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#24 POLITECNICO LANTERNA PERIODICO UNIVERSITARIO DEI GRUPPI STUDENTESCHI DI SINISTRA /politecnico/cattolica/bicocca/bocconi/statale POLISUONA&POLIGAMES LA 194 YES, WE CAN BRASILE C’ERA UNA VOLTA IL BOSCO D.M.270 MARZO 2008

Lanterna 24

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Il 24° numero del giornalino de La Terna Sinistrorsa, il sistema di riferimento del Politecnico di Milano!

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#24

POLITECNICO LANTERNAPERIODICO UNIVERSITARIO DEI GRUPPI STUDENTESCHI DI SINISTRA /politecnico/cattolica/bicocca/bocconi/statale

POLISUONA&POLIGAMESLA 194YES, WE CANBRASILEC’ERA UNA VOLTA IL BOSCOD.M.270

MARZO 2008

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EVENTI

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Anche quest’anno torna l’appuntamento di mag-gio con due dei più grandi eventi organizzati al Politecnico, COMPLETAMENTE GRATUTI per gli studenti poiché finanziati tramite il bando per

le attività culturali: Terna Poligames e Polisuona. L’idea di quest’anno è di divertirsi per un’intera settimana su-bito dopo le fatiche della sessione di prove in itinere. Ce n’è per tutti i gusti, 13 e 14 si parte con il torneo sportivo più atteso, nato lo scorso anno e subito diventato un’ico-na, TERNA POLIGAMES: 3 sport (calcio, basket, pallavolo); 3 giocatori ( almeno uno di sesso opposto ed eventua-li ulteriori due riserve); 32 squadre (modello mondiali, otto gironi da quattro); 3 campus coinvolti (Leonardo, La Masa, Durando); 1800 W di potenza musicale inin-terrotta; e tanta tanta tanta tanta tanta birra* a disse-tare i giocatori e soprattutto gli spettatori che tra una salamella* e una ola passano in allegria due giornate di sano agonismo. La novità di quest’anno sarà un’area attrezzata con calcio balilla e tavoli da ping pong per la gioia di coloro che per un motivo o per un altro non saranno riusciti a iscriversi al torneo. Non ancora con-

Ritornano, come ogni anno, i grandi eventi

politecnicidi Salvatore Gentile

LANTERNA #24 - POLITECNICO

POLISUONA &POLIGAMES

fermata, ma molto probabile, anche l’installazione del Toro Meccanico per emozionanti sfide di rodeo.

E subito a seguire, neanche il tem-po di rifiatare, 15-16-17 si canta e si balla all’ombra del rettorato con POLISUONA, le tre magiche serate di concerto divenute l’appunta-

mento fisso per gli amanti della buona musica . La cor-nice è la solita, piazza Leonardo da Vinci, i musicisti sempre di alta caratura come negli ultimi anni (Octo-pus, Hormonauts, La Famiglia Rossi, Toxic Tuna, Gem Boy, Folkabbestia, Brusco, Arpioni, Sergio Sgrilli, Vallanzaska), la voglia di stare all’aperto nelle prime giornate di alte temperature anche e allora si parte. Dopo i primi due giorni con artisti di livello internazionale, la serata con-clusiva sarà dedicata ai gruppi emergenti tra gli studen-

ti del Politecnico. Infatti a marzo verrà imbandito il con-corso Aspiranti Polisuona. Vi possono partecipare tutti gli studenti del Politecnico che coltivano la passione per la musica ed abbiano una loro band. Verrano selezionati 10 gruppi ai quali verrà data la possibilità di registrare una demo professionale. Tra questi 10, una giuria decre-terà i 2 gruppi vincitori che si avvicenderanno sul palco la serata del 17 maggio (x info e iscrizioni: http://poli-suona.ternasinistrorsa.it). Anche Polisuona presenterà alcuna importanti novità, come la probabile istituzione di una festa di via con importanti associazioni interna-zionali e la presenza di un birrificio locale* per dissetare tutti coloro che avranno voglia di divertirsi con noi nelle prime serate quasi estive del 2008.

Guarda le foto dei nostri eventi su www.ternasinistror-sa.it e chiedi info all’indirizzo: [email protected] Ti aspettiamo nella più pazza delle settimane politecni-che: la settimana in_Terna.

*L’eventuale catering offerto durante gli eventi NON è finanziato tra-mite il bando per le attività culturali del Politecnico di Milano che da regolamento esclude questo tipo di finanziamento.

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STILELIBERO

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“L’unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire a sentire più niente. Il profumo dei fiori, l’odore della città...le idee di uno studente...la passione che fa crescere un progetto”.

Oggi parliamo di altro. Niente notizie dagli organi cen-trali, niente regolamenti, niente battaglie. Quelle legge-tele su studentipolitecnico.it. Oggi parliamo di idee di studenti. Di speranza. Di sogni. Di “Yes We Can”. Negli USA non si erano mai visti tanti coetanei, studenti, cantanti e sportivi così coinvolti. Mai tante file ai seggi, fuori dai palazzetti. Scorte mai viste. Tanta emozione e speranza, in un momento così difficile. Gli inviati dei no-stri giornali non ci credevano, abituati alle nostre solite campagne elettorali sonnacchiose, rissose. Neanche Hil-lary ci credeva. Ma forse è quella la forza di quel popolo. Riscattarsi in-sieme nei momenti in cui rischiano di decadere. E ad in-

Occuparsi non solo di noi stes-si non è qualcosa di noioso...

di Carlo Pretara

YES, WE CAN

terpretare questa speranza c’è la sintesi della globalizza-zione, del nuovo e del cambiamento. Uno come Obama non capita a tutte le nazioni: migliaia di suoi fan su fa-cebook. Ma soprattutto migliaia di “Obama volunteer”. Ragazze e ragazzi che invece di farsi “i fatti loro” seguo-no questo giovane nero che non ha mai conosciuto il pa-dre e che da giovane se ne andava in spiaggia a fumare spinelli con gli amici. Gente che discute sul suo sito, apre blog per sostenerlo, parla dei problemi che sente, inven-ta soluzioni. Obama ringrazia e dispensa discorsi con un carisma che lascia tutti con la bocca aperta, una grande voglia di fare, qualche speranza. Obama dopo il mare delle Hawaii ha studiato duro, ha iniziato ad interessarsi dei problemi dei consumatori, a vincere tante cause. Poi si è fatto eleggere senatore. Ha, da solo, non votato per l’invasione dell’Iraq. E ora invita tutti a lasciare a casa troppe divisioni, a vedere un po’ di TV o internet in meno

e a mettersi in gioco. Si fa finanziare un po’ a testa dalle persone comuni via internet, più che dalle multinazionali. Si candi-da per tornare a fare de-

gli Stati Uniti il paese-guida, quello dove si raggiungono per prima i diritti civili e il portatore di pace. Quello dove tutti sognano di andare, non il paese bigotto e malvisto che stava diventando. E lì sanno che ad ognuno toccherà fare la propria, piccola, parte. Anche per il futuro presi-dente, dopo i sogni, verranno i fatti. Occuparsi non solo di noi stessi non è qualcosa di noio-so o un favore che si fa a qualcuno. E’ più che altro uno stimolo, fa stare meglio, fa sentire protagonisti, fa cono-scere tante ragazze e ragazzi. Sentirsi parte di una comunità però da noi è diverso. Al Poli poi non ne parliamo. Più o meno tutti hanno, quan-do va bene, il gruppetto. Ma per il resto sono lezioni, stu-dio e casa. Qualche partita, giro in centro. Molto treno. E poco tempo resta per organizzare, giocarsi, fare gruppo, interessarsi della vita comune. Avere nuove idee per mi-gliorarla, idee per migliorare la vita di noi stessi e con-temporaneamente di tutti. Vedere un piccolo risultato di un piccolo intervento. Capire che tanti piccoli risultati, tanta determinazione, tanto coinvolgimento, sono una forza quasi rivoluzionaria. Che dobbiamo farlo, non pos-siamo essere “silenziosi sulle cose che contano” e poi ar-rabbiarci con qualche compagno per un po’ di orgoglio. O girare la testa dall’altra parte.E poi, stare insieme, è anche un sacco divertente… “Io lo so che non sono solo anche quando sono solo”

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VIAGGI

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“Alguma coisa acontece no meu coraçao – que só quando cruzo Ipiranga e Avenida São Juão – è que quando cheguei por aquí – eu nada entendi - ….” (C’è qualcosa che succede nel

mio cuore - solo quando attraverso Avenida Ipiranga e Ave-nida São Juão – è che quando arrivai qui per la prima volta - non capì più niente -… )

Scrivo da São Paulo; queste sono parole di Caetano Veloso, uno dei mostri sacri della musica brasiliana, uno dei pochi conosciuti fuori dal paese. La canzone racconta dello stupo-re provato dal giovane Caetano, proveniente da una piccola città dell’interno del paese, al momento dell’arrivo nella me-tropoli e in modo particolare alla scoperta della colorata vita del suo centro. All’incrocio tra avenida Ipiranga e rua São Juan oggi esiste un bar, nato in omaggio alla canzone: non fosse stato per questo, l’ormai storico bar Brahma anziché essere meta di turismo sarebbe un buteco come un altro, racchiuso tra fiumi di automobili che attraversano il centro.

Oggi sono rimasta qualche istante ferma all’incrocio, con in testa la melodia e nelle orecchie il rumore del traffico. Rac-conto questo banale frammento della mia trasferta paulista per aiutarmi con un esempio nel descrivere il senso di stra-niamento che si produce nell’incontro tra l’immagine di un luogo forte, stereotipata, e l’esperienza casuale e distratta che se ne fa vivendolo.

Dal momento del mio arrivo in Brasile non ho smesso un momento di demolire stereotipi, ridimensionare alcune illusioni e stupirmi per della banalità. Probabilmente ciò è legato alla mia particolare posizione di osservazione: non sono né turista né residente, né semplicemente studente né propriamente lavoratrice; la duplicità al momento è parte della mia condizione.Mi trovo in Brasile da tre mesi, lavoro in una piccola città a pochi chilometri da Curitiba, la capitale del Paranà, uno de-

È strano ascoltare questi racconti da persone i cui

occhi si illuminano al parlare dell’Italia ...

di Anna Ronchi

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BRASILE

gli stati del Sud del paese. Fatta eccezione per alcune vicen-de urbanistiche legate all’operato di un sindaco eccezionale, Curitiba non è una città particolarmente conosciuta alle nostre latitudini. Voglio quindi approfittare dell’occasione per raccontare qualcosa del “mio” Brasile, di quello che non avevo avuto modo di leggere in nessuna guida ma che ora è fa da cornice ad ogni cosa che mi succede o che mi viene raccontata.

Innanzitutto, non mi trovo in un paese tropicale. Sono atter-rata a Curitiba il 14 agosto, in pieno inverno. Il fatto di sof-frire tanto il freddo ha causato molto stupore nei colleghi, che mi invidiavano il fatto di conoscere la neve; in realtà, i Curitibani ancora si vantano di aver visto cadere la neve in città nel lontano 1975, l’unico caso storicamente documen-tato in tutto il Paranà! Questo aneddoto lascia intendere che il freddo è relativo, ma lo è anche la sua percezione, quando manca il conforto di un ambiente riscaldato.

Al di là dal clima inclemente, Curitiba ha la fama di essere una città fredda a causa dei suoi abitanti. Il Sud del Brasile verso la fine del XIX secolo fu la meta di una grande ondata di immigrazione europea; arrivarono intere famiglie, princi-palmente provenienti da Germania, Polonia ed Italia. Proba-bilmente è proprio la discendenza europea ad alimentare la fama dei curitibani come di persone chiuse e supponenti, e su questo non mi sento in condizione di dare giudizi.Nonostante sia passato più di un secolo, il legame che i di-scendenti degli immigranti mantengono con la terra di

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origine è forte: la maggior parte dei curi-tibani ha almeno un bisnonno italiano, e se è raro che oggi qualcuno ancora parli la nostra lingua è normale che nei pranzi di famiglia siano servite lasagne con la pasta rigorosamente fatta in casa. Nessuno fa economia di racconti e di ricordi e, tra le va-rie storie che ho avuto modo di ascoltare, il caso più curioso mi è sembrato quello di un frate francescano conosciuto a S. Paolo ma originario di Rodeio, un paese dello stato di Santa Catarina. Situata a Sud del Paranà, si tratta di una regione colonizzata soprat-tutto da gruppi di italiani provenienti dal Veneto (vi si trovano paesi chiamati Nova Treviso, Nova Venezia...)Secondo i racconti di Frei Lauro, a Rodeio esistono ancora oggi tradizioni rimaste inalterate nel corso dei decenni; si tratta di tradizioni che in Italia probabilmente sono morte da tempo, così come si è smesso di mangiare certi alimenti poveri ed i vestiti indossati nel giorno della festa del paese non si trovano più negli armadi delle nonne ma nei musei de folklore. È strano ascoltare questi racconti da persone i cui occhi si illu-minano al parlare dell’Italia, o per lo meno di ciò che essa era nei ricordi trasmessi di generazione in generazione, e sapere che nella maggioranza dei casi essi non hanno avuto modo di conoscerla né probabilmen-te l’avranno in futuro.

A Curitiba, in realtà, ora il melting pot è to-tale. In seguito alle trasformazioni messe in atto da Jamie Lerner, un sindaco passa-to alla storia per essere stato promotore di uno dei pochi casi di sviluppo sostenibile riuscito in un paese dalle risorse economiche limitate, molti brasiliani sono migrati verso il Sud per cercare lavoro. E così la mattina, sull’ônibus che mi porta al lavoro, può capitarmi di sedere accanto a brasiliani, sì, ma dal patrimonio genetico ancora interamente nordico, oppure accanto a gruppi di nordestini giunti in città con il loro bagaglio di suoni e di colori.

Nonostante i cataloghi delle agenzie turistiche si ostinino nel farlo, è difficile stereotipare “la brasiliana” o “il brasilia-no”, che evidentemente non sono né una donna mulatta con i costumi del Carnevale di Rio né tantomeno un giocato-re di futebòl con un soprannome strano. Dirò di più: diverse persone si sono dimostrate indignate alla vista della coper-tina della mia Lonely Planet: hanno protestato dicendo che il Brasile non è una maschera di carnevale così come, ovvia-mente, non è solo Rio de Janeiro. E così concludo senza par-lare né del Pão de Açucar né delle meraviglie del churrasco, certa del fatto che gli stereotipi sono fatti per essere distrutti e che viaggiare è il modo migliore per farlo.

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Il cineforum di Aprileda non perdere

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MILANO

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Uscito il nuovo album di Elio e Le Storie Tese, subito compare su internet il video del loro primo singolo: Parco Sempione. E noi, mila-nesi D.O.C., non possiamo evitarcelo: subito a

vederlo!!!E parla della nostra Milano, della città che tutti i gior-ni attraversiamo e viviamo, della tolleranza del diverso (perché è ovvio che un rasta non può essere di Milano, al massimo jamaicano), ci mostra i luoghi dove siamo cresciuti e che abbiamo imparato ad amare...

Quanti ricordi dei pic-nic al Bosco Gioia, il sorridente quartiere alla spalle della stazione di Porta Garibaldi...ma soprattutto quanta nostalgia... eggià!PAM! Conoscevate il Bosco di Gioia? Bhe, non c’è più....

Qualche mese fa hanno avuto inizio i lavori per la co-struzione della nuova sede della regione Lombardia, i nuovi uffici per le varie amministrazioni che da anni si dovevano accontentare dello spazio a loro dedicato presso il Pirellone.

Più che giustificate le richieste: come possono stare tut-te chiuse in un singolo grattacielo, l’unico finora a Mi-

La nuova sede della regione

di Marina Mascellaro

LANTERNA #24 - POLITECNICO

C’ERA UNA VOLTA IL BOSCO

lano, tutte le menti che governano questa Regione??? spazio al nuovo!!!Ma dove, dove trovare lo spazio? Quale poteva essere il luogo consono ad ospitare la sede di una così impor-tante azienda?

Impossibile immaginare i disagi che avrebbe causato lo spostare fuori dal centro uno snodo di idee come questo!!! Impossibile anche solo pensare per un mo-mento di andare a recuperare e quindi rivalutare le aree oggi in dismissione nei dintorni di Milano!!!

NO, NO!!! Solo il centro di questa Grande Mela italiana che è Milano è degno di ospitare tali funzioni. E se lo spazio non c’è... abbattiamo un bosco!

[email protected]

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UNIVERSITA’

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Non tutti sanno che l’anno prossimo sarà un anno di svolta per le Università italiane. Infat-ti entrerà in vigore il decreto ministeriale 270 meglio conosciuto come RIFORMA MUSSI. Le

riforme introdotte andranno a toccare da vicino la vita di qualsiasi studente iscritto ad uno qualsiasi dei corsi di Laurea di qualunque Ateneo italiano.

I punti salenti della riforma sono:

- Verrà mantenuto il 3+2 come istituito dal D.M. 509 - Viene stabilito un tetto massimo di esami, sia in Laurea Triennale che in Specialistica. Rispettivamente 20 (da 180 CFU totali) e 12 (da 120 CFU totali).- Per poter rientrare in questi canoni si andrà ovviamen-te incontro ad un’azione di ACCORPAMENTO di esami. Speriamo solo che non uniscano Analisi 1 e Analisi 2 al-trimenti è la fine della mia vita universitaria!- Per poter esistere o essere creato, un corso di Laurea deve avere 12 docenti di ruolo.Questo accorgimento serve a disincentivare la moltipli-cazione di minicorsi (da 2; 2,5 CFU) che frammentano la conoscenza degli studenti.- Relativamente al trasferimento di studenti da un corso di Laurea ad un altro, ovvero da un’Università ad un’al-tra, si dovrà assicurare il riconoscimento del maggior numero di crediti possibili già maturati dallo studente. Il mancato riconoscimento di crediti dovrà essere ade-guatamente motivato.

Resta il 3+2, dimunuisce il nu-mero degli esami...

di Francesca Calvi

D.M. 270

Nel caso di trasferimenti tra corsi di Laurea appartenenti alla medesima area scientifica-disciplinare, il riconosci-mento dei CFU non può essere inferiore al 50% di quelli già maturati dallo studente.

Al Politecnico verranno introdotte anche le seguenti novità:

- L’attestazione di lingua straniera (che per il Politecnico è l’inglese) viene posta come pre-requisito, eliminando così i crediti CFU assegnati ad essa (cioè 2,5 CFU). Ovvero, prima di immatricolarsi alla Laurea Triennale si dovrà già possedere il livello B1. Infatti nel TIP/TOL la sezione di inglese prevederà una soglia minima di 24/30 che permetterà di conseguire il TENG. In caso contrario lo studente si potrà immatricolare con OFA e non potrà sostenere esami fino al superamento dello spaccato di inglese. Per potersi immatricolare alla Laurea Speciali-stica si dovrà già essere in possesso del livello B2/C1. Ciò serve ad eliminare quelle spiacevoli situazioni che ve-dono studenti in possesso dei CFU necessari a Laurearsi ma privi del livello di preparazione di lingua straniera adeguato.- La riforma ha tre anni per poter essere applicata da tutti.La Facoltà di Architettura ha già pronti i manifesti dei piani di studio di tutte le sue classi di Laurea (di tutti gli anni) con le modifiche apportate dal D.M. 270. Le altre Facoltà hanno optato per un’attuazione graduale. Si co-mincerà l’anno prossimo con i primi anni di Triennale e Specialistica (o solo Triennale dipende dalle Facoltà). Poi gradatamente tutti gli altri.

Tutto ciò porterà ad una rivoluzione, più o meno impor-tante dei piani di studio di ogni corso. Anche del tuo!Quindi il consiglio che posso darti è quello di informarti. Chiedi spiegazioni, fai domande ai rappresentanti che potranno darti preziosi consigli per chiarire dubbi e per-plessità.

Ognuno di noi verrà chiamato singolarmente a decidere se continuare a far fede al D.M 509 (con tutti i pro e con-tro) o passare al D.M. 270. Quindi ognuno sarà chiamato a valutare la propria posizione e a decidere oculatamen-te di conseguenza.

Quindi guardati attorno, cerca di capire la realtà universitaria che stai vivendo e se per caso non do-vessi farcela fino in fondo ….. mandaci una mail a [email protected] i rappresentanti saranno pron-ti a darti un aiuto!!!! [email protected]

LANTERNA #24 - POLITECNICO

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2008

Lanterna è solo una delle tante iniziative e produzioni de “La Terna Sinistrorsa”: il gruppo dei rappresentanti degli studenti del Politec-nico di Milano che riunisce tutti gli studenti di sinistra che vogliono vivere l’università in modo attivo e propositivo; se vuoi collaborare contattaci!

[email protected]. 02.2399.2639

DOVE SIAMOLEONARDO: Aule rappresentanti (vicino V.2)BOVISA-LAMASA: Aula rappresentanti accanto alla CLUPBOVISA-DURANDO: Aule rappresen-tanti vicino all’ovale

RIUNIONITutti i mercoledì alle 18 nell’Aula Terna in Interfacoltà a Leonardo

www.ternasinistrorsa.it

ATTUALITA’

Polemica tutta italiana, amarcord, poco gradita, che riparte 40 anni dopo il ‘68. C’è chi si sa na-scondere per anni e aspettare il momento giusto per attaccare. Ourselves & Ourbody, le donne lo

gridavano per le strade, ma qui pare che tutti se lo siano dimenticato.

E’ il ‘78 e la legge italiana dà la possibilità alla donna, fi no a 90 giorni dall’inizio della gravidanza, di decidere se essa costituisce un pericolo per il suo benessere fi sico e per il suo equilibrio. Noi l’avevamo scritta come tutela della salute, gli americani la immaginavano come tutela della privacy, ma il risultato era lo stesso.Funziona, gli aborti si dimezzano, non muoiono più don-ne e si continua a discutere. L’aborto è uno shock, orrido, che va cancellato e l’approccio laico dà i suoi frutti.

Torna in discussione la 194

di Michele Pizzorno

OURSELVESOURBODY!

Oggi tutto è cambiato. Il rapporto tra la dimensione morale e la dimensione pubblica va a corrente alter-nata. Alle religioni viene riconosciuto un ruolo pubbli-co e la laicità viene relegata ad atteggiamento perso-nale. Il mondo è alla rovescia e si fa a gara per chi ci fa fare più passi indietro. Quello che lascia interdetti di questa efferata campagna di criminalizzazione delle donne sui media è che nemmeno la tradizione cattoli-ca identifi ca la persona con l’embrione già dal conce-pimento. Ogni anima spirituale è “prodotta da dio” e non “prodotta da genitori”.Ourselves & Ourbody, ma oggi, forse, non interessa più a nessuno anche se i conti con un eventuale dio ciascuno li fa per proprio conto.

REDAZIONELorenzo Spinazzi, Francesca Calvi, Michele Pizzorno, Carlo Pretara, Anna Ronchi, Salvatore Gentile

GRAFICASpino ([email protected])