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LA RIFORMA PROTESTANTE
E LA RIFORMA DELLA CHIESA
• La riforma protestante rappresenta la fine dell’unità religiosa dell’Europa occidentale.
• Il concilio di Trento, che per lungo tempo ha significato solo repressione, è uno degli evenI fondamentali della Chiesa CaJolica. A Trento, infaK, vengono delineaI i traK essenziali della Chiesa dal ‘500 ai giorni nostri.
LA RIFORMA PROTESTANTE: • 1) Causata dagli abusi morali del clero?
• • 2) L’avvento del protestantesimo ha avuto solo
effetti negativi (guerre di religione, fine dell’unità religiosa e culturale dell’Europa) o anche effetti positivi?
• • 3) Il rinnovamento cattolico. Era già un
movimento presente all’interno della Chiesa? O è stata un semplice reazione alla riforma protestante?
• Prese il via dalla periferia o dal centro? Cioè, nacque da iniziative di privati o dall’intervento della gerarchia?
• L’influsso di questa fu utile o dannoso?
I) LA TESI TRADIZIONALE.
• La riforma protestante sarebbe stata causata dagli abusi e dai disordini diffusi nella Chiesa e soprattutto nella curia romana.
• Oggi invece, gli storici sono concordi nel respingere
questa tesi, sia che si cerchi di correggere e sfumare il quadro tradizionale della corruzione morale della cristianità del Cinquecento, sia che, con maggiore rigore scientifico, si indaghino, attraverso le parole stesse dei protagonisti della riforma, quali scopi essi si proponessero e da quali motivi fossero spinti.
• Per Lutero, infatti: «la vita è cattiva da noi come tra i papisti, ma noi non li condanniamo per la loro vita pratica. La questione è un’altra, se essi insegnino la verità»; e ancora «Se anche il papa fosse santo come San Pietro, sarebbe sempre per noi un empio».
2) SECONDO GLI STORICI PROTESTANTI: • I riformatori hanno voluto richiamare in
vita il genuino e autentico senso del cristianesimo, da cui la Chiesa romana si era da tempo allontanata.
• Lutero non voleva staccarsi dalla Chiesa ma rifiutava punti essenziali della dottrina cattolica (il primato del papa, la giustificazione intesa in senso tradizionale, il sacrificio della Messa), non voleva una riforma morale o amministrativa.
LA RIFORMA PROTESTANTE: DIVERSI FATTORI
• A) FaJori psicologici • B) Cause religiose • C) Cause poliIche • D) Cause Sociali
A) FATTORI PSICOLOGICI • L. Febvre, studioso che ha esercitato un grande influsso nel pensiero
storico, propone un nuovo faJore: l’inquietudine psicologica dell’uomo quaJrocentesco.
• Nel QuaJrocento abbiamo una nuova religiosità, lontana dalla supersIzione del popolo e dalla aridità dei doJori scolasIci, purificata da ogni ipocrisia, ansiosa di certezze, che assicurasse una autenIca pace interiore. L’uomo quaJrocentesco mirava sopraJuJo a due cose: da una parte, la conoscenza direJa e immediata della parola di Dio, senza intermediari umani, dall’altra la consolazione di senIrsi e sapersi realmente perdonaI da Dio, cosa che la confessione auricolare non sembrava assicurare sufficientemente (sia per l’impossibilità di allontanare ogni dubbio sulla validità della confessione faJa, sia per l’eventualità di una morte improvvisa prima di una buona confessione). Questa sicurezza si poteva oJenere dalla doJrina della giusIficazione per fede.
• Per capire questa inquietudine è necessario fare qualche passo indietro…
• I secoli XII E XIII sono contrassegnaI da un intenso fervore economico, arIsIco e intelleJuale che presuppone un sostanziale oKmismo e una certa sicurezza anche in mezzo ai contrasI poliIci.
• Dal XIV SECOLO, in parIcolare dalla comparsa della peste nera (1348), si diffondono nello spirito europeo ansia e Imore per l’insicurezza sociale e poliIca del tempo.
• In parIcolare, l’orrore provocato dall’epidemia di peste genera la paura del demonio, che porta alla supersIzione, all’astrologia, alle varie praIche per sfuggire al dominio del diavolo o per scendere a paK con lui.
• Si molIplicano in modo impressionante i processi contro le streghe (quasi assenI nel ‘200) e in parIcolar modo divenne assai intensa nei paesi di lingua tedesca.
• Le strade si riempiono di flagellanI. Tra i temi preferiI degli arIsI abbiamo la morte, le tentazioni, il demoniaco, la danza della morte (cfr. figura).
• La leJeratura dell’epoca insiste sull’imminente fine del mondo. • Lutero è l’erede direJo di questo stato d’animo: è il figlio dell’angoscia
tedesca.
Trionfo della morte (1485), Oratorio dei Disciplini, Clusone (BG).
B) CAUSE RELIGIOSE:
• -‐ 1) Tendenza anIpapale nata dalla diminuzione del presIgio del papa fin dall’inizio del Trecento e corruzione della Chiesa.
• -‐ 2) Decadenza del pensiero scolasIco e tendenze intelleJuali dell’epoca.
• -‐ 3) Evangelismo.
• -‐ 4) Chiesa e Rinascimento
1) Diminuzione del presIgio del papa e corruzione della Chiesa.
• Anche se tuK gli storici sono concordi nel ritenere che la causa immediata della rivoluzione protestante non debba cercarsi nella corruzione della Chiesa, è innegabile che questa reale corruzione abbia reso più facile la diffusione della rivolta.
Perdita di presIgio dell’autorità papale
• -‐ Il papato di Bonifacio VIII • -‐ Il papato ad Avignone • -‐ Lo scisma d’occidente
Il papato di BONIFACIO VIII (1294-‐1303).
• BONIFACIO VIII: rifacendosi a Innocenzo III e ad altri pontefici medievali, ai quali vari sovrani europei avevano offerto in feudo i propri regni, BONIFACIO pretende di esercitare un’alta autorità sovrana su tuK i regni caJolici, senza rendersi conto che quello che era stato possibile a INNOCENZO III all’inizio del ‘200 non lo era più un secolo dopo.
• Filippo il Bello, il suo principale avversario, fondava il suo potere sul diriJo romano che da vari decenni era studiato nelle università, e pertanto considerava nel suo regno la sua autorità come superiore a quella del papa e dell’imperatore: rex in suo regno est imperator ( il re è imperatore nel suo regno).
• Lo scontro arriva all’apice quando Bonifacio scomunica e depone Filippo (giugno 1303) e il re francese organizza una spedizione per arrestare il papa e condurlo davanI a un tribunale francese per processarlo (seJembre 1303).
• L’aiuto dei Colonna non portò alla realizzazione dei suoi proposiI ma si concluse con il celebre schiaffo di Anagni (Bonifacio schiaffeggiato da Sciarra Colonna).
• Il papa liberato dalla popolazione locale muore un mese dopo.
• CONSEGUENZE: • L’autorità poliIca effeKva del papato si esaurisce; • Il presIgio del papato, suprema autorità della Chiesa, viene
fortemente scosso (mai un pontefice aveva ricevuto un simile affronto da un sovrano caJolico, e non solo il re francese viene lasciato indisturbato ma assume il totale controllo del papato).
IL PAPATO AD AVIGNONE (1309-‐1378)
• Filippo il Bello fa eleggere il candidato francese CLEMENTE V (1305-‐1314), il quale si stabilisce ad Avignone.
• FATTORI CHE RENDONO IL PAPATO AVIGNONESE INVISO: • 1) I pontefici risentono dell’afflusso del re di Francia, questo li
rende invisi alle altre nazioni; • GIOVANNI XXII (1316-‐1334) si inserisce nello loJa tra i candidaI alla
elezione imperiale: Ludovico il Bavaro e Federico d’Asburgo. • Non propende per nessuno dei due e si arroga il diriJo di
nominare un terzo candidato a suo piacimento. • Ludovico non acceJa, e viene scomunicato dal papa. L’unico
risultato fu di aKrarsi le anIpaIe di tuK i candidaI. • Le scomuniche, inoltre, erano date con leggerezza e per fini
poliIci. Questo porta un ulteriore calo dell’autorevolezza papale.
LO SCISMA D’OCCIDENTE. • Alla morte di Gregorio XI viene eleJo Urbano VI (1378-‐1389), al secolo Bartolomeo Prignano arcivescovo di Bari.
• A quesI si contrappone Clemente VII che si stabilisce ad Avignone.
• A ognuno dei due papi ne succedono altri, determinando la conInuazione dello scisma, il quale prosegue fino al CONCILIO DI COSTANZA 1414-‐1418.
• L’assemblea depone gli altri papi ed elegge Odo Colonna con il nome di MARTINO V (1417-‐1431).
CONSEGUENZE:
• I 2 papi in loJa si contendono l’appoggio dei principi. • I sovrani ne approfiJano per avere molIssime concessioni
accentuando la tendenza verso la formazione delle chiese nazionali.
• In FRANCIA, con la PrammaIca Sanzione (1438) sono disposte norme volte a formare una chiesa indipendente da Roma e accentuare la dipendenza della Chiesa dallo stato (limitazioni alla Chiesa di Roma nella nomina degli uffici ecclesiasIci, divieto di appello a Roma come ulIma istanza).
• In GERMANIA: i principi si comportano allo stesso modo, usurpano le giurisdizioni ecclesiasIche della chiesa, impongono le tasse sui beni della Chiesa e nominano gli uffici ecclesiasIci. ParIcolari malumori aveva provocato il tentaIvo di GIOVANNI XXII di detronizzare l’imperatore Ludovico il Bavaro.
• In INGHILTERRA: la diffidenza verso Roma si sviluppa nel periodo avignonese perché il pontefice era visto come uno strumento della monarchia francese. Va ricordato, infaK, che Inghilterra e Francia in quel periodo si fronteggiavano nella guerra dei Cent’anni (1337-‐1453).
• In SPAGNA: nasce l’inquisizione spagnola, ovvero l’inquisizione passa soJo il controllo dello stato e viene soJraJa al controllo del papa.
• Lo scopo era di difendere la Spagna dalla minaccia del comportamento ambiguo di ebrei e musulmani converII. In realtà l’inquisizione spagnola viene uIlizzata per accentrare il potere nelle mani della monarchia iberica.
CORRUZIONE DELLA CHIESA
• La situazione del clero tedesco era in una condizione di grave decadenza morale.
• L’alto clero era traJo esclusivamente dalla nobiltà e conduceva una vita mondana: celebrava raramente le funzioni religiose, collezionava cariche ecclesiasIche e passava il tempo fra baJute di caccia e diverImenI. Del vescovo di Colonia Hermann von Wied si diceva che avesse celebrato 3 messe in tuJa la sua vita.
• Il basso clero era povero, poco istruito e non rispeJava il celibato.
2) DECADENZA DEL PENSIERO SCOLASTICO E TENDENZE INTELLETTUALI DELL’EPOCA.
• -‐LE IDEE DI OCCAM hanno un notevole influsso nel pensiero di Lutero.
• Dal ‘300, con la crisi del pensiero scolasIco si diffonde e si impone il pensiero di Guglielmo d’Occam. Occam, esaspera la potenza divina. Secondo Occam, infaK, la moralità delle azioni umane non dipende dalla loro natura intrinseca ma unicamente dalla volontà di Dio; Dio, quindi, nella sua potenza assoluta, potrebbe condannare all’inferno un uomo giusto mentre un peccatore può essere giusIficato non per un rinnovamento interiore reale ma per una sola acceJazione esterna.
AgosInismo. • RispeJo all’epoca precedente torna in auge il pensiero agosIniano, del quale abbiamo traccia nelle considerazioni di Lutero.
• ElemenI di pensiero agosIniano (estremizzato) nelle considerazioni di Lutero sono:
• -‐ che tuJe le nostre opere sono caKve, o quanto meno insufficienI a giusIficarci.
• -‐ che la concupiscenza non è ben disInta dal peccato (per Lutero la tentazione è essa stessa peccato).
LE ERESIE TRECENTESCHE: WYCLEFF E HUS.
• Anche se non c’è nessun rapporto dire2o tra le idee degli Hussi6 e dei Lollardi quelle di Lutero vi si assomigliano.
• WYCLEFF († 1384): • -‐ sosIene che l’unica norma di fede è la scriJura; • -‐ solo i predesInaI sono membri della Chiesa, una società di
invisibili (non è necessaria una gerarchia con poteri e struJure giuridiche)
• -‐ contrario al primato romano • -‐ nega la transustanziazione (con la consacrazione del pane e del
vino essi diventano il primo corpo di Cristo e il secondo il suo sangue).
• -‐ nega il libero arbitrio • HUS († 1415), riprende le idee di Wycleff ma la sua ecclesiologia
oscilla tra due concezioni opposte: tra una congrega0o fidelium (fondata sulla partecipazione ai sacramenI e sulla gerarchia) e una universitas predes0natorum (piccolo gruppo di eleK noto solo a Dio) in cui il potere dei sacerdoI è fortemente limitato.
3) EVANGELISMO
• = Reazione alla pietà tardo-‐medievale nella quale avevano acquisito un peso eccessivo le praIche esterne non di rado eseguite meccanicamente.
• Non si traJa di una corrente ben definita, ma di una atmosfera spirituale diffusa sopraJuJo fra le classi colte e in parIcolare nei circoli umanisIci.
• Si voleva un crisIanesimo più puro, essenzialmente una maggiore semplicità dei riI (un moIvo che riapparirà più volte per tuJa la storia della Chiesa e che, dal VaIcano II, è stato riconosciuto in tuJa la sua validità), una migliore conoscenza della ScriJura, una pietà più sincera, dominata dalla assoluta fiducia di Cristo che ci aKra interamente a se.
• Non mancano interpretazioni radicali che cadono nell’eccesso, in alcuni casi in quesI gruppi:
• -‐ si assiste alla svalutazione della partecipazione aKva e personale dell’uomo alla salvezza;
• -‐ si assiste all’esaltazione unilaterale della potenza della Grazia; • -‐ le opere sono ritenute inuIli, così come il culto dei sanI e le
diverse praIche di pietà • -‐ la sostanza della vita crisIana è l’incontro con Cristo.
• Tra gli esponenI principali di questa corrente abbiamo Erasmo da RoJerdam. Per il grande pensatore olandese il CrisIanesimo è essenzialmente interiorità e non consiste nell’osservanza di riI esterni; per Erasmo il CrisIanesimo è un combaKmento contro le passioni per sollevarci dai beni materiali fino a Cristo Salvatore.
4) CHIESA E RINASCIMENTO. • i) IL RINASCIMENTO • Come abbiamo deJo nella lezione precedente
NELL’UOMO MEDIEVALE C’È LA TENDENZA A SUBORDINARE TUTTE LE ATTIVITÀ UMANE DIRETTAMENTE E IMMEDIATAMENTE ALLA RELIGIONE (Esempi: l’arte deve dare gloria a Dio e migliorare gli uomini, la filosofia è ancilla theologiae, nella storia si ricerca il disegno della divina provvidenza)
• Il rinascimento riconosce la necessità di una effeKva autonomia delle aKvità umane (l’arte non educa l’uomo ma è soddisfacimento del senso esteIco, la filosofia si fonda rigorosamente sul principio dell’evidenza oggeKva, la storia cerca le cause immediate degli avvenimenI senza aJribuire tuJo a una causa trascendente).
• È molto importante ricordare come portato dell’umanesimo l’applicazione della criIca filologica applicata anche a quesIoni riguardanI la Chiesa, coma la pretesa «donazione di CostanIno» (l’aJo con il quale l’imperatore CostanIno avrebbe concesso territori a papa Silvestro I), di cui Lorenzo Valla dimostrò la falsità
• La criIca filologica è applicata allo stesso Nuovo Testamento. Erasmo da RoJerdam si impegnò, infaK, a ristabilire la versione originale (in greco), meJendo in luce i tanI errori presenI nella versione laIna di San Girolamo (questo poteva turbare la fede di alcuni).
ii) CHIESA E RINASCIMENTO. • Era tradizione della Chiesa anIca e medievale di accogliere,
indirizzare, e per così dire baJezzare le aspirazioni delle varie età che non fossero intrinsecamente caKve.
• È uno dei compiI della Chiesa e uno dei suoi inevitabili rischi: influire sulla società del tempo, incarnandosi in essa, e resistere all’influsso eventualmente negaIvo che da questa deriva.
• Nel rinascimento il papato tenta con largo successo di farsi guida del fiorente movimento arIsIco, di valorizzare al servizio della religione la passione per la bellezza, l’ideale dell’epoca.
• NICCOLÒ V, per esempio, fonda la biblioteca vaIcana. • PIO II (Enea Silvio Piccolomini) era egli stesso un umanista
(poeta e storico) ma non era esente da gravi colpe (aveva due figli) anche se si era gradualmente correJo.
• Fino a PAOLO II compreso (1464-‐1471), i pontefici mantengono l’equilibrio tra mecenaIsmo e doveri religiosi.
• Dal papato di Sisto IV (1471-‐1484), allo splendore culturale e civile si contrappone la mancanza di un autenIco spirito religioso;
• La Curia cominciò a vivere in un lusso fastoso: ogni cardinale aveva la sua corte sontuosa con palazzi e ville.
• Questo tenore di vita esigeva forI spese, alle quali si faceva fronte con vari mezzi tra i quali un posto di rilievo aveva l’accumulazione di benefici (i cardinali avevano spesso il governo di parecchie diocesi, dalle quali erano abitualmente lontani), la vendita degli uffici, l’aumento di tasse e la concessione di indulgenze a scopo di lucro.
• In questo periodo è largamente diffusa la praIca del nepoIsmo: i pontefici nominano i loro parenI cardinali.
• Si raggiunge il punto più basso con Alessandro VI Borgia (1492-‐1503). • Sappiamo, infaK, con certezza che aveva comprato l’elezione e che ,
padre di nove figli, ne aveva nominato uno, Cesare, cardinale a 16 anni.
• Ovviamente tuJo questo aveva ridoJo notevolmente il presIgio religioso del papato.
D) CAUSE POLITICHE, SOCIALI ED ECONOMICHE:
• Sono importanI perché nella diffusione e nella forza di tuK i grandi movimenI ereIcali è sempre presente un faJore poliIco;
• Nel nostro caso ne abbiamo diversi: • 1) La resistenza contro Roma;
• 2) La resistenza contro la centralizzazione portata avanI dagli Asburgo contro la nobiltà;
• 3) Il fermento delle masse tedesche, pronte ad una rivoluzione che migliorasse la loro sorte.
LA RESISTENZA CONTRO ROMA:
• Abbiamo accennato alla presenza in Germania di un forte senImento anIromano causato dalla loJa tra Ludovico il Bavaro e Giovanni XXII (fautore di una poliIca anItedesca, dell’accentramento dei poteri e del fiscalismo della curia).
• L’importanza di questo senImento ci è confermata dallo stesso Lutero il quale, nel 1545, nel prologo all’edizione completa delle sue opere unisce la propria causa con quella dell’indipendenza tedesca affermando: «i Tedeschi erano stanchi di sopportare i furI […] dei fannulloni romani […]».
-‐ RESISTENZA CONTRO LA CENTRALIZZAZIONE PORTATA AVANTI DAGLI ASBURGO CONTRO LA NOBILTÀ
• Nel ‘400 abbiamo i tentaIvi degli Asburgo di trasformare il potere imperiale in un potere effeKvo. L’imperatore per tradizione, convinzione e convenienza si proclamava difensore del caJolicesimo e pertanto ai principi tedeschi non restava che abbracciare il parIto opposto, quello contrario alla Chiesa di Roma.
IL FERMENTO DELLE MASSE TEDESCHE, PRONTE AD UNA RIVOLUZIONE CHE MIGLIORASSE LA LORO SORTE:
• Due classi soffrono essenzialmente per la crisi economica causata dalla scoperta dell’America: i contadini e i cavalieri (la piccola nobiltà). Saranno proprio quesI gruppi a rivoltarsi in un miscuglio di rivendicazioni sociali, economiche e religiose.
MarIn Lutero (MarIn Luther 1483-‐1546)
LA PERSONALITÀ DI LUTERO. • Nasce ad Eisleben in Sassonia, il 10 novembre del 1483. • Figlio di contadini studia filosofia all’università di Erfurt (Sassonia), un
ambiente pregno di Occamismo. • Nel 1505 entra nel convento degli eremitani di Sant’AgosIno a Erfurt (da
qui il pensiero agosIniano). • Nel 1508 è ordinato sacerdote e inviato all’università di WiJenberg a
insegnare eIca, dogmaIca ed esegesi. • Nel 1510 è a Roma per quesIoni inerenI all’ordine. • Tra il 1515-‐1517, “maturazione psicologica” dell’agosIniano, stato di
profonda inquietudine, temeva di non potersi liberare dal peccato e di essere un dannato. Medita un passo della leJera ai Romani 1,17: «La giusIzia di Dio si rivela in esso (nel Vangelo) dalla fede alla fede, come sta scriJo: il giusto vivrà per fede».
• Meditando deduce che la «giusIzia» non è l’intervento con cui Dio premia i giusI e punisce i peccatori, ma parla dell’aJo con cui il Signore copre i peccaI di quanI si abbandonino a Lui aJraverso la fede.
• La leJera ai Romani dunque parla non della giusIzia vendicaIva, ma della giusIzia salvifica, la Grazia con cui Dio ci sanIfica.
PUNTI ESSENZIALI DEL PENSIERO DI LUTERO:
• Sola scriptura; • Jus0fica0o sola fide; • Sola gra0a.
Sola scriptura (Sola scriJura):
• Lutero meJe al centro la sola scriJura ma in modo estremo. Essa, infaK, non ha bisogno di essere interpretata dalla Chiesa, si interpreta da se stessa.
Jus0fica0o sola fide (giusIficazione per sola fede):
• Per Lutero dopo il peccato originale la natura umana è intrinsecamente corroJa, l’uomo ha perso la sua libertà, ogni sua opera, anche buona, è necessariamente peccato.
• Dio tuJavia, senza cancellare i peccaI e senza rinnovare interiormente chi crede in Lui e a Lui si affida, gli aJribuisce i meriI e la sanItà di Cristo, lo considera come se fosse rinnovato e giusto.
• Le nostre opere buone non hanno alcun effeJo in questo processo. • La Chiesa caJolica insiste sulla necessità della opere buone (dolore,
proposito, confessione…), anche se ammeJe che esse non sono causa efficiente della salvezza, ma ci preparano, ci dispongono alla salvezza, che resta un dono gratuito di Dio.
• Per Lutero l’uomo una volta “giusto” compie opere giuste; ma le opere non sono un mezzo per arrivare a Dio.
• Punto in comune: Lutero e i caJolici sono concordi nel ritenere la giusIficazione, la salvezza, come un gratuito dono divino.
Sola gra0a (sola grazia):
• Lutero rifiuta ogni mediazione esterna tra l’uomo e Dio (si rifà alla leJera di Paolo ai GalaI).
• Lutero non ammeJe la Chiesa gerarchica tradizionale.
• I presbiteri sono solo predicatori e amministratori dei sacramenI.
• I sacramenI sono solo 2: baJesimo ed EucaresIa.
• La messa non è un sacrificio reale, resta un aJo uIle ma non necessario.
DIFFUSIONE:
• Si calcola che i 2/3 dell’allora popolo tedesco abbia abbracciato la doJrina luterana.
• Il luteranesimo si diffonde in Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Estonia e LeJonia.
• In Scandinavia i sovrani diventano capi della chiesa.
Diffusione della riforma protestante
LA QUESTIONE DELLE INDULGENZE. • L’occasione esterna per manifestare le sue idee venne offerta con
la predicazione delle indulgenze a WiJenberg. • Dal 1507 Giulio II aveva dato il via ai canIeri per la nuova basilica di
San Pietro e aveva concesso un’indulgenza a modo di giubileo, a chi offriva elemosine per l’impresa.
• Nel 1514 l’iniziaIva è ripresa da Leone X. • Nel 1517 la predicazione delle indulgenze si estende alla provincia
del Magdeburgo, soJo l’autorità dell’Arcivescovo Alberto di Brandeburgo, ed è portata avanI dal Domenicano Johannes Tetzel che non sempre si mantenne nell’ortodossia: egli insegnava giustamente che l’indulgenza era la remissione della pena e non della colpa, ma, a proposito dell’abituale disInzione tra indulgenza per i vivi e per i defunI, affermò che lo stato di grazia, di confessione e il dolore per i peccaI sono necessari per conseguire l’indulgenza per se stessi, non per applicare l’indulgenza ai defunI. Risponde alle sue idee la frase: «Appena la moneta cade nella casseJa delle elemosine, l’anima è liberata dal Purgatorio».
• Lutero reagisce agli abusi e invia le sue 95 tesi sulle indulgenze all’arcivescovo Alberto invitandolo a una discussione. Per frate MarIno l’indulgenza è soltanto la remissione della pena canonica infliJa dalla Chiesa, non della pena da scontarsi nella vita futura; non può essere applicata ai defunI; non esiste il tesoro della Chiesa risultante dai meriI del Cristo e dei SanI.
• A seguito della grande diffusione delle tesi di Lutero, nel 1518 il cardinale Tommaso de Vio, per ordine papale interroga il frate ad Augusta.
• Il cardinale tenta invano di farlo consegnare all’autorità ecclesiasIca ma Lutero gode della protezione del principe eleJore Federico di Sassonia.
• Il papa non poteva esporsi contro quesI perché voleva influire nelle allora imminenI elezioni imperiali e avrebbe avuto bisogno del suo appoggio.
• Nel 1519, a Lipsia, si Iene la DISPUTA TEOLOGICA TRA LUTERO E JOHANNES ECK, che rappresentava le posizioni tradizionali della Chiesa.
• Lutero contesta il primato romano e l’infallibilità dei concili e afferma la validità della scriJura come unica fonte di verità.
• Nel 1520, alla conclusione del processo intentato contro Lutero a Roma, viene promulgata la bolla Exurge Domine con l’inImazione all’imputato di ritraJare le sue tesi entro 60 giorni.
• Lutero risponde con tre libri, stampaI e diffusi in tuJa la Germania, in cui specifica le sue concezioni doJrinali.: “Alla nobiltà crisIana della nazione germanica”; “De capIvitate babylonica ecclesiae praeludium”; “De libertate chrisIana”.
• Nel 1521 Leone X con la bolla Decet Romanum Pon0ficem scomunica Lutero.
• Alla Dieta di Worms (1521) Lutero viene bandito dall’impero e i suoi scriK proibiI (poteva essere arrestato in qualsiasi momento).
• Lutero, quindi, viene faJo portare dal principe Federico di Sassonia nel castello di Wartburg per proteggerlo.
• Qui Lutero rimane per 10 mesi e si dedica alla traduzione della bibbia dal greco in tedesco.
PERIODO DELLE LOTTE SOCIALI, 1522-‐1525.
• Le doJrine elaborate da Lutero hanno una tale diffusione e un tale successo da causare una serie di rivolte, nelle quali si intrecciano rivendicazioni sociali e idee religiose.
a) Rivoluzione dei cavalieri, 1521-‐1523
• I cavalieri (piccola nobiltà) spinI dal disagio sociale in cui si trovavano, insorge e invade con le armi il territorio del vescovo-‐principe di Treviri, “per aprire la strada alla parola di Dio”, cioè per impadronirsi dei beni ecclesiasIci.
• L’alleanza dell’alta nobiltà renana soffoca la ribellione nel sangue.
b) La rivoluzione dei contadini, 1524-‐1525.
• Rivolte contadine si diffondono in gran parte della Germania centrale e meridionale, con l’esclusione della Baviera. L’esercito contadino voleva la soppressione delle decime, di molI diriK feudali e l’elezione democraIca dei parroci. Inizialmente Lutero li appoggia ma davanI agli eccessi commessi esorta i principi a soffocare la rivolta nel sangue (“Contro le empie e scellerate bande dei contadini”).
• La risposta di Lutero all’anarchia e al caos che con le sue doJrine aveva egli stesso scatenato lo convincono, anche se con molte perplessità, a riconoscere nello Stato l’appoggio di cui aveva bisogno la sua Chiesa.
• All’autorità del papa si sosItuisce d’ora in poi quella del principe, alla Chiesa invisibile e democraIca che aveva teorizzato si sosItuisce la Chiesa di Stato.
PERIODO DELLE DIETE E DEI COLLOQUI, 1525-‐1532.
• In questo periodo si tenta aJraverso una via pacifica di raggiungere un accordo.
• Nel 1526, alla Dieta di Spira, viene stabilito che il decreto del 1521 era rimesso alla coscienza dei principi, era quindi lecito per le ciJà libere e per i principi abbracciare il protestantesimo.
• Come mai l’imperatore Carlo V cerca un accordo con gli ereIci?
• Perché i Turchi stavano avanzando verso Vienna, Francesco I di Francia gli aveva di nuovo dichiarato guerra e lo stesso papa Clemente VII si era alleato con i Francesi. Aveva bisogno dell’appoggio di tuK i principi tedeschi, anche di quelli protestanI.
• 1529, Dieta di Spira. Carlo V proclama che gli staI diventaI protestanI potevano rimanere tali ma quelli caJolici non potevano abbracciare la riforma e questo fino a che non si fosse tenuto il concilio tanto aJeso e invocato da tuK.
• Come mai questo cambiamento? • Carlo si trovava allora in migliori condizioni: Francesco I RE DI FRANCIA era stato sconfiJo e i Turchi erano staI respinI da Vienna.
• Di fronte a queste decisioni 6 principi e 14 ciJà “protestarono” e da quel momento tuK i luterani furono indicaI con il nome di protestanI.
• Nel 1530 alla dieta di Augusta, viene esaminata la CONFESSIONE AUGUSTANA, la professione di fede dei luterani: oltre a quanto già deJo, è proclamato il rifiuto del culto dei sanI, viene affermata la consustanziazione (presenza simultanea nell’EucaresIa del corpo e del sangue del Cristo con il pane e il vino) al posto della transustanziazione caJolica e la condanna della comunione soJo una sola specie.
• Carlo V rifiuta la confessione e riafferma la condanna di Lutero.
• SpaventaI dalla potenza imperiale, i protestanI si stringono in una lega militare (Lega di Smalcalda) e si alleano con Francia, Inghilterra e Danimarca.
PERIODO DELLA LOTTA ARMATA 1532-‐1555.
• Dopo la nascita della Lega, Carlo V decide per la guerra aperta. • Nonostante la viJoria militare del 1547, e la morte di Lutero nel
1546, Carlo V, convintosi dell’inuIlità della loJa armata e nella speranza di trovare una soluzione nel concilio appena aperto, cerca di arrivare ad un compromesso doJrinale tra le parI.
• Il tentaIvo scontenta sia caJolici che protestanI.
LA PACE DI AUGUSTA(1555). • Clausole principali:
• Cuius regio eius religio: i prìncipi possono aderire liberamente alla nuova religione e i loro suddiI devono seguire obbligatoriamente la confessione del sovrano. Hanno però il diriJo di emigrare con la facoltà di vendere i loro beni (questo perché era opinione comune che l’unità poliIca non potesse sussistere senza l’unità religiosa).
• Nobili, ciJà e villaggi che avevano già abbracciato il protestantesimo potevano professarlo in pace.
CALVINO (JEAN CAUVIN, 1509-‐1564).
CALVINO (JEAN CAUVIN, 1509-‐1564).
• Nato a Noyon in Piccardia nel 1509, non è un religioso, studia leJere e diriJo alla Sorbona. Calvino, converItosi al protestantesimo sopraJuJo per un ritorno alla Chiesa anIca, lascia Parigi e nel 1536, su invito di Guillaime Farel, si ferma a Ginevra per sostenere l’incipiente riforma. Dal 1541 vi si traKene fino alla morte.
PUNTI ESSENZIALI DEL PENSIERO DI CALVINO:
• Calvino non è un innovatore, dà una sistemazione organica alle tesi dei riformatori precedenI:
• EucaresIa: ondeggia tra la consustanziazione (presenza simultanea nell’EucaresIa del corpo e del sangue del Cristo con il pane e il vino, che diverge dalla transustanziazione caJolica, ovverosia con la consacrazione del pane e del vino essi diventano il primo corpo di Cristo e il secondo il suo sangue) e il mero simbolismo.
• PredesInazione: alcuni, per volontà di Dio, sono eleK alla felicità eterna, altri all’eterna dannazione.
• Le opere: anche se inuIli per la nostra salvezza devono essere faJe per rendere gloria a Dio, dobbiamo compierle per mostrarGli il nostro rispeJo e per compiere la sua volontà.
• «l’anima crisIana non deve considerare il merito delle opere come rifugio di salvezza, ma riposarsi interamente nella promessa gratuita di giusIficazione. TuJavia non le impediscono di trarre conforto da tuK i segni della benedizione di Dio […] le buone opere che (Dio) ci ha dato devono servire a dimostrare che ci è stato dato lo spirito di adozione».
• Dopo la sua morte, per una forma di degenerazione del suo pensiero si è finito per considerare il successo esterno, la ricchezza materiale, come indizio della benedizione divina e della predesInazione alla salvezza.
• Dinamismo e proseliIsmo diventano due caraJerisIche della nuova religione.
• Abbiamo però anche un facile disprezzo per il povero, che alla luce della doJrina sulla elezione e sulla protezione divina agli eleK, appare come un respinto dal Signore anche in questa vita.
RAPPORTO TRA RELIGIONE E STATO
• Lo Stato diventa uno strumento nelle mani della Chiesa. Se Lutero aJribuisce allo Stato il diriJo di riformare la Chiesa, Calvino riconosce alla Chiesa il diriJo di imporre allo Stato i suoi principi morali, le sue leggi e la sua organizzazione.
• A Ginevra, libera ciJà in loJa contro le ambizioni territoriali del Duca di Savoia, sono introdoJe dal 1541 le “Ordinanze ecclesiasIche” di Calvino. Sono stabiliI 4 uffici ecclesiasIci:
• i diaconi: addeK alle opere di carità • i doJori: preposI alle scuole • gli anziani: laici cui era affidata la sorveglianza sui costumi e sulla pietà.
• I pastori, che predicavano e amministravano i sacramenI.
• Ogni seKmana i pastori e gli anziani si riunivano nel concistoro, ascoltavano le denunce ed emanavano le sentenze: a seconda della gravità della colpa era stabilita una punizione (carcere, esclusione dalla cena che si celebrava 4 volte all’anno, pena di morte).
• TuJo era controllato dagli anziani: le leJure, i giochi, i canI, i pranzi. Proibiscono il gioco delle carte, le danze, la leJura dei romanzi, controllano il taglio dei capelli.
• TuK per amore o per forza dovevano praIcare le virtù.
Uno Stato confessionale
• Nello stato ginevrino viene instaurato un regime connotato da una forte intolleranza religiosa.
• Michele Serveto, ereIco che aveva negato la Trinità e il dogma del peccato originale, fuggito da Lione, dove era stato perseguitato, si rifugia a Ginevra.
• Qui viene riconosciuto, processato e arso sul rogo (1553).
• Ginevra doveva rimanere a tuK i cosI capitale della riforma, qui venne ereJa un’università dove venivano formaI i pastori per diffonderne il verbo.
• DIFFUSIONE: parte della Svizzera, Paesi Bassi e Scozia.
LA RIFORMA IN INGHILTERRA.
• Gli scriK dei riformatori, importaI dall’Olanda e dalla Germania seJentrionale, arrivarono anche in Inghilterra.
• La spinta al distacco della Chiesa inglese avviene sopraJuJo per moIvi personali o dinasIco-‐poliIci.
IL REGNO DI ENRICO VIII (1509-‐1547).
• Enrico VIII (1509-‐1547), non avendo avuto un erede maschio dalla moglie Caterina d’Aragona, chiede al papa di dichiarare nullo il matrimonio in modo da poter sposare una dama di corte, Anna Bolena, di cui si era invaghito.
• Ma Clemente VII, per non inimicarsi Carlo V, nipote di Caterina e ormai padrone d’Italia, si oppone.
• Enrico rompe i legami con la Chiesa romana e nomina primate d’Inghilterra Thomas Cranmer, il quale celebra il matrimonio tra Enrico e Anna Bolena.
• La risposta di Clemente VII non si fa aJendere e scomunica Enrico.
• Nel 1534, in risposta alla scomunica, Enrico emana l’aJo di supremazia con il quale si proclama Capo Supremo della Chiesa d’Inghilterra.
• In questa fase il nuovo regime ecclesiasIco manIene l’anIca fede: viene negato il primato papale ma vengono confermaI la transustanziazione, il celibato ecclesiasIco, la comunione soJo una specie, i voI monasIci ecc.
• I convenI vengono soppressi e i loro beni incameraI dai nobili, i quali, ovviamente, si schierarono in massa con Enrico.
IL REGNO DI EDOARDO VI (1547-‐1553). • Nel 1547 sale al trono il figlio di Enrico, Edoardo VI, figlio di
Enrico e della sua terza moglie Jane Seymour. • Sale al trono ancora ragazzo, soJo la tutela dello zio, il
quale introduce profonde modifiche religiose: si passa così dallo scisma all’eresia.
• Nel 1549, viene pubblicato un nuovo rituale, il Book of common prayer, nel quale abbiamo:
• la soppressione di ogni riferimento che alludesse al caraJere sacrificale della messa.
• Introduzione della messa in volgare. • Nel 1553 viene pubblicato un nuovo “simbolo” in 42
arIcoli, di tendenze calviniste per quanto riguardava la doJrina eucarisIca.
IL REGNO DI MARIA LA CATTOLICA (1553-‐1558).
• Figlia di Enrico VIII e di Caterina d’Aragona, quindi del primo matrimonio del re, era sempre rimasta fedele al caJolicesimo.
• Maria cerca di reintrodurre il caJolicesimo ma non riesce a guadagnarsi il favore popolare. Questo a causa dello zelo con cui cerca di reintrodurre il caJolicesimo e a causa del matrimonio con Filippo II di Spagna, contrario a tuJe le tradizioni poliIche inglesi.
• L’opposizione poliIco-‐religiosa indusse la regina a misure estreme, e in cinque anni di regno vennero condannate a morte 300 persone.
IL REGNO DI ELISABETTA I (1558-‐1603).
• Figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, dotata di straordinarie doI di governo, porta l’Inghilterra verso lo sviluppo coloniale ed economico.
• Con ElisabeJa il protestantesimo si afferma definiIvamente in Inghilterra, e da allora l’amor di patria e la fedeltà alla dinasIa si unirono all’osIlità nei confronI del papato e del caJolicesimo, fino a divenire una delle componenI essenziali dell’anima inglese, almeno sino al XIX secolo.
• Nel 1559 ElisabeJa promulga un nuovo ACo di Supremazia con il quale si proclama supremo governatore della Chiesa d’Inghilterra e viene imposto agli ecclesiasIci il giuramento di fedeltà alla corona.
• TuK i vescovi, con una sola eccezione, rifiutarono il giuramento; fra il clero inferiore si ebbe l’adesione di circa un terzo dei membri.
• Viene approvato anche un ACo di uniformità con il quale si approvava un BOOK OF COMMON PRAYER che voleva essere un compromesso tra le posizioni dei calvinisI più radicali e la tradizione liturgica caJolica: il tentaIvo, ovviamente, scontentò protestanI e caJolici.
• Nel 1570 Pio V scomunica ElisabeJa e questo provoca la reazione della sovrana che esclude i caJolici da tuJe le cariche di governo e li priva di parte dei diriK civili in quanto potenziali cospiratori.
RIFORMA CATTOLICA O CONTRORIFORMA?
• Il rinnovamento della Chiesa nel XVI secolo è sorto come reazione alla rivoluzione protestante?
• O è il fruJo di una tensione sempre in aJo all’interno della Chiesa?
• SONO VERE ENTRAMBE LE AFFERMAZIONI.
• Nella Chiesa del ‘500 sono presenI due elemenI: • il primo è la tendenza vitale e spontanea alla riforma, la quale
si manifesta già nel tardo medioevo, e che agisce sopraJuJo dal basso.
• Il secondo è la reazione al protestantesimo, che si sviluppa dal verIce ricorrendo anche alla coercizione.
• La risposta della Chiesa procede, dunque, dal basso e dall’alto: i due movimenI sono complementari e si potrebbero chiamare il primo momento carismaIco e il secondo giuridico.
• La riforma caJolica nella sua componente dal basso avviene prima e durante il concilio tridenIno, è spontanea (si pensi al sorgere dei vari isItuI religiosi), ma meno generale ed efficace; la fase isItuzionale della riforma, che inizia con il ponIficato di Paolo III, perde in certa misura quello slancio religioso ma ne guadagna in estensione.
LA RIFORMA CATTOLICA: MOVIMENTI SPONTANEI DAL BASSO.
• 1) Nascita di associazioni laiche caritaIve. • 2) Riforma degli anIchi ordini religiosi • 3) La nascita di nuovi isItuI religiosi • 4) Opera riformatrice dei vescovi nelle loro diocesi
• 5) Gruppi umanisIci crisIani • 6) I circoli dell’evangelismo • 7) Le iniziaIve della curia e dei papi.
1) Nascita di associazioni laiche caritaIve.
• Si propongono un doppio fine: la carità verso i poveri e gli ammalaI, la pietà eucarisIca. Compagnie di laici che fondano ospedali per aiutare i malaI cronici e vi prestano servizio come volontari.
2) RIFORMA DEGLI ANTICHI ORDINI RELIGIOSI.
• Si formano nel ‘3-‐‘400 i cosiddeK movimenI dell’Osservanza.
• Sorgono convenI di streJa osservanza delle regole dei fondatori (perfeJa vita comune, osservanza della povertà, clausura, penitenza e lavoro…) che si riuniscono in congregazioni riformate.
• Tale processo coinvolge domenicani, francescani (“FraI Minori dell’Osservanza”e “Cappuccini”), carmelitani , eremitani agosIniani e benedeKni.
• La riforma coinvolge anche i Carmelitani a opera di Suor Teresa D’Avila e di San Giovanni della Croce, il quale da vita ai Carmelitani Scalzi .
3) La nascita di nuovi isItuI religiosi.
• Sorgono sopraJuJo ordini di chierici regolari: TeaIni (1524), BarnabiI (1533), GesuiI (1540), Somaschi (1540), Camilliani (1582) e la Compagnia di Sant’Orsola.
• Fra quesI i GesuiI portano ancora di più al centro l’apostolato perché nella Compagnia la sanIficazione dei suoi membri e dei altri è messa sullo stesso piano. Conseguenza di ciò è la freneIca aKvità missionaria in tuJo il globo (America, India, Cina e Giappone).
• Il loro approccio è innovaIvo perché nella predicazione rispeJano le culture locali, cioè separano, per quanto possono, il crisIanesimo dal portato della civiltà occidentale.
• La predicazione comporta, quindi, il rispeJo di quanto c’è di buono nei costumi dei popoli del “nuovo mondo” e dell’estremo oriente
IL PAPATO NELLA PRIMA METÀ DEL CINQUECENTO.
• Nonostante questa vitalità religiosa e le diverse richieste di riforma gli interessi dei papi sono rivolI altrove.
• Da più parI si riversavano, infaK, le richieste di un concilio per riformare la Chiesa e nella faKspecie si chiedeva: di purificare il papato dalla poliIca, di porre fine al fiscalismo curiale, di riformare i regolari, di migliorare la selezione del clero così come dei vescovi. Lo stesso Carlo V chiedeva la convocazione del concilio per risolvere il dissidio tra caJolici e protestanI.
• Abbiamo 4 papi “rinascimentali”: ALESSANDRO VI (1492-‐1503), GIULIO II (1503-‐1513), LEONE X (1513-‐1521) e CLEMENTE VII (1523-‐1534).
• I papi “rinascimentali” si occupano sopraJuJo di consolidare lo stato ponIficio, di abbellire Roma con opere d’arte e di porsi come ago della bilancia nelle Guerre d’Italia tra la Francia e gli Asburgo.
IL CONCILIO DI TRENTO. • Paolo III Farnese (1534-‐1549), tenta di indire un concilio nel 1536 e nel 1542 ma i confliK glielo impediscono.
• Dal 1521 al 1559 ci sono ben 4 guerre tra gli Asburgo e la Francia: come assicurare il libero transito dei vescovi e una pacifica discussione tra le parI in loJa? Come poteva il papa mantenere una posizione neutrale visto che doveva collaborare con l’imperatore per loJare contro l’eresia?
• Finalmente nel 1545 si apre il concilio a Trento
• I lavori del concilio sono molto travagliaI tanto da essere sospesi e ripresi più volte:
• PRIMA FASE: 1545-‐1547.
• SECONDA FASE: 1551-‐1552 • TERZA FASE 1561-‐1563.
• DELIBERAZIONI RIGUARDANTI LA DOTTRINA: • Viene affermata la pari dignità della ScriJura e della
Tradizione: la Rivelazione è contenuta nelle ScriJure e nella Tradizione.
• AnIco e Nuovo Testamento sono autenIci dal punto di vista dogmaIco e non filologico.
• La concupiscenza o tendenza al male, conseguenza del peccato originale, non cosItuisce peccato ma spinge verso il peccato.
• Per la salvezza sono necessarie le opere e la fede. • Il libero arbitrio: capacità naturale dell’uomo di scegliere tra il
bene e il male. • I sacramenI sono 7, compreso il matrimonio (sulla sua natura
di sacramento c’erano sempre staI dei forIssimi dibaKI) e l’ordinazione.
• I sacramenI hanno valore operaIvo, cioè salvano. • La messa ha natura sacrificale, non è solo un simbolo.
DAL PUNTO DI VISTA DISCIPLINARE:
• E’ vietato il cumulo dei benefici • Ogni vescovo doveva risiedere nella sua diocesi
• Il clero doveva essere adeguatamente preparato frequentando scuole apposite (i seminari).
• N. B.: prima i preI si formavano aJraverso l’apprendistato nelle varie parrocchie.
L’apparato repressivo:
-‐ La stampa era stato un efficace strumento di diffusione delle doJrine riformate pertanto viene sIlato l’indice dei libri proibiI (1559) e l’apposita congregazione.
-‐ Viene creata prima del concilio la Congregazione del Santo Uffizio, con il compito di coordinare e sovrintendere l’operato delle inquisizioni locali.
La predicazione
• Viene redaJo un catechismo per facilitare la predicazione.
• Viene redaJa la professione triden0na di fede