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Ǥ Non ha fatto nomi e neppure cognomi, ma il messaggio è arrivato, ancora una volta, netto e chiaro. Un “richiamo permanente” quello del presidente della Cei. L’ennesimo. Bagnasco ha interpretato quello che sentono gli italiani, un “attonito sbigottimento a livello culturale e morale”, un “senso d’insicurezza diffuso nel corpo sociale”, insomma un “oscuramento della speranza collettiva”. Cosa serve allora per “risvegliare la speranza”? Basteranno la gioia e l’entusiasmo dei giovani della Gmg, dei credenti al Congresso eucaristico, dell’impegno quotidiano nelle comunità cristiane? Qualcuno ci crede. Ci crede soprattutto chi non smette di pensare che il cristianesimo ha qualcosa da ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 dire e dare a una politica “dalle passioni tristi”. La vita nella fede, “la conversione cristiana è anche e soprattutto fonte di gioia, di speranza e di amore”, ripete Bagnasco, con le parole di Benedetto XVI a Venezia. “L’Italia ha una missione da compiere, l’ha avuta nel passato e l’ha per il futuro. Non deve autodenigrarsi! Bisogna dunque reagire con freschezza di visione e nuovo entusiasmo, senza il quale è difficile rilanciare qualunque crescita, perseguire qualunque sviluppo”. Su Berlusconi e la “questione morale” il Presidente della Cei ha parlato a lungo, con franchezza, ripetendo una posizione già molto ben definita a più riprese. Ma questo è comunque il passato. Quel che conta è l’invito a muoversi in prospettiva. Ma con quale proposta? Il senso di blocco che tutti percepiscono è dovuto al fatto che, dopo quasi 20 anni di alternanze, puntualmente prodottesi tra il centro-destra e il centro-sinistra, l’alternativa non è l’alternanza, cioè la sostituzione dell’attuale maggioranza di governo con l’attuale opposizione, ma la ristrutturazione del sistema. In questo passaggio così delicato è ovvio l’interesse per le riflessioni, le posizioni, le iniziative dei cattolici. Qualcuno guarda a Brescia. Lo fa il “Corriere della sera” che alcuni giorni fa ha promosso un dibattito sul ruolo dei cattolici liberali bresciani. Tra satelliti e correnti, spinte, banche e imprenditori, analisti, compagnie e osservatori non si saltano né i nomi, né i cognomi e s’invoca, ancora una volta, l’alto patronato della Chiesa e magari direttamente del Vescovo. Certo quest’inizio d’autunno bresciano sembra carico d’intensi movimenti, per non dire di “accese riflessioni”. A Brescia il laicato cattolico ne sarà protagonista e qualcuno amerà solo leggervi trame, accordi e complotti. Cosa farà la Chiesa bresciana? Continuerà a ispirare, stimolare e testimoniare i valori di un Vangelo da incarnare nella vita quotidiana. Lo farà per tutti coloro che, in qualsiasi direzione, vorranno da cristiani impegnarsi per il bene comune. Lo farà senza privilegi e senza censure. Ciò che i cattolici hanno fatto per Brescia è grande ed è evidente. Spesso la loro opera ha segnato anche la vita dell’Italia. Verranno strade nuove? Forse sì a patto che non dominino nel laicato cattolico le logiche di parte, aldilà delle legittime differenze. Se da Brescia nascerà il nuovo, come qualcuno auspica, nascerà con umiltà con una proposta fondata su principi e valori di moralità e partecipazione magari esprimendo delle proposte di aggregazione e di leadership su cui sperimentare forme di libera, ampia e articolata convergenza “secondo – come dice Bagnasco – la linea culturale del realismo cristiano” . Il lavoro da fare è tanto, molte energie sono disponibili. ǫ Un nuovo anno pastorale, scolastico, di attività è iniziato. Abbiamo ripreso il cammino, senza averlo mai interrotto completamente. Siamo infatti naturalmente “esseri in cammino”. Sì, ma verso dove? era una frase che girava anni fa. Mi pare ancora assai attuale. Camminare è neces- sario, ma occorre sapere dove andare – e magari come e con chi. Il cristiano conosce la strada (Cristo stesso), sa qual è la méta (saremo per sempre con il Signore), “sente” (o dovrebbe sentire) che non è solo, che molti, sulla terra e in cielo, condividono e sostengono il suo cammino. Ottobre è per eccellenza mese missionario e mese del Rosario. La Chie- sa esiste non per se stessa, ma per evangelizzare. I santi questo l’hanno ben compreso, dagli Apostoli a S. Francesco Saverio, a S. Teresina (Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo), al prossimo Santo Conforti. Ma hanno anche capito che la prima missione, il pri- mo apostolato è quello della preghiera. Beati noi se sappiamo – anche con l’aiuto della corona del Rosario – riscoprire il dono e l’impegno di accogliere e trasmettere il lieto annuncio di Gesù Salvatore. Brescia. Il pgt e il disegno della città futura Rezzato. Tre comunità in cammino verso il Santuario ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Ǧ ǡ Ǧ ȋ ǤǤȌ Accademia cattolica. Senza i pregiudizi il dialogo è possibile Oec. L’arte per la vita buona del Vangelo Brescia si fa in due per mantenere la vetta Brescia. L’energia e le sfide (vinte) dell’Asm Ǥ U (o in per sa esi l ’hanno Teresina Santo Conf o mo apostolato con l’aiuto del accogliere e tr ǤǤ ǯ Ǥ Dz ǯdz ° ǡ

La Voce del Popolo 2011 37

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L’appello del card. Angelo Bagnasco a “purificare l’aria” è la prova della preoccupazione con cui la Chiesa italiana guarda al Paese, che sembra caratterizzato da un attonito sbigottimento morale e culturale

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Non ha fatto nomi e neppure cognomi, ma il messaggio è arrivato, ancora una volta, netto e chiaro. Un “richiamo permanente” quello del presidente della Cei. L’ennesimo. Bagnasco ha interpretato quello che sentono gli italiani, un “attonito sbigottimento a livello culturale e morale”, un “senso d’insicurezza diffuso nel corpo sociale”, insomma un “oscuramento della speranza collettiva”. Cosa serve allora per “risvegliare la speranza”? Basteranno la gioia e l’entusiasmo dei giovani della Gmg, dei credenti al Congresso eucaristico, dell’impegno quotidiano nelle comunità cristiane? Qualcuno ci crede. Ci crede soprattutto chi non smette di pensare che il cristianesimo ha qualcosa da

dire e dare a una politica “dalle passioni tristi”. La vita nella fede, “la conversione cristiana è anche e soprattutto fonte di gioia, di speranza e di amore”, ripete Bagnasco, con le parole di Benedetto XVI a Venezia. “L’Italia ha una missione da compiere, l’ha avuta nel passato e l’ha per il futuro. Non deve autodenigrarsi! Bisogna dunque reagire con freschezza di visione e nuovo entusiasmo, senza il quale è difficile rilanciare qualunque crescita, perseguire qualunque sviluppo”. Su Berlusconi e la “questione morale” il Presidente della Cei ha parlato a lungo, con franchezza, ripetendo una posizione già molto ben definita a più riprese. Ma questo è comunque il passato. Quel che conta è l’invito a muoversi in prospettiva. Ma con quale proposta? Il senso di blocco che tutti percepiscono è dovuto al fatto che, dopo quasi 20 anni di alternanze, puntualmente prodottesi tra il centro-destra e il

centro-sinistra, l’alternativa non è l’alternanza, cioè la sostituzione dell’attuale maggioranza di governo con l’attuale opposizione, ma la ristrutturazione del sistema. In questo passaggio così delicato è ovvio l’interesse per le riflessioni, le posizioni, le iniziative dei cattolici. Qualcuno guarda a Brescia. Lo fa il “Corriere della sera” che alcuni giorni fa ha promosso un dibattito sul ruolo dei cattolici liberali bresciani. Tra satelliti e correnti, spinte, banche e imprenditori, analisti, compagnie e osservatori non si saltano né i nomi, né i cognomi e s’invoca, ancora una volta, l’alto patronato della Chiesa e magari direttamente del Vescovo. Certo quest’inizio d’autunno bresciano sembra carico d’intensi movimenti, per non dire di “accese riflessioni”. A Brescia il laicato cattolico ne sarà protagonista e qualcuno amerà solo leggervi trame, accordi e complotti. Cosa farà la Chiesa bresciana? Continuerà a

ispirare, stimolare e testimoniare i valori di un Vangelo da incarnare nella vita quotidiana. Lo farà per tutti coloro che, in qualsiasi direzione, vorranno da cristiani impegnarsi per il bene comune. Lo farà senza privilegi e senza censure. Ciò che i cattolici hanno fatto per Brescia è grande ed è evidente. Spesso la loro opera ha segnato anche la vita dell’Italia. Verranno strade nuove? Forse sì a patto che non dominino nel laicato cattolico le logiche di parte, aldilà delle legittime differenze. Se da Brescia nascerà il nuovo, come qualcuno auspica, nascerà con umiltà con una proposta fondata su principi e valori di moralità e partecipazione magari esprimendo delle proposte di aggregazione e di leadership su cui sperimentare forme di libera, ampia e articolata convergenza “secondo – come dice Bagnasco – la linea culturale del realismo cristiano” . Il lavoro da fare è tanto, molte energie sono disponibili.

Un nuovo anno pastorale, scolastico, di attività è iniziato. Abbiamo ripreso il cammino, senza averlo mai interrotto completamente. Siamo infatti naturalmente “esseri in cammino”. Sì, ma verso dove? era una frase che girava anni fa. Mi pare ancora assai attuale. Camminare è neces-sario, ma occorre sapere dove andare – e magari come e con chi. Il cristiano conosce la strada (Cristo stesso), sa qual è la méta (saremo per sempre con il Signore), “sente”

(o dovrebbe sentire) che non è solo, che molti, sulla terra e in cielo, condividono e sostengono il suo cammino. Ottobre è

per eccellenza mese missionario e mese del Rosario. La Chie-sa esiste non per se stessa, ma per evangelizzare. I santi questo

l’hanno ben compreso, dagli Apostoli a S. Francesco Saverio, a S. Teresina (Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo), al prossimo

Santo Conforti. Ma hanno anche capito che la prima missione, il pri-mo apostolato è quello della preghiera. Beati noi se sappiamo – anche con l’aiuto della corona del Rosario – riscoprire il dono e l’impegno di accogliere e trasmettere il lieto annuncio di Gesù Salvatore.

Brescia. Il pgt e il disegno della città futura

Rezzato. Tre comunitàin camminoverso il Santuario

Accademia cattolica.Senza i pregiudiziil dialogo è possibile

Oec.L’arte per la vitabuona del Vangelo

Brescia si fa in due per mantenerela vetta

Brescia.L’energia e le sfide(vinte) dell’Asm

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È stata una legge regionale del 2005 a segnare formalmente il passaggio dal piano regolatore generale al piano di governo del territorio. Contrariamente a quanto spesso avviene in politica non si è trattato di una rivoluzione “gattopardesca”. Il cambio di definizione ha comportato anche una radicale modifica dei criteri di programmazione territoriale. Se con i prg l’attività di programmazione territoriale era vincolata all’approvazione

della Regione (necessaria perché ogni singolo Comune potesse poi approvare il proprio piano) con l’introduzione dei pgt la situazione si ribalta totalmente. È dei Comuni la compentenza esclusiva in tema di programmazione edificatoria e urbanistica. La Provincia è chiamata, alla luce di quelle che sono sue competenze specifiche in materia di infrastrutture di trasporto di livello sovraccomunale, di difesa del suolo, di paesaggio e di ambiti agricoli strategici, a verificare la

compatibilità del documento di piano (la prima parte dei pgt) con lo specifico piano provinciale. Anche l’Asl e l’Arpa con i loro pareri contenuti nella Vas (la Valutazione ambientale strategica) possono in qualche modo condizionare l’autonomia programmatoria dei Comuni. Due i passaggi che il pgt deve compiere in consiglio comunale: il primo per l’adozione e il secondo, dopo un periodo di tempo congruo per le opportune osservazioni, per l’approvazione.

ta tenendo banco sui media locali il dibattito per l’ado-zione da parte del Comune di Brescia del piano di go-verno del territorio, il pgt.

Per la città, come per gli altri comuni bresciani, si tratta di una “prima vol-ta”; Brescia si appresta a adottare il nuovo strumento di programmazio-ne urbanistica introdotto nel 2005 con una legge regionale che ha man-dato in pensione i piani regolatori generali. A Brescia la discussione ha assunto i toni dello scontro politico, con buona pace della necessità di un confronto sul merito delle scelte che hanno guidato l’azione programma-toria dell’amministrazione comunale. La lente della contrapposizione poli-tica non rende giustizia ai criteri che hanno portato alla definizione del pgt a cui si affida la progettazione della città di domani. Criteri che, al di là del ca-so Brescia, possono interessare tutti i comuni della Provincia che entro il 31 dicembre del prossimo anno dovran-no approvare il pgt. Un aiuto, in que-sta direzione, arriva da Maurizio Tira (nell’immagine sopra la foto di centrio pagina), ordinario di di pianificazione urbanistica all’Università di Brescia e presidente del Centro provinciale studi urbanistici dell’Ordine degli ingegne-ri. “Il piano di governo del territorio – è la premessa di Tira – è diviso in tre parti. Se si vuole parlare di criteri

bisogna concentrarsi sulla prima, de-nominata documento di piano”. È in questo documento che sono esplici-tate le strategie definite dalla singola amministrazione rispetto al governo del suo territorio. “Brescia – afferma il docente di pianificazione urbanistica – da questo punto di vista pare avere puntato su una strategia che preve-de la crescita della città, invertendo di fatto una tendenza che prosegue ininterrotta già dal censimento del

che, secondo Tira, caratterizza il pgt cittadino è quello legato al rapporto tra pubblico e privato in merito alla questione delle finanze e delle risor-se con cui realizzare la trasformazio-ne futura della città. Per l’urbanista si tratta di una novità importante, forse il primo fra gli elementi strategici. “Questi aspetti – è un’altra puntua-lizzazione di Tira – si scontrano con l’urgenza ambientale perché usare il territorio per risolvere alcuni proble-mi economico-finanziari del pubblico e del privato comporta l’introduzione di impatti ambientali che hanno costi per il pubblico e per i privati”. L’equi-librio tra questi due aspetti evidente-mente non è facile e anche nel dibat-tito consigliare il tema è tornato più volte, anche se piegato alle ragioni del dibattito politico. Quella che Bre-scia sta vivendo da tempo, però, è una stagione segnata da un costante pro-cesso di regressione demografica e da una crisi che ha minato la tradizionale solidità economica del pubblico e del privato. Se questa è la realtà non è un azzardo legare la Brescia di domani a questi due ambiti strategici? “Non cre-do – è la risposta di Tira – che il Comu-ne pensi al traguardo dei 220mila abi-tanti come semplice incremento della popolazione, credo piuttosto si pensi a un cambio di passo della città forte-mente condizionata dalla fase postin-dustriale che sta vivendo”. Un cambio

1971”. Un’idea di crescita, sottolinea ancora Maurizio Tira, che non si limita ai 220mila abitanti, ma che punta an-che sull’offerta di servizi per acquisi-re un rango di città più importante di quanto Brescia non sia stata in questi anni. “Un ruolo di primo piano – os-serva ancora – a cui Brescia ha do-vuto rinunciare a causa del progres-sivo venir meno della sua vocazione industriale”. Altro aspetto strategico

di passo per fare di Brescia una città attraente anche per quel che concerne l’occupazione. All’idea della crescita demografica è legata anche quella del rango direttamente proporzionale al-la dimensione della città. “In questa prospettiva – commenta ancora – è legittimo domandarsi se la crescita immaginata debba concretizzarsi esclusivamente all’interno dei confini cittadini o se, grazie al sistema di re-lazioni del territorio, possa interessa-re anche l’area metropolitana che già oggi può contare su una popolazione di più 500mila abitanti”. Dal punto di vista delle risorse per l’urbanista biso-gna superare, come avviene in tante altre città europee, quei meccanismi

che condizionano la costruzione del-la città pubblica alle risorse in arrivo dalle trasformazioni operate da pri-vati. “Si tratta di un tipo di approccio da rivedere – afferma Maurizio Tira – a vantaggio della definizione delle ri-sorse che i privati devono garantire al Comune non più sulla base dei volumi costruiti ma sui guadagni realizzati”. Questi meccanismi sono stati recepiti anche dal pgt di Brescia, “quello che ancora manca – sottolinea l’urbanista – è il conto economico che dal punto di vista ambientale la città immagina-ta dal pgt andrà a generare”. La pro-duzione di rifiuti, il consumo di risor-se idriche e altri aspetti ancora sono dei costi”.

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Il piano di governo del territorio (abbreviato e oggi conosciuto come Pgt) è il nuovo strumento urbanistico introdotto in Lombardia dalla legge regionale lombarda n.12 dell’11 marzo 2005. Il pgt, come si legge in queste pagine, ha sostituito il piano regolatore generale come strumento di pianificazione urbanistica a livello comunale e ha lo scopo di definire l’assetto dell’intero territorio comunale. Salvo deroghe, la legge prevedeva che tutti i Comuni lombardi si

dotassero di un pgt entro marzo 2009. Pochi, pochissimi i Comuni lombardi, bresciani compresi, che sono stati in grado di rispettare i tempi iniziali, tanto che il Consiglio regionale ha prorogato una prima volta al 31 marzo 2010, una seconda al 31 marzo scorso e, infine al 31 dicembre 2012, la data entro cui i Comuni devono dotarsi in via definitiva del piano. Nel Bresciano, secondo gli ultimi dati diffusi dalla Regione, sono 91 i Comuni che hanno adottato il pgt.

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l card. Angelo Bagnasco è stato chiaro. “Chiunque sceglie la mi-litanza politica – ha affermato il presidente della Cei nella sua proluzione all’assemblea gene-

rale dei Vescovi italiani – deve esse-re consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’ono-re che comporta”. Non poteva esse-re più esplicito di così nell’affronta-re, come avviene ad ogni assemblea Cei, la situazione politica del Paese. Quella commentata dal presidente dei Vescovi italiani è una stagione di ta-le degrado da indurre il card. Bagna-sco a parlare addirittura di questione morale. “La responsabilità morale – ha precisato al proposito – ha una gerarchia interna che si evidenzia da sé, a prescindere dalle strumentalizza-zioni che pur non mancano”. Il Cardi-nale ha riconosciuto che “si rincorro-no, con mesta sollecitudine, racconti che, se comprovati, a livelli diversi ri-levano stili di vita difficilmente com-patibili con la dignità delle persone e

politica perché, “anche quando non risultano sugli spalti”, siano “dove vita e vocazione li portano”. Bagna-sco ha fatto riferimento ai “percorsi diversi, a livelli molteplici, per quanti intendono concorrere alla vitalità e alla modernità della polis”. Anche se “hanno dato talora un senso anche di dispersione”, tuttavia “si è trattato di una sorta d’incubazione” in vista di una crescita della “partecipazione” e di “una nuova consapevolezza che la fede cristiana non danneggia in alcun modo la vita sociale”. A richiami e am-monimenti così forti, la politica però ha risposto dando ancora una volta prova di vivere in un “universo paral-lelo”. Piuttosto che scegliere la via di un decoroso silenzio, come quello che una volta tenevano i bambini sopresi dalla mamma con le mani nel barat-tolo della marmellata, alcuni rappre-sentanti della politica, esponenti di governo, hanno commentato le parole del Presidente della Cei, rinnovati an-che nel corso di un incontro all’Am-

il decoro delle istituzioni e della vita pubblica”. E se “è l’esibizione talora a colpire” come pure “l’ingente mo-le di strumenti d’indagine messa in campo” e “la dovizia delle cronache a ciò dedicate”, “nessun equivoco tut-tavia può qui annidarsi”, ha aggiunto richiamando come “i comportamen-ti licenziosi e le relazioni improprie” siano “in sé stessi negativi” e produ-cano “un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà”. Dal Presidente dei Vescovi è giunto l’invito a “purifi-care l’aria, perché le nuove genera-zioni – crescendo – non restino avve-lenate”. Di qui l’appello ai cattolici in

basciata italiana presso la Santa sede, come se si trattasse di inviti generici, evidentemente destinati a qualcun al-tro. Nessuno si è sentito interpellato in prima persona; tutti hanno ritenu-to che le parole del card. Bagnasco andassero a stigmatizzare i compor-tamenti di altri. In realtà anche se al-cune degenerazioni sono più evidenti di altre (anche se come ha avvertito il presidente della Cei molti racconti de-vono ancora essere comprovati) ap-pare chiaro che l’intero sistema poli-

tico italiano è viziato da limiti che non gli consentono più di avere la giusta lucidità per affrontare i problemi di un Paese in profonda crisi. La Chiesa, spesso vittima di strumentalizzazione, ha parlato e tramite il Presidente dei suoi Vescovi ha stigmatizzzato com-portamenti e azioni. Alla politica, a tutta la politica, tocca ora fare sinte-si e tesoro di parole che, mai come in questa occasione, sono state chiare e ferme, anche se il card. Bagnasco non ha fatto nomi e cognomi.

La parte della prolusione che il card. Bagnasco ha dedicato alla situazione politica del Paese ha fatto discutere, com’era logico attendersi. Il mondo della politica ha piegato, come spes-so accade le parole del Presidente dei Vescovi italiani, alla logica della contrapposizione, dimenticando però che si tratta di osservazioni destinate a stigmatizzare ogni tipo di malcostu-me: da quelli più evidenti e oggetto an-che di procedimenti giudiziari, a quelli mano sbandierati ma non per questo meno gravi. Sconcertanti sono state comunque alcune reazioni del mon-do della politica o di quella parte di stampa a supporto più o meno diret-to di partiti e leader politici. In un co-municato stampa Sandro Bondi (nel-la foto) del Pdl ha dichiarato di aver letto la prolusione. “ Con la massima umiltà – ha affermato il parlamenta-re del Pdl –, mi permetto di affermare

di non essere d’accordo, almeno nel metodo, con il presidente della Cei’’. Per Sandro Bondi il card. Bagnasco si sarebbe pronunciato sulla delica-ta e difficile situazione in cui versa la società italiana e sulle qualità e le capacità della classe politica, nel suo complesso, di farvi fronte in manie-ra adeguata “addivenendo a conclu-sioni che sono apparse unilaterali, prestando il fianco inevitabilmente a strumentalizzazioni di ogni sorta, prendendo evidentemente per buo-ne delle premesse che sono invece a tutt’oggi delle semplici accuse non dimostrate”. Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda anche i commenti di altri parlamentari di centro-destra e de “Il Giornale” che all’indomani della prolusione del card. Bagnasco ha pubblicato un editoriale a firma di Vittorio Feltri dal titolo “Democrazia porporata. I vescovi si fanno partito”.

“Non saremo noi ad accusare Bagna-sco di interferire illegittimamente nel-la vita pubblica – ha scritto Feltri – , poiché egli “ha il diritto, come qua-lunque cittadino, di esprimere il pro-prio pensiero”. Secondo “Il Giornale”, però, vi sarebbe piuttosto “il solito doppiopesismo dell’opposizione che “ogni qualvolta un alto prelato apre la bocca e sostiene una tesi ad essa non gradita, grida all’interferenza”. D’altronde la Cei, “molto prudente e cauta nel giudicare le trasgressioni di parecchi sacerdoti, mostra di es-sere rigorosa nel valutare quelle del laico premier”. “Le parole del cardi-nale Bagnasco vanno accolte come un monito durissimo da parte di chi in questi anni ha governato il Paese lasciando che comportamenti privati palesemente immorali assurgessero a rilevanza pubblica”: è stato invece il commento del presidente nazionale

delle Acli, Andrea Olivero. “La Chiesa – ha aggiunto – richiama ciascuno ad un comportamento consono ai ruoli che ricopre, prescritto in modo ine-quivocabile dalla stessa Carta Costi-tuzionale”. Il presidente delle Acli ha concluso il suo intervento invitando ciascuno a non chiamarsi fuori, per-ché “corruzione, evasione fiscale, cri-minalità organizzata, diffusa illegalità impongono cambiamenti di gruppi dirigenti ed insieme di costumi per-sonali e politici diffusi. Per purificare l’aria del Paese ognuno deve fare la sua parte”. Condivisione per le paro-le del Presidente della Cei è giunta da Carlo Costalli, presidente nazionale di Mcl. “Solo comportamenti congrui ed esemplari commisurati alla durezza della situazione – sono le sue consi-derazioni – hanno titolo per convin-cere a desistere dal pericoloso gioco dei veti e degli egoismi incrociati”.

Dopo un fine settimana segnato dalla richiesta palestinese di riconoscimento di un Stato, attraverso le parole del presidente Mahmoud Abbas in uno storico discorso all’Assemblea plenaria dell’Onu, tocca al Consiglio di sicurezza pronunciarsi sulla questione. “Una decisione – ha detto il Presidente palestinese – attesa nell’ordine di settimane e non mesi. Due settimane, per la precisione, secondo il dirigente di al Fatah, Azzam al Ahmad. Al

Palazzo di Vetro, intanto, ci si interroga se i palestinesi otterranno i nove voti a favore su 15, che costringerebbero gli Stati Uniti a porre il veto annunciato da tempo, oppure se nel frattempo si riesca a raggiungere un accordo per la ripresa di negoziati diretti tra palestinesi e israeliani, sulla scia della proposta del cosiddetto ‘Quartetto’ (Stati Uniti, Russia, Nazioni Unite e Unione europea). Sono in molti, tuttavia, ad affermare che lo scenario

che si profila è quello di un veto americano in Consiglio di sicurezza al pieno riconoscimento di un Stato palestinese. Al suo rientro a Ramallah, in Cisgiordania, il presidente Abu Mazen ha ufficializzato l’indisponibilità a intavolare trattative finché Israele non decreterà lo stop alla costruzione di nuove colonie, speranza vanificata dalla decisione israeliana di procedere alla costruzione di nuove abitazioni nella parte est di Gerusalemme.

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essantaquattro pagine per raccontare un anno di ca-rità. A una dettagliata pub-blicazione la Caritas dioce-sana ha, infatti, affidato il

compito di “certificare” il tanto bene realizzato nel corso del 2010 all’in-terno di quattro ambiti d’azione: pro-mozione pastorale della carità; opere segno; promozione del volontariato giovanile; emergenze e mondialità. Ambiti che trovano il loro punto di raccordo nella “scelta pastorale delle relazioni”, il mandato che il vescovo Luciano Monari ha più volte dato al-la Caritas per moltiplicare le relazio-ni tra le persone, tra le famiglie, tra gruppi sociali, tra parrocchie per far fronte al contesto di crescente vulne-rabilità, segnato, oltre che dalla crisi economico-finanziaria, dalla solitudi-ne relazionale. In questa prospettiva, come si legge nelle prime pagine del-la pubblicazione, è andato assumen-do un’importanza sempre maggiore il ruolo delle Caritas parrocchiali, come antenne capaci di intercettare, analizzare, rispondere ai bisogni delle comunità. Realtà, quelle parrocchiali, con cui la Caritas diocesana Brescia ha instaurato un rapporto di compar-tecipazione. Esemplificativi in tal sen-so i criteri gestionali che definiscono la partecipazione ai progetti “Ottavo giorno”, “Microcredito sociale”, “Fon-do Briciole Lucenti” dettagliatamente descritti nella pubblicazione che “cer-tifica” 12 mesi di carità. Se importanti, nell’economia complessiva del 2010 di Caritas, sono statequelle occasioni pensate per sensibilizzare le comunità bresciane alla pastorale della carità, determinanti per conoscere il bisogno bresciano e le risposte che la rete Ca-ritas è stata in grado di fornire diventa la rendicontazione relativa alle cinque opere segno della mano fraterna. Si tratta di iniziative nate dal confron-

crocredito sociale che può contare su nove sportelli attivi in diocesi (91 le parrocchie che hanno aderito al pro-getto). Cifra analoga è quella del valo-re dei prodotti distribuiti dall’Ottavo giorno, la piattaforma logistica aperta presso l’Ortomercato grazie alla quale la rete Caritas ha potuto aiutare oltre 5000 famiglie. Poco più di 30mila so-no stati i pasti distribuiti dalla mensa “Madre Menni” ai 1222 ospiti seguiti lo scorso anno. A quasi 86mila euro am-montano invece gli aiuti del sostegno all’occupazione, mentre il quinto e ul-timo dito dalla mano, quello del fon-do assistenza, ha distributo, tra ticket e contanti, quasi 71mila euro. Con la giornata del pane 2010 la Caritas ha dato avvio anche il Fondo Briciole Lucenti, uno strumento pensato per rispondere ai bisogni delle famiglie in difficoltà a causa delle ripercussioni della crisi finanziaria.Particolarmente significativi, nel bi-lancio Caritas 2010, i dati relativi al-le emergenze umanitarie nazionali e internazionali. Non sono solo le voci relative a quanto trasmesso dalla Ca-ritas diocesana alle strutture naziona-li e internazionali per il terremoto in Abruzzo o per quello di Haiti, a cer-tificare l’importanza di questa parte di bilancio. Ci sono anche mille altri rivoli, dai 20mila euro inviati in Cile per le popolazioni colpite dal sisma del febbraio 2010, ai 130mila con cui, nell’agosto e settembre dello scorso anno Brescia si è mostrata solidale con il Pakistan colpito dalle alluvioni. “Piccole” gocce che assommate l’una alle altre portano alla cifra di oltre 1 milione 600mila euro che la Caritas diocesana, grazie a una solidarietà dif-fusa, probabile frutto di quell’azione di sensibilizzazione alla carità avviata nel 2010, ha potuto inviare a Paesi in grande difficoltà. Piccoli aiuti che tro-vano spazio nel bilancio presentato.

La gestione dell’accoglienza degli immigrati dal Nord Africa nelle diocesi e su tutto il territorio italiano. Di questo si è discusso nel seminario di Caritas italiana-ufficio immigrazione sull’emergenza Nord Africa. All’incontro, aperto da mons. Vittorio Nozza (nella foto), direttore di Caritas italiana, hanno perso parte 120 rappresentanti di 62 diocesi e Caritas coinvolte nell’accoglienza. Nelle strutture diocesane sono ospitate 2.742 persone (capofila sono Lombardia,

Triveneto e Sicilia), il 12,2% dei 22.264 profughi attualmente accolti sul territorio italiano, su 55mila arrivi dall’inizio dell’anno. “C’è un potenziale di nuovi arrivi dal Nord Africa, soprattutto dalla Libia. La nostra richiesta è che non riprendano i respingimenti in mare come nel 2009, ma le premesse non sono incoraggianti”. È la preoccupazione espressa da Riccardo Clerici, dell’Unhcr (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) durante l’incontro.

La possibilità di nuovi arrivi è data anche dai movimenti di persone tra i Paesi africani: tra il 7 e il 13 settembre sono entrati in Tunisia ed Egitto dalla Libia 4.532 migranti. Di questi, 1767 verso la Tunisia. Il problema più scottante, “che necessita una soluzione”, come ricordato da Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione di Caritas italiana, riguarda i migranti che lavoravano in Libia ma non provenienti da Paesi che possono ottenere il

riconoscimento di una qualche forma di protezione umanitaria: si tratta di “migranti economici forzati dal conflitto a venire in Italia”, a rischio diniego. “Molti preferiscono diventare irregolari piuttosto che tornare a casa – ha fatto notare Forti –. Dobbiamo rendere i rimpatri volontari assistiti una condizione appetibile”. Anche se, ha ricordato Giulia Falzoi, dell’Oim, “i posti a disposizione per i rimpatri assistiti sono pochissimi e i finanziamenti limitati”.

to tra il vescovo Monari e la Caritas diocesana per dare risposte ad un bi-sogno andato sempre in crescendo in parallelo con una crisi economica che ha fatto sentire in modo sempre più evidente il suo peso anche su fasce della popolazione sino a poco tempo fa estranee alla povertà. Microcredi-to sociale, Ottavo giorno, mensa “Ma-dre Menni”, sostegno all’occupazione e fondo di assistenza sono le cinque dita della mano che, insieme, nel 2010 hanno consentito di alleviare tante sofferenze. Quasi 500mila sono gli euro di credito concessi con il mi-

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A chi ha un computer e un collegamento internet consiglio, se non l’ha già fatto, di cercare l’intervista a Terry De Nicolò e di ascoltarla attentamente perché dura pochi minuti, ma è un’enciclopedia della filosofia di vita che circola in certi ambienti. Per quelli che non hanno il pc posso fornire qualche pillola del magistero della signora. Terry De Nicolò sostiene che “Tarantini è un imprenditore di grande successo, un mito”. L’uomo che ha messo a verbale che “le donne e la cocaina favoriscono gli affari”, che ha barattato prostitute in cambio di appalti, che con la moglie ha messo in piedi una ragnatela di ricatti per i quali entrambi sono stati arrestati è “uno che è riuscito ad arrivare all’apice, e non è da tutti”. È stato bravissimo e lo è, perché lui “ha vissuto giorni da leone mentre gli altri vivono 100 anni da pecora”. Ha dei pasticci per via dell’invidia. L’importante è arrivare in alto, non importa con quali mezzi. L’unica legge che conta è questa: “Quando sei onesto non fai grande business, rimani nel piccolo. Se vuoi arrivare in alto devi rischiare in proprio, devi rischiare il … . Per avere

Come da tradizione con la fine di settembre si realizza sulla prima pagina di “Voce” l’avvicendamento tra gli autori delle 1100 battute del pezzo accanto alla testata. Si tratta di brevi interventi, quasi un saluto del settimanale ai suoi lettori. A suor Francesca Bernacchia, delle Dorotee da Cemmo, direttrice del Mater divinae gratiae e insegnante di religione all’istituto Veronica Gambara, succede da questo numero don Diego Facchetti, insegnante in Seminario e dal 2005

direttore diocesano dell’Apostolato della preghiera. Anche don Facchetti, come chi l’ha preceduto nella rubrica (mons. Mauro Orsatti, mons. Alfredo Scaratti, p. Giancarlo Paris e, appunto, suor Francesca Bernacchia), trarrà i contenuti delle 1100 battute dalla sua esperienza e dalla sua formazione. Rinnovando il grazie a suor Francesca Bernacchia per la preziosa collaborazione, “Voce” augura a don Diego Facchetti un buon lavoro e una sintonia con i lettori del settimanale.

Il fine settimana alle porte propone numerosi appuntamenti musicali lungo tutto il territorio provinciale. Tra le tante iniziative vengono segnalate in questo spazio la proposta “A te, o Maria, la musica e la lode”, un concerto in onore della Madonna del rosario, in programma per sabato 1 ottobre nella parrocchiale di San Gervasio Bresciano. Il concerto, che prende il via alle 20.45, è organizzato dalla parrocchia, dal

Comune e dalla biblioteca del centro della Bassa. Per le 20.45 di domenica 2 ottobre è, invece, in programma nella chiesa di San Michele di Gianico un concerto organizzato dal coro “Voci del lago”. Con il gruppo bresciano, diretto da Enrico Ruffini, si esibirà anche il coro “Kodály” di Budapest, una delle più importanti corali magiare che si è esibito più volte in Italia, diretto da Anna B. Hováth.

devi vendere tua madre. È così”. Lo fanno anche a sinistra, ma “solo che sono più loffi e non pagano”. “Davanti all’Imperatore non ti puoi presentare con una pezza da 100 euro, devi avere minimo un abito di Prada. Perché lui è un esteta, apprezza la bellezza”. A proposito della bellezza la De Nicolò afferma: “La bellezza, come dice Sgarbi, è un valore. È come la bravura di un medico. Se sei bella e ti vuoi vendere devi poterlo fare. Se sei racchia e fai schifo devi stare a casa”. La bellezza come merce

di scambio. Secondo le regole del mercato, naturalmente.Non ha alcuna importanza chi sia questa signora e che cosa faccia nella vita, così come non importa quante siano le persone che la pensano come lei. È comunque devastante il fatto che non abbia alcuna remora a gridare ai quattro venti il proprio cinico approccio alla vita. Convinta anche lei di non fare nulla di cui possa vergognarsi. Sicuramente la maggioranza del Paese vive una vita diversa eppure la signora è efficace nel

successo devi passare sui cadaveri degli altri ed è giusto che sia così”. Chi è di diverso parere non è mosso da una diversa visione delle relazioni fra gli uomini ma da un risentimento personale: è invidioso, perché “tutti potendo farebbero come Berlusconi, se non lo fanno è perché non possono”. La sinistra “ha rotto le palle” con questa “idea moralista che tutti devono guadagnare 2000 euro, tutti devono avere i diritti. (…) Se vuoi guadagnare 20mila euro al mese ti devi mettere sul campo. Ti

farci percepire l’aria che tira. Molti adulti sono vaccinati. Il peggio tocca ai bambini e ai ragazzi che crescono respirando quest’aria. E noi cristiani? Ho letto un articolo di Barbara Spinelli sullo “strano silenzio della Chiesa” (oggi non più tale dopo le parole del card. Bagnasco) che mi è sembrato confuso e contradditorio. A mo’ di conclusione proponeva un’ammonizione che, nel IV secolo, il santo dottore della Chiesa Ilario di Poitiers indirizzò sì all’imperatore Costanzo, ma che chiamava in causa i cristiani: “Noi non abbiamo più un imperatore anticristiano che ci perseguita, ma dobbiamo lottare contro un persecutore ancora più insidioso, un nemico che lusinga; non ci flagella la schiena, ma ci accarezza il ventre; non ci confisca i beni (dandoci così la vita), ma ci arricchisce per darci la morte; non ci spinge verso la libertà mettendoci in carcere, ma verso la schiavitù invitandoci e onorandoci nel palazzo; non ci colpisce il corpo, ma prende possesso del cuore; non ci taglia la testa con la spada, ma ci uccide l’anima con il denaro”. L’imperatore ce l’abbiamo. Ci serve un Sant’Ilario.

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ono trascorsi 300 anni da quando la Madonna ap-parve per la seconda vol-ta, proprio in Valverde, nel luogo dove apparve

nell’anno 1399 a un contadino che stava lavorando la terra. Non capita di frequente una duplice visita della Vergine Santissima. Ec-co perché le tre comunità rezzatesi di S. Giovanni, S. Carlo e dei Santi Pietro e Paolo si muoveranno insie-me per una Peregrinatio Mariae da sabato 1 a domenica 9 ottobre. “Durante quella settimana – dice don Lino Gatti, parroco di S. Gio-vanni Battista – vogliamo ricordare tutti insieme lo straordinario evento che nell’anno 1711 vide protagoni-sti due fanciulli. Durante l’estate di quell’anno il territorio bresciano era stato colpito da una mortale epide-mia, forse di carbonchio, diffusasi fra i bovini; infuriando il morbo, i contadini di Rezzato decisero di ri-correre alla protezione della Madon-na di Valverde e stabilirono di cele-brare una Messa solenne il venerdi 2 ottobre al santuario. Il giorno prima, due bambini, Paolo Ogna di 8 anni e Francesco Pelizzari di 11 anni si era-no recati sulla collina per raccoglie-re le castagne. Mentre verso le ore 16 si accingevano a tornare a casa, guardando verso la cappella del La-ghetto i loro occhi furono abbagliati da un’accecante luce più intensa del

ta don Lino –, s’accorsero che la bel-la Signora era inginocchiata, rivolta verso oriente e che la veste candida era ricoperta di un manto azzurro sollevato quasi da una misteriosa brezza. Fu cosa naturalissima che i due ragazzi esclamassero: ‘Questa è la Madonna!’. S’inginocchiarono pia-mente e presi da emozione pregaro-no la ‘Salve Regina’, finita la quale, mentre i loro sguardi continuavano a fissare rapiti, l’apparizione termi-nò. Il racconto della nuova appari-zione fatto dai ragazzi, suscitò viva impressione in Rezzato, tanto più che era subito cessata quasi d’in-

sole. Fermatisi a rimirare lo straor-dinario spettacolo, ben presto scor-sero in tanto splendore una dama di celestiale bellezza e maestà, vestita di bianche vesti e circonfusa di luce. Avvicinatisi sempre di più – raccon-

Ultimi appuntamenti per il progetto “Luoghi di cultura, luoghi di incon-tro” promosso dal Sistema museale di Valle Sabbia e dal Sistema biblio-tecario Nord-Est bresciano e finan-ziato dai Comuni di Gavardo, Pertica Alta, Pertica Bassa, Casto, Vestone, Sabbio Chiese, Odolo, Bione, Fonda-zione Cariplo e Comunità montana. Tre i weekend a Vestone: il 9 ottobre (caccia al tesoro per ragazzi e corto-metraggi sul lavoro), il 22 ottobre e il

13 novembre (apertura straordinaria della biblioteca). A Gavardo il 19/20 novembre laboratori sulla scrittura e il 17/18 dicembre letture animate sui miti. A Bione il 6 novembre (labora-torio di geologia e abbigliamento prei-storico) e il 4 dicembre (Inventafavo-le e laboratorio di ceramica preisto-rica). A Pertica Alta e Pertica Bassa due giornate il 30 ottobre (laboratorio didattico sul ritratto e castagnata) e il 27 novembre (conferenza sulla Re-

sistenza in Valle e concerto del coro La Faita di Gavardo). A Sabbio Chiese (1 e 2 ottobre, laboratorio sulla crea-zione di bambole con materiali di re-cupero e visite guidate alla Rocca), Odolo (22 ottobre, presentazione del libro “Alessio Pasini: dal maglio alla moderna siderurgia” e animazione teatrale al museo) e Casto (16 otto-bre, conferenza sui luoghi del lavoro dall’economia alla musealizzazione e letture animate).

canto l’epidemia bovina che faceva strage fra il bestiame del territorio bresciano. Mentre la buona nuova si spargeva rapidamente nei paesi circostanti, il giorno successivo, il 2 ottobre, si organizzò una solenne processione”.Al santuario di Valverde fu celebrata una Messa e ora, 300 anni dopo, le tre comunità di Rezzato S. Giovanni, Rezzato S. Carlo e Virle si uniranno in un percorso di fede e preghiera, ma anche di festa, capace di coinvol-gere anche i paesi limitrofi e i tanti devoti che a questo luogo sono le-gati da affetto per Maria.

Sono attesi migliaia di immigrati cattolici da tutta la Lombardia. Domenica 2 ottobre si tiene presso il Santuario della Madonna di Caravaggio il Pellegrinaggio dei migranti cattolici della Lombardia. Il tema di quest’anno è “Una sola famiglia… in pace”. Il pellegrinaggio è organizzato dagli uffici Migrantes delle diocesi di Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Pavia e Vigevano. La giornata

avrà il seguente programma:alle ore 12 ritrovo dei pellegrini al Santuario, pranzo; alle 13 l’ingresso a gruppi per la visitaal Sacro speco della Madonna; dalle 13 alle 15 il momento di preghiera con la recita del Santo Rosario, la celebrazione del sacramento della riconciliazione e l’eucaristia celebrata da mons. Lino Belotti. Con la loro presenza gli immigrati testimonieranno una volta di più l’universalità della Chiesa.

Oltre ad essere un momento importante di preghiera, è anche l’occasione per un incontro tra culture. Un modo anche per incontrarsi a partire da un punto comune: la stessa fede in quel Gesù Cristo che ha donato la sua vita per amore, la stessa fede nell’unico Padre.Per informazioni: si può contattare l’associazione Centro migranti di via delle Antiche Mura 3 a Brescia (tel. 03041356/03042467).

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l fenomeno dell’immigrazione e le tematiche ad esso collegate sono questioni molto sentite an-che nella nostra città. Un’occa-sione positiva per occuparsi di

questo fenomeno e cercare di capire le ragioni dei migranti potrebbe esse-re offerta dalla visita alla mostra “Cor-pi migranti” realizzata dalla Fondazio-ne Nigrizia nell’ambito del progetto “Le sfide dell’immigrazione: media, eventi culturali per educare alla mul-ticulturalità” ha promosso la mostra fotografica “Corpi migranti”. La mo-stra, dopo aver fatto tappa in diverse città, sarà ospitata a Brescia dall’1 al 20 ottobre presso la Casa Comboni in Viale Venezia 116. Si tratta di immagi-ni di fotografi e registi che hanno fis-sato situazioni, volti di uomini, donne e bambini che cercano un futuro lon-tano da guerre, persecuzioni e pover-tà. La rassegna non è solo questo: ci racconta anche delle opportunità che nascono per chi accoglie e per chi vie-ne accolto, offrendo una nuova visio-ne di società multietnica dove la con-divisione e la conoscenza reciproca rappresentano la vera risorsa su cui tutti possono contare. Estremamen-te significativo a questo proposito il

sottotitolo “Corpi migranti – bisogni – respinti – integrati – italiani”. Gli immigrati perdono l’identità di esse-ri umani e diventano appunto “corpi”. Corpi che vengono imbarcati, corpi che si perdono in mare, corpi che vengono respinti, corpi che vogliono tornare ad essere persone e lottano per l’integrazione. L’esposizione è ar-ticolata in quattro sezioni: “bisogni” ovvero le cause che inducono a la-sciare la propria terra e ricominciare a vivere in un altro Paese; “respinti”: il rischio di essere respinti e di diventa-re clandestini; “integrati”: il successo di molti immigrati e “italiani”, assimi-lazione o integrazione, le seconde ge-nerazioni. L’inaugurazione si terrà sa-bato 1 ottobre alle 16.30 alla presenza di padre Giuseppe Cavallini, direttore della Fondazione Nigrizia. In occasio-ne della mostra sono previsti alcuni appuntamenti collaterali: giovedì 6

ottobre alle 10.30 è prevista la visita della mostra nell’ambito della Giorna-ta d’incontro dei sacerdoti diocesani. Tema: “La sfida dell’integrazione”. Lu-nedì 10 ottobre per la festa liturgica di San Daniele Comboni, alle 19.30 è prevista la celebrazione della Messa presieduta da mons. Antonio Mene-gazzo, vescovo di El Obeid in Sudan. Giovedì 13 ottobre alle 20.30 la confe-renza dal titolo “Scontrandoci con le emarginazioni” relatore padre Kizito missionario comboniano fondatore di Koinonia. La mostra fotografica si chiude giovedì 20 ottobre alle 20.30 con la proiezione del film documen-tario “Loked in Limbo - Un viaggio ai confini della fortezza d’Europa”; sarà presente il produttore padre Fabrizio Colombo, direttore di Nigrizia Multi-mediale. La mostra può essere visitata anche dalle scuole. Per informazioni, tel. 0303760245.

“La ricchezza della città sono le perso-ne e le organizzazioni che incarnano le risposte che ognuno di noi vorreb-be dare alla sofferenza”. Con queste parole il sindaco Adriano Paroli ha introdotto la cerimonia di consegna (nella foto alcuni dei premiati) del “Premio Città di Brescia - Albino de Tavonatti”, giunto alla 7ª edizione. Ad essere insigniti della “Vittoria alata” sono stati Renato Carboni, presidente dell’associazione Azione Parkinson di Brescia, e il Gruppo di progettazione, innovazione e tecnologie della facoltà di Ingegneria dell’Università degli Stu-di di Brescia. Ex aequo per il premio in denaro di 4000 euro, suddiviso tra la Polisportiva Bresciana No Frontie-re Onlus e Carlo Fiori. Una selezione che rispecchia l’intento del riconosci-mento, assegnato a soggetti singoli o collettivi che si siano distinti in opere volte alla cura, all’assistenza e all’in-tegrazione sociale di persone disabili. Renato Carboni ha garantito “lodevo-le impegno nell’assistenza dei malati con disabilità e alle loro famiglie”, co-me ha ricordato l’assessore Maione, favorendo cure fisioterapiche e riabi-litative, impegnandosi per il rispetto dei diritti dei pazienti e divulgando informazioni circa il morbo di Parkin-son. La lotta alla distrofia muscolare ha visto protagonista Carlo Fiori che, oltre ad assistere il figlio, svolge vo-lontariato da 11 anni; il suo impegno ha portato alla creazione del numero verde stella, rivolto all’assistenza di persone con malattie neuromuscola-ri, e a una raccolta fondi per l’acqui-sto di un macchinario salvavita per

la respirazione dei bambini affetti da distrofia. Due riconoscimenti colletti-vi sono andati al Gruppo di progetta-zione, innovazione e tecnologie della Facoltà di ingegneria dell’Università degli Studi di Brescia, che si occupa dello studio e realizzazione di condi-zioni abitative idonee e protesi per disabili, e alla Polisportiva Bresciana No Frontiere onlus, promotrice del progetto “Distrabilia”. (a.g.)

Il Comitato Liberi nella verità, FreeDon, ex alunni, parenti e amici organizzano, martedì 4 ottobre alle 20, una fiaccolata di solidarietà per le vie della città di Brescia: si parte dalla stazione e si arriva in Piazza Loggia dove ci sarà una raccolta firme per chiedere la revisione del processo. “Il tribunale, fino al terzo grado di giudizio, ha considerato colpevole di un crimine ignobile, sebbene il processo conosca – spiega don Mario Neva, portavoce degli organizzatori della fiaccolata

– una curiosa ed emblematica appendice, e la vicenda non debba considerarsi totalmente conclusa”. Don Mario Neva, voce del comitato organizzatore della fiaccolata, si aspetta una grande partecipazione: “Abbiamo scelto la stazione di Brescia come punto di partenza, attendiamo infatti comitive e pullman da tutta la Diocesi, nel ‘segno’ di Francesco che faceva ogni cosa in Cristo, solo per amore. Nessuno spirito di vendetta, nessuna denigrazione

e protesta, ma l’affermazione perentoria, di cui siamo in grado di dare ragione, che don Marco Baresi è innocente”. In merito alla vicenda, il vescovo Luciano Monari ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: “Per il 4 di ottobre gli amici di Don Marco Baresi hanno organizzato una fiaccolata che vuole esprimere vicinanza e fiducia in lui. Può essere naturale domandarsi quale sia la posizione del Vescovo. Sono molto contento che gli amici di

Marco gli manifestino una stima intatta. Sono, infatti, convinto - e l’ho anche scritto - che Marco sia innocente. Forte di questa certezza morale considero mio dovere astenermi da qualsiasi comportamento che sia o possa sembrare un’indebita pressione sulla magistratura. Ritengo, pertanto, sia bene che io eviti ogni forma di presenza che possa essere interpretata in modo scorretto e, quindi, anche solo in ipotesi, nuocergli”.

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l “Rapporto sanità 2011” si occu-pa del “Rapporto dinamico tra ospedale e territorio”. Il volume della Fondazione Smith Kline, edizioni Mulino, è stato curato

da Gian Franco Gensini, Anna Lisa Nicelli, Marco Trabucchi e Francesca Vanara e riporta le opinioni di chi vi ha contribuito, decine di professio-nisti, tra il luogo dove i malati acuti vengono curati e quello delle cronici-tà. “Sebbene la tematica del rapporto tra ospedale e territorio non sia nuova – ha detto Gian Franco Sensini, pre-side della facoltà di Medicina e chi-rurgia dell’Università degli studi di Firenze e presidente della Fondazio-ne Smith Kline – rimane uno dei nodi più importanti e irrisolti per una serie di molteplici motivi, che troveranno soluzione solo se vi sarà condivisione ed armonia tra la politica e la tecnica”. In questo scenario si osserva come il cambiamento del rapporto fino ad ora esistente, che ha sempre privilegiato l’aspetto ospedalo-centrico, debba ne-

– creando modelli erogativi nel terri-torio improntati alla sua specificità, attraverso un colloquio continuo e in sintonia fra le strutture ospedaliere e i medici che operano sul territorio. L’investimento su questo fronte e la prevenzione – ha proseguito Scarcel-la – non potrà che rivelarsi la via da percorrere per il conseguimento del maggior benessere dell’assistito”. “Il tema di questo rapporto è un segnale positivo – ha osservato Marco Trabuc-chi, responsabile della Sezione politi-che sociali e sanitarie della Fondazio-ne Smith Kline e del Gruppo ricerca geriatrica di Brescia – perché è un sal-to nel buio, inteso come momento di grandi difficoltà economiche”. Nella sua “ricetta” spiccano “la formazione, dove in università il termine cronici-tà è quasi sfiorato, a totale vantaggio della tecnologia, così come la condivi-sione dei protocolli, ovvero l’adozione delle medesime logiche di approccio alle diverse patologie e luoghi di trat-tamento. È indispensabile definire

cessariamente cambiare, sia per la di-minuzione dei ricoveri e dei posti let-to, sia per l’incremento di una serie di prestazioni ospedaliere che sono pas-sate al regime di day-surgery, quan-do non ambulatoriale, il tutto in un quadro di implementazione della ri-duzione delle risorse economiche. In quest’ambito non va trascurata la pre-senza, solo nel Bresciano, di 300mila soggetti con patologie croniche. “Per fronteggiare adeguatamente questa situazione è necessario che l’Asl as-suma il ruolo di ‘cabina di regia’ del sistema – ha detto il direttore genera-le dell’Asl Brescia Carmelo Scarcella

Dal 15 settembre 2011 è entrato in vigore il nuovo sistema per la codifica delle esenzioni dal pagamento del ticket per età e reddito: gli assistiti non devono più autocertificare il diritto a tale esenzione al momento della fruizione della prestazione specialistica e/o farmaceutica.Queste nuove modalità hanno portato parecchi cittadini a presentarsi presso gli sportelli Asl per chiedere chiarimenti su tali esenzioni, provocando lunghe

code con un aumento dei tempi di attesa. L’Asl precisa che se non c’è necessità di una visita a breve, l’attestato di esenzione può essere richiesto e rilasciato senza alcuna fretta. Si chiede di rivolgersi agli sportelli solo in caso ci sia l’urgenza di ricevere una prestazione o di autocertificare l’eventuale nuova situazione reddittuale. La Regione ha comunicato che la spedizione delle lettere ai cittadini che secondo i dati del Mef hanno diritto all’esenzione E01 è conclusa; oltre

a chi ha già compiuto i 65 anni, la lettera è stata inviata anche a tutti coloro che acquisiranno il diritto entro il 31 marzo 2012, ovvero compiranno i 65 anni entro quella data. La Regione ha precisato che i cittadini che ricevono la lettera senza ancora aver compiuto i 65 anni, potranno beneficiare dell’esenzione solo a partire dal giorno del compimento del 65° anno di età. È importante ricordare che i cittadini in possesso dell’esenzione secondo i codici

Ic13 e Ic14 (tessera di esenzione di colore verde), ovvero l’esenzione per invalidità, non si devono presentare agli sportelli in quanto il diritto all’esenzione è già garantito da tale attestazione (anche se per motivo diverso dal reddito). Inoltre i lavoratori in mobilità e quelli in cassa integrazione e i disoccupati, in possesso della precedente attestazione con il codice a sei cifre, possono continuare ad utilizzarla sino al 31 dicembre 2011 (o fino alla scadenza del diritto).

Roncadelle ha dedicato numerose ini-ziative al 150° anniversario dell’Unità d’Italia: l’inaugurazione dei pennoni e l’alzabandiera presso il cortile delle scuole, la Notte Tricolore che ha riper-corso le tappe principali della nostra storia e il concorso fotografico “Italia: storia, persone e territorio”. “Le cele-brazioni – spiega Stefania Lamber-ti, assessore alla Cultura – ci hanno permesso di riflettere sull’importan-za dell’Unità d’Italia e sull’impegno di quanti hanno dedicato la propria vita per raggiungere questo traguardo. In questo momento difficile del nostro Paese, noi tutti siamo chiamati a rac-coglierne il testimone e fare nostri i valori che sono alla base della nostra Repubblica”. Dopo la pausa estiva, gli appuntamenti riprendono con nuove e interessanti iniziative. Si comincia

con una serie di incontri di appro-fondimento che si tengono il venerdì nella Sala consiliare di via Roma 50 a partire dalle 20.30. Primo appunta-mento il 30 settembre con “Le donne nel Risorgimento”, relatore Luciano Faverzani, presidente dell’Istituto del Risorgimento Italiano di Brescia. In ottobre “Italia 1861 - 2011: una diffi-cile unità”, relatore Rolando Anni; “La Costituzione italiana: dall’assemblea costituente ai giorni nostri”, relatore Antonio D’Andrea; “Viva Verdi – musi-che e canzoni dell’Unita d’Italia”, rela-tore Italo Froldi e “Storia parlante del-la grandezza nostra: il Risorgimento nelle arti”, relatrice Paola Bonfadini. Gli incontri si chiudono il 4 novembre con “Nascita della Dichiarazione uni-versale dei diritti dell’uomo”, relatore Marco Fenaroli. (v.b.)

il ruolo del medico di famiglia – ha sottolineato Trabucchi – perché se da un lato si auspica che all’interno degli ospedali venga creata, nell’am-bito del team di specialisti, la figura del medico ‘tutor’, che possa seguire il paziente anche dopo la sua dimis-sione dalla struttura tramite il dialogo con il medico di famiglia, dall’altro bi-sogna prestare attenzione a che non ne occupi spazi e competenze, al fi-ne di meglio proteggere il paziente, il cui ruolo deve a sua volta cambiare”.

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acconti, favole e disegni per descrivere il Brasile agli amici italiani. “Ti rac-conto la mia storia” è un libro nato da un’idea di

Cinzia Grasso, psicologa e psicotera-peuta, consigliera della Fondazione provinciale bresciana per l’assistenza minorile onlus. “Il volume è nato dalla necessità di creare un ponte ideale tra bambini brasiliani e italiani – spiega la dott.ssa Grasso – e utilizza la tec-nica dell’autonarrazione per mostrare una realtà diversa dalla nostra”. Pro-tagonisti della cinquantina di pagine che compongono il libro sono bam-

costruzione dell’edificio in cui risiede il Centro bresciano down. La Fonda-zione promuove incontri, convegni e corsi di formazione. Il libro, stampa-to in circa mille esemplari, sarà di-stribuito gratuitamente con la colla-borazione del Moica e presso la sede della Fondazione (piazza del Foro,7).

Un gesto nel segno della tradizione in un contesto nuovo e autorevole. L’auditorium San Barnaba in città ha ospitato la consegna dei diplomi a 71 ormai ex studenti davanti alle matricole. Gli applausi di genitori, compagni e insegnanti hanno accompagnato la premiazione dei ragazzi delle due classi quinte dell’indirizzo tecnico di costruzioni, ambiente e territorio (ex geometri) e di

una dell’indirizzo turistico che hanno fatto la maturità lo scorso anno scolastico. La scelta vincente del dirigente scolastico Roberto Viani è quella di dare vita a un incontro tra i vecchi e i nuovi studenti. Quest’anno, come si diceva in precedenza, è stata scelta la sede prestigiosa dell’auditorium San Barnaba in piazzetta Arturo Benedetti Michelangeli. Fra i diplomati del 2011, c’è anche chi come Matteo Ronchi ha scelto di

optare per la strada universitaria, precisamente alla facoltà di architettura di Milano. Molti, invece, hanno già incominciato a lavorare. Lo scopo primario della scuola è proprio quello di far maturare negli studenti le capacità di operare autonome e responsabili scelte di vita, in vista del proprio orientamento professionale. Per informazioni, Istituto Euroscuola di via Bronzetti, 9; telefono 030 3774081.

bini brasiliani trasferitisi in Italia ed gli alunni della Casa Arte da Criança, una Ong inaugurata nel 2007 da un gruppo di imprenditori italiani, situa-ta a Vila Juerana, villaggio di circa 600 abitanti nello stato di Bahia. Qui gli 80 iscritti impegnano il loro tempo libe-ro in attività educative e improntate sull’idea del riciclo e rispetto della natura. Alcuni di loro si raccontano ai coetanei italiani attraverso la narra-zione autobiografica, inventando una favola e disegnando. Forme di comu-nicazione complementari, che spesso svelano situazioni di disagio passato o presente, ma che rivelano al tempo

stesso sogni e desideri ed educano al rispetto dell’altro. L’ultima pagina del libro invita alla reciprocità, inci-tando i bambini italiani a raccontarsi agli amici brasiliani, inviando le storie alla Fondazione. “L’intento è quello di creare una cultura dell’attenzione – spiega il presidente della Fondazione, Aristide Peli – e si lega a quella che era la volontà del nostro fondatore, don Apollonio”. La Fondazione provincia-le bresciana per l’assistenza minorile nasce dalle idee di don Luigi Apol-lonio, che nel 1856 attraverso il Pio Istituto Derelitti accoglieva giovani in età preadolescenziale abbandonati

o trascurati dai genitori, che ricorre-vano a piccoli furti o all’accattonag-gio, ma non rientravano nei requisiti per l’accesso agli orfanotrofi. Nel suo oratorio, situato dove oggi risiede il liceo Calini, don Apollonio si occu-pava di rieducare i giovani e inserirli nel mondo del lavoro. Nel 1940 l’Isti-tuto fu riconosciuto come istituzione pubblica di assistenza e beneficenza; ciò gli permise di ampliare le proprie competenze anche ai portatori di han-dicap e di malattie psicofisiche. Oggi la Fondazione mantiene vivi i valori solidali impressi da don Apollonio, sostenendo i minori, i disabili e le lo-ro famiglie, che vivono situazioni di disagio; tra le opere realizzate vi è la

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Il Circolo Acli di Manerbio in 65 anni di presenza nella comunità ha sempre avuto attenzione ai problemi dei lavoratori promuovendo iniziative di carattere sociale e formative e attività di patronato in sintonia con le esigenze emergenti. Attualmente presso la sede di via San Martino, costruita negli anni Cinquanta, sono aperti gli uffici di Patronato per servizi svolti per gli associati e utenti proveniente da diversi Paesi stranieri. Oltre ai servizi tradizionali presso il Circolo

di Manerbio nel 2010 si è costituito un Gruppo di acquisto solidale. Anche la Lega Consumatori da un anno è a disposizione, presso la sede di via San Martino, ogni martedì dalle 15 alle 17. In questa ricorrenza il Consiglio delle Acli con il presidente Angelo Bertelli ha pubblicato una raccolta di articoli presi da “Il Ponte” a partire dal 1956. La pubblicazione verrà presentata presso il Circolo Acli di via San Martino il pomeriggio di domenica 2 ottobre.

ono già trascorsi una tren-tina di anni da quando Don Galli, incominciò ad offrire assistenza ad ex carcera-ti in cerca di un appoggio

una volta saldato il debito con la giu-stizia. Accanto a loro, a quei tempi, a chiedere un aiuto, c’erano anche biso-gnosi locali, o emarginati “nostrani”, come qualcuno li ha definiti: il vicino di casa con la famiglia numerosa che aveva perso il lavoro, la vedova con figli, non uno o due come oggi (i figli costano si sente ripetere) e il tasso di natalità in Italia è tra i più bassi al mondo (dati Istat). L’aiuto, allora, era soprattutto economico. Poi, poco alla volta, sono arrivati i pasti, i vestiti. E la voce del benefattore di Chiari si dif-fondeva. All’inizio degli anni 90, con le prime grandi ondate di immigrati, la porta di via Palazzolo, 1 si apre sem-pre più spesso. Sono soprattutto al-banesi a bussare. E i numeri si fanno più importanti. Arrivano anche i pri-mi volontari a prestare soccorso. Nel 1995, la crescente domanda di aiuto porta don Galli a fondare l’associazio-ne Auxilium, “voluta da cooperatori salesiani che già operano a favore de-gli emarginati…”, così cita l’articolo 2 dello statuto. Oggi, al centro di prima accoglienza, che si ispira ai valori e al messaggio della Chiesa e allo spirito di Don Bosco in particolare, sono so-prattutto nord africani, pakistani e indiani, a cercare sostegno. Bussano

sapendo che qui nessuno li rispedirà al mittente. Arrivano con il treno la mattina presto da Milano – si è trat-tati meglio –- dicono alcuni di loro, da Brescia, ma anche dai paesi limitrofi. “Quello che facciamo è talmente poco rispetto a quello che dovremmo – di-ce don Galli con un filo di voce – non

siamo benefattori, siamo dei fratelli che aiutano altri fratelli”. Ci tiene a mantenere un profilo basso, non cer-ca consensi. “Alle sette del mattino – spiega Giuliano Urgnani, respon-sabile del centro – apriamo la por-ta e incominciano ad arrivare i più sfortunati, quelli che non hanno un tetto e dormono in strada. Si metto-no sulle panche con una coperta, in attesa di poter mangiare qualcosa. Serviamo circa 15-20 colazioni, dal lunedì al sabato, mentre per i pasti, la media è di un centinaio al gior-no, sei giorni la settimana, per tutto l’anno. La domenica invece diamo un cesto”. Al centro il mercoledì e il sabato vengono distribuiti vestiti, principalmente a donne e bambini, il giovedì tocca agli uomini. Tutto ar-riva da benefattori, tengono a pre-cisare. Da oltre 20 anni inoltre, tre volte la settimana, è attivo il sevizio di “distribuzione pacchi famiglia”. Si tratta di beni alimentari di prima necessità: pane, pasta, pomodoro, riso. Per farne richiesta, oggi, è ne-cessario rivolgersi ai servizi sociali. Il dato allarmante è l’aumento della domanda di questi pacchi da parte di nuclei italiani, soprattutto con l’acutizzarsi della crisi. All’interno del Centro esiste un’infermeria con personale medico volontario, come volontari sono tutti coloro che, a ro-tazione, lavorano all’Auxilium, una quarantina circa.

Fino al 2 ottobre è allestita la mostra delle sculture di Mario Gatti nella galleria di palazzo Gambara, sede del municipio, nel programma del Festival di idee creative della Bassa bresciana “Occhio di bue” che da metà settembre ha rappresentato un riferimento culturale per la Bassa. Il Festival è stato ideato nell’ambito dell’assessorato alla Cultura. Il Festival è coordinato dal dott. Paolo Colosini, il direttore artistico è il regista Pietro Arrigoni. (pio)

“Autunno a Ghedi” all’insegna dei colori e dei sapori della stagione che anticipa il freddo inverno. A Ghedi hanno pensato a un appuntamento per domenica 9 ottobre nelle piazze Roma e Trento e nelle strade adiacenti. Per l’occasione sono stati organizzati: un’esposizione enogastronomica, negozi aperti, bancarelle ambulanti, mostra del volontariato e hobbisti, giochie intrattenimenti per tutti i bambini.

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a Madonna del Rosa-rio, celebrata e invocata nelle feste quinquennali, possa arricchire con la sua benedizione tutte le

famiglie della parrocchia, sostenga nelle prove, conforti nel dolore, di-fenda nei pericoli, rafforzi i legami di amore, protegga la vita nascente, porti doni di pace, di gioia e di spe-ranza”. Con queste parole il nunzio apostolico mons. Luigi Ventura sa-luta il programma della settimana mariana “Nel cenacolo con Maria” in programma nella “sua” parroc-chia (l’ambasciatore del Papa a Pa-rigi è originario di Montirone) dal 2 al 9 ottobre. Di fatto sotto la prote-zione della Madonna il parroco don Franco Bettinsoli dà inizio all’anno pastorale con anche la consegna del mandato ai catechisti. Le case di Montirone sono già addobbate di bianco e di azzurro per accogliere il passaggio della statua della Madon-na e per testimoniare visivamente anche ai lontani la fede in Maria. Domenica 2 ottobre alle 18.30 padre Fedele dei Carmelitani in Castello celebra la Santa Messa al termine della quale viene distribuita l’im-magine della Madonna. Durante la settimana alla sera (lunedì, martedì, giovedì e venerdì alle 20) nella par-rocchiale c’è la Messa con le medi-tazioni di padre Fedele (mercoledì e venerdì) e di don Ivan Marcolini

10. Tutti i pomeriggi, dalle 16.15, si tiene una processione con la statua della Madonna e la recita del rosa-rio. Mercoledì la giornata è dedicata alla liturgia penitenziale con la pos-sibilità delle confessioni dalle 9 alle 11 e dalle 15 alle 18. La settimana si conclude domenica 9 ottobre, fe-sta della Madonna del Rosario con la concelebrazione alle 10 e la proces-sione, accompagnata dalla banda di Gavardo, per le vie del paese. Alle 16 la recita del rosario dalle suore pres-so la grotta della Madonna. “Viviamo con gioia questa settimana nel cena-colo con Maria. Mettiamoci pure in comunione – spiega don Franco ai suoi fedeli – con la Chiesa diocesa-na, che dovendo prendere delle de-cisioni importanti per la sua identità e la sua missione, si riunirà in Sino-do, cioè in un convegno particolare per riflettere sulle unità pastorali. Lo spirito di Cristo accompagni con la sua luce e la sua grazia quest’anno sinodale, perché la nostra Chiesa, in ascolto del suo Signore, diventi sem-pre di più la comunità dei discepoli che, nella fede e nella comunione, danno ragione della speranza che è in loro”. La statua della Madonna ri-mane esposta presso le varie tappe dalle 17 alle 20 e il giorno successivo dalle 9 alle 16.30. La comunità, inol-tre, festeggia domenica 23 ottobre nella messa delle 11 gli anniversari di matrimonio.

Le cinque campane revisionate della chiesa di Sant’Andrea Apostolo di Pralboino tornano al loro posto nella cella del campanile dopo la cerimonia della benedizione del vicario generale della diocesi, mons. Gianfranco Mascher, intervenuto a celebrare la Messa domenica mattina con il parroco, don Carlo Consolati. Il concerto ad opera della compagnia dei campanari di Pompiano ha diffuso il suono dei bronzi nella piazza dove la gente ha sostato in ascolto prima di rientrare

ognuno alle proprie case per il desco quotidiano. Piero Filippini, volontario che s’è fatto carico di provvedere al tempio, ricorda come le campane di Pralboino furono fuse nel 1804 e collocate al loro posto terminata la nuova costruzione sorta sul progetto in un primo tempo attribuito ad Antonio Marchetti che a quanto pare revisionò solo il progetto del milanese Carlo Groppi. Nel 1782 fu avviata la demolizione di quella vecchia sulle cui rovine sorse la

nuova. È la seconda volta che sono riportate a terra. La prima è stato negli anni Quaranta, quelli del secondo conflitto mondiale, per disposizione del regime che sequestrò i bronzi per farne bocche di cannone. In quegli anni il parroco del tempo, Pietro Salvadori, riuscì a recuperarle e riportarle in paese. La maggiore però subì qualche danno, emerso anni dopo, tanto che nel 1956 il prevosto Michele Verzeletti (come annota mons. Fappani nella sua Enciclopedia Bresciana) prese

la decisione di rifonderla. Il nuovo intervento s’è reso indispensabile per le pessime condizioni del castello, ora rifatto, sistemato provvisoriamente sul sagrato dov’è avvenuta la benedizione cui seguirà la ricollocazione nella cella campanaria mentre prosegue l’intervento sul tetto dell’edifico affidato alle mani esperte del personale dell’impresa edile locale Angelo Guindani, progettista l’ing.Francesco Bertoni e il geom. Angelo Guindani è delegato alla sicurezza.

(lunedì, martedì e giovedì). Dopo la celebrazione eucaristica del mattina (8.30) viene esposto il Santissimo con l’adorazione eucaristica fino alle

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Perseguire il miglioramento delle condizioni culturali e l’orientamento al sociale sono due dei principi ispiratori dello statuto sociale delle Banca di credito cooperativo agrobresciano dai quali traggono origine le iniziative rivolte ai giovani soci e figli di soci della Banca.Questo lo spirito con cui la Bcc ripropone per il 9° anno consecutivo il “Premio allo studio”. “Negli anni precedenti – sostiene il presidente della banca Carlo Ruggeri – sono stati premiati complessivamente 363

giovani mediante il riconoscimento di somme di denaro commisurate al livello di istruzione raggiunto. L’istruzione è uno dei diritti fondamentali che deve essere garantito a tutti i giovani. Il sistema meritocratico dovrebbe costituire la base per l’affermazione personale di ciascun cittadino, in ogni ambito, a partire da quello scolastico per giungere poi a quello lavorativo. È importante che il merito sia riconosciuto, apprezzato e concretamente sostenuto”.

Gli studenti soci e figli dei soci che hanno riportato le votazioni previste dal bando disponibile sul sito www.agrobresciano.bcc.it o presso le filiali della Banca possono presentare la domanda entro il 30 settembre. Le premiazioni si terranno il 23 ottobre nel corso della manifestazione che avrà luogo nell’auditorium di Ghedi, alla quale parteciperà anche Silver, giovane cantante che aveva preso parte con successo alla trasmissione X Factor. (mtm)

Calvisano ruota intorno al 29 settembre, giorno del “pane di San Miche-le”, la serie di appunta-menti messa in campo

dalla Pro loco, di concerto con il Comune e la Provincia di Brescia.Nel presentare le iniziative di “Aspettando San Michele”, Silvia Razzi assessore provinciale al Turi-smo e Cultura ha ricordato il ruolo fondamentale delle Pro loco. “Costi-tuiscono un importante momento di aggregazione territoriale e svolgono un decisivo ruolo sociale facendo da cerniera tra globalizzazione e salva-guardia delle tradizioni, necessaria per tramandare usi, costumi, lingua, tradizioni e insegnamenti di quanti ci hanno preceduto”. Punto focale, l’enogastronomia. “In una recente indagine ‘Il Sole 24 ore’ ha posto la nostra provincia al vertice nazionale per quanto riguarda il turismo eno-gastronomico. Per mantenere que-sti primati occorre fare squadra. Per questo l’assessorato al turismo sta ridando slancio all’Accademia bre-sciana – arti e mestieri della buona tavola, che riunisce alcune delle “vo-ci” più significative del nostro pano-rama enogastronomico, con l’obiet-tivo di fare emergere le peculiarità e le eccellenze del territorio, facendo rivivere la brescianità”. L’ouverture di domenica 25 si è svolta all’inse-gna del classico “tuffo nel passato”

con stand gastronomici, madonna-ri, bancarelle dell’hobbistica, giochi di una volta, palio dell’oca e sban-dieratori.A Calvisano pane e oca si ritrovano, il 29 settembre giorno di San Miche-le, in tradizioni e leggende. Il santo, nel 1109, avrebbe soccorso il popo-

lo affamato dopo un lungo assedio, portando appunto un carico di pane. Europea l’usanza di mangiare l’oca arrosto, animale che preavvertiva gli incendi, starnazzava contro ladri e faine, trovava tesori nascosti ed ac-compagnava i trapassati nell’aldilà.Il clou di “Aspettando San Michele” prevede giovedì 29 alle 8 la celebra-zione della Messa per l’apertura del nuovo anno scolastico, mentre figu-ranti in costume d’epoca trasporte-ranno un carro carico di pane, da benedire e distribuire ai bambini. Dopo la Messa delle 20 viene ripe-tuta la rievocazione in costume, con l’arrivo del carro e la distribuzione del pane benedetto alla popolazio-ne, segue rinfresco in piazza XX Settembre. La settimana si conclu-de domenica 2 ottobre: alle 18.30 celebrazione della Messa, a seguire processione per le vie del paese e presentazione del libro “Amici dei Capitèi” curato da don Emilio Re-ghenzi nella chiesa della Disciplina.Contemporaneamente ha preso av-vio l’iniziativa “Tradizione gastro-nomica a Calvisano, bontà e qualità dall’oca longobarda ai giorni nostri”. Fino al 6 novembre otto ristoranti – Al Capriccio, La Banca, Davo’s, Fiamma Cremisi, Gambero, Lago Solitudo, Parco dell’Imperadora e Zanella –propongono, a prezzo fis-so, piatti della tradizione storico-culinaria.

Fino a mercoledì 5 ottobre sono aperte le iscrizioni alla Lum, la Libera università di Manerbio. Giovedì 6 ottobre inizia il programma della stagione fissato come sempre ogni giovedì pomeriggio. Per la raccolta delle adesioni – informa la presidente Elena Ungari, nominata al posto di Rita Fogazzi – sono disponibili i volontari presenti ogni mattina dalle ore 10 alle 11.30 nella saletta del Piccolo Teatro comunale di piazza Cesare Battisti.

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Tutta l’estate è stata caratterizzata dall’accoglienza dei profughi provenienti dalla Libia, anche per questo motivo il Centro Caritas e la Comunità Anch’io di Darfo organizzano, venerdì 30 settembre alle 20.30 presso il salone della Caritas, un’assemblea-dibattito per coinvolgere l’opinione pubblica e i soci/simpatizzanti che collaborano con le due realtà camune. Partecipano: il sovrintendente Pavoni (Ufficio richiedenti asilo della questura)

che tratterà l’aspetto giuridico e l’iter burocratico del problema; la dott.ssa Lascioli (direttore del Dipartimento cure primarie del Distretto socio-sanitario dell’Asl Valle Camonica-Sebino) illustrerà l’aspetto sanitario; la dott.ssa Haxhi (psicologa) informerà, invece, dell’aspetto psicologico dei profughi alla luce dell’esperienza vissuta in Caritas; il dott. Zanini (Caritas diocesana di Brescia), infine, si soffermerà sull’approccio della Caritas verso i profughi.

l Museo dell’energia idroelet-trica di Cedegolo presenta i la-boratori didattici che consen-tiranno ai ragazzi di affrontare alcuni dei principi che permet-

tono di capire la natura dell’energia e dell’elettricità, dei fenomeni elettro-magnetici e le applicazioni tecniche delle scoperte scientifiche. Nel corso dei laboratori saranno utilizzati ma-teriali molto semplici e altri più com-plessi: dalle “biciclette” su postazioni fisse che spiegano il funzionamen-to della dinamo, sino alla macchina idraulica che simula il funzionamento di una vera centrale idroelettrica. Il percorso dei laboratori didattici si in-serisce nella filosofia del Museo che ha sempre avuto un tema conduttore preciso: l’acqua, che fin dall’ingresso scorre in due fontane che delimita-no la piazzetta, increspandosi su di un piano inclinato, scendendo come un velo su un muro di ferro, per rac-cogliersi poi in una cavità a terra. Le allusioni riguardano i versanti alpi-ni, la regimazione e le opere idrauli-che presenti sul territorio del bacino imbrifero dell’Adamello. All’interno tutto è stato studiato per spiegare la trasformazione di una goccia d’acqua in energia elettrica. Si può seguire il “percorso dell’acqua”, dal suo for-marsi nell’atmosfera al suo precipita-re sulla terra, dal suo condensarsi in ghiaccio per raccogliersi nei laghi al-pini, dal suo imbrigliamento in dighe

artificiali sino all’arrivo nella Centrale Idroelettrica dove si trasforma in elet-tricità. Già dai primi passi il Museo offre la sensazione di trovarsi den-tro la vecchia Centrale idroelettrica di Cedegolo. I luoghi più affascinanti dell’esposizione, che saranno anche gli stessi luoghi deputati ai laboratori

ed alle attività didattiche sperimenta-li, sono la “sala delle sfere” che aiuta a scoprire le nubi, la pioggia, il vento, i temporali, le nevicate; tutti quei fe-nomeni meteorologici, cioè, dove la goccia d’acqua si forma e cade sulla terra. Quindi la “stanza delle dighe”, con i bacini d’alta montagna, la cui storia è raccontata partendo dalla co-struzione fino al funzionamento del-le dighe che hanno attivato i grandi lavori idroelettrici. Ma è nell’ex “sa-la macchine” della centrale, dove è stato ricollocato un gruppo turbina-alternatore del 1903, dove si svela la struttura interna ed il funzionamento della centrale. C’è poi l’affascinante “sala della turbina”, luogo della sco-perta di questo sistema complesso che, attraverso l’albero che unisce turbina e alternatore, trasforma il movimento prodotto dall’acqua in elettricità, compiendo la trasforma-zione di energia, il funzionamento delle macchine, i campi elettrici ed elettromagnetici. Per l’attività didat-tica c’è anche un sistema in rete di videogiochi che consentono di pro-durre e regolare l’energia elettrica, di gestirla e distribuirla sul territorio. Chiude il percorso “l’albero dell’elet-tricità”, formato da un gruppo di tra-licci storici e da una grande scintilla di aste luminose. Infine, il “teatrino dell’elettrostatica” consente esperi-menti e dimostrazioni sull’elettricità e i suoi fenomeni.

Venerdì 7 ottobre, presso l’Eremo di Bienno, tra le 14.30 e le 18, si svolge il convegno “L’originalità del comportamento e dell’apprendimento di maschi e femmine a scuola”, organizzato dalla Cattedra di Pedagogia generale dell’Università cattolica di Milano. Si tratta della conclusione di un percorso biennale di sperimentazione, svolto in quattro poli educativi della Valle: Istituto “Golgi” di Breno; Istituto “Tassara” di Breno; Istituto

“Santa Dorotea” di Cemmo di Capodiponte; Istituto “Maria Ausiliatrice” di Cogno. Nel biennio i docenti sono stati introdotti in un percorso d’aggiornamento psico-pedagogico circa i profili maschile e femminile, hanno quindi praticato un’osservazione sul campo, infine svolto la sperimentazione di modalità didattiche finalizzate a recepire i tratti originali di ragazze e ragazzi. La sperimentazione è stata resa possibile da un contributo della Banca di Valle Camonica.

Il convegno è aperto a tutti, oltre che ai docenti e alle classi che hanno svolto la sperimentazione. La partecipazione dà crediti ai docenti per l’aggiornamento in servizio e agli studenti del triennio per la Maturità. Tre le relazioni della giornata: “La sfida del Gender all’educazione” (Giuseppe Mari); “Coeducazione e personalizzazione oltre il condizionamento ideologico” (Giuseppe Zanniello); “Didattica e originalità dei profili maschile e femminile” (Alessandra La Marca).

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omenica 25 settembre don Duilio Lazzari ha sa-lutato la comunità di Odo-lo dopo 11 anni durante una celebrazione che ha

visto la chiesa gremita. È previsto per sabato 1 ottobre il suo ingresso nella parrocchia di Padergnone: alle 16.30 l’accoglienza presso l’oratorio e a se-guire la celebrazione alle 17. Ciò che accomuna tutte le persone che abbia-mo ascoltato, dai giovani agli adole-scenti fino agli adulti, è la grande sti-ma nei suoi confronti, la sensibilità verso gli ammalati e gli anziani, la ca-pacità di mettersi in gioco riuscendo a calare il Vangelo nella vita di tutti i giorni e creando ponti sia con altri Paesi (Mali e Bielorussia) che con gli immigrati che vivono a Odolo. Sono state tante le iniziative a cui ha da-to vita: basti pensare alla nascita del Gruppo Africa, che ogni anno in ago-sto vede partire da Odolo un gruppo di giovani per il Mali e ha portato alla realizzazione di diversi progetti quali adozioni a distanza, la produzione di un calendario al fine di raccogliere fondi per progetti come l’acquisto di macchine per cucire per una scuola e l’incisione di un cd di un gruppo lo-cale di giovani musicisti, dando co-sì voce alle loro tracce su tematiche sociali importanti, nonché l’apertura del Centro giovanile inaugurato nel 2010. Per i più piccoli è stato attivo

per diversi anni il progetto Semaforo Blu, una sorta di speciale doposcuo-la. Recentemente anche l’area ester-na dell’oratorio è stata rinnovata con la sistemazione del campo da calcio e dei giochi per i bambini. La preghiera che i giovani gli hanno dedicato du-rante la funzione di domenica può in

Migliaia di rose di carta cerata abbel-liscono il paese di Prevalle per il 175° anniversario del Voto alla Madonna del Carrozzone a Prevalle. Il piccolo Santuario dedicato alla Madonna del Carozzone – da quest’anno, l’utilizzo della forma originale di Carozzone an-zichè Carrozzone, ha voluto marcare il ritorno al nome originario desunto dal toponimo che indica la località in cui sorge – sorge qualche metro ol-tre il confine territoriale di Prevalle in territorio di Gavardo ma è da sem-pre stato oggetto di devozione e sotto la giurisdizione della parrocchia pre-vallese di San Michele. Il calendario delle celebrazioni è molto intenso, in particolare si segnala la settimana di annuncio e celebrazione dal 3 ottobre con le giornate degli ammalati, della carità, della famiglia, dei ragazzi e dei giovani e del perdono con la possibili-tà (il 7 ottobre) delle confessioni (alle

20 la liturgia penitenziale). Sabato 8 ottobre alle 18.30 la Santa Messa con il canto dell’inno Akatistos. Domenica 9 ottobre, infine, giornata del Ringra-ziamento, alle 18 c’è la Santa Messa con la processione e la consacrazione alla Madonna della comunità di Pre-valle. Ricco di storia e di curiosità, il piccolo santuario si erge con il suo campanile in un’area di aperta campa-gna lontano dal centro del paese in un luogo dove presumibilmente furono sepolti in fosse i soldati caduti duran-te la cruenta battaglia della Bolina nel 1705. Sin dai primi anni dell’Ottocento divenne luogo di devozione e di pro-cessione collettiva per le occasioni di pericolo che investivano la comu-nità di Goglione Sopra fino all’episo-dio del 1836 che sancì l’origine del singolare voto. Durante l’epidemia di colera che devastava il paese, dal-la comunità della piccola contrada di

Baderniga, vi fu un moto spontaneo che spinse gli abitanti, con le donne in testa, ad organizzare una processione in orario antelucano fino al Santuario. Era la seconda domenica di luglio del 1836 e da allora, nello stesso giorno, a Prevalle le donne di Baderniga, dalle 3 del mattino svegliano gli abitanti al suono di pentole e campanacci fino alla partenza del corteo che onora l’antico patto di fede. Un altro episo-dio ancora ricordato in una lapide nel Santuario riporta al 1923 allorquando il carro che portava alla chiesa par-rocchiale di San Michele i bambini della prima Comunione si ribaltò in un campo dopo che il cavallo si era improvvisamente imbizzarrito. Tutti i bimbi uscirono incolumi e il parro-co di allora, don Giovanni Bonsignori, persuaso dell’intervento della Madon-na invocata al Carozzone, volle ricor-dare l’episodio solennemente.

Una mostra fotografica a 360 gradi. È quanto propone con “Paesaggi, fotografie del Lago di Garda” Maurizio Rovati a Muscoline nella Sala Don Milani dall’1 al 30 ottobre.La mostra propone in grandi pannelli una originale visione a 360 gradi di scorci lacustri, rendendoli ancora più affascinanti. La tecnica usata riesce a svolgere davanti allo spettatore una visione che ad occhio nudo non si può cogliere, mostrando tutto il visibile in un unico colpo d’occhio e allargando il

paesaggio a dimensioni inconsuete. All’artificio tecnico, spettacolare ma ripetitivo, un classico effetto speciale, si aggiunge una raffinata tecnica di ripresa e di lavorazione e lo completa la sensibilità nel cogliere le inquadrature e le luci più suggestive, data dall’amore e dalla conoscenza profonda del soggetto, il magnifico territorio del Benaco.“Paesaggi, fotografie del Lago di Garda” è visitabile il sabato e i festivi dalle 10 alle 22, nei giorni feriali dalle 16 alle 22.

La notizia era nell’aria. Dopo le province di Verona e Trento ecco l’ordinanza anche per il Bresciano: divieto di pesca, professionale e sportivo-dilettantistica, delle anguille nel Garda. Il divieto è stato adottato a titolo precauzionale a seguito dell’ordinanza ministeriale di divieto di immissione sul mercato e commercializzazione della specie ed in conformità agli analoghi atti di interdizione

alla pesca già adottati, per il lago di Garda, dalle Province di Trento e Verona. Con lo stesso provvedimento è stato disposto inoltre il divieto di trattenimento e detenzione sul luogo di pesca, inclusa l’imbarcazione e il relativo sito di approdo, di esemplari di anguilla, mentre i capi eventualmente catturati dovranno essere immediatamente liberati. Il divieto rimarrà in vigore sino al prossimo 21 giugno.

parte riassumere quanto è stata signi-ficativa la sua presenza: “Per i giovani, sui quali tu hai sempre puntato, con le idee e le attività proposte con metodo e obiettivi precisi, ci hai stimolato, ci hai provocato, ci hai fatto domande, ma sei sempre riuscito a darci rispo-ste, a darci con l’esempio che lo sti-le cristiano è una scelta intelligente. Hai saputo forgiare una generazione di giovani preparati per essere prota-gonisti della nostra comunità. Noi og-gi vogliamo pregare affinché adulti e giovani continuando a seguire l’esem-pio di chi con te ha saputo mettersi in gioco per noi, riescano a prender-si cura della nostra società e insieme farla crescere”.

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iunire senza confonde-re, distinguere senza se-parare” così ha conclu-so il suo stimolante in-tervento Bruno Ducoli,

presidente del Centro interculturale europeo di Gargnano partecipando ad un appassionato dibattito tra lui, Giommaria Monti, giornalista televisi-vo autore con Marco Ventura del libro “Hina , questa è la mia vita “ e Najad Bessali, vicepresidente della Acmid-Lombardia (Associazione comunità marocchina “Donne in Italia”). Il te-ma era “Donne straniere in Italia, quali percorsi per una buona integrazione”. Organizzava in collaborazione con la Comunità montana, la Commissio-ne pari opportunità della Provincia, presente con la presidente Anna Ro-sa Rocca e le colleghe di commissio-ne Antonella Montini e Monica Poli, saretina che ha vissuto il dramma di Hina e ha moderato il dibattito. Tra il pubblico c’era anche Monica Ghi-sla la vicina di casa di Hina, la prima ad intuirne il dramma avendo notato la terra smossa nel giardino. Dopo il saluto istituzionale di Aristide Peli (vicepresidente della Provincia) e di Elisa Fontana (Comunità montana), la Montini ha dato un quadro della si-tuazione. Ricordato che il 70 % delle donne straniere ha figli a carico (nelle scuole bresciane dell’infanzia la pre-senza straniera è al 29%) ha fornito un dato (fonte Caritas) allarmante: il 60%

glie originarie, con la paura di aver bisogno di assistenza medica mentre la salute è una tappa fondamentale per una possibile integrazione. Monti parlando del suo libro, ha affermato di aver maturato la convinzione che la reazione del padre-padrone offeso nell’onore matura il suo acme non per educazione religiosa ma nel chiuso della famiglia per totale incomuni-cabilità padri-figli. “Io sono italiana, non pakistana (diceva Hina) e sono felice così”. Suo padre era proprieta-rio di casa: non basta l’integrazione economica ci vuole quella culturale e sociale. Conveniva Najad ricordando che la Costituzione marocchina pre-vede la parità uomo-donna (presen-te col 30% in parlamento): la donna madre emigrata è centrale e decisiva per l’integrazione a patto che possa esprimere tutte le sue potenzialità perché ha voglia di riscattarsi. Du-coli ha iniziato ricordando che il de-litto d’onore in Italia è stato abolito nel 1981: “Quante Hina italiane per l’onore della famiglia”. Tre concetti ha ribadito: recupero della centralità della donna; equilibrio di armonizza-zione evitando l’errore olandese sbi-lanciato verso l’immigrato rispetto al proprio popolo, causa ora del riflus-so xenofobo; interculturalità e non multiculturalità che ha fatto fallire il modello inglese; in sintesi relativizza-re (sentirsi parenti del mondo) senza relativismo (tutto si equivale).

Sabato 1 ottobre la palestra di Marmentino si trasforma in una sala espositiva per la presentazione del romanzo a fumetti “Stria” di Gigi Simeoni. Alle 20.30 ci sarà l’inaugurazione della mostra con le tavole originali del fumetto e a seguire un incontro con l’autore. Nato a Brescia nel 1967, Simeoni ha frequentato il liceo artistico al Calini e si è poi specializzato in illustrazione, fumetto e sceneggiatura presso lo Studio di arti visive del fumettista argentino

Rubèn Sosa. Ha lavorato con diverse agenzie pubblicitarie e coi maggiori editori italiani come fumettista professionista (Acme/Macchia nera, Star Comics, Editrice Universo, Gene Vincent Editrice, Sergio Bonelli). Da una decina d’anni coltiva vari progetti artistici, fra cui A.s.s.e è ora in fase di realizzazione. “Si tratta – spiega lo stesso Gigi Simeoni – di un progetto che attinge dal mio lavoro di autore di fumetto seriale per sfociare nella produzione di oggetti

d’arte con lo scopo di ricombinare in nuovi concetti strutturali il trinomio fumetto-serialità-arte. Inoltre, ho avviato la produzione di Vettorart, pannelli laminati decorati con pvc adesivo derivanti da disegni vettoriali estemporanei”. Ora, dopo il precedente volume “Gli occhi e il buio” e vincitore nel 2008 di premi prestigiosi come Comicus (miglior graphic novel) e Ayaaak (miglior sceneggiatore), Gigi Simeoni presenta il nuovo lavoro “Stria”, storia di una strega

della Valtrompia, di cui ha sentito parlare a Marmentino (nella foto, Ciorna della Stria) e nelle sue frazioni, cercandola nei boschi, nelle spaccature delle rocce e nelle tenebre della mente umana. Alla serata di sabato 1 ottobre partecipano i cantastorie di Magno. La mostra è visitabile domenica 2 (ore 15/18 e 20/22), martedì 4 (ore 20/22), giovedì 6 (ore 15/19), sabato 8 (ore 10/12 e 20/22) e domenica 9 ottobre (ore 15/18) sempre presso la palestra di Marmentino. (a.a.)

è disoccupato, 1/3 sono domestiche in case private dove stanno 24 ore su 24, tante irregolari, in pratica segregate senza contratto, separate dalle fami-

La Rocca di Rodengo

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“la soddisfazione degli ospititrova una risposta nella

cucina di qualità”

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Quando la scuola diventa un vero e proprio laboratorio, allora assolve al compito decisivo di mettere le co-noscenze al servizio delle competen-ze per creare cittadini consapevoli. Questo il senso del progetto “Scuola 21”, che l’istituto saretino Primo Levi sta per mettere in campo. “Le diretti-ve del Ministero sono di lavorare in cooperazione – dicono le professo-resse Lucia Rossi e Maria Puglia, co-ordinatrici del progetto –, fornendo strumenti agli studenti per conoscere il tessuto territoriale e risolvere i pro-blemi che si presentano. Abbiamo già stipulato accordi con Comunità mon-tana, Asvt, Provincia e Regione, oltre a una già sperimentata collaborazione con la cooperativa Cauto, con la quale abbiamo portato avanti già dall’anno scorso un progetto sulla raccolta dif-ferenziata (‘Si può fare’). La Fondazio-ne Cariplo ha emesso un bando con varie tematiche – continuano le due insegnanti – e noi siamo stati scelti per il progetto ambientale. Oggetto della ricerca sarà il fiume Mella, be-ne prezioso e troppo spesso dimenti-cato, tanto da essere diventato negli anni uno dei corsi d’acqua più inqui-

nati d’Europa”. Un progetto con cui la scuola esce dalla scuola per instau-rare legami e gettare sguardi sul futu-ro, lavorando in équipe e mettendo in atto la valenza etica dell’insegnante. “Scuola 21 – ricordano Rossi e Puglia – richiama il XXI secolo nel quale sia-mo da poco entrati e nel nostro caso ha per titolo ‘Le acque della Bassa Val-trompia. Una realtà migliorabile’. Vo-gliamo valorizzare la qualità ambien-tale dei territori, così abbiamo scelto una realtà vicina e monitorabile per analizzare gli usi delle acque a livel-lo industriale, le spese legate al suo utilizzo, gli adeguamenti normativi, il grado di sensibilizzazione delle in-dustrie e la loro virtuosità. Non man-cheranno occasioni per conoscere la storia della Valtrompia”.

Sono 29 le edizioni dell’Autunno musicale, organizzato dall’assessorato al Comune di Gardone Val Trompia. Una manifestazione che si è aperta con due concerti inseriti all’interno della Settimana montiniana. “Un grazie – dice l’assessore alla Cultura, William Fantini – va agli amministratori di Concesio, che si sono confermati nostri ‘compagni di viaggio’ e già da alcuni anni ci consentono di inserire alcuni appuntamenti nel cartellone della rassegna dedicata a Paolo

VI, con l’ultimo evento concesiano in programma proprio domenica 2 ottobre alla chiesa di S. Andrea, dove il coro “Reale corte armonica” di Asolo e l’orchestra “Lorenzo Da Ponte” di Treviso sotto la direzione del maestro Roberto Zarpellon si esibiranno ne “Il Messia “ di Haendel. Un “Autunno musicale” che proseguirà poi con tre date gardonesi, a partire da domenica 6 novembre presso l’auditorium S. Filippo con “Giovani talenti russi”, esibizione di due pianisti, un

violoncellista e un violinista russi su brani di Stravinsky, Mussorgsky, Liszt e Rachmaninov, realizzato grazie alla collaborazione del Rotary Club Valtrompia. Venerdì 11, invece, nella chiesa di S. Martino a Magno andrà in scena “Passio Mariae - Storia di un popolo e della sua lingua” con Claudia Franceschini (organo), Vittoria Vitali (soprano), Alessandra Perbellini (contralto) e Michele Marinini (voce recitante) a intessere in musica e parole un omaggio ai 150 anni dell’Unità

d’Italia. “Si tratta di appuntamenti – ribadisce l’assessore Fantini – che coinvolgono interpreti eccellenti, assemblati grazie alla direzione artistica del maestro Enrico Sandrini, col quale in conclusione di rassegna abbiamo voluto ricordare, nel 100° anno dalla sua nascita, mons. Giuseppe Borra, prevosto di Gardone dal 1949 al 1987 e fondatore della manifestazione. A lui è dedicato il concerto finale del 19 novembre alla chiesa di S. Marco. (a.a.)

i avvia verso la sua con-clusione la 12 Settimana montiniana, che nelle pa-role del sindaco Stefano Retali “continua a essere

la manifestazione più importante nel panorama culturale di Conce-sio”. Un ventaglio di proposte re-ligiose, culturali e artistiche, con queste ultime riassunte nella mo-stra “Sulla tua parola”, tuttora in corso nella vecchia chiesetta di S. Andrea e negli spazi di S. Zenone in Brescia: una serie di sculture in terracotta per il 70% apposita-mente realizzate dall’artista Bru-no Lucchi in sintonia con i cura-tori Carmela Peruchetti e Fausto Moreschi e visitabili fino al 9 otto-bre. “Sicuramente – dice Claudio Fiorini, presidente della Settima-na montiniana – l’arte occupa una parte preponderante della rassegna e diventa corollario per tutte le ini-ziative che abbiamo fin qui propo-sto, dalle tavole rotonde delle Acli,

ra, pro-vicario generale della dio-cesi di Brescia”. Celebrazioni che avranno un seguito anche domeni-ca 2 ottobre, sempre alla Pieve di S. Antonino, con la celebrazione di una S. Messa (ore 10.30) da parte di padre Diego Gualtiero Rosa, abate generale dei benedettini olivetani; quindi, alle 15.30 cominceranno le visite alla casa natale di Paolo VI e in serata (ore 20.45 alla chiesa di S. Andrea) si terrà il concerto “Il Messia” di Haendel a cura di coro “Reale corte armonica” di Asolo e orchestra “Lorenzo Da Ponte” di Treviso. Martedì 4 ottobre presen-tazione del libro “Il vescovo Menna e papa Paolo VI – Amici in Cristo” al teatro parrocchiale di S. Vigilio, mentre il 6 ottobre presso il chio-stro della parrocchia di S. Giovanni in Brescia sarà presente il profes-sor Anselmo Palini per l’incontro “Il sostegno di Paolo VI all’opera di mons. Oscar Romero, vescovo martire”.

agli incontri di approfondimento sul 150° dell’Unità d’Italia, ai con-certi, all’assegnazione del tradizio-nale ‘Premio della bontà Paolo VI’, quest’anno andato al patriarca cal-deo di Bagdad, il cardinale Delly Emmanuel III. Una serie di appun-tamenti che va ad aggiungersi alla celebrazione religiosa di venerdì 30 settembre, dedicata al ‘nostro’ Pon-tefice: infatti, alle ore 20 alla Pieve di S. Antonino si terrà una veglia di preghiera nel giorno del 114° anni-versario del battesimo del Servo di Dio Paolo VI, dedicata ai giovani e presieduta da mons. Cesare Polva-

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arà un’anticipazione in for-ma di pellicola a dare il la venerdì 30 settembre alla 16ª edizione di “Francia-corta in bianco”, rassegna

nazionale dei prodotti lattiero-case-ari che andrà in scena il 7, 8 e 9 otto-bre a Castegnato. Nella cornice di S. Giulia scorreranno per istituzioni e operatori del settore le immagini del documentario “Rupi del vino” girato da Ermanno Olmi: 50 minuti inedi-ti che raccontano la storia dei ter-razzamenti valtellinesi patrimonio mondiale dell’umanità. Non poteva che essere un maestro come Olmi, da sempre legato affettivamente a chi ogni giorno lavora con la nuda terra, a inaugurare la manifestazione promossa dal Comune di Castegna-to. A fare da anello di congiunzione la Valtellina, che quest’anno sarà presente come ospite speciale con uno spazio dedicato a formaggi re di quella terra come il ‘bitto’ e prodotti ormai caratteristici come i pizzoc-

prenotati, perché gli espositori pro-vengono da tutta Italia con un’incur-sione svizzera, perché possiamo of-frire al pubblico una cinquantina di formaggi e degustazioni con mostar-de e vini”. Una rassegna che si aprirà venerdì 7 ottobre alle ore 19 e prose-guirà fino a domenica 9 anche con brevi convegni (sul formaggio ‘ca-satta’ di Corteno Golgi, sulla sicurez-za alimentare nel settore caseario), momenti di divertimento (la serata di sabato 8 con Omar Pedrini), dimo-strazioni pratiche nei vari espositori presenti e incontri con i rappresen-tanti della grande distribuzione. “La nostra – aggiungono Orizio e Turel-li – è una fiera realizzata con serietà ma allo stesso tempo con i toni della festa. Più di tutto, vogliamo che sia un volano di attività economiche da accentuare sempre più per far circo-lare e conoscere i nostri formaggi; quel che conta è che ci sia grande qualità, che si tratti di prodotti di nic-chia o di grande distribuzione, come

cheri. “Nell’edizione 2011 – dicono Giuseppe Orizio e Patrizia Turelli, sindaco e vicesindaco del Comune franciacortino – abbiamo voluto as-segnare uno spazio personale alla Valtellina, così come faremo negli anni a venire per altre zone o regioni d’Italia. Quest’anno avremmo potuto fare un anno di pausa e dare respiro alle esigue risorse di cui disponiamo, ma alla fine, pur con grande sforzo, non abbiamo voluto togliere al ter-ritorio la prestigiosa opportunità di mettersi in mostra a livello nazio-nale. Siamo soddisfatti, perché già tutti gli stand (più di 100) sono stati

A Coccaglio il tempo di sconti e d’affari non sarà legato allo scorrere delle stagioni, ma all’aver in tasca pronta da esibire una speciale tessera formato famiglia, distribuita dall’Area servizi alla persona del Comune. La curiosa carta vantaggi denominata “Coccaglio con te”, già ideata lo scorso anno dall’assessore ai Servizi sociali Agostino Pedrali (nella foto), si rivolge ai nuclei famigliari con almeno due figli minori e a tutti gli ultra-sessantacinquenni residenti

nel Comune franciacortino, consentendo loro di ottenere un’ampia gamma di sconti presso oltre una ventina di attività commerciali aderenti al progetto e in tutti i periodi dell’anno.Dopo una prima e positiva fase sperimentale, la validità della tessera acquisti, è stata infatti recentemente rinnovata fino al 30 giugno 2012. Per avere diritto alla propria personale “shopping card”, è sufficiente compilare l’apposito modulo di richiesta tessera

“Coccaglio con te”, allegarlo alla fotocopia di un proprio documento d’identità e consegnare il tutto all’Ufficio Segretariato sociale del Comune. Per maggiori dettagli sull’iniziativa è possibile inoltre collegarsi al portale del comune www.comune.coccaglio.bs.it, da dove è possibile scaricare la lista completa degli svariati operatori commerciali aderenti al progetto, oltre che stampare il modulo di richiesta e leggere l’informativa relativa all’iniziativa. Le percentuali

di sconto oscilleranno da un minimo del 5% fino a toccare anche punte del 30%, interessando varie tipologie di prodotti: abbigliamento, calzature, pelletterie, farmaci, profumeria, cosmetici, articoli regalo, foto, giochi, alimentari, piante, fiori, elettrodomestici e commercio al dettaglio, ma anche pranzi, cene, pizze e banchetti. Per informazioni è possibile rivolgersi direttamente all’Ufficio Servizi sociali del Comune di Coccaglio o telefonare allo 030/7725714. (a.s.)

avviene per il sodalizio che continua con il centro commerciale ‘Le Rondi-nelle’, dove già sabato 1 e domenica 2 si potranno gustare specialità ca-searie bresciane”. Una rassegna che nel medesimo weekend avrà un’al-tra anteprima con un programma di degustazioni gratuite di formaggi italiani anche all’interno dello sto-re “Buonissimo” di corso Mameli in città. Per informazioni dettagliate sul programma visitare il sito web www.franciacortainbianco.it.

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e Franciacorta in Bianco punta tutto sulla qualità dei prodotti lattiero-case-ari, a questo appuntamen-to diventato ormai tradi-

zione non poteva mancare il “Mer-cato contadino terre bresciane”. Sempre più aziende propongono presso i loro spacci o nei distributori automatici di latte crudo, anche lo yogurt di fattoria, vaccino o capri-no, al gusto naturale o ad esempio alla frutta, prodotto rigorosamente da aziende agricole locali. Bevilatte, agenzia di servizi per l’agricoltura, ha organizzato per il secondo anno consecutivo uno specifico concorso dedicato proprio allo yogurt di fatto-ria. “Questa iniziativa – dice Fausto Cavalli, amministratore di Bevilatte – così come l’idea di vendere latte crudo con distributori automatici in piazza, è da noi proposta con sem-pre maggior successo agli allevatori locali. Il nostro obiettivo è però più ampio, intendendo promuovere tutti prodotti degli agricoltori e favoren-do l’incontro con i consumatori; ed ecco che, oltre al latte ed allo yogurt commercializzati direttamente dagli stessi produttori, abbiamo realiz-zato negli ultimi anni anche alcuni Mercati contadini, denominati Ter-re bresciane e posizionati a Ghedi, Iseo, Montichiari e Corte Franca. In questi mercati è possibile acquistare vere squisitezze locali, direttamente dagli stessi produttori e il tutto con un occhio al risparmio (un dato da non sottovalutare in questo periodo di crisi, ndr). Nasce con questi pre-supposti – prosegue Cavalli – l’idea di valorizzare tramite uno specifico concorso lo yogurt prodotto dagli

agricoltori”. Pertanto, in occasio-ne della 16ª edizione di Franciacor-ta In Bianco (7–8 e 9 ottobre 2011) e in collaborazione con Castegnato Servizi srl, si è indetto la seconda edizione del concorso “Miglior yo-gurt di fattoria”, riservato alle sole aziende agricole con propria produ-zione e trasformazione. Il concorso avrà luogo nella sede della rassegna con una selezione dei prodotti pro-venienti dai diversi ambiti del terri-torio italiano. Durante la rassegna, in particolare nel pomeriggio di sa-bato, sarà possibile degustare gli yo-gurt che hanno partecipato al con-corso ed alcuni particolari prodotti

presenti presso i mercati. Giusto ricordare che il Mercato contadino terre bresciane il primo lunedì del mese dalle ore 8 alle ore 12.30 arriva in piazza Franciacorta a Corte Franca, il martedì dalle ore 8 alle ore 12.30 a Montichiari in piaz-za Santa Maria, il sabato dalle ore 8 alle ore 12.30 a Ghedi in piazza Ro-ma, la seconda domenica del mese a Iseo dalle ore 9 alle ore 18 in viale Repubblica. Il “Mercato contadino terre bresciane” dove il risparmio e la genuinità sono di casa dopo Ghedi, Montichiari, Iseo, da lunedì 3 ottobre sarà quindi anche a Corte Franca. Oltre alla presenza dei ga-zebo arancioni c’è la garanzia della qualità: in piazza si potranno trovare solo agricoltori con i loro prodotti, freschi e appena raccolti. Per i con-sumatori c’è la comodità di trovare prodotti freschi, locali, buoni e tan-ti prodotti dalla verdura ai formag-gi alla carne al miele, alla frutta, ai salumi direttamente dal produttore.

L’immagine di settembre si affaccia alla mente di ognuno ornata di grappoli d’uva, indissolubilmente legata al momento festoso della vendemmia. Non mancano perciò in questo periodo varie manifestazioni di carattere enologico, tra le quali un posto d’onore merita certamente la “Festa dell’uva” di Gussago. Conclusasi il 25 settembre, la festa ha raggiunto quest’anno il traguardo delle 44 candeline: per quattro giorni, da giovedì a

domenica, il centro franciacortino è stato teatro di una serie di iniziative che hanno spaziato dall’ambito più precisamente enogastronomico a momenti di rievocazione storica, senza dimenticare l’aspetto culturale ed educativo assicurato da mostre, presentazioni di volumi e performance musicali e danzanti. Il tutto, ovviamente, corredato dal tradizionale appuntamento con la sfilata dei carri allegorici: dopo il sorteggio dell’ordine del

corteo, tenutosi giovedì sera dopo l’esibizione del coro alpino “La zerla”, i carri hanno sfilato in piazza Vittorio Veneto dalle 14 di domenica accompagnatidalla banda musicale“S. Maria Assunta”. Il senso della manifestazione si può rintracciare nel saluto del sindaco Lucia Lazzari che ha idealmente gettato un ponte tra la cultura contadina del passato e le nuove mete verso i suoi odierni eredi sono protesi. (f.u.)

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JAGUAR BRESCIAVIA PADANA SUPERIORE, 34 - CASTEGNATO - BRESCIATEL. 030 3229881

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Ci sono dei fatti di gioia e di spe-ranza, dalla Gmg al Congresso eu-caristico, all’azione quotidiana nella comunità cristiana. Gli eventi eccle-siali vissuti di recente e il protago-nismo dei giovani nelle manifesta-zioni scoppiate sullo “scacchiere internazionale”, attraverso le quali essi “manifestano la loro incompri-mibile esistenza”. Una globalizzazio-ne che “sempre più tende ad agire dispoticamente prescindendo dal-la politica” e la necessità di “cor-reggere abitudini e stili di vita”. La “questione morale” nella politica italiana, l’attenzione della Chiesa ai poveri e a quanti sono colpiti dalla crisi, la “presenza dei cattolici nella società civile e nella politica”. Altre questioni italiane e un’attenzione

viene. Diventare padroni di Dio. Di-ventare padroni del suo agire. Con-vincersi che il nostro fare coincida con la volontà di Dio. Si svuotano le parole quando si arriva a fare di Dio un pretesto per il proprio agire. Ed è un virus strano e incontrollabile: so-stituirsi a Dio per farlo agire, parlare, comandare. Ed è il virus più terribile perché produce la vera distruzione dell’uomo mettendo l’uomo sull’uo-mo e sostituendo il dialogo tra Dio e l’uomo con l’imperativo di Dio. Gesù incalza e chiede perché sa che rispon-deranno bene, che condanneranno, che si condanneranno. Perché non capiscono più, perché non riescono a immedesimarsi in quei contadini ladri e assassini. Così è per il virus del farsi Dio: rende incomprensibile il dialogo e la volontà di condivisio-ne. Farsi Dio è mettersi dalla parte della sola ragione. È creare la barrie-ra attorno alla vigna per gestirla da dei. Il resto non entra ma è giudicato come errore e non esiste padrone o Dio che possa vantare il diritto anche solo di dire. Allora lo scandalo della

pietra scartata è scandalo enorme e incomprensibile perché sembra che Dio vada dall’altra parte della bar-ricata, che costruisca un’altra cosa, che parli un’altra Parola. Ma è il tor-mento della storia del rapporto con Dio questo; è il richiamo all’umiltà di ascoltarlo e di fidarsi della pietra scartata più che del nostro personale modo di agire bene. È verifica di un dialogo che non dovrebbe mai spe-gnersi e che dovrebbe sempre con-frontarsi con la vera Parola. E con-vertirsi. Perché la certezza di essere nel giusto e di fare per Dio è il primo stadio dell’attacco del virus mortale del diventare Dio. Difficile ammette-re di fare per noi stessi quello che di-ciamo di dare per Dio. Ma la verifica è lì, nell’ultima riga del brano di que-sta domenica: i frutti. Sono questi che permettono di scoprire (e di svelare) per chi stiamo lavorando. Se i frutti sono per Dio o per noi non è difficile capirlo alla prova dei fatti. Ed è più fa-cile da vedere di quanto non possano mistificare le parole. Il verdetto sarà sui frutti portati. Per Dio.

l verdetto. La domanda di Ge-sù alla fine della storia che ha raccontato sembra innocua: chi potrebbe dire il contrario? È palese l’abuso e la violen-

za. Tanto palese che il verdetto e la condanna sono scontati. Ma chi li pronuncia non coglie il paradosso di questa condanna. Perché non capisce che quella non è una storia, una me-tafora, ma la Storia di un rapporto tra Dio e un popolo che, in quel momen-to, Gesù accusa di essersi sostituito a Dio. Non capiscono perché credono di agire bene, di essere custodi della vigna, di lavorarla bene. Ma non vo-gliono capire che quelli mandati dal padrone non erano incursori e nemi-ci, ma coloro che dovevano raccoglie-re i frutti. Ecco cosa non capiscono: che la vigna e i frutti non sono roba loro ma del padrone. Sono diventa-ti loro i padroni. Cosa non difficile quando si pensa di fare così bene da fare meglio del padrone. Cosa dap-pertutto non difficile quando viene a mancare l’autocritica e l’equilibrio tra il fare e il ricordare da dove si

internazionale (dal Corno d’Africa al Sud Sudan, dalle primavere del Nord Africa al raduno interreligio-so di Assisi). Molteplici gli argo-menti che il presidente della Cei, card. Angelo Bagnasco, ha affron-tato nella prolusione al Consiglio episcopale permanente (Roma, 26-29 settembre). La vita nella fede “la conversione cristiana è anche e so-prattutto fonte di gioia, di speranza e di amore”, ripete, con le parole di Benedetto XVI a Venezia.La “rigenerazione” dei cristiani. Riferendosi al 25° Congresso eu-caristico nazionale, il cardinale ha ricordato che i “cinque ambiti esistenziali” trattati nelle giornate “hanno messo in risalto l’‘osmosi’ possibile, ma anche esaltante, tra il

mistero che celebriamo e le dimen-sioni dell’esistenza quotidiana”. Per la Gmg, invece, il presule si è soffer-mato sulla “massiccia affluenza”, co-me pure sulla “qualità della parteci-pazione”. In Spagna si è registrata “un’ondata giovanile per gran parte nuova, ma non ripetitiva delle pre-cedenti”. È “la generazione giovani-le scaturita dalle Gmg di Benedet-to XVI”, il quale ha “impresso” alle Giornate una “particolare cura nella preparazione personale e nell’espe-rienza sacramentale, comprensiva dell’adorazione eucaristica a scena aperta”. Ma come s’inseriscono que-sti eventi “eccezionali” nella “vita quotidiana”? Essi, ha evidenziato, “devono concorrere alla rigenera-zione del soggetto cristiano”.

Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. (...)

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a vera questione del no-stro tempo è la questio-ne di Dio. Lo si è com-preso ancora una volta seguendo il magistero di

Benedetto XVI. La centralità della questione è data dalla marginaliz-zazione di Dio, che caratterizza il contesto in cui viviamo: Egli è mes-so fuori dalle scienze, dalla ragione positivista e la fede in lui è ridotta a mero fatto individuale ed ininfluen-te. Per questo il Pontefice si è inter-rogato: “L’uomo ha bisogno di Dio, oppure le cose vanno abbastanza bene anche senza di Lui?” (Erfurt, omelia del 23 settembre 2011). E, durante l’incontro con il Consiglio della Chiesa evangelica, ha detto: “Che cosa significa la questione su Dio nella nostra vita? Nel nostro annuncio?” (Erfurt, discorso del 23 settembre 2011). L’esperienza dice che quanto più il mondo si allonta-na da Dio, tanto più diventa chiaro che l’uomo, nell’eccesso del potere, nel vuoto del cuore e nella brama di soddisfazione e di felicità, per-de sempre di più la vita. Sì, la sete di infinito è presente nell’uomo in modo inestirpabile. L’uomo è stato creato per la relazione con Dio e ha bisogno di Lui. Per questo il primo servizio ecumenico in questo tem-po deve essere di testimoniare in-sieme la presenza del Dio vivente e con ciò dare al mondo la risposta di cui ha bisogno. Dio è l’Onnipotente anche se “Egli esercita il suo pote-re in maniera diversa da come noi uomini siamo soliti fare” (Freiburg, omelia del 25 settembre 2011). Egli

Dai bambini ai “giovani del 1961”, un lungo corteo si è snodato domenica da Perugia ad Assisi per la 19ª edizione della Marcia della pace. Classi scolastiche dal Nord al Sud con i rispettivi insegnanti, gruppi dell’associazionismo laico e cattolico, rappresentanti degli enti locali hanno camminato verso la città di San Francesco “per la pace e la fratellanza dei popoli”. Una data significativa perché cade a 50 anni dalla prima

marcia, voluta da Aldo Capitini nel 1961 proprio con il medesimo slogan. Un “significativo traguardo”, ha scritto in un telegramma alla Tavola della pace il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “I tanti ragazzi – appartenenti a diverse nazionalità, culture e religioni – che hanno aderito alla marcia e agli appuntamenti a essa correlati – ha aggiunto il Capo dello Stato – confermano la profonda aspirazione delle

giovani generazioni a costruire un futuro fondato su principi di libertà, tolleranza e giustizia sociale in grado di garantire la pacifica coesistenza tra i popoli”. Sono migliaia i bresciani che hanno preso parte (a piedi, in bici o in pullman) alla marcia Perugia-Assisi. Giunta alla Rocca di Assisi la marcia si è conclusa con una “mozione finale”, come fece Aldo Capitini nel 1961, contenente “impegni concreti – ha spiegato Lotti – che vogliamo proporre

a tutti di assumere e portare avanti”. Dal diritto a cibo e acqua al lavoro dignitoso, dall’ambiente all’informazione “libera e pluralista”, dalla promozione della società civile al “costruire società aperte e inclusive”, dieci sono le priorità per “ogni persona, a livello locale, nazionale e globale, in Europa come nel Mediterraneo”, a cui si chiede di “agire insieme con una strategia comune e la consapevolezza di avere un obiettivo comune”.

Libertà e umiltà. Due parole che in questa ultima domenica di settembre accompagnano la riflessione del Pa-pa a conclusione della visita in Ger-mania. La nostra libertà è limite che il Signore mette al suo potere, perché lo esercita in modo diverso dagli uo-mini. È dono la libertà, che non può essere disgiunta dall’umiltà, ricorda il Papa nell’omelia pronunciata al-la Messa a Friburgo, davanti ad una folla che è stata calcolata in 100mila

persone; l’esistenza cristiana è “un esserci per l’altro, un impegno umile per il prossimo e per il bene comu-ne”. Soprattutto è un abbandonarsi nelle sue mani in tempi di pericolo e di cambiamento radicale, quando ve-diamo “le cose tremende” che a cau-sa della libertà avvengono. Da parte nostra quel chinarsi del Signore verso di noi, e donarci la sua misericordia, chiede “la disponibilità di abbandona-re il male, di alzarsi dall’indifferenza

e di dare spazio alla sua parola. Dio rispetta la nostra libertà. Egli non ci costringe”. In definitiva si tratta di “fidarsi di Dio, il cui potere si manife-sta soprattutto nella misericordia e nel perdono”. Ecco dunque l’umiltà, la disponibilità ad aprire i nostri cuo-ri, perché nel nostro rapporto con il Signore “non contano le parole, ma l’agire, le azioni di conversione e di fede”. No, dunque, a una fede tiepida, a una religiosità di routine.

cati e delle virtù degli uomini. Egli sa, appunto, che tutti sono soltanto carne. Se si crede ancora in un al di là e in un giudizio di Dio, allora qua-si tutti presuppongono che Dio deb-ba essere generoso e, alla fine, nella sua misericordia, ignorerà le piccole mancanze. “Ma sono veramente co-sì piccole le nostre mancanze? Non viene forse devastato il mondo a causa della corruzione dei grandi, ma anche dei piccoli, che pensano soltanto al proprio tornaconto?” No, il male non è un’inezia. Esso non po-trebbe essere così potente se l’uomo mettesse Dio veramente al centro della propria vita. Credere significa camminare con “il Dio concreto”, farsi contagiare da lui, lasciare che la frequentazione con Lui “accenda la mia fede”. “Alcuni – ha precisato il Papa – guardano la Chiesa ferman-dosi al suo aspetto esteriore” (Ber-lino, omelia del 22 settembre). Allo-ra la Chiesa appare come una delle tante organizzazioni in una società democratica, secondo le cui norme e leggi, poi, deve essere giudicata e trattata. Occorre aggiungere che, purtroppo, nella Chiesa ci sono pe-sci buoni e cattivi, grano e zizzania. “Esistono forme di male piuttosto nascosto, che possono avvolgerci come una nebbia indistinta, e sono la pigrizia, la lentezza nel volere e nel fare il bene” (Freiburg, discor-so del 24 settembre 2011). Il danno per la Chiesa non viene dai suoi av-versari, ma dai cristiani. Tutto que-sto oscura il mistero grande e bello della Chiesa, voluta da Cristo come sacramento universale di salvezza.

stesso ha posto un limite al suo po-tere, riconoscendo la libertà delle sue creature. Il suo potere si ma-nifesta soprattutto nella misericor-dia e nel perdono, perché desidera la salvezza del suo popolo: “deside-ra la nostra salvezza, la mia salvez-za, la salvezza di ciascuno”. Ridare a Dio il posto che gli spetta, come testimonia l’esempio dei Santi. Essi “ci mostrano anzitutto che è possi-bile e che è bene vivere in rapporto con Dio e vivere questo rapporto in modo radicale, metterlo al primo posto e non riservare ad esso sol-tanto qualche angolo” (Domplatz di Erfurt, omelia del 24 settembre 2011). La relazione con Dio richie-de questa radicalità, altrimenti non

dice nulla all’uomo. Il sì a Dio passa inevitabilmente attraverso il no al peccato. Purtroppo, la maggior par-te della gente, anche dei cristiani, oggi dà per scontato che Dio, in ul-tima analisi, non si interessa dei pec-

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er leggere la realtà della nostra città ma più in gene-rale della società moderna, liberandosi magari di quei pregiudizi che offuscano

la verità e possono rendere difficile la convivenza. Anche fra i cristiani il seme dell’intolleranza religiosa at-tecchisce spesso e volentieri. Non possono certo essere le religioni fon-ti di conflitti, ma piuttosto le cause dei problemi vanno individuate nelle ragioni storico-culturali. Partendo da queste premesse l’Accademia catto-lica di Brescia inizia il secondo anno di attività con due convegni su “Cri-stiani e mussulmani in Medio Orien-te, tra presente e futuro”: il primo, in programma sabato 1 ottobre, analizza la situazione e le sue cause; il secondo (il 15 ottobre) si concentra sul dialogo possibile. La preparazione delle due giornate ha visto la partecipazione fattiva di realtà, associazioni e movi-menti ecclesiali bresciani, segno che l’Accademia ha saputo mettere attor-no allo stesso tavolo organizzativo le Acli, l’Azione cattolica, la Ccdc, la Fondazione San Benedetto, i Missio-nari saveriani e il Movimento dei fo-colari. L’1 ottobre si osserva la realtà per comprendere come si è delinea-ta, cercando le ragioni della difficol-tà della presenza cristiana in Medio Oriente. Le riflessioni scaturiscono da esperienze dirette: mons. Louis Sako, vescovo di Kirkuk, affronta il tema

Joseph di Beirut) e ad Adnane Mo-krani (professore presso la Pontificia università Gregoriana) il compito di presentare “Le ragioni storico-cultu-rali delle difficoltà”. L’iniziativa si in-serisce nel percorso triennale dell’Ac-cademia dedicato a “Religioni e con-vivenze civili”. La seconda giornata guarda verso il futuro e, soprattutto, ai segnali di speranza: Cristiana Capi-tani racconta l’impegno del Sermig in Giordania dove musulmani e cristiani, insieme, si prendono cura dei bambini down, perché “in nome di una carità alta – spiega mons. Giacomo Canob-bio – è possibile lavorare congiunta-

“Essere cristiani in Iraq”; Peter Ma-dros, delegato del patriarca latino di Gerusalemme, si sofferma su “Essere cristiani in Palestina, Israele, Giorda-nia e Siria”; a Samir Samor-Khalil SJ (professore presso l’università Saint

“Perché dovremmo realizzare le uni-tà pastorali? Perché l’uomo d’oggi ha in sé una domanda di appartenenza, di relazione e di comunità. Perché il nostro obiettivo è la generazione del-la fede attraverso comunità fraterne. Se non c’è fraternità non avremo ge-nerazione della fede. Una fraternità da accogliere dalle mani di Dio e le unità pastorali ne possono essere il volto”. Si esprime così mons. Lauro Tisi, vicario generale della diocesi di

Trento, all’assemblea dei vicari zona-li della diocesi bresciana tenutasi, nei giorni scorsi all’Eremo di Bienno. Una testimonianza, la sua, di una Chiesa, quella di Trento, che ha preso sul se-rio il tema delle unità pastorali e la sta realizzando con calma e determina-zione. “In questo cammino – ha con-tinuato Tisi – dobbiamo affrontare al-cuni nodi strutturali come il rapporto preti-laici, il tema della destinazione e gestione delle strutture e quello della

gestione partecipata della comunità. I laici hanno in questo passaggio un ruolo fondamentale e i preti da colo-ro che presidiano il territorio devono diventare sempre più segno e testimo-ni del Risorto nelle comunità”. Dalle parore dal vicario generale di Trento si capisce che la diocesi sta procen-dendo con metodo. Le fasi, i ruoli e i tempi sono chiari. Uno sguardo sere-no e aperto alla speranza accompa-gna i frutti e le fatiche di un cammino

che avrà comunque bisogno di tempo. Dalla testimonianza alle indicazio-ni per il nostro cammino diocesano il passo è breve. Il vescovo Monari ha infatti annunciato a breve la no-mina della segreteria del Sinodo dio-cesano. È l’organismo che condurrà l’ampia consultazione diocesana, re-digerà il regolamento dell’assemblea sinodale, predisporrà i documenti in discussione nell’appuntamento sino-dale, tra questi le ipotesi di articola-

zione già consegnate ai vicari zonali e in particolare un direttorio per quelle attività pastorali che saranno gestite dall’unità pastorale. Le comunicazioni offerte ai vicari nelle restanti giornate d’incontro hanno riguardato la visita vicariale che prenderà il via nel mese di ottobre, l’uso della posta elettroni-ca e delle nuove tecnologie per le co-municazioni tra il centro e le parroc-chie e il documento che intende nor-mare le feste in parrocchia.

mente”. La chiusura del convegno è affidata alla teologia musulmana (con Shahrzad Houshmand Zadeh, docen-te di teologia islamica presso la Gre-goriana, che parla de “Il Corano e la tolleranza religiosa”) e alla teologia cattolica (con Francesco Zannini, pro-fessore presso il Pontificio istituto di studi arabi e islamistica, che descrive “L’utopia del Vangelo: dialogo al di là dei confini”). L’appuntamento è per le 9 (fino alle 13) di sabato 1 ottobre presso l’aula polifunzionale dell’Uni-versità cattolica in via Trieste 17 a Brescia. L’ingresso è libero. Per info, www.accademiacattolicadibrescia.it.

“Credo che la stampa cattolica possa formare la mentalità delle persone. In un mondo che sembra cancellare i valori di riferimento, la stampa cattolica può influire sulle scelte di vita e può anche aiutare a conoscere i documenti della Chiesa”. Queste parole sono di Maria, una delle delegate “storiche” di Voce. Da circa 20 anni Maria si prodiga nella diffusione e nella distribuzione della buona stampa: il settimanale “La Voce

del Popolo”, il mensile “Madre” e il quotidiano “Avvenire”. Come lei sono un centinaio i delegati (sono sempre graditi anche altri nuovi volontari) che si impegnano sul territorio con passione per la promozione del nostro settimanale. Ogni anno sono invitati al convegno annuale, l’appuntamento del 2011 è fissato per sabato 15 ottobre presso “Casa Rocca - Palazzo Gambara” di via San Vito 31 a Bedizzole. Il programma

della giornata prevede alle 9.30 l’accoglienza, alle 10 la Santa Messa presieduta dal vicario generale, mons. Gianfranco Mascher; alle 11 l’incontro (per le consuete comunicazioni di servizio) con don Adriano Bianchi, direttore de “La Voce del Popolo”, e Annachiara Valle, direttrice di “Madre”. Alle 12.30 il pranzo in loco (è gradito un cenno di conferma entro giovedì 6 ottobre, telefonando a Paola: 03044250).

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ome da tradizione, sa-bato 24 settembre, a Ca-sa Foresti, si è tenuta la presentazione dell’itine-rario oratoriano 2011/12,

insieme con l’Assemblea degli ora-tori soci del Cob.La mattinata di lavoro è stata con-dotta da don Marco Mori, diretto-re dell’Ufficio Oratori e presidente dell’Associazione, con una rela-zione iniziale che ha toccato tut-ti i punti oggetto di discussione dell’Assemblea.Innanzitutto è stato presentato l’iti-

gli animatori ma anche una serie di proposte, calibrate in modo diver-so sulle varie fasce d’età, per coin-volgere tutti nella formulazione di idee e nella riflessione in vista del nuovo ruolo degli oratori nelle uni-tà pastorali.È stato poi illustrato il calendario formativo di Casa Foresti che, ac-canto ai corsi consolidati di ani-matore teatrale e audiovisivo, “Sai fischiare?” per animatori di orato-rio”, al corso per allenatori e di-rigenti sportivi ed ai corsi legati all’attività estiva prevede due im-portanti novità: i “Giovedì della formazione” saranno aperti da un incontro “revival” del vescovo Lu-ciano con i giovani che hanno par-tecipato alla Giornata mondiale della gioventù di Madrid e si terrà giovedì 3 novembre al Palabrescia. Gli incontri successivi manterran-no la serata del giovedì e divente-ranno un’offerta formativa artico-lata, aperta a tutti. L’altra novità è

nerario dell’anno “Per un’altra stra-da”, che accompagnerà gli oratori nel percorso verso il Sinodo dioce-sano: non solo le tradizionali pro-poste educative per le comunità e

la presentazione di un percorso di aggiornamento per i coordinatori di oratorio, un percorso che nasce su una precisa richiesta dell’assem-blea per dare formazione ed atten-zione regolare a quei laici che già operano negli oratori con funzioni di coordinamento.Il dibattito è proseguito con una breve verifica della Gmg di Madrid: sono stati presentati gli aspetti po-sitivi e raccolte le criticità, dovute soprattutto ai vari livelli della com-plessa macchina organizzativa.L’appuntamento è stato inoltre l’occasione per aprire un canale interessante dell’attività associa-tiva del Cob, quello della ricerca e dell’offerta agli oratori di conven-zioni vantaggiose su aspetti tipici dell’attività oratoriana: in questo contesto è stata presentata una convenzione con Coni Servizi per offrire un certificato di qualità rela-tivo all’impiantistica e alla struttu-razione delle società sportive degli

Giovedì 29 settembreOre 10.30 - Brescia -S. Messa nella festa patronaledella Poliziapresso la parrocchiadelle SanteCapitanio e Gerosa.Ore 20.30 - Muratello di Nave - incontro con i catechistidei genitori dell’Icfrdella zona XXIII presso l’oratorio.Venerdì 30 settembreOre 20.30 - Inzino - Visita alla

La Cancelleria della Curia diocesana, a seguito dell’ordinanza dell’ordinario diocesano, comunicai provvedimenti della settimana:

Il sac. don Lorenzo Pini,già vicario parrocchialedi Ome e cappellano dellaClinica S. Rocco di Ome,è stato nominato presbitero collaboratore della parrocchiadi Gottolengo.

Il diacono Giuseppe Colosini, già in servizio pressol’Ufficio diocesano per la pastorale della Salute,è stato nominato per il servizio della parrocchia di Gottolengo.

Il diacono Massimo Sala,già in servizio pressola parrocchia di Trenzano,è stato nominatoper il servizio della parrocchiadi Travagliato.

macrozona presso la Saladella comunità.Domenica 2 ottobreOre 11.15 - Idro - Santa Messain occasione della festa patronale.Ore 16.30 - Lumezzane - Santa Messa e inaugurazione dell’oratoriopresso la parrocchia di San Sebastiano.Martedì 4 ottobreOre 20.30 - Boario Terme -Visita alla macrozonapresso il Centro congressi.Mercoledì 5 ottobreOre 20.30 - Sabbio Chiese - Visita alla macrozona presso la Sala della comunità.

oratori. Infine è stato annunciato un appuntamento importante ospi-tato dalla nostra diocesi e da quel-la di Bergamo: il primo Convegno nazionale degli oratori, organizzato dal Forum degli oratori italiani, si terrà tra il 6 e il 9 settembre 2012 a Brescia, come riconoscimento della preziosa tradizione lombarda rispetto a questa forma di pastora-le giovanile. Gli oratori e i giova-ni bresciani saranno chiaramen-te coinvolti per nell’accoglienza, nell’ospitalità e nella realizzazione di questo momento.

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n territorio grande e po-polatissimo, una realtà scolastica e universi-taria enorme, la sfida dell’incontro con la cit-

tà, spesso anonima e fluttuante, sen-za appartenenze forti… La Missione giovanile nella zona nord di Brescia ha avuto ufficialmente inizio dome-nica 18 settembre presso la parroc-chia della Pavoniana con il mandato del Vescovo e si è conclusa dopo una intensa settimana di iniziative. Le 14 parrocchie della zona sono state coin-volte nella preghiera e nell’ospitalità nelle famiglie degli oltre 50 missionari (seminaristi del Seminario diocesano, Ancelle della carità, Suore Operaie, Comboniane, Francescane del Verbo Incarnato, consacrate della Tenda di Dio, Pro Familia). Positivo il riscon-tro con gli adolescenti e i giovani del-le parrocchie: lunedì 19 i missionari si sono divisi su sei oratori della zona e hanno incontrato in tutto circa 200 tra adolescenti e giovani. Ogni sera inol-tre era dedicata all’adorazione euca-ristica e alla celebrazione della Mes-sa in una delle parrocchie. Due serate inoltre hanno coinvolto tutti i giova-ni della zona presso il teatro S. Giulia del Prealpino: una con testimonianze

sulla fede, una con una catechesi del vescovo Luciano. Per due sabati si è proposta inoltre l’iniziativa di “Una luce nella notte” nel Parco Castelli. La zona è caratterizzata dalla forte presenza di strutture scolastiche e di istruzione e qui si è giocato un tratto qualificante di questa missione attra-verso tre iniziative. La prima è stata la preghiera: ogni mattina alle 7.30 cir-ca si è svolta la preghiera per gli stu-denti in tre punti: presso la chiesa di S. Maria Crocifissa, presso la chiesa di S. Barnaba e in un punto allestito nelle vicinanze dell’Istituto Lunardi. Ogni pomeriggio inoltre si è propo-sta l’iniziativa dell’adorazione nella cappella dell’università, invitando gli studenti a fermarsi a pregare. Qui si partiva da zero e i partecipanti non sono stati molti, tuttavia qualcuno ha accolto l’invito e, soprattutto per quanto concerne l’università, è stata un’iniziativa che attende una qualche continuità. La seconda è stata la pre-senza nelle ore di religione. I missio-nari hanno incontrato un centinaio di classi, in tutto quasi 2000 studenti. Hanno accolto l’invito il liceo Cali-ni, il liceo Olivieri, l’istituto Castelli, l’istituto Lunardi, l’istituto Sraffa, il Cfp Lonati. La risposta è stata molto

positiva da parte dei docenti di religio-ne e degli studenti che hanno accolto la proposta incentrata sul tema della libertà religiosa e della pace. La terza è stata la proposta di assemblee sco-lastiche aperte alle classi più avanzate con l’intervento di autorevoli relato-ri. Si è visto quanto la presenza della Chiesa nella scuola pubblica sia fon-damentale sebbene troppo spesso trascurata. Negli ultimi anni inoltre Brescia ha maturato una sempre più spiccata vocazione universitaria e la Chiesa bresciana è chiamata a rispon-dere a questa opportunità. Il “cortile dei gentili” di cui parla il Papa è ap-punto questo luogo in cui può avveni-re l’incontro fecondo della fede della Chiesa con la cultura e il pensiero e la scuola pubblica e l’università giocano un ruolo imprescindibile in questo. I pomeriggi hanno visto la presenza dei missionari nei luoghi della carità: Spe-dali Civili, Hospice della Domus, la Cooperativa Nikolajewka. Gli incontri sono stati significativi e hanno portato anche in questi luoghi l’interrogativo di Gesù che chiama in ogni situazione della vita a seguirlo. “I 72 tornarono pieni di gioia…”: così il Vangelo dice degli apostoli dopo l’opera missiona-ria svolta nelle città.

Laici (giovani e adulti). Domenica 9, dalle 9 alle 17, ritiro spirituale: ‘lectio divina’ con la Parola di Dio della liturgia eucaristica del giorno.Donne. Martedì 11, dalle 10 alle 16.30, ritiro spirituale: “Lectio divina” con la Parola di Dio che verrà ascoltata nella liturgia eucaristica della domenica successiva. Presbiteri e religiosi. Mercoledì 12, all’Eremo di Montecastello a Tignale, dalle 9.30 alle 14, ritiro spirituale per il

presbiterio e i religiosi delle due Zone gardesane. Il servizio della Parola nel ritiro di ottobre verrà offerto in tutte le Zone pastorali della diocesi dai Padri Saveriani, in occasione della canonizzazione del loro Fondatore, Guido Maria Conforti; negli altri ritiri offrirà il servizio della Parola don Vittorio Bonetti, parroco di Prevalle San Zenone e San Michele; il ministero della riconciliazione continuerà ad essere esercitato dai Padri

Cappuccini di Barbarano; Fidanzati della zona XVI. Domenica 23 - dalle 9.30 alle 17, primo ritiro spirituale per le coppie di fidanzati che si preparano alla celebrazione cristiana del matrimonio nella zona pastorale XVI di S. Ercolano.Educare: gioie e fatiche. Incontri di spiritualità e di riflessione per genitori alle prese con l’educazione dei figli. Domenica 2 ottobre 2011 “Essere genitori capaci di generare in una società dove si fa fatica a

seminare”. Domenica 15 gennaio 2012 “La Famiglia di fronte a crisi e difficoltà”. Domenica 18 marzo 2012 “La gioia di crescere insieme in famiglia”. Dalle 9 alle 17, con iscrizione alla giornata necessaria telefonando all’Eremo (0365 760255). Animano le giornate la dott.ssa Mariella Bombardieri, psicopedagogista formatrice, don Dino Capra e le Suore Dorotee di Cemmo della Comunità dell’Eremo.

La parrocchia di Cristo Re in via Fabio Filzi 5 a Brescia (Borgo Trento) organizza gli esercizi spirituali nella quotidianità di vita sul tema “Comunità in cammino” da lunedì 3 a venerdì 7 ottobre le sere alle 20.45 nella chiesa parrocchiale. Detta le meditazioni padre Gianni Colosio, sacerdote marista. Sono previsti anche momenti di preghiera, l’adorazione eucaristica e la possibilità di un colloquio spirituale con sacerdoti.

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nel segno dell’amicizia che quest’anno presso il Centro di spiritualità Mater Divinae Gratiae di Brescia le suore Dorotee

di Cemmo daranno il via alle attività formative del prossimo anno 2011-2012: il punto di convergenza tra le proposte in calendario e il carisma dell’Istituto sarà la storia del Piccolo Principe, un classico della letteratura per ragazzi e adulti che aprirà la stra-da al tema delle relazioni. Il testo sa-rà presentato da un gruppo di giovani musicisti, diplomati al Conservatorio di Brescia e di Darfo, i quali hanno il merito di credere nella cultura e nel-la necessità di divulgarla, soprattutto nella forma dell’espressione musica-le classica e moderna. Letture dal li-bro di Saint Exupèry si alterneranno all’esecuzione di brani musicali op-portunamente scelti dal gruppo Frau-musica, associazione culturale nata in Valle Camonica, che da diversi anni si muove sul territorio bresciano e non, per portare le proprie creazioni a con-tatto con il pubblico delle scuole, dei

dimensioni che hanno a che fare con la relazione con Dio, con sé, con gli altri; i risvolti problematici e le risor-se impensabili che ogni rapporto ha in sé diventano tematiche caratterizzan-ti le diverse iniziative: dalle settimane di preghiera (gli esercizi spirituali se-guiranno il filo rosso della “gratuità”) ai weekend di meditazione cristiana; dalle serate per educatori, animatori e insegnanti di religione ai percorsi di elaborazione del lutto; dagli incontri per disabili alla presentazione di ope-re d’arte legate ai tempi significativi dell’anno liturgico… Amicizia evange-lica è espressione cara alla spiritualità delle Dorotee, poiché fin dall’origine la modalità di diffusione del Vangelo doveva essere una sorta di “contagio” dato dall’entusiasmo, dall’autentici-tà del tratto, dal camminare insieme sulla strada: è un po’ quello che sarà raccontato dalla comunità del Mater nella sezione conclusiva del pomerig-gio, quando anche gli amici del Cen-tro testimonieranno le amicizie nate all’interno o attraverso le esperienze vissute presso la casa delle suore.

centri culturali, delle parrocchie, dei luoghi di intrattenimento. Il carisma educativo delle Dorotee le ha por-tate a guardare con curiosità e con ammirazione il gruppo Fraumusica, esempio di come i giovani sappiano organizzarsi anche da soli per mette-re a frutto le loro risorse umane e in-

In collaborazione con l’ufficio Turismo e Pellegrinaggi della diocesi di Brescia, la Fondazione Cocchetti promuove il secondo corso di approfondimento Sulla via dei Santi in Valle Camonica. Gli incontri, che si terranno presso la sede della Fondazione ad eccezione delle visite guidate, sono aperti anche a tutti coloro che, pur non intendendo svolgere l’attività di animatore di pellegrinaggi, sono interessati a conoscere i temi proposti. La

quota di partecipazione è di 50 euro. Martedì 11 ottobre alle 20.30 “I Santi per lo sviluppo spirituale, sociale ed economico della Valle Camonica” (prima parte); sabato 15 ottobre, alle 15, “I Santi per lo sviluppo spirituale, sociale ed economico della Valle Camonica” (seconda parte) con il prof. Giovanni Gregorini.Martedì 18 ottobre 2011, ore 20.30 Lessico della vita interiore: peccato/perdono, vizi/virtù, conversione/ascesi; sabato 22

ottobre 2011, ore 15; lessico della vita interiore: lotta spirituale, preghiera (mistica, meditazione, orazione, contemplazione) con suor M. Cecilia Signorotto.Martedì 25 ottobre, ore 20.30, La spiritualità italiana nell’Ottocento: temi e figure (prima parte); giovedì 3 novembre, ore 20.30, La spiritualità italiana nell’Ottocento: temi e figure (seconda parte) con don Ezio Bolis. Martedì 8 novembre, ore 20.30, Fondamenti di comunicazione:

parlare in pubblico; sabato 12 novembre, ore 15, Fondamenti di comunicazione: gestione del gruppo con Agostino Mantovani (nella foto).Sabato 19 novembre, ore 15, Simulazione di visita guidata; Sabato 26 novembre, ore 15,Simulazione di visita guidata con Fabio Larovere.Per informazioni,www.fondazionecocchetti.bs.it,[email protected], telefono 0364 331284

In occasione della solennità di San Francesco d’Assisi i Frati Minori Con-ventuali di Brescia hanno organizzato una serie di proposte. In particolare venerdì 30 settembre, alle 21, nella chiesa di S. Francesco è in program-ma il “Concerto di San Francesco” - Brahams Ein Deutsches Requiem, op.45 per soli cori e orchestra Coro polifonico Theophilus – Orchestra da Camera Arteviva in collaborazio-ne con il Coro Antiche Armonie. Le iniziative proseguono lunedì 3 otto-bre: in serata alle 21 la celebrazio-ne del Transito di San Francesco nel Chiostro. “La solennità di S. France-sco d’Assisi uomo di pace ci porta a riflettere – spiega padre Leopoldo Fior superiore della Comunità dei Frati Minori – sulle violenze presen-ti nella nostra società; si respira una violenza quotidiana: oggi a far paura è proprio l’uomo”. Per la solennità di San Francesco, martedì 4 ottobre, saranno celebrate le Messe con ora-rio festivo (alle ore: 7; 8; 9.30, 10.30 e 11.30). Nel pomeriggio alle 16 la pre-ghiera per il creato e la benedizione degli animali tradizione che attinge all’invito di S. Francesco a lodare il Signore con tutto il Creato”. La Messa solenne si terrà alle 18.30. Quest’an-no sarà la comunità di Carpenedolo a offrire l’olio per la lampada della pa-ce. La Messa sarà presieduta da don Franco Tortelli, anima la Corale di San Francesco. Dopo la celebrazio-ne, nel piazzale della chiesa ci sarà un momento folkloristico offerto dalla comunità di Carpenedolo. “France-

sco uomo di pace – prosegue Padre Leopoldo – è colui che ci insegna a tendere la mano. Il gesto che ripetia-mo nella nostra chiesa in occasione della solennità del 4 ottobre la lampa-da della pace sempre accesa e l’olio che è offerto a turno da un Comune bresciano esprime il desiderio di un impegno comune perché rapporti di serenità autentica si instaurino nella nostra provincia”. (a.t.)

Un itinerario di orientamento vo-cazionale per i ragazzi che amano stare insieme, che servono all’alta-re, che mostrano una certa vivacità spirituale dalla quinta elementare alla terza media. Si può sintetizza-re così lo spirito del gruppo picco-lo Samuele proposto dal Seminario diocesano di Brescia e organizzato di domenica. Molti chierichetti affiancano a uno spirito di servizio anche un cammi-no di ricerca spirituale. Ecco allo-ra che il Seminario diocesano pro-pone un percorso di orientamento e di crescita comunitaria. Può di-ventare anche un’ottima occasione per conoscere altre persone e per

avere uno scambio di conoscenze.Il primo appuntamento del Gruppo piccolo Samuele è fissato per do-menica 9 ottobre, il secondo per domenica 27 novembre, il 27-28 dicembre, il 29 gennaio, il 26 feb-braio, il 25 marzo e il 22 aprile. Il Gruppo piccolo Samuele termina le iniziative con un campo dal 25 al 30 giugno. Gli incontri si tengono, dalle ore 9 alle 16.30, presso il Seminario mi-nore a Brescia di via Musei 58/a. Per informazioni, si può contattare don Giovanni Milesi (3474139309 o [email protected]) o don Giorgio Gitti (3384753474 o [email protected]).

tellettuali: così nasce il connubio tra il Piccolo Principe e l’inaugurazione delle attività del centro; una storia di amicizia, di scoperta dell’altro, di cura per chi si ama, di fedeltà a chi è unico e prezioso proprio perché “amato”. Le proposte del Mater Divinae Gratiae sono volte ad approfondire alcune

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uell’arte contempora-nea che ha incontrato la Parola sulle pagine del nuovo “Lezionario della Chiesa cattolica”

è stata donata all’Opera per l’edu-cazione cristiana di Brescia, trovan-do la sua collocazione nel Centro studi dell’Istituto Paolo VI di Con-cesio. La donazione, formalizzata ufficialmente nel corso di una ceri-monia nel centro studi dell’Istituto alla presenza del vescovo di Brescia Luciano Monari, di Giuseppe Cama-dini, presidente dell’Oec, e di mons. Mariano Crociata, segretario gene-rale della Cei, la donazione è stata pensata per la piena valorizzazione di un immenso patrimonio artisti-co, per farne una collezione viva, dinamica, a servizio della Parola e della catechesi. Con l’atto della Cei nei confronti dell’Opera per l’educa-zione cristiana si è rinnovato anche quell’intimo legame tra Chiesa e arte auspicato dal Papa bresciano. Con

L’arte per la vita buona del Vangelo

oltre il valore delle opere commis-sionate dalla Conferenza episcopa-le italiana per il Lezionario e che giunge in un tempo in cui l’Istituto Paolo VI sta indirizzando i propri sforzi sull’ormai vicino 50° anniver-sario di elezione del papa brescia-no per dare un ulteriore contributo alla conoscenza della verità storica su papa Montini. Le oltre 200 opere d’arte commissionate dalla Cei per illustrare i nove volumi del leziona-rio Cei vanno idealmente a comple-tare le oltre 7000 opere d’arte della Collezione Paolo VI.

l’arrivo al Centro studi dell’Istituto Paolo VI della collezione si conclude un percorso iniziato nel 2007, quan-do la Cei, nel pieno spirito della ri-forma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II, rinnovava con gli arti-sti, commissionando loro le tavole a commento di passi biblici contenuti nel Lezionario, quell’alleanza lancia-ta nel 1964 dal Papa bresciano per-ché con le loro straordinarie capaci-tà rendessero accessibile attraverso forme e colori il mondo dello spiri-to. Il trasferimento dell’intera colle-zione presso la sede dell’Opera per l’educazione cristiana permetterà di

studiare e far conoscere il disegno complessivo del progetto della Cei e che ha prodotto un repertorio di iconografia biblica contemporanea certamente unico nel suo genere. Nel corso del suo intervento a Con-cesio mons. Crociata ha illustrato le ragioni che hanno portato prima alla realizzazione di un lezionario corre-dato da opere di artisti contempora-nei e poi alla donazione delle stesse all’Oec. “Il nuovo lezionario è stata una sfida – ha affermato –. Per l’ac-compagnamento dell’immagine alla Parola è stato scelto il linguaggio del nostro tempo che ha coinvolto i più significativi artisti italiani”. A loro è stato chiesto di rendere visibile, at-traverso l’immagine, quanto espres-so dai vari testi secondo i principi dell’iconologia ecclesiale definiti nel II Concilio di Nicea”. Chiudendo il suo intervento il Segretario genera-le della Cei ha auspicato che con la donazione le immagini del Leziona-rio possano contribuire al più ampio

e articolato progetto di educare le comunità cristiane alla vita “bella e buona” del Vangelo. Il vescovo di Brescia Luciano Monari, sottoline-ando come la donazione delle ope-re realizzate per il Lezionario riveli l’attenzione della Cei per la Chiesa bresciana, ha speso intense parole per la ‘curiosità’ di Paolo VI a tutte le forme dell’esperienza umana come segni dell’amore di Dio. “Quella cu-riosità – ha affermato mons. Mona-ri – che gli permise di elaborare un rapporto particolarmente intenso con uomini che attraverso l’arte ri-velavano il desiderio di Dio”. Un at-teggiamento, quello della curiosità, che dovrebbe essere di una Chiesa che nel suo cammino di evangeliz-zazione deve amare l’uomo in tutte le sue espressioni, compresa quella dell’arte. Giuseppe Camadini, pre-sidente dell’Opera per l’educazione cristiana, ha sottolineato la grande importanza dell’atto di donazione per Oec e Istituto Paolo VI che va

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ntrare in un chiostro dal fascino rinascimentale e, all’ombra di un maestoso ciliegio, riscoprire l’arte della miniatura amanuen-

se. L’emozione di un tuffo nel passato ha visto protagonisti 51 bambini, ap-partenenti alle sezioni A e B di quinta elementare della scuola Santa Doro-tea, che hanno per primi sperimenta-to uno dei laboratori didattici propo-sti dal Museo diocesano. Dopo aver visitato la sezione del museo dedicata ai codici miniati si sono cimentati con la tecnica utilizzata dagli amanuen-si, decorando con le matite colorate l’iniziale del proprio nome, prenden-do come modello la riproduzione di un codice. Come i monaci i bambini si sono confrontati con la difficoltà di non poter cancellare eventuali er-rori, trasformandoli in pregi artistici. “Abbiamo voluto inaugurare i labo-ratori proponendo quello dedicato alla vita da amanuense – ha spiega-to la responsabile dei laboratori, Lia Consoli – perché i codici miniati sono una peculiarità del Museo diocesano, costantemente esposti”. Oltre a visi-te guidate tematiche al convento e al Museo, sono otto le attività didattiche

ideate per le scuole di ogni ordine e grado: spaziano attraverso diverse proposte, come la classica caccia al tesoro, per familiarizzare con l’am-biente del Museo e stimolare lo spiri-to di osservazione, la lettura di miti e leggende greco-romane (che si avva-le dei reperti), fino all’analisi archeo-logica di vasi etruschi e greci. Molta attenzione anche per i tessuti prezio-si: due laboratori sono dedicati alla spiegazione delle tecniche del ricamo, della tessitura e della simbologia del-

le trame decorative. Nella galleria del Museo i ragazzi potranno osservare i dipinti e imitarli, realizzandone uno proprio; sarà possibile avvicinarsi all’iconografia dei santi e comporre una propria immagine. A ogni labora-torio è associata una visita in una se-zione del Museo. Per tutto il mese di ottobre, la sessione didattica è offerta al costo simbolico di un euro a parte-cipante. Per informazioni chiamare il numero 03040233 (martedì - giovedì ore 10-12 e 15-18, mercoledì chiuso).

Sabato 8 ottobre presso l’auditorium della biblioteca di Edolo si tiene il convegno “Carlo Emilio Gadda, alpi-no e scrittore in Alta Valle Camoni-ca” . Organizzato dai Comuni di Edo-lo, Corteno Golgi, Incudine, Monno, Ponte di Legno, Sonico, Temù, Vezza d’Oglio, Vione con la collaborazione di Regione Lombardia, Museo della guerra bianca, Distretto culturale di Valle Camonica e Associazione na-zionale alpini, il convegno intende celebrare la figura dello scrittore mi-lanese, che in terra camuna mosse i

suoi primi passi da scrittore trascor-rendo alcuni mesi a Edolo e Ponte di Legno fino al febbraio 1916 quando fu inviato sul Carso; al contempo si vuole approfondire attraverso la sua letteratura il tema della guerra e del-la prigionia. Inoltre, è stato lanciato il 1° concorso letterario “Carlo Emilio Gadda”, in scadenza il 31 dicembre 2011. Per informazioni dettagliate sul programma del convegno e sulle mo-dalità di partecipazione al concorso visitare la pagina web www.valleca-monicacultura.it/gadda.

I numeri e i dati parlano di un suc-cesso sul territorio con un apprez-zamento sempre crescente da parte del pubblico per “Città dolci - Circui-tazione teatrale in terre d’acque dolci nella Provincia di Brescia”. I Comuni coinvolti sono Rodengo Saiano, Er-busco, Lonato, Castegnato e Prova-glio d’Iseo. “L’idea nasce dalla Regio-ne e ci siamo focalizzati – racconta il direttore artistico Davide D’Antonio – sui territori che stanno tra la città e il lago d’Iseo e tra Brescia e il lago di Garda. Abbiamo teatri piccoli, ma sia-mo contenti perché da 40 spettatori all’inizio, ora superiamo i 200 a spet-tacolo e siccome i luoghi sono picco-li rischiamo di dovere mandarli via”. L’edizione che parte l’1 ottobre dal centro civico di Castegnato, con lo spettacolo “Voci d’asfalto” alle 21 è la settima e si chiuderà il 4 dicembre a Lonato con “Biancaneve”, per poi

lasciare spazio a “Dolce Natale” che andrà dal 20 al 31 dicembre.Per l’edizione 2011 “Città dolci” si sdoppia: la programmazione usuale è affiancata da un progetto dinamico che intende rivitalizzare luoghi e spazi della Franciacorta. In cartellone una serie di proposte che, come abitudine, provocheranno gli spettatori e andranno a mettere il dito in tante piaghe della società di oggi; si passa dalla prostituzione (“Vo-ci d’asfalto” e “La vita non basta”) al ruolo della donna (“Pillole” e “La gio-catrice”), dalle condizioni di lavoro al futuro dei giovani (“Mi chiamo Ro-berta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese”), dall’utilizzo delle risorse naturali (“Chernobyl tour” e “Joy”) all’esigenza di spiritualità (“A tua im-magine”) senza dimenticare i più pic-coli (“A nord della primavera”, “Il cu-bo magico” e “Biancaneve”).

Il primo spettacolo sabato 1 orttobre “Voci d’asfalto” è al centro civico di Castegnato: il palco si copre d’asfal-to, i fari schizzano, la musica si allarga nella notte e il monologo della prosti-tuta, della donna, dell’anima costret-ta in scarpe crudeli, inizia. Spettaco-lo povero, come povera è la strada, spettacolo ricco come ricco sa essere il cuore degli schiavi. La regia è di Lu-cia Falco con la stessa e con Marcello Spataro. Tutti gli spettacoli costano 3 euro, escluse le tre proposte per i bambini il cui ingresso è gratuito. Esi-ste anche una forme di abbonamento a 10 spettacoli con 10 euro e riduzioni.Altre informazioni e prenotazioni al-lo 0303701163 e 3392968449 o sul si-to www.cittadolci.it. Sabato 8 ottobre “Joy” di Roberto Capaldo e Davide D’Antonio a Castegnato; sabato 15 “La giocatrice” (nella foto una scena) a Rodengo Saiano.

Dall’idea di Ron Hornbaker e sua moglie Kaori del 2001 sino alla declinazione bresciana messa in pratica dalla circoscrizione Nord. Si tratta de “Il baratto. Scambia un libro la mattina al parco”. Luogo il parco Jan Palach di via Tommaseo. A maggio fu un successo, ora si replica. Unica regola: proibita qualsiasi trattativa commerciale. Chi ha tanti libri potrà prenotare un banchetto. La 2ª edizione andrà in scena domenica 2 ottobre dalle ore 9 alle 13 al parco Jan Palach.

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al 24 settembre indos-sa un nuovo abito grafi-co il sito web del teatro Odeon di Lumezzane, che si prepara anche vir-

tualmente per una stagione nuova di zecca. A inaugurarla saranno il 4 no-vembre le fantasmagorie degli Obli-vion, pronti a stupire il pubblico, uti-lizzando almeno un secolo di mate-riale musicale, sempre in equilibrio tra citazione e creatività, tra umo-rismo e commozione per costruire un sorprendente palinsesto canoro punteggiato da personaggi grandi e meno grandi. Voce della musica che affianca la stagione di prosa, aperta da Lella Costa con “Arie”, compas-so di gesti e parole con cui l’attrice traccerà un’antologica carrellata della sua storia artistica. Dedicata alla musica sarà la rasse-gna “Odeon Classic” a cura dell’as-sociazione All’Unisono, mentre sul palco a recitare troveremo poi Mo-nica Guerritore, in scena con le tin-te forti della sua “Oriana Fallaci”, spettacolo già proposto al festival di Spoleto; e dalla rassegna umbra arriva anche “Terra promessa!” di Marco Baliani, campione del teatro di narrazione, che sbarca a Lumez-zane con un contributo inedito de-dicato all’anniversario dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Indaga invece la

moderna (titolo “Itis Galileo”), un omaggio a chi ha sempre avuto la mente aperta al dubbio e col quale l’attore bellunese cercherà di coin-volgere anche gli spettatori nel ra-gionamento. Non mancheranno i classici del-la letteratura, con il milanese Te-atro dell’Elfo che farà rivivere “Il racconto dell’inverno” di William Shakespeare, una sorta di Romeo e Giulietta a lieto fine messa in opera da Elio De Capitani e Ferdinando Bruni; lo Stabile del Veneto, inve-ce, sarà impegnato nella commedia di Carlo Goldoni “Il ventaglio”. Ri-torno in Valgobbia anche per Em-ma Dante, con due atti della “Tri-logia degli occhiali”, mentre Rosa-rio Lisma arriverà con l’esilarante commedia “L’operazione”. E dopo i trionfi cinematografici calcherà le assi dell’Odeon pure Angela Finoc-chiaro, portando insieme a Michele Di Mauro “Open Day”, sui tormenti tragicomici di una famiglia e della figlia adolescente. Infine, tris di don-ne bresciane, con Sara Poli a dirige-re Laura Mantovi e Beatrice Faedi in “La chiave dell’ascensore”, trat-to dall’omonimo libro di Agota Kri-stoff sulla violenza fatta alle donne. Per informazioni visitare il sito web www.teatro-odeon.it.

Il Museo di Santa Giulia a Brescia propone un viaggio fra le icone russe, alla scoperta del culto ortodosso e della storia iconografica in Russia, con la mostra “Quando l’arte racconta la fede”, aperta fino al 30 ottobre con ingresso gratuito. Sono esposti più di 70 esemplari appartenenti alla collezione privata di Academia-Ikonrus di Montichiari. Un viaggio nella storia artistica della Russia e della religione ortodossa, dal XVI al XIX secolo, passando dal momento

di massimo splendore artistico al periodo in cui le opere incontrano l’arte moderna. Kandinskij, Chagall, Petrov-Vodkin, Larionov, Goncharova, Malevic e altri pittori delle Avanguardie russe attinsero a diverse fonti, e l’icona era una di esse. La raccolta presente in Santa Giulia, esposta con un percorso temporale, sarà composta da icone dipinte nelle migliori scuole russe. Tra le opere in esposizione alcune sono rare, altre sono di alta epoca, altre ancora impreziosite

con riza (copertura metallica) in argento e pietre preziose. La tecnica è la stessa fin dalla nascita: l’immagine, realizzata sia con i colori, sia con le tessere di mosaico viene eseguita su legno, lino o pietra. L’icona è un simbolo sacro e come tale non imita il mondo visibile, materiale; essa esiste per rendere visibile il trascendente che altrimenti resterebbe senza espressione. Per questo l’icona ha la funzione di aiutare il credente a pregare, a credere, a ragionare

a piangere a gioire. L’icona non vuole mai rappresentare la natura e in questo si diversifica dal quadro religioso. Allo stesso tempo non può essere considerata solo per il suo valore sacro. Diceva Igor Grabar, accademico pittore dell’Urss e studioso di icone: “L’icona russa è una delle più grandi manifestazioni d’arte mondiale... l’interesse crescente per l’icona russa contribuirà alla consacrazione come parte integrante del tesoro culturale dell’umanità intera”.

storica figura di Galileo Galilei Mar-co Paolini, che torna a Lumezzane con un lavoro di approfondimen-to dedicato al padre della scienza

le DROGHE di Giovanni

Giovanni l’EvangelistaRoberta Falco

Davide SpinelloDavide Bonera

Paolo Borella | Nicola Corini

nella parte di se stesso Davide Bonerain tutte le altre Davide Spinello

in scena

testi

alle luci e video

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11 giugno 1981, poco do-po le 13, più di 28 milioni di italiani (un record mai più eguagliato!) si paraliz-zano davanti alla tv. Da un

pozzo artesiano abusivo nella campa-gna di Vermicino, vicino a Frascati, si sente la voce di un bimbo di sei anni, Alfredino Rampi, caduto a 36 metri di profondità la sera precedente. Giorna-listi e curiosi si precipitano sul posto. Arriva persino il presidente della Re-pubblica, Sandro Pertini. Sembra che da un momento all’altro il bambino possa essere salvato. Si prova di tut-to, fino alla trivellazione di un pozzo parallelo, ma il piccolo, proprio per effetto dello scavo, precipita ancora più in basso; non c’è più nulla da fare. Il 10 giugno alle 19, a San Benedetto del Tronto un giovane elettrotecni-co, Roberto Peci, cade in un aggua-to delle Brigate rosse, che l’avrebbe-ro ucciso, dopo una lunga prigionia, per vendicarsi del fratello Patrizio, il primo pentito delle Br. L’evento non

Disciplini. L’evento era organizzato dal Circolo Culturale Aldo Moro, nel-la serie di appuntamenti “Castenedo-lo… incontra”. La serata, condotta da Bianca Berlinguer, direttore del Tg3, si è aperta nel ricordo di Mino Mar-tinazzoli, protagonista delle passate edizioni. Maurizio Belpietro, diretto-re di “Libero”, ha ricordato gli ecces-si dell’informazione, specie quella te-levisiva, che inseguendo l’obiettivo degli ascolti supera anche i limiti del pudore. Demetrio Volcic, giornalista e scrittore, ha portato la sua testimo-nianza frutto di anni di esperienza in televisione. “Era più facile sottrarsi a questo circo mediatico – spiega Vol-cic – bastava aprire il tg con le notizie di politica estera e relegare la cronaca in posizione secondaria”. Il sen. Ga-etano Quagliariello, capogruppo dei Senatori del Pdl, ha identificato nella vicenda di Alfredino Rampi l’inizio del reality. La cosa è sorprendente visto che ancora non esisteva la tv com-merciale e nessuna “guerra dei palin-

è seguito in diretta, ma anche Peci si trova davanti all’occhio della teleca-mera quando legge la sua condanna a morte con l’illusione che “recitando bene la sua parte” sarebbe stato libe-rato. In “L’inizio del buio” (Milano, Riz-zoli, 2011), Walter Veltroni racconta, con particolari inediti, quelle due tra-gedie parallele, che hanno in comu-ne di essersi svolte lo stesso giorno, alla stessa ora, a poco più di 200 km di distanza l’una dall’altra. Lì si verifi-ca una frattura decisiva nel modo di fare informazione. Il volume è stato presentato a Castenedolo lunedì 26 settembre scorso, presso la Sala dei

La via di Damasco è simbolo della via della conversione, di un ritorno quotidiano a quel Dio che illumina. “La via di Damasco” è anche il titolo della nuova pubblicazione dell’Opera Diocesana san Francesco di Sales che raccoglie le meditazioni, le omelie e le catechesi di mons. Luciano Monari nel corso del pellegrinaggio diocesano in Siria, svoltosi lo scorso anno, organizzato da Brevivet. Un itinerario di fascino scandito da tappe in località antiche ed

evocative, da Ugarit ad Aleppo, sino a Palmira, luoghi ove la storia è passata lasciando importanti testimonianze. Soprattutto, un itinerario di fede nel quale risalta la figura dell’apostolo Paolo, che proprio a Damasco visse l’incontro con Cristo che gli cambiò la vita. Dunque i temi della storia, del confronto con culture diverse e con l’Islam in particolare, il tema della conversione sono al centro delle meditazioni del Vescovo, efficace e profondo nel suo scandagliare la

ricchezza della Parola, ma anche attento e chiaro nel ricostruire le vicende storico politiche che hanno caratterizzato la Siria. Un territorio anche oggi al centro delle cronache, interessato da quella che i mass media hanno ribattezzato “primavera araba”. “Il senso del nostro cammino lo dobbiamo e lo possiamo recuperare se lo mettiamo in rapporto con il senso stesso della vita – spiega mons. Monari all’inizio –. È quello che dice la Lettera agli Ebrei: la fede è fondamentalmente

espressione di una speranza e la speranza nasce dalla promessa di Dio. Dio ha promesso una città dalle salde fondamenta, una patria nella quale Abramo, i patriarchi, Israele possano trovarsi a loro agio e il cammino della vita è un itinerario alla ricerca di questa città dalle salde fondamenta”. Il volume, con un’introduzione di mons. Claudio Del Pero, è disponibile nelle librerie cattoliche della città e presso la sede di Voce Media (via Callegari, 6 Brescia). Info: www.vocemedia.it.

Un progetto innovativo che unisce letteratura, arte, storia, musica. Do-po il successo della prima edizione, tornano le “Passeggiate letterarie”, promosse dall’Associazione Cieli Vibranti di Brescia con il patrocinio di Comune, Provincia e il sostegno della Fondazione Asm. L’iniziativa si tiene in sinergia con la Fiera del libro, nei primi due fine settimana di ottobre, e in collaborazione con il Cut dell’Università Cattolica, di-retto da Candida Toaldo. Due gli itinerari previsti. Il primo, intitola-to “Brescia, la città” si svolge i gior-ni 1 e 2 ottobre (partenza ore 14.30 e 16). In Santa Giulia c’è la lettura di Paolo Diacono e del celebre co-ro “Sparsa le trecce morbide” da “Adelchi” di Alessandro Manzoni. In piazza del Foro si leggeranno al-

cuni versi dal carme “Dei sepolcri” di Ugo Foscolo, pubblicato per la prima volta a Brescia nel 1807. Si chiuderà nei saloni della biblioteca Queriniana, con Giosué Carducci e Angelo Canossi sulle Dieci Giornate. Il secondo Itinerario, dedicato alla provincia (8 e 9 ottobre) comincia al Museo diocesano, con Franz Kafka, a Montichiari nel 1909 per assistere al Gran premio aviatorio di Brescia. Tappa nella tensostruttura di piazza Paolo VI, sede della Fiera del libro, dedicata al lago di Garda; l’arrivo è in Conservatorio con omaggio al la-go d’Iseo, con George Sand. In ogni tappa ci saranno guida e attori del Cut. La partecipazione a ciascuna tappa è libera. Info: www.cielivi-branti.it; www.passeggiatelettera-rie.it; 3477138502 (ore pomeridiane)

sesti”. Da ultimo l’autore ha proposto alcuni particolari delle vicende. Sono eventi di rottura, che hanno posto un limite alla fiducia nel progresso tec-nologico. “L’uomo arrivato sulla Luna solo pochi anni prima – dice Veltro-ni – non è stato capace di salvare un bambino caduto in un pozzo”. L’ex segretario del Pd ha concluso auspi-cando una stagione in cui non esista il nemico da eliminare, ma un avversa-rio con opinioni diverse da ascoltare con curiosità.

” D l l’ h

Edizioni Opera Diocesana San Francesco di Sales

Luciano Monari

La via di Damasco

Riflessioni dal pellegrinaggio in Siriadella diocesi di Brescia

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Da sabato 24 settembre è aperta presso la sede dell’Aab (Associazione artisti bresciani) in vicolo delle Stelle 4 la mostra “Anni ‘60 e ‘70: via dalla pittura. Arte cinetica e poesia visiva”. La rassegna, che apre la nuova stagione, prosegue la fortunata serie dedicata al collezionismo di arte contemporanea della provincia di Brescia e rimarrà aperta sino al 19 ottobre. Curata dalla professoressa Pia Ferrari, l’esposizione annovera lavori di

alcuni fra i più noti esponenti della corrente come Isgrò, Sarenco, Carrega, Beuys e Bory, provenienti dalla collezione bresciana di Anna Denza, figlia di Tullia, appassionata d’arte e intellettuale che ha raccolto a partire dagli anni Settanta un importante nucleo di oggetti, testi, carte, registrazioni e libri ampliatosi con gli anni fino a diventare, con il nome di Archivio Tullia Denza, imprescindibile riferimento per le ricerche relative a questa corrente. Info sul sito web www.aab.bs.it.

a Fiera del Libro di Bre-scia torna in piazza Paolo VI dal 30 settembre, gior-no dell’inaugurazione, al 9 ottobre.

L’associazione culturale “Il Leggio”, di cui alcuni promotori della fiera da una decina d’anni si sono riuniti, si impegna a mantenere viva una ma-nifestazione che vede le sue origini oltre 50 anni fa e divenuta uno degli appuntamenti più attesi e importanti per gli amanti dei libri e di cultura in territorio bresciano. In 10 giorni si seguiranno presentazio-ni di libri, incontri con gli autori, di-battiti, spettacoli teatrali, laboratori e iniziative parallele. La Fiera del libro, promossa in collaborazione con il Co-mune di Brescia, è l’appuntamento ideale per chi ama passare il tempo libero respirando un’aria ricca di cul-tura. Le caratteristiche bancarelle che ogni anno vengono affollate da una pacifica invasione degli appassionati del libro diventano spettacolo nella cornice della piazza, cuore del centro storico di Brescia.Un’occasione importante che offre risalto e accende i riflettori su autori e libri targati “Brescia” o negli autori, o negli editori o nei temi. Venerdì 30 settembre l’apertura è al-

le 18, con il saluto delle autorità a cui seguirà la presentazione del libro “Gli antichi ronchi di Brescia” di Giovan-ni Carini (Fondazione Negri editore), un testo che approfondisce la storia delle colline che circondano la città.Sabato 1 ottobre alle 17.30, program-ma invertito rispetto alla brochure, Egidio Bonomi presenterà “Il liutaio di Salò” (Albatros editore), libro in cui si racconta, in forma romanzata, la vi-ta di Gasparo da Salò, inventore del violino. Alle 18.30 Mario Labolani pre-senta “Il labodiario”, con l’intervento di Giorgio Zanetti. “Il labodiario” è un agenda che diviene testimone dell’im-portante anno di memoria per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Sempre legata all’Unità d’Italia la pre-sentazione del “Progetto Canossi”, domenica 2 ottobre alle 11 con Carla Boroni e Costanzo Gatta: eventi, ini-ziative e testi in cantiere per ricordare il cantore bresciano che visse 40 an-ni nell’Ottocento e 40 nel Novecento. Alle 16 “Coccolite giramondo e il ma-go Rufus” (Quiedit edizioni), libro di Marcella Bernardinelli: un libro che nasce in un progetto di avvicinamen-to alla lettura verso i bambini, Il libro sostiene il progetto “Siberia”, asso-ciazione che si impegna a sostegno di progetti di solidarietà nel mondo.

Alle 17 il libro “Ti racconto un’emozio-ne” (Zephyro edizioni) di Mario Biazzi e Rosangela Pezzetta è al centro del racconto di un percorso di rielabora-zione dei vissuti emotivi. Al centro le relazioni emotive e la comunicazione anche nel testo “Perché non mi capi-sci” (Unibook) di Alessandro Zucchel-li. Molte liti nascono dalla difficoltà di farsi capire in coppia, tra genitori e figli e sul lavoro. Ogni giorno è ricco di presentazioni e libri. Informazioni presso la sede della fiera, sul sito del Comune di Brescia o all’associazione “Il leggio” al 3290974320 o 03041564. Tra le altre presentazioni da segnala-re “Animali fantastici” di Paolo Linetti (Silvana editore), mercoledì 5 ottobre alle 17.30 e “All’indietro su tacchi al-ti” (Meccanica delle idee editore) di Enza Corrente Sutera, venerdì 7 otto-bre alle17.30.

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La televisione, prima di essere in-trattenimento, informazione, svago o approfondimento, è principalmen-te un’impresa economica. La vendita degli spazi pubblicitari è la maggiore preoccupazione dei produttori e diri-genti televisivi. Non stupisce infatti che nell’arco di un anno ci siano me-si predefiniti in cui si assicura agli inserzionisti di produrre spettacoli di sicuro successo: periodi in cui si garantisce, in sostanza, di attirare il maggior numero di spettatori davanti alla pubblicità. Sono per l’appunto i cosiddetti “periodi di garanzia”, uno autunnale (da metà settembre a no-vembre) e uno primaverile (da metà

febbraio a maggio). È in questi mesi che la tv cerca di sperimentare novi-tà appetitose per il grande pubblico, per esempio proponendo format già celebri e collaudati fuori dall’Italia. Si comprano idea, scenografia, core-ografia, testi, si importa in blocco uno spettacolo tv che ha già dimostrato di avere successo: un investimento sicu-ro. È questo il caso di due game-show che sono arrivati in Italia in questo mese: “The Cube”, condotto da Teo Mammucari su Italia 1, e “Un minuto per vincere”, condotto da Max Giusti su Rai Uno. La caratteristica più evidente di questi programmi è la sconcertante

semplicità delle prove da superare: costruire una torre di prismi di ple-xiglas, fare rotolare un disco spesso due centimetri in una fessura larga una spanna, girare su se stessi arro-tolandosi intorno un rotolo di carta igienica senza strapparlo, lanciare una pallina in un buco. Un gioco da bambini, roba da palio delle contrade, che però viene raccontato dalla tv – attraverso luci, colori, suoni, musiche e addirittura immagini in slow-mo-tion nei momenti più concitati – come un’insormontabile prova di tecnica e coraggio, un’occasione per dimo-strare ai propri familiari, ovviamente presenti nel pubblico, di essere veri

uomini e vere donne. E come se non bastasse, per ogni banalità superata ci sono migliaia di euro in regalo. Un beffardo schiaffo in faccia ai telespet-tatori che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese ma che nonostante tut-to applaudono entusiasti e invidiosi.Siamo ormai lontani anni luce da quella televisione che per intrattene-re il suo pubblico dava spazio a per-sone realmente in grado di fare qual-cosa fuori dalla norma (gli esperti di “Rischiatutto” o quelli di “Scommet-tiamo che”), che avevano abilità o co-noscenze che potessero giustificare una ragionevole attenzione da parte del pubblico. Tanto fumo e niente ar-

rosto invece per i game show di nuo-va generazione: ciò che conta è l’at-mosfera drammatica e concitata che gli astuti professionisti dello spetta-colo riescono a creare. Ma il conte-nuto è assente, e oltretutto non serve più: il pubblico di massa ora ha solo bisogno di immedesimarsi nel fortu-nato eroe partecipante, non può far-lo se questi è fuori dalla norma. Chi gareggia in tv deve essere un sempli-ciotto, baciato dalla dea tv e coperto d’oro nel tempio dello spettacolo. Es-sere esperti in qualcosa? Roba da fes-si. Questa ormai è la tv dei “furbetti”, che se la cavano con poco e portano a casa la pagnotta.

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Ci sono barzellette universali, da ap-plicarsi secondo necessità alla cate-goria di malcapitati che, di volta in volta, si vuol mettere alla berlina. Una di queste è raccontata in “Nien-te da dichiarare?”. Il protagonista non è un carabiniere – come accade in genere nella versione nostrana – ma un belga che, dovendo control-lare se la freccia di un’auto funzio-na, osserva: “Ora sì, ora no, ora sì, ora no”. Un “classico” piuttosto no-to, che contribuisce a spalmare sul

ontinua, sabato 1 otto-bre alle ore 21 (25 euro posto unico) al Palaeib la grande stagione musi-cale bresciana, con uno

dei concerti più attesi dal pubblico giovanile, inteso in un’estensione che va dai 10 ai 40 anni. Ospite J Ax, alias Alessandro Ale-otti, protagonista negli anni Novan-ta con gli Articolo 31 (insieme a Dj Jad, nome d’arte di Luca Ferrini) e artefice negli ultimi tempi di una vi-cenda solistica di successo. Figlio naturale dell’hip hop italiano, J Ax può essere considerato in questo momento, insieme a Fabri Fibra, la punta di diamante di questo ge-nere che pare essersi consolidato dopo l’esplosione degli anni ‘90 e il riflusso nella prima decade del 2000, fino a diventare oggi come uno dei più amati dal pubblico. In realtà parlare di J Ax solo come di un rapper è riduttivo, avendo il can-tante e autore milanese dimostrato di saper attraversare diversi gene-ri musicali, non escluso il rock, il punk e il crossover in stile Red Hot Chili Peppers. La matrice però rimane quella, “culturalmente” parlando, dell’hip hop made in Italy. Parole potenti e immediate, che lasciano subito

il segno e per questo riescono ad attirare attorno a sé schiere di fan trasversali, ma generalmente lon-tani dall’integralismo e talvolta dall’estremismo dei centri sociali. J Ax non le manda di certo a dire, anzi, per lui come per tutti i rapper metropolitani le parole sono armi e per questo devono colpire. Testi che vengono incastonati in musiche d’impatto, che generano canzoni dal sicuro appeal. Basta ricordare i brani più noti, da “Decadance” a “Vecchia scuola”(con Jova), pas-sando per “Buonanotte Italia” e “Anni amari”, altro duetto stavolta con Pino Daniele. Canzoni a volte sopra le righe, nel-le quali la provocazione un po’ è cercata e un po’ esce naturale, che hanno tributato a J Ax un grande successo. Le storie che J Ax canta sono storie che potremmo racchiu-

dere nel grande tema del disagio giovanile, quel malessere nel quale molti di noi, giovani e non, si ritro-vano, soprattutto in certe stagioni della vita. Canzoni per le quali potremmo scomodare parole impegnative co-me la perdita degli ideali, la rabbia verso le ingiustizie e la mancanza di prospettive, e che costituiscono una sorta di presa di coscienza e di ribellione attraverso le canzoni. Inquietudini che trovano sbocco in canzoni come queste, che po-tremmo, almeno in alcuni casi, de-finire poesie metropolitane. J Ax riesce, da rapper consumato qual è, ad adeguare rapidamente il pen-siero alla parola attraverso imma-gini potenti, così da farsi capire e amare dai suo fans. Quei fans che, prevedibilmente, affolleranno il Pa-laeib, nel quale J-Ax si esibirà ac-compagnato dall’Accademia delle teste dure, presentando le canzoni dell’ultimo cd “Meglio prima (?)”, senza tralasciare naturalmente i brani più noti degli Articolo 31.La stagione concertistica promossa da Cipiesse bresciana continua alla Fiera di Brescia giovedì 6 ottobre alle 21 con il concerto dei “Modà”. Prezzi del biglietto, posto unico, 34,50 euro.

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film di Dany Boon quella patina di già visto destinata purtroppo a ren-dere la sua nuova commedia meno divertente e fresca del precedente “Giù al nord”.Di quel film, che ha retto con sim-patia anche al remake italiano con Claudio Bisio, viene qui ripresa l’idea di fondo: la presenza di una frontiera – in questo caso non solo culturale ma anche concreta – che le teste degli uomini fanno grottesca-mente fatica a superare. Siamo in

un momento di passaggio, intorno al Capodanno del 1992. Il nuovo anno porterà la definitiva abolizione delle dogane e, in un posto di confine tra Francia e Belgio, il doganiere belga Ruben Vandevoorde (Dany Boon) vive gli ultimi momenti di gloria ves-sando oltre il lecito gli automobilisti francesi. Ruben infatti odia i “man-gialumache” e di notte, accompagna-to dal figlio, sposta il paletto di confi-ne rubando segretamente centimetri di terreno alla Francia. A due passi

da lui, però, il collega francese Ma-thias Ducatel (Benoit Poelvoorde) ha già abbattuto da tempo le fron-tiere, fidanzandosi in segreto con la sorella di Ruben. Timido e gentile, Mathias non sa come rivelarsi sen-za scatenare l’inferno. Finché non gli capita l’occasione di conquistarsi l’amicizia di Ruben, facendo coppia con lui in un’operazione di pattuglia-mento franco-belga per intercettare i trafficanti di droga.Ingolfati nella campagna su una buf-

fa automobile dalle prestazioni inve-rosimili, i protagonisti danno vita a un duetto che oscilla fra il cartone animato e, appunto, la più immagi-nabile delle barzellette. Con esiti a tratti divertenti, grazie anche alla squadra scelta di caratteristi che li accompagna. Ma dando l’impressio-ne di tirare troppo in lungo un gioco che non ha gran fiato: tra litigi, cat-tiverie, equivoci e qualche situazio-ne da avanspettacolo, alla fine non resta molto da ricordare.

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Si rinnova anche quest’anno l’appuntamento con la “Biodomenica”: un’iniziativa lanciata ormai 12 anni fa da un pool di associazioni composto da Aiab, Coldiretti e Legambiente, in programma quest’anno per la giornata del 9 ottobre in oltre 100 piazze d’Italia. Faranno eccezione varie città di Lombardia, ed in particolare Brescia, dove la manifestazione nazionale si terrà in anteprima il 2 ottobre. In città è in programma una giornata

organizzata dall’associazione lombarda degli agricoltori biologici La Buona Terra, organismo che associa oltre 150 produttori con sede a Sedena di Lonato, in provincia di Brescia. L’appuntamento è fissato a Cascina Maggia, in via della Maggia 3: dalle 8.30 alle 18 sarà aperto al pubblico un grande mercato dei produttori bio, nell’ambito del quale saranno proposte degustazioni ed attività informative. Sarà l’occasione per approfondire la conoscenza di un

settore sempre più consolidato e strutturato nel panorama agricolo lombardo e bresciano, nonché per acquistare direttamente alla fonte le migliori produzioni bio garantite dai produttori. Nel pomeriggio sono inoltre previsti due laboratori: alle 15 è in programma “Facciamo il pane” nel corso del quale verranno insegnati i rudimenti dell’arte della panificazione, mentre alle 16.30 “Facciamo il formaggio”,, illustrerà il procedimento base delle produzioni casearie.

Dalla legna all’acqua o al vento, dalle fonti fos-sili al nucleare fino al-le rinnovabili. E poi il teleriscaldamento e il

termovalorizzatore. Nell’agile volu-metto “150 anni di energia - Le sfide e i primati della Asm di Brescia” (edi-to dalla Quadra) Renzo Capra riper-corre la storia delle fonti energetiche e affronta le grandi sfide vinte dalla “sua” Asm nell’ultimo mezzo secolo. Sì, perché l’ingegnere piacentino a Brescia è giunto nel 1964. Da allora ha vissuto 45 anni nella società mu-nicipalizzata di via Lamarmora, pri-ma da direttore tecnico, poi da dg, infine da presidente. Il libro di Renzo Capra è stato presentato nella sede dell’Associazione artisti bresciani. Oltre all’autore erano presenti Mas-simo Mucchetti, inviato del Corriere della Sera, Carlo Scarpa, docente di Economia politica all’Università Sta-tale di Brescia, e Tino Bino, che ha moderato l’incontro. “Capra è stato

sare le emissioni di anidride carboni-ca”. Su Asm: “La scelta del teleriscal-damento e del termovalorizzatore è stata vincente per la città. Devo dire che i politici dell’epoca sono stati coraggiosi e lungimiranti”. E ancora: “La diversificazione ci ha consentito di estendere il nostro raggio d’azio-ne, puntando prima sulla periferia cittadina e poi muovendo in altre province”. Mucchetti si è sofferma-to sul rapporto tra mano pubblica e intervento privato, chiarendo che “se il privato deve operare dove è possi-bile, il pubblico interviene dove è ne-cessario”. L’editorialista del Corriere ha poi evidenziato come a Brescia “solitamente un centro di individua-lismi spesso rissosi” sulla questione teleriscaldamento “si trovò subito un accordo comune tramite la media-zione”. Sulla odierna situazione cit-tadina Mucchetti ha chiosato: “Bre-scia fatica a ritrovare il senso di sé. Manca una leadership”. Scarpa ha sottolineato come attualmente tre

testimone e protagonista di una par-te consistente della storia di Brescia. Una storia che oggi non ci chiede un tributo di nostalgia, ma il dovere del-la memoria, cercando anche se possi-bile un nuovo slancio per future am-bizioni”, ha esordito Tino Bino, prima di passare la palla all’ingegner Capra che, proiettando una serie di slide, ha ripercorso le varie tappe della storia dell’energia. Alcuni flash. Sulle fonti energetiche: “Dal secondo dopoguer-ra con la diffusione massiccia delle automobili ci si è spinti troppo sulle fonti fossili. Ora è il momento di ri-durre questo peso, anche per abbas-

Cambio della guardia ai vertici del-la Compagnia delle opere di Bre-scia. Camillo Zola nei giorni scorsi ha lasciato la presidenza dell’asso-ciazione all’imprenditore maner-biese Giuseppe Battagliola, da due anni vice presidente vicario bre-sciano e recentemente eletto anche nel consiglio direttivo nazionale della Cdo fra i quattro rappresen-tanti bresciani, insieme allo stesso Zola, a Paolo Paoletti e a Marco Marchetti.Il nuovo presidente ha confermato, fino alla scadenza naturale del man-dato previsto per l’ottobre 2012, il direttore generale Roberto Zanolini e il direttore operativo Fabio Mus-soni. Giuseppe Battagliola, 54 anni, di Manerbio, sposato con un figlio, è proprietario, insieme al fratello

Domenico, del gruppo “La Linea Verde” di cui è presidente. Batta-gliola è inoltre anche coordinato-re della sezione IV gamma dell’Aii-pa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari). Queste le pri-me dichiarazioni del nuovo presi-dente della Cdo di Brescia: “Nelle prossime settimane, nel pieno dei preparativi della nostra tradizio-nale assemblea annuale, mi riuni-rò con i consiglieri per discutere e definire l’assegnazione di alcu-ne deleghe e le eventuali nomine, da parte del consiglio direttivo, di uno o più vice presidenti oltre a va-lutare l’eventuale istituzione di un comitato esecutivo che possa con maggiore frequenza riunirsi per me-glio supportare l’operatività dell’as-sociazione”.

siano le possibili strade da percor-rere sul piano energetico: il nucleare (“la cui stagione in Italia sembra pe-rò tramontata”), le fonti rinnovabili (“i cui principi sono molto belli, ma l’efficacia appare ridotta”), le fonti fossili, “che sono destinate ad esau-rirsi e producono anidride carboni-ca”. Infine, un riferimento curioso: “Ho letto il volume con attenzione ma del termine A2A non ho trova-to traccia”.

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ene, anzi benissimo, fin troppo. A passo di sam-ba, perché i gol che tra-scinano il Brescia in vet-ta alla serie B sono quelli

del brasiliano Jonathas. Arrivato a tre reti nelle prime sei giornate di campionato che diventano cinque se si considera la Coppa Italia. Non male per chi l’anno scorso era l’om-bra di se stesso. Arrivato a gennaio con il mercato di riparazione, era stato una meteora. Preso e (diciamo-lo) parcheggiato per la prima parte del 2011, adesso è diventato un pun-to fisso delle Rondinelle là davanti. Anche perché gli uomini in attacco sono davvero contati e Jonathas – che continua a festeggiare con pas-si di samba ogni sua rete – deve fare attenzione perché ha già colleziona-to tre cartellini gialli. Ne basta uno per incorrere nella prima squalifica. Ma, ovviamente, il Brescia di questo inatteso inizio stagione non è solo lui. Abbiamo già rimarcato l’exploit dell’altra meteora (lo scorso anno, s’intende) Juan Antonio Ignacio al quale si vanno ad aggiungere le sor-prese Leali fra i pali ed El Kaddouri a centrocampo. Anche se quest’ulti-mo ha dimostrato di essere una va-lida alternativa anche in avanti nel caso in cui bisognerà fare di neces-sità virtù. In leggero calo Feczesin, ma l’ungherese ha pagato un inizio di stagione ad alti livelli e adesso sta la-

sciando la scena agli altri compagni. E che dire di un altro giovane: il bre-sciano, di Orzinuovi, Antonio Magli? Chiamato a sostituire l’infortunato e ben più esperto Zoboli, si sta ben comportando al centro della difesa assieme a quel De Maio che due an-ni fa nella stessa posizione di cam-po ci faceva tremare ogni volta che toccava palla. Tanto da essere spe-dito in fretta e furia a farsi le ossa

a Frosinone. A proposito di difesa, questo sì che è un bel vedere. Solo due reti incassate in sei giornate e la consapevolezza che, nonostante gli infortuni, questa squadra va avanti come una catena di montaggio ro-data e ben oliata. Ed ora sotto con il tour de force: sabato la trasferta in casa di un Modena con l’acqua alla gola e poi il turno infrasettimanale di mercoledì al Rigamonti contro il

Dopo quasi 20 anni di assenza, la Centrale del Latte Brescia si appresta a tornare tra i professionisti. Domenica 2 ottobre l’atteso esordio in Lega 2 con una trasferta subito impegnativa in casa della favorita Barcellona Pozzo di Gotto. Stagione che è cominciata ufficialmente la settimana scorsa con la doppia gara di Coppa Italia che ha visto i biancoazzurri uscire subito di

scena contro Reggio Emilia negli ottavi di finale. Qualche problema di formazione per coach Dell’Agnello che dovrà valutare le condizioni di Rombaldoni, Ghersetti e capitan Rezzano. Per il secondo anno consecutivo, Radio Voce si conferma l’emittente del basket bresciano seguendo tutte le gare di campionato in casa e trasferta sulle frequente terrestri Fm 88.3-88.5 e in streaming su www.radiovoce.it. (ma.ric.)

Presentati nei giorni scorsi in sala consiliare i Campionati italiani asso-luti di ciclismo su pista che si stanno tenendo da martedì 28 e sino al 2 ot-tobre al velodromo di Montichiari. Oltre alle autorità civili hanno pre-senziato all’evento alcune glorie del ciclismo bresciano: Michele Dancelli, Guido Bontempi, Roberto Visentini, Giacomino Denti e Pierino Gavazzi. Diego Bragato, docente del Centro Studi della Federazione, ha ricorda-

to come “il velodromo costituisca per noi un luogo fondamentale perché ci permette di avere una scuola d’inver-no potendo organizzare corsi, master e incontri formativi per far crescere nel miglior modo possibile i nostri tecnici”. A portare i saluti della Fede-razione ciclistica italiana è stato il vi-cepresidente Gianni Sommariva che ha lodato il Comune di Montichiari e la Monteclarense dei fratelli Bregoli “per l’impegno che quotidianamen-

te mettono nella crescita di questa importante struttura”. Pietro Brego-li, presidente provinciale di Brescia della Fci ha voluto porre il suo ac-cento su chi ogni giorno si impegna per la struttura affermando che “se il Velodromo va avanti è grazie a tutti i volontari e al ciclismo bresciano che sono accanto a noi e ci sostengono continuamente”. Quanto ai “numeri” dei campionati 39 sono i titoli da as-segnare, 18 per le donne e 21 per gli

uomini, 19 per gli juniores e 20 per gli élite/open. Da mercoledì 28 settem-bre a domenica 2 ottobre sono attesi numerosi atleti come Giorgia Bronzi-ni, recente campionessa del mondo su strada, Maria Giulia Confalonieri campionessa del mondo ed europea della corsa a punti, i campioni euro-pei Elia Viviani, Davide Cimolai, Va-lentina Scandolara, Chiara Vannucci e Beatrice Bartelloni. Radio Voce (Fm 88.3 - 88.5) è la radio ufficiale.

neo promosso Gubbio. A tal proposi-to, per quest’ultima partita la società ha deciso di invogliare ancora di più i propri tifosi abbassando i prezzi di Curva Nord e Gradinata Bassa. Ta-gliandi che costeranno 10 euro più diritti di prevendita se acquistati al botteghino entro martedì 4 altrimen-ti 15 euro (più diritti di prevendita) il giorno della partita. Da valutare per Modena le condizioni di Zoboli e Zambelli che non ce la faranno a scendere in campo mentre è prati-camente certo il recupero di Vass. Il tutto in attesa di conoscere il destino del desaparecidos Cristiano Zanetti. Infortunato di lungo corso, dell’ex centrocampista della Fiorentina si sono perse le tracce. Del suo ritorno non v’è certezza. Per fortuna che lì, in mezzo al campo, il “nonnetto” Bu-del e il promettente Salamon non lo stanno facendo rimpiangere. Stesso discorso per Cordova che potrebbe presto accettare la stessa strada in-trapresa da Martinez: la rescissione del contratto.

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uto Marchina, Amici di Ale, Furious pub, Caffè della Loggia, Ospitalet-to, Brandico, Lonato 2, San Francesco: le regine

zonali della stagione 2010/2011 sono scese dall’ottovolante e hanno lascia-to il posto libero per i campioni del futuro. Dopo l’avvio dell’Elite – mas-sima serie del calcio a 7 provinciale – sono scese in campo per l’esordio stagionale le 242 pretendenti al gran-de salto della categoria open. Tra lo-ro c’è chi vuole togliersi qualche sod-disfazione, chi punta ai playoff e chi sogna il titolo zonale. La nostra pa-noramica inizia da città e hinterland, dove 44 compagini sono suddivise in quattro gironi. Nel gruppo A parten-ze a razzo per Badia e Casazza, che schiaffeggiano Atletico Bailado e S. Angela Merici in goleanda: 9-3 e 7-1 (gli altri risultati: Real Merendero - 04 Roncadelle 3-6; Pol. Gso S.Giacinto - Castelnuovo Calcio 2005 4-3; Or. S. F. Neri V.Sereno - Red Bull 3-3). Valanga di gol ma nessun vincitore a San Be-nedetto, dove i locali bloccano sul 7-7 un’altra compagine made in Casazza (gli altri incontri: Borgosatollo - A&F Villa Carcina 2-1; Recintecnica X - Na-ve 3-7; Gli Anta - 04 Roncadelle n.p.; Autoriparazioni Ungaro - Xadet 3-2). Buona la prima per la Recintecnica nel girone C, con il 7-3 sul Brixia 2010 (le altre partite: Bbm – S. Benedetto rinv.; Orologio Cafè Gussago - Serafi-ca S. Carlo n.p.; S. Zeno - Ulveflok 4-

La spedizione nazionale del Castegnato – presente a Riccione con 34 atleti – ha fruttato importanti successi. Tripletta per Tiziana Bregoli, capace di mettere al collo due argenti e un bronzo nel salto in alto, nel salto in lungo e nel lancio del peso. Due allori per Anna Silvia Toselli, seconda nel lancio del giavellotto e terza nel lancio del peso. Marcia d’argento per Simona Schioppetti, che ha completato i 2 km del percorso in 15’05’’29.

Nel maschile bronzo nel lancio del vortex per Alberto Valenti e argento nel lancio del disco per Alessandro Valenti. L’atletica sarà il tema centrale anche domenica, in occasione della prima festa polisportiva riservata agli under 8, 10, 11 e 12 del calcio. Appuntamento al campo Calvesi di via Morosini alle 14.30 per le gare di lancio del vortex, salto in lungo e velocità. Le iscrizioni all’evento vanno sottoscritte entro venerdì 30 settembre.

1; Torricella - Smv Sovema 4-2), ma la vittoria più eclatante è quella per 11-2 di Due Effe Liquori e Bevande sul malcapitato Blp (il tabellino del giro-ne D: S .Giorgio Cellatica - Off.Mecc. Casari Elisa 6-4; Bovezzo - S. Zenone Ronco 2-1; S.Faustino - Leonessa 97 4-2; Nave - A&F Hospital Team 5-1). Sul Garda scattano immediatamente Castello 2 (6-0 al S. Martino) e Colom-

bare (10-2 al Centenaro). Più popolo-sa la schiera di compagini sebine (4 gironi), ma nessuno è protagonista di un esordio roboante come quello del Pregasso Insieme, che disintegra 12-3 Nautica Pezzotti. Nelle valli le tre squadre del momento sono Sabbio Chiese (Valsabbia), E2m (Valtrompia) e Tecnocontrol (Valverde): un terzetto da 29 gol fatti e due subiti. Nella Bas-sa orientale Calcinato si presenta con un 9-1, mentre a Montirone si esulta per un 7-2 sul Mairano. Ovviamente è troppo presto per parlare di favorite, ma c’è già qualcuno che ha sfoderato un interessante e credibile biglietto da visita. Il resto arriverà col tempo e con le inappellabili sentenze dei campi.

La radio dello sport brescianosms: 3383636104 - [email protected]

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1° ANDATABarcellona P.d.G. VS Basket Brescia

Domenica 02 Ottobre h 18.10IN DIRETTA

obre h 18..111000000TTA

LEONESSA

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

La comunità Shalom precisa...

Egr. direttore,leggo sul numero 36 di “Voce” una let-tera che chiama in causa la comunità Shalom. Mi permetto di scriverle per puntualizzare e chiarire alcuni pas-saggi contenuti nella stessa. Per pri-ma cosa vorrei specificare che molti dei dati contenuti nella brochure cui la lettrice fa riferimento sono inesat-ti. Non abbiamo ritenuto importante ristamparla, visto che la stessa non è il Vangelo, per porre rimedio alle ine-sattezze in essa contenute. Grazie al cielo abbiamo molti più operatori e anche un pool di una de-cina di esperti in campo psichiatri-co e psicologico di altissimo livello. Detto questo, il linguaggio colorito ricordato nella lettera della scorsa settimana non è ritenuto dalla sot-toscritta una modalità di pappagal-lismo moderno, perché nel Siracide sta scritto: “che lo stolto e l’iniquo sono una palla di sterco nelle mani del saggio”. Forse anche ai tempi potevano esse-re accusati di imitare un linguaggio moderno? Comunque in una società abituata a curare l’estetica e non il cuore, concordo che forse può infa-stidire il chiamare il male con il nome che si merita. Solo un piccolo inciso: con quale nome possiamo sostituire oggi la parola sterco usata nella Bib-bia per definire il male? Nessuno dei nostri ragazzi esce sen-za lavoro e quasi tutti in comunità, adulti compresi, prendono la matu-rità. Molti di questi iniziano l’univer-sità dentro la comunità. Mi sembra-no ottimi traguardi, vero?!

suor Rosalina Ravasio

Il Governo e la crisi

Egr. direttore,il Governo Berlusconi, Tremon-ti, Brunetta in questi anni con in-terventi legislativi e con le ultime manovre finanziarie hanno colpito al cuore i due sistemi interdipen-denti su cui storicamente si è co-struita la ricchezza del nostro Pa-ese: i Comuni e le piccole e medie imprese. Questi due ambiti sono attori di sviluppo perché reggono l’economia locale e quindi il tes-suto sociale del Paese: dal lato dei Comuni con esempi di buon go-verno, che non si riscontrano nel resto dell’amministrazione pub-blica, e dal lato delle imprese con una flessibilità che è stata tradi-zionalmente un antidoto contro le crisi cicliche, che non rispar-miano invece la grande industria. Tutto questo ora grazie al trio di cui sopra rischia irrimediabilmente di scomparire. I Comuni hanno visto la propria organizzazione mortifi-cata e dequalificata: gli slogan ge-nerici di Brunetta contro i dipen-denti pubblici hanno permesso di costruire un fertile terreno per interventi tesi prima a bloccare le assunzioni di personale generico e qualificato, poi le capacità di spesa degli enti, togliendo con Berlusconi risorse finanziarie preziose (l’Ici) e con Tremonti non autorizzando a spendere i Comuni, pur in presenza di soldi nelle casse e di impegni coi privati già presi e solo da onorare. Situazione grottesca e ingiusta dal punto di vista razionale ed etico. Il sistema delle imprese è stato poi colpito in particolare con le ultime manovre finanziarie, quando una

crisi che era stata prima negata da Berlusconi, poi sottovalutata colpe-volmente, ha costretto Tremonti a inventarsi una manovra, destinata a deprimere ulteriormente i consumi perché toglie risorse da spendere ai cittadini con l’aumento della pres-sione fiscale ed accresce i costi dei prodotti delle imprese, che rischia-no così di produrre per nessuno. Dinanzi a a questo scenario ogni manovra di contenimento del de-bito pubblico (che è per oltre l’80% un problema dello Stato e quindi di diretta responsabilità del Go-verno) è inutile: infatti, il debito è destinato ad aumentare anche in presenza di tagli, perché Co-muni e impresa non sono mes-si in grado di essere più attori di sviluppo e di produrre ricchezza. Fa sorridere che ora si parli di mi-sure per la crescita, dopo tre an-ni passati a distruggere sistema-ticamente il sistema enti locali e poi quello dell’impresa, per moti-vi ideologici nel primo caso e di insipienza ed incompetenza nel secondo. Il tutto mentre si predi-cava a parole un liberalismo da bar, fatto ad uso e consumo de-gli ingenui, dove la riduzione del-le tasse la faceva da padrone. Ora sono possibili ulteriori danni: poiché è entrato anche nella testa del Governo che dovranno prima o poi emanare provvedimenti di stimolo all’economia, è facile im-maginare che daranno un impul-so con nuove ed inutili quanto co-stose opere pubbliche statali, con buona pace del Paese che vive e lavora e sta progressivamente per-dendo i suoi livelli di benessere. Purtroppo questo scenario non tur-

ba il Parlamento: la maggioranza resta solida e forte di un consen-so avuto tre anni fa in una situa-zione socio-economica ben diver-sa, si ritiene non solo legittimata a stare dov’è, ma pure a proseguire un’esperienza fallimentare. A nul-la possono gli scandali sessuali e giudiziari del premier Berlusco-ni e dei suoi sodali, derubricati a fatti privati. Laddove invece mo-strano uno spaccato indegno di un Paese civile e mortificante ri-spetto alla tradizione politica che abbiamo conosciuto, e penso alle recente scomparsa di una figura come Martinazzoli. Ma anche nei momenti più bui della storia re-pubblicana, mai si è toccato un ta-le fondo (lo stesso Craxi, emblema di tangentopoli, è di una grandezza smisurata per dignità personale). Di questa situazione ne hanno in prima battuta responsabilità diret-ta gli attori citati (Berlusconi, Tre-monti, Brunetta ed il Parlamento); in seconda battuta, tutti coloro che guardano questo film grottesco co-me se fossero spettatori della tv, lasciando che l’epilogo si scriva da sé, forse per cercare di lucrare an-cora qualche favore. Tra questi spettatori, vista ormai anche la defezione di Confindu-stria, mi spiacerebbe ci fosse an-cora per molto la Chiesa, che pure in altre situazioni invece ha dimo-strato d’essere capace di discerne-re e d’esser pronta quando serve ad alzare la voce, ammonire, sug-gerire, intervenire. Un vuoto che al più presto dev’essere colmato per rispetto dei cattolici e per amore del nostro Paese. Lettera firmata

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