un netto cambiamento che il mondo occidentale avvertiva con trepidazione, quasi con necessità. C'era bisogno della donna nella società, nella politica; c'era bisogno di innovazione e rinnovamento che la donna avrebbe portato con successo. Oggigiorno, tuttavia, si parla sempre più spesso di pari opportunità e ciò fa capire quanto, nonostante gli sforzi profusi dalle suffraggette di tutto il mondo occidentale, la figura della donna sia legata a sciocche tradizioni e consuetudini che limitano la ibertà della donna. L'emancipazione femminile ha dimostrato l'infondatezza di tali pensieri: le donne hanno

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saputo eguagliare, e in molti campi superare, il genere maschile ma ancora si fa fatica ad accettare questa nuova realtà.