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La regolamentazione e la vigilanza
Economia degli Intermediari FinanziariAnno Accademico 2019/2020Ph.D. Elisa Di [email protected]
Argomenti da trattare
Le ragioni della regolamentazione
Gli obiettivi
Gli strumenti
Architettura degli organi di vigilanza
Il quadro regolamentare e di vigilanza nell’Unione Europea e in Italia
L’assetto dei controlli di vigilanza nell’Unione Europea e in Italia
Le ragioni della regolamentazione
• Regolamentazione:
• Quadro normativo (leggi + norme amministrative) che disciplina l’attività
delle istituzioni finanziarie
• Vigilanza/supervisione
• Attività di controllo finalizzata a verificare l’effettiva applicazione della
regolamentazione, intervenendo nei casi d’inadempienza.
Le ragioni della regolamentazione• Due motivazioni essenziali:
1. Centralità del sistema finanziario nelle moderne economie monetarie
((sicurezza, stabilità, efficienza) + politica monetaria (regolare la quantità di
moneta in circolo)).
2. Fattori di contagio che accompagnano il malfunzionamento (crisi) delle
strutture del sistema finanziario:
• Rischio sistemico (effetto domino anche a livello internazionale)
(Esternalità negative)
• Recessione economica da perdita di ricchezza finanziaria dei
risparmiatori (Tutela dei risparmio e degli investitori)
• Malfunzionamento del sistema dei pagamenti (Funzione monetaria)
• Dispersione di informazioni su debitori e credi crunch (Asimmentria
informativa)
Le ragioni della regolamentazione
• La ragione fondante della regolamentazione risiede nella
circostanza di prevenire, ed eventualmente gestire situazioni di
crisi.
• La vigilanza è preposta a verificare il rispetto della normative da
parte degli intermediari.
Gli obiettivi della regolamentazione
Gli obiettivi della regolamentazione e della vigilanza sono da ricollegarsi alle funzioni svolte dal sistema finanziario e in particolare dagli intermediari bancari: monetaria, creditizia e di trasmissione degli impulsi della politica monetaria. Tali obiettivi sono definiti in:
1. Tutela dei risparmiatori
2. Stabilità dei singoli intermediari e del sistema finanziario nel suo complesso
3. Efficienza
4. Correttezza e trasparenza dei comportamenti degli intermediari
Gli obiettivi della regolamentazione
Macrostabilità:
Prevenire/limitare l’insorgere di situazioni patologiche nelle istituzioni finanziarie (rischio sistemico)
Microstabilità:
Verificare la capacità dei singoli intermediari di evidenziare corretti equilibri gestionali (regolamentazione prudenziale)
Gli obiettivi della regolamentazione
Efficienza allocativa:
Creare le condizioni affinché i 2 circuiti di collegamento (intermediari e mercati):
◦ Selezionino correttamente i progetti da finanziare
◦ Ottimizzino la divisione del lavoro
Efficienza Tecnico-operativa:
Mercati organizzati e intermediari devono poter raggiungere una dimensione ottima, ossia produrre al minimo costo unitario
Gli obiettivi della regolamentazione
Trasparenza (macro):•Efficienza informativa
• Assicurare la diffusione delle informazioni (parità di condizioni per gli operatori) ed efficienti meccanismi di formazione dei prezzi delle attività finanziarie
Trasparenza (micro):•La gestione aziendale dell’intermediario
• Rendere disponibile al pubblico dati contabili ed extra-contabili
• Il rapporto intermediario-cliente
• Trasparenza dei comportamenti
CANALE DIRETTOCANALE INDIRETTO
L’intervento regolamentare e di controllo mira soprattutto alla stabilità degli intermediari (in particolare quelli bancari). Tale obiettivo si ricollega a due aspetti:• Ruolo di controparte diretta dei
risparmiatori• Funzione monetaria da loro svolta
(gestione del sistema dei pagamenti)
Assicurare agli investitori le informazioni necessarie per effettuare in modo efficiente le decisioni di investimento, avendo riguardo della specifica propensione al rischio; dall’altro lato, di garantire correttezza e trasparenza nel comportamento degli intermediari. La funzione di regolamentazione e controllo opera lungo tre direttrici:1. Mercati2. Intermediari3. Emittenti
Gli obiettivi della regolamentazione
Gli strumenti
Il set di strumenti a disposizione delle funzioni di regolamentazione e di vigilanza consta di due tipologie:
1. Strumenti/controlli ex- ante volti a prevenire l’insorgere dei casi di crisi
2. Strumenti/controlli ex-post indirizzati a limitare l’effetto contagio di crisi di singoli intermediari e a risolvere con interventi ad hoc specifici casi di crisi aziendali
Gli strumenti ex-ante
La funzione di vigilanza, nell’ambito degli interventi ex-ante utilizza strumenti e controlli di tre tipi:
•Regolamentari
•Informativi
•Ispettivi
La vigilanza regolamentare
Interviene su aspetti di struttura e operatività degli intermediari, con il fine di limitarne e monitorare l’assunzione dei rischi. Gli strumenti/controlli che rientrano in questa area di vigilanza sono: strutturali, prudenziali e di correttezza e trasparenza.
Gli strumenti/controlli strutturali sono utilizzati per definire o modificare la morfologia del comparto finanziario interessato, in termini di condizioni di entrata e uscita del mercato, numero e dimensioni delle imprese operanti influenzano il grado di concorrenza
• Controlli all’entrata costituiti da regole per l’accesso all’attività o ai vincoli posti all’ingresso in nuovi mercati con la limitazione all’apertura di nuovi sportelli
• Vincoli all’operatività hanno l’obiettivo di limitare o impedire alcune tipologie di attività (es. assunzioni di partecipazioni) oppure l’operatività su una gamma più o meno ampia di servizi e/o scadenze
• Restrizioni a operazioni di tipo straordinario operazioni del tipo fusioni o acquisizioni in grado di alterare la struttura del mercato
La vigilanza regolamentare
Gli strumenti/controlli prudenziali sono utilizzati per monitorare i rischi assunti dagli intermediari e limitarne l’esposizione, in una logica di sana e prudente gestione mirata a rafforzarne la stabilità.
Tali strumenti hanno l’obiettivo di garantire la liquidità e la solvibilità degli intermediari.
Esempi:
Requisiti minimi di capitalizzazione
Requisiti/ratios patrimoniali
Requisiti/ratios liquidità
Limiti all’assunzione e alla concentrazione dei rischi
La vigilanza regolamentare
Gli strumenti/controlli di trasparenza e correttezza sono effettuati principalmente in due ambiti:
Le caratteristiche dei rapporti negoziali tra la clientela e l’intermediario e la specifica delle condizioni applicate
Operazioni in titoli e alle modalità per garantire che esse siano svolte nell’interesse del cliente: (es. prospetti informativi per le emissioni titoli, definizione dell’eventuale interesse diretto dell’intermediario nell’operazione, individuazione dei rischi collegati all’operazione proposta).
La vigilanza informativa
Ha l’obiettivo di monitorare costantemente l’operatività degli intermediari, soprattutto per quanto riguarda i rischi che essi assumono.
Agli intermediari è richiesto l’invio agli organi di vigilanza di flussi informativi periodici che consentono l’analisi delle diverse situazioni aziendali.
Le autorità di vigilanza possono richiedere inoltre ulteriori informazioni, in relazione a specifiche situazioni o approfondimenti
La vigilanza ispettiva
Integra con verifiche sul campo la vigilanza informativa.
Le ispezioni hanno in primo luogo natura periodica.
Sono inoltre effettuate ispezioni non periodiche se ne viene valutata l’esigenza, se si verificano specifici accadimenti oppure per verificare che le raccomandazioni di precedenti ispezioni siano state recepite.
Gli strumenti ex-postHanno l’obiettivo di risolvere in modo ordinato i casi di crisi bancarie per scongiurare possibili effetti contagio e per limitare le ricadute in primis sui depositanti, ma più in generale sull’intera economia. I provvedimenti in questione sono definiti di «gestione delle crisi bancarie».
Le possibilità a riguardo sono due:
• la risoluzione processo di ristrutturazione che mira a evitare interruzioni nella prestazione dei servizi essenziali offerti dalla banca, a ripristinare condizioni di sostenibilità economica della parte sana della banca e a liquidare le parti restanti.
• la liquidazione dell’intermediario una procedura speciale per le banche e gli intermediari finanziari, al posto del fallimento applicabile alle imprese di diritto comune. Dal 1° gennaio 2016 è in vigore la Bank Resolution and RecoveryDirective che uniforma le procedure di risoluzione nell’Unione Europea
Strumento ex-ante ed ex-post
Assicurazione dei depositi E’ un sistema di garanzia che offre tutela ai depositanti, quali risparmiatori inconsapevoli e quindi non in grado di valutare lo stato di salute delle banche cui affidano il proprio risparmio. Prevede il rimborso, entro limiti predefiniti, delle cifre depositate.
Il sistema di garanzia italiano, denominato Fondo Interbancario di tutela dei depositi ha per oggetto conti correnti, depositi (anche vincolati), assegni circolari e certificati di deposito nominativi. Ai fini dell’applicazione del livello di copertura di €100.000 per ciascun depositante, si procede a cumulare i depositi dei vari conti intestati alla stessa persona nella stessa banca.
Tipologie di strumenti Aree di intervento Esempi di strumenti
Di tipo strutturale Struttura del sistema finanziario - Condizioni per:
1. Autorizzazione all’esercizio
dell’attività
2. Apertura di nuovi canali
distributivi
- Vincoli all’azionariato
Di tipo prudenziale Rischi dell’attività degli intermediari - Coefficienti minimi di capitale
legati ai rischi assunti
- Limiti alla concentrazione dei
rischi/trasformazione scadenze
- Norme sul rapporto banca-impresa
Tavola riassuntiva
Tipologie di strumenti Aree di intervento Esempi di strumenti
Informativi/Ispettivi Conduzione e organizzazione aziendale - Invio periodico di dati e
informazioni, di dati contabili ed
extracontabili
- Poteri ispettivi delle autorità
Di trasparenza / correttezza
comportamento
Informazioni fornite ai clienti e al
pubblico
- Norme sulla trasparenza delle
condizioni applicate
- Norme di comportamento nella
vendita di prodotti/servizi finanziari
- Disciplina di Take over e OPV/OPS
Tavola riassuntiva
Architettura degli organi di vigilanza
Nel tempo e nei differenti paesi sono emerse diverse architetture dei controlli, con la presenza di più autorità di vigilanza con poteri/strumenti differenziati:
•Vigilanza per soggetti (istituzionale): ispirata alle diverse tipologie istituzionali dell’intermediazione intermediari bancari-creditizi, intermediari mobiliari e imprese assicurative
•Vigilanza per attività/funzioni: parità di trattamento a parità di funzione svolta da intermediari diversi. Teoricamente opportuna, praticamente inattuabile, poiché richiederebbe un numero tale di autorità di controllo da creare diseconomie nel processo di vigilanza e rilevanti costi per gli intermediari vigilati
•Vigilanza per finalità «twin peaks»: basata sulle due principali finalità dei controlli stabilità da un lato, correttezza e trasparenza dall’altro
•Regolamentatore unico «single regulator»:competenza su tutte le tipologie di intermediari,per le diverse finalità dei controlli.
Il quadro regolamentare e di vigilanza nell’Unione Europea e in Italia
Il processo normativo comunitario è basato sul principio della libertà di stabilimento e di prestazione dei servizi finanziari all’interno dei paesi dell’UE e sull’armonizzazione minima degli aspetti regolamentari
Il legislatore ha introdotto, attraverso le direttive, un insieme di regole minime per i vari comparti del sistema finanziario, in modo da omogeneizzare gli aspetti regolamentari di base dei diversi ordinamenti
Il recepimento delle direttive in materia finanziaria nei diversi paesi ha determinato sostanzialmente convergenza degli ordinamenti nazionali, pur in presenza di talune discrezionalità nazionali. A tale convergenza regolamentare non ha fatto, però, riscontro un’analoga convergenza nella funzione di vigilanza che è rimasta a livello nazionale, sino agli anni più recenti.
Il quadro regolamentare e di vigilanza nell’Unione Europea e in Italia
La regolamentazione bancaria nell’UE
L’impostazione per il comparto bancario è quello della regolamentazione prudenziale e poggia sull’adeguata patrimonializzazione delle banche a fronte delle dimensioni operative e dell’entità e della tipologia dei rischi assunti.
Tale approccio si basa sulla possibilità per gli intermediari di elaborare le proprie strategie di business e di assunzione dei rischi Risk based e organizationalbased
La vigilanza bancaria si è dotata di un’ampia gamma di strumenti di vigilanza prudenziale, con l’intento di accrescere l’efficienza del comparto Coefficienti patrimoniali Accordo di Basilea
Accordo di Basilea
• La crisi del 2007-2009 ha mostrato l’inadeguatezza di Basilea 2 per vari motivi:
• Pro-ciclicità.
• Carenza di capitale, sia per la scarsa ponderazione ad esempio del trading book
e degli impegni fuori bilancio come le cartolarizzazioni, sia per il deterioramento
della qualità del capitale con gli strumenti ibridi.
• Mancanza di regole di gestione della liquidità e dell’equilibrio delle scadenze
tra attivo e passivo (troppo finanziamento a brevissimo sull’interbancario).
• Mancanza di una regolamentazione macro-prudenziale, cioè del rischio
sistemico.
• Per questo, pur mantenendo l’impianto a tre pilastri, l’accordo sul capitale sta
venendo ampiamente modificato Basilea 3.
BASILEA 3• Modifiche ai vari pilastri:
• Primo pilastro:
• Rafforzamento del capitale:
• Rafforzamento della componente di common equity
• Capital conservation buffer
• Countercyclical buffer
• Maggiore copertura dei rischi: trading book, cartolarizzazioni, derivati (favorito l’uso delle
clearing house)…
• Leverage ratio per il contenimento del leverage
• Secondo pilastro: indicazioni sulla misurazione dei rischi sulle cartolarizzazioni, concentrazione
del rischio, incentivi ad un’ottica di lungo periodo, prassi remunerative di sana gestione…
• Terzo pilastro: maggiori informazioni sui veicoli fuori bilancio, maggior disclosure sulle
componenti del capitale di vigilanza…
BASILEA 3 «Patrimonio di vigilanza»
Tier 1 – Patrimonio di base: definito anche going concern capital, in quanto deve essere ingrado di assorbire le perdite in condizione di continuità di impresa. E’ composto da:
• Common Equity Tier 1 o Core Equity Tier1 CET1, patrimonio di qualità primariacomposto da: capitale azionario versato al netto di specifiche detrazioni, riservasovrapprezzo azioni, riserve di utili, riserva da rivalutazioni e altre riserve palesi,
• Tier 1 aggiuntivo: patrimonio di base aggiuntivo composto da strumenti dipatrimonializzazione non compresi nel CET1 ma che hanno comunque piena capacità diassorbimento delle perdite going concern;
Tier 2: patrimonio supplementare, definito anche gone concern capital a copertura delle perditein caso di liquidazione. E’ composto da riserve di valutazione e da strumenti innovativi di capitaleed ibridi;
Tier 3 capital: prestiti subordinati di terzo livello. Tale componente, utilizzabile per il solorischio di mercato , è stata eliminata da Basilea 3 e sta progressivamente estinguendosi.
BASILEA 3 «I tre pilastri»
Pilastro 1: si basa sul mantenimento di coefficienti patrimoniali minimi a fronte dei rischi di credito, di mercato e operativo. Il requisito patrimoniale minimo totale (Tier 1 e Tier 2) da mantenere a regime rispetto alle attività ponderate per il rischio (RWA – Risk Weighted Assetss) è del 10,5%. All’interno del 10,5% la quota minima del patrimonio di più elevata qualità, (CET1) è stata aumentata al 7%.
Pilastro 2: riguarda il cosiddetto processo di controllo prudenziale. Le banche devono procedere all’autovalutazione dell’adeguatezza patrimoniale, attraverso l’Internal Capital AdequancyAssessment Process, ICAAP. Tale processo ha l’obiettivo di verificare che sia attuata un’adeguata identificazione, misurazione e controllo dei rischi, che sia mantenuto capitale adeguato a presidiare i profili di rischio assunti.
Pilastro 3: si basa sulla disciplina che le forze di mercato possono esercitare sulle banche al fine di rafforzare l’adeguatezza patrimoniale e prevede che le banche forniscono specifici flussi informativi al mercato, relativi ai rischi assunti al loro monitoraggio e alle risorse patrimoniali allocate.
BASILEA 3
Il quadro regolamentare e di vigilanza nell’Unione Europea e in Italia
I controlli interni nelle banche
Sono tre le funzioni di controllo interno nelle banche:
1. Internal audit
2. Risk management
3. Compliance
Le funzioni di controllo constano di unità indipendenti e specializzate, che svolgono attività a spiccato contenuto tecnico.
L’assetto dei controlli di vigilanza nell’Unione Europea
VIGILANZA MACRO-
PRUDENZIALE
ESRB (European Systemic Risk Board )
Consiglio generale
BCE
Presidente di EBA, EIOPA ed ESMA
Commissione Europea
Scambio di informazioni sui rischi sistemici
ESFS (European System of Financial Supervision )
EBA(EuropeanBanking Authority)
EIOPA (European Insuranceand Occupational Pensions
Authority)
ESMA (EuropeanSecurities Markets
Authority)
Autorità nazionali di vigilanza per il
settore bancario
Autorità nazionali di vigilanza per il
settore assicurativo
Autorità nazionali di vigilanza per il settore
mobiliare
VIGILANZA MICRO-
PRUDENZIALE
L’assetto dei controlli di vigilanza nell’Unione Europea
ESRB (European Systemic Risk Board) è privo di personalità giuridica ed è
supportato dal punto di vista logistico e operativo dalla BCE.
• I compiti principali sono lo sviluppo di analisi sul sistema finanziario
europeo e la segnalazione di aree di rischio e vulnerabilità del sistema
finanziario europeo
• Ha poteri limitati (in quanto la prerogativa di introdurre politiche
macro-prudenziali rimane nelle prerogative delle autorità nazionali
competenti):
• Può formulare raccomandazioni di natura non vincolante sulle
policy da intraprendere, per interventi correttivi a livello europeo e
nazionale.
• Vigila sull’effettiva attuazione delle raccomandazioni, coinvolgendo
il Consiglio e le autorità di vigilanza europee.
L’assetto dei controlli di vigilanza nell’Unione Europea
ESFS (European Systemic of Financial Supervisors) ha competenza di
vigilanza micro-prudenziale relativa quindi alla stabilità del singolo
intermediario.
• Si compone di tre agenzie con personalità giuridica di diritto comunitario,
European Supervisory Authorities – ESA, con competenza sui tre comparti
del sistema finanziario:
• Bancario: EBA – European Banking Authority
• Mobiliare: ESMA – European Securities Markets Authority
• Assicurativo e dei fondi pensione: EIOPA – European Insurance and
Occupational Pensions Authority
Unione Bancaria Europea
Nel giugno del 2012 ha preso avvio il processo per la creazione di una Unione Bancaria Europea, European Banking Union, con l’obiettivo di accelerare il processo di unificazione economica e finanziaria. L’Unione Bancaria Europea è diventata necessaria affinché il meccanismo di stabilità europea (European Stability Mechanism – ESM) possa ricapitalizzare le banche in difficoltà, evitando il finanziamento degli stati sovrani.
L’Unione Bancaria Europea consiste di tre pilastri:
1. Vigilanza integrata Vigilanza Unica Europea (Single Supervisory Mechanism - SSM)
2. Sistema di risoluzione europeo delle crisi bancarie
3. Sistema europeo di garanzia dei depositi
Unione Bancaria Europea: i tre pilastri1. Vigilanza integrata per garantire l’efficace applicazione delle norme
prudenziali, del controllo dei rischi e della prevenzione delle crisi in tutta l’area. Questo pilastro ha dato vita alla cosidetta Vigilanza Unica Europea (Single Supervisory Mechanism - SSM). L’SSM assegna la responsabilità finale della vigilanza delle banche della sola area euro alla Banca Centrale Europea.
2. Sistema di risoluzione europeo delle crisi bancarie per permettere una liquidazione ordinata degli istituti in crisi irreversibile e in tal modo proteggere i fondi dei contribuenti. Per evitare che il costo dei salvataggi gravi sulle finanze pubbliche e quindi sui contribuenti, è stato vietato il meccanismo del bail-out (salvataggio esterno) ed introdotto il meccanismo del bail-in (salvataggio interno)
3. Sistema europeo di garanzia dei depositi per introdurre una dimensione europea nei sistemi nazionali di garanzia dei depositi per le banche oggetto di vigilanza europea.
Single Supervisory MechanismAssegna alla Banca Centrale Europea la responsabilità finale della vigilanza delle banche della sola area dell’euro.
La competenza del SSM riguarda la vigilanza prudenziale degli intermediari creditizi, mentre la competenza delle altre materie (es. trasparenza e correttezza, antiriciclaggio, usura) rimane in capo alle rispettive autorità nazionali competenti.
Alla BCE spetta la vigilanza diretta sulle banche cosiddette «significative», che presentano almeno uno delle seguenti caratteristiche:• Valore totale delle attività supera i 30 miliardi di €
• Rapporto tra le attività totali (superiore a 5 miliardi) e il PIL dello stato membro partecipante in cui l’istituto è stabilito supera il 20%
• L’ente creditizio è uno dei tre maggiori istituti di uno stato membro partecipante
• L’ente creditizio ha richiesto o ricevuto gli aiuti dei Fondi di salvataggio europei
• L’ente creditizio ha attività transfrontaliere significative
Single Supervisory Mechanism
La BCE ha poteri di vigilanza prudenziale, sia informativa che ispettiva, e potere di attuazione delle decisioni e delle sanzioni
La BCE può decidere in ogni momento di esercitare i propri poteri nei riguardi di qualsiasi altra banca, di qualunque dimensione se lo reputerà «necessario per assicurare una coerente applicazione di alti standard di sorveglianza»
Gli organi di vigilanza in Italia
In Italia si è definito nel tempo un sistema ibrido in quanto basato parzialmente su un modello per finalità, con aspetti legati al modello istituzionale.
•Alla Banca d’Italia spettano i controlli di stabilità, non solo per il comparto bancario, ma anche per le società di gestione del risparmio e per le imprese d’investimento
•Alla Consob spettano i controlli sulla correttezza e trasparenza per operazioni su strumenti finanziari, quindi il controllo del mercato mobiliare per tutelare gli investitori e il risparmio e aumentare la trasparenza e l’efficienza del mercato stesso.
•All’IVASS spettano controlli di varia natura per il comparto assicurativo
Gli organi di vigilanza in Italia: Banca d’Italia
Mantiene per il comparto bancario la competenza sui temi non di vigilanza prudenziale:
◦ Correttezza e trasparenza nei rapporti contrattuali con la clientela
◦ Applicazione delle normativa antiriciclaggio
◦ Applicazione della normativa sull’usura
◦ Sorveglianza sui sistemi di pagamento.
Responsabile a livello nazionale delle funzioni di vigilanza su gli altri intermediari (tra cui le SGR)
Gli organi di vigilanza in Italia: Consob• Controllo sulla correttezza degli intermediari:
regolamentazione dei servizi di investimento;
vigilanza sulla correttezza del comportamento degli intermediari;
controllo delle informazioni fornite al mercato da promotori;
monitoraggio di eventuali anomalie nelle negoziazioni (insider trading, aggiotaggio…).
• Controllo di trasparenza degli emittenti:
controllo degli obblighi informativi e delle informazioni delle società quotate e degli
strumenti.
autorizzazione alla pubblicazione dei documenti relativi alle offerte pubbliche.
• Controllo sui mercati regolamentati e sui soggetti che li gestiscono:
autorizzazione all’istituzione di nuovi mercati regolamentati;
vigilanza sulle società di gestione dei mercati regolamentati, sul funzionamento ordinato e
trasparente delle negoziazioni.
Gli organi di vigilanza in Italia: IVASS• Attività: vigilare sul settore assicurativo.
• Obiettivi:
• Favorire la sana e prudente gestione delle assicurazioni, favorendo nel
contempo competitività e efficienza.
• Tutelare i consumatori con trasparenza e correttezza:
• trasparenza informativa,
• disciplina nell’offerta e nell’esecuzione dei contratti assicurativi.
• Analisi e ricerca sulle tariffe per supporto tecnico ai provvedimenti del
governo.