98
2263 PARTE TRENTASETTESIMA La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza della comunità Cap. I Dalla tutela della legalità alla tutela dell’inco- lumità e della sicurezza urbana 1. La domanda di sicurezza Per effetto di molteplici e complessi fenomeni eco- nomici, sociali e politici, anche internazionali le esigenze di sicurezza e di ordine pubblico nel corso degli ultimi anni sono state, purtroppo, sempre più capillarmente avvertite dai cittadini, troppo spesso a diretto contatto con episodi di criminalità. Se, da un lato, si è definita una morfologia della crimina- lità costituita in prevalenza da microcriminalità e criminalità diffusa, e quindi fortemente legata alla dimensione locale dalla quale ne è derivata una for- te territorializzazione della domanda di sicurezza, quest’ultima risulta accresciuta anche dal mostrarsi di comportamenti aggressivi non appartenenti alla matrice prettamente criminale ma, piuttosto, da devianze di vario genere. La tutela della incolumità personale e patrimoniale è ora avvertita come un’esigenza primaria da parte delle comunità, trasferitasi conseguentemente negli obiettivi delle amministrazioni comunali. Il legislatore è intervenuto già nel corso del 2008 attribuendo al Sindaco, nell’esercizio delle fun- zioni di competenza statale di cui all’art. 54 Tuel - e cioè quale ufficiale di Governo - la possibilità di adottare “con atto motivato provvedimenti, an- che contingibili e urgenti nel rispetto dei princìpi generali dell’ordinamento al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumi- tà pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al presente comma sono preventivamente co- municati al prefetto anche ai fini della predispo- sizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione” (c. 4). In questo contesto il ruolo che la polizia locale è chiamata a svolgere si caratterizza sempre più per gli aspetti di lotta alla criminalità e di presidio co- stante e visibile sul territorio. In tal senso, a seguito della riscrittura dell’art. 54 Tuel da parte dell’art. 6 del D.L. 23 maggio 2008, n. 92, come convertito in legge n. 125/2008, sono venute in maggior rilievo le attribuzioni del sin- daco afferenti la vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico. In virtù di tale articolo il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende altresì all’emanazio- ne degli atti al medesimo attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica, nonché allo svolgimento delle funzioni affidategli in quest’ultima materia e nell’ambito della polizia giudiziaria. 2. L’approccio strategico I problemi di sicurezza urbana si configurano come fenomeni complessi e articolati che si sviluppano in contesti metropolitani e territoriali di vario tipo (come emerso anche dalla IV Conferenza Regionale sulla Sicurezza Integrata in Piemonte, Torino no- vembre 2013). Accanto ai problemi di criminalità e di devianza, continuano ad essere centrali per il sentimento di insicurezza dei cittadini le questioni afferenti il degrado urbano, alla frattura nelle rela- zioni e alla conflittualità sociale, alla vulnerabilità e alla vittimizzazione, resi ancor più sensibili dalla crisi economica che produce effetti sulla coesione e sulla convivenza delle comunità. La gestione di un fenomeno tanto complesso deve dunque declinarsi in una serie di azioni e di strate- gie territoriali di ampio respiro. La necessità di raggiungere risultati concreti nella lotta alle diverse forme di criminalità, tenuto conto della disponibilità di risorse comunque limitata, ri- chiede la definizione di un approccio strategico che consenta una visione allo stesso tempo complessiva e puntuale dei vari aspetti interessati. La tutela della legalità, in relazione alle attività della stessa comunità locale, si articola in azioni da porre in essere a diversi livelli, ciascuno ugualmente im-

La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

  • Upload
    others

  • View
    27

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

2263

Parte trentasettesima

La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni

Riccardo Narducci

TITOLO I

La sicurezza della comunità

Cap. IDalla tutela della legalità alla tutela dell’inco-lumità e della sicurezza urbana

1. La domanda di sicurezza

Per effetto di molteplici e complessi fenomeni eco-nomici, sociali e politici, anche internazionali le esigenze di sicurezza e di ordine pubblico nel corso degli ultimi anni sono state, purtroppo, sempre più capillarmente avvertite dai cittadini, troppo spesso a diretto contatto con episodi di criminalità. Se, da un lato, si è definita una morfologia della crimina-lità costituita in prevalenza da microcriminalità e criminalità diffusa, e quindi fortemente legata alla dimensione locale dalla quale ne è derivata una for-te territorializzazione della domanda di sicurezza, quest’ultima risulta accresciuta anche dal mostrarsi di comportamenti aggressivi non appartenenti alla matrice prettamente criminale ma, piuttosto, da devianze di vario genere.La tutela della incolumità personale e patrimoniale è ora avvertita come un’esigenza primaria da parte delle comunità, trasferitasi conseguentemente negli obiettivi delle amministrazioni comunali.Il legislatore è intervenuto già nel corso del 2008 attribuendo al Sindaco, nell’esercizio delle fun-zioni di competenza statale di cui all’art. 54 Tuel - e cioè quale ufficiale di Governo - la possibilità di adottare “con atto motivato provvedimenti, an-che contingibili e urgenti nel rispetto dei princìpi generali dell’ordinamento al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumi-tà pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al presente comma sono preventivamente co-municati al prefetto anche ai fini della predispo-sizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione” (c. 4).In questo contesto il ruolo che la polizia locale è chiamata a svolgere si caratterizza sempre più per

gli aspetti di lotta alla criminalità e di presidio co-stante e visibile sul territorio.In tal senso, a seguito della riscrittura dell’art. 54 Tuel da parte dell’art. 6 del D.L. 23 maggio 2008, n. 92, come convertito in legge n. 125/2008, sono venute in maggior rilievo le attribuzioni del sin-daco afferenti la vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico. In virtù di tale articolo il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende altresì all’emanazio-ne degli atti al medesimo attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica, nonché allo svolgimento delle funzioni affidategli in quest’ultima materia e nell’ambito della polizia giudiziaria.

2. L’approccio strategico

I problemi di sicurezza urbana si configurano come fenomeni complessi e articolati che si sviluppano in contesti metropolitani e territoriali di vario tipo (come emerso anche dalla IV Conferenza Regionale sulla Sicurezza Integrata in Piemonte, Torino no-vembre 2013). Accanto ai problemi di criminalità e di devianza, continuano ad essere centrali per il sentimento di insicurezza dei cittadini le questioni afferenti il degrado urbano, alla frattura nelle rela-zioni e alla conflittualità sociale, alla vulnerabilità e alla vittimizzazione, resi ancor più sensibili dalla crisi economica che produce effetti sulla coesione e sulla convivenza delle comunità.La gestione di un fenomeno tanto complesso deve dunque declinarsi in una serie di azioni e di strate-gie territoriali di ampio respiro.La necessità di raggiungere risultati concreti nella lotta alle diverse forme di criminalità, tenuto conto della disponibilità di risorse comunque limitata, ri-chiede la definizione di un approccio strategico che consenta una visione allo stesso tempo complessiva e puntuale dei vari aspetti interessati.La tutela della legalità, in relazione alle attività della stessa comunità locale, si articola in azioni da porre in essere a diversi livelli, ciascuno ugualmente im-

Page 2: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2264

portante essendo, la legalità appunto, una situazio-ne di fatto (oltre che di diritto) non suscettibile di frammentazioni in ordine all’importanza dell’even-to contrario a tale situazione.In questo senso viene di seguito proposta una me-todologia di definizione degli obiettivi strategici da attuare in base alle seguenti prospettive che dovreb-be coinvolgere diverse amministrazioni pubbliche e più settori funzionali dell’ente locale:

• controllo del territorio: ovvero gli interventi ope-rativi da realizzarsi, differenziati in base al grado di criminalità presente nelle diverse zone del territo-rio;

• misure amministrative: che interessano cioè l’or-ganizzazione della struttura comunale, con parti-colare riferimento alla polizia municipale, nonché l’avvio di programmi di educazione alla legalità, e la definizione di interventi di assistenza concreta e di solidarietà alle vittime della criminalità;

• coordinamento e concertazione: iniziative di con-certazione fra i vari soggetti presenti sul territorio a vario titolo (dalle associazioni di volontariato, ai comitati spontanei, alle istituzioni), ed il coordina-mento fra tutte le forme di polizia;

• riqualificazione territoriale: attivazione degli stru-menti di riqualificazione urbana, di governo del territorio (dall’urbanistica alla viabilità), e di pro-mozione dello sviluppo;

per far fronte alle diverse problematiche presenti sul territorio, che possono essere costituite da:

- devianza giovanile;

- immigrazione;

- sfruttamento della prostituzione;

- tossicodipendenza;

- delinquenza organizzata;

- furti e rapine;

- violenza e bullismo.

In base agli obiettivi strategici così individuati è pos-sibile definire gli interventi da attuare, finalizzandoli nei documenti programmatici, previsionali e di ge-stione propri dell’amministrazione locale.

3. L’incolumità pubblica

Nel contesto dei provvedimenti urgenti adotta-ti con il D.L. n. 92/2008, poi convertito in legge n. 125/2008, in materia di sicurezza pubblica è stato ridefinito l’art. 54 Tuel in materia di attribuzioni del

sindaco quale ufficiale di Governo, di cui al par. 1.2. del successivo cap. II.In tale contesto (e quindi ai fini del ricordato art. 54) il D.M. 5 agosto 2008 (in G.U. 9 agosto 2008, n. 186) ha definito il concetto di “incolumità pubblica”, cioè l’integrità fisica della popolazione. Si presuppo-ne, cioè, una situazione di estrema gravità dipen-dente da fattori fra i più disparati (e non solo ter-remoti, frane, valanghe, inondazioni e simili eventi catastrofici), idonei a porre in pericolo l’incolumità di un numero indeterminato di persone (cfr. Cass. pen., sez. IV, 4 novembre 2015, n. 46400).Per il nuovo concetto di “sicurezza urbana”, già og-getto del citato D.M., si veda il successivo par. 4.

4. La sicurezza urbana

L’art. 4 del D.L. n. 14/2017 reca la nuova definizio-ne di “sicurezza urbana”, ora così intesa: «Si intende per sicurezza urbana il bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città, da perseguire anche attraverso interventi di riqualificazione, an-che urbanistica, sociale e culturale, e recupero delle aree o dei siti degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, la prevenzione della criminalità, in particolare di tipo predatorio, la promozione della cultura del rispetto della lega-lità e l’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile, cui concorrono priorita-riamente, anche con interventi integrati, lo Stato, le Regioni e Province autonome di Trento e di Bolzano e gli enti locali, nel rispetto delle rispettive compe-tenze e funzioni».

5. La sicurezza integrata

Con il D.L. 20 febbraio 2017, n. 14 (in G.U. 20 feb-braio 2017, n. 42), convertito dalla legge 18 apri-le 2017, n. 48, sono state adottate disposizioni in materia di sicurezza delle città per corrispondere a sempre più sentite esigenze in tal senso delle co-munità locali, spesso esasperate da ripetuti atti di microcriminalità e da un diffuso senso di insicurez-za, anche correlato ai fenomeni che caratterizzano la nostra società in questi tempi. Il provvedimento è improntato a definire una politica integrata per la sicurezza delle città, da parte dei soggetti deputati ad intervenire. È in tal senso considerato l’insieme degli interventi assicurati dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province autonome di Trento e Bolzano e dagli enti locali, nonché da altri soggetti istituzionali, al fine di concorrere, ciascuno nell’ambito delle pro-prie competenze e responsabilità, alla promozione

Page 3: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2265

e all’attuazione di un sistema unitario e integrato di sicurezza per il benessere delle comunità territoriali.Le linee generali delle politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata sono adottate, su proposta del Ministro dell’interno, con accordo sancito in sede di Conferenza Unificata e sono ri-volte, prioritariamente, a coordinare, per lo svol-gimento di attività di interesse comune, l’esercizio delle competenze dei soggetti istituzionali coinvolti, anche con riferimento alla collaborazione tra le for-ze di polizia e la polizia locale, nei seguenti settori d’intervento:

a) scambio informativo, per gli aspetti di interesse nell’ambito delle rispettive attribuzioni istituziona-li, tra la polizia locale e le forze di polizia presenti sul territorio;

b) interconnessione, a livello territoriale, delle sale operative della polizia locale con le sale operative delle forze di polizia e regolamentazione dell’uti-lizzo in comune di sistemi di sicurezza tecnologica finalizzati al controllo delle aree e delle attività sog-gette a rischio;

c) aggiornamento professionale integrato per gli operatori della polizia locale e delle forze di po-lizia.

Le linee generali tengono conto della necessità di migliorare la qualità della vita e del territorio e di favorire l’inclusione sociale e la riqualificazione socio-culturale delle aree interessate.Lo Stato e le Regioni e Province autonome di Tren-to e Bolzano possono concludere specifici accordi per la promozione della sicurezza integrata, anche diretti a disciplinare gli interventi a sostegno del-la formazione e dell’aggiornamento professionale del personale della polizia locale. Anche sulla base di tali accordi possono sostenere, nell’ambito delle proprie competenze e funzioni, iniziative e progetti volti ad attuare interventi di promozione della si-curezza integrata nel territorio di riferimento, ivi inclusa l’adozione di misure di sostegno finanziario a favore dei comuni maggiormente interessati da fe-nomeni di criminalità diffusa.

6. Patti per la sicurezza urbana

Con appositi patti sottoscritti tra il prefetto ed il sindaco, nel rispetto di linee guida adottate, su pro-posta del Ministro dell’interno, con accordo sancito in sede di Conferenza Stato-Città e autonomie loca-li, possono essere individuati, in relazione alla speci-ficità dei contesti, interventi per la sicurezza urbana,

tenuto conto anche delle esigenze delle aree rurali confinanti con il territorio urbano.I patti per la sicurezza urbana perseguono, priorita-riamente, i seguenti obiettivi:

a) prevenzione e contrasto dei fenomeni di crimi-nalità diffusa e predatoria, attraverso servizi e in-terventi di prossimità, in particolare a vantaggio delle zone maggiormente interessate da fenomeni di degrado, anche coinvolgendo, mediante appositi accordi, le reti territoriali di volontari per la tutela e la salvaguardia dell’arredo urbano, delle aree verdi e dei parchi cittadini e favorendo l’impiego delle forze di polizia per far fronte ad esigenze straordinarie di controllo del territorio, nonché attraverso l’installa-zione di sistemi di videosorveglianza;

b) promozione e tutela della legalità, anche median-te mirate iniziative di dissuasione di ogni forma di condotta illecita, compresi l’occupazione arbitraria di immobili e lo smercio di beni contraffatti o falsi-ficati, nonché la prevenzione di altri fenomeni che comunque comportino turbativa del libero utilizzo degli spazi pubblici;

c) promozione del rispetto del decoro urbano, an-che valorizzando forme di collaborazione interisti-tuzionale tra le amministrazioni competenti, fina-lizzate a coadiuvare l’ente locale nell’individuazione di aree urbane su cui insistono plessi scolastici e sedi universitarie, musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali o altri istituti e luoghi della cultura o comunque interessati da consistenti flussi turistici, ovvero adibite a verde pubblico, da sotto-porre a particolare tutela;

c-bis) promozione dell’inclusione, della protezione e della solidarietà sociale mediante azioni e progetti per l’eliminazione di fattori di marginalità, anche valorizzando la collaborazione con enti o associa-zioni operanti nel privato sociale, in coerenza con le finalità del Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale.

I patti sono sottoscritti tra il prefetto e il sindaco, anche tenendo conto di eventuali indicazioni o osservazioni acquisite da associazioni di categoria comparativamente più rappresentative.

7. Il Comitato metropolitano

Per l’analisi, la valutazione e il confronto sulle te-matiche di sicurezza urbana relative al territorio della città metropolitana, è istituito un comitato metropolitano, copresieduto dal prefetto e dal sin-daco metropolitano, cui partecipano, oltre al sin-

Page 4: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2266

daco del comune capoluogo, qualora non coincida con il sindaco metropolitano, i sindaci dei comuni interessati; resta fermo il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, quale organo ausi-liario di consulenza del prefetto per l’esercizio delle sue attribuzioni di autorità provinciale di pubblica sicurezza.Possono altresì essere invitati a partecipare alle riu-nioni del Comitato metropolitano soggetti pubblici o privati dell’ambito territoriale interessato. Per la partecipazione alle riunioni non sono dovuti com-pensi, gettoni di presenza, rimborsi di spese o altri emolumenti comunque denominati.

Cap. IIGli interventi sul territorio

1. Le attribuzioni del Sindaco - le ordinanze contin-gibili ed urgenti

1.1. Quale rappresentante della comunità locale

L’art. 50, c. 5, Tuel, stabilisce che in caso di emer-genze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale, il Sindaco adotta ordinanze contingibili ed urgenti quale rappresentante della comunità locale.L’art. 8 del D.L. n. 14/2017 ha integrato l’art. 50, c. 5, Tuel, estendendo la potestà di ordinanza da parte del Sindaco, «quale rappresentante della comunità locale, in relazione all’urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio, dell’ambiente e del patrimonio cul-turale o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche». Si tratta, evidentemente, di un’ampia estensione del potere di ordinanza del Sindaco quale rappresentante della propria comu-nità, innovazione che valorizza ancor più il ruolo del Sindaco attribuendogli, finalmente, competen-ze a diretta tutela della popolazione e del territorio comunale con efficacia contingibile ed urgente.È altresì previsto che per tali materie i comuni pos-sono adottare appositi regolamenti disciplinando in modo organico e definitivo gli interventi rivolti a mantenere un’adeguata cura del territorio ed a tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, definendo, ove occorra, limiti e divieti per le attivi-

tà economiche, con particolare riferimento a quelle della somministrazione.È importante rilevare come l’art. 8, D.L. n. 14/2017, ha disposto che «il sindaco, al fine di assicurare il sod-disfacimento delle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti nonché dell’ambiente e del patrimonio culturale in determinate aree delle città interessate da afflusso particolarmente rilevante di persone, anche in relazione allo svolgimento di speci-fici eventi, nel rispetto dell’art. 7 della legge 7 agosto 1990, n. 241, può disporre, per un periodo comunque non superiore a trenta giorni, con ordinanza non con-tingibile e urgente, limitazioni in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche».

1.2. Quale Ufficiale di Governo

Il Sindaco, nell’esercizio delle funzioni di compe-tenza statale di cui all’art. 54 Tuel - e cioè quale uffi-ciale di Governo - sovrintende:

“a) all’emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica;

b) allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla leg-ge in materia di pubblica sicurezza e di polizia giu-diziaria;

c) alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico, informandone preventi-vamente il prefetto” (c. 1);

e adotta “con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei princìpi generali dell’ordinamento al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti di cui al presente comma sono preventivamente comunicati al prefetto anche ai fini della predisposizione degli strumenti ri-tenuti necessari alla loro attuazione” (c. 4).Giova evidenziare che i poteri esercitabili dal sin-daco ex art. 54, commi 1 e 4, Tuel, sono quelli fi-nalizzati all’attività di prevenzione e repressione dei reati e non i poteri concernenti lo svolgimento di funzioni di polizia amministrativa (cfr. Corte Cost., sentenza n. 196/2009).Le ordinanze contingibili e urgenti sono provvedi-menti assunti per fare fronte a situazioni di urgente necessità, concreta ed attuale, che non potrebbero essere affrontate e risolte in maniera efficace con gli ordinari strumenti a disposizione della stessa Amministrazione. Tali provvedimenti costituiscono strumenti atipici per quanto attiene al contenuto,

Page 5: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2267

fissando la legge unicamente i presupposti per l’e-sercizio del potere di ordinanza, atteso che l’atipi-cità è conseguenza della funzione dell’istituto, con-siderato che le situazioni di urgenza concretamente verificabili non sono prevedibili a priori e, quindi, non è possibile prevedere il contenuto che l’ordi-nanza dovrà avere per fronteggiare la situazione di urgenza.Il potere esercitato in base all’art. 54, Tuel, presup-pone una situazione di pericolo effettivo - da in-dicare espressamente nell’atto - avente i caratteri della temporaneità, che non può essere affrontata con nessun altro tipo di provvedimento, poiché tale provvedimento atipico, di natura eccezionale, pre-visto per fronteggiare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini, non può essere utilizzato ai fini della cura di esigenze prevedibili e ordina-rie e va giustificato dalla sussistenza di situazioni eccezionali e impreviste, adeguatamente motivate, incompatibili con i tempi occorrenti per l’espleta-mento degli ordinari procedimenti e con l’utilizzo dei provvedimenti tipizzati previsti dall’ordina-mento giuridico.Il nuovo art. 54, c. 4-bis, Tuel, sostituito dall’art. 8, D.L. n. 14/2017, precisa e rende ancor più incisivi i poteri del Sindaco per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. I provvedimenti del Sindaco - an-che contingibili ed urgenti - sono così diretti:

- se concernenti l’incolumità pubblica, a tutelare l’integrità fisica della popolazione;

- se concernenti la sicurezza urbana, a prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni criminosi o di illegalità, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfrut-tamento della prostituzione, la tratta di persone, l’accattonaggio con impiego di minori e disabili, ovvero fenomeni di abusivismo, quale l’illecita oc-cupazione di spazi pubblici, o di violenza, anche legati all’abuso di alcool o all’uso di sostanze stu-pefacenti.

Si evidenzia che è affetto da incompetenza funzio-nale il provvedimento amministrativo identificabi-le come “ordinanza contingibile ed urgente” adot-tato dal Dirigente anziché dal Sindaco, per come prescritto dall’art. 54, c. 4, Tuel (Tar Piemonte, Torino, sez. II, 30 gennaio 2015, n. 193, Tar Puglia, Lecce, sez. III, 1° dicembre 2014, n. 2963, C.G.A. Sicilia, sez. giurisd., 4 settembre 2014, n. 515). Anzi, è stato correttamente evidenziato (Cass., sez. IV, 4 novembre 2015, n. 46400) che il Sindaco nell’adottare l’ordinanza contingibile ed urgente si

prende in carico la relativa responsabilità civile e penale senza possibilità (se non parzialmente) di trasferirla ad altri.La comunicazione preventiva al Prefetto prevista dall’art. 54, Tuel, non costituisce requisito di legitti-mità dell’ordinanza contingibile ed urgente emessa dal Sindaco: detta comunicazione, infatti, non è vol-ta all’acquisizione di un parere preventivo o di altro apporto istruttorio, ma ha soltanto finalità organiz-zative per consentire al Prefetto la predisposizione degli strumenti necessari alla sua attuazione e fargli conoscere in anticipo il suo contenuto al fine di eso-nerare l’amministrazione statale da eventuali profili di responsabilità derivanti dall’aver concesso l’uso della forza pubblica per l’esecuzione di ordinanze illegittime. La previa comunicazione dell’ordinanza extra ordinem al Prefetto si configura (cfr. Tar Cam-pania, Napoli, sez. V, 3 marzo 2015, n. 1367) quale mero atto organizzativo onde consentire a quest’ul-timo di esercitare le sue competenze di secondo gra-do e il cui mancato adempimento in ogni caso non condiziona la validità e l’efficacia del provvedimen-to contingibile ed urgente.Il sindaco concorre, inoltre, ad assicurare anche la cooperazione della polizia locale con le Forze di po-lizia statali, nell’ambito delle direttive di coordina-mento impartite dal Ministro dell’interno - Autori-tà nazionale di pubblica sicurezza.Nelle materie afferenti la sicurezza e l’ordine pub-blico il sindaco, previa comunicazione al prefetto, può delegare l’esercizio delle funzioni indicate al presidente del consiglio circoscrizionale; ove non si-ano costituiti gli organi di decentramento comuna-le, il sindaco può conferire la delega a un consigliere comunale per l’esercizio delle funzioni nei quartieri e nelle frazioni.Per assicurare l’attuazione dei provvedimenti adot-tati dal sindaco, il prefetto dispone le misure rite-nute necessarie per il concorso delle forze di poli-zia, così come stabilito dal nuovo comma 9 dell’art. 54, come sostituito dall’art. 8 del D.L. 12 novem-bre 2010, n. 187, convertito in legge n. 217/2010. Nell’ambito delle funzioni di cui all’art. 54 il pre-fetto può altresì disporre ispezioni per accertare il regolare svolgimento dei compiti affidati, nonché per l’acquisizione di dati e notizie interessanti altri servizi di carattere generale.Nel caso di inerzia del sindaco o del suo delegato nell’esercizio delle predette funzioni il prefetto può intervenire con proprio provvedimento ai sensi dell’art. 54, c. 11, Tuel.

Page 6: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2268

Il Ministro dell’interno può adottare atti di indiriz-zo per l’esercizio delle funzioni di competenza sta-tale ex art. 54 Tuel, da parte del sindaco.

2. La tutela del decoro pubblico

2.1. Il danneggiamento di immobili pubblici ovvero ubicati nei centri storici - il deturpamento ed imbrattamento di cose altrui e l’insozzamento di pubbliche vie - le sanzioni amministrative

Per effetto delle modifiche apportate agli artt. 635 e 639 del Codice penale dall’art. 3, commi 2 e succes-sivi, della legge n. 94/2009, è punito con la reclusio-ne da sei mesi ad tre anni, con procedura d’ufficio (art. 635, c. 2), chiunque danneggi (distrugga, dete-riori o renda anche in parte inutilizzabile), in par-ticolare: edifici pubblici o destinati ad uso pubblico od all’esercizio del culto; cose di interesse storico ed artistico ovunque siano ubicate; immobili compresi nel perimetro dei centri storici; immobili in corso di costruzione, ristrutturazione, recupero o risana-mento; attrezzature ed impianti sportivi al fine di impedire od interrompere lo svolgimento di mani-festazione sportive.Per tali reati la sospensione condizionale della pena è subordinata all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato, ovvero, se il condan-nato non si oppone, alla prestazione di attività non retribuita a favore della collettività per un tempo determinato, comunque non superiore alla durata della pena sospesa, secondo le modalità indicate dal giudice.Al di fuori dei casi sopra indicati, chiunque deturpa od imbratta immobili o mezzi di trasporto pubblici o privati è punito con la pena della reclusione (art. 639, c. 2) da uno a sei mesi o con la multa da 300 a mille euro; se il fatto è commesso su cose di interes-se storico od artistico si applica la pena della reclu-sione da tre mesi ad un anno e la multa da mille a tre mila euro.Le sanzioni amministrative previste dai regolamen-ti ed ordinanze comunali per chiunque insozzi le pubbliche vie non possono essere inferiori all’im-porto di euro 500 (art. 3, c. 6, legge n. 94/2009). In questo contesto è stato inoltre stabilito che chiun-que vende bombolette spray contenenti vernici non biodegradabili ai minori di anni diciotto è punito con la sanzione amministrativa fino a 1.000 euro.Inoltre il comma 14 dello stesso art. 3 ha introdot-to l’art. 3-bis del Codice della strada per il quale “chiunque insozza le pubbliche strade gettando ri-fiuti od oggetti dai veicoli in movimento o in sosta è

punito con la sanzione amministrativa da euro 500 a euro 1.000”.Si segnala che per la giurisprudenza (Tar Lombar-dia, Brescia, sez. I, 9/12/2013, n. 1102) la norma del regolamento di polizia urbana che, nel centro stori-co, vieta la consumazione di alimenti, cibi precotti o pasti preparati e frutta, eccetto gelati e granite, si concreta in una misura inadeguata: a fronte dell’in-teresse imprenditoriale alla sopravvivenza della propria impresa, anche in termini di redditività positiva, che ha tutela costituzionale ed europea, è posto infatti un interesse non ben definito, che per solito si identifica col decoro urbano, ed è oltretutto difficile identificare con quello della maggioranza dei consociati, tenuto conto che tale interesse attie-ne praticamente soltanto a profili estetici, ed è di-verso da quello volto ad evitare l’imbrattamento dei luoghi, già presidiato da norme speciali.

2.2. Le indebite occupazioni di suolo pubblico - il contrasto al commercio di merci contraffatte

Con la legge 15 luglio 2009, n. 94 (art. 3, commi 16 e 17), è stato disposto che nei casi di indebita oc-cupazione di suolo pubblico previsti dall’art. 633 del Codice penale e dall’art. 20 Codice della stra-da, il sindaco, per le strade urbane, e il prefetto, per quelle extraurbane o, quando ricorrono motivi di sicurezza pubblica, per ogni luogo, possono ordi-nare l’immediato ripristino dello stato dei luoghi a spese degli occupanti e, se si tratta di occupazione a fine di commercio, la chiusura dell’esercizio fino al pieno adempimento dell’ordine e del pagamento delle spese o della prestazione di idonea garanzia e, comunque, per un periodo non inferiore a cinque giorni.Tali disposizioni si applicano anche nel caso in cui l’esercente ometta di adempiere agli obblighi ine-renti alla pulizia e al decoro degli spazi pubblici an-tistanti l’esercizio.Se si tratta di occupazione a fine di commercio, copia del relativo verbale di accertamento è tra-smessa, a cura dell’ufficio accertatore, al comando della Guardia di finanza competente per territorio, ai sensi dell’art. 36, ultimo comma, del D.P.R. n. 600/1973.Infine, l’art. 15 della legge n. 99/2009, nell’ambito della lotta alla contraffazione di merci e prodotti, ha modificato gli artt. 473 e seguenti del Codice penale in tema, appunto, di contraffazione, altera-zione ed uso di marchi, segni distintivi, brevetti, modelli e disegni. In questo contesto è quindi stato

Page 7: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2269

stabilito che sia sempre ordinata, salvi i diritti del-la persona offesa alle restituzioni e al risarcimen-to del danno, la confisca delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono l’oggetto, il prodotto, il prezzo o il profitto, a chiunque appartenenti; quando non è possibile eseguire la confisca il giudice ordina la confisca di beni di cui il reo ha la disponibilità per un valore corrispondente al profitto (cfr. art. 474-bis, Codice penale).

2.3. Il contrasto all’accattonaggio effettuato con l’im-piego di minori

L’art. 3, c. 19, della legge n. 94/2009 ha integrato il Codice penale con le seguenti misure rivolte al con-trasto dell’accattonaggio effettuato con l’impiego di minori:

- «Art. 600-octies - Impiego di minori nell’accatto-naggio - Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque si avvale per mendicare di una persona mi-nore degli anni quattordici o, comunque, non imputa-bile, ovvero permette che tale persona, ove sottoposta alla sua autorità o affidata alla sua custodia o vigilan-za, mendichi, o che altri se ne avvalga per mendicare, è punito con la reclusione fino a tre anni»;

- «Art. 602-bis - Pene accessorie - La condanna per i reati di cui agli artt. 583-bis, 600, 601, 602, 609-bis, 609-quater, 609-quinquies e 609-octies comporta, qualora i fatti previsti dai citati artt. siano commessi dal genitore o dal tutore, rispettivamente:

1) la decadenza dall’esercizio della potestà del geni-tore;

2) l’interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinen-te all’amministrazione di sostegno, alla tutela e alla cura».

3. Il contrasto alla prostituzione

Il tema del contrasto allo svolgimento dell’attività di meretricio sulle pubbliche vie è fra i più sentiti dalle cittadinanze, riguardo al quale sono stati adottati provvedimenti da parte di alcune amministrazioni sui quali si sono registrati più pronunciamenti giu-risprudenziali.L’intervento giurisprudenziale ha contribuito a de-finire più compiutamente l’ambito provvedimenta-le di cui trattasi:

- la precisa definizione contenuta nel D.M. 5 agosto 2008 garantisce “uniformità e rigore nell’esercizio di quella discrezionalità, propria del potere sindaca-

le d’ordinanza di cui i livelli di governo locale pos-sono avvalersi in base all’art. 54, c. 1 e 4, del D.Lgs. n. 267/2000 non solo in via d’urgenza, ma soprattutto in via ordinaria. E ciò per rispondere, in modo più rapido e flessibile, alla domanda di vita ordinata e socialmente non degradata che le collettività locali rivolgono anzitutto ai loro enti esponenziali”;

- “l’impugnato D.M. reprime, come illecito am-ministrativo, più che lo street sex in sé, quelle sue pratiche che, specie se non previamente negoziate tra tutti gli attori sociali e maxime gli abitanti del territorio in cui v’è mercato sessuale, alimentano i fattori disgreganti di sicurezza e coesione sociale. Si tratta, per vero, di tutte quelle pratiche che offendo-no il bene giuridico protetto della pubblica decenza e dell’honeste vivere per le loro modalità di manife-stazione, o perché limitano l’altrui libertà alla vita serena ed alla libera fruizione di spazi pubblici oc-cupati per il mero tornaconto di chi organizza ed esercita il meretricio”;

- “è indubbio che l’ordinanza abbia un contenuto anche dissuasivo delle transazioni di mercato del sesso su strada, ma questo non è né l’unico, né il principale obiettivo, nel senso cioè che l’ordinanza stessa mira ad attrarre ad illecito amministrativo, sia pure come primo approccio ed a termine, ogni forma non regolata o predefinita di street sex wor-king, al precipuo fine di gestire i problemi sociali provocati sia dall’offerta in sé, sia dalla anomia della domanda, per i gravi pericoli alla circolazione stra-dale ed all’incolumità pubblica che questa compor-ta” (Tar Lazio, Roma, sez. II, 22 dicembre 2008, n. 12222).

Occorre peraltro considerare che il Tar Veneto (sez. III, ordinanza 8 gennaio 2009, n. 22), posto che:

- “l’ordinamento vigente non consente la repressio-ne di per sé dell’esercizio dell’attività riguardante le prestazioni sessuali a pagamento prescindendo dalla rilevanza che tale attività possa assumere sot-to altri profili, autonomamente sanzionabili, per le modalità con cui è svolta o per la concreta lesione di interessi riconducibili alla sicurezza urbana”;

- ha accolto il ricorso richiedente la sospensione di un’ordinanza che vietava “su tutto il territorio comunale senza limiti e conseguentemente suscet-tibili di sanzioni, anche condotte che, descritte in modo approssimativo e generico, possono risulta-re in concreto non lesive di interessi riconducibili alla sicurezza urbana in quanto non dirette in modo non equivoco all’esercizio dell’attività riguardante

Page 8: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2270

le prestazioni sessuali a pagamento, quali l’intrat-tenersi anche dichiaratamente solo per richiedere informazioni, con soggetti che esercitano l’attività di meretricio su strada o che per l’atteggiamento, ovvero per abbigliamento ovvero per le modalità comportamentali manifestano comunque l’inten-zione di esercitare l’attività consistente in prestazio-ni sessuali”, e ciò a prescindere “dall’accertamento di situazioni specifiche e localizzate riferibili all’esi-genza di tutela della sicurezza urbana”.

È peraltro da considerare che la prostituzione “di strada” non costituisce reato, sicché lo svolgimento di una simile attività non fa di per sé rientrare l’e-sercente in una delle categorie di persone indicate dalla normativa in materia di misure di prevenzio-ne, ma può essere qualificato come pericoloso per la sicurezza pubblica o per la pubblica moralità solo allorquando sia effettuato con particolari mo-dalità, quali ad esempio l’adescamento, le molestie ai passanti, i clamori e gli assembramenti idonei a provocare litigi, gli atti osceni in luogo pubblico et similia, con la conseguenza che è in ogni caso necessaria la presenza di circostanze tali da confi-gurare una situazione rilevatrice di condizioni di pericolosità per la sicurezza pubblica, la quale, pur non richiedendo prove compiute della commissio-ne di reati, deve comunque fondarsi su concreti comportamenti dell’interessato, ossia su episodi di vita che, secondo la valutazione dell’autorità di polizia, rivelino oggettivamente un’apprezzabile probabilità che il soggetto commetta reati (in tal senso Tar Emilia-Romagna, Bologna, sez. I, 13 feb-braio 2016, n. 39).

4. La tutela di aree particolari: le scuole, i luoghi della cultura, le infrastrutture di trasporto

L’art. 9, D.L. n. 14/2017, ha stabilito che chiunque ponga in essere condotte che impediscono l’acces-sibilità e la fruizione delle aree interne delle infra-strutture, fisse e mobili, ferroviarie, aeroportuali, marittime e di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, e delle relative pertinenze, in violazio-ne dei divieti di stazionamento o di occupazione di spazi ivi previsti, è soggetto alla sanzione ammini-strativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 100 a euro 300.L’autorità competente è il sindaco del comune nel cui territorio le medesime sono state accertate, che provvede ai sensi degli artt. 17 e seguenti della legge n. 689/1981. I proventi derivanti dal pagamento del-le sanzioni amministrative irrogate sono devoluti al

comune competente, che li destina all’attuazione di iniziative di miglioramento del decoro urbano.I regolamenti di polizia urbana possono individuare aree urbane su cui insistono scuole, plessi scolastici e siti universitari, musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali o altri istituti e luoghi della cultura o comunque interessati da consistenti flussi turistici, ovvero adibite a verde pubblico, alle quali si applicano le predette disposizioni.

5. L’ordine di allontanamento: il “Daspo”

Contestualmente all’accertamento della condotta illecita nei casi indicati al paragrafo precedente, al trasgressore viene ordinato l’allontanamento dal luogo in cui è stato commesso il fatto. Il provve-dimento di allontanamento è disposto altresì nei confronti di chi commette, in dette aree, le viola-zioni previste dagli artt. 688 e 726, Codice penale e dall’art. 29 del D.Lgs. n. 114/1998, nonché dall’art. 7, comma 15-bis, del Codice della strada.L’ordine di allontanamento è rivolto per iscritto dall’organo accertatore, individuato ai sensi dell’art. 13 della legge n. 689/1981. In esso sono riportate le motivazioni sulla base delle quali è stato adottato ed è specificato che ne cessa l’efficacia trascorse qua-rantotto ore dall’accertamento del fatto e che la sua violazione è soggetta alla sanzione amministrativa pecuniaria applicata ai sensi dell’art. 9, comma 1, aumentata del doppio. Copia del provvedimento è trasmessa con immediatezza al questore compe-tente per territorio con contestuale segnalazione ai competenti servizi socio-sanitari, ove ne ricorrano le condizioni.Nei casi di reiterazione delle condotte di cui sopra, il questore, qualora dalla condotta tenuta possa de-rivare pericolo per la sicurezza, può disporre, con provvedimento motivato, per un periodo non su-periore a sei mesi, il divieto di accesso ad una o più delle aree sopra indicate, espressamente specificate nel provvedimento, individuando, altresì, modalità applicative del divieto compatibili con le esigenze di mobilità, salute e lavoro del destinatario dell’atto. La durata del divieto non può comunque essere infe-riore a sei mesi, né superiore a due anni, qualora le condotte accertate risultino commesse da soggetto condannato, con sentenza definitiva o confermata in grado di appello, nel corso degli ultimi cinque anni per reati contro la persona o il patrimonio. Qualora il responsabile sia soggetto minorenne, il questore ne dà notizia al procuratore della Repub-blica presso il Tribunale per i minorenni. Nei casi

Page 9: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2271

di condanna per reati contro la persona o il patri-monio commessi nei luoghi o nelle predette aree, la concessione della sospensione condizionale della pena può essere subordinata all’osservanza del di-vieto, imposto dal giudice, di accedere a luoghi o aree specificamente individuati.Nei confronti delle persone condannate con senten-za definitiva o confermata in grado di appello nel corso degli ultimi tre anni per la vendita o la ces-sione di sostanze stupefacenti o psicotrope, per fatti commessi all’interno o nelle immediate vicinanze di scuole, plessi scolastici, sedi universitarie, locali pubblici o aperti al pubblico, ovvero in uno dei pub-blici esercizi di cui all’art. 5, n. 287/1991, il questore può disporre, per ragioni di sicurezza, il divieto di accesso agli stessi locali o a esercizi analoghi, spe-cificamente indicati, ovvero di stazionamento nelle immediate vicinanze degli stessi. Il divieto non può avere durata inferiore ad un anno, né superiore a cinque. Il divieto è disposto individuando modalità applicative compatibili con le esigenze di mobilità, salute, lavoro e studio del destinatario dell’atto. Nei casi di condanna per i reati di cui sopra commes-si all’interno o nelle immediate vicinanze di locali pubblici, aperti al pubblico, ovvero in un pubblico esercizio, la concessione della sospensione condi-zionale della pena può essere subordinata all’impo-sizione del divieto di accedere in pubblici o aperti al pubblico esercizi specificamente individuati.

6. Security e safety delle manifestazioni pubbliche

6.1. La Direttiva “Gabrielli”

Con la Direttiva 7 giugno 2017, n. 55/OP/1991, e la correlata circolare 19 giugno 2017, n. 11464 (che reca indicazioni di carattere tecnico in merito a mi-sure di safety) il Capo della polizia e Direttore gene-rale di pubblica sicurezza del Ministero dell’interno ha emanato direttive ed indicazioni che interessano l’organizzazione delle manifestazioni pubbliche.Sono state così individuate le competenze per ogni soggetto, distinguendo gli interventi di “safety” (di cui sono responsabili comune, Vigili del fuoco, soc-corsi, polizia municipale, prefetture, privati), da quelli di “security”, questi ultimi solamente sotto la responsabilità del Questore.Il modello organizzativo delineato “presuppone lo scrupoloso riscontro delle garanzie di safety e secu-rity necessariamente integrate, in quanto requisiti imprescindibili di sicurezza senza i quali pertanto le manifestazioni non potranno avere luogo. (…) mai ragioni di ordine pubblico potranno consentire lo

svolgimento comunque di manifestazioni che non garantiscano adeguate misure di safety”.Nel distinguo di ruoli e responsabilità, il comune dovrà valutare la “capienza delle aree” delle manife-stazioni, individuare gli spazi di soccorso, emettere i provvedimenti di divieto di vendita di alcolici e di bevande in vetro e lattine, “che possano costituire un pericolo per la pubblica incolumità”. Gli orga-nizzatori (i privati) dovranno “regolare e monito-rare gli accessi” con “sistemi di rilevazione nume-rica progressiva ai varchi di ingresso fino all’esau-rimento della capacità ricettiva” (in questa fase la polizia sarà di ausilio), prevedere percorsi separati di accesso e di deflusso del pubblico con indicazione dei varchi. I privati dovranno schierare sul campo “steward preparati” per l’assistenza al pubblico.Ai vigili del fuoco spetterà il compito dei piani di emergenza e antincendio.I responsabili della Sanità avranno la responsabilità dell’emergenza e dell’urgenza sanitaria.La Prefettura dovrà controllare esercitare il suo ruolo di controllo e supervisione mediante “sopral-luoghi per una scrupolosa verifica della sussistenza dei previsti dispositivi di safety e l’individuazione delle cosiddette vulnerabilità”. Quindi dovrà presie-dere il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica (coinvolgendo anche la polizia municipale) “per la vigilanza attiva nelle aree urbane”.La Questura dovrà, invece:

- curare lo “sviluppo di una mirata attività informa-tiva per valutare una eventuale minaccia”;

- “mappare la videosorveglianza al fine di collegarla con la sala operativa”;

- svolgere “una intensa attività di prevenzione” sul territorio;

- svolgere “controlli e bonifiche” in quei posti dove possono “essere celate insidie”.

In via di sintesi, sono quindi richieste:

• la previsione di un’adeguata protezione nelle aree interessate dall’evento, attuando attenti controlli con frequenti ed accurate ispezioni e verifiche, so-prattutto nei luoghi in cui più facilmente possono essere celate insidie, mediante l’ausilio di persona-le specializzato di adeguate attrezzature tecnologi-che;

• l’individuazione di nuove aree di rispetto e pre-fil-traggio, al fine di realizzare i controlli sulle persone, valutando se possibile l’adozione di impedimenti, anche fisici, all’accesso di veicoli alle aree pedonali;

Page 10: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2272

• l’opportuna sensibilizzazione degli operatori im-piegati nei vari servizi, affinché mantengano un elevato e costante il livello di attenzione e professio-nalità, con appropriate ed adeguate misure di auto-tutela, specie a salvaguardia della propria ed altrui incolumità.

La circolare prosegue poi con le indicazioni affe-renti ad ulteriori parametri di valutazione del sito, come ad esempio:

- l’adozione di percorsi di accesso all’area e in grado di garantire il deflusso del pubblico,

- piani di emergenza ed evacuazione, supportati da mezzi antincendio posizionati in zone strategiche,

- la suddivisione in settori dell’area di affollamen-to, con previsione di corridori centrali e perimetrali per facilitare l’intervento dei mezzi di soccorso,

- un piano di impiego di personale di supporto, che prevede un numero di operatori adeguato al numero dei visitatori presenti, con compiti di acco-glienza, trattamento, regolamentazione dei flussi e gestione delle procedure di evacuazione,

- devono anche essere previsti degli spazi di soc-corso e assistenza e ovviamente deve essere prevista un’adeguata assistenza sanitaria, con l’individuazio-ne delle ambulanze necessarie, la loro corretta dislo-cazione e la predisposizione di punti di assistenza, anche fissi, per offrire assistenza locale. Anche gli ospedali coinvolti devono essere allertati, per essere pronti ad accogliere, in caso di necessità, un numero elevato di soggetti infortunati.

Inoltre, potranno essere ritenuti necessari:

• varchi con misure di sicurezza, come ad esempio rivelatori di metallo e, in caso estremo, apparati radiogeni, mentre per bloccare l’accesso agli auto-mezzi occorre installare dispositivi di arresto, che non possono essere certo dissuasori fissi o mobili, per la tempistica necessaria per l’installazione di questi apparati. Dovranno essere utilizzati dei dis-suasori mobili, aventi caratteristiche tecniche tali da consentire la posa in opera e l’allontanamento con relativa rapidità;

• un impianto di diffusione sonora, che possa dare istruzioni specifiche ai presenti, evitando il diffon-dersi di notizie incontrollate, che spesso sono pro-dromiche a situazioni di crisi.

6.2. La Direttiva 28 luglio 2017

Il Ministero dell’interno con Direttiva 28 luglio 2017 ha integrato il contenuto della Direttiva Ga-

brielli, in particolare distinguendo le “riunioni e manifestazioni in luogo pubblico” di cui all’art. 18, TULPS dalle “manifestazioni di pubblico spettaco-lo” ex art. 68, TULPS.Per le prime il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, in composizione allargata al Comandante dei Vigili del fuoco, al Sindaco ed al comandante della polizia locale del comune interes-sato, deve (effettuando i sopralluoghi) verificare la sussistenza dei dispositivi di safety e individuare le cd. “vulnerabilità” anche allo scopo di implementa-re le misure di sicurezza da parte dei soggetti pub-blici e privati competenti.Per le manifestazioni di pubblico spettacolo è one-re dell’ufficio comunale preposto al rilascio del-la licenza ex art. 68 TULPS di interessare (come previsto dalla vigente normativa) la Commissione provinciale o comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo. Nel caso in cui la Commissio-ne adita ritenga che la manifestazione possa “com-portare un innalzamento, anche solo potenziale, del livello di rischio per i partecipanti o più in generale per la popolazione (…) ne informerà la Prefettura, inviando una relazione di sintesi con indicazione dei possibili profili di criticità”. Se a seguito di tale segnalazione sia interessato il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, lo stesso po-trà, se ritenuto, “indicare alle stesse Commissioni di vigilanza l’assunzione di ulteriori precauzioni e cautele in ambito safety tali da elevare la cornice di sicurezza dell’evento anche in rapporto ai profili di security. Sarà quindi la Commissione di vigilanza a verificare, in sede di sopralluogo effettuato primo dello svolgimento dell’evento, a verificare la piena ottemperanza a tutte le prescrizioni impartite e ad assumere le definitive determinazioni ai fini del ri-lascio della prescritta licenza da parte delle autorità competenti”.

7. I sistemi di videosorveglianza

Per la tutela della sicurezza urbana i comuni posso-no utilizzare sistemi di videosorveglianza in luoghi pubblici od aperti al pubblico ai sensi dell’art. 6, c. 7, del decreto 23 febbraio 2009, n. 11, come convertito in legge n. 38/2009.Il comma 7 appare in grado di consentire l’attivi-tà di videosorveglianza anche in mancanza di tali specifiche esigenze, risultando necessario il solo fine della tutela della sicurezza urbana.Il successivo ottavo comma stabilisce che la conser-vazione dei dati, delle informazioni e delle imma-

Page 11: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2273

gini raccolte mediante l’uso dei sistemi di video-sorveglianza è limitata ai sette giorni successivi alla rilevazione, fatte salve speciali esigenze di ulteriore conservazione.La materia è stata oggetto di Provvedimenti gene-rali dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, il primo deliberato il 29 settembre 2004, ed il secondo in data 8 aprile 2010 (in G.U. 29 aprile 2010), che sostituisce il precedente.Si considerino, inoltre, gli ulteriori elementi reca-ti dalla “Piattaforma per la videosorveglianza” del novembre 2012, definita d’intesa fra l’Anci, il Mi-nistero dell’Interno-Dipartimento per la Pubblica Sicurezza e le Forze di Polizia.Per l’installazione di sistemi di videosorveglianza da parte dei comuni, l’art. 4, c. 2-ter, D.L. n. 14/2017 ha autorizzato la spesa di 7 milioni di euro per l’anno 2017 e di 15 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018 e 2019. Con apposito decreto sono definite le modalità di presentazione delle richieste da parte dei comuni interessati nonché i criteri di ripartizio-ne delle risorse sulla base delle medesime richieste.

8. I servizi di controllo del territorio - il coinvolgi-mento di enti pubblici e soggetti privati

Per l’incremento dei servizi di controllo del territo-rio e per la loro valorizzazione possono essere indi-viduati specifici obiettivi. Alla realizzazione di detti obiettivi possono concorrere, sotto il profilo del sostegno strumentale, finanziario e logistico, ai sen-si dell’art 6-bis, comma 1, del D.L. 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, enti pubblici, anche non eco-nomici, e soggetti privati, ferma restando la finalità pubblica dell’intervento.In tal senso gli accordi e i patti di cui sopra pos-sono riguardare progetti proposti da enti gestori di edilizia residenziale ovvero da amministratori di condomini, da imprese, anche individuali, dotate di almeno dieci impianti, da associazioni di categoria ovvero da consorzi o da comitati comunque deno-minati all’uopo costituiti fra imprese, professionisti o residenti per la messa in opera a carico di privati di sistemi di sorveglianza tecnologicamente avan-zati, dotati di software di analisi video per il mo-nitoraggio attivo con invio di allarmi automatici a centrali delle forze di polizia o di istituti di vigilanza privata convenzionati.A decorrere dall’anno 2018, i comuni possono deli-berare detrazioni dall’imposta municipale propria (IMU) o dal tributo per i servizi indivisibili (TASI)

in favore dei soggetti che assumono a proprio carico quote degli oneri di investimento, di manutenzione e di gestione dei sistemi tecnologicamente avanzati realizzati in base ai predetti accordi o patti.

9. Il personale addetto al controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo e di pubblici esercizi

I commi 7 e successivi dell’art. 3 della legge n. 94/2009 autorizzano gli esercenti all’impiego di personale addetto ai servizi di controllo delle attivi-tà di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aper-ti al pubblico o in pubblici esercizi, anche a tutela dell’incolumità dei presenti.L’espletamento di tali servizi non comporta l’attri-buzione di pubbliche qualifiche. È comunque vie-tato l’uso di armi, di oggetti atti ad offendere e di qualunque strumento di coazione fisica.I soggetti che intendono avvalersi degli addetti ai servizi di controllo devono individuarli tra gli iscritti in apposito elenco tenuto, anche in forma telematica dal prefetto competente per territorio in base a quan-to stabilito dal D.M. 6 ottobre 2009 (in G.U. 9 ottobre 2009, n. 235) e smi, dandone preventiva comunica-zione al medesimo prefetto. Gli oneri derivanti dalla tenuta dell’albo sono posti a carico dei soggetti che si avvalgono degli addetti ai servizi di controllo.Il prefetto dispone la cancellazione dall’elenco de-gli addetti che non risultano più in possesso dei prescritti requisiti, ovvero di quelli che espletano il servizio in contrasto con le norme dei commi ci-tati; il prefetto comunica l’avvenuta cancellazione all’addetto interessato, disponendo al contempo il divieto di impiego nei confronti di chi si avvale dei suoi servizi.Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque svol-ge detti servizi in difformità dalla citata normativa è punito con la sanzione amministrativa da euro 1.500 a euro 5.000. Alla stessa sanzione soggiace chiunque impiega per le attività di cui trattasi sog-getti diversi da quelli iscritti nell’elenco tenuto dal prefetto od omette di effettuare la preventiva comu-nicazione.

10. La collaborazione di associazioni tra cittadini non armati - “le ronde”

10.1. L’attivazione da parte del sindaco: l’ordinanza - le convenzioni

Il sindaco, previa intesa con il prefetto, può avva-lersi della collaborazione di associazioni tra citta-

Page 12: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2274

dini non armati (cd. “ronde”) al fine di segnalare alle Forze di polizia dello Stato o locali eventi che possano arrecare danno alla sicurezza urbana, qua-le attività di prevenzione e repressione dei reati nei termini indicati al successivo paragrafo.Il sindaco che intenda avvalersi di tale possibilità emana apposita ordinanza con la quale formalizza la volontà di ricorrere alle associazioni di osservato-ri volontari, identificando gli ambiti per i quali in-tenda utilizzarle con le modalità di cui al successivo paragrafo.Il sindaco provvede quindi a stipulare convenzioni con le associazioni iscritte nell’elenco volte ad indi-viduare l’ambito territoriale e temporale in cui l’as-sociazione è destinata a svolgere l’attività, nonché a disciplinare il piano d’impiego, la formazione degli associati con compiti di osservatore volontario ed adeguate forme di controllo per la verifica del ri-spetto delle disposizioni normative e di quelle con-tenute nelle convenzioni. Il piano d’impiego deve contenere anche i presupposti oggettivi per effet-tuare le segnalazioni alla polizia locale e alle Forze di polizia dello Stato; il contenuto delle convenzio-ni viene concordato con il prefetto competente per territorio, sentito il Comitato provinciale per l’ordi-ne e la sicurezza pubblica.

10.2. I compiti delle associazioni di volontari - le mo-dalità di svolgimento

Le associazioni svolgono attività di mera osserva-zione in specifiche aree del territorio comunale se-condo le modalità di cui al D.M. 8 agosto 2009 e smi.I soci “osservatori volontari”, in presenza dei pre-supposti oggettivi stabiliti nelle convenzioni stipu-late con il sindaco di cui al precedente paragrafo, segnalano alla polizia locale e alle Forze di polizia dello Stato eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana.L’attività di osservazione può essere svolta esclu-sivamente in nuclei composti da un numero di persone non superiore a tre, di cui almeno una di età pari o superiore a 25 anni, senza l’ausilio di animali. Durante lo svolgimento della predetta attività gli osservatori volontari devono essere in possesso di un valido documento di riconosci-mento e, anche se titolari di porto d’armi, non devono portare al seguito armi o altri oggetti atti ad offendere.Gli osservatori volontari, durante lo svolgimento delle attività, indossano una casacca, con le carat-

teristiche indicate dall’allegato A dal D.M. 8 agosto 2009, di colore giallo fluorescente, contenente la scritta «osservatori volontari», il logo dell’associa-zione, il nome del comune ed un numero progres-sivo associato al nominativo dell’operatore. È fatto divieto di utilizzare uniformi, emblemi, simboli, altri segni distintivi o denominazioni riconducibi-li, anche indirettamente, ai corpi di polizia, anche locali, alle forze armate, ai corpi forestali regiona-li, agli organi della protezione civile o ad altri cor-pi dello Stato, ovvero che contengano riferimenti a partiti o movimenti politici e sindacali, nonché sponsorizzazioni private.L’attività di segnalazione è effettuata dagli osser-vatori volontari utilizzando esclusivamente appa-recchi di telefonia mobile, ovvero, se in possesso dell’apposita abilitazione, apparati radio-ricetra-smittenti omologati, i cui elementi identificativi o di riferimento devono essere comunicati al respon-sabile del servizio di polizia municipale territorial-mente competente.Le modalità operative per l’impiego degli osserva-tori volontari devono essere coordinate con i servizi della polizia municipale del comune interessato in modo che sia garantita un’idonea ricezione delle segnalazioni.

10.3. L’elenco delle associazioni di osservatori volontari

Le associazioni sono iscritte in apposito elenco tenuto a cura del prefetto, previa verifica da parte dello stesso, sentito il comitato provinciale per l’or-dine e la sicurezza pubblica, dei requisiti necessari previsti dal D.M. 8 agosto 2009 e smi; il prefetto provvede, altresì, al loro periodico monitoraggio, informando dei risultati il comitato.Le associazioni devono avere tra gli scopi sociali, ri-sultanti dall’atto costitutivo e/o dallo statuto, quello di prestare attività di volontariato con finalità di so-lidarietà sociale nell’ambito della sicurezza urbana, come individuata dal D.M. 5 agosto 2008 e smi, ov-vero del disagio sociale, o comunque riconducibili alle stesse. Inoltre, ai fini della predetta iscrizione le stesse associazioni devono:

a) svolgere la propria attività gratuitamente e senza fini di lucro, anche indiretto;

b) non essere espressione di partiti o movimenti politici, né di organizzazioni sindacali né essere ad alcun titolo riconducibili a questi;

c) non essere ad alcun titolo collegate a tifoserie or-ganizzate;

Page 13: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2275

d) non essere riconducibili a movimenti, associa-zioni o gruppi organizzati, di cui al D.L. 26 aprile 1993, n. 122, convertito dalla legge n. 205/1993 (re-cante norme in materia di discriminazione razziale, etnica e religiosa);

e) non essere comunque destinatarie anche indi-rettamente, di risorse economiche, ovvero di altri finanziamenti a qualsiasi titolo provenienti da sog-getti di cui alle lettere b), c) e d);

f) individuare gli associati destinati a svolgere atti-vità di segnalazione quali osservatori volontari, ed attestare che gli stessi siano in possesso dei requisiti previsti dall’art. 5 dello stesso decreto 8 agosto 2009.

Tra le associazioni iscritte nell’elenco i sindaci si av-valgono, in via prioritaria, di quelle costituite tra gli appartenenti, in congedo, alle Forze dell’ordine, alle Forze armate e agli altri Corpi dello Stato. Le asso-ciazioni diverse da queste ultime sono iscritte ne-gli elenchi solo se non siano destinatarie, a nessun titolo, di risorse economiche a carico della finanza pubblica.È disposta la revisione annuale dell’elenco e la revo-ca dell’iscrizione secondo quanto previsto dagli artt. 6 e 7 del D.M. 8 agosto 2009.

10.4. Gli osservatori volontari

Gli osservatori volontari devono essere in possesso dei seguenti requisiti attestati secondo la vigente normativa:

a) età non inferiore a 18 anni;

b) buona salute fisica e mentale, assenza di dalto-nismo, assenza di uso di stupefacenti, capacità di espressione visiva, di udito e di olfatto ed assenza di elementi psicopatologici, anche pregressi, attesta-te da certificazione medica delle autorità sanitarie pubbliche;

c) non essere stati denunciati o condannati, anche con sentenza non definitiva, per delitti non colpo-si;

d) non essere sottoposti né essere stati sottoposti a misure di prevenzione, ovvero destinatari di prov-vedimenti di cui all’art. 6 della legge n. 401/1989 (divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono mani-festazioni sportive);

e) non essere aderenti o essere stati aderenti a mo-vimenti, associazioni o gruppi organizzati di cui al D.L. n. 122/1993, convertito dalla legge n. 205/1993 (recante norme in materia di discriminazione raz-ziale, etnica e religiosa).

In caso di perdita da parte di un osservatore volon-tario di uno o più requisiti previsti, ovvero qualora lo stesso ponga in essere comportamenti in contra-sto con quanto previsto dall’art. 3, c. 40, della legge n. 94/2009 e dal D.M. 8 agosto 2009, il prefetto di-spone con effetto immediato il divieto di impiego nelle attività ed assegna all’associazione il termine di un mese per la cessazione dal rapporto associati-vo dell’interessato; analogo effetto si produce qua-lora l’osservatore volontario effettui il servizio in stato di ebbrezza.Gli osservatori volontari devono essere in pos-sesso di idonea copertura assicurativa, e devono essere formati superando un apposito corso di formazione. A tal fine le regioni e gli enti locali interessati possono organizzare corsi di forma-zione e aggiornamento per gli osservatori volon-tari, al termine dei quali il legale rappresentante dell’associazione trasmette al prefetto l’attestato di superamento del medesimo corso, necessario per l’impiego degli osservatori volontari nelle at-tività di segnalazione.

11. I servizi di collegamento con gli impianti di allarme privati

Con l’art. 1-bis del D.L. 30 dicembre 2005, n. 273, come convertito dalla legge 23 febbraio 2006, n. 51, sono stati compresi fra i servizi a domanda indivi-duale di cui agli artt. 172, c. 1, lett. e), e 243, c. 2, lett. a), del Tuel, quelli inerenti “i collegamenti con le centrali operative della polizia locale degli impianti di allarme collocati presso abitazioni private ed attività produttive e dei servizi”.I corpi di polizia locale possono quindi organiz-zare detto servizio in favore dei privati interessati; tale organizzazione deve essere impostata nel ri-spetto anche del criterio di economicità dal quale deriva la necessità di determinare corrispettivi del servizio correlati all’entità dei costi sostenuti per erogarlo.

12. Il costo dei servizi di polizia - il rimborso da parte dei privati

L’art. 22, c. 3-bis, del D.L. n. 50/2017, conv. in legge n. 96/2017, ha stabilito che a decorrere dal 2017, le spese del personale di polizia locale, relative a pre-stazioni pagate da terzi per l’espletamento di servizi di cui all’art. 168, Tuel, in materia di sicurezza e di polizia stradale necessari allo svolgimento di attività e iniziative di carattere privato che incidono sulla si-

Page 14: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2276

curezza e la fluidità della circolazione nel territorio dell’ente, sono poste interamente a carico del sog-getto privato organizzatore o promotore dell’evento e le ore di servizio aggiuntivo effettuate dal persona-le di polizia locale in occasione dei medesimi eventi non sono considerate ai fini del calcolo degli straor-dinari del personale stesso.In sede di contrattazione integrativa sono discipli-nate le modalità di utilizzo di tali risorse al fine di remunerare i relativi servizi in coerenza con le di-sposizioni normative e contrattuali vigenti

Cap. IIILe competenze e gli interventi governativi

L’ordine pubblico e la sicurezza sono materia di legislazione esclusiva dello Stato, come stabilito dall’art. 117, lett. h), Cost., nel nuovo testo intro-dotto dalla legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. Sono state dunque conservate alla compe-tenza statale la definizione e l’applicazione delle misure preventive e repressive dirette al man-tenimento dell’ordine pubblico, inteso come il complesso dei beni giuridici fondamentali e degli interessi pubblici primari sui quali si fonda l’or-dinata e civile convivenza nella comunità nazio-nale, la sicurezza delle istituzioni, dei cittadini e dei loro beni.

1. L’Amministrazione di pubblica sicurezza

L’Amministrazione di pubblica sicurezza resta di-sciplinata dall’ordinamento approvato con la legge 1° aprile 1981, n. 121, che individua, ai fini della tu-tela dell’ordine e della sicurezza pubblica, le forze di polizia. L’art. 1 della legge n. 121/1981 stabilisce infatti che il Ministro dell’interno è responsabile della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica e si avvale, per espletare tali compiti, dell’Amministra-zione della pubblica sicurezza.Le sue funzioni sono esercitate:

a) dal personale addetto agli uffici del Dipartimento della pubblica sicurezza ed agli altri uffici, istituti e reparti in cui la stessa si articola;

b) dalle autorità provinciali, dal personale da esse dipendente nonché dalle autorità locali di pubblica sicurezza;

c) dagli ufficiali ed agenti di pubblica sicurezza sot-to la direzione delle autorità centrali e provinciali di pubblica sicurezza.

2. Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica

Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica è organo ausiliario di consulenza del pre-fetto per l’esercizio delle sue attribuzioni di autorità provinciale di pubblica sicurezza. Il Comitato, con-vocato e presieduto dal prefetto, è composto dal sin-daco del comune capoluogo di provincia e dal pre-sidente della provincia, dai comandanti provinciali dell’Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza, nonché dai sindaci degli altri comuni in-teressati quando devono essere trattate questioni ri-feribili ai rispettivi ambiti territoriali (art. 20, legge n. 121/1981, come modificato dall’art. 1 del D.Lgs. n. 279/1999).Le sedute possono essere convocate su richiesta del sindaco del comune capoluogo di provincia nel caso in cui debbano essere trattate questioni attinenti alla sicurezza della comunità locale, o per la pre-venzione di tensioni o conflitti sociali che possono comportare turbamenti dell’ordine e della sicurez-za pubblica in ambito comunale. Per la trattazione delle medesime questioni l’ordine del giorno delle sedute è integrato su richiesta del sindaco.

3. Il piano coordinato di controllo del territorio

Il Ministro dell’interno impartisce e aggiorna an-nualmente le direttive per la realizzazione, a livello provinciale e nei maggiori centri urbani, di piani coordinati di controllo del territorio da attuare a cura dei competenti uffici della Polizia di Stato e comandi dell’Arma dei carabinieri e, per i servizi pertinenti alle attività d’istituto, del Corpo della Guardia di finanza.Come previsto dall’art. 17 della legge n. 128/2001, può essere definita anche la partecipazione di con-tingenti dei corpi o servizi di polizia municipale, previa richiesta al sindaco, o nell’ambito di speci-fiche intese con la predetta autorità, prevedendo anche l’istituzione di presidi mobili di quartiere nei maggiori centri urbani (c.d. poliziotto di quartiere), nonché il potenziamento e il coordinamento, anche mediante idonee tecnologie (ad es. videosorveglian-za, nel rispetto della tutela della privacy), dei servizi di soccorso pubblico e pronto intervento per la si-curezza dei cittadini.Nel caso in cui le vittime di reati siano disabili, per-sone anziane o altrimenti impedite, in seguito alle richieste di intervento da questi inoltrate, un appar-tenente alle forze dell’ordine si reca al domicilio del-la vittima stessa anche al fine di stendere e ricevere

Page 15: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2277

la relativa denuncia. Le modalità di attuazione del servizio sono stabilite con protocolli di intesa tra comuni e prefetture.Come previsto dall’art. 7 del D.L. n. 92/2008, con-vertito in legge n. 125/2008, i piani coordinati di controllo del territorio di cui al citato art. 17, pos-sono realizzarsi anche per specifiche esigenze di comuni diversi da quelli dei maggiori centri urba-ni, determinando i rapporti di reciproca collabo-razione fra i contingenti di personale della polizia municipale e provinciale e gli organi di Polizia del-lo Stato. Le procedure da osservare per assicurare, nel corso dello svolgimento di tali piani coordinati di controllo del territorio, le modalità di raccordo operativo tra la polizia municipale, la polizia pro-vinciale e gli organi di Polizia dello Stato sono de-terminate in base alle modalità stabilite da apposito provvedimento ministeriale.

4. Il concorso delle Forze armate al controllo del territorio

L’art. 7-bis del D.L. n. 92/2008, come aggiunto in sede di conversione dalla legge n. 125/2008 e poi modificato dal D.L. 2 ottobre 2008, n. 151, prevede la possibilità che per specifiche ed eccezionali esi-genze di prevenzione della criminalità, ove risulti opportuno un accresciuto controllo del territorio, possa essere autorizzato un piano di impiego di un contingente di personale militare appartenente alle Forze armate, preferibilmente carabinieri impiega-ti in compiti militari o comunque volontari delle stesse Forze armate specificatamente addestrati per i compiti da svolgere. Detto personale è posto a di-sposizione dei prefetti delle province comprendenti aree metropolitane e comunque aree densamente popolate, ai sensi dell’art. 13 della legge n. 121/1981, per servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, nonché di perlustrazione e pattuglia in concorso e congiuntamente alle Forze di polizia. Il piano può essere autorizzato per un periodo di sei mesi, rinno-vabile per una volta, per un contingente non supe-riore a 3.000 unità.

TITOLO II

La polizia amministrativa

La materia della polizia amministrativa locale rien-tra nella potestà legislativa riservata in via esclusiva alle regioni dal combinato disposto degli artt. 107,

lett. b), e 108 Cost. come sostituiti dalla legge 18 ot-tobre 2001, n. 3.Alle regioni ed agli enti locali sono conferite tutte le funzioni ed i compiti di polizia amministrativa nelle materie ad essi trasferite od attribuite.Fatte salve le competenze riservate allo Stato dall’art. 160 del D.Lgs. n. 112/1998, sono esercitate dalle regioni e dagli enti locali le funzioni di poli-zia amministrativa in tutte le materie delle quali gli enti predetti sono titolari. L’art. 163, secondo com-ma, del citato decreto, ha disposto il trasferimento ai comuni di numerosi compiti e funzioni ammi-nistrativi, ai quali provvedono dal 1° gennaio 2001, decorrenza così definita dal D.P.C.M. 12 settembre 2000 (in G.U. 30 dicembre 2000, n. 303). Le leggi regionali ed i regolamenti degli enti locali discipli-nano il servizio di polizia regionale e locale, nel ri-spetto dei principi di autonomia stabiliti dal titolo V della parte II della Costituzione.Gli enti locali «hanno potestà regolamentare in ordine alla disciplina dell’organizzazione e dello svolgimento delle funzioni loro attribuite» (art. 107, c. 6, Cost.).

Cap. II provvedimenti amministrativi

I provvedimenti amministrativi con i quali l’auto-rità di polizia conferisce al cittadino la facoltà di esercitare determinate attività che, per ragione di pubblico interesse, sono pur sempre sottoposte a li-mitazioni e condizioni, si definiscono autorizzazioni di polizia, ed hanno carattere personale.Fra i provvedimenti amministrativi emessi in ma-teria di polizia amministrativa occorre enucleare quelli che si concretano in comandi (ordini, invi-ti, prescrizioni) e divieti (restrizioni, limitazioni, divieti), per loro natura muniti di esecutorietà, idonei cioè a spiegare i loro effetti anche contro la volontà e l’opposizione di coloro cui sono diretti. L’esecutorietà consiste (1) nel potere della pubbli-ca amministrazione di realizzare direttamente le proprie pretese giuridiche fondate su un atto am-ministrativo, senza doversi preventivamente rivol-gere all’autorità giudiziaria. Il fondamento dell’e-secutorietà è la presunzione di legittimità, per la quale l’atto amministrativo si presume conforme al diritto, finché non ne sia dichiarata l’illegitti-

(1) Landi-Potenza-Italia, Manuale di diritto amministrativo, ed. Giuffrè 1999, p. 254.

Page 16: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2278

mità. L’esecutorietà, per quanto qui interessa, può manifestarsi mediante mezzi di coercizione perso-nale diretta (arresto, accompagnamento forzato) ed indiretta (sanzioni amministrative), con l’ese-cuzione di ufficio (il compimento di atti da par-te dell’ente in luogo dell’obbligato inadempiente, come, ad esempio, in tema di edifici privati perico-lanti), fino all’esecuzione patrimoniale ai sensi del D.P.R. n. 602/1973.La legge disciplina e specifica le attività soggette ad autorizzazione di polizia e determina le sanzioni nel caso di non osservanza delle disposizioni che le re-golano.Per determinare le competenze relative all’emana-zione degli atti di polizia amministrativa, si deve tener conto:

- delle norme di legge che disciplinano la materia;

- delle disposizioni statutarie e regolamentari ema-nate dall’ente locale;

- dei principi affermati dagli artt. 107 del D.Lgs. n. 267/2000, e 4 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165. Il nuovo assetto delle attribuzioni funzionali delinea-te da queste due ultime disposizioni è caratterizzato dalla netta separazione fra compiti di indirizzo e controllo politico-amministrativo propri degli or-gani di governo, e compiti di gestione che competo-no ai dirigenti/responsabili degli uffici e servizi. Al fine di stabilire quale soggetto sia competente a ri-lasciare le autorizzazioni di polizia amministrativa e ad irrogare le eventuali sanzioni per le violazioni in materia, occorre, in particolare, accertare se le fun-zioni trasferite rientrino nella competenza propria dei comuni, ovvero se siano rimaste comunque nel-la competenza statale ed esercitate dal sindaco nella sua veste di ufficiale di governo. Questa verifica è indispensabile in quanto ove si trattasse di funzioni svolte come autorità di P.S. i relativi poteri compe-tono solo al sindaco.

Non possono ritenersi atti gestionali gli interventi d’urgenza adottati dal sindaco ai sensi dell’art. 50, commi 5 e 6, del T.U. n. 267/2000 (provvedimenti contingibili ed urgenti in tema di sanità o di igiene pubblica), nonché le funzioni, ed i conseguenti atti, spettantigli in qualità di ufficiale di Governo (Min. interno, circ. 10 ottobre 1998, n. 4/1998), indicati dall’art. 54 del medesimo ordinamento degli enti locali.Nel caso in cui si tratti, invece, di competenze pro-prie o trasferite al comune sono i dirigenti comunali o, in assenza i responsabili degli uffici, che devono

istruire le varie pratiche provvedendo al rilascio dei relativi titoli autorizzatori di polizia amministrativa ai sensi dell’art. 107 del Tuel.

Cap. IILa polizia commerciale e la vigilanza sulle attività economiche

1. Oggetto dell’attività

Le funzioni amministrative attribuite alla polizia commerciale concernono il controllo sulla rego-larità delle autorizzazioni amministrative per l’e-sercizio del commercio, la pubblicità dei prezzi, il rispetto degli orari di vendita, il controllo delle con-dizioni igienico-sanitarie dei locali, delle merci e delle attrezzature, quest’ultimo con riferimento alle funzioni di polizia sanitaria e veterinaria.L’attività di polizia viene quindi a identificarsi nelle seguenti fattispecie:

- accertamento circa la regolarità dell’attività com-merciale;

- adozione dei provvedimenti sanzionatori per le violazioni accertate;

- segnalazione agli uffici comunali competenti per eventuali provvedimenti di interruzione dell’attivi-tà o per la sua cessazione.

2. La tutela del consumatore - la lotta al carovita

Con il D.Lgs. n. 206/2006 è stato approvato il Codice del consumo al fine di assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori e degli utenti, definendo le garanzie del cittadino consumatore e quindi gli obblighi di commercianti ed esercenti, e, correlati-vamente, la verifica del rispetto di questi ultimi; un più approfondito esame di tali disposizioni è effet-tuato in altra parte della presente Guida.Si ricorda che in relazione all’esigenza di monito-rare l’andamento dei prezzi al consumo e di evitare loro ingiustificati e/o abnormi aumenti il legislatore ha istituito, presso il Ministero dello sviluppo eco-nomico, il Garante per la sorveglianza dei prezzi che svolge la funzione di sovrintendere alla tenuta ed elaborazione dei dati e delle informazioni segnalate agli “uffici prezzi” delle camere di commercio, indu-stria, artigianato e agricoltura.Quest’ultima normativa non esplicita alcun inter-vento o correlazione con le attività delle forze di polizia locale.

Page 17: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2279

Tuttavia si ritiene che l’ente, anche facendo rife-rimento a quanto disposto dall’art. 23 del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, come convertito con legge n. 326/2003, possa promuovere iniziative, anche d’intesa con la competente Camera di commercio, rivolte a favorire e sostenere la distribuzione di pro-dotti di generale e largo consumo meritevoli in ra-gione dei prezzi praticati, attivando idonee forme di comunicazione al pubblico (anche attraverso stru-menti telematici) degli esercizi presso i quali tali panieri sono disponibili.

3. Le misure rivolte al contenimento degli effetti dannosi del fumo

3.1. Il divieto di fumo negli esercizi e circoli privati

Al fine di tutelare la salute dei non fumatori l’ordi-namento giuridico, ed in particolare l’art. 51 della legge n. 16 gennaio 2003, n. 3, ha disposto il divieto di fumare nei luoghi di lavoro pubblici ed in quelli privati, aperti al pubblico o ad utenti.Il Ministero della Salute ha a suo tempo precisato (circolare 17 dicembre 2004, in G.U. 23 dicembre 2004, n. 300) che in forza di detto generalizzato divieto la realizzazione di aree per fumatori non rappresenta affatto un obbligo ma una facoltà dei pubblici esercizi e degli altri luoghi di lavoro che, qualora intendano attrezzare locali riservati ai fu-matori, devono adeguarli ai requisiti tecnici dettati dal D.P.C.M. 23 dicembre 2003.Per effetto di tali disposizioni è adesso vietato fuma-re nei locali chiusi, ad eccezione di:

a) quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico;

b) quelli riservati ai fumatori e come tali contras-segnati. Fra questi gli esercizi e i luoghi di lavoro devono essere dotati di impianti per la ventilazio-ne ed il ricambio di aria regolarmente funzionanti. Con apposito regolamento ministeriale potranno essere individuati eventuali ulteriori luoghi chiusi nei quali sia consentito fumare. Per i locali condotti da soggetti privati - fra cui quelli costituenti l’eser-cizio di attività commerciali e di somministrazione - il responsabile della struttura, ovvero dipendente o collaboratore da lui incaricato, richiamerà i tra-sgressori all’osservanza del divieto, provvedendo, se del caso, alla segnalazione ai pubblici ufficiali ed agenti competenti a norma dell’art. 13 della legge n. 689/1981 (cfr. dir. P.C.M. 14 dicembre 1995), ai quali compete la contestazione della violazione e la conseguente redazione del verbale di contravven-zione. Il predetto responsabile deve inoltre curare

l’apposizione di cartelli che richiamano il divieto di fumo, come indicato nell’accordo stipulato in sede di Conferenza Stato-regioni del 16 dicembre 2004; in caso di violazione a detto obbligo tornano appli-cabili le sanzioni di cui all’art. 7, c. 2, della legge n. 584/1975.

3.2. Il divieto di vendita di prodotti del tabacco a minorenni

Ai sensi dell’art. 7 del D.L. 13 settembre 2012, n. 158, convertito in legge n. 189/2012, chiunque ven-de prodotti del tabacco ha l’obbligo di chiedere all’acquirente, all’atto dell’acquisto, l’esibizione di un documento di identità, tranne nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta.È applicata la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.000 euro a chiunque vende o sommini-stra i prodotti del tabacco ai minori di anni diciotto. Se il fatto è commesso più di una volta si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2.000 euro e la sospensione, per tre mesi, della licenza all’esercizio dell’attività.I distributori automatici per la vendita al pubblico di prodotti del tabacco devono essere dotati di un sistema automatico di rilevamento dell’età anagra-fica dell’acquirente. Sono considerati idonei i siste-mi di lettura automatica dei documenti anagrafici rilasciati dalla pubblica amministrazione.

3.3. Sanzioni per abbandono dei rifiuti di prodotti da fumo

L’art. 255, c. 1-bis, del Codice ambientale D.Lgs. n. 152/2006, stabilisce che l’abbandono dei rifiuti di prodotti da fumo è colpito con una sanzione ammi-nistrativa da euro 60 ad euro 300.Per effetto del D.M. 15 febbraio 2017, la metà dei proventi delle sanzioni amministrative per l’ab-bandono dei rifiuti di prodotti da fumo e dei rifiuti di piccolissime dimensioni quali anche scontrini, fazzoletti di carta, gomme da masticare, è versato all’entrata del bilancio dello Stato per essere riasse-gnato ad un apposito Fondo istituito presso lo stato di previsione del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare; tali somme, in via prioritaria, sono impiegate per l’attuazione di cam-pagne di informazione su scala nazionale nonché per le altre finalità di cui all’art. 232-bis del Codice.Il restante 50% è destinato al comune nel cui territo-rio sono state accertate le violazioni. Tali somme sono impiegate, in via prioritaria, per le attività di installa-zione nelle strade, nelle piazze, nelle aree a verde, nei

Page 18: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2280

parchi nonché nei luoghi di alta aggregazione sociale di appositi raccoglitori per la raccolta dei mozziconi dei prodotti da fumo e, in via residuale e secondo le specifiche esigenze, per la pulizia di caditoie e di tom-bini facenti parte del sistema fognario nonché per le campagne di informazione su scala locale.A tali fini i comuni versano la quota con cadenza semestrale, entro il 30 giugno ed il 31 dicembre di ciascun anno, al bilancio dello Stato (capitolo entra-ta n. 2592, art. n. 28), trattenendo la quota di loro spettanza e dando conto, nel rendiconto di gestione, dell’osservanza del relativo vincolo di destinazio-ne. Per monitorare le risorse destinate ad affluire al Fondo, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha la facoltà di chiedere ai comuni chiarimenti ed informazioni in ordine alle attività svolte in attuazione del vincolo.Le modalità di attuazione delle campagne informa-tive, sia su base nazionale che su base locale (queste di competenza dei comuni), sono individuate dagli artt. 5 e 6 del citato decreto 15 febbraio 2017.

4. Le misure rivolte alla prevenzione degli abusi dell’uso di alcool

4.1. Il divieto di vendita e somministrazione di alcool nelle ore notturne

Al fine di diminuire il consumo di alcool nelle ore notturne nelle quali è stata registrata una maggiore incidenza di gravi incidenti causati da stato di eb-brezza, l’art. 54 della legge 29 luglio 2010, n. 120, ha apportato significative modifiche all’art. 6 del D.L. 3 agosto 2007, n. 117, come convertito in legge n. 160/2007, stabilendo quanto segue:

a) i titolari e i gestori degli esercizi muniti della li-cenza di pubblica sicurezza ex art. 86, commi 1 e 2, Tulps, ivi compresi gli esercizi ove si svolgono, con qualsiasi modalità, spettacoli o altre forme di in-trattenimento e svago, musicali o danzanti, nonché chiunque somministra bevande alcoliche o supe-ralcoliche in spazi o aree pubblici ovvero nei circoli gestiti da persone fisiche, da enti o da associazioni, devono interrompere la vendita e la somministra-zione di bevande alcoliche e superalcoliche alle ore 3 e non possono riprenderla nelle tre ore successive, salvo che sia diversamente disposto dal questore in considerazione di particolari esigenze di sicurezza;

b) i titolari e i gestori degli esercizi di vicinato de-vono interrompere la vendita per asporto di bevan-de alcoliche e superalcoliche dalle ore 24 alle ore 6,

salvo che sia diversamente disposto dal questore in considerazione di particolari esigenze di sicurezza.Tali divieti non si applicano alla vendita e alla som-ministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche effettuate nella notte tra il 31 dicembre e il 1° gen-naio e nella notte tra il 15 e il 16 agosto.

I titolari e i gestori dei locali di cui sopra, che prose-guono la propria attività oltre le ore 24, devono avere presso almeno un’uscita del locale un apparecchio di rilevazione del tasso alcolemico, di tipo precursore chimico o elettronico, a disposizione dei clienti che desiderino verificare il proprio stato di idoneità alla guida dopo l’assunzione di alcool; per i locali diversi da quelli nei quali si svolgono spettacoli od altre forme di intrattenimento le misure introdotte dall’art. 54 della legge n. 120/2010, si sono rese applicabili dal 29 otto-bre 2010. Devono altresì esporre all’entrata, all’interno e all’uscita dei locali apposite tabelle che riproducano:

- la descrizione dei sintomi correlati ai diversi livel-li di concentrazione alcolemica nell’aria alveolare espirata;

- le quantità, espresse in centimetri cubici, delle be-vande alcoliche più comuni che determinano il su-peramento del tasso alcolemico per la guida in stato di ebbrezza, pari a 0,5 grammi per litro, da determi-nare anche sulla base del peso corporeo.

Le tabelle sono definite secondo quanto previsto dal D.M. 30 luglio 2008 (in G.U. 8 settembre 2008, n. 210); l’inosservanza delle disposizioni inerenti le tabelle comporta la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 300 a euro 1.200.I titolari e i gestori di stabilimenti balneari (muniti della licenza ex art. 86, commi 1 e 2, Tulps) sono autorizzati a svolgere nelle ore pomeridiane parti-colari forme di intrattenimento e svago danzante, congiuntamente alla somministrazione di bevande alcoliche, in tutti i giorni della settimana, nel rispet-to della normativa vigente in materia e, ove adot-tati, dei regolamenti e delle ordinanze comunali, comunque non prima delle ore 17 e non oltre le ore 20; sono fatte salve le autorizzazioni già rilasciate per lo svolgimento delle forme di intrattenimento e svago di cui al presente comma nelle ore serali e notturne. Per lo svolgimento di tali forme di intrat-tenimento non si applica l’art. 80 del citato testo unico di cui al regio decreto n. 773 del 1931.L’inosservanza delle disposizioni recate dal citato art. 6 comporta la sanzione amministrativa del pa-gamento di una somma da euro 5.000 a euro 20.000; qualora siano state contestate, nel corso del biennio,

Page 19: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2281

due distinte violazioni, è disposta la sospensio-ne della licenza o dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività ovvero dell’esercizio dell’attività mede-sima per un periodo da sette fino a trenta giorni, secondo la valutazione dell’autorità competente.La materia disciplinata dall’art. 6 citato rientra nella materia della sicurezza pubblica, relativa alla pre-venzione dei reati ed al mantenimento dell’ordine pubblico, di esclusiva competenza statale: titolare della relativa competenza sanzionatoria è dunque l’autorità prefettizia (cfr. in tal senso Ministero dell’interno, nota 23 aprile 2008).

4.2. Il divieto di vendita di bevande alcoliche a minori

Per effetto dell’art. 7 del D.L. 13 settembre 2012, n. 158, convertito in legge n. 189/2012, chiunque ven-de bevande alcoliche ha l’obbligo di chiedere all’ac-quirente, all’atto dell’acquisto, l’esibizione di un documento di identità, tranne che nei casi in cui la maggiore età dell’acquirente sia manifesta.Salvo che il fatto non costituisca reato, si applica la san-zione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.000 euro a chiunque vende bevande alcoliche ai minori di anni diciotto. Se il fatto è commesso più di una volta si ap-plica la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 2.000 euro con la sospensione dell’attività per tre mesi.

5. L’esecuzione di massaggi lungo i litorali marini, lacustri e fluviali

Dalla stagione balneare 2008, con successive ordi-nanze ministeriali, è stata vietata l’offerta, a qualun-que titolo, di prestazioni comunque denominate ri-conducibili a massaggi estetici o terapeutici da parte di soggetti ambulanti lungo i litorali marini, lacustri e fluviali.Le ordinanze sono state emanate “per la tutela dell’incolumità pubblica”, anche se detti rischi ap-paiono limitati essendo forse più motivate, in realtà, dalla tutela del decoro pubblico.Ad ogni modo per dette stagioni - e si presume che la medesima ordinanza possa essere riproposta an-che per la stagione 2015 - i sindaci dei comuni ri-vieraschi sono tenuti ad applicare e far rispettare il predetto divieto e a diffonderne la conoscenza me-diante affissione presso la casa comunale, che deve essere esposta anche all’ingresso di ogni esercizio commerciale od a carattere ricreativo ubicato sui li-torali. I gestori pubblici o privati, ovvero coloro che comunque abbiano l’effettiva disponibilità di tratti di litorale, sono tenuti a segnalare alle competenti autorità ogni violazione.

6. Le misure contro la ludopatia

Gli artt. 5 e 7 del D.L. n. 158/2012, conv. dalla leg-ge n. 189/2012, nel prevedere l’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, impone di ricompren-dervi anche le prestazioni relative alla prevenzione, trattamento e riabilitazione delle persone affette da ludopatia, individuando come luoghi sensibili, ol-tre agli istituti scolastici ed i centri socio-ricreativi e sportivi, anche le strutture sanitarie, ospedaliere ed i luoghi di culto.Gli strumenti di contrasto della ludopatia devono trovare la loro disciplina di base a livello centrale ed essere inseriti nel sistema della pianificazione nazionale, entro i cui limiti poi operano gli enti lo-cali, fermo restando il potere dei sindaci di adottare ordinanze contingibili e urgenti in caso di situazio-ni di effettiva emergenza e fatta salva la possibilità delle regioni di dettare regole di settore, per essere la materia della “tutela della salute” soggetta alla competenza legislativa concorrente, sempre però in coerenza con la disciplina statale e con i relativi principi fondamentali (cfr. Tar Emilia-Romagna, Bologna, sez. I, 27 aprile 2015, n. 407).È stato tuttavia ritenuto illegittimo il regolamento comunale che vieta, tra l’altro, la collocazione del-le strutture a distanza di 500 metri da istituti sco-lastici, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente da giovani o strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio-assistenziale, luoghi di culto e caserme, in quanto non risponde ad esigenze specificamente afferenti il territorio comunale, ma ad esigenze generali che richiedono una pianificazione na-zionale, nel cui ambito la disposizione impugna-ta non si colloca (Tar Veneto, Venezia, sez. III, 16 aprile 2013, n. 578). Si è peraltro del parere che l’Amministrazione possa legittimamente adottare previsioni di carattere urbanistico che, sostan-zialmente, giungano al medesimo risultato, non consentendo, se ritenuto, l’uso di cui trattasi per gli edifici ubicati nei pressi dei predetti istituiti e centri giovanili.

Cap. IIILa polizia edilizia

1. La vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia

Il dirigente o il responsabile del competente ufficio comunale esercita, anche secondo le modalità sta-

Page 20: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2282

bilite dallo Statuto o dai regolamenti dell’ente, la vigilanza sull’attività urbanistico-edilizia nel terri-torio comunale per assicurarne la rispondenza alle norme di legge e di regolamento, alle prescrizioni degli strumenti urbanistici ed alle modalità esecuti-ve fissate nei titoli abilitativi.Il potere di vigilanza di cui all’art. 27, c. 1, D.P.R. n. 380/2001 deve intendersi come potere di carattere generale, appartenente al Comune e riguardante l’intera attività edilizia sul territorio.Il sindaco esercita le altre funzioni attribuitegli quale autorità locale, con particolare riferimento a quelle individuate dall’art. 50, terzo comma, del T.U. n. 267/2000, in materia di emergenze sanitarie o di igiene pubblica. Inoltre, il sindaco, quale uffi-ciale di Governo, al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cit-tadini, anche con riferimento a situazioni di fati-scenza di immobili pubblici o privati, con atto mo-tivato e nel rispetto dei principi generali dell’or-dinamento giuridico, può adottare provvedimenti contingibili ed urgenti per la cui esecuzione, ove occorra, può richiedere al prefetto l’assistenza del-la forza pubblica.È necessario tener presente che per effetto dell’art. 27, c. 4, del D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380, gli uffi-ciali ed agenti di polizia giudiziaria, ove nei luoghi in cui vengono realizzate le opere non sia esibito il permesso di costruire, ovvero non sia apposto il prescritto cartello, ovvero in tutti gli altri casi di presunta violazione urbanistico-edilizia, ne devono dare immediata comunicazione all’autorità giudi-ziaria, al competente organo regionale e al dirigente del competente ufficio comunale, il quale verifica entro trenta giorni la regolarità delle opere e dispo-ne gli atti conseguenti.Attraverso le funzioni di polizia edilizia il comune deve intervenire per impedire che avvengano vio-lazioni alle norme urbanistico/edilizie, perseguen-do quindi tutti gli atti e comportamenti compiuti in dispregio ai principi sanciti dalle normative di-sciplinanti la materia urbanistica, che l’art. 80 del D.P.R. 27 luglio 1977, n. 616, definisce «la disciplina dell’uso del territorio, comprensiva di tutti gli aspetti conoscitivi, normativi e gestionali riguardanti le ope-razioni di salvaguardia e di trasformazione del suolo nonché la protezione dell’ambiente».La pianificazione urbanistica e la disciplina edilizia sono trattate in altra parte della Guida, alla quale si rinvia. Qui sono sottolineati gli aspetti di esse che attengono ai servizi attribuiti alla polizia munici-pale.

2. La comunicazione - rapporto degli illeciti urba-nistico-edilizi

Gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria, e quindi anche gli operatori della polizia municipale, han-no l’obbligo di esercitare funzioni di vigilanza e controllo sull’attività urbanistico-edilizia e - come sopra precisato - nei casi in cui ritengono che sussi-sta una violazione alle disposizioni che regolano la materia, ne debbono dare immediata comunicazio-ne sia all’autorità giudiziaria (pretore) che a quella amministrativa (presidente della giunta regionale e sindaco).Quando la comunicazione presenta tutti gli elemen-ti del “rapporto”, gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria debbono ritenersi esonerati dall’obbligo loro imposto dall’art. 331 del Codice di procedura penale. I verbali di sopralluogo, con i quali i tecnici comunali od agenti di polizia municipale accertano abusi edilizi, sono atti (pubblici) dotati di fede pri-vilegiata nel senso che fanno fede dei fatti accertati fino a querela di falso (cfr. C.d.S., sez. V, 3 novembre 2010, n. 7770; sez. IV, 20/12/2013 n. 6151).Il segretario comunale redige e pubblica mensil-mente, mediante affissione nell’albo comunale, i dati relativi agli immobili e alle opere realizzati abusivamente, oggetto dei rapporti degli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria e delle relative or-dinanze di sospensione e trasmette i dati anzidetti all’autorità giudiziaria competente, al presidente della giunta regionale e, tramite l’ufficio territoria-le del governo, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.Gli operatori della Polizia municipale devono per-tanto trasmettere i rapporti degli illeciti urbanistici da loro accertati al segretario comunale; non sono oggetto di pubblicazione i rapporti che attengo-no ad opere eseguite in assenza od in difformità dell’autorizzazione ed alle opere interne non comu-nicate al comune, nonché le varianti in corso d’ope-ra soggette ad approvazione.

3. I provvedimenti repressivi degli abusi

Quando sia accertata violazione delle norme di leg-ge o di regolamento, delle prescrizioni degli stru-menti urbanistici e delle modalità esecutive stabilite nella concessione od autorizzazione, il dirigente o responsabile del servizio deve adottare i seguenti provvedimenti:

a) ordina l’immediata sospensione dei lavori effet-tuati in violazione delle norme, prescrizioni o mo-dalità esecutive, che ha effetto fino all’adozione dei

Page 21: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2283

provvedimenti definitivi, da adottare e notificare entro 45 giorni dall’ordine di sospensione dei lavo-ri. Entro i successivi quindici giorni dalla notifica il dirigente o il responsabile dell’ufficio competente può procedere al sequestro del cantiere (art. 27, c. 3, D.P.R. n. 380/2001). L’ordine di sospensione dei lavori edilizi abusivi, disposto dall’autorità comu-nale ha effetto sino all’emanazione dei provvedi-menti definitivi, indipendentemente dallo scadere del termine dei 45 giorni fissato nel citato art. 27, trattandosi di un termine ordinatorio che ha il solo scopo di sollecitare la P.A. all’adozione dei prov-vedimenti definitivi (Cass. pen., sez. III, 21 marzo 2007, n. 17278);

b) per le aree soggette a vincolo ai sensi delle leggi nn. 3267/1923 (vincolo idrogeologico) e 1766/1927 (usi civici), e del D.Lgs. n. 42/2004 (beni culturali e paesaggio), provvede alla demolizione ed al ripristi-no dello stato dei luoghi, previa comunicazione alle (eventuali) amministrazioni competenti, che posso-no anche intervenire di propria iniziativa ai fini della demolizione (art. 27, c. 2). La disposizione impone la demolizione delle opere di cui sia accertato l’inizio o l’esecuzione senza titolo, anche su aree assoggettate a vincolo paesaggistico e indipendentemente, quin-di, dall’ultimazione delle opere stesse (C.d.S., sez. IV, 10 agosto 2007, n. 4396). L’art. 27, c. 2, D.P.R. n. 380 del 2001 attribuisce all’amministrazione comunale un generale potere di vigilanza e controllo su tutta l’attività urbanistica ed edilizia, imponendo l’ado-zione di provvedimenti di demolizione in presenza di opere realizzate in zone vincolate in assenza dei relativi titoli abilitativi, al fine di ripristinare la lega-lità violata dall’intervento edilizio non autorizzato. È quindi un potere-dovere del tutto privo di margini di discrezionalità in quanto rivolto solo a reprimere gli abusi accertati, da esercitare anche in ipotesi di opere assentibili con DIA o SCIA, prive di autorizzazione paesaggistica (cfr. Tar Campania, Napoli, sez. VI, 17 settembre 2015, n. 4561);

c) se nei luoghi in cui vengono realizzate le opere non sia esibito il permesso di costruire, ovvero non sia apposto il prescritto cartello, ovvero in tutti gli altri casi di presunta violazione urbanistico-edilizia, ne dà immediata comunicazione all’autorità giudi-ziaria, al competente organo regionale e al dirigente del competente ufficio comunale, il quale verifica entro trenta giorni la regolarità delle opere e dispo-ne gli atti conseguenti (art. 27, c. 4);

d) ordina la sospensione di lottizzazioni di terreni a scopo edificatorio senza la prescritta autorizzazione,

con provvedimento da notificare ai proprietari delle aree, al contribuente, al costruttore ed al direttore dei lavori. Il provvedimento comporta l’immediata interruzione delle opere in corso ed il divieto di di-sporre dei suoli e delle opere stesse con atti tra vivi, e deve essere trascritto a tal fine nei registri immo-biliari. Trascorsi novanta giorni, ove non intervenga la revoca del provvedimento di sospensione, le aree lottizzate sono acquisite di diritto al patrimonio di-sponibile del comune, il cui dirigente deve provve-dere alla demolizione delle opere (art. 30, commi 7 ed 8, D.P.R. n. 380/2001). L’ordinanza di sospensio-ne dei lavori è un provvedimento eccezionale, con efficacia strettamente limitata nel tempo ed avente il solo scopo (cautelare) di impedire il procedere del-la costruzione, in modo da consentire alla Pubblica amministrazione di potersi determinare con una misura sanzionatoria (ordine di demolizione, ovve-ro applicazione di una sanzione pecuniaria);

e) ingiunge al proprietario ed al responsabile di in-terventi in assenza di permesso, in totale difformità dal medesimo, ovvero con variazioni essenziali, la rimozione o la demolizione delle opere. Nel prov-vedimento deve essere indicata l’area (ed il sedime) che viene acquisita di diritto, gratuitamente, al pa-trimonio del comune se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione ed al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di 90 giorni dall’ingiun-zione (art. 31, D.P.R. n. 380/2001). L’opera acqui-sita è demolita con ordinanza del dirigente o del responsabile del servizio comunale competente a spese dei responsabili dell’abuso, salvo che con de-liberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con rilevanti interessi urbanistici o ambientali. Ai sensi dell’art. 31, comma 4, D.P.R. n. 380 del 2001 il titolo per l’immissione in possesso del bene e per la trascrizione nei RR.II. è costituito dall’accertamento dell’inottemperanza all’ingiun-zione a demolire, ma per tale atto deve intendersi non il mero verbale di constatazione di inadem-pienza redatto dalla polizia municipale, atteso il suo carattere endoprocedimentale, ma solo il formale accertamento compiuto dall’organo dell’ente dota-to della relativa potestà provvedimentale (Tar Na-poli, Campania, sez. II, 27 agosto 2010, n. 17245). Il Consiglio di Stato (sez. VI, 11 maggio 2011, n. 2781) ha ravvisato la competenza del sindaco all’adozione di atti di accertamento nella materia della repres-sione degli abusi edilizi, senza disconoscersi la ge-nerale competenza del corpo di polizia municipale all’acquisizione dei fatti, la cui conoscenza risulta

Page 22: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2284

prodromica e strumentale all’esercizio da parte del sindaco delle proprie competenze in materia. Per gli interventi abusivamente eseguiti su terreni sot-toposti, in base a leggi statali o regionali, a vincolo di inedificabilità, l’acquisizione gratuita, nel caso di inottemperanza all’ingiunzione di demolizione, si verifica di diritto a favore delle amministrazioni cui compete la vigilanza sull’osservanza del vincolo. Tali amministrazioni provvedono alla demolizione delle opere abusive ed al ripristino dello stato dei luoghi a spese dei responsabili dell’abuso. Nell’ipo-tesi di concorso dei vincoli, l’acquisizione si verifica a favore del patrimonio del comune;

f) ordina la rimozione o demolizione degli inter-venti e delle opere di ristrutturazione edilizia ese-guiti in assenza di permesso o, in totale o parziale difformità da esso. Gli edifici sono resi conformi alle prescrizioni degli strumenti urbanistico-edilizi entro il congruo termine stabilito dal dirigente o responsabile comunale con propria ordinanza, de-corso il quale l’ordinanza stessa è eseguita a cura del comune e a spese dei responsabili dell’abuso (artt. 33 e 34, D.P.R. n. 380/2001). Qualora, sulla base di motivato accertamento dell’ufficio tecnico comu-nale, il ripristino o la demolizione dello stato dei luoghi non sia possibile, il dirigente o il responsabi-le dell’ufficio irroga una sanzione pecuniaria pari al doppio dell’aumento di valore dell’immobile, con-seguente alla realizzazione delle opere.

È stato ritenuto che le misure repressive per l’atti-vità edilizia abusiva siano legittimamente irrogabili nei confronti degli attuali proprietari dell’immobi-le, diversi dal soggetto che ha realizzato l’abuso, sal-va la facoltà di rivalsa nei confronti dei danti causa (C.d.S., sez. V, 1° marzo 1993, n. 308). Le misure re-pressive possono essere legittimamente applicate ad ogni soggetto che abbia preso parte al compimento dell’opera abusiva (C.d.S., sez. V, 28 gennaio 1993, n. 178).L’esercizio di poteri repressivi in materia di abusi edilizi non incontra alcun termine di decadenza o di prescrizione potendo essere esercitati in qualsiasi tempo (C.d.S., sez. V, 1° marzo 1993, n. 308).

4. La demolizione delle opere abusive

Entro il mese di dicembre di ogni anno il dirigente o il responsabile del servizio comunale trasmette al prefetto l’elenco delle opere non sanabili per le qua-li il responsabile dell’abuso non ha provveduto nel termine previsto alla demolizione e al ripristino dei luoghi, indicando lo stato dei procedimenti relativi

alla tutela del vincolo di cui al comma 6 dell’art. 31 del D.P.R. n. 380/2001; gli elenchi contengono an-che il nominativo dei proprietari e dell’eventuale occupante abusivo, gli estremi di identificazione ca-tastale, il verbale di consistenza delle opere abusive e l’eventuale titolo di occupazione dell’immobile.Entro trenta giorni dalla ricezione degli elenchi il prefetto provvede agli adempimenti conseguen-ti all’intervenuto trasferimento della titolarità dei beni e delle aree interessate, notificando l’avvenuta acquisizione al proprietario e al responsabile dell’a-buso. L’esecuzione della demolizione delle opere abusive, compresa la rimozione delle macerie e gli interventi a tutela della pubblica incolumità, è disposta dal prefetto; i relativi lavori sono affidati, anche a trattativa privata ove ne sussistano i presup-posti, ad imprese tecnicamente e finanziariamente idonee. Il prefetto può anche avvalersi, per il tramite dei provveditorati alle opere pubbliche, delle strut-ture tecnico-operative del Ministero della difesa, sulla base di apposita convenzione stipulata d’intesa tra il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ed il Ministro della difesa.L’attribuzione al prefetto va, comunque, stretta-mente correlata con quella degli enti locali, “i quali possono procedere sempre alle demolizioni, ove siano nelle condizioni di farlo” (Prefettura di Avel-lino, circolare 6 aprile 2004, n. 40359/SAG). Dopo le modifiche apportate dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, l’art. 27 mantiene egualmente in capo all’amministrazione comunale il potere di provve-dere alla demolizione nei casi in esso individuati: “opere eseguite senza titolo su aree assoggettate da leggi statali, regionali o da altre norme urbanisti-che vigenti o adottate, a vincolo di inedificabilità, o destinate ad opere o spazi pubblici ovvero ad in-terventi di edilizia residenziale pubblica, nonché in tutti i casi di difformità dalle norme urbanistiche e alle prescrizioni degli strumenti urbanistici”. In definitiva la nuova disposizione va interpretata ed applicata nella prospettiva - quella cioè delineata dall’art. 3, c. 1, lett. c), della legge 15 marzo 1997, n. 59 - di collaborazione e azione coordinata tra enti locali, regioni e i diversi livelli di Governo e di amministrazione.Con circolare 7 dicembre 2005, n. 2699, del Mini-stero delle infrastrutture e dei trasporti, alla quale si rinvia espressamente, sono stati forniti chiarimen-ti in merito all’applicazione dell’art. 32 del D.L. n. 269/2003, con particolare riferimento alla sanato-ria degli abusi edilizi di cui all’allegato 1 allo stesso provvedimento di legge.

Page 23: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2285

Si ricorda infine che con circolare del Ministero dell’interno n. 15/1997 dell’8 marzo 1997, è stato ul-teriormente confermato che gli abusi edilizi realiz-zati in violazione delle distanze previste dal Codice della strada ed a difesa della stessa, debbono essere demoliti: ne consegue che la sanzione amministra-tiva accessoria dell’obbligo di ripristino dei luoghi e di rimozione delle opere abusivamente eseguite non può essere in nessun caso derogata (art. 211 del Codice). Va da sé che tali sanzioni devono aggiun-gersi alle sanzioni previste dalla legislazione edilizia ed urbanistica (cfr. tra l’altro Tar Lazio, Latina, 1° marzo 1994, n. 221, e sez. II, 24 maggio 1991, n. 40, le cui decisioni affermano l’insanabilità degli abusi edilizi in contrasto con il vincolo di inedificabilità a tutela delle strade).

Cap. IVLa polizia mortuaria

La polizia mortuaria è finalizzata alla tutela della salute dei cittadini, ad impedire l’insorgere di epi-demie, a disciplinare le sepolture e il trasporto delle salme, la loro inumazione ed esumazione, tumula-zione ed estumulazione.La materia, disciplinata dal T.U. leggi sanitarie ap-provato con R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 (artt. 337, 343), dal regolamento di polizia mortuaria appro-vato con D.P.R. 10 settembre 1990, n. 285 e dalla legge 30 marzo 2001, n. 130, per ciò che concerne i crematori, è complessivamente e puntualmente trattata in altra parte della Guida Normativa cui si rinvia espressamente.

Cap. VLa polizia rurale

1. I regolamenti locali

Con i servizi di polizia rurale gli enti assicura-no, nell’ambito del proprio territorio e al di fuori dei centri abitati, l’applicazione delle leggi e dei regolamenti che attengono in genere alle colture agrarie.Con l’adozione dei regolamenti locali di polizia ru-rale sono disciplinati:

1) la conduzione e la custodia degli animali al pa-scolo e lungo le strade;

2) i passaggi nelle proprietà private;

3) la manutenzione di canali ed altre opere desti-nate all’irrigazione e scolo, specialmente nei terreni di bonifica consortile, al fine di consentire il buon regime delle acque di uso pubblico comunali e fo-gnanti in quanto non vi provvedano leggi e regola-menti generali;

4) la manutenzione delle strade vicinali in carenza di norme di legge o di regolamento;

5) la regolamentazione della spigolatura e altri si-mili usi sui beni privati, quando la popolazione vi abbia diritto;

6) l’esercizio della pastorizia e dell’industria del latte;

7) il trasporto di carichi in modo da assicurare la conservazione delle strade rurali;

8) la distruzione di piante ed animali nocivi quando non vi provvedano leggi e regolamenti generali;

9) la difesa contro le malattie delle piante;

10) altri oggetti consimili non regolati da leggi e re-golamenti generali;

11) l’esercizio della caccia e della pesca.

La polizia rurale ha subìto nel tempo sostanziali modificazioni per cui molte delle voci sopra elen-cate sono oggi disciplinate da autonome normative.

2. La prevenzione degli incendi boschivi

Particolare attenzione viene data, vista la preoccu-pante diffusione del fenomeno, alla prevenzione degli incendi boschivi che affliggono, purtroppo, molte zone del nostro Paese. Per farvi fronte il legi-slatore, con legge 21 novembre 2000, n. 353, ha de-finito nuovi strumenti nel contesto di una gestione coordinata delle diverse competenze nelle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli in-cendi boschivi, nonché nella formazione, informa-zione ed educazione ambientale.In questo contesto le zone boscate ed i pascoli i cui soprassuoli siano stati percorsi dal fuoco:

- non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all’incendio per almeno quindici anni;

- è vietata per dieci anni la realizzazione di edifi-ci nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive, fatti salvi i casi in cui per detta realizzazione sia stata già rilasciata, in data precedente l’incendio e sulla base degli strumenti urbanistici vigenti a tale data, la relativa autorizzazione o concessione. Il giudice, nella sentenza di condanna, dispone la demolizione

Page 24: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2286

dell’opera e il ripristino dello stato dei luoghi a spe-se del responsabile;

- sono vietate per cinque anni, sui predetti sopras-suoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pub-bliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’ambiente, per le aree naturali protette statali, o dalla regione competente, negli altri casi, per documentate situazioni di dissesto idrogeologi-co ed in quelle in cui sia urgente un intervento per la tutela di particolari valori ambientali e paesag-gistici;

- sono vietati per dieci anni, limitatamente ai so-prassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia. Nel caso di trasgressioni al divie-to di pascolo si applica una sanzione amministra-tiva, per ogni capo, non inferiore ad euro 30 e non superiore ad euro 61 e nel caso di trasgressione al divieto di caccia sui medesimi soprassuoli si applica una sanzione amministrativa non inferiore ad euro 206 e non superiore ad euro 413.

Il divieto di edificazione nelle aree boschive incen-diate sancito dall’art. 10 della legge n. 353 del 2000, prevale sulle diverse disposizioni contenute in leggi regionali anteriori, atteso che tale norma statale, da un lato, appare riconducibile alla tutela dell’am-biente (rappresentato in particolare dal patrimonio boschivo nazionale), di esclusiva competenza stata-le ai sensi dell’art. 117, c. 2, lett. s), Cost., dall’altro costituisce principio fondamentale ex art. 117, c. 3, Cost., per gli ambiti di competenza concorrente (in tal senso vedasi Cons. Stato, sez. IV, 1° luglio 2005, n. 3674).In via generale, inoltre nelle aree e nei periodi a rischio di incendio boschivo sono vietate tutte le azioni determinanti anche solo potenzialmente l’in-nesco di incendio.Per le trasgressioni al predetto divieto si applica la sanzione amministrativa del pagamento di una somma non inferiore ad euro 1.032 e non supe-riore ad euro 10.329. Tali sanzioni sono raddop-piate nel caso in cui il responsabile appartenga a una delle categorie descritte all’art. 7, commi 3 e 6 della legge n. 353/2000. In caso di trasgressione da parte di esercenti attività turistiche, oltre alla sanzione di cui sopra, è disposta la revoca della licenza, dell’autorizzazione o del provvedimento amministrativo che consente l’esercizio dell’atti-vità.

Cap. VILa polizia sanitaria

La polizia sanitaria è disciplinata in massima parte dalle norme contenute nel T.U. leggi sanitarie ap-provato con R.D. 27 luglio 1934, n. 1265 e succes-sive modificazioni ed integrazioni, nonché ad un complesso di disposizioni inerenti i diversi aspetti di tutela della sanità e salubrità pubbliche.La materia è specificatamente trattata in altra parte della Guida, alla quale si rinvia. Qui di seguito si svol-gono alcune considerazioni in merito alla corretta individuazione dell’autorità competente al rilascio dell’autorizzazione sanitaria alla luce delle più re-centi disposizioni legislative. Nel ricercare il corretto inquadramento della questione occorre far riferi-mento a disposizioni legislative (si vedano l’art. 3 del D.P.R. 26 marzo 1980, n. 327; l’art. 13 della legge 27 dicembre 1978, n. 833, nonché l’art. 231 del T.U. leggi sanitarie approvate con R.D. 27 luglio 1934, n. 1265) che si riferiscono al comune - e più precisamente al sindaco - quale autorità competente a rilasciare il provvedimento autorizzatorio sanitario, previa ac-quisizione del parere della A.S.L. competente per ter-ritorio. La giurisprudenza ha precisato quanto segue:

a) pur essendo il comune l’autorità istituzional-mente competente a rilasciare l’autorizzazione sani-taria, lo stesso ente esercita tale funzione attraverso la A.S.L. che deve accertare la sussistenza dei requi-siti igienico-sanitari richiesti dalla legge e, in caso positivo, rilasciare l’autorizzazione richiesta quali organi delegati dall’ente locale (Cass. pen., sez. VI, 28 giugno 1993);

b) il rilascio del provvedimento in questione non costituisce una forma di controllo delle attività eco-nomiche ma una semplice presa d’atto da parte de-gli organi del comune della sussistenza - nei locali nei quali si svolge la stessa attività - delle condizioni di idoneità sanitaria, ancorché verificate da altre au-torità e con diversi strumenti procedurali (Tar La-zio, sez. II, 24 marzo 1993, n. 354).

Quanto ora rilevato è da considerare alla luce degli artt. 107 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267, e 4 del D.Lgs. 30 marzo 2001, n. 165, per i quali, realizzan-dosi la separazione funzionale fra controllo politi-co-amministrativo ed attività gestionale, quest’ulti-ma - nel cui ambito deve ricomprendersi il rilascio degli atti in esame - risulta attribuita ai dirigenti/responsabili di uffici e servizi.Per ciò che attiene, invece, alle emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente lo-

Page 25: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2287

cale, il sindaco è competente ad adottare ordinanze contingibili ed urgenti quale rappresentante della comunità locale, ai sensi dell’art. 50, quinto com-ma, del T.U. n. 267/2000; nel caso di emergenza che interessi il territorio di più comuni, ciascun sindaco adotta le misure necessarie fino a quando non inter-vengano le competenti amministrazioni dello Stato e della regione. Alle stesse è riservata, infatti, l’ado-zione dei provvedimenti d’urgenza, ivi compresa la costituzione di centri ed organismi di referenza od assistenza, in relazione alla dimensione della mede-sima emergenza e dell’eventuale interessamento di più ambiti territoriali regionali.Al sindaco compete, inoltre, quale ufficiale di Go-verno, l’adozione di provvedimenti contingibili ed urgenti al fine di prevenire ed eliminare gra-vi pericoli che minacciano l’incolumità dei cit-tadini, potendo in tal caso richiedere al prefetto l’assistenza della forza pubblica. In tale contesto si ritiene opportuno sottolineare che il sindaco, in presenza di situazioni aventi i caratteri della contingibilità e dell’urgenza, per far fronte a tali situazioni di emergenza nell’ambito del territorio comunale può emettere provvedimenti (purché non incidenti sulle attività di istituto delle forze armate), il cui contenuto non è prestabilito dalla legge in materia di sanità pubblica (come in ma-teria di igiene e polizia veterinaria), i quali posso-no avere come contenuto anche la requisizione in uso di beni immobili (C.d.S., sez. IV, 6 dicembre 1985, n. 605).

Cap. VIILa polizia urbana

1. Oggetto dell’attività

L’attività della polizia urbana è rivolta alla tutela della convivenza sociale e della sicurezza pubblica, nonché alla disciplina dei pubblici servizi all’inter-no dei centri abitati e all’uso e conservazione del demanio comunale.Le complesse e numerose disposizioni contenute nelle varie normative di settore (circolazione, edi-lizia, commercio, inquinamento ecc.), l’evoluzione e la modificazione dei bisogni delle collettività non-ché l’esigenza primaria di garantire la protezione dell’ambiente e di realizzare il risparmio energeti-co, rendono sempre più necessario, per i comuni, di dotarsi dei regolamenti di polizia urbana, e ciò anche al fine di rendere più leggibili e trasparenti le

varie disposizioni che regolano la vita civile in una società organizzata su un territorio.In tale contesto si richiamano i concetti di “sicu-rezza urbana” e di “incolumità pubblica”, le cui im-plicazioni operative sono meglio approfondite nel precedente Titolo I.

2. I regolamenti di polizia urbana

Le norme contenute nei regolamenti di Polizia ur-bana devono prevenire e contrastare:

1) le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l’insorgere di fenomeni criminosi, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento del-la prostituzione, l’accattonaggio con impiego di mi-nori e disabili e i fenomeni di violenza legati anche all’abuso di alcool;

2) le situazioni in cui si verificano comportamenti quali il danneggiamento al patrimonio pubblico e privato o che ne impediscono la fruibilità e deter-minano lo scadimento della qualità urbana;

3) l’incuria, il degrado e l’occupazione abusiva di immobili tali da favorire le situazioni indicate ai punti 1) e 2);

4) le situazioni che costituiscono intralcio alla pub-blica viabilità o che alterano il decoro urbano, in particolare quelle di abusivismo commerciale e di illecita occupazione di suolo pubblico;

5) i comportamenti che, come la prostituzione su strada o l’accattonaggio molesto, possono offendere la pubblica decenza anche per le modalità con cui si manifestano, ovvero turbano gravemente il libero utilizzo degli spazi pubblici o la fruizione cui sono destinati o che rendono difficoltoso o pericoloso l’accesso ad essi.

I regolamenti di polizia urbana concernono, quindi, fra gli altri:

• l’uso ed il mantenimento del suolo pubblico:

- nettezza delle vie e piazze pubbliche;

- spettacoli e trattenimenti all’aperto;

- divieto di giochi sulle vie e piazze pubbliche;

- pulizia delle aree date in concessione a terzi;

- occupazioni temporanee e permanenti di aree e spazi pubblici;

- esecuzione di lavori su vie e piazze pubbliche;

- pulizia dei cortili interni ai fabbricati e loro illu-minazione;

- sgombero della neve da vie e piazze;

Page 26: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2288

- divieto di depositi di immondizie su aree pubbli-che;

- divieto di scarico di materiali nocivi;

- divieto di allevamento e circolazione di animali domestici;

- bagni e gabinetti pubblici;

• la sicurezza, il decoro e la quiete pubblica:

- mantenimento e stabilità degli edifici;

- pulizia periodica dei camini;

- depositi di materiali infiammabili e relative cau-tele;

- impianti di distributori di carburanti;

- divieto di circolazione dei cani;

- divieto di esporre merci sul suolo pubblico;

- divieto di deturpare monumenti, giardini e viali;

- esercizio di bagni in luoghi pubblici;

- divieto di suoni e schiamazzi notturni;

- divieto di suoni e schiamazzi in vie e piazze pub-bliche;

- disciplina del suono delle campane;

- impianto ed esercizio di industrie rumorose;

- impiego di strumenti di diffusione sonora.

Cap. VIIIPolizia veterinaria

1. Oggetto dell’attività

Per polizia veterinaria deve intendersi il complesso di norme giuridiche dirette alla conservazione del pa-trimonio zootecnico attraverso la prevenzione delle malattie infettive e diffusive degli animali e quindi, indirettamente, alla tutela della salute del cittadino.Il regolamento di polizia veterinaria emanato con D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320, ed integrato succes-sivamente dal D.P.R. 23 gennaio 1975, n. 845, attri-buiva originariamente all’amministrazione comu-nale un complesso di funzioni rivolte alla disciplina dell’uso degli animali al fine di tutelare condizioni di igiene e salubrità per gli stessi animali e, più in generale, per l’intera comunità locale.Si segnala che con legge 4 novembre 2010, n. 201, è stata ratificata e data esecuzione alla Convenzione per la protezione degli animali da compagnia, fatta a Strasburgo il 13 novembre 1987, stabilendo inol-tre norme rivolte a combattere il traffico illecito di detti animali.

2. La tutela dell’incolumità pubblica

2.1. I mammiferi e rettili selvatici pericolosi

Con decreto del Ministro dell’ambiente 19 aprile 1996 (G.U. 3.10.1996, n. 232) è stato stabilito che, ai fini dell’individuazione delle specie che posso-no costituire pericolo per la salute e l’incolumi-tà pubblica, sono da considerare potenzialmente pericolosi tutti gli esemplari vivi di mammiferi e rettili selvatici ovvero provenienti da riproduzioni in cattività che in particolari condizioni ambien-tali e/o comportamentali, possono arrecare con la loro azione diretta effetti mortali o invalidanti per l’uomo o che, non sottoposti a controlli sanitari o a trattamenti di prevenzione, possono trasmettere malattie infettive all’uomo. Al decreto sono allegati gli elenchi delle specie animali che possono costitu-ire pericolo per la salute e l’incolumità pubblica e delle specie escluse dal divieto di detenzione.

2.2. La prevenzione dei danni o lesioni a persone - I cani maggiormente aggressivi

Ripetuti episodi di aggressione a persone da parte di cani di razza particolarmente pericolosi (come i pit-bull) hanno indotto il legislatore, nel corso degli ultimi anni, ad intervenire definendo obblighi, limi-tazioni e divieti inerenti detti cani.La materia è stata così oggetto di ripetuti interven-ti governativi (Ministro della salute, ordinanze 27 agosto 2004, 5 luglio e 3 ottobre 2005, 12 dicembre 2006, 14 gennaio 2008) addivenendo ad una disci-plina complessiva con l’ordinanza 3 marzo 2009 (in G.U. 23 marzo 2009, n. 68), la cui efficacia è rinno-vata di anno in anno (cfr. per il 2015/2016, ordinan-za 3 agosto 2015, in G.U. 9 settembre 2015, n. 209).Ai fini della prevenzione dei danni o lesioni a per-sone, animali o cose il proprietario e il detentore di un cane devono quindi adottare le seguenti misure:

a) utilizzare sempre il guinzaglio ad una misura non superiore a m. 1,50 durante la conduzione dell’ani-male nelle aree urbane e nei luoghi aperti al pub-blico, fatte salve le aree per cani individuate dai co-muni e quanto diversamente stabilito dal comune;

b) portare con sé una museruola, rigida o morbida, da applicare al cane in caso di rischio per l’incolu-mità di persone o animali o su richiesta delle Auto-rità competenti;

c) affidare il cane a persone in grado di gestirlo cor-rettamente. Le regioni ed i comuni possono peraltro disporre diversamente;

Page 27: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2289

d) acquisire un cane assumendo informazioni sulle sue caratteristiche fisiche ed etologiche nonché sulle norme in vigore;

e) assicurare che il cane abbia un comportamento adeguato alle specifiche esigenze di convivenza con persone e animali rispetto al contesto in cui vive.

In questo contesto il proprietario di un cane è sempre responsabile del benessere, del controllo e della conduzione dell’animale e risponde, sia civil-mente che penalmente, dei danni o lesioni a per-sone, animali e cose provocati dall’animale stesso; chiunque, a qualsiasi titolo, accetti di detenere un cane non di sua proprietà ne assume la responsabi-lità per il relativo periodo. È fatto obbligo a chiun-que conduca il cane in ambito urbano raccoglierne le feci e avere con sé strumenti idonei alla raccolta delle stesse.Vengono istituiti percorsi formativi per i proprietari di cani con rilascio di specifica attestazione deno-minata patentino. Detti percorsi sono organizzati da parte dei comuni congiuntamente con le azien-de sanitarie locali, in collaborazione con gli ordi-ni professionali dei medici veterinari, le facoltà di medicina veterinaria, le associazioni veterinarie e le associazioni di protezione degli animali.Il medico veterinario libero professionista informa i proprietari di cani in merito alla disponibilità di percorsi formativi e, nell’interesse della salute pub-blica, è tenuto a segnalare ai servizi veterinari della ASL la presenza, tra i suoi assistiti, di cani che ri-chiedono una valutazione comportamentale, in quanto impegnativi per la corretta gestione ai fini della tutela dell’incolumità pubblica.I comuni in collaborazione con i servizi veterinari, sulla base dell’anagrafe canina regionale decidono, nell’ambito del loro compito di tutela dell’inco-lumità pubblica, quali proprietari di cani hanno l’obbligo di svolgere i percorsi formativi; le spese riguardanti i percorsi formativi sono a carico del proprietario del cane. Con decreto 26 novembre 2009, sono stati disciplinati i percorsi formativi per i proprietari dei cani maggiormente aggressivi; con ordinanza del 3 agosto 2015 sono stati stabiliti i cri-teri per l’individuazione del medico responsabile scientifico fra i medici veterinari in comportamento animale.Sono vietati:

a) l’addestramento di cani che ne esalti l’aggressi-vità;

b) qualsiasi operazione di selezione o di incrocio di cani con lo scopo di svilupparne l’aggressività;

c) la sottoposizione di cani a doping, così come de-finito all’art. 1, commi 2 e 3, della legge 14 dicembre 2000, n. 376;

d) gli interventi chirurgici destinati a modificare la morfologia di un cane o non finalizzati a scopi cu-rativi, con particolare riferimento a:

- recisione delle corde vocali;

- taglio delle orecchie;

- taglio della coda, fatta eccezione per i cani appar-tenenti alle razze canine riconosciute alla F.C.I. con caudotomia prevista dallo standard, sino all’emana-zione di una legge di divieto generale specifica in materia. Il taglio della coda, ove consentito, deve es-sere eseguito e certificato da un medico veterinario, entro la prima settimana di vita dell’animale;

e) la vendita e la commercializzazione di cani sot-toposti agli interventi chirurgici di cui alla lett. d).

I servizi veterinari devono tenere un registro ag-giornato dei cani identificati come pericolosi ai sen-si dell’art. 3, c. 2, dell’ordinanza. I proprietari dei cani inseriti nel registro sono tenuti a stipulare una polizza di assicurazione di responsabilità civile per danni contro terzi causati dal proprio cane e devono applicare sempre sia il guinzaglio che la museruola al cane quando si trova in aree urbane e nei luoghi aperti al pubblico.Le violazioni agli obblighi e divieti sopra ricordati ed alle altre disposizioni dell’ordinanza sono san-zionati dai comuni secondo le disposizioni della legge n. 689/1981, del Tuel e dei regolamenti vigenti.

2.3. Le ordinanze limitanti l’accesso ai giardini pub-blici

La giurisprudenza (cfr. Tar Puglia, Lecce, 28 mar-zo 2013, n.732, Tar Basilicata, sez. I, 17 ottobre 2013, n. 61) ha ritenuto illegittime le ordinanze sindacali che impongono il divieto assoluto di introdurre cani, anche se custoditi, nelle aree destinate a giardini pubblici, in quanto risulta eccessivamente limitativo della libertà di circo-lazione delle persone ed è comunque posto in violazione dei principi di adeguatezza e propor-zionalità, atteso che lo scopo perseguito dall’Ente locale di mantenere il decoro e l’igiene pubblica è già adeguatamente soddisfatto allorché si impone agli accompagnatori o custodi di cani di rimuo-vere le eventuali deiezioni con apposite palette, sacchetti di plastica o qualsiasi altro strumento idoneo predisposte all’uso e di provvedere al loro smaltimento nei rifiuti indifferenziati.

Page 28: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2290

2.4. Identificazione e registrazione della popolazione canina

Con l’Accordo sancito dalla Conferenza per-manente per i rapporti tra lo Stato-Regioni il 6 febbraio 2003 sul benessere degli animali da compagnia e pet-therapy, recepito con D.P.C.M. 28.02.2003 (in G.U. 4.3.2003, n. 52), è stato previ-sto che Governo e Regioni, ciascuno nell’àmbito delle proprie competenze, adottino disposizioni finalizzate ad: assicurare il benessere degli ani-mali; evitarne utilizzi riprovevoli, sia diretti che indiretti; consentirne l’identificazione, attraverso l’utilizzo di appositi microchips, su tutto il ter-ritorio nazionale; utilizzare la pet-therapy per la cura di anziani e bambini.È quindi obbligatorio provvedere all’identificazio-ne e alla registrazione dei cani, in conformità alle disposizioni adottate dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano ed all’Ordinanza ministeriale 6 agosto 2008 (in G.U. 20.8.2008, n. 194).Per effetto di tale normativa il proprietario o il de-tentore di un cane deve provvedere a far identificare e registrare l’animale, nel secondo mese di vita, me-diante l’applicazione del microchip. Il proprietario o il detentore di cani di età superiore ai due mesi è tenuto a identificare e registrare il cane ai fini di anagrafe canina; l’adempimento, quale atto medico-veterinario, deve essere effettuato:

a) dai veterinari pubblici competenti per territorio;

b) da veterinari libero professionisti, abilitati ad ac-cedere all’anagrafe canina regionale, secondo mo-dalità definite dalle regioni e dalle province autono-me di Trento e Bolzano.

L’efficacia delle disposizioni di cui alla citata ordi-nanza del 6 agosto 2008, è stata ulteriormente pro-rogata sino all’adozione da parte delle Regioni e del-le Province autonome delle disposizioni specifiche in materia di responsabilità e doveri dei proprietari e dei detentori di animali di affezione previsti ai n. 1, 2 e 3 dell’Accordo del 6 febbraio 2003 sul benes-sere degli animali da compagnia e pet-therapy, di cui sopra, e, comunque, non oltre il termine del 14 febbraio 2014.I veterinari che provvedono all’applicazione del microchip devono contestualmente effettuare la registrazione nell’anagrafe canina dei soggetti iden-tificati. Il certificato di iscrizione in anagrafe canina deve accompagnare il cane in tutti i trasferimenti di proprietà.

3. La prevenzione e lotta al randagismo - I canili

3.1. La normativa statale

Con legge 14 agosto 1991, n. 281, è stata emanata la normativa quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo, prevedendo che cia-scuna Regione disciplini l’istituzione dell’anagrafe canina, i criteri per il risanamento dei canili muni-cipali e la costruzione dei rifugi cinofili, nonché la lotta al randagismo, demandando invece ai comuni ed alle comunità montane le attività di risanamen-to, realizzazione e gestione dei predetti canili e ri-fugi; per le finalità indicate dalla legge n. 281/1991, la legge 2 dicembre 1998, n. 434, ha autorizzato la spesa di L. 2.600 milioni - euro 1.342.787,94 annui a decorrere dall’anno 1999. In considerazione che la predetta normativa non ha trovato adeguata ap-plicazione, la Conferenza unificata di cui all’art. 8 della legge n. 281/1997, con provvedimento 18 mar-zo 1999 (in G.U. 15 aprile 1999, n. 87), aveva defi-nito nuovi criteri informativi per il coordinamento dell’attività delle regioni, dei comuni e delle comu-nità montane ai fini della completa attuazione della legge-quadro. Con D.M. 6 maggio 2008 (in G.U. 8 agosto 2008, n. 185) sono stati determinati i criteri per la ripartizione fra le regioni e le province auto-nome delle disponibilità del fondo per l’attuazione della legge n. 281/1991.Le attribuzioni e le modalità di intervento dei co-muni sono state modificate dal legislatore, interve-nuto in materia con l’art. 2, commi 370 e 371, della legge n. 244/2007 (Finanziaria 2008).

3.2. I compiti dei comuni

I comuni, singoli o associati, e le comunità montane provvedono a gestire i canili e gattili sanitari diret-tamente o tramite convenzioni con le associazioni animaliste e zoofile o con soggetti privati, che ga-rantiscano la presenza nella struttura di volontari delle associazioni animaliste e zoofile preposti alla gestione delle adozioni e degli affidamenti dei cani e dei gatti, così come disposto dall’art. 4 della legge n. 281/1992, come modificato dalla Finanziaria 2008. I servizi comunali si attengono, nel trattamento degli animali, alle disposizioni di cui all’art. 2 della legge n. 281/1992.L’esercizio della struttura destinata a canile è subor-dinato al necessario nulla-osta sanitario, prescritto dall’art. 24, D.P.R. 8 febbraio 1954, n. 320, che detta regole in materia di polizia veterinaria (Tar Napoli, Campania, sez. V, 13 gennaio 2011, n. 106).

Page 29: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2291

La giurisprudenza (Cass. civ., sez. III, 28 aprile 2010, n. 10190) ha affermato che spetta al comune la vigi-lanza del territorio e la cattura, custodia e manteni-mento dei cani randagi, accertando la responsabilità dell’ente per danni subìti da cose o persone a cause di animali randagi.Si deve peraltro rilevare che la normativa statale non istituisce in favore dei comuni una riserva di gestione, in quanto il servizio pubblico comunale relativo all’attività di ricovero e cura dei cani ran-dagi può essere affidato a terzi nelle forme previste dall’ordinamento (cfr. in tal senso C.d.S., sez. VI, 6 settembre 2000, n. 4688). Al riguardo il Ministero della sanità (circ. 14 maggio 2001, n. 5) aveva pre-cisato che “il criterio dell’economicità che legit-tima la scelta delle concessione della gestione dei canili da parte dei comuni, non deve essere valuta-to unicamente come criterio economico ma deve essere inteso in riferimento all’art. 1 della legge n. 281/1991; in sostanza l’economicità deve essere ri-ferita non solamente a chi garantisce i minori costi di gestione dei canili ma soprattutto a chi garan-tisce anche il benessere degli animali. Il benessere animale dei cani randagi riguarda sia le loro con-dizioni di vita nelle strutture che li ospitano che le attività dirette al loro affidamento e al relativo controllo. Pertanto l’art. 2, comma 11, e l’art. 4, c. 1, della legge n. 281 devono essere intesi nel senso che le convenzioni per la gestione dei canili e dei rifugi devono essere concesse prioritariamente alle associazioni o agli enti aventi finalità di protezione degli animali”.In merito si rileva che l’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici ha espresso (parere 19 novem-bre 2009, n. 131) la propria contrarietà in merito alla possibilità per le associazioni di volontariato di stipulare contratti a titolo oneroso, quale un appalto pubblico di servizi, confermando peraltro un suo consolidato orientamento; sulla base di tale considerazione, maturata in relazione alla natura intrinseca delle predette associazioni, ha ritenuto che un’associazione di volontariato Onlus non possa partecipare a procedure di gara bandite per l’affidamento del servizio per la gestione del canile municipale. Tuttavia l’ambito di tale parere è stato subito fortemente limitato nei suoi effetti pratici visto che la Corte di giustizia, con sentenza 23 di-cembre 2009 (proc. C 305/08) richiamata dal Con-siglio di Stato (sez. V, 10 settembre 2010, n. 6528) ha ritenuto che le disposizioni della Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 31 marzo 2004, 2004/18/CE, relativa al coordinamento delle

procedure di aggiudicazione degli appalti pubbli-ci di lavori, forniture e servizi (ed in particolare quelle di cui al suo art. 1, n. 2, lett. a) e 8, primo e secondo comma) che si riferiscono alla nozione di operatore economico, devono essere interpretate nel senso di consentire anche ai soggetti che non perseguono preminente scopo di lucro, di parte-cipare ad una procedura di aggiudicazione di un appalto pubblico, e quindi anche della gestione dell’attività di cui trattasi.Infine, si evidenzia che la materia è regolata an-che da specifiche normative regionali che hanno disposto, in via generale, l’attribuzione funzionale alle ASL delle attività di accalappiamento dei cani vaganti ed il loro trasferimento presso i canili pub-blici.

4. L’impiego di equidi in manifestazioni popolari pubbliche o private

Il Ministero della salute, con ordinanza 21 luglio 2011 (in G.U. 9 settembre 2011, n. 210) ha di-sciplinato l’impiego di equidi in manifestazioni popolari pubbliche o private al di fuori degli im-pianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati. Tale provvedimento è stato modificato con ordinanze 3 agosto 2016 e 1 agosto 2017, con proroga della sua validità.Tali manifestazioni sono autorizzate previa presen-tazione di una relazione tecnica dell’ente o comitato organizzatore e previo parere favorevole della com-missione comunale o provinciale di cui agli artt. 141, 141-bis e 142 del R.D. n. 635/1940, integrata da un veterinario della Asl competente per territorio e dal tecnico individuato dall’allegato A alla citata or-dinanza; a tal fine la commissione verifica il rispet-to dei requisiti tecnici e delle condizioni essenziali finalizzate alla tutela dell’incolumità pubblica e del benessere degli animali.È comunque vietato l’utilizzo di cavalli di età infe-riore ai quattro anni e dei fantini e cavalieri di cui all’art. 2, c. 1, dell’ordinanza.

Cap. IXAttività varie di polizia locale

In aggiunta alle attività di polizia ricordate nei precedenti capitoli, ai servizi comunali di polizia locale sono spesso affidati altri compiti, fra i quali se ne ricordano alcuni di particolare significati-vità.

Page 30: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2292

1. Depositeria comunale - Oggetti smarriti

Al sindaco, e quindi agli uffici di polizia, sono attri-buite anche le funzioni di ricevere gli oggetti smar-riti e tenerli in custodia; di tale ritrovamento deve essere data notizia al pubblico. Trascorso un anno dalla data di pubblicazione dell’apposito avviso senza che gli oggetti siano rivendicati dai legittimi proprietari, essi appartengono al ritrovatore; si ap-plicano le disposizioni contenute negli artt. 927-931 del Codice civile.Si ricorda che in quanto agente contabile, il funzio-nario preposto alla depositeria comunale degli og-getti smarriti è tenuto, nel caso di ammanchi, a dare la prova liberatoria che le perdite e le dispersioni verificatesi sono riconducibili a fatti a lui non im-putabili (Corte conti, sez. II, 14 aprile 2005, n. 127).

2. Trattamenti sanitari obbligatori

Ai sensi dell’art. 32 Cost., i trattamenti sanitari sono obbligatori nei soli casi espressamente previsti dalla legge, sempre che il provvedimento che li impone sia volto ad impedire che la salute del singolo pos-sa arrecare danno alla salute degli altri e che l’in-tervento previsto non danneggi, ma sia anzi utile alla salute di chi vi è sottoposto; soltanto in questi limiti è costituzionalmente corretto ammettere li-mitazioni al diritto del singolo alla salute, il quale, come tutti i diritti di libertà, implica la tutela del suo risvolto negativo: il diritto di perdere la salute, di ammalarsi, di non curarsi, di vivere le fasi finali della propria esistenza secondo canoni di dignità umana propri dell’interessato e finanche di lasciarsi morire (in tal senso Cons. Stato, sez. III, 2 settembre 2014 n. 4460).In caso di trattamento sanitario obbligatorio, previ-sto nel caso in cui il paziente che per malattia men-tale non sia in grado di sottoporsi volontariamente alle cure necessarie, si prescinde dal consenso del paziente laddove sia la stessa legge ad imporlo (cfr., fra le più recenti, Tribunale Salerno, sez. II, 12 ago-sto 2011, n. 1689).I compiti solitamente affidati agli operatori della polizia municipale attengono all’accompagnamen-to degli alienati e infermi di mente in modo che siano evitati eventuali pericoli agli stessi e ad altri; quindi non si tratta, in questo caso, di assistenza sa-nitaria ma di attività preposta alla tutela della sicu-rezza dei cittadini.La materia è regolata dagli artt. 34 e 35 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, ai quali si rinvia. Per quanto attiene la competenza del sindaco e l’uti-

lizzo della polizia municipale in materia di trat-tamento sanitario obbligatorio per soggetti con patologia mentale, il Ministero dell’interno, in data 24 agosto 1993, n. 5300/M.10(1) Uff. 3°, ha precisato che “spetta, pertanto, al sindaco, nella sua qualità di autorità sanitaria locale, di adotta-re, a mezzo della polizia municipale e su proposta del sanitario competente, i relativi provvedimenti coercitivi, nel caso in cui i soggetti affetti da pa-tologie mentali, pericolosi per sé e per gli altri, rifiutino il ricovero o le cure necessarie solo in casi eccezionali... Potrà essere ipotizzato l’impie-go dalle forze di polizia, previe le opportune inte-se con le competenti autorità di P.S.”. Le predette attività trovano il loro riferimento normativo, in particolare, nel secondo comma dell’art. 54 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.Il provvedimento del sindaco che rigetti ovvero di-chiari inammissibile o improcedibile la richiesta di revoca o modifica del provvedimento convalidato e inflittivo del trattamento sanitario obbligatorio è reclamabile dinanzi al tribunale, ai sensi dell’art. 35 della legge n. 833/1978, incidendo sulla libertà personale del soggetto ad esso sottoposto in mi-sura analoga a quanto avviene con le ordinanze impositive di misure cautelari, giustificandosi, pertanto, l’applicazione al primo dei principi in materia di gravame propri delle seconde, in ragio-ne dello stretto collegamento tra provvedimento inflittivo della misura e quello emesso in sede di riesame o revisione (Cass. civ., sez. I, 31 ottobre 2012, n. 18718).

3. Manifestazioni a premi e di sorte locali

L’art. 19 della legge 27 dicembre 1997, n. 449, ha modificato la normativa in materia di manifestazio-ni a premi e manifestazioni di sorte locali. Il quarto comma del citato articolo ha previsto l’emanazione di apposito regolamento per la revisione organi-ca della disciplina dei concorsi, delle operazioni a premio nonché delle manifestazioni di sorte locali di cui agli artt. 39-62 del R.D.L. 19 ottobre 1938, n. 1933, convertito in legge n. 973/1939. Il regolamen-to è stato emanato con D.P.R. 26 ottobre 2001, n. 430 (in G.U. 13.12.2001, n. 289).L’art. 39, c. 13-quinquies, del D.L. 30 settembre 2003, n. 269, come convertito in legge n. 326/2003, ha introdotto l’obbligo di preventiva trasmissione ai Monopoli di Stato di apposita comunicazione ine-rente lo svolgimento della manifestazione.

Page 31: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2293

3.1. Manifestazioni consentite

Con il D.P.R. n. 430/2001 è stata emanata la disci-plina organica dei concorsi e delle operazioni a pre-mio - consistenti in promesse di premi al pubblico dirette a favorire la conoscenza di prodotti, servizi, ditte, insegne o marchi, ovvero la vendita di deter-minati prodotti o la prestazione di servizi - nonché delle manifestazioni di sorte locali. Queste ultime, in particolare, risultano interessate direttamente le amministrazioni locali.L’art. 13 del decreto stabilisce il divieto di effettuare qualsiasi sorta di lotteria, tombola, riffa e pesca o banco di beneficenza, nonché ogni altra manifesta-zione avente analoghe caratteristiche. Sono tuttavia consentite:

a) le lotterie, le tombole e le pesche o banchi di beneficenza, promossi da enti morali, associazioni e comitati senza fini di lucro, aventi scopi assisten-ziali, culturali, ricreativi e sportivi disciplinati dagli artt. 14 e seguenti del Codice civile, e dalle Onlus, se dette manifestazioni sono necessarie per far fronte alle esigenze finanziarie degli enti stessi;

b) le lotterie, le tombole e le pesche o banchi di beneficenza, organizzate dai partiti o movimenti politici, purché svolte nell’ambito di manifestazio-ni locali organizzate dagli stessi. In caso di svolgi-mento al di fuori delle dette manifestazioni locali si applicano le disposizioni previste per i soggetti di cui alla lettera a);

c) le tombole effettuate in ambito familiare e priva-to, organizzate per fini prettamente ludici. Lo svol-gimento di lotterie, tombole, pesche di beneficenza e, più in generale, di qualsiasi gioco di sorte deve ritenersi libero, non subordinato ad alcun specifico regime autorizzatorio - e, quindi, non sanzionabile né penalmente né amministrativamente - quando lo stesso gioco è svolto in ambito “familiare e privato” (Corte di Cassazione, sez. un. penali, 12.5.1995, n. 16). Il Ministero delle finanze, in via interpretativa, ha esteso il predetto ambito anche ai giochi realiz-zati all’interno di circoli privati a condizione che la manifestazione sia resa nota e riservata unicamente ai soci iscritti e si svolga nel circoscritto ambito del circolo (circ. 10 febbraio 1998, n. 47/E).

Ai fini di cui sopra, valgono le seguenti definizioni:

- per lotteria, la manifestazione di sorte effettuata con la vendita di biglietti staccati da registri a matri-ce, concorrenti ad uno o più premi secondo l’ordine di estrazione. La lotteria è consentita se la vendita dei biglietti è limitata al territorio della provincia,

l’importo complessivo dei biglietti che possono emettersi, comunque sia frazionato il prezzo degli stessi, non supera la somma di euro 51.645,69, e i biglietti sono contrassegnati da serie e numerazione progressive;

- per tombola, la manifestazione di sorte effettuata con l’utilizzo di cartelle portanti una data quantità di numeri, dal numero 1 al 90, con premi assegna-ti alle cartelle nelle quali, all’estrazione dei numeri, per prime si sono verificate le combinazioni stabili-te. La tombola è consentita se la vendita delle cartel-le è limitata al comune in cui la tombola si estrae e ai comuni limitrofi e le cartelle sono contrassegnate da serie e numerazione progressiva. Non è limitato il numero delle cartelle che si possono emettere per ogni tombola, ma i premi posti in palio non devo-no superare, complessivamente, la somma di euro 12.911,42;

- per pesche o banchi di beneficenza, le manifesta-zioni di sorte effettuate con vendita di biglietti, le quali, per la loro organizzazione, non si prestano per la emissione dei biglietti a matrice, una parte dei quali è abbinata ai premi in palio. Le pesche o i banchi di beneficenza sono consentiti se la vendita dei biglietti è limitata al territorio del comune ove si effettua la manifestazione e il ricavato di essa non eccede la somma di euro 51.645,69. È comunque vietata la vendita dei biglietti e delle cartelle a mezzo di ruote della fortuna o con altri sistemi analoghi. I premi delle lotterie e pesche o banchi di beneficenza possono consistere solo in servizi e in beni mobili, esclusi il denaro, i titoli pubblici e privati, i valori bancari, le carte di credito ed i metalli preziosi in verghe (2).

3.2. Comunicazione di svolgimento della manifesta-zione

I soggetti che intendono svolgere le attività di cui all’art. 19, c. 4, lett. d), della legge n. 449/1997, in-viano, prima di darvi corso, e comunque prima della comunicazione prevista dal regolamento n. 430/2001, un’autonoma comunicazione all’Ammi-nistrazione autonoma dei monopoli di Stato, nelle forme e con le modalità stabilite con provvedimen-to dirigenziale di tale Amministrazione: entro trenta giorni dalla data di ricezione della comunicazione i Monopoli di Stato possono subordinare il nulla osta

(2) Istruzioni in materia di regime fiscale delle manifestazioni a premio o di sorte locali sono state emanate dall’Agenzia delle en-trate con circolare 12 aprile 2002, n. 32/E.

Page 32: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2294

allo svolgimento della manifestazione all’ottempe-ranza di specifiche prescrizioni - tenuto conto delle istruzioni fornite con circolare 14 aprile 2004, n. 4632 (in G.U. 21.4.2004, n. 93) - da comunicare al prefetto ed al sindaco del comune nel quale la stessa ha luogo, per evitare che possa recare pregiudizio ad attività di giuoco riservate allo Stato, mentre nel caso di silenzio (senza l’adozione di un provvedimento espresso) il nulla osta si intende comunque rilasciato.Il rappresentante legale dell’organizzazione promo-trice della manifestazione ne deve dare comunica-zione, almeno trenta giorni prima, al prefetto com-petente e al sindaco del comune in cui è effettuata l’estrazione; eventuali variazioni delle modalità di svolgimento della manifestazione sono comunicate ai predetti organi in tempo utile per consentire l’ef-fettuazione dei controlli.Le manifestazioni il cui svolgimento è soggetto alla predetta comunicazione sono quelle indicate nel precedente par. 3.1, alla lett. a).La comunicazione deve essere corredata dalla se-guente documentazione:

- per le lotterie, il regolamento nel quale sono in-dicati la quantità e la natura dei premi, la quantità ed il prezzo dei biglietti da vendere, il luogo in cui vengono esposti i premi, il luogo ed il tempo fissati per l’estrazione e la consegna dei premi ai vincitori;

- per le tombole:

1) il regolamento con la specificazione dei premi e con l’indicazione del prezzo di ciascuna cartella;

2) la documentazione comprovante l’avvenuto ver-samento della cauzione in misura pari al valore com-plessivo dei premi promessi, determinato in base al loro prezzo di acquisto o in mancanza al valore nor-male degli stessi. La cauzione è prestata a favore del comune nel cui territorio la tombola si estrae ed ha scadenza non inferiore a tre mesi dalla data di estra-zione. La cauzione è prestata mediante deposito in denaro o in titoli di Stato o garantiti dallo Stato, al valore di borsa, presso la Tesoreria provinciale o me-diante fidejussione bancaria o assicurativa in bollo con autentica della firma del fideiussore;

- per le pesche o banchi di beneficenza l’ente orga-nizzatore indica nella comunicazione il numero dei biglietti che intende emettere ed il relativo prezzo.

3.3. Il controllo amministrativo sullo svolgimento della manifestazione

I comuni effettuano il controllo sul regolare svol-gimento delle manifestazioni di sorte locali e sono

l’autorità competente a ricevere il rapporto alla quale pervengono i proventi delle sanzioni even-tualmente irrogate. Alle manifestazioni di sorte locali si applicano le sanzioni di cui al R.D.L. 19 ot-tobre 1938, n. 1933, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 1939, n. 973, da ultimo modi-ficato dall’art. 19, comma 5, lett. a), della legge 27 dicembre 1997, n. 449.L’estrazione delle lotterie e delle tombole di cui alla lett. a) del precedente par. 3.1, è pubblica, con modalità portate a conoscenza del pubblico presso tutti i comuni interessati alla materia. In tale avviso sono indicati gli estremi della comunicazione fatta ai predetti organi, il programma della lotteria e della tombola, le finalità che ne motivano lo svolgimento nonché la serie e la numerazione dei biglietti e delle cartelle messe in vendita.Per le lotterie e per le tombole un rappresentante dell’ente organizzatore provvede prima dell’estra-zione a ritirare tutti i registri, nonché i biglietti o le cartelle rimaste invendute e verifica che la serie e la numerazione dei registri corrispondano a quel-le indicate nelle fatture d’acquisto. I biglietti e le cartelle non riconsegnati sono dichiarati nulli agli effetti del gioco; di tale circostanza si dà atto al pub-blico prima dell’estrazione. L’estrazione è effettuata alla presenza di un incaricato del sindaco. Di dette operazioni è redatto processo verbale del quale una copia è inviata al prefetto ed un’altra consegnata all’incaricato del sindaco.Per le pesche o banchi di beneficenza un respon-sabile dell’ente promotore controlla il numero dei biglietti venduti e procede, alla presenza di un in-caricato del sindaco, alla chiusura delle operazio-ni redigendo il relativo processo verbale del quale una copia è inviata al prefetto e un’altra consegnata all’incaricato del sindaco.Per le tombole, entro trenta giorni dall’estrazio-ne, l’ente organizzatore presenta all’incaricato del sindaco la documentazione attestante l’avvenuta consegna dei premi ai vincitori. Detto incaricato, verificata la regolarità della documentazione pro-dotta, dispone l’immediato svincolo della cauzione. Il comune dispone l’incameramento della cauzione in caso di mancata consegna dei premi ai vincitori nel termine di cui al presente comma.Lo svolgimento della manifestazione può essere vietato dal prefetto, nel caso in cui la stessa non corrisponda alle condizioni indicate dal D.P.R. n. 430/2001, e - per quelle di cui al par. 1, lett. e) - alla necessità di far fronte alle esigenze finanziarie dell’ente promotore.

Page 33: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2295

A seguito dell’accertamento delle violazioni in materia di concorsi ed operazioni a premio di cui al citato decreto n. 430/2001, Tit. I, il rap-porto di cui all’art. 17 della legge n. 689/1981, deve essere presentato alla Direzione genera-le per l’armonizzazione del mercato e la tutela del consumatori (D.M. 10 maggio 2002, in G.U. 9.7.2002, n. 159).

4. Spettacoli di fuochi artificiali e fuochi acquatici

Il Ministero dell’Interno, con circolare 13 luglio 2017, n. 557, ha emanato disposizioni in ordine alla sicurezza ed alla tutela dell’incolumità pubblica in occasione dell’accensione di fuochi artificiali auto-rizzata ai sensi dell’art. 57 del T.U.L.P.S.Tali disposizioni regolano lo svolgimento di spet-tacoli di fuochi artificiali e di fuochi acquatici in modo che lo stesso avvenga in modalità di assoluta sicurezza e secondo specifiche prescrizioni che at-tengono, fra gli altri, gli aspetti legati alla rimozione e bonifica dei luoghi interessati e le emissioni so-nore.

TITOLO III

La polizia stradale - Il nuovo Codice della Strada

Cap. ILe attività ed i servizi

1. Oggetto dell’attività

Sulla base di principi contenuti nel Codice della strada la funzione di polizia stradale è diretta a tu-telare l’interesse primario della sicurezza stradale ed il rispetto da parte degli utenti delle regole poste dal Codice e dai provvedimenti amministrativi per la sua attuazione.Le funzioni esercitate dalla polizia stradale si espli-cano, principalmente, nell’attuazione dei compiti di prevenzione e d’accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, nella rileva-zione degli incidenti stradali, nella disciplina del traffico e dei servizi di scorta, nel controllo sul cor-retto uso della strada da parte degli utenti e, non ultima, se pur non prevista dal codice, l’attività didattica di supporto all’insegnamento dell’educa-zione stradale.

2. I servizi

I servizi di polizia stradale comprendono:

a) la prevenzione e l’accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale;

b) la rilevazione degli incidenti stradali;

c) la predisposizione e l’esecuzione dei servizi diret-ti a regolare il traffico;

d) la scorta per la sicurezza della circolazione;

e) la tutela ed il controllo sull’uso della strada.

Gli organi di polizia stradale concorrono alle ope-razioni di soccorso automobilistico e stradale in ge-nere. Possono collaborare alle rilevazioni effettuate per studi sul traffico.Gli interessati possono richiedere agli organi pre-detti le informazioni dagli stessi acquisite, relative:

a) alle modalità dell’incidente;

b) alla residenza ed al domicilio delle parti;

c) alla copertura assicurativa dei veicoli ed ai dati per la loro individuazione (art. 11).

3. Espletamento dei servizi

Le funzioni di polizia stradale svolte dalla polizia locale hanno rilevanza primaria per effetto dell’art. 12, primo comma, lett. e), del Codice della strada, secondo il quale l’espletamento di tali compiti spet-ta ai corpi ed ai servizi di polizia locale «nell’ambito del territorio di competenza». Le funzioni della poli-zia locale si integrano con quelle svolte dalla Polizia stradale della Polizia di Stato, alla quale spettano tali compiti in via principale; tale attribuzione non comporta esclusività di competenze, ma implica una specificità funzionale che si estrinseca in una spiccata professionalità nella materia.Il Ministero dell’interno provvede al coordinamen-to generale dei servizi di Polizia stradale, che sono espletati:

a) in via principale dalla specialità «polizia stradale» della Polizia di Stato;

b) dalla Polizia di Stato;

c) dall’Arma dei Carabinieri;

d) dal corpo della Guardia di Finanza;

d-bis) dai corpi e servizi di polizia provinciale, nell’ambito del territorio di competenza e relativa-mente alle strade di competenza, fatti salvi gli accor-di tra enti locali;

Page 34: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2296

e) dai corpi e dai servizi di polizia municipale, nell’ambito del territorio di competenza. Al riguar-do è opportuno precisare che è ormai consolidato l’indirizzo giurisprudenziale per il quale l’espleta-mento dei servizi di Polizia stradale competa al cor-po di polizia municipale nell’ambito del territorio comunale, anche se fuori dal centro abitato. Da ciò consegue che, pur spettando al Ministero dell’inter-no il coordinamento dei medesimi servizi, nessuna autorizzazione da parte del prefetto è necessaria per consentire alla polizia locale l’accertamento delle violazioni nel territorio di sua competenza, non essendovi alcun potere gerarchico dell’amministra-zione centrale nei confronti del corpo municipale (Cass. civ., sez. I, 15 marzo 2001, n. 3761; 17 luglio 2001, n. 9705; 22 agosto 2001, n. 11183, e 1° marzo 2002, n. 3019). Più in generale, è stato recentemen-te precisato che gli enti proprietari delle strade non hanno la facoltà di concedere agli organi deputati al servizio di polizia stradale né in via generale ed astratta, né in concreto con singoli provvedimenti autorizzatori, il permesso di svolgere le attività ed i servizi di cui al citato art. 11 del Codice (Corte di Cassazione, sez. I civ., 19 marzo 2004, n. 5558);

f) dai funzionari del Ministero dell’interno addetti ai servizi di Polizia stradale;

f-bis) dal corpo di polizia penitenziaria e al corpo forestale dello Stato in relazione ai compiti d’isti-tuto.

I servizi di prevenzione ed accertamento delle violazioni e di rilevazione degli incidenti strada-li sono effettuati anche dai rimanenti ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria indicati nell’art. 57, commi 1 e 2, del C.P.P. (art. 11, c. 3; art. 12, c. 1 e 2). I servizi di scorta per la sicurezza della cir-colazione, nonché i conseguenti servizi diretti a regolare il traffico possono inoltre essere effettuati da personale abilitato a svolgere scorte tecniche ai veicoli eccezionali e ai trasporti in condizione di eccezionalità, limitatamente ai percorsi autorizza-ti e con il rispetto delle prescrizioni imposte dagli enti proprietari delle strade nei provvedimenti di autorizzazione o di quelle richieste dagli altri or-gani di polizia stradale.

4. Servizi di polizia stradale esercitabili da altro personale degli enti locali

I servizi di prevenzione e di accertamento delle vio-lazioni in materia di circolazione stradale e la tutela ed il controllo sull’uso delle strade possono essere

effettuati, previo superamento di esame di qualifi-cazione, dal personale:

a) degli uffici competenti in materia di viabilità delle regioni, delle province e dei comuni, limitatamente alle violazioni commesse sulle strade di proprietà degli enti da cui dipendono;

b) dipendenti dalle province e dai comuni, aventi la qualifica o le funzioni di cantoniere, limitatamente alle violazioni commesse sulle strade o sui tratti di strade affidate alla loro sorveglianza (art. 12, c. 3);

c) dagli altri soggetti indicati alle lett. a), c), d), e) ed f) del terzo comma dell’art. 12 del Codice della strada.

Cap. IIIl centro abitato

1. Definizione

L’art. 3, comma 1, punto 8, del Codice della strada definisce il centro abitato come “l’insieme di edifici, delimitato lungo le vie di accesso dagli appositi segnali di inizio e fine. Per insieme di edifici si intende un rag-gruppamento continuo, ancorché intervallato da stra-de, piazze, giardini o simili costituito da non meno di venticinque fabbricati e da aree di uso pubblico con accessi veicolari o pedonali sulla strada”.

2. Delimitazione

L’art. 4 del Codice stabilisce l’obbligo per tutti i co-muni di procedere alla delimitazione del centro abi-tato, con delibera della giunta municipale alla quale è allegata l’apposita cartografia.Con la stessa deliberazione i tratti di strade stata-li, regionali o provinciali, che attraversano i centri abitati con popolazione superiore a 10.000 abitanti, sono classificati “strade comunali”. Con circolare 29 dicembre 1997, n. 6709/1997 (in G.U. 16.2.1998, n. 38), il Ministro dei lavori pubblici ha emanato direttive in ordine all’individuazione dei tratti di strade statali, regionali e provinciali all’interno dei centri abitati.La classificazione di una strada fra quelle comunali presuppone che venga preventivamente accertato il suo uso pubblico a mezzo di attività istruttoria, che deriva da una iniziativa officiosa della P.A., non essendo pertanto sufficiente la mera inclusione nel perimetro del centro abitato del tronco strada-le; l’attività di classificazione non può conseguire

Page 35: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2297

obbligatoriamente ad una istanza di parte in base all’art. 3, comma 1, legge 7 agosto 1990, n. 241, e alla scadenza del termine relativo (Tar Friuli V.G., 2 giugno 1998).La delimitazione del centro abitato individua l’am-bito territoriale in cui è necessaria, da parte dell’u-tente della strada, una particolare cautela nella guida, nonché i limiti territoriali di applicazione delle diver-se discipline previste dal Codice e dal Regolamento all’interno ed all’esterno del centro abitato, e quindi i confini territoriali di competenza e di responsabilità tra il comune e gli altri enti proprietari di strade.

Cap. IIICircolazione nei centri abitati

1. Disciplina generale

Nei centri abitati i comuni, con ordinanza del sin-daco, possono:

a) adottare, sulle strade comunali, i provvedimenti di cui all’art. 6, commi 1, 2 e 4 del Codice;

b) limitare la circolazione di tutte o di alcune ca-tegorie di veicoli per accertate e motivate esigenze di prevenzione degli inquinamenti e di tutela del patrimonio ambientale, artistico e naturale, con-formemente alle direttive impartite dal Ministro dei lavori pubblici. La Corte di Cassazione (sez. I civ., 5 ottobre 2006, n. 21432) non ha ritenuto legittima l’ordinanza sindacale che vietava la fer-mata dei veicoli su tutto il territorio comunale se effettuata al fine di contrarre prestazioni sessuali a pagamento;

c) stabilire la precedenza su determinate strade o tratti di strade o in una determinata intersezione, secondo la classificazione dell’art. 2, e prescrivere ai conducenti, quando l’intensità e sicurezza del traffico lo richiedono, l’obbligo di arrestarsi all’in-tersezione prima di immettersi su una determi-nata strada, dando la precedenza a chi circola su quest’ultima;

d) riservare limitati spazi di sosta ai veicoli degli organi di polizia stradale, dei vigili del fuoco, dei servizi di soccorso, a quelli muniti di contrassegno speciale, adibiti al servizio di persone con limitata o impedita capacità motoria ed ai servizi di linea per lo stanziamento ai capilinea;

e) stabilire aree nelle quali è autorizzato il parcheg-gio dei veicoli;

f) stabilire, previa deliberazione della giunta, aree destinate al parcheggio sulle quali la sosta dei vei-coli è subordinata al pagamento di una somma da riscuotere mediante dispositivi di controllo della sosta, determinando tariffe e condizioni secondo le direttive del Ministero dei lavori pubblici;

g) prescrivere orari e riservare spazi per i veicoli uti-lizzati per il carico e lo scarico di cose;

h) istituire le aree attrezzate riservate alla sosta ed al parcheggio delle autocaravan di cui all’art. 185 del codice. L’art. 378 del Regolamento di esecuzio-ne prevede l’emanazione di specifiche disposizioni per la realizzazione degli impianti igienico-sanitari destinati ad accogliere i residui organici e le acque chiare e luride raccolti negli impianti interni delle autocaravan;

i) riservare strade alla circolazione dei veicoli adibiti a servizi pubblici di trasporto, al fine di favorire la mobilità urbana.

I divieti di sosta s’intendono imposti dalle ore 8 alle ore 20, salvo diversa indicazione nel relativo segnale. Nei casi di sospensione o limitazione della circolazione possono essere accordati, per accertate necessità, permessi subordinati a speciali condizioni e cautele.In materia si ricordano i passi carrabili, in ordine ai quali è necessario precisare:

a) il luogo cui il passo carrabile dà accesso deve es-sere idoneo allo stazionamento di uno o più veicoli;

b) non può considerarsi passo carrabile l’accesso che immette in un locale o in un’area aventi diversa destinazione;

c) di fronte ad un passo carrabile regolarmente se-gnalato è vietata la sosta e non la fermata (art. 158, Codice della strada).

Nei casi in cui è vietata o limitata la sosta possono essere concessi permessi, subordinati a speciali con-dizioni e cautele, ai veicoli della polizia, degli eser-centi di professioni sanitarie nell’espletamento delle loro mansioni ed a quelli utilizzati da persone con limitata od impedita capacità motoria.Ai fini di una più razionale organizzazione della circolazione stradale e nel rispetto dell’art. 2 del Codice della strada, con le direttive del Ministero dei lavori pubblici (in s.o. n. 77 alla G.U. 146 del 24 giugno 1995), è stata individuata la seguente classi-ficazione funzionale delle strade urbane:

• strada urbana di scorrimento: strada a carreggiate indipendenti o separata da spartitraffico, ciascuna

Page 36: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2298

con almeno due corsie di marcia, ed una eventua-le corsia riservata ai mezzi pubblici, banchina pa-vimentata a destra e marciapiedi, con le eventuali intersezioni a raso semaforizzate; per la sosta sono previste apposite aree o fasce laterali esterne alla carreggiata, entrambe con immissioni ed uscite concentrate;

• strada urbana di quartiere: strada ad unica carreg-giata con almeno due corsie, banchine pavimentate e marciapiedi, per la sosta sono previste aree attrez-zate con apposita corsia di manovra, esterna alla carreggiata;

• strada locale: strada urbana opportunamente siste-mata non facente parte degli altri tipi di strade.

2. Strade non comunali attraversanti i centri abitati

Per i tratti di strade non comunali che attraversa-no i centri abitati i provvedimenti di cui all’art. 6, commi 1 e 2, restano di competenza del prefetto e quelli di cui al comma 4, lett. a), dello stesso articolo sono di competenza dell’ente proprietario; i prov-vedimenti indicati nel comma 4 dell’art. 7, riportati nel precedente par. 1, distinti con le lett. b), c), d), e) ed f), sono di competenza del comune, che li adotta sentito il parere dell’ente proprietario della strada (art. 7, c. 3).

3. Circolazione nelle piccole isole

Nelle piccole isole dove si trovano comuni dichiara-ti di soggiorno e cura, con rete stradale extraurbana non superiore a 50 km, il Ministro dei lavori pubbli-ci, con proprio decreto emanato sentiti la regione ed i comuni interessati, può vietare che i veicoli appar-tenenti a persone non facenti parte della popolazio-ne stabile siano fatti affluire e circolare nell’isola nei mesi di più intenso movimento turistico, in relazio-ne ai pericoli causati dal traffico automobilistico. Il decreto può prevedere deroghe per determinate categorie di veicoli e di utenti ai sensi dell’art. 8 del Codice.

4. Competizioni sportive su strada

Le competizioni sportive sulle strade ed aree pub-bliche con veicoli od animali e quelle atletiche sono vietate se non previamente autorizzate.Gli artt. 162 e 163 del decreto n. 112/1998 stabilisco-no una diversa ripartizione e titolarità delle funzioni prima disciplinate dall’art. 9 del Codice della strada, relative alle “competizioni sportive su strada”. L’art. 2 del D.Lgs. 15 gennaio 2002, n. 9, modificando il

citato art. 9, ha ridefinito le competenze funziona-li fra le varie amministrazioni interessate, anche in considerazione dell’avvenuto decentramento delle attribuzioni e della proprietà dell’intera rete strada-le del Paese.La competenza al rilascio dell’autorizzazione per l’effettuazione di gare con autoveicoli, motoveicoli, ciclomotori è attribuita:

a) al comune, per gare su strade comunali;

b) alla provincia, per gare su strade provinciali;

c) alla regione, per gare su strade che costituiscono la rete d’interesse nazionale, e su strade regionali. Per tutte le autorizzazioni relative alle competizioni motoristiche i promotori devono richiedere il nulla osta per la loro effettuazione al Ministero delle in-frastrutture e dei trasporti, allegando il preventivo parere del C.O.N.I., sentite le competenti federazio-ni sportive nazionali. Del rilascio dell’autorizzazio-ne è data tempestiva comunicazione all’autorità di P.S.

Per svolgere competizioni sportive con veicoli o animali ed atletiche su strade ed aree pubbliche, è necessario il rilascio di autorizzazione da parte del comune in cui la stessa gara deve aver luogo. L’auto-rizzazione ex art. 9 del Codice della strada è, invece, rilasciata dalla regione e dalle province autonome di Trento e di Bolzano per le gare atletiche, ciclistiche e per le gare con animali o con veicoli a trazione ani-male che interessano più comuni. Nelle autorizza-zioni sono precisate le prescrizioni alle quali le gare sono subordinate.Quando la sicurezza della circolazione lo renda ne-cessario, nel provvedimento di autorizzazione di competizioni ciclistiche su strada può essere impo-sta la scorta da parte di uno degli organi di polizia stradale, ovvero, in loro vece o in loro ausilio, di una scorta tecnica effettuata da persone munite di ap-posita abilitazione. Per le competizioni ciclistiche o podistiche, ovvero con altri veicoli non a motore o con pattini, che si svolgono all’interno del territorio comunale, o di comuni limitrofi, tra i quali vi sia preventivo accordo, la scorta può essere effettuata dalla polizia municipale coadiuvata, se necessario, da scorta tecnica con personale abilitato.Salvo che per particolari esigenze connesse all’an-damento plano-altimetrico del percorso, ovvero al numero dei partecipanti, sia necessaria la chiusura della strada, la validità dell’autorizzazione è subor-dinata, ove necessario, all’esistenza di un provvedi-mento di sospensione temporanea della circolazio-ne in occasione del transito dei partecipanti.

Page 37: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2299

Lo svolgimento di competizioni in mancanza dell’au-torizzazione è vietato. In tal caso si applicano:

- le sanzioni amministrative disposte dall’art. 9, c. 8, del Codice;

- le pene stabilite dall’art. 9-bis del Codice, come in-trodotto dall’art. 03 del D.L. 27 giugno 2003, n. 151, convertito in legge n. 214/2003, per l’organizzazione e partecipazione a competizioni non autorizzate in velocità con veicoli a motore;

- le pene disposte dall’art. 9-ter per chiunque gareg-gia in velocità con veicoli a motore.

In ogni caso l’autorità amministrativa competente dispone l’immediato divieto di effettuare la compe-tizione.

5. Aree destinate al parcheggio

Al sindaco compete, con propria ordinanza, stabi-lire le aree nelle quali è autorizzato il parcheggio che devono essere ubicate fuori della carreggiata e comunque in modo che i veicoli parcheggiati non ostacolino lo scorrimento del traffico (art. 7, commi 1 e 6).

5.1. Parcheggi a pagamento

Il sindaco con propria ordinanza, previa delibera-zione della giunta, stabilisce le aree per il parcheggio di veicoli a pagamento con le modalità e secondo le direttive ministeriali alle quali in precedenza si è fatto riferimento. Le caratteristiche, modalità co-struttive, procedura di omologazione e criteri di installazione e di manutenzione dei parcheggi sono stabiliti con decreto del Ministro dei lavori pubblici (art. 7, c. 5). In materia di caratteristiche dei vari tipi dei dispositivi segnaletici di controllo si richiama la circolare 7 luglio 1994, n. 2233 del Ministro LL.PP. (in G.U. 167 del 9 luglio 1994).Qualora il comune assuma l’esercizio diretto del par-cheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta, su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare un’a-deguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia o senza dispositivi di controllo di du-rata della sosta (art. 7, c. 8, Codice della strada).Tale obbligo non sussiste:

a) per le zone definite “area pedonale” (art. 3, n. 2) e “zona a traffico limitato” (id., n. 54);

b) per le zone classificate “A” dal D.M. n. 144/1968;

c) nelle altre zone di particolare rilevanza urbanisti-

ca, individuate o delimitate dalla giunta, nelle quali sussistono particolari esigenze e condizioni di traf-fico (art. 7, c. 8).

Si ritiene utile evidenziare che l’affidamento delle aree pubbliche di sosta mediante appositi provvedi-menti concessori è strumentale alla gestione del ser-vizio di riscossione dei proventi dei parcheggi a pa-gamento ed è funzionale all’organizzazione del traf-fico veicolare nei centri abitati; in ragione di questa circostanza tale attività assume le caratteristiche di servizio pubblico, vale a dire di attività rispondente a bisogni fondamentali della collettività (cfr. Cons. Stato, sez. V, 21 luglio 2015, n. 3631).

5.2. L’istituzione di zone a parcheggio libero - obbli-gatorietà

L’art. 7 del Codice della strada stabilisce che con i provvedimenti per l’istituzione di parcheggi a paga-mento, da parte dei comuni deve essere prevista, nel contempo, anche l’istituzione di zone di par-cheggio libere (prive di custodia e dei dispositivi di controllo di durata della sosta) ed occorre dare atto della preesistenza di tali aree di parcheggio (Cass. Civ., Sez. Unite, 9 gennaio 2007, n. 116). Successiva giurisprudenza (Tribunale Roma, sez. XIII, 19 febbraio 2008 n. 3869; Tar Lazio, sez. II, 28 maggio 2008, n. 5218) ha dato seguito a tale orientamento sancendo l’illegittimità delle san-zioni per mancata corresponsione del ticket per la sosta in mancanza di aree vicine nelle quali la sosta fosse gratuita ed annullando provvedimenti adottati dal Comune per l’istituzione di parcheg-gi a pagamento che non erano motivati da ido-nee analisi tecniche concernenti l’adeguatezza dei parcheggi non a pagamento rispetto alle effettive esigenze dei residenti.È possibile istituire parcheggi a pagamento senza la contemporanea istituzione di parcheggi gratuiti solamente nelle zone di particolare rilevanza urba-nistica, opportunamente individuate e delimitate della giunta, nelle quali sussistono esigenze e condi-zioni particolari di traffico che permettano di quali-ficare come “satura” una determinata strada (cfr. Tar Lazio, Roma, sez. II, 28 maggio 2008, n. 5218; Cass. civ., sez. II, 24 novembre 2014, n. 24938). La giuri-sprudenza (Cass. civ., sez. VI, 3 settembre 2014, n. 18575) ha affermato che nel giudizio di opposizio-ne a verbale di accertamento di infrazione del Co-dice della strada, grava sull’autorità amministrativa opposta, a fronte di una specifica contestazione da parte dell’opponente che lamenti la mancata riserva

Page 38: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2300

di una adeguata area destinata a parcheggio libero, la prova dell’esistenza della delibera che escluda la sussistenza di tale obbligo ai sensi dell’art. 7 comma 8, Codice della strada.

5.3. Gestione dei parcheggi a pagamento

La gestione dei parcheggi può essere effettuata dal comune:

a) in esercizio diretto con custodia;

b) in esercizio diretto senza custodia, con l’instal-lazione di dispositivi di controllo di durata della sosta;

c) in concessione a terzi.

I proventi dei parcheggi a pagamento - la cui ap-plicazione può essere disciplinata anche con il re-golamento di cui all’art. 63 del D.Lgs. 15 dicembre 1997, n. 446 - spettanti agli enti proprietari della strada, sono destinati alla installazione, costruzio-ne e gestione di parcheggi in superficie, sopraelevati o sotterranei ed al loro miglioramento e le somme eventualmente eccedenti ad interventi per migliora-re la mobilità urbana (art. 7, c. 7).Il Ministero dell’economia e delle finanze - Di-partimento per le politiche fiscali, Ufficio per il federalismo fiscale, ha ritenuto (parere 14 marzo 2007, prot. n. 5381/2007) che l’affidamento della gestione della sosta a pagamento - comprendente una serie di attività tendenti all’organizzazione dei parcheggi medesimi, compresa la segnaletica, la vendita di titoli di sosta, il controllo dei pagamen-ti e l’eventuale contenzioso - nonché la gestione dei parcometri e quella delle attività prodromiche all’accertamento, integri la fattispecie della gestio-ne delle entrate patrimoniali di cui all’art. 52 del decreto n. 446/1997, per il cui affidamento, ap-punto, occorre rispettare integralmente le relative disposizioni.L’art. 1, c. 901, legge n. 208/2015, ha disposto l’estensione (dal 1° luglio 2016) dell’obbligo di accettazione dei pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito, anche ai dispo-sitivi di controllo di durata della sosta nelle aree destinate a parcheggio a pagamento. Con nota interpretativa del 18 maggio 2017, l’ANCI si è espressa nel senso che detto obbligo deve esse-re considerato in modo non indipendente dalla realtà operativa in cui è strutturato il servizio pubblico di sosta nel quale sono collocate le aree tariffate ed i parcheggi e, di conseguenza, gli stru-menti per il pagamento.

5.4. Parcheggiatori e guardiamacchine abusivi

Coloro che esercitano abusivamente, anche avva-lendosi di altre persone, ovvero determinano altri ad esercitare abusivamente l’attività di parcheggia-tore o guardamacchine sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da euro 1.000 a euro 3.500, come stabilito all’art. 16-bis, D.L. n. 14/2017.Se nell’attività sono impiegati minori, o nei casi di reiterazione, la sanzione amministrativa pecuniaria è aumentata del doppio.Si applica, in ogni caso, la sanzione accessoria della confisca delle somme percepite.

6. Segnaletica stradale - impianti semaforici

L’apposizione e la manutenzione della segnaletica fa carico ai comuni, oltre che per le strade di loro proprietà fuori dei centri abitati:

a) nei centri abitati, compresi i segnali di inizio e fine del centro abitato, anche se collocati su strade non comunali;

b) sulle strade private aperte all’uso pubblico e sulle strade locali;

c) sui tratti di strada non di proprietà del comune, all’interno dei centri abitati con popolazione infe-riore a 10.000 abitanti, esclusi i segnali concernen-ti le caratteristiche strutturali e geometriche della strada, che fanno carico all’ente proprietario.

Con circolare 5 agosto 2013 n. 4867/RU, aggiornate con circolare 7 settembre 2017, n. 5373, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha diffuso istru-zioni e linee guida per la fornitura e posa in opera di segnaletica stradale.Si evidenzia che per la giurisprudenza (Cass. civ., sez. III, 28 aprile 2017, n. 10520) l’assenza di una intellegibile segnaletica stradale, laddove la circola-zione possa avvenire senza inconvenienti anche in mancanza di essa, essendo idonee a regolarla le nor-me del Codice della strada, non può ritenersi causa degli eventuali incidenti occorsi e, quindi, non de-termina alcuna responsabilità dell’ente custode del-la strada per tali incidenti.

7. Veicoli a motore - sequestro e deposito

7.1. Veicoli abbandonati

Nel caso in cui gli organi di polizia stradale rinven-gano su aree pubbliche veicoli a motore o rimorchi in condizioni da far presumere lo stato di abban-

Page 39: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2301

dono, e cioè privi della targa di immatricolazione o del contrassegno di identificazione, ovvero di parti essenziali per l’uso o la conservazione, danno atto di detto stato in separato verbale di constatazione disponendone - ove non sia pendente denuncia di furto - il conferimento provvisorio ad un centro di raccolta di cui all’art. 8 del D.P.R. n. 571/1982, con-testualmente alla procedura di notifica al proprieta-rio del veicolo, se individuabile.Si ritiene utile rilevare che il rapporto giuridico di custodia intercorre fra l’amministrazione di appar-tenenza del preposto all’ufficio o comando, ed il ti-tolare del locale prescelto; da ciò ne consegue che le spese di custodia, fatto salvo il diritto di regresso sul proprietario dell’autoveicolo, devono essere antici-pate dal comune (ente proprietario o concessiona-rio della strada) di appartenenza dell’agente che ha disposto la stessa custodia (in tal senso, seppur per questioni differenti, Ministero dell’interno, circola-re 24 ottobre 2001, n. M/6326/50, e Ministero delle attività produttive, risoluzione 7 maggio 2002, n. 1876), come ribadito più volte dalla giurisprudenza (cfr. Cass. civ., sez. II, 5 aprile 2011, n. 12529).Trascorsi 60 giorni dalla notifica, ovvero, nel caso in cui non sia identificabile il proprietario, dal rinve-nimento, il veicolo si considera cosa abbandonata ai sensi dell’art. 923 del Codice civile. Decorso tale periodo, il centro di raccolta, così come stabilito dal D.M. 22 ottobre 1999, n. 460, provvede alla demoli-zione e recupero dei materiali previa cancellazione del veicolo dal P.R.A.Si evidenzia che il personale della polizia municipa-le ha accesso - nei modi stabiliti dal D.P.R. 3 maggio 1982, n. 378, come modificato dal D.P.R. 22 giugno 2000, n. 225 - allo “schedario dei veicoli rubati” presso il centro elaborazione dati del Dipartimento della Pubblica sicurezza.

7.2. Veicoli in sosta prolungata

L’art. 2 del D.M. n. 460/1999 stabilisce che ove gli organi di polizia stradale accertino, attraverso appo-sita verbalizzazione, il protrarsi per oltre 60 giorni della sosta di un veicolo a motore o di un rimorchio su un’area ad uso pubblico, provvedono al conferi-mento dello stesso, per la temporanea custodia, ad un centro di raccolta. Allo stesso modo si procede per i veicoli a motore ed i rimorchi rinvenuti su aree pubbliche destinate al parcheggio a pagamento, nel caso di sosta protratta per un periodo di 60 giorni continuativi senza l’effettuazione del pagamento della somma dovuta.

L’organo di polizia riferisce al sindaco, ai sensi e per gli effetti dell’art. 927 del Codice civile, delle circostanze del ritrovamento e dell’avvenuto con-ferimento. Il sindaco rende nota la consegna per mezzo di pubblicazione all’albo pretorio, ovvero sul sito internet dell’ente, da farsi per due domeniche successive, per tre giorni ogni volta, e dispone la notifica al proprietario del veicolo a ritirarlo entro un anno dall’ultimo giorno di pubblicazione, con l’esplicita avvertenza della perdita di proprietà in caso di omissione; la restituzione è subordinata al pagamento delle spese di prelievo, custodia e pro-cedimentali. Trascorso il predetto termine annuale senza che il proprietario abbia chiesto la restitu-zione del veicolo, il centro di raccolta provvede alla rottamazione salvo che il comune, in relazione alle condizioni d’uso, non ne disponga la vendita.Nel caso in cui il veicolo sia reclamato dal proprie-tario le spese di rimozione e custodia gravano su quest’ultimo ex art. 2, c. 3, D.M. n. 460/1999.

7.3. Veicoli fuori uso

Con D.Lgs. 24 giugno 2003, n. 209, come modifi-cato dal D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, è stata data at-tuazione alla direttiva comunitaria 2000/53/CE re-lativa ai veicoli fuori uso, ovvero ai veicoli a motore appartenenti alle categorie M1 e N1 (ed i veicoli a motore a tre ruote, tricicli esclusi) a fine utilizzo, che costituiscono rifiuto ai sensi dell’art. 183 del D.Lgs. n. 152/2006. Con D.M. 5 maggio 2010 (in G.U. 29 gennaio 2011, n. 23) è stato modificato l’allegato II del decreto n. 209 in materia di veicoli fuori uso. La normativa nel suo complesso è rivolta a ridurre al minimo l’impatto dei veicoli fuori uso sull’am-biente, ad evitare distorsioni della concorrenza e a determinare i presupposti e le condizioni che con-sentono lo sviluppo della filiera di raccolta, recupe-ro e riciclaggio dei materiali degli stessi veicoli. In questo contesto sono previsti controlli ed ispezioni sulle attività dei centri di raccolta da effettuarsi da parte delle amministrazioni provinciali.I requisiti dei centri di raccolta e degli impianti di trattamento dei veicoli fuori uso non disciplinati dai decreti di cui sopra, sono stati definiti dal D.M. 2 maggio 2006 (in G.U. 16.5.2006, n. 112).

7.4. Sequestro amministrativo e deposito veicoli e ciclomotori

Nel caso di sequestro amministrativo di un ciclo-motore o un motociclo disposto ai sensi dell’art. 213 del Codice della Strada, l’organo di polizia che

Page 40: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2302

procede dispone la rimozione del veicolo ed il suo trasporto, secondo le modalità previste dal rego-lamento, in un apposito luogo di custodia, indivi-duato ai sensi dell’art. 214-bis, dove è custodito per trenta giorni. Si ricorda che, invece, i veicoli acqui-siti a titolo definitivo dallo Stato a seguito di prov-vedimento di confisca sono assegnati agli organi di polizia che ne facciano richiesta ex art. 241-ter.Invece, qualora oggetto del sequestro sia un veicolo, si ricorda che il proprietario (ovvero, in caso di sua assenza, il conducente del veicolo o altro soggetto obbligato in solido) è nominato custode con l’ob-bligo di depositare lo stesso veicolo in un luogo di cui abbia la disponibilità o di custodirlo, a proprie spese, in un luogo non sottoposto a pubblico pas-saggio, provvedendo al trasporto in condizioni di sicurezza per la circolazione stradale. In tal caso: il documento di circolazione è trattenuto presso l’uf-ficio di appartenenza dell’organo di polizia che ha accertato la violazione; il veicolo deve recare segna-lazione visibile dello stato di sequestro con le mo-dalità stabilite nel regolamento; di tutto ciò è fatta menzione nel verbale di contestazione della viola-zione.L’individuazione del custode-acquirente avvie-ne, secondo criteri oggettivi riferibili al luogo o alla data di esecuzione del sequestro o del fermo, nell’àmbito dei soggetti che hanno stipulato appo-sita convenzione con il Ministero dell’interno e con l’Agenzia del demanio all’esito dello svolgimento di gare ristrette, ciascuna relativa ad àmbiti territoriali infraregionali. La convenzione ha ad oggetto l’ob-bligo ad assumere la custodia dei veicoli sottoposti a sequestro amministrativo o a fermo e di quelli confiscati a seguito del sequestro e ad acquistare i medesimi veicoli nelle ipotesi di trasferimento di proprietà, ai sensi degli artt. 213, c. 2-quater, e 214, c. 1, ultimo periodo, del Codice, e di alienazione conseguente a confisca. Ai fini dell’aggiudicazione delle gare le amministrazioni procedenti tengono conto delle offerte economicamente più vantaggio-se, con particolare riguardo ai criteri ed alle modali-tà di valutazione del valore dei veicoli da acquistare ed all’ammontare delle tariffe per la custodia.Le modalità per l’espletamento del servizio di recu-pero e custodia, nonché quelli per l’acquisto dei vei-coli oggetto di sequestro, fermo e confisca, sono re-golati convenzionalmente; le modalità operative di tale rapporto convenzionale, ed anche uno schema di contratto, sono state oggetto della circolare del Ministero dell’interno 21 settembre 2007, n. 35/07; nuove procedure per l’applicazione della misura

cautelare del sequestro e della sanzione accessoria del fermo amministrativo del veicolo sono state di-sposte con circolare 1° agosto 2014, n. 300.

7.5. Ricognizione e vendita veicoli abbandonati

Per contribuire alla riduzione degli oneri a carico dello stato di previsione del Ministero dell’interno, l’art. 1, c. 447, della legge n. 147/2013, ha previsto che ciascun prefetto disponga la ricognizione dei veicoli giacenti presso le depositerie autorizzate a seguito dell’applicazione di misure di sequestro e delle sanzioni accessorie previste dal Codice della strada, comunque custoditi da oltre due anni, an-che se non confiscati, ovvero di quelli non alienati per mancanza di acquirenti. Di veicoli giacenti, in-dividuati secondo il tipo, il modello ed il numero di targa o telaio, indipendentemente dalla documen-tazione dello stato di conservazione, viene formato elenco provinciale, pubblicato sul sito istituzionale della Prefettura.Nei sessanta giorni dalla pubblicazione dell’elen-co il proprietario o uno degli altri soggetti indicati nell’art. 196 del Codice può assumere la custodia del veicolo, provvedendo contestualmente alla li-quidazione delle somme dovute alla depositeria, con conseguente estinzione del debito maturato nei confronti dello Stato allo stesso titolo. Di tale facoltà è data comunicazione con la pubblicazione dell’e-lenco, con l’avviso che, in caso di mancata assun-zione della custodia, si procederà all’alienazione del veicolo alla depositeria.Con D.M. 10 settembre 2014 (in G.U. 17 settembre 2014, n. 216) sono state individuate le modalità di svolgimento dell’alienazione e delle attività ad essa funzionali e connesse.

8. Invalidi: contrassegno e spazi riservati

Con D.M. 30 luglio 2012, n. 151 (in G.U. 31 agosto 2012, n. 203) è stato modificato il regolamento al Codice della strada in materia di strutture, contras-segno e segnaletica per facilitare la mobilità delle persone invalide.È stato quindi disposto quanto segue:

a) per la circolazione e la sosta dei veicoli a servizio delle persone invalide con capacità di deambula-zione impedita, o sensibilmente ridotta, il comune rilascia apposita autorizzazione in deroga, previo specifico accertamento sanitario. L’autorizzazione è resa nota mediante l’apposito contrassegno inva-lidi denominato: “contrassegno di parcheggio per

Page 41: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2303

disabili” conforme al modello previsto dalla rac-comandazione n. 98/376/CE del Consiglio dell’U-nione europea del 4 giugno 1998 di cui alla figura V.4. Il contrassegno è strettamente personale, non è vincolato ad uno specifico veicolo ed ha valore su tutto il territorio nazionale. In caso di utilizzazione, lo stesso deve essere esposto, in originale, nella parte anteriore del veicolo, in modo che sia chiaramente visibile per i controlli. L’indicazione delle strutture deve essere resa nota mediante il segnale di: “simbo-lo di accessibilità” di cui all’apposita figura;

b) nei casi in cui ricorrono particolari condizioni di invalidità della persona interessata, il comune può, con propria ordinanza, assegnare a titolo gratuito un adeguato spazio di sosta individuato da apposita segnaletica indicante gli estremi del “contrassegno di parcheggio per disabili” del soggetto autorizza-to ad usufruirne (fig. II 79/a). Tale agevolazione, se l’interessato non ha disponibilità di uno spazio di sosta privato accessibile, nonché fruibile, può essere concessa nelle zone ad alta densità di traffico, dietro specifica richiesta da parte del detentore del “con-trassegno di parcheggio per disabili”. Il comune può inoltre stabilire, anche nell’ambito delle aree desti-nate a parcheggio a pagamento gestite in concessio-ne, un numero di posti destinati alla sosta gratuita degli invalidi muniti di contrassegno superiore al limite minimo previsto dall’art. 11, comma 5, del D.P.R. 24 luglio 1996, n. 503, e prevedere, altresì, la gratuità della sosta per gli invalidi nei parcheggi a pagamento qualora risultino già occupati o indi-sponibili gli stalli a loro riservati;

c) la sostituzione del «contrassegno invalidi» con il nuovo «contrassegno di parcheggio per disabili», conforme al modello di cui alla precedente lett. a), deve avvenire entro il 15 settembre 2015, salvo che le amministrazioni comunali non decidano tempi più contenuti. I comuni garantiscono, comunque, in tale periodo il rinnovo dei «contrassegni inva-lidi» già rilasciati con il nuovo «contrassegno di parcheggio per disabili», fatta salva, comunque, la validità di quelli in corso.

Si evidenziano inoltre i profili afferenti la protezio-ne dei dati personali, oggetto di provvedimento del Garante per la privacy (cfr. provvedimento 24 aprile 2013, n. 217), per il quale sulla parte dei contrasse-gni che devono essere esposti sui veicoli non deve essere apposto il nome e il cognome dell’interessato (anche se eventualmente contenuti nella ragione sociale dell’azienda esercitata in forma di impresa individuale), e di riportare in tale caso, nella parte

visibile del contrassegno, i soli dati indispensabili ad individuare l’autorizzazione rilasciata.

Cap. IVLa gestione del traffico urbano

La continua crescita di veicoli su una rete stradale, urbana e non, consona ad una mole di traffico or-mai assai inferiore a quella attuale, ha determinato una situazione di grave crisi del traffico urbano, an-che a causa della scarsità di mezzi pubblici adeguati e della ridotta propensione all’uso individuale di tali mezzi, ove presenti.

1. Le limitazioni permanenti del traffico urbano

1.1. Aree pedonali e zone a traffico limitato (ZTL)

I comuni provvedono a delimitare:

a) le aree pedonali: zone interdette alla circolazione dei veicoli, salvo quelli in servizio di emergenza, i velocipedi e i veicoli al servizio di persone con li-mitate o impedite capacità motorie, nonché even-tuali deroghe per i veicoli ad emissioni zero aventi ingombro e velocità tali da poter essere assimilati ai velocipedi. In particolari situazioni i comuni possono introdurre, attraverso apposita segnala-zione, ulteriori restrizioni alla circolazione su aree pedonali;

b) le zone a traffico limitato: zone in cui l’accesso e la circolazione veicolare sono limitati ad aree presta-bilite od a particolari categorie di utenti e di veicoli, tenendo conto degli effetti del traffico sulla sicurez-za della circolazione, sulla salute, sull’ordine pub-blico, sul patrimonio ambientale e culturale e sul territorio. In caso d’urgenza il provvedimento può essere adottato con ordinanza del sindaco, anche nel caso che lo stesso modifichi od integri le delibera-zioni della giunta (art. 7, c. 8 e 9).

In materia di limitazione alla circolazione nelle aree urbane occorre conformarsi ai seguenti criteri:

a) in via generale i provvedimenti limitativi della circolazione stradale nei centri abitati e istitutivi di zone a traffico limitato sono espressione di scelte la-tamente discrezionali, devolute alla esclusiva com-petenza decisionale dell’autorità amministrativa. La parziale compressione della libertà di locomozio-ne e di iniziativa economica è sempre giustificata quando scaturisce dall’esigenza di tutela rafforzata di patrimoni culturali ed ambientali di assoluto ri-

Page 42: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2304

lievo mondiale o nazionale, tenendo presente che la gravosità delle limitazioni trova comunque giustifi-cazione nel valore primario ed assoluto riconosciu-to dalla Costituzione all’ambiente, al paesaggio ed alla salute (orientamento consolidato: cfr. per tutte Cons. Stato, sez. V, 13 febbraio 2009, n. 825; TAR Campania Napoli, sez. I, 18 marzo 2013, n. 1509);

b) la tutela delle aree urbane può essere realizzata non solo mediante l’interdizione alla circolazione per tutti i veicoli, ma anche attraverso una discipli-na di accesso regolamentato che discrimini i flussi di traffico secondo qualsivoglia criterio;

c) la pubblicazione dei provvedimenti adottati deve avvenire mediante idonea segnaletica verticale uni-forme su tutto il territorio nazionale. Con la stessa procedura e per i medesimi fini, i comuni possono delimitare altre zone di rilevante interesse urbani-stico nelle quali sussistono particolari esigenze di traffico. Nell’ambito delle zone di cui sopra i co-muni hanno la facoltà di riservare, con ordinanza del sindaco, superfici o spazi di sosta per i veicoli privati dei soli residenti nella zona, a titolo gratuito od oneroso (art. 7, commi 10 e 11). Nel rilasciare i permessi di accesso alle zone urbane a traffico li-mitato, i comuni sono tenuti ad osservare le norme recate dal D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, in materia di tutela della privacy; in particolare, per ciò che ri-guarda i permessi rilasciati a portatori di handicap, le amministrazioni comunali devono rispettare le disposizioni applicabili in tema di “dati sensibili”, come precisato dal Ministero dell’interno con cir-colare Miacel 27 maggio 1999, n. 7/99;

d) i dispositivi stradali per l’accertamento delle in-frazioni devono essere omologati e rispondenti a caratteristiche tecniche stabilite da appositi provve-dimenti ministeriali.

Le determinazioni comunali concernenti la disci-plina della circolazione, l’accesso al centro storico ed il sistema complessivo della viabilità e della so-sta, indipendentemente dal loro riferimento ad aree estese del territorio comunale, non hanno natura programmatica ma, al contrario, si collocano nella fase successiva di attuazione della precedente atti-vità di pianificazione (Cons. Stato, sez. I, 2 marzo 2000, n. 1075). In questo caso l’ente può delimitare la ZTL di cui agli artt. 3, c. 1, n. 54, e 7, c. 9, Codice della strada, con provvedimento di giunta.Occorre peraltro considerare che secondo un con-divisibile orientamento giurisprudenziale (cfr. Cor-te Giust. Amm. Reg. Sicilia Sent. n. 144 del 5.2.2010

e Tar Catanzaro sez. II, 11.2.2011, n. 211) la mancata adozione del Piano Urbano del Traffico non impe-disce la decisione dell’istituzione della ZTL, o di una isola pedonale, sia perché tali norme non prevedo-no la necessaria propedeuticità del Piano rispetto alla ZTL, sia perché diversamente dovrebbe ritener-si che, in assenza di detto Piano, la circolazione stra-dale debba rispondere a criteri di assoluta anarchia (Tar Campania, 13 dicembre 2013, n. 5744).

1.2. L’accesso condizionato al pagamento di un pedag-gio - road and area pricing

Per conseguire la riduzione della congestione vei-colare, anche tramite l’applicazione di una tariffa all’ingresso o per la circolazione di veicoli a motore all’interno delle zone a traffico limitato, i comuni possono installare appositi apparecchi automatici ai sensi dell’art. 17, comma 133-bis, della legge 15 maggio 1997, n. 127. Gli stessi impianti consento-no l’accertamento delle violazioni delle disposizioni in tema di limitazione del traffico veicolare e l’ir-rogazione delle relative sanzioni. È previsto che il comune possa subordinare l’ingresso o la circola-zione dei veicoli a motore, all’interno delle zone a traffico limitato, anche al pagamento di una somma (cfr. in tal senso, Cons. Stato, sez. V, 1° marzo 2000, n. 1075).Con circolare del Ministero dei lavori pubblici 21 luglio 1997, n. 3816 (G.U. 12.9.1997, n. 213), sono state emanate “Direttive per l’individuazione dei comuni che possono subordinare l’ingresso o la cir-colazione dei veicoli a motore, all’interno delle zone a traffico limitato, al pagamento di una somma, nonché per le modalità di riscossione della tariffa e per le categorie dei veicoli a motore esentati”. Si deve tuttavia sottolineare che nel caso in cui sia deli-berato di richiedere una somma a titolo di rimborso per le spese vive relative al rilascio dei contrassegni per l’accesso dei veicoli al centro storico, deve esse-re chiaramente ed esaurientemente indicato l’one-re sostenuto dall’ente locale (C.d.S., sez. I, 2 marzo 2000, n. 1075, sopra citata).Tale indicazione è stata più recentemente confer-mata dal Consiglio di Stato (sez. V, 12 maggio 2015, n. 2359), per il quale le amministrazioni comunali possono subordinare l’ingresso o la circolazione dei veicoli a motore, all’interno delle zone a traffico limi-tato, anche al pagamento di una somma di denaro, ma l’esercizio di tale potere è condizionato: all’isti-tuzione di una ZTL (zona a traffico limitato) ai sensi dell’art. 7, comma 9 del Codice della strada); all’ado-

Page 43: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2305

zione del Piano urbano del traffico ai sensi dell’art. 36 del Codice; all’introduzione della tariffazione degli accessi alla ZTL all’interno del Piano urbano del traf-fico, avendo verificato che tale provvedimento (che costituisce una ulteriore misura di selezione rispet-to alla limitazione dell’accesso ad ore prestabilite o a particolari categorie di utenti e di veicoli a motore) si rende effettivamente necessario per il raggiungimen-to degli obiettivi del Piano urbano del traffico.Con D.P.R. 22 giugno 1999, n. 250, sono state defi-nite le norme per il rilascio da parte del Ministero dei lavori pubblici dell’autorizzazione all’instal-lazione ed all’esercizio dei predetti impianti. Tale normativa impone ai comuni di richiedere una spe-cifica autorizzazione amministrativa e di limitare la raccolta dei dati sugli accessi rilevando le immagini solo in caso di infrazione. Al riguardo il Garante per la protezione dei dati personali, con provvedimento 29 aprile 2004, ha precisato che i dati trattati posso-no essere conservati solo per il periodo necessario per contestare le infrazioni e definire il relativo con-tenzioso, potendo accedere agli stessi soltanto ai fini di polizia giudiziaria o di indagine penale.

1.3. L’accesso vietato ai fuoristrada - suv

Il Comune può decidere di vietare la circolazione dei suv nel centro abitato specificando che la limita-zione riguarda solo i fuoristrada da città con ruote di dimensioni maggiori.La massa e l’ingombro del veicolo sono infatti sicu-ramente correlati al diametro delle ruote, al poten-ziale inquinante e alla sicurezza della circolazione in ambiti ristretti, così come confermato dal Consiglio di Stato (sez. V, 13 novembre 2015, n. 5191) riguar-do ad ordinanza emessa da un Comune che limitava la circolazione nelle zone di pregio del centro stori-co ai veicoli ingombranti denominati suv, muniti di ruote con diametro superiore a 73 cm.

1.4. L’istituzione di zone con accesso consentito solo a veicoli elettrici e velocipedi

L’art. 22, c. 5-quinquies, del D.L. n. 50/2017, conv. in legge n. 96/2017, ha stabilito che per assicura-re la tutela del decoro del patrimonio culturale e la sicurezza pubblica, il comune, d’intesa con la regione, sentito il competente soprintendente del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, può adottare deliberazioni volte a rego-lare l’accesso e la circolazione, nel proprio centro storico, di veicoli elettrici e di velocipedi, utilizzati a fini turistici, che abbiano più di due ruote o che

comunque trasportino tre o più persone, incluso il conducente.

2. Le limitazioni temporanee del traffico

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con circolare 16 giugno 2008, n. 0050502, ha fornito de-lucidazioni in merito alla corretta applicazione del-le disposizioni del Codice della Strada nell’ambito della predisposizione delle ordinanze di cui all’art. 5, c. 3, dello stesso Codice, relativa al divieto di tran-sito in determinate strade.È stato precisato, in particolare (rinviando espressa-mente al testo della circolare per gli altri aspetti tecni-ci dalla stessa trattati), che qualora l’ente proprietario della strada intenda provvedere tramite ordinanze:

- al divieto od alla limitazione della circolazione in relazione ad specifiche esigenze del traffico veicola-re od a caratteristiche strutturali della viabilità;

- alla sospensione della circolazione per urgenti ed improrogabili motivi di tutela del patrimonio stra-dale od a esigenze di carattere tecnico;

deve effettuare una dettagliata analisi tecnica al fine di comprovare la sussistenza delle esigenze e dei motivi previsti dall’art. 6, c. 4, del Codice della Strada.In mancanza di tale attività istruttoria l’ordinanza deve ritenersi illegittima per violazione della legge od eccesso di potere riscontrandosi quantomeno un difetto di motivazione o di istruttoria.

3. La mobilità sostenibile - “Car sharing” e “mobility management”

Dalla congestione veicolare derivano effetti danno-si per l’ambiente e la salute pubblica, rendendosi necessaria la definizione di politiche di gestione del traffico urbano impostate secondo modelli di mobilità sostenibile. La realizzazione di interven-ti strutturali radicali, finalizzati alla riduzione del traffico urbano si rende, in molte città, improcrasti-nabile; fra gli interventi realizzabili si menzionano i seguenti:

a) realizzazione, integrazione o completamento di sistemi di taxi collettivo ovvero di trasporti collet-tivi innovativi;

b) regolazione del traffico nei centri urbani me-diante impianti automatizzati per l’applicazione di road e area pricing;

c) realizzazione, integrazione o completamento di sistemi di trasporto pubblico o servizi di pubblica

Page 44: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2306

utilità che utilizzano veicoli a trazione elettrica o alimentati a gas delle categorie M2, M3 e N2;

d) realizzazione, integrazione o completamento di flotte di biciclette e di veicoli elettrici a due o tre ruote e quadricicli, appartenenti ai comuni, agli enti e ai gestori di servizi pubblici e dei servizi di pubbli-ca utilità, pubblici e privati, nonché da destinare al noleggio nelle aree urbane;

e) realizzazione, ampliamento o adeguamento tec-nologico dei sistemi di monitoraggio degli inqui-nanti atmosferici, in particolare di quelli finalizzati agli adempimenti di cui all’art. 2, del decreto inter-ministeriale 21 aprile 1999.

Le amministrazioni possono altresì definire ed at-tuare interventi rivolti allo stesso fine - la riduzione permanente del traffico - ma aventi per oggetto la richiesta veicolare, e più precisamente l’organizza-zione e gestione della domanda di mobilità delle persone e delle merci.A tali fini possono essere definiti Piani degli Sposta-menti Casa-Lavoro (PSCL) di cui al D.M. 27 marzo 1998 (in G.U. 3 agosto 1998, n. 179), in un’ottica più complessiva di mobility management. In questo contesto possono ricevere appositi contributi statali (vedasi il D.M. 22 dicembre 2000, in G.U. 5 aprile 2001, n. 80), interventi rivolti, in particolare a:

- assistere le aziende nella redazione dei PSCL;

- favorire l’integrazione tra i PSCL e le politiche dell’amministrazione comunale in una logica di rete e di interconnessione modale;

- verificare soluzioni, con il supporto delle aziende che gestiscono i servizi di trasporto locale, su gom-ma e su ferro, per il miglioramento dei servizi e l’integrazione degli stessi, con sistemi di trasporto complementari ed innovativi, per garantire l’inter-modalità e l’interscambio, e l’utilizzo anche della bicicletta e/o di servizi di noleggio di veicoli elettrici e/o a basso impatto ambientale;

- favorire la diffusione e sperimentazione di servizi di taxi collettivo, di car-pooling e di car-sharing.

4. I piani urbani di mobilità (PUM)

Per soddisfare i fabbisogni di mobilità della popola-zione, assicurare l’abbattimento dei livelli di inqui-namento atmosferico ed acustico, la riduzione dei consumi energetici, l’aumento dei livelli di sicurez-za del trasporto e della circolazione stradale, la mi-nimizzazione dell’uso individuale dell’automobile privata e la moderazione del traffico, l’incremento

della capacità di trasporto, l’aumento della percen-tuale di cittadini trasportati dai sistemi collettivi anche con soluzioni di car pooling e car sharing e la riduzione dei fenomeni di congestione nelle aree urbane, l’art. 22 della legge 24 novembre 2000, n. 340, ha introdotto nell’ordinamento il “piano urba-no di mobilità (PUM)”. Con D.M. 4 agosto 2017, in applicazione dell’art. 3, c. 7, D.Lgs. 16 dicembre 2016, n. 257, sono state stabilite linee guida per la redazione di Piani urbani di mobilità sostenibile, di seguito PUMS, per favo-rirne l’applicazione omogenea e coordinata su tutto il territorio nazionale.Avvalendosi di dette linee guida adottate con il pre-sente decreto, le città metropolitane procedono, alla definizione dei PUMS al fine di accedere ai finanzia-menti statali di infrastrutture per nuovi interventi per il trasporto rapido di massa, quali Sistemi ferro-viari metropolitani, metro e tram. Misure di incen-tivazione finanziaria sono state introdotte dall’art. 1, c. 77, legge n. 205/2017, per il quale possono esse-re destinate al finanziamento di progetti sperimen-tali e innovativi di mobilità sostenibile, coerenti con i PUMS, per l’introduzione di mezzi su gomma o imbarcazioni ad alimentazione alternativa e relative infrastrutture di supporto, presentati dai comuni e dalle città metropolitane; in via sperimentale, in sede di prima applicazione, un terzo delle risorse disponibili è attribuito ai comuni capoluogo delle città metropolitane e ai comuni capoluogo delle province ad alto inquinamento di particolato PM10 e di biossido di azoto.

5. I piani urbani del traffico (PUT)

I piani urbani del traffico sono costituiti da un in-sieme coordinato di interventi tesi al miglioramen-to delle condizioni della circolazione stradale nelle aree urbane, dei pedoni, dei mezzi pubblici e dei veicoli privati. Nella progettazione di tali strumenti si deve avere riguardo, oltre alla gestione ottimale degli spazi stradali pubblici ed aperti al pubblico, anche al sistema dei trasporti pubblici collettivi stradali tenuto conto che il piano urbano del traffi-co è tipico strumento di pianificazione sottordinato agli strumenti di pianificazione territoriale quali i Piani regolatori generali; si osserva che fra i due strumenti deve realizzarsi una giusta armonizzazio-ne attraverso:

a) la verifica della coerenza tra le opere infrastrut-turali del PUT e quelle degli strumenti di program-mazione urbanistica;

Page 45: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2307

b) la verifica della compatibilità fra le previsioni degli strumenti di programmazione urbanistica e le opere di trasformazione del territorio da realizzare per rendere operativo il PUT.

I comuni con popolazione residente superiore a 30.000 abitanti hanno l’obbligo di adottare il piano urbano del traffico ex art. 36 del Codice della Stra-da. In considerazione che con il PUT vengono ad essere regolate funzioni ed aspetti che regolano l’utilizzo del territorio urbano, incidenti sull’attuazione con-creta delle previsioni urbanistiche, e della natura di “piano del territorio”, competente alla sua adozione risulta essere il consiglio comunale. In particolare il piano è adottato dalla giunta comunale secondo le modalità indicate dal Ministero dei lavori pubbli-ci (circolare 2 dicembre 1997, n. 6372/97, in G.U. 16.2.1998, n. 38), e depositato per 30 giorni in visio-ne al pubblico, con possibilità di presentare osserva-zioni che sono poi sottoposte al consiglio comunale, che lo adotta in via definitiva. Al riguardo, confer-mando la natura quantomeno programmatoria se non pianificatoria in termini urbanistici del PUT, è stato ritenuto sussistere l’interesse all’impugnazione, anche senza necessità dell’alligazione d’una posizio-ne specificatamente differenziata, in capo ai cittadini residenti nelle zone destinatarie del provvedimento comunale che assumono una portata generale in or-dine alla regolazione della circolazione privata e dei mezzi pubblici all’interno del perimetro cittadino (Cons. Stato, sez. V, 1° marzo 2000, n. 1075).A tale obbligo sono inoltre tenuti ad adempiere i comuni con popolazione inferiore a 30.000 residen-ti che registrano, anche per periodi dell’anno, una particolare affluenza di turisti, elevati fenomeni di pendolarismo o sono, per altri motivi, impegnati alla soluzione di rilevanti problematiche derivanti da congestione della circolazione stradale.L’elenco dei comuni interessati è predisposto dal-la regione e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. La redazione del piano deve essere predisposta nel ri-spetto delle Direttive 12 aprile 1995, emanate dal Ministero dei lavori pubblici ai sensi dell’art. 36 Codice della strada (in s.o. n. 77 alla G.U. 24 giugno 1995, n. 146).Le direttive sono rivolte sia ai comuni, tenuti all’a-dozione dei P.U.T., sia ai tecnici ai quali i comuni affidano l’incarico di redazione con riguardo alle fasi della redazione, adozione e attuazione; in base all’art. 36 i Comuni, nell’adozione del piano, devo-no rispettare le direttive emanate dal Ministero dei

lavori pubblici così come precisato dal Consiglio di Stato (sez. VI, 8 marzo 2006, n. 1270). Il piano viene adeguato, altresì, agli obiettivi generali della programmazione economico sociale e territoriale determinati dalla Regione.Per il perseguimento delle finalità del piano il sinda-co, vista la competenza primaria del comune nella redazione ed adozione del piano, convoca una con-ferenza dei rappresentanti delle amministrazioni, anche statali, interessate, secondo quanto previsto dall’art. 34 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267.Il citato art. 36 ha previsto l’istituzione, presso il Ministero dei lavori pubblici, dell’albo degli esper-ti in materia di piani di traffico, al quale si accede mediante concorso biennale per titoli. Dalla data di formazione dell’albo è fatto obbligo ai comuni di conferire l’incarico per la redazione dei piani di traffico, oltre che a tecnici specializzati appartenen-ti al proprio ufficio tecnico del traffico, agli esperti specializzati inclusi nell’albo tenuto dal Ministero.Il piano è aggiornato ogni due anni. Il sindaco ed il presidente della provincia provvedono a dare noti-zia dell’aggiornamento al Ministero dei lavori pub-blici (art. 36, c. 5).

6. L’attuazione dei Piani d’azione contro il rischio di superamento dei livelli inquinanti

Nei piani di azione di cui all’art. 10 del D.Lgs. n. 155/2010, come modificato dal D.Lgs. n. 250/2012, adottati dalle regioni o province autonome, sono previsti gli interventi da attuare nel breve termine per i casi in cui insorga, presso una zona o un agglo-merato, il rischio che i livelli degli inquinanti supe-rino le soglie di allarme.L’attuazione delle previsioni contenute nei piani in merito alla limitazione della circolazione dei veicoli a motore è demandata al sindaco (od alla diversa autorità individuata dalle regioni o dalle province autonome; in caso di inerzia, provvedono in via sostitutiva le regioni o le province autonome o la diversa autorità all’uopo). Le modalità e la durata delle limitazioni devono comunque essere funzio-nali alle finalità dei diversi.Le ordinanze di cui all’art. 7, c. 1, lett. a) e b), del Co-dice della strada possono essere adottate dai sindaci per motivi connessi all’inquinamento atmosferico nei casi e con i criteri dettati dall’art. 21 del decreto n. 155/2010, e quindi in relazione a quanto previ-sto nel piano d’azione. Resta fermo, in assenza del piano o qualora i piani non individuino i casi ed i criteri di limitazione della circolazione dei veicoli a

Page 46: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2308

motore, il potere del sindaco di imporre tali limita-zioni per motivi connessi all’inquinamento atmo-sferico attraverso le ordinanze previste dal Tuel. I sindaci possono comunque vietare la circolazione nei centri abitati per tutti gli autoveicoli che non hanno effettuato il controllo almeno annuale delle emissioni secondo le procedure fissate dal D.M. 5 febbraio 1996.

7. La prevenzione ed il contenimento dell’inquina-mento acustico stradale

Per prevenire e contenere l’inquinamento da ru-more avente origine dall’esercizio delle infrastrut-ture stradali (autostrade, strade extraurbane ed urbane, nonché strade locali) esistenti e di nuova realizzazione, sono stati stabiliti appositi requisiti e limiti di immissione con D.P.R. 30 marzo 2004, n. 142.In tale ambito sono state quindi individuate misu-re rivolte alla riduzione dell’inquinamento acustico prodotto dall’esercizio dell’infrastruttura a carico del titolare della concessione edilizia o del permesso di costruire, nonché appositi sistemi di monitorag-gio.

Cap. VCircolazione fuori dei centri abitati

1. Competenze statali

Il prefetto per motivi di sicurezza pubblica, di si-curezza della circolazione, di tutela della salute o per esigenze di carattere militare, può sospende-re temporaneamente la circolazione di tutte o di alcune categorie di utenti sulle strade e stabilisce, annualmente, le prescrizioni per il transito degli armenti e dei greggi. Può, per esigenze gravi ed indifferibili o per accertate necessità, accordare deroghe ai divieti ed alle limitazioni e concedere permessi, subordinati a speciali condizioni e cau-tele (art. 6, c. 1, 2 e 8).Il prefetto, nei giorni festivi o in particolari altri giorni fissati con calendario emanato con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, può vietare la circolazione di veicoli adibiti al trasporto di cose; le eventuali deroghe sono stabilite dal re-golamento.Il Comandante della regione militare territoriale dispone, invece, i provvedimenti per regolare la cir-colazione sulle strade militari (art. 6, c. 3).

2. Competenze degli enti proprietari

Gli enti proprietari disciplinano la circolazione fuori dei centri abitati con ordinanze motivate, rese note al pubblico mediante i prescritti segnali. Gli enti proprietari possono, con ordinanza:

a) disporre, per il tempo strettamente necessario, la sospensione della circolazione di tutte o di alcune categorie di utenti, per motivi di incolumità pubbli-ca ovvero per urgenti motivi di tutela delle strade e per esigenze di carattere tecnico;

b) stabilire obblighi, divieti e limitazioni di dura-ta temporanea o permanente per ciascuna strada o tratto di essa, o per determinate categorie di utenti, in relazione alle esigenze della circolazione od alle caratteristiche strutturali delle strade;

c) riservare corsie, anche protette, a determinate cate-gorie di veicoli od a veicoli destinati ad usi particolari;

d) vietare o limitare e subordinare al pagamento di una somma il parcheggio e la sosta dei veicoli;

e) prescrivere che i veicoli siano muniti di mezzi antisdrucciolevoli o dei pneumatici speciali per la marcia su neve o ghiaccio;

f) vietare temporaneamente la sosta su strade o su tratti di esse, per esigenze di carattere tecnico e di pulizia, rendendo noto tale divieto con i prescritti segnali almeno 48 ore prima.

Con la sospensione della circolazione di cui alle lett. a) e b) possono essere accordate, per esigenze e ne-cessità indifferibili, deroghe e permessi subordinati a cautele e condizioni (art. 6, commi 4 e 8).Le province provvedono all’adozione di piani del traffico per la viabilità extraurbana di propria com-petenza in attuazione dell’art. 36, c. 3, del Codice. Per le strade ed autostrade in concessione i poteri dell’ente proprietario sono esercitati dal concessio-nario, previa comunicazione all’ente concedente. In caso d’urgenza il provvedimento può essere adotta-to dal concessionario prescindendo dal parere del concedente, che può revocarlo (art. 6, c. 6).Per ciò che concerne la circolazione nelle strade in-terne, aperte all’uso pubblico, degli aeroporti e del-le aree portuali, è disciplinata dal settimo comma dell’art. 6; a tal fine l’art. 8 del Regolamento di ese-cuzione definisce aree interne ai porti ed aeroporti, quelle poste entro le recinzioni di confine.

3. Segnaletica stradale

Fuori dei centri abitati fanno carico agli enti pro-prietari delle strade l’apposizione e la manutenzio-

Page 47: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2309

ne della segnaletica stradale, eccettuati i casi previ-sti, per singoli segnali, dal regolamento.Gli enti proprietari autorizzano la collocazione di segnali di posti di servizio stradale, la cui apposizio-ne e manutenzione è a carico degli esercenti, mentre segnali di avvio ai posti di pronto soccorso sono a carico degli enti proprietari (art. 37, Codice).Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti può intimare agli enti proprietari, concessionari o gesto-ri delle strade, ai comuni ed alle province, di sostitu-ire, integrare, spostare e rimuovere, entro il termine massimo di 15 giorni, ogni segnale non conforme a quello previsto dal codice, dal regolamento o da altre disposizioni. Decorso inutilmente il termine suddetto il Ministero esercita potere sostitutivo nei confronti dell’ente inadempiente, procedendo al re-cupero delle spese mediante ordinanza che costitu-isce titolo esecutivo.Gli stessi poteri e procedure sono esercitabili dall’ente proprietario nei confronti dei soggetti au-torizzati ad installare segnali che indicano installa-zioni e servizi; in tal caso il termine per provvedere è stabilito in 10 giorni (art. 45, commi 2, 3, 4 e 5 del Codice).

Cap. VILa patente di guida - La carta di qualificazione del conducente - Il documento unico di cir-colazione

1. La patente di guida - la “residenza normale”

L’art. 116 del Codice della strada disciplinante la patente di guida è stato interamente sostituito dal D.Lgs. 18 aprile 2011, n. 59, di attuazione delle di-rettive 2006/126/CE e 2009/113/CE concernenti la patente di guida, a sua volta più recentemente mo-dificato dal D.Lgs. 16 gennaio 2013, n. 2.La patente di guida conforme al modello comuni-tario si distingue così nelle seguenti categorie, abili-tando alla guida dei veicoli indicati dal terzo comma del citato art. 116: AM, A1, A2, A, B1, B, BE, C1, C1E, C, CE, D1, D1E, D, DE. Per effetto di tali disposizioni non si possono guidare ciclomotori, motocicli, tri-cicli, quadricicli e autoveicoli senza aver conseguito la patente di guida ed, ove richieste, le abilitazioni professionali. Tali documenti sono rilasciati dal com-petente ufficio del Dipartimento per i trasporti, la navigazione e i sistemi informativi e statistici a sog-getti che hanno la residenza in Italia secondo quanto disposto dal nuovo art. 118-bis del Codice.

Quest’ultimo dispone che per il rilascio di una patente di guida o di una delle abilitazioni profes-sionali di cui all’art. 116, «per residenza si intende la residenza normale in Italia di cittadini di Stati membri dell’Unione europea o dello Spazio economi-co europeo.

2. Per residenza normale in Italia si intende il luogo, sul territorio nazionale, in cui una persona dimora abitualmente, vale a dire per almeno centottantacin-que giorni all’anno, per interessi personali e profes-sionali o, nel caso di una persona che non abbia inte-ressi professionali, per interessi personali, che rivelino stretti legami tra la persona e il luogo in cui essa abita. Si intende altresì per residenza normale il luogo, sul territorio nazionale, in cui una persona, che ha inte-ressi professionali in altro Stato comunitario o dello Spazio economico europeo, ha i propri interessi per-sonali, a condizione che vi ritorni regolarmente. Tale condizione non è necessaria se la persona effettua un soggiorno in Italia per l’esecuzione di una missione a tempo determinato. La frequenza di corsi universitari e scolastici non implica il trasferimento della residen-za normale.

3. Ai fini dell’applicazione delle disposizioni del pre-sente codice, è equiparato alla residenza normale il possesso della qualifica di studente nel territorio na-zionale, per almeno sei mesi all’anno».

La patente di guida comunitaria dal 19 gennaio 2013 è conforme al modello comunitario di cui all’allegato I al D.Lgs. n. 59/2011, come sostituito dal D.Lgs. n. 2/2013.Con circolare 31 ottobre 2012, n. 29619/2203, il Mi-nistero delle infrastrutture e dei trasporti ha fornito indicazioni in merito al rilascio del duplicato della patente di guida in caso di smarrimento, sottrazio-ne o distruzione, richiamando quando già indicato con la circolare 18 giugno 2001, n. 990/M352; in allegato alla nuova circolare è stato inoltre diffuso il nuovo modello di permesso provvisorio di guida.Si ritiene utile evidenziare che per l’art. 7, D.L. n. 5/2012, la nuova scadenza dei documenti di identità e di riconoscimento, rilasciati o rinnovati dopo la sua entrata in vigore, cade alla data corrisponden-te al giorno e mese di nascita del titolare imme-diatamente successiva alla scadenza che sarebbe altrimenti prevista per il medesimo documento. Come precisato dal Ministero della funzione pub-blica (circolare 20 luglio 2012, n. 7/12), la novella si applica alle patenti di categoria AM, A1, A, B1, B e BE, che hanno durata ordinaria; non si applica alle patenti di categoria C e D, ed a quelle che hanno

Page 48: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2310

durata limita a seguito di giudizio reso dalla Com-missione medico legale.Con D.M. 9 agosto 2013 (in G.U. 2.10.2013, n. 231) sono stati indicati i contenuti e le procedure della comunicazione di rinnovo della validità della pa-tente di guida, rispetto al quale il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ha fornito prime in-dicazioni con circolare 16 ottobre 2013, n. 25556, e quindi con circolari 4 settembre 2014, n. 18778 e 5 settembre 2014, n. 19001.Modalità operative per l’acquisizione della firma del titolare della patente ai fini del suo rinnovo sono state precisate dal MIT con la circolare 6 giugno 2014, n. 12548.

2. La patente a punti

L’art. 126-bis del Codice della strada disciplina la patente a punti, nel senso che all’atto del rilascio alla stessa viene attribuito un punteggio di venti pun-ti (annotato nell’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida) che può subire decurtazioni a seguito di violazione di una delle norme per le quali è prevista la sanzione amministrativa accessoria della sospen-sione della patente ovvero di una tra le norme di comportamento indicate nella tabella allegata allo stesso art. 126-bis.L’indicazione del punteggio relativo ad ogni vio-lazione deve risultare dal verbale di contestazione. L’organo da cui dipende l’agente che ha accertato la violazione che comporta la perdita di punteggio ne dà notizia, entro trenta giorni dalla definizione del-la contestazione effettuata, all’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida. Qualora vengano accertate contemporaneamente più violazioni possono esse-re decurtati fino ad un massimo di quindici punti, sempreché non sia prevista la sospensione o la revo-ca della patente.Per le violazioni penali per le quali è prevista una diminuzione di punti riferiti alla patente di gui-da, il cancelliere del giudice che ha pronunciato la sentenza o il decreto divenuti irrevocabili ai sensi dell’art. 648 del codice di procedura penale, nel ter-mine di quindici giorni, ne trasmette copia auten-tica all’organo accertatore, che entro, trenta giorni dal ricevimento ne dà notizia all’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida.La contestazione si intende definita quando è av-venuto il pagamento della sanzione amministrati-va pecuniaria o siano conclusi i procedimenti dei ricorsi amministrativi e giurisdizionali ammessi ovvero siano decorsi i termini per la proposizione

dei medesimi. Il predetto termine di trenta giorni decorre dalla conoscenza, da parte dell’organo di polizia dell’avvenuto pagamento della sanzione, della scadenza del termine per la proposizione dei ricorsi, ovvero dalla conoscenza dell’esito dei ricorsi medesimi.La comunicazione può essere effettuata a carico del conducente quale responsabile della violazione. Nel caso di mancata identificazione di questi, il proprie-tario del veicolo, entro 30 giorni dalla richiesta, deve fornire, all’organo di polizia che procede, i dati per-sonali e della patente del conducente al momento della commessa violazione (cfr. Corte Cost., senten-za 12-24 gennaio 2005, n. 27).Se il proprietario del veicolo risulta una persona giuridica il suo legale rappresentante o un suo dele-gato è tenuto a fornire gli stessi dati, entro lo stesso termine; se il proprietario del veicolo omette di for-nire i dati si applica a suo carico la sanzione di cui all’art. 180, c. 8, del Codice.Ogni variazione di punteggio è comunicata agli in-teressati dall’Anagrafe nazionale degli abilitati alla guida. Ciascun conducente può controllare in tem-po reale lo stato della propria patente con le modali-tà indicate dal Dipartimento per i trasporti terrestri. In relazione alle modalità di comunicazione, l’Auto-rità garante per la protezione dei dati personali ha indicato specifici requisiti che le stesse devono avere con parere 24 gennaio 2013, n. 2256617.Salvo il caso di perdita totale del punteggio, la man-canza, per il periodo di due anni, di violazioni di una norma di comportamento da cui derivi la de-curtazione del punteggio, determina l’attribuzione del completo punteggio iniziale, entro il limite dei venti punti. Per i titolari di patente con almeno ven-ti punti, la mancanza, per il periodo di due anni, della violazione di una norma di comportamento dalla quale derivi la decurtazione del punteggio, de-termina l’attribuzione di un credito di due punti, fino a un massimo di dieci punti.Per le patenti rilasciate successivamente al 1° otto-bre 2003 a soggetti che non siano già titolari di altra patente di categoria B o superiore, i punti decurtati per ogni singola violazione sono raddoppiati qua-lora le violazioni siano commesse entro i primi tre anni dal rilascio; per gli stessi tre anni, la mancanza di violazioni di una norma di comportamento da cui derivi la decurtazione del punteggio determina l’attribuzione di un punto all’anno fino ad un mas-simo di tre punti.Alla perdita totale del punteggio il titolare della pa-tente deve sottoporsi all’esame di idoneità tecnica;

Page 49: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2311

al medesimo esame deve sottoporsi il titolare della patente che, dopo la notifica della prima violazione che comporti una perdita di almeno cinque pun-ti, commetta altre due violazioni non contestuali, nell’arco di dodici mesi dalla data della prima vio-lazione, che comportino ciascuna la decurtazione di almeno cinque punti.Il programma dei corsi per il recupero dei punti e l’accreditamento dei soggetti pubblici e privati che possono svolgerli sono stati stabiliti con decreti 29 luglio 2003 (in G.U. 6.8.2003, n. 181); le disposizio-ni del decreto devono essere integrate da quelle in-dicate dallo stesso Ministero con circolare 8 maggio 2013, n. 11490.La disciplina prevista dall’art. 126-bis del Codice della strada si applica anche alla carta di qualifica-zione ed al certificato di abilitazione professionale di tipo KB di conducenti titolari di patente italiana secondo le disposizioni recate dal D.M. 22 ottobre 2010 (in G.U. 4 ottobre 2010, n. 258).

3. Il certificato di abilitazione professionale

L’attività dei conducenti che effettuano professio-nalmente autotrasporto di persone e di cose su veico-li per la cui guida è richiesta la patente delle categorie C, C+E, D e D+E, è subordinata all’obbligo di qualifi-cazione iniziale ed all’obbligo di formazione periodi-ca per il conseguimento della carta di qualificazione del conducente, come stabilito dal Capo II del D.Lgs. n. 286/2005, come modificato dal D.Lgs. n. 2/2013.La carta di qualificazione del conducente è rilasciata dagli uffici della motorizzazione civile del Ministe-ro dei trasporti a seguito di esame ex art. 19, c. 1, del decreto n. 286, ovvero per documentazione ed in esenzione dal predetto esame ai sensi dell’art. 17 dello stesso decreto.Gli enti ed i criteri per la formazione dei conducenti professionali sono stati individuati con D.M. 7 feb-braio 2007 (in G.U. 5 aprile 2007, n. 80), mentre per la gestione dei punti della carta di qualificazione del conducente occorre fare riferimento alle disposi-zioni recate dal D.M. 22 ottobre 2010. Con D.M. 7 settembre 2017 è stato approvato il nuovo modello di certificato di abilitazione professionale.

4. La conduzione di ciclomotori e di veicoli da parte di minori

Il conducente di veicoli od animali deve essere ido-neo per requisiti fisici e psichici ed aver compiuto, ai sensi dell’art. 115 del Codice della strada:

a) anni quattordici per guidare:

1) veicoli a trazione animale o condurre animali da tiro, da soma o da sella, ovvero armenti, greggi o altri raggruppamenti di animali;

2) sul territorio nazionale, veicoli cui abilita la pa-tente di guida della categoria AM, purché non tra-sportino altre persone oltre al conducente;

b) anni sedici per guidare:

1) veicoli cui abilita la patente di guida della cate-goria AM;

2) veicoli cui abilita la patente di guida della cate-goria A1;

3) veicoli cui abilita la patente di guida della cate-goria B1.

I minori conseguono il certificato di idoneità alla guida dei ciclomotori a seguito del superamento di una prova di controllo delle cognizioni e, succes-sivamente, di una prova pratica di guida del ciclo-motore. Le prove di controllo delle cognizioni sono svolte presso le autoscuole ovvero presso le scuole (che devono nominare un responsabile della gestio-ne dei corsi), in base alle modalità recate dal D.M. 23 marzo 2011 (in G.U. 30 marzo 2011, n. 73). Con il superamento della prova di controllo delle cogni-zioni al candidato è rilasciata un’autorizzazione ad esercitarsi alla guida del ciclomotore secondo quan-to stabilito dal D.M. 1° marzo 2011 (in G.U. 30 mar-zo 2011, n. 73). La prova pratica di guida si svolge in base a quanto previsto dall’art. 2 del decreto 23 marzo 2011.Si evidenzia che per il nuovo art. 170, c. 2, del Co-dice della strada, come modificato dall’art. 12 della legge europea 2014, “sui ciclomotori è vietato il tra-sporto di altre persone oltre al conducente, salvo che il posto per il passeggero sia espressamente indicato nel certificato di circolazione e che il conducente abbia età superiore a sedici anni” (vedasi anche Ministero dell’interno, circ. 13 agosto 2015, n. 300).

5. Le esercitazioni alla guida: la “guida accompa-gnata”

In base a quanto stabilito dall’art. 115 del Codice della strada, ai minori che hanno compiuto dicias-sette anni e che sono titolari di patente di guida di categoria A1 o B1, è consentita, a fini di esercitazio-ne, la guida di autoveicoli di massa complessiva a pieno carico non superiore a 3,5 t, con esclusione del traino di qualunque tipo di rimorchio, e co-munque nel rispetto dei limiti di potenza specifica

Page 50: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2312

riferita alla tara di cui all’art. 117, c. 2-bis, purché accompagnati da un conducente titolare di patente di guida di categoria B o superiore da almeno dieci anni, previo rilascio di un’apposita autorizzazione da parte del competente ufficio del Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informa-tivi e statistici, su istanza presentata al medesimo ufficio dal genitore o dal legale rappresentante del minore; il regolamento per la disciplina del rilascio dell’autorizzazione a minore ai fini della guida ac-compagnata, e relativo esercizio, è stato emanato con D.M. 11 novembre 2011, n. 213 (vedasi, in pro-posito, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, circolare 17 aprile 2012, n. 14/2012).Il minore autorizzato può procedere alla guida accompagnato da uno dei soggetti sopra indicati solo dopo aver effettuato almeno dieci ore di cor-so pratico di guida, delle quali almeno quattro in autostrada o su strade extraurbane e due in con-dizione di visione notturna, presso un’autoscuola con istruttore abilitato e autorizzato. In ogni caso sul veicolo non può prendere posto, oltre al con-ducente, un’altra persona che non sia l’accompa-gnatore. Il veicolo adibito a tale guida deve essere munito di un apposito contrassegno recante le let-tere alfabetiche “GA”.In caso di violazioni l’accompagnatore è responsa-bile del pagamento delle sanzioni amministrative pecuniarie in solido con il genitore o con chi eserci-ta l’autorità parentale o con il tutore del conducente minorenne autorizzato.L’art. 11-bis del D.L. 9 febbraio 2012, n. 5, conver-tito in legge n. 35/2012, stabilisce che con apposi-to provvedimento ministeriale siano disciplinate le condizioni alle quali il minore conducente può esercitarsi alla guida in autostrada o su strade ex-traurbane principali, ovvero in condizione di visio-ne notturna, disciplina attuativa che è stata emanata con D.M. 20 aprile 2012. È stato così previsto che, nelle autostrade con carreggiate a tre o più corsie, sia vietato al predetto minore di impegnare altre corsie all’infuori delle due più vicine al bordo destro della carreggiata. Si applica, in tal caso, la sanzione di cui all’art. 176, c. 21, del Codice della strada. Tale disposto, fermo restando quanto prescritto dall’art. 122, c. 5-bis, del Codice della strada, si applica an-che al titolare di autorizzazione ad esercitarsi alla guida, di cui al citato art. 122, che si eserciti in au-tostrada o su strade extraurbane principali, ovvero in condizioni di visione notturna. In tal caso, al di fuori delle esercitazioni con un’autoscuola, sul vei-colo non può prendere posto, oltre al conducente,

un’altra persona che non sia l’accompagnatore. Si applica la sanzione di cui al medesimo art. 122, c. 9, del Codice della strada.Il mancato conseguimento dell’autorizzazione ad esercitarsi alla guida (cd. “foglio rosa”) costituisce reato di guida senza patente a prescindere dalla pre-senza al fianco del conducente (come passeggero) di un titolare di patente (Cass. pen., sez. IV, 1° aprile 2014, n. 15023).

6. Limiti di anzianità per la guida

Ai sensi dell’art. 115, commi 2 e 2-bis, del Codice, chi guida veicoli a motore non può aver superato:

a) anni sessantacinque per guidare autotreni ed au-toarticolati la cui massa complessiva a pieno carico sia superiore a 20 t. Tale limite può essere elevato, anno per anno, fino a sessantotto anni qualora il conducente consegua uno specifico attestato sui requisiti fisici e psichici a seguito di visita medica specialistica annuale, con oneri a carico del richie-dente, secondo le modalità stabilite nel regolamento al Codice della strada;

b) anni sessanta per guidare autobus, autocarri, autotreni, autoarticolati, autosnodati, adibiti al trasporto di persone. Tale limite può essere eleva-to, anno per anno, fino a sessantotto anni qualora il conducente consegua uno specifico attestato sui requisiti fisici e psichici a seguito di visita medica specialistica annuale, con oneri a carico del richie-dente.

Le modalità di applicazione del citato art. 115 sono state definite con D.M. 8 settembre 2010 (in G.U. 15 settembre 2010, n. 216).

7. Patenti di guida rilasciate da Stati esteri

7.1. Patenti di guida rilasciate da Stati UE e dello Spazio economico europeo

Le patenti di guida rilasciate dagli Stati membri dell’Unione europea e dello Spazio economico eu-ropeo sono equiparate alle corrispondenti patenti di guida italiane, ai sensi dell’art. 135, Codice della stra-da. I conducenti muniti di patente di guida rilasciata da uno Stato appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo, sono tenuti all’osservan-za di tutte le disposizioni e le norme di comporta-mento stabilite nel codice; ai medesimi si applicano le sanzioni previste per i titolari di patente italiana.Il titolare di patente di guida in corso di validità, rilasciata da uno Stato dell’Unione europea o dello

Page 51: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2313

Spazio economico europeo, che abbia acquisito resi-denza in Italia, può richiedere il riconoscimento del-la medesima da parte dello Stato italiano. Il titolare di patente di guida in corso di validità, rilasciata da uno Stato dell’Unione europea o dello Spazio econo-mico europeo, che abbia acquisito residenza in Italia ai sensi dell’art. 118-bis del Codice, può richiedere la conversione della patente posseduta in patente di guida italiana, valida per le stesse categorie alle quali è abilitato, senza sostenere l’esame di idoneità; l’ufficio della motorizzazione provvede a tale fine a verificare per quale categoria la patente posseduta sia effettiva-mente in corso di validità. La patente convertita è riti-rata e restituita, da parte dell’ufficio della motorizza-zione che ha provveduto alla conversione, all’autorità dello Stato che l’ha rilasciata, precisandone i motivi. Le medesime disposizioni si applicano per le abili-tazioni professionali, senza peraltro provvedere al ri-tiro dell’eventuale documento abilitativo a sé stante. Il titolare di patente di guida, senza limiti di validità amministrativa, trascorsi due anni dall’acquisizione della residenza normale, deve procedere alla conver-sione della patente posseduta.Nei confronti dei titolari di patente di guida rila-sciata da uno Stato dell’Unione europea o dello Spazio economico europeo, che abbiano acquisito residenza normale in Italia:

- si applicano le disposizioni di cui all’art. 128 del Co-dice. A tale fine è fatto obbligo al titolare di procedere al riconoscimento o alla conversione della patente posseduta prima di sottoporsi alla revisione;

- possono ottenere da un ufficio della motorizza-zione il rilascio di un duplicato della patente pos-seduta, qualora questa sia stata smarrita o sottratta. L’ufficio della motorizzazione procede al rilascio del duplicato in base alle informazioni in proprio pos-sesso o, se del caso, in base alle informazioni acqui-site presso le autorità competenti dello Stato che ha rilasciato la patente originaria;

- è soggetto alle sanzioni di cui all’art. 116, commi 16 e 18. Inoltre, se circola con i predetti documenti scaduti di validità, è soggetto alla sanzione ammini-strativa pecuniaria di cui all’art. 126, c. 11; alla vio-lazione consegue la sanzione amministrativa acces-soria del ritiro del documento scaduto di validità.

7.2. Patenti di guida rilasciate da Stati non apparte-nente alla UE o allo Spazio economico europeo

I titolari di patente di guida rilasciata da uno Stato non appartenente all’Unione europea o allo Spazio

economico europeo possono condurre sul territorio nazionale veicoli alla cui guida la patente posseduta li abilita, a condizione che non siano residenti in Italia da oltre un anno e che, unitamente alla medesima patente, abbiano un permesso internazionale ovvero una traduzione ufficiale in lingua italiana della pre-detta patente; la patente di guida ed il permesso in-ternazionale devono essere in corso di validità.Il permesso internazionale è emesso dall’autorità competente che ha rilasciato la patente ed è confor-me a quanto stabilito in convenzioni internazionali cui l’Italia abbia aderito.I conducenti muniti di patente rilasciata da uno Stato non appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo nel quale, per la guida di determinati veicoli, è prescritto il possesso di un certificato di abilitazione professionale o di altri ti-toli abilitativi, oltre che della patente rilasciata dallo Stato stesso, devono essere muniti, per la guida dei suddetti veicoli, dei necessari titoli abilitativi di cui sopra, concessi dall’autorità competente dello Stato ove è stata rilasciata la patente.I conducenti muniti di patente di guida rilasciata da uno Stato non appartenente all’Unione euro-pea o allo Spazio economico europeo, sono tenuti all’osservanza di tutte le disposizioni e le norme di comportamento stabilite nel Codice della strada; ai medesimi, fatto salvo quanto sopra previsto, si ap-plicano le sanzioni previste per i titolari di patente italiana.Qualora il titolare di patente di guida, rilasciata da uno Stato non appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo, commetta una vio-lazione dalla quale derivi la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida, il documento è ritirato, contestualmente alla violazio-ne, dall’organo accertatore ed inviato, entro i cinque giorni successivi, al prefetto del luogo della com-messa violazione, che nei quindici giorni successivi emette un provvedimento di inibizione alla guida sul territorio nazionale per un periodo pari alla durata della sospensione prevista per la violazione commes-sa. Il titolare richiede la restituzione della patente tra-scorso il predetto termine. Ferma restando l’efficacia del provvedimento di inibizione alla guida nel terri-torio nazionale, qualora, anche prima della scadenza del predetto termine, il titolare della patente ritirata dichiari di lasciare il territorio nazionale, può richie-dere la restituzione della patente stessa al prefetto. Il prefetto dà comunicazione del provvedimento di inibizione alla guida, entro quindici giorni dalla sua adozione, all’Autorità che ha emesso la patente.

Page 52: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2314

Qualora il titolare di patente di guida, rilasciata da uno Stato non appartenente all’Unione europea o allo Spazio economico europeo, commetta una vio-lazione dalla quale derivi la sanzione amministra-tiva accessoria della revoca della patente di guida, il documento è ritirato, contestualmente alla vio-lazione, dall’organo accertatore ed inviato, entro i cinque giorni successivi, al prefetto del luogo della commessa violazione, che nei quindici giorni suc-cessivi emette un provvedimento di inibizione alla guida sul territorio nazionale per un periodo di due anni, ovvero per tre anni quando è prevista la revo-ca per violazione delle disposizioni di cui agli artt. 186, 186-bis o 187 del Codice della strada, secondo le medesime procedure di cui sopra.

7.3. I titolari di patente comunitaria residenti in Italia

I titolari di patente in corso di validità, rilasciata da uno Stato membro della Comunità economica eu-ropea, che abbiano acquisito la residenza anagrafica in Italia, possono ottenere, a richiesta e dietro con-segna della suddetta patente, la patente di guida del-le stesse categorie per le quali è valida la loro patente senza sostenere l’esame di idoneità di cui all’art. 121 del Codice, a decorrere dal 19 gennaio 2013, come stabilito dal nuovo art. 136-bis del Codice. La pa-tente sostituita è restituita, da parte dell’autorità ita-liana che ha rilasciato la nuova patente, all’autorità dello Stato membro che l’ha rilasciata.Le stesse disposizioni si applicano per il certificato di abilitazione professionale, senza peraltro provve-dere al ritiro dell’eventuale documento abilitativo a sé stante, e, a condizione di reciprocità, anche ai titolari di patenti di guida rilasciate da Paesi non comunitari, fatto salvo quanto stabilito in accordi internazionali.Il rilascio di patente in sostituzione di una patente di altro Stato avviene previo controllo del possesso da parte del richiedente dei requisiti psichici, fisici e morali stabiliti rispettivamente dagli artt. 119, 120 e 126, c. 5, del Codice della strada. L’accertamento dei requisiti psichici e fisici non è richiesto qualora si dimostri che il rilascio della patente da sostituire, emessa da uno Stato membro della Comunità euro-pea, è stato subordinato al possesso di requisiti psi-chici e fisici equivalenti a quelli previsti dalla nor-mativa vigente. In questa ipotesi alla nuova patente non può essere accordata una validità che vada oltre il termine stabilito per la patente da sostituire.Nel caso in cui è richiesta la sostituzione di paten-te rilasciata da uno Stato estero, già in sostituzione di una precedente patente italiana, è rilasciata una

nuova patente di categoria non superiore a quella originaria, per ottenere la quale il titolare sostenne l’esame di idoneità.

8. Il “documento unico” di circolazione e di proprietà

Dal 1° luglio 2018 la carta di circolazione, redatta secondo le disposizioni contenute nella direttiva 29 aprile 1999, n. 1999/37/CE del Consiglio, costituisce il documento unico contenente i dati di circolazio-ne e di proprietà degli autoveicoli, dei motoveicoli e dei rimorchi ricadenti nel regime dei beni mobili registrati di cui al libro VI, titolo I, capo III, sezione I, del codice civile.Nel “documento unico” di cui al D.Lgs. 29 maggio 2017, n. 98, sono annotati:

a) i dati tecnici del veicolo;

b) i dati di intestazione del veicolo, di cui agli artt. 91, 93 e 94 del Codice della strada;

c) i dati validati dal PRA, relativi alla situazione giuridico-patrimoniale del veicolo;

d) i dati relativi alla cessazione del veicolo dalla cir-colazione conseguente alla sua demolizione o alla sua definitiva esportazione all’estero.

8.1. Le annotazioni

Nel documento unico sono, altresì, annotati i dati relativi alla sussistenza di privilegi e ipoteche, di provvedimenti amministrativi e giudiziari che inci-dono sulla proprietà e sulla disponibilità del veicolo, annotati presso il PRA, nonché di provvedimenti di fermo amministrativo, con le modalità, anche tele-matiche, previste con apposito decreto ministeriale. Con D.M. 23 ottobre 2017, sono state stabilite le modalità di annotazione, nel documento unico di circolazione e di proprietà di autoveicoli, motovei-coli e rimorchi, dei dati richiesti dall’art. 1, commi 2 e 3, D.Lgs. 29 maggio 2017, n. 98.

8.2. Le procedure di rilascio ed aggiornamento

Il soggetto interessato presenta istanza di rilascio del documento unico in sede di prima immatrico-lazione o di reimmatricolazione o del suo aggiorna-mento conseguente al trasferimento della proprietà del veicolo, corredata dalla relativa documentazione e avvalendosi del modello unificato definito con ap-posito decreto ministeriale:

a) presso qualsiasi Sportello telematico dell’auto-mobilista (STA), ivi compresi gli Uffici dell’ACI in quanto STA;

Page 53: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2315

b) presso il competente Ufficio motorizzazione ci-vile, di seguito UMC, nelle ipotesi escluse dall’am-bito di applicazione del DPCM 19 settembre 2000, n. 358.

Per il rilascio e l’aggiornamento della carta di circo-lazione in sede di prima immatricolazione, di reim-matricolazione o di aggiornamento, è corrisposta una tariffa unica determinata con apposito decreto ministeriale.Le istanze e la relativa documentazione sono tra-smesse dagli uffici che le ricevono per via telematica al Centro elaborazione dati presso il Ministero del-le infrastrutture e dei trasporti (CED), che gestisce l’Archivio nazionale dei veicoli di cui agli artt. 225 e 226 del Codice della strada. Il CED trasmette conte-stualmente al PRA, esclusivamente per via telema-tica, i dati relativi alla proprietà ed allo stato giu-ridico del veicolo, unitamente alla documentazione in formato elettronico. Il CED, dopo aver verificato la congruenza dei dati ricevuti anche utilizzando le procedure di validazione messe a disposizione dal sistema informativo del PRA, consente agli STA e agli UMC di stampare la carta di circolazione. Gli Uffici ACI-PRA provvedono alle iscrizioni ed alle trascrizioni secondo la disciplina contenuta negli artt. 2683 e seguenti del codice civile ed alle altre disposizioni applicabili.Le istanze volte alla annotazione nel PRA di privilegi e ipoteche sono presentate anche per il tramite degli UMC e degli STA, che le inoltrano telematicamente agli uffici del PRA, i quali provvedono alle relative re-gistrazioni dandone comunicazione per via telemati-ca al CED; i provvedimenti di fermo amministrativo e di revoca dello stesso sono notificati dal conces-sionario della riscossione al Ministero, attraverso il collegamento telematico con il CED, che telematica-mente li comunica al sistema informativo del PRA.

9. La circolazione di prova dei veicoli

I veicoli che circolano su strada per esigenze con-nesse con prove tecniche, sperimentali o costruttive, dimostrazioni o trasferimenti, anche per ragioni di vendita o di allestimento, possono non essere mu-niti della carta di circolazione se autorizzati alla cir-colazione di prova ai sensi dell’art. 1 del D.P.R. 24 novembre 2001, n. 474.L’autorizzazione alla circolazione di prova è rilascia-ta dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha validità annuale ed è utilizzabile per la circola-zione di un solo veicolo per volta, a bordo del quale deve essere tenuta.

Cap. VIILe funzioni di infortunistica stradale

1. Il contrasto ai comportamenti causa di incidenti stradali

Il Ministero dell’interno, con circolare 21 luglio 2017, n. 5620, ha emanato una Direttiva per garan-tire un’azione coordinata delle Forze di Polizia per la prevenzione e il contrasto ai comportamenti che sono le principali cause di incidenti stradali.I principali aspetti che sono interessati dalla Diretti-va concernono: la lotta alla guida in stato di ebbrez-za o sotto l’effetto di stupefacenti; il contrasto agli eccessi di velocità; il controllo rigoroso del rispetto degli obblighi di utilizzo delle cinture di sicurezza e del casco protettivo; il contrasto dei comportamenti che costituiscono motivo di distrazione per il con-ducente fra cui, in primo luogo, l’uso del cellulare o dello smartphone durante la guida.

2. Intervento della polizia

L’infortunistica stradale attiene all’intervento della polizia locale per l’accertamento delle cause degli incidenti, il rilevamento topografico e il rapporto.La polizia ha l’obbligo di intervenire nel luogo ove si è verificato un incidente stradale, organizzare il soccorso dei feriti, ripristinare la circolazione even-tualmente interrotta, rilevare le responsabilità am-ministrative e penali a carico dei coinvolti nell’inci-dente, effettuare le rilevazioni tecniche da utilizzare ai fini di giustizia, assumere tutte le notizie che sono direttamente o indirettamente connesse con l’inci-dente. Particolari precauzioni debbono essere prese in ordine all’assistenza ai feriti, all’eventuale rimo-zione dei cadaveri, nonché agli accorgimenti relativi alla segnalazione dell’incidente e al ripristino della circolazione stradale.L’accertamento delle cause dell’incidente deve ri-portare le caratteristiche del luogo ove è avvenuto l’incidente, il numero dei veicoli coinvolti, le tracce lasciate dai veicoli sulla carreggiata stradale, le per-sone coinvolte nell’incidente, gli eventuali testimo-ni, i rilievi fotografici e topografici.Indipendentemente dalle conseguenze sulle perso-ne, l’art. 186, c. 4, del Codice - ed anche a prescin-dere dal verificarsi di un incidente quando si abbia altrimenti motivo di ritenere che il conducente del veicolo si trovi in stato di alterazione psico-fisica - gli organi di Polizia stradale hanno facoltà di ef-fettuare l’accertamento dello stato di ebbrezza o di

Page 54: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2316

alterazione psico-fisica correlata all’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, anche accompagnandolo presso il più vicino ufficio o comando. Le modalità di verifica sono state oggetto di apposite indicazioni da parte del Ministero dell’interno (circ. 29 dicem-bre 2005, n. 300/a/1/42175/109/42).Istruzioni alle Questure per l’effettuazione di interventi nel campo dell’infortunistica strada-le sono state emanate dal Ministero dell’interno (circ. 2 gennaio 2007, n. 225/B/2007 - 140 - U). Con successiva circolare (18 maggio 2007, n. 300/A/2/24612/124/62) lo stesso Ministero ha evi-denziato l’opportunità di stimolare e di concordare con i sindaci strategie ed iniziative per il concorso della Polizia locale nei servizi connessi al rileva-mento dei sinistri stradali, attivando anche i prefetti affinché favoriscano l’associazionismo comunale in detta materia.

3. Sequestro dei veicoli e segnalazione all’autorità giudiziaria

Negli incidenti di particolare gravità con morti e feriti si deve procedere al sequestro dei veicoli coin-volti, con verbale che deve contenere:

- l’elenco e la descrizione delle cose sequestrate;

- la nomina del custode che deve dichiarare espres-samente di assumersi gli obblighi di legge;

- l’indicazione del luogo della custodia. Il verbale deve essere trasmesso immediatamente alla polizia giudiziaria.

4. Le informazioni inerenti l’incidente

4.1. La richiesta da parte degli interessati

Le informazioni acquisite dagli organi di polizia in merito alle modalità dell’incidente, alla residenza ed al domicilio delle parti, alla copertura assicurativa dei veicoli ed ai dati identificativi di questi ultimi possono essere forniti ai soggetti interessati dallo stesso accadimento, come previsto dall’art. 11, c. 4, del Codice.Dato che si tratta di un servizio svolto prevalen-temente nell’interesse dei privati è stato ritenuto (C.d.S., sez. V, 22 gennaio 2003, n. 254) - confor-memente a quanto disposto dall’art. 43, c. 4, della legge n. 449/1997 - che chi fruisce di tale servizio è chiamato a concorrere alle spese necessarie per espletarlo attraverso la corresponsione di un’appo-sita tariffa o di un corrispettivo.

4.2. La raccolta ed invio dei dati relativi all’inciden-talità stradale

L’art. 56 della legge 29 luglio 2010, n. 120, ha dispo-sto che, ferme restando le competenze dell’ISTAT e dell’ACI, con apposito provvedimento, sono fissati i termini e le modalità per la trasmissione, in via telematica, dei dati relativi all’incidentalità strada-le da parte delle Forze dell’ordine e degli enti locali al Dipartimento per i trasporti, la navigazione ed i sistemi informativi e statistici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ai fini dell’aggiorna-mento degli archivi previsti dagli articoli 225 e 226 del Codice della strada.Per ciascun incidente mortale verificatosi sulla rete stradale di cui all’art. 1, c. 2, del decreto n. 35/2011, l’organo competente riporta in una apposita rela-zione di incidente, redatta secondo la reportistica di cui all’allegato IV allo stesso decreto, i dati relativi all’incidente stradale, raccolti e trasmessi, dalle for-ze dell’ordine e dagli enti locali.Con il decreto ministeriale 5 agosto 2011, n. 305, sono state attribuite le funzioni e le attività indivi-duate nel D.Lgs. n. 35/2011 alle strutture ministeria-li che hanno relativa competenza in materia.

4.3. Il costo sociale medio per ogni incidente mortale o grave

Con decreto dirigenziale 24 settembre 2012, n. 189, della Direzione Generale per la Sicurezza Stradale del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ai sensi dell’art. 7 del D.Lgs. n. 35/2011, è stato indi-viduato il costo sociale medio per ogni incidente mortale o grave verificatosi sulla rete stradale di cui all’art. 1, c. 2, dello stesso decreto, al fine di determi-nare il costo dell’incidentalità.

5. Il rapporto di polizia giudiziaria

Per rapporto si intende quell’atto con il quale il pubblico ufficiale informa l’autorità giudiziaria in ordine a un fatto previsto come reato. Il rapporto è obbligatorio per tutti gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria, salvo che non si tratti di reato punibile a querela dell’offeso.L’art. 347 del Codice di procedura penale prescrive che nel rapporto sia esposto con chiarezza e succin-tamente il fatto avvenuto, con tutte le circostanze che possono interessare il procedimento penale. Esso pertanto si compone di una parte descrittiva dell’incidente, della rilevazione topografica e della documentazione fotografica. A tali documenti è al-

Page 55: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2317

legato il processo verbale di interrogatorio dei con-ducenti, delle dichiarazioni degli eventuali testimo-ni e di sequestro dei veicoli. Nella redazione dei pro-cessi verbali occorre porre particolare attenzione:

- ai dati cronologici dei fatti avvenuti;

- all’esatta localizzazione dell’incidente;

- alle caratteristiche dei veicoli e alla loro esatta in-dividuazione.

Il rapporto con il processo verbale deve essere in-viato al Procuratore della Repubblica per i reati di competenza del tribunale e al Pretore per quelli di sua competenza.

6. Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale Oriz-zonte 2020

Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ve-rifica lo stato di attuazione degli interventi del 1° e 2° Programma annuale di attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale di cui all’art. 1 del Codice della strada ed art. 32 della legge n. 144 del 17 maggio del 1999, cofinanziati con legge 23 dicembre 1999, n. 488. Il programma da cofinanziare è definito sulla base delle proposte formulate dalle Regioni a seguito di specifica procedura fondata su criteri di selezione che tengono prioritariamente conto dell’importan-za degli interventi in termini di effetti sul migliora-mento della sicurezza stradale e della loro immedia-ta cantierabilità.Il Piano Nazionale della Sicurezza Stradale con oriz-zonte 2020 (PNSS Orizzonte 2020), accogliendo gli obiettivi e gli indirizzi della Commissione Europea, da questa definiti negli Orientamenti programmati-ci sulla sicurezza stradale per il periodo 2011-2020, prosegue l’azione del precedente Piano 2001-2010 e ne costituisce un aggiornamento. Il Ministero del-le Infrastrutture e dei Trasporti ha elaborato una prima versione del PNSS Orizzonte 2020 in data 3 marzo 2014.

Cap. VIIIL’introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali

Con legge 23 marzo 2016, n. 41, sono stati introdot-ti nel codice penale i delitti di omicidio stradale e di lesioni personali stradali, puniti entrambi a titolo di colpa. Il provvedimento è entrato in vigore il 25 marzo 2016 a conclusione (parziale) di una lunga

battaglia condotta da tutti coloro che intendevano colpire l’irresponsabilità alla guida dei veicoli come comportamento grave e criminale.

1. Il reato di omicidio stradale

La legge inserisce nel codice penale il delitto di omicidio stradale (art. 589-bis) attraverso il quale è punito, a titolo di colpa, con la reclusione (di di-versa entità in ragione del grado della colpa stessa) il conducente di veicoli a motore la cui condotta imprudente costituisca causa dell’evento mortale. In particolare:

- è confermata la fattispecie generica di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla circolazione stradale (la pena rimane la reclusione da 2 a 7 anni);

- è punito con la reclusione da 8 a 12 anni l’omicidio stradale colposo commesso da conducenti un veico-lo a motore in stato di ebbrezza alcolica grave (tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro) o di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope; se si tratta di conducenti professionali, per l’applicazione della stessa pena è sufficiente essere in stato di ebbrezza alcolica media (tasso alcolemico compreso tra 0,8 e 1,5 grammi per litro);

- è invece punito con la pena della reclusione da 5 a 10 anni l’omicidio stradale colposo commes-so da conducenti di un veicolo a motore in sta-to di ebbrezza alcolica media, autori di specifici comportamenti connotati da imprudenza: su-peramento di limiti di velocità, attraversamento di incroci con semaforo rosso; circolazione con-tromano; inversione di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi; sorpassi azzardati.

La pena è diminuita fino alla metà quando l’omici-dio stradale, pur cagionato dalle suddette condotte imprudenti, non sia esclusiva conseguenza dell’a-zione (o omissione) del colpevole.La pena è invece aumentata se l’autore del reato non ha conseguito la patente (o ha la patente sospesa o revocata) o non ha assicurato il proprio veicolo a motore.È poi previsto un aumento della pena nel caso in cui il conducente provochi la morte di più persone ovvero la morte di una o più persone e le lesioni di una o più persone. Anche qui si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo; il limite massi-

Page 56: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2318

mo di pena viene però stabilito in 18 anni (il limite massimo attuale è di 15 anni).È stabilita, infine, una specifica circostanza aggra-vante nel caso in cui il conducente, responsabile di un omicidio stradale colposo, si sia dato alla fuga. In tale ipotesi, la pena è aumentata da 1/3 a 2/3 e non può, comunque, essere inferiore a 5 anni.

2. Il reato di lesioni personali stradali

La legge introduce poi nel codice penale (art. 590-bis) il reato di lesioni personali stradali, le cui di-verse fattispecie appaiono quasi del tutto speculari a quelle dell’omicidio stradale di cui al nuovo art. 589-bis. In particolare:

- è confermato il reato di lesione personale grave e gravissima con violazione delle norme sulla circo-lazione stradale, già sanzionato ma aggiornato con l’eliminazione della possibilità di applicare in via alternativa la multa;

- sono sanzionate in misura maggiore le lesioni per-sonali stradali (le gravi con la pena della reclusione da 3 a 5 anni; le gravissime con la reclusione da 4 a 7 anni) provocate per colpa dalle stesse categorie di conducenti le cui condotte (guida in stato di eb-brezza alcolica o sotto effetto di stupefacenti) sono sanzionate in modo più severo per l’omicidio stra-dale;

- la pena è la reclusione da un anno e 6 mesi a 3 anni (lesioni gravi) e da 2 a 4 anni (lesioni gravissime), quando le lesioni derivano dalle stesse violazioni del Codice della strada sanzionate, per l’omicidio stra-dale, con la reclusione da 5 a 10 anni.

L’art. 590-bis prevede aggravi e riduzioni di pena che ricalcano sostanzialmente quelli previsti per l’omicidio stradale.

3. Le conseguenze concernenti la disciplina del Co-dice della Strada e la patente di guida

La legge 23 marzo 2016, n. 41, ha recato modifiche anche al Codice della Strada per regolare le conse-guenze sulla patente di guida derivanti dall’omici-dio stradale.Nel caso di revoca della patente per le ipotesi più gravi di omicidio stradale, l’interessato non può conseguire una nuova patente di guida prima che siano decorsi 15 anni dalla revoca (10 anni se al fat-to ha concorso la condotta colposa della vittima). In alcuni casi il termine è elevato a 20 anni, in al-tri è portato a 30 anni (nel caso in cui l’interessato

si sia dato alla fuga o non abbia ottemperato agli obblighi di assistenza previsti); nel caso di revoca della patente per i reati di omicidio stradale (ipote-si meno grave) e di lesioni personali stradali gravi e gravissime, l’interessato non può conseguire una nuova patente di guida prima di 5 anni dalla revoca. Tale termine è raddoppiato in alcune ipotesi ed è ulteriormente aumentato sino a 12 anni nel caso in cui l’interessato si sia dato alla fuga ovvero fosse alla guida in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psico-fisica conseguente all’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope e abbia anche violato i li-miti di velocità al momento della determinazione del sinistro.Sono considerati anche l’omicidio stradale e le le-sioni personali stradali fra i reati per i quali è previ-sto il ritiro della patente di guida (cui è collegata, da parte del Prefetto, la sospensione provvisoria della validità della patente stessa fino ad un massimo di 2 anni). Il prefetto può sospendere provvisoriamen-te la patente fino a 5 anni quando ravvisi fondati elementi di responsabilità del conducente; ad una sentenza di condanna non definitiva può consegui-re la proroga della sospensione della patente fino a un massimo di 10 anni.È altresì disciplinata l’ipotesi nella quale, per i rea-ti di omicidio stradale e lesioni personali stradali, sia condannato un soggetto titolare di una patente di guida rilasciata da uno Stato estero. Nel caso di condanna definitiva o di applicazione della pena su richiesta, il Prefetto del luogo della commessa vio-lazione adotta un provvedimento di inibizione alla guida nel territorio nazionale per un periodo pari a quello per il quale, nel caso in cui la condanna fosse pronunciata contro il titolare della patente di guida nazionale, sarebbe revocata a quest’ultimo la patente di guida; si prevede che tale provvedimento sia annotato nell’anagrafe nazionale degli abilitati alla guida mediante un procedimento informatico integrato.

Cap. IXL’accesso alle informazioni del Ced - Ministero dell’interno, PrA e Motorizzazione civile

1. Le possibilità di accesso

Il personale della polizia municipale addetto ai ser-vizi di polizia stradale accede ai sistemi informativi automatizzati del pubblico registro automobilistico e della Direzione generale della motorizzazione civi-

Page 57: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2319

le e può accedere, in deroga all’art. 9 della legge n. 121/1981, qualora in possesso della qualifica di agen-te di pubblica sicurezza, allo schedario dei veicoli ru-bati e allo schedario dei documenti di identità rubati o smarriti operanti presso il Centro elaborazione dati di cui all’art. 8 della predetta legge n. 121.Il personale della polizia municipale in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza può accedere alle informazioni concernenti i permessi di soggiorno rilasciati e rinnovati, in relazione a quanto previsto dall’art. 54, comma 5-bis, Tuel. Il personale in possesso dei medesimi requisiti può es-sere, altresì, abilitato all’inserimento, presso il Cen-tro elaborazione dati sopra indicato, dei dati relativi ai veicoli rubati e ai documenti rubati o smarriti, acquisiti autonomamente.I collegamenti, anche a mezzo della rete informativa telematica dell’ANCI, sono effettuati con le modali-tà stabilite con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con i Ministri dei trasporti e delle finanze, sentiti l’ANCI e l’Automobile club d’Italia (ACI).

2. L’accesso agli archivi della Motorizzazione civile e del PRA - onerosità

In merito alla possibilità di accesso gratuito da par-te degli enti locali alle informazioni contenute negli archivi della Motorizzazione civile e del PRA si sono registrati due pronunciamenti di senso opposto da parte dei competenti ministeri.La Presidenza del Consiglio dei Ministri, con pare-re del 24 giugno 2013, ha sostenuto la sussistenza del diritto all’acquisizione dei dati senza oneri in virtù degli artt. 43, D.P.R. n. 445/2000, e 50, 58 del D.Lgs. n. 82/2005 (CAD). In particolare è stato fatto riferimento all’art. 50, CAD per il quale qualunque dato trattato da una PA è reso accessibile e fruibile alle amministrazioni richiedenti per lo svolgimento dei propri compiti istituzionali, mentre il successivo art. 58 ne dispone la gratuità.A fronte di tale significativo pronunciamento il Mi-nistero dei trasporti sostiene, invece, che ai sensi del D.P.R. 28 settembre 1994, che disciplina l’accesso ai dati della Motorizzazione civile, l’accesso, anche per i comuni nell’ambito dello svolgimento delle loro attività di polizia locale, resta oneroso, in quanto trattasi di disciplina speciale.

3. Il trattamento di dati personali per finalità di polizia

Con decreto 24 maggio 2017 il Ministero dell’in-terno ha individuato i trattamenti di dati personali

non occasionali, e i relativi titolari, effettuati con strumenti elettronici, per le finalità di polizia, dal Centro elaborazione dati del Ministero dell’interno o da Forze di polizia relativamente a dati destinati a confluirvi, ovvero da organi di pubblica sicurezza o altri soggetti pubblici nell’esercizio delle attribu-zioni conferite da disposizioni di legge o di regola-mento.I trattamenti di dati personali e i relativi titolari sono individuati nelle n. 64 schede allegate al decre-to, alle quali si rinvia espressamente.

TITOLO IV

Il sistema delle sanzioni amministrative

Cap. ILe sanzioni amministrative

1. La potestà sanzionatoria

Nell’ambito dell’autonomia normativa esercitata dai consigli comunali e provinciali rientra, oltre alla definizione delle norme concernenti l’espleta-mento delle attività individuate dai regolamenti, anche la definizione delle sanzioni pecuniarie am-ministrative da applicarsi per la loro inosservan-za, nelle misure minime e massime ritenute eque rispetto alla violazione compiuta, nonché il loro l’aggiornamento annuale o biennale in base al tas-so d’inflazione annuo ISTAT. Quanto ora disposto dagli artt. 3, 7 e 7-bis del T.U. 18 agosto 2000, n. 267, viene infatti a sancire la piena autonoma po-testà regolamentare degli enti locali nelle materie di propria competenza, e quindi anche per ciò che concerne la definizione delle sanzioni applicabili alle norme precettive recate dagli stessi regola-menti.Ciò non contrasta con l’art. 1 della legge 24 novem-bre 1981, n. 689, per il quale «nessuno può essere assoggettato a sanzioni amministrative se non in for-za di una legge che sia entrata in vigore prima della commissione della violazione. Le leggi che prevedono sanzioni amministrative si applicano soltanto nei casi e per i tempi in esse considerati». Tale disposizione, infatti, si ricollega ai principi relativi alla efficacia della legge nel tempo, affermati dall’art. 11 delle pre-leggi e, in particolare, stabiliti dall’art. 25, se-condo comma, Cost., e dall’art. 2 del Codice penale, secondo i quali nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore pri-ma del fatto commesso, principio che è certamente

Page 58: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2320

applicabile anche per le sanzioni stabilite dai rego-lamenti.La potestà sanzionatoria dei comuni per la viola-zione delle norme contenute nei regolamenti co-munali era d’altronde prevista dall’art. 106 del R.D. n. 383/1934. Tuttavia a seguito dell’abrogazione di quest’ultimo compiuta dall’art. 274 del Tuel, tale potestà era venuta meno ed è stata quindi nuova-mente istituita con l’inserimento del predetto art. 7-bis dello stesso D.Lgs. n. 267/2000. La giurispru-denza (Cass. civ., sez. II, 26 marzo 2009, n. 7371) ha precisato che ne consegue l’esenzione da sanzione delle violazioni commesse nel periodo successivo all’abrogazione del R.D. n. 383/1934 e precedente l’entrata in vigore del citato art. 7-bis.Occorre, inoltre, considerare che, ad avviso della giurisprudenza (Cass. civ., sez. I, n. 12779/1995 e sez. III, n. 1865/2000), il principio della riserva di legge contenuto nell’art. 1 della legge n. 689/1981 non ha valenza per gli enti locali e per i regolamenti comunali e provinciali, i quali trovano il loro fonda-mento negli artt. 5 e 128 della Costituzione (come prima ricordato).La stessa giurisprudenza sostiene che il principio della riserva di legge di carattere relativo, previsto dall’art. 23 della Costituzione (“nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”), va coordinato con il riconosci-mento delle autonomie locali voluto dai citati artt. 5 e 128 Cost. Si può pertanto ritenere che il pote-re sanzionatorio rientra nella generale autonomia normativa dell’ente, all’epoca non prevista dall’art. 106 del T.U. 383/1934, tenuto conto comunque, che le ipotesi da disciplinare sono, in molti casi, già re-golate dalla legislazione specifica di settore.Le disposizioni regolamentari adottate devono, inoltre, individuare il soggetto al quale compete ir-rogare la sanzione ed i criteri per la determinazione del relativo importo, mentre per il procedimento occorre riferirsi alle disposizioni recate dalla legge n. 689/1981.

2. Le violazioni ai regolamenti ed alle ordinanze

Per le violazioni delle disposizioni dei regolamenti comunali e provinciali si applica la sanzione ammi-nistrativa pecuniaria da 25 euro a 500 euro, salvo diversa disposizione di legge, ai sensi dell’art. 7-bis del D.Lgs. n. 267/2000. Detta sanzione amministra-tiva si applica anche alle violazioni alle ordinanze adottate dal sindaco e dal presidente della provincia sulla base di disposizioni di legge, ovvero di specifi-che norme regolamentari.

Per le violazioni ai regolamenti ed alle ordinanze comunali e provinciali, la giunta comunale o pro-vinciale, all’interno del limite edittale minimo e massimo della sanzione prevista, può stabilire un diverso importo del pagamento in misura ridot-ta, in deroga alle disposizioni del primo comma dell’art. 16 della legge n. 689/1981 (che, si ricorda, prevede il pagamento ridotto in misura pari alla ter-za parte del massimo della sanzione prevista per la violazione commessa, o, se più favorevole e qualora sia stabilito il minimo della sanzione edittale, pari al doppio del relativo importo, oltre alle spese del pro-cedimento), così come innovato dall’art. 6-bis del D.L. n. 92/2008, convertito dalla legge n. 125/2008.L’organo competente a irrogare la sanzione ammi-nistrativa è individuato ai sensi dell’art. 17 della leg-ge 24 novembre 1981, n. 689.

3. La legge 24 novembre 1981, n. 689 - I principi generali

La normativa in materia di violazioni alle dispo-sizioni legislative e regolamentari, nonché di irro-gazione delle sanzioni amministrative alla quale la polizia municipale deve primariamente riferirsi, è la legge 24 novembre 1981, n. 689, della quale sono riportati di seguito, in diverso carattere, gli articoli inerenti i principi generali, annotati con la giuri-sprudenza più significativa e recente.

Art. 1. Principio di legalità Nessuno può essere assoggettato a sanzioni ammi-nistrative se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima della commissione della violazione.Le leggi che prevedono sanzioni amministrative si applicano soltanto nei casi e per i tempi in esse con-siderati.

L’art. 1 della legge n. 689 del 1981 sancisce il principio di le-galità anche per l’illecito amministrativo, sicché in assenza di una norma specifica che consenta l’applicazione di detta san-zione retroattivamente (ex artt. 40 e 41, legge n. 689/1981), la stessa non può essere applicata che per l’avvenire. Né può invocarsi il comma 3 dell’art. 2 C.P., il quale concerne solo il rapporto tra due fattispecie penali incriminatrici e non pre-vede la successione di un illecito amministrativo ad un reato (Cass. pen., sez. III, 3 maggio 1996, n. 5617).In caso di trasformazione d’illeciti penali in illeciti ammini-strativi, i fatti commessi nel vigore della precedente disciplina non restano, anche in difetto d’apposite norme transitorie, sottratti a qualsiasi sanzione, ma - in considerazione della “ratio legis”, che è quella di attenuare, non già di eliminare, la sanzione per un fatto che rimane illecito - trova comunque applicazione quella amministrativa. Infatti, per un verso, il

Page 59: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2321

principio dell’applicazione della norma sopravvenuta più favorevole al reo (art. 2, comma 3, c.p.) si riferisce anche al caso di trasformazione dell’illecito penale in illecito ammini-strativo; per altro verso, l’art. 40, legge 24 novembre 1981, n. 689 esprime un principio di carattere generale, non limitato alle violazioni contemplate nella legge stessa, ma applicabile a tutti i provvedimenti di depenalizzazione, anche successivi, in difetto di apposita disciplina transitoria. (Fattispecie in tema di depenalizzazione della contravvenzione di scarico in pubblica fognatura senza autorizzazione) (Cass. civ., sez. I, 7 marzo 2005, n. 4924).Il principio della riserva di legge fissato nella materia delle sanzioni amministrative dall’art. 1 della legge. 24 novem-bre 1981 n. 689, impedisce che l’illecito amministrativo e la relativa sanzione siano introdotti direttamente da fonti nor-mative secondarie, ma non esclude, tuttavia, che i precetti della legge, sufficientemente individuati, siano eterointegrati da norme regolamentari, in virtù della particolare tecnicità della dimensione in cui le fonti secondarie sono destinate ad operare (Cass. civ., sez. II, 26 aprile 2006, n. 9584).In materia di sanzioni amministrative l’art. 1 della legge n. 689/1981 sancisce il principio di legalità, secondo cui nessu-no può essere assoggettato a sanzioni amministrative se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima della commissione della violazione; tuttavia, nella materia delle sanzioni amministrative, non trova applicazione il principio di retroattività della disposizione più favorevole, previsto in materia penale dall’art. 2 c.p., tranne nelle ipotesi in cui esso sia normativamente previsto (Cons. Stato, sez. VI, 3 giugno 2010, n. 3497).In caso di annullamento senza rinvio della sentenza im-pugnata per non essere il fatto previsto dalla legge come reato, ma solo come illecito amministrativo, il giudice non ha l’obbligo di trasmettere gli atti all’autorità ammini-strativa competente a sanzionare l’illecito amministrativo qualora la legge di depenalizzazione non preveda norme transitorie analoghe a quelle di cui agli artt. 40 e 41, legge 24 novembre 1981, n. 689, la cui operatività è limitata agli illeciti da essa depenalizzati e non riguarda gli altri casi di depenalizzazione (Cass. pen., sez. unite, 29 marzo 2012, n. 25457).In tema di circolazione stradale, la segnaletica contenente divieti ed obblighi vincola tutti gli utenti della strada, in applicazione delle regole di normale prudenza, anche a prescindere dalla legittimità del provvedimento; tuttavia, per potersi ritenere sussistente in capo agli automobilisti un dovere di comportamento di carattere derogatorio rispetto ai principi generali in materia di circolazione veicolare, è necessario un provvedimento della competente autorità impositivo dell’obbligo (o del divieto) e la pubblicazione di detto obbligo attraverso la corrispondente segnaletica predeterminata dalla legge, sicché, in tale evenienza, l’obbligatorietà della prescrizione del divieto (nella specie, di sorpasso in una zona determinata) resta condizionata alla legittimità del provvedimento amministrativo posto a fondamento della stessa (Cass. civ., sez. II, 29 febbraio 2016, n. 3939).

In materia di sanzioni amministrative trova applicazione il principio di stretta legalità ribadito dall’art. 1, c. 2, legge n. 689/981, in base al quale le leggi che prevedono sanzioni amministrative si applicano solo nei casi e per i tempi in esse considerati. La disposizione pone una riserva di legge analoga a quella di cui all’art. 25 Cost. Le fattispecie soggette a sanzione pecuniaria si caratterizzano per tipicità e determinatezza. Resta, in particolare, esclusa ogni integrazione analogica della norma sanzionatrice per estenderne l’applicazione a ipotesi in essa non contemplate (Tar Campania, Napoli, sez. VII, 14 febbraio 2017, n. 897).

Art. 2. Capacità di intendere e di volere Non può essere assoggettato a sanzione ammini-strativa chi al momento in cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i diciotto anni o non aveva, in base ai criteri indicati nel codice penale, la ca-pacità di intendere e di volere, salvo che lo stato di incapacità non derivi da sua colpa o sia stato da lui preordinato.Fuori dei casi previsti dall’ultima parte del prece-dente comma, della violazione risponde chi era te-nuto alla sorveglianza dell’incapace, salvo che provi di non aver potuto impedire il fatto.

Non può ravvisarsi colpa dell’agente - e dunque illecito am-ministrativo - se il suo autore versi in condizioni di buona fede, siccome determinata da un elemento positivo, idoneo ad indurlo in errore ed estraneo alla sua condotta, non ovviabile con ordinaria diligenza e prudenza; l’ignoranza incolpevole della condotta illecita può essere determinata anche dal com-portamento tenuto dall’organo istituzionalmente preposto al controllo di quell’attività, sempre che si accerti che l’affi-damento che esso ingenera nel privato rivesta portata tale da escludere ogni incertezza sulla legittimità e liceità della con-dotta dello stesso (Cass. civ., sez. I, 8 maggio 2006, n. 10477).In tema di illeciti amministrativi, la responsabilità dell’au-tore dell’illecito può essere esclusa anche in caso di erronea supposizione della sussistenza degli elementi concretizzanti una causa di esclusione della responsabilità, in quanto l’art. 3, comma 2, legge n. 689 del 1981 esclude la responsabilità quando la violazione è commessa per errore sul fatto, ipote-si questa nella quale rientra anche l’erroneo convincimento della sussistenza di una causa di giustificazione; tuttavia, al fine dell’operatività di un’esimente putativa, non basta un mero criterio soggettivo, riferito al solo stato d’animo dell’a-gente, occorrendo invece dati di fatto concreti, i quali siano tali da giustificare l’erroneo convincimento in capo all’a-gente di trovarsi in tale stato e occorre che l’errore non sia colpevole (Cons. Stato, sez. VI, 20 dicembre 2010, n. 9306).Costituisce ius receptum, ai sensi dell’art. 3, legge 24 novem-bre 1981 n. 689, il principio secondo il quale per le violazioni amministrativamente sanzionate è richiesta la coscienza e volontà della condotta attiva od omissiva, sia essa dolosa o colposa a carico di colui che lo abbia commesso, non essendo necessaria la concreta dimostrazione del dolo o della colpa in

Page 60: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2322

capo all’agente, sul quale grava, pertanto, l’onere della dimo-strazione di avere agito senza colpa (Cons. Stato, sez. VI, 6 giugno 2011, n. 3353).Il soggetto detentore qualificato e concreto utilizzatore del fabbricato - dal quale trae senza dubbio utilità economica, trattandosi di bene necessario per l’esercizio dell’impresa - non può sottrarsi all’imputabilità dell’illecito paesaggistico quanto meno a titolo di colpa, per non avere vigilato con adeguata diligenza sull’attività costruttiva svolta sull’immo-bile, dalla medesima detenuto in forza di contratto di leasing. Vengono altresì in considerazione, nella presente fattispecie, due disposizione della l. n. 689 del 1981 sull’illecito ammini-strativo, vale a dire l’art. 3, per il quale l’autore dell’illecito risponde anche a titolo di colpa e l’art. 6, che prevede ai fini del pagamento della sanzione pecuniaria la solidarietà fra l’autore del fatto ed il proprietario del bene immobile o il titolare di un diritto personale di godimento sul medesimo (il titolare del contratto di leasing è certamente titolare di un diritto personale di tal genere) (Tar Lombardia, Milano, sez. II, 7 febbraio 2013 n. 357).Il procedimento per l’irrogazione di una sanzione ammi-nistrativa pecuniaria di cui all’art. 18, legge 24 novembre 1981, n. 689 non si deve concludere necessariamente nel termine di novanta giorni previsto in via generale per la conclusione del procedimento amministrativo dall’art. 2 della legge n. 241 del 1990, ed applicabile in assenza di di-verso termine specifico stabilito per legge o da regolamento. Non impedisce, infatti, di pervenire a questa conclusione la “universalità” della legge n. 241/1990, che per la prima volta ha regolamentato in maniera uniforme i procedimenti amministrativi, in quanto, per il principio di specialità, che prescinde dalla successione cronologica delle norme, quelle posteriori non comportano la caducazione delle precedenti, che disciplinano diversamente la stessa materia in un cam-po particolare. In tema di sanzioni amministrative, i prin-cipi di legalità, irretroattività e di divieto dell’applicazione analogica di cui all’art. 1, legge n. 689/1981, comportano l’assoggettamento della condotta illecita alla legge del tempo del suo verificarsi, con conseguente inapplicabilità della di-sciplina posteriore più favorevole, senza che possano trovare applicazione analogica, attesa la differenza qualitativa delle situazioni considerate, gli opposti principi di cui all’art. 2, commi 2 e 3, c.p. La disposizione dell’art. 8, comma 1, legge n. 689/1981 non è legittimamente invocabile con riferimento alla (diversa) ipotesi di concorso materiale (di concorso, cioè, tra violazioni commesse con più azioni od omissioni), senza che possa ritenersi applicabile a tale ultima ipotesi, in via analogica, la normativa dettata dall’art. 81 c.p. in tema di continuazione tra reati (Tribunale Bari, sez. III, 5 marzo 2014, n. 1166).In caso di violazione amministrativa commessa da un mi-nore di anni diciotto, la sanzione va irrogata ai soggetti te-nuti alla sorveglianza dell’incapace, che rispondono a titolo personale e diretto per la trasgressione della norma, avendo omesso la vigilanza alla quale erano tenuti. Ne consegue che, in siffatta ipotesi, fermo l’obbligo della redazione immediata del relativo verbale di accertamento, la violazione deve essere

contestata enunciando il rapporto intercorrente con il mino-re al momento del fatto, che imponeva la specifica attribu-zione ad essi della responsabilità per l’illecito amministrativo (Cass. civ., sez. VI, 21 novembre 2013, n. 26171).

Art. 3. Elemento soggettivo Nelle violazioni cui è applicabile una sanzione am-ministrativa ciascuno è responsabile della propria azione od omissione, cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa. Nel caso in cui la violazio-ne è commessa per errore sul fatto, l’agente non è responsabile quando l’errore non è determinato da sua colpa.

In tema di illecito amministrativo l’ignoranza incolpevole della illiceità della propria condotta può essere indotta anche da assicurazioni erronee ricevute da persone che rivestano una posizione istituzionale nell’ambito della PA in relazione ai fatti da realizzare. Il relativo accertamento peraltro com-porta la necessità di un ‘‘attenta valutazione delle ragioni per le quali tali assicurazioni abbiano - tenuto conto delle conoscenze effettive o potenziali dell’interessato - rivestito in concreto un’’efficacia tale da eliminare ogni incertezza in ordine alla liceità del comportamento posto in essere (Cass. civ., sez. I, 26 ottobre 2004, n. 20776).Il principio posto dall’art. 3 della legge n. 689 del 1981 (secon-do il quale, per le violazioni amministrativamente sanziona-te, è richiesta la coscienza e volontà della condotta attiva od omissiva, sia essa dolosa o colposa) postula una presunzione di colpa in ordine al fatto vietato a carico di colui che lo abbia commesso, non essendo necessaria la concreta dimostrazione del dolo o della colpa in capo all’agente, sul quale grava, per-tanto, l’onere della dimostrazione di aver agito senza colpa. L’esimente della buona fede, intesa come errore sulla liceità del fatto, assume, poi, rilievo solo in presenza di elementi positivi idonei ad ingenerare, nell’autore della violazione, il convinci-mento della liceità del suo operato, purché tale errore sia in-colpevole ed inevitabile, siccome determinato da un elemento positivo, idoneo ad indurlo in errore ed estraneo alla sua con-dotta, non ovviabile con ordinaria diligenza o prudenza (nella specie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito che aveva ritenuto sussistente la scriminante della buona fede in capo ai proprietari di un terreno, che vi avevano costruito benché sul terreno stesso insistesse un vincolo paesaggistico ambientale, in quanto era stata rilasciata loro concessione edilizia che di tale vincolo non faceva alcuna menzione) (Cass. civ., sez. I, 12 maggio 2006, n. 11012).In tema di sanzioni amministrative, ai sensi dell’art. 3 della legge n. 689 del 1981, per le violazioni colpite da sanzione amministrativa è richiesta la coscienza e volontà della con-dotta attiva o omissiva, sia essa dolosa o colposa, senza che occorra la concreta dimostrazione del dolo o della colpa, at-teso che la norma pone una presunzione di colpa, in ordine al fatto vietato, a carico di colui che lo abbia commesso, con la conseguenza che grava su quest’ultimo l’onere di provare di aver agito senza colpa (Cass. civ., sez. I, 7 luglio 2006, n. 15580).

Page 61: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2323

In tema di illecito amministrativo, ai sensi dell’art. 3 della legge n. 689 del 1981, ciascuno è responsabile della propria azione od omissione, cosciente e volontaria, sia essa dolosa o colposa, mentre l’errore sul fatto esclude la responsabili-tà dell’agente solo quando non è determinato da sua colpa; ne consegue che la norma limita la rilevanza della causa di esclusione alle sole ipotesi in cui l’errore sul fatto sia dovuto a caso fortuito o forza maggiore, mentre l’error iuris, che a seguito della sentenza n. 364 del 1988 della Corte cost. co-stituisce anch’esso causa di esclusione della responsabilità in tema di infrazione a norme amministrative, in analogia a quanto previsto dall’art. 5 c.p., rileva solo a fronte della ine-vitabilità dell’ignoranza del precetto violato, il cui apprezza-mento va effettuato alla luce della conoscenza e dell’obbligo di conoscenza delle leggi che grava sull’agente in relazione anche alla qualità professionale posseduta e al suo dovere di informazione sulle norme, e sull’interpretazione che di esse è data, che specificamente disciplinano l’attività che egli svolge (Cass. civ., sez. II, 22 novembre 2006, n. 24803).In tema di sanzioni amministrative, l’errore sulla liceità del-la condotta, correntemente indicato come «buona fede», può rilevare in termini di esclusione della responsabilità, ai sensi dell’art. 3, legge 24 novembre 1981, n. 689, solo quando esso risulti inevitabile, occorrendo a tal fine un elemento positivo, estraneo all’autore dell’infrazione, idoneo ad ingenerare in lui la convinzione della liceità, senza che il medesimo autore sia stato negligente o imprudente, ovvero alla condizione che quest’ultimo abbia fatto tutto quanto possibile per osservare la legge e che nessun rimprovero possa essergli mosso, così che l’errore sia stato incolpevole, non suscettibile cioè di esse-re impedito dall’interessato con l’ordinaria diligenza (Cass. civ., sez. II, 9 gennaio 2008, n. 228).In tema di sanzioni amministrative, il caso fortuito e la forza maggiore, pur non essendo espressamente menzionati dalla legge n. 689/1981, debbono ritenersi implicitamente inclusi nella previsione dell’art. 3 di essa ed escludono la responsabi-lità dell’agente, incidendo il caso fortuito sulla colpevolezza e la forza maggiore sul nesso psichico. La relativa nozione va desunta all’art. 45 c.p., rimanendo integrata con il con-corso dell’imprevedibilità ed inevitabilità da accertare posi-tivamente mediante specifica indagine (Cass. civ., sez. II, 29 aprile 2010, n. 10343).In tema di illecito amministrativo, l’errore di diritto, quale causa di esclusione della responsabilità in riferimento alla violazione di norme amministrative (in analogia a quan-to previsto dall’art. 5 cod. pen.), viene in rilievo soltanto a fronte dell’inevitabilità dell’ignoranza del precetto violato, da apprezzarsi alla luce della conoscenza e dell’obbligo di co-noscenza delle leggi che grava sull’agente in relazione anche alle sue qualità professionali e al suo dovere di informazione sulle norme e sulla relativa interpretazione, nonché, nel caso di infrazioni al codice della strada, tenendo conto della se-gnaletica, la cui presenza è volta a rendere edotti di divieti e prescrizioni gli utenti della strada (Cass. civ., sez. VI, 1° settembre 2014, n. 18471).In tema di sanzioni amministrative, ai sensi dell’art. 3, legge n. 689/1981, per violazioni colpite da sanzione amministra-

tiva è necessaria e al tempo stesso sufficiente la coscienza e volontà della condotta attiva od omissiva, senza che occorra la concreta dimostrazione del dolo o della colpa, giacché la norma pone una presunzione di colpa in ordine al fatto vie-tato a carico di colui che lo abbia commesso, riservando poi a questi l’onere di provare di aver agito senza colpa (Cass. civ., sez. III, 7 novembre 2017, n. 26306).

Art. 4. Cause di esclusione della responsabilità Non risponde delle violazioni amministrative chi ha commesso il fatto nell’adempimento di un dove-re o nell’esercizio di una facoltà legittima ovvero in stato di necessità o di legittima difesa.Se la violazione è commessa per ordine dell’autori-tà, della stessa risponde il pubblico ufficiale che ha dato l’ordine. I comuni, le province, le comunità montane e i loro consorzi, le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza (IPAB), gli enti non commerciali senza scopo di lucro che svolgono attività socio-assistenziale e le istituzioni sanitarie operanti nel Servizio sanitario nazionale ed i loro amministratori non rispondono delle sanzioni amministrative e civili che riguardano l’assunzio-ne di lavoratori, le assicurazioni obbligatorie e gli ulteriori adempimenti, relativi a prestazioni lavo-rative stipulate nella forma del contratto d’opera e successivamente riconosciute come rapporti di lavoro subordinato, purché esaurite alla data del 31 dicembre 1997.

In tema di infrazioni amministrative, l’esclusione della re-sponsabilità, per il caso in cui l’autore del fatto esegua un ordine, ai sensi dell’art. 4 della legge 24 novembre 1981, n. 689, postula che si tratti di ordine legittimo, e, quindi, non è invocabile in presenza di un ordine illegittimo, e la cui il-legittimità sia sindacabile del destinatario, come quando sia impartito nell’ambito di un rapporto privatistico (nella spe-cie, rapporto di lavoro) (Cass. civ., sez. I, 10 settembre 1991, n. 9494, e 12 maggio 1999, n. 4710).In tema di sanzioni amministrative, l’esimente dello stato di necessità secondo la previsione dell’art. 4, legge n. 689 del 1981 postula, in applicazione degli artt. 54 e 59 c.p., che fis-sano i principi generali della materia, una effettiva situazio-ne di pericolo imminente di danno grave alla persona, non altrimenti evitabile, che non può essere ravvisata nell’esigen-za di evitare un danno meramente economico (Cassazione civ., sez. II, 9 gennaio 2008, n. 228).In tema di esclusione della responsabilità per violazioni amministrative, affinché ricorra, ai sensi dell’art. 4, legge n. 689 del 1981, l’esimente dello stato di necessità, occorre - in conformità a quanto disposto dagli artt. 54 e 59 c.p. - che sussista un’effettiva situazione di pericolo imminente di un grave danno alla persona, non altrimenti evitabile, ovvero l’erronea convinzione, provocata da circostanze oggettive, di trovarsi in tale situazione; ne consegue che detta esimente

Page 62: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2324

non è invocabile quando la situazione di pericolo riguardi un animale (Cass. civ., sez. II, 19 giugno 2009, n. 14515).In tema di sanzioni amministrative, ai fini dell’esclusione della responsabilità del trasgressore per l’erronea supposi-zione della sussistenza dello stato di necessità, di cui all’art. 4, legge 24 novembre 1981, n. 689, è necessario che essa si concretizzi in un incolpevole errore sul fatto, e cioè su una percezione o in una ricognizione della percezione incolpevol-mente difettosa che, cadendo su un elemento materiale della violazione amministrativa, la rende non punibile a norma dell’art. 3, comma 2, della citata legge n. 689/1981 (Cass. civ., sez. II, 29 aprile 2010, n. 10366).In tema di sanzioni amministrative, l’esimente dello stato di necessità secondo la previsione dell’art. 4, legge n. 689 del 1981 postula, in applicazione degli artt. 54 e 59 c.p. - che fissano i principi generali della materia - un’effettiva situa-zione di pericolo imminente di danno grave alla persona co-sicché l’esimente “de quo” è applicabile solo nell’ipotesi in cui l’esigenza è connessa con uno specifico obbligo di legge (o un ordine proveniente da un’autorità), o, in taluni casi anche in particolari condizioni di tutela di diritti costituzionalmente garantiti (Tribunale Bari, sez. III, 19 aprile 2012).La disposizione dell’art. 3, comma 1, della legge 241 del 1990 non è direttamente applicabile ad atti non annoverabili nella categoria dei provvedimenti amministrativi in senso stretto, in quanto mancanti del tratto essenziale della produzione di effetti innovativi rispetto alla situazione giuridica preceden-te, come avviene nel caso dell’ordinanza-ingiunzione di cui alla legge 689 del 1981, in quanto strumento esclusivamente preordinato alla riscossione di un’obbligazione già sorta ex lege con la commissione e l’accertamento della violazione, secondo il chiaro disposto dell’art. 4 della legge (decorrenza della prescrizione del credito dell’amministrazione dal gior-no in cui è stata commessa la violazione) (Tribunale Trieste, sez. lav., 8 maggio 2014, n. 109).

Art. 5. Concorso di persone Quando più persone concorrono in una violazione amministrativa, ciascuna di esse soggiace alla san-zione per questa disposta, salvo che sia diversamen-te stabilito dalla legge.

Per la configurabilità del concorso di persone nella violazione amministrativa, la mera presenza fisica allo svolgimento del fatto non può assumere autonoma rilevanza, in quanto essa realizza una forma di cooperazione nell’azione illecita solo se attuata in modo da determinare un’agevolazione, anche indiretta, della condotta dell’autore o, comunque, un raffor-zamento del proposito, uno stimolo o un maggiore senso di sicurezza nella azione di questi (Cass. civ., sez. I, 5 aprile 1994, n. 3245).In tema di sanzioni amministrative, la omessa menzione, nella contestazione dell’illecito commesso da un soggetto in concorso con altri, e nella successiva ordinanza - ingiunzione di pagamento, dell’art. 5 della legge n. 689 del 1981, che tale concorso prevede, non rende illegittimo il provvedimento per

violazione del principio della correlazione tra il fatto contesta-to e quello per il quale viene irrogata la sanzione, essendo, in tale ipotesi, necessario e sufficiente, ai fini del rispetto di tale principio, che dalla contestazione risulti la circostanza dell’av-venuta commissione dell’illecito da parte dell’ingiunto in con-corso con altri (Cass. civ., sez. III, 18 febbraio 2000, n. 1876).Qualora la responsabilità per un illecito amministrativo sia addebitabile ai comproprietari di un immobile, ciascuno di essi risponde della sanzione, e ciò anche ove la responsabilità sia riferibile anche ad un terzo, restando preclusa anche in tal caso la possibilità di applicare ai comproprietari un’unica sanzione riferita allo loro collettività (Cass. civ., sez. II, 21 luglio 2006, n. 16798). In tema di sanzioni amministrative, l’art. 5 della legge 24 novembre 1981 n. 689, che contempla il concorso di persone, recepisce i principi fissati in materia dal c.p., rendendo così applicabile la pena pecuniaria non soltanto all’autore o ai coautori dell’infrazione, ma anche a coloro che abbiano co-munque dato un contributo causale, pure se esclusivamente sul piano psichico (nella specie, la S.C. ha confermato la sen-tenza di merito che aveva ritenuto legittimamente assogget-tato a sanzione amministrativa pecuniaria, a titolo di con-corso morale nella violazione della legge reg. regione Cam-pania n. 11 del 1996, per aver contribuito a realizzare, sulle pendici di un monte, una strada in assenza delle prescritte autorizzazioni, il proprietario di un terreno limitrofo a quel-lo sul quale scorreva la strada, il quale aveva sottoscritto una scrittura privata atta a facilitare la realizzazione della strada stessa) (Cass. civ., sez. I, 22 settembre 2006, n. 20696).Il custode di un veicolo sottoposto a sequestro amministrati-vo che, per colpa, agevoli la circolazione abusiva da parte di un terzo - in questo caso la sorella che aveva addotto gravi motivi familiari - deve essere chiamato a rispondere (ai sensi del combinato disposto degli artt. 5 della legge 689/1981 e 213, c. 4, del D.Lgs. n. 285/1992) a titolo di concorso col-poso nell’illecito amministrativo commesso dal terzo, e non dell’autonomo reato di violazione colposa dei doveri inerenti alla custodia di cose sottoposte a sequestro, previsto dall’art. 335 c.p. (Corte Costituzionale, 19 marzo 2012, n. 58).

Art. 6. Solidarietà Il proprietario della cosa che servì o fu destinata a commettere la violazione o, in sua vece, l’usufrut-tuario o, se trattasi di bene immobile, il titolare di un diritto personale di godimento, è obbligato in solido con l’autore della violazione al pagamento della somma da questo dovuta se non prova che la cosa è stata utilizzata contro la sua volontà.Se la violazione è commessa da persona capace di intendere e di volere ma soggetta all’altrui au-torità, direzione o vigilanza, la persona rivestita dell’autorità o incaricata della direzione o della vigilanza è obbligata in solido con l’autore della violazione al pagamento della somma da questo

Page 63: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2325

dovuta, salvo che provi di non aver potuto, im-pedire il fatto.Se la violazione è commessa dal rappresentante o dal dipendente di una persona giuridica o di un ente privo di personalità giuridica o, comunque, di un imprenditore nell’esercizio delle proprie fun-zioni o incombenze, la persona giuridica o l’ente o l’imprenditore è obbligato in solido con l’autore della violazione al pagamento della somma da que-sto dovuta.Nei casi previsti dai commi precedenti chi ha pa-gato ha diritto di regresso per l’intero nei confronti dell’autore della violazione.

Nel sistema sanzionatorio delineato dalla legge 24 novembre 1981, n. 689, l’art. 6 sancisce il principio della responsabilità solidale della persona giuridica nell’ipotesi in cui l’illecito amministrativo sia stato commesso dal suo rappresentante o da un suo dipendente; tale responsabilità è di carattere sus-sidiario e deve ritenersi sussistente ogni qual volta sia stato commesso un illecito amministrativo da persona ricollega-bile all’ente per aver agito nell’esercizio delle sue funzioni o incombenze, a prescindere dall’identificazione dell’autore materiale dell’illecito, trattandosi di requisito che, di per sé solo, non costituisce condizione di legittimità dell’ordinanza-ingiunzione, a meno che detta mancanza di identificazione non possa tradursi in un difetto di prova sulla responsabili-tà, o perché possa dubitarsi della sussistenza stessa dell’ille-cito, o perché sia posto in discussione il nesso soggettivo tra la commissione del fatto (certo nella sua verificazione) e le funzioni o incombenze esercitate dal trasgressore (nella spe-cie, la S.C. ha confermato la sentenza di merito di rigetto avverso un’’opposizione a ordinanza-ingiunzione emessa nei confronti di un Comune per aver mantenuto uno sca-rico fognario non autorizzato, rilevando che l’attività omis-siva sanzionata era comunque riconducibile al Comune, in quanto spettava al soggetto all’interno di esso preposto al settore - il Sindaco, come originariamente indicato, o il diri-gente del settore, delegato dal sindaco per la specifica materia - impedire che fossero attivati e mantenuti scarichi fognari senza che fosse richiesta l’autorizzazione all’amministrazio-ne provinciale competente) (Cass. civ., sez. II, 20 novembre 2006, n. 24573).Nel sistema della legge 24 novembre 1981, n. 689, ispirato al principio generale della natura personale della responsa-bilità, l’istituto della solidarietà, previsto dall’art. 6, è rigo-rosamente circoscritto alle fattispecie contemplate da detta norma, tra le quali non rientra quella della responsabilità dei soci di una società di capitale, la quale risponde in solido con l’amministratore (nella specie, la S.C. ha annullato l’or-dinanza ingiunzione con cui veniva ordinato ad un socio di una società per azioni il pagamento di una somma di danaro a titolo di sanzione amministrativa per la violazione dell’art. 12 del D.Lgs. n. 22 del 1997 relativa alla omessa tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti) (Cass. civ., sez. II, 7 maggio 2008, n. 11206).

L’art. 6 della legge n. 689 del 1981 va interpretato nel senso che il proprietario è responsabile solidale tanto nel caso di bene mobile che di bene immobile ma viene sostituito, ove esistano, nel primo caso dall’usufruttuario del bene mobile utilizzato per la violazione e, nel secondo caso, dal titolare del diritto personale di godimento sullo stesso (quale, ad esempio, il comodatario o il locatario) (Cass. civ., sez. II, 20 febbraio 2009, n. 4225).In materia di sanzioni amministrative pecuniarie, il vinco-lo intercorrente tra l’autore materiale della violazione e la persona giuridica di cui è prevista la responsabilità solidale consente all’autorità amministrativa competente di agire contro ambedue gli obbligati oppure contro uno o l’altro di essi, ferma restando la necessità che il soggetto in concreto chiamato a rispondere si sia visto contestare o notificare la violazione, così da essere in grado di far pervenire alla P.A. ogni possibile deduzione difensiva (Cass. civ., sez. II, 26 feb-braio 2009, n. 4688).In materia di sanzioni amministrative, ai sensi e per effetto dell’art. 6, comma 3, della legge n. 689 del 1981, la respon-sabilità dell’illecito amministrativo compiuto da soggetto che abbia la qualità di rappresentante legale della persona giuridica, grava sull’autore medesimo e non sull’ente rap-presentato e solo solidalmente obbligato al pagamento delle somme corrispondenti alle sanzioni irrogate; ne consegue che la sanzione deve considerarsi legittimamente applicata e notificata nei confronti del detto autore, nella sua qualità di legale rappresentante della persona giuridica (Cass. civ., sez. II, 13 maggio 2010, n. 11643).Nel caso in cui la violazione, per la quale è prevista una san-zione amministrativa pecuniaria, sia commessa dal rappre-sentante legale di una persona giuridica nell’esercizio delle relative funzioni, la notificazione dell’ordinanza ingiunzione di pagamento eseguita nei confronti del legale rappresentan-te in proprio, senza alcun riferimento alla persona giuridica rappresentata, non costituisce valida contestazione nei con-fronti della persona giuridica, la cui responsabilità solidale presuppone che le sia tempestivamente contestata l’infrazio-ne del soggetto di cui deve rispondere (Cass. civ., sez. II, 15 novembre 2011, n. 23875).In tema di violazione dell’art. 23, Codice della strada, che sanziona l’affissione non autorizzata di manifesti pubbli-citari lungo le strade, è tenuto al pagamento della sanzio-ne, in solido con l’autore materiale della violazione, anche il partito politico proprietario dei manifesti e beneficiario della relativa propaganda, tenuto conto che l’art. 6, commi 1 e 3, legge 24 novembre 1971, n. 689 individua nella pro-prietà del mezzo usato per la commissione dell’infrazione e nel rapporto oggettivo e funzionale della condotta tenuta con l’interesse ovvero gli scopi di una persona giuridica o di un ente di fatto, i titoli stessi della solidarietà del proprietario o di detti enti con l’autore della violazione, indipendentemen-te dalla identificazione della persona fisica che ha commesso materialmente la violazione (Cass. civ., sez. II, 25 gennaio 2012, n. 1040).In tema di sanzioni amministrative, la solidarietà prevista dall’art. 6 della legge n. 689/1981 non si limita ad assolvere

Page 64: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2326

una funzione di garanzia, ma persegue anche uno scopo pub-blicistico di deterrenza generale nei confronti di quanti, perso-ne fisiche o enti, abbiano interagito con il trasgressore renden-do possibile la violazione, sicché l’obbligazione del correspon-sabile solidale è autonoma rispetto a quella dell’obbligato in via principale e, pertanto, non viene meno nell’ipotesi in cui quest’ultima, ai sensi dell’art. 14, ultimo comma, della detta legge n. 689/1981, si estingua per mancata tempestiva noti-ficazione, con l’ulteriore conseguenza che l’obbligato solidale che abbia pagato la sanzione conserva l’azione di regresso per intero verso l’autore della violazione, il quale non può eccepire, all’interno di tale ultimo rapporto, che è invece di sola rile-vanza privatistica, l’estinzione del suo obbligo verso l’Ammi-nistrazione (Cass. civ., sez. un., 22 settembre 2017, n. 22082).

Art. 7. Non trasmissibilità dell’obbligazione La obbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione non si trasmette agli eredi.

Ai sensi dell’art. 7, capo I, della legge n. 689/1981, l’obbligazione di pagare la somma dovuta per la violazione amministrativa non si trasmette agli eredi, così che la morte di colui il quale nel provvedimento sanzionatorio venga individuato come autore dell’illecito amministrativo determina l’estinzione dell’obbli-gazione di pagare la connessa sanzione pecuniaria, non altro residuando in ragione del carattere strettamente personale della responsabilità in materia di illecito amministrativo, per il quale sia prevista la sanzione del pagamento di una somma di da-naro. Ed un tale evento fa cessare la materia del contendere, la cui dichiarazione ben può essere pronunciata dalla Corte di cassazione, pur in mancanza di esplicita previsione processuale (Cass. civ., sez. I, 22 settembre 1999, n. 10244).In tema di sanzioni amministrative, la morte dell’autore della violazione determina non solo l’intrasmissibilità ai suoi eredi dell’obbligazione di pagare la somma dovuta per la sanzione, ma altresì l’estinzione dell’obbligazione a carico dell’obbligato solidale (Cass. civ., sez. III, 6 marzo 2000, n. 2501).Le sanzioni amministrative, per principio generale, si estin-guono ope legis (art. 7, legge n. 689/1981) con la morte del trasgressore, non essendo trasmissibili agli eredi, senza che sia necessaria un’espressa previsione in tal senso nell’ambito della particolare disciplina normativa di settore (Cons. Sta-to, sez. VI, 28 gennaio 2014, n. 423).La morte dell’autore della violazione comporta l’estinzione dell’obbligazione di pagare la sanzione pecuniaria irrogata dall’Amministrazione, la quale, ai sensi dell’art. 7 della legge n. 689 del 1981, non si trasmette agli eredi, con conseguente cessazione della materia del contendere nel giudizio di op-posizione all’ordinanza-ingiunzione, la cui declaratoria può essere effettuata anche in sede di legittimità ove il decesso sia documentato ex art. 372 cpc (Cass. civ., sez. II, 7 aprile 2016 n. 6737).

Art. 8. Più violazioni di disposizioni che prevedono sanzioni amministrative Salvo che sia diversamente stabilito dalla legge, chi con una azione od omissione viola diverse dispo-

sizioni che prevedono, sanzioni amministrative o commette più violazioni della stessa disposizione, soggiace alla sanzione prevista per la violazione più grave, aumentata sino al triplo.Alla stessa sanzione prevista dal precedente comma soggiace anche chi con più azioni od omissioni, ese-cutive di un medesimo disegno posto in essere in violazione di norme che stabiliscono sanzioni am-ministrative, commette, anche in tempi diversi, più violazioni della stessa o di diverse norme di legge in materia di previdenza ed assistenza obbligatorie.La disposizione di cui al precedente comma si ap-plica anche alle violazioni commesse anteriormente all’entrata in vigore della legge di conversione del D.L. 2 dicembre 1985, n. 688, per le quali non sia già intervenuta sentenza passata in giudicato.

In tema di infrazioni amministrative, l’unificazione del-la sanzione prevista dal comma 1 dell’art. 8 quando siano commesse più violazioni della stessa o di diverse disposizioni, riguarda la sola ipotesi in cui la pluralità di violazioni di-scende da un’unica condotta (concorso formale di violazio-ni), mentre non opera nel caso di condotte distinte (concorso materiale di violazioni): infatti, l’istituto della continuazio-ne non trova applicazione per gli illeciti amministrativi di-sciplinati dalla legge n. 689/1981 (Cass. civ., sez. I, 1° agosto 1997, n. 7160).In tema di sanzioni amministrative, in presenza di più viola-zioni di disposizioni che prevedono sanzioni amministrative, spetta al giudice di merito valutare se ricorrano in concreto gli estremi del “concorso formale” di illeciti amministrativi ovvero della “continuazione” tra gli stessi, ai sensi, rispet-tivamente, dei commi 1 e 2 dell’art. 8, legge n. 689/1981; ove tale accertamento abbia esito positivo il giudice non può rimettere all’autorità amministrativa - che abbia irrogato sanzioni distinte per ogni singola violazione, così negando la sussistenza del concorso o della continuazione - la nuova determinazione della misura della sanzione, ma deve esso stesso, avvalendosi dei poteri conferitigli dall’art. 23, comma 11, della medesima legge, provvedere a modificare le ordi-nanze - ingiunzione con riferimento all’entità della sanzione dovuta, sostituendo le sanzioni ivi irrogate con quella previ-sta per la violazione più grave, aumentata sino al triplo, così come dispone il comma 1 dello stesso art. 8 (Cass. civ., sez. I, 2 dicembre 2003, n. 18389).Ai sensi dell’art. 8 della legge n. 689 del 1981, l’istituto del-la continuazione in materia di violazioni amministrative si applica, in via generale, alla sola ipotesi in cui la pluralità di violazioni sia commessa con una sola azione od omissione, mentre nel caso esse siano commesse con più azioni od omis-sioni, detto istituto trova applicazione soltanto se si tratta di violazioni in materia di previdenza e di assistenza obbligato-ria (Cass. civ., sez. I, 16 dicembre 2005, n. 27799).L’istituto del cumulo giuridico delle pene, previsto per il caso della continuazione fra reati, non è applicabile in via ana-

Page 65: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2327

logica al concorso materiale di violazioni amministrative, le cui sanzioni pertanto devono essere applicate autonoma-mente e per l’intero (fattispecie in cui la Corte ha considera-to legittimo il cumulo materiale tra sanzioni amministrative accessorie nel caso di condanna per reati previsti dal C.d.S. ritenuti in continuazione tra loro) (Cass. pen., sez. IV, 6 maggio 2009, n. 25933).In materia di sanzioni amministrative, la P.A., ove abbia irrogato un’unica sanzione complessiva per una pluralità di violazioni, non ha anche l’obbligo di specificare la parte di sanzione riferibile ad ognuna delle violazioni, dovendosi ritenere che l’art. 8 della legge n. 689 del 1981, nel prevedere solamente che la sanzione complessiva non deve superare il triplo di quella prevista per la violazione più grave, escluda la necessità di una simile specificazione. Ne consegue che, in caso di ricorso, resta parimenti esclusa la configurabilità di un obbligo in capo al giudice di specifica motivazione delle componenti della sanzione (Cass. civ, sez. lav., 13 ottobre 2010, n. 21145).Si applica la disciplina prevista per il concorso formale di illeciti nell’ipotesi in cui, con un unico rifiuto di sottoporsi a prelievo ematico, il conducente coinvolto in un incidente stradale si sottragga agli accertamenti previsti dalle dispo-sizioni che sanzionano la guida in stato di ebbrezza e quella sotto l’effetto di stupefacenti (Cass. civ., sez. VI, 24 febbraio 2014, n. 4405).L’art. 8 della legge n. 689/1981, nel prevedere l’applicabilità dell’istituto del cd. “cumulo giuridico” tra sanzioni nella sola ipotesi di concorso formale (omogeneo od eterogeneo) tra le violazioni contestate - ipotesi di violazioni plurime, ma commesse con un’unica azione od omissione - non è le-gittimamente invocabile con riferimento al concorso mate-riale tra violazioni commesse con più azioni od omissioni; né è ammissibile l’applicazione analogica della disciplina della continuazione ex art. 81 c.p., sia perché il citato art. 8 contempla espressamente detta possibilità soltanto per le violazioni in materia di previdenza ed assistenza, sia per-ché la differenza morfologica tra reato penale ed illecito amministrativo non consente che, attraverso un procedi-mento di integrazione analogica, le norme di favore pre-viste in materia penale vengano estese alla materia degli illeciti amministrativi (Cass. civ., sez. VI, 3 maggio 2017, n. 10775).

Art. 8-bis. Reiterazione delle violazioni Salvo quanto previsto da speciali disposizioni di legge, si ha reiterazione quando, nei cinque anni successivi alla commissione di una violazione am-ministrativa, accertata con provvedimento esecuti-vo, lo stesso soggetto commette un’altra violazione della stessa indole. Si ha reiterazione anche quan-do più violazioni della stessa indole commesse nel quinquennio sono accertate con unico provvedi-mento esecutivo. Si considerano della stessa indole le violazioni della medesima disposizione e quelle di

disposizioni diverse che, per la natura dei fatti che le costituiscono o per le modalità della condotta, presentano una sostanziale omogeneità o caratteri fondamentali comuni.La reiterazione è specifica se è violata la medesima disposizione.Le violazioni amministrative successive alla prima non sono valutate, ai fini della reiterazione, quando sono commesse in tempi ravvicinati e riconducibili ad una programmazione unitaria.La reiterazione determina gli effetti che la legge espressamente stabilisce. Essa non opera nel caso di pagamento in misura ridotta.Gli effetti conseguenti alla reiterazione possono essere sospesi fino a quando il provvedimento che accerta la violazione precedentemente commessa sia divenuto definitivo. La sospensione è disposta dall’autorità amministrativa competente, o in caso di opposizione dal giudice, quando possa derivare grave danno.Gli effetti della reiterazione cessano di diritto, in ogni caso, se il provvedimento che accerta la prece-dente violazione è annullato.

Ai fini della configurabilità della recidiva amministrati-va - che ha trovato recente disciplina nell’art. 8-bis, legge n. 689/1981 - è richiesta l’esistenza di un lasso temporale apprezzabile tra la commissione della prima violazione e la commissione delle altre integranti la recidiva, poiché la natura dell’istituto, circostanza aggravante soggettiva di un illecito penale o amministrativo, è quella di determinare un trattamento sanzionatorio più pesante di condotte che de-notano una maggiore capacità di ricaduta nell’illecito e tale capacità può essere apprezzata solo se le violazioni vengo-no commesse in un lasso temporale che non sia non troppo ravvicinato né troppo distante (Tar Lazio Roma, sez. II, 21 aprile 2005, n. 2972).L’art. 8-bis inserito dall’art. 94, D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 507, nell’introdurre una nuova generale definizione di recidiva ai fini dell’applicazione delle sanzioni ammini-strative fa salvo “quanto previsto da speciali disposizioni di legge”: in quest’ultima categoria deve essere ricompresa anche la norma di cui all’art. 29, c. 3, D.Lgs. n. 114 del 1998, in tema di recidiva nelle violazioni alla normativa in materia di commercio, che pertanto va considerata tuttora vigente (Tar Lombardia, Milano, sez. IV, 3 febbraio 2006, n. 184).Il riferimento dell’art. 8-bis del D.L. 24 novembre 1981, n. 689, alla reiterazione in presenza di violazioni “della stes-sa indole” non può escludere affatto l’assimilazione tra una pratica commerciale scorretta sub specie di “pubblicità in-gannevole” in senso generico ex art. 22 e altra afferente alla particolare species di cui all’art. 23, D.Lgs. n. 206 del 2005 (Tar Lazio, Roma, sez. I, 7 settembre 2011, n. 7129).

Page 66: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2328

In materia di violazioni al codice della strada, nel caso in cui le violazioni siano accertate sulla stessa strada ed a brevissi-ma distanza temporale l’una dalle altre si applica il principio contenuto nell’art. 8-bis, comma 4, legge n. 689/1981 (Tri-bunale Milano, sez. I, 23 marzo 2015, n. 3780).

Art. 9. Principio di specialità Quando uno stesso fatto è punito da una disposi-zione penale e da una disposizione che prevede una sanzione amministrativa, ovvero da una pluralità di disposizioni che prevedono sanzioni amministrati-ve, si applica la disposizione speciale.Tuttavia quando uno stesso fatto è punito da una disposizione penale e da una disposizione regionale o delle province autonome di Trento e di Bolzano che preveda una sanzione amministrativa, si ap-plica in ogni caso la disposizione penale, salvo che quest’ultima sia applicabile solo in mancanza di al-tre disposizioni penali.Ai fatti puniti dagli artt. 5, 6 e 12 della legge 30 aprile 1962, n. 283, e successive modificazioni ed integra-zioni, si applicano soltanto le disposizioni penali, anche quando i fatti stessi sono puniti con sanzioni amministrative previste da disposizioni speciali in materia di produzione, commercio e igiene degli alimenti e delle bevande.

Il divieto di cumulo tra sanzioni penali e amministrative ir-rogate per la stessa condotta materiale, previsto dall’art. 9, legge 689/1981, è derogabile dalla legge regionale, la quale può pertanto prevedere sanzioni amministrative che si ag-giungano a quella penale (Cass. civ., sez. I, 22 novembre 2004, n. 21967).In tema di sanzioni amministrative l’art. 9, comma 2, legge 24 novembre 1981, n. 689 - a tenore del quale quando uno stesso fatto è punito da una disposizione penale e da una di-sposizione regionale che preveda una sanzione amministra-tiva, si applica in ogni caso la disposizione penale - in tanto opera in quanto le norme sanzionanti un medesimo fatto si trovino fra loro in rapporto di specialità, il quale deve esclu-dersi quando sia diversa l’obiettività giuridica degli interessi protetti dalle due norme (Cass. civ., sez. I, 8 marzo 2005, n. 5047).In tema di sanzioni amministrative, l’art. 9, legge n. 689/1981, prevede come presupposto esplicito di applica-zione del principio di specialità che le disposizioni punitive si riferiscano allo “stesso fatto”, nel senso che la fattispecie prevista nella disciplina generale deve essere compresa in quella speciale (che contiene un elemento ulteriore rispetto alla prima, così che, ove non fosse prevista la disposizio-ne speciale, la fattispecie rientrerebbe nella disposizione generale), non avendo rilievo decisivo a tal fine il criterio del bene o dell’interesse protetto dalle disposizioni punitive concorrenti (nella specie, la S.C. ha confermato la senten-za di merito di rigetto dell’opposizione sul presupposto che

non sussistesse alcun rapporto di specialità tra l’art. 16 del regolamento comunale edilizio e l’art. 8 del regolamento di polizia urbana del comune di..., che vietavano l’occu-pazione di suolo pubblico senza autorizzazione, e l’art. 10 del regolamento comunale sulla pubblicità e le affissioni del medesimo comune, che prevedeva l’obbligo dell’autorizza-zione per esporre cartelli pubblicitari) (Cass. civ., sez. II, 22 gennaio 2008, n. 1299).In tema di sanzioni amministrative, il concorso apparente di norme sussiste quando più leggi regolano la stessa materia, intesa come stessa situazione di fatto, ipotesi che si verifica quando il medesimo accadimento concreto, inteso come fatto storicamente determinato, possa integrare il contenuto de-scrittivo di diverse previsioni legislative astratte a carattere sanzionatorio. Il concorso apparente è escluso nel caso in cui i fatti ipotizzati dalla fattispecie astratta siano diversi nel-la loro materialità, nella loro oggettività giuridica, ovvero quando la norma che regola un fatto contenga una clausola di riserva o, infine, quando la norma che prevede una fat-tispecie di illecito faccia riferimento solo quoad poenam ad altra norma prevedente diversa fattispecie (Cass. civ., sez. II, 16 febbraio 2009, n. 3745).In tema di sanzioni amministrative, l’operatività del prin-cipio di specialità dettato dall’art. 9, comma 3, legge 24 no-vembre 1981, n. 689 - il quale prevede, nel testo sostituito ad opera dell’art. 95 D.Lgs. 30 dicembre 1999, n. 507, che ai fatti puniti dall’art. 5 (e dagli artt. 6 e 12) legge 30 aprile 1962, n. 283, si applicano soltanto le sanzioni penali, anche quando i fatti stessi sono puniti con sanzioni amministrative previste da disposizioni speciali in materia di produzione, commercio ed igiene degli alimenti e delle bevande - postu-la che la violazione amministrativa in astratto contestabile costituisca un elemento del fatto-reato, essendone parte inte-grante (Cass. civ., sez. II, 7 luglio 2009, n. 15956).Sul piano sanzionatorio il principio di specialità, che nell’or-dinamento nazionale vigente ha portata generale, come desumibile dagli artt. 15, c.p. e 9, legge 24 novembre 1981, n. 689, non consente la contemporanea applicazione di due diverse norme disciplinanti la medesima fattispecie, ma im-plica la necessaria applicazione solo di quella che, fra le due, possegga tutti gli elementi dell’altra, ma ad essi aggiunga un ulteriore elemento, che la rende specifica (Cons. Stato, ad. plen., 11 maggio 2012, n. 11).L’esercizio abusivo dell’attività di parcheggiatore integra l’illecito amministrativo previsto dall’art. 7, comma 15-bis, c.d.s., e non il reato di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità previsto dall’art. 650 c.p., stante l’operatività del principio di specialità di cui all’art. 9, legge n. 689/1981 (Cass. pen, sez. I, 19 marzo 2013, n. 15936).In tema di disturbo delle occupazioni e del riposo delle per-sone, la condotta costituita dal superamento dei limiti di accettabilità di emissioni sonore derivanti dall’esercizio di professioni o mestieri rumorosi non configura l’ipotesi di reato di cui all’art. 659, comma 2, c.p., ma l’illecito am-ministrativo di cui all’art. 10, comma 2, legge 26 ottobre 1995, n. 447 (legge quadro sull’inquinamento acustico), in applicazione del principio di specialità contenuto nell’art.

Page 67: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2329

9 della legge n. 689/1981 (Cass. pen., sez. III, 31 gennaio 2014, n. 13015).Nell’inosservanza dell’obbligo di fermarsi all’invito degli agenti in servizio di polizia stradale - costruita come reato dall’art. 650 c.p. e come violazione amministrativa dall’art. 192, comma 1, CdS - risultano del tutto identici sia il fine perseguito, cioè la prevenzione e l’accertamento di reati e in-frazioni in materia di circolazione stradale, sia le rispettive condotte. Ne consegue che, vertendosi nell’ipotesi di concorso apparente di norme, in forza del principio di specialità di cui all’art. 9 della legge n. 689 del 1981, l’omessa ottemperanza da parte dei conducente di un veicolo all’invito a fermarsi di funzionari, ufficiali e agenti cui spetta la prevenzione e l’accertamento dei reati in materia di circolazione strada-le integra gli estremi dell’illecito amministrativo previsto dall’art. 192, comma 1 CdS, e non già quelli della fattispecie criminosa di cui all’art. 650 c.p. (Cass. pen., sez. VI, 9 set-tembre 2016, n. 42951).Non integra il delitto di truffa la condotta di chi espone sul parabrezza di un’autovettura la riproduzione scannerizzata di un permesso per disabili rilasciato ad un terzo, giacché difetta, quale requisito implicito della fattispecie, l’atto di disposizione patrimoniale, che costituisce l’elemento inter-medio derivante dall’errore ed è causa dell’ingiusto profitto con altrui danno; detta condotta integra, invece, l’illecito amministrativo di cui all’art. 188, commi quarto e quinto, c.d.s., che contempla tutte le possibili ipotesi di abuso delle strutture stradali riservate agli invalidi (Cass. pen., sez. II, 13 gennaio 2017, n. 11492).

Art. 10. Sanzione amministrativa pecuniaria e rap-porto tra limite minimo e limite massimo La sanzione amministrativa pecuniaria consiste nel pagamento di una somma non inferiore a lire dodicimila e non superiore a lire venti milioni. Le sanzioni proporzionali non hanno limite massimo.Fuori dei casi espressamente stabiliti dalla legge, il limite massimo della sanzione amministrativa pe-cuniaria non può, per ciascuna violazione superare il decuplo del minimo.

Per procedere al pagamento in misura ridotta della pena pe-cuniaria per la commissione di illeciti amministrativi, ove non sia previsto un minimo cui riferirsi ai sensi dell’art. 16, legge 24 novembre 1981, n. 689, tale minimo, da versare in misura doppia, si identifica in quello fissato in via generale per le pene pecuniarie amministrative dall’art. 10, ovvero in L. 4.000 (... poi 12.000... ora euro 6) (Cass. civ., sez. I, 10 gennaio 1998, n. 145).In relazione alle disposizioni sanzionatorie amministrative che non contengono la previsione del minimo della sanzione irrogabile deve ritenersi che il pagamento ridotto con effetto solutorio previsto dall’art. 16 della legge n. 689/1981 sia pos-sibile solo nella misura di un terzo del massimo, dovendosi perciò escludere (al fine di evitare di svuotare di efficacia dis-suasiva la sanzione attraverso pagamenti ridotti in misura

meramente simbolica) che sia consentito il più favorevole pagamento nella misura del doppio del minimo, individuato questo nella somma di lire quattromila (... ora euro 6) indi-cata in via generale quale minimo irrogabile per le sanzioni amministrative dall’art. 10 della stessa legge 689 (Cass. civ., sez. III, 2 agosto 2000, n. 10128).

Art. 11. Criteri per l’applicazione delle sanzioni am-ministrative pecuniarie Nella determinazione della sanzione amministrati-va pecuniaria fissata dalla legge tra un limite mini-mo ed un limite massimo e nell’applicazione delle sanzioni accessorie facoltative, si ha riguardo alla gravità della violazione, all’opera svolta dall’agente per l’eliminazione o attenuazione delle conseguenze della violazione, nonché alla personalità dello stesso e alle sue condizioni economiche.

In tema di sanzioni amministrative, l’art. 11 della legge n. 689/1981, nel prevedere, ai fini della commisurazione della sanzione, il necessario riguardo anche all’opera svolta dall’a-gente per l’eliminazione o l’attenuazione delle conseguenze della violazione, va coordinato con le regole del procedimen-to amministrativo che si conclude con l’atto sanzionatorio, e, quindi, implica il dovere dell’autorità amministrativa di te-ner conto delle condotte riparatrici di cui abbia avuto notizia entro il termine accordato per la formulazione di deduzioni difensive, non anche di quelle successivamente comunicate (Cass. civ., sez. I, 20 novembre 2003, n. 17602). In tema di sanzioni amministrative pecuniarie, ove la norma indichi un minimo e un massimo della sanzione, spetta al potere di-screzionale del giudice determinarne l’entità entro tali limiti, allo scopo di commisurarla alla gravità del fatto concreto, globalmente desunta dai suoi elementi oggettivi e soggettivi. Peraltro, il giudice non è tenuto a specificare nella sentenza i criteri adottati nel procedere a detta determinazione, né la Corte di cassazione può censurare la statuizione adottata ove tali limiti siano stati rispettati e dal complesso della moti-vazione risulti che quella valutazione è stata compiuta; ove poi l’infrazione non abbia caratterizzazioni specifiche che possano indurre a maggiore o minor rigore, deve ritenersi corretto il riferimento alla misura deducibile dall’art. 16 della legge n. 689/1989, che prevede il pagamento in misura ridotta pari alla terza parte del massimo edittale o, se più favorevole, al doppio del minimo (Cass. civ., sez. I, 24 marzo 2004, n. 5877).In tema di sanzioni amministrative, i criteri di determi-nazione della sanzione, stabiliti dall’art. 11 della legge n. 689/1981, pur non identificandosi interamente con quelli previsti dall’art. 133 c.p. rispecchiano, tuttavia, anch’essi la natura essenzialmente punitiva della sanzione stessa e sono, quindi, affidati, nell’applicazione ai casi singoli, alla valu-tazione discrezionale dell’autorità amministrativa, ancorché soggetta al controllo del giudice (Cons. Stato, sez. VI, 4 apri-le 2011, n. 2099).L’art. 11 della legge n. 689/1981, cui implicitamente rinvia l’art. 27, c. 13, Codice del consumo, prevede che la determi-

Page 68: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2330

nazione concreta del quantum della sanzione pecuniaria debba tenere conto anche della personalità dell’autore della violazione. L’art. 27 in combinato disposto con l’art. 3, c. 1, lett. c) del Codice del consumo stesso configura per questa materia la diretta - e non solidale con chi ha materialmente agito per suo conto - responsabilità della persona giuridica per l’illecito amministrativo. È un’ipotesi eccezionale, per-ché normalmente si assume che il sistema sanzionatorio di questo genere di illecito, analogamente a quello penale, non ammette una diretta responsabilità della persona giuridica. Così stando le cose, ad evitare indebite disparità di tratta-mento, occorre adattare il riferimento che il ricordato art. 11 (e per riflesso l’art. 23, c. 11), legge n. 689 del 1981, fa alla personalità dell’autore dell’illecito ai fini della quantificazio-ne della sanzione amministrativa pecuniaria e questo rife-rimento, ragionevolmente, consiste anzitutto nel comporta-mento generale, specie pregresso, dell’impresa in relazione al tipo di illeciti di cui si tratta nell’episodio o analoghi (Cons. Stato, sez. VI, 27 ottobre 2011, n. 5785).La valutazione della dimensione economica e dell’importan-za del responsabile dell’illecito, prescritta dall’art. 11, legge n. 689/1981, risponde alla finalità di garantire l’effettiva efficacia deterrente della sanzione pecuniaria secondo criteri di proporzionalità ed adeguatezza, coerentemente con il rilievo da attribuire alla dimensione economica del respon-sabile al fine del rispetto del principio di proporzionalità della sanzione, che costituisce peraltro corollario di quello di ragionevolezza e di parità di trattamento, aventi rango costituzionale fondamentale (Tar Lazio, Roma, sez. II, 5 marzo 2014, n.2544).Il giudice ha il potere discrezionale di quantificare l’entità della sanzione tra il minimo e il massimo edittale, allo sco-po di commisurarla all’effettiva gravità del fatto concreto, globalmente desunta dai suoi elementi oggettivi e soggettivi, senza che sia tenuto a specificare i criteri seguiti, dovendosi escludere che la sua statuizione sia censurabile in sede di le-gittimità ove quei limiti siano stati rispettati e dalla motiva-zione emerga come, nella determinazione, si sia tenuto conto dei parametri previsti dall’art. 11 della legge n. 689/1981, quali la gravità della violazione, la personalità dell’agente e le sue condizioni economiche (Cass. civ., sez. II, 13 gennaio 2017, n. 765).

Art. 12. Ambito di applicazione Le disposizioni di questo Capo si osservano, in quanto applicabili e salvo che non sia diversamente stabilito, per tutte le violazioni per le quali è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro, anche quando questa sanzione non è prevista in sostituzione di una sanzione pena-le. Non si applicano alle violazioni disciplinari.

L’art. 12 della legge n. 689/1981 delimita l’ambito di ap-plicazione della legge suddetta, prescrivendo che le disposi-zioni del capo I si osservano, in quanto applicabili e salvo che non sia diversamente stabilito, per tutte le violazioni

per le quali sia comminata la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di danaro, anche quando questa sanzione non sia prevista in sostituzione di una sanzione penale. Più in particolare, le disposizioni di cui al capo I si applicano a tutte le violazioni aventi natura amministrati-va, sia originaria, che sopravvenuta, essendo palese l’inten-to del legislatore di attribuire, a tali disposizioni, carattere generale, così da comprendervi qualsiasi ipotesi di illecito amministrativo, ad eccezione delle sole ipotesi di violazioni disciplinari e di violazioni comportanti sanzioni non pe-cuniarie. Da ciò consegue, fra l’altro, anche l’applicabilità della disposizione transitoria di cui all’art. 40, che, con-templando l’immediata operatività della disciplina per le infrazioni commesse anteriormente, ha compreso, nel pro-prio ambito di applicazione, le infrazioni già depenalizzate o considerate, all’origine, come violazioni amministrative (Cass. civ., sez. I, 25 luglio 1997, n. 6967).In base all’art. 12 della 1egge n. 689/1981, le disposizioni del capo I della legge medesima devono essere osservate con riguardo a tutte le violazioni aventi natura amministrativa per le quali è comminata la sanzione amministrativa del pa-gamento di una somma di danaro, essendo palese l’intento di attribuire a dette disposizioni carattere generale, così da comprendere qualsiasi ipotesi di illecito amministrativo, ad eccezione delle violazioni disciplinari e di quelle comportan-ti sanzioni non pecuniarie (Cons. Stato, sez. VI, 20 ottobre 2004, n. 6901).In tema di sanzioni amministrative in materia edilizia (nella specie, per mancato pagamento nei termini del con-tributo di concessione), la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo riguarda tutte le controversie in cui viene in contestazione il momento autoritativo del rapporto tra PA e privato, nelle quali il giudice è chiamato ad accertare i presupposti che legittimano l’adozione del provvedimento impositivo; spetta invece al giudice ordinario conoscere del-le questioni attinenti alla procedura coattiva di riscossione, laddove il privato contesti l’attività di realizzazione della pretesa creditoria in ragione o della illegittimità formale del titolo o del sopravvenuto venir meno del diritto di procedere esecutivamente (Cass. civ., sez. unite, 20 settembre 2006, n. 20317).La clausola di salvaguardia di cui all’art. 12 della legge n. 689/1991 (secondo cui le norme di cui al primo Capo della legge del 1981 trovano generale applicazione nella materia delle sanzioni amministrative “in quanto applicabili e sal-vo che non sia diversamente stabilito”) non postula in via necessaria una deroga espressa al fine di rendere operante una disposizione volta a regolare in modo differenziato e con carattere di specialità la materia delle sanzioni amministrative in un determinato settore dell’ordinamento (Cons. Stato, sez. VI, 21 gennaio 2013, n. 306).Per le sanzioni per ritardato pagamento degli oneri conces-sori trova applicazione l’art. 28 della legge n. 689/1981 che fissa in cinque anni il termine di prescrizione del diritto a riscuotere le somme di denaro dovute a tale titolo, volte a colpire l’inesatta osservanza di un obbligo contributivo posto

Page 69: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2331

a carico del concessionario e non correlate in via immediata alla protezione di un interesse urbanistico ambientale. In-vero, il suddetto art. 28, che fissa in cinque anni il termine di prescrizione del diritto a riscuotere le somme dovute, in virtù della disposta estensione prevista dall’art. 12 della stessa legge, si applica a tutte le sanzioni amministrative del tipo afflittivo, tra le quali deve essere ricompresa anche quella conseguente al ritardato od omesso versamento dei contributi afferenti la concessione edilizia (oggi, permesso di costruire), atteso che l’irrogazione della stessa, essendo volta a sanzionare la non puntuale osservanza dell’obbligo contributivo, presenta di certo carattere afflittivo, e ciò la prefigura svincolata da ogni forma di protezione diretta dell’interesse di natura urbanistica (Tar Campania, Napoli, sez. VIII, 16 aprile 2014, n. 2170).

Cap. IILa depenalizzazione

Il D.Lgs. 15 gennaio 2016, n. 8 (G.U. 22 gennaio 2016, n. 17) ha previsto “Disposizioni in materia di depenalizzazione” di reati stabiliti dal codice penale e da altre disposizioni che in diversi casi riguardano disposizioni relative alle funzioni ed attività degli enti locali, di seguito evidenziati.

1. Depenalizzazione di reati puniti con sola pena pecuniaria

L’art. 1 del decreto legislativo stabilisce quanto segue:

1. non costituiscono reato e sono soggette alla san-zione amministrativa del pagamento di una somma in denaro tutte le violazioni per le quali è prevista la sola pena della multa o dell’ammenda;

2. la disposizione del comma 1 si applica anche a reati in esso previsti che, nelle ipotesi aggravate, sono puniti con la pena detentiva, sola, alternativa o congiunta a quella pecuniaria. In tal caso le ipotesi aggravate sono da ritenersi fattispecie autonome di reato;

3. la disposizione del comma 1 non si applica ai reati previsti dal codice penale, fatto salvo quanto previsto dall’art. 2, comma 6 e di quelli compresi nell’elenco allegato al decreto, elenco del quale sono al termine richiamate le norme d’interesse degli enti locali;

4. la disposizione del comma 1 non si applica ai reati di cui al D.Lgs. 25 luglio 1998, n. 286 (T.U. - Di-sciplina dell’immigrazione e della condizione dello straniero);

5. la sanzione amministrativa pecuniaria di cui so-pra è così determinata:

a) da euro 5.000 a euro 10.000 per i reati puniti con la multa o l’ammenda non superiore nel massimo a euro 5.000;

b) da euro 5.000 a euro 30.000 per i reati puniti con la multa o l’ammenda non superiore nel massimo a euro 20.000;

c) da euro 10.000 a euro 50.000 per i reati puniti con la multa o l’ammenda superiore nel massimo a euro 20.000.

Se per le violazioni di cui sopra è prevista una pena pecuniaria proporzionale, anche senza la determi-nazione dei limiti minimi o massimi, la somma dovuta è pari all’ammontare della multa o dell’am-menda ma non può, in ogni caso, essere inferiore a euro 5.000 né superiore a euro 50.000.

Sono state inoltre apportate le seguenti modifiche al Codice penale:

- Art. 661 - Abuso della credulità popolare: le paro-le: «è punito» sono sostituite con le seguenti: «è sog-getto» e le parole «con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 1.032» sono sostituite dalle seguenti: «alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000»;

- Art. 668 - Rappresentazioni teatrali o cinemato-grafiche abusive:

a) nel primo comma le parole: «è punito con l’ar-resto fino a sei mesi o con l’ammenda fino a euro 309» sono sostituite dalle seguenti: «è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000»;

b) nel secondo comma le parole: «Alla stessa pena» sono sostituite dalle seguenti: «Alla stessa sanzio-ne»;

c) nel terzo comma le parole: «la pena pecuniaria e la pena detentiva sono applicate congiuntamente», sono sostituite dalle seguenti: «si applica la sanzio-ne amministrativa pecuniaria da euro 10.000 a euro 30.000»:

- Art. 726 - Atti contrari alla pubblica decenza - tur-piloquio: il testo dell’art. 726 del c.p. è stato sosti-tuito dal seguente: «Chiunque in luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza è soggetto alla sanzione pecu-niaria amministrativa da euro 5.000 a euro 10.000».

In caso di reiterazione specifica della violazione di cui al citato art. 668, l’art. 4 del D.Lgs. n. 8/2016 stabilisce che l’autorità amministrativa competen-te, con ordinanza-ingiunzione, applica la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della

Page 70: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2332

concessione, della licenza, dell’autorizzazione o di altro provvedimento amministrativo che consente l’esercizio dell’attività da un minimo di 10 giorni a un massimo di 3 mesi. Per gli illeciti amministrativi sopra indicati, in caso di reiterazione specifica, non è ammesso il pagamento in misura ridotta ai sensi dell’art. 16 della legge 23 novembre 1981, n. 689.Quando i reati trasformati in illeciti amministra-tivi ai sensi del D.Lgs. n. 8/2016 prevedono ipote-si aggravate fondate sulla recidiva ed escluse dalla depenalizzazione, l’art. 5 dello stesso decreto dispo-ne che per recidiva è da intendersi la reiterazione dell’illecito depenalizzato.

2. Autorità competenti

L’art. 7 del D.Lgs. n. 8/2016 stabilisce, a seconda delle violazioni, le autorità competenti a ricevere i rapporti e ad applicare le sanzioni amministrative, con riferimento alle disposizioni stabilite nello stes-so decreto, secondo quanto di seguito indicato:

- per le violazioni di cui all’art. 1 (vedi sopra) sono competenti a ricevere il rapporto e ad applicare le sanzioni amministrative le autorità amministrative competenti ad irrogare le altre sanzioni ammini-strative già previste dalle leggi che contemplano le violazioni stesse; nel caso di mancata previsione, è competente l’autorità individuata a norma dell’art. 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689 (sindaco per le violazioni ai regolamenti comunali);

- per le violazioni di cui all’art. 2 è competente a ricevere il rapporto e ad irrogare le sanzioni ammi-nistrative il prefetto;

- per le violazioni di cui all’art. 3 (v. cap. I, par. 3) sono competenti a ricevere il rapporto e ad irrogare le sanzioni amministrative:

a) le autorità competenti ad irrogare le sanzioni am-ministrative già indicate nella legge 22 aprile 1941, n. 633, nel D.L. 12 settembre 1983, n. 435, convertito dalla legge 11 novembre 1983, n. 638 e nel D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 389;

b) il Ministero dello sviluppo economico in relazione all’art. 11 della legge 8 gennaio 1931, n. 234;

c) l’autorità comunale competente al rilascio dell’au-torizzazione all’installazione o all’esercizio di im-pianti di distribuzione di carburante di cui all’art. 1 del D.Lgs. 11 febbraio 1998, n. 32;

d) il prefetto con riguardo alle restanti leggi indicate nell’art. 3.

L’autorità amministrativa notifica gli estremi della

violazione agli interessati residenti nel territorio della Repubblica entro il termine di 90 giorni e a quelli residenti all’estero entro il termine di 360 giorni dalla ricezione degli atti.Entro 60 giorni dalla notificazione degli estremi della violazione, l’interessato è ammesso al paga-mento in misura ridotta, pari alla metà della sanzio-ne, oltre alle spese del procedimento. Si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni di cui all’art. 16 della legge 24 novembre 1981, n 689. Il pagamen-to determina l’estinzione del procedimento.

3. Materie escluse dalla depenalizzazione

La legge 28 aprile 2014, n. 67, che ha conferito de-leghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio, all’art. 2, comma 2, ha stabilito che la riforma è at-tuata secondo i principi e criteri nella legge stessa stabiliti per trasformare in illeciti amministrativi tutti i reati per i quali è prevista la sola pena della multa o dell’ammenda ad eccezione delle seguenti materie, per le quali l’allegato al D.Lgs. 15 gennaio 2016, n. 8, ha elencato le leggi in ciascuna di esse comprese, con avvertenza che i riferimenti agli atti normativi si intendono estesi agli eventuali, succes-sivi provvedimenti di modifica o di integrazione.Si indicano di seguito le 9 materie stabilite dalle legge n. 67/2014 e gli atti normativi di più diretto interesse per i comuni in ciascuna di esse compresi nell’Allegato al D.Lgs. n. 8/2016 (il cui testo inte-grale è consultabile sulla G.U. n. 17 del 22 gennaio 2016) a completamento di quanto lo stesso decreto dispone all’art. 1 (v. cap. II, par. 1):

a) Edilizia e urbanistica

1. D.P.R. 6 giugno 2001, n. 380 - Testo unico disposi-zioni legislative e regolamentari in materia edilizia;

2. legge 2 febbraio 1974, n. 64 - Provvedimenti per costruzioni in zone sismiche;

3. legge 5 novembre 1971, n. 1086 - Disciplina opere in conglomerato cementizio armato, normale e pre-compresso ed a struttura metallica;

b) Ambiente, territorio, paesaggio

2. D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 - Norme in materia ambientale;

3. D.Lgs. 11 maggio 2005, n. 133 - Attuazione di-rettive 2000/76/CE per l’incenerimento dei rifiuti;

c) Alimenti e bevande

1. D.L. 24 giugno 2014, convertito in legge 11 agosto 2014, n. 116 - Disposizioni per la tutela ambienta-

Page 71: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2333

le, efficientamento energetico dell’edilizia scolastica (art. 4, comma 4);

d) Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

1. D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 - Attuazione art. 1, leg-ge n. 123/2007 - Tutela salute e sicurezza sui luoghi di lavoro;

2. legge 27 marzo 1992, n. 257 - Norme cessazione dell’impiego dell’amianto;

e) Sicurezza pubblica

1. R.D. 18 giugno 1931, n. 773 - T.U. delle leggi di pubblica sicurezza.

Cap. IIIIl sistema sanzionatorio secondo il Codice della strada

1. Disposizioni generali

Per effetto di quanto affermato nell’art. 194 del Co-dice della strada, in tutte le ipotesi in cui le relati-ve disposizioni prevedono che ad una determinata violazione consegua una sanzione amministrativa pecuniaria, si applicano le disposizioni generali contenute nelle sezioni I e II del Capo I della legge 24 novembre 1981, n. 689, salvo le modifiche e le deroghe previste dal Capo I del Titolo VI del D.Lgs. 285/1992.Sempre in materia di illeciti amministrativi e rela-tive sanzioni, il Codice definisce le sanzioni ammi-nistrative pecuniarie (art. 195), afferma il principio di solidarietà fra i responsabili (art. 196) e della non trasmissibilità dell’obbligazione pecuniaria agli ere-di (art. 199); definisce in modo puntuale le modali-tà di contestazione e verbalizzazione delle violazio-ni (art. 200) e loro notificazione (art. 201); detta le procedure per il pagamento in misura ridotta (art. 202); per il ricorso al prefetto avverso le violazioni (art. 203) e per l’opposizione innanzi all’autorità giudiziaria (art. 205).Infine gli artt. 210-219 e 220-224 contengono, ri-spettivamente, le norme applicabili per le sanzioni amministrative accessorie e gli illeciti penalmente perseguibili.

2. Le nuove misure delle sanzioni amministrative per violazioni al Codice della Strada

Con D.M. 20 dicembre 2016 (in G.U. 30 dicembre 2016 n. 304) è stato provveduto all’aggiornamento

biennale delle sanzioni amministrative pecuniarie conseguenti a violazioni al Codice della Strada (ve-dasi circ. Ministero dell’Interno 30 dicembre 2016 n. 300/A).A decorrere dal 1° gennaio 2017, pertanto, le nuove misure risultano le seguenti:

Ove era prevista la sanzione

Da euro A euro

24 98 la stessa rimane invariata

25 100 la stessa rimane invariata

38 156 la stessa rimane invariata

39 160 la stessa rimane invariata

40 161 la stessa rimane invariata

40 163 la stessa rimane invariata

40 164 la stessa rimane invariata

41 169 la stessa rimane invariata

51 100 la stessa rimane invariata

77 310 la stessa rimane invariata

78 311 la stessa rimane invariata

80 323 la stessa rimane invariata

81 321 la stessa rimane invariata

81 326 la stessa rimane invariata

83 331 la stessa rimane invariata

84 332 la stessa rimane invariata

85 338 la stessa rimane invariata

100 203 la stessa rimane invariata

106 425 la stessa rimane invariata

127 254 la stessa rimane invariata

218 435 la stessa rimane invariata

Ove era prevista la sanzione

la stessa deve intendersi sostituita con quella

Da euro A euro Da euro A euro

155 621 155 622

155 624 155 625

156 627 156 628

157 631 157 632

160 644 160 645

161 646 161 647

163 651 163 652

164 658 164 659

164 663 164 664

169 679 169 680

213 850 213 851

266 1.062 266 1.063

286 1.142 286 1.143

296 1.183 296 1.184

319 1.275 319 1.276

(segue)

Page 72: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2334

Ove era prevista la sanzione

la stessa deve intendersi sostituita con quella

Da euro A euro Da euro A euro

321 1.282 321 1.283

327 1.304 327 1.305

334 1.335 334 1.336

356 1.776 356 1.778

372 1.488 372 1.489

388 1.551 388 1.553

389 1.559 389 1.561

400 1.600 400 1.602

401 1.609 401 1.611

406 1.630 406 1.632

413 1.656 413 1.658

422 1.695 422 1.697

425 1.699 425 1.701

531 2.125 532 2.127

667 2.671 668 2.674

711 3.554 712 3.558

771 3.101 772 3.104

775 3.104 776 3.107

776 3.111 777 3.114

778 3.140 779 3.143

808 3.238 809 3.241

814 3.260 815 3.263

828 3.313 829 3.316

848 3.393 849 3.396

902 3.607 903 3.611

947 3.788 948 3.792

1.000 4.000 1001 4004

1.062 3.187 1.063 3.190

1.062 4.250 1.063 4.254

1.183 11.835 1.184 11.847

1.335 5.344 1.336 5.349

1.388 13.876 1.389 13.890

1.775 7.101 1.777 7.108

1.833 7.334 1.835 7.341

1.880 7.520 1.882 7.528

1.957 7.829 1.959 7.837

1.988 7.953 1.990 7.961

2.004 8.017 2.006 8.025

2.671 10.689 2.674 10.700

4.734 18.935 4.739 18.954

10.879 16.319 10.890 16.335

Dall’adeguamento sono escluse le sanzioni ammini-strative previste dagli artt. 23, comma 12; 1, comma 3, legge n. 33/2012; 115, comma 1-ter; 122, comma 5-bis; 167, comma 2-bis, comma 3-bis e comma 5, secondo periodo.

3. Principi ed istituti in materia sanzionatoria

3.1. Procedura per le sanzioni amministrative pecu-niarie

L’art. 195 dispone che le sanzioni amministra-tive pecuniarie debbano essere applicate avuto riguardo alla gravità della violazione, all’opera svolta dall’agente per l’eliminazione o attenua-zione della conseguente violazione, nonché alla personalità del trasgressore e alle sue condizioni economiche.Nella determinazione della somma devono comun-que essere rispettati il limite minimo generale di euro 24 ed il limite massimo generale di euro 9.296; tale limite massimo generale può essere superato solo quando si tratti di sanzioni proporzionali, ov-vero di più violazioni ai sensi dell’art. 198, ovvero nelle ipotesi di aggiornamento di cui sopra.

3.2. Principio di solidarietà e concorso di persone

Secondo l’art. 196 del Codice, con l’autore della vio-lazione sono obbligati in solido il proprietario del veicolo o, in sua vece, l’usufruttuario, l’acquirente con patto di riservato dominio o l’utilizzatore a ti-tolo di locazione finanziaria.Nel caso di concorso di persone ciascuna soggiace alla sanzione per la violazione prevista, salvo che la legge disponga diversamente.

3.3. Contestazione, verbalizzazione, notificazione

La violazione, se possibile, deve essere immediata-mente contestata al trasgressore ed alla persona ob-bligata in solido.Della contestazione è redatto verbale che deve con-tenere, se richieste, le dichiarazioni che gli interes-sati chiedono che vi siano inserite. Copia del ver-bale è consegnato al trasgressore e, se presenti, alle persone obbligate in solido nonché trasmesso im-mediatamente al comando da cui dipende l’agente accertatore. Nel caso di impossibilità di immediata contestazione, il verbale è notificato al trasgressore nei modi e nei termini stabiliti all’art. 201 del Codi-ce, che stabilisce quanto segue:“Qualora la violazione non possa essere immediata-mente contestata, il verbale, con gli estremi precisi e dettagliati della violazione e con la indicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata, deve, entro centocinquanta giorni dall’ac-certamento, essere notificato all’effettivo trasgressore o, quando questi non sia stato identificato e si tratti

Page 73: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2335

di violazione commessa dal conducente di un veicolo a motore, munito di targa, ad uno dei soggetti indica-ti nell’art. 196, quale risulta dai pubblici registri alla data dell’accertamento. Se si tratta di ciclomotore la notificazione deve essere fatta all’intestatario del con-trassegno di identificazione. Nel caso di accertamento della violazione nei confronti dell’intestatario del vei-colo che abbia dichiarato il domicilio legale ai sensi dell’art. 134, comma 1-bis, la notificazione del verba-le è validamente eseguita quando sia stata effettuata presso il medesimo domicilio legale dichiarato dall’in-teressato. Qualora l’effettivo trasgressore od altro dei soggetti obbligati sia identificato successivamente alla commissione della violazione la notificazione può es-sere effettuata agli stessi entro centocinquanta gior-ni dalla data in cui risultino dai pubblici registri o nell’archivio nazionale dei veicoli l’intestazione del veicolo e le altre indicazioni identificative degli in-teressati o comunque dalla data in cui la pubblica amministrazione è posta in grado di provvedere alla loro identificazione; per i residenti all’estero la notifi-ca deve essere effettuata entro trecentosessanta giorni dall’accertamento”.Fermo restando quanto sopra indicato, nei seguenti casi la contestazione immediata non è necessaria:

a) impossibilità di raggiungere un veicolo lanciato ad eccessiva velocità;

b) attraversamento di un incrocio con il semaforo indicante la luce rossa;

c) sorpasso vietato;

d) accertamento della violazione in assenza del tra-sgressore e del proprietario del veicolo;

e) accertamento della violazione per mezzo di ap-positi apparecchi di rilevamento direttamente gesti-ti dagli organi di Polizia stradale e nella loro dispo-nibilità che consentono la determinazione dell’ille-cito in tempo successivo poiché il veicolo oggetto del rilievo è a distanza dal posto di accertamento o comunque nell’impossibilità di essere fermato in tempo utile o nei modi regolamentari;

f) accertamento effettuato con i dispositivi di cui all’art. 4 del D.L. 20 giugno 2002, n. 121, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° agosto 2002, n. 168 e successive modificazioni (autovelox e simili), trat-tati al successivo par. 4. La Corte di Cassazione (sez. I, 21 luglio 2005, n. 15348) ha precisato che quando la violazione viene accertata mediante dispositivo di controllo l’accertamento è un atto dell’organo di po-lizia stradale del tutto distinto dalla mera registrazio-ne analogica o digitale, ovvero dalla correlata docu-

mentazione fotografica o video del fatto che integra la violazione: l’accertamento consiste nella lettura da parte dei predetti organi del supporto sul quale i dati sono stati registrati dall’apparecchiatura di controllo, cioè, in caso di accertamento dell’infrazione a mezzo di autovelox, alla macchina è delegato solo il rileva-mento dei dati che fondano la contestazione dell’il-lecito, mentre la redazione del verbale contenente i dati desunti dalla macchina è attività amministrativa eseguita dall’organo accertatore. È bene tener pre-sente che per la Suprema Corte di Cassazione (sez. VI, ordinanza 23 ottobre 2017, n. 25030) il verbale di contestazione non può limitarsi a rilevare che l’accertamento è stato effettuato mediante autove-lox ma deve specificare la ragione per cui non è stata possibile la contestazione immediata;

g) rilevazione degli accessi di veicoli non autoriz-zati ai centri storici, alle zone a traffico limitato, alle aree pedonali, o della circolazione sulle corsie e sulle strade riservate attraverso i dispositivi previsti dall’art. 17, comma 133-bis, della legge 15 maggio 1997, n. 127;

g-bis) accertamento delle violazioni di cui agli artt. 141, 143 - commi 11 e 12, 146, 170, 171, 213 e 214, per mezzo di appositi dispositivi o apparecchiature di rilevamento.

g-ter) accertamento, per mezzo di appositi dispo-sitivi o apparecchiature di rilevamento, della viola-zione dell’obbligo dell’assicurazione per la respon-sabilità civile verso terzi, effettuato mediante il con-fronto dei dati rilevati riguardanti il luogo, il tempo e l’identificazione dei veicoli con quelli risultanti dall’elenco dei veicoli a motore che non risultano coperti dall’assicurazione per la responsabilità civi-le verso terzi, di cui all’art. 31, c. 2, D.L. n. 1/2012, conv. dalla legge n. 27/2012.

Nei casi diversi da quelli di cui sopra nei quali non è avvenuta la contestazione immediata, il verbale notificato agli interessati deve contenere anche l’in-dicazione dei motivi che hanno reso impossibile la contestazione immediata; nei casi previsti alle let-tere b), f), g) e g-bis) non è necessaria la presenza degli organi di polizia stradale qualora l’accerta-mento avvenga mediante rilievo con dispositivi o apparecchiature che sono stati omologati, ovvero approvati per il funzionamento in modo comple-tamente automatico, purché tali strumenti siano gestiti direttamente dagli organi di polizia stradale. In occasione della rilevazione delle violazioni di cui alla lettera g-ter), non è necessaria la presenza degli organi di polizia stradale qualora l’accertamento

Page 74: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2336

avvenga mediante dispositivi o apparecchiature che sono stati omologati ovvero approvati per il funzio-namento in modo completamente automatico; tali strumenti devono essere gestiti direttamente dagli organi di polizia stradale; la documentazione foto-grafica prodotta costituisce atto di accertamento, ai sensi e per gli effetti dell’art. 13, legge n. 689/1981, in ordine alla circostanza che al momento del rile-vamento un determinato veicolo, munito di targa di immatricolazione, stava circolando sulla strada. Qualora, in base alle risultanze del raffronto dei dati di cui alla lett. g-ter), risulti che al momento del rile-vamento un veicolo munito di targa di immatrico-lazione fosse sprovvisto della copertura assicurativa obbligatoria, è applicata la sanzione amministrativa ai sensi dell’art. 193, del Codice della Strada.Qualora la residenza, la dimora o il domicilio del soggetto cui deve essere effettuata la notifica non siano noti, la notifica stessa non è obbligatoria nei confronti di quel soggetto e si effettua agli altri sog-getti di cui sopra. Alla notificazione si provvede a mezzo degli organi indicati nell’art. 12 del Codice della strada, dei messi comunali o di un funzionario dell’amministrazione che ha accertato la violazione, con le modalità previste dal codice di procedura ci-vile, ovvero a mezzo della posta, secondo le norme sulle notificazioni a mezzo del servizio postale. Nel-le medesime forme si effettua la notificazione dei provvedimenti di revisione, sospensione e revoca della patente di guida e di sospensione della carta di circolazione. Comunque, le notificazioni si inten-dono validamente eseguite quando siano fatte alla residenza, domicilio o sede del soggetto, risultante dalla carta di circolazione o dall’archivio naziona-le dei veicoli istituito presso la Direzione generale della M.C.T.C. o dal P.R.A. o dalla patente di guida del conducente; le informazioni utili ai fini della notifica del verbale all’effettivo trasgressore ed agli altri soggetti obbligati possono essere assunte anche dall’Anagrafe tributaria.In questo contesto è utile evidenziare che il Con-siglio di Stato (sez. VI, 1° luglio 2003, n. 2472) ha rilevato come l’atto di notificazione:

- assuma la connotazione di “manifestazione di co-noscenza” attestante il fatto accaduto;

- sia un atto proprio di una persona fisica titolare di una potestà certificante attribuitagli dall’autorità amministrativa competente, della quale costituisce organo;

e sia giunto a precisare che non è richiesto che il soggetto-organo sia inserito in un rapporto di la-

voro di natura dipendente, nella struttura orga-nizzativa del soggetto titolare del pubblico potere. Conseguentemente è stata ritenuta legittima l’attri-buzione del servizio di notificazione delle sanzioni per violazioni al Codice della strada ad un opera-tore economico che ponga a disposizione dell’am-ministrazione comunale, per l’espletamento delle funzioni di messo notificatore, proprio personale destinato ad essere investito delle funzioni tipiche della figura professionale.Le spese di accertamento e di notificazione sono poste a carico di chi è tenuto al pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria. L’obbligo di pagare la somma dovuta per la violazione, a titolo di sanzione amministrativa pecuniaria, si estingue nei confronti del soggetto a cui la notificazione non sia stata effettuata nel termine prescritto.Si fa presente che con D.M. 8 luglio 2015 le spese di accertamento e di notifica dei verbali di contesta-zione di violazioni al Codice della strada, da porre a carico dei responsabili del pagamento delle sanzio-ni accertate da personale della Polizia di Stato, sono state determinate in euro 15,23, IVA compresa, qua-li spese di notifica e di accertamento.

3.4. Pagamento in misura ridotta

Per le violazioni per le quali il Codice della strada stabilisce una sanzione amministrativa pecuniaria, ferma restando l’applicazione delle eventuali san-zioni accessorie, il trasgressore è ammesso a paga-re, entro sessanta giorni dalla contestazione o dalla notificazione, una somma pari al minimo fissato dalle singole norme, come stabilito dall’art. 202. Si evidenzia che per recente giurisprudenza (Cass. civ., sez. II, 30 aprile 2014, n. 9507), il verbale risulta estinto con il pagamento anche se non comprensivo delle spese di notifica.Il trasgressore può corrispondere la somma do-vuta presso l’ufficio dal quale dipende l’agente ac-certatore oppure a mezzo di versamento in conto corrente postale, oppure, se l’amministrazione lo prevede, a mezzo di conto corrente bancario; nel verbale contestato o notificato devono essere in-dicate le modalità di pagamento, con il richiamo delle norme sui versamenti in conto corrente po-stale, o, eventualmente, su quelli in conto corrente bancario.Per le violazioni degli artt. 142, commi 9 e 9-bis, 148, 167, in tutte le ipotesi di eccedenza del carico superiore al 10% della massa complessiva a pieno carico, 174, commi 5, 6 e 7, e 178, commi 5, 6 e 7,

Page 75: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2337

del Codice, è commessa da un conducente titolare di patente di guida di categoria C, C+E, D o D+E nell’esercizio dell’attività di autotrasporto di per-sone o cose, il conducente è ammesso ad effettuare immediatamente, nelle mani dell’agente accerta-tore, il pagamento in misura ridotta. L’agente tra-smette al proprio comando o ufficio il verbale e la somma riscossa e ne rilascia ricevuta al trasgressore, facendo menzione del pagamento nella copia del verbale che consegna al trasgressore medesimo. Se il trasgressore non si avvalga di tale facoltà, è tenuto a versare all’agente accertatore, a titolo di cauzio-ne, una somma pari alla metà del massimo della sanzione pecuniaria prevista per la violazione; del versamento della cauzione al comando o ufficio da cui l’agente accertatore dipende, è fatta menzione nel verbale di contestazione. In mancanza del ver-samento della cauzione è disposto il fermo ammi-nistrativo del veicolo fino a quando non sia stato adempiuto il predetto onere e, comunque, per un periodo non superiore a sessanta giorni; il veicolo sottoposto a fermo amministrativo è affidato in cu-stodia, a spese del responsabile della violazione, ad uno dei soggetti di cui all’art. 214-bis, c. 1.Il pagamento in misura ridotta non è consentito quando il trasgressore non abbia ottemperato all’in-vito a fermarsi ovvero, trattandosi di conducente di veicolo a motore, si sia rifiutato di esibire il docu-mento di circolazione, la patente di guida o qualsiasi altro documento che, ai sensi delle presenti norme, deve avere con sé; in tal caso il verbale di contesta-zione della violazione deve essere trasmesso al pre-fetto entro dieci giorni dall’identificazione.Il pagamento in misura ridotta non è inoltre con-sentito per le violazioni previste dagli artt. 83, c.6; 88, c. 3; 97, c. 9; 100, c. 12; 113, c. 5; 114, c. 7; 116, c. 13; 124, c. 4; 136, c. 6; 168, c. 8; 176, c. 19; 216, c. 6; 217, c. 6; 218, c. 6. Per tali violazioni il verbale di contestazione è trasmesso al prefetto del luogo della commessa violazione entro dieci giorni.

3.5. Pagamento immediato e ridotto del 30% delle sanzioni - sanzioni notturne

L’art. 20, c. 5-bis, del D.L. n. 69/2013, conv. in legge n. 98/2013, ha modificato le modalità di versamento delle sanzioni per violazioni al Codice della strada al fine di garantire l’efficacia del sistema sanzionatorio e l’effettiva disponibilità delle risorse destinate al fi-nanziamento dei programmi annuali di attuazione del Piano nazionale della sicurezza stradale.Ha così disposto:

- la riduzione del 30% della sanzione se il pagamen-to è effettuato entro cinque giorni dalla contestazio-ne o dalla notificazione della sanzione. La riduzio-ne non si applica alle violazioni del codice per cui è prevista la sanzione accessoria della confisca del veicolo e la sanzione amministrativa accessoria del-la sospensione della patente di guida; in tal caso il verbale di contestazione costituisce ricevuta del pa-gamento in misura ridota, come precisato dal Mini-stero Interno, Dipartimento Pubblica Sicurezza, con circolare n. 390/A/6399/13/101/20/21/1 - se la som-ma è superiore ad euro 77,47 il versamento è mag-giorato dell’imposta di bollo (euro 2). La riduzione è applicabile anche ai casi di pagamento immediato obbligatorio previsti dall’art. 202, c. 2-bis, Codice Strada, per violazioni commesse da un conducente titolare di patente di guida di categoria C, C+E, D o D+E nell’esercizio di autotrasporto di cose, nonché dall’art. 207, Codice Strada, per il conducente di un veicolo immatricolato all’estero o munito di targa EE. È altresì ammessa per le violazioni commesse dopo le ore 22 e prima delle 7 di cui all’art. 195, c. 2-bis, di pagamento ridotto previsto dall’art. 193, c. 3, Codice Strada, applicando l’ulteriore riduzione del 30% sull’importo ottenuto dopo la riduzione ad un quarto (cfr. circ. Ministero Interno, Dipar-timento Pubblica Sicurezza, 12 agosto 2013, prot. 300/A/6333/13/101/20/21/1);

- il pagamento della sanzione pecuniaria con la riduzione del 30% può essere effettuato sia in con-tanti presso la Sezione Polizia stradale sia median-te versamento sul c/c postale alla stessa intestato; nel primo caso l’ufficio dovrà tenere apposito di-stinto registro sul quale annotare quotidianamen-te le singole operazioni di pagamento in contanti effettuate in misura scontata, con indicazione del numero della quietanza rilasciata e del verbale cui si riferisce;

- la possibilità di effettuare immediatamente, nelle mani dell’agente accertatore, il pagamento median-te strumenti di pagamento elettronico, nella misura ridotta (se l’agente accertatore sia munito di idonea apparecchiatura). L’agente trasmette il verbale al proprio comando o ufficio e rilascia al trasgressore una ricevuta della somma riscossa, facendo menzio-ne del pagamento nella copia del verbale che conse-gna al trasgressore. Il Ministro dell’interno, sentito il Ministro dell’economia e delle finanze, promuove la stipulazione di convenzioni con banche, con la società Poste italiane Spa e con altri intermediari finanziari al fine di favorire, senza nuovi o maggiori

Page 76: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2338

oneri per la finanza pubblica, la diffusione dei pa-gamenti delle sanzioni mediante strumenti di paga-mento elettronico.

Il Ministero dell’interno, con successive espressioni (circ. 19 agosto 2013, 16 settembre 2013, e nota 7 ot-tobre 2013, 22 novembre 2013), ha fornito ulteriori ed importanti chiarimenti applicativi in grado di superare alcune difficoltà interpretative delle nuove disposizioni.

3.6. Rateizzazione delle sanzioni pecuniarie

Coloro che sono tenuti al pagamento di una san-zione amministrativa pecuniaria per una o più vio-lazioni accertate contestualmente con uno stesso verbale, di importo superiore a 200 euro, che ver-sino in condizioni economiche disagiate, possono richiedere la ripartizione del pagamento in rate mensili secondo quanto stabilito dall’art. 202-bis del Codice; il nono comma di detto articolo preve-de l’emanazione di un apposito decreto applicativo (non ancora emanato), mancanza che è stata rite-nuta superabile dal Ministero dell’interno - Dire-zione centrale UTG e Autonomie, con la circolare 22 aprile 2011, n. 6535 (vedasi inoltre la successiva circolare 7 giugno 2012, n. 37/0010648).La norma, dunque efficace ed applicabile, dispone che può avvalersi di tale facoltà chi è titolare di un reddito imponibile ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, risultante dall’ultima dichia-razione, non superiore a euro 10.628,16; se l’inte-ressato convive con il coniuge o con altri familiari, il reddito è costituito dalla somma dei redditi con-seguiti nel medesimo periodo da ogni componente della famiglia, compreso l’istante, e i limiti di reddi-to di cui al periodo precedente sono elevati di euro 1.032,91 per ognuno dei familiari conviventi. Si os-serva che il legislatore, invece di introdurre nuove forme di parametrazione dei redditi ai fini del be-neficio di cui trattasi, poteva utilmente riferirsi alla normativa ISEE.La richiesta è presentata al prefetto, al presidente della giunta regionale, al presidente della giunta provinciale od al sindaco, nel caso in cui la viola-zione sia stata accertata da funzionari, ufficiali e agenti, rispettivamente, della polizia statale ovvero delle regioni, delle province o dei comuni. L’istanza deve essere presentata entro trenta giorni dalla data di contestazione o di notificazione della violazione. La presentazione dell’istanza implica la rinuncia ad avvalersi della facoltà di ricorso al prefetto di cui all’art. 203 e di ricorso al giudice di pace di cui

all’art. 204-bis. L’istanza è comunicata dall’autorità ricevente all’ufficio o comando da cui dipende l’or-gano accertatore.Entro novanta giorni dalla presentazione dell’istan-za l’autorità adotta il provvedimento di accoglimen-to o di rigetto; decorso il termine di cui al periodo precedente, l’istanza si intende respinta.La norma recata dall’art. 202-bis citato fa esplicito riferimento, per le violazioni accertate dagli enti locali, al sindaco ed al presidente della provincia quale autorità deputata ad adottare il provvedimen-to conseguente all’istanza. Tuttavia si è del parere che il soggetto al quale compete l’adozione di tale provvedimento debba individuarsi nel dirigente o responsabile del servizio funzionalmente compe-tente, ex art. 107 Tuel e D.Lgs. n. 165/2001.Sulla base delle condizioni economiche del richie-dente e dell’entità della somma da pagare è così disposta la ripartizione del pagamento fino ad un massimo di dodici rate, se l’importo dovuto non su-pera euro 2.000, fino ad un massimo di ventiquat-tro rate se l’importo dovuto non supera euro 5.000, fino ad un massimo di sessanta rate se l’importo dovuto supera euro 5.000; l’importo di ciascuna rata non può comunque essere inferiore a euro 100. Sulle somme il cui pagamento è stato rateizzato si applicano gli interessi al tasso previsto dall’art. 21, primo comma, del D.P.R. n. 602/1973.In caso di accoglimento dell’istanza, il comando o ufficio da cui dipende l’organo accertatore provve-de alla verifica del pagamento di ciascuna rata; in caso di mancato pagamento della prima rata o, suc-cessivamente, di due rate, il debitore decade auto-maticamente dal beneficio della rateazione.In caso di rigetto dell’istanza, il pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria deve avvenire entro trenta giorni dalla notificazione del relati-vo provvedimento ovvero dalla notificazione della comunicazione della decorrenza del termine di no-vanta giorni dalla presentazione dell’istanza.

3.7. Ricorso al prefetto

È ammesso ricorso al prefetto del luogo ove è com-messa la violazione entro 60 giorni dalla contesta-zione o dalla notificazione tramite il comando cui appartiene l’agente accertatore, secondo quanto previsto dall’art. 203 del Codice. Il ricorso può es-sere presentato direttamente al prefetto mediante lettera raccomandata con avviso di ricevimento. In tale caso, per la necessaria istruttoria, il prefet-to trasmette all’ufficio o comando cui appartiene

Page 77: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2339

l’organo accertatore il ricorso, corredato dei docu-menti allegati dal ricorrente, nel termine di trenta giorni dalla sua ricezione. Il responsabile dell’ufficio o del comando cui appartiene l’organo accertatore, è tenuto a trasmettere gli atti al prefetto nel termi-ne di sessanta giorni dal deposito o ricevimento del ricorso, o dal ricevimento degli atti da parte del prefetto. Gli atti, corredati dalla prova dell’avvenuta contestazione o notificazione, devono essere altresì corredati dalle deduzioni tecniche dell’organo ac-certatore utili a confutare o confermare le risultanze del ricorso.Nel caso in cui sia proposta opposizione diret-tamente avverso il verbale di contestazione della violazione, la legittimazione passiva spetta all’am-ministrazione dalla quale dipendono gli agenti che hanno accertato la violazione, sicché ove il verbale sia stato elevato dalla polizia municipale, legittima-to a resistere all’opposizione è il Comune (e non il Consorzio o l’Unione di polizia locale), traducen-dosi l’erronea identificazione non nell’inammissibi-lità del ricorso ma in vizio della sentenza (Cass. civ., sez. II, 16 febbraio 2016, n. 2961).Qualora nei termini previsti non sia stato proposto ricorso e non sia avvenuto il pagamento in misura ridotta, il verbale, in deroga alle disposizioni di cui all’art. 17 della legge 24 novembre 1981, n. 689, costi-tuisce titolo esecutivo per una somma pari alla metà del massimo della sanzione amministrativa edittale e per le spese di procedimento. Il prefetto, esaminati il verbale e gli atti prodotti dall’ufficio o comando accertatore, nonché il ricorso e i documenti allegati, sentiti gli interessati che ne abbiano fatta richiesta, se ritiene fondato l’accertamento provvede ai sensi dell’art. 204 del Codice adottando (ai fini del rispet-to del termine è sufficiente la semplice emissione, e non anche la notifica, dell’ordinanza, come precisa-to dalla Corte di Cassazione, sez. I civ., 18 febbraio 2004, n. 3140) - entro centoventi giorni (termine al quale non risulta applicabile la sospensione feriale dei termini ex legge n. 742/1969, come ritenuto dal-la Corte di Cassazione, sez. I civ., 26 febbraio 2004, n. 3842) decorrenti dalla data di ricezione degli atti da parte dell’ufficio accertatore - ordinanza motiva-ta con la quale ingiunge il pagamento di una somma determinata, nel limite non inferiore al doppio del minimo edittale per ogni singola violazione; l’in-giunzione comprende anche le spese ed è notificata all’autore della violazione ed alle altre persone che sono tenute al pagamento ai sensi del presente ti-tolo. Qualora, invece, non ritenga fondato l’accer-tamento il prefetto, nello stesso termine, emette

ordinanza motivata di archiviazione degli atti co-municandola integralmente all’ufficio o comando cui appartiene l’organo accertatore, il quale ne dà notizia ai ricorrenti.I termini per ricorrere e per l’adozione dei conse-guenti atti da parte del prefetto sono perentori e si cumulano tra loro ai fini della considerazione di tempestività dell’adozione dell’ordinanza-in-giunzione; decorsi detti termini senza che sia stata adottata l’ordinanza del prefetto il ricorso si intende accolto.Quando il ricorrente abbia fatto richiesta di audi-zione personale, il termine di 60 giorni si interrom-pe con la notifica dell’invito al ricorrente per la pre-sentazione all’audizione; detto termine resta sospe-so fino alla data di espletamento dell’audizione o, in caso di mancata presentazione del ricorrente, co-munque fino alla data fissata per l’audizione stessa. Se il ricorrente non si presenta alla data fissata per l’audizione, senza allegare giustificazione della sua assenza, il prefetto decide sul ricorso, senza ulteriori formalità. L’ordinanza-ingiunzione di pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria deve es-sere notificata, nel termine di centocinquanta gior-ni dalla sua adozione, nelle forme previste dall’art. 201 di cui al precedente par. 3.3. Il pagamento della somma ingiunta e delle relative spese deve esse-re effettuato entro il termine di trenta giorni dalla notificazione, all’ufficio del registro o al diverso uf-ficio indicato nella stessa ingiunzione. L’ufficio del registro che ha ricevuto il pagamento, entro trenta giorni dalla sua effettuazione, ne dà comunicazione al prefetto e all’ufficio o comando accertatore.L’ordinanza-ingiunzione, trascorso il termine per il pagamento della sanzione amministrativa pecu-niaria, costituisce titolo esecutivo per l’ammontare della somma ingiunta e delle relative spese.L’opposizione all’ordinanza-ingiunzione è regolata dall’art. 6 del D.Lgs. 1° settembre 2011, n. 150, a cui si rinvia.

3.8. Ricorso al giudice di pace

L’art. 204-bis del Codice, modificato dall’art. 39 della legge 29 luglio 2010, n. 120, regola il ricorso al giudice di pace proponibile in alternativa a quel-lo innanzi al prefetto di cui ai precedenti paragrafi. Con circolare 22 aprile 2011, n. 6535, il Ministero dell’interno ha fornito modalità applicative del-le innovazioni apportate dalla legge n. 120/2010, anche per quanto concerne il ricorso al giudice di pace.

Page 78: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2340

L’opposizione è regolata dall’art. 7 del D.Lgs. 1° set-tembre 2011, n. 150, per il quale:

- il ricorso si propone davanti al giudice di pace del luogo in cui è stata commessa la violazione;

- il ricorso è proposto, a pena di inammissibilità, entro trenta giorni dalla data di contestazione della violazione o di notificazione del verbale di accerta-mento, ovvero entro sessanta giorni se il ricorrente risiede all’estero e può essere depositato anche a mezzo del servizio postale. Il ricorso è altresì inam-missibile se è stato previamente presentato ricorso innanzi al prefetto;

- il ricorso si estende anche alle sanzioni accessorie;

- la legittimazione passiva spetta al prefetto, quando le violazioni opposte sono state accertate da funzio-nari, ufficiali e agenti dello Stato, nonché da funzio-nari e agenti delle Ferrovie dello Stato, delle ferrovie e tranvie in concessione e dell’ANAS, mentre spetta a regioni, province e comuni, quando le violazioni sono state accertate da funzionari, ufficiali e agenti, rispettivamente, di dette amministrazioni territo-riali;

- con il decreto di fissazione il giudice ordina all’au-torità che ha emesso il provvedimento impugna-to di depositare in cancelleria, dieci giorni prima dell’udienza fissata, copia del rapporto con gli atti relativi all’accertamento, nonché alla contestazione o notificazione della violazione. Il ricorso ed il de-creto sono notificati, a cura della cancelleria, all’op-ponente;

- nel giudizio le parti possono stare in giudizio personalmente. L’amministrazione resistente può avvalersi anche di funzionari appositamente dele-gati;

- alla prima udienza, il giudice (se non dichiara inammissibile il ricorso) quando l’opponente o il suo difensore non si presentano senza addurre alcun legittimo impedimento, convalida con ordi-nanza appellabile il provvedimento opposto e prov-vede sulle spese, salvo che la illegittimità del prov-vedimento risulti dalla documentazione allegata dall’opponente, ovvero l’autorità che ha emesso il provvedimento impugnato abbia omesso il deposi-to dei documenti di cui sopra.

Il giudice accoglie l’opposizione quando non vi sono prove sufficienti della responsabilità dell’op-ponente. Con la sentenza che accoglie l’opposizione il giudice può annullare in tutto o in parte il prov-vedimento opposto.

Con la sentenza che rigetta l’opposizione il giudice determina l’importo della sanzione in una misura compresa tra il minimo e il massimo edittale sta-bilito dalla legge per la violazione accertata; il pa-gamento della somma deve avvenire entro i trenta giorni successivi alla notificazione della sentenza e deve essere effettuato a vantaggio dell’amministra-zione cui appartiene l’organo accertatore, con le modalità di pagamento da questa determinate.Quando rigetta l’opposizione, il giudice non può escludere l’applicazione delle sanzioni accessorie o la decurtazione dei punti dalla patente di guida.Gli atti del processo e la decisione sono esenti da ogni tassa e imposta.

3.9. Riscossione delle sanzioni

La riscossione per le sanzioni non pagate nei ter-mini previsti avviene mediante appositi ruoli emessi e riscossi a norma dell’art. 27 della legge n. 689/1981.Il diritto a riscuotere si prescrive nei termini di cui all’art. 28 della legge n. 689/1981, ossia in 5 anni, ter-mine che ha efficacia sostanziale, non procedimen-tale, visto che il suo inutile decorso comporta l’e-stinzione del diritto alla riscossione. Si ritiene utile precisare che: in questo caso non è applicabile la de-cadenza prevista dall’art. 17 del D.P.R. n. 602/1973, ma solo la prescrizione quinquennale prevista sia dall’art. 209 del Codice della strada, sia dall’art. 28 sopra citato (Cass. civ., sez. I, 17 novembre 2005, n. 23251); soltanto agli atti procedimentali che han-no la funzione di far valere il diritto dell’ammini-strazione alla riscossione della sanzione può essere attribuita efficacia interruttiva della prescrizione, con conseguente irrilevanza di atti che atipicamente manifestino analoga intenzione (come l’avviso bo-nario od invito al pagamento).Il verbale di accertamento ritualmente notificato, in mancanza di riscontro al prefetto o di pagamento in misura ridotta, costituisce a norma dell’art. 203, comma 3, del Codice, titolo esecutivo, con conse-guente legittimità dell’iscrizione a ruolo e dell’e-missione della cartella esattoriale (cfr. Cass. civ., 28 della marzo 2000, n. 3731) o dell’ingiunzione di cui al R.D. n. 639/1910.Occorre rilevare che anche in caso di rigetto dell’op-posizione, il titolo esecutivo è costituito dal proces-so verbale impugnato a norma degli artt. 203 e 204-bis del Codice, e non dalla sentenza di rigetto (Cass. civ., sez. III, 29 ottobre 1999, n. 12193). I ruoli sono trasmessi al competente agente della riscossione che

Page 79: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2341

li pone in riscossione in unica soluzione per effetto del combinato disposto dagli artt. 206 del Codice, e 17 del D.Lgs. n. 46/1999.In merito alla questione inerente la possibilità dell’ente di procedere alla riscossione delle sanzioni a mezzo di ingiunzione fiscale ex R.D. n. 639/1910, tenuto conto di quanto disposto dall’art. 4, commi 2-sexies e successivi, del D.L. n. 209/2002, nonché dell’art. 52 del D.Lgs. n. 446/1997, si era espresso in senso contrario il Ministero dell’Economia e del-le Finanze - Dipartimento per le politiche fiscali, Ufficio federalismo fiscale, nota 2 agosto 2005, n. 8427/2005, negando la possibilità di affidare la ri-scossione delle sanzioni, a mezzo ingiunzione, a società partecipata dallo stesso comune cui dipen-devano gli organi accertatori.Tuttavia tale posizione si deve ritenere superata, posto che la legge 23 dicembre 2005, n. 266 (Finan-ziaria 2006), al comma 477, ha stabilito che i con-cessionari iscritti all’albo di cui all’art. 53 del D.Lgs. n. 446/1997, possono procedere ad accertamento, liquidazione e riscossione, volontaria o coattiva, di tutte le entrate degli enti pubblici, comprese le sanzioni amministrative a qualsiasi titolo irrogate dall’ente medesimo, con le modalità ordinariamen-te previste per la gestione e riscossione di entrate tributarie e patrimoniali dell’ente. Detta disposi-zione consente ai predetti concessionari l’utilizzo dell’ingiunzione fiscale per qualsiasi entrata pub-blica, compresa ogni tipologia di sanzione ammi-nistrativa, con particolare riferimento alle sanzioni irrogate per violazioni al Codice della Strada. In tal senso, d’altronde, seppur in via indiretta, si era espresso anche il Consiglio di Stato (sez. V, 3 otto-bre 2005, n. 5271), ritenendo che l’affidamento del servizio della riscossione delle contravvenzioni da parte del comune deve prevedere, quale requisito indefettibile di partecipazione e garanzia, l’iscrizio-ne nel predetto albo.

3.10. Sanzioni accessorie a sanzioni amministrative pecuniarie

Il Codice della strada individua vari tipi di sanzioni accessorie tutte di pronta applicazione ed in grado di incidere direttamente nei confronti del trasgres-sore. Il Codice indica le singole sanzioni e detta per ognuna di esse apposita disciplina dal punto di vista procedurale. Si ricordano l’obbligo di ripristino del-lo stato dei luoghi o di rimozione di opere abusive (art. 211); l’obbligo di sospendere una determinata attività (212); la confisca amministrativa ed il se-

questro (213); il fermo amministrativo del veicolo (214); la rimozione od il blocco del veicolo (215); il ritiro dei documenti di circolazione, della targa e/o della patente di guida (216); la sospensione tempo-ranea del documento di circolazione (217) e della patente di guida (218); la revoca della patente di guida (219).Con D.M. 7 settembre 1998, n. 503 (in G.U. 2.2.1999, n. 26), è stato emanato il regolamento in materia di fermo amministrativo di veicoli a mo-tore ed autoscafi, ai sensi dell’art. 91-bis del D.P.R. n. 602/1972.

3.11. Illeciti penali e sanzioni accessorie

In merito agli illeciti penali si fa rinvio alle disposi-zioni di carattere generale contenute nel Codice di procedura penale. Si ricorda a tal fine l’obbligo di dare la notizia del reato al Pubblico Ministero ex art. 347 c.p.p.; di tale denuncia necessita fare menzione nel verbale di constatazione. Il Comando da cui di-pende l’agente accertatore ne deve informare il pre-fetto (od il Presidente della Regione autonoma) e l’ufficio della D.T.T., uffici ai quali sarà comunicata, a suo tempo, la sentenza definitiva da annotare sulla patente di guida del trasgressore.Nei casi di violazione cui conseguano lesioni a per-sone (reati di omicidio colposo o lesioni colpose) è prevista l’obbligatoria sospensione della patente e, nei casi di recidiva specifica, la sua revoca. Al ritiro immediato provvede l’agente accertatore che prov-vede immediatamente all’inoltro al prefetto territo-rialmente competente; qualora non sia possibile il ritiro immediato, al prefetto viene trasmesso il ver-bale di contestazione «senza indugio».

3.12. La destinazione dei proventi delle sanzioni: le mo-dalità - le “Linee guida” - la relazione consuntiva

I proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni al Codice della strada sono devoluti agli enti locali quando le violazioni sono accertate da funzionari, ufficiali ed agenti dei medesimi enti (art. 208, Codice), fatto salvo quanto specificata-mente previsto per le sanzioni derivanti dall’accer-tamento delle violazioni dei limiti massimi di velo-cità ai sensi dell’art. 142, commi 12-bis e seguenti, di cui al successivo par. 4.9.Comuni e province sono quindi tenuti ad iscrivere nel proprio bilancio annuale apposito capitolo di entrata e di uscita dei proventi ad essi spettanti. Per le somme introitate e per le spese effettuate devono fornire al Ministero dei lavori pubblici il rendiconto

Page 80: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2342

finale delle entrate e delle spese (art. 393, Regola-mento di attuazione).L’art. 208, c. 4, del Codice impone agli enti locali un vincolo di destinazione dei proventi delle sanzioni al Codice della strada, che gli enti sono tenuti a pre-vedere in fase di costruzione del bilancio di previ-sione adottando apposita deliberazione di giunta, ma che, per effetto dell’art. 40, c. 4, della legge 29 luglio 2010, n. 120, deve essere determinata, e quin-di rispettata, in fase di consuntivazione.I proventi spettanti a comuni e province sono infatti devoluti alle finalità di cui al comma 2 dell’art. 208 del Codice, in modo che una quota pari al 50% dei medesimi sia destinata:

a) in misura non inferiore a un quarto della quota, ossia al 12,5%, a interventi di sostituzione, di am-modernamento, di potenziamento, di messa a nor-ma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente;

b) in misura non inferiore a un quarto della quota (12,5%), al potenziamento delle attività di con-trollo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acqui-sto di automezzi, mezzi e attrezzature dei corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia mu-nicipale;

c) ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione del-le strade di proprietà dell’ente, all’installazione, all’ammodernamento, al potenziamento, alla mes-sa a norma e manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale delle medesime strade, alla redazione dei PUT, a interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli, qua-li bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didat-tici finalizzati all’educazione stradale, a misure di assistenza e di previdenza per il personale addetto a interventi a favore della mobilità ciclistica. Tale quota può anche essere destinata: al finanziamento di progetti di potenziamento dei servizi di control-lo finalizzati alla sicurezza urbana e alla sicurezza stradale, nonché a progetti di potenziamento dei servizi notturni e di prevenzione delle violazioni di cui agli artt. 186, 186-bis e 187 (guida in stato di ebbrezza); alle assunzioni stagionali a progetto nelle forme di contratti a tempo determinato e a forme flessibili di lavoro (vedasi Tit. V, Cap. IV), già previste dal comma 564 della legge n. 296/2006 (Finanziaria 2007).

È comunque facoltà dell’ente destinare in tutto o in parte la restante quota del 50% dei proventi alle fi-nalità di cui sopra.In merito alle destinazioni di cui sopra:

a) la Corte dei conti, sez. reg. controllo Toscana, con delibera 15 settembre 2010, n. 104, ha approvato ap-posite “Linee guida in materia di proventi derivanti dalle sanzioni amministrative per violazioni delle norme del Codice della strada”, in base alle quali:

- le risorse soggette a vincolo di destinazione ricom-prendono tutti gli elementi accessori di natura ag-giuntiva previsti espressamente dalle norme e che formano un insieme unico e inscindibile con la san-zione, nel suo valore nominale originario. Le uniche componenti che non devono costituire la base per il calcolo della quota vincolata sono gli oneri che l’en-te accertatore sostiene per un recupero di somme, quali rimborso di spese di riscossione o altre spese connesse con il procedimento di recupero coattivo della sanzione;

- per quanto concerne l’incentivazione di pre-stazioni e risultati del personale di polizia locale attraverso dette somme, è stata considerata “l’in-terpretazione che porta a riferirsi alle prestazioni lavorative aggiuntive o che comportano maggio-re impegno e presenza sui luoghi di lavoro (tur-nazione, lavoro straordinario, flessibilità oraria) espressamente finalizzate al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle viola-zioni”. Inoltre, “sarebbe ammessa la possibilità di finanziare, con i proventi in questione, il prolun-gamento dell’orario di lavoro di unità di personale già inserite nella struttura organizzativa dell’ente e che prestano la propria attività lavorativa a tempo parziale presso il servizio di polizia municipale o provinciale”. La stessa sezione Toscana ha succes-sivamente ritenuto (parere 13 settembre 2011, n. 197) che “il legislatore abbia consentito l’esercizio della discrezionalità, finalizzata alla quantificazio-ne delle possibili destinazioni all’interno di cia-scuna quota impiegata per il potenziamento delle attività, impiegando importi tali da rispettare i limiti imposti in materia di spesa di personale e di tetti alle retribuzioni, anche accessorie”. Ad ogni modo la sezione ha chiarito che “non è escludibile dal computo della spesa del personale, ai fini del rispetto dei limiti previsti dagli artt. 1, comma 557 e 562 della legge 27 dicembre 2006, n. 296, la quo-ta riferibile alle prestazioni lavorative aggiuntive o che comportano maggiore impegno e presenza sui luoghi di lavoro (turnazione, lavoro straordi-

Page 81: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2343

nario, flessibilità oraria), espressamente finalizzate al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni, nonché al prolun-gamento dell’orario di lavoro di unità di personale già inserite nella struttura organizzativa dell’ente e che prestano la propria attività lavorativa a tempo parziale presso il servizio di Polizia municipale o provinciale” (pareri 15 dicembre 2010, n. 216, e n. 197/2011 cit.);

- con specifico riguardo all’acquisto del vestiario per il personale di Polizia municipale, ad avviso del-la Sezione, «non poteva riconoscersi, già nella ver-sione precedente della norma, una connessione tra l’acquisto di nuove divise e il “miglioramento della circolazione stradale”; oggi questa dizione generica è stata sostituita dall’obiettivo di migliorare la se-gnaletica e la sicurezza stradale, lasciando ancora meno spazio alla possibilità di ricondurre tale voce nel novero delle spese finanziabili; tutto ciò alla luce dell’interpretazione delle tipologie di destinazione secondo il dettato dell’art. 208, c. 4, del Codice del-la strada, che, costituendo una deroga al principio di unità del bilancio, non può non essere restrittivo e riguardare, quindi, quelle tipologie di spesa con-nesse in maniera diretta ed immediata alle finalità individuate dalla norma in esame. Ad avviso della Sezione, la tassatività della disposizione normativa porta ad escludere anche la connessione tra questa tipologia di spesa e “l’acquisto di automezzi, mez-zi ed attrezzature” ravvisando, in quest’ultima, una locuzione da interpretare in senso restrittivo, quali strumenti meccanici (fisici) dell’attività della poli-zia municipale e provinciale alla quale sono connes-si in modo imprescindibile»;

- in merito al finanziamento dell’acquisto di carbu-rante per i mezzi della Polizia municipale, pur costi-tuendo uno strumento che permette una maggiore mobilità delle vetture dei corpi di polizia e quindi la possibilità di incrementare l’attività accertativa, l’o-rientamento espresso dal legislatore sembra muo-versi in senso negativo;

- per quanto concerne l’illuminazione stradale, la Sezione «ritiene sia necessaria la distinzione tra la realizzazione di un nuovo impianto di illuminazio-ne stradale e il mero pagamento delle bollette relati-ve al consumo di energia elettrica della rete stradale comunale; nel primo caso, già in passato, si riteneva possibile tale spesa perché intesa al “miglioramento della circolazione” e quale intervento a tutela degli utenti più deboli»;

- sono da considerarsi escluse dalla destinazione in argomento, anche le spese relative ad utenze dell’ac-qua, riscaldamento e telefono, nonché i fitti passivi e le spese condominiali dell’edificio del corpo di poli-zia stradale trattandosi di spese ordinarie e ripetiti-ve, non assimilabili ad alcuna tipologia finanziabile secondo le disposizioni normative vigenti;

- infine, la Sezione ha precisato che «per quanto con-cerne l’estinzione anticipata di un mutuo (rimborso anticipato dell’intero importo) acceso per realizzare opere di per sé finanziabili con le risorse vincolate da parte dell’art. 208 del Codice della strada, si può ritenere ammissibile l’impiego dei proventi in que-stione, anche alla luce delle novità legislative della legge n. 120/10 che annovera esplicitamente tra le attività finanziabili: la manutenzione straordinaria delle strade, l’installazione, l’ammodernamento, il potenziamento e la messa a norma di barriere e la sistemazione del manto stradale, attività che posso-no aver richiesto anche l’accensione di un mutuo»;

b) si ritiene che, ai fini del miglioramento della cir-colazione stradale, parte dei proventi possa essere destinata alla formazione ed all’aggiornamento del personale adibito ai servizi di polizia stradale. È in-vece da escludersi la possibilità di incrementare il fondo previsto dall’art. 15 del CCNL 1° aprile 1999 con detti proventi, come precisato dall’Aran (rispo-sta a quesito del 4.12.2000) e dal Dipartimento della Funzione pubblica (nota 28.4.1998, n. 2985/11.3);

c) la Corte dei conti (sez. reg. Liguria, 24 settembre 2014, n. 50) ha precisato che tanto gli acquisti di automezzi, mezzi ed attrezzature quanto gli altri ac-quisti in astratto possibili, possono essere imputati ad utilizzo della quota vincolata “esclusivamente a condizione che vi sia un nesso funzionale tra i me-desimi e lo scopo prescritto dalla legge, ovvero l’in-cremento o il miglioramento dei controlli preventi-vi e repressivi nel settore della circolazione stradale”.Occorre infine evidenziare che ciascun ente locale deve trasmettere in via informatica al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed al Ministe-ro dell’interno, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione in cui siano indicati, con riferimen-to all’anno precedente, l’ammontare complessivo dei proventi di propria spettanza (sia per quelli ex art. 208 che per quelli ex art. 142), come risultan-te da rendiconto approvato nel medesimo anno, e gli interventi realizzati a valere su tali risorse, con la specificazione degli oneri sostenuti per ciascun intervento.

Page 82: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2344

La percentuale dei proventi spettanti all’ente deri-vanti dall’accertamento delle violazioni dei limiti massimi di velocità stabiliti attraverso l’impiego di apparecchi o di sistemi di rilevamento della velocità ovvero attraverso l’utilizzazione di dispositivi o di mezzi tecnici di controllo a distanza delle violazio-ni, ai sensi del comma 12-bis dell’art. 142 del Codice della strada, è ridotta del 90% annuo nei confronti dell’ente che non trasmetta al Ministero delle infra-strutture e dei trasporti ed al Ministero dell’inter-no, entro il 31 maggio, la relazione annuale, ovvero che utilizzi i proventi in modo difforme da quan-to previsto dal comma 4 dell’art. 208 e dal comma 12-ter dell’art. 142 dello stesso Codice, per ciascun anno per il quale sia riscontrata una delle predette inadempienze, come innovato dall’art. 4-ter, c. 15, del D.L. 2 marzo 2012, n. 16, convertito in legge n. 44/2012.Si ritiene utile evidenziare che tali inadempienze rilevano ai fini della responsabilità disciplinare e per danno erariale e devono essere segnalate tem-pestivamente al procuratore regionale della Corte dei conti.

3.13. La destinazione ai fondi ex art. 15, c. 5, CCNL 1.4.1999

La Corte dei conti (sez. reg. Lombardia, 21 settem-bre 2015, n. 297) ha ritenuto possibile l’istituzione di specifici progetti finalizzati al miglioramento del-la circolazione stradale e della sicurezza della città da parte del personale di polizia locale.In particolare, risulta ammissibile la destinazione dei fondi di cui all’art. 208, Codice della strada, se-condo le finalizzazioni di cui all’art. 15 comma 5 del CCNL 1.4.1999, a copertura dei maggiori oneri del trattamento economico accessorio del personale da impiegare nelle nuove attività.Occorre peraltro tener presente che la Corte dei conti, con diverse sezioni regionali di controllo, si è occupata della possibilità di ricomprendere tra le finalità a cui deve essere obbligatoriamente devolu-ta una quota dei proventi delle sanzioni pecuniarie amministrative derivanti dall’applicazione dell’art. 208, Codice della Strada, pari al 50%, anche il finan-ziamento del trattamento accessorio del personale della polizia locale investito di specifiche respon-sabilità in relazione alla prevenzione di illeciti lata-mente connessi con la circolazione stradale, ovvero lesivi del godimento delle infrastrutture destinate alla viabilità. In particolare, secondo quello che ri-sulta essere l’orientamento ormai consolidato (Se-

zioni riunite per la Regione siciliana, deliberazione 23 giugno 2006, n. 9; Sezione controllo Lombardia, deliberazione 20 ottobre 2010, n. 961 e 3 luglio 2013, n. 273; Sezione controllo Liguria, 21 giugno 2011, n. 55; Sezione controllo, parere 6 luglio 2016, n. 151), la disposizione citata non consentirebbe di utilizzare le risorse menzionate per finanziare il trattamento accessorio del personale di vigilanza con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ciò, in particolare, per due ordini di motivi:

- il dato letterale (assenza nel dato normativo di tale possibilità), precisandosi che le risorse che ciascun ente interessato può indirizzare all’incentivazione di prestazioni o di risultati in forza della menzio-nata previsione del CCNL 1° aprile 1999, sono solo quelle che specifiche disposizioni di legge finaliz-zano in via immediata a tale scopo, e non qualsiasi forma di entrata dell’ente “teleologicamente e me-diatamente indirizzata al perseguimento di finalità conseguibili tramite tali prestazioni o risultati. Per contro, i puntuali riferimenti normativi a specifici istituti giuslavoristici (assunzioni stagionali a pro-getto nelle forme di contratti a tempo determinato e forme flessibili di lavoro) escluderebbero a con-trario l’alimentazione di erogazioni potenzialmente continuative di natura retributiva o indennitaria”;

- l’esclusione della possibilità di destinare tali ri-sorse (di per sé di carattere straordinario) a spese ripetitive e continuative, a garanzia dell’equilibrio finanziario dell’ente.

I comuni non sono quindi legittimati ad alimentare i fondi per il trattamento accessorio del personale investito di specifiche responsabilità, connesse alla circolazione stradale, con i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie del Codice della Strada, se non ai sensi dell’art. 15, c. 5, CCNL 1° aprile 1999; indipendentemente dalle modalità di finanziamen-to, le risorse destinate al trattamento accessorio del personale dipendente dalle pubbliche amministra-zioni devono rispettare il tetto disciplinato dall’art. 1, c. 236, della legge di stabilità 2016.

3.14. La contabilizzazione delle sanzioni in contabilità armonizzata

A seguito dell’applicazione dei principi di armoniz-zazione contabile di cui al D.Lgs. n. 118/2011, l’ac-certamento delle sanzioni avviene:

- alla data di notifica del verbale, in quanto la stessa rende l’obbligazione esigibile. Nel caso in cui il ver-bale notificato non indichi l’importo della sanzione,

Page 83: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2345

oggetto di determinazione successiva, l’accertamen-to dell’entrata è effettuato sulla base della notifica dell’atto che quantifica la sanzione;

- per le sanzioni non riscosse, che diventano titolo esecutivo decorsi 60 gg, è integrato l’accertamento originario con le maggiori somme iscritte a ruolo. È possibile accertare per cassa le maggiori entrate derivanti da interessi e sanzioni per ritardato paga-mento;

- per le sanzioni archiviate/annullate in sede di au-totutela, si provvede alla riduzione dell’accertamen-to originario;

- nel caso di pagamento immediato (senza notifica), l’accertamento è per cassa.

Le entrate che negli esercizi precedenti a quello di entrata in vigore dei nuovi principi contabili sono state accertate “per cassa”, devono continuare ad essere accertate per cassa fino al loro esaurimento.Occorre considerare che per questa tipologia di entrate deve essere accantonata in sede di bilancio (vincolando una pari quota di avanzo in sede di rendiconto) al Fondo crediti di dubbia esigibilità, una quota determinata in base al principio contabi-le armonizzato 4/2, cui si rinvia.L’adeguatezza dell’accantonamento è verificata in sede di riequilibrio del bilancio, in sede di assesta-mento e di rendiconto, eventualmente effettuando integrazioni e modifiche dell’importo accantonato.I ruoli già accertati (prima dell’agosto 2014) per cassa, continuano ad essere accertati con tale crite-rio.Per quanto riguarda invece il rispetto dei vincoli di destinazione previsti dalla legislazione vigente, la somma da destinare è rappresentata, in sede di previsione iniziale, dal totale entrate da sanzioni, dedotto il FCDE previsto e le spese previste per compenso al concessionario; su tale differenza deve essere conteggiata la quota del 50% prevista dall’art. 208 del Codice della strada.

3.15. Guida in stato di ebbrezza - sanzioni

Chiunque guida in stato di ebbrezza è punito, ove il fatto non costituisca più grave reato, ai sensi dell’art. 186 del Codice della strada:

a) con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 527 a euro 2.108, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,5 e non superiore a 0,8 grammi per litro (g/l). All’accertamento della

violazione consegue la sanzione amministrativa ac-cessoria della sospensione della patente di guida da tre a sei mesi;

b) con l’ammenda da euro 800 a euro 3.200 e l’ar-resto fino a sei mesi, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,8 e non superiore a 1,5 grammi per litro (g/l). All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno;

c) con l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000, l’arre-sto da sei mesi ad un anno, qualora sia stato accerta-to un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro (g/l). All’accerta-mento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a due anni. Se il veicolo ap-partiene a persona estranea al reato, la durata della sospensione della patente di guida è raddoppiata. La patente di guida è sempre revocata, ai sensi del capo II, sezione II, del titolo VI, in caso di recidiva nel biennio. Con la sentenza di condanna ovvero di ap-plicazione della pena su richiesta delle parti, anche se è stata applicata la sospensione condizionale della pena, è sempre disposta la confisca del veicolo con il quale è stato commesso il reato, salvo che il veico-lo stesso appartenga a persona estranea al reato. Ai fini del sequestro si applicano le disposizioni di cui all’art. 224-ter dello stesso Codice;

d) le ammende di cui sopra sono aumentate da un terzo alla metà quando il reato è commesso dopo le ore 22 e prima delle ore 7.

Se il conducente in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale, le sanzioni di cui sopra sono rad-doppiate ed è disposto il fermo amministrativo del veicolo per centottanta giorni, salvo che il veicolo appartenga a persona estranea all’illecito. Qualora per il conducente che provochi un incidente stra-dale sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro (g/l), la patente di guida è sempre revocata.Salvo che non sia disposto il sequestro, il veicolo, qualora non possa essere guidato da altra persona idonea, può essere fatto trasportare fino al luogo indicato dall’interessato o fino alla più vicina auto-rimessa e lasciato in consegna al proprietario o al gestore di essa con le normali garanzie per la cu-stodia; le spese per il recupero ed il trasporto sono interamente a carico del trasgressore.

Page 84: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2346

Particolari disposizioni sanzionatorie della guida sotto l’influenza dell’alcool per i conducenti di età inferiore a 21 anni, per i neo-patentati e per chi esercita professionalmente l’attività di trasportatore di persone o cose, sono stabilite dall’art. 186-bis del Codice.Una quota pari al 20% dell’ammenda irrogata con la sentenza di condanna che ha ritenuto sussistente l’aggravante di cui alla precedente lett. d), è desti-nata ad alimentare il Fondo contro l’incidentalità notturna.

4. L’impiego di autovelox ed altri dispositivi auto-matici di controllo del traffico

4.1. La legge 29 luglio 2010, n. 120

Per la rilevazione delle violazioni di cui agli artt. 141, 143, commi 11 e 12, 146, 170, 171, 213 e 214, l’art. 36 della legge n. 120/2010 ha stabilito che non sia necessaria la presenza degli organi di polizia stradale qualora l’accertamento avvenga mediante dispositivi o apparecchiature che sono stati omolo-gati ovvero approvati per il funzionamento in modo completamente automatico, purché:

- tali strumenti siano gestiti direttamente dagli or-gani di polizia stradale;

- se posti fuori dei centri abitati, siano installati ed utilizzati solo sui tratti di strada individuati dai prefetti, secondo le direttive fornite dal Ministero dell’interno, sentito il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, individuati tenendo conto del tasso di incidentalità e delle condizioni strutturali, plano-altimetriche e di traffico.

4.2. Le strade sulle quali è possibile il loro impiego

Sulle autostrade e sulle strade extraurbane princi-pali di cui all’art. 2, c. 2, lett. A e B, del Codice della Strada, gli organi di polizia stradale, secondo le di-rettive fornite dal Ministero dell’interno, sentito il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, posso-no utilizzare o installare dispositivi o mezzi tecnici di controllo del traffico (autovelox e similari) - dei quali deve esserne data informazione agli automo-bilisti - finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni alle norme di comportamento di cui agli artt. 142, 148 e 176 dello stesso Codice.Si rammenta che ciò riguarda le sole apparecchia-ture di rilevamento a distanza delle infrazioni ma non anche quelle “direttamente gestite” dagli organi di polizia (cfr. Cass. civ., sez. II, 12 ottobre 2010, n.

21091), per le quali l’inserimento del tratto stradale nell’elenco prefettizio non è condizione di legittimi-tà dell’utilizzo.I predetti dispositivi possono essere utilizzati o in-stallati anche sulle strade di cui alle lett. C e D del Codice, ovvero su singoli tratti di esse, individuati con apposito decreto del prefetto.Il Ministero dell’interno - Dipartimento Pubblica Sicurezza, con la circolare 14 agosto 2009, n. 10307 (cd. “direttiva Maroni”) ha dettato i criteri per l’in-dividuazione delle strade o dei tratti di strada di cui trattasi, ai quali si rinvia.Quindi il prefetto, sentiti gli organi di polizia stra-dale competenti per territorio e su conforme parere degli enti proprietari, individua le strade, diverse dalle autostrade o dalle strade extraurbane princi-pali, di cui sopra, ovvero singoli tratti di esse, tenen-do conto del tasso di incidentalità, delle condizioni strutturali, plano-altimetriche e di traffico per le quali non è possibile il fermo di un veicolo senza recare pregiudizio alla sicurezza della circolazione, alla fluidità del traffico o all’incolumità degli agen-ti operanti e dei soggetti controllati. La medesima procedura si applica anche per le successive integra-zioni o modifiche dell’elenco delle strade oggetto di tale misura. Si osserva che per la giurisprudenza (Cass. civ., sez. II, 15 febbraio 2011, n. 3701) le valu-tazioni che costituiscono le condizioni dell’esercizio del potere prefettizio, in quanto attinenti al merito dell’attività amministrativa, non sono suscettibili di sindacato da parte dell’autorità giudiziaria. L’atto del Prefetto è ampiamente discrezionale ed ispirato a complessive valutazioni di opportunità/necessità dell’installazione degli apparecchi automatici, se-condo il criterio primario ed essenziale (che si desu-me dalla norma) del “tasso di incidentalità” (Cons. Stato, sez. II, 26 agosto 2014, n. 4321).L’autovelox automatico non può comunque es-sere posizionato in un centro abitato se manca lo spartitraffico centrale, ovvero se la strada - pur se molto trafficata - non ha tutte le caratteristiche tec-niche delle strade urbane di scorrimento, anche se il prefetto ha dato il via libera all’uso dei misuratori (Cass. civ., sez. II, 14 giugno 2016, n. 12231).

4.3. La collocazione e segnalazione con obbligatoria segnalazione preventiva

Le postazioni di controllo sulla rete stradale per il rilevamento della velocità devono essere preventi-vamente segnalate e ben visibili, ricorrendo all’im-piego di cartelli o di dispositivi di segnalazione lu-minosi.

Page 85: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2347

La preventiva segnalazione univoca ed adeguata della presenza di sistemi elettronici di rilevamento della velocità costituisce un obbligo specifico ed in-derogabile degli organi di polizia stradale demanda-ti a tale tipo di controllo, imposto a garanzia dell’u-tenza stradale, la cui violazione non può, pertanto, non riverberarsi sulla legittimità degli accertamenti, determinandone la nullità (Cass. civ., sez. VI, 14 marzo 2014, n. 59979).Con apposito decreto emanato ai sensi dell’art. 25, c. 2, ultimo periodo, della legge n. 120/2010, devono essere definite le modalità di collocazione ed uso dei dispositivi o mezzi tecnici di controllo finalizzati al rilevamento a distanza delle violazioni delle norme di comportamento di cui all’art. 142 del Codice del-la strada.Ad ogni modo fuori dai centri abitati i predetti di-spositivi non possono essere utilizzati o installati ad una distanza inferiore ad un chilometro dal segnale che impone il limite di velocità.Il rispetto di tali requisiti obbligatori nell’installa-zione ed attivazione degli apparecchi costituisce presupposto necessario per la legittimità dell’ac-certamento (Cass., sez. II pen., 13 marzo 2009, n. 11131).La Corte di Cassazione (sez. VI, 25 ottobre 2017, n. 25392) ha ritenuto illegittima la sanzione irrogata in base ad un autovelox non adeguatamente visibile in rapporto allo stato dei luoghi ed alla velocità lo-cale predominante.

4.4. L’omologazione necessaria - Le verifiche iniziali e periodiche

Tutti gli strumenti utilizzati per misurare la veloci-tà dei veicoli devono essere approvati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, secondo le di-sposizioni recate dal Regolamento al Codice della strada (artt. 45, comma 6; 142, comma 6; 345) e dal decreto ministeriale 29 ottobre 1997, relativo alla “Approvazione di prototipi di apparecchiature per l’accertamento dell’osservanza dei limiti di velocità e loro modalità di impiego”.Ai sensi dell’art. 3 del citato decreto ministeriale 29 ottobre 1997, le approvazioni delle apparecchiatu-re per l’osservanza dei limiti di velocità, concesse a decorrere dal 1° gennaio 1981, decadono venti anni dopo il loro rilascio; da tale data gli apparec-chi non possono essere né commercializzati, né utilizzati.Le amministrazioni comunali che utilizzano det-te apparecchiature hanno l’obbligo di rispettare le

specifiche disposizioni dettate dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, necessarie a garantir-ne l’esatto funzionamento e, in particolare, quelle, contenute nell’art. 2 del D.M. n. 1130/2004, relative alla collocazione dell’apparecchiatura ed alle moda-lità e tempi delle rilevazioni fotografiche (cfr. Cass. civ., sez. II, 11 gennaio 2008, n. 558).Il Consiglio di Stato (sez. V, 14 novembre 2008, n. 5693) ha ritenuto che secondo il Codice della Strada ed il relativo regolamento di attuazione sussiste un generale obbligo di omologazione mi-nisteriale per i dispositivi, le apparecchiature e gli altri mezzi di controllo e regolazione del traffico, nonché per quelli volti all’accertamento ed al rile-vamento automatico delle violazioni alle norme di circolazione, anche con riguardo agli impianti di controllo delle zone a traffico limitato (cf. “varchi elettronici”). Il Consiglio ha ritenuto, in particola-re, che soltanto l’omologazione ministeriale rende legittima la contestazione dell’infrazione in assen-za di accertamento diretto, con la conseguenza che, in mancanza della stessa, i dispositivi di rilevazio-ne degli accessi nelle zone a traffico limitato non possono essere utilizzati ai fini dell’accertamento delle violazioni e della conseguente irrogazione delle sanzioni: “a tali norme va riconosciuta natu-ra inderogabile, con conseguente inquadramento delle stesse, ai fini della previsione dell’art. 68 del Codice dei contratti, tra le regole tecniche nazio-nali obbligatorie, escludenti il ricorso a differenti modalità di specifiche tecniche”.Le modalità di effettuazione delle verifiche iniziali e periodiche di funzionalità e di taratura delle appa-recchiature impiegate nell’accertamento delle viola-zioni dei limiti massimi di velocità e di segnalazione delle postazioni di controllo sulla rete stradale sono state definite dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con decreto 13 giugno 2017. Le procedure per eseguire l’approvazione del prototipo e le veri-fiche periodiche di funzionalità e di taratura dei di-spositivi, delle apparecchiature e dei mezzi tecnici e le modalità di segnalazione delle postazioni di con-trollo sulla rete stradale, sono indicate nell’allegato al decreto a cui si rinvia.Si segnala che l’impiego dei dispositivi, delle appa-recchiature e dei mezzi tecnici per i quali non sia stata imposta, in sede di approvazione del prototi-po, ovvero non sia stata eseguita volontariamente la procedura di taratura, è subordinato all’esecuzione con esito positivo della medesima, a decorrere dal 31 luglio 2017. I dispositivi, le apparecchiature ed i mezzi tecnici che, alla stessa data, sono in regola con

Page 86: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2348

la verifica di taratura effettuata secondo le previgen-ti procedure e disposizioni, sono soggetti alle dispo-sizioni del decreto dalla prima taratura successiva e comunque entro il 31 luglio 2018; per specificazioni inerenti le modalità di verifica iniziale e periodica di funzionalità e di taratura nonché di segnalazio-ne delle postazioni di controllo sulla rete stradale, vedasi Ministero Interno, circolare 7 agosto 2017, n. 300/A.Si evidenzia che l’utilizzo consentito delle apparec-chiature semaforiche è indicato dall’art. 158 del Re-golamento di attuazione al Codice, e che pertanto non sono consentiti altri usi, come l’azionamento del ciclo semaforico in base alla velocità rilevata del veicolo (cfr. Commissario del Governo di Trento, 15 aprile 2008, n. 8328).Infine, si ritiene utile rilevare come il verbale co-stituisca prova delle attività di controllo e dell’in-frazione rilevata, restando sufficiente l’indicazione del modello di apparecchiatura e non sussistendo l’obbligo di specificare nel verbale stesso il numero di matricola dell’autovelox (cfr. Cass. civ., sez. II, 4 luglio 2011, n. 14564).

4.5. Il controllo delle apparecchiature - la presenza dell’operatore

Per tutte le apparecchiature approvate dal Mini-stero delle Infrastrutture e dei Trasporti che sono destinate ad essere impiegate esclusivamente con la presenza e sotto il costante controllo di un operatore di polizia stradale, i costruttori prevedono una verifica periodica con cadenze diverse, indicate nel libretto-manuale d’uso e manutenzione e comunque con cadenza almeno annuale, al fine di accertare il cor-retto funzionamento dell’apparecchio.Gli apparecchi utilizzati in modalità automatica, cioè senza la presenza ed il diretto controllo dell’o-peratore di polizia stradale, secondo quanto previ-sto dai provvedimenti di approvazione del Ministe-ro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sono sottopo-sti ad una verifica metrologica periodica - almeno annuale - tendente a valutare la corretta funzionali-tà dei meccanismi di rilevazione.La verifica, in entrambi i casi, può essere effettuata a cura del costruttore dell’apparecchio che risulti a ciò abilitato dalla certificazione di qualità secondo le norme ISO-9001 e seguenti, ovvero dai Centri di Taratura opportunamente accreditati presso il S.I.T. - Servizio Italiano di Taratura.La Corte Costituzionale (pronuncia 18 giugno 2015, n. 113) ha dichiarato l’illegittimità costituzio-

nale dell’art. 45, c. 6, del Codice della strada, nella parte in cui non prevede che tutte le apparecchia-ture impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità siano sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura. Il Ministe-ro dell’interno (circolare 26 giugno 2015, n. 300/ A/4745/15/144/5/20/5) ha fornito prime indicazio-ni operative in merito all’applicazione di tale pro-nuncia.Alla luce della pronuncia di incostituzionalità, che ha effetto retroattivo ed è applicabile ai giudizi pen-denti, è stato ritenuto (Cass. civ., sez. II, 11 maggio 2016, n. 9645 e 16 maggio 2016, n. 9972) che il predetto art. 45 prescriva la verifica periodica della funzionalità degli apparecchi di rilevamento della velocità (autovelox) e la loro taratura.

4.6. La gestione delle apparecchiature

L’art. 61 della legge 29 luglio 2010, n. 120, ha dispo-sto che agli enti locali è consentita l’attività di accer-tamento strumentale delle violazioni soltanto me-diante strumenti di loro proprietà o da essi acquisiti con contratto di locazione finanziaria o di noleggio a canone fisso, da utilizzare ai fini dell’accertamen-to delle violazioni esclusivamente con l’impiego del personale dei corpi e dei servizi di polizia locale, fat-to salvo quanto previsto dall’art. 5 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 giugno 1999, n. 250.La direttiva Maroni aveva precisato, conformemen-te all’art. 5 del regolamento al Codice della strada, che gli apparecchi di misura utilizzati per contestare l’eccesso di velocità devono essere nella completa disponibilità degli Uffici o Comandi da cui dipen-dono gli organi accertatori.L’accertamento delle violazioni in materia di cir-colazione stradale, tra cui quella relativa al supe-ramento dei limiti massimi di velocità, ricade tra le attività di cui all’art. 11, c. 1, lett. a), Codice, e pertanto, costituendo servizio di polizia stradale, non può essere delegato a terzi, pena la nullità degli accertamenti.

4.7. Locazione, comodato o leasing delle apparecchia-ture

Nel richiamare la disposizione di cui all’art. 345, comma 4, Reg. Esec. Codice nella quale è stabilito che le apparecchiature per il rilevamento della velo-cità devono essere gestite direttamente dagli organi preposti all’espletamento dei servizi di polizia stra-dale elencati dall’art. 12 Codice, si fa presente che è

Page 87: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2349

consentito l’uso di un apparecchio non di proprietà dell’organo accertatore, ma che sia da questo preso in locazione, in comodato o in leasing.La citata disposizione regolamentare, infatti, non specificando la natura del titolo del possesso dello strumento, lascia intendere che le singole apparec-chiature possono essere:

a) prese in locazione o in leasing da imprese che ne hanno la proprietà con contratti che possono prevedere, altresì, anche gli interventi di manuten-zione;

b) acquisite in comodato da altre pubbliche ammi-nistrazioni ovvero da enti proprietari o concessio-nari delle strade, secondo convenzioni o accordi che possono comprendere anche le operazioni di ma-nutenzione.

In entrambi i casi, tuttavia, è sempre necessario che le stesse apparecchiature siano costantemente mantenute nella completa ed esclusiva disponibili-tà degli organi di polizia stradale di cui all’art. 12 Codice. Per soddisfare la predetta esigenza, l’inter-vento degli organi di polizia stradale deve concre-tizzarsi:

a) per le postazioni mobili, nell’installazione, nella verifica di funzionalità e nel costante controllo del corretto funzionamento dell’apparecchio;

b) per le postazioni fisse, nella verifica della funzio-nalità del sistema di controllo e nella sua attivazione o disattivazione, anche a distanza.

La convalida delle immagini prodotte dall’appa-recchiatura e la sottoscrizione di verbali di accerta-mento devono essere sempre effettuate dagli organi di polizia stradale e così pure ogni altra operazione che concorra alla formazione dei predetti atti.L’art. 4, comma 1, della legge n. 168/2002 limita l’utilizzazione o la installazione dei dispositivi e dei mezzi tecnici di controllo a distanza ai soli organi di polizia stradale indicati nel comma 1, dell’art. 12 Codice.Resta impregiudicata, per i restanti organi di polizia stradale richiamati ai commi 2 e 3 dell’art. 12 Co-dice, la facoltà di utilizzare dispositivi di controllo finalizzati all’accertamento diretto delle violazioni, procedendo, quando possibile, alla prescritta con-testazione immediata delle stesse. I medesimi sog-getti, peraltro, possono utilizzare anche i dispositivi di controllo senza effettuare la contestazione im-mediata nei casi previsti dall’art. 201, comma 1-bis, lett. e), Codice, a condizione che il loro impiego av-venga con la presenza e sotto il diretto controllo di

dipendenti abilitati allo svolgimento di compiti di polizia stradale.

4.8. Le attività che possono essere affidate a terzi

Possono, invece, essere affidate a terzi o svolte sotto il diretto controllo degli organi di polizia stradale le attività puramente manuali e complementari quali, a titolo esemplificativo, la rimozione e sostituzione dei rullini, lo sviluppo degli stessi e la stampa dei fotogrammi, la masterizzazione dei dati relativi, ov-vero la predisposizione degli stampati per le proce-dure di notifica.Durante le operazioni di rilevamento, è possibile avvalersi di tecnici specializzati purché a questi ul-timi non siano affidati compiti di accertamento e controllo, di specifica competenza degli operatori di polizia stradale.Per quanto riguarda, invece, la fase dello sviluppo dei fotogrammi impressionati, si ribadisce la neces-sità che un operatore di polizia presenzi alle opera-zioni demandate ad un laboratorio privato al fine di garantire la legittimità dell’operazione e l’obbligo di gestione diretta prevista dal citato art. 345 Reg. Esec. C.d.S.In conformità a quanto disposto dal comma 4 dell’art. 201 C.d.S., le spese relative alle attività af-fidate a terzi rientrano tra quelle di accertamento e, come tali, essendo possibile una quantificazione analitica dei costi, si può determinare il corrispet-tivo da riconoscere al soggetto appaltante ed even-tualmente da porre a carico, in misura proporzio-nale, al trasgressore.Tuttavia, le spettanze da elargire all’aggiudicatario dell’appalto di locazione dell’apparecchio e dei rela-tivi servizi devono essere rapportate alle disposizio-ni dell’art. 208 C.d.S., relative alla destinazione dei proventi degli illeciti amministrativi, ove è prevista tra l’altro, la possibilità della fornitura dei mezzi tecnici necessari per i servizi di polizia stradale. Il corrispettivo, perciò, deve essere sempre commisu-rato al costo delle operazioni effettuate o in funzio-ne del tempo di utilizzo delle apparecchiature e non alle sanzioni eventualmente riscosse.Nei casi indicati all’art. 201, comma 1-bis, lett. e), la condizione della costante presenza di un operatore di polizia stradale può ritenersi soddisfatta quando l’apparecchio di misura è gestito anche da un solo dipendente.Quando il servizio di controllo prevede la conte-stazione immediata della violazione, non è richie-sto l’impiego coordinato di più unità operative,

Page 88: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2350

essendo sufficiente l’utilizzazione di una sola unità operativa composta da almeno due operatori di polizia stradale. Infatti, nel rispetto delle regole fissate dalle presenti istruzioni, il numero degli operatori e le modalità del loro impiego restano in ogni caso rimessi alla valutazione discrezionale del responsabile del Comando o dell’Ufficio da cui dipendono.

4.9. I proventi delle sanzioni: attribuzione e destina-zione vincolata

I proventi delle sanzioni derivanti dall’accertamen-to delle violazioni dei limiti massimi di velocità sta-biliti dall’art. 142 del Codice, come modificato dalla legge n. 120/2010, attraverso l’impiego di apparec-chi o di sistemi di rilevamento della velocità, ovvero attraverso l’utilizzazione di dispositivi o di mezzi tecnici di controllo a distanza delle violazioni, sono attribuiti, in misura pari al 50%, all’ente proprie-tario della strada su cui è stato effettuato l’accerta-mento (od agli enti che esercitano le relative funzio-ni ex art. 39, D.P.R. n. 381/1974, fatte salve le strade in concessione alle quali non si applica l’art. 142) ed all’ente da cui dipende l’organo accertatore (cfr. commi 12-12-quater).Gli enti ai quali compete l’introito delle sanzioni de-stinano le somme alla realizzazione di interventi di manutenzione e messa in sicurezza delle infrastrut-ture stradali, ivi comprese la segnaletica e le barrie-re, e dei relativi impianti, nonché al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale, ivi comprese le spese relative al personale, nel rispet-to della normativa vigente relativa al contenimento delle spese in materia di pubblico impiego.Ciascun ente locale trasmette in via informatica al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti ed al Ministero dell’interno, entro il 31 maggio di ogni anno, una relazione in cui sono indicati, con riferi-mento all’anno precedente, l’ammontare comples-sivo dei proventi di propria spettanza (sia per quelli ex art. 208 che per quelli ex art. 142), come risul-tante da rendiconto approvato nel medesimo anno, e gli interventi realizzati a valere su tali risorse, con la specificazione degli oneri sostenuti per ciascun intervento. La percentuale dei proventi spettanti ai sensi dell’art. 142 è ridotta del 30% annuo nei con-fronti dell’ente che non trasmetta la relazione, ov-vero che utilizzi i proventi di cui al primo periodo in modo difforme da quanto stabilito dagli artt. 142 e 208 (per quest’ultimo si rinvia al precedente par.

3.12), per ciascun anno per il quale sia riscontrata l’inadempienza.L’Anci, con propria nota interpretativa del maggio 2015, ha espresso l’indirizzo secondo il quale in mancanza del supporto informatico e delle speci-fiche comunicazioni da parte dei Ministeri compe-tenti, le previste comunicazioni non possono essere effettuate.

TITOLO V

L’ordinamento della polizia locale

Cap. ILa polizia municipale

La legge 7 marzo 1986, n. 65, legge-quadro sulla po-lizia municipale, attribuisce ai comuni la titolarità e l’esercizio delle funzioni di polizia municipale e ne fissa i tratti fondamentali dell’assetto ordinamenta-le e organizzativo, privilegiando la potestà normati-va regolamentare dei comuni e lasciando alle regio-ni la competenza ad emanare le norme generali per l’istituzione del servizio: dunque la legge-quadro riconosce un ruolo fondamentale ai regolamenti locali che costituiscono la fonte primaria dell’ordi-namento della polizia municipale e provinciale, e in ordine ai quali l’ambito della discrezionalità degli enti risulta vastissimo. Il legislatore ha riservato alla normativa regionale disposizioni di carattere gene-rale finalizzate ad omogeneizzare, con riferimento al territorio regionale, alcuni particolari e definiti aspetti quali l’istituzione del servizio, le caratteristi-che delle uniformi, mezzi e strumenti operativi, la formazione e l’aggiornamento del personale, non-ché a stimolare opportune forme associative per la gestione del servizio di polizia, riconoscendo invece ampia potestà regolamentare agli enti nel rispetto dei principi di autonomia contenuti nella Costitu-zione.

Cap. IIIl trasferimento del personale a seguito della legge n. 56/2014

In relazione al riordino delle funzioni disposto dalla legge n. 56/2014, l’art. 5 del D.L. n. 78/2015, conv. in legge n. 125/2015, dispone che il personale appar-

Page 89: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2351

tenente ai Corpi ed ai servizi di polizia provincia-le di cui all’art. 12 della legge 7 marzo 1986, n. 65, transita nei ruoli degli enti locali per lo svolgimen-to delle funzioni di polizia municipale, secondo le modalità e procedure definite con il decreto di cui all’art. 1, comma 423, della legge di stabilità 2015. In particolare gli enti di area vasta e le città metro-politane individuano il personale di polizia provin-ciale necessario per l’esercizio delle loro funzioni fondamentali, fermo restando i limiti di incidenza percentuale della spesa previsti dall’art. 1, comma 421, della legge n. 190/2014.Il personale non individuato o non riallocato, entro il 31 ottobre 2015, è stato trasferito ai comuni, sin-goli o associati, sulla base dei criteri per la mobilità del personale dipendente a tempo indeterminato degli enti di area vasta dichiarato in soprannumero dal D.M. 14 settembre 2015. Il transito del personale nei ruoli degli enti locali avviene nei limiti della relativa dotazione organica e della programmazione triennale dei fabbisogni di personale, in deroga alle vigenti disposizioni in materia di limitazioni alle spese ed alle assunzioni di personale, garantendo comunque il rispetto del patto di stabilità nell’esercizio di riferimento e la sostenibilità di bilancio.Per effetto del comma 770 della legge di stabilità 2016, nel caso in cui le leggi regionali riallochino le funzioni di polizia amministrativa locale e il re-lativo personale presso le città metropolitane e le province per l’esercizio delle funzioni di vigilanza connesse alle funzioni non fondamentali ogget-to di riordino, con copertura dei relativi oneri, la dotazione organica degli enti di area vasta, è ride-terminata in aumento in misura corrispondente al personale riallocato.

Cap. IIIL’organizzazione

1. Il Corpo ed il servizio di polizia municipale - in-quadramento organizzativo

Gli enti che dispongono di un organico di almeno 7 unità possono istituire il Corpo di polizia mu-nicipale disciplinando, con apposito regolamen-to, lo stato giuridico ed economico del personale; ad ogni modo disposizioni regolamentari in tal senso devono essere comunque adottate da tutti gli enti che istituiscono il servizio, a prescindere dalla costituzione del Corpo. È opportuno pre-

cisare che l’art. 7 della legge n. 65/1986, che di-sciplina le condizioni per l’istituzione del corpo di polizia municipale, si applica esclusivamente alle realtà territoriali più estese; in tal senso è sta-to escluso (Cass. civ., sez. lav., 15 luglio 2010, n. 16580) che per i comuni di minori dimensioni la norma - ancorata al tassativo presupposto che il servizio sia svolto da almeno sette addetti - sia suscettibile di interpretazione estensiva, ed anche che possa farsi ricorso all’analogia, atteso che, per dette realtà territoriali, trova applicazione la disciplina generale in materia di organizzazione degli uffici e del personale.In merito alla posizione del Corpo rispetto alle altre strutture amministrative comunali, stante l’ampia discrezionalità di cui dispongono i comuni in or-dine al tipo concreto di organizzazione del corpo dei vigili urbani in virtù dell’art. 7 della legge n. 65/1986, la circostanza che quest’ultimo sia posto alle dirette dipendenze del sindaco non lo qualifica come struttura di massima dimensione, ben poten-do accadere che la mera mancanza di livelli direttivi intermedi tra il sindaco stesso ed il responsabile del servizio di polizia municipale determini il ricono-scimento, in capo a detto corpo, di un maggior rilie-vo rispetto alle altre quanto ad autonomia e dimen-sione (Cons. St., sez. V, 17 maggio 2012, n. 2817; 24 ottobre 2001, n. 5598).È però da tenere presente che il Corpo di polizia municipale rappresenta un’entità organizzativa unitaria ed autonoma da altre strutture organizza-tive del comune, per cui la polizia municipale, una volta eretta in Corpo, non può essere considerata una struttura intermedia inserita in una struttura burocratica più ampia; né attraverso un simile in-cardinamento, può essere posta alle dipendenze del dirigente amministrativo che dirige tale più ampia struttura (Cons. St., Sez. V, 27agosto 2012, n. 4605). Pertanto è a seguito dell’elezione della polizia mu-nicipale a Corpo che si determina l’impossibilità di determinarne l’inserimento quale struttura inter-media (come sezione) in una struttura burocratica più ampia (in un settore amministrativo) né, per tale incardinamento, può essere posta alle dipen-denze del dirigente, amministrativo che dirige tale più ampia struttura (Cons. St., sez. V, 17 febbraio 2006, n. 616; sez. V, 4 settembre 2000, n. 466). Pur considerando che porre il comandante della P.M. alle dipendenze di un funzionario del comune equi-varrebbe a trasferire a quest’ultimo funzioni di go-verno che per legge competono al sindaco (Cons.

Page 90: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2352

St., sez. V, 17 maggio 2012, n. 2817), la nomina a comandante del Corpo non deve essere necessa-riamente accompagnata dall’assegnazione di una qualifica dirigenziale (Cons. St., sez. V, 14 novembre 1997, n. 1303).Nel caso in cui il servizio di polizia municipale non sia eretto a Corpo, considerato che l’art. 3 della leg-ge n. 65/1986 ha valore programmatico e demanda al regolamento comunale di polizia municipale la concreta attuazione del principio in virtù del quale al relativo servizio è attribuita una posizione par-ticolare piuttosto che un’altra nell’ambito dell’or-ganizzazione comunale, ben può essere realizzata l’incardinazione del servizio medesimo all’interno di una struttura dirigenziale più ampia, senza che ciò elida la relazione diretta che deve essere assicu-rata tra il sindaco e il comandante (Cons. St., sez. V, 12 marzo 1996, n. 262). Nella pratica si è diffusa l’allocazione del servizio di Polizia Municipale in posizione di staff al Sindaco: tale configurazione or-ganizzata è da ritenere non essere in contrasto con l’art. 9 della legge n. 65/1986, che prevede la respon-sabilità del Comandante della Polizia Municipale verso il Sindaco.In questo contesto è necessario considerare che i regolamenti di polizia sono da ricondurre, senza ombra di dubbio, fra gli atti di organizzazione dei comuni in quanto tesi a disciplinare, nel rispetto della legge e dello statuto comunale, l’ordinamen-to di un servizio funzionale se pur riferito alla polizia locale. Nell’esercizio della propria potestà regolamentare il comune può così delineare un as-setto organizzativo del proprio servizio di polizia parzialmente differente da quello genericamente indicato dalla legge-quadro, così come ritenuto dalla giurisprudenza (C.d.S., sez. V, 26 marzo 1999, n. 340).

2. Lo svolgimento in forma associata - L’unione di comuni

La funzione di polizia locale rientra tra le funzio-ni fondamentali di cui all’art. 21, c. 3, della legge n. 42/2009, che, per gli enti individuati dall’art. 14, c. 28 e seguenti, del D.L. n. 78/2010 e smi., e dall’art. 16 del D.L. n. 138/2011, devono essere svolte in for-ma associata, ovvero possono essere così gestite da tutti gli altri.L’esercizio associato delle funzioni comunali at-tinenti la polizia locale può essere effettuato a mezzo di unione di comuni ex art. 32, Tuel, ov-

vero deve esserlo a mente del già citato art. 14 del decreto n. 78.Si osserva che l’unione di comuni viene a “sostitu-irsi” ai comuni che vi partecipano conferendo tali funzioni, conformemente ai provvedimenti da-gli stessi adottati, con particolare riferimento allo statuto della medesima unione. L’istituzione del Corpo di polizia locale dell’unione comporta con-seguentemente ed automaticamente la nomina di un solo Comandante del Corpo con le prerogative di cui alla legge n. 65/1986, il quale dovrà recepi-re le direttive del presidente dell’unione e non più quelle dei sindaci dei comuni che la compongono (cfr. Tar Lecce, 26 gennaio 2005, n. 282); nello stesso senso non può sostenersi che la normativa vigente e le esigenze di salvaguardia dell’autonomia orga-nizzativa del responsabile della polizia municipale, che dipende funzionalmente dal sindaco, possano impedire l’accorpamento di più polizie municipali in un solo Corpo di polizia dell’unione, in quanto dall’interpretazione sistematica dell’ordinamento giuridico risulta il contrario. Sono peraltro da con-siderare accorgimenti giuridici e contabili afferen-ti l’irrogazione delle sanzioni, dovendosi ritenere corretto l’introito ed il successivo versamento delle sanzioni a ciascun comune associato, in relazione alla competenza territoriale di accertamento della violazione.Tutte le attività rientranti, in generale, nella fun-zione di polizia municipale sono così svolte dall’u-nione su tutto il territorio dei comuni partecipan-ti, con le prerogative ed i compiti ordinariamente a loro attribuiti. Al riguardo occorre tenere pre-sente che per il comma 113 della legge n. 56/2014, le disposizioni di cui all’art. 57, c. 1, c.p.p. e di cui all’art. 5, c.1, della legge n. 65/1986, relative all’esercizio delle funzioni di polizia giudiziaria nell’ambito territoriale di appartenenza del perso-nale della polizia municipale, si intendono riferite al territorio dei comuni in cui l’unione esercita le funzioni di polizia municipale.

3. Il sindaco

Al sindaco, massimo organo di polizia municipale, sono state attribuite dal legislatore le qualifiche di Ufficiale di Governo (art. 54, D.Lgs. n. 267/2000, come sostituito dall’art. 6 del D.L. n. 92/2008), Autorità locale di pubblica sicurezza (art. 1, R.D. 6.5.1940, n. 635) ed Ufficiale di Polizia Giudiziaria (art. 57, Codice di procedura penale).

Page 91: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2353

In ordine a tali qualificazioni il sindaco:

a) come Ufficiale di Governo adotta, con atto moti-vato e nel rispetto dei principi generali dell’ordina-mento, provvedimenti contingibili ed urgenti al fine di prevenire gravi pericoli che minacciano l’incolu-mità pubblica e la sicurezza urbana. Tali provvedi-menti sono preventivamente comunicati al prefetto, anche ai fini della predisposizione degli strumenti ritenuti necessari alla loro attuazione;

b) come Autorità locale di pubblica sicurezza (nei co-muni ove non esiste il Commissariato di P.S.) emet-te atti nell’interesse della pubblica sicurezza e vigila, riferendone al prefetto, su tutto ciò che interessa l’ordine pubblico, fermo restando le attribuzioni di ufficiale di Governo;

c) come Ufficiale di polizia giudiziaria (nei comuni ove non esiste un Ufficio di polizia giudiziaria) ope-ra alle dipendenze e sotto la sorveglianza del Procu-ratore della Repubblica e del Procuratore presso la Pretura Circondariale.

Per ciò che concerne le attribuzioni del sindaco quale ufficiale di Governo vedasi quanto espresso nel precedente Tit. I, Cap. II, par. 1.Il sindaco vigila sul corretto espletamento delle funzioni istituzionali relative alla polizia locale ed opera attraverso direttive, cioè atti di indirizzo con i quali sono individuati i compiti da svolgere per raggiungere determinati obiettivi; le direttive pe-raltro non debbono confondersi con gli ordini che si concretano in disposizioni concrete e puntua-li. Il sindaco, in materia di polizia, può emettere ordini rivolti al comandante del corpo ovvero al responsabile del servizio nella sua veste di auto-rità locale di pubblica sicurezza e come ufficiale di polizia giudiziaria.Chi sostituisce il sindaco esercita, in qualità di uffi-ciale di Governo, anche le funzioni inerenti di com-petenza statale ex art. 54 Tuel.Il responsabile della polizia municipale deve quindi rispondere direttamente al sindaco dell’operato del corpo e dei singoli addetti, evidentemente in diretta connessione con il ruolo e le funzioni di ufficiale di governo allo stesso sindaco riconosciute, oltre alle funzioni di rappresentante e organo di vertice del comune quale amministrazione locale.

4. Il comandante responsabile

La responsabilità del corpo e/o del servizio della polizia locale è affidata dalla legge al comandante,

figura professionale esplicitamente prevista dalla legge n. 65/1986, il cui art. 9 attribuisce rilevanti funzioni amministrative e di polizia; il comandante e, nei comuni nei quali non è istituito il corpo, il responsabile del servizio, è inoltre responsabile ver-so il sindaco, dell’addestramento, della disciplina e dell’impiego tecnico operativo degli appartenenti alla struttura funzionale assegnatagli.L’art. 2 della citata legge stabilisce che il sinda-co esercita nei confronti della polizia municipale funzioni di indirizzo e controllo, conformemente alle disposizioni recate dall’ordinamento degli enti locali e dal D.Lgs. n. 165/2001, secondo le quali agli organi di governo sono attribuite fun-zioni di indirizzo e di controllo ed alla sfera bu-rocratica la gestione tecnica ed amministrativa, e quindi la responsabilità della gestione dei mezzi e delle persone necessarie alla corretta funzionalità dei servizi.Il rapporto fra sindaco e comandante della polizia municipale è caratterizzato dalla distinzione fra la posizione dell’organo politico elettivo e quella dell’organo tecnico gestionale, dovendo ritenere esclusa l’individuazione di una mera subordina-zione gerarchica, in quanto il secondo è dotato della necessaria autonomia sul piano organizzati-vo.Con il CCNL 22 gennaio 2004 è stata peraltro riba-dita la diretta dipendenza funzionale del responsa-bile del corpo o del servizio dal capo dell’ammini-strazione, e la piena autonomia organizzativa inter-na dello stesso corpo.

Cap. IVIl personale

1. I vigili quali agenti di pubblica sicurezza

I vigili urbani sono pubblici dipendenti che, per le funzioni che sono chiamati a svolgere nell’ambito del territorio di competenza, rivestono, ex lege, la qualifica di agenti di pubblica sicurezza e di ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria.La qualifica di agente di pubblica sicurezza viene loro attribuita dall’art. 18 della legge 31 agosto 1907, n. 690, che dispone: «Sono pure agenti di pubblica si-curezza le guardie di finanza (...) e altre dei comu-ni, costituite in forza di regolamenti deliberati ed approvati nelle forme di legge, e riconosciute dal prefetto».

Page 92: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2354

I vigili urbani prima di essere immessi nella loro funzione devono infatti prestare giuramento din-nanzi al Pretore territorialmente competente ai sensi e per gli effetti dell’art. 250 del R.D. 6 mag-gio 1940, n. 635, e, nell’esercizio delle loro funzioni, quali agenti di pubblica sicurezza, sono gerarchi-camente subordinati al Questore e ai funzionari di pubblica sicurezza.Ai sensi dell’art. 5, comma 2, della legge 7 marzo 1986, n. 65, l’attribuzione delle funzioni di pubblica sicurezza al personale addetto alla polizia munici-pale è subordinata al mero accertamento della sus-sistenza dei requisiti tassativamente indicati dalla legge, sicché il conferimento da parte dell’autorità prefettizia della relativa qualità di agente di P.S., così come la perdita di detta qualità, costituiscono atti non aventi natura discrezionale, ma strettamen-te vincolati alla verifica dei presupposti prescritti (Cons. giust. amm. reg. Sicilia, 26 febbraio 1998, n. 70, e C.d.S., sez. IV, 30 settembre 2002, n. 4982).Ai sensi dell’art. 5, c. 5, legge n. 65/1986, gli agenti della polizia municipale ai quali è stata riconosciuta la qualità di agente di pubblica sicurezza possono portare armi senza previa licenza in quanto detta autorizzazione è implicita nell’attribuzione del-la stessa qualifica di agente di pubblica sicurezza (Cons. Stato, sez. III, 19 febbraio 2016 n. 690). Si ricorda che l’agente di polizia municipale, nell’eser-cizio delle sue funzioni istituzionali, secondo l’or-dinamento, non è tenuto ad utilizzare le armi, salvo nel caso in cui gli sia conferita dal prefetto la qua-lifica di agente di P.S. Tale conferimento non costi-tuisce, peraltro, requisito per lo svolgimento di tutti i compiti propri del corpo di polizia municipale, tanto è che la sua revoca non comporta l’automati-co mutamento del profilo professionale dell’agente interessato (cfr. in tal senso Cons. Stato, sez. III, 10 luglio 2013, n. 3711).Il Consiglio di Stato (sez. IV, 27 luglio 1998, n. 100) ha ritenuto che il provvedimento con il quale il pre-fetto dichiara la perdita della qualità di agente di P.S. ha carattere vincolato non potendo esulare dalle ipotesi previste dalla legge; pertanto, al di fuori di tali ipotesi, il provvedimento con il quale il prefetto dichiara la sospensione di un agente dalle funzioni di pubblica sicurezza - che esige solo un evidente pericolo per il corretto esercizio delle medesime funzioni - ha natura discrezionale. Ad ogni modo il Prefetto può, al di fuori di tali ipotesi, sospen-dere dalle funzioni di agente di pubblica sicurezza un dipendente del servizio di polizia municipale:

la giurisprudenza (Cons. Stato, sez. VI, 11 febbraio 2011, n. 905) ha ritenuto che in questa seconda ipo-tesi si tratta di un provvedimento a natura cautelare, come tale non adottabile senza la previsione di un termine di efficacia.Si ricorda, infine, che nell’ambito degli interventi di semplificazione dei procedimenti disciplinati dal TULPS, l’art. 5 del D.P.R. 28 maggio 2001, n. 311, ha previsto e l’attribuzione della qualifica di agente di pubblica sicurezza - su richiesta delle relative am-ministrazioni - alle guardie telegrafiche e di strade ferrate, ai cantonieri, ed agli altri agenti destinati all’esecuzione ed all’osservanza di speciali leggi e regolamenti, che risultino in possesso dei requi-siti dallo stesso indicati. Per esigenze di carattere eccezionale e temporaneo, invece, la stessa qualifi-ca può essere conferita - ai sensi dell’art. 5-bis del D.L. 6 maggio 2002, n. 83, convertito dalla legge n. 133/2002 - anche ai conducenti di veicoli in uso ad alte personalità che rivestono incarichi istituzionali di Governo, per consentirne una più efficace azione di prevenzione e tutela dell’incolumità delle mede-sime personalità. Sono comunque fatte salve le di-sposizioni in vigore per la polizia municipale.

2. I vigili urbani quali agenti ed ufficiali di polizia giudiziaria

Ai sensi della ricordata legge n. 65 e delle disposizio-ni contenute nell’art. 5, secondo comma, del D.P.R. 28 luglio 1989, n. 271, il personale della polizia loca-le può essere messo a disposizione dell’Autorità giu-diziaria per l’esercizio di funzioni di polizia giudi-ziaria e per particolari esigenze di specializzazione.Con l’art. 5, lett. a), della legge 65/1986, la qualifica di agente di polizia giudiziaria è attribuita agli operatori della polizia municipale e quella di ufficiale ai respon-sabili dei servizi di polizia, ai comandanti dei corpi di polizia ed agli addetti al coordinamento e controllo.Il codice di procedura penale stabilisce quali sono gli atti che gli agenti di polizia giudiziaria possono compiere di loro iniziativa e quali invece su ordine o con l’intervento dell’Autorità giudiziaria: fra i primi si ricorda l’arresto in flagranza di reato (artt. 380 e 381 C.P.P.), la conservazione del corpo e delle trac-ce del reato (art. 354, C.P.P.), il fermo delle persone gravemente indiziate per le quali sia obbligatorio il mandato di cattura, anche fuori del caso di fla-granza, quando vi è fondato sospetto di fuga (art. 384, C.P.P.), la raccolta delle prove (art. 348, C.P.P.); fra i secondi rientrano gli accertamenti urgenti sui

Page 93: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2355

luoghi, sulle cose e sulle persone (art. 354 C.P.P.), le perquisizioni (art. 352 C.P.P.) ed i sequestri (art. 354, C.P.P.).La Cassazione penale ha rilevato che dall’art. 57 del codice di procedura penale non si evince che l’atti-vità di agenti di polizia giudiziaria attribuita ai vigili urbani debba essere limitata ai soli reati che ledono interessi comunali: la dizione della norma, infatti, ha carattere generale e la disposizione è conferma-tiva di quella contenuta nell’art. 5, primo comma, lett. a), della legge 7 marzo 1986, n. 65, sull’ordina-mento della polizia municipale (Cass. pen., sez. V, 5 novembre 1992-8 febbraio 1993, n. 1869).Si rileva, infine, come gli eventuali danni derivati dall’attività di polizia giudiziaria (sempre se effet-tivamente sussistenti e provati) non possono essere imputati al comune, quale amministrazione di ap-partenenza degli agenti di Polizia Locale, visto che questi ultimi hanno agito nelle funzioni di cui agli artt. 55 e 56 c.p.p. (Tar Lombardia, Milano, sez. II, 4 dicembre 2012, n. 2892).

3. I vigili urbani quali pubblici ufficiali

Oltre alle qualifiche di agente di pubblica sicurezza e di ufficiale ed agente di polizia giudiziaria i vigili sono anche pubblici ufficiali ai sensi e per gli effetti dell’art. 357 del Codice penale. Il Codice tutela in modo particolare il prestigio dei pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni, punendo severa-mente chiunque rifiuti di indicare loro il proprio nome, cognome, stato o professione, luogo di na-scita o domicilio o altre personali generalità (artt. 496 e 651 del C.P.), ne offende l’onore o il prestigio (art. 342, C.P.), usa loro violenza o minaccia per co-stringerli a fare atti contrari ai propri doveri o ad omettere o ritardare atti d’ufficio (art. 336, C.P.).L’ambito territoriale entro il quale i vigili municipa-li possono svolgere le loro funzioni come agenti di vigilanza, di pubblica sicurezza e di polizia giudizia-ria, è quello del comune dalla cui amministrazione dipendono.La legge n. 65/1986 prevede i casi particolari in cui i vigili urbani possono estendere l’esercizio delle loro funzioni anche al di fuori del territorio comunale di appartenenza. Al riguardo si ritiene utile sotto-lineare che la possibilità di inviare in missione gli agenti di polizia municipale prevista dall’art. 4, lett. c) della legge 7 marzo 1986, n. 65, è subordinata non solo al previo accordo fra i comuni interessati ma, altresì, alla previa comunicazione al prefetto ed alla

preventiva audizione delle organizzazioni sindacali (Tar Veneto, sez. II, 27 maggio 1994, n. 479).

4. I vigili quali agenti di polizia venatoria

Con legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante «Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio», sono state attribuite alla Polizia locale specifiche funzioni di vigilanza venatoria, sia con riguardo all’ambito territoriale dell’ente di appartenenza che ai luoghi nei quali sono comandati a prestare servizio.Lo svolgimento dell’attività di «vigilanza venatoria» comporta la legittimazione a portare le armi di do-tazione nei luoghi di cui sopra «ed in quelli attraver-sati per raggiungerli e per farvi ritorno» nonché al se-questro delle armi, della fauna selvatica e dei mezzi di caccia, esclusi i cani ed i richiami vivi autorizzati.Ai fini dell’attività di vigilanza in materia di caccia e pesca, si ricorda che la Cassazione penale (sez. III, sentenza n. 2109 del 29.9.1994) ha precisato che il sequestro delle armi, della fauna selvatica e dei mezzi di caccia, nei casi di violazione della legge 11 febbraio 1992, n. 157, spetta solo agli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria e non anche agli agenti sprovvisti di tale qualifica.

5. I vigili urbani dipendenti dell’ente

I vigili urbani, e più in generale tutti gli apparte-nenti al servizio o corpo di polizia comunale, sono dipendenti del comune o della provincia, tenuti ad osservare le disposizioni giuridiche e regolamentari che disciplinano il loro rapporto di lavoro.Per tali aspetti occorre rilevare che il personale dell’area di vigilanza ha ottenuto particolare atten-zione sia dal CCNL 31 marzo 1999 - il cui art. 7 ha disposto una riclassificazione nella ex VI qualifica funzionale, e quindi nella nuova categoria C, del personale già collocato nella V q.f., nonché l’ado-zione delle misure rivolte a dare adeguata valorizza-zione alle preesistenti posizioni di coordinamento e controllo esplicate da personale appartenente alla VI q.f. - che dalle “code contrattuali”, siglate il 14 settembre 2000. Con l’art. 29 delle code contrattuali si è realizzato il passaggio alla categoria D - per gli enti la cui dotazione organica già preveda, anche in altre aree, posti inquadrati nella predetta categoria - del personale dell’area di vigilanza dell’ex VI q.f.:

a) al quale, con atti formali da parte dell’ammi-nistrazione d’appartenenza, siano state attribuite

Page 94: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2356

funzioni di responsabile del servizio complessivo dell’intera area di vigilanza;

b) addetto all’esercizio di effettivi compiti di coor-dinamento e controllo di operatori di pari qualifica o di quella inferiore, già collocato, a seguito di pro-cedure concorsuali, nella ex sesta qualifica funzio-nale su posti istituiti che prevedessero l’esercizio di tali funzioni anteriormente all’entrata in vigore del D.P.R. n. 268/1987;

c) addetto all’esercizio di effettivi compiti di coordi-namento e controllo di altri operatori di pari quali-fica o di quella inferiore, già collocato nella ex sesta qualifica funzionale, a seguito di procedure concor-suali, su posti, istituiti successivamente al D.P.R. n. 268/1987 che prevedessero formalmente l’esercizio delle predette funzioni, non in applicazione dell’art. 21, comma 6, D.P.R. n. 268/1987 stesso, i cui tito-lari sono esclusi dall’applicazione delle disposizioni contrattuali sopra richiamate.

A seguito del passaggio nella categoria D, al perso-nale di cui alla precedente lett. a) è stato conseguen-temente attribuito il profilo specifico, già previsto o da istituire, di “responsabile dei servizi di polizia municipale e locale”, con contenuti coerenti con la declaratoria della stessa categoria, mentre al perso-nale di cui alle lett. b) e c) è stato conseguentemente attribuito indicativamente il profilo di “specialista di vigilanza”, con contenuti e mansioni, assorben-ti anche le funzioni di base dell’area di vigilanza, indicate nel mansionario allegato sub A alle code contrattuali, continuando cioè a svolgere anche le funzioni attualmente assegnate. Il passaggio alla categoria D degli specialisti di vigilanza avviene sulla base di selezione mediante valutazioni di tito-li culturali, professionali e di servizio, i cui criteri sono individuati attivando le procedure di concer-tazione previste dall’art. 8 del CCNL dell’1.4.1999. Nel rispetto delle previsioni della programmazione triennale dei fabbisogni di personale, gli enti pre-vedono in dotazione organica il numero di posti di specialisti di vigilanza di categoria D necessari, il cui numero viene definito in sede di concertazione, sul-la base della realtà organizzativa di ciascun ente, in conseguenza della verifica effettuata in merito allo svolgimento delle effettive funzioni di coordina-mento e controllo.Negli enti la cui dotazione organica complessiva non prevede posti di categoria D, al fine di valoriz-zare le posizioni di cui alle precedenti lettere, ove non sia stata istituita una posizione organizzativa,

la contrattazione integrativa decentrata remunera le relative responsabilità utilizzando le risorse con un compenso, riassorbibile a seguito di eventuali pas-saggi di categoria, non superiore alla differenza tra il trattamento economico di categoria in godimento, comprensivo della eventuale posizione economi-ca fruita all’interno della progressione economica orizzontale, ed il trattamento tabellare iniziale della categoria superiore, provvedendo alla copertura dei relativi oneri con le risorse previste dall’art. 15 del CCNL del 1° aprile 1999, anche attivando le iniziati-ve correlate alla disciplina del comma 5 dello stesso articolo. Tale trattamento cessa di essere corrisposto a seguito dell’inquadramento del personale di cate-goria D e le relative risorse rientrano nella disponi-bilità di cui all’art. 15 del predetto CCNL.Il CCNL 22 gennaio 2004 ha inoltre riconosciuto al personale dell’area della vigilanza incrementi alle particolari indennità dallo stesso godute nonché l’e-quiparazione delle attività prestate dal vigile urbano addetto, a piedi, alla viabilità stradale, alle attività protette di cui all’art. 1, c. 3, del D.P.R. n. 1124/1965, e quindi con l’impegno di equipararne - ai fini della tutela del lavoratore - anche il relativo rischio in-fortunistico.Infine, con D.M. 4 settembre 2017, sono stati ema-nati i criteri e modalità di rimborso delle spese so-stenute dai comuni per la corresponsione al perso-nale della polizia locale dell’equo indennizzo e del rimborso delle spese di degenza per causa di servi-zio.

6. Le assunzioni di personale adibito a polizia locale 2017 e 2018

Per il rafforzamento delle attività connesse al con-trollo del territorio e al fine di dare massima effica-cia alle disposizioni in materia di sicurezza urbana contenute nel presente provvedimento, negli anni 2017 e 2018 i comuni che, nell’anno precedente, hanno rispettato gli obiettivi del pareggio di bilan-cio, possono assumere a tempo indeterminato per-sonale di polizia locale nel limite di spesa individua-to applicando le percentuali stabilite dall’art. 3, c. 5, D.L. n. 90/2014, alla spesa relativa al personale della medesima tipologia cessato nell’anno precedente, fermo restando il rispetto degli obblighi di conteni-mento della spesa di personale di cui all’art. 1, com-mi 557 e 562, legge n. 296/2006. Le cessazioni di cui al periodo precedente non rilevano ai fini del calco-lo delle facoltà assunzionali del restante personale.

Page 95: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2357

7. Operatori stagionali

Il comma 564 della legge n. 296/2006 (Finanziaria 2007) aveva integrato l’art. 208 del Codice della Strada prevedendo che la quota dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni alle disposizioni dello stesso Codice, annualmen-te destinata dalla giunta al miglioramento della circolazione stradale, potesse essere destinata ad assunzioni stagionali a progetto nelle forme di contratti a tempo determinato e a forme flessibili di lavoro.Tale impostazione è stata confermata dall’art. 40 della legge 29 luglio 2010, n. 120, per il quale “la quota dei proventi di cui alla lettera c) del comma 4 (... ossia il 25% della quota annua...) può anche esse-re destinata ad assunzioni stagionali a progetto nelle forme di contratti a tempo determinato e a forme fles-sibili di lavoro”.Il Ministero dell’Interno (circ. 8 marzo 2007, n. FL 05/2007) aveva precisato che le risorse utilizzate non concorrono ai fini della determinazione della spesa complessiva del personale soggetta a monito-raggio e limitazioni.L’art. 5 del D.L. n. 78/2015, conv. in legge n. 125/2015, contiene alcune misure relative al per-sonale appartenente alla polizia provinciale, pre-vedendo al comma 6 il divieto per gli Enti locali di reclutare personale con qualsivoglia tipologia con-trattuale per lo svolgimento di funzioni di polizia locale, a pena di nullità delle relative assunzioni, fino al completo assorbimento di detto personale.In fase di conversione del decreto-legge è stata in-trodotta una deroga al divieto, nei termini che se-guono: “Sono fatte salve le assunzioni di personale a tempo determinato effettuate dopo la data di entrata in vigore del presente decreto, anche se anteriormen-te alla data di entrata in vigore della relativa legge di conversione, per lo svolgimento di funzioni di po-lizia locale, esclusivamente per esigenze di carattere strettamente stagionale e comunque per periodi non superiori a cinque mesi nell’anno solare, non pro-rogabili”. L’Anci, con nota del 26 novembre 2015, ha precisato che “appare legittimo far decorrere il computo dei 5 mesi nell’anno solare dal giorno in cui si è instaurato il rapporto di lavoro a tempo de-terminato per lo svolgimento di funzioni di polizia locale legate ad esigenze di carattere stagionale, e comunque dopo l’entrata in vigore del decreto-legge n. 78/2015”.

8. L’utilizzo di personale tramite contratto di som-ministrazione a tempo determinato

Il Dipartimento della Funzione pubblica, con una pregevole nota del 26 ottobre 2007 (prot. n. 41038), ha esaminato la possibilità per gli enti di stipulare contratti di somministrazione a tempo determina-to, affidando al personale somministrato funzioni tipicamente attribuite alla polizia municipale. È stato rilevato che affinché sia possibile affidare al-cune funzioni tipiche dei pubblici ufficiali a sog-getti estranei all’amministrazione occorre che vi sia un’apposita disposizione normativa che lo consenta espressamente, così come si evince dalla giurispru-denza costituzionale (Corte Cost., ordinanza n. 157/2001). A giudizio del citato Dipartimento tale non è il caso dei contratti di somministrazione a tempo determinato che possono essere stipulati dal-la Pa ex D.Lgs. n. 276/2003, il quale, però, non det-ta alcuna disposizione in tal senso. “Escluse quindi tutte le funzioni di rappresentanza degli interessi dell’amministrazione, svolte da funzionari e diri-genti, nonché tutte quelle riconducibili ai pubblici ufficiali, si può fare riferimento a quelle attribuzioni della polizia municipale che non comportano l’a-dozione di atti produttivi di effetti in capo ai terzi e all’amministrazione. Il cosiddetto servizio inter-no, infatti, preclude l’esercizio di tutte le funzioni di pubblica sicurezza, con la conseguente perdita dell’indennità connessa.Inoltre la polizia municipale partecipa al perfe-zionamento di procedimenti amministrativi san-zionatori complessi ed articolati di competenza ripartita con altre strutture del Comune. Ciò com-porta la possibilità di far svolgere al personale in somministrazione attività corrispondenti a fasi di procedimenti la cui conclusione sia adottata da al-tri uffici”.

9. Gli ausiliari di polizia

9.1. I soggetti

Con l’art. 17, comma 132, della legge n. 127/1997 è stata riconosciuta la possibilità di attribuire funzio-ni di prevenzione ed accertamento delle violazioni in materia di sosta ai dipendenti comunali non ad-detti ai servizi di polizia, nonché ai dipendenti delle società che gestiscono parcheggi. L’individuazione dei dipendenti comunali e dei dipendenti dei sog-getti gestori dei parcheggi è effettuata con apposito provvedimento del sindaco. La nomina non può co-

Page 96: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2358

munque essere disgiunta da una preventiva valuta-zione dell’idoneità e della formazione professionale, nonché dall’accertamento dell’assenza di precedenti o di pendenze penali.La natura giuridica dell’attività esercitata dagli ausi-liari del traffico è stata inquadrata dalla Corte Costi-tuzionale (ordinanza 21 maggio 2001, n. 157), che a tal fine si è servita dell’istituto dell’esercizio privato di pubbliche funzioni, in virtù del quale lo svolgi-mento di funzioni pubbliche può essere conferito a soggetti privati, i quali agiscono tuttavia in nomine proprio, non essendo comunque organi della Pa.Con l’art. 68 della legge 23 dicembre 1999, n. 488, sono state significativamente rafforzate le funzio-ni di prevenzione ed accertamento di violazioni di disposizioni del Codice della strada attribuite agli ausiliari di polizia convertendo, di fatto, in legge le disposizioni di cui al D.L. 2 novembre 1999, n. 391. Tale norma ha esteso le funzioni degli ausiliari - con valenza retroattiva dato che ha provveduto in via d’interpretazione dei citati commi 132 e 133 - anche ai poteri di contestazione immediata nonché di re-dazione e sottoscrizione del verbale di accertamento con l’efficacia di cui agli artt. 2699 e 2700 del Codice civile.La disposizione in oggetto ha quindi stabilito che dal 1° gennaio 2000 le funzioni di prevenzione ed accertamento di cui ai citati commi 132 e 133, con gli effetti di cui all’art. 2700 del Codice civile, sono svolte solo da personale nominativamente designa-to dal Sindaco, previo accertamento dell’assenza di precedenti o pendenze penali; agli ausiliari del traf-fico, che nell’espletamento delle loro funzioni rive-stono la qualifica di pubblico ufficiale, può essere al-tresì conferita la competenza a disporre la rimozio-ne dei veicoli nei casi previsti dall’art. 158, comma 2, lett. b), c), d), del Codice della strada. I gestori dei parcheggi possono peraltro attivare tutte le azioni necessarie al recupero delle evasioni tariffarie e dei mancati pagamenti da parte degli utenti che non costituiscono violazioni al Codice della strada.Le funzioni di cui sopra possono anche essere con-ferite al personale ispettivo delle aziende speciali dei comuni, delle società, delle istituzioni e dei consorzi fra enti locali che gestiscono il trasporto pubblico di persone. A tale personale sono conferite ex lege e con provvedimento del sindaco, le funzioni di pre-venzione ed accertamento in materia di circolazione e di sosta sulle corsie riservate al trasporto pubblico (art. 6, comma 4, lett. c, D.Lgs. n. 285/1992) e quindi con riguardo a tutte le violazioni riscontrate. Tenuto

conto della riconosciuta competenza funzionale del sindaco in detta materia, alcune amministrazioni hanno provveduto alla revoca delle funzioni di ausi-liario del traffico ai dipendenti di società partecipa-te, riconoscendo che le funzioni di controllo di cui trattasi sono riconducibili ai compiti istituzionali del corpo o servizio di P.M. (nel quale sono state rinvenute le necessarie professionalità).Infine, si ritiene utile evidenziare che il Ministero dell’Interno, Dipartimento per gli Affari interni e territoriali, ha ravvisato (circolare 7 agosto 2007, n. 30) l’impossibilità di conferire le funzioni di ausi-liario del traffico e della sosta a soggetti impegnati in lavori socialmente utili, posto che le disposizio-ni che regolano tale figura, consentono l’attribu-zione dei compiti soltanto a soggetti che risultino dipendenti della P.A., ovvero degli enti ed aziende preposte ai servizi di polizia stradale - e quindi a dipendenti a tempo indeterminato o determinato degli stessi - mentre tale qualità non è posseduta da coloro che sono impiegati in Lsu.

9.2. Ambito spaziale d’intervento

Per un consolidato indirizzo giurisprudenziale del-la Corte di Cassazione (sez. I civ., 18 agosto 2006, n. 18186, e sez. II civ., 13 gennaio 2009, n. 551) gli ausiliari del traffico sono legittimati ad accertare e contestare violazioni a norme del Codice della stra-da in quanto le stesse concernino le disposizioni in materia di sosta, ovvero, per i dipendenti di soggetti terzi, per la sosta nelle aree oggetto di concessione e di circolazione sulle corsie riservate al trasporto pubblico, ossia per ambiti strettamente connessi alle attività svolte dal gestore di parcheggi o dall’azienda di trasporto pubblico.Occorre precisare che per i dipendenti comunali la competenza territoriale si estende a tutto il ter-ritorio del centro abitato nonché sulle altre strade comunali fuori dal centro abitato, mentre i dipen-denti delle società di gestione hanno competenza per l’area destinata al parcheggio, ivi compreso lo spazio necessario per le manovre che ne consentono la fruizione e quello posto a servizio delle medesime (Min. Interno - Dipartimento Pubblica sicurezza, circolari 25 settembre 1997, n. 300/a/26467/110/26, e 17 agosto 1998, n. 300/a/55042/110/26). La Cor-te di Cassazione (sez. I civ., 7 aprile 2005, n. 7336) ha precisato, in senso conforme all’interpretazione ministeriale, che il potere di accertamento delle in-frazioni in esame da parte del personale dipendente delle società di gestione dei parcheggi richiede che:

Page 97: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

la polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni - parte 37

2359

- l’area destinata alla sosta sia stata data in conces-sione dal comune alla società ex art. 7, c. 8, Codice della Strada;

- i dipendenti della società titolare del potere di accertamento siano stati designati con le modalità sopra indicate.

Ad ogni modo il potere del succitato personale deve ritenersi limitato all’accertamento delle sole violazioni in materia di sosta che interessano l’area oggetto della concessione, nonché quelle limitrofe ma esclusivamente se ed in quanto precludano la funzionalità del parcheggio. In senso conforme la Cassazione (sez. II, 16 febbraio 2016, n. 2973) ha precisato che i dipendenti di aziende esercenti il tra-sporto pubblico di persone, aventi funzioni ispet-tive, ai quali, ai sensi dell’art. 17, comma 133, della legge n. 127 del 1997, siano state conferite le funzio-ni di cui al comma 132 del citato articolo, possono accertare le violazioni in materia di circolazione e sosta limitatamente alle corsie riservate al trasporto pubblico, ex art. 6, c. 4, lett. c), Codice della strada, con esclusione, quindi, dell’esercizio di tali funzioni relativamente ad ogni altra area del territorio cit-tadino.

Cap. VLe dotazioni

1. L’armamento

Ogni amministrazione comunale deve dotarsi di un regolamento per il porto, l’uso e la conservazione delle armi di ordinanza assegnate al personale al quale è conferita la qualifica di agente di pubblica si-curezza. La norma regolamentare deve disciplinare i casi in cui è necessario, per gli agenti e gli ufficiali di polizia locale, il porto delle armi ed il loro tipo per ogni servizio cui vengono adibiti, l’istituzione, le caratteristiche ed il funzionamento dell’armeria presso la quale le armi debbono essere depositate al termine del servizio, i compiti dell’assegnatario nonché i controlli e la vigilanza (vedasi il D.M. 4 marzo 1987, n. 145, recante norme per l’armamen-to degli appartenenti al Corpo di polizia municipale ai quali è conferita la qualità di agente di pubblica sicurezza).Il contenuto del regolamento è definito nell’eserci-zio dell’autonomia comunale, in ragione dell’esa-me delle esigenze territoriali ed organizzative ed in armonia con gli accordi con le parti sociali, indivi-

duando le qualifiche funzionali in concreto corri-spondenti alle proprie esigenze, come confermato dalla giurisprudenza (cfr. Tar Lazio, Roma, sez. II, 14 settembre 2005, n. 7029). L’adozione del regola-mento costituisce, peraltro, adempimento necessa-rio (in tal senso anche Prefettura di Belluno, circ. 2 marzo 2007, n. 1000). Si ritiene utile sottolineare che pur rientrando nella discrezionalità dell’ente locale l’individuazione dei servizi di polizia mu-nicipale che vanno svolti in forma armata, vi è un obbligo per tutti gli addetti in possesso della quali-fica di P.S. di portare le armi in dotazione durante l’espletamento del servizio allorché il Prefetto ne faccia motivata richiesta.In merito all’acquisto delle armi cui possono essere dotati i vigili urbani è stato chiarito (Min. interno, circolare n. 557/PAS.14767.12982(10)8 del 18 gen-naio 2006) che le relative modalità devono essere stabilite con il regolamento comunale nel rispetto delle disposizioni di legge vigenti; l’acquisto, in par-ticolare, è subordinato al rilascio del nulla osta del Questore ai sensi dell’art. 35 TULPS. Con il com-ma 134 dell’art. 17 della legge n. 127/1997 è stato modificato l’art. 5 della legge n. 65/1986 nel senso che i vigili urbani, ai quali è stato riconosciuto lo status di agente di pubblica sicurezza, possono por-tare, senza licenza, le armi di ordinanza previste dai regolamenti di polizia locale, solo se in materia è stata assunta apposita deliberazione del consiglio comunale. Si deve osservare al riguardo che l’art. 2, comma 3 del decreto ministeriale n. 145/1987, sta-bilisce che per motivi di sicurezza ed in considera-zione della presenza di elevati indici locali di micro-criminalità, il prefetto territorialmente competente può chiedere al Sindaco che gli ufficiali ed agenti di polizia locale in possesso della qualifica di agenti di pubblica sicurezza prestino servizio armato. In tal caso, e qualora il consiglio comunale avesse pre-ventivamente deciso di non armare i vigili urbani ai sensi della sopra richiamata disposizione della legge 127/1997, la richiesta del prefetto dovrà essere sot-toposta al consiglio comunale.

2. La patente di servizio

Con D.M. 11 agosto 2004, n. 246 (in G.U. 1° ottobre 2004, n. 231) è stato approvato il regolamento per il rilascio della patente di servizio per il personale abi-litato allo svolgimento di compiti di polizia stradale. Con circolari n. M/2413-3 dell’1.3.2005 e successive, pari numero, del 18 luglio 2005 e 30 settembre 2005,

Page 98: La polizia locale: organizzazione, Riccardo Narducci ... · 2263 Parte trentasettesima La polizia locale: organizzazione, compiti e funzioni Riccardo Narducci TITOLO I La sicurezza

area v - le funzioni di amministrazione generale

2360

il Ministero dell’Interno - Dipartimento per gli Affari interni e territoriali, ha fornito indicazioni operative in merito all’applicazione della nuova disciplina.Il nuovo modello della patente di servizio è stato approvato con D.M. 5 gennaio 2006, n. 45 (in G.U. 20 febbraio 2006, n. 42).La patente di servizio è rilasciata dal prefetto ai vigili appartenenti ai corpi e servizi di polizia municipale e provinciale, su richiesta del relativo responsabile e previo superamento di apposito esame di qualificazione, in possesso della pa-tente di guida rilasciata ai sensi dell’art. 116 del Codice della strada. L’ente interessato provvede all’istruttoria necessaria al rilascio del titolo abi-litativo secondo le modalità indicate nelle citate circolari. Con la successiva circolare 21 settem-bre 2011, n. 13503, il Ministero ha reso noto che ciascun ente locale, nell’ambito del territorio di rispettiva competenza, dovrà versare, presso la locale Tesoreria Provinciale dello Stato, sul cap. 2368, Capo X - Entrate eventuali e diverse del Mi-nistero dell’Economia e delle Finanze, la somma relativa all’importo della fornitura, comprensiva di IVA e spese di spedizione e scorta armata, e trasmettere successivamente, all’Ufficio X di quel Dicastero, copia della quietanza attestante l’avve-nuto pagamento.La patente di servizio si intende rinnovata ad ogni conferma di validità della patente di guida, e in caso di sospensione o revoca di quest’ultima è sospesa o revocata dal prefetto. La patente di servizio può essere altresì sospesa o revocata dal prefetto o su proposta motivata del responsabile del corpo o ser-vizio di appartenenza del titolare, quando questi, nell’impiego dei veicoli di servizio, abbia cagionato per imperizia o negligenza danni ai medesimi o ad altre cose dell’ente o di altri soggetti.Le disposizioni contenute nel regolamento non si applicano per il rilascio, la sospensione e la revoca dei titoli abilitativi disciplinati dall’art. 138 del Co-dice della strada, in quanto disciplinati dalle regole interne a ciascuna amministrazione.

3. Gli autoveicoli ed i motoveicoli destinati ad uso esclusivo della polizia locale

I corpi o servizi di polizia locale possono utilizza-re veicoli per uso speciale destinati al loro esclusivo

utilizzo, caratterizzati dalla presenza di attrezzatu-re e apparecchiature permanentemente installate all’interno del veicolo e finalizzate allo svolgimento dei compiti d’istituto.Gli autoveicoli per uso speciale della polizia locale devono risultare conformi alla normativa tecnica ed amministrativa stabilita con D.M. 20 febbraio 2003 (in G.U. 19.3.2003, n. 65), e smi; per l’immatrico-lazione dei veicoli ad uso speciale destinati ad uso esclusivo dei Corpi e servizi di polizia locale occorre considerare le istruzioni fornite dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con circolare 10 luglio 2013, n. 18003. Detti autoveicoli devono essere uti-lizzati esclusivamente dal corpo o servizio di polizia locale al quale sono in dotazione, e, qualora siano dimessi dal servizio, possono essere reimmatricolati secondo quanto previsto dall’art. 4 del predetto de-creto 20 febbraio 2003, come modificato dal D.M. 16 marzo 2004.Agli autoveicoli, motoveicoli e ciclomotori in dota-zione ai corpi di polizia municipale e provinciale, adibiti esclusivamente ai servizi di polizia stradale, è assegnata - ai sensi dell’art. 93, c. 11, del Codice del-la strada - una targa speciale di immatricolazione conforme ai requisiti di cui al D.M. 27 aprile 2006, n. 209 (in G.U. 12.6.2006, n. 134).Gli autoveicoli ed i motoveicoli adibiti esclusiva-mente a servizi di polizia possono essere dotati del dispositivo acustico supplementare e di quello di segnalazione visiva a luce lampeggiante ex art. 117, c. 1, Codice della strada (Ministero delle infrastrut-ture e dei trasporti, circ. 14 giugno 2007, n. Div. 6-57014).Il prezzo di vendita delle targhe di immatricolazio-ne dei veicoli in dotazione alla Polizia locale è stato fissato dal D.M. 25 settembre 2007 (in G.U. 12 di-cembre 2007, n. 288) (e 39,12 per autoveicoli; e 20,85 per motoveicoli; e 8,48 per ciclomotori - da versare sul c/c postale n. 121012 intestato alla sezio-ne tesoreria provinciale dello Stato di Viterbo - Ac-quisto targhe veicoli a motore).Il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con circolare 22 maggio 2015, n. 12291, a cui si rinvia, ha fornito indicazioni per uniformare le procedure di immatricolazione e trasferimento dei veicoli adi-biti a servizio di polizia locale, nonché per il rilascio del duplicato della carta di circolazione.