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1 LANTERNA POLITECNICO Periodico dell’associazione studentesca “La Terna Sinistrorsa” Primavera 2013 #41 Speciale Elezioni 2013: segui il sito della Terna per informazioni, notizie, programmi!

Lanterna #41

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Il 40° numero del giornalino de La Terna Sinistrorsa, il sistema di riferimento del Politecnico di Milano!

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LAnTERnAPoLitECniCoPeriodico dell’associazione studentesca “La terna Sinistrorsa”

Primavera 2013#41

Speciale Elezioni 2013: segui il sito della Terna per informazioni, notizie, programmi!

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INDICE

Editoriale. L’overdose di valori di Federico Labriola03

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5 tavoli per un campus sostenibile di Federico Morelli

Gli organi di rappresentanza del PoliMi di Nadia Barelli

25 aprile in similitudine di Andrea Soccini

Liberi di di Shendbart Dalani

Arte e dintorni

Spazio giochi

C’è aria di elezioni di Bruno Pizziol

Guerriglia urbana di ieri e di oggi di Erica Lenzi

Get Home: arte videoludomusicale di Federico Bortot

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Molti di noi, noi che diamo del buffone a Berlusconi e del comico a Grillo, abbiamo ormai deciso di affidare il nostro pensiero alla satira.Triste dirlo, ma i social network e i media in generale si sono imposti ad ogni livello nella nostra capacità (ed incapacità) di comunicare e relazionarci.Preferiamo aprire un nostro blog, sentenziare con un tweet, piuttosto che parlare con le persone, specie quelle che non la pensano come noi, che di conseguenza diventano “italiani medi”, ignoranti e rozzi. E si va affermando un senso di “superiorità morale” degli elettori della sinistra, altezzosa ma distruttiva reinterpretazione della “diversità morale” di Berlinguer.(Basti pensare, del resto, allo slogan con cui la coalizione del centrosinistra si è presentata alla recente campagna elettorale: “L’Italia Giusta”).

Ultimamente sembra che la sinistra, nel senso più esteso possibile, si identifichi più in Crozza che in Pertini; sembra che la tagliente ironia della Littizzetto sostituisca ogni eventuale programma o dichiarazione politica.Non è infatti un caso che satira e ironia siano ormai considerati ingredienti fondamentali per ottenere visibilità sul web: fare della satira, dell’ironia, vuol dire porsi in una condizione di tale superiorità da poter saltare la trattazione seria del problema (data per scontata e consolidata) per passare direttamente ad argute e pungenti conclusioni.Ed è da qui che bisogna partire per analizzare quella che, senza ombra di dubbio, è stata una pesante sconfitta politica. Ci si è voluti infilare in un tunnel senza uscita, un tunnel narcisistico e autoreferenziale, in cui si continua a sfornare battute e giochi di parole, a ripetersi a vicenda che in pochi eletti (guarda caso proprio loro!) hanno cultura, intelligenza, onestà, mentre gli altri sono proprio da buttar via (e intanto alle urne li fregano sempre!).Come qualcuno si chiedeva se veramente in media uno su tre dei propri contatti avesse votato Berlusconi, allo stesso modo mi chiedo come sia possibile che, di fronte a tante belle parole e tanta manifesta intelligenza, il Paese sia sempre lo stesso da decenni.Stiamo andando incontro ad una overdose di valori, senza nessuna sponda politica, senza nessuna capacità di direzione: solo

EDITORIALEL’OVERDOSE DI VALORI

di Federico Labriola

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quintali di giovanilismo di maniera e perbenismo istituzionalistico.Ecco cos’è l’overdose di valori: la facilità con cui parliamo di tanti e troppi temi, che puntualmente stupriamo, deturpiamo, perché li riduciamo a chiacchiere da bar. E il problema non è parlarne, ma la nostra incapacità di andare a fondo nelle cose, la nostra incapacità di confrontarci con spirito costruttivo e autocritico con le persone che ci circondano. Tutto si limita ad uno sfoggio superficiale di coscienza civica, come una medaglietta ben lucidata, uno specchietto per le allodole.Ma c’è di più, continuiamo a creare inquinamento mediatico, con effetto “telefono senza fili”: parte una notizia, viene reinterpretata da blog, siti d’opinione e così via con mille storpiature, interpretazioni, finché non arriva ad una mutazione sufficientemente “mostruosa” da stabilizzarsi e “dominare” il mondo della rete per 2-3 giorni, sino a puntuale smentita. E in questo modo la voglia di “parlare” dei problemi,

di informarci e condividere si è ritorta contro di noi, perché peggio di un’informazione parziale è senz’altro un’informazione falsa.Ora forse è il caso di riversare le nostre energie, le nostre battute facili e la nostra arguzia su qualcosa di più concreto. E’ il caso di avere l’umiltà di mettere in gioco le proprie capacità frequentando riunioni, assemblee e, perché no, associazioni studentesche.In definitiva sarebbe il caso di mettere da parte il culto dell’immagine, o della personalità, legato al narcisismo mediatico e imparare a sporcarsi le mani, tra le aule dell’università, tra le vie della città.E forse è il caso di iniziare proprio dalle vicine elezioni studentesche: informatevi, votate e candidatevi, sì, proprio voi, perché un’esperienza come rappresentante degli studenti vale più di mille sfoghi su spotted, più di ogni malignità detta contro i professori, più di ogni scheda della didattica imbrattata di insulti.

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Nei prossimi 21 e 22 maggio, a quasi tre mesi dalla tornata elettorale nazionale, gli studenti del Politecnico saranno chiamati ancora una volta alle urne per esercitare la scelta dei propri rappresentanti universitari.In questo reportage sono riassunte le strategie delle varie liste studentesche in vista del voto, poco più di un assaggio di quello che sarà un acceso e vivace maggio elettorale.Due anni fa la campagna elettorale de La Terna Sinistrorsa è stata caratterizzata delle Pillole: 23 volantini in A7 che con estrema sintesi illustravano sia i risultati che gli impegni futuri dell’allora Terna.Il nostro esperto di comunicazione esterna, Fabrizio detto il “Cazzo guardi?”, suggerisce quindi di ripetere l’iniziativa, ma con qualche leggera modifica: dopo questi ultimi due anni di governo prima al centrodestra e poi ai tecnici, chiamare i volantini Supposte anziché Pillole metterebbe l’elettorato più a proprio agio.Ma c’è molto di più! Infatti in questa campagna elettorale potrebbe

concretizzarsi quello che è l’obiettivo del gruppo da anni: forse forse riusciamo a far capire agli studenti che noi non siamo quelli di Lotta Comunista!Sì, sì, proprio loro! I ragazzi dei circoli operai che se non ti vendono il giornale ti invitano agli incontri! Tu pensi “Ma sì, è solo un volantino, lo prendo” e TAC! ti chiedono pronti il numero di telefono, anche se non sei una bella architetta ma un ingegnere con la forfora.Qualcuno sostiene addirittura che questi ragazzi fingano di essere comunisti per costruire la più grande raccolta di numeri telefonici falsi della storia ed entrare nel Guinness dei primati.Paolo “Sun Tzu”, un ragazzo de La Terna fissato con L’arte della guerra, si è offerto volontario per una missione di spionaggio oltre le linee nemiche, un’azione di coraggio motivata non solo dal suo credo (“Se conosci il nemico e te stesso, ~ La vittoria sarà indubbia”), ma anche dalla voglia di incontrare una ragazza leninista che lo ha particolarmente ingrifato.È andato in incognito ad una lezione su Il Capitale, al fine di trovare una soluzione al problema e definire quindi una chiara linea di separazione tra i due gruppi.Sono tre anni che non abbiamo sue notizie. A Natale arriva sempre una cartolina da Mosca, e abbiamo ormai perso ogni speranza.SvoltaStudenti si avvicina alla campagna elettorale logorata da un drastico calo di notorietà. Secondo un recente sondaggio alla domanda

LuCCioLE PEr LAntErnE

C’è ARIA DI ELEzIOnIQuALCuNO ApRE LA fINEStRA?

di Bruno Pizziol

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“Conosci SvoltaStudenti e le sue attività?” il 64% degli intervistati ha risposto di no, il restante 36% li ha scambiati per i soliti comunisti e si è allontanato a passo svelto.Per risolvere questa situazione e cavalcare l’onda di popolarità dell’antipolitica dagli scarsi contenuti, sono state lanciate negli scorsi mesi le “Primarie delle idee”, una e-iniziativa al fi ne di raccogliere gli spunti per un effi cace programma elettorale.

La partecipazione studentesca non ha tuttavia risposto alle aspettative, e i programmi sono stati mandati comunque in stampa a causa delle strette tempistiche editoriali, per essere distribuiti nei primi giorni di maggio.Il leader di Svolta, un neolaureato ingegnere gestionale la cui tesi “Perché i grafi ci a torta non si mangiano” gli è valsa il Premio Vergogna 2013, rimane comunque fi ducioso che gli opuscoli

L’ultima “Pillola” che abbiamo distribuito per raccontare la Terna.

Trovate le altre “Pillole” al link:http://www.ternasinistrorsa.it/chi-siamo/programma-2011/cose-fatte-in-pillole/

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avranno successo tra gli studenti: “C’è talmente spazio bianco che possono essere riciclati come quaderni!”.Lista Aperta, universalmente riconosciuta dai cronisti universitari come dedita alla buona politica quanto Attila al giardinaggio, ha candidato alcuni suoi esponenti in liste separate dai nomi controversi, con l’obiettivo di confondere l’elettorato e sottrare voti preziosi agli avversari.Il responsabile de La Berna Sinistrorsa, il nascente movimento degli studenti fuorisede elvetici, ha commentato in questo modo: “È ridicolo pensare che la nostra lista sia nata per sfruttare chissà quale assonanza con i sinistrorsi! Non esiste nessun legame con gli amici di Lista Aperta né tantomeno con gli amici del comitato per l’ingegneria fi sioterapeutica di StortaStudenti, anch’essi al centro di queste deplorevoli accuse”.La polemica è stata subito messa a tacere dall’autorità per il rispetto dei regolamenti elettorali, il professor Spatatracchi, esponente di CL più volte sostenitore di Lista Aperta nonché celebrità nel mondo accademico per la sua dimostrazione dell’esistenza di Dio in seguito all’analisi dei carichi distribuiti sulla Santa Croce.Ma non pensiate che la campagna elettorale del prossimo mese rimanga confi nata a quanto la redazione del Lanterna è riuscita a scoprire. Tra tiri mancini, colpi bassi e bombe Molotov non saranno deluse le aspettative di nessuno!Un saluto, cari lettori, mi raccomando, ricordatevi di andare a votare! E un saluto particolare è rivolto anche ai

nostri avversari, perché al di là delle elezioni regni sempre un profondo rispetto per la diversità di idee. Buona fortuna, tanti tanti auguri e che vi venga un Darwin award.

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Vi siete mai chiesti quali siano le differenze tra le dinamiche di guerriglia urbana del passato e quelle del presente? Cosa avviene e perché accade uno scontro violento nel contesto urbano? Quali gli attori e da quali interessi o ideali sono mossi? Io mi sono posta queste domande e, per trovare risposta sono partita per un’avventura alla scoperta della verità proprio un anno fa soggiornando a Bristol per due mesi tra un semestre e l’altro del mio terzo anno di studi in Pianificazione territoriale con ulteriori sopralluoghi nella vicina Londra, la quale, ancora più di Bristol, era stata colpita da diverse vicende di

guerriglia urbana. Per capire cosa sia cambiato da ieri ad oggi potrebbe essere interessante considerare un parallelo improbabile: i moti della Parigi del 1820 e i Riots del 2011 a Londra.Se provassimo a tornare alla Parigi ottocentesca degli anni ’20 ci si accorgerebbe che la popolazione è composta da parigini autoctoni, poiché i fenomeni dei flussi di popolazione non erano ancora presenti nella vecchia Europa. Importante è stato il ruolo della borghesia e del ceto medio nel contesto della lotta urbana contro le dittature e le oppressioni dell’epoca, in particolare si fa riferimento al periodo di reggenza di Carlo X di Francia. Quello che è accaduto in termini generali, ossia le macro dinamiche sono state: guerriglie represse molto violentemente, ma che hanno scosso le coscienze e che hanno portato la società ad un evoluzione socio-culturale rilevante nel lungo-medio periodo. Ci si sacrificava per la libertà, il pane per i propri figli, la giustizia e l’uguaglianza. L’uomo da allora non è diventato perfetto, ma non si può dire che un’evoluzione non ci sia stata. Nessuno dei protagonisti dei moti parigini ricevette un insegnamento su come si potesse vivere insieme con uguaglianza, non avevano un modello da seguire, loro l’hanno creato. È qui che nacque l’idealismo: concepire una realtà ideale diversa da tutte quelle che già esistono nella realtà visibile. E si deve dire, in ultima analisi, che se non fossero esistiti gli idealisti, probabilmente il mondo non sarebbe

GuERRIGLIA uRbAnA DI IERI E DI OggI

di Erica Lenzi

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mai cambiato e saremmo ancora nelle caverne.Le guerriglie di oggi, prendendo come esempio quelle più analogamente comparabili, del vecchio continente, si può dire siano i Riots francesi e inglesi. Questi scontri sembrano nati da notevoli tensioni che si sviluppano tra la società, le istituzioni di un luogo e la popolazione immigrata che vi si è stanziata. Questi non sembrano avere matrici progressiste o idealiste. Chiediamoci cosa accade oggi a questi fenomeni urbani: vengono repressi, come quelli di “ieri”, forse con meno violenza (anche se qualcuno potrebbe obiettare su questo) e di fatto sono meno evidenti gli “esiti evolutivi”. Il politico di turno esegue un sopralluogo, permette alcune ispezioni agli studiosi delle scienze sociali cercando di redigere qualche rapporto interessante, ma di fatto non si vede ancora la strada del cambiamento. Quello che mi spinge a scrivere delle guerriglie urbane di ieri, in relazione

a quelle di oggi è che negli scontri di guerriglia urbana del nuovo millennio c’è sicuramente un grande problema di comprensione del messaggio, come pianificatrice territoriale e giovane spettatrice di questi eventi non posso accettarlo. Tra gli stessi attori urbani che agiscono non si trova una voce che chieda e indichi l’evoluzione richiesta, sembra tutto uno sfogo di violenza gratuita che gli intellettuali si divertono ad interpretare, senza chiedere ai diretti interessati (forse non ci sono gli interlocutori) cosa davvero sia accaduto. Sovrapposizione di motivi sociali, economici e politici, non lasciano intravedere la richiesta di un qualcosa che nel passato invece si era ottenuto. Il punto è che la stampa si prodiga per diffondere le notizie di questi accadimenti, ma ne confonde ulteriormente l’obiettivo lasciandoci credere che l’uomo di oggi uccida altri esseri umani o devasti la città senza un messaggio di progresso. Ma è veramente così?

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Ammettendo, senza concederlo, il rispetto dei tempi di redazione, pubblicazione e consegna dei Lanterna, si può presumere che il lettore si trovi a leggere quest’articolo in un intorno del 25 aprile, giorno più o giorno meno. Questa data porterà alla mente del lettore immagini e ricordi legati alla storia d’Italia e della Liberazione dei quali non

approfondiremo la discussione, in quanto riterremo questi argomenti già ampiamente approfonditi ed assimilati. Si vuole dunque portare l’attenzione del lettore su un aspetto più dinamico e soggettivo della storia della Liberazione, andando a focalizzarsi sulla figura del partigiano italiano. In questa particolare luce si presenta al lettore un importante personaggio della storia italiana, che sicuramente sarà entrato nei sogni dei bambini italiani tramite le sua fiabe e filastrocche, o quanto meno in molte delle loro camerette : Gianni Rodari.Rodari, che di certo non ha bisogno di presentazioni, manifestò il proprio spirito antifascista già nei primi anni del ventennio in maniera graduale e

25 ApRILEIN SImILItuDINE

di Andrea Soccini

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coscienziosa, un percorso che porterà, nel 1943, ad un attivo impegno nella Resistenza il quale culminerà con l’adesione alla 121° brigata Garibaldi di Gavirate.Questa decisione fu in parte dovuta alla perdita dei suoi due migliori amici (Nino Bianchi, morto nel naufragio della nave Calipso nel Mediterraneo all’inizio della seconda Grande guerra, e Amedeo Marvelli, deceduto durante la campagna di Russia) e dall’internamento del fratello presso un campo di concentramento nazista in Germania. La militanza lo avvicinò poi al partito Comunista, al quale si iscrisse nel 1944.Si immagini ora di voler ricordare lo spirito Partigiano, e di voler festeggiare e celebrare la Resistenza e la Liberazione Italiana: come fare?Così come la similitudine idraulica permette di confrontare determinati parametri fra macchine diverse, ma geometricamente e idraulicamente simili, si consiglia al lettore di festeggiare questa giornata con lo stesso spirito e la stessa coscienza dei Partigiani italiani, ma in scala più piccola.Voglia quindi il lettore immaginare come poter far la propria Resistenza, come impersonarsi Partigiano, e lo faccia: legga un libro, una poesia, una filastrocca o perché no, una fiaba di Rodari, discuta con amici e amiche e diffonda lo spirito di libertà su cui si fonda la nostra costituzione, si informi, si organizzi, e partecipi attivamente alla vita pubblica, in ogni sua forma, fossero anche delle elezioni studentesche.

Si lascia al lettore il compito di leggere, e far leggere, una poesia scritta da un Partigiano per i Partigiani, le loro famiglie, le rispettive mogli e compagne, gli amici e per tutti i cittadini che ne vogliano portare il peso:

Sulla neve bianca biancac’è una macchia color vermiglio;

è il sangue, il sangue di mio figlio,

morto per la libertà.Quando il sole la neve scioglie

un fiore rosso vedi spuntare:o tu che passi, non lo strappare,

è il fiore della libertà.Quando scesero i partigiani

a liberare le nostre case,sui monti azzurri mio figlio

rimasea far la guardia alla libertà.

Gianni RodariLa madre del partigiano

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Negli Stati Uniti (...) recenti indagini sull’opinione pubblica hanno dimostrato che la maggioranza dei giovani sotto i venti anni, cioè gli elettori di domani, non hanno alcuna fiducia negli istituti democratici, non hanno nulla da obiettare alla censura delle opinioni eterodosse, non credono che sia possibile il governo del popolo, e accetterebbero tranquillamente, purchè la loro vita continui secondo il modello a cui sono abituati, un governo dall’alto, d’una oligarchia di esperti di vario genere.“Alla fine”,dice il Grande Inquisitore nella parabola di Dostoevskij,”alla fine essi deporranno la libertà ai nostri piedi e ci diranno: ”Fateci vostri schiavi, ma dateci da mangiare”.(...) Si, felici gli uomini, ”Perchè nulla” continua l’Inquisitore ”è mai stato più insopportabile agli uomini o alla società umana della libertà.”Nulla, tranne l’assenza di libertà .Aldous Huxley - ”Ritorno al Mondo Nuovo” 1958

Vi siete mai chiesti in che misura siamo liberi? Cosa determina quello che possiamo fare e sopratutto chi è che decide? Nella seconda metà del XX secolo l’umanità emerse dalle macerie della guerra mondiale per trovarsi alla luce di nuove forme di totalitarismo, della corsa alle armi e del tangibile rischio del olocausto nucleare. Ed è proprio in questi momenti di massima inquietudine che furono messi in discussione i valori fondamentali dell’ uomo, il modo in cui vengono percepiti e vissuti e le forze che li minacciano. Oltre a quello di Huxley, nel ’58 un altro saggio mise a fuoco lo stesso problema: In ”Due concetti di libertà” di Isaiah Berlin, viene definita come ‘libertà negativa’ la mancata interferenza esterna nel modo di essere o di agire dell’essere umano. Più è ampia l’area in cui mi posso muovere senza essere intralciato dagli altri, più sono libero. Allo stesso tempo diventa necessario definire i suoi confini per rendere possibile il funzionamento di una società. Possiamo discutere infinitamente se nel XXI secolo quest’area si sta espandendo o se stiamo “regalando” qualche trancio di troppo in cambio di beni di (in)dubbia utilità. Huxley temeva che un giorno l’avremmo persa del tutto, e non solo per colpa dell’edonismo, ma a causa di fattori ‘impersonali’ senza volto, di una ‘Superorganizzazione’ o dello Stato-impresa necessario per guidare il progresso dell’umanità moderna. Il governo tecnico, la corsa per salvare le banche e la crisi mondiale, sembrano confermare alcuni dei suoi timori, ma

LIbERI DIdi Shendbart Dalani

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a questo punto, personalmente mi interessa di più il secondo concetto di libertà: “la libertà positiva”. Esso risponde alla seconda domanda affermando che solo l’individuo può e deve essere padrone del proprio destino ed ogni forma di governo al di fuori della sua volonta è illegittimo. Entrambe le forme di libertà sono chiamate in causa se si vuole garantire l’esistenza della società e la brevità di questo articolo non mi permette di rendere giustizia alle implicazioni dei concetti che ho citato, ma con

essi voglio ricordare a me stesso e a chi mi circonda che siamo chiamati alla libertà ogni giorno, chiamati a decidere e a diventare padroni dei nostri diritti. Chi ci ha preceduto ha creato uno spazio dentro al quale noi possiamo vivere come esseri umani. La domanda alla quale dobbiamo rispondere ogni giorno e se vogliamo prenderci cura di esso.Loro ci hanno liberato da.Noi possiamo essere liberi di.

Nascita dell’uomo nuovo - Salvador Dalì

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Circa un anno fa il Politecnico e la Statale hanno dato inizio al progetto “Campus Sostenibile” (per gli amici: “CS”), iniziativa che ha riscosso successo nel comune e, dopo una prima fase di diffidenza, anche nei comitati di zona in cui sorgono i due atenei.Si tratta di un’azione comune per rendere l’Università promotrice al suo interno e verso la cittadinanza, della sostenibilità concepita in cinque filoni complementari: Ambiente, che si interessa dell’impatto ecologico generato dalle attività quotidiane;Energia, che si occupa della gestione razionale degli spazi, degli edifici e dei

servizi;Mobilità, che analizza gli spostamenti che interessano l’ateneo;Persone, che ha l’intento di rendere più accogliente, caldo e socializzante l’ambiente universitario;City: il tavolo con cui ci si confronta con gli abitanti del quartiere; È un progetto che ritengo molto valido e sul quale lavorano persone giovani, propositive e pronte a rendere migliore il nostro ateneo partendo da semplici interventi, a costo quasi zero, che però richiedono un lungo e mirato lavoro di mediazione preliminare e di confronto tra le diverse parti in causa. I primi risultati sono stati: la sostituzione del muro diroccato che recintava il campo Giuriati con una recinzione decisamente più gradevole e snella, la connessione di piazza Leonardo con il BikeMe milanese installando due stazioni (la seconda sostituirà l’attuale cantiere, fidatevi!), la coibentazione di alcuni edifici per limitare le perdite termiche, le “Giornate della sostenibilità” (che si ripeteranno a breve) e altri ancora...Fino qui sembra essere tutto bello ma... come dire... sembra quasi una manutenzione straordinaria... E invece no! Campus Sostenibile è molto di più! Esso si propone anche di modificare la città, facendo in modo che la cultura appena creata nell’Università non rimanga confinata nelle aule ma promuova il cambiamento dei luoghi e delle persone che sorgono e vivono attorno all’Università stessa. E’ seguendo questo pensiero che noi rappresentanti di Terna stiamo

5 tAVOLI pERun CAmpussOsTEnIbILE

di Federico Morelli

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collaborando alla riqualifi cazione di due zone di Milano, ben diverse per posizione e per destinazione d’uso, ma accomunate dalle migliaia di studenti che ogni giorno le attraversano: piazza Leonardo Da Vinci e il quartiere di Bovisa-Durando. Il primo caso è più delicato perchè vede come interlocutori, oltre al comune, anche la prefettura e imprese private mentre per il secondo caso la partita si gioca tra l’assessore, il comitato di zona, il Politecnico e noi rappresentanti. Crediamo che la ristrutturazione debba partire dalla pedonalizzazione di via Andreoli, corridoio nevralgico che collega la stazione di Bovisa all’ingresso del campus, per la quale stiamo già raccogliendo le fi rme (potete sottoscrivere tramite in nostro sito ternasinistrorsa. i t , oppure compilando i fogli nelle aulette di rappresentanza Terna, pag 23, oppure direttamente a https://docs.google.com/forms/d/1bzw_A V n f R 1 r n x 5 R 9 S O E y r 7 T e s d x _CcTsfUIxBbbY-po/edit?usp=drive_web) che serviranno a mantenere alta l’attenzione del comune e del comitato di zona su questa nostra

richiesta. Inoltre stiamo organizzando un concorso per raccogliere i progetti degli studenti di Architettura (per maggiori informazioni e partecipare visita i nostro sito www.ternasinistrorsa.it) da portare al tavolo Mobilità di CS e successivamente al comune, come già si è proceduto per la sistemazione del campus Bonardi, di cui trovate i risultati a questo link: http://w w w . c a m p u s -sostenibile.polimi.i t / w e b / g u e s t /mostra Se non vi ho ancora convinti dell’importanza di questo progetto (scettici forte è?) vi stupirò dicendovi che l’aspetto più innovativo e caratteristico di Campus Sostenibile è l’apertura alla collaborazione dall’esterno che ha sempre dimostrato. Infatti tramite il portale online, iscrivendosi e partecipando alle attività di ogni tavolo (noi studenti) e del tavolo “City” (i cittadini), è possibile contribuire direttamente allo sviluppo dei campus segnalando eventuali problemi, ma soprattutto proponendo delle soluzioni semplici (o anche progetti più complessi) e attività che possono interessare il quartiere.

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Molto spesso si accusa i videogiochi di non avere un proprio linguaggio di espressione. Sono partiti come dei giocattolini digitali, in cui la trama media era “Salva la cheer-leader principessa , salva il mondo”, mentre oggi, anche grazie all’apporto di Hideo Kojima (ideatore della saga di Metal Gear Solid), hanno intrapreso una via più cinematografica e Hollywoodiana.Ma nel sottobosco delle produzioni indipendenti le sperimentazioni e gli incroci più inusitati sono all’ordine del giorno.Per questo oggi vi parlo di Get Home, un titolo di genere platform, ovvero caratterizzato da un avanzamento

piuttosto lineare attraverso dei livelli a mezzo di salti, zompi e movimenti precisi. Ciò che lo caratterizza rispetto a tanti altri giochi dello stesso genere è la musica: il gameplay sarà infatti legato imprescidibilmente alla canzone “Weathervanes and Chemicals”, del gruppo norreno Team Me.Scopo del nostro protagonista sarà tornare a casa, e per farlo dovrà recuperare sulla strada alcuni potenziamenti (in gergo, power-up) che gli permetteranno di saltare più in alto e correre più veloce, così da superare gli ostacoli che gli si pareranno di fronte.Ma cosa c’entra in tutto questo la musica?Ebbene, non avremo tutto il tempo del mondo a disposizione per portare a termine la nostra impresa, bensì solo fino al termine della canzone (all’incirca poco più di un paio di minuti).Il particolare più piacevole di tutto il lavoro è che il brano è calibrato perfettamente per le situazioni che andremo ad incontrare attraversando il livello: sezioni più concitate, altre più rilassate, altre

GET hOmE ARtE VIDEOLuDICO-muSICALE

di Federico Bortot

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ancora adrenaliniche, saranno tutte perfettamente accompagnate da una singola traccia.Se vi piacciono gli esperimenti, e siete tanto amanti della musica quanto dei videogiochi, non posso far altro che consigliarvelo, anche data la modesta durata del tutto.Piccola nota: se alla fine avrete successo e verrete catapultati di nuovo all’inizio del livello non scoraggiatevi, non si tratta di un errore, ma è tutto voluto!Se, come me, vi siete innamorati della colonna, vi consiglio di cercare su internet (magari meglio su Spotify che Torrent) l’EP dei Team Me, da cui

è stato estratto il brano per il gioco, e l’album d’esordio, “To the treetops”, che ne contiene una versione riveduta, insieme ad altre nove tracce molto particolari e orecchiabili. Si tratta di un pop che definirei molto colorato, povero di virtuosismi ma ricco di emozioni: un lavoro fanciullesco e genuino che mi ha rapito con le sue melodie semplici ma efficaci.

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ARtE E DINtORNI

In un vortice di polvere gli altri vedevan siccità,

a me ricordava la gonna di Jenny

in un ballo di tanti anni fa.

Sentivo la mia terra vibrare di suoni, era il mio cuore

e allora perché coltivarla ancora, come pensarla migliore.

Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati

a cielo e denaro, a cielo ed amore,

protetta da un fi lo spinato.

Libertà l’ho vista svegliarsi ogni volta che ho suonato per un fruscio di ragazze

a un ballo, per un compagno ubriaco.

E poi se la gente sa, e la gente lo sa che sai suonare,

suonare ti tocca per tutta la vita

e ti piace lasciarti ascoltare.

Finii con i campi alle ortiche fi nii con un fl auto spezzato

e un ridere rauco ricordi tanti

e nemmeno un rimpianto.

Fabrizio De Andrè - Il suonatore Jones

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Sudoku Difficile

rompicapo

Sudoku Medio

SpAZIO gIOCHI

nella figura sono raffigurati cinque

quadrati. osservate attentamente il

sisegno: riuscireste, spostando solamente 4 bacchette a creare 3 quadrati (i quadrati

possono essere di dimensione diversa).

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il professor rankine, professore ordinario presso il Politecnico di Milano, decide di dare la possibilità a 5 suoi studenti di ingegneria di ottenere un 18 politico nel suo corso di “Fisica tecnica” proponendo, al posto del classico appello, una prova ben più originale e interattiva. Dopo aver drogato, imbavagliato e rapito i 5 malcapitati ( o i 5 fortunelli, punti di vista), il professore li trasporta in un’aula del Politecnico lasciando sulla lavagna le istruzioni che questi, al risveglio, dovranno eseguire.

Le istruzioni recitano:“Domattina vi verrà posto sul capo un cappello, che potrà essere o a punta o a cilindro. Non ci sarà un numero fisso di cappelli di un tipo, o dell’altro, quindi i 5 cappelli che vi saranno dati potranno essere una combinazione completamente casuale di punte e cilindri, nulla vieta che il caso vi porti ad averne 5 dello stesso tipo. Verrete disposti in fila indiana, in modo tale da permettere all’ultimo di vedere i primi 4 cappelli , al 4° i primi 3 e via discorrendo. Nessuno potrà vedere il proprio cappello. Ogni studente potrà, durante la prova, dire solamente una parola: “Cilindro”,oppure “A Punta”, riferendosi al tipo del proprio cappello. Il Vostro compito stanotte sarà quello di definire una strategia che permetta ad almeno 4 di voi di indovinare la forma del PROPRIO cappello, rispettando le regole sopra definite.”

i 5 campioni, dopo essersi consultati per tutta la notte, trovano la strategia, le applicano e la sera dopo son tutti al bar a festeggiare il 18 in Fisica tecnica. Qual è la strategia adottata?

SpAZIO gIOCHI

Andrea Soccini

Enigma

Inviaci la risposta a: [email protected]

I tre fortunati vincitori riceveranno un premio dalla redazione!

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CONtAttI

RIuNIONI

DOVE tROVARCI

Vorresti organizzare con noi un’attività culturale, proporre un viaggio o una conferenza? Vuoi essere informato di tutte le nostre iniziative e della nostra attività di rappresentanza? Contattaci pure all’indirizzo: [email protected] telefono: 02.2399.2639

Nadia [email protected]

Tutti i mercoledì alle 18 in Leonardo o Bovisa. Controlla sul nostro sito:www.ternasinistrorsa.it

LEONARDO: aula Terna (quarto piano della Nave, vicino B.4.1)

BOVISA_LA MASA: aula Terna accanto alla CLUP

BOVISA_DURANDO:aula Terna vicino all’ovale,ingresso del Lab. Colore

REDAZIONE

gRAfICA

Vuoi far parte della redazione del Lanterna? Mandaci una mail a :[email protected] o vienici a trovare!

Federico [email protected]

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Federico Labriola [email protected]

Erica [email protected]

Federico [email protected]

Bruno Pizziol [email protected]

Andrea [email protected]

realizzato con il contributo del Politecnico di Milano

Page 24: Lanterna #41

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