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Ǥ Fuori dalla cronaca di questi giorni di protesta a Brescia, dai retroscena, dalle posizioni e dichiarazioni dei partiti e delle associazioni, o degli osservatori desiderosi di interpretare il sentimento popolare, è utile dire che è servito tornare ad ascoltare. I giorni del presidio in piazza Duomo tra sabato 21 e martedì 24 maggio dove gli immigrati “della gru” sono stati nuovamente protagonisti delle pagine dei giornali bresciani, troveranno senso solo se ci lasceranno dentro l’insegnamento che il vescovo Luciano ha impartito a tutti andando, anzitutto, ad ascoltare davanti alla porta della Cattedrale coloro che avevano occupato il sagrato. Chi riesce, infatti, a ricordarci che dietro agli slogan e alle rivendicazioni, ǯ ǯ /$ 92&( '(/ 3232/2 alle strategie e alle vittorie ci sono le storie e le persone, dei nomi e dei drammi, delle mani da stringere e degli occhi da scrutare, ci riporta alla realtà e ci aiuta a leggere e a ricollocare nella giusta luce anche i doverosi meccanismi burocratici, i cavilli giuridici e pure le congetture ideologiche, magari abbinandole alle ansie e alle speranze di chi cerca di darsi un futuro nella nostra società. L’essenza del gesto del Vescovo sta tutta qui. Molti hanno voluto attribuirgli, forse legittimamente, un significato politico o mediatico, altri hanno voluto tirarlo per la giacchetta episcopale, ma più semplicemente basterebbe ricordare che mons. Monari in questa circostanza, ancora una volta, ha fatto il prete, cioè l’uomo di Dio che ha a cuore il bene della sua comunità e che agisce di conseguenza quando coglie che il suo gregge è abitato da lacerazioni, disordini, tensioni profonde, perché ha a cuore che “tutti siano una cosa sola”. Qualcuno ha detto che l’immagine simbolo di questa vicenda saranno le mani di Haroon (uno di quelli della gru) tra le mani di Monari. Certo è che il Vescovo questo ragazzo l’ha ascoltato, così come ha fatto con altri cercando anche di indicare loro, però, una strada che contemplasse la rivendicazione dei diritti, il rispetto della legalità e il dovere di non urtare la sensibilità di quella città di cui vogliono essere cittadini e, di fatto, ha scritto una nuova pagina di quel complesso rapporto tra bresciani e immigrati, senza rinunciare alla serenità. Monari in mezzo agli immigrati in ascolto, però, esalta anche un metodo diverso da quello che abbiamo visto lo scorso novembre sotto la gru, dove solo la caparbietà di padre Toffari e delle realtà che con lui hanno operato ha potuto trovare una via d’uscita senza gravi conseguenze. Certo, se questa nuova protesta è sorta è perché i problemi sono ancora lì e, su questi la Chiesa bresciana ha espresso solidarietà e volontà di impegno. La materia è complessa, ma circa il reato di clandestinità le sentenze della Corte europea e del Consiglio di Stato parlano chiaro: esiste un diritto violato che va ristabilito. L’onere cade sulla politica e sulle istituzioni preposte chiamate a indicare le soluzioni più opportune e responsabili nel rispetto della legalità. Ci vorrà fantasia, coraggio o forse basterà solo un po’ di buon senso per rispondere a questi probabili non più di 200 casi a Brescia, 12mila in Italia. La speranza è che quelle mani strette in piazza Duomo, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, abbiano indicato un metodo: una protesta decisa, composta e centrata sul merito, una sensibilità istituzionale da far percepire per governare le tensioni, una volontà politica che pur nella dialettica sa guardare ai bisogni delle persone, più che agli interessi di partito. Il segnale che tutti i capigruppo della Loggia hanno dato è la strada giusta. Basta che duri. ǯ “La vita è fatta di silenzi e di sguardi, di riflessioni e di amo- re”, scrive Romano Battaglia. L’ho scoperto nel 2006, il prezioso intreccio dello sguardo e del silenzio: “Devi abi- tuarti a guardare serenamente negli occhi”, invita ancora il medesimo Autore. Molto ha inizio dal guardare. Guar- dare la vita che si presenta come davanti al silenzio, come in attimi di sospensione, che rivelano un segreto lontano, nascosto al primo apparire. È lì che ho scoperto la ricchez- za di una fonte sotterranea, che attraversa la realtà e la vi- vifica d’acqua e luce. È lì che ho gustato una presenza di vita ulteriore alle cose. Come un altro sguardo. L’ho visto in condi- zioni di singolare intensità, dove l’amore e la morte si intreccia- no e, in manifestazioni diverse, lottano. L’ho percepito anche, come in miracolo, scendendo alle profondità delle persone che hanno in sé frammenti cospicui di Dio. Il trasalimento che l’occhio passa al cuore è diventato talora esultanza, balzo impreparato di gioia: lì dietro mi è par- so di vedere Colui che è narrato dai cieli. Volti e storie più forti dei numeri La svolta democratica di una città che cresce ǤǤǤ Ǧ Ǧ ǤǤ Ȁ ȋǤ Ǥ ȀȀ λ Ȍ Ǥǡ ǡ ȋȌ Ǧ ǡ Ǧ ǤǤ Luminosi e forti come i diamanti Bertagna: “Sperimentare tutti l’apprendistato” Ciclismo. La Montemagno, vetrina juniores Eurobarometro. Sì al lavoro, anche all’estero Ǥ n za vifi ulteri zioni d no e, in m in miracolo frammenti cos diventato talo so di vedere C ǤǤ Ǥ ǡ

La Voce del Popolo 2011 21

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Risolta la protesta degli stranieri davanti alla Cattedrale in piazza Duomo a Brescia. Determinanti la vicinanza del vescovo Monari e la posizione dei capigruppo di palazzo Loggia, insieme alla mediazione dei sindacati e del Centro migranti

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Fuori dalla cronaca di questi giorni di protesta a Brescia, dai retroscena, dalle posizioni e dichiarazioni dei partiti e delle associazioni, o degli osservatori desiderosi di interpretare il sentimento popolare, è utile dire che è servito tornare ad ascoltare. I giorni del presidio in piazza Duomo tra sabato 21 e martedì 24 maggio dove gli immigrati “della gru” sono stati nuovamente protagonisti delle pagine dei giornali bresciani, troveranno senso solo se ci lasceranno dentro l’insegnamento che il vescovo Luciano ha impartito a tutti andando, anzitutto, ad ascoltare davanti alla porta della Cattedrale coloro che avevano occupato il sagrato. Chi riesce, infatti, a ricordarci che dietro agli slogan e alle rivendicazioni,

alle strategie e alle vittorie ci sono le storie e le persone, dei nomi e dei drammi, delle mani da stringere e degli occhi da scrutare, ci riporta alla realtà e ci aiuta a leggere e a ricollocare nella giusta luce anche i doverosi meccanismi burocratici, i cavilli giuridici e pure le congetture ideologiche, magari abbinandole alle ansie e alle speranze di chi cerca di darsi un futuro nella nostra società. L’essenza del gesto del Vescovo sta tutta qui. Molti hanno voluto attribuirgli, forse legittimamente, un significato politico o mediatico, altri hanno voluto tirarlo per la giacchetta episcopale, ma più semplicemente basterebbe ricordare che mons. Monari in questa circostanza, ancora una volta, ha fatto il prete, cioè l’uomo di Dio che ha a cuore il bene della sua comunità e che agisce di conseguenza quando coglie che il suo gregge è abitato da lacerazioni, disordini, tensioni profonde, perché ha a cuore che “tutti siano una cosa sola”.

Qualcuno ha detto che l’immagine simbolo di questa vicenda saranno le mani di Haroon (uno di quelli della gru) tra le mani di Monari. Certo è che il Vescovo questo ragazzo l’ha ascoltato, così come ha fatto con altri cercando anche di indicare loro, però, una strada che contemplasse la rivendicazione dei diritti, il rispetto della legalità e il dovere di non urtare la sensibilità di quella città di cui vogliono essere cittadini e, di fatto, ha scritto una nuova pagina di quel complesso rapporto tra bresciani e immigrati, senza rinunciare alla serenità. Monari in mezzo agli immigrati in ascolto, però, esalta anche un metodo diverso da quello che abbiamo visto lo scorso novembre sotto la gru, dove solo la caparbietà di padre Toffari e delle realtà che con lui hanno operato ha potuto trovare una via d’uscita senza gravi conseguenze. Certo, se questa nuova protesta è sorta è perché i problemi sono ancora lì e, su questi la Chiesa bresciana ha

espresso solidarietà e volontà di impegno. La materia è complessa, ma circa il reato di clandestinità le sentenze della Corte europea e del Consiglio di Stato parlano chiaro: esiste un diritto violato che va ristabilito. L’onere cade sulla politica e sulle istituzioni preposte chiamate a indicare le soluzioni più opportune e responsabili nel rispetto della legalità. Ci vorrà fantasia, coraggio o forse basterà solo un po’ di buon senso per rispondere a questi probabili non più di 200 casi a Brescia, 12mila in Italia. La speranza è che quelle mani strette in piazza Duomo, nel rispetto dei ruoli e delle competenze, abbiano indicato un metodo: una protesta decisa, composta e centrata sul merito, una sensibilità istituzionale da far percepire per governare le tensioni, una volontà politica che pur nella dialettica sa guardare ai bisogni delle persone, più che agli interessi di partito. Il segnale che tutti i capigruppo della Loggia hanno dato è la strada giusta. Basta che duri.

“La vita è fatta di silenzi e di sguardi, di riflessioni e di amo-re”, scrive Romano Battaglia. L’ho scoperto nel 2006, il prezioso intreccio dello sguardo e del silenzio: “Devi abi-tuarti a guardare serenamente negli occhi”, invita ancora il medesimo Autore. Molto ha inizio dal guardare. Guar-dare la vita che si presenta come davanti al silenzio, come

in attimi di sospensione, che rivelano un segreto lontano, nascosto al primo apparire. È lì che ho scoperto la ricchez-

za di una fonte sotterranea, che attraversa la realtà e la vi-vifica d’acqua e luce. È lì che ho gustato una presenza di vita

ulteriore alle cose. Come un altro sguardo. L’ho visto in condi-zioni di singolare intensità, dove l’amore e la morte si intreccia-

no e, in manifestazioni diverse, lottano. L’ho percepito anche, come in miracolo, scendendo alle profondità delle persone che hanno in sé

frammenti cospicui di Dio. Il trasalimento che l’occhio passa al cuore è diventato talora esultanza, balzo impreparato di gioia: lì dietro mi è par-so di vedere Colui che è narrato dai cieli.

Volti e storie più forti dei numeri

La svolta democratica di una città che cresce

Luminosie forticome i diamanti

Bertagna: “Sperimentare tutti l’apprendistato”

Ciclismo.La Montemagno, vetrina juniores

Eurobarometro.Sì al lavoro,anche all’estero

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orse la freddezza dei nu-meri ha finito con l’ane-stetizzare anche qualche coscienza. La contabili-tà degli sbarchi a Lam-

pedusa, la ripetizione all’infinito di numeri, ha probabilmente contribu-ito a diffondere la convinzione che l’arrivo di tanti disperati sulle coste dell’avamposto italiano nel Mediter-raneo sia qualcosa di “plastica”, co-me se sulle spiagge dell’isola stiano approdando semplici oggetti e non persone. Forse a qualcuno fa anche comodo pensarla in questo modo, ri-tenere che chi si affida a questi bar-coni della disperazione lo fa per scel-ta, ben cosciente della realtà a cui va incontro. Ma lo fa anche sapendo che una volta giunto in Italia è alto il ri-schio di essere rispediti al mittente.Non servono a mitigare questa con-vinzione altri numeri che dicono del dramma in corsa nel Mediterraneo: per 11 immigrati che tentano la via della fuga via mare dal Nord Africa alle coste italiane uno non arriva, muore durante la traversata, nelle concitate fasi dello sbarco, per il cedimento dei mezzi a cui affidano la loro sorte. Dall’inizio di questa nuova emergenza Fortress Europe, l’ente incaricato di monitorare que-sti flussi, ha certificato oltre 1500 vittime. In queste settimane, dopo la fase dell’emergenza gestita a Lam-pedusa, i profughi vengono accolti

in lungo e in largo per l’Italia. Anche in questa fase il Paese non brilla per tensione solidaristica. Quando non protestano per il mancato coinvol-gimento nelle fasi decisionali i sin-daci di Comuni grandi e piccoli si limitano a una amara accettazio-ne di quanto imposto dall’alto, an-che se molto spesso l’accoglienza è demandata a realtà del mondo associativo e del volontariato. Di

come alcuni sindaci del Bresciano hanno risposto all’appello lancia-to dalla Protezione civile per dare accoglienza ai profughi sbarcati a Lampedusa si dice con sufficiente chiarezza in queste stesse pagine. Eppure, che piaccia o meno, chi è sbarcato nell’isola siciliana, comin-cia ad arrivare anche nel Bresciano. Attualmente sono poco più di 100. Le immagini rimandate dalle televi-sioni si sono improvvisamente ma-terializzate, sono diventate persone che si possono incontrare. E non si tratta di un incontro banale o scon-tato. Il loro racconto sradica luoghi comuni e semplificazioni. I viaggi della speranza, “romanticamente” raccontati da tanti inviati, assomi-gliano sempre di più a una vera e propria deportazione di massa de-gli africani dalla Libia. Basta par-lare, per esempio, con uno delle 30 persone che don Danilo Vezzoli e i volontari della Casa della Cari-tas ospitano a Darfo per capire che nessuno di loro ha scelto di venire in Italia. Bastano poche parole per comprendere lo stato di prostrazio-ne di chi è stato costretto a lasciare repentinamente un Paese che già li sopportava appena (accusati come spesso capita anche in Italia di ruba-re il lavoro) pena il rischio della vi-ta, per toccare con mano il dramma di chi della guerra in corso in Libia è vittima due volte: sia delle truppe

In vent’anni di sbarchi, non si era mai visto niente di simile. Dall’inizio dell’anno è una strage senza precedenti. Sono quasi 1500 i nomi che mancano all’appello. Uomini, donne e bambini annegati al largo di Lampedusa. E senza considerare tutti i naufragi fantasma, di cui non sapremo mai niente. Da gennaio sono scomparse più persone di quante ne morirono in tutto il 2008, l’anno prima dei respingimenti, quando si contarono 1274 vittime a fronte di 36mila arrivi in Sicilia.

E se ai morti del Canale di Sicilia si aggiungono le vittime delle altre frontiere calde del Mediterraneo, ovvero lo stretto di Gibilterra e le isole greche dell’Egeo, il bilancio sale ancora. I dati sono stati diffusi dall’osservatorio Fortress Europe che tiene il tragico bilancio delle vittime in mare. Vittime per cui Brescia ha pregato lo scorso 21 maggio in una celebrazione eucaristica in San Faustino, promossa da quelle realtà che in diocesi si occupano di migranti.

La gestione dell’emergenza riguardante le centinaia di profughi provenienti dalle sponde del Mediterraneo coinvolge anche Brescia e i Comuni della Provincia. Le persone giunte sul territorio sono 105; di queste, nove sono ospiti in città, mentre le altre sono state suddivise tra i Comuni di Darfo, Breno e Pisogne. A questo proposito il delegato regionale della Protezione Civile, Roberto Giarola, ha invitato i 206 sindaci bresciani

a un tavolo di coordinamento per trovare una soluzione condivisa circa le modalità di accoglienza. Tuttavia, giovedì 19 maggio nell’auditorium dell’Istituto Tartaglia i rappresentanti comunali presenti all’incontro erano una trentina, scettici verso l’appello di Giarola. A far discutere sono innanzitutto i numeri: difficile prevedere la quantità di sbarchi e di conseguenza il numero di persone che raggiungeranno la Lombardia.

La Protezione civile ha ipotizzato un piano operativo distinto in due fasi, al termine delle quali ogni amministrazione comunale dovrà accogliere un numero di profughi proporzionale alla somma degli abitanti. In tempi brevi è necessario trovare luoghi idonei dove far alloggiare le persone: in questo caso, se i Comuni non dovessero collaborare, la Protezione civile ha il potere di imporre la presenza del cittadino straniero sul territorio

comunale, oppure potrebbe ripetersi il caso di Pisogne, in cui un privato ha messo a disposizione una struttura per 29 persone ricevendo un’indennità di 46 euro pro capite al giorno in cambio di vitto e alloggio. L’appello è quindi rivolto ai Comuni affinché offrano ospitalità per un periodo che va dai sei mesi ad un anno, con la garanzia di un rimborso da parte di un fondo nazionale istituito dal ministero dell’Interno. Ciò che preoccupa

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i sindaci non è l’accoglienza di questo numero esiguo di persone, ma le conseguenze che derivano dall’acquisizione dello status di rifugiato politico, come il diritto al ricongiungimento familiare. L’arrivo di altri stranieri in un territorio già saturo metterebbe in crisi i bilanci comunali; inoltre, aleggia molto scetticismo circa i fondi statali, dal momento attendono ancora il rimborso dell’emergenza immigrazione albanese degli anni

’90. “Auspichiamo un principio mutualistico di solidarietà tra i comuni” spiega Ettore Monaco, sindaco di Dello e Presidente di ACB servizi. “È il momento della solidarietà, non della politica”, afferma l’Assessore provinciale alla Protezione Civile Fabio Mandelli, sottolineando la necessità che il tavolo delle trattative sia istituito dalla Prefettura e che ad esso partecipino l’Asl e l’Acb.

Sono settimane di continui spostamenti tra Brescia e Darfo quelle che sta vivendo Maurizio Zanini (nella foto), il responsabile del settore emergenze internazionali della Caritas diocesana. A lui è stato affidato il lavoro di raccordo tra la Caritas camuna e Brescia soprattutto per quel che concerne il disbrigo delle questioni burocratiche legate alla presenza dei 30 profughi nella casa di Darfo diretta da don Danilo Vezzoli. Zanini sta svolgendo il suo lavoro

in condizioni di estrema precarità in cui, come ricorda “le certezze sono poche”. Quel che pare certo è che i tempi di permanenza a Darfo dei 30 ospiti non saranno brevi. “Dalle ultime informazioni in nostro possesso –afferma al proposito Zanini – pare che i colloqui con le istituzioni compententi per il rilascio del permesso di soggiorno dovrebbero tenersi a cavallo tra il mese di ottobre e quello di novembre”. Tempi biblici che rischiano di appesantire

ulteriormente il carico sulle spalle di giovani che sono stati costretti (come si legge anche in queste pagine) a fuggire dalla Libia e che senza i documenti hanno ben poche possibilità di muoversi e men che meno di lavorare. “Molti di loro – continua Zanini – vivono in uno stato di prostazione perché alla preoccupazione di un futuro incerto assommano a quella di non poter più aiutare economicamente le famiglie rimaste nei Paesi d’origine”.Anche le autorità, comunque, sono

al lavoro per consentire a questi giovani (sono tutti tra i 18 e i 30 anni) di trovare qualche piccola occupazione. Maurizio Zanini sta anche lavorando, insieme alla Caritas diocesana e a quella di Darfo per verificare la fattibilità di dare accoglienza ad altri profughi in alcune famiglie che si sono rese disponibili. “Si tratta di un percorso tutt’altro che facile – ricorda – ma che stiamo verificando perché molte sono le richieste per nuove accoglienze”.

fedeli a Gheddafi che hanno impo-sto loro la scelta tra imbracciare le armi contro i ribelli o l’unica via di fuga via mare e i ribelli stessi che li hanno visti come prede a cui ru-bare tutto il possibile perché otte-nuto lavorando per il regime. Non chiedono nulla, non hanno l’atteg-giamentp aggressivo e sprezzante che strumentalmente tanti vogliono attribuire loro. Stanno chiusi nel lo-ro silenzio, vivono il dramma di chi è stato sradicato due volte, di chi è stato allontanato ulteriormente dai propri affetti e dalle poche certezze che aveva in Libia. Si contentano di poco, soprattutto della serenità che sa loro dare chi, come la Caritas di Darfo, apre loro le porte. “Sarebbe bello – afferma don Danilo Vezzoli, ‘angelo custode’ insieme alle reli-giose e ai volontari che con lui con-dividono la fatica dell’accoglienza a Darfo – che le comunità cristiane aprofittassero dell’opportunità che paradossalmente questa emergenza ci concede: l’opportunità di cono-scere a fondo questi fratelli e di vin-cere alcuni pregiudizi che alimen-tano paure infondate”. Il sacerdote spera che da questo contatto, dalla vicinanza fisica con chi è scappato via mare dalla guerra in corso in Li-bia possano nascere tante altre di-sponibilità a quell’accoglienza che, ricorda don Vezzoli, “rende tutti un po’ pià ricchi.

Anche se formalmente al di fuori della gestione affidata alla Caritas diocesana anche i 30 profughi ospitati dalle suore Poverelle di Palosco “interpellano” la Chiesa bresciana. Sono giunti nella cittadina bergamasca, ma che ecclesiasticamente risponde a Brescia, su iniziative della Prefettura orobica e vengono seguiti dalla Caritas di Bergamo. La comunità locale avrà modo di incontrarli, in quello spirito

indicato in queste pagine anche da don Danilo Vezzoli responsabile della Caritas di Darfo, il 1° giugno prossimo nel corso di una serata che la parrocchia ha promosso presso l’oratorio. Per la gente di Palosco sarà un’occasione per conoscere storie e volti che sono diversi da quelli raccontati e trasmessi dalla televisione e dai mezzi di comunicazione, volti e storie che non devono essere usati per alimentare paure e tensioni

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entre imperversa anco-ra la polemica politica per il ballottaggio del 29 e 30 maggio prossi-mi, in pochi sembrano

ricordarsi che il 12 e 13 giugno i citta-dini sono chiamati alle urne per espri-mersi sui referendum abrogativi che dovrebbero essere quattro. Si voterà per abrogare le leggi già approvate in Parlamento su acqua, nucleare e legittimo impedimento. Per tentare di evitare il referendum sul nuclea-re il governo ha posto la fiducia sul “Decreto omnibus” che, tra le altre misure, contiene la moratoria sulle centrali nucleari. Anche se il voto fi-nale si è tenuto proprio nelle ore in cui questo numero di “Voce” veniva dato alle stampe, spetterà comunque alla Cassazione pronunciarsi (anche sulla scorta del voto parlamentare) in via definitiva sul destino dei refe-rendum. Questi, al di là dell’atteso pronunciamento, sono i quattro que-siti proposti. I primi due riguardano

gestione del servizio idrico può es-sere affidata a soggetti privati attra-verso gara o tramite società a capi-tale misto pubblico-privato in cui il privato venga scelto attraverso gara e detenga almeno il 40% del capitale. Il secondo quesito (scheda di colore giallo) su “Determinazione della tarif-fa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capi-tale investito. Abrogazione parziale di norma” propone invece l’abrogazione dell’articolo 154, comma 1, del Decre-to Legislativo n. 152/2006 per quel che riguarda la parte che sostiene che la tariffa per il servizio idrico va deter-minata in base all’“adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. In sostanza secondo la legge approva-ta un gestore può caricare sulla bollet-ta fino al 7% in più senza che questo venga investito per migliorie sull’in-frastruttura. Di energia nucleare si occupa il terzo quesito, quello della scheda di colore grigio, su “Nuove centrali per la produzione di energia

l’acqua pubblica, il terzo la produzio-ne di energia nucleare, il quarto il le-gittimo impedimento. Scegliendo il sì si dichiara di voler cambiare le leggi approvate mentre scegliendo il no di lasciare tutto com’è. In tema di priva-tizzazione dell’acqua, il primo quesito (scheda di colore rosso) su “Modali-tà di affidamento e gestione dei ser-vizi pubblici di rilevanza economica. Abrogazione”: propone l’abrogazione dell’art. 23 bis (12 commi) del decre-to legge 112/2008 convertito in Legge n. 133/2008, relativo alla privatizza-zione dei servizi pubblici di rilevan-za economica. Secondo la legge, la

Nuove sanzioni contro il regime si-riano sono state decise nei giorni scorsi dall’Unione europea nell’am-bito di un consiglio dei ministri degli Esteri tenuto a Bruxelles. Le sanzioni prevedono restrizioni sulla libertà di viaggiare all’estero e il congelamen-to di beni nei confronti del presiden-te Bashar al Assad e di esponenti di governo. Le sanzioni sono state im-poste con l’obiettivo di favorire uno sviluppo democratico del Paese me-diorientale dove dallo scorso marzo sono in corso proteste anti-governa-tive in diverse città che se da una par-te hanno costretto il governo a timide aperture e all’abrogazione delle leggi d’emergenza dall’altra hanno anche incontrato la repressione delle forze di sicurezza. Putroppo non esistono attualmente fonti veramente attendi-

bili su cosa stia avvenendo nel Paese e sulla veridicità delle notizie diffuse. Con l’allontanamento dei giornalisti stranieri imposto dal Governo che controlla anche l’intero settore delle comunicazioni, Damasco ha confer-mato l’esistenza di un malessere di parte della popolazione sostenendo che sono state prese misure econo-miche e sociali per venire incontro ad esigenze concrete; ricostruendo incidenti e scontri ne ha attribuito la responsabilità a gruppi armati terrori-stici. Opposizione e attivisti per i di-ritti umani stanno invece usando il canale delle nuove tecnologie e dei ‘social network’ per diffonde-re informazioni sulla repressione del regime, sul numero delle vitti-me, ma anche per organizzare la protesta.

nucleare. Abrogazione parziale di nor-me”. Il quesito propone l’abrogazione del “decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dal-la legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successivenella parte in cui si prevede la realizzazione sul territorio italiano di centrali nucleari.Il quarto quesito, l’ultimo, tratta di le-gittimo impedimento (scheda di co-lore verde chiaro), e propone l’“abro-gazione dell’articolo 1, commi 1, 2, 3,

5, 6, nonché l’articolo 1 della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante “Dispo-sizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”. La norma che si vuole cancellare prevede che il pre-sidente del Consiglio possa invocare il legittimo impedimento a comparire in un’udienza penale, qualora imputa-to, in caso di concomitante esercizio di attività legate alle funzioni di Go-verno. Su ciascuno dei quattro quesi-ti “Voce” darà spazio a una adeguata campagna di informazione.

Manca ormai poco al fine settimana del 28 e 29 maggio quando molti italiani torneranno alle urne per i ballottaggi. Tante le realtà ancora in attesa di sapere quale sarà il loro sindaco. Nel Bresciano tutto è già stato deciso il 15 e 16 maggio. È forte, però, nel Paese l’attesa per conoscere come si comporteranno gli italiani dinanzi a un secondo turno elettorale che di amministrativo ha conservato ben poco. Nonostante le promesse, infatti, ben pochi leader nazionali

si sono trattenuti dalla voglia di dare al secondo turno imminente una valenza politica. Esperti e osservatori sostengono infatti che il risultato che uscirà dalle urne potrebbe avere pesanti ricadute anche sugli equilibri nazionali. E così se a Milano dovesse confermare la vittoria del candidato del centrosinistra Pisapia ai danni del sindaco uscente Letizia Moratti sono in molti a credere che anche la granitica alleanza che tiene insieme

Bossi e Berlusconi potrebbe subire un’incrinatura, soprattutto se la promessa di spostare al Nord qualche ministero dovesse rivelarsi una bolla di sapone. Nei giorni scorsi, poi, non sono mancati episodi di evidente strumentalizzazione politica di un voto che continua a restare amministrativo. Tentativi di stravolgimento che potrebbero avere innervosito e non poco elettori che si sentono defraudati dell’attenzione al locale.

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’annuale rapporto dell’Istat sulla situazione del Paese è stato presentato nei gior-ni scorsi davanti alle più alte cariche dello Stato. In

cinque capitoli il volume affronta le più recenti dinamiche in campo eco-nomico, tracciando la traiettoria di uscita dell’economia internazionale e di quella italiana dalla peggiore reces-sione dal secondo dopoguerra, docu-menta le condizioni del mercato del lavoro e delle famiglie italiane fino a proiettare lo sguardo sui prossimi an-ni, valutando lo stato del Paese alla luce di “Europa 2020” e del percorso tracciato dal Programma nazionale di riforma. I dati che emergono dal rapporto, hanno osservatori esper-ti e analisti dicono chiaramente che l’Italia ha pagato, a causa della reces-sione, un prezzo elevato in termini di produzione e di occupazione, ma ha anche saputo attutirne, meglio di altri Paesi, l’impatto sociale. La ricchezza di cui dispongono le famiglie, un tes-suto produttivo robusto e flessibile, l’ampio ricorso alla cassa integrazio-ne, il rigore nella gestione del bilan-cio pubblico, le reti di aiuto informale hanno funzionato come validi ammor-tizzatori. Tuttavia il massiccio ricorso a questi strumenti ha finito con l’ero-dere molte delle riserve disponibili, esponendo il Paese a potenziali vul-nerabilità. Particolarmente a rischio

sono ancora una volta quelle catego-rie che più di altre hanno già pagato dazio alla crisi. I giovani e le donne, analizzati nel rapporto, hanno pro-spettive sempre più incerte di rientro sul mercato del lavoro, le quali am-pliano ulteriormente il divario tra le loro aspirazioni, testimoniate da un

Un disastro senza precedenti di cui nessuno ormai parla più e a cui, al di là di tante iniziative di facciata e del grande sforzo profuso dalla macchina della solidarietà, nessuno ha ancora voluto porre rimedio. A oltre due an-ni dal drammatico terremoto che ha colpito l’Aquila (nella foto) la città abruzzese vive un tragico abbandono, costretta a un silenzio rotto di tanto in tanto dallo spazio (poco per altro) che i mass media danno alle proteste del popolo delle carriole, quasi sem-pre ritratto come un insieme di ingrati che non sanno fare altro che lamen-tarsi. Eppure il disagio sociale e psi-cologico interessa un numero sempre più ampio di aquilani. Nelle new town costruite nel breve volgere di qualche mese e che avrebbero dovuto garanti-re una nuova vita a chi con il sisma del 6 aprile 2009 aveva perso tutto stanno aumentando i casi di depressione e le

vendite degli psicofarmaci. I divorzi e le separazioni hanno conosciuto nel 2010 una drastica impennata, così co-me il numero dei bevitori tra i 16 e i 30 anni. Molti anziani, anche se la crona-ca tende a dimenticarsene, si lascia-no morire nell’indifferenza generale.Tuttavia è estremamente difficile de-nunciare questa situazione, quasi che si volesse profanare quello che lo Sta-to ha saputo realizzare. C’è però chi a questa situazione non si rassegna e decide di usare i linguaggi che più gli sono consoni per raccontare all’Italia l’altra faccia del terremoto. E così l’as-sociazione culturale Arti e spettacolo, legata a doppio filo al mondo univer-sitario aquilano, e la società Icarus, realtà di spicco nel settore della pro-duzione musicale del centro Italia, entrambe duramente toccate dal si-sma del 2009 hanno messo in scena il recital “Dalla poesia di Fabrizio De

Andrè al terremoto”. Si tratta di uno spettacolo in cui insieme alla musica del grande cantautore genovese, can-tore degli ultimi e dei dimenticati, ven-gono proposte brani e testimonianze raccolte dai cittadini che da anni stan-no vivendo il dramma dimenticato dell’Aquila. Non si tratta di un mero spettacolo di denuncia, affermano i protagonisti, ma di un contributo par-ticolare perché l’Italia possa conosce-re la reale situazione delle zone col-pite. Lo spettacolo viene proposto il 29 maggio presso il teatro comunale Micheletti di Travagliato, nell’ambito delle iniziative che la locale ammini-strazione comunale ha promosso per il 150° dell’Unità d’Italia. Lo spettaco-lo, in programma a partire dalle 21, è a ingresso libero. Eventuali offerte che saranno raccolte nel corso della se-rata saranno interamente devolute alle zone terremotate.

Più di un italiano su quattro fa parte di una rete informale, cioè in qualità di amico, parente, collega, vicino di casa si mette a disposizione di altre persone bisognose di aiuto. Per un totale di 3 miliardi di ore all’anno. È questo il vero welfare italiano, fotografato dall’Istat nel “Rapporto annuale sulla situazione del Paese”. È il volto di un’Italia che si riscopre solidale e che trova nelle reti familiari e amicali una vera e propria àncora. Si tratta di oltre 14 milioni di persone,

chiamate “caregiver”, il cui numero è in crescita rispetto al 1983: allora erano il 20,8%, oggi il 26,8% della popolazione italiana. Questa vasta rete solidale non riesce però a dare risposte sufficienti ai bisogni crescenti: difficoltà economiche, “grandi anziani” spesso non autosufficienti da accudire, figli da gestire sono ancora appannaggio della donna, costretta a far fronte a un carico di cura che l’Istat definisce “insostenibile”. Questo “pilastro delle reti di aiuto”, come

viene definito nel rapporto, da solo fornisce i due terzi di tutto l’aiuto informale, con 2,2 miliardi di ore sul totale di 3 miliardi. Anche il mondo del volontariato fa la sua parte, rappresentando il 6,6% dei caregiver: è in calo rispetto al 2003, quando era al 7,9%, ma in crescita rispetto al 1998 (5,6%). L’attività dei volontari assorbe il 5,5% delle ore fornite in un anno e l’aiuto più frequente è quello economico: questa voce ha subito un netto incremento rispetto a 10 anni fa.

più alto livello di istruzione, e le op-portunità. Una quota sempre più alta di giovani sta scivolando, verso l’inat-tività prolungata, vissuta il più delle volte nella famiglia di origine, e verso bassi livelli di integrazione sociale, soprattutto per quelli appartenenti alle classi sociali meno agiate. Oltre il 40 per cento dei giovani stranieri, infatti, abbandona prematuramen-te la scuola, alimentando un’area diemarginazione i cui costi non tar-deranno a diventare evidenti. Le donne, come certificato dal Rap-porto Istat, vivono una inaccettabile esclusione dal mercato del lavoro. La povertà, infine, tocca spesso le famiglie di ultrasessantacinquenni.

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L’idea che “il potere logora” fa parte delle convinzioni diffuse e condivise. Anche se qualche anno fa Andreotti disse che “il potere logora chi non ce l’ha”. La storia è piena di eventi malefici prodotti dalla cultura del potere. Del resto quando il demonio volle tentare Cristo fece leva sul potere per attirarlo dalla sua parte. E a Satana sconfitto non è stato confiscato il potere. È un pensiero ricorrente di fronte al ripetersi di scandali che hanno come protagonisti uomini del potere. L’ultimo della serie è quello che ha come protagonista il direttore generale (ora ex) del Fondo monetario internazionale, il francese Dominique Strauss-Kahn, fino a poche settimane fa candidato dei socialisti per la corsa all’Eliseo, contro Sarkosy. “È con infinita tristezza che oggi mi sento costretto a presentare al Consiglio esecutivo le dimissioni dal mio incarico di direttore operativo del Fondo – ha scritto Strauss-Kahn nella lettera di rinuncia–. Voglio affermare che nego con la maggiore fermezza possibile tutti gli addebiti che sono stati

Sabato 21 maggio a Rodengo Saiano, alla presenza di oltre 300 persone, si è festeggiato il 25° anniversario delle cooperative facenti capo al Gruppo Pinocchio. La cerimonia è stata molto semplice: si è aperta con un saluto del presidente di Pinocchio Group Massimo Montesano, cui è seguita la Messa presieduta da mons. Gianfranco Mascher, vicario generale della diocesi di Brescia. La festa è proseguita con un rinfresco nel piazzale dell’azienda agricola.

Nel maggio 1986 nasceva con il nome di “Comunità Nuova”, frutto del desiderio di un gruppo di ragazzi del movimento di Comunione e liberazione di mettersi in gioco per aiutare le persone più deboli, partendo dall’educazione alla fede viva e presente cui erano stati educati. Tra i soci fondatori la Caritas diocesana e le Suore ancelle della carità. Il nome “Pinocchio” venne poi scelto perché metafora del cammino terapeutico educativo seguito dagli ospiti.

Il prossimo 10 giugno alle ore 21, presso l’ auditorium della Camera di Commercio di Brescia, Fondazione Poliambulanza in collaborazione con il “Festival pianistico internazionale di Brescia e Bergamo”, presenta “Armonie dell’anima – L’Abate Liszt e la musica religiosa”, concerto per pianoforte dedicato a Franz Liszt. L’acceso è gratuito e i biglietti numerati possono essere ritirati presso i box informazioni di Poliambulanza e Ospedale

Sant’Orsola. Un’importante evento che arriva in occasione del secondo centenario dalla nascita di questo eclettico artista. Contando sulla bravura del maestro don Carlo Josè Seno, vicario della Comunità pastorale “Santi Apostoli”, verrà proposto un percorso che tocca le tappe salienti dell’esperienza spirituale del grande pianista di origine ungherese attraverso un repertorio che ripercorre le sue opere pianistiche più significative a carattere religioso.

altri episodi che lo riguardano e sin qui occultati da una forma di omertà che spesso salva i potenti dalle loro malefatte. Perché uno degli effetti collaterali del potere prevaricatore è quello di poter contare sulla complicità di tutti coloro che sperano di trarne dei profitti personali oppure sono nelle condizioni di non potere fare resistenza ai soprusi.Infatti per Strauss-Kahn come per altri personaggi del suo stampo, molti invocano

rispetto del privato, garantismo, sospensione del giudizio e via di questo passo. Le vittime invece sono buttate all’inferno senza garanzie, perché, si pensa, sono consenzienti pentite o ricattatrici. Lo squilibrio fra le parti è abissale. Il potere purtroppo corrode anche chi non ce l’ha. Senza parlare della possibilità che i potenti hanno di uscire dal carcere anche con cauzioni astronomiche, come è successo a Strauss-Kahn. I poveracci stanno in galera.

formulati a mio carico. Voglio proteggere questa istituzione che ho servito con onore e dedizione”. È stato arrestato negli Stati Uniti con accuse molto pesanti, per violenza sessuale nei confronti di una cameriera d’albergo.Come tutti gli altri imputati ha il diritto a una presunzione d’innocenza fino al termine dei procedimenti giudiziari. Ma non si può ignorare il fatto che il suo arresto ha scoperchiato una pentola maleodorante di

Sul sesso e il potere, in chiave pedofilia, mi pare significativa la lettura che ne ha fatto il domenicano fra Timothy Radcliffe, già maestro generale dell’Ordine. Parlando al clero di Dublino nel dicembre del 2009 ha detto, fra l’altro: “Sono persuaso che l’intera crisi della sessualità sia profondamente legata al potere e al modo in cui il potere funziona nella Chiesa a tutti i livelli, dal Vaticano al sacrestano della parrocchia. Non è il potere di Gesù, che era mite e umile di cuore. (…) Ho il sospetto che tutto questo sia accaduto anche perché la Chiesa per secoli ha dovuto combattere per difendersi dai poteri di questo mondo, che vorrebbero prevalere contro di essa. (...) Ha lottato per la sua stessa sopravvivenza, e spesso si è ritrovata segnata dalla medesima cultura del potere. Quella medesima cultura del potere che si trova alla radice della crisi delle violenze sessuali: la violenza del potere esercitata ai danni dei piccoli e dei vulnerabili” (“Il Regno – Documenti” n. 7/2010 pagg. 205-206).

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l presidio degli immigrati in piaz-za Paolo VI è stato smontato poco dopo le 18 del 24 maggio. I manifestanti si prendono 15 giorni di tempo per valutare gli

sviluppi della vicenda. Dopo il docu-mento approvato all’unanimità dai ca-pigruppo del consiglio comunale nel quale si chiede al Governo di interve-nire, è arrivata la svolta attesa. Haro-on, uno dei rappresentanti degli immi-grati, ha rivolto un ringraziamento a mons. Monari che aveva manifestato comprensione per le richieste degli stranieri e aveva attirato l’attenzione dell’opinione pubblica. Facciamo un passo indietro e proviamo a ricostru-ire i fatti. Nella mattinata di sabato, a conclusione di un incontro in prefet-tura in cui le trattative per ottenere i permessi di soggiorno erano state va-ne, gli immigrati sono giunti in piaz-za Paolo VI occupando il sagrato del Duomo Nuovo. Il Governo aveva de-ciso la regolarizzazione (persone che lavorano clandestinamente e possono avere l’emersione dal lavoro nero) di badanti e colf. Fatte le domande, una circolare del Ministero spiegava che chi, però, aveva ricevuto dal questo-re l’ordine di via non poteva avere la regolarizzazione. Successivamente sono arrivate due sentenze: la prima della Corte di giustizia europea che ha bocciato il reato di clandestinità, la se-conda (il 2 maggio del 2011) del Con-siglio di Stato. Al momento l’unica via

stinità sono 689: secondo le stime del Centro migranti le persone interessa-te non dovrebbero essere più di 200 (persone che già lavorano, natural-mente devono essere badanti e colf) e hanno il diritto di vedersi riconosciu-to il permesso di soggiorno. Si chiede al Governo di fare un decreto attuati-vo per dire che il reato non è ostativo e si possono riaprire le pratiche senza passare dal canale giudiziario. I mani-festanti hanno messo in discussione anche l’operato del prefetto Narcisa Brassesco Pace, che è stata chiara: “Io sono legata al diritto. Siccome la legge non mi autorizza a riaprire le

è quella giudiziaria per far riaprire la pratica: attraverso lo strumento della denuncia che ha dei costi da sostene-re (250 euro più la parcella degli av-vocati). A Brescia i casi aperti, anche (ma non solo) per il reato di clande-

pratiche, io non le riapro (a meno che dal Ministero arrivi un segnale): fate i ricorsi”. A onor del vero nessuna Pre-fettura ha fin qui riaperto le pratiche. Certo è che alcuni slogan (“Lotta du-ra senza paura”) presenti sul sagrato del Duomo o le dichiarazioni (lascia-re il presidio non significa fine della lotta) risultano anacronistiche e non facilitano il processo d’integrazione. Basti pensare all’anonima (solo per questo non meriterebbe una citazio-ne) lettera di un sedicente “collettivo cattolico” che ha preso carta e penna per prendere distanza dal Vescovo e dai rappresentanti delle istituzioni.

La protesta aveva avuto inizio nella tarda mattinata di sabato quando, dopo un incontro in prefettura in cui le trattative per ottenere i permessi di soggiorno non erano andate a buon fine, gli immigrati erano arrivati in piazza Paolo VI occupando il sagrato del Duomo Nuovo. Nel primo pomeriggio, intorno alle 14, il vescovo Monari sul sagrato ha dialogato con i manifestanti esprimendo solidarietà ma anche perplessità per il gesto compiuto. Alla fine si arriva ad un

punto di incontro: i manifestanti possono rimanere sul sagrato, a patto di non attaccare cartelli e striscioni e soprattutto a patto di non impedire l’accesso dei fedeli. Il Prefetto davanti ai rappresentanti sindacali, a padre Mario Toffari e a don Adriano Bianchi e agli esponenti dell’associazione “Diritti per tutti” ribadisce che la sentenza del Consiglio di Stato non è retroattiva per le pratiche già definite: una soluzione possibile è il ricorso al Tar la cui sentenza,

se questa dovesse apportare modifiche alla legislazione vigente, verrà applicata dalla prefettura. Una delegazione raggiunge anche Palazzo Loggia. Nella notte di lunedì i capigruppo del Consiglio comunale, “pur stigmatizzando le modalità della protesta, esprimono un invito al Governo per un chiarimento nel merito di una situazione che perdura ormai da tempo e risulta critica, in particolar modo sotto il profilo sociale”. (Emanuele Carpella)

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iglato nei giorni scorsi in Provincia il protocollo d’in-tesa relativo agli interventi di attuazione della Rer, la Rete ecologica regionale,

nella provincia di Brescia, in ordine al Plis, Parco locale di interesse so-vra comunale delle Colline di Bre-scia. Presenti il vicepresidente del-la Provincia di Brescia e assessore all’assetto territoriale Giuseppe Ro-mele, l’assessore Area gestione del territorio del Comune di Brescia Pa-ola Vilardi, il responsabile provinciale dell’Ufficio parchi Ivan Felter e Sinda-ci ed assessori dei Comuni di Bovez-zo, Cellatica, Collebeato, Nuvolera, Rezzato e Rodengo Saiano. “Si tratta dell’ampliamento del progetto ‘Habi-tat’, teso alla tutela delle biodiversità del territorio e già finanziato e avvia-to dal Comune di Brescia, dal Parco delle Colline e dalla Fondazione Ca-riplo – ha spiegato Ivan Felter – che interessa un’area di 4.308 ettari, di cui circa 3.000 a bosco, afferenti, per cir-

nale, finanziati al 50% tra Comune di Brescia e Parco delle Colline da un lato e da Fondazione Cariplo dall’al-tro. “Il progetto si struttura in più fasi – ha aggiunto Felter – che vanno, in sintesi, dal taglio, tutt’altro che indi-scriminato, come temuto da alcuni, di quanto secco all’aumento delle robi-nie, dall’incremento del pascolamen-to, dell’abbeveramento e di piante quali querce e castagni alla riqualifi-cazione di intere aree cittadine, quali, per esempio, quella della Polveriera a nord della città”. “Il Plis delle colline, che coinvolge aree afferenti a sei Co-muni oltre a quello capofila Brescia – ha detto Giuseppe Romele – è uno dei parchi più significativi in Italia in termini di vicinanza alle aree abitate, ragione per la quale gli sforzi vanno in due direzioni: quello di renderlo fruibile alla cittadinanza nel migliore dei modi e quello di invitare il mondo imprenditoriale agricolo a farsi avanti per l’uso del pascolo di questi boschi. Gli animali hanno bisogno di aree a

ca il 50% al Comune di Brescia”. Al-cuni sistemi naturali presenti sul ter-ritorio presentano caratteristiche tali da richiedere un particolare statuto di tutela. La Regione Lombardia indica alcuni di questi ambiti territoriali, de-finendo lo strumento del Plis (Parco locale di interesse sovracomunale). Si tratta di uno strumento di tutela ‘’lieve’’, poiché conserva le indicazio-ni dei Pgt comunali, ma importante, proprio perché il valore dell’area è riconosciuto da una Legge regionale. Il costo dell’intero progetto è di circa 1 milione e 300mila euro, 900mila eu-ro dei quali relativi al progetto origi-

L’opposizione non ci sta e alza la voce di fronte al bilancio approvato a Palazzo Loggia. Intervistato da Radio Voce, il consigliere comunale del Pd Fabio Capra (nella foto)spiega le ragioni che hanno portato il Partito democratico a votare contro.Cosa non vi convince del bilancio?Noi abbiamo espresso critiche nel merito e non ideologiche perché questo rendiconto 2010 (il terzo della giunta Paroli dopo quelli

del 2008 e del 2009) si chiude in sofferenza in mancanza di opere significative e, soprattutto, con un taglio di servizi scolastici, sociali e nel trasporto.Restano le attenuanti dovute alla crisi economica...Ovviamente quando facciamo una critica consideriamo anche la crisi in corso, ma noi abbiamo espresso un giudizio sulle priorità in un momento in cui le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese e parecchi giovani non trovano

lavoro. Invece che avventurarsi nella realizzazione di opere che non servono alla città (lo stadio, un inutile parcheggio nella galleria e una nuova sede del Comune di Brescia). Il dato più eclatante è vedere che nel 2010 sono stati realizzati lo 0,05% degli impegni assunti (3% nel 2009 e 5% nel 2008) in campagna elettorale. A questo si aggiunge anche un taglio degli investimenti. In tre anni hanno annunciato opere faraoniche, ma qualcuno ha visto qualcosa

di significativo? In un momento delicato come questo si dovrebbero unire le forze. Siamo a disposizione per dare una mano, ma a quanto pare non interessa.E sugli anziani, visto che lei è stato assessore ai Servizi sociali, cosa si può dire?Questa giunta nel novembre scorso ha tagliato 970mila euro sul buono integrato per l’assistenza agli anziani attraverso il contributo delle badanti, ha tagliato alcuni servizi, ha tagliato i soggiorni climatici.

L’Associazione no profit “Vivere Mom-piano” ha organizzato per venerdì 27 maggio la Notte Bianca di Mompiano. L’evento avrà luogo nelle vie Ambara-ga e via Boccacci che per l’occasione verranno chiuse al traffico dalle 18 fino alle ore 24. L’iniziativa realizza-ta con la collaborazione della Circo-scrizione Nord e il patrocinio del Co-mune di Brescia, prevede alle 16.30 una festa dedicata ai bambini presso la Scuola elementare Arici-Valdadige, Il 1° Concorso di disegno per ragaz-zi delle scuole elementari che vedrà coinvolte le scolaresche dell’Istitu-to comprensivo Nord 2 di Brescia e dell’Istituto elementare audiofoneti-ca. Alle 18 aprirà il Mercato agricolo dei prodotti tipici bresciani realizzato in collaborazione con Coldiretti Bre-scia; alle ore 19 appuntamento con

la “Cena in quartiere”: pizzerie e ri-storanti che per l’occasione propor-ranno menù a prezzi speciali, e ampi spazi relax presso i bar dove le fami-glie potranno ristorarsi. Alle 20 avrà inizio la serata musicale e alle ore 21 gli alunni della scuola media Virgilio coordinati dal prof. Bono, si esibiran-no in concerto. Negozi aperti fino alle ore 22 con balli musica e karaoke fino alle ore 24. L’evento rientra nel pro-gramma delle iniziative dell’Associa-zione che coordina in quartiere circa 40 attività fra commercianti, artigiani, ristoratori, liberi professionisti. Fina-lità dell’associazione è quella di rivi-talizzare la partecipazione in uno dei quartieri più antichi della città, stimo-lando la partecipazione dei residenti e dei cittadini con eventi ed iniziative di vario genere.

pascolo – ha aggiunto Romele – e noi ci poniamo in prima fila per attuarle affinché, usufruendone, gli stessi pos-sano aiutare a mantenere l’equilibrio ecologico del sottobosco ed a riporta-re le aree allo stato originario”. “Uno degli aspetti più interessanti del pro-getto – ha sottolineato Paola Vilardi – risiede nell’intervento su aree interne ai Comuni e prossime a quelle abitate, al fine di renderle accessibili per la più ampia fruibilità da parte della popo-lazione. A titolo di esempio, solo per

l’area della Polveriera abbiamo fatto un sondaggio relativo al suo utilizzo tra le varie associazioni e gruppi del territorio – ha soggiunto Paola Vilar-di – ed abbiamo ricevuto una massa consistente di contributi di idee tra i quali le scelte non sono semplici. Ora l’Amministrazione anticipa un finan-ziamento di 490mila euro, a fronte dell’esecuzione dei lotti previsti, in attesa di ricevere da Regione Lom-bardia i 539mila euro stanziati per la realizzazione della Rer.”

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n quarto di secolo di vita per “La Nuvola nel Sacco”. Il tempo neces-sario per fare i primi bi-lanci e per rilanciare la

propria azione. Facciamo un passo indietro. La cooperativa sociale “La Nuvola nel Sacco” (il presidente è Alessandro Mariani) nasce a Brescia per iniziativa di un gruppo di educa-tori già impegnati in ambito sociale e scolastico nel gennaio 1986 e og-gi annovera più di 100 dipendenti. I primi anni forniscono il giusto ro-daggio per il gruppo di soci fondato-ri: si realizzano corsi di formazione per animatori (prevalentemente di grest o attività estive similari) e ani-mazione di strada (feste negli ora-tori, ma anche animazione in piazza per i comuni). L’idea di partenza alla base di questo gruppo di educatori è di costruire una precisa identità del concetto di animazione: essere formatori, animatori e promotori di ogni proposta, con l’obiettivo finale di produrre un cambiamento nella comunità e di far crescere i sogget-ti destinatari. Si ritrova, grazie al-la professionalità messa in campo, a gestire anche eventi nazionali. Nel tempo a fianco dei servizi po-meridiani (Centri di aggregazione) per ragazzi delle elementari e delle medie, si sono moltiplicati anche i progetti per adolescenti, il primo e

più significativo è il “Progetto Na-vigatori”, realizzato grazie alla leg-ge 285 del 1999 (Legge Turco), che prevedeva la gestione e il coordina-mento delle iniziative del territorio di Brescia ovest.Il trend del settore sociale si è nuo-vamente ampliato dal 2006 con l’ac-

In vista dei referendum del 12-13 giugno, le Acli provinciali e l’Unione giuristi cattolici italiani di Brescia organizzano un incontro sul referendum del legittimo impedimento. L’appuntamento è per venerdì 27 maggio alle 20.30 presso la sede provinciale delle Acli (via Corsica 165). Intervengono Luigi Frattini (già presidente dell’Ordine degli Avvocati di Brescia) e Riccardo Montagnoli (dell’Unione giuristi cattolici); modera Roberto Rossini (presidente provinciale

Acli). In merito ai temi referendari le Acli hanno stilato un documento che invita a votare quattro sì. A proposito del quarto quesito “Abrogare lo scudo penale per i ministri”, propongono “di abrogare questa norma, che ha modificato il Codice di procedura penale, secondo la quale al Presidente del Consiglio e ai Ministri è consentito di non presentarsi alle udienze con una semplice dichiarazione di impossibilità: la legge è uguale per tutti!”.

Gli sfratti in provincia nel primo trimestre sono stati 774 (lo stesso dato dello scorso anno). Il Comune di Brescia ha sviluppato, citando il sindaco Paroli (nella foto), “una risposta nuova a una situazione in aumento con l’obiettivo di scongiurare il più possibile il trauma dello sfratto esecutivo, del trasloco forzato”. La Loggia ha messo a disposizione un primo fondo finanziato con 200mila euro che si aggiunge al sostegno della Regione con il fondo sociale affitti. Il servizio

dovrebbe dare sollievo alle famiglie sotto sfratto. L’affittuario che attinge al fondo si impegna a restituire la somma con un piano di rientro concordato. Una volta sanate le pendenze, saranno modificati i canoni di contratto: diventeranno contratti concordati. Il risparmio per il locatario sarà compensato dal vantaggio fiscale per il proprietario. La Regione, come ha sottolineato l’assessore regionale Domenico Zambetti, guarda con interesse all’esperimento bresciano.

creditamento nei comuni dell’hin-terland gardesano per la gestione degli interventi educativi domiciliari (Adm) per minori o per disabili cer-tificati (voucher educativi sociali) e gli interventi educativi scolastici (assistenza ad personam) e dal 2007 con la gestione di un Centro educa-tivo diurno per disabili nel Comune di Rezzato. Da settembre 2010 oltre ai consoli-dati settori (sociale, formazione e animazione) si è aggiunta un’area dirigenziale per la comunicazione e lo sviluppo con l’obiettivo di offrire un contributo per la costruzione del-la pratica d’integrazione delle politi-che di welfare, soprattutto giovanili.

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gni città ha un cuore pulsante che tiene in vi-ta se stessa e quelli che la abitano. È così per il Castello di Brescia, che

all’affiorare dell’estate si dona ai bresciani e ai turisti con la 4ª edizio-ne di “Prossima Fermata Castello”, una stagione di appuntamenti che si conclude il prossimo settembre. “Le iniziative che vedono protagonista il Castello − dice il sindaco Adria-no Paroli − lo valorizzano nella sua giusta funzione, ossia di momento d’incontro e punto di riferimento per le famiglie”. Una manifestazione lunga 20 stazio-ni, cominciando dalla prima ferma-ta di domenica 29 maggio, quando alle ore 15 prenderà il via “Castello in Camp!” con gli spazi del Castello pronti a trasformarsi in un centro sportivo a cielo aperto con rugby, tennis, calcio, poligono di tiro e im-mersioni subacquee nella piscina al-lestita per l’occasione. “Con questo progetto − ribadisce il presidente della Circoscrizione Centro, Flavio Bonardi − vogliamo che i cittadini tornino a vivere il Castello, anche grazie a una perfetta declinazione

del principio di sussidiarietà, che mette al centro il prezioso ruolo del-le associazioni”. Una serie di appuntamenti che ve-drà protagoniste varie realtà citta-dine, a partire da quella “Confra-ternita del leone” che da venerdì 3 a domenica 5 giugno riporterà il Castello di Brescia nell’anno 1238, quando gli attacchi di Federico II vennero respinti dalla Leonessa d’Italia. “Soprattutto − spiegano Anna Ayroldi e Nicoletta Bontempi −, una serie di eventi che l’ammini-strazione ha cercato di proporre per la stragrande maggioranza gratuita-mente, grazie anche all’impegno di numerosi sponsor. ‘Prossima Fer-mata Castello’ nasce da un sistema di collaborazioni e grazie al tam tam sui siti internet arrivano famiglie anche da Toscana ed Emilia Roma-gna, con un ricco programma che

spazia dalla danza alla musica, dal-lo sport allo spettacolo in un lungo viaggio fra racconti, storie, culture”. Un viaggio per ripercorrere l’Unità d’Italia con un’avventura interattiva (12 giugno, 4 settembre), tornare a vivere gli antichi giochi d’un tempo con la “Giornata del tempo libero” (26 giugno), imporre una sfida a se stessi nell’evento nazionale di “Bre-scia No Limits” (domenica 3 luglio), scoprire il mondo che vive sulla vetta della città (17 luglio), vedere il Castello diventare parco acquati-co (24 luglio), festeggiare i 50 anni della Numero 1, la locomotiva sim-bolo del castello (17, 18 settembre).Insomma, per lanciarsi alla risco-perta di una fortezza che è gioiel-lo e non solo scontata presenza all’interno della città. Info al nume-ro 327.7395790 o su www.comune.brescia.it

Prosegue anche per l’estate 2011 la collaborazione tra l’assessorato al-le Politiche giovanili del Comune di Brescia e il Centro turistico studen-tesco per aiutare i giovani bresciani a progettare le proprie “vacanze fuo-ri dal comune”. “Lo scopo – secondo l’assessore Diego Ambrosi – è quello di proporre vacanze intelligenti, co-niugando divertimento, cultura e so-lidarietà, con lo sguardo sempre più rivolto all’Europa, per poter diventa-re veri cittadini europei”. La collabo-razione si concretizza nella fornitura di materiale cartaceo, nell’apertura di uno sportello informativo e nell’utiliz-zo dei social network. “Abbiamo pre-disposto cinque opuscoli – spiega Lu-igi Bandera, presidente del Cts – ric-chi di informazioni, ma soprattutto di suggestioni. Non si parte dai luoghi, ma dalle motivazioni che spingono i giovani a intraprendere un viaggio”. “Viaggiare”, “Itinerari dell’infinito” e “Brescia chiama Europa” forniscono indicazioni tecniche per poter viag-giare in autonomia e in sicurezza, ma contengono una serie di spunti per aprire la mente e lo spirito a un nuovo modo di conoscere e visitare. “Vacan-ze solidali in Italia e all’estero”, in col-laborazione con il Csv, promuovono l’organizzazione di campi estivi di ti-po ambientale, archeologico e sociale per vivere le vacanze all’insegna della crescita personale e della conoscenza di se stessi e degli altri. Lo sportello, operativo ogni venerdì dalle 15 alle 17 fino alla fine di luglio nella sede dell’Informagiovani di via San Fau-stino 33, fornirà approfondimenti sui

contenuti degli opuscoli, informazio-ni e consigli ai giovani che vogliano organizzare i loro viaggi. Attraverso le nuove tecnologie, digitando l’indi-rizzo “vacanze fuori dal comune”, gli interessati potranno interagire con gli operatori ed altri giovani, raccontare esperienze di viaggio, inserire aggior-namenti e pubblicare suggerimenti, utili per favorire una mobilità giovani-le e studentesca “consapevole”. (v.b.)

A 37 anni di distanza per non dimenticare la strage di piazza Loggia, La giornata del 28 maggio si apre alle 8.30 con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Ivo Panteghini presso il Cimitero vantiniano. Alle 9.30 i familiari delle vittime si incontrano a Palazzo Loggia prima della commemorazione in piazza con Gianluigi Petteni (segretario generale della Cisl Lombardia), Alessandro Tura (presidente della Consulta degli

studenti) e Giuseppe Montanti dell’Associazione familiari caduti nella strage di piazza Loggia. Alle 11.15 al San Barnaba gli studenti si confrontano su “Quale giustizia nella Costituzione?”. Partecipano Adriano Paroli, Daniele Molgora, Giuseppe Frigo (giudice della Corte costituzionale) e Vittorio Occorsio, nipote del giudice Vittorio Occorsio; segue la proiezione del documentario “Non è successo niente” realizzato dalla scuola di giornalismo “Tobagi”.

Giovedì 26 maggio, a partire dalle 20.30, presso “Il Santellone” avrà luogo la seconda edizione di “Bellezze senza tempo”, fashion show esclusivo dedicato al mondo della moda e della musica con uno scopo nobile: aiutare l’associazione “Ilsorrisodeibimbi”. L’evento sarà presentato da Giusi Legrenzi, voce di Rtl 102.5, Per le 21 è prevista un’esibizione live del cantautore bresciano Andrea Romano, che proporrà tracce tratte dal suo ultimo album. La seconda

parte, dalle 22, sarà dedicata alla moda e alla bellezza. L’incasso va all’associazione “Ilsorrisodeibimbi”, che si occupa di psichiatria perinatale, una scienza che studia la vita prenatale e postnatale del bimbo fino al terzo anno di età, con particolare attenzione al benessere psicologico ed emotivo del neonato e dei suoi genitori. Il biglietto d’ingresso, al costo di 35 euro, può essere acquistato presso tutti i partner coinvolti oppure ritirato in sede la sera stessa dell’evento.

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Una croce ciascuno, per non dimenticarli, una croce per mantenere viva, pur nel dolore, la speranza e la vicinanza del cuore. Una croce, soprattutto, per lanciare un messaggio, per gridare forte che bisogna fare di tutto perché mai più una vita abbia a spegnersi sull’asfalto. Con questi sentimenti ci si prepara ad Orzinuovi per celebrare la “Manifestazione delle croci”, un evento dal fortissimo risvolto umano ed emotivo che si celebra domenica 29 maggio

a partire dalle 10. È una delle iniziative messe in campo dal Comune in tema di prevenzione degli incidenti stradali, in un percorso iniziato già lo scorso anno che arriva ora al suo compimento. Dopo il raduno dei partecipanti e la celebrazione della Santa Messa prevista per le ore 11 nella parrocchiale si uscirà in piazza Vittorio Emanuele, dove verranno benedette le croci, recanti ciascuna le fotografie di quanti hanno perso la vita.

ono passati i tempi in cui era del tutto normale per una donna rimanere in ca-sa addetta alla cura della famiglia e dei figli in parti-

colare. Attualmente invece le donne dimostrano come sanno assumersi responsabilità nelle imprese. E di donne manager è lungo l’elenco nel quale ha conquistato un posto di ri-lievo Marilena Bolli, nata a Manerbio nel 1953, candidata alla presidenza dell’Unione industriale biellese, in-carico che le sarà conferito ufficial-mente durante l’Assemblea generale Uib il prossimo 20 giugno. Marilena è figlia di Giuseppe Bolli fondatore della Caipo azienda meccanotessi-le avviata nel 1963 che progetta e produce “soluzioni” di automazione per l’industria tessile in particolare per la filatura fantasia. Bolli mise a frutto l’esperienza maturata al suo paese dove in gioventù lavorò alla Marzotto, passò un breve periodo nell’artigianato locale dando un suo personale contributo all’automazio-ne in aziende della zona. Come alla Emme Esse del presidente Mario Sal-di, nella quale dopo 40 anni rimane in funzione l’impianto pneumatico a risparmio energetico per il tratta-mento in superficie dell’alluminio col quale sono costruite antenne per la ricezione tv esposte ai quattro venti sui tetti di edifici tra i più vari. Giu-seppe a un certo punto della sua vi-

ta decise di trasferirsi in Piemonte. S’avventurò in un’impresa che nei propri bilanci registra un export per più dell’80% del fatturato, meritan-dosi il ruolo di leader internaziona-le dell’automazione e produzione di macchinari per produrre filati spe-ciali. Nell’azienda sua figlia Marilena

ha assunto gradualmente incarichi: è diventata amministratore delega-to della Caipo, revisore dei conti in Acimat, presidente di Fidindustria costruendo l’accorpamento con Con-fidi Lombardia di cui è attualmente consigliere. Marilena commenta co-sì la sua carriera: “Sono stata eletta presidente di Fidindustria nel 2006, proprio mentre i Confidi si stavano preparando ad assumere il ruolo di intermediario con la Banca d’Italia prossima ad emanare la normativa sui Confidi”. Un incarico non faci-le poiché dal 1º gennaio 2008, data di entrata in vigore di Basilea II, il ruolo svolto dai confidi è diventato cruciale per assicurare una corretta classificazione dei clienti in base al grado di rischiosità e quindi del meri-to creditizio. Sono passaggi dei Con-fidi mentre stava sopraggiungendo la crisi economica che nel 2009 ha visto triplicare le sofferenze economiche aziendali. Ma questa è tutt’altra sto-ria che non ha scoraggiato impresari seri e preparati ad affrontare situa-zioni precarie. Marilena è la moglie di Alvaro Miorelli dal 1976, madre di Giulia e Lorenzo, i nipoti di Giusep-pe Bolli che a 83 anni non rinuncia ad occuparsi dell’azienda pur con nostalgia della sua Manerbio che ri-corda come una comunità laborio-sa. Qualche volta torna da parenti ed amici. E confessa che è sempre difficile staccarsi dalle proprie radici.

Il primo piano del mensile free press de “La Voce della Bassa Bresciana” è dedicato all’offerta formativa scolastica del territorio (da Orzinuovi a Montichiari). In questi anni si è invertita la tendenza del pendolarismo verso la città grazie alle strutture e alle proposte didattiche della Bassa. Nel numero di maggio anche un approfondimento sul progetto sull’integrazione “Al mio paese” portato avanti dall’Istituto comprensivo di Castrezzato.

Il passato è la porta d’accesso al futuro. In occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia il Comune e la Pro loco inaugurano domenica 29 maggio (dalle 9 alle 12 e dalle 16 alle 21), presso la chiesa di Santa Maria del Suffragio, la mostra fotografica “L’evoluzione di Travagliato e della sua gente”. Resta aperta anche il 31 maggio dalle 17 alle 22, mentre il 2 giugno si sposta sposta a Palazzo Coradelli-Covi ora Derada: è visitabile dalle 9 alle 12 e dalle 15 in poi.

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nche quest’anno la na-ve della filosofia getta i suoi ormeggi lungo le sponde del fiume che segna il confine della

Bassa, sbarcando tra la gente a por-tare idee e riflessioni. Riparte il 6 giugno l’appuntamento con “Filoso-fi lungo l’Oglio” la kermesse di filo-sofia, giunta alla sua sesta edizione nella cornice offerta dai luoghi più suggestivi del nostro territorio, a cui partecipa sempre un folto ed interes-sato pubblico. Dopo gli straordinari numeri della scorsa edizione – una media di 500 spettatori a serata, con punte anche di 700 – quest’anno il fe-stival filosofico si amplia passando da 9 a 12 Comuni coinvolti, per altrettan-te serate, per una durata complessi-va della manifestazione di 40 giorni. Francesca Nodari, ideatrice e anima della manifestazione, si entusiasma nel rivelarci alcuni particolari: “An-che quest’anno avremo come padrino della manifestazione Salvatore Natoli e come madrina Maria Rita Parsi. Al-tri nomi di spicco sono Marc Augè, di cui tra l’altro uscirà in Italia il 26 maggio il nuovo dal titolo “Straniero me stesso”, Jean-Luc Nancy, Sergio Givone e Bernhard Casper. È un fe-stival dal format particolare: rispetto alla tradizionale tre giorni in un’unica località, come per esempio quello di Modena a cui ci ispiriamo, il nostro

programma è di 12 serate su 40 gior-ni e soprattutto è itinerante, mobile e nomade come il pensiero”. Il tema scelto per quest’anno è la felicità, un tema provocatorio in questi tempi di depressione economica e sociale, su

La giornata del patrono San Pancrazio ha visto, tra i numerosi eventi programmati dal Comune, anche una cerimonia di riconoscimento dell’attività della locale Protezione civile, sodalizio nato nel 2001. In sala consiliare, alla presenza del sindaco Elena Zanola e di tutta la giunta, sono state conferite le onorificenze (targhe-ricordo) ai 12 soci del gruppo che oggi conta oltre 40 iscritti: Lorenzo Abeni, Mauro Aliprandi, Aldo Mutti, Agostino Nardiello (attuale

responsabile dell’associazione), Luigi Nodari, Alessandro Pistoni, Elvio Treccani, Oscar Piccinelli, Gennaro Policarpo, Michele Rinaldi, Giuliano Treccani, Franco Ferrari. “Il grazie di tutta l’amministrazione comunale – ha esordito il primo cittadino – è sentito e forte per la vostra importante e silenziosa presenza. Voi, come noi, siete abituati a parlare poco e fare molto, un tratto distintivo dei monteclarensi. Sappiamo che ci siete sempre in ogni caso di

calamità e i cittadini vi sono profondamente grati”. Da parte sua Franco Ferrari, che oltre ad essere uno dei fondatori è il referente operativo comunale, si è espresso ricordando “i molteplici interventi svolti sino ad ora, senza dimenticare le tante uscite notturne e festive effettuate in qualunque giorno dell’anno per portare il nostro soccorso”. Tra le iniziative vanno annoverati i corsi di scuola sicura, le esercitazioni oltre all’aggiornamento e all’informatizzazione del

piano di emergenza comunale e all’attività di recupero dispersi e di prevenzione del fiume Chiese. Va da sé che il gruppo è sempre aperto a nuovi volontari per migliorare e potenziare l’attività svolta: chi fosse interessato può recarsi presso la sede di via Arrighini aperta tutti i giovedì non festivi dalle 20.30 alle 22.30 oppure chiamare lo 030/9651550; il gruppo è presente anche sul sito all’indirizzo www.montichiari.it – sezione “Utilità” – Cartella “Protezione civile”. (f.m.)

Franciacorta, nella persona del diret-tore Luigi Mensi. Da quattro edizioni inoltre, gli interventi dei relatori ven-gono ogni anno raccolti in un volume curato dalla Compagnia della Stampa di Roccafranca. Il festival di filosofia sarà aperto da Marc Augè nell’audi-torium di San Barnaba a Brescia il 6 giugno con la lezione “La felicità ha un luogo?”. L’11 giugno, in piazza Vittorio Emanuele II a Orzinuovi sarà la volta di Jean-Luc Nancy che parlerà de “La nascita della felicità”. Il 16 toccherà a Sergio Givone, nella chiesa delle Gra-zie di Soncino, discutere di “Felicità e libertà”, mentre il 21 l’intervento di Duccio Demetrio a Ostiano avrà tito-lo “Scrivere la propria vita: per una filosofia dell’esistenza”. Armando Massarenti si dedicherà a “6 ore di fe-licità”, il 26 a Gerolanuova, Massimo Donà invece, il 30 a Brandico, si oc-cuperà di “Vita compiuta”. Bernhard Casper il 2 luglio a Chiari rifletterà su “La felicità, il dono e la fede”, Re-mo Bodei su “Attese di felicità” il 6 a Padernello, a Villachiara giungerà il 10 luglio Salvatore Natoli per parlare della “Fecondità delle virtù”, a Dello invece andrà Marco Vannini il 13 con una lezione sulla “Beatitudine”. Maria Rita Parsi sarà a Orzivecchi il 19 con “Felice-mete. La felicità al tempo delle escort”, concluderà infine la rassegna Adriano Fabris il 22 a Castrezzato con “La felicità dell’invecchiare”.

cui volutamente si appunta la rifles-sione: “Perché la filosofia deve aiuta-re la gente, soprattutto nei momenti più difficili – continua la Nodari – de-ve far pensare, dischiudere orizzonti nuovi, offrire un colpo d’ala. Il no-stro pubblico è trasversale, per età, provenienza geografica ed estrazio-ne sociale. Ci sono anche molti gio-vani ed è a loro che bisogna parlare”. Compito che negli anni la rassegna filosofica ha assolto con completez-za via via crescente, anche grazie ad alcuni sponsor che perspicacemente hanno creduto sin dall’inizio nel pro-getto, su tutti la Bcc di Pompiano e

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ure palliative e l’assisten-za dei malati terminali: questo è il proposito che anima la Giornata nazio-nale del sollievo, giunta

quest’anno alla sua 10ª edizione. Lo scopo della manifestazione è di in-formare e sensibilizzare gli operatori sanitari e i cittadini sull’importanza di promuovere la “cultura del sollievo’’ ed estendere la consapevolezza che il sollievo non è solo desiderabile ma anche possibile. In questa giornata, infatti, si afferma la centralità della persona malata e l’affrancamento dal dolore inutile e viene evidenziata l’im-portanza che rivestono, nell’alleviare la sofferenza, non solo le terapie più avanzate ma anche il sostegno psi-cologico e la capacità di rapportarsi umanamente a chi soffre consideran-do il malato nella sua interezza e po-nendo attenzione a tutti i suoi biso-gni, psichici, fisici, sociali e spirituali, in modo di creare la migliore qualità di vita per il malato e per la sua fami-glia. Aderisce a questa iniziativa an-che l’Unità di cure palliative Hospice di Orzinuovi dell’Azienda ospedaliera Mellino Mellini, lo fa proponendo nel-la mattinata di sabato 28 maggio un incontro aperto al pubblico dal titolo “Il sollievo dalla sofferenza. Diritto o tabù?”, presso il centro culturale “Al-do Moro” di Orzinuovi dalle 9.30 alle 11.30. “Da ormai cinque anni parte-cipiamo alla Giornata del sollievo – spiega il dott. Emanuele Borra, re-sponsabile dell’Hospice – ogni volta in modo diverso: due anni fa ad Iseo abbiamo organizzato una mostra fo-

tografica, mentre lo scorso anno a Chiari abbiamo allestito un gazebo e distribuito del materiale informativo. È fondamentale entrare in contatto con la gente, far conoscere la nostra realtà, soprattutto per superare de-terminate resistenze culturali”. Mol-ti, infatti, come si può dedurre dal titolo della conferenza, sono i tabù legati alla fase terminale delle malat-tie e alle istituzioni ad essa collegate. Continua a tal proposito il dott. Borra:

“Spesso la gente identifica la nostra struttura con il luogo in cui si va per morire, rifiutando l’approccio con il nostro servizio e l’aiuto che può dare. Il problema è che da qualche tempo questa identificazione si sta spostan-do anche sui medici, impedendo di svolgere al meglio il nostro lavoro”. Un lavoro che coinvolge diverse figu-re e che sabato verrà presentato nel suo funzionamento e nella sua evo-luzione: nell’Hospice, infatti, ci sono, a disposizione dei 15 pazienti, due medici coadiuvati da otto infermieri professionali e sette operatori sanita-ri alle dipendenze di una caposala. Il personale non medico è invece costi-tuito dallo psicologo dott. Giuseppe Bulgarini e dal cappellano don Franco Bertanza, oltre ad un piccolo gruppo di volontari che fanno compagnia ai malati in alcuni momenti della giorna-ta. Il passo successivo, che dovrebbe essere attivato a partire dal prossimo anno in applicazione di una direttiva regionale, sarà quello dell’assistenza domiciliare che consentirà ai medici palliatori di effettuare le terapie del dolore direttamente nelle case, a sca-denze regolari e a supporto dei medici di famiglia, ai quali ora possono offri-re solamente attività di consulenza. Un servizio delicato, quindi, grazie al quale, come ricorderanno sabato al-cune testimonianze, vengono allevia-te le sofferenze dei malati e delle loro famiglie, cercando di accompagnare con pietas e professionalità verso l’incontro con “Sorella Morte”, come ebbe a chiamarla San Francesco nel Cantico delle creature.

I colori accesi e le nuvolette che riempiono il volantino di presentazione preannunciano quattro giorni all’insegna della gioia. Non potrebbe essere altrimenti il clima della “Festa dell’oratorio”, in programma al centro giovanile “San Filippo Neri” a Manerbio dal 2 al 5 giugno. Le iniziative, annuncia il curato don Oscar La Rocca (nella foto), concludono l’anno catechistico: per “l’inizio della conclusione”, giovedì 2, l’oratorio propone ai ragazzi

delle medie un pellegrinaggio in bicicletta da effettuarsi in giornata. Alle 20.30 prende avvio il torneo di beach-volley, seguito dalla presentazione del Grest 2011, l’occasione educativa lanciata dalla diocesi che avrà come motto “Battibaleno: Insegnaci a contare i nostri giorni”. Il pomeriggio di venerdì 3 giugno sarà all’insegna di proposte ludiche con i giochi gonfiabili alle 15 e lo spettacolo per burattini un’ora più tardi. Sport e musica sono invece riservati per

la sera: ancora beach-volley alle 20,30, le semifinali del torneo di calcio e la musica dal vivo alle 21. Sabato 4 sarà un altro pomeriggio denso di iniziative con il “ritorno” dei giochi gonfiabili alle 15, seguiti dai giochi d’acqua. Per la sera è programmato un incontro di beach-volley e una cena in compagnia; sarà, tuttavia, una cena particolare con la “Seconda gara di grigliata”, dopo il successo registrato dalla competizione lo scorso anno. Ancora più ricco è il programma

di domenica 5 che inizierà alle 10.30 con la celebrazione della S. Messa quale momento conclusivo dell’anno catechistico. Alle 11.30 sarà il momento dell’“aperitivo per tutti” aspettando lo spiedo delle 12.30. Giochi e spettacoli di magia sono organizzati per il pomeriggio; le finali dei tornei sportivi si svolgeranno alla sera, e avranno le premiazioni dei vincitori. A chiudere il karaoke e i fuochi d’artificio, con l’arrivederci a settembre per l’avvio di un nuovo cammino. (e.u.)

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La rivista “Itinera”, che in 13 anni di vita ha donato foto stupende e testi interessanti, ha raggiunto il suo traguardo. A meno di ripensamenti, questo 11° dovrebbe essere l’ultimo numero. È previsto però, a parte, un numero zero riassuntivo, in italiano ed in inglese, sotto forma di cd rom, da distribuirsi a biblioteche, scuole ed insegnanti. Da parecchi anni il periodico è disponibile anche in internet al sito: www.voli.bs.it/itinera. Il direttore Luigi Domenighini, non dimenticando

d’essere pedagogista, ha guidato passo per passo, per più di un decennio, l’esistenza di questo strumento per le visite didattiche alla Valcamonica. L’operazione era stata promossa verso la fine degli anni Novanta col preciso scopo di incentivare le visite didattiche alla vallata dell’Oglio, nella convinzione che il turismo culturale e in particolare quello scolastico “… costituiscano un campo in cui valga la pena di impegnare le energie e le sinergie degli enti, degli

organismi e dei singoli che abbiano concreta volontà di far conoscere l’immenso patrimonio che la Valle racchiude”. E attorno a questo strumento subito s’era coagulata una vera e propria “cordata” che da sempre ha sostenuto la pubblicazione, distribuita gratuitamente. Il fascicolo attuale comprende i percorsi naturalistici e ricreativi: Val Gabbia e Valle di Stabio a Bienno, localitè Prave a Borno, Camminata alta a Braone, il rifugio “Iseo” ad Ono San Pietro,

Val di Scala a Paisco Loveno, le valli Brandet e Campovecchio a Corteno Golgi, il monte Pagano e Val Varàdega a Monno, Val d’Aviolo a Monno, Val d’Aviolo e Grande a Vezza d’Oglio, Val di Cané a Vione, Val d’Avio a Temù, Valle delle messi e di Viso a Ponte di Legno. Separatamente anche tre percorsi ricreativi a Darfo Boario Terme, a Borno e a Vezza d’Oglio. Nella sezione di approfondimento viene proposto un itinerario di santi e beati. (e.g.)

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Capo di Ponte, dal 13 al 18 luglio 2011 si volge-rà il XXIV Symposium sull’arte rupestre prei-storica, promosso dal

Centro camuno di studi preistorici, che avrà per tema “Arte e comuni-cazione nelle società pre-letterate”. Sono già iscritti all’assise archeologi, antropologi e storici dell’arte di ben 30 Paesi. L’argomento di quest’anno ha sollecitato anche semiotici, psi-coanalisti e psicologi per un incontro interdisciplinare su un soggetto anti-co, ma attualissimo: “Il ruolo dell’arte come mezzo di comunicazione” che

ha interessato l’uomo preistorico e interessa ancor oggi chi si occupa sia di arte, sia di comunicazione. Il richia-mo della quinta dimensione, quella dell’armonia e dell’estetica, metterà a confronto discipline diverse in una formula innovativa dove, per sei gior-ni, dibattiti e comunicazioni si susse-guiranno. Come sempre il congresso è aperto anche a semplici uditori. “Co-noscere il passato per capire il pre-sente”: questo il motto del Centro ca-pontino diretto da Emmanuel Anati; un’istituzione che dalla Valcamonica muove una nuova sfida intellettuale: “riattualizzare il valore comunicativo

delle prime manifestazioni artistiche dell’uomo, in un mondo che fa della comunicazione e della velocità delle informazioni la sua linfa vitale”. “Il linguaggio visuale – spiega Anati – è una componente essenziale dell’arte; ma l’arte ha anche altre componenti di carattere emotivo ed estetico che implicano un bagaglio di capacità as-sociative, ricettive e comunicative particolare dell’ Homo sapiens. Le in-segne stradali, i manifesti pubblicita-ri, i murales fanno parte della nostra vita quotidiana; loro tramite vengono trasmesse e recepite emozioni, ester-nazioni grafico-estetiche ed informa-

zioni. Il linguaggio visuale è oggi usato universalmente e con scopi diversi ed è quasi impossibile immaginare come sarebbe la nostra vita senza di esso; eppure è un fenomeno molto antico e le sue remote testimonianze sono vecchie di circa 50mila anni”. Sono in-contri tra i maggiori specialisti in arte preistorica e tribale, ma sono anche un’occasione per condividere compe-tenze e conoscenze in un contesto in-terdisciplinare che include vari campi di ricerca: preistoria, archeologia, an-tropologia, etnologia, storia dell’arte, storia delle religioni, psicologia, psica-nalisi, filosofia e linguistica.

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Pietro Bertelli, il presidente dell’Azienda territoriale per i servizi alla persona, con sede in Breno, ha firmato il suo ultimo atto da massimo dirigente dell’istituzione: l’Affido familiare, progetto per il 2011. Infatti il giorno stesso, in seguito alle dimissioni volontarie già presentate, è stato sostituito da Giacomo Lanzini di Pisogne, eletto dall’assemblea generale della Comunità montana. Ma torniamo all’affido. Il programma

“I colori dell’affido” scaturisce dall’esperienza sin qui realizzata, dai bisogni rilevati, nonché dalle criticità emerse che portano ad un’osservazione più ampia del tema dei minori, delle famiglie e degli interventi a loro sostegno. Nasce dall’esigenza di garantire ai minori il diritto di vivere in una famiglia e dalla contemporanea necessità di avviare un approccio di rete. Si è ritenuto di dover evolvere in maniera efficace e positiva con l’attivazione di

interventi di rete che superino la frammentazione delle risposte ed incrementino il numero delle famiglie disponibili all’accoglienza e all’affido, rispondendo così con maggior efficacia al bisogno. Pertanto s’è ritenuto essenziale aprirsi al territorio e alle realtà associative che possono dare maggior vitalità e visibilità, per rendere ogni intervento di promozione significativo e capillare. Con tali obiettivi è stato avviato

un tavolo permanente che ha condotto alla realizzazione condivisa con le associazioni “partner”: Consultorio familiare “Tovini” di Breno; associazione Genitori Valcamonica di Breno; associazione “Famiglie insieme” di Sonico; associazione “Amici in cordata nel mondo” di Ponte di Legno; associazione “Anffas”di Breno. Il costo del progetto è pari ad 101.196 euro e il finanziamento assegnato dalla “Fondazione Cariplo” è di 60mila euro. (e.g.)

Cividate Camuno dal 27 al 29 maggio, si svolge la seconda edizione di “Festinsieme 2011”: si tratta della manifesta-

zione dedicata alla diversità vista co-me opportunità di esaminare e vive-re la vita a 360 gradi. Sono tre giorni di programma intenso, ad iniziare da venerdì 27, dalle 20.15, nell’audito-rium parrocchiale dove il presidente dell’Anffas dott. Ruggero Ferrè coor-dinerà la serata con la presentazione di una nuova canzone dal titolo “Il no-stro sogno”, del gruppo Primaclasse con Gianluca Almici, Simone Palla-dini e Betty Domestici. A seguire lo spettacolo dei ragazzi della Scuola primaria di Cividate sul tema “La vita che suona”. Sabato 28 è la giornata di maggior impegno complessivo a par-tire dalle 9 con la Mostra mercato di libri dedicati al tema della diversità, ma anche opere fotografiche e “libri modificati” prodotti dalle classi del-le scuole della Vallecamonica. Alle 10 al Centro civico ci sarà la presenta-zione del progetto “Spazio Autismo”, che vedrà la luce compiutamente nel prossimo settembre con una casa e degli spazi dedicati ai 35 giovani ca-muni affetti da autismo. Si tratta della vera novità strutturale della rassegna, che ha ricevuto un finanziamento dal-la Fondazione Cariplo pari a 100mila euro, a fronte dei quali i coraggiosi at-tori del progetto dovranno recuperar-

ne altrettanti ingegnandosi con tante iniziative e raccolta di fondi, tra cui anche la quota derivante dal 5xmille. Alla 16.30 Giancarlo Onger presenta gli autori Luca Dalla Palma, ragazzo spastico sulla sedia a rotelle, che ha scritto il libro “La vita è un viaggio meraviglioso” e di Alessandro Scalvi-

noni, sulla sedia a rotelle per un inci-dente stradale, che ha scritto ricordi autobiografici dal titolo “Scusate se ho scritto”, mentre Carla Sereni pre-senterà il suo libro “Amore caro”. In serata ci sarà lo stand gastronomico e l’atteso lo spettacolo della Coope-rativa “Il Cardo” di Edolo, presentato anche al Teatro Franco Parenti a Mi-lano, dal titolo “Zeus! Reading di una rivista mutante”. Domenica 29 mag-gio dalle 10 ci sarà la premiazione di libri e testi, mentre alle 11.30 ci sarà l’inaugurazione dei primi ambienti dello “Spazio autismo”, a cura della Cooperativa Azzurra del Sol.Co. Ca-munia. Dalle 12 la giornata continua con un pranzo di solidarietà aperto a tutti i partecipanti. Il Comune di Cividate e la Soprintendenza ai beni archeologici hanno deciso di aprire l’Anfiteatro romano durante la ma-nifestazione per collegare idealmente tutto il territorio tra passato, presente e futuro. L’iniziativa è organizzata da Anffas Vallecamonica, dal Centro ter-ritoriale risorse per l’handicap e da Sol.Co. Camunia, con le Cooperative sociali “Il Cardo”, “Azzurra”, “Arcoba-leno” e la Pia Fondazione. Il Comune di Cividate ed il Servizio di neuropsi-chiatria dell’infanzia e dell’adolescen-za dell’Asl di Vallecamonica ed il Si-stema bibliotecario hanno garantito il supporto a un programma che di-mostra di essere di grande importan-za sul tema della disabilità.

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a sezione Avis di Taverno-le sul Mella ha celebrato il 50° di fondazione: una storia di generosità con-cretizzata in oltre 8.000

sacche (450 grammi ognuna) di san-gue donate.Risalgono al 1950 le prime donazio-ni di tavernolesi fatte alla sezione di Brescia. Nel 1955, prima in Val-trompia, veniva fondata quella di Bovegno: vi si iscrissero il cavalier Tommaso Tagliani e Raimondo Pe-lizzari. Presto pensarono a una se-zione nella loro Tavernole: trovaro-no amici entusiasti come Gherardo Ambrosi, il medico del paese Ugo Tenchini, unico vivente dei quattro “padri fondatori”. Spedirono inviti, raccolsero domande. Tutta la comu-nità, uomini e donne, rispose con entusiasmo contagioso che si allar-gò a donatori provenienti dai paesi limitrofi. Nel marzo 1961 furono ef-fettuate le prime 50 donazioni e il 29 giugno fu solennemente inaugurata

Italo Mutti, Cesare Gheda, Mario Pe-lizzari, Mariarosa Tagliani, Antonel-la Zanardini. Ora lo è Cristian Zuba-ni con due vice: Maria Rosa Taglia-ni e Antonella Zanardini, segretario Simone Mutti, tesoriere Chiara Pe-lizzari, direttore sanitario il dottor Fabrizio Tanghetti. Una sezione viva con 82 donatori attivi, cresciuta di 10 giovani in un anno. Le donazioni sono passate dalle 135 del 2009 alle 176 del 2010. Sono 24 quelle effet-tuate presso l’Avis provinciale. E memorabile è stata la festa del 50°, presenti 40 sezioni Avis coi lo-ro labari, insieme a quello provin-ciale con i consiglieri Mina Taboni e Angiolino Rizzardi. Tra le autori-tà, ricevute dal presidente Cristian Zubani col sindaco Andrea Porteri, Margherita Peroni per la Regione. Tre sono stati i momenti signifi-cativi. Il primo, la benedizione del nuovo labaro offerto da Maria Rosa Tagliani figlia di Tommaso, uno dei fondatori. Poi benedizione e intito-

la sezione di Tavernole, Cimmo e Pezzoro con oltre 100 iscritti.Il parroco don Angelo Bianchi bene-disse il labaro offerto dalla madrina Domenica Piotti Capponi. La banda locale Ottorino Respighi (che ha ce-lebrato proprio in questi giorni il 90° anniversario di fondazione), diretta dal maestro Gino Fogliata, condeco-rò funzioni e giornata. Eseguì anche per la prima volta l’inno dell’Avis su parole del dottor Tenchini musicate dal maestro Fogliata: l’inno poi vin-se il 3° premio in un concorso na-zionale. Dopo Tagliani seguirono i presidenti Vito Piercarlo Bonanomi,

“Mi sembra azzardato dare dei tempi, ma sono positivi. L’opera si farà e spero di iniziare entro un mese”. Sugli sviluppi dell’autostrada della Valtrompia, l’assessore provinciale ai Lavori pubblici Maria Teresa Vivaldini non ha dubbi sul futuro dell’opera. La Vivaldini ha raccolto il timone di Mauro Parolini (oggi consigliere regionale) e sta seguendo l’ennesima fase delicata della vicenda dopo la bocciatura del Consiglio di Stato, che non ha dato ragione ad Anas, rigettando

l’appello. “Adesso abbiamo tre strade per ricominciare l’opera. La prima è cercare accordi bonari con i ricorrenti. In secondo luogo, nel decreto sviluppo è stata inserita una proroga di due anni alla dichiarazione di pubblica utilità (era scaduta), purtroppo non ancora pubblicata sulla Gazzetta ufficiale e senza validità (efficacia di legge); chiederemo che venga pubblicata e attraverso la conversione di legge che dura 60 giorni faremo un emendamento, affinché diventi

retroattiva e si possa applicare la proroga. La terza cosa (spero non succeda mai) sarebbe rifare tutto daccapo, richiedere la dichiarazione di pubblica utilità e riapprovare tutto il progetto definitivo. L’ultima via sarebbe comunque molto veloce perché tutti a Brescia (anche le compagini politiche) sono d’accordo sull’opera. In una settimana o due al massimo si potrebbe riavere tutto. Abbiamo trovato un grande apporto da parte di tutti i Comuni (Concesio, Villa

Carcina, Sarezzo). Vogliamo dare respiro a questa Valle intasata da milioni di macchine ogni giorno: disagi, inquinamento acustico e atmosferico, poca sicurezza per la mobilità dolce e l’utenza debole che si trova a fare i conti con un traffico sempre più intenso”.Un’opera finanziata dalla Brescia-Padova, che ha già erogato all’Anas il primo milione per il progetto e altri sei per cominciare i lavori. Sarebbe un peccato perdere questa opportunità per Brescia.

Dal 2 al 5 giugno Pezzaze sarà la ca-pitale degli alpini bresciani: ospiterà l’adunata Ana (Associazione naziona-le alpini) della Sezione di Brescia. Ha assunto oneri e onori per l’organiz-zazione il gruppo locale guidato da Marziano Bregoli, che celebra così il suo 60° anno di fondazione: momen-to centrale l’inaugurazione sabato 4 giugno del monumento “Alpino del XXI secolo” realizzato in collabora-zione col Comune in modo originale attraverso “Metallicus”, il concorso biennale nazionale istituito nel 2003 in memoria di Vittorio Piotti, alpino e scultore del ferro di Pezzaze. Tra gli otto bozzetti proposti dagli artisti la giuria ha scelto quello di Lino Sanzeni, che vi modella assieme pietra e ferro.Il nutrito programma dell’adunata inizierà giovedì alle 16.30 con l’alza-

bandiera, coinvolge tutta la comunità. Anche gli alunni delle scuole hanno contribuito con lavori sul tema “Fron-te greco-albanese”: verranno premia-ti venerdì sera dopo la presentazione dello speciale libro fotografico “Storia del Gruppo” realizzato per il 60° che ne ricorda alpini e vicende. Ed emo-ziona leggervi la copia anastatica del resoconto scritto in data 13 maggio 1951 dall’indimenticato Pierino Ga-brieli, primo capogruppo. Una lunga manifestazione che sarà da un prologo: dal 27 al 29 maggio alla miniera Stese è prevista la tre giorni di gastronomia e musica “Aspettando l’adunata”, mentre l’1 giugno alle ore 21 in quel di Lavone, nella chiesa di Santa Maddalena, si terrà il concerto ad opera del Coro della montagna di Bagolino. (e.s.)

lazione della piazzetta centralissi-ma con il nome di “Avis - Donatori di sangue”. Infine, il pranzo convi-viale nella grande tenda in piazza Mercato, con un ricordo particolare rivolto a chi ha ricoperto la carica di presidente e la premiazione degli avisini con le medaglie per omaggia-re i raggiunti traguardi nel numero di donazioni: tra loro (una settanti-na circa) vanno citate le due meda-glie d’oro con smeraldo (per chi ha raggiunto le 100 donazioni) a Lauro

Pelizzari e Romano Garneri , le due con rubino (oltre 75 donazioni) a Pier Giovanni Tommasi e Giancar-lo Tassi, l’oro a Paolina Pelizzari. Commovente la presenza di un avi-sino della prima ora, Giacomo Mut-ti, classe 1914 onorato con meda-glia d’oro ricordo. Altra nota signi-ficativa di solidarietà: a tutti è stato consegnato un piccolo cuore rosso di pietra saponaria proveniente da una comunità del Kenya.

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uindici mesi di intenso lavoro e lo scorso 10 maggio la possibilità di aprire le porte del nuo-vo oratorio di Costorio

alla presenza del vescovo Luciano Monari. “Alla benedizione – dice il parroco don Gianluca Gerbino – era presente tantissima gente e lo stesso domenica 15 maggio quando abbia-mo fatto la vera e propria inaugura-zione, segno che la struttura orato-riale è qualcosa di molto importante per tutta la comunità”. Cominciati nel febbraio 2010, i lavo-ri hanno interessato l’allargamento dei nuovi spogliatoi, dotati di una stanza anche per l’arbitro, una sala infermeria e una dedicata alle atti-vità di segreteria. Una struttura che si sviluppa in forma di “C” attorno al campo da calcio, celando dietro i muri in cemento tinteggiati di giallo e arancio un bar nuovo di zecca, una cucina con annessi locali di servizio e un salone polifunzionale dotato

tiscono la piena autonomia ener-getica”. Sempre foriero di molte iniziative (la 24 ore di calcio, la maratona di tennis, la 12 ore podistica, i rinomati tornei estivi di calcio a 5 e a 6 gioca-tori), il centro sportivo parrocchiale di Costorio aveva bisogno di un in-tervento che lo rendesse più organi-co e funzionale. “Nelle nostre inten-zioni – spiega don Gianluca – avrem-mo voluto alzarci di un piano, ma il vincolo volumetrico imposto dalla vicinanza al bacino del fiume Mella non ce l’ha permesso. Comunque, la struttura è stata costruita secon-do l’ottica del risparmio energetico con pannelli fotovoltaici e pompe di calore che consentiranno l’auto-nomia rispetto all’uso degli impianti d’illuminazione e di riscaldamento. I vecchi spogliatoi, invece, in futuro verranno abbattuti e lo spazio libe-rato sarà probabilmente destinato ad area verde”. Un oratorio rinnova-to che ha visto la parrocchia impe-

di tre pareti semovibili. “Proprio il salone – continua don Gianluca – è uno dei punti nodali del progetto, con la possibilità di essere diviso in quattro moduli differenti per mezzo di pareti insonorizzate e all’occor-renze diventare (come per il torneo di calcio in corso) un grandissimo spazio pronto ad accogliere tavoli e sedie per lo stand gastronomico. Infine, abbiamo realizzato anche un piano interrato, in parte adibito a magazzino e accessibile con una rampa sul lato ovest del campo, e abbiamo dotato l’intera struttura di pannelli fotovoltaici che ne garan-

Esce in questo ultimo weekend di maggio il numero 5 del free-press “La Voce della Valtrompia”. L’inchiesta del mese traccia un profilo sulla situazione dell’autostrada della Valtrompia: la storia di un progetto che ha più di 30 anni, un focus sul primo lotto tra Concesio e Sarezzo, gli ultimi sviluppi con l’appello respinto dal Consiglio di Stato, i pareri di sindaci e cittadinanza e l’ottimismo dell’assessore provinciale ai Lavori pubblici Maria Teresa Vivaldini.

Nelle pagine del territorio gli approfondimenti sulle recenti elezioni amministrative con le interviste ai nuovi sindaci di Collio (Mirella Zanini), Bovegno (Tullio Aramini) e Nave (Tiziano Bertoli). Lumezzane e la Valgobbia protagonisti con due storie; quella di don Paolo Corsetti, primo prete che arriva dalla parrocchia di Fontana da 70 anni; e quella del 26enne Cristofer Chiminelli, campione di fuoristrada nel campionato Wti. In Alta Valle l’adunata sezionale

alpina di Pezzaze (2-5 giugno) con l’inaugurazione del monumento “Alpino del XXI secolo” realizzato da Lino Sanzeni. Nelle pagine di Media Valle il racconto della festa medievale, il concorso letterario e la mostra fotografica organizzati dall’associazione Valtrompia Storica nella cornice di Villa Glisenti; mentre a Gardone si prepara la 6° edizione della Cirenaica. Bassa Valle si apre con l’esperienza in Burkina Faso del medico Diego Franchini e la fidanzata Valeria di Concesio;

Concesio che torna protagonista con l’inaugurazione del nuovo oratorio di Costorio. In Economia l’intervista ai gelatieri Lucio e Paolo Possi. In Cultura l’omaggio del prossimo 14 giugno al compianto tenore Giacinto Prandelli. Nella sezione dello Sport la chiusura del progetto del Rugby Lume dedicato ai giovani e l’appuntamento di 17, 18 e 19 giugno con il “Trail 3V” organizzato per il 30° anniversario del sentiero delle Tre Valli “Silvano Cinelli”.

gnarsi in maniera considerevole ac-cendendo un mutuo da 800mila eu-ro, sostenuta dall’amministrazione comunale e dalla fervida partecipa-zione ai lavori di un nutrito gruppo di volontari. Lavori eseguiti su pro-getto del geometra Enzo Soregaroli e dalle ditte Zanardelli (struttura), Manza (serramenti), Bravo (impian-to elettrico), Sva (impianto idrauli-co) e seguiti dall’ingegner Rober-to Gringiani per l’installazione del fotovoltaico. Distaccatosi nel 1953

dalla Pieve di Concesio e divenuto parrocchia indipendente, Costorio ebbe sin da subito strutture impor-tanti come il teatro, dedicato alle attività culturali, e il campo sporti-vo, voluti dal parroco di allora don Armando Porteri. Un oratorio già intitolato a papa Paolo VI, cui è stato affiancato ora anche Giovanni Paolo II, per poter ricordare un uomo che è stato il Pa-pa dei giovani e che ha amato gran-demente la gioventù.

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abato 28 maggio la comu-nità di Serle organizza una serata musicale, a ricordo di un suo cittadino eccel-lente: padre Virginio Bodei

dell’ordine dei Carmelitani Scalzi. Carlo Bodei era nato a Serle nel 1920 e, ancora ragazzo, si era allontanato dalle sue montagne con molta no-stalgia per entrare nel Seminario mi-nore dei Carmelitani di Adro. Fin da quell’epoca aveva manifestato una straordinaria attitudine alla musica, componendo alcuni motivetti che i compagni di corso, nel timore che gli fosse precluso dai superiori l’eserci-zio di questa passione, per evitare che un frate montasse in superbia, glieli facevano eseguire durante la Messa dichiarando che erano opera di Ha-endel. Proseguì gli studi a Treviso e a Venezia dove ebbe modo di incon-trare maestri affermati. Gli fu con-sentito di esercitare pubblicamente il dono innato soltanto a 24 anni, dopo l’ordinazione sacerdotale a Mantova. Frequentò la facoltà di lettere pres-so le università di Milano e Roma e contemporaneamente acquisì da vari maestri di composizione e armonia gli strumenti per operare in campo mu-

sicale. Nel 1947-48 eseguì, presso la parrocchia veronese di Tombetta, “le cinque parole di S. Teresa” che ebbero grande successo e che verranno ora riproposte nella serata musicale serle-se. Dal 1948 al 1966 ritornò al conven-to di Adro come insegnante di greco e di musica, ma anche come apprez-zato padre spirituale. Questo è stato il periodo più fecondo della sua vena artistica: compose infatti un grande numero di messe, mottetti, inni, lita-nie, Tantum ergo e pezzi su testi dei Santi o di autori cristiani, in particola-re del Manzoni. Nel 1954, in occasione di una solenne accademia tenuta ad Adro, venne lodato dal compositore e grande intenditore, cardinale Ade-odato Piazza. Nel 1966 fu incaricato di dirigere l’importante Schola Can-torum della basilica di Tombetta. Nel 1972 passò nella seconda casa ve-ronese dei Carmelitani Scalzi dove

l’attività di padre spirituale divenne quella prevalente, consona al suo ca-rattere di uomo sensibile, silenzioso, ma non chiuso e di religioso gentile e dignitoso. Legato da un profondo amore alla sua terra natale, chiese di ritornarvi dopo la morte. Il 21 di-cembre 2009, ai suoi funerali nella parrocchia serlese di S. Pietro venne accolto come un profeta in patria. Il concerto che si terrà il 28 maggio al-le ore 20.30 nella chiesa parrocchia-le col coro “Santa Teresa” della basi-lica di Verona, diretto da Marcellino Caloi, ha in programma musiche di Mozart e di altri celebri composito-ri, ma soprattutto quelle di padre Virginio Bodei. È un’occasione per conoscere, ricordare e non dimenti-care la genialità artistica, la dimen-sione spirituale e il profondo amore alla natura della terra d’origine che padre Bodei ha tradotto in musica.

Il piccolo Comune valsabbino di Ca-povalle può essere una meta ideale per una gita domenicale grazie alle sue molteplici passeggiate nella natu-ra, al Museo Reperti Bellici (è aperto domenica 29 maggio e domenica 12 giugno dalle ore 14 alle 16), alla par-rocchiale (aperta negli stessi giorni e orari del museo) e al Santuario di Rio Secco. Sulla cima del Monte Stino sono visitabili le gallerie usate come appostamento militare. I siti di mag-gior rilievo vedranno diverse aperture durante il periodo estivo e domenica 5 giugno dalle 15 alle 17 sarà la volta del Santuario della Madonna di Rio Secco. Sulla strada che scendendo verso Idro porta a Treviso Bresciano, il santuario è stato edificato nel 1906 su una cappella del 1715, inaugurata nel 1928. A questo luogo sacro è le-gata una leggenda raccontata da don Giovanni Bertini e riportata sul libro “100 anni della nostra storia. Da Hano (il nome con cui era conosciuto Ca-povalle fino al 1907) a… Capovalle, 1907-2007” a cura di Denis Graziotti: “Nella prima metà del XVII secolo, a circa un’ora di cammino dal paese di Hano, alcuni montanari videro un grazioso dipinto raffigurante la Ver-gine Maria nei pressi della roccia di Rio Secco, di fronte alla via che con-duce al Passo della Fobbia, quando la roccia venne circondata da una luce viva”. Considerato il flusso di fedeli che si fermavano a pregare, si decise di costruire prima una piccola cap-pella e, successivamente, una chie-sa a poca distanza dalla cappella. La leggenda vuole che gli operai addetti

alla sua costruzione trovarono tutti i materiali e gli attrezzi spostati durante la notte dal luogo dei lavori alla rupe di Rio Secco vicino alla Cappella, co-sì gli abitanti decisero di realizzare il santuario proprio nel luogo del ritro-vamento. Il santuario sarà visitabile ogni prima domenica del mese fino a settembre, mentre per chi vuole visi-tarlo in altri momenti, basta chiamare il numero 339-8587272.

L’artista valsabbino Antonio Stagnoli parteciperà alla prossima Biennale di Venezia. Il maestro è stato selezionato per il padiglione Italia della 54ª Esposizione d’Arte internazionale della Biennale di Venezia. La partecipazione di Antonio Stagnoli al Padiglione Italia è frutto del costante lavoro di valorizzazione dell’artista operato dallo Studio d’Arte Zanetti e della segnalazione di Marco Vitale. L’opera di Stagnoli che verrà esposta nella sede della Biennale, nelle

Corderie dell’Arsenale di Venezia fino al 29 novembre 2011, è la Pala di S. Rocco “La Madonna della Misericordia”, una grande opera a pastello del 1991-92 di 290x230 cm, originariamente collocata nella chiesa di San Rocco a Bagolino. La pala, l’opera di contenuto religioso più importante e nota dell’artista, è caratterizzata da un grande movimento e una grande ricchezza di scene e personaggi, ritratti con l’inconfondibile tratto del maestro Stagnoli.

A Polpenazze, da venerdì 27 a lunedì 30, si celebra la 62ª Fiera del Vino Garda Classico Doc: quattro giorni dedicati alle eccellenze enoiche della Valtènesi. Di particolare rilievo la 5ª edizione del premio giornalistico dedicato agli operatori dell’informazione e ai divulgatori della cultura enoica avente come simbolo il “torcol”, ovvero il torchio di antica tradizione gardesana. Il premio verrà assegnato, nel pomeriggio del 30 nella cornice di Villa Avanzi, a Giorgio Calabrese,

medico nutrizionista, presidente nazionale dell’Onav, a coronamento di un talk show denominato “Chi ha paura dell’etilometro”. Con Calabrese si confrontano il direttore di “Italia a Tavola” Alberto Lupini, il comandante provinciale dei Carabinieri di Brescia Marco Turchi, il presidente di Bresciatorism e Federalberghi Lombardia Paolo Rossi e Alessandro Redaelli De Zinis, produttore vitivinicolo, ristoratore e accademico della cucina italiana. (v.b.)

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A proposito di acqua. È stato un convegno partecipato quello pro-mosso dal “Centro De Gasperi“ di Castegnato

sul tema “L’acqua tra bene pubblico e gestione efficiente” in vista del re-ferendum del 12 giugno. Introdotto da Franco Turelli, ha visto come re-latori l’ing. Renzo Capra (presidente onorario Iefe), il prof. Carlo Scarpa della Facoltà di Economia dell’Uni-versità di Brescia e presidente della Fondazione Utilitatis e il dottor Pa-olo Saurgnani direttore di Aob2. “In Italia – ha detto Capra – il servizio idrico è stato oggetto di numerose riforme e la legge Galli del 1994 vo-leva coinvolgere i privati in modo sostanziale, pur mantenendo una forte componente regolatoria e una ben definita proprietà pubblica del bene”. Il prof. Scarpa, dopo aver il-lustrato l’attuale organizzazione del servizio idrico, ha ricordato come l’acqua sia di proprietà pubblica e come le reti idriche e i prezzi dell’ac-qua vengano determinati da autori-tà pubbliche. Ha evidenziato inoltre come gli affidamenti per la gestione siano avvenuti in larga maggioranza

con lo schema in house, ossia senza gara, ad aziende pubbliche. “In so-stanza – ha aggiunto Scarpa – la pri-vatizzazione del servizio idrico ita-liano ora è soprattutto di tipo forma-le. In Italia la tariffa media del ser-vizio idrico 2010 era di 1,37 euro al metro cubo per una spesa media an-nua complessiva di 250 euro. Il set-tore idrico presenta forte criticità e avrà bisogno nei prossimi vent’anni di circa 41 miliardi di euro d’investi-menti in un contesto sempre meno

gestito dalla finanza pubblica”. La legge che si vuole abrogare punta a estendere la presenza privata nella gestione del servizio e va salutato con favore l’istituzione dell’Agenzia nazionale di vigilanza sulle risorse idriche. Infine, il dottor Saurgnani ha illustrato l’esperienza di Aob2, la società a capitale pubblico che dal gennaio 2008 gestisce i servizi idrici nell’area ovest bresciana per 53 co-muni e per il triennio 2011-2013 pre-vede un investimento di 68 milioni.

L’oratorio San Domenico Savio di Calino, in occasione della conclusione del cammino di iniziazione cristiana, inaugura il parco giochi con due giorni di festa. Sabato 28 maggio alle 15.30 i giochi, alle 18.30 c’è la Santa Messa festiva in oratorio; segue la cena in oratorio e alle 21 presso il parco va in scena “Patatrac”, lo spettacolo proposto da “Delikatesse”, una compagnia teatrale di artisti di strada. Domenica 29, dalle 14, spazio al torneo doppio di tennis

per le medie: alle 16 le elementari e a seguire i genitori; le iscrizioni sono a inizio gara (1 euro a giocatore). Dalle 15.15 i bambini dell’Asd Botticino, dell’oratorio Tagliuno, dell’As Grumellese e del Real Rovato si sfidano in un quadrangolare. Alle 17 si esibisce il Brescia calcio femminile che milita in serie A. Alle 18 la finale del quadrangolare e la musica dal vivo chiudono le celebrazioni. Il ricavato coprirà le spese del parco e la nuova illuminazione del campo.

16 Sindaci dei Comuni bresciani e bergamaschi che insistono sulle rive del Sebino hanno ufficializzato il nuovo marchio. La presentazione ufficiale è avvenuta a bordo della motonave “Capitanio” partita da Iseo alla volta di Monte Isola. Il marchio del G16 è segnato dal bianco e dall’azzurro dei pali per l’attracco delle imbarcazioni. A partire da questo fine settimana sono state messe in calendario molte iniziative. L’idea è quella di muoversi in sinergia per proporre

un unico cartellone di eventi. Questo giovedì all’Accademia Tadini di Lovere viene inaugurata una mostra sul Risorgimento, mentre il 27 a Iseo inizia (fino al 2 giugno) il Festival dei Laghi con appuntamenti culturali ed enogastronomici. Fino al 10 luglio si può visitare anche la mostra “Gli Etruschi nelle Terre di Siena”, reperti e testimonianze dai Musei della Val di Chiana e della Val d’Orcia. Per info, www.festivaldeilaghi.it.

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Speciale Caldaisti Abc

Con la fine della stagionetermica è tempo di pensare e provvedere alla manutenzione della caldaia.1 - Chi è il Responsabile dell’impianto termico ?Il Responsabile dell’esercizio e della ma-nutenzione dell’Impianto Termico è il proprietario (per unità immobiliari diret-tamente utilizzate), oppure l’occupante, a qualsiasi titolo, per la durata dell’occupa-zione, rispettando gli obblighi previsti e le connesse responsabilità limitatamente all’esercizio, alla manutenzione ordinaria dell’impianto termico ed alle ispezioni pe-riodiche previste. Nel caso di edifici con impianti termici centralizzati amministrati in condominio e nel caso di soggetti diver-si dalle persone fisiche, gli obblighi e le responsabilità sono a carico degli Ammi-nistratori. Il Responsabile dell’esercizio e della manutenzione dell’impianto termico può trasferire le proprie competenze ad un terzo (“Terzo Responsabile”), il quale deve essere impresa iscritta alla CIAA o all’Albo degli Artigiani; per gli impianti termici con potenza termica maggiore di 350 kw, il terzo responsabile deve posse-dere anche la certificazione di operare in regime di garanzia della qualità ai sensi delle norme UNI EN ISO 9000, ovvero essere iscritto ad albi nazionali tenuti dalla Pubblica Amministrazione e pertinenti per categoria. Non è possibile trasferire a terzi la responsabilità di un impianto termico non a norma: tale trasferimento è possibile solo nel caso che contestualmente alla no-mina quale terzo responsabile venga con-ferito l’incarico di procedere alla messa a norma dell’impianto.

Quali sono i compiti del Respon-sabile dell’impianto?

- Affidare obbligatoriamente ad un ma-nutentore abilitato la manutenzione e il controllo del proprio impianto (inclusa la verifica del rendimento di combustione “prova fumi”);- L’adozione degli interventi necessari per riportare i valori entro i limiti con-sentiti, qualora il controllo evidenzi un insufficiente rendimento di combustione e/o emissioni nocive oltre i limiti stabiliti dalla legge;- La sostituzione della caldaia nei casi in cui gli interventi di manutenzione risultino inefficaci;- Rispettare i periodi di accensione e le massime temperature degli ambienti pre-viste dalla legge (D.P.R. n. 412/93);- L’aggiornamento del “Libretto di im-pianto” (per impianti con potenza inferiore a 35 kW) o del “Libretto di centrale” (per impianti con potenza superiore o uguale a 35 kW), compresa la registrazione dei consumi del combustibile utilizzato. - Farsi rilasciare dal manutentore incari-cato, il rapporto di controllo tecnico quale dichiarazione di avvenuta manutenzione dell’impianto (allegato G per gli impianti con potenza inferiore a 35 kw e l’allegato F per gli impianti con potenza superiore o uguale a 35 kw). Va ricordato che OGNI DUE ANNI,la dichiarazione di avvenuta

soggetta a controllo e passibile di sanzio-ne amministrativa pecuniaria, ad esempio per il mancato invio della “Dichiarazione di avvenuta manutenzione” o per non aver effettuato le operazioni di manutenzione a “regola d’arte” nel rispetto della normati-va vigente.

3 - La periodicità della ma-nutenzione

La precedente legislazione (DPR 412/93 come modificato dal DPR 551/99), la nuo-va (D.Lgs 192/05) e le disposizioni regio-nali (DGR 5117/07 e s.m.i.) prescrivono che le operazioni di controllo ed eventuale manutenzione dell’impianto termico deb-bano essere eseguite secondo i seguenti criteri: - ai fini della sicurezza, le operazioni di controllo e manutenzione degli apparecchi e dei dispositivi facenti parte l’impianto termico devono essere eseguite ogni anno e conformemente alle istruzioni tecniche relative allo specifico modello elaborate dal fabbricante ai sensi della normativa vigente; - in ogni caso le operazioni di controllo e manutenzione delle restanti parti dell’im-pianto termico e degli apparecchi e di-spositivi per i quali non siano disponibili le istruzioni del fabbricante relative allo specifico modello, devono essere eseguite secondo le prescrizioni e con la periodi-cità prevista dalle vigenti normative UNI e CEI per lo specifico elemento o tipo di apparecchio o dispositivo.- I controlli comprensivi della analisi del rendimento di combustione (prova fumi)

manutenzione,deve essere necessariamen-te vidimata dal BOLLINO AZZURRO per gli impianti installati nel Comune di Brescia e dal BOLLINO VERDE per gli impianti installati nei Comuni della Pro-vincia di Brescia.- Comunicare al manutentore incaricato, i dati relativi il consumo di combustibile e la volumetria riscaldata dall’impianto. Nel caso in cui il responsabile dell’im-pianto non fosse in grado di comunicare i dati richiesti, il manutentore riporterà nell’apposito campo della dichiarazione di avvenuta manutenzione, la mancata infor-mazione da parte del soggetto obbligato.

2 – A chi affidare la manu-tenzione ?

I Manutentori sono tecnici specializzati al controllo degli impianti termici; devo-no appartenere ad un Impresa iscritta alla CIAA o all’Albo degli Artigiani ai sensi del D.M. n. 37/2008. In particolare, il D.P.R. n. 551/1999 (come riportato anche dalle disposizioni Regionali) ha introdotto l’obbligo per il manutentore abilitato di re-digere e sottoscrivere il Rapporto di Con-trollo Tecnico (dichiarazione di avvenuta manutenzione) al termine delle operazio-ni di controllo e manutenzione dell’im-pianto. A partire dal 1 gennaio 2008, la Regione Lombardia nell’ambito della re-alizzazione del CURIT (Catasto Unico Regionale degli Impianti Termici) ha sta-bilito che la trasmissione (ogni due anni) telematica, delle dichiarazioni di avvenuta manutenzione sia a carico dell’operatore che le redige. L’attività dei Manutentori è

e, ove richiesto, della misurazione del ti-raggio obbligatoria per caldaie di tipo B, devono essere eseguiti in contemporanea alle operazioni di controllo e manutenzio-ne e devono essere effettuati ogni due anni per gli impianti termici alimentati a com-bustibile gassoso se di potenza nominale al focolare complessiva inferiore a 35 kw; - Mentre per gli impianti termici con po-tenza pari o superore a 35 kw i controlli comprensivi della analisi del rendimento di combustione (prova fumi) e, ove richie-sto, della misurazione del tiraggio obbli-gatoria per caldaie di tipo B, devono esse-re eseguiti ogni anno.Per impianti termici con generatori di calore alimentati a combustibile liquido di potenza termica nominale al focolare complessiva uguale o maggiore a 116 kw ovvero per impianti termici con generato-ri di calore di potenza termica al focolare complessiva uguale o maggiore a 350 kw è inoltre prescritta una seconda determina-zione del solo rendimento di combustione da effettuare normalmente alla metà del periodo di riscaldamento.Inoltre: la stagione termica è il periodo di riferimento per la validità della dichiara-zione di avvenuta manutenzione; per con-venzione la Regione Lombardia ha stabili-to che l’inizio della stagione termica è il 1 agosto di ogni anno e la chiusura è fissata al 31 luglio dell’anno successivo; si preci-sa che detta definizione non va a modifi-care il periodo di riscaldamento, che è il periodo annuale di esercizio dell’impianto termico previsto in base alle zone climati-che dal D.P.R. 412/93 e s.m.i. ( in genere dal 15 ottobre al 15 aprile).

TABELLA DEI COSTI PER LA DICHIARAZIONE DI AVVENUTA MANUTENZIONE

Addizionale regionale per la validazionedella dichiarazione di avvenuta manutenzione

Provincia di Brescia:contributo per la validazione della

dichiarazione di avvenuta manutenzione

Potenza impianto/caldaia Importo in Potenza impianto/caldaia Importo in

Inferiore a 35 KW 1,00 Inferiore a 35 KW 7,50 bollino verde

Da 35 a 50 KW 1,50 Da 35 a 50 KW 10,50 versamento postale

Da 50,1 a 116,3 KW 3,50 Da 50,1 a 116,3 KW 20,00 versamento postale

Da 116,4 a 350 KW 10,00 Da 116,4 a 350 KW 25,00 versamento postale

Oltre 350 KW 18,00 Oltre 350 KW 30,00 versamento postale

Comune di Brescia:contributo per la validazione della

dichiarazione di avvenuta manutenzione

Potenza impianto/caldaia n. bollini Importo in Conto corrente postale n. 16535254 intestato a:Amministrazione Provinciale di Brescia - ServizioTesoreria - Palazzo Broletto - 25100 Brescia. Causa -le versamento: dichiarazione di avvenuta manu -tenzione impianto termico

Inferiore a 35 KW 1 6,50

Da 35 a 350 KW 2 13,00

Oltre i 350 KW 3 19,50

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cuola, arriva il super diplo-ma che garantisce il posto di lavoro. Lo ha presenta-to nei giorni scorsi a Ro-ma il ministro dell’Istru-

zione Mariastella Gelmini. Si tratta degli Istituti tecnici superiori (Its), le nuove scuole di formazione post-maturità destinate a preparare tec-nici di alto livello in aree che vanno dall’efficienza energetica alle nuove tecnologie per il made in Italy. Arriva, dunque, l’alternativa all’università. Per chi non vuole fermarsi al diplo-ma superiore e vuole una prepara-zione più professionalizzante si apre il canale Its: a settembre partono 58

scuole in tutta Italia (saranno, ad esempio, sette in Emilia Romagna, sette nel Lazio, sette in Lombardia, sei in Veneto). Gli istituti saranno fondazioni di diritto privato costitu-ite da scuole, università e imprese

per “una autentica integrazione – ha spiegato Gelmini – fra istruzione, for-mazione, lavoro”. Ogni scuola dura due anni per un totale di 1800/2000 ore che saranno spese soprattutto fra laboratori e aziende. Sono previ-sti tirocini obbligatori per almeno il 30% del monte orario complessivo, anche all’estero. E il 50% dei docen-ti dovranno provenire dal mondo del lavoro e delle professioni. Il titolo ri-lasciato avrà valore legale e sarà un diploma di tecnico superiore con l’indicazione dell’area tecnologica e della figura nazionale di riferimento. Anche le lingue giocheranno un ruo-lo cruciale: bisognerà’ uscire con un

inglese di livello B2. I posti saranno a numero chiuso, le aziende che fanno parte della fondazione assorbiranno i diplomati. Posto a “colpo sicuro” as-sicurano dal Miur. “Stiamo cercando di aiutare le imprese a trovare profili adeguati – ha spiegato il Ministro – e aiutiamo i ragazzi a fare scelte di cui poi non si debbano pentire”. Per il Ministro “occorre avvicinare il sistema delle imprese a quello del-la scuola” anche per “combattere la dispersione scolastica”. Bisogna “in-vertire la tendenza: o continuiamo a lamentarci – ha aggiunto – del fatto che i ragazzi non trovano lavoro o apportiamo dei correttivi”.Gli Isti-

tuti tecnici superiori nelle prossime settimane saranno promossi sul ter-ritorio: è d’estate che i ragazzi scel-gono se proseguire o meno gli studi dopo il diploma. Già nel 1973 c’era stato un tentativo di avviare questo ramo della formazione mai decolla-to. Ora ci riprova il ministro Gelmini che, per lo start-up di ciascun isti-tuto, mette sul piatto circa 500mila euro. Meccanica, trasporti (da quelli marittimi a quelli ferroviari), agro-alimentare, servizi per le imprese, tecnologie per il made in Italy, effi-cienza energetica: questi alcuni dei settori per i quali verranno formati i super-tecnici.

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Nuovo anno nuove sfide e prove finali della Scuola acconciatori della Confartigianato Unione diBrescia, con il 47° Trofeo “Vittoria Alata” ed il 25° Trofeo “Miro Bonetti”, che si terranno in concomitanza della 13ª Festa dell’acconciatore (nella foto l’edizione 2010). La decisione di accomunare le due manifestazioni è per mostrare al pubblico, che la scuola non si disinteressa dei problemi della categoria, ma procede di pari passo

con i cambiamenti che avvengono all’interno di un settore sempre più professionale. L’incontro sarà l’occasione per verificare il livello di apprendimento degli allievi e per trarre nuovi spunti da proporre nei saloni. La Confartigianato Imprese Unione di Brescia e la sua Scuola Acconciatori guardano alla Festa come concreta occasione per sostenere gli allievi e gli insegnanti che hanno lavorato con infaticabile impegno. L’evento, che

si terrà presso l’auditorium della Confartigianato, in via Orzinuovi a Brescia, avrà inizio alle 14.30 con la 13ª Festa dell’acconciatore. I ragazzi del primo anno presenteranno creazioni ispirate agli abissi, gli studenti del 2° e 3° corso, acconciature sul tema 1861-2011 Viva l’Italia. I ragazzi degli ultimi anni si sfideranno sui temi: Safari in the city e Teste di altri pianeti. Alle ore 17, seguirà la collezione spose e le premiazioni.

er la prima volta, quest’an-no, gli studenti del liceo scientifico Ven. A.Luzzago di via Monti 14 saliranno in cattedra per spiegare

la fisica a chi ha voglia di tornate studente per due ore. Il 6 giugno la scuola resterà aperta dalle 20.30 al-le 22.30 ai familiari degli allievi che verranno invitati a seguire un parti-colare percorso didattico. I ragazzi e le ragazze di quarta e quinta del li-ceo scientifico esporranno il risulta-to degli approfondimenti scientifici condotti durante il secondo quadri-mestre. L’attività è stata intitolata “La fisica spiegata a mio papà”e l’obiet-tivo è quello di far entrare, per una volta, le famiglie a scuola senza che si debba parlare di voti, pagelle, verifi-che. Per una sera i genitori potranno varcare serenamente la soglia della scuola, condividere con i propri figli il risultato del loro impegno e, maga-ri, ripassare alcune nozioni di fisica ormai dimenticate Gli studenti, che hanno lavorato per un mese divisi in piccoli gruppi, terranno delle brevi lezioni tematiche completando ogni esposizione con l’esecuzione di un esperimento. I temi affrontati hanno portato all’individuazione di due per-corsi principali: “L’atomo e la luce” ed “Elettricità e magnetismo”. Ogni percorso è diviso in “stazioni” ed, in ogni “stazione”, i visitatori seguiran-no un’introduzione teorica e l’esecu-zione del relativo esperimento. Ogni gruppo ha lavorato in modo autono-

mo alla preparazione delle mini-le-zioni e, all’interno di ogni gruppo, al-cuni si sono occupati di approfondire la parte teorica, altri hanno messo a punto l’apparato sperimentale, men-tre i più temerari si sono resi disponi-bili ad esporre al pubblico il risultato del lavoro. Gli studenti promettono di spiegare ai visitatori, in modo sem-plice e chiaro, come hanno origine le onde luminose, i colori delle stelle, come si formano l’arcobaleno ed i

fulmini; mostreranno che è possibi-le accendere una lampadina ed una lampada al neon senza collegarle di-rettamente ad un circuito elettrico e molto altro ancora... Le attività si svolgeranno nei nuovi laboratori della scuola, inaugurati il 15 gennaio scorso. Proprio in occa-sione del trasferimento dal vecchio laboratorio di fisica a quello nuovo è stato completato l’inventario de-gli strumenti che ha regalato diver-se sorprese con il ritrovamento di vecchie apparecchiature ricche di fascino. Per la serata del 6 giugno, infatti, non verranno utilizzati solo stru-menti moderni, ma anche apparec-chi di laboratorio giacenti nelle te-che del Liceo ed inutilizzati da tem-po, debitamente recuperati, puliti e rivalutati per l’occasione.

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Page 23: La Voce del Popolo 2011 21

Il 9 maggio scorso la Scuola delle arti e della formazione professionale Ro-dolfo Vantini di Rezzato ha parteci-pato alla Cerimonia per la celebra-zione della “Giornata della memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi” che si è svolta all’interno del Palazzo del Quirinale. In quella oc-casione due allievi del 4° anno per “tecnico dei sistemi e degli impian-ti automatizzati” – Noman Hussain Ali e Andrea Zanetti - hanno letto al Presidente Giorgio Napolitano una lettera che ha illustrato le riflessio-ni maturate dagli studenti lungo un percorso didattico importante che è stato affrontato nell’anno formativo 2010/2011. Il percorso, intitolato “il cammino della memoria” ideato e realizza-to dalla Scuola Vantini in collabo-razione con la Casa della memoria di Brescia e l’Istituto comprensivo di Rezzato, ha trattato gli ultimi 40 anni della storia italiana attraver-so 12 incontri con importanti testi-moni dell’epoca, pubblici ministeri, storici e familiari delle vittime delle stragi. Particolare attenzione è sta-ta dedicata al tema del terrorismo e alla strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Il progetto ha avuto una valenza didattica estremamente

significativa, non solo per l’importan-za dei temi trattati, ma anche per-ché per la prima volta un percorso del genere è stato svolto a Brescia in un Cfp. Durante la mattinata del 9 maggio l’intera classe di 14 allievi – accompagnati dalla direttrice Lara Vianelli, dal presidente della Scuola (e sindaco di Rezzato) Enrico Dane-si, dai docenti Ivan Confortini e Die-go Mutti e dal regista Alberto Lorica che ha seguito e documentato l’inte-ro percorso – ha partecipato alla ce-rimonia di consegna delle medaglie alle vittime del terrorismo. Successi-vamente nella sala delle cerimonie i due allievi hanno letto al presidente Napolitano la lettera con le riflessio-ni frutto del lavoro svolto. Il Presidente nel suo discorso ha colto l’invito rivolto dai due studen-ti sottolineando: “E infine ringrazio i ragazzi del Bresciano e i ragazzi di tutte le scuole che hanno con alto spirito civile e sentimento nazionale partecipato a progetti di ricerca sulle vicende del terrorismo e su stragi co-me quella di Piazza della Loggia”. Un riconoscimento importante che ha significato portare non solo la Scuo-la Vantini ma anche Brescia e una pagina della sua storia all’attenzio-ne delle più alte cariche dello Stato.

Giovedì 26 maggio alle ore 20.30, il Nuovo Eden (nella foto) ospita il Booktrailer film festival una iniziativa organizzata dal Liceo scientifico Calini di Brescia. Il Festival nasce all’interno dei Dies Fasti, l’iniziativa culturale del liceo cittadino che mette al centro il protagonismo degli studenti e stabilisce un rapporto virtuoso tra la scuola e il suo territorio. Il Booktrailer film festival realizza un concorso tra booktrailer prodotti da studenti del liceo Calini e di

altre scuole superiori di tutta Italia con l’intento di divulgare la lettura attraverso un linguaggio considerato spesso, a torto, in concorrenza, se non in opposizione, con quello della letteratura. A differenza delle scorse edizioni, il concorso di quest’anno ha visto una maggiore apertura sulla città e un maggior coinvolgimento della cittadinanza, poiché è stata data la possibilità di vedere e votare i booktrailer in concorso in occasioni e luoghi che rappresentano il mondo della

scuola, il mondo della lettura e dei libri e il mondo del cinema. Il booktrailer è un piccolo video che promuove la lettura di un libro; si tratta di un prodotto complesso che deve mettere in relazione letteratura, cinema e informatica: questa molteplicità di piani permette allo studente, che lavora da solo o in gruppo, di procedere in modo integrato per ottenere un prodotto che abbia i caratteri della sinteticità e dell’efficacia comunicativa,

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Page 24: La Voce del Popolo 2011 21

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“Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli”. Ed egli disse loro: “Quan-do pregate, dite: Padre…” (Lc 11, 1-2). Da oggi iniziamo un breve percorso sul Padre nostro, semplice come è nel nostro stile. Un giorno i discepoli dopo aver visto Gesù in preghiera gli chiedono: “Signore, insegnaci a pre-gare” (Lc 11,1) e Gesù risponde loro con la preghiera del Padre nostro. Si tratta dunque di un insegnamento at-traverso i contenuti. Nella versione di Matteo (6,9 ss) il Padre nostro è preceduto da alcuni consigli pratici sul come pregare: innanzitutto non bisogna pregare per esibizionismo ma “nel segreto” (Mt 6, 5-6); poi sen-za “sprecare parole” (Mt 6,7). Solo dopo queste indicazioni Gesù inse-

rimasto un ricordo sbia-dito e mitizzato nella memoria dei cristia-ni di una società nella quale tutti accettava-

no il messaggio di Gesù e lo met-tevano in pratica. È un mito che comincia con la lettura assolutiz-zata dell’esperienza degli apostoli tra le righe del testo di Luca fino alle nostalgie preconciliari delle chiese piene di gente in preghiera. Per sfatare questa lettura baste-rebbe leggere testi contempora-nei a ognuna di queste esperienze per vedere come la compattezza del corpo sia in verità più sogna-ta che reale. Ma è normale che sia così, che ogni esperienza totaliz-zante sia letta come esperienza di tutti: quello che per me è tutto dev’essere di tutti. Un desiderio che, purtroppo, se si assolutizza porta all’integralismo. Che è vo-ler far ‘vedere’ a tutti quello che si ritiene essere irrinunciabile, vero e assoluto. Questo desiderio di ‘far vedere’

a tutti i costi è l’altra faccia della medaglia di quel ricordo sbiadito e mitizzato; è la paura di non aver più i modi giusti per comunicare la fede, le strategie per farla cono-scere. È una paura men che sottile: è palpabile ogni volta che ci si in-terroga sulla mancanza di fede del mondo d’oggi. E ci si interroga più sui modi che sul contenuto perché la nostra preoccupazione è quella di insegnare a vedere, fin quasi a costringere.Invece è disarmante il brano di Vangelo di questa domenica per-ché parte dalla constatazione più interiore: dal riflesso che la fede può avere sulla vita attraverso la dinamica dell’amore. Solo amando Cristo si possono mettere in pra-tica i suoi comandamenti e questi sono la testimonianza per il mondo che non vede il Padre. Il Paraclito promesso è la forza per continua-re a mettere in pratica i comanda-menti di Gesù (cioè continuare ad amarlo) nonostante ci si accorga che il mondo non può vedere, no-

nostante il mondo non si accor-ga. Che la traduzione migliore sia ‘consolatore’ o ‘difensore’ poco importa: in ogni caso il Paraclito allontana la paura di rimanere soli; è l’antidoto al timore di non essere capiti e alla tentazione di voler es-sere capiti a tutti i costi. È l’invito costante a guardare dentro e non fuori nella nostra esperienza di fe-de e a misurare il nostro cammino sulla base dell’amore necessario che diventa osservanza dei coman-damenti di Cristo. È il richiamo a non risolvere la fede nel solo rap-porto con il risultato: l’amicizia, il rispetto, la condivisione possono essere valori condivisi ma per chi crede devono essere il modo con il quale l’interiorità della fede di-venta esteriorità di testimonianza. Altrimenti potrebbe essere solo la paura di non essere graditi a farci agire, e solo per il bisogno di es-sere accettati da una società che può benissimo far a meno di noi. Se vediamo non possiamo chiude-re gli occhi.

gna la preghiera del Padre nostro. Gesù quindi è un Maestro talmente eloquente che i discepoli colpiti dal suo modo di pregare, desiderano ve-nirne istruiti. Francesco amò pregare il Padre nostro meditandolo, lasciò infatti una ‘parafrasi’ della preghiera insegnata da Gesù ai discepoli, dove ogni versetto è commentato e appro-fondito dalla meditazione. Ci è pervenuto anche un racconto che dice in quale modo Francesco d’Assisi pregava la preghiera del di-scepolo: “senza sprecare le parole”, gustandole una per una, senza fretta. “Un giorno un giovane appena entra-to nell’Ordine propose al Padre sera-fico una gara: avrebbero vegliato tut-ta la notte recitando il Padre nostro. Per ogni preghiera detta, un sassolino

doveva essere depositato a terra. Al mattino seguente il giovane discepolo si presentò entusiasta da Francesco con il suo bel mucchietto di sassolini, ma rimase deluso nel vedere il santo con un sassolino ancora in mano. “Ma come Francesco! Nemmeno una pre-ghiera siete riuscito a dire?”. Il San-to commosso rispose: “No! Mi sono fermato a meditare la parola ‘Padre’ e poi ho iniziato a meditare la parola successiva ‘nostro’, così nemmeno una preghiera intera riuscii a fare in tutta la notte”. Il discepolo capì la le-zione e tornò umiliato nella sua cella”. Possiamo anche noi come Francesco fermarci a meditare la parola ‘Padre’. Senza fretta, per gustarne il senso e vedere gli effetti che produce nella nostra fede e nella nostra persona.

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui”.

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ull’integrità dei nostri sacerdoti non possiamo transigere, costi quel che costi. Anche un solo caso, in tale ambito, sa-

rebbe troppo. Quando poi i casi si ripetono, lo strazio è indicibile e l’umiliazione totale”. A ripetere il “grido amaro” risuonato nella stes-sa aula lo scorso anno, è stato il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione che ha aperto il 23 maggio in Vaticano la 63 Assemblea generale dei Vesco-vi italiani. “Ma le ombre, anche le più gravi e dolorose, non possono oscurare il bene che c’è”, ha pro-seguito il Cardinale confermando “stima e gratitudine al nostro cle-ro”. Citando la lettera della Con-gregazione per la Dottrina della fe-de per le “linee guida” riguardo ai casi di abusi sessuali da parte del clero, il card. Bagnasco ha parlato di “un’infame emergenza non an-cora superata, la quale causa dan-ni incalcolabili a giovani vite e al-le loro famiglie, cui non cessiamo di presentare il nostro dolore e la nostra solidarietà”, e ha reso noto che “da oltre un anno, su mandato della Presidenza Cei, è al lavoro un

politica svincolata dalle aspira-zioni generali”, perché “la gente è stanca di vivere nella rissa e si sta disamorando sempre di più”. So-no i punti salienti della parte della prolusione dedicata all’analisi del-lo scenario politico. “La politica che ha oggi visibilità – ha ammoni-to il Presidente della Cei – è, non raramente, inguardabile, ridotta a litigio perenne, come una recita scontata e noiosa”. È il “dramma del vaniloquio”, dentro “alla spi-rale dell’invettiva che non preve-de assunzioni di responsabilità”. In questo scenario, “gli appelli a concentrarsi sulla dimensione del-la concretezza, del fare quotidia-no, della progettualità, sembrano cadere nel vuoto”. “Dalla crisi in cui si trova”, l’analisi della Cei, “il Paese non si salva con le esibizio-ni di corto respiro, né con le slab-brature dei ruoli o delle funzioni, né col paternalismo, ma solo con un soprassalto diffuso di respon-sabilità”. L’opzione di fondo del-la Chiesa italiana resta quella di preparare “una nuova generazio-ne di politici cattolici”; la Chiesa, da parte sua, si sta impegnando a formare i giovani.

gruppo interdisciplinare di esperti proprio con l’obiettivo di ‘tradurre’ per il nostro Paese le indicazioni provenienti dalla Congregazione”, e il cui esito “sarà presto porta-to all’esame dei nostri organismi statutari”. “In un tempo facilmente catturabi-le dall’apparenza e dall’effimero, si è assistito all’esaltazione di un autentico uomo di Dio, la cui san-tità è stata riconosciuta col dovu-to rigore dall’autorità della Chie-sa, la quale ha così intercettato un consenso sorprendente, più ampio dei confini cattolici”. Così il card. Bagnasco ha commentato l’even-to della beatificazione di Giovan-ni Paolo II. “L’Italia non è solo certa vita pub-blica” e “non ci sono scusanti” per una “rappresentazione della vita

“Sono convinto che nella storia dell’Università lateranense questo è un giorno speciale”. Con queste parole mons. Enrico Dal Covolo, rettore della Pontificia università lateranense, ha salutato lunedì 23 maggio l’inaugurazione dell’Area internazionale di ricerca sulla dottrina sociale della Chiesa dedicata all’enciclica di Benedetto XVI Caritas in veritate. Si tratta, ha proseguito il Vescovo, di “un’area di ricerca veramente internazionale e interdisciplinare, che vuole rispondere concretamente ad alcune istanze dell’emergenza educativa con il metodo e i contenuti caratteristici di un’istituzione accademica, quale è l’Università del Papa”. La nuova Area di ricerca, ha aggiunto mons. Dal Covolo, “punta decisamente alla formazione di formatori, preparando persone, in particolare giovani ricercatori, capaci di intervenire efficacemente nel dibattito ecclesiale e sociale”.

“Oggi ci è data la particolare occasione di rendere grazie al Signore per la carità organizzata della Chiesa e, più concretamente, per la storia, la vita e l’azione di Caritas internationalis”. Così ha parlato domenica 22 maggio il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, nell’omelia della Messa di apertura della 19ª assemblea generale della Caritas internationalis (Roma, 22-27 maggio). Il Cardinale ha portato il saluto del Papa.

Dalle risposte che si daranno al progetto di legge in materia di bioetica “dipende il tipo di società che stiamo preparando ai nostri figli e verso la quale ci stiamo incamminando”. È una nota carica di preoccupazione quella diffusa dalla Conferenza episcopale francese e firmata personalmente dal suo presidente, card. André Vingt-Trois che ha tenuto a Parigi una conferenza stampa alla vigilia della ripresa della discussione nel Parlamento francese.

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isti da qui siete proprio belli!”. Sono le prime parole con cui il vesco-vo Luciano ha accolto gli oltre mille ragazzi

che, con i loro sacerdoti, catechi-sti e genitori, nel pomeriggio di sabato 21 maggio, hanno gremi-to la Cattedrale di Brescia. Sono convenuti da nove zone pastorali diocesi, quelle in cui i ragazzi han-no vissuto l’anno conclusivo del percorso dell’Iniziazione cristiana per i fanciulli e per i ragazzi (Icfr), allo scopo di ringraziare il Padre, insieme al loro Vescovo, per il do-no di essere stati pienamente inse-riti nella Chiesa di Gesù. Il colpo d’occhio era effettivamen-te straordinario. Difficile da de-scrivere l’incontro degli sguardi tra il Vescovo e i ragazzi. Sul vol-to di questi ultimi: l’emozione e lo stupore per quel momento parti-colare vissuto insieme a centina-ia di coetanei, in quel luogo mae-stoso, dinanzi al loro Vescovo. Sul volto del Vescovo: i tratti di una contentezza e fierezza paterna, nel vedere la “sua casa” riempita da tanti giovanissimi amici.

“Cari ragazzi, se uno possiede una pietra preziosa non diventa neces-sariamente più buono e saggio! So-lo in un caso questo avviene: c’è soltanto una pietra preziosa che vi può rendere più buoni; questa pietra è Gesù Cristo”. Sono alcu-ne delle parole che mons. Monari ha rivolto ai presenti, camminan-do accanto ai ragazzi. L’immagine che non dimentiche-ranno è quella del diamante e del carbone: “Sapete da che cosa so-no fatti i diamanti? Dal carbone; il carbone, nel sottosuolo, sotto-posto a una fortissima pressione

Giovedì 2 giugno dalle 9 alle 17 si svolge un pellegrinaggio sui luoghi della fede e dell’annunciodella Beata Annunciata (nella foto la Casa). Il tema è “Con lei… per Lui!”. Il pellegrinaggio si svolge con tre diversi percorsi da Breno (stazione dei treni ore 9), da Niardo (chiesa parrocchiale ore 9) e da Grevo (chiesa parrocchiale ore 9). Ogni pellegrino può scegliere quello che meglio gli aggrada. Per chi viaggia con passeggini o carrozzelle si consiglia la partenza da Niardo.

Pranzo al sacco. Ogni gruppo o singola persona si organizzi per il rientro (treno Fn ore 18.19 verso Brescia; ore 18.43 verso Edolo). A Cemmo presso la casa della Beata Annunciata ci sarà la possibilità di accostarsi al sacramento della riconciliazione e alle 15.30 ci sarà la celebrazione eucaristica c/o la chiesa parrocchiale S. Stefano. Casa Beata Annunciata tel. 0364-42000 [email protected] . Info pellegrinaggio: 349 6895067.

Nel mese di giugno (dedicato tradizionalmente al S. Cuore di Gesù), all’Adp sono state affidate le seguenti intenzioni (che riportiamo in forma abbreviata):Generale: Perché i sacerdoti, uniti al Cuore di Cristo, siano veri testimoni dell’amore di Dio.Missionaria: Perché lo Spirito Santo faccia sorgere dalle nostre comunità numerose vocazioni missionarie.Dei Vescovi: Perché lo Spirito Santo favorisca momenti di incontro e di condivisione fra associazioni, gruppi

e movimenti ecclesiali.Del vescovo Luciano per l’anno 2010/11: Perché sacerdoti, consacrati e laici crescano nella collaborazione reciproca per divenire sempre più “una cosa sola” in Cristo. L’Adp invita a partecipare venerdì 3 giugno (inizio della novena di Pentecoste), ore 21,00, alla S. Messa e all’adorazione per le vocazioni nella Cappella del SS.mo Sacramento delle Suore Ancelle della Carità (via Moretto 35 – 25121 Brescia).

diviene un diamante. Gesù è in grado di fare di ciascuno di noi un bellissimo diamante, forte e capace di riflettere la sua luce; occorre solo accettare di lasciar-ci trasformare della pressione del suo amore”. Oltre all’ascolto della Parola, l’in-contro ha offerto altri momenti ce-lebrativi. Nella prima parte, quat-tro ragazzi, a nome di tutti i pre-senti, si sono presentati al Vesco-vo. A tale scopo, è stato mostrato anche un video, in cui i ragazzi del “gruppo Antiochia” di una parroc-chia di Lumezzane hanno risposto ad alcune domande sul loro cam-mino di fede.L’ultima parte della celebrazione ha visto, invece, il rito della conse-gna dei passaporti del cristiano ai referenti delle parrocchie presen-ti. Con questo segno pedagogico, il Vescovo ha voluto esprimere ai ragazzi presenti il “mandato” ad essere, nel mondo, testimoni del Vangelo di Cristo. Ha voluto dire loro che la conclu-sione dell’iniziazione, il cammino della vita cristiana non si chiude bensì si apre a prospettive mis-

sionarie, ampie e universali. La celebrazione si è conclusa con un rito del lucernario: il Vescovo, con il fuoco del cero pasquale, ha acceso le candele di sette ragazzi e questi l’hanno diffuso al resto dell’assemblea. Ad ogni ritornel-lo del canto “Su ali d’aquila” tutti i presenti, compreso il Vescovo, hanno innalzato il piccolo cero in cielo, in un gesto di gioioso af-fidamento al Dio della vita. Quel mare ondeggiante di fiammelle sarà forse un’altra immagine che i “ragazzi della mistagogia” cu-stodiranno nel cuore. Accanto a quelle altre parole del Vescovo: “Visti da qui siete luminosi come un diamante!”.

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Èstato dedicato al te-ma “Abitanti digitali” il convegno che l’Uf-ficio nazionale per le comunicazioni socia-

li (Uncs) e il Servizio informati-co della Cei (Sicei) che si è svolto promuovono a Macerata dal 19 al 21 maggio. I lavori sono stati aper-ti dal vescovo Claudio Giuliodori, presidente della Commissione epi-scopale per la cultura e le comuni-cazioni sociali; sono seguiti gli ap-profondimenti teorici con le rela-zioni di mons. Domenico Pompili, direttore dell’Uncs, Ruggero Eu-geni e Massimo Scaglioni, docenti all’Università cattolica di Milano e di altri relatori. Tra gli altri relato-ri: Saverio Simonelli (responsabi-le programmi culturali di Tv2000), Paolo Bustaffa (direttore Sir), Francesco Ognibene (caporedatto-re “Avvenire”) e Francesco Zanotti (presidente Fisc). Al convegno ha partecipato anche una delegazione bresciana, guidata dal nostro diret-tore don Adriano Bianchi. “Bisogna smontare il meccanismo dell’anonimato, trasmettere idee e parole facendosi riconoscere, sen-za dimenticare la propria storia e le proprie convinzioni”. È una del-le affermazioni fatte durante il di-battito al convegno Cei “Abitanti digitali” (Macerata, 19-21 maggio), che ha fatto seguito alla relazione della sociologa Chiara Giaccardi. Il confronto si è sviluppato con gli interventi di genitori, insegnanti, utilizzatori del web, comunicatori. Diverse le sottolineature: alcuni si sono soffermati sui rischi rappre-

gelo anche mediante la Rete – si è affermato in un altro intervento – dobbiamo sapere in quale cultura lo seminiamo; e quella rappresen-tata e vissuta in internet è diversa dalla tradizionale”, quella cui sia-mo abituati in ambito pastorale. Dopo il confronto, il convegno è proseguito con i contributi di altri relatori. Leo Spadaro, consulente del Servizio informatico della Cei (Sicei), ha riflettuto sul rapporto tra le diocesi e la rete, sottoline-ando che queste devono stare e “abitare” il web. L’esperto ha sot-tolineato che, anche se “il mon-do è ossessionato da Facebook”, le Chiese locali devono avere un proprio sito, come “epicentro della presenza” nel mondo del web 2.0, perché “i social network sono un ambiente gestito da altri e in cui si è semplicemente ospiti”. Per Spa-daro, le diocesi devono “verificare periodicamente” le pagine dedica-te su Google, Wikipedia e “postare sempre i video sul sito della diocesi e su Youtube”. “Il blog è un diario personale – ha poi ricordato – e, se una diocesi decide di averlo, è necessario che sia aggiornato con periodicità”. Spadaro ha portato l’esempio della Conferenza episco-pale americana che ha un profilo, dove ha dichiarato esplicitamente i propri “criteri di condivisione”. Il profilo è supportato da “risorse e contenuti pensati” e segue “uno schema di comportamento” per ri-spondere nella maniera opportuna ai post a seconda del tono degli in-terventi.

°

Sabato 28 e domenica 29 maggioBienno – Il Vescovo guida le giornate di spiritualità per i giovani presso l’Eremo dei SS. Pietro e Paolo.

Lunedì 30 maggioOre 17.30 – Brescia – S. Messa e incontro con la Fondazione S. Francesco di Sales presso il Centro pastorale Paolo VI.

Martedì 31 maggioOre 20.45 – Brescia – Veglia ecumenica di Pentecoste presso la chiesa Valdese.

Mercoledì 1 giugnoOre 18 – Ome – S. Messa per i cappellani delle carceri di Lombardia e Veneto.

sentati dal web, specialmente per i minori; altri ne hanno indicato il potenziale comunicativo. “È necessario essere presenti in Rete – ha affermato uno dei parte-cipanti –, soprattutto per comincia-re a seminare domande. Infatti so-no troppe le affermazioni”, i “punti esclamativi”, “ognuno immette la sua verità”, invece “occorre aiutare a ragionare e favorire il confronto”. “Se vogliamo testimoniare il Van-

La cancelleria della Curia, a seguito dell’ordinanza dell’Ordinario, comunica: don Marco Mori è stato nominato insegnante di teologia pastorale fondamentale nello Studio teologico Paolo VI, presso il Seminario diocesano, per l’anno 2011-2012, in sostituzione di mons. Renato Tononi. Mons. Mauro Orsatti è stato nominato insegnante di teologia biblica nello Studio teologico Paolo VI, presso il Seminario diocesano, per l’anno 2011-2012.

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abato 14 maggio si è svolto presso il Centro pastorale Paolo VI l’annunciato con-vegno sulla manutenzione ordinaria dei beni preziosi

presenti nelle nostre comunità, pro-mosso dall’Ufficio per l’arte sacra e i beni culturali ecclesiastici ed edilizia di culto. L’iniziativa è nata dalla neces-sità di fornire ai parroci, ai sacristi, ma anche a tutti i laici di buona volontà una sorta di ‘prontuario’ che indichi alcune semplici operazioni di manu-tenzione volte a tutelare il numeroso e prezioso patrimonio artistico delle nostre chiese. Come ha sottolineato nell’introduzione ai lavori mons. Fe-derico Pellegrini, negli ultimi anni la comunità si è fatta più attenta ed è cresciuta la sensibilità nei confron-ti di quella che viene oggi chiamata ‘conservazione preventiva’. Il termine indica l’insieme di quelle attività pro-grammaticamente rivolte a migliora-re le condizioni delle opere d’arte in rapporto al loro contesto ambienta-

legato all’umidità e di conseguenza al-le necessità di controllarla. Gli inter-venti hanno indicato semplici ‘accor-gimenti’ per poter prevenire situazioni di degrado e allo stesso tempo alcune operazioni di manutenzione ordinaria attuabili da persone di buon senso. Naturalmente si è sottolineato che, di fronte a uno stato di conservazione dell’opera compromesso, fondamen-tale è il coinvolgimento della figura del restauratore e, se si è di fronte a un’opera vincolata, della Soprinten-denza. Sono quindi da evitare tutti gli interventi approssimativi e poco pertinenti: oltre a creare spesso dan-no materico possono anche alterare i valori storico-artistici delle opere. Come infine ha sottolineato mons. Federico Pellegrini a conclusione dei lavori questo è un punto di partenza che però ha già in sé solide basi: verrà pubblicato un libretto con tutti i con-tributi allo scopo di sensibilizzare la conoscenza e la tutela del nostro pa-trimonio culturale.

le. All’interno di ciò si inserisce l’ar-gomento della manutenzione, cioè di quegli atti ricorrenti volti a mantenere i beni di interesse culturale in condi-zioni ottimali di integrità e funziona-lità. A fronte di questa fondamentale premessa sono stati coinvolti restau-ratori, professionisti, esperti che nei loro interventi hanno tracciato una sorta di ‘classifica’ su quelli che sono i degradi più ricorrenti. Dalle varie re-lazioni che hanno spaziato dal settore dei dipinti su tavola e tela, affreschi, tessili, metalli, opere lignee policro-me, materiali cartacei e organi è emer-so che il problema ricorrente è quello

L’associazione Centro migranti onlus e la parrocchia S. Giovanni Battista della Stocchetta sono tra i promotori della “Festa dei Popoli 2011: non più stranieri né ospiti ma concittadini” che si svolgerà presso la parrocchia di S. Giovanni Battista della Stocchetta nella giornata domenica 5 giugno. L’iniziativa, nata in seno al carisma scalabriniano è un’occasione preziosa per conoscere, condividere e apprezzare la diversità. Parte integrante di questo evento è

una conferenza-tavola rotonda, per riflettere sul bisogno del dialogo interreligioso. La giornata avrà il seguente programma: ore 10.30 celebrazione della S. Messa presieduta dal Vescovo di Brescia; ore 11.45 presentazione della giornata e saluto delle autorità; ore 12.30 pranzo multietnico; 13.30 conferenza sul dialogo interreligioso; ore 15 rappresentazione di danze e canti da parte delle comunità straniere. (Nella foto la festa 2010).

L’Ufficio catechistico diocesano avverte che domenica 29 maggio, dalle ore 15.30 alle ore 18, si terrà, presso il Centro pastorale Paolo VI, la Giornata di spiritualità per i catecumeni e neofiti adulti. Nella stessa giornata, alle ore 18.30, si terrà, presso la chiesa delle Sante Capitanio e Gerosa (via Botticelli, 5) la celebrazione delle cresime per adulti. Si ricorda che è necessario presentarsi con il proprio padrino o madrina e con il certificato di ammissione firmato dal parroco.

La Fondazione “Centesimus annus” organizza il convegno annuale dei soci italiani sul tema “Mondo cattolico e media” sabato 28 maggio dalle ore 10.30 alle ore 13.15. Il convegno si snoderà attraverso una tavola rotonda alla quale parteciperanno mons. Giuseppe Scotti, del Pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, Vania De Luca di Rainews 24 e Claudio Baroni, de “Il Giornale di Brescia”. Sede: Istituto Paolo VI, via Marconi 15; tel 030/2186037.

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uali sono le chiavi e le scelte che un giovane deve fare affinché sia un testimone visibile e ab-bandoni un po’ la paura

di essere il “novello Nicodemo” che va da Gesù di notte per non essere giudicato? Perché un giovane spes-so rischia di aver paura che la gente lo giudichi per i suoi sbagli, i limiti, le incoerenze, vedendo il proprio percorso come qualcosa di gravo-so e un limite alla propria libertà?” Si è chiuso con questa domanda il dialogo con il vescovo Luciano Mo-nari che ha animato il pomeriggio del convegno diocesano delle Cari-tas parrocchiali di sabato 30 aprile. Una domanda posta da un ragazzo, in rappresentanza dei giovani impe-gnati nelle esperienze di volontaria-to promosse da Caritas diocesana e nel cammino educativo dell’ora-torio San Filippo Neri di Nave. An-che i giovani sono stati protagonisti di “Chiesa, profumo di relazioni”: accanto a 18 gruppi di lavoro che hanno visto gli uomini e le donne della carità sostare sull’esperienza dell’essere consegnati gli uni gli al-tri alla comunità, due gruppi under 30 hanno condiviso esperienze e do-mande attorno al “consegnati” e al concetto di carità.Presenza inedita è stata quella dei bambini, legata alla necessità di vi-vificare l’animazione caritatevole in parrocchia e all’impegno nel portare avanti il mandato del Vescovo alle Caritas parrocchiali di “moltiplica-re le relazioni tra persone, famiglie, gruppi sociali, parrocchie”.

ripensare agli “atti di amore” vissuti per poi scriverli su un foglietto ap-peso a un filo; hanno annodato i vari fili e ne hanno ricavato una rete; una rete che ha inteso esprimere la cari-tà come “quotidiana prossimità“, il valore dei legami come “forza della comunione”. Dal convegno delle Caritas parroc-chiali del 2009 “Animare… la Carità in parrocchia”, di rosso si è colorato il filo della carità: una rete intreccia-ta di rosso, inanellata di atti d’amo-re, ha attraversato il teatro gremito dagli uomini e dalle donne della ca-rità ed è stata portata in dono al ve-scovo Luciano. Nel “Tutti siano una cosa sola”, i bambini sono stati “ulti-mi, forza della comunione”.

Mentre nel pomeriggio in teatro si svolgeva “Con il Vescovo consegnati alla parola”, i bambini della comu-nità di Nave insieme a don Enrico e ai loro catechisti, a Diego e suor Francesca della “Promozione volon-tariato giovanile” di Caritas dioce-sana, hanno iniziato il catechismo in maniera diversa: sono partiti dal

Il giorno 8 luglio 2011 è il termine fissato per la presentazione da parte delle Caritas (parrocchiali, zonali, di unità pastorale) delle domande di partecipazione al fondo Briciole lucenti.Lanciato nella Giornata del Pane 2010, nell’ambito dell’ Avvento di carità “Gli ultimi, forza di comunione”, il fondo Briciole lucenti è finalizzato a sostenere l’attività delle Caritas impegnate ad attenuare gli effetti più deleteri della sofferenza finanziaria

che attanagliano le famiglie, in particolare con minori a carico. Attraverso la presentazione delle domanda, le Caritas (parrocchiali, zonali, di unità pastorale) chiedono una partecipazione al fondo Briciole lucenti fino al 50% delle erogazioni concesse a famiglie con minori per piccole spese inerenti la casa (canoni di affitto, spese condominiali, utenze domestiche), l’istruzione (rette scuola, mensa, trasporto), la salute. In vista della prima scadenza dell’8 luglio

(la prossima il 31 dicembre), ogni Caritas potrà chiedere una “compartecipazione” di Caritas diocesana per le spese sostenute nel primo semestre 2011 per un massimo complessivo di 5mila euro.Così com’è strutturata la gestione del fondo Briciole lucenti intende dunque riconoscere e sostenere il ruolo di prossimità delle Caritas nell’accompagnare la risposta a bisogni concreti, precisi, contingenti, nel “farsi progetto” delle famiglie con minori a carico. (c.b.)

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ove sono andati a finire i giovani? È vero che non sono interessati alla po-litica? Regge questo mi-to del disinteresse gio-

vanile proprio nei giorni in cui gli indignatos non mollano le piazze spagnole?”. Con queste domande Tiziana Ferritu, conduttrice della mattinata targata Csv, stuzzica in apertura i propri interlocutori e i 150 ragazzi in platea. Don Marco Mori ricorda che in Lom-bardia un esercito di 95mila adole-scenti fa volontariato verso mezzo milione di bambini nei grest e che risulta fondamentale lavorare sul senso di appartenenza alla comu-nità. Lo psico-sociologo Gino Maz-zoli focalizza l’attenzione su una società fortemente cambiata, su un Occidente in cui la malattia più dif-fusa è la depressione, una famiglia ben diversa da quella del XX secolo, l’esigenza di un dialogo fra le gene-razioni. E ancora, un confronto fra i figli “che devono chiedere spazio” e i genitori, come ricorda anche Elena Marta, docente di Psicologia sociale all’Università Cattolica. Poi, Silver canta “Sogna ragazzo sogna”, soffermandosi sugli ultimi versi, sintesi di un’attribuzione ge-nerazionale di responsabilità; quin-di, il microfono salta in platea, dove Paola Portesi, 22enne volontaria di “Rovato soccorso”, spiega la pro-pria scelta di volontariato iniziata con il servizio civile e proseguita nella quotidianità. Altro ragazzo e altra esperienza: Alberto Marizzoni di Argo giovani: “Quando io e i miei

musica con Silver e Silvia Olari che presentano in anteprima “Nessuno è inutile” colonna sonora di tutti gli eventi bresciani dell’Anno europeo del volontariato. Nel salotto, orga-nizzato per l’occasione nella sala di Confartigianato, prendono posto anche Carlo Vimercati, presidente del Co.Ge Lombardia, Ksenija Fono-vic, referente area Europa e Medi-terranneo CsvNet e Michele Bordin operatore di Bimbo chiama bimbo, associazione bresciana capace di coinvolgere molti ragazzi.Silvia Olari della trasmissione Ami-ci, suona e canta “Com’è straordina-ria la vita” mentre due studenti del Gambara si sottopongono a un’in-tervista doppia.

amici siamo partiti con questa espe-rienza eravamo in cinque. Ora siamo in 70 e non abbiamo dovuto inven-tare niente di sensazionale. Siamo una realtà laica ma per crescere nell’associazionismo abbiamo chie-sto consiglio ad alcuni “vecchi” del settore e preso esempio dalle aggre-gazioni cattoliche”. Poi, di nuovo la

Un convegno sui generis, condotto come un moderno talk show, partecipato da molti studenti, da associazioni di volontariato, da giovani cantanti e animato da alcuni “esperti” del settore. L’annuale convegno organizzato dal Centro servizi per il volontariato di Brescia (lo scorso 21 maggio nella sede di Confartigianato) ha cambiato forma per parlare del ruolo dei giovani nell’associazionismo, e più in generale nella realtà civile in cui ci

troviamo a vivere. Molti gli spunti di riflessione e i messaggi lanciati, dando la parola direttamente ai ragazzi per sentire la loro voce su ciò che li riguarda. Dello stesso segno l’iniziativa di far cantare a Silver e Silvia Olari, cantanti resi noti al pubblico più giovane dai programmi televisivi X factor e Amici, “Nessuno è inutile” scritta da Andrea Amati e arrangiata da Michele Coratella. Molti sono stati gli spunti di riflessione e i messaggi

lanciati: fra gli altri si è parlato anche di Facebook e di social network in generale. Strumenti che, se vengono presi nei giusti modi, possono rappresentare spazi importanti di confronto e di organizzazione delle idee. Fondamentale, però, sottolinea lo psico-sociologo Gino Mazzoli, la differenza fra “i mille amici che si possono spegnere e accendere a piacimento e i rapporti nella vita reale, fatti di una condivisione di spazi e di tempi”.

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na proposta di alto pro-filo per prepararsi alla Giornata mondiale del-la gioventù. Le parroc-chie della zona V del

Lago d’Iseo hanno offerto ai 77 ra-gazzi che parteciperanno all’incon-tro di Madrid due esperienze molto significative, di quelle che provoca-no ed interrogano nel profondo. Il 17 marzo, infatti, i ragazzi di Monticelli Brusati, Passirano, Borgonato, Iseo, Marone e Zone si sono recati a Tori-no per visitare il Sermig, un vecchio arsenale di guerra trasformato da Er-nesto Olivero nella sede del Servizio missionario giovani. Grande è stato l’entusiasmo dei ragazzi di fronte al-le parole del fondatore e soprattutto alla dimostrazione pratica di come ci si possa impegnare per portare la pace e cambiare il mondo, entusia-smo che si è ripetuto anche sabato 7 maggio in occasione.della “tra-ghettata sul lago”: partiti alle 16.30 su un battello che ha toccato i paesi di Iseo, Sale Marasino e Marone, i ragazzi sono approdati a Montisola per salire al santuario della Ceriola e lì celebrare la Messa. Durante il percorso sono stati guidati da una

serie di riflessioni del salesiano pa-dre Massimo sul rapporto dei giova-ni con Dio. Soddisfatto del percorso finora intrapreso e ottimista per il futuro don Emanuele Mariolini, re-sponsabile del gruppo: “Coinvolgere i giovani a livello locale è stata una scommessa, vista la difficoltà della pastorale giovanile in una zona come quella del lago con molte distrazioni.

La speranza è che da questi giovani si possa partire per un nuovo cam-mino”. Speranza la sua condivisa da tutte le comunità, che si è espressa anche in forme molto concrete: nu-merose, infatti, sono state le offerte da parte dei parrocchiani più anzia-ni per i ragazzi della Gmg, un gesto significativo di una comunità che scommette sul proprio futuro.

“Me gusta” è l’iniziativa de “La Voce del Popolo” dedicata ai giovani tra i 16 e i 30 anni che potranno ricevere a casa il giornale per cinque mesi al prezzo di 10 euro. Ogni settimana una pagina per scoprire i volti, le storie, le tappe del cammino dei ragazzi degli oratori bresciani verso la Gmg. Per aderire all’iniziativa visitare il sito www.lavocedelpopolo.it nella sezione abbonamenti o inviando un sms al numero 3383636104 con scritto “VOCE ME GUSTA GMG”.

Domenica 5 giugno presso l’oratorio di Calino è in programma una serata organizzata dalle quattro parrocchie di Cazzago San Martino, per raccogliere fondi in vista della Gmg. Si comincia alle 19.30 con l’apertura dello stand gastronomico, mentre alle 21 sarà la volta della tombolata organizzata dall’oratorio di Cazzago. La serata si conclude alle 22 con l’estrazione dei biglietti della lotteria.

“Gustosa” iniziativa portata avanti dai giovani dell’oratorio “San Domenico Savio” di Zocco di Erbusco per finanziare il proprio viaggio a Madrid. Similmente a quanto fatto da diversi altri gruppi, domenica 29 maggio, sul sagrato della chiesa di San Lorenzo martire, ad attendere le persone che usciranno dalla Messa del mattino, ci sarà un banchetto colmo di torte e dolciumi pronti per la vendita.

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’Italia è un Paese strano. Ci sono quasi due milioni e mezzo di giovani dai 16 ai 34 anni che non studia-no, non hanno un lavoro

e nemmeno lo cercano. In compen-so, esistono centinaia di migliaia di posti per lavori che nessuno vuo-le fare. Il problema, dunque, prima ancora che sociologico o di politi-che dell’occupazione, è formativo e culturale”. Così scrive Giuseppe Bertagna, direttore del Centro di ate-neo per la qualità di insegnamento all’Università di Bergamo, nel suo recente volume “Lavoro e formazio-ne dei giovani” (editrice La Scuola).“Perché accadono questi fenomeni? In quali paradigmi di pensiero si ra-dicano? Perché il primo impiego dei nostri giovani, in media, è a 22 anni, mentre è tra i 15 e 18 anni negli altri Paesi? Perché il lavoro e la fabbrica non sono considerati, nella nostra mentalità comune, una risorsa che, a certe condizioni, può essere pre-

sionalizzante “da un lato serve solo fino a 29 anni, dall’altro se si tra-sforma in formativo confligge con la normativa europea”. L’appren-distato dovrebbe invece diventare “un vero e proprio percorso forma-tivo graduale e continuo nel quale, per l’intero arco della vita, acquisire titoli e sperimentare, da parte delle aziende, la learning organization co-sì da vincere meglio la competizione internazionale”. Soltanto seguendo questa ricetta l’Italia potrebbe spera-re di avere numeri “se non tedeschi, almeno francesi”.

ziosa per l’istruzione e la formazio-ne delle nuove generazioni?”. Sono questi una serie di quesiti a cui il do-cente di Pedagogia prova a rispon-dere nel volume, nel quale vengono anche snocciolati dati e presentati casi esteri. In America, a esempio, da oggi al 2018 il mercato richiederà 300mila ingegneri di software contro 500mila baristi, 800mila badanti, 1,8 milioni di camionisti, 2,7 milioni ven-ditori di telemarketing. “Oltre ocea-no – spiega Bertagna – risolveranno il problema del reclutamento chie-dendo la laurea per svolgere lavori manuali, avranno quindi bisogno di

22 milioni di laureati entro il 2018”. Anche l’Italia dovrà seguire questa strada? Bertagna risponde di no. “Spero che l’Italia non faccia come l’America, perché prendere una lau-rea che non ha niente a che vedere con la professione crea distorsioni”. Quale deve essere allora la via da in-traprendere? Così argomenta Berta-gna nel volume: “Innanzitutto entro i 18 anni tutti dovrebbero imparare obbligatoriamente un mestiere, an-che chi prosegue gli studi fino a lau-rea e dottorati. Successivamente è necessario abbandonare il pregiu-dizio della separazione fra cultura generale e professionale, tra studio e lavoro, competenze di base e spe-cialistiche. Il tutto per costruire un sistema formativo che permetta di crescere in cultura, grado e funzio-ne nello stesso mestiere o cambian-do mestiere, aumentando la mobilità professionale”.Secondo Bertagna, il problema dei nostri giovani risiede nel fatto che

alla fine degli anni dell’istruzione obbligatoria “essi hanno interioriz-zato due pregiudizi: il primo dice che chi sa, non fa; chi studia, non la-vora. Il secondo conferma l’esisten-za gerarchicamente ordinata di una conoscenza teorica, di una pratica senza conoscenza e di comporta-menti tecnico-meccanici-esecutivi”. Rompere questi pregiudizi dopo i 16 anni è “impossibile”, pertanto biso-gna impedirne il consolidamento attraverso una nuova metodologia didattica e innovative modalità di apprendimento.Sul punto, l’unica via in grado di ri-dare ossigeno al sistema è – secon-do il pedagogista – l’apprendistato, “che rappresenta una riserva indiana in cui si può ragionare non in termini di separazione, ma di integrazione e circolarità fra studio e lavoro”. Analizzando la situazione attuale si evince che l’apprendistato, inteso come diritto-dovere, in Italia “prati-camente non esiste”; quello profes-

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Lunedì 30 maggio, nell’ambito della Settimana delle comunicazioni sociali 2011, Lino Zani, direttore della Fondazione italiana per le montagne (oltreche amico, confidente e maestro di sci del Beato Giovanni Paolo II), presenterà il suo libro “Era santo, era uomo - il volto privato dipapa Wojtyla”. L’incontro prenderà avvio alle 20.30 nella Sala della comunità della parrocchia delle sante Capitanio e Gerosa a Brescia

(zona Questura). All’incontro, organizzato da Libreria Paoline, Ufficio comunicazioni socialidella diocesi e Commissione cultura parrocchiale, interverranno l’autore, il parroco don Tino Decca e don Adriano Bianchi, direttore del Centro e dell’Ufficio comunicazioni sociali. Ad Annachiara Valle, direttore di “Madre”, il compito di moderare; accompagnamento musicale del coro “Valle Camonica” di Darfo Boario Terme. (ldp)

Tradizionale “Concerto di primavera”, quest’anno dedicato al basso Bonaldo Giaiotti (nella foto), per l’associazione Amici dell’Istituto del Radio Olindo Alberti degli Spedali Civili di Brescia. L’appuntamento è per domenica 29 maggio alle 16, nella suggestiva cornice di Villa Fenaroli a Rezzato. Protagonisti dell’appuntamento musicale, con arie e duetti tratti dal grande repertorio operistico italiano e francese, il soprano Sonia

Dorigo, il mezzosoprano Bruna Baglioni, il tenore Maurizio Graziani, con al pianoforte Giovanni Andreoli. Introduce l’incontro Fabio Larovere. Il concerto, seguito per chi lo vorrà da una cena conviviale, è anche occasione per rinnovare la tessera del sodalizio voluto dall’indimenticato cav. Adriano Marenda per sostenere l’Istituto cittadino e che in questi anni tanto ha fatto per migliorarne le prestazioni e le potenzialità.

“Giuseppe Zanardelli e il suo tempo”, uno studio edito da Ubi-Banca di Val-le Camonica (ed. Camuna di Breno). Quattro i contributi. Il primo è di Roberto Chiarini, ordinario di Sto-ria contemporanea all’Università di Milano: “Giuseppe Zanardelli: la vita per un’Italia e una Brescia liberali”. Brescia è laboratorio di esperienza politica e delle azioni antiaustria-che del Nostro (nella foto la statua dello statista davanti al PalaGiusti-zia): qui matura la fiducia dell’idea-le nazionale. Dichiara guerra a cle-ricali e liberali. Duro lo scontro col Vescovo, che il politico combatte dal suo quotidiano “La Provincia di Brescia”: nasce il marchio indelebi-le di anticlericalismo. Poi l’impegno di parlamentare: dal 1861 sino alla morte. Per un’economia moderna occorre libertà di mercato; per avere il mercato occorrono reti di comu-

nicazione. Il treno è l’ossessione di Zanardelli. Quindi il Codice penale, con l’abolizione della pena di mor-te; al suo posto l’ergastolo (pena altrettanto deterrente ma meno di-sumana). Il secondo contributo è di Giuseppe Frigo, giudice della Corte costituzionale: “Giuseppe Zanardelli e la costruzione giuridica dello Sta-to: un’eredità che vive”. Il relatore parte dalla formazione dell’ordina-mento giuridico dell’Italia unita per passare al contributo dello statista al Codice; dalla pena capitale alle altre pene; dallo sciopero come diritto e non come delitto, all’indipendenza della magistratura. Il terzo apporto è di Sergio Onger, associato di Sto-ria economica all’Università di Bre-scia: “L’economia bresciana nell’età zanardelliana attraverso le esposi-zioni (1857-1904)”. La stagione del-le esposizioni servirà per verificare

l’andamento dell’innovazione tecno-logica e favorirne la diffusione. In occasione dell’Esposizione generale bresciana (1857) Zanardelli denun-cia l’incapacità nel proporre i pro-pri prodotti sul mercato, “non cono-scendosi l’arte del mettere in vetri-na”. L’ultimo contributo è di Oliviero Franzoni: “Il nostro agente d’affari a Roma. Le carte dell’ingegner Vin-cenzo Tonni Bazza”. “Per alcune tra le più importanti industrie del Nord e per imprenditori, amministratori e amici, l’ingegner Tonni Bazza di Volciano fu semplicemente l’uomo di Roma – scrive il Franzoni –, colui che nel nome di Giuseppe Zanardelli aveva raccolto non l’eredità politica o la scienza giuridica, ma la fattiva capacità di incunearsi abilmente e con accortezza nelle mille sinuosità del potere ministeriale, garantendo ai propri clienti soddisfazione”.

ella serata del 17 mag-gio, l’Orchestra nazionale sinfonica della Repubbli-ca Ceca diretta dal mae-stro Pier Carlo Orizio si

è cimentata con tre partiture di raro fascino: l’ouverture della “Forza del destino” di Verdi, quindi “Totentanz” (Danza macabra) per pianoforte e or-chestra di Liszt, infine la Quarta Sin-fonia di Mahler che prevede al termi-ne l’apporto della voce di soprano. Se il brano di Liszt rappresenta una pos-sente evocazione della fine del mon-do che precede il giudizio universa-le (e non per caso il tema sviluppato dalla composizione è la melodia me-dievale del “Dies irae”), al contrario la pagina vocale che forma l’ultimo movimento della Quarta di Mahler descrive il paradiso e la musica degli angeli. A sua volta, l’ouverture della “Forza del destino”, nella dialettica dei suoi temi, esprime il contrasto fra terra e cielo, tra una vita di sofferenza e l’apertura al trascendente.Delle tre composizioni, quella che ha avuto l’esecuzione più rifinita ed emozionante è stato il “Totentanz” di Liszt, pagina di altissimo virtuosismo per il solista. Al pianoforte sedeva

messo in rilievo la sottile dramma-turgia dell’opera, senza dimenticare gli aspetti spirituali più profondi. È stato quindi un “Totentanz” di spetta-colare effetto e di sottile eloquenza, nobilitato anche da un’ottima intesa tra il solista e l’orchestra diretta da Pier Carlo Orizio.Il recital del 20 maggio ha invece vi-sto il ritorno del celebre pianista Ra-du Lupu, negli anni scorsi insignito del Premio Michelangeli per l’eccel-lenza delle sue interpretazioni. Con un programma estraneo al tema di quest’anno, Lupu ha affrontato due opere di Schumann (i Papillons op. 2 e i Bunte Blätter op. 99) accanto la Sonata in la minore D 845 di Schu-bert. Fin troppo intimista, forse, si è rivelato lo Schumann di Lupu, in-teramente giocato sulle sonorità più delicate ed eteree, nella voluta assen-za della drammaticità dei contrasti. Ma con la Sonata di Schubert l’inter-prete rumeno ha dimostrato ancora una volta di essere ai vertici su scala planetaria: con l’esecuzione dell’An-dante e dello Scherzo abbiamo udito qualcosa di unico, che non trova ri-scontri nella pur esaltante storia re-cente del Festival.

l’italiano Enrico Pace, vincitore del Premio Liszt di Utrecht nel 1989. Con grande sicurezza non solo Pace ha dominato le terribili difficoltà spar-se nella composizione, ma ha pure

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e parole del vescovo Lu-ciano Monari hanno chiu-so il ciclo di incontri in-titolato “Educazione e sostenibilità ambientale”

promosso dall’Università cattolica di Brescia in collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Univer-sità statale e patrocinato dal servi-zio di Pastorale universitaria della diocesi. Sullo sfondo gli affreschi magnifici, restaurati dalla scuola Enaip di Botticino, in quella che è definita la Cappella Sistina di Bre-scia: la chiesa dei Saveriani titolata a San Cristo.Introdotto da don Roberto Lombar-di, il Vescovo ha parlato del Crea-to attraverso le parole del prologo del Vangelo di Giovanni. È fatico-so individuare nel creato l’azione dell’amore di Dio, soprattutto quan-do le apparenze sono di una natu-ra insensibile, spietata, dura, che segue il suo corso indifferente alle vicende umane. E tuttavia, la natu-

Il discorso di mons. Monari è stato ripreso dai due relatori dell’Univer-sità cattolica, Antonio Ballarin Den-ti e Pierluigi Malavasi, che hanno parlato di come, attraverso l’educa-zione delle nuove generazioni alla sostenibilità e all’equilibrio uomo-ambiente, sia possibile far convi-vere i concetti di sussidiarietà, re-sponsabilità e solidarietà. I relatori della facoltà di Ingegneria della Statale, Carlo Collivignarel-li e Maurizio Tira, hanno preferito seguire la loro formazione e hanno percorso la via indicata dal Vescovo per ricordare il valore del rendersi utili, l’importanza di usare le pro-prie competenze e conoscenze per educare a uno sviluppo tecnologi-co sostenibile: tecniche appropria-te, soluzioni con forti radicamenti nelle realtà locali, uso delle risorse disponibili sul territorio, coinvolgi-mento delle nuove generazioni nella progettazione.Spunti e dati, quelli dei due Atenei,

ra è creata da Dio, ed è in Lui che noi dobbiamo porre e poniamo il nostro cuore; solo se consideriamo il punto di origine della natura riu-sciamo a “leggerla” correttamente e a comprenderla come dono del Cre-atore per noi. E ancora, se la natura è creata attraverso il Verbo, l’uomo deve sentirsi responsabile dell’uso che ne fa, e deve diffonderne la co-noscenza e i segreti. Un invito, quel-lo del Vescovo, a impegnarsi contro lo sfruttamento ambientale eccessi-vo che negli ultimi anni ha avvele-nato e logorato parte delle risorse del pianeta.

Con l’apertura della mostra del concorso di arti visive è iniziata oggi la Settimana delle arti Punto.Art 2011. La mostra d’arte espone 13 opere di nove artisti bresciani selezionati tra i 20 che hanno partecipato quest’anno. Sono in mostra e in finale opere di: Mario Beltrami, Sara Gusberti, Barnaba Buratti, Anna Facchini, Stefano Crespi, Liuba Gabriele, Fabiana Zanola, Camilla Franzoni e Anna Riikka Leppala. La mostra è aperta fino al 27 maggio tutte le mattine

dalle 9 alle 12.30 presso la saletta esposizioni dell’Archivio storico diocesano (via Gabriele Rosa, 30).La giuria itinerante del concorso Teatro.Art ha recentemente terminato di visionare le 20 compagnie amatoriali bresciane che quest’anno hanno partecipato al bando del Centro oratori. Il concorso prevede che la giuria si rechi da novembre a maggio presso i teatri degli oratori della provincia per valutare gli spettacoli che le compagnie mettono in scena.

La premiazione di tutti i concorsi, coordinati da Simone Agnetti, sarà domenica 29 maggio dalle 20 al Teatro Pio XI di Bagnolo Mella a conclusione della Festa.Art condotta da Carlo Zaniboni. Nel corso della serata si esibiranno dal vivo i Googon Shaff (gruppo musicale bresciano in giuria) e le band giovanili vincitrici del 18° Concorso musicale Tappeto volante: i Bang Bottles e gli Wave. Sarà aperto lo stand gastronomico dell’oratorio.

Due speciali promozioni per fe-steggiare la nascita della Repubbli-ca italiana: giovedì 2 giugno sarà possibile visitare la mostra “Matis-se. La seduzione di Michelangelo” con biglietto d’ingresso al prezzo ridotto speciale di 6,00 euro.Sono previste inoltre delle visite guidate gratuite con partenza ogni ora: una guida preparata accompa-gnerà i visitatori all’interno delle sale espositive ripercorrendo le varie fasi pittoriche di Matisse e raccontando le particolarità delle opere esposte in mostra.Verrà inoltre svelato l’affascinante parallelo con Michelangelo, con-frontando i calchi delle opere del grande maestro con i soggetti raffi-gurati nelle opere di Matisse e con le sue sculture.

Si scoprirà il Matisse sedotto da Michelangelo: tale l’ammirazione per il grande Maestro del Rinasci-mento italiano che arriverà ad af-fermare: “Si potrebbe far rotolare una statua di Michelangelo dall’al-to di una collina fino a far scompa-rire la maggior parte degli elementi di superficie: la forma rimarrebbe comunque intatta”.I posti per le visite guidate gratu-ite sono limitati ed è necessaria l’iscrizione al numero 0303553421.Con il biglietto d’ingresso al prez-zo speciale di 6,00 euro e prenotan-do la visita guidata gratuita è pos-sibile visitare fino a esaurimento posti la mostra “Matisse”, il Museo di Santa Giulia e la mostra “Ercole il fondatore. Dall’antichità al Rina-scimento”.

che hanno travato nella loro diver-sità, punti in comune e capacità di collaborare nell’idea della protezio-ne del Creato.In chiusura, don Lombardi ha ri-cordato che nel mondo muore per mancanza d’acqua un bambino ogni 17 secondi (dati Onu), e che il pro-blema può e deve essere affronta-to dall’Università con le tecniche e innovazioni che essa produce, ma anche con la testa e il cuore delle persone che la compongono.

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affaele Cardarelli ha 53 anni, e vive a San Dona-to Milanese. Laureato in Economia e commercio alla Bocconi, ha lavorato

per quasi trent’anni nel settore della pubblicità. Sposato con Gabriella. Hanno due figli, Alessandro e Iris. Crede fortemente che la comunica-zione pubblicitaria possa costruire una società migliore. È membro di Net-one, un’associazione internazio-nale di comunicatori. Il 12 maggio a Boario Terme e il 21 maggio a Bre-scia ha fatto due interventi pubblici sul tema della pubblicità. Lo abbiamo intervistato.Ho letto che lei pensa che la pub-blicità può migliorare la società. Ne è proprio convinto?Quello che penso va oltre. Sono cer-to che costruirà una società migliore non perché è un’opinione personale, ma perché ne ho avuto le prove. Ho lavorato 28 anni nell’ambito della

promozione pubblicitaria e poi ho conosciuto l’ideale (il Movimento dei Focolari – ndr). È stato in quel mo-mento che mi sono reso conto che le tecniche della grande comunicazione sono le stesse usate da Gesù Cristo e da Chiara Lubich. Innanzitutto il co-municatore pubblicitario studia le esigenze delle persone. Quando un comunicatore prepara un annuncio pubblicitario, viene testato tra la gen-te e se non viene capito, non dice (co-me fanno i giornalisti) che ha a che fare con un branco di ignoranti, ma cambia il messaggio fino a quando è sicuro che gli altri capiscono quello che vuol dire. Il pubblicitario deve an-dare incontro al bisogno delle perso-ne, usare il loro linguaggio, scendere sul loro campo del vissuto. Si tratta di tecniche che possono essere finaliz-zate a promuovere il consumismo o a condizionare negativamente le scelte delle persone, ma possono servire an-che a promuovere il bene. I messag-

talità del XX secolo, riconducendo la maggior parte dei comportamenti psicologici delle persone alla sfera sessuale. Ora è vero che si parte da lì, ma siamo ancora alla superficie della psiche, perché in profondità ci sono altri valori come l’amicizia, l’amore e infine c’è l’autorealizzazione per-

gi pubblicitari in partenza sono neu-tri, come tutti gli strumenti. Dipende dall’uso che se ne fa.Fra le due possibilità quale pre-vale oggi nella realtà?La situazione è quella che è, nel sen-so che pesano le ragioni commerciali. C’è un motivo storico. La rivoluzio-ne industriale ha creato l’esigenza di produrre molto a basso costo, per avere margini alti di guadagno. Per ot-tenere questi risultati bisogna vende-re molto e questo ha portato non solo ad accentuare l’input consumistico, ma a creare i bisogni, a moltiplicare le cose, gli oggetti. Una specie di dro-ga sociale. Ed è tuttora così.In questo contesto come si spie-ga comunque l’uso e l’abuso del corpo femminile?Non è un caso. Siccome i pubblicita-ri hanno studiato filosofia, e lavora-no a fianco di psicologi e sociologi, sanno che Sigmund Freud è stato fra coloro che hanno influenzato la men-

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sonale. L’essere umano non vive per realizzare le sue esigenze sessuali, ma per essere felice. Per ora la co-municazione pubblicitaria resta alla superficie perché l’analisi della sfera sessuale è molto coerente con le esi-genze economiche della produzione e del consumo. Se il nudo femminile funziona, il pubblicitario non si fa al-tre domande. Ma non è detto che il mondo debba andare sempre in quel-la direzione. Una parte di responsa-bilità pesa anche sui cattolici perché quando è esploso il mondo della gran-de comunicazione, il mondo cattolico si è tirato indietro, lasciando libero il campo alla tv, ai programmi trash, al cinema, ad autori piuttosto laicisti che laici. Adesso c’è in atto un tenta-

tivo di recupero. Ci sono già opera-tori che si preoccupano di usare gli strumenti per scopi positivi.Qualche esempio?Ci sono alcune campagne sociali pre-gevoli. Non paragonabili a certe bana-lità di Pubblicità&progresso. Bisogna intuire e praticare i codici che detta-no i comportamenti. Sono gli stessi che usava Gesù, cioè i testimonial. Nella storia dell’uomo, i primitivi si inventavano gli dei come antitesi an-tropomorfa dei valori dell’epoca: il dio della guerra, il dio dell’amore, il dio della salute, il dio della bellezza e via di seguito. Si immaginavano le co-se in cui credevano con una raffigura-zione che ha preceduto qualsiasi spie-gazione religiosa. Erano i testimonial del loro desiderio di immortalità. La forza del testimonial è fondamentale per influenzare le persone che seguo-no non chi fa dei bei discorsi raziona-li, ma chi trasmette il vissuto. Mi pare che siamo in un circo-lo vizioso, fra la pressione di un mercato onnivoro, e quindi incline a sfruttare le debolezze umane, e la necessità di alzare il tiro verso traguardi più alti e valori duraturi. O no?Ne stiamo uscendo. Il card. Gian-franco Ravasi in una recente inter-vista a un quotidiano nazionale ha detto che se vogliamo trasmettere meglio il messaggio della fede dob-biamo imparare le grammatiche della comunicazione. Io aggiungo: dobbiamo uscire dalla fase delle critiche razionali e fare leva sul-la sfera emotiva. Con le prediche non andiamo da nessuna parte. Noi cattolici spesso ci lamentiamo per-ché annunciamo Gesù (cosa vuoi di più?) e gli altri non ci ascoltano. Di-mentichiamo lo stesso insegnamen-to di Gesù che non faceva prediche, ma raccontava parabole, cioè co-niugava l’annuncio con il vissuto.

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Doveva essere una risposta a “Vie-ni via con me”, trasmissione di Rai Tre che lo scorso autunno si guada-gnò un importante record di ascolti. Vittorio Sgarbi, dopo mesi di tratta-tive con l’amministrazione Rai ha risposto con il suo “Ci tocca anche Vittorio Sgarbi”, varietà inaugurato la scorsa settimana su Rai Uno in prima serata. Il nuovo direttore ge-nerale della Rai Lorenza Lei avreb-be voluto che le puntate dello show venissero registrate, ma Sgarbi si è impuntato e ha ottenuto la diretta, durante la quale lui stesso ha dichia-rato davanti alle telecamere “Sarà meglio che le prossime puntate le

registriamo”. Un’inutile precisazio-ne: il programma è stato cancellato dopo il suo esordio, considerando il record negativo di ascolti, 2 milioni di spettatori, un numero insignifican-te per il primo canale nazionale. La puntata era dedicata alla figura del Padre, intesa in tutte le sue accezio-ni, da quella sociale e antropologica a quella religiosa. Uno spettacolo per celebrare la paternità e che parados-salmente ha sofferto di orfanità fin dai primi minuti di vita. Orfano di produzione, di testi, di scaletta, di macchinisti, di assistenti di studio. Ma soprattutto orfano di argomenti, se consideriamo che per più di due

ore il presentatore si è esibito in una noiosa autocelebrazione a 360 gradi che non è piaciuta al pubblico. Vittorio Sgarbi per una sera unico protagonista della ribalta televisi-va: in apertura ha dichiarato di non essere un valido “direttore d’orche-stra”, semmai un ottimo “solista”. Ma il suo assolo è risultato stonato e fuori luogo, perché non supporta-to da un adeguato lavoro di prepara-zione editoriale e di pianificazione. Ha voluto fare di testa sua, improv-visando e stravolgendo la scaletta, mettendo in difficoltà innanzitutto gli ospiti, chiamati in causa nei mo-menti meno opportuni. È riuscito

perfino a confondere le idee a mons. Antonio Staglianò interrompendolo durante la sua riflessione sul Padre celeste, per fargli dire quello che gli serviva per collegarsi all’argomento successivo. Un clima teso e nervoso durante le due ore di diretta, chiusa in fretta e furia dichiarando di aver tagliato l’intera parte finale dello show. Le gaffe di Sgarbi hanno fatto il giro della rete, la scena in cui met-te le mani addosso al cantante Mor-gan, colpevole di averlo interrotto durante un monologo, è diventata un cult di Youtube... Del resto questo è Sgarbi: prepotenza e aggressività, ca-ratteristiche che in tv funzionano se

hanno uno spazio adeguato, di certo non due ore in prima serata.L’immagine che Sgarbi ha dato del-la Rai è quella di una spiaggia libe-ra, dove chiunque può mettersi in mostra pretendendo il palco più im-portante e il pubblico delle grandi occasioni. Una realtà mediatica che vanta decenni di successi ha dovuto inchinarsi davanti al primo esagita-to, supportato dal favorevole ven-to politico, che è salito in groppa al cavallo senza saperlo condurre e lo ha azzoppato per una sera, contri-buendo a intaccare ulteriormente la già precaria immagine della tv pub-blica italiana.

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e la prima cosa che chie-dete di un film è “di cosa parla?”, forse “The Tree of Life” non fa per voi. Lo schermo è troppo picco-

lo per contenere la monumentale opera di Terrence Malick, 138 mi-nuti incoronati con la Palma d’oro al Festival di Cannes. Il misterioso regista americano – cinque film dal 1973 a oggi – tenta con ogni mezzo di condurre il cinema oltre se stes-so, trasformandolo in un’avventura visiva ed emozionale alla quale è necessario abbandonarsi. “The Tree of Life” contiene l’intero cosmo, l’in-finitamente piccolo e il Big Bang, i dinosauri e i sentimenti più fragili, il mistero della morte e i tormenti della vita: e trasmette la sensazio-ne che il tempo non scorra in senso diacronico, ma che tutto sia eterna-mente presente, a conferire un sen-so profondo a ogni singolo istante dell’esistenza.Le alte meditazioni del regista si ri-specchiano nel carattere formale del suo lavoro. Anche nella parte più narrativa – la storia di una fami-glia e del lutto che ne ha segnato il percorso – il film non contiene una sola inquadratura prevedibile. Le immagini hanno il ritmo del discor-so interiore, spesso accompagnate

da frammenti di monologo nei quali parla la vita inconscia dei personag-gi. Soprattutto, restituiscono con grande penetrazione un mondo vi-sto ad altezza di bambino: il giovane Jack, che nell’America provinciale degli anni Cinquanta cresce lacerato tra il principio paterno – incarnato da un genitore tanto duro nei modi quanto fragile nei sentimenti, Brad Pitt in una grande prova di bravura – e quello materno, sorretto da un potente afflato amoroso (e dal vi-so espressivo di Jessica Chastain). All’altro capo del film c’è la vita di Jack adulto (Sean Penn), risucchia-to nel ricordo di quel sentire infan-tile e adolescenziale, mentre abita una città di grattacieli a cui le in-quadrature conferiscono un respiro quasi selvatico. In un film che, fin dalle prime parole, propone un’al-ternativa tra “natura” e “grazia”, la

presenza del mondo naturale è in ogni momento palpitante. A un cer-to punto, il regista abbandona i suoi personaggi per incorniciarne la pa-rabola in una sorta di microstoria per immagini dell’universo, per la quale è stato proposto il paragone con il capolavoro di Kubrick “2001 Odissea nello spazio”. Dalle origini della Terra al suo popolamento, dai microrganismi ai grandi fenomeni naturali; fino al ricongiungimento con lo “altro” mondo, quello popo-lato da chi ha lasciato la vita come noi la conosciamo. Coraggioso e spiritualmente denso, il film di Malick è destinato a divi-dere gli spettatori. A Cannes è stato acclamato e fischiato. Qualcuno ha scritto che questo è il cinema del fu-turo: meglio sospendere il giudizio su un’opera che, nel presente, ci è parsa sovrastata dalle proprie ambi-zioni. La sua forza viene dalla straor-dinaria adesione della macchina da presa alle emozioni dei personaggi e al loro rispecchiamento nell’am-biente che li circonda. La ricercatez-za però diventa anche manierismo, nel susseguirsi di quadri naturali splendidi ma oleografici, e soprat-tutto nell’enfatico mondo ultrater-reno del finale, in cui lo sguardo finisce con l’accasciarsi estenuato.

de maccure

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entre in Italia i giova-ni sono alle prese con un mercato del lavoro per loro avaro di sod-disfazioni (se ne parla

anche in questa pagina, ndr.) Il 53% dei giovani europei si dichiara “di-sponibile o intenzionato a lavorare in un altro Paese Ue”. Fra di essi, una percentuale leggermente mag-giore “ha espresso la preferenza per un lavoro all’estero durante un perio-do di tempo limitato (28%) piuttosto che a lungo periodo (25%)”. Lo atte-sta un’indagine di Eurobarometro diffusa in occasione della Settimana europea della gioventù chiusasi il 21 maggio scorso L’indagine è stata condotta dall’istitu-to demoscopico dell’Ue intervistan-do 57mila persone tra i 15 e i 35 anni d’età di 31 nazionalità differenti. “I giovani maschi (56%) sono maggior-mente disponibili a lavorare all’este-ro rispetto alle giovani donne (49%)”, vi si legge. La fascia d’età dai 15 ai

in merito ai contributi finanziari di-sponibili attraverso i programmi co-munitari come Erasmus”. Per Vassi-liou due delle principali sfide attuali “sono la disoccupazione giovanile e la bassa crescita economica: una maggiore mobilità degli studenti e dei lavoratori contribuirebbe alla so-luzione del problema”. La Commis-saria nota anche come “gli studenti che compiono all’estero una parte dei loro studi vedono aumentare le possibilità di impiego e hanno mag-giori probabilità di lavorare all’este-ro in un momento successivo della loro vita”.

Sarà l’aula magna della Facoltà di Medicina dell’Università di Brescia ad ospitare l’assemblea 2011 dell’Associazione industriale bresciana in programma il 30 maggio. Dopo la parte privata, che inizierà alle 14, alle 16 la parte pubblica sarà introdotta dalla proiezione del filmato “L’industria bresciana: 1861-2011”, cortometraggio realizzato dagli studenti dell’Accademia di belle arti di Brescia Santa Giulia. Dopo il saluto del rettore dell’Università

di Brescia, prof. Sergio Pecorelli, il presidente di Aib, Giancarlo Dallera, terrà la relazione annuale, cui seguirà l’intervento del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Intervistato dal direttore de “Il Sole 24Ore”, Roberto Napoletano parlerà il politologo statunitense Edward Nicolae Luttwak, al quale seguirà la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. La giornata sarà chiusa dall’intervento del ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

19 anni si dichiara “più propensa a lavorare all’estero rispetto alle per-sone di 30-35 anni” (63% rispetto al 42%); ma in questo caso contano, evi-dentemente, la maggiore esperienza umana e professionale e gli eventuali legami familiari e affettivi. La ricerca ha scandagliato diversi argomenti sul versante dell’istruzione, della mobi-lità, del lavoro e notevoli appaiono le differenze fra Paese e Paese: ad esempio i più attratti da altri Paesi sono i giovani dell’Est, quelli scan-dinavi, quelli dei Paesi baltici, oltre che di Germania, Grecia, Francia. In fondo alla “classifica” si collocano

turchi, italiani e olandesi. Gli inter-vistati più inclini a vivere e lavorare altrove sono quelli che hanno livelli di studio e qualifiche superiori. Il fatto che più della metà dei giovani “sia disposta a recarsi in un altro Pae-se per lavorare – affermano i ricerca-tori di Eurobarometro – è un segnale positivo per il mercato del lavoro eu-ropeo, poiché attualmente la mobili-tà del lavoro nell’Ue si situa soltan-to attorno al 3%”. Fra gli intervistati, inoltre, risulta che solo un giovane europeo su 7 (14%) “ha dichiarato di aver trascorso un periodo all’estero o di trovarsi all’estero al momento dell’indagine, per ricevere istruzio-ne o formazione”. La proporzione va dal 3% in Turchia al 39% a Cipro e al 41% in Lussemburgo. Eurobarome-tro puntualizza: “I giovani ritengono che l’allargamento delle competenze, come la capacità di parlare fluente-mente una lingua straniera, la consa-pevolezza culturale, l’adattabilità e le competenze interpersonali hanno

rappresentato il risultato più impor-tante derivante da un trasferimento all’estero”. Due terzi dei giovani che hanno trascorso oltre confine un pe-riodo di formazione ha sostenuto di aver attinto dai propri risparmi per “pagare la trasferta”. La proporzione di giovani che hanno ricevuto prestiti o borse di studio nazionali o regiona-li per finanziare il loro periodo fuori patria “varia notevolmente tra i Paesi oggetto dell’indagine” e raggiunge il massimo livello in Norvegia, Lussem-burgo e Islanda.Un primo commento alla ricerca è giunto da Androulla Vassiliou, com-missaria per Istruzione, cultura e gio-ventù. “L’indagine mette in eviden-za l’interesse dei giovani a lavorare all’estero e questa è una buona no-tizia per l’Europa. Sfortunatamente però questo loro desiderio si scontra con troppi ostacoli”. È dunque “ne-cessario facilitare lo studio, la forma-zione e il lavoro dei giovani” al di là dei confini nazionali e “sensibilizzarli

“Acqua, risorsa per le nostre comunità Qualità della vita e gestione del ciclo idrico. L’impegno delle Aziende del territorio” è il tema di uno workshop promosso da Comunità di Zona Srl e Cogeme spa per sabato 28 maggio a Villa Mazzotti a Chiari nell’ambito di “Chiarissima”. Interverranno Enio Moretti, presidente Comunità di zona, Gianluca Delbarba, presidente Cogeme e Marco Zemello, direttore Aato della Provincia di Brescia.

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“Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. Questo il titolo scelto da Confartigianato per la sua assemblea del 22 maggio, apertasi nel nome di Paolo VI e della sua Populorum progressio. Una delle chiavi per immaginare un futuro migliore, ha sottolineato il presidente Eugenio Massetti, aprendo i lavori dell’assemblea: “Creare sviluppo nel mondo perché senza quello assistiamo alle migrazioni di disperati che vengono a cercare pane e lavoro,

aggravando in qualche caso anche una situazione già precaria”. Sul tema hanno discusso don Walter Magnoni, con interventi del ministro all’Istruzione, Mariastella Gelmini, e il presidente nazionale di Confartigianato, Giorgio Guerrini. Un momento di riflessione, preceduto dalla relazione del presidente Massetti, che ha esordito con una buona notizia per gli associati: il bilancio 2010 dell’organizzazione è tornato positivo, “avremo più risorse – ha

commentato – per le nostre attività prossime”. “La sussidiarietà – ha spiegato il numero uno di via Orzinuovi – è un principio che sta nel dna di Confartigianato. Se i corpi intermedi della società, come lo è la nostra organizzazione, sono in grado di svolgere una funzione sociale e soddisfare i bisogni del cittadino, lo Stato deve sostenerci”. Alla tavola rotonda è intervenuto anche Giorgio Guerrini che ha invitato a rivedere le regole imposte alle banche.

a crisi ha cambiato le carte in tavola ed oggi che l’eco-nomia italiana arranca e le grandi industrie guardano sempre più all’estero, “ci

si accorge che “piccolo è bello”, non brutto: e che noi non siamo “i picco-li”, noi siamo “i tanti”, spiega Eugenio Massetti presidente di Confartigia-nato Imprese Unione di Brescia. E da questo essere tanti e non piccoli, nasce la nostra forza. Confartigiana-to Imprese Unione di Brescia rappre-senta complessivamente, oltre 14mila piccoli e medi imprenditori che costi-tuiscono l’asse portante dell’econo-

re profitti senza responsabilità. La società è quel luogo dove insieme aspiriamo a vedere i tempi migliori. Organizziamoci perché è la società stessa che, oggi, ci chiede di met-terle a disposizione tutta la nostra intelligenza, e tutte le nostre forze”, ha concluso Massetti.

mia e del benessere della nostra pro-vincia a 150 anni da quelle battaglie. Una forza che vuole far pressione su Governo, affinché lavori perché si crei un “pregiudizio” positivo ver-so le piccole e medie imprese, che sia reale e non propaganda. Lavori alla costruzione di uno sviluppo fa-vorevole di questo tessuto. Lavori perché si favoriscano e supportino i processi di aggregazione in rete degli imprenditori. “Ciò che vogliamo – ha continuato Massetti – è un Fisco nazionale e locale (il federalismo municipale) amico delle Pmi. Delle politiche na-

zionali e locali che coinvolgono più direttamente le imprese, e che siano fonte di crescita e non di disperazio-ne. Più semplificazione”. Stiamo combattendo, spiega il Pre-sidente di Confartigianato, per-ché non si tolgano gli incentivi al-le energie rinnovabili proprio in un momento in cui il Governo stesso si prende due anni di tempo per ra-gionare sull’energia nucleare. Quel-le energie rinnovabili rappresentano il futuro sostenibile per i nostri figli, quegli stessi educhiamo nelle nostre scuole. Quello è il futuro per una so-cietà che non demolisca il pianeta.

3000 imprese di questa provincia si sono specializzate nel settore e dan-no lavoro a 10mila addetti. Il settore della installazione traina addirittura quello dell’edilizia. “Come artigiani, ma soprattutto bresciani, dobbiamo assumiamoci insieme la responsabilità di essere coloro che lavorano davvero per lo sviluppo, che credono nello svilup-po, che credono che esso sia stru-mento di benessere sociale e quindi di Pace per questa città e per l’inte-ro pianeta. Facciamolo aprendoci una volta di più alla società civile della quale siamo orgogliosi di es-sere parte. Perché la società non è un trucco ingegnoso per ottene-

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“Se l’Italia è riuscita a reggere dinanzi alla crisi, il merito è del piccolo tessuto produttivo che nel momento della difficoltà è stato il jolly del Paese”. Questo l’esordio del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini (nella foto) alla tavola rotonda. Stuzzicata dalle domande del giornalista Nicola Porro, il Ministro ha toccato numerosi temi. A cominciare dall’articolo 41 della Costituzione: “Entro la fine del mandato realizzeremo

quanto promesso. Non abbiamo affatto dimenticato. Le difficoltà che si incontrano nella fase di attuazione dei provvedimenti non ci devono far cambiare strada. L’Italia non può allentare la presa sul rigore: occorrono le riforme. Non bisogna però accontentarsi dell’approvazione in Parlamento, ma portare a casa tutti i decreti attuativi. Guai ad arrestare il processo di cambiamento”. Dopo aver ripercorso i cambiamenti su scuola e università,

e fatto il punto sull’introduzione dei costi standard nella Pubblica amministrazione, il Ministro ha sottolineato che la riforma fiscale “sarà il vero banco di prova del Governo”. Alla tavola rotonda è intervenuto anche Giorgio Guerrini, presidente nazionale di Confartigianato. “Ci sono molti piccoli imprenditori che hanno investito in questo Governo – ha affermato davanti alla platea bresciana – e non sono soddisfatti”.

ussidiarietà e valori, per questo oggi lavoriamo. Lo ha spiegato a chiare lettere Eugenio Massetti ai molti artigiani presenti nell’audi-

torium di via Orzinuovi per la loro assemblea . Di primo acchito, l’argo-mento può sembrare difficile, ma è tema che da sempre caratterizza la linea della Confartigianato di Bre-scia, come ha ribadito a più riprese il presidente. Così come ha più riprese Massetti ha parlato della coscienza imprendito-riale al servizio della costruzione del bene comune. Per questo Confarti-

gianato di Brescia, corpo intermedio che si colloca tra lo Stato e il cittadi-no, rivendica un suo ruolo proprio nella costruzione del bene comune. Oggi senza sussidiarietà c’è solo aridità: lo ha spiegato don Walter

Magnoni, responsabile della pasto-rale sociale della diocesi di Milano, invitato da Confartigianato per una riflessione sul tema “Lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. L’intervento del sacerdote milanese ha preso le mosse dalla Populorum progressio in cui Paolo VI ammoni-va che “lo sviluppo non si riduce al-la semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve es-sere integrale, il che vuol dire volto alla promozione dell’uomo”. La Confartigianato ha già avviato da tempo questa strada. In ultimo con l’iniziativa proposta pochi giorni

fa insieme alle altre Confartigiana-to del Garda di Verona, Mantova e Trento con le quali è stato sottoscrit-to un importante protocollo di inte-sa volto ad unire gli sforzi e a pesare di più nelle scelte, proprio in questo ruolo di sussidiarietà per lo sviluppo di quella area strategica per l’econo-mia del Nord Italia. Ora, di fronte al-le sfide di una economia ormai del tutto globalizzata, le imprese non si devono ritrarre, ma pensiamo che debba “partecipare”, “discernere”, “accompagnare” la nostra provincia, la Regione, il Paese e l’intera comu-nità internazionale per il raggiungi-

mento di un bene comune, perché sappiamo che lo sviluppo generale nostro e dell’umanità tutta porterà infine anche alla Pace, continua il leader di Confartigianato.“Non dobbiamo avere paura di di-re: aiutiamo, anche intensificando gli sforzi nella cooperazione inter-nazionale, i popoli del terzo mondo perché le persone possano poter vi-vere bene nei loro Paesi, essendo noi coloro che li aiutano nel loro sviluppo, anche con la internazio-nalizzazione delle nostre imprese”, ha ammonito ancora don Walter Magnoni nel suo intervento.

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A sorpresa sarà Firenze l’avversario del Cammi Calvisano nella finale unica di domenica 29 che permetterà alla vincente di salire nel massimo campionato nazionale di rugby (Eccellenza). Si giocherà sul neutro di Reggio Emilia, fischio d’inizio alle ore 17. Bassaioli che hanno eliminato Reggio Emilia, toscani passati a sorpresa avendo la meglio contro il San Gregorio Catania. “Dovremo fare attenzione a non ripetere gli errori della gara di ritorno contro Reggio – ha

sottolineato il tecnico del Calvisano, Giuseppe Mor – per il resto sono soddisfatto di incontrare Firenze. San Gregorio rappresentava un pericolo maggiore, è squadra più attrezzata. Sta di fatto che la finale va pur sempre giocata sul campo, ma a questo punto noi partiamo decisamente da favoriti”. Diretta integrale dell’incontro a partire dalle 16.55 sulle frequenze di Radio Voce (Fm 88.3-88.5) e in streaming sul sito web www.radiovoce.it (al.an.)

iunta alla 27ª edizione, giovedì 2 giugno torna l’appuntamento con la Brescia-Montemagno, corsa riservata alla cate-

goria Juniores maschile (17-18 anni) e inserita nel calendario regionale della Federazione ciclistica italiana. La partenza della carovana è previ-sta per le ore 14 da piazza Arnaldo, quindi l’imbocco di viale Venezia per uscire dalla città, l’attraversamento di Rezzato, Virle Treponti, Mazza-no, Nuvolera, Nuvolento, Paitone, poi l’approdo a Gavardo dove verrà ripetuto per dieci volte un circuito

tanto per citarne alcuni. Ci piacereb-be continuare a lavorare con i giova-ni, anche se quest’anno non siamo riusciti a organizzare una squadra”. Per iscriversi alla 27ª Brescia-Mon-temagno è necessario compilare l’apposito modulo su www.federci-clismo.it entro martedì 31 maggio.

lungo le vie del paese. Infine, all’11° giro il gruppo salirà verso Montema-gno, punto d’arrivo di un percorso che percorre la provincia per 105 chilometri complessivi. Alla cor-sa, patrocinata dai Comuni di Bre-scia e Gavardo, prenderanno parte un’ottantina di corridori, eccellenza del panorama giovanile nazionale. In chiave bresciana è confermata la presenza del blasonato club Gs Aspiratori Otelli-Caseifici Zani gui-dato dall’ex professionista Gianbat-tista Bardelloni. L’organizzazione della Brescia-Mon-temagno è sempre in mano alla Li-

bertas 1911, società presieduta da Stefano Ferretti e che quest’anno ha festeggiato i 100 anni di vita. “È una delle manifestazioni cui tenia-mo di più – spiega il patron Ferretti – soprattutto nell’anno del centena-rio. Da tanti anni questa gara è inse-rita nel calendario bresciano e col tempo è andata via via acquisendo bellezza. A confermare l’importan-za dell’evento i molti corridori pro-venienti da ogni parte d’Italia come Liguria, Veneto e Sardegna”. Entrando nello specifico, invece, il patron della Libertas 1911 spiega i contenuti tecnici. “È una gara mol-

to tecnica, soprattutto nel finale con arrivo in salita adatto a passisti-scalatori. Ci aspettiamo tanta gente lungo il percorso, perché l’impegno che questi ragazzi ci mettono è alla pari di quello dei professionisti. So-lo per questo meritano di essere in-coraggiati”. A tal proposito Ferretti vuol fare un appello. “Troppi ragaz-zi si stanno allontanando da questo sport, preferendo scegliere altre di-scipline. La nostra terra è storica-mente generosa con il ciclismo, ma mancano ragazzi da far crescere, e pescarli in altre regioni ha un costo elevato. In passato abbiamo scova-to atleti come Antonelli, i fratelli Ca-stignola, Cresseri, i gemelli Colpani,

Giovedì 2 giugno va in scena a Brescia la 6ª edizione del Criterium dei Circuiti. Una trentina i corridori che, a conclusione del Giro d’Italia, si daranno battaglia nella nostra città. Sarà presente il vincitore della corsa rosa oltre al campione italiano Giovanni Visconti. Partenza da piazza Loggia con il circuito che si snoderà nel centro storico cittadino per due chilometri. Carovana che proseguirà per via X Giornate,

via Mazzini, corso Zanardelli, via Pusterla ai piedi del Castello, prima di tornare in piazza Loggia passando per via San Faustino. La gara durerà 60 minuti dopo i quali scatteranno gli ultimi tre giri che delineeranno l’ordine di arrivo. Organizzata dalla Open Space dell’ex ciclista Marco Velo, la gara ha il patrocinio del Comune di Brescia e sarà seguita da Sky. Da segnalare i 30mila tifosi assiepati lungo le transenne del circuito in ciascuna delle precedenti edizioni.

GARA CICLISTICA JUNIORES

27a BRESCIA - MONTE MAGNOGiovedì 2 Giugno 2011

partenza da P.le Arnaldo ore 14

COMUNE DI GAVARDO

B r e s c i a S . P o l oB r e s c i a S . P o l o

w w w . g r u p p o f a u s t i n i . i t

B I K EI S A I ABresciaVia Tosio, 25Tel. 030 [email protected]

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al 1986 al 2011. L’orato-rio Calcinato compie un quarto di secolo e può guardare al passato e al presente con grande

soddisfazione. Nell’arco di 25 anni, infatti, è riuscito a costituire la mag-gior realtà polisportiva di un comu-ne bresciano che conta circa 13mila abitanti. I numeri parlano chiaro: 14 formazioni (13 affiliate al Csi), 210 atleti e 50 volontari tra allenatori, dirigenti e accompagnatori. Quan-to alle discipline si spazia dal calcio al volley passando per calcio a 5 e tennis tavolo. “Il 25° è un traguardo importante – afferma il presidente Lorenzo Bra-vo –, lo abbiamo raggiunto vivendo la passione per lo sport e mettendo radici in oratorio. Il nostro progetto sportivo punta a promuovere l’uo-mo attraverso lo sport educando le nuove generazioni”. Socializza-zione, rispetto delle regole e sacri-ficio sono le colonne portanti della società, attiva in campo ma anche nell’organizzazione di incontri come quello del 31 maggio alle 20.30 con protagonisti don Marco Mori (diret-tore Ufficio oratori), Amelia Morga-no (presidente Csi Brescia) e Mar-co Zambelli (calciatore del Brescia Calcio): “Le esperienze formative e sportive vanno di pari passo. A Cal-cinato le porte sono aperte a tutti ed è nostro dovere diffondere una sana cultura sportiva divulgando i valori che ciascuna disciplina può

Archiviate le finali provinciali, alcune delle migliori formazioni bresciane hanno iniziato la loro avventura in terra lombarda a caccia della rosa camuna. Il calcio ha registrato gli esordi di due categorie giovanili. Negli allievi partono fortissimo i campioni bresciani del B. Rock Torbiato, vittoriosi 9-1 sui cugini camuni delle Officine Video Gorzone. Più combattuto il confronto tra S. Giacomo ’96 e Vezza d’Oglio, che ha visto prevalere i biancorossi per

4-3. Tra gli juniores i neoscudettati dell’Aurora Lumezzane vengono travolti 5-2 dai lecchesi del Bernate A; va meglio a Bonomelli Nigoline, che vendica i concittadini imponendosi 7-5 su Futura ’96.Nel volley arrivano solo bocconi amari per le pallavoliste bresciane della categoria juniores. San Giacinto s’inchina alle milanesi della Gdc Volley (3-0) e Franciacorta subisce lo stesso passivo contro un’altra formazione grigiorossa: il Treponti.

trasmettere. I nostri tecnici sono “al-leducatori” attenti prima all’indivi-duo, poi alla tecnica. Il loro ruolo è fondamentale perché diventano veri e propri punti di riferimenti per i più piccoli”. La strategia funziona anche dal punto di vista dei risultati, come testimoniano gli scudetti provinciali ottenuti nel calcio a 5 e nell’under 10 del calcio, oltre all’argento del-

le top junior nel volley. Riconosci-menti importanti arrivati anche per due figure storiche: Diego Picenni e Dario Spillare, premiati dal Comu-ne nel corso della festa dello spor-tivo per la loro dedizione alla causa.Ora è tempo di guardare al futuro: “Arrivare al 50° sarebbe un sogno – confessa Bravo –, l’importante è da-re un seguito al progetto nel segno dei giovani, perché possano eredita-re la nostra passione e prendere il nostro posto. Crediamo che il risul-tato più bello di questi primi 25 an-ni sia stato proprio vedere tanti ex atleti impegnarsi dietro la scrivania per far vivere alle nuove generazioni una passione autentica”.

diamo voce anche al rugby Serie A1 Finale Promozione

La radio dello sport brescianosms: 3383636104 - [email protected]

Domenica 29 maggio 2011stadio “Crocetta Canalina” Reggio Emilia

Ore 16,55 radiocronaca integrale - diretta internet: radiovoce.it/streaming.php

Cammi Calvisano - Consiel Firenze

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Il ritmo delle chitarrepuò svegliare dal torpore

Signor direttore, ho letto con interesse su “Voce” del 19 maggio la lettera del sig. Deside-ri sulle chitarre in chiesa. Sono in buona parte d’accordo e condivido le conclusioni: non mitizzare l’orga-no né demonizzare le chitarre, ma fare musica che sia bella. Ma vorrei aggiungere alcune riflessioni. Anzi-tutto: il canto liturgico serve sia a dare gloria a Dio con la bellezza del-la liturgia, sia a far partecipare l’as-semblea con il canto corale. Cosa privilegiare dunque: le raffinatezze musicali della Cappella Sistina, o le melodie elementari e il coro maga-ri stonato dei fedeli? Se l’alternati-va fosse tra questi due estremi, la priorità non potrebbe essere che per la seconda opzione. La liturgia non è infatti uno spettacolo a cui si assiste, ma una “azione” a cui si partecipa. La realtà per fortuna è assai complessa e variegata. Penso che ogni chiesa e ogni parrocchia cerchi di fare del suo meglio per conciliare le due opzioni, secondo il suo ambiente peculiare e i mez-zi a disposizione. E tra le priorità, penso che si debbano privilegiare le esigenze del mondo giovanile. I vecchi (e io tra questi) sono ormai “acquisiti”; anzi, costringerli alle novità evita loro di fossilizzarsi nella tradizione. Certo, come dice il lettore, non conta tanto lo stru-mento che si suona, quanto quello che si suona e quello che si canta. E ci vuole anche prudenza e discer-nimento. Ma io trovo che il rinno-vamento liturgico postconciliare abbia arricchito la Chiesa di molti canti particolarmente belli, sia per

i testi che per la musica. In tema di bellezza, Dio è alquanto esigente; speriamo che sia molto compren-sivo. Ma quello che veramente è scoraggiante, e che certo mette a dura prova anche la pazienza degli angeli che assistono all’altare, è la lentezza esasperante con cui i testi liturgici vengono spesso cantati. Quando sentiamo certi “alleluja” cantati come nenie funebri, viene da gridare “Gente, sveglia! Sapete o no che Gesù è risorto?” Se il rit-mo “da campeggio” delle chitarre serve a scuotere da questa specie di torpore devozionale, benvenute chitarre! E gli angeli intorno all’al-tare faranno festa a ritmo di rock.Maurizio Bestagno

Le bugie di Formigoni

Egr. direttore,giovedì 19 maggio, durante la tra-smissione televisiva “Otto e mez-zo” su La7, il presidente della Re-gione Lombardia Roberto Formi-goni ha riproposto due delle tante menzogne che Berlusconi propina ogni giorno all’opinione pubbli-ca e i suoi “amici” ripetono come pappagalli. Formigoni ha detto che Berlusconi ha subìto decine e de-cine di processi ed è sempre stato assolto. Purtroppo né la conduttri-ce Gruber né l’interlocutore Lerner hanno, come dovevano, obiettato. Infatti i dati sono questi. Innanzi-tutto i processi affrontati dal Cava-liere come imputato sono sedici (e non decine e decine). Quattro sono ancora in corso: corruzione in atti giudiziari per l’affare Mills; istiga-zione alla corruzione di un paio di senatori (la procura di Roma ha

chiesto l’archiviazione); fondi neri per i diritti tv Mediaset (in dibat-timento a Milano); appropriazio-ne indebita nell’affare Mediatrade (siamo ancora alle fasi prelimina-ri). Nei dodici processi già conclu-si, soltanto in tre casi le sentenze sono state di assoluzione. In un’oc-casione con formula piena per l’af-fare Sme-Ariosto/1 (la corruzione dei giudici di Roma). Due volte con la formula dubitativa del comma 2 dell’art. 530 del Codice di procedu-ra penale che assorbe la vecchia insufficienza di prove: i fondi neri Medusa e le tangenti alla Guardia di Finanza, dove il Cavaliere è sta-to condannato in primo grado per corruzione; dichiarato colpevole, ma prescritto in appello grazie al-le attenuanti generiche; assolto in Cassazione per “insufficienza pro-batoria”. Riformato e depenalizza-to il falso in bilancio dal governo Berlusconi, l’imputato Berlusconi è stato assolto in due processi (All Iberian/2 e Sme-Ariosto/2) perché “il fatto non è più previsto dalla leg-ge come reato”. Due amnistie han-no estinto il reato e cancellato la condanna inflittagli per falsa testi-monianza (aveva truccato le date della sua iscrizione alla P2) e per falso in bilancio (i terreni di Mache-rio). Per cinque volte è salvo con le “attenuanti generiche” che (atten-zione) si assegnano a chi è ritenuto responsabile del reato. Per di più le “attenuanti generiche” gli hanno consentito di beneficiare, in tre ca-si, della prescrizione dimezzata che si era fabbricato come capo del go-verno: All Iberian/1 (finanziamento illecito a Craxi); caso Lentini; bilan-ci Fininvest 1988-’92; fondi neri nel consolidato Fininvest (1500 miliar-

di); Mondadori (l’avvocato di Ber-lusconi, Cesare Previti, ha compra-to il giudice Metta, entrambi sono condannati: di chi erano i soldi?). Provate a immaginare cosa sareb-be successo a un cittadino qualun-que che non poteva farsi le leggi su misura. Con buona pace dei pappa-galli, ma non degli italiani onesti. Valerio Trombini

Sgarbi televisivi

Egr. direttore,a volte le buone notizie arrivano quando meno te le aspetti. Per esempio nei giorni scorsi mi è ca-pitato tra le mani “Sorrisi e can-zoni” con Vittorio Sgarbi in prima pagina, accompagnato dal titolo “Batterò il record di Saviano”. E nell’interno del giornale ho letto il titolo dell’intervista: “con i mo-nologhi sono imbattibile. Il titolo della trasmissione Era invece “Ci tocca anche Sgarbi”. Non ho fatto in tempo a leggere questi annunci che, dopo il fallimento della prima puntata, il programma di Sgarbi è stato cancellato. Naturalmente Sgarbi se l’è presa con gli italiani che non amano la cultura. Può es-sere vero. Ma è un dato di fatto che non amano nemmeno i tromboni (almeno nei tempi lunghi). Molti si lamentano perché i programmi televisivi dedicati al dibattito poli-tico sono quasi tutti orientati a si-nistra. È vero, ma è pure vero che a destra tutti quelli che ci provano falliscono. Forse perchè da quelle parti sono meno preparati culturalmente. Do-vrebbero allenarsi di più invece di aggredire gli altriOscar Principi

Lourdes, oasi di pace

Egr. direttore,il tempo vola, un altro anno è passato e un nuovo pellegrinaggio a Lourdes si è presentato. Quest’inverno avevo deciso, per motivi economici di non andarci, ma poi visto che gli acciac-chi della vecchiaia cominciano a far-si sentire ho cambiato pensiero, per-ché magari sarà l’ultima volta, e vi ho partecipato e la gioia che ho provata non mi ha fatto pentire. Comincian-do dagli amici sani che avevo vicini sul treno. Essi mi aiutavano in tutti i miei bisogni con tanta cordialità ed affetto. Arrivati davanti alla Regina dei Pirenei ho ritrovato tanti amici e me ne sono fatti dei nuovi. Tra i pri-mi un caro dottore con la sposa che ho amato dal primo istante che li co-nobbi qualche anno fa. Questo perché buoni e amabili con tutti noi. Poi tanti giovani o meno che si donavano per alleviare il dolore di chi soffriva di più, aiutandoli in ogni bisogno che occor-re a chi è infermo. Inoltre ho ritrovato certe adolescenti e financo bambine che da anni vengono coi loro genitori e che vogliono rendersi utili e lavora-vano come giovinette. Mancava solo Maria che quando era ancora piccola avrebbe voluto spingere la carrozzella di Sandro, una cara creatura che è or-fano e vive in una casa di cura di Asti. Come sempre abbiamo passato la Set-timana santa nelle solite chiese e spe-cialmente nella basilica sotterranea di San Pio X, insieme a migliaia di perso-ne di tutto il mondo. Quando uscivo stendevo la mano a tutti in segno di saluto e tanti, tra i quali neri e cinesi ricambiavano sorridendo ed io che sono facile all’amore per lo straniero li abbracciavo con l’occhio del cuo-re con affetto profondo. Tornando al

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UNIONE STAMPA PERIODICA ITALIANA

FEDERAZIONE ITALIANA SETTIMANALI CATTOLICI

Associato Associato

nostro gruppo, una giovane e un’ado-lescente mi hanno fatto sorridere di gioia. La prima, Francesca, quando era ancora bambina mi era al fianco insieme alla cuginetta sull’altro fianco il giorno di Pasqua durante la proces-sione col Santissimo e mi facevano domande come questa: ma tu sei nato in domenica? Perché care avrei avu-to questo privilegio? Perché ti chiami Domenico! Domande di creature in-nocenti che ti toccano il cuore. Altra, adolescente, Giulia, avevo chiesto di scrivermi qualche cartolina, cosa che fece volentieri, tanto che nei giorni seguenti era lei che mi veniva a chie-dere se ne doveva scriverne ancora. Francesca invece ci serviva in tavola con un sereno sorriso che era ricam-biato da tanti infermi. Questa è quel-la cronaca bianca che non fa notizia ed è ignorata dalla maggior parte dei mass media, cominciando dalla televi-sione, i quali preferiscono cronache di morte e assassini, raccontati più volte al giorno e magari per mesi come ab-biamo potuto vedere nell’ultimo an-no con quelle care ragazzine uccise. E il brutto è che i genitori pregano i giornalisti di smettere in quanto que-sto loro fare aumenta il loro dolore, mentre essi continuano questo brutto mestiere. E per finire vi è un caso mol-to bello che mi ha commosso di più. Nel refettorio avevo vicino due spo-si piemontesi Adele e Davide. Erano ancora abbastanza giovani, ma lui era stato colpito da un brutto male. Ma la moglie e mamma (hanno due figli), lo assisteva con amore, quell’amore che aveva promesso quando si erano sposati. Ebbene, questo episodio mi ha fatto vedere in Adele, che guarda caso significa nobile, un campione ed un grande esempio per tante coppie di oggi che si separano per un nulla. Gra-

zie amica per questo amore che doni a tuo marito. Io vi ho amati e vorrei che tanti sposi seguissero il tuo esempio perché è l’amore che rende felice un matrimonio, che Gesù ha reso indis-solubile per far vincere l’amore con-tro l’egoismo. Domenico Marchesi

Vicinissimi e lontani

Egr. direttore,vicinissimi e lontanissimi. È quanto si è verificato con l’invenzione del telefono e dei cellulari. Oggi siamo tutti intontiti da questo apparec-chio meraviglioso, ma il loro uso è limitato. Chi non conosce le lingue del globo è lontanissimo! È possi-bile una soluzione? Come rendere facile la conoscenza tra tutti gli es-seri umani su questo globo “Terra”? Il castigo in seguito alla costruzio-ne di una scala che raggiungesse il Paradiso credendo di raggiungere una parità con Dio (chiamata Babe-le) venne annullato da Gesù risorto e dalla discesa dello Spirito Santo nel cenacolo dove erano riuniti gli apostoli e la madre di Gesù. Il ca-stigo era la confusione delle lingue, dove uno non comprendeva l’altro e si crearono gruppi umani (nazio-ni) con barriere e difficoltà di dia-logo. La soluzione potrebbe essere questa: adottare una sola lingua co-me era gli inizi della creazione con Adamo ed Eva e figli… scegliendo ora la più facile delle lingue attual-mente parlate e rendere universa-le il suo uso. Proviamo a fare un esempio. Il popolo romano al tem-po della venuta di Gesù aveva con-quistato la maggior parte del globo: Europa, parte dell’Asia, dell’Africa.

La lingua latina era l’unica e neces-saria per mantenere il contatto con i popoli soggiogati. Ma subentrò lo sfacelo dell’impero romano e ogni popolo riprese il proprio linguag-gio, mentre la lingua dei romani rimase in Italia e con influenze su nazioni mediterranee. In Italia poi sorse il problema di estendere a tutta la popolazione tale uso non considerando dialetti e fu resa faci-le e semplice dal genio-poeta Dan-te Alighieri e parlata tutt’oggi con facilità e chiarezza. Per esempio, “pane” si pronuncia “pane”, “mela” si pronuncia “mela”, ecc. Mentre le altre lingue sono soggette a una scrittura e modificate nella pronun-cia, creando uno sforzo nella lettu-ra. La più semplice perciò sarebbe la lingua dei romani giunta sino a noi: semplificata e facilitata nello scritto e nella pronuncia. Potreb-be trascorrere del tempo per rag-giungere l’unicità mondiale della parlata e dello scritto. Sarebbe un traguardo meraviglioso dove il glo-bo sarà uno nell’unica lingua, segno di fratellanza universale!Guido Omodei

Emozioni di un volontario

Egr. direttore,sono un volontario di Protezione ci-vile e Le scrivo per comunicare a tut-ti le emozioni provate durante l’inau-gurazione della nostra nuova sede a Nave, tenutasi il 16 aprile scorso: che giornata speciale! Tutto ha inizio ver-so le 10.45 con il saluto delle autori-tà, seguito poi dalla lettera inviataci dall’ex capo del dipartimento dott. Bertolaso, che non ha potuto esser-ci perché si trovava in Africa, in cui

augura che “questa nuova sede non rimanga solo un edificio, ma si tra-sformi in casa per i volontari e per tutta la comunità”. Hanno parlato anche tre cari amici abruzzesi: No-emi, Nember e Saverio. Noemi con grande commozione ha letto una lettera indirizzata al nostro Sindaco in cui ha ringraziato i volon-tari e l’intera cittadinanza per aver dato tanto sostegno nel momento del bisogno. La partecipazione dei volontari e di tutti i presenti ha re-so una semplice inaugurazione un momento di riflessione molto toc-cante… La parola è passata a Mi-chele, uomo di Protezione civile che già emozionato ha cercato di espri-mere i suoi pensieri e infine, prima dell’alzabandiera e della benedizio-ne, è intervenuto Gustavo. Gustavo è il coordinatore del nostro gruppo, la nostra saggezza e la nostra forza; lo ringraziamo per il suo ruolo e il suo impegno (anche nelle difficol-tà)… Personalmente desidero rin-graziare ogni volontario, non solo per la buona riuscita di quella festa, ma per la collaborazione e lo spirito solidale di ogni giorno in ogni occa-sione. Grazie!Paolo Corsini

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