Upload
vuanh
View
215
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
LA SCUOLA NELLA STAGIONE DELLA
VALUTAZIONE E DEL MIGLIORAMENTO
Gabriella Scaturro
Dirigente Tecnico USR Campania
Salerno, 28-29 Ottobre 2016
1
La Legge 107 del 2015
La Legge n. 107 del 2015, anche se non è un capolavoro di tecnica compilativa,
presenta degli snodi, dei nuclei tematici ed operativi di grande interesse, quali
l’autonomia scolastica, l’organico dell’autonomia
il Sistema Nazionale di Valutazione in via di implementazione, l’attenzione al
miglioramento ed al merito
la formazione e l’aggiornamento professionale obbligatorio anche con un
budget
l’innovazione digitale e la didattica laboratoriale
l’alternanza scuola lavoro
un più rilevante profilo del Dirigente Scolastico
2
La Legge 107 del 2015
Lo scopo della Legge, posto in apertura, nel primo dei ben 212 ramificati
commi del suo unico articolo, è il ruolo centrale della scuola nella società
della conoscenza, una scuola che deve innalzare i livelli di istruzione e le
competenze degli studenti, una scuola aperta, laboratorio permanente di
ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di
educazione alla cittadinanza attiva, per garantire il diritto allo studio, le pari
opportunità di successo formativo e di istruzione permanente dei cittadini.
3
Motivazioni che spingono le organizzazioni a sviluppare il
miglioramento
“ Il punto di partenza per produrre miglioramento è riconoscerne la necessità.
Questo riconoscimento deriva dall’individuazione di un problema.
Se nessun problema viene individuato, il miglioramento non viene riconosciuto
come necessario” .
(Cit. Prof. M. Imai)
4
Il successo formativo
La scuola dell’autonomia nasce con il fondamentale obiettivo di assicurare il successo
formativo a tutti gli alunni secondo il dettato della Costituzione (Art. 3)
« E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico
e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e
sociale del Paese».
5
D.P.R. 275/99, art. 1
Natura e scopi dell’autonomia delle istituzioni scolastiche
“L’autonomia scolastica è garanzia di libertà d’insegnamento e di
pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella
realizzazione d’interventi di educazione, formazione, e istruzione mirati
allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla
domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti
coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente
con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con
l’esigenza di migliorare l’efficacia del processo di insegnamento e di
apprendimento”.
6
7
“Se ti metti di fronte a un albero e lo guardi incessantemente per vedere se
cresce e di quanto sia cresciuto, non vedrai nulla. Ma curalo in ogni momento,
liberalo dal superfluo e tienilo pulito (…) ed esso, a tempo debito, comincerà a
crescere. E’ sbagliato esaminarlo in continuazione per vedere quanto sia
cresciuto”.
(Martin Buber, Racconti chassidici. I dieci gradini della saggezza, Red, Como,
1997, p. 63.)
8
Un percorso orientato al “successo formativo” deve
fornire le competenze chiave di cittadinanza
da acquisire al termine dell’istruzione obbligatoria
Imparare ad imparare
Progettare
Comunicare
Collaborare e partecipare
Agire in modo autonomo e responsabile
Risolvere problemi
Individuare collegamenti e relazioni
Acquisire ed interpretare l’informazione
Sistema Nazionale di Valutazione
Figlio di VALES
Valuta efficienza ed efficacia del sistema educativo nazionale (e dei DS) secondo priorità
strategiche definite periodicamente dal MIUR
Tre attori:
1. INVALSI (responsabilità tecnico-scientifica, coordinamento del Sistema, individua
indicatori di efficienza/efficacia, gestione, selezione/elenco e formazione esperti)
2. INDIRE (supporto al miglioramento; nuove tecnologie; innovazione didattica e
formazione; aiuto alle scuole in difficoltà),
3. Ispettori: coordinamento dei Nuclei di Valutazione esterna
9
GLI OBIETTIVI DEL REGOLAMENTO SUL SNV (D.P.R. N. 80 DEL
28.3.2013)
Supportare le istituzioni scolastiche nell’analisi dell’efficienza dei propri assetti
organizzativi e della qualità complessiva del servizio erogato per promuovere un
ciclo di autovalutazione e verifica dei risultati conseguiti;
Favorire la trasparenza, la rendicontazione sociale e la comparabilità delle
singole istituzioni scolastiche, in una logica di confronto dei risultati, anche in
ambito europeo e internazionale, e per conseguire obiettivi di miglioramento
delle attività didattiche e formative. Vengono aiutate le istituzioni scolastiche in
situazioni critiche;
Consentire la valutazione dei Dirigenti Scolastici, individuando il contributo che gli
stessi offrono al miglioramento della qualità del servizio educativo e formativo
delle rispettive istituzioni scolastiche.
10
11
12 Il D.P.R. 80/2013, contenente il nuovo Regolamento del Sistema Nazionale
di Valutazione, fa del miglioramento “continuo” la filosofia del nuovo
sistema, che non vuole essere “punitivo” nei confronti delle scuole.
In effetti, il Regolamento scandisce con una certa nettezza il percorso in
quattro fasi
a) autovalutazione
b) valutazione esterna
c) miglioramento
d) rendicontazione sociale
ed inserisce la novità della “valutazione esterna” delle scuole in una
strategia di accompagnamento dei processi di sviluppo della qualità del
sistema educativo.
13 Qualche riflessione sulla modalità di valutazione interna ed
esterna …
VALUTAZIONE INTERNA
“Le sue potenzialità sono strettamente connesse alla sua accettazione come strumento
professionale a disposizione del singolo docente e della scuola per indagare e
ripensare le proprie azioni organizzative ed educative” (FGA)
La sola V.I. è autoassolutoria e autoreferenziale
VALUTAZIONE ESTERNA
La sola V.E. non permette di entrare nella black box della scuola con il solo ausilio di
prove standardizzate e visite ispettive.
UN BUON RAV E’ L’ANELLO DI CONGIUNZIONE FRA VALUTAZIONE
INTERNA E VALUTAZIONE ESTERNA
Dall’autovalutazione al miglioramento
Il rapporto di autovalutazione: individuazione di Obiettivi di processo e di traguardi di
lungo periodo;
Il Piano di Miglioramento: definizione di una linea strategica e progettazione delle
attività di miglioramento sulla base di fattibilità ed impatto.
14
15
La struttura del RAV
Popolazione scolastica
contesto e Territorio e capitale sociale
risorse Risorse economiche e materiali
Risorse professionali
Risultati scolastici
Risultati nelle prove standardizzate
Esiti Competenze chiave e di cittadinanza
Risultati a distanza
Pratiche educative e didattiche (4 indicatori)
Processi Pratiche gestionali e organizzative (3 indicatori)
Processo di autovalutazione
Individuazione Priorità e Traguardi
delle priorità Obiettivi di processo
Gli obiettivi-priorità
(Linee Guida per l’attuazione della Direttiva n. 25 del
28.6.2016)
Gli obiettivi (priorità) del Rapporto di autovalutazione, insieme con gli
obiettivi nazionali e gli obiettivi regionali, sono il punto di partenza per
la valutazione dei Dirigenti scolastici, e rappresentano il quadro di
riferimento all’interno del quale si colloca l’azione della dirigenza e il
contributo al miglioramento del servizio.
16
RENDICONTAZIONE (accountability)
Pubblicazione e diffusione dei risultati raggiunti, attraverso indicatori e dati comparabili, sia in una dimensione di trasparenza sia una dimensione di condivisione e di promozione al miglioramento del servizio con la comunità di appartenenza
Perchè si possa parlare dell’esistenza di un sistema di Accountability è necessaria la compresenza di due elementi
(Hanushek, 2002):
la pubblicità dei risultati di apprendimento delle singole scuole
imputazione della responsabilità dei risultati degli alunni alle scuole, soggette a sanzioni e ricompense dirette o indirette, che modificano la struttura degli incentivi cui sono esposte
17
IL FARO
ovvero come risolvere contraddizioni apparenti
(tratto da Stephen R. Covey “I sette pilastri del successo. L’arte della
leadership”, Bompiani, Milano, 1991, 1ª ed.)
Due navi da guerra erano state per parecchi giorni al largo con tempo di burrasca per le manovre. Io prestavo servizio sulla nave di comando e al cader della notte ero di guardia sul ponte. La visibilità era scarsa per la nebbia e così il capitano rimase sul ponte sorvegliando le diverse attività dell’equipaggio.
Poco dopo l’imbrunire, l’uomo di vedetta sul ponte annunciò: “Luce a tribordo!” ”E’ ferma o si allontana?” gridò il capitano. “E’ ferma, capitano”, rispose la vedetta.
Questo significava che eravamo su una pericolosa rotta di collisione con quella nave. Allora il capitano ordinò al segnalatore: “Segnala a quella nave: siamo in rotta di collisione, vi consiglio di correggere la rotta di 20 gradi”.
Giunse di rimando questa segnalazione: “E’consigliabile che siate voi a correggere la rotta di 20 gradi!”
Il capitano disse: “Trasmetti: io sono un capitano, correggete la rotta di 20 gradi!”
“Io sono un marinaio di seconda classe” fu la risposta. “Fareste meglio a correggere la rotta di 20 gradi”.
Adesso il capitano era furente. “Trasmetti - abbaiò - sono una nave da guerra: correggete la rotta di 20 gradi”.
Rispose la luce lampeggiante: “Io sono un faro!”
Cambiammo rotta…
18