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WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE DIOCESANO FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO BRESCIA 3 DICEMBRE 2010 Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art.1, Comma 1, DCB (Brescia) - 1,00 NAL WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANAL WWW LAVOCEDELP P POP OP OP O OP OPO OLO IT SETTIMANA LA VOCE DEL POPOLO n° 46 Indipendentemente di Francesca Bernacchia C’è un “indipendentemente da me” che mi precede. Questa è la scoperta crea- turale di ciò che è preveniente e dato senza condizioni: “Chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio?” (Rm 11,35). È il seme segre- to della spiritualità di don Giuseppe Dossetti. Egli, nel gennaio del 1954, rimaneva preso dalla forza di poche parole espresse nel post-communionem della celebrazio- ne del Battesimo di Gesù: “Con la tua luce celeste, ti preghiamo, o Signore, previe- nici sempre e ovunque, perché possiamo guardare con sguardo puro e accogliere con degno affetto il mistero di cui tu ci hai voluto partecipi”. Tutta la Regola della famiglia religiosa che Dossetti ha fondato si regge su questa fiducia nella grazia preveniente (gratis). (Cfr. Dossetti, “La parola e il silenzio”, Il Mulino,127-128). E lo possiamo ben dire: la vita ci ha preceduto e ogni istante è retto da eventi che vengono prima di noi, indipendentemente da noi, molto più numerosi di quelli che determiniamo e vogliamo e produciamo come soggetti attivi. A Fazio e Saviano è mancato il coraggio di dare voce, nella trasmissione “Vieni via con me”, alle tante esperienze di malattia presenti nelle famiglie italiane. Il contributo di alcune storie, che abbiamo raccolto per voi, ci aiuta a comprendere che malattia e vita non sono una contraddizione in termini Lezioni di vita

La Voce del Popolo 2010 46

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Lezioni di Vita. A Fazio e Saviano è mancato il coraggio di dare voce, nella trasmissione “Vieni via con me”, alle tante esperienze di malattia presenti nelle famiglie italiane. Il contributo di alcune storie, che abbiamo raccolto per voi, ci aiuta a comprendere che malattia e vita non sono una contraddizione in termini.

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WWW.LAVOCEDELPOPOLO.IT SETTIMANALE DIOCESANO FEDE - LEALTÀ - CORAGGIO BRESCIA 3 DICEMBRE 2010

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n° 46

Indipendentementedi Francesca Bernacchia

C’è un “indipendentemente da me” che mi precede. Questa è la scoperta crea-turale di ciò che è preveniente e dato senza condizioni: “Chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio?” (Rm 11,35). È il seme segre-to della spiritualità di don Giuseppe Dossetti. Egli, nel gennaio del 1954, rimaneva

preso dalla forza di poche parole espresse nel post-communionem della celebrazio-ne del Battesimo di Gesù: “Con la tua luce celeste, ti preghiamo, o Signore, previe-

nici sempre e ovunque, perché possiamo guardare con sguardo puro e accogliere con degno affetto il mistero di cui tu ci hai voluto partecipi”. Tutta la Regola della famiglia

religiosa che Dossetti ha fondato si regge su questa fiducia nella grazia preveniente (gratis). (Cfr. Dossetti, “La parola e il silenzio”, Il Mulino,127-128). E lo possiamo ben dire: la vita ci ha

preceduto e ogni istante è retto da eventi che vengono prima di noi, indipendentemente da noi, molto più numerosi di quelli che determiniamo e vogliamo e produciamo come soggetti attivi.

A Fazio e Saviano è mancato il coraggio di dare voce, nella trasmissione “Vieni via con me”, alle tante esperienze di malattia presenti nelle famiglie italiane. Il contributo di alcune storie, che abbiamo raccolto per voi, ci aiuta a comprendere che malattia e vita non sono una contraddizione in termini

Lezioni di vita

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“Sdc” è il mensile delle Sale della Comunità che accompagna ormai da qualche anno la programmazione e il lavoro delle Sale che lavorano con Voce Sas, il Servizio assistenza sa-le della diocesi di Brescia. Alleghiamo a questo numero l’intera rivista per diffonderla ul-teriormente e permettere a molti di più di conoscere la realtà delle Sale della Comunità. È una rivista gratuita che viene distribuita normalmente dalle Sale della Comunità nei propri ambienti e sul proprio territorio. Puntuale all’inizio di ogni mese è disponibile e scaricabile anche dal sito di Voce Sas (vocesas.it) o da quello de “La Voce del Popolo” (vocedelpopolo.it).Nel numero di dicembre, che vi trovate tra le mani, è riportata la programmazione delle fe-ste natalizie, fino al primo fine settimana del nuovo anno, in cui sarà disponibile già il nuo-vo numero. Questa è una delle caratteristiche che guida la costruzione del mensile “Sdc”: in ogni numero l’intera programmazione del mese, per informare della proposta e per esse-re da guida nelle scelte. In questo mese, soprattutto, Sdc si offre come una guida a quello, molto, che a Natale il mondo del cinema e del teatro tentano di imporre. Una guida che svela ogmi mese una Sala della Comunità diversa; una guida che richiama l’attenzione sui film di qualità oltre che su quelli di intrattenimento, avendo il coraggio di pubblicare (do-ve già disponibile) il giudizio della Commissione nazionale valutazione film della Cei; una guida al mondo del teatro con appuntamenti, alcuni dei quali di rilievo, con la presentra-zione approfondita di una compagnia teatrale che opera in territorio bresciano. Informare e formare perché la sezione “Fotogrammi” indica sempre alcune scene di qualche pellicola con una piccola chiave di lettura per approfondire alcuni temi. Non solo una rivista ma un compagno di viaggio. A Natale dunque si vada in Sala. (m.t.)

Torna con “Voce”,in occasione del Natale, il mensile delle Saledella Comunità

Molti hanno chiesto a Fazio e Saviano il dirit-to di replica a favore della vita dopo la tra-smissione di “Vieni via con me” di lunedì 15 novembre, in cui si è dato spazio al padre di Eluana Englaro e alla moglie di Piergiorgio Welby, due persone che hanno cessato di vi-vere per volontà propria e dei parenti. Quella sera ho seguito la trasmissione. I protagoni-sti citati, insieme con Fazio e Saviano, hanno ripetuto alcuni concetti che conosciamo: il diritto a una vita dignitosa e quindi il dirit-to a interromperla quando non si considera più tale; un diritto individuale che nessuna legge può contestare. Saviano ha presentato la storia dei coniugi Welby come una grande storia d’amore (concetto ribadito nel corso dell’ultima puntata della trasmissione); Pep-pino Englaro ha ripetuto che tutto è stato fatto per rispettare la volontà della figlia. In

concreto, l’approdo all’eutanasia (la dolce morte) è fondato su un concetto della vita che fa riferimento a una visione precisa (mol-to fisica) della dignità della stessa e che dà all’individuo un potere assoluto di control-lo, dal concepimento alla morte. Sappiamo che sono concetti radicati nella cultura esi-stenziale contemporanea, non solo in Italia. Concetti che si applicano ad altri problemi etici rilevanti come l’aborto. Penso che di fronte a queste convinzioni la riproposizione delle questioni di princi-pio lascino il tempo che trovano. Sarebbe necessario affrontare i problemi alla radice mettendo in discussione il senso della vita, in particolare facendo emergere il peso de-terminante della fede nella visione cristiana della vita. Che questo sia il nodo del proble-ma lo ha confermato Fabio Fazio quando ha

Corsivo di Angelo Onger

Di che vita stiamo parlando?

Direttore responsabile: Adriano BianchiDirezione - Redazione - Amministrazione e Abbonamenti:Via Callegari, 6 - 25121 - Brescia - Tel. 030 44250Fax 030 3757897 - E-mail: [email protected]@lavocedelpopolo.it

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Impaginazione e grafica:Paolo Pedraccini - Ernesto Olivetti

LA VOCE DEL POPOLO

Il fatto

Una ribalta per chi dicesì alla vita 04a cura di Massimo Venturelli

Popoli e continenti

Università. Svolta epocale,disastro: i volti della riforma 07a cura di Massimo Venturelli

Ecclesia

Assemblea della Fisc. Il Papa:“Servite con coraggio la verità” 11

di Emilio Pastormerlo

Paesi e parrocchie

La solidarietàcon gli sportivi de L’Aquila 23di Franco Armocida

Maniva. Sci e scarponiper vivere la montagna 33

di Andrea Alesci

Cultura e comunicazione

L’uomo contemporaneotra indifferenza e invocazione 35

di Giovanni Formichella

Viaggi. Uzbekistan. La portadell’Oriente nel cuore dell’Asia 36di Angelo Onger

Economia e lavoro

La ripresa, il coraggioe la paura 51a cura di Mario Nicoliello

Sport

Fabio Fossati:il play (boy) del basket 59di Mario Ricci

Cara Voce 62

La perplessità è l’inizio della conoscenza (Kahlil Gibran)

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2Riformare è sempre complicato. Toccare prassi, privilegi acquisiti, abitudini consolidate può scatenare reazioni spesso ingovernabili. Lo sa bene chi ha l’onore e la responsabilità di proporre il cambiamento e cerca, magari in buona coscienza, di farsi carico di costruire qualcosa di nuovo. Le parole d’ordine per un’azione riformatrice dovrebbero essere: ascolto, coinvolgimento, competenza, concretezza e determinazione. Ma nonostante queste attenzioni riformare oggi significa sempre più accettare anche l’onere della polemica, talvolta della protesta gridata e dura. È una dinamica che si è ormai innescata irrimediabilmente nei meccanismi sociali e forse relazionali al fine di sfiancare l’avversario e farlo retrocedere. Se la società del pragmatismo, infatti, porta chi ha il potere di decidere a procedere senza tener conto delle ragioni del prossimo, dall’altro lato si moltiplica la logica dei gesti esasperati. Qualche immagine bresciana ci viene in aiuto: dire che o “si sale sulla gru” o non si ottiene nulla, entra in questa logica; portare la violenza e il vandalismo per le strade della città per mettere uno striscione sulla Loggia, risponde al medesimo criterio; alzare i toni del dibattito politico con gesti clamorosi e ideologici come abbiamo visto fare negli ultimi mesi da parte anche di qualche sindaco nostrano non è distante dallo stesso atteggiamento. Circa la protesta studentesca, poi, c’è a chi piace poi, ogni volta che gli studenti scendono in piazza, evocare mitici revival sessantottini. Personalmente ci credo poco. Ogni generazione studentesca, infatti, ha felici ricordi di scioperi e occupazioni. Tutte necessarie, naturalmente, e tutte memorabili. Come pure ogni ministro dell’Istruzione di questo Paese di ogni colore politico vanta nel suo curriculum momenti di dura contrapposizione con studenti e professori. Quelli dei miei anni, ad esempio, si indentificano ancora nei mitici cento giorni della Pantera (in memoria dell’animale scappato contestualmente dallo zoo di Roma). Oggi, però, ai tempi della Gelmini va di moda, invece, la protesta degli striscioni sui monumenti. Niente di nuovo. Quel che conta, che farebbe la differenza, sarebbe valutare la qualità del dibattito in corso e cosa è in gioco nella riforma proposta dal Ministro bresciano sforzandosi, magari, di renderlo comprensibile all’opinione pubblica. Se i temi sono le risorse finanziarie, la frammentazione di facoltà e specializzazioni, i baronati, la situazione dei giovani ricercatori e la conseguente fuga di cervelli all’estero, il nodo della valutazione di insegnanti e della proposta formativa in genere parlate e parlateci di questo. Violenza e guerriglia non serviranno a migliorare le proposte, ma resteranno sullo sfondo di un’immagine complessiva dell’università che attira l’attenzione dei media solo per gli scontri e gli striscioni. Tra gli addetti ai lavori qualcuno dice, tra l’altro, come Giuseppe Dalla Torre, rettore della Lumsa di Roma, che il ddl del governo “non è nel suo complesso negativo”. Il testo, rileva il Rettore, “potrebbe essere perfezionato, ma definisce finalmente una precisa configurazione anche temporale alle scadenze concorsuali, e questo è molto importante. Il blocco dei concorsi degli anni scorsi ha effettivamente paralizzato non solo i passaggi da una fascia all’altra, ma anche tutta una generazione di giovani ricercatori”. Sarà vero? Ai protagonisti l’onere della spiegazione. Resto convinto che il merito delle questioni aiuterà a capire, e forse a farci capire, dove vuole arrivare chi oggi chiede un’università migliore.

editoriale

di Adriano Bianchi

Scontri e striscioni

Buone notizie

Spedali Civili:la donazionedella Famigliauniversitaria

detto di opporsi alla replica dei movimenti della vita perché né lui e né Saviano sono per la morte.Riuscire a spiegare tutto questo in televisione è pra-ticamente impossibile perché richiederebbe tempi impensabili per lo strumento. Può essere importante raccontare in tv storie di scelte per la vita in ogni caso. Personalmente non andrei mai in tv a esibire il dolore, per salvaguar-dare la dignità di chi soffre e di chi ama. Anche perché non bisogna dimenticare che la gran par-te della programmazione televisiva è fondata sul-la cultura del successo, della bellezza fisica, della visibilità, del potere, del piacere. Oppure addirit-tura sulla strumentalizzazione della morte, usata come scandalo osceno da mettere in mostra. Sono settimane che sugli schermi televisivi in tutti i pro-grammi e a tutte le ore giornalisti, presunti esper-ti e guardoni di professione parlano del delitto di Avetrana senza alcun rispetto per la vittima e per

i suoi carnefici. Come si è fatto per il delitto di Co-gne o quello di Perugia o di Vigevano o di via Po-ma. Anche in questi casi bisognerebbe chiedere non il diritto di replica ma il dovere di rispettare il dolore e la morte, come segno di amore vero alla vita. Tuttavia si sa che in tv la guerra paga più del-la pace, l’odio più dell’amore, la violenza più della mitezza e via di seguito.Buttiamo a mare la tv? È ridicolo e antistorico pen-sarlo. Anche perché gli strumenti sono in sé neutri e sono gli utenti (al di qua e al di là dello schermo) a deciderne le sorti. Quindi è chiaro che la partita si gioca sul terreno delle coscienze. Un terreno dif-ficilissimo e imperscrutabile. Eppure è l’unico spazio in cui si può costruire un senso della vita in grado di sconfiggere davvero la morte (di ogni genere). Le scorciatoie del potere (politico, economico, me-diatico) sono illusorie e ne abbiamo la contropro-va ogni giorno.

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Autorizzazione del Tribunale di Brescian. 184 - 1/12/1961

La testata “La Voce del Popolo” fruisce di contributidi cui all’art. 3 comma 3 della legge 250 del 7/8/1990

UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato

Associato

Centro diocesanoper le comunicazioni sociali

VOCE•MEDIA

Gli studenti della Famiglia universitaria “Card. G. Bevilacqua – E. Rinaldini” hanno destina-to i fondi raccolti nella Festa di primavera all’acquisto degli arredi per la sala d’attesa del day hospital del reparto di chirurgia pediatrica degli Spedali Civili di Brescia. Un grande atto di generosità che unito al contributo della Fondazione Tovini, ha portato il ricavato della festa a una cifra pari a 10mila euro. Grazie a questa donazione è stato possibile al-lestire uno spazio confortevole e colorato a misura di bambino per l’attesa del day hospi-tal che spesso può prolungarsi di qualche ora e annoiare i più piccoli. Gli arredi sono stati inaugurati mercoledì 24 novembre. Il reparto è anche sede della Cattedra e della Scuola di specializzazione di chirurgia pediatrica dell’Università degli studi di Brescia. Molte so-no le specialità mediche inserite all’interno del padiglione come la chirurgia del fegato e delle vie biliari; la chirurgia dell’apparato digerente; l’urologia; la chirurgia toracica; la chirurgia ricostruttiva genitale e quella neonatale. La clinica è situata al quarto piano del padiglione A del corpo centrale degli Spedali Civili e comprende: il reparto di degenza or-dinaria, dotato di 26 posti letto; il reparto di degenza monitorizzata post-chirugica, dota-ta di quattro posti letto; il reparto di day hospital e day surgery, dotato di sei posti letto e l’attività ambulatoriale polispecialistica. L’ambulatorio divisionale di chirurgica generale, invece, è situato presso l’ospedale Ronchettino in via del Medolo, 2. La Famiglia universi-taria”, fondata nel 1965 da Vittorino Chizzolini, nel tempo ha permesso a tanti studenti bisognosi di aiuto e meritevoli di accedere agli studi universitari. Oggi l’opera continua secondo il disegno del fondatore grazie al sostegno della Fondazione Tovini che ha par-tecipato alla iniziativa iniziativa. (g.d.m.)

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04 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Il fatto

a cura di Massimo Venturelli

Fateli parlare! È questo il pressante appello che dalle pagine di “Avveni-re”, da movimenti e associazioni che si battono per il rispetto del diritto alla vita in tutte le sue fasi e in tutte le sue condizioni è stato rivolto per giorni al-la trasmissione “Vieni via con me” di Saviano e Fazio, dopo che la stessa, nella seconda puntata aveva dato alla moglie di Welby e al padre di Eluana Englaro la ribalta per parlare delle lo-ro scelte. Quello lanciato, e che anco-ra oggi continua a risuonare, perché il dibattito fortunatamente non si è esaurito con la fine della trasmissio-ne di Raitre, è un appello che va oltre il momento televisivo e che mira a far

Dibattiti Dopo una trasmissione parziale

Una ribalta per chi dice

sì alla vita

Fprendere coscienza all’opinione pub-blica che per pochi che scelgono di dire no alla vita ve ne sono molti altri che con coraggio, tenacia e, perché no anche con gioia, continuano a ribadi-re il loro sì. Il loro numero è grande, vasto. È fatto di persone venute al mondo nonostante tutto e nonostante tutti. È fatto di quelli che i mass me-dia amano mettere alla ribalta come “casi limite”, ma che di limite, maga-ri, hanno solo quello imposto da una malattia che progressivamente li ha resi invalidi. Persone che quando non hanno la fortuna di essere famosi non riescono a farsi sentire, a raccontare la loro storia, a spiegare ad un’opinione

pubblica sempre più portata a consi-derare le giustificazioni di chi dice no, piuttosto che a comprendere e soste-nere chi, pur con mille difficoltà, fa la scelta contraria.“A fronte di due dolorosissimi casi, ampiamente pubblicizzati e scanda-losamente strumentalizzati dai fauto-ri dell’eutanasia − racconta Massimo Gandolfini, presidente della sezione bresciana di Scienza & vita prendendo spunto dalla citata trasmissione televi-siva − ci sono, nel nostro Paese, circa 2500 gravissimi disabili (riferendosi ai soli pazienti in stato vegetativo) che vengono quotidianamente accuditi, curati, serviti ed aiutati amorevolmen-

Tre storie, tre sì

Massimiliano è un giovane di 35 anni che abita in Valsabbia e da 20 è tetraplegico. Sino a 18 anni era un ragazzo che sprizzava vitalità da tutti i pori. Un tuffo malriuscito, in una giornata al lago in compagnia di tanti amici, pone fine a tutto questo. Una grave lesione alla colonna vertebrale lo obbliga a 144 giorni di coma profondo. Al risveglio si scopre incapace del benché minimo movimento che non sia il ruotare del capo e il batti-to delle ciglia. Una trombosi, poi, gli toglie l’uso della parola. Oggi riesce a comunicare con il mondo grazie a un sofisticato sistema informatico che per lui hanno elaborato un gruppo di amici e i suoi genitori. Con il battito delle ciglia riesce a indicare su una tavoletta le lettere dell’alfabeto. “Mi è stato chiesto di dare una testimonianza – afferma Massimiliano nel suo scritto – su ciò che mi dona questa vita. Sono costretto a letto senza che mi sia concesso alcun movimento. Sono tracheotomizzato e aggredito da una comprensibile rete di tubi e connessioni varie”. Massimiliano è ben conscio del fatto che se guardata con gli occhi della logica del mondo la sua può sembrare una vita inutile. “Ma se la si guarda con gli occhi di Dio che vede

nel malato – continua –, nell’infermo un prediletto, tutto acquista senso tanto che anche San Paolo che nella seconda lettera ai Corinizi, dice: ‘Ti basta la mia grazia; la mia poten-za infatti si manifesta pienamente nella debolezza’”. Contro ogni logica umana Massimiliano usa parole di gratitudine per la sua esistenza nascosta ma vivificante. “Qualcuno – continua ancora nel suo scritto – potrebbe pensare che io sia pazzo. È solo la fede in Dio che mi detta queste parole”, quel Dio che Massimiliano incontra e riconosce ogni giorno nelle persone care che lo accudiscono. “Noi siamo stati creati da Dio – sono ancora considerazioni di Massimiliano – e nel nostro intimo, nel nostro dna abbiamo inciso due grandi valori inscindibili che sono l’amore e la vita”. La sua testimonianza non lascia margini a dubbi: “Qualunque vita va vissuta. La vita è sacra e va difesa dal concepimento alla fine naturale”. La sua è una risposta che non ammette repliche a chi, come capitato anche nei giorni scorsi, utilizza i mezzi di comunicazione per ribadire il diritto di ogni persona a mettere fine alla propria vita quan-do questa non sembra avere più nulla da dire.

te da familiari, volontari”. Persone, prosegue il direttore del dipartimento di neuroscienze della Poliambulanza di Brescia, che in silenzio, ogni gior-no, esercitano quella virtù tanto umile quanto nobile che si chiama “compas-sione”, nel suo senso originale di “pa-tire con”, “soffrire con”, “vivere con”. “Sono storie umanissime – sono an-cora considerazioni di Massimo Gan-dolfini −, che ci raccontano la forza dell’amore che ogni giorno deve fare i conti con tanti altri sentimenti, dalla gioia del dovere compiuto, al dolore della sofferenza vista e condivisa, dalla speranza che qualcosa possa oggi mi-gliorare, alla lacerante constatazione

Sono molte le persone che continuano a lottare a dispetto di difficoltà ed evidenti impedimenti

fisici. Non fanno o non vogliono che queste facciano notizia. Eppure sono molte di più

di quelle che scelgono altre vie

Una vita piena, nonostante la tetraplegia

L’incontro con Mario Melazzini nel corso dell’Agorà 2009

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05LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Don Maurizio Funazzi, pastorale della salute

La vicinanza a chi soffreè un dovere di tutti“Non è compito specifico dell’Ufficio per la pastorale della salute sup-portare quelle persone che si trovano in condizioni di grave disagio fisico e che ogni giorno sono costrette vivere il dilemma vita sì, vita no”. Non è, quella di don Maurizio Funazzi, direttore dell’Ufficio diocesano per la salute, un’affermazione tesa a deresponsabilizzare il settore della pasto-rale a lui affidata. Tutt’altro. Le parole di don Funazzi tendono invece a mettere in risalto come sia dovere di tutta la Chiesa con le sue istituzioni farsi carico del sostegno a chi vive condizioni di grave sofferenza. “E − afferma il responsabile della pastorale della salute − Brescia, da questo punto di vista, ha saputo rispondere in modo adeguato”. Cita don Fu-nazzi l’hospice creato nel 1987 dalle Ancelle della Carità per l’assistenza di chi aveva una ormai ridotta aspettativa di vita, una struttura che ha fatto scuola e cultura se è vero che oggi nel Bresciano è salito a nove il numero di queste importanti strutture che rappresentano un valido aiuto a chi crede che anche nella sua fase ultima la vita abbia dignità e debba essere vissuta come dono. “La comunità deve essere vicina – sono ancora considerazioni di don Funazzi – a quelle persone che vivono condizioni limite, perché il non sentirsi abbandonate è la condizione indispensabi-le per una accettazione completa della vita e il miglior antidoto all’im-bocco di facili scappatoie”. L’ufficio di pastorale della salute da anni si fa carico di iniziative finalizzate a fare emergere questo ruolo specifico delle comunità che formano la Chiesa locale, e opera perché si diffonda dal basso questa cultura che sostiene la vita”. L’impegno della Chiesa, sono altre considerazioni di don Funazzi, non deve essere un alibi per la società che nei confronti di queste situazioni ha doveri analoghi a quelli della comunità ecclesiale.

che tutto procede come ieri”. È indi-gnato il medico bresciano per la rile-vanza mediatica data a una corrente di pensiero che conduce nella direzio-ne opposta, alla negazione del diritto alla vita quando questa non sembra avere più nulla da dare. “Perché − si domanda il medico − non dire ai nostri giovani che il dolore ha senso, che la malattia ha senso, che la vita disabile ha senso, che la vita dolente e soffe-rente è anch’essa “vita buona”, anche se non realizza i nostri sogni o desi-deri, invece di proporre l’immorale scorciatoia del suicidio, travestito da principio di autodeterminazione?”, Sono gli stessi interrogativi a cui, nel

settembre del 2009 aveva dato risposta Mario Melazzini, il medico affetto da Sla, a Brescia per l’Agorà sulla Lettera pastorale del vescovo Luciano Monari. Agli interrogativi danno una risposta alcune testimonianze riportate in que-ste pagine, così come le decine di se-gnalazioni che ogni anno, per esempio, giungono alla giuria del premio Bullo-ni e che raccontano di silenziosi sì alla vita pronunciati da tante persone che vivono nel nascondimento e lontano dalla ribalta mediatica. In queste pa-gine alcune di queste storie vengono fatte parlare, perché non fanno solo notizia il fragore di pochi alberi che cadono, ma anche i tanti che crescono.

“Nella mia professione di medico − afferma Saula Maffezzoni, presidente del Movimento per la vita di Brescia − più volte ho avuto mo-do di misurare come il no sia una scorciato-ia nella scelta della vita”. Molti i ricordi che si affastellano nella sua mente. Alcuni sono esemplari. “Mi ricordo − continua − di una pa-ziente che al terzo mese di gravidanza aveva contratto la rosolia. Le era stato consigliato l’aborto perché il feto poteva avere pesanti malformazioni. Più volte ci siamo confrontati sulla scelta da assumere, ma la sua naturale apertura alla vita ha avuto la meglio. Suo fi-glio aveva il diritto di nascere e di godere del dono della vita”. Non ha abortito e il bambino è nato perfettamente sano. “Solo una storia fra le tante − conclude il presidente del Mo-vimento per la vita − che in pochi si degnano di raccontare”.

Comunque un donoMichele ha 21 anni, è intelligente, esuberante ed ha molti amici anche su Face-book. Lo scorso anno ha conseguito la maturità scientifica con lode, ma deve stare legato a una sedia a rotelle perché non si faccia del male. Lo affligge la sindrome di Lesch-Nyhan (www.lesch-nyhan.eu), una malattia genetica rara e senza rimedio, che porta i malati, 40 in Italia, a mordersi, tagliarsi, battere la testa contro i muri. Anche quando parla Michele non può fare a meno di dire tutto quello che pensa, e se condisce tutto con la sua ironia, facilmen-te prende in contropiede. Abbandonato alla nascita, è stato accolto da una famiglia di Genova, che aveva già tre figli. Franco e Paola, genitori adottivi, hanno avuto il titolo di “Cavaliere al merito della Repubblica” dal presidente Napolitano. Mamma Paola ha scritto diversi libri sull’esperienza di Michele. L’ultimo è “La leggenda di fra Jacopo: storia della lotta contro una malattia rara”. “Il titolo − dice Paola − fa riferimento a Jacopo da Varagine che fu pro-babilmente il primo a descrivere la sindrome di cui soffre il mio Michele, nar-rando della maledizione del vescovo di Canterbury descritto come un caso di autolesionismo”. I libri vanno richiesti direttamente all’autrice scrivendo ([email protected]) o all’Associazione malattie rare “Mauro Baschirotto” di Vicenza (tel. 0444/ 555557 (www.baschirotto.com). Un aiuto concreto per po-ter leggere la buona notizia: la malattia rara è stata sconfitta, ha vinto la vita.

La leggenda di fra Jacopo

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06 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Raccolta differenziata?

di Maurilio Lovatti

Preghiere d’AvventoLiturgiaAmbiente

di Savio Girelli

Opinioni

Brescia meglio di Napoli. Meglio avere un inceneritore che tonnellate di rifiuti per strada come a Napoli (nonostante le ripetute e non man-tenute promesse di Berlusconi di risolvere il problema in pochi giorni). Meglio un inceneritore che discariche che si moltiplicano a dismisura. L’inceneritore di Brescia è sicuramente meno inquinante degli altri im-pianti italiani (anche se emette comunque delle nano-particelle, che dopo esser state respirate, possono superare la membrana cellulare e a lungo andare scatenano tumori) e inoltre, combinato col teleriscalda-mento, ha una resa energetica migliore. L’impianto è economicamen-te attivo per chi lo gestisce perché, oltre agli introiti versati dalle città lombarde che devono smaltire i rifiuti, riceve anche milioni di euro an-nui di contributi statali.Dal punto di vista ambientale, il bilancio però non è soddisfacente: nella nostra provincia la percentuale di raccolta differenziata è ferma infatti al 39,5%, mentre la media regionale è attestata al 47%, con punte che superano il 50% in zone particolarmente virtuose come Bergamo, Cre-mona, Lecco, Varese e Lodi.C’è un modo rapido, non costoso ed efficace per aumentare conside-revolmente la quota di raccolta differenziata nella nostra provincia? Sì c’è, o meglio, ci sarebbe se ci fosse la volontà politica! In base alle leggi in vigore la Provincia stabilisce il contributo che i Comuni devono pa-gare per conferire i rifiuti solidi urbani all’inceneritore. E può differen-ziarli in base alla percentuale di riciclo dei Comuni stessi. Attualmente (delibera n. 599 del 30 novembre 2009 della Giunta) la differenza tra i Comuni virtuosi (quelli che riciclano oltre il 55% dei rifiuti) e quelli “di-stratti” o incapaci (con meno del 35% di riciclo) è francamente irriso-ria: per la precisione i Comuni virtuosi pagano 4,17 euro a tonnellata, mentre quelli viziosi 8,17. Una differenza di soli 4 euro a tonnellata non basta a spingere i Comuni ad invertire la tendenza.Se la Provincia per il 2011 aumentasse in maniera significativa il contri-buto ai Comuni spreconi, portandolo per esempio a 20 o 30 euro e lo abbassasse quasi a zero per quelli virtuosi, non spenderebbe nulla (anzi avrebbe una riduzione del deficit) e i benefici per l’ambiente sarebbe-ro consistenti e rapidi! Ci si domanda: allora perché non farlo? Certo è una misura impopolare, specialmente se la maggior parte dei Comuni spreconi e inadempienti è dello stesso colore politico della Provincia. Se la politica fosse veramente al servizio del bene comune, una tale mi-sura sarebbe già stata adottata da tempo! Sarà presa in futuro? Sarei contento di essere smentito, ma ne dubito!

Se è vero che noi conosciamo il mondo attraverso i sensi e che questi hanno a che fare con il “senso” del mondo, le luminarie accese che sol-lecitano i nostri sensi, ci segnalano ritualmente l’avvicinarsi delle feste. È l’avvento degli acquisti, delle stelle di Natale, delle laute cene. Nul-la di straordinario in sé. Del resto, l’uomo non può vivere senza ritua-li. E forse, purtroppo, alcuni scoprono l’approssimarsi del Natale solo da questi segni. Anche i cristiani sono coinvolti, e talvolta travolti, da questa girandola di colori, luci e suoni. E pur tuttavia i fedeli di Cristo che “abitano in que-sto mondo ma non sono del mondo” (Lettera a Diogneto), continuano ostinatamente a celebrare l’Avvento con una ritualità e un senso asso-lutamente diversi. Ai colori sfavillanti essi preferiscono lasciarsi solleci-tare dal più spento colore viola della liturgia. Invece dei lustrini e delle leccornie, la Chiesa si riunisce per ascoltare la voce di uno che grida nel deserto, la voce di uno che veste pelle di cammello e si nutre di locu-ste. E la comunità celebrante così si esprime: “Dio dei viventi suscita in noi il desiderio di una vera conversione perché rinnovati dal tuo Santo Spirito sappiamo attuare in ogni rapporto umano la giustizia, la mitez-za, e la pace che l’incarnazione del tuo Verbo ha fatto germogliare sul-la nostra terra” (Colletta II domenica di Avvento). L’orazione chiede la grazia della conversione affinché sia la carità a guidare il nostro agire. Ma non è tutto. La seconda lettura dell’ufficio delle letture del primo mercoledì, attingendo ai discorsi di San Bernardo, ci ricorda che Cristo “nella prima venuta dunque egli venne nella debolezza della carne, in questa intermedia viene nella potenza dello Spirito, nell’ultima verrà nella maestà della gloria”. È la triplice venuta del Redentore il Mistero celebrato dall’Avvento. Sì, perché il cristiano è un uomo di memoria e di attesa. È ancorato al presente, ma il suo sguardo è rivolto al futuro illuminato dalla storia. Stupende sono le parole del prefazio, in esse si avvertono in lontananza le trombe di quel giorno futuro tremendo e gioioso in cui il Signore e giudice della storia apparirà sulle nubi del cielo. (Prefazio dell’Avvento1/A). E non meno illuminante è l’orazione dopo la comunione: “O Dio che in questo sacramento ci hai nutriti con il pane della vita, insegnaci a valutare con sapienza i beni della terra, nella continua ricerca dei beni del cielo”. La nostra esistenza di credenti è destinata a svolgersi, come è naturale, in seno alla storia, ma il futuro verso il quale camminiamo deve innestare nel presente la tensione per l’impegno nei valori che, vissuti nel presente, conducono al possesso di quelli futuri e definitivi.

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07LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Popoli e [email protected]

Il disegno di legge elaborato dal mini-stro Gelmini per riformare l’università sta generando discussione e proteste in tutto il Paese. Anche il mondo ac-cademicosi è spaccato sul provvedi-mento. 400 docenti hanno sottoscritto un documento di approvazione alla ri-forma approntata dal ministro Gelmini mentre altri hanno scelto la via della protesta affiancandosi agli studenti che hanno occupato vie e piazze di tante città italiane. Non sono manca-ti momenti di tensione con le manife-stazioni degenerate in scontri con le forze dell’ordine. Uno scenario che si

Svolta epocale, disastro: i voltidella riforma

è vertificato anche a Brescia nei gior-ni scorsi con tafferugli in piazza Log-gia. La riforma che tanto sta facendo discutere rappresenta secondo alcu-ni osservatori un tentativo “di intro-duzione di elementi di valutazione ti-picamente anglossassoni − scriveva nei giorni scorsi “la Repubblica” mai particolarmente tenera con il mini-stro bresciano − in un sistema feuda-le e ingessato che di fatto garantisce al Paese che ha inventato le universi-tà di non essere più rappresentato tra i primi 200 atenei del mondo”. Quali sono i suoi contenuti e quali i passag-

Ia cura di Massimo Venturelli

La Camera ha approvato il disegno di legge elaborato dal Ministro bresciano. La protesta di studenti e docenti nelle piazze italiane

Università Fa discutere la proposta Gelmini

Giuseppe Scaratti è un docente della facoltà di Eco-nomia dell’Università cattolica di Milano. Lavora in un’università che, orientata al merito e alla qualità, che punta all’eccellenza anche se non mancano con-traddizioni, situazioni di inefficienza e qualche critici-tà, per certi aspetti ha già tradotto in comportamenti virtuosi alcuni passaggi della riforma in discussione. Parte proprio da questa esperienza la sua riflessione sulla proposta di riforma universitaria in discussione. Lo scenario nel quale si colloca il dibattito attuale condizionato da tatticismi e strategie politiche più che da ponderati approfondimenti delle questioni in gioco “penalizza − secondo il docente – la possibilità di un confronto allargato a contributi, anche critici, da parte dei plurali e articolati interlocutori sociali coinvolti e interessasti alla vicenda”. Entrando poi nei contenuti del ddl Giuseppe Scaratti sottolinea come non manchino nello stesso elementi meritevoli di po-sitiva attenzione. “Il tentativo di favorire dinamiche

di merito; il riconoscimento degli aspetti di qualità e eccellenza quali criteri che devono orientare il gover-no degli atenei; l’attenzione a logiche di efficienza nella allocazione e gestione delle risorse − afferma il docente della Cattolica − sono aspetti importanti del disegno di riforma”. Per il docente, infatti, non è difficile riconoscere che in alcuni casi la scelta di do-centi e ricercatori risponde a interessi altri da quelli che ragionevolmente ci si dovrebbe attendere; che il rapporto tra atenei e territorio non sempre si fonda su analisi di fabbisogni e considerazioni legate a stra-tegie di sviluppo; che l’attivazione di corsi frequentati da un numero di studenti che non superano le dita di una mano è insostenibile. “Accanto a questi elementi secondo me condivisibili − continua nella sua analisi Giuseppe Scaratti − ne esistono altri, più controver-si, il cui posizionamento dipenderà dalle modalità di effettiva interpretazione e attuazione”. E così i mec-canismi di valutazione introdotti risentono, secondo

il docente, di una logica di valutazione di massa che rischia di confondere livelli e oggetti, mutuando mo-delli di classificazione che non hanno propriamente brillato nelle ultime drammatiche crisi finanziarie. Anche sulle ipotesi di nuove modalità di governance si aprono, per Giuseppe Scaratti, spazi di riflessione in ordine alle loro traduzioni in pratica, a fronte dei delicati equilibri di potere e di rapporto tra figure e funzioni in gioco che la loro attuazione prefigura. “Lo snodo − continua − non risiede nell’adottare nuove ingegnerie organizzative per risettare l’attuale impo-stazione di facoltà e dipartimenti, ma nel diffondersi e radicarsi di nuove culture capaci di interpretare con rinnovata visione il rapporto tra ricerca, formazione universitaria e mondi professionali e operativi”. Più critico infine appaiono per il docente il rilievo relati-vo al quadro normativo di attuazione e alle copertu-re finanziarie previste per l’università e la comples-sa gestione dei ricercatori a tempo indeterminato”.

Il parere di un docente universitario

Un dibattito penalizzato da tatticismi e strategie politiche

gi che hanno sollevato le proteste che in questi giorni stanno attraversando il Paese? In cima alla lista delle critiche c’è sicuramente quella parte del dise-gno di legge che incide pesantemente sui bilanci dei singoli atenei e sui fondi destinati agli stessi. Ogni università, in tempi di tagli dovuti alla minore dispo-nibilità di risorse pubbliche, dovrà da-re maggiore trasparenza ai suoi conti. Quelle più virtuose saranno premiate quelle con i bilanci in passivo saranno esposte al rischio commissariamento. I detrattori della riforma sostengono che con questo passaggio si porta un grave colpo al mondo della conoscen-za italiana. Altro punto critico della riforma universitaria è quello relativo alla riduzione dell’offerta formativa di ogni università. Attualmente i 95 ate-nei italiani hanno 370 facoltà, molte delle quali frequentate da un nume-ro ridottissimo di studenti. A riforma attuata ciascuna università non potrà attivare più di 12 facoltà. Questo, nelle intenzioni del Ministro, per razionaliz-zare la proposta formativa ed evitare gli sprechi. I critici sostengono che in questo modo venga penalizzata la li-bertà di scelta degli studenti e che le

misure semplificatorie previste dal-la Gelmini richiederanno un numero improbabile di regolamenti attuativi. Non meno discussa è quella parte di riforma che riguarda i rettori e i con-sigli di amministrazione delle universi-tà. Il ddl passato alla Camera prevede per i rettori un unico mandato di sei anni non rinnovabile o uno doppio non superiore comunque agli otto an-ni. Il senato accademico (responsabi-le delle scelte didattiche) avrà potere di sfiduciare il rettore. Nel cda degli atenei potranno entrare anche i pri-vati. Importanti novità del ddl Gelmi-ni riguardano anche i docenti che non saranno più reclutati con concorsi lo-cali e che dovranno certificare la loro presenza alle lezioni e saranno oggetto di valutazione. Novità anche per i ri-cercatori che dopo un periodo di 7/8 anni potranno ottenere l’idoneità alla docenza, diventando così associati. La riforma in discussione si interessa anche degli studenti. È prevista infatti l’istituzione di un fondo per promuo-vere l’eccellenza e il merito. C’è però un problema ancora da definire: la co-pertura finanziaria dell’intera riforma, problema che non è certo da poco.

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08 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Popoli e continenti Mondo

L’organizzazione umanitaria ha presentato a Brescia il suo documento annuale sul disinteresse dei tg

nazionali rispetto ai temi di grande impatto sanitario

Brescia Il rapporto sulle crisi dimenticate

Msf: le malattie che non fanno

notizia

Ma cura di Massimo Venturelli

Medici senza frontiere ha presentato a Brescia il rapporto annuale “Le cri-si umanitarie dimenticate dai media nel 2009”. La pubblicazione include anche il sesto rapporto con la “Top Ten” delle crisi umanitarie più gra-vi e ignorate dai media nel 2009 che l’organizzazione umanitaria ha rea-lizzato sulla base dei dati elaborati dall’Osservatorio di Pavia. L’istituto di ricerca ha realizzato un’analisi quantitativa e qualitativa dello spa-zio dedicato dai telegiornali di Rai e Mediaset alle 10 crisi individuate da Medici senza frontiere e, più in gene-rale, ai contesti problematici in tutto il mondo. L’analisi, come è stato sot-tolineato nell’incontro bresciano, ha evidenziato un dato stabile rispetto agli anni precedenti: le notizie sulle crisi umanitarie nel 2009 sono state il 6% del totale (5216 su 82mila 788), un dato identico a quello del 2008 (6%), ma sempre in linea con il ca-

lo di attenzione prestato alle aree di crisi in questi anni (il 10% nel 2006 e l’8% nel 2007). Il livello di attenzione nei tg non ha dato segni di migliora-mento nemmeno nel 2009. Pratica-mente nulla è stata l’attenzione che i telegiornali nazionali hanno dedica-to alle cosiddette “malattie tropicali dimenticate” (leishmaniosi viscera-le/kala-azar, malattia del sonno, Cha-gas e ulcera di Buruli) che vedono lo sforzo dei medici dell’organizzazione umanitaria. Le notizie a esse dedica-te sono state pari a zero, mentre di influenza suina (che alla fine si è ri-velata un bluff), in soli nove mesi, si è parlato in ben 1337 notizie; 122 so-no stati i servizi sui saldi e 246 quel-li su tre mesi di caldo nel 2009. Ep-pure più di 400 milioni di persone al mondo sono a rischio a causa delle malattie tropicali. Tra le nazioni “di-menticate” un posto di primo piano, secondo il rapporto elaborato da Me-

dici senza frontiere appartiene alla Repubblica democratica del Congo a cui, nel corso del 2009 sono state dedicate solo sette notizie. Eppu-re nel Paese, da anni presente nella “Top Ten” di Medici senza frontiere, è in corso un lungo conflitto. La ten-denza dei tg è quella di interessarsi poco o nulla ai processi complessi delle crisi, privilegiando invece fatti straordinari e limitati nel tempo. È il caso dello Sri Lanka (53 notizie) con picchi di attenzione a maggio 2009, per poi sparire dal teleschermo nel secondo semestre. La crisi della So-malia (293) per i tg si consuma per lo più in mare, soprattutto per gli at-tacchi dei pirati a imbarcazioni ita-liane. Di altre nazioni, per esempio Pakistan e Sudan, i tg si interessano per situazioni che non esauriscono la complessità del problemi esisten-ti. Il rapporto presentato a Brescia evidenza come la crisi più visibile fra le “top ten” di Medici senza fron-tiere è quella dell’Afghanistan. Le 1632 notizie del 2009 sono state qua-si interamente dedicate al contesto di guerra. Poco o nulla è stato detto delle pessime condizioni del sistema sanitario del Paese.

Aiuto alla Chiesa che soffre

Il rapporto 2010 sulla libertà religiosa nel mondoViolenze, soprusi e discriminazioni vengono consumati sulla base di differenze re-ligiose ai danni degli appartenenti a minoranze in tutte le zone del pianeta: a de-nunciarlo è il rapporto 2010 sulla libertà religiosa nel mondo realizzato da Aiuto alla Chiesa che soffre, opera di diritto pontificio creata nel 1947, che ha presenta-to il documento a Roma nei giorni scorsi. Nelle oltre 500 pagine della pubblicazio-ne emerge come le discriminazioni ai danni di appartenenti a minoranze religiose non risparmino nessun continente, da quello americano a quello asiatico, passan-do per quello europeo e africano. Alla presentazione del rapporto, lo scrittore e intellettuale francese Renè Guitton, autore del libro ‘Cristianofobia’, ha affrontato in particolare la situazione dei cristiani in Asia e in Medio Oriente, sottolineando come secondo i rapporti internazionali sarebbero oltre 50 milioni “i cristiani vitti-me di persecuzioni, disprezzo, discriminazioni”. Facendo riferimento alla situazio-ne irachena, ma anche a quella di altri Paesi asiatici o a maggioranza musulmana, Guitton ha sottolineato come dopo il 2001 e dopo il lancio della cosiddetta “lotta

al terrorismo” in molte zone del pianeta si è andati identificando le minoranze cristiane con ‘l’Occidente’, anche laddove queste comunità rappresentavano una parte integrante del tessuto sociale del Paese da secoli, esponendole ad attacchi crescenti. Un quadro confermato anche da mons. Jospeh Coutts, vescovo di Faisa-labad in Pakistan e vice presidente della conferenza episcopale pachistana, il qua-le, in un suo intervento ha sottolineato come pur godendo di una buona dose di libertà, in Pakistan la situazione per le minoranze, cristiane e non, è andata sem-pre più peggiorando negli ultimi anni. “Episodi di discriminazione, intolleranza e perfino di violenza mai registrati prima sono cominciati a succedersi con preoccu-pante frequenza” ha detto il Vescovo ricordando che il primo episodio del genere risale al 2001, dopo l’invasione del vicino Afghanistan. Mons. Coutts ha denunciato un clima di “costante tensione” e un crescente estremismo, sottolineando come a minacciare le minoranze siano dei “piccoli gruppi”, delle forme, minoritarie, di “islam militante” che prima non esistevano.

Top ten particolare

Un cono d’ombraLa “top ten” su cui Medici sen-za frontiere ha chiesto all’Os-servatorio di Pavia di monitora-re l’attenzione dei tg nazionali, mette in fila alcune delle più gravi situazioni di crisi sanitaria nel mondo. L’elenco del 2009 comprende le malattie tropi-cali dimenticate, la guerra nel-la Repubblica democratica del Congo, il conflitto nello Sri Lan-ka e in Yemen; gli scarsi finan-ziamenti per la lotta all’aids, le condizioni drammatiche per le popolazioni del Sudan, i fondi inadeguati per la malnutrizione; i civili intrappolati nella morsa della violenza in Pakistan, co-me in Somalia e Afghanistan, dove l’accesso alle cure per i ci-vili è estremamente difficoltoso. Si tratta di situazioni che, sulla scorta dei dati del rapporto pre-sentato a Brescia, sono relega-te in una situazione definita di “cono d’ombra informativo”, al pari di tante altre iniziative con cui nel mondo diverse realtà lot-tano per combattere situazioni di crisi sanitaria.

Operatori di Medici senza frontiere in azione

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09LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Per l’assemblea, impegnata nella tutela della stabilità della zona euro, si tratta di decidere sui suoi poteri su questioni molto importanti

N a cura di Massimo Venturelli

Unione europea Il Parlamento discute di bilanci

Popoli e continenti Europa

Non è semplice questionedi soldi

“Non è solo questione di soldi, è un problema politico”. Durante la ses-sione dell’Europarlamento svoltasi dal 22 al 25 novembre a Strasburgo, questa frase è ritornata numerose volte. Si parlava di bilanci naziona-li (Irlanda in testa), di stabilità della zona euro, di tensioni nei mercati fi-nanziari, ma anche di budget comu-nitario: e ai numeri si sono alternate ferme prese di posizione, diatribe tra parlamentari, differenti vedute tra le istituzioni comunitarie e tra queste e gli Stati membri. Non si è trattato di una semplice “questione di soldi”, nel senso che un accordo sulle cifre c’è già. Restano però alcuni nodi da sciogliere circa le attribuzioni di poteri al Parlamen-to in base al Trattato di Lisbona e sul bilancio pluriennale. È stato lo stesso presidente dell’As-semblea, Jerzy Buzek, a ricordare che quegli stessi eurodeputati pron-

ti ad approvare la proposta di bilan-cio emersa del Consiglio, al contem-po chiedono “in cambio di arrivare a un accordo sulla questione della flessibilità all’interno del bilancio” (per finanziare nuovi progetti prio-ritari o possibili emergenze) e “su come il Trattato debba essere appli-cato per quanto riguarda il Quadro multiannuale e le risorse proprie”, ovvero le modalità per finanziarie il bilancio stesso. Quasi tutti i gruppi politici, ad eccezione degli euro-scettici, si sono schierati su questa linea. Dai capigruppo sono giunte anche critiche decise all’operato dei governi nazionali che “chiedono all’Ue di svolgere molteplici compi-ti senza però assegnare a Bruxelles un bilancio adeguato”. Joseph Daul, leader dei Popolari, ha ad esempio osservato che “il bilancio attuale non prende in considerazione le nuove competenze dell’Unione” e

“non contiene fondi per la strate-gia Europa 2020” per la crescita e l’occupazione. Martin Schulz, capo dei Socialisti e democratici, ha in-vece osservato che “la discussione non riguarda più il denaro, ma la di-rezione verso la quale l’Ue sta pro-cedendo”. “Le nuove competenze non possono essere finanziate con il bilancio che abbiamo di fronte”, ha fatto eco Lothar Bisky della Si-nistra europea. Gli animi si sono riaccesi al momento di discutere gli esiti del vertice dei capi di Stato e di governo di fine ottobre, della governance, delle misure per dare stabilità all’area della moneta uni-ca e per andare incontro ai Paesi che mostrano conti fuori regola, a partire dall’Irlanda (ma il nome del Portogallo è risuonato più volte). Il presidente del Consiglio Herman Van Rompuy ha illustrato la stra-tegia per evitare in futuro “deficit eccessivi e per rafforzare l’Unio-ne europea nel caso che uno Stato membro metta di nuovo a rischio” la stabilità comune. Dal canto suo il presidente della Commissione, José Manuel Barroso, s’è detto “convinto della importanza di salvaguardare la

stabilità finanziaria dell’Irlanda, del-la zona euro e dell’intera Ue” e ha affermato come sia necessario che le proposte dell’Esecutivo diventi-no operative “il prima possibile per rafforzare l’economia europea” e po-ter rimanere “sul palcoscenico mon-diale”. Varie le posizioni sostenute in aula. Alcuni interventi hanno confer-mato di credere nella linea del rigore dei conti pubblici, altri hanno ribadi-to il “pericolo del protezionismo” e delle chiusure nazionali, altri anco-ra hanno ricordato come il progetto d’integrazione si fondi sulla solida-rietà tra gli Stati. Il liberaldemocra-tico Guy Verhofstadt si è concentra-to sulle “sanzioni contro quei Paesi che hanno conti fuori controllo”, da rendere “automatiche” e quindi ge-stibili direttamente dalle istituzioni Ue. “Ma il vero problema − ha detto Rebecca Harms, dei Verdi − è che manca uno spirito di solidarietà eu-ropeo, persino da parte della Ger-mania. Eppure la crisi irlandese è anche una crisi tedesca”. Sia sul bilancio che sulle azioni per evita-re il tracollo dell’euro le prossime settimane − è stato ribadito a Stra-sburgo − saranno cruciali.

Commissione europea

Presentate le azioni per la sicurezza all’interno dell’UnioneLa strategia di sicurezza interna dell’Ue, adottata nelle scorse settimane dalla Com-missione europea, comprende 41 azioni destinate a far fronte alle minacce più im-minenti alla sicurezza. Si deve agire insieme a livello comunitario per smantellare le reti criminali e terroristiche, proteggere i cittadini, le imprese e la società contro la criminalità informatica, aumentare la sicurezza dell’Ue grazie a una gestione più intelligente delle frontiere e rendere l’Unione più preparata e capace di rispon-dere alle situazioni di crisi. La proposta dell’Ue prevede la confisca dei proventi di reato: nel 2011 diventerà operativa. L’Ue dovrebbe inoltre contribuire a offrire alle comunità locali la capacità di far fronte alla radicalizzazione e al reclutamen-to di terroristi, e identificare modi migliori per proteggere le infrastrutture di tra-sporto, in particolare il trasporto terrestre, dal terrorismo. Si propone di creare un centro europeo per la criminalità informatica che riunisca gli esperti in materia di indagine e prevenzione, e si sta elaborando una serie di iniziative per affrontare meglio la gestione delle frontiere e per una migliore preparazione e reazione a

crisi e catastrofi. “La sicurezza interna dell’Ue segue per tradizione una mentalità compartimentata, concentrandosi su un solo settore alla volta. È giunto il momen-to di adottare un’impostazione comune sul modo di reagire alle minacce alla sicu-rezza e alle sfide che abbiamo di fronte. Il terrorismo, la criminalità organizzata, la criminalità transfrontaliera e quella informatica, le crisi e le catastrofi sono al-trettanti settori in cui dobbiamo unire i nostri sforzi e collaborare per aumentare la sicurezza dei nostri cittadini, delle imprese e della società in tutta l’Ue. Questa strategia individua le minacce che ci troviamo di fronte e le azioni che dobbiamo intraprendere per essere in grado di combatterle. Incoraggio tutte le parti inte-ressate ad assumersi le loro responsabilità nella realizzazione di queste iniziative e a potenziare in tal modo la sicurezza dell’Ue”, ha dichiarato Cecilia Malmström, commissaria per gli affari interni. La Commissione presenterà al Parlamento eu-ropeo e al Consiglio una relazione annuale sui progressi compiuti e sosterrà il co-mitato permanente per la cooperazione operativa in materia di sicurezza interna.

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Non c’è nessun angolo sicuro, nessuna raccoman-dazione che possa mettere al riparo dall’urgenza di mettersi dalla parte di Dio. Le sicurezze umane, anzi le rassicurazioni umane, non possono nien-te davanti alla domanda di Dio. Giovanni battez-za e chiede la conversione come unico modo per entrare nella logica di Dio. Per questo non ci so-no mediazioni, non ci sono scorciatoie, amicizie e ‘padri’. L’unico Padre, lo dirà poi Gesù, è solo Dio e gli altri sono solo mezzi, sono segni sulla strada, sono indicatori di quello che è più grande. Non ci si può fermare a loro, ma è necessario andare ol-tre, seguire la strada, capire che è necessario per-correrla per andare davvero verso Dio. È un erro-re grave quello di confondere il mezzo con il fine e di accontentarsi di aver notato il mezzo. Peggio ancora usarlo come difesa, come alibi per dire che si è fatto a sufficienza. la parola di Giovanni bru-cia perché indica che il tempo, quando si fa vici-no, costringe a mettersi in discussione, e non è più possibile usare le mezze misure. È un messaggio che per noi sconfina nell’ovvio, nel ripetuto, nel conosciuto. Quanti avventi, quan-te quaresime, e quante volte quel “convertitevi” è suonato nelle nostre orecchie. Sentirlo, e averlo sentito molte volte, non è però farlo diventare no-stro. Anche noi possiamo trincerarci dietro il fatto di sapere bene che cosa dice il Vangelo e per que-sto credere che basti così. Proprio come i farisei e i sadducei: anche loro conoscevano bene la parola di Mosè, e anche la storia di Abramo. E poi? Po-

teva bastare per loro? E per noi può bastare? Gio-vanni continua a gridare nel deserto delle nostre orecchie che sentono troppo e che non accolgono nulla, continua a gridare ma la sua parola si perde tra le montagne delle cose che più ci preoccupano e negli avvallamenti della nostra ipocrita giustifi-cazione che facciamo abbastanza, che Dio è mise-ricordioso, che basta così. Invece Giovanni chiede il cambiamento come misura per capire cosa vo-glia davvero dire accogliere l’amore senza misu-ra. Altrimenti non si potrebbe capire, altrimenti si sentirebbe solo un Dio dimezzato, che accetta le nostre mezze misure, mentre l’amore totale chie-de un ascolto che cerca di essere totale. Bruciante la parola e l’esigenza, lì dove la nostra volontà ar-ranca davanti al cercare di prendere una qualsiasi posizione. Giovanni chiede di bruciare d’amore e la nostra risposta è che basta così. È la storia che si ripete e che si sussegue dietro alla necessità di rispondere a un Dio troppo grande per il suo amo-re, mentre il nostro amarlo continua a essere in-capace di trovare un posto dove metterlo e dove confinarlo. L’unica misura concessa è quella che ci manca e che quasi, talvolta, ci scandalizza. Co-sì preferiamo che le nostre orecchie continuino a sentire senza ascoltare e senza provare il dono del Regno che viene. Così preferiamo l’etichetta di qualche credo come segno di effimera salvezza al-la vera salvezza che si compie nell’essere parte di un vero popolo. Perché non proviamo più nostalgia dell’attesa e gioia per la Sua presenza?

II DOMENICA DI AVVENTODal Vangelo secondo Matteo (3, 1-12)

In quei giorni, venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea dicendo: “Convertitevi,

perché il regno dei cieli è vicino!”. Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaìa quando disse:

“Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!”. E lui, Giovanni,

portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico. Allora Gerusalemme, tutta la Giudea

e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Vedendo molti farisei e

sadducei venire al suo battesimo, disse loro: “Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire

all’ira imminente? Fate dunque un frutto degno della conversione, e non crediate di poter dire dentro di voi: ‘Abbiamo Abramo per padre!’. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. Già la

scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel

fuoco. Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in

Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma

brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile”.

Il Vangelodella domenica

10 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

di Giuseppe Fusari

Paolo da Caylina il Giovane

È uno degli artisti del Rinascimento bresciano che interpreta con intensa vena narrativa i temi del sacro. La sua pittura,

formata sui modelli di Foppa, Romanino e Moretto, mantiene elementi di carattere arcaico soprattutto nella

raffigurazione dei santi.

“San Giovanni Battista”Lavone, chiesa parrocchiale.

I figlie le pietre

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Ecclesia

11

Roma L’assemblea della Fisc

Il Papa: “Servite con coraggio la verità”

Il ricordo di mons. Franco Peradotto, primo presidente della Fisc (Federa-zione italiana settimanali cattolici) re-centemente scomparso, che il Papa ci ha donato al termine del suo interven-to venerdì 26 novembre – in occasione della XVI assemblea nazionale elettiva (Roma, 25-27 novembre) – diventa per noi oggi la chiave di lettura della storia e delle nuove prospettive dei settima-nali diocesani. Di fronte alla sfida delle nuove tecnologie e della cultura di og-gi, infatti, sono ancora non solo attuali ma soprattutto profetiche le sfide con le quali mons. Peradotto e, con lui i pri-mi fondatori della Fisc, avevano pensa-to al ruolo dei settimanali diocesani.Certamente si è fatta tanta strada da allora, soprattutto in termini di profes-sionalità e di nuove impostazioni tecno-logiche, ma quei compiti che Benedet-to XVI ha ricordato durante l’udienza sono oggi come allora le vere sfide cui devono guardare i nostri settimanali. Anzitutto la sfida della verità. Riferen-dosi al rischio delle “tante verità” che la cultura di oggi propone, il Papa sotto-linea come “gli organi di informazione

sono chiamati a servire con coraggio la verità, per aiutare l’opinione pubblica a guardare e a leggere la realtà da un punto di vista evangelico”. “Continua-te a essere giornali della gente – ci ha ancora esortati Benedetto XVI – che cercano di favorire un dialogo autenti-co tra le varie componenti sociali, pa-lestre di confronto e di dibattito leale fra opinioni diverse”.È facile riscontrare in queste parole del Papa i motivi fondanti della Fisc, che erano nell’animo dei soci fondato-ri e che oggi costituiscono quelle sfide che i nostri giornali sono chiamati a raccogliere per essere voce autorevo-le nell’areopago moderno della comu-nicazione. Certamente la Fisc è a una svolta, non solo per gli avvicendamen-ti del presidente e del nuovo consiglio, come prevede lo statuto, ma soprat-tutto perché non può permettersi di restare ancorata ad abitudini o tradi-zioni formali, nella consapevolezza che oggi un giornale deve essere sempre a una svolta, nella capacità di parlare al-la gente nella realtà del nostro tempo. “Giornale della gente”, “Un giornale in ogni diocesi”, “Quale futuro della car-ta stampata nel mondo digitale?”. Non sono semplicemente slogan che han-no accompagnato e accompagnano il cammino dei nostri settimanali, ma so-no progetti editoriali, sono sfide quoti-diane, sono soprattutto valori sui qua-

li si fonda la ragion d’essere e tutto il cammino della Fisc. Per questo i nostri giornali sono chiamati oggi a ripartire con quello stesso entusiasmo con cui sono partiti i nostri soci fondatori, ma se ci pensiamo bene giornali come i nostri sono chiamati a “ripartire” ogni giorno, perché ogni giorno si pongono in modo nuovo di fronte alle sfide del mondo mass-mediale e soprattutto di fronte alle sfide della gente.La differenza, infatti, tra i nostri gior-nali e tutto il mondo mass-mediale di oggi, con le sue tecnologie e i suoi “po-teri forti” è che ogni giorno i settima-nali cattolici sono chiamati a leggere il territorio e le attese della gente, per rispondere con verità. I nostri giornali non faranno mai “dossieraggio” o piani preconfezionati per portare avanti una tesi, ma saranno sempre a servizio di quella realtà vera che si riscontra nella vita di ogni giorno. Per essere fedeli a questa fondamentale sfida, i settima-nali cattolici, naturalmente, dovranno sempre più sentirsi “in rete”, non solo tra loro, ma con tutto il mondo dell’in-formazione cattolica, soprattutto a li-vello locale, nella costante capacità di crescere anche dal punto di vista tec-nologico e professionale. Tante sfide, quindi, attendono i nostri settimanali, ma tutte si riassumono nell’unica vera sfida, quella ricordata dal Papa: servi-re la verità.

I

[email protected]@lavocedelpopolo.it

LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

di Emilio Pastormerlo

Nel corso dell’assemblea i direttori e delegati dei 188 set-timanali diocesani hanno provveduto a eleggere i membri del Consiglio nazionale della Fisc per il triennio 2010/2012. Del Consiglio fa parte anche il nostro direttore, don Adriano Bianchi, che potrà così rinnovare il contributo bresciano al-la Fisc che nella nostra città tenne nel 1968 la prima assem-blea, approdata poi alla elezione di mons. Franco Peradotto a primo presidente. Sono risultati eletti: Francesco Zanotti, Francesca Cipolloni, Carmelo Petrone, Antonio Rizzolo, Chia-ra Genisio, Carmine Mellone, Agostino Clerici, Bruno Cescon, Davide Maloberti, Adriano Bianchi, Mario Barbarisi, Marco

Bonatti. Oltre a essi, siederanno nel Consiglio i delegati re-gionali: Corrado Avagnina (Piemonte-Valle d’Aosta-Liguria), Claudio Mazza (Lombardia), Mauro Ungaro (Triveneto), Giu-lio Donati (Emilia Romagna), Claudio Turrini (Toscana), Car-lo Cammoranesi (Marche), Angelo Zema (Lazio), Doriano De Luca (Campania), Emanuele Ferro (Puglia), Filippo Curatola (Calabria), Alfio Inserra (Sicilia), Giuseppe Pani (Sardegna), Antonio Simeoni (delegazione estera). È stato infine eletto il comitato tecnico consultivo: Walter Matten, Gerarda Car-ratù, Sergio Criveller, Roberto Giuglard, Paolo Torri, Nevio Bortolussi, Roberto Mazzoli.

Il nuovo Consiglio nazionale

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12 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Ecclesia Chiesa bresciana

Papa Benedetto XVI celebrerà la messa conclusiva del XXV Congres-so eucaristico nazionale l’11 set-tembre 2011 ad Ancona. Lo ha an-nunciato l’arcivescovo di Ancona, mons. Edoardo Menichelli. “L’inizio del nuovo Anno liturgico – ha det-to – si arricchisce in questa prima domenica di Avvento dell’annuncio del Congresso eucaristico, la cui ce-lebrazione conclusiva sarà presie-duta dal Santo Padre”. Il Congresso avrà luogo dal 3 all’11 settembre del prossimo anno. I significati del Congresso eucaristi-

co sono molteplici. In primo luogo, si tratta di un atto di fede nell’euca-ristia e un evento di comunione per l’intera Chiesa italiana che in quei giorni vedrà convergere nel capo-luogo marchigiano migliaia di fedeli da tutte le diocesi d’Italia. L’evento riveste anche un significato sociale e culturale perché l’eucaristia, sa-cramento dell’amore di Dio per gli uomini, è pane del cammino stori-co dei credenti e fermento di novità in tutti gli aspetti del vivere umano.È per questo che ad Ancona verrà sottolineato il dono dell’eucaristia

Signore,da chi

andremo?Si svolgerà nel mese di settembre 2011 e sarà

concluso da Benedetto XVI che celebrerà la Santa Messa nella zona portuale

Pdi Claudio Zanardini per la vita quotidiana, attraverso la

ripresa dei cinque ambiti dell’esi-stenza già oggetto di riflessione al Convegno ecclesiale di Verona nel 2006: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizio-ne e la cittadinanza.Sfondo biblico dell’intero appunta-mento sarà il capitolo 6 del Vangelo di Giovanni, da cui è tratto il versetto posto nel titolo. “Signore, da chi an-dremo?”. È la domanda che l’aposto-lo Pietro rivolge a Gesù a conclusio-ne del discorso sulla Parola e il Pane di vita, ed è anche la domanda che dopo duemila anni ritorna come la questione centrale della vita dei cri-stiani oggi. Per la preparazione spi-rituale al Congresso eucaristico, il Comitato nazionale sta preparando diversi sussidi. Mi permetto di segna-larne due. Il primo biblico, curato da

don Ermenegildo Manicardi: “Signo-re, da chi andremo? L’icona biblica del Congresso eucaristico naziona-le. Ancona 2011” (ed. San Paolo). Il volume, rivolto a tutti, offre spunti e riflessioni perché l’appuntamento di Ancona segni l’inizio di una nuova e più intensa stagione eucaristica. Il secondo spirituale: otto schemi per la preghiera davanti all’eucaristia: “Signore, da chi andremo? Gesù pa-ne di vita”, curati da p. Eugenio Asto-ri sss e suor A.M. Assunta Astor (ed. Velar). Presto sarà attivo un collega-mento sul sito diocesano dove si po-tranno attingere informazioni e sca-ricare materiale per la preghiera, la catechesi e l’animazione eucaristica. Il comitato locale di Ancona ha an-che predisposto uno stendardo che verrà fatto pervenire gratuitamente a tutte le parrocchie.

Ancona Il XXV Congresso eucaristico

Giornata mondiale della gioventù 2011

Gemellaggio tra Oviedo e BresciaSi avvicina la Giornata mondiale della gioventù (man-cano 250 giorni) ed è iniziato nelle zone e nelle par-rocchie il cammino di preparazione con i giovani. Con-temporaneamente l’Ufficio oratori diocesano ha atti-vato la parte organizzativa, offrendo quattro pacchet-ti di partecipazione e aprendo le iscrizioni dei gruppi.La scelta di Madrid nel periodo di Ferragosto offre l’opportunità di avvicinare la Giornata mondiale con la proposta del gemellaggio (dall’11 al 15 agosto) in una diocesi spagnola. Proprio per questo, in settima-na, un’équipe dell’Ufficio oratori è stata accolta a Oviedo da don Josè Luis Pasqual, responsabile della pastorale giovanile della diocesi asturiana, che sarà la sede del gemellaggio per i giovani bresciani. Un viaggio molto interessante, che ha permesso di scoprire le bellezze e i segreti di questa terra cultu-ralmente molto ricca e naturalisticamente inserita tra il mare cantabrico (parte dell’Oceano) e i Picos de Europa. Oviedo è una città di medie dimensioni, con un passato da capitale, perché proprio tra Cova-donga (splendido santuario di montagna) e Oviedo iniziò la ‘reconquista’ cristiana sui mori che avevano invaso la penisola iberica. Dal primo re di Spagna, il leggendario Pelayo, fino all’undicesimo furono le Asturie il centro e il riferimento cattolico per l’intera

penisola. Nella città si trovano le splendide costruzio-ni preromaniche di San Miguel de Lillo e Santa Ma-ria del Naranco e la Cattedrale di San Salvador, nella quale è conservato il Sudario di Cristo, compatibile con la Sindone, nel quale si dice sia stato avvolto il volto di Gesù, dopo la sua morte. Nella Cattedrale è conservata una statua di Cristo Salvatore, che segnava per i pellegrini la prima tappa del Camino del Norte, verso Santiago de Compostela. La diocesi di Oviedo comprende anche le città di Gijon e Aviles (da non confondere con Avila!) e alcuni piccoli e piacevolissi-mi centri sul mare. In agosto le Asturie sono meta di vacanze, per il clima temperato e le belle spiagge. Le giornate con don Jo-sè Luis hanno mostrato, oltre alla classica accoglienza spagnola, anche inaspettati legami con la nostra ter-ra: proprio nel periodo dei primi re, che corrisponde al VIII e al IX secolo, il regno delle Asturie aveva forti legami con la corte di Carlo Magno, simili a quelli che contemporaneamente viveva la nostra città, sotto la dominazione longobarda di re Desiderio. Simbolo del-la diocesi è infatti la Cruz de los Angelos, che tanto assomiglia alla nostra croce di Desiderio. Un motivo in più per preparare in questa terra l’atteso incontro dei giovani con il Santo Padre. (Gabriele Bazzoli)

Don Marco Mori con due sacerdoti spagnoli

Una veduta panoramica di Ancona

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13LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Sale provamusicali

negli oratori

L’Ufficio oratori della diocesi di Bre-scia, in collaborazione con l’Ammi-nistrazione comunale, promuove quest’anno la realizzazione di cinque sale prova musicali all’interno di al-trettante parrocchie bresciane citta-dine. Un’occasione unica e irripetibile che si avvia dopo aver verificato l’an-no scorso la possibilità di realizzare gli interventi necessari e la disponibili-tà delle stesse parrocchie a sostenere il progetto. Il Comune di Brescia prov-vederà a sostenere i lavori edili, quellidi insonorizzazione e l’acquisto degli strumenti necessari per una spesa non oltre i 126mila euro totali. Cinque le parrocchie destinatarie dei contributi: S. Afra per il centro stori-co, Sant’Eufemia per la zona est, Be-ato Palazzolo per la zona sud, S. An-tonio per la zona ovest e Mompiano per la zona nord. Una volta terminati i lavori di realiz-zazione, le cinque parrocchie si impe-gneranno a garantire l’apertura delle sale per almeno 20 ore alla settima-na, dando la precedenza ai gruppi più giovani, riservando un monte ore del 25% a band musicali eventualmente

segnalate dal Comune, garantendo così l’utilizzo proficuo delle stanze per i prossimi dieci anni. Un’inizia-tiva lodevole che stimola e promuo-ve il recupero e la valorizzazione del patrimonio immobiliare degli oratori della città accrescendone allo stesso tempo la centralità nella vita sociale dei quartieri cittadini, ampliando l’of-ferta di servizi all’interno di strutture permanenti rivolte principalmente ai ragazzi. Il regolamento d’utilizzo delle sale prova e le varie tariffe da applicare verrà pattuito dal tavolo di collabora-zione composto dalle delegazioni del Comune di Brescia e delle parrocchie cittadine, nato dopo l’accordo quadro firmato a luglio 2009. Una visione uni-voca quella dei membri del tavolo che monitorerà l’intera iniziativa: il Co-mune riconosce così gli oratori co-me soggetti delle politiche giovanili e sociali, in grado di rispondere alle esigenze dei ragazzi in età evolutiva e alle loro famiglie. La diocesi e le cin-que parrocchie si pongono al servizio del bene comune secondo un preciso piano di sussidiarietà. Negli ultimi an-ni la conoscenza delle problematiche giovanili si è continuamente posta in evidenza e l’offerta di servizi educativi per minori è oramai un’esigenza quoti-diana: quest’iniziativa ne è un esempio per la promozione della crescita sia del singolo che del gruppo. (g.d.m.)

Parrocchie e Comune Un accordo decennale

Santa Lucia

Un dono in dono per il BrasileMacapá è una città brasiliana di quasi 400mila abitanti, capitale dello Stato dell’Amapá. Ha un territorio comunale molto vasto e forma un’uni-ca conurbazione con il limitrofo Comune di Santana grazie al quale la popolazione totale dell’intera area metropolitana raggiunge i 500mila abitanti. Il territorio comunale è attraversato dall’equatore nella parte meridionale ed è poco sopra il Rio delle Amazzoni, in Brasile. Una delle parrocchie, molto grande, è quella di Nossa Senhora de Nazaré, nella periferia nord della città. Le prime case in questa parte della città sono state costruite più o meno 15 anni fa, ma molte sono le famiglie che continuano ad arrivare, inva-dendo e occupando i terreni liberi, dove gli ultimi arrivati costruiscono una baracca di legno e poi, piano piano, una casa in muratura. In questa parrocchia lavorano e operano alcuni sacerdoti bresciani fidei donum, don Paolo e don Stefano, che mentre svolgono con passione il proprio servizio pastorale tra i molti giovani del luogo hanno la necessità di co-struire uno spazio, oltre la chiesa, per incontrarsi con i ragazzi, vivere il catechismo e svolgere alcune attività pastorali.È per loro e per i bambini di Macapá che l’Ufficio oratori e pastorale giovanile della nostra diocesi ha dedicato il progetto 2010 “Un dono in dono”, dedicato proprio alla costruzione dell’oratorio. Nella notte di Santa Lucia, che tradizionalmente porta ai bambini bresciani i doni e la magìa dell’attesa, viene chiesto alle famiglie di riflettere con i propri fi-gli sul senso del dono e aiutare concretamente alcuni loro coetanei che probabilmente non ne riceveranno alcuno. “Un dono in dono” è quindi l’invito a rinunciare a un proprio regalo e versare un contributo in denaro per finanziare un progetto educativo rivolto ai loro coetanei più poveri.Per diffondere l’iniziativa sono in distribuzione attraverso le parrocchie e presso l’emporio del Centro oratori i dépliant illustrativi dell’iniziativa e una busta per la raccolta delle offerte che contiene una breve lettera scritta dai bambini della parrocchia di Macapá. La richiesta è accompa-gnata da una bella lettera di mons. Piero Conti, vescovo bresciano della diocesi di Macapá, che scrive: “L’aiuto economico è sempre importante. Però molte volte si fanno cose bellissime anche con pochi soldi, anzi i gesti più belli sono proprio quelli che non sono misurati dal valore eco-nomico. Sicuramente lo slogan “Un dono in dono” è stato scelto per questo. Nulla vale più della generosità che riconosce nell’altro un ami-co e un fratello che possiamo aiutare. Nel nostro caso devo confessare che l’aiuto dei ragazzi degli oratori di Brescia mi commuove e mi susci-ta tanti ricordi. Non solo quelli della mia gioventù trascorsa nel piccolo oratorio di Sant’Agata, nel centro storico di Brescia, ma soprattutto gli anni bellissimi che ho passato aiutando nell’Acr. Quante persone hanno dato e continuano a dare anni della loro vita per i bambini e i ragazzi nei nostri oratori! Quanti sacerdoti sono stati e sono tutt’ora l’anima di tante iniziative capaci di proporsi come alternative alla vita banale e consumista proposta come ideale dalla società moderna. Qui le co-se sono molto diverse, la povertà e la disoccupazione sono gli incubi di tante famiglie. I bambini e i ragazzi però sono sempre allegri, simpatici e chiassosi come in tutte le parti del mondo. Dobbiamo comunque of-frire alle nuove generazioni una proposta di vita che riempia il vuoto di valori di questa nostra società ogni volta più violenta, indifferente e lontana dal Vangelo di Gesù. Contiamo perciò con la collaborazione di tutti; dei ‘vecchi’ parroci, che sicuramente ringiovaniscono quando vanno all’oratorio, e dei giovani sacerdoti pieni di coraggio e creativi-tà. Grazie di cuore per “un dono in dono” che darete insieme ai vostri bambini, ragazzi e genitori. Solo così Santa Lucia riuscirà ad attraversare l’Oceano e arrivare col suo asinello carico di regali fino a Macapá!”. (g.b.)

L

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14 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Ecclesia Chiesa bresciana

Costalunga Celebrazione con le claustrali

I 400 anni delle monache

VisitandineLa fondazione è opera di San Francesco di Sales

e Santa Giovanna Francesca di Chantalcon il carisma della preghiera umile e nascosta

Domenica 21 novembre si celebrava la Giornata mondiale per le comunità claustrali femminili. A Brescia è stata celebrata presso il Monastero della Vi-sitazione in via Costalunga a Brescia anche per ricordare i 400 anni della fondazione dell’ordine delle Visitandi-ne. La ricca rappresentanza dei consa-crati della diocesi, su invito degli or-ganismi Cism, Usmi e Ciis, ha vissuto con intensità la solenne preghiera del Vespro, inserito nella celebrazione eu-caristica presieduta da mons. Mauro Orsatti, concelebranti don Alessandro

DTuccinardi e don Roberto Dal Molin. Al termine, l’atteso incontro con le sorelle claustrali che hanno aperto le porte dei loro parlatori, per un ristoro all’insegna della sobrietà e della carità e, soprattutto, per scambiare sorrisi e parole di cielo. Da un quotidiano sovente specchio dell’esperienza della Marta evangelica, trovarsi a stretto contatto con la sorel-la Maria, è una meravigliosa opportu-nità per incontrare il Maestro e metter-si in ascolto di Lui, come sua Madre. Ci siamo lasciati guardare da Lui, at-traverso gli occhi luminosi e gaudiosi di una Monaca di cent’anni e l’animo in festa delle sue consorelle. Quando la delegata Usmi, suor Annamaria, ha consegnato alla Superiora, a nome di tutte, una raffigurazione dell’ultima Cena, un’ovazione di riconoscenza e

di meraviglia si è levata dal cuore sem-plice e puro di queste nostre sorelle, a farci comprendere che c’è veramente “più gioia nel dare che nel ricevere”.400 anni di vita: tempo dato dal Signo-re dalla fondazione delle Visitandine, per opera di due giganti della santità: San Francesco di Sales e Santa Gio-vanna Francesca di Chantal, a oggi. Comprendiamo meglio l’importanza della preghiera umile e nascosta, di tanti passi offerti nel silenzio per tutti noi: per il nostro Vescovo e tutti i sa-cerdoti, i seminaristi, i diaconi, i con-sacrati e le consacrate di ogni ordine e grado, senza dimenticare le famiglie e tutti coloro che necessitano di un in-tervento divino. È bello pensare che dentro questo mondo ci siamo tutti, ognuno con le proprie attese e desi-deri, con le proprie ansie apostoliche

ed eventuali sconfitte. Siamo gomito a gomito nel tentativo di cercare quegli occhi e quel cuore capaci di portare al Signore le intercessioni di chiun-que, come anche i nostri silenzi. Tutti in un’armonica comunione. Il tempo di Avvento ci aiuta a vivere con mag-giore intensità la Parola, in attesa del-la Sua venuta. Dentro le nostre liturgie non dimentichiamoci di pregare per le nostre Sorelle Visitandine che ci precedono nel cammino in salita ver-so “la misura alta della vita cristiana ordinaria”. Come ha detto don Mauro nell’omelia, chiediamo scusa se abbia-mo invaso il loro silenzio, ma al con-tempo ringraziamo il Padre per aver-cele date e fatte incontrare e per aver assaporato la bellezza, la grandezza e la profondità di Dio, dentro semplici e magnifici vasi di creta

Nella chiesa del Monastero della Visitazione

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Brevi 15LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Un carosellodi iniziative

L’unità pastorale del centro storico di Brescia incomincia a muovere i primi passi e lo fa sul terreno arduo della cultura. Per le imminenti festività na-talizie le nove parrocchie dell’unità hanno deciso di ricondurre in un uni-co programma la miriade di iniziative che, da anni, ogni singola realtà met-teva in campo per il tempo del Natale. Concerti, esposizioni di presepi, eleva-zioni spirituali, momenti di spiritualità e di riflessione hanno trovato una ca-sa comune nel calendario di “Natale nelle Chiese”. 31 appuntamenti, che hanno preso il via il novembre scorso con un concerto d’organo nel santua-rio di Sant’Angela Merici, e che con-tinuano in questo fine settimana con una elevazione spirituale nella chiesa di Sant’Alessandro (domenica 5 di-cembre alle 15.30) e con i Pomeriggi d’Avvento in San Giovanni Evangeli-sta (sempre domenica 5 alle 16). A se-guire: giovedì 9 dicembre nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso catechesi di don Renato Laffranchi su “Parliamo del diavolo”; venerdì 10 nella chiesa di Sant’Agata concerto di Natale con il Coro polifonico di Brescia; sabato 11 nella chiesa di San Zeno al Foro presentazione della Natività di Anto-nio Paglia. “Quello che ha portato al-

la definizione del fitto programma è stato un lavoro – dicono i promotori del calendario di “Natale nelle Chiese” – organizzativo, per evitare doppioni e sovrapposizioni, e progettuale per rendere più efficace lo sforzo che ogni comunità mette in campo per la for-mazione e la crescita dei parrocchia-ni”. Su un altro fronte, “Natale nelle Pievi” ritorna con un carosello d’ini-ziative fra quaranta Comuni bresciani. “In questa 6ª edizione – dice il diretto-re artistico Pietro Arrigoni –, abbiamo voluto riflettere sulla casa e ci è venuto spontaneo pensare alla figura di padre Ottorino Marcolini con un testo (Chel Mòtom che el va gné a inciodàl...) scrit-to da Tonino Zana e pronto a girare dal 3 al 28 dicembre in quelle case popo-lari con cui nel dopoguerra il presbi-tero bresciano diede un tetto a tanti lavoratori, e che poi divennero veri e propri villaggi: Violino, Badia, Sereno, Prealpino, S. Polo”. Cinque spettacoli in altrettante pievi, “In queste chiese – riferisce Pietro Arrigoni – da secoli si riuniscono la comunità al rintocco preciso delle campane, protagoniste di un altro grande evento della rassegna: ‘I campanèr e i tirabaciòcoi’. In Largo Formentone a Brescia verrà montata una torre campanaria con campane e tastiere, e dieci campanari bresciani tra domenica prossima e il 6 gennaio porteranno i suoni e le impressioni di quell’ambiente nascosto e sconosciu-to dentro la piazza, fra la gente”. Info sulle altre iniziative all’indirizzo www.natalenellepievi.com

Natale In Città e nelle Pievi

L

La solennità dell’Immacolata per tradizione è la festa patronale del Semina-rio. Dallo scorso anno si è pensato di fare festa insieme ai gruppi adolescenti delle parrocchie. Esperienza che si ripete anche quest’anno. Lo scorso anno sono state aperte le porte del Seminario ai gruppi di adolescenti e giovani che i seminaristi incontrano nelle comunità durante il servizio pastorale o nelle parrocchie di origine. L’incontro è stato un momento di festa piena, dove la preghiera, in particolare la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luciano è stata vissuta con intensità e gioia così come gli altri mo-menti di fraternità e di riflessione. Pertanto l’invito è rinnovato anche per quest’anno. La festa avrà due momenti: martedì 7 dicembre con un pelle-grinaggio mariano nella zona XXVII (Rezzato) coinvolgendo gli adolescenti e i giovani delle diverse parrocchie. Nel primo pomeriggio, partendo dalla chiesa parrocchiale di Virle Treponti ci si metterà in cammino sull’esempio di Maria. Attraverso la recita del Rosario si raggiungerà il Santuario di Val-verde dove, tutti i cammini saranno affidati al Signore attraverso l’inter-cessione di sua Madre. Poi presso l’oratorio di Rezzato, ci sarà un momen-to di ristoro e di festa. Mercoledì 8 dicembre solennità dell’Immacolata si aspettano tutti gli adolescenti e i giovani delle parrocchie per condividere insieme la festa. La mattinata si aprirà con la S. Messa presieduta dal vesco-vo Luciano (ore 11). Seguirà il pranzo insieme. Il pomeriggio sarà dedicato alla festa e alla testimonianza.

Seminario diocesano

La festa dell’Immacolata

LA VOCE DEL POPOLO22 OTTOBRE 2010

La Santa Messa all’Eremo si celebra solo la domenica alle ore 16.30. Sabato 4: Scuola di formazione all’impegno sociale e politico (9-12) e celebrazione dell’ufficio delle letture al Monastero, ore 20.30. Lunedì 6 Corso per catec-sti, ore 20. Mercoledì 8: I concerti dell’Eremo. “Le stagioni (della vita): note di riflessione”. Musiche di Beethoven, Haydn, Piazzolla, ore 18. Giovedì 9: festa di San Siro. Nella chiesa parrocchiale di Bienno, vespri e concelebrazio-ne eucaristica, ore 17.40. All’Eremo commemorazione del vescovo camuno mons. Pietro Gazzoli, ore 19. Sabato 11: Ritiro per le religiose e le consa-crate, ore 9.15; Santa Messa per i figli in cielo, ore 16.30; I concerti dell’Ere-mo. Aspettando santa Lucia con il Piccolo Principe. Il racconto di Antoine de Saint-Exupery accompagnato da brani musicali, ore 20.15; Celebrazione dell’ufficio delle letture al Monastero, ore 20.30. Domenica 12: Incontro vo-cazionale per le ragazze , ore 14.30. Lunedì 13: Corso per catechisti, ore 20. Mercoledì 15: Ritiro per le donne, ore 9.15; Preghiera semplice, il rosario e l’adorazione eucaristica, ore 20-21.30. Giovedì 16: Ritiro per i sacerdoti, ore 9.15; Gruppo Galilea, ore 20. Venerdì 17: I concerti dell’Eremo. Eco delle die-ci giornate, ore 20.45. Sabato 18: Ritiro per le persone impegnate nel setto-re socio-politico, ore 9. Sabato 18: Celebrazione dell’ufficio delle letture al

Monastero, ore 20.30. Domenica 19: Riti-ro per il gruppo Galilea; Ritiro per il Csi di Vallecamonica, ore 9; Incontro di spiritua-lità per giovani, ore 18-19.30. Lunedì 20: Corso per catechisti, ore 20. Venerdì 24: Celebrazione dell’ufficio delle letture al Monastero, ore 23; Messa di mezzanotte al Monastero. Sabato 25: Santa Messa di Natale al Monastero, ore 8 (non si celebra all’Eremo); Vespri al Monastero, ore 17.30. Domenica 26: Sante Messe al Monastero, ore 8; all’Eremo, ore 16.30; Vespri al Mo-nastero, ore 17.30. Venerdì 31: Veglia fine anno, ore 21.

Eremo dei SS. Pietro e Paolo di Bienno

Appuntamenti di dicembre

Sabato 4 e lunedì 27 alle ore 21: “Come pietra solcata dal vento”. Parole e mu-sica, immagini e danza, ispirate all’omonimo libro di Cecilia Poli.Martedì 7, 14 e 21, dalle ore 9 alle ore 10.30: lectio divina settimanale sul Van-gelo di Giovanni.Sabato 11 dalle ore 16 alle ore 17.30: Attraversiamo insieme il guado! Un cam-mino per chi vive l’esperienza della malattia disabilitante.Domenica 12 dalle ore 9 alle ore 16: 3° Incontro di formazione per giovani animatori.Domenica 19 dalle ore 17.30 alle ore 22.30: 3ª Giornata di spiritualità per gio-vani dal tema “Il prezzo della felicità” (Mc 3,1-6).Informazioni e/o iscrizioni: Mater divinae gratiae, via S. Emiliano 30 - Bresciatel. 030.3847212-210 – [email protected] – www.materdivinaegra-tiae.it

Centro Mater divinae gratiae

Proposte per il mese di dicembre

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Ecclesia AgendaEcclesia Agenda16 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Agenda del Vescovo

Convegno in San Giorgio

Per il centenario di “Brixia sacra”Sabato 4 dicembre, con inizio alle ore 9.30, presso la chiesa di San Giorgio

(traversa di via Gasparò da Salò) si tiene una giornata di studio celebrativa del centenario (1910-2010) della rivista “Brixia sacra”. Il tema della giornata è “La storia della Chiesa bresciana nel Novecento nella prospettiva storiografica di

‘Brixia sacra’”. Numerosi gli interventi programmati.

Suore Dorotee di Cemmo

Assemblea di NataleLe Suore Dorotee di Cemmo invitano all’assemblea di Natale 2010 che si terrà

il 4-5 e il 27-28 dicembre presso il Centro Mater divinae gratiae. Tema dell’as-semblea “Nella famiglia di Annunciata una famiglia di famiglie”. Le diverse

vocazioni, secondo il carisma di Annunciata, sono un dono fatto alla Chiesa. Insieme, pur nella specificità di ciascuna, esprimono una missionarietà per il

Regno. Informazioni: Mater divinae gratiae, via S. Emiliano 30 – Brescia tel. 030.3847212-210 – [email protected] – www.materdivinaegratiae.it

Ancelle della Carità

Festa di S. Maria Crocifissa di RosaDa domenica 12 a mercoledì 15 dicembre le Suore Ancelle della Carità cele-brano la festa di Santa Maria Crocifissa di Rosa. Domenica alle 9 e alle 15.30 celebrazioni eucaristiche presiedute da don Angelo Maffeis e mons. Enrico

Tosi; lunedì alle 6.30 e alle 18.30 con don Faustino Guerini e don Mario Busca; alle 20.30 veglia di preghiera; martedì SS. Messe alle 6.30 con don Faustino

Guerini, alle 16 con don Pierantonio Bodini, alle 18.30 con don Maurizio Funazzi; alle 10 momento di preghiera per studenti; mercoledì SS. Messe alle

6.30 con don Faustino Guerini, alle 10 con mons. Renato Tononi, alle 15.30 con mons. Vigilio Mario Olmi, alle 19 con mons. Luciano Monari. Le celebra-

zioni si solgeranno nella cappella di Santa Maria Crocifissa di Rosa (contrada Cavalletto, 9). Da venerdì 10 a domenica 12 dicembre giornate di spiritualità con mons. Giacomo Canobbio, presso la casa S. Antonio di via Garzetta, 61. Sabato 11 alle ore 20.30, domenica 12 alle ore 17 e martedì 14 dicembre alle ore 20.30 nel salone Ferramola (via Moretto, 16) rappresentazione teatrale

“Crucifixa”, proposta da Scena Sintetica. Info: tel 0303772581.

Ingressi parrocchiali

Don Faita a CellaticaNel pomeriggio di domenica 28 novembre ha fatto l’ingresso a Cellatica il nuo-

vo parroco don Daniele Faita. Nato nel 1950, sacerdote dal 1985, ha svolto il ministero a Marcheno e Castegnato. Dal 1998 era direttore spirituale in Semi-nario e animatore vocazionale. È stato immesso dal vicario zonale don Luigi

Gaia. Nel suo primo discorso rivolto ai parrocchiani, don Faita ha detto che la storia è abitata da Cristo vivo e risorto: come cristiani dobbiamo vegliare per

ricondurre gli avvenimenti dell’esistenza a Lui, per fare della quotidianità il luogo della crescita e della maturazione di una relazione forte con Dio.

Al Centro Paolo VI per i giovani

Celebrazione penitenzialeÈ aperta a tutti i giovani della diocesi l’ormai tradizionale proposta della

celebrazione penitenziale all’inizio del tempo di Avvento. In continuità con l’itinerario di spiritualità, che prevede tappe mensili nelle diverse

zone della diocesi, viene offerto un incontro unitario per il sacramento della riconciliazione, presieduto dal vescovo mons. Luciano Monari.

Appuntamento in Città per venerdì 3 dicembre con inizio alle ore 21, presso la cappella del Centro pastorale Paolo VI in Via G. Calini n. 30.

Apostolato della preghiera Intenzioni per il mese di dicembre Nel mese di dicembre (che, con la guida di Maria Immacolata, ci fa contempla-re il mistero dell’Avvento e del Natale del Signore) sono state affidate all’Adp le seguenti intenzioni (che trasmettiamo in forma abbreviata):Generale: Perché l’esperienza della sofferenza aiuti a comprendere le situa-zioni di disagio e di dolore del prossimo.Missionaria: Perché i popoli della terra aprano le porte a Cristo e al suo Vangelo.Dei Vescovi: Perché la celebrazione del Natale rafforzi la certezza che l’amore di Dio è la legge della creazione.Del vescovo Luciano per l’anno 2010/11: Perché sacerdoti, consacrati e laici crescano nella collaborazione reciproca per divenire sempre più “una cosa sola” in Cristo.NB: Presso l’Ufficio vocazioni della Curia diocesana sono già disponibili i bi-glietti e i manifesti per il prossimo anno.

Vantiniano e Basilica delle Grazie

Preghiera per i bambini mai nati e per la vita Come ogni primo sabato del mese, il 4 dicembre presso il Cimitero vantinia-no, alle ore 15.30, si tiene la preghiera per la vita sulle tombe dei bimbi mai nati (aborti naturali). Come ogni prima domenica del mese, il 5 dicembre, al-le ore 16 nella Basilica delle Grazie si celebra la S. Messa animata dal Movi-mento per la vita.

Annuario diocesanoSegnalare correzioni e integrazioniÈ in fase di allestimento l’edizione 2011 dell’Annuario diocesano. Eventuali correzioni e integrazioni vanno segnalate al seguente recapito: redazione An-nuario diocesano, via Trieste, 13 – 25100 Brescia. Oppure via mail: [email protected] Il termine ultimo è fissato per il 15 dicembre.

Museo diocesanoVisita guidata domenica 5 dicembreDomenica 5 dicembre, alle ore 14 si terrà una visita guidata al Museo dioce-sano che avrà come guide d’eccezione don Giuseppe Fusari per la collezione dei quadri e la prof.ssa Paola Bonfadini per la preziosa raccolta di codici mi-niati. Si tratta di un’iniziativa dall’Oratorio della Pace che è aperta a tutti. Per prenotarsi occorre inviare un sms al 335.8002080 oppure una e-mail all’indi-rizzo [email protected] indicando il proprio nome e il numero di partecipanti.

Convegno presso le AcliUna nuova classe di politici cattolici?Sabato 11 dicembre alle ore 9 presso la sede provinciale delle Acli (via Corsica, 165) si svolge un convegno sul tema “Una nuova classe di politici cattolici? La promozione e la formazione di vocazioni laicali nelle parrocchie”. Relatore è l’on. Giovanni Bachelet. Organizzano le stesse Acli con l’Ufficio diocesano di pastorale sociale, in collaborazione con l’Azione cattolica.

Venerdì 3 dicembreOre 21 – Brescia – Liturgia penitenziale per i giovani presso il Centro pa-storale Paolo VI.Sabato 4 dicembrePellegrinaggio diocesano per le parrocchie al Santuario della Madonna del Frassino.Ore 17.30 – Brescia – S. Messa in Cattedrale.Domenica 5 dicembreOre 10.30 – Valle di Saviore – S. Messa nel 20º anniversario di dedicazione della chiesa parrocchiale.Ore 16 – Palazzolo s/O – S. Messa presso la comunità Shalom.Martedì 7 dicembreOre 17.30 – Brescia – Ordinazione dei diaconi permanenti.Mercoledì 8 dicembreOre 10.30 – Brescia – S. Messa presso il Seminario maggiore.Ore 17 – Brescia – S. Messa con il rito dei ceri e delle rose in San Francesco.Giovedì 9 dicembreVisita ai sacerdoti della zona XXI di Gardone Valtrompia.

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Il XXXVII Concorso presepi

Con il Vangeloe con la fantasiaÈ già possibile iscriversi al XXXVII Concorso presepi Mcl che coinvolge famiglie, scuole, oratori, gruppi, presepi viventi, associazioni, istituzioni, enti; ognuno con il proprio entu-siasmo, con la voglia di partecipare, di coinvol-gere e sentirsi coinvolti, di imparare e trasmet-tere; con la soddisfazione di poter esercitare la propria competenza “terrena”, con l’aiuto della fantasia e ispirati dal racconto del Van-gelo, nel dare forma opportuna al luogo che accoglie il divino. Circa una trentina di anni fa si iscrisse al Concorso Mcl un principiante che in queste settimane sta conducendo il pri-mo corso di presepistica organizzato da Mcl, il maestro Guido Raccagni del Gruppo prese-pisti di Cividino Quintano: ce lo ha svelato di persona con una punta di emozione ripensan-do al tempo passato, e alla perizia distillata in anni di lavoro, che ora sta trasmettendo a un nuovo gruppo di appassionati (Mcl ha in programma un altro corso per la prossima primavera). Ma ritorniamo al Concorso che in questa edizione ha per tema un versetto del Vangelo di San Luca: “Vi annuncio una grande gioia che sarà di tutto il popolo” (2, 10). È da queste parole che gli iscritti al Con-corso devono prendere spunto per costruire il presepio, il quale, una volta concluso, verrà filmato da un incaricato Mcl per essere sotto-posto alla giuria. Tutti i partecipanti avranno diritto a un riconoscimento e sono previsti co-me ogni anno premi per ogni categoria, oltre al primo premio assoluto che consiste nella medaglia inviata da papa Benedetto XVI e in un buono viaggio in Terra Santa valevole per una persona, secondo il calendario Brevivet. Per iscrizioni e informazioni basta telefona-re allo 0302807812 (fax 030 2404066), oppu-re inviare una mail a [email protected]; il modulo di iscrizione è scaricabile dal sito

www.mclbrescia.it (quota di iscrizione 10 euro per le famiglie, 15 euro per i gruppi). Le premiazioni alla presenza di mons. Lu-ciano Monari, vescovo di Brescia, sono in programma sabato 15 gennaio alle ore 15 nell’auditorium Capretti dell’Istituto Arti-gianelli di via Piamarta 6 a Brescia (ingres-so con parcheggio da via B. Avogadro). Sabato 22 gennaio sono inoltre previste ulteriori premiazioni nelle Circoscrizioni ovest, sud, est e nord. Vi sono altri eventi in programma, come i “Presepi in mostra” (mostra presepi in Duomo vecchio, nella sala Piamarta e installazioni in tutta la cit-tà) e “Art’è Natale” (sei mostre d’arte a Brescia nelle circoscrizioni e all’Università cattolica); ma di questo parleremo nelle prossime puntate.

Presepi Nel nome della comunità

La gioia del Nataleun’occasione di vitada condividere

di Marco Mori

La gioia è un sentimento di comunità. Non può essere vissuta da sola, a differenza di altri sen-timenti, soprattutto quelli più tristi che rinchiu-dono tendenzialmente nella solitudine. Per sua natura la gioia ha bisogno di essere trasmessa: non ha senso un sorriso che non possa incro-ciare un altro volto o una notizia bella che non abbia qualcuno che la accolga. La gioia è un fatto pubblico.L’angelo che, nella notte natalizia e secon-do il racconto di Luca, appare ai pastori usa un’espressione che va esattamente nella stessa direzione: “Vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo” (Lc 2,10). La tristezza dei pastori è segnata dall’incomunicabilità del-la notte, dalla solitudine e dalla noia nel seguire il gregge, dalla ristrettezza economica e sociale nelle quali sono confinati, ai bordi dell’Impero. La nascita di Cristo, al contrario, è un fatto lu-minoso, contagioso, che permette ai pastori di avere una parola bella e inaspettata da comu-nicare, di andare a vedere e provare in prima persona, di lasciarsi sorprendere e di scoprire che esiste qualcosa di inaspettato e di nuovo, di poter raccontare un fatto di gioia, non rin-chiudibile nella sfera intimistica di pochi eletti: è storia per tutti, storia di salvezza, addirittura una storia anche per loro.Così il Natale diventa di tutto il popolo, la sua potenza si sprigiona nella misura in cui nessuno è escluso da questa festa e da questa gioia. L’in-vito a costruire il presepio, quest’anno, incro-cia questo brano del Vangelo e questa esigenza: costruire un presepio per tutti, perché il Natale sia occasione di vita per tutti.È il modo con cui, anche a Natale, viviamo quell’indicazione del vescovo Luciano a essere comunità unita: Cristo non è nato per pochi, ma per noi uomini e per la nostra salvezza. “Uomi-ni” punto e basta: per una volta, senza aggettivi e senza specificazioni.

La tentazione (anche quella educativa) più sot-tile e più diabolica che viviamo all’interno del-le nostre comunità è quella del ripiegamento si-lenzioso e scoraggiato su noi stessi. I pensieri malinconici che ci portiamo appresso sfiorano spesso la bestemmia: “Forse è meglio lasciar perdere… Rivolgiamoci soltanto ai nostri… Cerchiamo qualche cammino bello e significa-tivo che tenga lontani quelli che sono un po’ de-boli o diversi…”. Con molta onestà questo non è Natale, e a tratti questi pensieri sono peggio della commercializzazione del sentimento nata-lizio che lega le coscienze a piccoli cabotaggi. Chi vuole educare sullo stile del Natale sa che il primo obbiettivo è proprio quello di reagire al piano inclinato della divisione per forza, dell’im-possibilità di parlarsi, delle divisioni insanabili e sempre più marcate, dello sbraitare televisivo che non fa altro che allontanare le possibilità di un bene comune raggiungibile.In tanti, come sempre, costruiranno il presepio. Mi piacerebbe che in tanti sentissero l’esigen-za di essere costruttori di uno stile di comunità che non rinuncia alla gioia per tutti: in fondo, è quello che ci manca e sarebbe triste lasciarsi sfuggire, ancora una volta, questa possibilità.

Mcl 17LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Mcl

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Lavoratori immigrati all’ordine del giorno

di Valentina Rivetti

La gru ha ripreso a funzionare. Il destino di tanti lavoratori immigrati non ancora. Pe-rò una buona notizia c’è. È l’approvazione di un ordine del giorno presentato dall’on. Livia Turco. L’odg chiede al Governo di im-pegnarsi su quattro punti. Anzitutto, la necessità di estendere la regolarizzazione prevista per colf e badanti anche ai setto-ri con alta incidenza di manodopera irre-golare (edilizia, agricoltura, etc.). Poi, una questione di tempo. Ovvero trasformare in un anno gli attuali sei mesi concessi per il rinnovo dei permessi di soggiorno: trovare un’occupazione regolare dopo la perdita del posto di lavoro in soli sei mesi è difficile. Si rischia di produrre nuovi reati d’irregolari-tà. Per legge. Poi, un tavolo istituzionale sul tema delle truffe a danno degli immigrati e la possibilità di denunciare la truffa subita senza pericolo di espulsione. Infine, il do-vere di combattere più strenuamente ogni forma di sfruttamento del lavoro. Come? Ri-gorosa applicazione della legge, soprattutto dell’articolo 18 del dl 286/1998 che prevede un permesso di soggiorno per le persone che denunciano i propri sfruttatori. Come scrive la Turco “le leggi vanno sempre rispettate. Ma questo non significa chiudere gli occhi quando esse si dimostrano inefficaci o ad-dirittura provocano problemi”. Approvare un odg è un atto politico importante. Si po-ne come direttiva per l’esecutivo e non può essere ignorato.

Acli18 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Una ricerca e un forum Per capire insieme

Un nuovo approccio ai bisogni dei disabili

di Daniela Del Ciello

Il 3 dicembre è la Giornata del disabile ma, per-ché non resti un evento isolato e poi dimenti-cato, è opportuno sia spunto per un agire con-creto e mirato.In questo si sono impegnate le Acli e il Patro-nato, attraverso una ricerca svolta nel 2009 che esplora le dimensioni del disagio adulto e ne in-dividua le ricadute sui servizi Acli. I risultati di tale ricerca saranno presentati sabato 4 dicem-bre presso la sede delle Acli in occasione del fo-rum sulla disabilità “I diritti dei disabili: faccia-moli cadere nella rete. Una tutela realizzata in sinergia”. Un incontro che vuole porre l’accento sui bisogni delle persone disabili, per studiare un nuovo e più efficace approccio agli stessi.Al forum diversi ospiti, tra cui Rita Tagassini (di-rettrice Patronato Acli Brescia) che presenterà i dati del questionario, somministrato a più di 300 ex utenti del nostro Patronato. L’indagine ha evidenziato in particolare come la perdita o la riduzione di autosufficienza renda fragile l’asset-to familiare e come il contatto con i servizi che dovrebbero agevolarli sia spesso complesso e

Dsc pillole (commentate) di Dottrina sociale della Chiesa

Benedetto XVI, nella Caritas in veritate, riferendosi alla Populorum progressio di Paolo VI, evidenzia co-me il documento magisteriale del Papa bresciano sia un frutto fecondo e diretto del Concilio Vaticano II. In effetti, il periodo conciliare è particolarmente fertile. L’intero genere umano guarda con fiducia all’inizio del terzo millennio. Sono anni colmi di speranza e gli uomini di buona volontà, ai quali si era rivolto papa Giovanni XXIII nella Pacem in terris, credono davvero alla possibilità di riscatto di milardi di persone rima-ste indietro, che giustamente reclamano il riconosci-mento dei loro diritti dei quali la Chiesa si fa paladi-na. Papa Montini, al ritorno dallo storico viaggio di pace all’Onu, scrive nell’Enciclica: “La condizione delle popolazioni in via di sviluppo deve formare l’oggetto

della nostra considerazione; diciamo meglio, la nostra carità per i poveri che si trovano nel mondo – e sono legione infinita – deve divenire più attenta, più atti-va, più generosa”. E chiosa: “Combattere la miseria e lottare contro l’ingiustizia, è promuovere, insieme con il miglioramento delle condizioni di vita, il progresso umano e spirituale di tutti, e dunque il bene comu-ne dell’umanità. La pace non si riduce a un’assenza di guerra, frutto dell’equilibrio sempre precario delle forze. Essa si costruisce giorno per giorno, nel perse-guimento di un ordine voluto da Dio, che comporta una giustizia più perfetta tra gli uomini”. Paolo VI è convinto che una collaborazione internazionale non sia una utopia, a condizione che vi siano istituzioni forti che la preparino, la coordinino e la reggano fino

a costituire un ordine giuridico riconosciuto. Nel suo discorso ai rappresentanti delle Nazioni Unite procla-ma: “La vostra vocazione è di far fraternizzare, non già alcuni popoli, ma tutti i popoli”. Poi chiede: “Chi non vede la necessità di arrivare in tal modo progres-sivamente a instaurare un’autorità mondiale in grado d’agire efficacemente sul piano giuridico e politico”? A coloro che non credono possibile una crescita di umanità nel cuore di ogni uomo, il Papa rimprovera l’incapacità di percepire “il dinamismo d’un mondo che vuol vivere più fraternamente e che, malgrado le sue ignoranze, i suoi errori, e anche i suoi peccati, le sue ricadute nella barbarie e le sue lunghe divagazio-ni fuori della via della salvezza, si avvicina lentamen-te, anche senza rendersene conto, al suo Creatore”.

Paolo VI: necessaria un’autorità mondiale efficace

segnato dalla burocrazia. La maggioranza degli intervistati (67%) ha un lavoro ma, nonostante l’80% del totale abbia un’invalidità riconosciuta, solo il 19,3% ha trovato un lavoro nuovo tramite il Collocamento mirato previsto dalla L. 68/99, o è stato ricollocato in ottemperanza alla stessa legge (32,7%) o, ancora, ha cambiato le mansio-ni (37,7%) per via della nuova condizione. Cio-nonostante, la maggioranza degli intervistati si dice soddisfatta del proprio lavoro, aggiungen-do che le mansioni svolte corrispondono alle proprie attitudini e capacità.Le reali difficoltà sono dovute alla scarsa co-noscenza dei propri diritti e alla difficoltà di re-lazione con gli enti preposti al riconoscimento dell’invalidità. Forse è qui la sfida per le Acli: studiare nuovi modi di diffondere la conoscenza dei diritti dei lavoratori e interloquire con gli enti pubblici per semplificare le procedure di riconoscimento dell’invalidità. Il suggerimento che viene dagli intervistati d’altronde è chiaro: alle Acli si chie-de di sostenere lo sviluppo di uno “sportello so-cio-sanitario” per tutti i cittadini con problemi di invalidità. Il primo passo è parlarne insieme, il 4 dicembre, presso la sede Acli, dalle 9.30 alle 12.

di Salvatore Del Vecchio

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La bambina ciecache fa vedere

Una piccola bambina rannicchiata sul mar-ciapiede davanti a un cesto di mele con la manina aperta. Tanti, passando, non la de-gnavano d’uno sguardo o, addirittura, sca-valcavano il suo cesto. Altri la evitavano brontolando, altri ancora la insultavano. Un uomo, da lontano, si fermò a osservare: c’era qualcosa di strano in quella bambina. Un signore, passando di corsa, inciampò e rovesciò il cesto. Le mele si sparsero ovun-que. L’uomo notò che la bambina, per rac-cogliere le sue mele, non andava a colpo sicuro, ma palmeggiava tutto il pavimento. Osservò attentamente i suoi gesti: capì che era cieca. Un moto di tenerezza gli si mosse dentro; le si accostò e, inginocchiatosi per terra, l’aiutò a raccogliere le mele dicendo-le sottovoce: “Scusaci bambina! Sai: siamo sempre di corsa!”. A lavoro finito salutò con una carezza e se ne andò non senza aver deposto nel cesto una moneta grossa. Una voce lo raggiunse: “Signore!”. L’uomo tornò sui suoi passi e la bambina le disse: “Che bello! Tu hai fat-to come Gesù”. S’avviò: quella frase non lo lasciava: “ Tu hai fatto come Gesù”. Na-tale era vicino e lui si ripromise che “ogni volta che gli capitava, avrebbe fatto come Gesù”. Ci provò altre volte in forme diver-se e s’accorse che dentro di lui cresceva una bella serenità. I suoi a casa notarono in lui il cambiamento . Gliene domandarono ra-gione. E lui raccontò della bambina cieca che gli aveva fatto scoprire come “sia bello fare come Gesù”.

Convegno nazionale Fism L’esempio della scuola di Villongo

L’accoglienza è parteintegrante a scuola

pagina a cura di Mario Sissa

“Mamma, oggi ho bevuto il tè di Adam: era buo-no!”. È partita da piccoli episodi, come questo, l’esperienza dei Laboratori narrativi della scuola dell’infanzia Fism di Villongo San Filastro nella Bergamasca. Si sono creati nella scuola spazi e tempi per dar modo alle mamme di bimbi italiani e di bimbi stranieri di raccontarsi le reciproche esperienze di vita quotidiana. Ma la scuola di Vil-longo San Filastro è solo una delle tante scuole della Fism (Federazione italiana delle scuole ma-terne autonome) dove l’accoglienza e l’intercultu-ra sono elementi distintivi del progetto educativo. La presenza degli alunni stranieri – 30mila nel-le scuole paritarie federate – non è quindi più un’emergenza, ma ordinarietà e le scuole diven-tano laboratorio di accoglienza e integrazione. Di queste esperienze e del tema della diversità si è parlato nel convegno nazionale della Fism “La scuola dell’infanzia di ispirazione cristiana tra identità e intercultura” che si è svolto sabato 27 e domenica 28 novembre a Roma, I lavori del convegno, sono stati introdotti dal segretario della Fism Luigi Morgano e da Delio

Vicentini, responsabile del settore pedagogico della Fism, a cui sono seguite le relazioni di don Orioldo Marson, docente di Teologia sistemati-ca presso lo Studio teologico di Pordenone e di Sonia Claris, dirigente scolastica e docente uni-versitaria, di Carlo Petracca, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Regione Abruzzo e Roberto Franchini, docente della Uni-versità Cattolica di Brescia.Prima degli interventi finali di Marco Ubbiali, do-cente dell’Università degli Studi di Bergamo e di Ivo Lizzola, preside della Facoltà di Scienze del-la Formazione presso l’Università di Bergamo, sono state presentate delle esperienze realizzate nelle scuole paritarie federate che hanno offerto parecchi spunti di approfondimento attraverso il dibattito fra il folto pubblico dei partecipanti.È noto, infatti, che la società italiana sta diven-tando sempre più multiculturale e che il feno-meno migratorio va acquisendo una crescente rilevanza per dimensioni e tipologia. In partico-lare la scuola diventa il laboratorio della cultura dell’accoglienza fin dall’infanzia e l’intervento educativo deve prevedere iniziative e traguardi rivolti non solo ai bambini, ma anche ai genitori e alla comunità.

Riflessione

Perché Gesù non resti sulla coda della cometaCertamente scuola e famiglia non dimenticano di recuperare alcune tra le tanti tradizioni che “ci raccontano il Natale”. È un clima di tenerezza di cui abbiamo tutti bisogno; soprattutto in questo tempo in cui – leggendo i giornali – sembra che niente vada per il verso giusto, che tutto vada allo sfascio, che crescano le incomprensioni e le tensioni fra gli uomini ecc. È proprio in situazio-ni di complessa precarietà che abbiamo bisogno di fermarci sul dono di Grazia che sono le tradi-zioni, per creare in noi quel clima di speranza di cui abbiamo, tutti, tanto bisogno. Servono e aiu-tano l’emergere della fede come valore sostan-ziale per la vita. Quindi avanti nel fare il presepio, nel costruire

con materiale riciclabile il paesaggio; avanti nel disseminare di lucine la sacra rappresentazione e nel farci coccolare dalle nenie natalizie; avanti an-che con lo scambio di auguri sinceri e di doni non costosi, ma ricchi di significato e di attenzione che riserviamo gli uni per gli altri, in un tempo in cui la fretta di tutti i giorni lascia il posto a relazioni vissute in modo più lento e sincero.Anche così oggi la fede può essere generata, de-stata, fatta emergere da adulti che, volendo es-sere testimoni ed evangelizzatori di Cristo, sanno incontrare i più piccoli in modo umanissimo; san-no dimostrarsi persone affidabili e sanno fare il dono della propria presenza affettuosa; indican-do così il Dio che è amore.

Cari genitori, quando avete portato i vostri bam-bini al battesimo vi siete ufficialmente impegnati a “educarli nella fede, perché, nell’osservanza dei comandamenti, imparino ad amare Dio e il pros-simo come Gesù ci ha insegnato”: siete stati e sie-te fedeli a questo “giuramento”? La celebrazione del Natale è un mezzo e un tempo propizio per recuperare la fedeltà a questo giuramento, po-sto all’inizio della vita dei vostri figli. Ma se non si sta attenti, si rischia di dimenticare l’autentico significato della festa, “di lasciare Gesù sulla coda della cometa”, nel senso che le tradizioni natalizie non devono oscurare o cancellare il mistero di Dio fatto uomo per amore degli uomini; soprattutto dei più piccoli e trascurati!

Adasm Fism BresciaAssociazione degli asili e delle scuole materne

della provincia di Brescia

19LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Adasm Fism

di Angelo Chiappa

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Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità,conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per ilsostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite atutti i sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

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21

Paesi e parrocchie

I lavori di ristrutturazione appor-tati all’oratorio di San Francesco a Muratello, iniziati un anno fa, sono agli sgoccioli. Così la parrocchia, domenica 28 novembre, ha inaugu-rato la nuova struttura. Allo sfortu-nato incidente dovuto all’assenza del vescovo, causa malessere, si è supplito con la presenza di mons. Claudio Paganini, consulente ec-clesiastico nazionale del Centro sportivo italiano. La benedizione degli edifici, culmine della cerimo-nia, è stata effettuata proprio da Paganini, alla presenza del parroco don Giuseppe Mombelli e del sinda-co di Nave, Giuseppe Corsini. Alle 17.30 l’evento ha avuto inizio con

Muratello di Nave Inaugurazione

Mons. Claudio Paganini ha benedetto gli spazi ristrutturati dell’oratorio dedicato a San Francesco. I lavori erano iniziati un anno fa. La comunità ha partecipato con entusiasmo, consapevole della valenza educativa del luogo

Idi Barbara Fenotti

Valle del Garza

Quattro oratori “nuovi”In principio fu Nave con l’inaugurazione nel giugno del 2000 poi arrivarono an-che gli altri oratori della Valle: Cortine di Nave, Caino e Muratello. Negli ultimi dieci anni quattro parrocchie della Valle del Garza hanno deciso di investire sui giovani. Come? Scegliendo la formazione. Anche la formazione richiede spazi adeguati e sempre più idonei alle esigenze dei ragazzi. Ecco allora che le quat-tro comunità educative hanno potenziato e ammodernato le loro strutture an-che con ingenti investimenti economici.Tutti e quattro hanno anche scelto di puntare sulla formazione con la scelta di avere un Centro di aggregazione giovanile interno. Uno spazio compiti che nel tempo si è rivelato sempre più indispensabile come sostegno ai ragazzi e alle stesse famiglie. Inutile sottolineare che il Cag è diventato anche uno strumento di formazione e di integrazione per i ragazzi stranieri, che trovano così acco-glienza e ospitalità all’interno dell’oratorio.Lo sforzo economico è stato ripagato anche dalla generosità dei fedeli, che evi-dentemente scorgono ancora nell’oratorio il luogo ideale per la crescita di ra-gazzi e nipoti. Il prossimo passaggio sarà quello di lavorare in un’ottica di pasto-rale zonale giovanile per essere ancora più capillari nelle proposte; non è facile, però, arginare anche gli inevitabili campanilismi. A don Enrico Malizia (Nave), don Francesco David (Cortine), don Marco Domenighini (Caino) e a don Giorda-no Bregoli (Muratello) il compito di proseguire nel cammino della formazione. Un cammino complesso che richiede sempre di più un impegno e una responsa-bilirà diretta dei laici. La scommessa vincente della Valle del Garza prosegue anche nel campo della Sala della comunità: il teatro di comunità è un modo in cui la comunità si espri-me, si racconta e allo stesso tempo scopre se stessae rinforza la propria identità; fare cinema di comunità significa anche dialogare, discutere e riflettere parten-do da un film. Riflessione su temi che toccano la vita, storie e vicende che dalla vita prendono spunto e alla vita riportano lo spettatore. La Sala della comunità trova la propria identità tramite lo stimolo di interrogativi, questioni e pensie-ri. Non basta la programmazione ordinaria se viene tralasciato questo aspetto. Generare domande di senso è fare cultura; fare cultura è far crescere una co-munità. Uno degli strumenti può essere proprio quello dei film d’essai. Parten-do da questi presupposti, ma senza perdere di vista anche la possibilità di poter regalare due ore di serenità e divertimento alle famiglie, la parrocchia di Caino, dopo aver sistemato l’oratorio (con le strutture sportive) e la canonica, stanno ristrutturando il cinema-teatro della Comunità. Un’altra modalità per essere pre-senza significativa e con il proprio specifico.

L’aggregazionesi uniscealla formazione

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la celebrazione della messa nella chiesa parrocchiale, che ha visto la partecipazione, oltre che del sin-daco, anche del maresciallo Stefa-no Villotta, del parroco di Nave don Gianluigi Carminati, del salesiano don Vincenzo Biagini e del parroco di Bovezzo, don Rosario Graziotti. Al termine della liturgia personalità e fedeli sono stati accolti, all’ester-no della chiesa, dalla banda che ha annunciato l’apertura della festa. Le precipitazioni nevose, anche se non eccessive, hanno impedito che il corteo procedesse a piedi. L’atto simbolico, costituito dal taglio del nastro teso dinnanzi all’entrata del-la “vecchia” struttura, ormai quasi definitivamente messa a nuovo, è toccato al parroco affiancato dal sindaco e da mons. Paganini. Per completare i festeggiamenti è se-guito un rinfresco in teatro. I par-rocchiani, nonostante il clima po-co mite, non hanno esitato a par-tecipare numerosi. L’emozione che ha preceduto il taglio del nastro era palpabile ed è sfociata poi in un ap-plauso entusiasta.Le attività dell’oratorio sono seguite direttamente dal curato don Gior-dano Bregoli. Anche qui si possono trovare le stesse difficoltà e poten-zialità del territorio: sono operativi diversi gruppi, ma si fatica a coin-volgere le persone sul campo della formazione anche se non mancano le proposte (compreso il Cag). Ri-sulta significativa anche la compo-nente sportiva con il Csi e con la curiosità di un campionato interno composto da circa 20 squadre.

LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

La parrocchiale di Muratello

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22 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Città

In città esiste una cooperativa che si chiama Cauto (Cantiere autolimi-tazione); è un’onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) che promuove l’integrazione sul lavoro di soggetti socialmente svantaggiati, con particolare attenzione a persone che si trovino in condizioni di emargina-zione grave. Il quadro delle tipologie di disagio è eterogeneo (ex-tossicodi-pendenti in carico al Sert; ex-alcooli-sti in carico al Noa; detenuti alle pene alternative al carcere; persone in trat-tamento psichiatrico in carico al Cps; portatori di handicap aventi certifica-

to di invalidità superiore al 45%). L’at-tività lavorativa proposta è finalizzata all’apprendimento di nuove abilità e all’acquisizione di una dignità lavora-tiva e sociale. Per ogni persona è pre-visto un progetto di reinserimento e di riabilitazione all’impegno lavorativo. Gli scopi sociali sono: riduzione del-lo spreco e del consumismo, rispetto per la natura, valorizzazione del riciclo e riuso di materiali e manufatti. Il 25 novembre la Cauto ha presentato una nuovo progetto: “Il pane che unisce”. È risultato vincitore del bando 2009 indetto da Fondazione Telecom Italia

“Il paneche unisce”

e sostentaFondazione Telecom Italia ha selezionatoil progetto della onlus per la sua capacità

di essere a “guadagno globale”

Icon l’obiettivo di individuare progetti innovativi di formazione e inserimen-to lavorativo di persone svantaggiate. Fondazione Telecom Italia ha selezio-nato il progetto “Il pane che unisce” per la sua capacità di essere un proget-to a “guadagno globale”. Infatti, fra gli altri ne traggono vantaggio: il mondo della Gdo (Grande distribuzione orga-nizzata) perché attraverso il progetto può ottimizzare la gestione degli scar-ti; la comunità sociale perché grazie al progetto si distribuiscono gli alimenti recuperati e al contempo si crea nuova occupazione per persone svantaggia-te. Il modello proposto da Cauto intro-duce una innovazione di sistema nella gestione completa dei rifiuti prodotti dalla Gdo, con attenzione alla frazione organica. I dati più evidenti del miglio-ramento delle prestazioni potrebbero essere: diminuzione del 30% sul tota-

le dei rifiuti prodotti dal punto vendi-ta della Gdo e diminuzione dell’85% dei rifiuti indifferenziati; passaggio della raccolta differenziata dal 60% (modello tradizionale) al 90% (nuo-vo sistema); diminuzione per il punto vendita del costo di gestione dei rifiu-ti del 10%-20% ; maggior investimento di manodopera nella selezione rifiuti e riordino aree di stoccaggio; risposta al bisogno delle fasce di indigenza sul territorio, attraverso il sostegno a en-ti di beneficenza con la donazione di prodotti non commercializzati. Uno dei punti più interessanti è il recupero degli alimenti buttati nelle pattumiere. Un italiano in media butta ogni anno 27 kg di cibo ancora commestibile; il 10% della pasta e del pane e il 15% del-la carne che arriva in tavola finisce in discarica. Sono sei milioni le tonnel-late di cibo gettate ogni anno in Italia.

Cauto Riconoscimento

Le nostre paroleal servizio della Parola

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23LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Brevi

La solidarietàcon gli sportivi

de L’Aquiladi Franco Armocida

“La solidarietà di Brescia, di cui siamo stati ospiti alcuni mesi fa per un torneo di calcio organizza-to a nostro favore da alcune asso-ciazioni cittadine, assieme all’Am-ministrazione comunale, cui rinno-viamo il nostro grazie, si è ripetuta ancora una volta”. Sono le parole che ha pronunciato domenica scor-sa Ugo De Paulis, presidente della Circoscrizione di Paganica e con delega del sindaco – cui fanno capo anche le altre frazioni de L’Aquila di Bazzano, Onna, Tempera e San Gregorio, tra le più colpite dal si-sma del 6 aprile 2009 – quando ha ricevuto il mezzo della Croce Bian-ca di Brescia carico di divise da gioco complete, palloni, tute inver-nali e borse sportive, destinate ai piccoli tra i cinque e i 10 anni che giocano per la Virtus Paganica Cal-cio. Tra uno scatolone di magliet-te e di divise, vi erano anche due computer, completi di stampanti, destinati alla sede di Paganica del Distretto sanitario de L’Aquila. Lu-ciano Rossi, presidente della Virtus Paganica, durante la cerimonia di

consegna delle attrezzature sporti-ve, ha specificato che ne benefice-ranno “i circa 25 bambini che com-pongono le due squadre dei piccoli, che, con un’altra quindicina di ra-gazzi di 14/15 anni, i ‘grandi’, com-pletano l’organico della società. Il nostro obiettivo è di riuscire ad avere un campo su cui allenarci e giocare per partecipare al campio-nato di terza categoria”. “Quanto fatto dalla comunità bresciana per mezzo della Croce Bianca è più di un gesto – ha detto il vicesindaco de L’Aquila Giampaolo Arduini – è un sentimento che a ogni incontro si va sempre più rafforzando”. Il capo squadra della Croce Bianca Giancarlo Pelizzari – che ha rag-giunto Paganica assieme ai militi Silvia Recaldini, Claudio Sbrofatti e Riccardo Chiodelli – ha ringra-ziato chi ha donato le attrezzature sportive, ovvero le società di cal-cio di Bovezzo, Montichiari, Darfo Boario, il Brescia Calcio stesso e il negozio Novasport, oltre al Gruppo missioni estere della Croce Bianca per i computer.

Croce Bianca Una delegazione in Abruzzo

In piazzetta San Faustino dal 4 dicembre

San Zeno Naviglio

La Tenda dei popoliDa 25 anni la Tenda della solidarietà tra i popoli riveste un ruolo signi-ficativo nel panorama cittadino. Va in scena dal 4 al 12 dicembre nella piazzetta di San Faustino.Oltre 40 associazioni (ogni anno più numerose) piccole e grandi, impe-gnate nella solidarietà con i Paesi poveri/impoveriti del mondo coordi-nate dalla Consulta per la cooperazione e la pace del Comune di Bre-scia, saranno presenti con materiale informativo, oggetti di artigianato per regali di Santa Lucia e di Natale e con molte iniziative culturale, di cui si allega il calendario.Il tema scelto è: “Custodire la terra per coltivare la pace”. Alcune inizia-tive saranno realizzate in collaborazione con la Consulta per l’ambien-te del Comune. Il ricavato dell’iniziativa, che poggia sul lavoro di molti volontari, sarà devoluto ai progetti che ogni associazione promuove. Il 6 dicembre alle 18 la sala Piamarta ospita la presentazione del rappor-to ecomafie 2010: “Imprese mafiose e colletti bianchi”.Partecipano il dott. Nicola Maria Pace, procuratore antimafia di Brescia, ed Enrico Fontana dell’Osservatorio ambiente e legalità di Legambien-te. Sempre nel pomeriggio, ma alle 16 di martedì 7 dicembre, la scuo-la primaria Manzoni e la secondaria Mompiani presentano un lavoro sull’acqua. Alla sera, alle 20.30 in sala Piamarta, il Centro missionario diocesano racconta l’esperienza missionaria di Matteo Ricci. Mercoledì 8 dicembre, festa dell’Immacolata, alle 13 nell’oratorio di San Fausti-no c’è il pranzo multietnico preparato da alcune comunità presenti in città. L’oratorio di San Faustino accoglie, il 9 dicembre alle 9, “Giochia-moci il mondo”, giochi educativi organizzati dallo Svi. Alle 20.30, al ci-nema Nuovo Eden, con la regia di Emergency viene proposto “Racconti e musica di pace”: intervengono il chirurgo Marco Garatti e il musicista Giorgio Cordini. Spazio, quindi, anche alla musica che ritorna il 12 di-cembre alle 17 in Sala Piamarta con il concerto di pianoforte dei mae-stri Andrea Bettini ed Elisabetta Marcolini.Il 17 dicembre all’oratorio di Santa Maria in Silva va in scena la rappre-sentazione teatrale “H2oro l’acqua un diritto per l’umanità” della com-pagnia teatrale di Cologno Monzese; l’ingresso gratuito. Nella basilica dei Santi Faustino e Giovita sabato 18 dicembre i bambini, i giovani e gli immigrati si esibiscono, alle 20.30, in un concerto di musiche dal mondo.

A San Zeno Naviglio, nell’ambito della Festa del patrono San Zenone, si rinnova mercoledì 8, grazie all’impegno de “I Mercanti del Naviglio” e la collaborazione dell’amministrazione comunale, la tradizione del “Mercatino di Natale”. Dalle 10 alle 23 il centro storico sarà addobba-to a festa con le tipiche casette dei Mercanti del Naviglio, le bancarelle degli ambulanti e delle aziende agricole e vitivinicole che esporranno prodotti artigianali e prelibatezze del territorio. Una passeggiata tra luci, sapori e profumi accompagnati da spettacoli musicali e di magia e da tanta coinvolgente allegria. A partire dalle 12, nel cortile della scuola elementare, i “Ragazzi del ’48 più o meno” aprono il gustoso servizio di ristorazione. Dopo il saluto delle autorità e il taglio del nastro, previsto per le 15, il classico e spettacolare arrivo a passo di corsa precederà il concerto della Fanfara dei Bersaglieri di Bedizzole. Merita una visita il Presepe sul Naviglio, allestito con grande cura e passione da un gruppo di volontari, che, anno dopo anno, si arricchisce di nuovi elementi per offrire ai visitatori un momento di raccoglimento e riscoprire il senso più intimo delle ormai prossime festività natalizie. La festa liturgica di San Zenone vivrà il suo culmine nella chiesa parrocchiale domenica 12 alle 11 con la solenne celebrazione presieduta dal vescovo Luciano Monari.(v.b.)

Tempo di mercatini

L

Da sinistra, Giampaolo Arduini, Ugo De Paulis, Giancarlo, Claudio, Riccardo e Silvia della Croce Bianca con Luciano Rossi e i piccoli della Virtus Paganica

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24 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Città

Molte volte il caso si dimostra il mi-glior regista degli eventi di una co-munità. Difficile, infatti, pensare che una qualsiasi mente umana sarebbe riuscita a piazzare la firma per il rin-novo del patto per “Brescia città sicu-ra”, con tanto di arrivo in città del mi-nistro degli Interni Roberto Maroni, a pochi giorni dalla discesa dalla gru degli immigrati che proprio al titolare del Viminale avevano chiesto ascolto. Invece così è stato e la presenza di Ma-roni a Brescia è stata occasione per le parti coinvolte (Comune, Ministero e

Prefettura) di ribadire la bontà di una modalità che ha visto di Brescia fare scuola nel resto del Paese in tema di sicurezza e per lo stesso ministro degli Interni di mettere un punto fermo su una delle questioni che nei giorni della protesta nel cantiere in San Faustino e anche in quelli seguenti del confron-to e del dibattito. Maroni, sollecitato dalle domande dei giornalisti, presenti ha categoricamente escluso la possi-bilità che per gli immigrati saliti sulla gru vi sia un’interpretazione elastica del provvedimento che nel settembre

Il rinnovo dell’accordo firmato in Prefettura alla presenza del Ministro degli Interni che ha parlato

anche della recente protesta degli immigrati

Mdi Massimo Venturelli

Da sinistra a destra: il Prefetto, il ministro Maroni e il sindaco Paroli

Insieme per una città

più sicura

Brescia Rinnovato un accordo sinergico

del 2009 era stato varato per consenti-re la regolarizzazione di colf e badanti. “Allargare le maglie di quel provvedi-mento – ha affermato il ministro degli Interni – sarebbe una sconfitta. Non è ammissibile, infatti, che lo Stato ceda dinanzi a forme di manifestazioni che non rispettano la legalità. È stata poi una libera scelta del Parlamento quella di pensare alla regolarizzazione di colf e badanti. Andare oltre quanto stabilito dalle Camere sarebbe una grave forza-tura”. Nel suo internvento, dopo che sia il prefetto Livia Brassesco Pace, che il sindaco Adriano Paroli avevano sotto-lineato l’efficacia e i risultati del patto per la sicurezza firmato nel luglio del 2008, il ministro Maroni ha ricordato come a quello bresciano abbiamo fat-to seguito molti altri accordi nel resto del Paese. “Accordi – ha proseguito

– differenti a seconda della realtà in cui sono stati sottoscritti e che hanno consentito importanti passi in avanti nel campo, per altro delicato, della si-curezza urbana”. I dati elencati hanno testimoniato, nei numeri, una contra-zione dei reati nelle città. Ma hanno an-che dimostrato come in una stagione segnata da una oggettiva contrazione delle risorse disponibili la strada della sinergia e della messa in rete delle di-verse forze del territorio porti a impor-tanti risultati. “Certo – ha continuato il Ministro – non potremo mai giungere a città sicure in assoluto perché si tratta di un traguardo impossibile da raggiun-gere, ma a città sempre più sicure sì”. Resta alto, come evidenziato anche dal-lo stesso Maroni, il livello di attenzione e di guardia per l’infiltrazione anche al Nord della criminalità organizzata”.

La strenna natalizia di “Voce”Nella prima pagina de “La Voce del Popolo”, accanto alla testata, c’è da un paio d’anni un angolo in cui sono disponibili circa 1200 battute per una breve

gustare anche in altri momenti. Il primo anno “Voce”

secondo anno quelle di mons. Alfredo Scaratti. Quest’anno ci ha accompagnato in questo percorso padre Giancarlo Paris. Anche i suoi pensieri sono stati raccolti in un volumetto che si intitola “Il giardino della nostra vita”. Vuole essere la nostra strenna natalizia.

La strenna può essere prenotata presso il Centro diocesano per le comunicazioni sociali (via Callegari, 6 - 25121 - Brescia),

presso il Centro oratori e le librerie dell’Àncora e delle Suore Paoline.Sono ancora disponibili copie dei libretti di mons. Orsatti e di mons. Scaratti.

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GIANCARLO PARIS

Il giardinodella nostra vita

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IIl giardinoIl giardinonostra vitnogiardinogiardinodella nostra vita

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À

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25LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Brevi

Il binomioindissolubileetica-politica

di Elena Ungari

Senza etica non ci può essere poli-tica, intesa come azione volta al be-ne dell’uomo in chiave individuale e sociale. Il binomio etica e politica è stato al centro dell’incontro svoltosi recentemente a Verolanuova, orga-nizzato dall’associazione locale “Per il domani di Verolanuova”, e che ha visto la partecipazione di mons. Vit-torio Formenti, responsabile dell’Uf-ficio statistiche della Santa Sede, e i sindaci di Manerbio, Cesare Meletti, e di Bassano, Gianpaolo Seniga, oltre che di Alberto Ferrari, responsabile dell’associazione. Le voci dei relatori hanno affron-tato il tema da diverse angolazioni: di responsabilità, soprattutto la re-sponsabilità individuale che deve caratterizzare chi si impegna in po-litica ha parlato il primo cittadino di Manerbio. È necessaria un’osmosi fra quanto le istituzioni regolano e l’operato dei cittadini; se il politico deve rispondere personalmente ai cittadini, la società deve a sua volta svolgere un’opera di controllo. Di leggi morali in ambito lavorativo

ha parlato Gian Paolo Seniga, che ha sottolineato, in questo senso l’inse-gnamento della dottrina sociale della Chiesa, e la necessità di fuggire ogni forma di strumentalizzazione. L’ob-biettivo è, invece, raggiungere uno stato di equilibrio fra le diversi parti sociali al fine di assicurare una vera e propria pace sociale. Infine mons. Formenti ha dapprima richiamato come uno scollamento fra politica e cittadini porti a una degenerazione e a una superficialità della politica stessa. Perché questo scollamento non si verifichi è neces-sario che anche la politica si regga su dei valori imprescindibili: in que-sto il magistero della Chiesa ha un ruolo importante; in particolare i principi di sussidiarietà, solidarietà e responsabilità, richiamati da papa Benedetto nella sua ultima encicli-ca, sono anche le linee guida per fa-re una buona politica, una politica che, come ha detto Ferrari aprendo il dibattito deve assicurare integra-zione sociale, centralità dell’uomo, libertà civile e religiosa.

Verolanuova Incontro con mons. Formenti

Roccafranca

Pavone Mella

Rudiano

Borgosotto

“Le nozze di Figaro”prima delle borse di studioDomenica 5 dicembre alle 20.30 presso la palestra delle scuole medie si terrà lo spettacolo teatrale “Le nozze di Figaro”, interpretato dall’associazione cultu-rale “Il Nodo”. Alla rappresentazione segue la consegna delle borse di studio da parte del Comune agli studenti (dalle Elementari all’Università) meritevoli.

Omaggio ai Caduti di NassiriyaNell’ambito della festa della Virgo Fidelis, patrona dell’Arma dei Carabinieri, s’è reso omaggio ai caduti di Nassiriya ai quali è stato dedicato il cippo mes-so in opera nel cortile delle scuole elementari. L’iniziativa si deve alla sezione “brigadiere Giovanni Lai, medaglia d’oro al valor civile” di Manerbio grazie alla disponibilità del Comune rappresentato dal sindaco Piergiorgio Piori. Mas-siccia la presenza di autorità militari e civili. Tra gli ospiti il maresciallo reduce da Nassiriya, Paolo Grigio. È intervenuta la formazione musicale della Santa Cecilia di Manerbio, mentre il parroco don Lorenzo Boldrini ha celebrato la Messa e benedetto il cippo posto a monito dei giovani perché sappiano espri-mere amor patrio e solidarietà verso popoli che soffrono il disagio delle guerre.

Natale... in motoLe strenne natalizie quest’anno corrono sulle due ruote per le strade di Rudia-no. L’associazione “Rudiano motori”, con il patrocinio comunale, organizza nella data di sabato 4 dicembre una singolare iniziativa per lo scambio degli auguri di Natale. Il gruppo, che raccoglie gli appassionati rudianesi di veicoli a motore, ha in programma un carosello di motociclette per le vie del cen-tro. Il nome dell’iniziativa? Non poteva che essere “Natale in moto”. I bikers si sono dati appuntamento per le 19.30 in piazza Martiri della Libertà: il tem-po di radunarsi e alle 20 la sfilata si snoderà lungo tutte le vie del paese. (f.u.)

La parrocchia di Borgosotto organizza per martedì 7 dicembre alle ore 20.30 nella chiesa di Santa Maria Immacolata la presentazione alla comu-nità della lettera pastorale del vescovo mons. Luciano Monari, “Tutti sia-no una cosa sola”. L’iniziativa, a ingresso libero, vedrà lo svolgimento di diversi momenti con dialoghi in lingua italiana e in vernacolo bresciano, a cura di padre Rinaldo Guarisco ed Enrico Ferrario e illustrazione di ope-re d’arte con C. Mocchetti, il tutto accompagnato dai canti della Corale di Borgosotto e dalle immagini di Antonio Percassi. “L’invito alla serata – af-ferma padre Guarisco – è rivolto non solo ai nostri parrocchiani, ma anche a tutti coloro, specialmente collaboratori pastorali, che non hanno ancora avuto occasione di leggere la Lettera e desiderano avvicinarsi a grandi li-nee. La rappresentazione durerà circa un’ora e mezza e vuol costituire un momento di riflessione e confronto sulla figura di una comunità cristiana delineata nella lettera del nostro Vescovo”. Entro fine anno la parrocchia di Borgosotto ha in programma altre due iniziative collegate a questa: una serata di presentazione della vita della comunità, con le tante realtà so-ciali esistenti sul territorio e una fiaccolata per le vie della frazione che si concluderà con la celebrazione eucaristica. (f.m.)

“Tutti siano una cosa sola”S

Paesi e parrocchie Bassa

Mons. Vittorio Formenti

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26 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Bassa

Leggere che piacere. Tutti, chi più e chi meno, hanno un libro al quale si sentono maggiormente affezionati. Alcuni testi, vuoi per la formazio-ne ricevuta o vuoi per la situazio-ne contingente, hanno la capacità di sorprenderci e di attirare la no-stra attenzione. Anche per questo motivo capita anche di rileggerli a distanza di tempo per cercare di ri-assaporare le stesse emozioni. Suc-cede anche che, quando ci affezio-niamo a un libro, prendiamo l’occa-sione per regalarne una copia alle persone a noi più vicine. Vuoi per

un compleanno, vuoi per un’altra ricorrenza. Classici, romanzi gialli, fantasy, di avventura e di spiritua-lità. A ciò si può aggiungere anche la possibilità di reperire testi per i più piccoli. Ogni anno, inoltre, esco-no nuovi lavori che molto spesso corrono anche il rischio di resta-re pressoché sconosciuti. Questi e altri generi si possono trovare alla mostra del libro organizzata, come ormai da tradizione, a Borgosatol-lo dall’Azione cattolica parrocchia-le. Il periodo è sempre lo stesso: quest’anno l’esposizione è aper-

Leggere,una passione

da non perdereAnche quest’anno l’Azione cattolica parrocchiale

ha allestito la mostra del libro: il ricavatova a favore delle iniziative di solidarietà

Ldi Luciano Zanardini ta fino al 12 dicembre. Se un libro

aiuta ad estraniarsi dal rumore del quotidiano, in questo caso bisogna anche sottolineare il gesto di gene-rosità che può scaturire: il ricavato della vendita va a favore delle ini-ziative di solidarietà dell’Azione cat-tolica diocesana oltre che al sosten-tamento di quella parrocchiale per l’acquisto dei materiali. Lo scorso anno, ad esempio, l’Ac si era posta l’obiettivo di contribuire alla costru-zione di un luogo d’incontro per la comunità di Bazzano (una frazione del Comune de L’Aquila colpita dal terremoto) e di animare la vita della stessa comunità (dall’11 luglio al 19 settembre 2009 un gruppo di giovani e adulti si sono alternati nel campo di accoglienza di Paganica). Grazie alla generosità dei bresciani per il momento sono stati raccolti 15mila

euro, che verranno portati in Abruz-zo entro fine gennaio dal presidente diocesano Michele Busi.La mostra è aperta il sabato (dalle 8 alle 12.30 e dalle 14 alle 17) e la domenica (dalle 8 alle 12.30 e dalle 15 alle 18); è aperta anche mercole-dì 8 dicembre, festa dell’Immacola-ta e giornata dell’adesione (dalle 8 alle 12.30 e dalle 15 alle 18). Giusto ricordare che, terminato il manda-to triennale, si rinnovano le cariche parrocchiali. L’esposizione, ospitata presso il palazzo Facchi (ex orato-rio femminile), si può visitare anche nella serata di giovedì 9 dicembre al termine dell’incontro di presen-tazione (inizio alle 20.30 in Biblio-teca) dell’ultimo libro di Anselmo Palini sulla vita di Oscar Romero: “Ho udito il grido del mio popolo” (Editrice Ave, 272 pagine).

Borgosatollo Fino al 12 dicembre

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27LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Brevi

“Prendersicura”

della terrapagina a cura di Franco Piovani

Mercoledì 10 dicembre, alle 20.30, nel Piccolo Teatro di Manerbio, gli insegnanti della Scuola dell’Infanzia G. Marzotto, la Scuola primaria di Manerbio e la Scuola secondaria di 1° grado A. Zammarchi, sono prota-gonisti della serata coordinata dalla dott.ssa Lucia Maria Ferraboschi, dirigente scolastico del Circolo di-dattico di Manerbio con intervento della dott.ssa Gabriella Baiguera, pedagogista e formatrice del Master of Food di Slow Food. Al termine i bambini e le bambine della scuola primaria presenteranno il progetto “Prendersi cura”.L’iniziativa fa da prologo alla giorna-ta di domenica 12 dicembre presso palazzo Cigola Martinoni di Cigole con la manifestazione “Terra Madre Day” per la Bassa bresciana. Pre-vista la partecipazione di Rober-to Burdese, presidente nazionale di Slow Food. Presenterà prodot-ti dell’agricoltura e dell’artigiana-to locali e nazionali con interven-to dell’Associazione “Cavolfiori a Merenda”, che si occupa di eventi di cultura gastronomica. Sempre a

Palazzo Cigola-Martinoni, nella gal-leria al primo piano, sarà allestito il percorso di educazione sensoria-le “Alle origini del gusto”, nato per fornire piccole ma basilari nozio-ni di approccio alla degustazione. Alle ore 17 presentazione del libro “Cerchi d’aria. L’arte del mescola-re” di Giuseppe Ferrari, esperto in designer. Un volume che parla di un’insolita collezione, una raccolta meticolosa e appassionata che l’ar-chitetto bresciano porta avanti da più di vent’anni, frutto soprattut-to dei suoi frequenti viaggi. Hanno forme sinuose e fogge fantasiose le centinaia di frullini in ferro o ra-me, in legno o avorio, in alluminio o acciaio e persino in oro. Vengono dall’India, dalla Cina o dall’Ameri-ca Latina, dalle campagne francesi o dalle coste norvegesi i circa 700 piccoli attrezzi, che raccontano del-lo stesso gesto semplice e antico: mescolare, amalgamare, frullare gli alimenti; immettere aria tra le molecole, trasformare il cibo dan-do forma e densità nuova, creando altri sapori e colori.

Cigole Domenica 12 dicembre

Montichiari

Bassano Bresciano

Pontevico

8.297 no all’impianto AspirecoIl 2 dicembre al Gardaforum di Montichiari è stata ospitata un’assemblea do-po la raccolta di 8.297 firme nelle piazze per respingere l’idea dell’impianto Aspireco per l’amianto, ma anche per dire “basta” ad altre discariche a Mon-tichiari. L’iniziativa è finalizzata a fare il punto della situazione, quali rischi rappresentano gli impianti di stoccaggio e di raccolta rifiuti. Con questa ini-ziativa il Comitato Sos Terra Montichiari inizierà una campagna informativa per fare il punto della situazione.

Il Sindaco difende l’acqua“Possono continuare a stare tranquilli i nostri concittadini cittadini, dopo i re-centi articoli allarmistici riportati da alcuni quotidiani nazionali sulla concen-trazione eccessiva di arsenico anche nell’acqua del nostro Comune”. In que-sti termini il sindaco di Bassano Bresciano, Giampaolo Seniga, dopo le notizie secondo le quali Bassano e San Gervasio risultano nell’elenco dei 128 Comuni italiani con il problema della potabilità dell’acqua per concentrazioni di arse-nico dovuto a una stratificazione del terreno argilloso. Il caso nasce a seguito della richiesta dell’Italia all’Ue di alzare i valori massimi di legge fissati per gli acquedotti, richiesta respinta dall’Ue che ha intimato al Ministero della Salute di trovare una soluzione. Attualmente è stata concessa una deroga dalla Re-gione, accolta dall’Ue, che fissa a 20 microgrammi per litro il livello di arseni-co accettabile fino al 31 dicembre 2011. In un comunicato l’A2A che gestisce l’acquedotto ha confermato che le analisi di monitoraggio dell’acqua erogata dalla rete pubblica registrano una presenza che oscilla dai quattro ai sette mi-crogrammi per litro, al di sotto del valore stabilito per legge dei 10 milligrammi per litro. Tutto grazie alla presenza dell’impianto di trattamento che consen-te una rimozione parziale dell’arsenico stesso, problematica che sarà risolta con l’entrata in funzione dell’acquedotto consortile Bassa bresciana centrale: questo preleverà acqua a monte del territorio, in falde esenti dal parametro arsenico. In ogni caso, conferma il sindaco Giampaolo Seniga, l’A2A conti-nuerà nell’accurata gestione degli impianti di potabilizzazione e nel control-lo dell’acqua mantenendo i valori dell’arsenico nel rispetto dei limiti di legge.

Nel 57° anno dalla fondazione l’annuale calendario dell’Avis di Pontevico che verrà distribuito nelle famiglie, è dedicato all’“ospedale e alla sua storia cen-tenaria” scrive Giancarlo Moretti che con Nella Ziletti ha curato la pubblicazio-ne mettendo a disposizione le fotografie dell’archivio dello studio fotografico che illustra gli eventi principali legati alla struttura. In copertina è presenta-to il momento della visita del card. Angelo Bagnasco che nel 1943 è venuto al mondo nel nosocomio locale, mentre la sua famiglia in tempo di guerra, da Genova, trovava ospitalità a Robecco d’Oglio. Era il 12 settembre 2009. Il porporato visitava i lavori di recupero, dopo più di trent’anni d’abbandono, dell’antico edificio. Lo accompagnava il presidente della cooperativa sociale “Il Gabbiano”, Giacomo Bazzoni, mentre era in corso l’intervento per fare della struttura un centro di cure, l’Hospice aperto il 16 agosto 2010. Nelle pagine interne, in testa a ogni mese, sono ripodotte fotografie d’epoca che dimo-strano come venne realizzato il progetto dell’ing. Pietro Pavia nel 1841, con la spesa di 63.065 lire milanesi, e la dispozione delle sale nelle quali, a fianco dei medici, per l’assistenza ai ricoverati si alternavano le suore Ancelle della Carità e infermieri. Alcune fotografie documentano la costituzione dell’Avis e dell’Aido, delle quali nel 2011 ricorre il 57° anniversario della fondazione.

Il calendario Avis per l’Ospedale

M

Palazzo Cigola Martinoni

L’Hospice

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28 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Garda Valsabbia

Il Natale si avvicina e le iniziative in Valle Sabbia non mancano: tutti i Co-muni, associazioni e volontari prepa-rano una serie di eventi. A Gavardo l’associazione “Centro storico” ripro-pone anche quest’anno dal 4 all’ 8 di-cembre il Villaggio di Natale in piaz-za De Medici (aperto nei giorni feriali dalle ore 16 alle ore 22, in quelli festivi dalle 10 alle ore 22), spazio in cui si può trascorrere momenti insieme fra prodotti tipici, gastronomia, idee rega-lo e zona bimbi. Mercoledì 8 dicembre a Soprazocco di Gavardo, alle ore 20

Idi Nicoletta Tonoli

verrà inaugurato il restaurato Teatro parrocchiale di via S. Giacomo e se-guirà un’esibizione l’orchestra da ca-mera l’Incanto Armonico, con 11 stru-menti ad arco, si esibirà nel concerto di Natale Note di Festa. La rassegna Natale nelle Pievi toccherà anche la Valsabbia in diverse date: si comincia martedì 21 con due eventi, entrambi in programma alle 20.30: uno presso la chiesa di Santa Lucia a Sopraponte di Gavardo e lo spettacolo Cantom-Crismas e l’altro presso la chiesa di San Martino a Sabbio Chiese dal titolo

“Quater galete e ’n portogàl”. La Vigi-lia di Natale sarà Bagolino a ospitare l’evento Natale nei Portici, “Sèt gröste de formài - Valle Sabbia”, “un incontro tra cucina, tradizioni, arte e pittura, un percorso enogastronomico itinerante alla scoperta di sette formaggi tipici bresciani dalla Valle Trompia al lago di Garda” alle 17.30. Sempre a Bago-lino avrà luogo sabato 18 dicembre prende il via la 5ª edizione della Mani-va di Luna, la camminata notturna in Maniva. Le iscrizioni si chiudono alle 16 di domenica 12 dicembre. Ormai tipici del Natale sono i mercatini: ad Agnosine verranno organizzati dal Co-mune in collaborazione con la Comu-nità montana e i Mercatini della Valle Sabbia nella frazione di Sant’Andrea dalle ore 10 alle 19. La giornata sarà allietata da altre iniziative, dal gruppo

Zampognari di Sarezzo alla Filarmoni-ca Conca d’Oro, truccabimbi, labora-tori didattici e uno scambio di libri. Il Comune e la Pro Loco di Vallio Terme organizzeranno i mercatini nei giorni di sabato 11 e domenica 12 dicem-bre. Nella giornata di sabato verran-no proposti un’esibizione del corpo bandistico del paese e i canti del coro Giovani Stelle di Pompegnino, nonché uno spettacolo pirotecnico alle 21.30. Domenica pomeriggio spazio ai più piccini con la regina Singlera e uno spettacolo di fate e folletti con danza dei fiocchi e della principessa Neve, seguiti dai canti intonati dal coro La Valle di Vallio. Domenica 19 dicembre in contrada Porle sarà possibile vede-re il presepio vivente partendo insie-me dal municipio alle 15 insieme al gruppo del Canto della Stella.

Il Nataletra canti

e mercatini

Valle Sabbia Dal 4 dicembre

A Gavardo, a Bagolino, ad Agnosinee a Vallio Terme sono stati organizzati alcuni

appuntamenti per vivere al meglio le festività

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29LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Un’amicizia che dura da 47 anni, quan-do si conobbero in Seminario. Nel tempo hanno messo a punto tanti progetti in comune, una vita di condi-visione spesa per gli altri e una com-plementarità di caratteri che li rende un ottimo tandem di lavoro. I protago-nisti di questa storia sono don Angelo Treccani, parroco di Roè Volciano, e don Luigi Ghitti, vicario parrocchiale della stessa comunità, entrambi ordi-nati sacerdoti nel 1972. È di qualche settimana fa la loro nuova nomina, rispettivamente come parroco di Mu-

L’attenzionealla liturgiae alla famigliaDon Angelo Treccani, parroco di Roè Volciano, e don Luigi Ghitti, curato nella stessa comunità, sono pronti a incominciare una nuova esperienza

Udi Laura Prandini

scoline il primo, e parroco di Castrez-zone e presbitero collaboratore di Mu-scoline il secondo. Giunti nel paese nel ’93, dovranno lasciarlo dopo le festivi-tà natalizie alla volta di Muscoline. Un bilancio più che positivo per ciò che riguarda il passato. Aspettative e spe-ranze per il loro futuro: “Dovremo co-noscere da vicino la nuova comunità”. Il primo a parlare è don Luigi, energi-co e appassionato, grande esperto di testi sacri: “Il mio più grande impegno nella comunità è legato alla catechesi per adulti: un ciclo settimanale di in-

contri dove cerco di spiegare la storia della Chiesa e dei sacramenti e la cen-tralità della liturgia domenicale”. Don Luigi è convinto che: “Nonostante la svolta epocale che il Concilio Vatica-no II ha impresso alla Chiesa, la mag-gior parte dei fedeli è ancora legata a un linguaggio ‘magico-sacrale’, e che solo attraverso lo studio attento del-le Sacre Scritture si può recuperare il senso iniziale di ogni singolo gesto della Chiesa”. Don Angelo si occupa soprattutto di famiglia e matrimonio. La sua rassicurante pacatezza deve essere proprio un ottimo balsamo per le vite ferite di chi gli si rivolge per un aiuto. Quello che pensa in me-rito all’amore coniugale e alla famiglia è sintetizzato benissimo in una frase dipinta sulla parete del suo studio: “I virtuosi camminano, i sapienti corro-

no, solo gli innamorati volano”. “È un antico proverbio medievale” spiega. Don Angelo è consulente spirituale di Family Hope Brescia. Ma il suo impe-gno non si ferma qui. A Roè Volciano ha creato “Vento e Vela”, un gruppo di accompagnamento delle coppie, che funge da sostegno per le coppie spo-sate. Entrambi i sacerdoti si dicono molto contenti della loro comunità di fedeli: “C’è una buona risposta al-le iniziative e la liturgia domenicale è sempre molto partecipata”. Infine – precisano don Angelo e don Luigi – “dobbiamo ringraziare la comunità di Roè Volciano, che con la sua genero-sità, ha reso possibile il restauro com-pleto della chiesa di San Pietro e delle sei chiese, dislocate in tutto il Comu-ne, che avevano subito gravi danni a causa del terremoto del 2004”.

Muscoline e Castrezzone Nuovi parroci

Centrale idroelettrica del Medio Chiese

Il modello dell’energia rinnovabileEnergia idroelettrica dal Naviglio grande bresciano. Un interessante esempio di valorizzazione e di sfruttamento delle energie rinnovabili proviene dalla nuova centrale idroelettrica del Medio Chiese inaugurata a cavallo dei Comuni di Nuvolento, in località Molino dove si trova la sede e di Prevalle, in località Ponte Celle dove si trova la derivazione. L’iniziativa, che si deve al Consorzio di boni-fica del Medio Chiese, ente che si occupa di difesa idrau-lica, di somministrazione irrigua e di tutela ambientale, ha richiesto un anno e mezzo di lavoro e circa 4 milioni di euro, provenienti ‘in toto’ da banche e istituti di cre-dito. L’impianto ha una portata massima di 11 metri cu-bi di acqua al secondo per una produzione annua pari a 3 milioni e mezzo di kWh con una potenza nominale di 600 kW e sfrutta, in aggiunta alla forza dell’acqua, gra-zie a una serie di pannelli fotovoltaici, anche quella pro-veniente dal sole. La sua gestione è affidata alla Società Idroelettrica Mcl, di cui fanno parte, oltre al Consorzio del Medio Chiese, la Società Lago d’Idro e il Consorzio idro-elettrico di Salago, i Comuni di Calcinato, Montichiari, Bedizzole, Lonato, Castenedolo, Mazzano, Prevalle, Bor-gosatollo e Rezzato. Il Naviglio grande bresciano è uno dei due sottobacini nei quali è suddiviso il comprensorio del Medio Chiese. Lungo il suo percorso, dalla presa sul Chiese a Gavardo fino a S. Eufemia della Fonte a sud di

Brescia, raccoglie le acque di precipitazione di un bacino idrografico di oltre 80 kmq compreso fra i monti di Pai-tone e quelli di Serle, Botticino e Caionvico.Le acque del Chiese sono state oggetto, fin dal XIII se-colo, di lunghe vertenze per lo sfruttamento delle sue risorse idriche utilizzate per l’agricoltura e per usi civili, per l’azionamento dei magli, dei molini e delle segherie. Le iniziative delle comunità, dei Comuni e delle Signorie portarono attraverso la costruzione di Rogge e Seriole a capillari reti di distribuzione delle acque per consentire lo sviluppo dell’agricoltura nel vasto territorio della pianura orientale bresciana. Nelle zone irrigate l’agricoltura ha assunto fondamentale importanza per il soddisfacimen-to di esigenze primarie continuamente crescenti, tanto che le competenze di acqua disponibili per ogni ettaro finirono via via per rivelarsi insufficienti non appena le applicazioni delle nuove tecniche colturali forzarono le produzioni unitarie. Agli inizi del XX secolo le utenze agricole e industriali interessate alle acque del Chiese si associarono costituendo la Società Lago d’Idro, con lo scopo di ridurre a serbatoio artificiale il lago, con un in-vaso di 75 milioni di metri cubi, per consentire l’utilizzo regolato della risorsa idrica per la produzione di energia elettrica e per garantire, in pianura, le dotazioni idriche necessarie all’agricoltura. (v.b.)

Don Angelo Treccani e don Luigi Ghitti

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30 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Valle Camonica

Aperto per neve: e questa è la noti-zia più bella dell’inverno alle porte. Un inverno che pare iniziato sotto il migliore degli auspici. La neve cadu-ta negli ultimi giorni un po’ a tutte le quote, accompagnata dal freddo “giu-sto” perché il terreno sia ghiacciato e dunque il manto nevoso rimanga al suolo, sono sempre più una rarità in questi ultimi 20 anni. Lo scorso anno si ricorda la splendida nevicata del 14-15 novembre, cui è seguita una bonac-cia fuori stagione, con scirocco caldo e continuativo, che ha praticamente rinviato le nevicate successive a fine

anno. Quest’anno dovrebbe essere iniziato bene, almeno per gli appas-sionati degli sport invernali. La storia e la statistica dicono che queste sono le nevicate giuste, al momento giusto e alle quote giuste, per avere un inver-no ricco di neve sulle piste. Questa è la neve che rimarrà almeno fino a febbra-io e, con l’aiuto di macchine che pro-ducono neve (cannoni di ogni genera-zione, dalla prima all’ultima, l’attuale, considerata avveniristica) la stagione potrebbe essere assicurata per tutti i centri di sport invernali della provincia di Brescia e dell’arco alpino. Aprono

Impiantiaperti

per neveIl lungo ponte dell’Immacolata sarà la prova

dell’attenzione degli appassionatinei confronti delle montagne camune

Adi Davide Alessi dunque, in questo fine settimana, tut-

te le stazioni sciistiche della Valle Ca-monica e dei comprensori vicini (Val-le di Scalve e alta Val Seriana). Dalla Val Palot a Montecampione, a Borno, a Colle Vareno, all’Aprica fino a Temù, da cui si accede al comprensorio di Ponte di Legno e del Tonale: tutto – o quasi – è aperto e funzionante. Il lungo ponte che da sabato 4 dicembre por-terà fino a mercoledì 8, sarà la prova dell’attenzione del pubblico e degli ap-passionati verso le nostre montagne. Tra le stazioni sciistiche che stanno ancora lavorando sodo per garantire la stagione si segnalano Montecam-pione, dove anche sotto la neve e con le lunghe giornate di maltempo, ope-rai e tecnici hanno lavorato duramen-te per completare la nuova seggiovia biposto del Dosso rotondo che sosti-tuisce la vecchia sciovia. Con questo

nuovo impianto, la Val Majone e il Dos-so rotondo diventano la culla dello sci di Montecampione, dove principianti, snowboarder, atleti di varie età, turisti e famiglie, potranno godersi giornate felici, con un innevamento sempre splendido e con panorami mozzafiato sulle vicine valli. Da tempo si attende-va questo impianto e il responsabile tecnico della stazione, Giuseppe Reda-elli, fin dalla primavera insisteva sulla necessitò di fare presto. Qualche ral-lentamento burocratico ha fatto slit-tare il completamento delle opere in tempo per questo fine settimana: ma certamente ci sarà a Natale e allora sarà una sorpresa magnifica per tut-ti. Tutti aperti gli impianti della parte alta (ben sette) e la seggiovia triposto del campo scuola a quota metri 1.200. Per gli altri comprensori e le stazioni di sci tutto è pronto.

Montecampione Comprensori sciistici

Montecampione

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31LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Brevi

Due vite:da sagrestanoe da organista

di Mino Morandini

Appassionarsi ai propri impegni è il modo migliore per svolgerli bene; se poi si persevera per più di mez-zo secolo, è festa grande, com’è a Bienno, per il sagrestano Bortolo Serini e per l’organista Battista Er-coli, che ha addirittura superato i sessant’anni di servizio. Alla tastie-ra la domenica e le altre feste co-mandate, Battista – ma per tutti è ‘Batistì’ – passava il resto della set-timana in fucina, come molti altri biennesi suoi coetanei (è nato il 21 novembre del 1933), ascoltando il suono del maglio e dell’acqua co-me un basso continuo per accom-pagnare il movimento preciso del-le mani e delle braccia, la tensione della vista e del pensiero nel lavoro sul ferro incandescente: una prepa-razione ideale, per chi suona uno strumento, come l’organo, anche fisicamente impegnativo; quando poi aveva un momento libero, lo si incontrava mentre andava o torna-va da Brescia, dove prendeva lezio-ni per affinare l’arte musicale. La Messa domenicale sembrerebbe incompleta senza Batistì, ma ogni

funzione liturgica ha bisogno della presenza attiva di ‘Nàno’ (pochi co-noscono il suo nome anagrafico), il sacrista che, da quand’è stato bat-tezzato il 7 novembre 1939, a due giorni dalla nascita, si è affezionato alla nostra bella parrocchiale, agli altari e ai banchi, agli affreschi e ai quadri, ai paramenti e alla gran-de macchina delle Quarantore, dei quali conosce e ama ogni partico-lare. Chierichetto fin da bambino, con l’arciprete Luigi Pergoni, sem-pre pronto a dare una mano per i ragazzi e i giovani dell’oratorio con il curato don Battista Barbieri, per loro e per i loro successori, fino all’attuale parroco, don Aldo Mari-otti, è diventato, dal 1960, il braccio destro per il versante organizzativo di ogni rito e di molte altre attività. In San Faustino e Giovita a Bienno, il canto altero dell’organo, la dol-ce bellezza dei fiori e delle luci, la limpida solennità della navata, aiu-tano l’anima a staccarsi dal mondo per lasciarsi riconciliare con Dio, che sorride compiaciuto all’opera di Nàno e Batistì.

Bienno Anniversari

Cemmo

Cai Valcamonica-Sebino

Asl Valcamonica Sebino

Angeli con la Penna neraIn questi giorni, a Cemmo, per la fondazione “Cocchetti” delle Dorotee, ha avuto luogo un concerto del coro Valcamonica del gruppo Ana di Darfo Bo-ario Terme. Ha gettato luce sulla tragedia del Natale 1942, quando i soldati italiani dell’Armir, sul fronte del Don avevano come unico conforto la presen-za e la fede dei cappellani militari. Il giornalista Francesco Gheza, uno degli appassionati animatori del gruppo di cantori, ha tenuto a sottolineare che il recital ha voluto essere un omaggio a don Carlo Gnocchi e a don Guido Turla.

“Sulla neve... sicuri?”La conferenza stabile delle sezioni del Cai di Valcamonica-Sebino, con le ri-spettive scuole di alpinismo e la collaborazione delle guide alpine e del soc-corso alpino organizza “Sulla neve… sicuri?”, una serata per chi frequenta la montagna. L’appuntamento è per venerdì 3 dicembre, alle ore 20.30, presso il Centro congressi di Boario Terme. All’incontro partecipano il geologo Fede-rico Rota, che intratterrà l’uditorio sul tema “Rischi e gestione del pericolo in ambiente invernale”; il Centro Aineva di Bormio, con la comunicazione “La previsione nivo-meteorologica”; Francesca Manassero, avvocato, che illustra il tema: “Responsabilità e aspetti giuridici”. Il tutto in previsione del corso di formazione per accompagnatore sezionale di alpinismo, organizzato per il 2011 dalla sezione del Club alpino italiano di Cedegolo (via Nazionale, 103; telefono e fax: 0364/630139). Lo “stage” si rivolge ai soci del Cai maggioren-ni, che intendono operare per l’educazione dei giovani alla montagna e alla sicurezza, contribuendo alla formazione umana secondo i progetti del Cai e dell’alpinismo giovanile. Gli aspiranti devono possedere i requisiti: maggior età, iscrizione al Cai da almeno due anni; godimento dei diritti civili, attitudine al lavoro con i giovani, al lavoro di squadra e di gruppo, padronanza e sicurezza di progressione su percorsi con difficoltà “E-EE”, certificato di buona salute. Al termine del corso, gli allievi riconosciuti idonei verranno segnalati per la nomina ai consigli direttivi delle sezioni di appartenenza. L’iniziativa prevede l’accettazione di un massimo di 25 partecipanti. Le lezioni avranno inizio il 23 gennaio a Cedegolo, per poi proseguire sino al 3 aprile. (e.g.)

L’Asl Valcamonica Sebino, sulla rivista “Sanità camuna”, a cura di Simona Tosini, psicoterapeuta del Sert, dedica qualche pagina al gioco, quan-do non è più divertimento, ma si trasforma in un rischio. Una sorta di regressione ove si mettono tra parentesi i problemi della quotidianità, le frustrazioni. Il pericolo risiede nella dipendenza patologica da gioco d’azzardo. Ai nostri giorni stiamo assistendo a una fase di estrema lega-lizzazione e diffusione del fenomeno. Per la maggior parte della gente il gioco è un’attività piacevole; alcuni invece sviluppano un atteggiamen-to morboso e anomalo. Per il giocatore eccessivo, giocare è una fonte di eccitazione o di rilassamento che porta alla distruzione della propria vita e di quella della propria famiglia. Si stima che il gioco d’azzardo interessi l’80 % della popolazione adulta; per il 17 % il passatempo può divenire un problema. Le principali ricerche rivelano come i maschi siano più coinvolti delle femmine in questa problematicità. Si può guarire? Sì: il trattamento terapeutico può essere di tipo ambulatoriale o residen-ziale. A chi rivolgersi? Al dipartimento dipendenze dell’Asl. Un’équipe multidisciplinare offre gratuitamente sia informazione e consulenza che interventi psico-socio-sanitari e terapia farmacologica.

Quando il gioco diventa rischio

A

Da sinistra, Bortolo Serini e Battista Ercoli

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32 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Paesi e parrocchie Sebino Franciacorta

Una famiglia che pur non nell’agia-tezza economica si apre ancora al-la vita e dei ragazzi che scelgono di dedicare il loro tempo agli altri. Possono essere questi due segni di speranza in una società globalizza-ta dove fa più rumore un albero che cade piuttosto che una foresta che cresce, cioè dove “l’episodio di in-tolleranza e di bullismo fa più noti-zia delle tante persone che si impe-gnano ma passano sotto il silenzio. Dovremmo avere il coraggio – sot-tolinea con forza mons. Aldo Delai-delli, vicario episcopale per il clero – di raccontare di più le situazioni positive”. Ecco allora che una fa-miglia della zona, senza eccessive risorse economiche e con tre figli, accetta di accogliere altri due bam-bini in affido. “È il simbolo di una

Segnidi speranza

Una famiglia che si apre alla vita attraverso l’affido e l’impegno degli adolescenti

Udi Luciano Zanardini

vita che non si ripiega su se stes-sa – prosegue mons. Delaidelli – e mette in pratica la liturgia dell’Av-vento: Gesù ci viene incontro in ogni modo e in ogni tempo, anche quan-do l’egoismo sembra prevalere. In questo caso una coppia di cristiani spalanca le porte della propria casa, non solo quelle del cuore”. Lo stes-so spirito si può leggere nell’inizia-tiva degli adolescenti che, duran-te la giornata del pane organizzata dalla Caritas, hanno dato la propria disponibilità a confezionare i sac-chetti. Sono i tanti, piccoli, gesti nel quotidiano che fanno la differenza e che testimoniano l’attenzione a una solidarietà silenziosa e non urlata. Sul territorio recentemente è nato anche un nuovo Centro di ascolto della Caritas, che senza fermarsi

al colore della pelle aiuta chi è nel bisogno. Da un lato la carità si pre-senta senza confini, dall’altro la ge-nerosità non guarda ai possibili de-stinatari, ma si affida all’opera della Caritas. Parroco di Roncadelle dal 2006, mons. Delaidelli si sofferma anche sulla realtà pastorale e in par-ticolare sul cammino di iniziazione cristiana, dove “i genitori si lascia-no coinvolgere e ritrovano il gusto di parlare tra di loro dell’educazio-ne (l’emergenza educativa figlia del nostro contesto storico è un tema sollecitato più volte da Benedetto XVI e condiviso da tutte le realtà che si occupano del mondo giovani-le, nda). Se gli adulti si confrontano su cose serie, c’è senza dubbio un beneficio per tutta la comunità”. I frutti di questo percorso, però, non

si raccolgono, come ricorda mons. Delaidelli, nel breve periodo. Anche se, forse è quasi inutile ribadirlo, la tradizione cristiana sul territorio si è un po’ affievolita. “Non serve il pessimismo. Quando abbiamo il co-raggio di presentare il Vangelo nella sua interezza, troviamo i cuori che accolgono il messaggio”.Anche lo sport può essere un mezzo importante per il recupero e la rein-tegrazione psicofisica delle persone disabile. Icaro è un’associazione di volontariato che coinvolge, rappre-senta e raggruppa disabili. Nasce dall’idea di alcuni atleti disabili che praticano vari sport, anche a livello agonistico in diverse discipline co-me: tennis su sedia a rotelle, han-dbike, basket in carrozzina, nuoto, canoa, tiro con l’arco, sci e golf.

Verso il Natale La Voce della Franciacorta

Un simbolo politico discriminatorio che fa emergere “in modo evi-dente i sintomi di una distorsione del contesto educativo”. Con que-sta motivazione il tribunale di Brescia accogliendo il ricorso della Cgil ha emesso un’ordinanza che condanna l’amministrazione di Adro a pagare la rimozione delle centinaia di simboli che raffigu-rano il Sole delle Alpi nel nuovo polo scolastico. Il Tribunale ha sta-bilito che il Comune deve pagare le spese processuali e la pulitura dei simboli. Deve, inoltre, adoperarsi affinché la sentenza venga pubblicata sui principali quotidiani locali e nazionali e fare in modo che la scuola stessa esponga la bandiera italiana e quella dell’Ue per almeno una settimana. Il sindaco Lancini è pronto al ricorso.

Brevi

Paderno Franciacorta

Campione nella differenziata

Adro

La condanna del Tribunale La raccolta differenziata globale “porta a porta”, introdotta dalla multiutilities franciacorti-na Cogeme in numerosi Comuni dell’Ovest Bresciano, inizia a far sentire i propri benefici. Un po’ in tutti i territori coinvolti la percentuale di raccolta differenziata è di fatto raddoppiata, al di sopra dei due terzi del totale dei rifiuti. Da applausi il risultato di Paderno Franciacorta, con percentuali che sfiorano il 79%, seguito nell’ordine da Passirano, Coccaglio e Castegnato, attorno al 77%. Significativo il dato sulla produzione complessiva di spazzatura. L’Assessorato provinciale all’Ambiente, attraverso il Quaderno 2010 dell’Osservatorio Rifiuti, ha recentemente diffuso i dati relativi alla Raccolta differenziata in Provincia di Brescia nel 2009. Emerge il risul-tato di alcuni Comuni che – nel corso degli anni, e con la collaborazione tecnica di Cogeme – hanno intrapreso la strada della raccolta differenziata globale. In questi Comuni, ai primi posti dell’intera provincia, verrà promossa una campagna di ringraziamento per i livelli raggiunti.

SottovoceLuci e colori quasi ci stordiscono con il rischio di perdere per strada il signifi-cato vero del Natale. In questo nume-ro cerchiamo di mettere in evidenza alcuni segni di speranza presenti sul territorio. Apparentemente si pre-sentano sotto diverse forme, ma te-stimoniano senza dubbio la capacità di aprirsi agli altri. La speranza è ac-cogliere il dono della vita, la speran-za è integrare il mondo dei disabili, la speranza è dare l’opportunità a delle persone che hanno attraversa-to un momento difficile di riscattarsi. Ognuno di noi, poi, nel suo piccolo, può declinare la parola speranza nel quotidiano. E sono davvero tante le storie che si potrebbero raccontare.

La prima pagina di dicembre

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Paesi e parrocchie Valtrompia 33LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Invico

Incoronata la Madonnina del MarèlLa Madonnina del Marèl col suo Bambin Gesù di Invico è stata incoronata: lo ha fatto, col parro-co don Viatore Vianini, nella tradizionale festa di metà novembre, su delega del Vescovo, mons. Carlo Bresciani, rettore del Seminario, dal 1986 fino a quest’ultima nomina “curato festivo” a Lo-drino. Poi è stata portata in processione, a brac-cia, accompagnata dalla banda S.Cecilia, per i vi-coli del borgo medioevale, abbelliti con ghirlan-de, fiori e catene colorate. È stato l’ultimo gesto di secoli di devozione di una orgogliosa piccola comunità, dal nome latino, “In -vico” dove “vi-cus” con l’accezione “strada” fa tradurre “sulla strada”. E questo grumo di case, a mezza costa è luogo di passaggio da sempre (come scrive nel 1860 tal ing. Nicolò Sedaboni al ministero dell’In-terno) “di comoda strada pedestre da poter esse-re frequentata anche con bestie di salmeria”: vi sostavano conducenti di carretti e muli carichi di ogni mercanzia prima di scavallare verso la Val-sabbia. Colpisce entrando il campanile gotico a sinistra sopra la strada, resto della prima chiesa dedicata al patrono S.Rocco risalente almeno al Quattrocento e rifatta ancora lì, sotto la strada, nel secolo XVIII, riportandovi pregevoli “pezzi”

della prima: tra questi la pala di foggia foppesca dove troneggia la statua lignea della Madonni-na del Marèl. Quella del Cinquecento è andata perduta: l’ha sostituita nel 1978 con l’attuale (da Ortisei) l’indimenticato parroco don Giuseppe Be-nigna. Ma la devozione come il nome è rimasto lo stesso. “Marèl” vuol dire novello: è il nome locale del vino non forte di particolare vitigno ibrido con uve americane, introdotto in Italia a cavallo del Novecento quando la fillossera stava distruggendo quelli italiani. Due incroci si dimo-strarono adatti in montagna l’“americana” dolce e gustosa e il “clinto” uva dai grappoli blu scuri con acini spessi resistenti ai freddi autunnali: e Invico sui 600 metri, riparato dai venti ne diven-ne luogo di diffuso impianto. Era l’ultima a ma-turare. La festa della Madonna, celebrata nella seconda domenica di novembre, era la festa di “ringraziamento”, preceduta dal mese del Ro-sario: concludeva la stagione dei raccolti prima di rifugiarsi al caldo della stalla. Ed era pronto il “novello”. Dopo la processione la piazzetta vicina al Museo etnografico è stata dedicata a Faustino Bettinsoli, il primo sindaco del dopoguerra, uni-co di Invico, dal 1946 al 1951. (Edmondo Bertussi)

Sci e scarponiper viverela montagnaLa stagione apre i battenti il 4 dicembre. Sono tante le novità: il comprensorio può contaresu quasi 40 km sciabili per 17 piste

Maniva Parla Stefano Lucchini

La stagione sciistica del Maniva apri-rà i battenti il prossimo 4 dicembre all’insegna delle novità. Terminata da poco la nuova seggiovia Persole-Dasdana, a oggi il comprensorio può contare su quasi 40 chilometri sciabili per un totale di 17 piste (due baby, no-ve blu, quattro rosse e due nere). “Con la nuova biposto – dice il responsabile di Maniva Ski, Stefano Lucchini – por-tiamo gli sciatori sino a quota 2.089 metri, preservando comunque il lato sinistro più panoramico della pista Da-sdana per consentire agli scialpinisti di continuare a salire indisturbati. Inol-

Ldi Andrea Alesci

tre, per Natale sarà pronto (sempre in zona Dasdana) anche lo Snow Park, rinnovato grazie all’aiuto dello staff di Minoia Store e dei professionisti di Apocalypse Now, mentre per lo sci di fondo rimangono l’anello competitivo da 5,5 chilometri nella zona bassa dei Persek e quello da 2 chilometri per principianti di fianco al Bonardi”. Un rinnovamento che è continuato anche con l’installazione di tre nuovi tapi-sroulant (uno al campo scuola vicino al parcheggio per chi arriva da Bago-lino, uno dall’albergo Bonardi e uno in sostituzione del vecchio skilift vicino

allo Chalet), il potenziamento dei due centri di noleggio e riparazione delle attrezzature e la collaborazione con la scuola di Sci Tre Valli. “Sinora – con-tinua Stefano Lucchini – abbiamo in-vestito 20 milioni di euro e possiamo competere con località come Colere e Montecampione, potendo contare anche su strutture alberghiere come la Locanda Bonardi, il punto ristoro allo Chalet e da quest’anno anche il nuovo Bar Igloo, situato alla partenza della seggiovia Persek. Di recente ab-biamo perfezionato anche una serie di pacchetti vacanza per chi viene da fuori con soggiorni al Bonardi e ski-pass sulle piste”. Un impegno che cer-ca ogni anno di apportare migliorie al comprensorio, cercando di valorizzare le splendide montagne che dividono la Valtrompia dalla Valsabbia. “Sul fronte sciistico – chiude Lucchini – vogliamo

riuscire dal prossimo anno ad aprire una pista anche in notturna (dalle 17 alle 22 di sera) e al contempo cerchia-mo di portare avanti una visione glo-bale del territorio: abbiamo acquisito in società con Ghizzardi e Marchina la zona dei radar e al momento sono al vaglio alcune ipotesi per lo svilup-po futuro dell’area, fra cui un proget-to per un centro di comunicazione o la costruzione di un centro d’allena-mento in quota per società sportive”.La stagione del Maniva entra nel vivo già da sabato 4, e per chi vuole vive-re la montagna anche senza gli sci ai piedi il 18 dicembre torna la 5ª edi-zione di “Maniva di luna”, camminata notturna con partenza alle ore 18 dal piazzale antistante la Locanda Bonar-di (termine iscrizioni 12 dicembre ore 16). Per informazioni, si può visitare il sito www.manivaski.it.

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TRAVAGLIATO

Dicembre domenica pomeriggio aperto

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Cultura e [email protected]

Nella disincantata e scettica cul-tura contemporanea, in cui spesso s’impongono concezioni nichilisti-che, il tema dell’esistenza di Dio e del suo rapporto con l’uomo appa-re “inattuale”, non legato al sapere scientifico, allo studio della realtà. Spesso, tale argomento viene vi-sto come residuo di stadi “antichi” dell’umanità, ormai superato dalle “magnifiche sorti e progressive” del-la civiltà moderna che, con i “lumi” della ragione, può spiegare tutti i fenomeni terreni senza ricorrere a cause soprannaturali.Il pubblico, molto numeroso, pre-sente all’incontro della Cooperati-va cattolico-democratica di cultu-ra dal titolo “Dio dove sei? L’uomo contemporaneo tra indifferenza e invocazione” dimostra, invece, il fatto che tale argomento non solo non è anacronistico ma resta uno dei fulcri del pensiero e della cul-tura umani.Il teologo Rosino Gibellini sottoli-nea la centralità della domanda: Dio dove sei? L’uomo si chiede quali sia-no i segni della presenza di Dio nel-la storia e nella natura. In particola-re, l’interrogativo emerge in modo drammatico di fronte al male, ai di-sastri della storia che disorientano gli uomini, soprattutto i credenti.

Brescia Incontro pubblico a due voci

L’uomo contemporaneo tra indifferenza e invocazione

N

di Giovanni Formichella

Il terremoto devastante di Lisbona del XVIII secolo fa discutere sulla presenza di Dio nel mondo; la trage-dia di Auschwitz fa dire a qualcuno: dov’era Dio quando morivano milio-ni di innocenti?Secondo il rabbino Laras è sbaglia-to chiedersi dove fosse Dio in quel momento, ma bisogna domandarsi: dov’era l’uomo? I carnefici dei lager sono uomini che hanno perso la pro-pria essenza: essi hanno usato male il dono della libertà.Laras, inoltre, afferma che il tema di Dio va affrontato in relazione all’esperienza concreta delle per-sone. Bisogna evitare l’errore di parlare di Dio solo sul piano razio-nale, del pensiero astratto, in quan-to l’essenza dell’uomo è lo spirito, l’interiorità. Per lui la vera doman-da è: senti Dio? L’uomo è limitato, debole, non può capire tutto: esso deve fermarsi di fronte al mistero delle sofferenze umane.A tale riguardo, il rabbino cita co-me esempio il caso di Giobbe che conserva la propria fede anche di fronte a prove terribili e per questo viene esaltato da Dio.Mons. Monari s’interroga sulla pre-senza di Dio nel mondo. Dove pos-siamo coglierla? Può essere la natu-ra il luogo dove emergono le tracce

di Dio? Essa ha delle leggi mecca-niche che la scienza studia ma che non portano necessariamente a Dio. Può essere la storia il terreno su cui si mostra Dio? Essa ha mol-ti momenti positivi, di crescita ma, nello stesso tempo, presenta molti eventi negativi, tragici, esiziali. Al-lora, dov’è Dio? La risposta del Ve-scovo è: dentro di noi, nell’interiori-tà spirituale delle persone. Come si può vedere in alcune testimonianze delle vittime dei lager, nei momenti peggiori della loro vita queste per-sone si rivolgono a Dio, pregandolo, invocandolo, dandogli del tu. Que-sto rapporto profondo, interiore, che va dalla profondità del nostro essere all’infinito e che trova la sua essenza nell’amore, è la “cifra” della presenza di Dio nel mondo. Martin Buber definisce Dio col pronome “tu”: il nostro “io” ha senso solo in rapporto al “tu”, all’altro, altrimen-ti si perde nel vuoto insensato della propria finitezza.L’uomo contemporaneo, dunque, ha un forte bisogno di fondare la propria esistenza in una dimensio-ne di verità.Esso, perciò, deve conoscere me-glio se stesso per cogliere quelle “tracce” di Dio che rivelano la “ra-gione” profonda dell’esistente.

Grande successo di pubblico per l’incontro organizzato dalla Cooperativa cattolico-democratica di cultura presso il salone Bevilacqua dei padri filippini della Pace,con gli interventi del vescovo di Brescia,mons. Luciano Monari, del rabbino Giuseppe Laras, e l’introduzione del teologo Rosino Gibellini. Al centro della riflessione, la domanda sulle ragioni dell’apparente silenzio di Dio di fronte ai drammi della storia

LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Il rabbino Giuseppe Laras

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36 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Viaggi

Uzbekistan I mussulmani sono in maggioranza, ma lo Stato è laico

La porta dell’Oriente nel cuore dell’Asia

Se si escludono il centro della capita-le Tashkent e le costruzioni storiche, non si può dire che la creatività archi-tettonica degli uzbechi celebri il trion-fo della fantasia. Le case comuni sono esternamente fatte di muri piatti (an-che se gli interni sono a volte pregevo-li). Ma anche nelle case più modeste si possono ammirare porte, portoncini o portoni, di legno o di ferro, di pregio, magari finemente lavorati. A volte,

inseriti in quei muri anonimi hanno le sembianze di preziosi cammei in-castonati nella latta. Quelle porte ap-paiono come la metafora della storia dell’Uzbekistan, che si colloca al cen-tro dell’Asia e che nei secoli è stato la “porta” per la quale passavano tutti coloro che andavano da Occidente a Oriente e viceversa. Infatti l’Uzbeki-stan era al centro della famosa “via della seta”: un percorso che si svilup-

di Angelo Onger

Spava per circa 8000 km, fatto di itine-rari terrestri, marittimi e fluviali. Co-me ha scritto colui che le ha dato quel nome, il geografo tedesco Ferdinand von Richthofen la “ destinazione fina-le della seta che su di essa viaggiava (non certo da sola ma insieme a tante altre merci preziose) era Roma, dove per altro non si sapeva con precisione quale ne fosse l’origine (se animale o vegetale) e da dove provenisse. Altre merci altrettanto preziose viaggiavano in senso inverso, e insieme alle mer-ci viaggiavano grandi idee e religioni (concetti fondamentali di matematica, geometria, astronomia) in entrambi i sensi. (…) Questi scambi commercia-li e culturali furono determinanti per lo sviluppo e il fiorire delle antiche ci-

viltà dell’Egitto, della Cina, dell’India e di Roma, ma furono di grande im-portanza anche nel gettare le basi del mondo moderno”.Non a caso la collocazione strategica ha fatto dell’Uzbekistan una agogna-ta terra di conquista per Alessandro Magno, arabi, mongoli, Gengis Khan e tartari, russi degli zar prima e di Stalin poi. Tutto questo ha generato un Pae-se multietnico, un crogiuolo di culture, lingue, tradizioni, usi e costumi, anche se la maggioranza della popolazione è di etnia uzbeka. Oggi l’Uzbekistan è una repubblica presidenziale che ha ottenuto l’indipendenza nel 1991, all’indomani della caduta dell’impero sovietico, ma che non ha ancora con-quistato la democrazia secondo i ca-

L’Uzbekistan è un Paese ricco di storia. Collocato nell’Asia centrale è stato per secoli il passaggio naturale dei traffici commerciali

e degli scambi culturali fra Oriente e Occidente. Oggi, dopo la parentesi sovietica,

è un cantiere aperto in tutti i sensi. È un Paese molto ospitale che custodisce con cura il suo patrimonio artistico

e anche le tradizioni popolari

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37LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Brevivet In programma per il 2011

Una proposta intelligente Il servizio sull’Uzbekistan pubblicato in queste pagine è frutto di un’espe-rienza organizzata dalla Brevivet (in collaborazione con la Franco Rosso) per far conoscere alla stampa e agli operatori turistici la proposta che verrà pubblicizzata sul catalogo 2011 in uscita a gennaio. A partire dal 1º aprile e fino al 14 ottobre (con la sospensione in luglio) sarà programmato un volo notturno settimanale da Milano Malpensa a Urgench in Uzbekistan. Il viag-gio dura una settimana e prevede la visita di Khiva (a 30 km dall’aeropor-to di Urgench) e quindi i trasferimenti (con autobus confortevoli) da Khiva a Bukhara, poi a Shakhrisabz, a Samarcanda e infine a Tashkent. Sarà a di-sposizione una guida locale che parla italiano. Il gruppo citato ha goduto dell’eccellente servizio di Valieva Shokista, che ha studiato in Italia e inse-gna la nostra lingua all’Università di Samarcanda. Il costo del viaggio si ag-girerà intorno ai 1500 euro. I servizi negli alberghi e nei ristoranti sono di ottimo livello. Lungo i viaggi di trasferimento bisogna dimenticare i servizi dei nostri autogrill. Lo spazio a disposizione non ci ha premesso di descrive-re tutto il fascino di un viaggio intrigante per chi ama conoscere un mondo diverso da quello in cui viviamo e per chi nutre curiosità che vanno oltre le discoteche. È il caso di dire che per un viaggio in Uzbekistan Brevivet pro-pone e il turista intelligente dispone.

noni occidentali perché è governata da 19 anni dallo stesso presidente, Islam Karimov, con un regime fortemente personalistico, dove non c’è spazio per le opposizioni. Forte comunque il suo impegno nel recupero degli anti-chi costumi uzbechi specialmente in occasione degli eventi più importanti della vita (nascite, matrimoni, fune-rali). La popolazione è cresciuta dal 1992 a oggi da 21 a 25 milioni di abi-tanti, su un territorio di 447mila kmq (Italia 301.336), con una grande parte del territorio a ovest occupato da una steppa arida. La popolazione è costi-tuita principalmente da uzbechi anche con numerose minoranze di tagiki, russi, tartari e altri ; la lingua ufficiale è l’uzbeco anche se è molto utilizzato anche il russo.È un Paese a grande maggioranza mussulmano (88%) per quanto riguar-da la religione, ma lo Stato si dichiara laico e quindi è proibito il proseliti-smo. In pubblico le donne non posso-no portare il burqa. La presenza catto-lica è ridotta ai minimi termini: circa 650 fedeli. Un particolare singolare è che Marco Polo nel suo “Milione” par-la di Samarcan (Samarcanda) come di “una nobile città”, in cui “il Gran Cane

si fece cristiano” e allora i cristiani “fe-ciono in quella città una grande chiesa all’onore di Santo Giovanni Battista”. Oggi le chiese cattoliche in Uzbekistan sono quattro o cinque, una di queste è a Samarcanda ed è dedicata a San Giovanni Battista. La frequentano una trentina di fedeli con un parroco po-lacco. La sensazione del viaggiatore occasionale è quella di un Paese che sta attraversando un periodo di gran-di trasformazioni: i tanti cantieri aperti su un sistema stradale molto proble-matico (nell’Uzbekistan c’è un clima continentale paragonabile al nostro, ma con rilevanti escursioni termiche che mettono a dura prova il manteni-mento del manto stradale) sono il se-gno di un cammino che vuole portare l’economia oltre le soglie della pover-tà. Quella che ho tentato di tratteggia-re è la fotografia generale di un Paese che da noi non è molto conosciuto. Ma il fascino dell’Uzbekistan è soprattutto nella sua storia e nei monumenti che la testimoniano. Nel percorso che la Brevivet propone e che abbiamo te-stato ai primi di novembre con un gruppo di colleghi e di operatori tu-ristici, abbiamo visitato cinque città: Khiva, Bukhara, Shakhrisabz (la città

di Tamerlano), Samarcanda, Tashkent. Quest’ultima è la capitale, con 2 milio-ni e 200mila abitanti, situata in un’oasi irrigata presso le rive del fiume Circik. Riveste un ruolo di particolare impor-tanza come nodo di comunicazione ferroviaria e stradale nonché impor-tante direttrice dei collegamenti ae-rei internazionali di tutta l’Asia. Tra le realizzazioni moderne emerge la mo-numentale piazza dell’Indipendenza. È una città completamente occidentaliz-zata, anche se il disegno urbanistico è di grande respiro con viali immensi e molto verde. Sohia, la guida che ci ac-compagnava, ci ha detto con orgoglio che da loro McDonald’s non ha attec-chito. Fino a quando? All’opposto Khiva e Bukhara sono due città, soprattutto la prima, che hanno la parvenza di musei all’aria aperta con panorami a volte mozzafiato. Ri-chiamano, specie Khiva, con grande forza gli scenari del film pasoliniano “Il fiore delle Mille e una notte” (Pasolini girò il film alla metà degli anni Settan-ta in Nepal, India ed Etiopia; se l’Uz-bekistan fosse stato un Paese libero sono sicuro che non avrebbe ignorato quei luoghi così congeniali al suo rac-conto). Secondo il mito, sarebbe stato

Sem, figlio di Noè, a fondare Khiva. Vi si può ammirare un monumento singo-lare: Mohammed Amin Khan volle far costruire verso la metà del XIX secolo il minareto più alto dell’Islam, il Kalta Minar. Il progetto venne sospeso alla sua morte e non fu mai completato per l’elevato costo ritenuto eccessivo dal suo erede. È rimasta una costru-zione di una trentina di metri. Più che un minareto, il ricordo di un sogno incompiuto.Quanto a Samarcanda, è oggi una città che si pone a metà strada fra la sua storia antichissima (ha celebrato i 2750 anni di vita) e il futuro, tra Khi-va e Tashkent. Con una lunga serie di monumenti secolari, a partire dalla piazza Registan, e con un panorama collinare molto suggestivo. Una cit-tà resa immortale da poeti, scrittori e viaggiatori, è forse unica al mondo. Samarcanda richiama alla mente la “via della seta” come nessun’altra cit-tà asiatica e più di ogni altra città al mondo richiama alla mente il viaggio. La fama della città è legata a quella di Timur lo zoppo, cioè Tamerlano, il quale nel 1369, la scelse come capitale del suo regno. L’Uzbekistan è nel suo insieme un mondo tutto da scoprire.

Nelle foto: in alto a sinistra il palazzo del Senato in piazza Indipendenza a Tashkent (è sta-ta ricostruita in tempi recenti in spazi molto ampi con vari monumenti e molte fontane); a destra l’imponente ingresso e le mura del centro storico di Bukhara. In basso (da sinistra a destra): la piazza Registan a Samarcanda; il minareto incom-piuto di Khiva; la chiesa di San Giovanni Battista e l’interno di un bazar sempre a Samarcanda.

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38 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Famiglia

I

Poche regole e molta flessibilità. Se ai figli si concede molta libertà sulle questioni

non fondamentali, risponderanno meglio all’esigenza di prendere autonomamente le decisioni che spettano loro e di rendersene

consapevoli; impareranno presto che la vita offre solitamente un certo numero di

alternative, ognuna con vantaggi e svantaggi. Una volta imparato ad analizzare le opportunità

e a prevederne i risultati, la tanto auspicata maturità può dirsi raggiunta

Genitori e figli Anche se le ricette non sono mai universali

In casa le regole ci voglionoe devono impegnare tutti

di Luigi Domenighinipedagogista

I genitori hanno la responsabilità di fissare limiti adeguati ai loro bam-bini, non fosse’altro che per la ne-cessità di proteggerli, di educarli, di insegnare in famiglia e fuori com-portamenti civili e rispettosi; ma è veramente difficile discernere quel-lo su cui occorre essere inamovibi-li e ciò che può essere lasciato alla libera iniziativa. L’equilibrio si ot-tiene – a mio avviso – applicando i principi della pedagogia preventiva e mi spiego: è necessario distingue-re ‘anticipatamente’ tra regole di fa-miglia e azioni gestibili liberamente pur nell’ambito del saper vivere ci-vile in casa, in famiglia e in società. Stabilito che un comportamento ri-entra in una delle due suddette ca-tegorie, le nostre risposte educative

diventeranno chiare, sicure, costanti nel tempo, con un guadagno immen-so per la nostra “autorevolezza” e un altrettanto elevato guadagno per i figli che troveranno nel papà e nel-la mamma guide sicure, certe, mai contraddittorie.Detto questo bisogna sottolineare il rischio di fissare troppe regole che è reale e molto pericoloso in quan-to l’aumento delle regole produce maggiore difficoltà nel gestirle e mi-nore capacità di farle rispettare. Se si guarda bene, infatti, si scopre che la maggior parte dei comportamenti può essere lasciato libero; si scopre che crescendo il nostro bambino, gli interventi regolativi possono costan-temente diminuire; che se è libero di decidere come arrivare al risulta-

to non solo non oppone resistenza, ma si sente padrone della situazione e diventa più responsabile.Poche regole, dunque, e molta fles-sibilità. Se diamo al nostro bambino molta libertà sulle questioni non fon-damentali, risponderà meglio all’esi-genza di prendere autonomamente le sue decisioni e di rendersene con-sapevole; imparerà presto che la vita offre solitamente un certo numero di possibili alternative, ognuna con i suoi vantaggi e svantaggi. Una volta imparato ad analizzare le opportuni-tà e a prevedere i risultati, la tanto auspicata maturità può dirsi rag-giunta. Certo, per le regole occorre chiarezza e decisione: la chiave sta nel precisare bene e le richieste, con fermezza, non lasciando trapelare al-cuna indecisione.Ecco un esempio: quando si sale in macchina ci si allaccia la cintura di sicurezza, regola semplice chiara; Facile da far rispettare; infatti, se la cintura non è allacciata non si parte. Chi non si vuole allacciare la cintura

sta in casa, ma se proprio vuole veni-re, gliela allaccio io e basta. Il tutto senza collera (che raggiunge solo il risultato di aumentare la resistenza) ma con calma e autorevolezza; ma ci sono mamme che sbagliano. I genitori possono, se vogliono, com-pilare la lista degli argomenti sui quali si può trattare e di quelli che non ammettono discussioni; la se-conda scelta forse non è necessaria, anche se va sottolineato che “nego-ziabile” non significa affatto “va bene tutto”, ma solo che è ammessa una certa flessibilità. Proviamo a fare la lista dei comportamenti negoziabili e di quelli che non lo sono; ma premet-tendo una frase di don Carlo Gnoc-chi, visto che la sua beatificazione è di poco tempo fa. Dice il nuovo Beato: “Ogni individuo è un caso a sé stante, con fenomeni propri, con sviluppi assolutamente originali. La natura non si ripete mai. Quindi ri-cette pedagogiche a uso universale e medicine per tutti i mali non ve ne sono”.

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39LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Sottolineata l’unicità e l’irripetibilità di ogni essere umano, regole nego-ziabili possono essere:come vestirsi (fatti salvi i motivi di salute e di pulizia); preferenze varie; quali amici frequentare;quali sport praticare; come organiz-zare i propri spazi (fatte salve le esi-genze di ordine e di pulizia);come organizzare il proprio tempo libero; come impiegare la propria paghetta e altro.Regole di famiglia: prima di uscire di casa si dice dove si va, con chi si va e a che ora si torna; si pranza e si cena tutti insieme all’ora stabilita e con la televisione spenta; in casa ci si aiuta perché si è in una famiglia; prima il dovere (compiti per esem-

pio) poi i giochi; quando si parla si dice la verità, quando si agisce si ten-de al bene, al buono, al bello; quan-do si sbaglia si ammette l’errore; noi sappiamo che “solo Dio è perfetto”, dunque sappiamo che possiamo sba-gliare, sappiamo riconoscerlo e se abbiamo danneggiato qualcuno ci scusiamo e cerchiamo di rimediare; non si parla male di nessuno, né si fanno allusioni o pettegolezzi; non si usa mai alcun tipo di violenza, né fisica, né verbale, né psicologica, né morale; si usa un linguaggio pulito.Sicuramente ne mancano molte che i nostri lettori ritengono indispensabi-li e che metterebbero ai primi posti, a loro completare tenendo presen-te che le “regole” non dovrebbero

essere più di dieci; se sono troppe, infatti, facilitano la trasgressione e poi, molte sono ovvie e non c’è biso-gno di scriverle (le norme di igiene, di sicurezza, l’uso dei medicinali). Faccio notare che le suddette re-gole interessano tutti i componenti della famiglia e non solo i bambini. Dunque niente regole solo per i pic-coli. Le regole che riguardano solo i bambini sono antipatiche ed è bene evitarle. Ma – mi chiedo – ci sono davvero regole di famiglia che vanno rispettate solo fino a una certa età? La regola rivolta al bambino non va-le forse anche per noi? Perché “lui” deve tenere in ordine la cameretta? Tutti dobbiamo farlo! Perché “lui” deve rimettere a posto le cose che

usa? Tutti dobbiamo rimetterle a po-sto. Perché “lui” deve lavarsi i den-ti dopo i pasti? Tutti devono farlo. (Provare per credere: tutte le norme che stabiliamo per i nostri bambini valgono per tutta la famiglia e questa è una bella scoperta che aiuta a es-sere uniti). Infine non va negato che quando torniamo dal lavoro stanchi a tarda sera, non si ha la volontà e la pazienza di richiedere il rispetto delle regole. È talmente allettante ar-rendersi. Ma prendere tutti molto sul serio le “regole di famiglia”, non solo produrrà risultati straordinariamen-te positivi sulla maturazione e sulla personalità dei bambini; ma ridurrà anche il nostro stress e ci sentiremo genitori capaci e appagati.

Aibi Dieci anni dopo

La crisi dell’adozione e una legge da rivedereA dieci anni dall’entrata in vigore (16 novembre 2000) del-la procedura di adozione internazionale disciplinata dalla legge n. 476 del 31 dicembre 1998 che ha ratificato la Con-venzione de L’Aja del 1993, l’associazione Aibi sottolinea la “crisi dell’adozione” rivelata dal drastico calo delle dispo-nibilità e delle idoneità documentato dall’ultimo rappor-to della Commissione adozioni internazionali. “È evidente – si legge in una nota dell’associazione – che qualcosa non ha funzionato. La legge 476 era pensata per introdurre e armonizzare il sistema preesistente con quanto previsto dalla Convenzione de L’Aja: lo scopo principale della Con-venzione era quello di stabilire garanzie affinché le adozio-ni internazionali si svolgessero nel superiore interesse del minore e nel rispetto dei diritti fondamentali che gli sono riconosciuti dal diritto internazionale, nonché quello di in-staurare un sistema di cooperazione fra gli Stati contraenti per assicurare il rispetto di queste garanzie”. Invece, sotto-linea Aibi, “non esiste alcun coordinamento tra le politiche italiane di cooperazione e le politiche della Cai rispetto ai Paesi che ‘forniscono’ i minori adottati”.Inoltre, prosegue Aibi, anziché disporre di un sistema di garanzie e “ottimizzazione delle risorse umane ed econo-miche in gioco”, l’adozione dei minori stranieri è “appe-santita da procedure non sempre efficienti e da costi che gravano sulle spalle delle coppie o degli enti che ricorrono ai finanziamenti dei privati”. Per questo “la legge va rivi-sta quanto al ruolo e al controllo che la Cai svolge rispet-to agli enti e ai progetti di cooperazione che gli stessi enti

conducono all’estero”, ma “serve a monte una riforma del profilo degli enti che sono troppi e troppo piccoli: l’ente de-ve essere strettamente ancorato al territorio sia all’estero, per conoscere a fondo la realtà del Paese in cui operano, e sia in Italia, per accompagnare da vicino le coppie nel loro percorso che non termina con il rientro in Italia ma si esten-de anche ai momenti successivi di integrazione del minore nella nuova famiglia”. “Solo con questa urgente riforma – conclude la nota – le coppie italiane potranno acquistare una nuova fiducia nell’adozione internazionale e riaprire la porta e il cuore ai minori senza famiglia”.

Esine Domenica 5 dicembre

Sul filodella memoria per i bambiniNel mese di dicembre “Sul filo della memoria” si rivolge ai bambini. È infatti tutta per loro la visita-laboratorio in preparazione al Nata-le organizzata dalla Fondazione Cocchetti. Un pomeriggio alla scoperta dei beni culturali del territorio durante il quale i bambini potran-no osservare da vicino le storie dipinte e dare libero sfogo alla loro creatività, realizzando veri e propri disegni-fumetti.Domenica 5 dicembre ore 15-17: “Giovan Pie-tro da Cemmo: storie di Gesù Bambino” in San-ta Maria Assunta a Esine. L’attività didattica si compone di due momenti: dalle ore 15 alle ore 16.30: attività con i bambini (che i genitori devono lasciare soli); dalle ore 16.30 alle ore 17: restituzione ai genitori del lavoro svolto, con una breve visita, guidata dagli stessi bam-bini, all’interno della chiesa. Visita e laboratorio a cura di Virtus Zallot. Ri-trovo all’ingresso della chiesa di S. Maria As-sunta a Esine. Per informazioni e prenotazioni inviare una mail a [email protected], telefonare allo 0364 - 33.12.84 oppure consultare il sito www.fondazionecocchet-ti.bs.it.

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40 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Eventi

Alla scoperta del capolavoro

verdiano

R

di Marco Degiovanni

Raramente, nella storia dell’opera lirica, si assiste a una così stretta contiguità cronologica fra ipotesto letterario e creazione musicale, co-me nel caso de “La traviata”. L’ar-chetipo narrativo è costituito dal romanzo “La dame aux camélias”, pubblicato nel 1848, da cui l’auto-re, Alexandre Dumas figlio, trasse una versione teatrale dallo stesso titolo, andata in scena a Parigi, al Teatro del Vaudeville, il 2 febbraio 1852; da quest’ultimo dramma Fran-cesco Maria Piave trasse il libretto del melodramma verdiano, rappre-sentato il 6 marzo 1853, al Teatro La Fenice di Venezia. La tipologia del soggetto trattato e l’ambienta-zione, immersa nella contempora-neità ottocentesca, vengono spesso considerate come un segnale della ricerca, da parte di Verdi, di un’evo-luzione in chiave “realistica” del te-atro d’opera.Questo approccio interpretativo, in parte condivisibile, in età verista fu spinto all’estremo conducendo ad autentiche incomprensioni nei con-fronti di quelle scene in cui Verdi interpone dei filtri fra spettatore e palcoscenico. Anzitutto, più che di

evoluzione “realistica”, sarebbe più appropriato parlare di un approccio “anti-aulico”, nel senso che la tipo-logia dei personaggi e la vicenda stessa rendono implausibile il lin-guaggio “alto”. Va poi aggiunto che, pur seguendo abbastanza fedelmen-te il dramma di Dumas, Verdi se ne discosta in alcuni aspetti significa-tivi. I dettagli economici, ad esem-pio, presenti nella pièce originaria in modo addirittura ossessivo, Verdi li bandisce per tutto il primo atto e quando, all’inizio del secondo, essi irrompono, questo avviene non già per presentare una mantenuta, ben-sì un mantenuto, l’inconsapevole e superficiale Alfredo, per amore del quale Violetta sta alienando ogni suo bene. Del resto, a Verdi interes-sa il contrasto insanabile, quanto mai ‘romantico’, che può instaurarsi fra individuo e società, raffigurato anche nel personaggio di Germont padre. Questi riesce a comprende-re, più del figlio, la realtà delle co-se, ma deve nel contempo obbedi-re a una “ragione di famiglia” intesa come “ragion di stato” che, quando necessario, non può rifuggire dal lasciare vittime sul suo cammino,

sia pure supportate dalla personale comprensione e compassione.In generale, uno degli elementi di grandezza e profondità delle opere verdiane è la capacità di esprimere, con una musica sublime, autentico pathos, inquadrato in una cornice di lucido disincanto, se non addirittu-ra d’amara ironia. In questo senso va letto il finale dell’opera in cui, a differenza che in Dumas, anche Ger-mont padre, oltre ad Alfredo, viene a chiedere perdono a Violetta ormai morente. Nel dramma la conclusio-ne è affidata a Nichette, un perso-naggio minore che, nella funzione tradizionale del coro greco, senten-zia “Dormi in pace, Margherita! Ti sarà molto perdonato, perché hai molto amato!”, lasciando quindi in-travedere un percorso di redenzio-ne da parte della protagonista (Mar-gherita Gautier). Rispetto al finale di Dumas, che sembra suggerire una forma di catartica ricomposizione, in Verdi prevale piuttosto l’amara rappresentazione della vicenda di un personaggio (Violetta Valéry) che, osteggiato finché scomodo, viene poi sublimato quando, mo-rente, non è più in grado di nuocere.

Brescia Stagione lirica e di balletto

Brescia

I primi passi sulla scena, con i corsi del CutAnche quest’anno il Cut “La Stanza” propone gli “Itinera-ri teatrali” diretti da Maria Candida Toaldo, corsi e labora-tori rivolti a chi desidera sviluppare le proprie potenzialità espressive, ma anche spettacoli e rassegne teatrali per chi si vuole godere lo spettacolo in platea. Gli itinerari iniziano a dicembre con il corso di dizione e recitazione “Prima della scena”, seguirà in aprile il corso “Mimo dal Vivo” con l’attri-ce Elena Serra, assistente per 20 anni di Marcel Marceau. Per la fine della primavera sarà allestito uno spettacolo teatrale sul mito di Medea secondo la rilettura della celebre scrittri-ce tedesca Christa Wolf, mentre in estate ci sarà la quarta rassegna di Commedia dell’Arte che coinvolgerà la città e il territorio con spettacoli di artisti nazionali e internazio-nali; al suo interno è prevista una Summer School attraver-

so la quale si potrà prendere confidenza con le maschere e le tecniche recitative tipiche di questo genere teatrale.Il corso che inaugura gli Itinerari è “Prima della scena”, trai-ning vocale di dizione per tutti coloro che vogliono educare la propria voce non disgiuntamente dall’espressione corpo-rea. La prima parte del corso sarà tenuta dalla logopedista Mariuccia Franzoni e permetterà ai corsisti di impostare correttamente la voce e la respirazione; la seconda parte da Maria Candida Toaldo e sarà incentrata sull’espressione vocale, la recitazione e il movimento. Il corso si terrà ogni giovedì fino al 3 marzo 2011, dalle ore 18 alle ore 21 (33 ore) presso lo Spazio Teatro in via S. Martino della Batta-glia 11 a Brescia.Informazioni e iscrizioni: 0302406501 o 0302406504.

Il 10 e 12 dicembre, al Grande, sarà in scena“La Traviata” diretta da Pietro Mianiti

per la regia di Andrea Cigni Il soprano spagnolo Yolanda Auyaunet

Maria Candida Toaldo

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Brevi 41LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Canto sacro

All’insegna del motto di Sant’AgostinoÈ stata presentata la rassegna Qui cantat, bis orat (Sant’Agostino: “chi canta prega due volte”)che prenderà il via venerdì 3 dicembre nella parrocchiale di Isorella. Questo il pensiero del di-rettore artistico della rassegna, Francesco Andreoli.Perché proporre nel 2010 una rassegna di canti sacri?Questa iniziativa promozionale e divulgativa del canto sacro nasce principalmente per due motivi: uno spirituale e uno culturale. In merito all’aspetto spirituale, la musica è il linguaggio privilegiato del cuore, di Dio e dell’uomo. Il canto sacro ha la forza di incantare, distogliere il cuore dalle preoccupazioni perché si dilati e si orienti a Dio. L’aspetto culturale, invece, ci con-ferma che chi è attento alle opere dello spirito umano, avverte la grandezza dell’arte poetica, la capacità di comunicare a livello emotivo con linguaggi non ordinari. Il canto sacro riassume l’esperienza poetica di decine di generazioni a partire dal gregoriano fino alle espressioni mu-tuate dalle tante e diverse culture tra le quali il cristianesimo ha portato il Vangelo.A che tipo di proposta avete pensato?Una proposta che in campo musicale si augura di diventare una solida realtà perché il canto co-rale sacro appartiene strettamente anche alla millenaria cultura musicale di Brescia e della sua provincia: antichi e gloriosi percorsi che ben evidenziano un’attitudine alla pratica del canto corale sacro che l’intero territorio bresciano, a tutt’oggi, non ha mai abbandonato. “Qui can-tat, bis orat” è un progetto nel quale il vasto repertorio vocale sacro viene affrontato con cri-teri di approccio storico e didattico: un percorso che, ospitato nell’ideale cornice devozionale e acustica di alcune tra le più belle chiese della provincia, esalta quell’inscindibile connubio tra il momento sonoro e l’architettura del territorio.Come è strutturata la rassegna?In 12 concerti da tenersi in altrettante chiese della provincia di Brescia con sei distinte tipologie di repertorio che spaziano dal canto mariano di Tota Pulchra a quello a cappella della Musica Dei Donum, dall’epoca barocca ai canti di tradizione tra l’Immacolata e il Natale.Tra gli interpreti, alcuni di altissimo livello, il Coro dell’Ente Lirico Arena di Verona diretto da Giovanni Andreoli che il 21 dicembre, nella splendida cornice della chiesa di S. Maria del Car-mine, proporranno la Petite Messe Solennelle di Rossini.Info: www.brixiacamerachorus.it - Tel: 3319253474. (b.l.)

Ctb Teatro Stabile di Brescia

Lonato

Al Sociale per rifletterecon i “Testimoni” di LongoniÈ una commedia tratta da vicende realmente accadute. Due amici, testimoni di un omicidio consumatosi all’interno della malavita organizzata, decidono di denunciare gli assassini e di testimoniare successivamente al processo. I due protagonisti, in pericolo di vita, vivono in un luogo segreto, isolati e protetti in attesa di deporre. Dopo aver compiuto il loro “dovere”, saranno costretti a sparire, cambiare città, nome, lavoro e identità per preservarsi da eventua-li ritorsioni o vendette. È una condizione in cui si trovano decine di persone in Italia, persone che vivono sotto la protezione fornita dallo Stato in una di-mensione nella quale la realtà diventa surreale, in un gioco di distacco dalla propria personalità per impadronirsi di un’identità nuova. Per il regista Ange-lo Longoni, si rappresenta “una commedia paradossale che scivola nel finale in una irrealtà da incubo molto vicina però alla confusione e all’inquietudi-ne con la quale viene percepita quotidianamente da tutti la giustizia reale”.Compagnia Indie Occidentali presenta Giampiero Ingrassia, Cesare Bocci e Giovanni Vettorazzo in “Testimoni”, scritto e diretto da Angelo Longoni. Al Teatro Sociale fino al 5 dicembre. Info: www.ctbteatrostabile.it

Ironia e poesia, insiemeL’assessorato alla Cultura del Comune di Lonato d/G e l’associazione Cit-tà Dolci presentano presso il Teatro Italia di Lonato d/G, in via Antiche Mura 2 “Scarpette strette”, spettacolo teatrale per bambini e famiglie di e con Michele Eynard e Federica Molteni, con la collaborazione arti-stica di Silvia Briozzo. Lo spettacolo, ispirato alla celebre fiaba musica-le di Prokofiev seppure a ruoli rovesciati, si terrà domenica 5 dicembre alle ore 16. L’ingresso è libero.Il fascino della clownerie e il magico gioco del teatro porteranno lo spet-tatore ad assistere a uno spettacolo comico e poetico al tempo stesso, proposto dagli attori con fantasia e ironia, all’insegna del divertimento in famiglia. Info: www.cittadolci.org

Il Brixia Camera Chorus

Giampiero Ingrassia, Giovanni Vettorazzo e Cesare Bocci

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aQuesto interessante libro nasce dal de-siderio di colmare una lacuna esisten-te nel pur vastissimo panorama delle pubblicazioni di carattere mariano, nel quale mancava un’opera riepilo-gativa sui fenomeni di rinnovazione prodigiosa di quadri, affreschi, statue e icone della Madonna. Per quanto possa apparire marginale, il fenome-no possiede, al di là della spettacolari-tà dell’evento in sé, una sua oggettiva straordinarietà e una densità di signi-ficati degni di essere approfonditi, no-nostante il limitato numero conosciuto di tali prodigi. Sono qui recensiti, e in parte documentati fotograficamente, quindici casi di rinnovazione di effigi mariane, un elenco che non ha la pre-tesa di essere esauriente, ma che vuole piuttosto fornire la dimensione quan-titativa di tali fenomeni, la loro dislo-cazione geografica e le loro forme di manifestazione. Marino Gamba negli anni giovanili ha pubblicato due libri su argomenti di carattere sociologico-industriale, dedicandosi più tardi alla mariologia.

Effigi mariane prodigiose

MARINO GAMBAED. SEGNO, TAVAGNACCO (UD) 2010, EURO 20,00

Voce Libri

Le musiche del Natale sono un mon-do dai confini amplissimi, che questa Guida vuole provare a scoprire: rivol-gendosi a tutti, sperando di non di-menticare nulla. Con la sintesi neces-saria alla “guida turistica” di un mon-do, appunto. Che nasce ai tempi del Gregoriano e arriva al Natale di Santa Claus passando per musica classica e gospel, compositori liturgici e canzo-nette. In questa Guida troverete sto-ria, aneddotica, consigli per l’ascolto: da Bing Crosby a Bach, da Mozart a Mahalia Jackson. Ma pure tanti Natali “inattesi”. Come quelli di Edith Piaf, Angelo Branduardi, Otis Redding, Nat King Cole, I Gufi, Sting, Georg Ratzin-ger, Joan Baez, il Coro dell’Antoniano, Concetta Barra, Charles Trenet, Chet Baker, Michael Jackson… Lo sapevate che… “Jingle Bells” non parla di Nata-le? … Händel, Mozart e Schubert so-no autori di “classici” del Natale solo per sbaglio? … la canzone del Pinoc-chio Disney è diventata un classico del Natale in Danimarca e Giappone? … “Amazing grace” l’hanno cantata per-sino nei film di Star Trek?

Le musichedel Natale

ANDREA PEDRINELLIÀNCORA, MILANO 2010,EURO 14,00

Cultura e comunicazione Leggere e conoscere42 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

A

Brescia Editrice Morcelliana

di Anna Tomasoni

I QuaderniTeologici

del Seminario

A presentare l’ultima fatica dei docen-ti dello Studio teologico Paolo VI sono intervenuti mons. Giacomo Canobbio, delegato vescovile per la Pastorale della cultura e docente nel Seminario diocesano e Giovanni Rota, docente di Ecclesiologia nella Facoltà teologica di Milano. Mons. Canobbio ha ricordato che il titolo del 20° “Quaderno”, che de-ve essere inteso come un volume di stu-dio, è legato alla Lettera pastorale del 2009 del vescovo di Brescia, mons. Lu-ciano Monari, sul tema dell’eucaristia.Il volume, composto da 11 saggi, af-fronta da diverse prospettive la rela-zione tra eucaristia e Chiesa: la sua in-terpretazione nell’Antico e nel Nuovo Testamento, com’è stata recepita nella storia del cristianesimo e le questioni teologiche, pastorali e liturgiche. Dal rito pasquale ebraico al contributo svi-luppato dai Padri della Chiesa, dalle riflessioni di epoca moderna sul tema

dell’opportunità di rivivere la comunio-ne durante la celebrazione eucaristica alla storia teologica più recente. Il volu-me può essere anche inteso come uno studio sulla genesi e l’interpretazione di alcuni punti dell’ultima enciclica di Giovanni Paolo II Ecclesia de Eucha-ristia e di alcuni testi di teologia fon-damentale.Un altro aspetto indagato, specialmen-te negli ultimi saggi, riguarda i momen-ti fondativi dell’unità ecclesiastica: la liturgia, i canti di comunione grego-riani, il significato di dono sacramen-tale offerto e accolto nella celebrazio-ne eucaristica. In conclusione, uno sguardo all’eucaristia vista dai filosofi cristiani, in particolare nelle intuizioni di Blondel.Proponendo una riflessione sui temi trattati dal volume, il prof. Rota ha ri-cordato che i termini “chiesa” ed “eu-caristia” sono entità correlate e che la

celebrazione domenicale è il luogo do-ve una comunità si “rigenera”. “L’euca-ristia – ha continuato –, è il sacramento della Pasqua di Cristo, il vertice tra la volontà di Dio e la volontà dell’uomo”. Da ciò si desume che la Chiesa non è costituita solamente dai preti ma anche da tutti i laici cristiani.In sostanza, il lavoro svolto dai docen-ti del Seminario di Brescia può essere riassunto come una riflessione che av-vicina alla complessità di un tema, eu-caristia e Chiesa, solo apparentemente comune. Nel “Quaderno” non è stata però affrontata la questione relativa alla modalità di “strutturare” la Chie-sa partendo dall’eucaristia che, come più volte ricordato, fa la Chiesa se non si esaurisce e si riduce al semplice ri-to; da ciò si desume che i cristiani non devono essere semplici praticanti, ma “parte attiva”. Ma questo, forse, sarà l’argomento per un prossimo studio.

Giacomo CanobbioPresentato dalle Paoline il numero 20

della Collana, sul tema “Eucaristia e Chiesa”

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Brescia Libreria dell’Università cattolica

Un libro su mons. Oscar Romero: “Ho udito il grido del mio popolo”È stato presentato nei giorni scorsi il nuovo libro di Anselmo Palini, “Oscar Rome-ro. ‘Ho udito il grido del mio popolo’”. La prefazione del volume, edito da Ave, è di Maurizio Chierici, editorialista del “Fatto Quotidiano”, già inviato del “Cor-riere della Sera” in America latina, dove conobbe e intervistò mons. Romero.La storia del vescovo Romero è riproposte in maniera efficace nel testo. Meno noti sono due “agganci” bresciani. Il primo è legato al fatto che mons. Romero ha trovato nel magistero di Paolo VI, in particolare nella Evangelii nuntiandi e nella Populorum progressio, dei riferimenti precisi; il Papa bresciano ha inoltre sempre sostenuto l’arcivescovo di San Salvador anche nei momenti più difficili e anche quando il nunzio e quattro dei sei vescovi salvadoregni ne chiedevano le dimissioni e lo accusavano di essere un sovversivo. Il secondo “aggancio” è legato al Diario di mons. Romero, che racconta gli ultimi suoi tre anni di vita. Il Diario, pubblicato in italiano con la prefazione di mons. Luigi Bettazzi e la postfazione di padre David Maria Turoldo, è stato tradotto dallo spagnolo dal sacerdote bresciano don Pierluigi Murgioni, mor-to a soli 51 anni anche per le conseguenze dei cinque anni di carcere duro e di torture che dovette affrontare in Uruguay, dove era missionario ai tempi del-la dittatura militare. Don Murgioni pagò a caro prezzo la fedeltà al Vangelo e al popolo che gli era stato affidato. E questa sua testimonianza lo avvicina ancora di più all’arcivescovo di San Salvador.

Un libro di padre Piersandro Vanzan

Operai nella vigna, testimoniche appartengono alla storiaNel Convegno ecclesiale di Verona (2006) sono stati proposti dalla Cei 17 laici come “testimoni del ‘900”, non tutti saliti alla gloria degli altari. Davvero non si è efficaci nella storia solo quando si è biologicamente vivi. Credo che sia questa la convinzio-ne che ha indotto l’amico p. Piersandro Vanzan S.J. a dedicarsi, al termine del suo insegnamento universitario e dopo un lungo lavoro di carattere teologico, a stu-diare le biografie di alcuni personaggi del recente passato. Questa volta, col libro che presento (“Operai nella vigna. Preti e vescovi santi”, edizioni Pro Sanctitate), ha voluto meditare su 22 figure di sacerdoti e vescovi. Qualche nome? Alcuni sono personaggi di prima grandezza, come Antonio Rosmini, Luigi Sturzo, Primo Maz-zolari, Lorenzo Milani. Appartengono alla storia della filosofia, della pedagogia, della politica, della teologia, e non solo alla storia della Chiesa. Qualcuno li conosce come bastian contrari, che sono stati maltrattatati dalla Chiesa e dallo Stato, che “non hanno seminato che conflitti” come diceva don Milani in una delle sue lette-re. Eppure hanno lavorato tutti per la verità, per la libertà, per la giustizia, con la nostalgia dell’unità e con l’animo ricco di spirito evangelico. I profili che li riguarda-no sono tracciati con delicatezza e con coraggio, ma anche con dovizia di citazioni succose, da quel fine scrittore che è Vanzan. Il personaggio che più mi ha impressionato, in questa galleria, forse perché lo co-noscevo meno, è Luigi Orione. Figlio di un selciatore di strade anticlericale, sbucò nei campi della diocesi di Tortona come un albero rigoglioso, che predicando, con-fessando, organizzando, sperimentando in concreto l’aiuto divino, diede vita non solo a rami di amici e di istituzioni, ma addi-rittura a boschi, in Italia e all’estero. Arma-to della Rerum novarum diede inizialmente vita a un oratorio, che presto fu chiuso co-me “covo di sediziosi”. Come le potature a volte danno più vita alla pianta, così a don Orione vennero nuove idee, energie e inizia-tive. Fu delegato del Papa a Messina come vicario generale della diocesi, dopo il terre-moto del 1908; e fu una specie di capo della protezione civile nella Marsica, in Abruzzo, dopo il terremoto del 1915. Ritenendosi un “facchino della Divina Provvidenza”, mo-rì a 68 anni, nel 1940, dopo aver fondato un centinaio di opere e viaggiato, con abiti sdruciti e quasi sempre in bolletta, in Brasile, Argentina, Urugay, Cile, Stati Uniti, Regno Unito, Rodi, Polonia, Albania e Palestina. Do-po questo incontro stupefacente, possiamo continuare la visita della galleria degli altri 21 santi, con la guida colta e convincente di p. Vanzan. (Luciano Corradini)

ELENA BUIA RUTTÀNCORA, MILANO 2010,EURO 12,50

Flannery O’Connor è una delle voci più originali della letteratura americana del Novecento. La sua ristretta produzione letteraria (due romanzi, alcune raccolte di racconti e saggi) è caratterizzata da uno stile chiaro e realistico, che dà vita a vicende per lo più grottesche e violente, in un brulicare di simboli e rimandi. Per-sonaggi strampalati si rivelano cercato-ri di assoluto; anime chiuse in se stesse, fino a quando un fatto imprevisto non sopravviene a scardinarne convinzioni e chiusure. L’apertura raggiunta costa loro lacrime e sangue, ma è questa l’unica via possibile per raggiungere una prossimità con il mistero. Un mistero che è il rico-noscimento intuitivo di un Dio che salva l’uomo, sanando la sua incompiutezza e fragilità. Questo libro è una ricognizione sui temi principali di una narrativa che ri-chiede al lettore un coinvolgimento radi-cale e una netta presa di posizione. Flan-nery O’Connor non lascia scampo; la sua scrittura è una sfida che rilancia sempre il “prendere o lasciare”.

“Quale eroe si accollerebbe sette bam-bini? E comunque non sono sicura di volere qualcuno. Pace all’anima sua, ma da quando Rosso è morto, la mia vi-ta è cambiata in meglio, altroché!”. C’è tutta Agnes Browne in queste poche righe, o meglio una “nuova” Agnes Browne perché da quando il marito l’ha lasciata, lei, determinata proleta-ria della Dublino anni ’70, è come rina-ta. La ritroviamo così a muoversi per le vie del turbolento quartiere popolare tra le svariate vicissitudini dei figli e la variegata umanità che incontra alla bancarella di frutta e verdura che ge-stisce, tra un’avventura con la simpati-ca “Kaiser” Marion e una sosta all’im-mancabile pub per una pinta di scura e un bicchiere di sidro. Piccole gioie e grandi sfide accompagnano questa “eroina della porta accanto” che non si lascia abbattere dai colpi bassi del-la sorte ma avanza nel suo percorso con verve e schiettezza. “Continua a sognare, Agnes Browne! Per il bene di tutti, continua a sognare!”. (a cura della Libreria Ferrata)

Agnes Browne mamma

BRENDAN O’CARROLLNERI POZZA EDITORE, VICENZA 2010,EURO 14,50

FlanneryO’Connor...

LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

La tomba di Oscar Romero e la copertina del libro

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44 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione

SAB DOM

Discovery Channel, h. 23.00INGEGNERIA ESTREMACanale Sky 401. Una serie di interessanti documentari di nuova concezione che ci illu-strano le invenzioni più im-pensabili studiate per miglio-rare i traffici commerciali e la vita delle persone. Dai gigan-teschi ponti mobili sul mare alle piattaforme costruite per spostare le navi petroliere…

Tv2000, h. 21.30EFFETTO NOTTE – IL CINEMA CHE (CI) PARLAOttima rubrica settimanale dedicata al mondo del cine-ma, ai suoi personaggi e al-le sue novità. Fabio Falzone ospita in studio esperti del settore, attori e registi per analizzare le nuove promes-se del cinema italiano e inter-nazionale.

Televisione La sfida per vincere l’audience

Share, pubblicità e soldi... ma la

sostanza dov’è?

Adi Alberto Averoldi

“Access prime time”, ovvero la fascia oraria te-levisiva che in Italia copre la programmazione dalle 20.30 alle 21.10: i telegiornali nazionali principali sono terminati, nelle case si aspetta l’inizio della prima serata, il “Prime time” per l’appunto. Questo momento di attesa per chi sta in poltrona davanti allo schermo, equivale a un campo di battaglia per i produttori televisivi che, in questi minuti fondamentali, si conten-dono l’attenzione di milioni di spettatori e, di conseguenza, la vendita degli spazi pubblicitari.Per Rai Uno è l’orario del quiz nazionale che si basa su presentatori carismatici e su vinci-te da capogiro. In casa Mediaset si sfrutta da ormai vent’anni “Striscia la notizia”, la satira-non-satira che fin dalle sue prime puntate ha contagiato e influenzato milioni di italiani. Ec-co quindi schierati i due eserciti principali. Si tratta di giocarsi quasi 20 milioni di spettatori e le strategie sono sempre nuove.L’ultima idea in fatto di caccia agli ascolti par-te da Italia Uno e si chiama “Trasformat”, l’en-nesimo quizzone ideato e condotto da Enrico Papi, da ormai dieci anni il volto preserale del canale “teen” di Mediaset. Il programma è par-tito da un mese e continua a totalizzare buoni ascolti, il doppio rispetto alla media estiva del canale in quella fascia d’orario. Papi è riuscito a catturare una buona fetta del pubblico gio-vanile. Le caratteristiche della trasmissione infatti indicano proprio i giovani come obiet-tivo primario: il pubblico in studio, da sempre la proiezione di quello a casa, è composto da ragazzi e ragazze poco più che maggiorenni; i partecipanti non superano i trent’anni e fra di loro c’è sempre una bellezza selezionata solo per le sue misure.L’idea del programma è tanto semplice quanto banale: i volti di alcuni vip sono stati deforma-ti o camuffati con la computer grafica, bisogna indovinare di chi si tratta. Un trucco vecchio come la televisione che forse i più giovani non ricordano perché messo da parte negli ultimi anni. Questo spiegherebbe il successo inatte-so. Sembra il ritorno dei quiz degli anni ’90, che si potevano seguire anche senza ascoltare l’audio. Infatti oltre ai misteriosi volti da sma-scherare non c’è altro: le due vallette di Papi sono l’attrice comica Katia Follesa (che di co-

mico ha ben poco, a giudicare dall’attenzione con cui legge i dialoghi al gobbo elettronico) e la solita Raffaella Fico, completamente epurata dell’esplicita sensualità che esibiva nel recente quiz “Prendere o lasciare”: ovviamente non si tratta di uno scrupolo di coscienza degli autori del programma, anzi, con questa “censura” si vuole strizzare l’occhio al pubblico femminile, lasciando più spazio alla controparte Katia Fol-lesa, amata dalle donne sicuramente più per la sua ironia che per l’aspetto fisico. La Fico infat-ti ha un ruolo marginale e si limita a mostrare i premi per il vincitore, in perfetto stile “Ok il prezzo è giusto”.Il gioco finisce qui, proprio dove inizia il truc-co: uno show basato esclusivamente sulla ca-pacità di ricordare bene la faccia delle perso-ne famose. Quanto conosciamo i nostri idoli? Sappiamo almeno qualche decina di nomi ce-lebri da snocciolare a casaccio se non abbiamo trovato la soluzione? “Trasformat” sembra un quiz fatto più per chi sta davanti allo schermo che per chi gioca in studio: un facile esercizio mnemonico per non perdere l’abitudine di fa-re entrare in casa, sul tappeto rosso, i celebri sconosciuti della nostra vita.

Rai Due, h. 7.00CARTOON FLAKESLa giornata di Rai Due inizia con divertenti cartoni animati per i più piccoli.

Rai Due, h. 7 35ART ATTACKDedicato ai più piccoli ma anche ai grandi che voglio-no esprimere la loro fantasia. Giovanni Muciaccia ci insegna come sfruttare materiale di scarto casalingo per realizza-re utili giochi e per divertirsi con poco.

Tv2000, h. 10.25RETROSCENA –I SEGRETI DEL TEATRODigitale Terrestre. Approfon-dimento culturale condotto da Michele Sciancalepore. Attraverso reportage interes-santi e molto curati Sciancale-pore viaggia attraverso l’Italia alla ricerca delle novità nel te-atro italiano.

Rai Tre, h. 12.55OKKUPATIFederica Gentile presenta un programma dedicato a chi cerca lavoro. Racconta di esperienze virtuose di coope-rative e aziende italiane, for-nisce spunti su come e dove cercare un’occupazione.

Rai Tre, h. 23.35PALCO E RETROPALCORubrica settimanale dedicata al teatro italiano. Dai palchi più famosi d’Italia i reporta-ge che ci fanno conoscere in anteprima gli spettacoli in preparazione per la stagione.

Canale Cinque, h. 8.50LE FRONTIERE DELLO SPIRITOSettimanale dedicato all’at-tualità del Cattolicesimo in Italia e nel mondo. Il card. Gianfranco Ravasi ci parlerà delle letture della domenica.

Rete Quattro, h. 12.00MELAVERDERubrica settimanale dedicata alla religione cattolica in Ita-lia. Rosario Carello intervista ospiti dal mondo ecclesiale e laico e propone interessanti servizi sulla vita della Chiesa nel mondo.

Rai Tre, h. 13. 25PASSEPARTOUTAppuntamento con la cultu-ra. In questa puntata Philippe Daverio, esperto d’arte, ana-lizza il tema del rapporto fra la scienza e le arti nella storia e nell’epoca contemporanea.

Comedy Central, h. 18.00PALCO, DOPPIO PALCOE CONTROPALCOTTODal teatro Bonci di Cesena le registrazioni di divertenti spettacoli messi in scena dai migliori attori comici del mo-mento.

Fox Retrò, h. 21.00A-TEAMCanale Sky 121. uno dei più famosi telefilm degli anni ’80, creato da Frank Lupo. Una squadra di ex militari ricercati dal Governo vuole dimostrare il proprio onore mettendosi al servizio dei più deboli.

Enrico Papi

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Telecomando 45LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

LUN MAR MER GIOV VEN

Rai Tre, h. 21.05LUCARELLI RACCONTATorna in prima serata una se-rie inedita di cinque puntate curate e presentate dal gior-nalista-scrittore Carlo Lucarelli che, attraverso documentari e ricostruzioni storiche, analiz-zerà i casi italiani mai risolti alla ricerca di una verità. Sono ormai 12 anni che Lucarelli si occupa in tv di misteri politici e giudiziari. Da vedere.

Rai Due, h. 21.05IN GOOD COMPANYCommedia americana del 2004 con Dennis Quaid e Scarlett Johansson. Dan Foreman è un dirigente di mezza età alle redini di una grossa azienda. Una ristrutturazione del per-sonale lo mette nelle condi-zioni di dover rendere conto ad un ragazzo di 26 anni, che per di più inizia a frequentare sua figlia… ironia e situazioni comiche.

Canale Cinque, h. 21.10AUGUST RUSH –LA MUSICA NEL CUOREEfficace commedia di musi-ca e sentimenti che racconta l’incredibile avventura di un ragazzino dotato di un eccel-lente orecchio musicale, scap-pato dall’orfanatrofio alla ri-cerca dei suoi genitori. August arriverà a New York e si farà notare subito per le sue ecce-zionali doti musicali. La ricer-ca dei genitori produrrà con-seguenze inaspettate…

Rai Tre, h. 21.05IL NEGOZIATOREThriller ad alta tensione con Samuel L. Jackson e Kevin Spa-cey. Un poliziotto di Chicago è incastrato dall’alto in un com-plotto. Per dimostrare la sua innocenza sequestra il capo degli Affari interni, barrican-dosi negli uffici del Distret-to e chiedendo che a tratta-re la loro liberazione sia un collega esperto nel negoziare ostaggi…

Rete Quattro, h. 23.30THE VANISHING - SCOMPARSAIntenso thriller del 1993 con Sandra Bullock, Kiefer Suther-land e Jeff Bridges. Diane scom-pare misteriosamente in una stazione di servizio durante un viaggio con il fidanzato Jeff. La ragazza sembra essere svanita nel nulla, ma Jeff non si rasse-gna e continuerà a cercarla per anni fino a quando…

Rai Tre, h. 8.00LA STORIA SIAMO NOIGiovanni Minoli cura e presen-ta una serie di documentari storici che raccontano i fat-ti più significativi che hanno cambiato la storia del secolo appena trascorso.

Rai Tre, h. 12.45LE STORIE – DIARIO ITALIANOCultura, storia e attualità. Il giornalista Corrado Augias ospita il matematico Piergior-gio Odifreddi per parlare delle origini della geometria.

Rai Due, h. 13.00TG2 MEDICINA 33Un appuntamento giornaliero con l’informazione sulla salu-te e sulle ultime scoperte in campo medico e scientifico, aggiornamenti e consigli per la prevenzione.

La 7, h. 13.55SOLO QUANDO RIDOCommedia inglese del 1968, con David Hemmings. Un trio di allegri avventurieri imbro-glioni cerca di beffare alcu-ni diplomatici africani con la vendita di rottami di metal-lo al posto di cassette di mu-nizioni…

Rai Uno, h. 21.30CENERENTOLAIl celebre cartone animato della Disney che dopo 60 an-ni torna sugli schermi rimaste-rizzato e restaurato, con colori e dinamiche più accattivanti.

Rete Quattro, h. 8.50HUNTERInseguimenti in macchina e sparatorie sono il pane quoti-diano di Rick Hunter, detecti-ve della squadra omicidi di Los Angeles. Avventura, tensione, ma anche ironia.

Rai Tre, h. 11.00APPRESCINDEREMichele Mirabella presenta una rubrica che con leggerez-za si occupa dei piccoli gran-di problemi dell’Italia e degli italiani.

La7, h. 13.55IL FARO IN CAPO AL MONDOFilm d’avventura del 1971 con Yul Brynner e Kirk Douglas, tratto da un romanzo di Jules Verne. Il guardiano del faro di un’isola deserta sfugge all’ag-guato di una banda di pirati ma, restando nascosto tra le rocce e la vegetazione, spia i loro movimenti e intralcia i loro piani.

La 7, h. 20.30OTTO E MEZZOSpazio quotidiano all’appro-fondimento giornalistico con Lilli Gruber e i suoi ospiti d’ec-cezione: scrittori, giornalisti, politici.

Rai Storia, h. 21.00DIXIT D’AUTOREDocumentari storici. Il tito-lo della puntata è “Alfabeto italiano”: il resoconto dei fat-ti avvenuti nella notte fra il 7 e l’8 novembre 1970, data in cui l’Italia sfiorò un colpo di Stato, soprannominato poi il “Golpe Borghese”.

Rai Tre, h. 9.15TGR MONTAGNEUn settimanale dedicato alla realtà delle montagne italia-ne. Servizi e reportage sulle più belle zone d’Italia, inter-viste a personaggi che vivo-no la montagna e vogliono valorizzare questo territorio.

Rai Due, h. 9.45CULT BOOKUn settimanale dedicato al-la cultura letteraria italiana e internazionale: le novità e i grandi classici con il com-mento di esperti e addetti ai lavori.

La 7, h. 13.55RIO CONCHOSFilm western diretto nel 1964 da Gordon Douglas. Finita la guerra civile, un colonnello sudista consegna duemila fu-cili rubati a una tribù di Apa-ches, incitandoli alla rivolta contro l’esercito nordista…

Tv2000, h. 21.45IL GRANDE TALKIl giornalista Alessandro Zac-curi presenta un ottimo ap-puntamento settimanale per studiare il mondo della tele-visione e capire i suoi segreti e i suoi metodi comunicativi. In studio studenti universitari e addetti ai lavori commenta-no l’attualità televisiva.

La 7, h. 7.00OMNIBUSIniziare la giornata con l’in-formazione: dopo la rassegna stampa quotidiana i giornalisti della redazione del telegiorna-le conducono un’interessante arena politica dedicata ai pro-blemi dell’attualità italiana.

Rai Tre, h. 7.30TG3 BUONGIORNO REGIONE Una rubrica che racconta le re-altà locali della nostra regione, dalle notizie più significative alle previsioni del tempo sul nostro territorio.

Rai Tre, h. 14.30TGR LEONARDOUn telegiornale dedicato alla scienza e alle tecnologie appli-cate. Una breve striscia quoti-diana che aggiorna sulle ulti-me scoperte e sull’andamento della ricerca.

Rete Quattro, h. 20.30WALKER TEXAS RANGERTelefilm americano degli anni ’90 con Chuck Norris nei panni di un ranger a caccia di crimina-li. Il titolo della puntata di og-gi: “Assassinio nel fast-food”.

Mtv, h. 21.00PEARL JAM LIVEAtmosfere suggestive e musica di qualità per la storica band di Seattle capitanata dal can-tante Eddie Vedder. Il concer-to è stato registrato ad Austin, in Texas.

Rai Uno, h. 6.10QUARK ATLANTE –IMMAGINI DAL PIANETABrevi documentari naturalisti-ci che raccontano la vita e le abitudini di animali esotici. La puntata di oggi è dedicata agli ippopotami della Zambia meri-dionale e alla loro lotta contro la siccità incalzante.

Rai Uno, h. 11.05OCCHIO ALLA SPESAAlessandro Di Pietro presenta un appuntamento quotidia-no con una rubrica dedicata al consumatore e ai prodotti che troviamo al supermercato: og-gi sotto osservazione ci sono mandarini e clementine.

Rete Quattro, h. 16.15FORZA 10 DA NAVARONEFilm di guerra del 1978, con Robert Shaw e Harrison Ford. 1943, nella Jugoslavia occupata un pugno di soldati anglosas-soni in missione speciale deve sferrare un grave colpo alla Wehrmacht di Hitler con l’aiu-to dei partigiani...

Rete Quattro, h. 21.10IL RAGAZZO DI CAMPAGNASemplice e ironica la comicità di Renato Pozzetto, in uno dei suoi più famosi film, diretto da Castellano e Pipolo nel 1984...

Italia Uno, h. 21.10EL DORADO –LA CITTÀ PERDUTAFilm-tv d’avventura del 2010. Un archeologo viene in pos-sesso di una mappa che svela la posizione della magica città di El Dorado. Inizia la sua av-ventura, ma non è il solo a vo-ler mettere le mani sui tesori della città…

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46 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Radio e Media

ProgrammazioneTra le tante uscite natalizie che incro-ceremo nei prossimi giorni ne presen-tiamo una in chiave bresciana, con al-cune partecipazioni “estere”. Ci riferia-mo al secondo volume del cd “Natale nelle Pievi”, che si inserisce nel per-corso della rassegna teatrale che ani-ma il Natale bresciano ormai da alcuni anni. Il dinamico e geniale Pietro Arri-goni, nonostante le difficoltà di bilan-cio abbiano imposto scelte drastiche e dolorose, non ha voluto rinunciare all’idea di continuare la serie, inaugu-rata lo scorso anno, del cd natalizio. E ha fatto bene, perché questo secon-do capitolo rappresenta uno scatto in avanti del progetto, sia perché le can-zoni paiono nel complesso elevarsi di qualità, sia perché al disco, anche quest’anno benefico (a favore dell’As-sociazione “Un sorriso di speranza”), hanno aderito alcuni autori provenien-ti da altre provincie. A loro, quindi, la priorità. Iniziamo da Massimo Bubo-la, noto cantautore italiano, dotato di una lirica raffinata e di capacità mu-sicali notevoli. Il cantastorie propone in questo cd l’inedito “La carovana dei re magi “, ballad della tradizione vero-nese, splendidamente arrangiato da Enrico Mantovani, che rende merito alla classe di Bubola, ben coadiuvato dalla moglie Erika Ardemagni ai cori. Secondo “straniero” è Massimiliano La Rocca, fiorentino piuttosto noto nell’ ambiente rock italiano, che rega-la energia e carica con la sua “Natale

Tdi Ricky Barone

Musica La presentazione nell’Auditorium San Barnaba

Natale nelle Pievi: II atto

Non è una novità scoprire che i Nomadi fanno tappa a Bre-scia. Sono ospiti abituali della terra bresciana ma, nono-stante questo, sempre in molti accorrono ai loro concerti.C’è però in tutto questo una novità: il gruppo, uno degli sto-rici della canzone italiana, si propone in un tour che tocca i teatri e che proprio per questo si offre a sperimentazioni nuove e riproposizioni vecchie. L’appuntamento bresciano è venerdì 3 dicembre al PalaBrescia alle 21. Il tour nei teatri italiani, che continuerà fino alla fine del 2010, toccherà anche Bergamo, Bologna, Imola, Sanremo e altre località italiane, per ancora 11 tappe.L’idea di una serie di concerti fatti all’interno dei teatri è nata dopo l’esperienza fatta con l’Omnia Symphony Orche-stra guidata dal maestro Bruno Santori che li aveva visti im-pegnati il 6 e il 7 aprile 2007 al PalaBrescia in un concerto, dove hanno anche registrato due cd live. Ritorno a teatro,

questa volta senza orchestra per una serata che si prean-nuncia come un viaggio attraverso le tappe più importanti del repertorio dei Nomadi, da “Io vagabondo” a “Il vecchio e il bambino” fino agli ultimi successi contenuti nell’album del 2009 “Allo specchio”. Durante la serata verranno anche proposti brani non dei Nomadi ma contenuti nell’ultimo la-voro pubblicato a ottobre “RaccontiRaccolti” in cui in “sti-le nomadi” sono stati rifatti alcuni brani di cantanti famo-si come “Hey man” di Zucchero o “L’isola che non c’è” di Bennato o “Autogril” di Guccini. Uno spettacolo che colpi-sce chi dei Nomadi è fan da anni ma anche chi per la prima volta si trova a cantare le hit che hanno fatto la storia. Uno spettacolo coinvolgente che metterà in luce le sonorità ti-piche del gruppo, riarrangiate e riviste ma sempre Nomadi.Prezzi dei biglietti nella serata 22 euro nel settore non nu-merato e 30 euro nel settore numerato (m.t.)

PalaBrescia Venerdì 3 dicembre promosso da Cipiesse

Le sonorità dei Nomadi nei teatri

in città”. Molto bella anche “Aspet-tando Natale” del lombardo di Cantù Andrea Parodi, delicata e riflessiva canzone anche in questo caso inedita. Da lontano, Genova per la precisione, proviene Ila, che offre un saggio della propria classe con “Cala la pace”. Die-tro di loro un manipolo di cantautori e band bresciane. Simpatico ma an-che di contenuto è Piergiorgio Cinel-li, con la sua “Asen se ma stüpid no”, che diverte e fa pensare. Bellissima è “La scatola del Nedal” dei Malghesetti, frizzante folk band in salsa bresciana. Splendido il brano di apertura “Auld lang syne” una cover magistralmente eseguita dal Marco Giubileo Projekt

Group. Di taglio pop, elegante e inten-sa, è “Rinascerà” cantata da Giorgio Guizzi. Invernale, molto d’atmosfera e particolarmente interessante musi-calmente è “Il profumo della neve” di Daniele Gozzetti, autore bresciano tra i più noti. Di alto livello la cover di “Is your love in vain?” di Bob Dylan, ese-guita e cantata da Enrico Mantovani, chitarrista di Orzinuovi. Bella anche “Il gabbiano” della Selvaggi band, cal-da e potente. Piace pure “Campo ba-se chiama terra” di Andrea Romano, cantautore e produttore bresciano, mentre come sempre vivace e religio-so è Roberto Guarneri con la sua “Se c’è da andare noi si va”. Un progetto coraggioso, innovativo e tradizionale, che sarà presentato dal vivo il 7 dicem-bre alle ore 21 all’Auditorium San Bar-naba di Brescia con ingresso libero. Presentatori saranno i “Belli dentro”, Fabrizio Gorni e Andrea Zaniboni, di Radio Voce.

LA SANTA MESSA IN TVLa S. Messa prefestiva che Teletutto, Telenord e Super TV trasmettono alle ore 18.30 del saba-to, è ripresa dalla parrocchia di S. Maria Assun-ta in Gussago.

LA BUONA NOVELLANelle domeniche d’Avvento il commento al Van-gelo è di mons. Luciano Monari. Da questa setti-mana ospitiamo la rubrica “Arte per lo spirito” a cura di Carmela Perrucchetti. Ecclesia di dicem-bre è in collaborazione con l’Ufficio Famiglia. Il programma, prodotto da VoceMedia e curato da Betty Cattaneo, va in onda anche su Radio Vo-ce Camuna la domenica alle 8; Ecz la domenica alle 15; Radio Claronda la domenica alle 16 (1ª parte) e il lunedì alle 17 (2ª parte); Radio Basilica Verolanuova la domenica alle 10.30 (1ª parte) e alle 13.30 (2ª parte); Radio Ponte Manerbio la domenica alle 12.30; Radio Raphaël la domenica alle 9 (1ª parte) e alle 13 (2ª parte).

VOCE MATTINA Il contenitore condotto da Marco Vignoletti si arricchisce di nuovi appuntamenti. Ogni lunedì alle 11.15 “Voce ai bresciani”: sondaggi per le vie della città sui temi del momento con Elisa Bassini. Tra le altre rubriche, “A tu per tu” con la psicologa Anna Grasso Rossetti, “I mille volti di Brescia” con Giacomo Danesi, lo spazio dedi-cato al cinema e collegamenti in “presa diretta” per raccontare ciò che accade in città e provincia.

LA BUONA NOTIZIAGli argomenti trattati: la Messa del Vescovo per gli universitari in Duomo Vecchio; il nuovo nu-mero dei “Quaderni Teologici del Seminario di Brescia”; l’inaugurazione dell’oratorio di Mu-ratello di Nave; la mostra a Botticino sulla visi-ta del Papa e la presentazione del dvd sulle tre chiese parrocchiali. La rubrica “4 parole” è con don Claudio Zanardini. La Buona Notizia va in onda: la domenica alle 13 su Teletutto e alle 20 su Telenord; su Super TV la domenica e il mar-tedì alle 20; su Più Valli TV la domenica alle 8; su Teleboario la domenica alle 8.15 e alle 10.

BELLI DENTROÈ tornato a grande richiesta il programma pre-serale condotto da Carlo Zaniboni e Fabrizio Gorni. Quasi due ore di diretta, dal lunedì al venerdì alle 17.10. Tra canzoni, giochi ospiti in diretta e sondaggi, il modo più piacevole di fi-nire la giornata lavorativa.

VOCE SPORTLa trasmissione “100%Brescia”, dedicata alle Rondinelle, con interviste e approfondimenti, va in onda dal lunedì al venerdì alle 14. Tutte le domeniche “Diretta sport” con collegamenti dai campi di calcio di Lega Pro (Lumezzane, Salò, Montichiari, Rodengo) e del Brescia di serie A.

Uno degli artisti, Roberto Guarneri

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SABATO

47LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

DOMENICA DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ

Via Callegari, 6 - BresciaTel. 030 3774592 - 3383636104

Fax 030 3757897e-mail: [email protected]

Vocegiornale notiziario radiofonico principaledal lunedì al sabato alle 8.30 - 12.30 - 18.30 - 22.30.VoceFlash notizie in breve dal lunedì al sabatoalle 11 - 14 - 16 - 20 - 23.45.Rassegna stampa quotidiana appuntamentocon le prime pagine dei quotidiani dal lunedì al sabato alle 9.30.Almanacco previsioni del tempo.Pensiero religioso. ecc. dal lunedì al sabato alle 8.Stremadès storia e varia cultura locale venerdìalle 17 e domenica alle 11.Terza pagina attualità culturale. Mercoledì alle 17.Una proposta musicale al giorno programma musicaledal lunedì al sabato alle 13.Titoli di coda striscia musicale con voci differenti ogni volta. Tutti i giorni dalle 20 alle 22.E poi ancora Mercatino (10.20 - 12.20 - 18.20); Corsi & Concorsi (7.30 - 12.45 - 18.45); Vivilavalle (9 - 12 - 18); ecc.

Radio VoceCamuna

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www.vocecamuna.it

Le nostre frequenze

Città e Provincia 88.300Franciacorta 88.500

Lago d’Iseo 88.400 - 93.500Alta Valle Camonica 88.050

Lago di Garda 88.200Bassa Valle Sabbia 88.400 - 88.25

Bassa Valle Camonica 88.200Media Valle Camonica 88.300

Alta Valle Sabbia 88.500Valle Trompia 88.500

Dal lunedì al venerdìGR Nazionali dalle 7 alle 18

Gr Radio Vaticana ore 8 e ore 19.30GR Locali 10.30 11.30 12.30 13.30 15.30

Radio ECZVia XV giugno, 4

25014 Castenedolo (Bs)Tel. 0302731444 Fax 0302130911

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Visita il nostro sito oppure telefona ai nostri numeri per individuare, tra le oltre 60 frequenze di ECZ, quella

che corrisponde alla tua parrocchia

S. Messe: Dal lunedì al venerdì 9.03 - 19.03;sabato 19.00; domenica 9.00 - 10.30 - 18.00

Se preferisci ascolta quelle messe in onda dalla tua parrocchia sulle nostre frequenze

Informazione locale

ECZ GIORNALE: Dal lunedì al venerdì alle 12.30 - 13.30 - 19.40. BLOCK NOTES: Gli appuntamenti di città e provinciaDal lunedì al venerdì: Mattino 10.03 - 11.03 - 12.03.Pomeriggio: 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30. Il sabato alle 12.30 - 13.30 - 14.30 - 15.30 - 16.30 - 17.30 - 18.30.COSA C’È DA VEDERE: Le iniziative teatrali, cinematografiche e musicali di città e provinciaDal lunedì al venerdì alle 12.37 - 13.37 - 19.47

Rubriche

Popoli tra sogni e speranze Lunedì 10.09Oggi parliamo di… Lunedì 11.30Fuori Gioco! Lunedì 18.00Letture Martedì 10.09Sul filo della memoria Martedì 10.40

Bienvenida America latina Martedì 20.05Informazione liturgico-pastorale Mercoledì 10.09Voce alle Acli (ultimo del mese) Mercoledì 11.09Giovedì insieme Giovedì 10.09Insieme… all’Opera! Venerdì 10.09Con le ruote... sotto i piedi! Venerdì 11.09Cucina e tradizione Venerdì 12.15Amico liscio Sabato 9.03La buona novella Domenica 15.00

6.00 Ecclesia6.30 S. Messa6.55 Pane per il viaggio - pensie-ri di saggezza e di fede di H. Nou-wen - con don Adriano Bianchi7.15 L’apertura con Mario Ricci7.25 Rassegna stampa nazio-nale7.55 Pane per il viaggio (replica)8.15 L’apertura (2ª parte)9.15 Primo piano a cura di Mario Leombruno10.10 Voce mattina con Marco Vignoletti10.15 L’agenda: appuntamenti e spettacoli10.50 Il mercatino 12.15 Cinema mon amour Voce trailer12.50 L’informalavoro14.05 100% Brescia15.00 Pomeriggio inBlu17.10 Belli dentro18.50 Pane per il viaggio (re-plica)18.55 Zona relax19.30 Gr Radio Vaticana- Zona relax21.00 La musica della sera- lun: La reserva de Pedro- mar: Alta rotazione con Alessan-dro Gardenato- mer: Brescia music play con Ri-cky Barone- gio: Voce live - ven: Soul power con Aldo Rizzo- sab: Disco Story22.00 Effetto notte

6.00 Ecclesia7.00 Gr7.05 Pane per il viaggio - pensie-ri di saggezza e di fede di H. Nou-wen - con don Adriano Bianchi7.15 Il nuovo numero del set-timanale La Voce del Popolo 7.35 Rassegna stampa da inBlu8.00 Gr Radio Vaticana9.00 Gr- Voce mattina con Tony Marano (prima parte)11.00 Gr- Voce mattina (seconda parte)12.00 Gr Radio Vaticana13.00 Gr- Radio Voce greatest hits18.00 Gr18.50 Pane per il viaggio (re-plica)18.55 Zona relax19.30 Gr Radio Vaticana19.50 Zona relax20.30 Diretta sport Milan BresciaAnticipo 15ª giornata di anda-ta serie A

7.00 Mattina italiana - Il risveglio tutto da cantare...9.00 La Buona Novella a cura di Betty Cattaneo - 1ª parte- Commento al Vangelo di mons. Luciano Monari - Sette giorni in diocesi con An-gelo Onger- Ritratti di sacerdoti bresciani a cura di don Franco Frassine - Primo Piano10.00 S. Messa dalla Cattedrale11.00 La Buona Novella 2ª parte - Ecclesia in collaborazione con l’Ufficio pastorale della famiglia- Arte per lo spirito con Carmela Perrucchetti- Vite dei santi in breve a cura di padre Antonio Sicari- L’agenda della settimana12.00 Recita dell’Angelus14.00 Gr Radio Vaticana14.35 Diretta Sport19.30 Gr Radio Vaticana

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“Rapunzel” Il nuovo film d’animazione della Disney

Una chioma incantata

alla scoperta del mondo

48 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Cultura e comunicazione Sala della comunità

PROGRAMMAZIONE

Cani e gatti – La vendetta ...di Brad Peyton

Sala della comunitàSAN DOMENICO SAVIO – SERLE: sabato 4 dicembre ore 20.30; do-menica 5 dicembre ore 15.30

Cani e gatti – La vendetta ...

L’affascinante ladro Flynn Rider in una scena del film “Rapunzel”

Saltdi Phillip Noyce

Sale della comunitàEDEN – ESINE: venerdì 3 dicembre ore 20.30; martedì 7 dicembre ore 20.30; mercoledì 8 dicembre ore 20.30; SAN GIOVANNI BOSCO – EDO-LO: venerdì 3 dicembre ore 20.45, sabato 4 dicembre ore 20.45, dome-nica 5 dicembre ore 20.45, martedì 7 dicembre ore 20.45; ASTRA – LU-MEZZANE SANT’APOLLONIO: sabato 4 dicembre ore 20.30, domenica 5 dicembre ore 14.30, 17.30, 20.30

Approfondimenti psicologici e anche patologici senza togliere nulla al divertimento e alla varietà

Il regno di Ga’ Hoole – La leggenda dei guardianidi Zack Snyder

Sale della comunitàSAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: sabato 4 dicembre ore 21.00; domenica 5 dicembre ore 15.00, 17.30; EDEN – ESINE: sabato 4 dicembre ore 20.30, domenica 5 dicembre ore 15.00, 20.30; mercoledì 8 dicembre ore 20.30; IL GABBIANO – GHEDI: domenica 5 dicembre ore 16.00; SALA DELLA COMUNITÀ – MARONE: sabato 4 dicembre ore 20.45; domenica 5 dicembre ore 16.00, 20.45; GLORIA – MONTICHIARI: sabato 4 dicembre ore 21.00; domenica 5 dicembre ore 15.00, 21.00; mercoledì 8 dicembre ore 15.00; AURORA – PALAZZOLO: sabato 4 dicembre ore 21.00; domenica 5 dicembre ore 16.00, 20.30; DON BOSCO – PONTOGLIO: domenica 5 dicembre ore 16.15; PAOLO VI – PREVALLE: sabato 4 dicembre ore 20.30; domenica 5 dicembre ore 15.30; PAX – PROVAGLIO D’ISEO: sabato 4 dicembre ore 20.45; domenica 5 dicembre ore 16.00; CORALLO – VILLANUOVA: domenica 5 dicembre ore 14.30

Adèle e l’enigma del faraonedi Luc Besson

Sala della comunitàSEBINO – SALE MARASINO: sabato 4 dicembre ore 20.45; domenica 5 dicembre ore 16.00, 20.45

Adèle e l’enigma del faraone

In un mondo fantastico non ben precisato (che per quanto ne sap-piamo potrebbe anche essere il nostro) i gufi vivono in un regime di caste, basato sulle diverse razze tra le quali il barbagianni è la più considerata. Affascinato dalle storie che gli racconta il padre, Soren, un giovane gufo, sogna di diventare uno dei Guardiani di Ga’Hoole, un mitico corpo di gufi guerrieri, che salvarono tutti i gufi sconfig-gendo i cattivi Pure Ones, nel corso di una epica battaglia. Un giorno, discutendo con il fratello più grande che lo prendeva in giro, cadono tutti e due, dalla loro casa sull’albero e vengono rapiti dai Pure Ones e portati nel loro territorio. Soren, capisce che la lo-ro unica possibilità è quella di raggiungere il Grande Albero, dove hanno dimora i Guardiani di Ga’Hoole, ma per farlo dovrà mostra-re tutte le sue capacità...

Maschi contro femminedi Fausto Brizzi

Sala della comunitàSPLENDOR – ODOLO: sabato 4 di-cembre ore 20.45; domenica 5 di-cembre ore 20.30

Robin Hooddi Ridley Scott

Sala della comunitàCORALLO – VILLANUOVA: sabato 4 dicembre ore 20.30; domenica 5 dicembre ore 14.30

L’ultimo dominatore dell’ariadi M. Night Shyamalan

Sala della comunitàITALIA – LONATO: mercoledì 8 di-cembre ore 15.00

Salt

Maschi contro femmine

All’improvviso Evelyn Salt, agen-te della Cia, viene accusata da un disertore di essere una spia russa sotto falsa identità. Per dimostrare che si tratta di una menzogna, Salt si dà alla fuga. In questo modo complica le cose, diventando una fuggitiva. Salt in realtà cerca di raggiungere il marito. Quando alla Casa Bianca arriva il Presidente della Russia, le carte in tavola tornano ancoraa confondersi...

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di Nicola Rocchi

C

49LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Classicismo disneyano e innovazio-ne in stile Pixar. Si godono i frutti mi-gliori della fusione tra i due studi in “Rapunzel – L’intreccio della torre”, il film diretto da Nathan Greno e Byron Howard nel quale la Disney rivisita in piena libertà la fiaba dei fratelli Grimm. Rimodernandola grazie all’ot-tima sceneggiatura di Dan Fogelman (autore anche del pixeriano “Cars”) che arricchisce il racconto in profon-dità psicologica – e anche patologica – senza togliere nulla al divertimento e alla varietà delle invenzioni narrati-ve. Ricchezza anche visiva, grazie a un

uso intelligente del 3D che regala mo-menti di grande spettacolo alternati a immagini di lieve poesia, come la dan-za notturna delle lanterne che corona il sogno della protagonista. La piccola Rapunzel (doppiata da Laura Chiatti) è figlia di regnanti, ma non lo sa. Per consentirle di nascere, i genitori han-no sottratto a una strega malvagia il fiore che le permetteva di mantenersi eternamente giovane. Ora quel potere si è trasferito nei capelli biondi di Ra-punzel, che la perfida Gothel rapisce ancora neonata. Rinchiusa in una tor-re, isolata dal mondo, Rapunzel fino

al diciottesimo compleanno conosce soltanto la donna che crede essere sua madre. Gothel ne sfrutta le doti ma-giche mescolando false dichiarazioni d’amore e vere perfidie. Il rapporto matrigna-figlia, con la donna anziana che sfugge alla morte succhiando la vita della giovane, colpisce e spaventa per la finezza con cui viene messo in scena. La megera vuole Rapunzel tut-ta per sé e la tiene lontana dal mondo agitando la minaccia di ogni sorta di pericolo. La curiosità della ragazza è però più forte della paura. L’incontro con Flynn Rider, un ladruncolo as-sai guascone che ha la voce italiana di Giampaolo Morelli (il maldestro ispettore Coliandro dei telefilm), al-lontana la claustrofobia dell’inizio e apre la scena a vasti panorami natu-rali. Con la fuga di Rapunzel verso la città, la storia si fa più classicamente

disneyana, percorsa da una galleria di personaggi tratteggiati con sintesi e ritmo impeccabili, e animati da una tecnica sopraffina: le espressioni del cavallo Maximus, il più accanito inse-guitore di Flynn Rider, valgono da sole il prezzo del biglietto. Non mancano i numeri musicali che, benché inferiori a quelli di altri capolavori Disney, rag-giungono una punta di sommo spas-so in una taverna di bruti riconvertiti da Rapunzel in sognatori. La giovane principessa, dietro gli occhioni, cela infatti un carattere di ferro. Non ar-retra di fronte a nulla pur di far av-verare il proprio desiderio, e il suo salvatore non può che piegarsi a fare tutto quello che la ragazza gli chiede. Armata soltanto dei suoi capelli e di una padella, affronta molti ostacoli e piange lacrime amare ma salvifiche, che portano dritte al lieto fine.

Perdona e dimenticadi Todd Solondz

Sala della comunitàCRYSTAL – LOVERE: venerdì 3 dicembre ore 21.00

Simon Konianskidi Micha Wald

Sala della comunitàPAOLO VI – DESENZANO: saba-to 4 dicembre ore 20.30

Cineforum

The social networkdi David Fincher

Sala della ComunitàLUX – LUMEZZANE PIEVE: do-menica 5 dicembre ore 15.30, 18.00, 20.30; lunedì 6 dicembre ore 20.30; martedì 7 dicembre ore 20.30

Winx club − Magica avventuradi Iginio Straffi

Sale della comunitàSAN GIOVANNI BOSCO – BIENNO: sabato 4 dicembre ore 20.30; domenica 5 dicembre ore 15.30; IDEAL – CA-STENEDOLO: domenica 5 dicembre ore 17.00; SAN FILIPPO NERI – COLLEBEATO: mercoledì 8 dicembre ore 21.00; SALA DELLA COMUNITÀ – LUMEZZANE SAN SEBASTIANO: sabato 4 dicembre ore 20.45; domenica 5 dicembre ore 15.00, 18.00, 20.45; AURORA – PAVONE MELLA: sabato 4 dicembre ore 20.45; domenica 5 di-cembre ore 15.00, 20.45; lunedì 6 dicembre ore 20.45; martedì 7 dicembre ore 20.45; mercoledì 8 dicembre ore 15.00, 20.45; PONTE CAFFARO – AURORA: sabato 4 dicembre ore 21.00, domenica 5 dicembre ore 16.00, 21.00; PAOLO VI - PREVALLE: martedì 7 dicembre ore 20.30; mercoledì 8 dicembre ore 15.30;AURORA – RONCADELLE: sabato 4 dicembre ore 20.30, domenica 5 dicembre ore 15.00

Potiche – La bella statuinadi François Ozon

Sala della comunitàSERENO – BRESCIA, VILL. SERENO: sabato 4 dicembre ore 20.45; do-menica 5 dicembre ore 20.45; lu-nedì 6 dicembre ore 20.45; marte-dì 7 dicembre ore 20.45; mercoledì 8 dicembre ore 20.45

Benvenuti al Suddi Luca Miniero

Sala della comunitàIL GABBIANO – GHEDI: domeni-ca 5 dicembre ore 15.30; lunedì 6 dicembre ore 21.00; SAN LUIGI – LODRINO: sabato 4 dicembre ore 20.30: domenica 5 dicembre ore 20.30; CRYSTAL – LOVERE: giove-dì 9 dicembre ore 15.00

Potiche – La bella statuina

Winx club − Mag

Alla scuola per fate di Alfea si fe-steggia l’inaugurazione del nuo-vo anno, quando il party viene interrotto da Icy, Darcy e Stor-my, le perfide Trix. Le Winx, sen-za Bloom, sono costrette a rime-diare allo scompiglio creato dalle streghe che, dopo aver mandato a monte la festa, rubano un og-getto potentissimo e misterioso. Bloom è su Domino, dove sta vi-vendo i momenti più belli della sua nuova vita da principessa...

Cattivissimo medi P. Coffin, C. Renaud, S. Pablos

Sala della comunitàSANTA GIULIA – BRESCIA, VILL. PREALPINO: domenica 5 dicembre ore 15.00, 17.00; SAN COSTANZO – NAVE: domenica 5 dicembre ore 14.30, 17.00; LA ROCCA – SAB-BIO CHIESE: sabato 4 dicembre ore 21.00; domenica 5 dicembre ore 15.00

Uomini di Diodi Xavier Beauvois

Sale della comunitàSANTA GIULIA – VILL. PREALPI-NO: domenica 5 dicembre 2010 ore 20.15; martedì 7 dicembre ore 20.45; INZINO – INZINO: sabato 4 dicembre ore 20.30; domenica 5 dicembre ore 20.30; ITALIA – LONA-TO: venerdì 3 dicembre ore 20.30; sabato 4 dicembre ore 20.30; do-menica 5 dicembre ore 20.30

Uomini di Dio

Toy Story 3 La grande fuga di Lee Unkrich

Sale della comunitàPAOLO VI – DESENZANO: domeni-ca 5 dicembre ore 15.00; CRYSTAL – LOVERE: mercoledì 8 dicembre ore 15.00; LA ROCCA – SABBIO CHIESE: mercoledì 8 dicembre ore 15.00

Toy Story 3 La grande fuga

La Valchiria di Richard Wagner

in diretta la prima dal te-atro “Alla Scala” di Mila-no in digitale con micro-cinema

Sale della comunitàGIOVANNI PAOLO II – AGNOSINE: martedì 7 di-cembre ore 17.30; SAN FILIPPO NERI – COLLEBE-ATO: martedì 7 dicembre ore 17.00; GLORIA – SAN FILIPPO NERI: martedì 7 dicembre ore 17.00

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51LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Economia e lavoro

“La ripresa, il coraggio e la paura”. È il titolo del rapporto sull’econo-mia globale e l’Italia, promosso per il quindicesimo anno dal Centro di ricerca e documentazione Luigi Ei-naudi e da Ubi Banca. Curato dal professor Mario Deaglio, ordinario di Economia internazionale all’Uni-versità di Torino, il rapporto è ormai diventato un importante punto di ri-ferimento nel dibattito economico. Lo studio si apre con uno sguardo al passato e si chiude con un’occhia-

La ripresa,il coraggioe la paura

ta al futuro. Dalla tranquilla euforia del 1995 siamo passati all’inquieta sensazione di fragilità che attraver-sa il 2010: nel frattempo il mondo è cambiato radicalmente e il predo-minio dei Paesi occidentali svilup-pati vacilla di fronte alla crescita delle economie nuove. Il Rapporto ricostruisce l’andamento della cri-si e analizza gli scenari di ripresa, soffermandosi in particolare sulla nascita di una classe media globa-le, sulle prospettive energetiche,

sull’emergere di nuovi prodotti e nuovi settori, sulla partita in corso fra Stati sovrani e grandi società multinazionali. Muovendo dalla cri-si attuale, il rapporto presenta tre modalità di analisi: la crisi come fal-limento del sistema di regolazione, come ridistribuzione del reddito, oppure come ridisegno dell’econo-mia mondiale. In principio si è trat-tato di crisi finanziaria originata dai mutui subprime, quindi ci sono sta-te forti cadute produttive e aumen-to della disoccupazione, cui hanno fatto seguito da un lato disagi so-ciali e mutamenti politici, dall’altro difficoltà nelle finanze pubbliche. Il rapporto chiarisce come nonostan-te i numerosi sforzi la ripresa non abbia ancora raggiunto i livelli pre-crisi. I primi a uscire dallo stato di difficoltà saranno gli Stati Uniti, che già all’inizio del 2011 raggiungeran-no i livelli di produzione del 2008: la differenza sarà però costituita da

ben 8 milioni di disoccupati. Ci si concentra poi sulla crescente sen-sazione di fragilità – ripercorren-do una serie di eventi, dall’uragano Katrina all’errore clamoroso nelle previsioni sugli effetti dell’influen-za aviaria, dall’eruzione del vulcano islandese alla marea nera del Golfo del Messico – e sulle concrete diffi-coltà a governare riscontrate in tan-tissimi Stati. Gettando uno sguardo sul futuro, da un lato si analizza la questione del deficit energetico de-rivante dalla progressiva erosione delle scorte petrolifere, dall’altro la riorganizzazione degli spazi mon-diali. Nel 2025 nei Paesi ricchi vivrà soltanto il 13% della popolazione mondiale, mentre il 47% sarà nei Paesi emergenti (tra i quali Brasile, India, Cina, Russia, Messico, Suda-frica, Turchia). A livello di reddito, il 44,5% del Pil mondiale sarà pro-dotto nei Paesi ricchi, mentre il 43% in quelli emergenti.

L a cura di Mario Nicoliello

Brescia ha ospitato la presentazione della quindicesima edizione dello studio promosso dal Centro di ricerca e documentazione Luigi Einaudi ormai divenuto punto di riferimento del dibattito economico nazionale

Economia Un rapporto curato da Mario Deaglio

Secondo il Rapporto sull’economia globale, l’Italia mostra evidenti segni di fatica. Per il Paese la scelta è arrendersi alla paura del declino, alle chiusure e fratture che questa genera, oppure affrontare con coraggio le scelte necessarie a tornare su una via che assicuri non solo sviluppo economico ma an-che, in senso più fondamentale, crescita delle opportunità in-dividuali e collettive. Per l’Italia si tratta di una crisi che viene da lontano. Le radici della crisi non si trovano nella domanda, bensì nell’offerta, ossia nell’esito deludente degli investimenti realizzati. In particolare la produttività del lavoro ha cessato di crescere nel 1995, la produttività media del capitale è addi-rittura in diminuzione. Nessun settore ha ancora recuperato i livelli ante-2006 e per la prima volta i servizi anziché compen-sare la diminuzione di attività dell’industria, pagano anche essi un costo. Le differenze regionali si faranno sentire e in molti casi aumenteranno divari storici. “La crisi italiana – ha osser-vato Mario Deaglio, durante la presentazione del Rapporto – viene da lontano. È una crisi sia di struttura economica – poco efficiente, mal specializzata, che si è andata allontanando dal-la frontiera dell’innovazione – sia di produttività dei fattori.

Se non cambia nulla, i tassi di crescita post-crisi saranno mol-to bassi”. Secondo Deaglio il vero rinnovamento dell’econo-mia deve essere preceduto da un rinnovamento del modo di pensare. Per questo bisogna avere coraggio. “Il coraggio – ha spiegato il docente – di uscire dal contingente, di ampliare gli orizzonti, di proporre programmi diversi. Non ci sono dubbi sulla debolezza strutturale dell’Italia e le soluzioni non sono racchiuse in facili formulette”. Il compito di superare questa debolezza sarà tale da assorbire le energie della generazione dei giovani di oggi: “Sempre se questa generazione lo vorrà fare”, ha chiosato Deaglio, aggiungendo: “Nel caso contrario si metterebbe fine a un esperimento entusiasmante, durato centocinquanta anni che ha portato una serie di sonnacchio-se economie locali a costituire insieme la sesta economia del mondo. E sarebbe davvero un peccato”. Sette i punti che il do-cente ha indicato per uscire dallo stallo: “Meno investimenti nel calcio più nella ricerca; energia a basso costo; investimen-ti in infrastrutture; politiche turistiche coerenti; terziario più produttivo; riduzione dei costi della politica; moderata emer-sione dell’economia sommersa”.

Alcuni dati del rapporto

L’Italia mostra ancora segni

di fatica

[email protected]

La presentazione del rapporto

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52 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Economia e lavoro Alimentazione

Un’immagine della Fiera del torrone degli anni scorsi

T

di Federico Migliorati

Torna anche quest’anno, il 7 e 8 dicembre la Fiera del Torrone or-ganizzata a Carpenedolo dalla Pro loco di concerto con l’amministra-zione comunale, in collaborazione con la parrocchia e con il Patroci-nio della Regione Lombardia, delle Province e delle Camere di Com-mercio di Brescia e Cremona oltre che dell’Unpli. La cittadina dei car-pini ospiterà le migliori produzioni di torrone di tutte le regioni italia-ne oltre a quelle dei settori agroali-mentari, enogastronomici e dell’ar-tigianato coniugando tradizione, cultura, raffinatezza e divertimento per adulti e bambini, per singoli e famiglie. “Nel centro storico, fra le strade e le piazze – afferma il pre-sidente della Pro loco Mario Ferra-ri, vero e proprio fautore di questo evento ormai divenuto abituale – ci saranno numerosi banchetti in cui sarà possibile assaggiare, acquista-re e imparare a conoscere la deli-zia del torrone di Cremona oltre a quello proveniente da altre parti d’Italia”. Si tratta di una tradizione rilanciata proprio con l’avvento del sodalizio carpenedolese e riportata

agli antichi splendori assumendo valenza nazionale, uno splendore che lega Carpenedolo al territorio di Cremona da molti secoli, come riportano alcuni documenti ufficia-li anteriori al 1787. Tanti sono i momenti in cui si ar-ticolerà la Fiera del Torrone, tra questi le dimostrazioni della pro-duzione di torrone e cioccolato. Un’azienda della Sardegna mostre-rà le fasi di confezionatura del tor-rone lavorato con mezzi tradizio-nali con degustazione finale. Per il cioccolato, un maestro della deco-razione si esibirà nel creare com-posizioni artistiche sotto gli occhi di tutti con la possibilità di acqui-sto dei prodotti finiti. Con queste iniziative all’interno della manife-stazione la Pro loco di Carpene-dolo presieduta da Mario Ferrari vuole sviluppare una tradizione ultracentenaria che lega due ter-ritori lombardi, quello bresciano e quello cremonese. La Fiera del Torrone vedrà, quest’anno, la no-vità dei bus navetta approntati dal-la Pro loco in collaborazione con un’agenzia locale per agevolare i

visitatori e ridurre il traffico. Nel frattempo è in stampa il libretto ufficiale che oltre a riportare le va-rie notizie e gli eventi riguardanti l’appuntamento dicembrino, con-terrà un inserto culturale sulla co-noscenza delle bellezze del paese, un’interessante iniziativa destinata ai carpenedolesi, ma soprattutto ai tanti che affolleranno le manifesta-zioni dicembrine. Sono in prepara-zione, inoltre, diverse mostre: una nel palazzo Laffranchi in collabo-razione con le istituzioni cremo-nesi dal nome “Torronarius”, viag-gio nella patria del torrone e degli Stradivari proposta dalla Ray Cle-ver Photographers e altre tre negli ambienti dell’oratorio femminile gentilmente concessi dal parroco don Franco Tortelli, con esposi-zioni di quadri antichi riportanti la Sacra Famiglia (in collaborazione con Lorenzo Desenzani dell’Ango-lo dei Ricordi) senza dimenticare le esposizioni di fotografie di artisti locali e il settore dedicato ai bam-bini con il concorso “Decora il tuo albero” oltre alla manifestazione “Mercanti principianti”.

Torrone:un gusto

che unisce

Carpenedolo Il 7 e l’8 dicembre

La Fiera, organizzata dalla Pro loco, rappresenta una vetrina per il meglio della

produzione nazionale del noto dolce

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53 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Massetti a tutela del cioccolatoIl presidente della sigla di via Orzinuovi contesta una recente sentenza dell’organismo europeo che penalizza il made in Italy

Confartigianato Critiche alla Corte di giustizia

Eugenio Massetti

Idi Paolo Corbucci

Il 25 novembre scorso l’Italia è stata condannata dalla Corte di giustizia europea per avere autorizzato la de-nominazione “cioccolato puro” sul-le etichette di prodotti di cioccolata che avrebbero dovuto segnalare an-che la presenza di “altri grassi vege-tali oltre al burro di cacao”. I giudici hanno ritenuto che la normativa ita-liana sia idonea “a indurre in errore il consumatore e a ledere il suo diritto a un’informazione corretta, imparziale e obiettiva”. “Qualità degli alimenti e chiarezza di informazione verso con-

sumatori non sembrano stare a cuore all’Unione europea”. È quanto dichiara Eugenio Massetti, presidente di Con-fartigianato di Brescia, commentan-do la sentenza della Corte di giustizia. “Si tratta – sottolinea Massetti – di un grave attacco alla tradizione made in Italy che ha nell’artigianato un setto-re di punta nella produzione di cioc-colato puro”. La normativa italiana consente di mantenere due categorie di denominazioni di vendita: una per i prodotti a base di solo burro di cacao, denominati “cioccolato puro”, e l’altra

per i prodotti che contengono grassi vegetali, indicati come succedanei del cioccolato. Il diritto della Ue relativo all’etichettatura dei prodotti di cacao e di cioccolato armonizza invece le de-nominazioni di vendita di questi pro-dotti. Quando contengono fino al 5% di grassi vegetali diversi dal burro di cacao (detti sostitutivi) la loro deno-minazione resta immutata, ma la loro etichettatura deve contenere, in gras-setto, la specifica dizione: “contiene altri grassi vegetali oltre al burro di ca-cao”. Per i prodotti di cioccolato che contengono unicamente burro di ca-cao è possibile indicare sull’etichetta-tura tale informazione, purché, rileva la sentenza,“sia corretta, imparziale, obiettiva e non induca in errore il con-sumatore”. A presentare ricorso con-tro Roma per inadempimento è stata

la Commissione Ue, secondo la quale l’Italia ha introdotto una denomina-zione di vendita supplementare per i prodotti di cioccolato, a seconda che essi possano essere considerati “pu-ri” o meno. Secondo Confartigianato la denominazione “cioccolato puro” costituisce una preziosa garanzia di qualità per i consumatori. Le pastic-cerie artigiane che in Italia produ-cono anche dolci al cioccolato sono 14.724. Di queste, i “cioccolatieri” (cioè gli artigiani specializzati esclu-sivamente nella lavorazione del cacao e nella produzione di prelibatezze al cioccolato) sono 363 in tutta Italia. Il successo dei prodotti di cioccola-to è testimoniato dall’aumento, tra il 2001 e il 2008, del numero di ciocco-laterie artigiane: la crescita è stata pari al +38,5%.

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54 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Economia e lavoro Alimentazione

La rassegna “Lo spiedo scoppiet-tando” per dirla con Carducci, continua a essere nel pacchetto di iniziative volute dall’Amministra-zione comunale di Gussago volta a un’attenta valorizzazione delle ri-sorse del territorio, delle tradizioni e delle aziende presenti. Il succes-so ottenuto dall’iniziativa nei mesi di ottobre e novembre ha indotto l’amministrazione e i ristoratori locali a rinnovare questo appunta-mento con il più tipico fra i piatti della tradizione locale. L’assessore

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Lucia Masutti esprime la convinzio-ne che gusti ed atmosfere della cu-cina e della tradizione diventino il più forte, specifico ed apprezzato biglietto da visita del territorio, af-fermazione e orgoglio della cultura locale che affonda le proprie radici in epoche lontane. Al prolungamento della proposta hanno aderito 15 ristoranti che da sempre rappresentano al meglio la ristorazione gussaghese che pro-pongono menù degustativo, che spazia dalla minestra sporca allo

spiedo con polenta e patate, ac-compagnato da un ottimo vino ros-so Cellatica Superiore Doc delle cantine locali a un prezzo calmie-rato di 22 euro.All’iniziativa “Lo spiedo scoppiet-tando” è stato peraltro dato il via con una magnifica cena sotto le stelle a lume di candela nel magni-fico scenario della piazza sotto-stante l’imponente gradinata della chiesa parrocchiale alla fine di set-tembre, ristorante all’aperto con la realizzazione di più di 600 posti a sedere, serata durante la quale i ristoratori si sono egregiamente cimentati nella realizzazione della suggestiva cena di gala, con un al-lestimento spettacolare e raffinato dell’azienda Zubini Fiori. Il percorso dell’Amministrazione

mirato alla valorizzazione delle tradizioni e delle aziende che le rappresentano è in costante evo-luzione; recente è l’approvazione in consiglio comunale del regola-mento della Deco (Denominazione comunale di origine) dello spiedo stesso, strumento di marketing ter-ritoriale, importante opportunità di valorizzazione del territorio attra-verso rigore e scientificità. Il rego-lamento approvato contiene anche indicazioni per il logo della Deco dello Spiedo di Gussago, simbo-leggiato dalla Santissima, stupendo convento domenicano dominante il paese dal colle Barbisone con-testualmente al disciplinare dove vengono indicati gli ingredienti, le modalità di preparazione e le carat-testiche del prodotto finito.

Lo “spiedo scoppiettando”

è più buonoL’amministrazione gussaghese prolunga

un’iniziativa salutata da grande successo

Gussago Proposta enogastronomica

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55LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

Una storia lunga ormai più di 70, una vera e propria tradizione di famiglia non mettono al riparo da considera-zioni e amarezze dettate dalle difficol-tà dei tempi. E così Andrea Alipran-di dell’omonimo salumificio gussa-ghese avviato nei primi decenni del secolo scorso, non nasconde il suo malcontento per un sistema che non sa o non vuole più riconoscere il la-voro e la qualità. A dettare legge sono oggi i prezzi del mercato che non so-no più fatti dal produttore, ma dalla grande distribuzione che non educa

Una storia che punta alla qualitàAl salumificio Aliprandi restano vivi i punti di riferimento ben tracciati nel secolo scorso

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la sua clientela a scegliere i prodotti sulla base della qualità degli stessi. Va-le come unico punto di riferimento il prezzo, sia quello che la distribuzione spunta al produttore, sia quello che il cliente paga per l’acquisto di un pro-dotto. Una logica, questa, diametral-mente opposta a quella che da oltre 70 anni anima la famiglia Aliprandi. I valori di riferimento di quell’azienda nata nel 1940 dalla passione di Otta-vio e, quindi, di Luigi e Ferdinando Aliprandi sono ancora presenti nella moderna struttura di via Mandolossa

a Gussago. Quell’arte del salumiere, che il capostipite Ottavio Aliprandi apprese da ragazzino, è stata cono-sciuta e praticata da tutta la famiglia, prima nel piccolo negozio e poi nella azienda ingranditasi negli anni e spe-cializzatasi nella lavorazione di carni e nella produzione di insaccati freschi e da stagionare. Dal 1992 la gestione è stata assunta dai fratelli Andrea e Lu-ca Aliprandi, che hanno fatto lievita-re la produzione e il commercio delle specialità firmate dalla ditta brescia-na, quadruplicando gli introiti. I due fratelli e il loro staff hanno raggiunto questi traguardi seguendo una ricetta portata avanti da tre generazioni, che Andrea riassume così: “Se si lavora con passione i risultati non tardano ad arrivare: i salumi più prelibati testi-moniano il gusto tutto speciale delle

nostre grandi tradizioni”. Nonostante la crisi che ha colpito anche il setto-re alimentare il salumificio Aliprandi è una delle poche realtà bresciane ad avere investito negli ultimi anni. Un impegno importante che ha portato alla costruzione di una nuova struttura produttiva affiancata a quella esisten-te. Anche nella nuova sede il punto di riferimento è la filosofia che negli anni ha fatto le fortune dell’azienda: forte spirito di collaborazione e amore per il lavoro e per le tradizioni che, abbi-nati a tre regole fondamentali come la scelta delle carni, che devono essere di origine nazionale (meglio ancora se della pianura padana), metodo tra-dizionale di salatura e stagionatura e un servizio attento alla clientela, con-sentono agli Aliprandi di continuare la lunga tradizione.

Gussago Presente da 70 anni

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56 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Economia e lavoro Alimentazione

Durante le feste natalizie, i grandi pranzi in famiglia sono l’occasione giusta per cimentarsi ai fornelli. Per molti è una passione, per qualcun altro un supplizio. Di seguito ven-gono proposti alcuni semplici con-sigli per un pranzo natalizio nella tradizione. Per il primo la scelta è caduta su un “classico”: i tortellini di carne in brodo. Per la prepara-zione della sfoglia servono 500 gr di farina, 150 gr di semolino di gra-no tenero e sei uova fresche. Per il ripieno, invece, 100 gr di lonza di

Ddi Elisa Bassini

maiale, 100 gr di mortadella, 100 gr di prosciutto crudo, 150 gr di par-migiano grattugiato, due uova, noce moscata q.b., una noce di burro, sale e pepe q.b. La sfoglia va preparata amalgamando bene gli ingredienti. Va poi stesa, per farla asciugare, su una spianatoia. Bisogna poi taglia-re a dadini la lonza e farla dorare in una padella con il burro; quando è cotta, va tritata con la mortadella e il prosciutto. Va trasferito il trito in una terrina e amalgamato con le uova, il parmigiano, la noce mosca-

ta e il pepe. L’impasto va lavorato con una forchetta fino a raggiunge-re una consistenza compatta. Biso-gna poi stendere sfoglia preparata e tagliarla con uno stampo rotondo per tortellini distribuendo al centro di ogni disco mezzo cucchiaino di ripieno. Il disco va poi ripiegato a metà, sigillato ai bordi e avvolto at-torno al dito sovrapponendo le due estremità. I tortellini così preparati vanno cotti nel brodo di carne o di verdure. Il pranzo di Natale ha bi-sogno di un secondo “importante” e per questo la scelta cade sulla ricet-ta della faraona ripiena con patate al forno. Ingredienti principali sono una faraona pulita di circa 1 kg, un bicchiere di vino bianco secco, del brodo di carne, olio di oliva, rosmari-no. Per il ripieno occorreranno: una

salsiccia, una tazza di pane grattu-giato, 50 gr di parmigiano grattugia-to, un uovo, burro, un poco di latte. Dopo avere lavato e asciugato la faraona, bisogna sminuzzare la sal-siccia e farla rosolare con un po’ di burro. I pezzettini di salsiccia vanno mescolati con il pane e il parmigiano grattugiati, l’uovo sbattuto, amalga-mandoli bene con poco di latte cal-do aggiunto poco alla volta sino a ottenere un composto morbido ma compatto. Con questo va farcita la faraona chiudendola, poi, con un fi-lo di cotone. Dopo averla strofinata con il sale, va messa in una teglia un-ta d’olio con del rosmarino in forno a 180° per circa due ore, spruzzandola ogni tanto con del vino bianco e del brodo caldo. Può essere servita con contorno di patate al forno.

A tavola con i sapori

della tradizioneTortellini in brodo e faraona ripiena

per soddisfare gli ospiti

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57LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010Paesi e parrocchie Bassa

In un pranzo natalizio che si rispet-ti non possono mancare i dolci. Il primato del dolce delle feste è una gara a due tra il più tradizionale pa-nettone e il più “giovane” pandoro. Il panettone è diffuso in tutta Ita-lia, nonostante sia un simbolo del-la gastronomia e della città di Mila-no. Farlo in casa è molto difficile e composto da un impasto lievitato di acqua, farina, burro, uova, al quale si aggiungono frutta candita, scor-zette di arancio e cedro e uvetta. Questo dolce sarebbe legato a una

Panettone o pandoro? Dolce sceltaUn pranzo di Natale che si rispetti non può non dare attenzione a tutti i particolari

Idi Elisa Bassini

cerimonia pagana, detta del ceppo o del ciocco, durante la quale il ca-po famiglia benediva il panettone e una fetta di questo doveva essere conservata fino al Natale successi-vo per i suoi forti poteri taumaturgi-ci. Oggi il dolce di Milano è tutelato da un decreto legge che ne specifi-ca la quantità degli ingredienti. Il “rivale” del panettone è il pandoro. Il suo nome sembra derivare dal colore giallo oro intenso della pa-sta. La sua lavorazione è accertata a partire dal Settecento presso la

Casa Reale degli Asburgo e dall’Ot-tocento la produzione del pandoro si è perfezionata a Verona fino a di-ventarne il dolce simbolo, famoso in tutta Italia. Non meno importante della scelta del dolce è quella dei vi-ni da proporre agli ospiti del pranzo di Natale. Le paste ripiene dei pri-mi, spesso a base di carne, vanno accompagnate da vini di struttu-ra: per i bianchi vi proponiamo un Gewurztraminer Alto Adige, com-posto da uve aromatiche, dall’aro-ma intenso e caratteristico di spe-zie, frutta e i fiori. I secondi piatti, che hanno una consistenza grassa e oleosa, hanno bisogno di grandi rossi come un Chianti classico do-cg, dal colore rosso rubino carico, di uve provenienti esclusivamente dai vigneti delle province di Arez-

zo, Firenze, Pisa, Pistoia, Prato e Siena oppure un Brunello di Mon-talcino. Per accompagnare dolci e brindisi con delle bollicine, la no-stra provincia può vantare una pro-duzione di eccellenza di spumanti della Franciacorta, garantiti dal-la denominazione docg. A secon-da dei gusti (e degli abbinamenti) possiamo scegliere un satén, dalla spuma morbida e delicata, indica-ta anche a chi solitamente non be-ve vino, oppure l’aroma più secco di un demi sec, o di un sec se ac-compagnato ai dessert poco dol-ci. Grazie alle loro qualità, i vini franciacortini non hanno nulla da invidiare agli champagne francesi. Questi consigli non vanno disgiun-ti da quello più importante: la mo-derazione.

Consigli Orientarsi tra le proposte

PESCHERIAPESCHERIA

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58 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Economia e lavoro Regali

Albert Einstein, il grande scienziato che di tecnologia ne capiva qualcosa, sosteneva:,“non si può dire di aver ca-pito qualcosa fin quando non siamo capaci di spiegarla a nostra nonna”. Osservazione quanto mai utile in que-sti giorni in cui ha preso il via (o sta per prenderlo) la corsa ai regali nata-lizi. C’è la crisi, è vero, ma almeno un giro per negozi non se lo nega nessu-no. E tra le mete preferite di questo tour tutto speciale ci sono i negozi high tech. Tantissimi li frequentano. Quanti sono però queli che lo fanno

Adi Daniele Piacentini

con cognizione di causa? Per contri-buire a risolvere il problema, il sito internet americano fastcompany.com ha pubblicato sotto forma di vignet-te il tentativo di spiegare il concetto attuale di tecnologia e di internet a Oliver Twist, il protagonista dell’omo-nimo romanzo di Charles Dickens. In cima alla classifica dei potenziali re-gali high tech per il prossimo Natale c’è la categoria smartphone e cellula-ri; il successo della telefonia integra-ta con i dati personali e le possibilità “social” (chat, video, sms, ma anche

Facebook, Twitter e altro ancora) è reso più forte dall’uscita in commer-cio di Nokia con il nuovo Symbian 3, dell’iPhone 4 di Apple, dei nuovi Windows Phone 7 e soprattuto di Android, la piattaforma Google le cui vendite sono cresciute in due an-ni del 95%. Al secondo posto ci sono invece i “classici” Tablet e Netbook, con un 17%. Il settore tradizionale dei personal computer perde quindi ter-reno ma tiene la seconda piazza gra-zie all’Apple iPad, il tablet in grado di riprodurre in grado di riprodurre contenuti multimediali e di connetter-si agli amici tramite internet in con-nessione Wi-Fi o 3G. Al terzo posto nelle classifiche di potenziali vendite ci sono invece le fotocamere digitali con un 9%. Solamente giù dal podio, invece, troviamo in ex aequo i pro-

dotti tecnologici must dei primi anni Duemila, quelli che con più difficoltà consentono interazioni con gli altri: parliamo dei supporti per ascolta-re musica (i lettori Mp3) e di quel-li per vedere immagini o video (i tv lcd o quelli al plasma). Entrambi si attestano su un 8% di preferenze. A chiudere gli accessori Hi – Tech (6%) come bluetooth e cuffie wireless, le videocamere digitali (solo il 3%) e la variegata categoria “altro” dove finiscono prodotti più classici come console di videogiochi, navigatori sa-tellitari Gps o altro ancora. Si tratta comunque di una fetta importante di mercato, quella dei cosiddetti “user friendly” non troppo avvezzi nella vita di tutti giorni alla tecnologia: messi assieme, coprono infatti ben il 14% della “torta”.

C’è la crisi ma l’high tech

tiene ancoraSmartphone, cellulari, telecamere digitali in

cima alla classifica dei “potenziali” regali

Proposte Cosa mettere sotto l’albero

ORGANIZZA IL CORSO: “CONOSCERE LO CHAMPAGNE”LA STORIA, LA REGIONE, LE TIPOLOGIE, IL METODO CHAMPENOISE, IL SERVIZIO, L’ABBINAMENTO GASTRONOMICO

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59LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Si dice che le fortune dell’uomo, spesso, sono dovute alle donne che gli sono accanto. O – se preferite – da che mondo è mondo, le donne sono fonte di ispirazione per il genere ma-schile. La storia ne dà testimonianze infinite: dai pittori ai poeti, coinvol-gendo – in ultimo – anche i più “pro-fani” sportivi. Ne sa qualcosa Fabio Fossati, entrato con merito nell’olim-po dei tecnici italiani di basket più importanti. Anche lui non è riuscito a resistere al richiamo della tenta-

Fabio Fossati: il play (boy)del basket

zione dando vita a un libro (“Viaggio con le donne”) che racconta il gentil sesso con un occhio diverso. Il vo-lume dell’ex playmaker prima e alle-natore del Basket Brescia poi è stato presentato nei giorni scorsi nel Salo-ne Vanvitelliano in Loggia. “Questo libro non è un libro di tecnica – pre-cisa Fossati – è semplicemente uno spaccato della mia carriera da quan-do dal settore maschile sono passa-to a quello femminile. È la storia di giocatrici, allenatori, presidenti, di-

rigenti e tifosi con cui ho interagito per 10 anni. C’è la storia di quando ho iniziato ad allenare nel femmini-le a Treviglio, poi la storia di Como e lo scudetto vinto contro Schio. La mia esperienza in Russia alla Dina-mo Mosca, la squadra della Polizia di Stato ex Kgb. Il mio tormentato ap-prodo a Schio dopo che Mosca non voleva liberarmi del contratto che avevo già stipulato con loro. Ovvia-mente il racconto non è solo fatto di rose e fiori – conclude l’autore – ci sono anche riferimenti a scontri, incomprensioni, cose normali nella gestione di una squadra”. E pensare che Fossati, 59enne monzese di na-scita ma bresciano d’adozione, ave-va cominciato la carriera allenando gli uomini e nel Basket Brescia. Lo stesso che, nel ’96, sparì dalle scene per poi tornare in vita lo scorso an-no. E in biancoazzurro, in preceden-za, aveva indossato anche la canotta disputando campionati in serie A e

A2 anche con Roma, Udine e Napoli. Ma le fortune vere e proprie, notorie-tà e ribalta vera e propria l’ha avuta con le donne. Senza di loro, proba-bilmente, sarebbe caduto nel dimen-ticatoio. Altro che playmaker, piutto-sto un “play-boy” viste le numerose conquiste. In ambito sportivo non ha sbagliato un colpo, provare per cre-dere: è stato il primo allenatore ita-liano ad essere chiamato ad allenare in Russia, alla Dinamo Mosca, con cui ha disputato una Final Four di Fiba Cup a Istanbul. Altra esperien-za all’estero nel campionato svizze-ro alla guida del Nyon. Significativi i risultati ottenuti: tre scudetti, una Coppa Italia, quattro Supercoppe italiane, una Supercoppa russa, per due volte nominato miglior allenato-re italiano nel campionato femmini-le. Il volume, di 299 pagine, è edito da Marco Serra Tarantola e costa 19 euro. Per maggiori informazioni: [email protected].

S di Mario Ricci

Il volume dell’ex playmaker prima e allenatore del Basket Brescia poi è stato presentato in Loggia. “Viaggio con le donne” non parla di tecnica ma è uno spaccato della carriera di Fossati passatodal settore maschile a quello femminile

Pallacanestro Donne e sport in un libro

Lumezzane, un paese che si sta risvegliando. Sono molte le ini-ziative che quest’anno hanno stimolato la vita e ora la pista di pattinaggio sul ghiaccio da 300 mq inaugurata domenica scor-sa. L’idea dei membri della Croce Bianca è stata proprio quella di sfruttare lo spazio interno del capannone di fronte alla loro sede, messo a disposizione dal signor Tassone, per sistemar-vi questa pista che rimarrà aperta fino alla fine di febbraio.“La nostra festa chiude la serie delle feste annuali – spiega-no i volontari impegnati nella buona riuscita del progetto – e vorremmo incoraggiare le persone a riunirsi anche in inverno, per rallegrare questo paese che da anni sembrava essere stato lasciato a se stesso”.Indaffaratissimi ed entusiasti più che mai, i volontari si presta-no volentieri a istituire dei turni: durante la sua realizzazione la pista doveva essere costantemente sorvegliata per tenerla bagnata, così da permettere al ghiaccio di formarsi; giorno e notte qualcuno le faceva compagnia, anche al freddo. E ora, durante l’orario di apertura al pubblico (tutte le sere più i po-meriggi di sabato, domenica, prefestivi e festivi), c’è sempre qualcuno ad assistere i pattinatori in pista e i bambini che gio-

cano nell’area accanto, senza contare la presenza delle perso-ne preparate per il pronto soccorso in caso di infortuni. Vi è in più la possibilità di frequentare delle lezioni per ogni fascia di età. A questi ragazzi non manca certo la buona volontà.Ma non è solo la pista ad attirare l’attenzione dei lumezzanesi e dei vicini: dal 7 dicembre in via Madre Lucia Seneci (di fronte alla sede) si troveranno le bancarelle del mercatino natalizio, e dal 10 ammireremo anche quelle medioevali. Si potrà dunque curiosare tra prodotti tipici e artigianali, ispirati alle antiche tradizioni, con prevista la possibilità d’acquisto. Al fine di evi-tare eventuali dissapori dovuti alla concorrenza dei mercatini con i commercianti locali, presso la pista di pattinaggio saran-no inoltre disponibili dei buoni sconto rilasciati per l‘occasione da ristoratori e negozianti spendibili presso i loro esercizi. La frenesia di ogni giorno non ci permette di soffermarci a pen-sare come migliorare la qualità della nostra vita: per assurdo, grazie alla crisi che indebolisce il nostro Paese, la gente ha ora il tempo di sperimentare nuove idee e di produrre qualcosa di buono. Il lavoro nobilita l’uomo, ma è nei momenti di crisi che lo si distingue.

Lumezzane

Quando una pista di pattinaggio

offre non solo sportdi Daniela Fedrigo

Fabio Fossati con il suo libro

[email protected]

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60 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010 Sport

N

di Mauro Toninelli

Nella normalità si sarebbe detto anti-cipo; ma visto che l’Inter deve partire per il mondiale per club, la partita dei nerazzurri a Roma all’Olimpico con-tro la Lazio, viene anticipata a vener-dì sera e sabato alle 18 il Chievo ospi-ta la Roma.Detto questo, per strani meccanismi del calcio moderno, Milan-Brescia, l’anticipo, si gioca sabato sera alle 20.45 a San Siro quando già altre due partite si sono concluse, in anticipo sull’anticipo.Strano il nostro calcio; strano quasi quanto il Brescia che per la quindice-sima giornata si prepara ad affrontare la capolista Milan a Milano con la vit-toria che manca da 10 gare e con una classifica che ancora non la condan-na. In una situazione normale pense-remmo che una sconfitta a Milano ci possa stare; ma visti i precedenti di questo campionato non è così certo il risultato. Sulla carta non c’è storia e, comunque sia, non sono certamente queste le partite che gli uomini di Bep-pe Iachini devono vincere. Sulla carta è una cosa, ma sul campo è certamente altra realtà; pur rimanen-do coscienti del campionato che devo-

no fare, i giocatori del Brescia voglio-no dimostrare di avere carattere; ogni partita ora è un ennesimo esame, per il carattere e l’orgoglio in alcuni casi (come contro la capolista rossonera), per i punti salvezza in altre situazioni. Punti salvezza che sono importantis-simi e che vanno racimolati costante-mente e raccolti come briciole, visto quello fino ad ora sprecato. Milan-Brescia però è foriera di molti ricordi: nella mente dei bresciani sicuramente l’ultima partita in stagione di Rober-to Baggio della carriera e, allo stesso tempo, con la maglia delle Rondinel-le; per Andrea Pirlo, bresciano doc, ritorna lo scontro con la maglia che l’ha lanciato nel mondo del calcio e che gli ha ridato fiducia per la sua se-conda primavera che l’ha poi portato al Milan e sul tetto del mondo con la Nazionale; per Caracciolo e Budel il passato da cui sono partiti.In chiave Rondinelle la sfida con il Mi-lan arriva in una settimana strana in cui sono apparse dichiarazioni sulla salute di Eder, smentite dallo stesso giocatore e dallo staff medico del Bre-scia, una settimana che ha visto Gino Corioni riproporre Andrea Caracciolo

sul mercato e l’ipotesi di sfoltimento della rosa con Budel, Cordova e ca-pitan Possanzini. Ma la settimana era cominciata con lo 0 a 0 contro il Ge-noa, sotto la neve e su un campo forse impraticabile, dove il forse è un puro gioco letterario. La cosa da notare pe-rò è la forza di un Brescia che nel se-condo tempo ha mantenuto la tensio-ne e la testa, senza avere il black out ormai abituale. Il punto con il Genoa è importante anche e soprattutto per questo motivo. Per quanto riguarda il cambio di modulo, il test non è stato certo valido. Il 3-5-2 con Diamanti die-tro Eder e Caracciolo è un modulo che permette di usare meglio le fasce. In settimana è stato presentato il nuovo calendario delle Rondinelle. Il ricavato è destinato all’Associazione familiari e vittime della strada oltre a Palcogio-vani. Il calendario sarà disponibile dal 9 dicembre in tutte le edicole al costo di 3 euro. Strano il campionato, quel campionato che viene sospeso nella giornata tra l’11 e il 12 dicembre per sciopero dei milionari. Quei miliona-ri che hanno sì dei diritti ma, quando chi li segue da casa o allo stadio fatica ad arrivare a fine mese, francamente...

Se ci fosseun poco

di normalitàPresentato il calendario per solidarietà mentre si

profila lo sciopero dei calciatori: francamente...

Calcio Sabato Milan-Brescia

diamo voce anche al basket brescia radiocronaca di Alberto BanzolaDomenica 5 Dicembre 2010 ore 17:45

La radio dello sport brescianosms: 3383636104 - [email protected] in collaborazione con

vsBrescia LeonessaCo. Mark Treviglio

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“Protagonistidel bene comune”ad Assisi“Protagonisti del bene comune. Lo sport al servizio della sfida educativa” è il titolo che ispirerà, da venerdì 3 a domenica 5 di-cembre, i lavori del tradizionale meeting di fine anno del Csi.Il Meeting – che sarà ospitato dalla Domus Pacis di Assisi – rappresenta l’evento conclu-sivo del progetto “Essere dirigente sporti-vo” e costituisce uno dei due grandi appun-tamenti della stagione associativa, insieme all’Agorà di primavera.Differenti le finalità: se Assisi rappresenta il momento di riflessione sulla missione asso-ciativa (previsto anche l’intervento del ve-scovo, mons. Domenico Sorrentino, al termi-ne della consueta fiaccolata-pellegrinaggio fino al Sacro Convento), l’Agorà rappresenta il momento per ripensare lo sviluppo della visione comune.Il tema proposto ad Assisi si motiva nell’as-sunzione di responsabilità del Csi per fare dello sport uno strumento per vincere la sfi-da educativa e partecipare alla costruzione del bene comune.Nella tre giorni associativa saranno presenti: mons. Domenico Pompili, Luca Pancalli, Ma-nuela Di Centa, Gianni Rivera, Andrea Zorzi, Santo Versace e altri ospiti del mondo del-la Chiesa, dello sport e della società civile. Saranno 568 i rappresentanti dei comitati di tutta Italia. La Campania è la regione con più iscritti (82), seguita dalla Lombardia (67) e dall’Emilia Romagna (55).

Centro Sportivo Italiano 61LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Ciclismo La stagione riprenderà da Borgosatollo

Le due ruotevanno in letargo

di Bruno Forza

Il ciclismo targato Csi va in letargo, ma il torpo-re di questi fine settimana senza pedalate è solo un’illusione. Mentre le biciclette riposano nei ga-rage, infatti, il Comitato è in fermento per l’orga-nizzazione della nuova stagione. Quella appena terminata ha avuto come epilogo la cena svoltasi lo scorso 20 novembre a Lonato del Garda, dove ciclisti, società e giudici si sono dati appuntamen-to per chiudere il sipario sul 2010. Le maglie Superprestige hanno incoronato i cam-pioni di ciascuna categoria. Emanuele Tonelli (Zippo +) ha trionfato tra i cadetti, mentre Clau-dio Pizzoferrato (Borgosatollo Cycling Team) e Giovanni Tiburzi (Gs Ospitaletto) si sono laureati campioni junior 1 e 2. Ospitaletto esulta anche nei senior con Gianbat-tista Marchina, imitato da Giordano Datteri della Team Bike Gavardo nei senior 2. Tra gli intramon-tabili gentlemen è stato incoronato Attilio Calatrò (Ped. Orceano Sachesghinghem Piemonti Costru-zioni), mentre la regina delle donne è Flavia Pa-sotti (Nave Bike). Il trofeo Ruota d’Oro e Pedale di Platino è andato

Calcio a 7, Open a 7, pallavolo e tennis tavolo

Giro di boa per la massima categoria del calcio a 7. In Elite la fine del girone d’andata porta una ventata di ottimismo in casa di Saip, Gardonese Park, Cigolese e Noce Arredamenti Paini, capoliste dei quattro gironi e candidate principali all’accesso alle finali provinciali. La strada è ancora lunga e prima della pausa inver-nale ci saranno due gare da disputare.Open a 7. Padenghe e Lugana danno vita a un incon-tro emozionante nel girone A della zona benacense. Alla fine vincono gli ospiti, sempre più lanciati verso la conquista del titolo di campioni d’inverno. Nell’al-tro girone zonale Calcinato B mantiene la vetta gra-zie al 3-2 su Cartoleria Mariapia Puegnago.Pallavolo. La sesta giornata del campionato open di volley non regala sorprese agli appassionati di palla-

volo. Le previsioni della vigilia trovano conferme sotto rete, dove la capolista Volley Rudiano 1992 difende il primato in classifica tra le mura amiche imponendosi 3-1 su Paolo VI Mura. Fa il suo dovere anche Gioielleria Cropelli 1, che vince con lo stesso punteggio il match casalingo con Resto del Maury Sarezzo. La compagi-ne lumezzanese, dunque, prosegue la sua rincorsa ai rivali rudianesi, avanti tre lunghezze ma con una ga-ra in più all’attivo. Sul terzo gradino c’è la Virtus San Lorenzo che batte Le Iene 3-1, mentre Serafica San Carlo è corsara nella palestra della Gioielleria Cropelli 2, dove non fa sconti firmando un netto 3-0. Ora la formazione cittadina mette nel mirino il terzo posto.In fondo alla classifica invece non c’è gloria per S. Gia-cinto che non riesce a sbloccarsi ed esce a testa bassa

anche dalla sfida con Ambrosini arredamenti. Il big match sarà tra Serafica San Carlo e Gioielleria Cro-pelli, che potrebbe dare importanti indicazioni negli equilibri di vertice. Il Volley Rudiano, invece, andrà a San Zeno a far visita a Le Iene.Tennis tavolo. I pongisti tornano di scena con la se-conda prova del campionato provinciale che si terrà domenica alla palestra del liceo scientifico Copernico in via Duca degli Abruzzi. Le gare avranno inizio alle 9, con allievi, ragazzi, juniores e la categoria femminile pronti a impugnare le racchette. Senior A e B, inve-ce, si sfideranno nelle gare del singolo e del doppio a partire dalle 14. Oggi, venerdì 3 dicembre, è l’ultimo giorno utile per iscriversi all’evento. Per informazio-ni: Lucio Vinetti 335.405124.

Volley Rudiano 1992 difende il primato

alla Team Bike Gavardo nella specialità strada in linea. La gran fondo, invece, è stata terra di conqui-sta per la Gs Carrera. Nella regolarità primato per Cicli Belleri, così come nella mountain bike per Mtb Italia e nei cicloraduni per Gs Leonessa ’99. 36 atleti hanno conquistato il titolo All Finisher. Nell’album dei ricordi del 2010 splenderanno so-prattutto il Campionato Nazionale Gran Fondo Mtb Vignalonga e il Campionato nazionale strada in linea e cronoscalata. Nel futuro c’è l’intento di organizzare un Campio-nato regionale, senza dimenticare i tradizionali ap-puntamenti settimanali che scandiranno i ritmi di una stagione ricchissima che inizierà con il Cam-pionato Inverno Mtb con sfide ricche di adrenali-na sul lago di Garda, fra i vigneti di Castenedolo, alle Torbiere del lago d’Iseo e poi a Orzinuovi fino alle sponde dell’Oglio.La stagione della corsa su strada prenderà il via da Borgosatollo, mentre le cinque gare del Loda Tour metteranno a dura prova i polpacci dei corri-dori, per non parlare delle cronoscalate sparse su tutta la provincia. Il calendario ufficiale sarà stila-to lunedì 13 dicembre, quando verrà tracciata la strada del 2011 insieme a una nuova e ambiziosa missione: avvicinare donne e bambini al ciclismo.

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Cara Voce

Quanto viene pubblicato in queste pagine è da attribuirsi unicamente alla re-sponsabilità dei firmatari delle lettere. Nelle lettere è necessario indicare in modo leggibile nome, cognome, indirizzo e numero di telefono di chi scrive per renderne possibile l’identificazione. La redazione si riserva il diritto di sin-tetizzare, senza alterarne il senso, i contributi ritenuti troppo lunghi (massimo 2.500 battute). La pubblicazione di una lettera non implica la condivisione del suo contenuto da parte della direzione del giornale. Non saranno pubblica-te lettere già apparse su altri organi di stampa. Scrivete a “La Voce del Popo-lo”, via Callegari, 6 - 25121 Brescia o via mail a [email protected].

62 LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

Vieni via con me

Egr. direttore,Raitre e i conduttori di “Vieni via con me”, Fazio e Saviano, si sono opposti a dare voce ai cattolici dei movimenti per la vita (a coloro cioè che difendo-no la vita dal suo concepimento fino al suo termine naturale), che avevano ri-chiesto di avere in trasmissione ugua-le spazio a quello riservato ai fautori dell’eutanasia (Giuseppe Englaro, Mina Welby ecc.), ospitati in una recente pun-tata del programma. Questi i fatti. Vie-ne spontaneo rilevare che, pur definen-dosi “democratici”, questi “illuminati” conduttori televisivi (tutti di sinistra e pagati profumatamente dalla Rai) non amano il confronto con valori e idealità che non corrispondono alla loro visione del mondo. Essi ritengono evidentemen-te “cosa loro” il servizio pubblico, paga-to in realtà da tutti i cittadini, anche da coloro che non avallarono il supplizio imposto a Eluana, e che vorrebbero ora rappresentare le loro idee su un piano di parità. C’è di che riflettere, come si vede, soprattutto per quei cattolici che addirittura simpatizzano (inconsapevol-mente?) per ideologie agli antipodi del cristianesimo (da quella marxista a quel-la relativista-nichilista), che dominano pressoché incontrastate nelle program-mazioni di approfondimento “culturale”, in particolare su Raitre e La 7. Program-mazioni tutte sfacciatamente orientate in chiave antigovernativa (l’odio instil-lato contro il Premier ne è un tratto di-

stintivo costante), e che culturalmente si prefiggono l’obiettivo di colpire la Chie-sa cattolica e i valori cristiani, da 2000 anni parti fondanti della nostra civiltà. Propagandare la cultura dell’eutanasia e negare spazio alla visione cristiana di difesa della vita, soprattutto quando essa è più debole e minacciata, la dice lunga sull’auspicato modello di società di Fazio e compagni ed è la cartina di tornasole del loro concetto di “demo-crazia”. Alle persone di buona volontà il compito di aprire gli occhi e di battersi per opporsi a questo disegno. Vieni via con me? No, grazie. Preferisco vivere.

Vincenzo Merlo

Vieni via con me/2

Egr. direttore,nell’ultima puntata di “Vieni via con me” Fazio si toglie subito alcuni sas-solini dalle scarpe, con il sorrisetto di quello che dall’alto dei suoi ascolti può dire oramai quello che vuole. Così si permette di sfottere i “pro-life” affer-mando che è un nome assurdo perché presupporrebbe l’esistenza dei “pro-morte”. E così si toglie dai piedi tutto il dibattito su Englaro e Welby. Delle proteste dei cosiddetti “pro-life” se ne sbatte ampiamente, così come di un ordine del giorno del Cda Rai votato a maggioranza anche dal presidente. Ma come è pensabile che su un tema tanto delicato non si sia ritenuto di dar voce, in forma poeticamente autorale, a una sensibilità del tutto diversa? E invece no,

Le ricette della settimana

Omnibus

Avvenimenti3 dicembre 1984Un gas mortale sprigionatosi dallo stabili-mento indiano di Bophal della Union Car-bide, uccide 3800 persone e ne intossica oltre 200mila

4 dicembre 1968Dalla fusione de “L’Italia” di Milano e “L’Avvenire d’Italia” di Bologna, nasce il nuovo quotidiano nazionale “Avvenire”, di ispirazione cattolica

5 dicembre 1492Cristoforo Colombo sbarca sull’isola di Hispaniola: è il primo europeo a mette-re piede sul territorio delle attuali Haiti e Santo Domingo

la risposta secca è stata che la loro tv è fatta di racconto. Se ad altri piacciono altri racconti, facciano altri programmi: e qui si è toccato il vero tasto dolente. Perché “Vieni via con me” ha dimostra-to che esiste una parte del mondo del-lo spettacolo capace di raccontare in tv storie emozionanti a base di parole, sen-timenti, immagini, pochi effetti speciali, bella musica, pur parteggiando palese-mente per un approccio culturale laici-sta, relativista. Mentre “l’altra parte” sa partorire solo il Bagaglino e sembra in-

[email protected]

capace di toccare le corde del cuore se non attraverso la strumentalizzazione di eventi scioccanti, la spettacolarizzazio-ne della politica o la comicità. Saviano ha raggiunto il vertice dell’ineffabile affermando che il racconto di Welby era una storia d’amore e non di morte. Che raccontare quella storia era anche un atto di rispetto verso chi la pensava diversamente: tutta la poesia, la capa-cità drammaturgica si sono trovate a naufragare miseramente nella difesa a oltranza del proprio pregiudizio ideo-

Maccheroni ai broccoli

Ingredienti: 400 g di broccoli neri, 500 g di maccheroni, 1 bic-chiere di olio extravergine d’oliva, 2 spicchi d’aglio, 1 peperon-cino rosso piccante (fresco o secco).

Preparazione: Mondare e lavare i broccoli, quindi cuocerli in ab-bondante acqua salata. Scolarli e nell’acqua di cottura cuocere i maccheroni spezzettati a metà. Nella stessa pentola, una vol-ta tolta la maggior parte dell’acqua, versare un bicchiere d’olio extravergine di oliva nel quale saranno stati soffritti gli spicchi d’aglio e un peperoncino rosso a pezzetti. Mescolare, unire i broccoli, mescolare ancora e servire.

Conchiglie ai cavolfiori

Ingredienti: 1 cavolfiore verde piccolo, 350 g di conchiglie, 1 cipolla, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva, 4 filetti d’acciu-ghe, 100 g di pomodori pelati, 40 g di uvetta sultanina, 30 g di pinoli, 30 g di formaggio pecorino, sale.

Preparazione: In acqua salata lessare il cavolfiore suddiviso in cimette. Far appassire la cipolla tritata nell’olio; unire acciughe, pomodoro, 3-4 cucchiai d’acqua; cuocere per 10 minuti; unire cavolfiore, uvetta ammollata e pinoli e far insaporire. Nell’ac-qua del cavolfiore lessare la pasta. Condirla col sugo preparato e il pecorino grattugiato.

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Telefono

Cognome

Nome

Al concerto con “Voce”

Vinci due biglietti dei quattro di-sponibili per “Film in concerto - Song song movie” domenica 26 dicembre alle 18 al PalaBrescia con Omnya Symphony Orchestra e il maestro Santori. Quest’anno è il settimo per l’evento benefico.Spedisci il tagliando entro il 17 dicembre a “Al concerto con ‘Vo-ce’” presso “La Voce del Popolo” in via Callegari 6, 25121, Brescia. Gabriella Gandini ha vinto i due biglietti per “7725 tour” di Chia-ra Civello.

“Film in concerto”

IN COLLABORAZIONE CON:

VOCESAS

63LA VOCE DEL POPOLO3 DICEMBRE 2010

logico e della propria verità intesa co-me unica e sola.

Lettera firmata

Zia Michelina

Egr. direttore,tra i tanti problemi della vita, il penulti-mo è la vecchiaia, mentre l’ultimo sarà la morte. Se si campa, si diventa vecchi. E il diventar vecchi è un fenomeno len-to e implacabile. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, il nostro corpo accu-mula il tempo e si ritrova vecchio. Non c’è via di scampo. C’è chi invecchia pri-ma e chi dopo. C’è chi, da vecchio, può godere di buona salute e chi si trascina tra un malanno e l’altro, in uno stato di sopravvivenza. Zia Michelina è giunta ora in quello stato di vita definito “ve-getativo”, perché simile a quello delle piante. Se ne sta tutto il santo giorno seduta in quella poltrona a rotelle, pro-pria di chi è paralizzato e non cammi-na. Viene prelevata, di tanto in tanto, dal suo “trono”, per i bisogni primari, le pulizie del corpo e per essere coricata a letto. Non parla. Raramente fa dei ver-sacci verso un mondo immaginario, che nessuno conosce. Nel grande soggiorno della Casa di riposo dove si trova, altri trenta o più, sono come lei. Se ne stan-no attorno a un televisore sempre acce-so. Scorrono sullo schermo le immagini di gente sorridente, di attricette mezze nude, suadenti, di quiz ricchi e gauden-ti, ma nulla nel viso impassibile di quei vecchi muta. Non un sorriso o una la-

crima traspare. Osservando la scena, un brivido blu scorre lungo la schiena: niente è più stridente fra quel mondo di celluloide, pieno di melliflue risate e di prezzati applausi, con la rottamazio-ne di quei nonni, nell’anticamera della morte. Anche loro, sì, anche loro, sono stati come noi, in gamba ed efficienti. E come noi hanno amato, costruito, pro-gettato, sognato, riso e pianto. Fra essi ci sono imprenditori, farmacisti, agricol-tori, casalinghe, operai, professionisti, dalla malattia parificati e resi inebetiti. E forse, Dio non voglia, anche noi finire-mo così. Ecco perché è opera di grande umanità occuparsi di loro. Un fatto mi ha commosso. Succede ogni sabato du-rante la Santa Messa. Se ne stanno zitti nel loro mondo impenetrabile. Non di-cono una preghiera. Ma quando la suo-ra passa per la Comunione, un fremito li scuote, mugulano, fanno versi, la desi-derano, spalancano la loro bocca, quasi gustassero il paradiso. Certo, loro non sono coscienti, non sanno quello che fanno. O almeno, non sanno spiegarlo. Ma, dal gesto, sembrano percepire che Dio li ama immensamente. Li osservo ancora per un attimo mentre penso ai loro mondi, silenziosi, remoti, solitari, distanti anni luce dalle nostre convulsio-ni quotidiane. In realtà sono ritornati lat-tanti da svezzare. La parabola della loro vita si è conclusa sul punto di partenza. Senza una mano amica che li nutre e li cura, finirebbero in pochi giorni nella spazzatura. Come i bimbi. In fondo cos’è mai la vita se non un continuo pensare?

Loro sono liberi da questa catena menta-le. Ora zia Michelina ha ottantotto anni e fino a dieci anni fa controllava, dalla sua casa, la piazzetta di Caionvico. Rimasta signorina e senza più il negozio di com-merciante, aveva il tempo per osservare l’andirivieni della gente. Era quindi un po’ la voce del popolo, perché le notizie che attraversavano la piazzetta venivano da lei immediatamente captate e divul-gate. È stata una brava persona onesta e diligente. Non ha mai imbrogliato e per un commerciante è un fatto degno di onore. A un certo punto fece capolino l’Alzheimer e fu ricoverata a Capriolo. Da dieci anni è lì, trattata con amore. Or-mai non è più cosciente né del posto né della sua situazione. Quando i parenti le fanno visita ha un attimo di gioia, un’im-provvisa luce negli occhi, ma poi cade subito nell’inerzia e nel fissare il vuoto dinanzi a sé. Non un desiderio, non una parola che indichi un interesse per la vi-ta. Solo se ne sta pacifica, sempre lì in posa, come una statua che si acconten-tasse solo di respirare. È come se stes-se in una stazione abbandonata, a fissa-re i binari, in attesa di un treno che non arriverà mai e che lei stessa nemmeno desidera di prendere. Però anche lei fa sempre la Comunione. È dura per alcuni la vita, ma ancor più per chi è vecchio e malato. Fortunato chi può essere assisti-to con rispetto negli ultimi anni. Zia Mi-chelina è tra questi fortunati. È trattata con i guanti, è curata e servita per bene. Solo non sa di essere una privilegiata.

Adriana Mor

6 dicembre 1992Ad Ayodhya, in India, estremisti indù, appartenenti al partito nazionalista Bha-tatiya Janata e ad alcune organizzazioni sue alleate, demoliscono la moschea di Babri Masjid

7 dicembre 1941Migliaia di militari americani muoiono in seguito all’attacco aereo giapponese su Pearl Harbour, nelle isole Hawaii

8 dicembre 1854Papa Pio IX proclama il dogma dell’Im-macolata Concezione della Beata Vergi-ne Maria

9 dicembre 1990Lech Walesa vince il ballottaggio al-le elezioni presidenziali in Polonia. È il primo leader eletto democrati-camente dopo la caduta del regime comunista

L’esperto risponde a cura delle Acli Bresciane

D.: Per motivi personali non sono riuscita a riscuotere il bonifico per il co-siddetto Bonus gas. È perso definitivamente?

R.: No, a breve Poste italiane emetterà nuovamente tutti i bonifici relativi al Bonus gas scaduti senza essere stati riscossi dai cittadini.Tale riemissione verrà eseguita in maniera massiva per tutti i bonifici emessi e non riscossi fino al 31 ottobre 2010 senza richiesta da parte dei cittadini. Una volta ricevuta la comunicazione di nuova disponibilità del bonifico, il cittadino potrà recarsi presso un qualsiasi ufficio postale per la riscossione senza necessità di attendere ulteriori comunicazioni.

Aforismi

La parola di un uomo è il più duratu-ro dei materiali

(Arthur Schopenhauer)

La pazienza è l’arte di sperare (Luc de Clapiers de Vauvenargues)

Non avere paura della perfezione, tanto non la raggiungerai mai

(Salvador Dalì)

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La tradizionale fiera dei prodotti tipici dei settori dolciario, agroalimentare, enogastronomico e dell’artigianato.

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7-8 Dicembre 2010 - Carpenedolo (Bs)