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ANNO VII - NUMERO 8 27 APRILE 2004 REGISTRATO AL TRIBUNALE DI FORLI' IL 12 GENNAIO 1998 N. 36/97 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB FORLI' - UNA COPIA 0,80 EURO UN DOCUMENTO PER EVITARE MALINTESI, ABUSI E PROFANAZIONI DEL "TESORO" DELLA CHIESA Venerdì 7 maggio ore 21 Palazzetto dei Romiti via Sapinia, Forlì cardinale CARLO MARIA MARTINI "La Parola e lo Spirito per tutti" ALLE DOMANDE DELL'UOMO CRISTO RISPONDE Eucaristia ben celebrata S i dice che ora non c’è inte- resse per Cristo. Tutta- via, quando abbiamo propo- sto la lettura del Vangelo, siamo rimasti stupiti dall’adesione all’in- vito. Poi esce il film “La Passione”, e accorre molta gente, molta gio- ventù, ed esce silenziosa e com- mossa. No: la gente ha domande. Alcune risuonano con forza e tal- volta con drammaticità. Riguarda- no la passione del mondo. Nel cor- po dell’umanità sembra che non ci sia più una parte sana: i poveri sono dimenticati o maltrattati, i ric- chi temono, i forti sono messi in pericolo dalla loro stessa potenza, le tensioni crescono, ostilità e con- trasti lacerano. La gente è sfiduciata e sembra non attendere risposte. Ma la voce segreta del cuore non si smarrisce del tutto e si accorge che la pietra del sepolcro ancora una volta è ro- vesciata; Cristo, in un modo o in un altro, si ripresenta. Che cosa ne risveglia l’interesse? Si possono elencare fattori vari ma, in fondo, c’è la potenza di un messaggio profondo, misterioso, palpitante di sincerità: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio”. La passione di Dio e dell’uomo, pur rimanendo mistero insondabile, cessa di essere scandalo quando si riesce a trovarvi il segno del- l’amore: Dio sta con noi, si fa visi- bile nei poveri e negli oppressi; la vita non sta nell’accumulare ric- chezze o sicurezze, ma nel donare se stessi: ciò che avviene non solo nel servizio, ma anche nella soffe- renza innocente. Ora l’umanità sembra essere squassata dai contorcimenti di un indicibile travaglio. Tale sofferen- za darà luogo a un mondo nuovo quanto più i cristiani sapranno avvicinarsi con amore a tutti, vitti- me o colpevoli, e volere per tutti “il bene”. Il bene potrà essere an- che la giusta espiazione delle col- pe, come strada che ricostruisce la dignità della responsabilità. Ma deve essere l’amore a suggerire i rimedi, non la vendetta o il domi- nio. Se si dice che è utopia, allora è meglio rimettere Cristo nel sepol- cro! Il mese di Maggio, dedicato a Maria, induca a leggere il Vangelo con gli occhi di Maria, e a cono- scere Maria secondo il Vangelo. È la raccomandazione del Papa. E Maria “la faccia che a Cristo più somiglia” (Dante), ci farà più simi- li al Figlio. + Vincenzo Zarri PROGETTO PASTORALE 2003-2004 Un atteso incontro DOMENICA 9 MAGGIO Giornata nazionale di sensibilizzazione alla firma dell'otto per mille alla Chiesa Cattolica MAGGIO: MESE DELLE DEVOZIONI Il mese di maggio è un momento privilegiato nella vita delle comuni- tà cristiane. Sono mol- te le occasioni nelle quali i cristiani s'incon- trano per invocare i pro- pri santi ed in modo par- ticolare la Madre di Dio. Nella diocesi forlivese il "calendimaggio" una volta era particolarmen- te ricco di feste. Il 30 aprile si celebrava san Mercuriale, il 1° maggio san Pellegrino, il 3 la Santa Croce (titolo del- la Cattedrale) e il 4 san Valeriano, anch'egli pa- trono della città. Il bel quadro del Men- zocchi (a sinistra) li vede radunati tutti insieme. “Redemptionis Sacramentum” è il tito- lo dell’Istruzione della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sa- cramenti presentata il 24 aprile in Va- ticano, il cui scopo principale è quello di “porre rimedio” agli “abusi commes- si in materia liturgica”, per la Santa Sede “all’ordine del giorno” in “alcuni luoghi”, e la cui “persistenza” va con- trastata “facendo ricorso a tutti i mezzi legittimi, a tutela del patrimonio spiri- tuale e dei diritti della Chiesa”. Il documento è composto di un proe- mio e di una conclusione; è suddiviso in 8 capitoli per 186 numeri. Per qualche lettore potrà essere sor- prendente la parte finale, nella quale sono ricordate alcune "pene" per "de- litti" più gravi. OGNI “ABUSO” È UNA “CONTRAF- FAZIONE”. “Non si possono passare sotto silenzio - è la tesi centrale del nuo- vo documento pontificio - gli abusi, an- che della massima gravità, contro la natura della Liturgia e dei sacramenti, nonché contro la tradizione e l’autorità della Chiesa, che non di rado ai nostri giorni in diversi ambiti ecclesiali com- promettono le celebrazioni liturgiche”. Spesso frutto dell’“ignoranza” o di “un falso concetto di libertà”, tali abusi per la Congregazione pontificia sono “atti arbitrari” che “compromettono la so- stanziale unità del rito romano” e intro- ducono, oltre che “deformazione e di- scordia” nella celebrazione eucaristica, “insicurezza dottrinale, perplessità e scandalo del popolo di Dio”. “Il popolo cattolico - si legge ancora nel testo - ha il diritto che si celebri in modo inte- gro il sacrificio della Santa Messa” e che la celebrazione eucaristica “appa- ia come vero sacramento di unità, e- scludendo completamente ogni gene- re di difetti e gesti che possono gene- rare divisioni e fazioni nella Chiesa”. Tra i graviora delicta (gli “atti più gravi”), rientra la “sottrazione o ritenzione a fine sacrilego o il gettar via le specie con- sacrate”: nel documento, infatti, ci sono diversi riferimenti al “pericolo di profa- nazione” delle ostie, delitto per il quale è prevista la scomunica latae sen- tentiae riservata alla Sede Apostolica che, per i preti, può arrivare anche alla (segue in 2 a pagina)

UN DOCUMENTO PER EVITARE MALINTESI, ABUSI E … · 2008-09-04 · vo documento pontificio - gli abusi, an-che della massima gravità, contro la natura della Liturgia e dei sacramenti,

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ANNO VII - NUMERO 8 27 APRILE 2004

REGISTRATO AL TRIBUNALE DI FORLI' IL 12 GENNAIO 1998 N. 36/97 - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB FORLI' - UNA COPIA 0,80 EURO

UN DOCUMENTO PER EVITARE MALINTESI, ABUSI E PROFANAZIONI DEL "TESORO" DELLA CHIESA

Venerdì 7 maggioore 21 Palazzetto dei Romiti via Sapinia, Forlì

cardinaleCARLOMARIA

MARTINI

"La Parolae lo Spiritoper tutti"

ALLE DOMANDEDELL'UOMOCRISTORISPONDE

Eucaristia ben celebrata

Si dice che ora non c’è inte-resse per Cristo. Tutta-via, quando abbiamo propo-

sto la lettura del Vangelo, siamorimasti stupiti dall’adesione all’in-vito. Poi esce il film “La Passione”,e accorre molta gente, molta gio-ventù, ed esce silenziosa e com-mossa. No: la gente ha domande.Alcune risuonano con forza e tal-volta con drammaticità. Riguarda-no la passione del mondo. Nel cor-po dell’umanità sembra che non cisia più una parte sana: i poverisono dimenticati o maltrattati, i ric-chi temono, i forti sono messi inpericolo dalla loro stessa potenza,le tensioni crescono, ostilità e con-trasti lacerano. La gente è sfiduciata e sembranon attendere risposte. Ma la vocesegreta del cuore non si smarriscedel tutto e si accorge che la pietradel sepolcro ancora una volta è ro-vesciata; Cristo, in un modo o inun altro, si ripresenta. Che cosa nerisveglia l’interesse? Si possonoelencare fattori vari ma, in fondo,c’è la potenza di un messaggioprofondo, misterioso, palpitante disincerità: “Dio ha tanto amato ilmondo da dare il suo Figlio”. Lapassione di Dio e dell’uomo, purrimanendo mistero insondabile,cessa di essere scandalo quandosi riesce a trovarvi il segno del-l’amore: Dio sta con noi, si fa visi-bile nei poveri e negli oppressi; lavita non sta nell’accumulare ric-chezze o sicurezze, ma nel donarese stessi: ciò che avviene non solonel servizio, ma anche nella soffe-renza innocente. Ora l’umanità sembra esseresquassata dai contorcimenti di unindicibile travaglio. Tale sofferen-za darà luogo a un mondo nuovoquanto più i cristiani saprannoavvicinarsi con amore a tutti, vitti-me o colpevoli, e volere per tutti“il bene”. Il bene potrà essere an-che la giusta espiazione delle col-pe, come strada che ricostruiscela dignità della responsabilità. Madeve essere l’amore a suggerire irimedi, non la vendetta o il domi-nio. Se si dice che è utopia, alloraè meglio rimettere Cristo nel sepol-cro! Il mese di Maggio, dedicato aMaria, induca a leggere il Vangelocon gli occhi di Maria, e a cono-scere Maria secondo il Vangelo. Èla raccomandazione del Papa. EMaria “la faccia che a Cristo piùsomiglia” (Dante), ci farà più simi-li al Figlio.

+ Vincenzo Zarri

PROGETTO PASTORALE 2003-2004Un atteso incontro

DOMENICA 9 MAGGIOGiornata nazionale di

sensibilizzazionealla firma dell'otto per mille

alla Chiesa Cattolica

MAGGIO: MESE DELLE DEVOZIONIIl mese di maggio è unmomento privilegiatonella vita delle comuni-tà cristiane. Sono mol-te le occasioni nellequali i cristiani s'incon-trano per invocare i pro-pri santi ed in modo par-ticolare la Madre di Dio. Nella diocesi forliveseil "calendimaggio" unavolta era particolarmen-te ricco di feste. Il 30aprile si celebrava sanMercuriale, il 1° maggiosan Pellegrino, il 3 laSanta Croce (titolo del-la Cattedrale) e il 4 sanValeriano, anch'egli pa-trono della città. Il bel quadro del Men-zocchi (a sinistra ) li vederadunati tutti insieme.

“Redemptionis Sacramentum” è il tito-lo dell’Istruzione della Congregazioneper il culto divino e la disciplina dei sa-cramenti presentata il 24 aprile in Va-ticano, il cui scopo principale è quellodi “porre rimedio” agli “abusi commes-si in materia liturgica”, per la SantaSede “all’ordine del giorno” in “alcuniluoghi”, e la cui “persistenza” va con-trastata “facendo ricorso a tutti i mezzilegittimi, a tutela del patrimonio spiri-tuale e dei diritti della Chiesa”. Il documento è composto di un proe-mio e di una conclusione; è suddivisoin 8 capitoli per 186 numeri. Per qualche lettore potrà essere sor-prendente la parte finale, nella qualesono ricordate alcune "pene" per "de-litti" più gravi.

OGNI “ABUSO” È UNA “CONTRAF-FAZIONE” . “Non si possono passaresotto silenzio - è la tesi centrale del nuo-vo documento pontificio - gli abusi, an-che della massima gravità, contro lanatura della Liturgia e dei sacramenti,nonché contro la tradizione e l’autoritàdella Chiesa, che non di rado ai nostrigiorni in diversi ambiti ecclesiali com-promettono le celebrazioni liturgiche”.Spesso frutto dell’“ignoranza” o di “unfalso concetto di libertà”, tali abusi perla Congregazione pontificia sono “attiarbitrari” che “compromettono la so-stanziale unità del rito romano” e intro-ducono, oltre che “deformazione e di-scordia” nella celebrazione eucaristica,“insicurezza dottrinale, perplessità escandalo del popolo di Dio”. “Il popolocattolico - si legge ancora nel testo -ha il diritto che si celebri in modo inte-gro il sacrificio della Santa Messa” eche la celebrazione eucaristica “appa-ia come vero sacramento di unità, e-scludendo completamente ogni gene-re di difetti e gesti che possono gene-rare divisioni e fazioni nella Chiesa”. Trai graviora delicta (gli “atti più gravi”),rientra la “sottrazione o ritenzione a finesacrilego o il gettar via le specie con-sacrate”: nel documento, infatti, ci sonodiversi riferimenti al “pericolo di profa-nazione” delle ostie, delitto per il qualeè prevista la scomunica latae sen-tentiae riservata alla Sede Apostolicache, per i preti, può arrivare anche alla

(segue in 2a pagina)

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2 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 27 APRILE 2004 - ANNO VII - N. 8

Sono ormai ottant’anni che l’Uni-versità Cattolica si presenta alPaese per riproporre la propria

identità e la propria missione a servi-zio della persona e della cultura. È si-gnificativo che, tagliando questo traguar-do, si richiami l’attenzione sul protago-nismo dei giovani e dell’Ateneo. I priminon sono dei fruitori passivi dei serviziofferti dal secondo, ma portatori intrepi-di di un anelito per un mondo più giusto,più umano, nel quale a ognuno sia rico-nosciuta la dignità di figlio amato di Dio.L’Università Cattolica non può essereconsiderata un’agenzia accademica allaquale è precluso di accostarsi alle per-sone, accompagnando il loro camminodi maturazione e di crescita verso unumanesimo integrale. L’incontro di que-sti due protagonismi complementari puòrafforzare la speranza di rendere nuovoil mondo, nonostante le ombre che su-scitano inquietudini nel cuore degli uo-mini del nostro tempo.“Giovani e Universitàprotagonisti del nuovo mondo”Gli inizi del terzo millennio ravvivanonegli uomini e nelle donne del nostrotempo, segnato da una recrudescen-za inattesa di violenza, il desiderio diun mondo nuovo, nel quale venganosanate le ferite dell’odio e della ven-detta e trovino soluzione le tante in-giustizie sociali; un mondo nel qualesia riconosciuta e rispettata effettiva-mente la dignità di ogni essere uma-no; un mondo nel quale possa fiorireuna nuova stagione di concordia e dibenessere per tutti. La Chiesa - impegnata a costruire ilregno di Dio nella storia, nell’attesa deicieli nuovi e della terra nuova - fa suoquesto anelito, tipico del mondo gio-vanile, a un mondo più giusto, più uma-no, nel quale a ognuno sia riconosciu-ta la dignità di figlio amato di Dio, eincoraggia il protagonismo che i gio-vani di oggi intendono assumere in

questo ambito. Il tema dell’ottantesi-ma Giornata per l’Uni-versità Cattolica delSacro Cuore “Giovanie Università protagoni-sti del nuovo mondo” siinserisce opportuna-mente in questo conte-sto perché orienta i gio-vani e l’Università Cat-tolica verso un traguar-do che trascende glispazi accademici pertoccare il cuore dellasocietà moderna. Ma non ci può esse-re vero protagonismogiovanile senza matu-razione umana e spirituale, acquisita at-traverso una formazione cristiana, cul-turale e professionale. L’UniversitàCattolica, sin dalla sua fondazione, siè dedicata a questo delicato e decisivosettore, impegnandosi a coniugare leesigenze di una formazione specialisti-ca ai più alti livelli con l’urgenza di farmaturare nei giovani il desiderio di la-vorare per il bene comune. Questo impegno, da tutti riconosciu-to e apprezzato, chiama le nostre Chie-se a sostenere generosamentel’Ateneo dei cattolici italiani, perchésappia continuare nel suo prezioso einsostituibile compito di formare per ilPaese giovani preparati culturalmentee capaci di spendere la loro vita per ciòin cui credono. Le numerose sfide della formazione,anche nel campo della trasmissioneculturale e della ricerca scientifica, im-pongono all’Università Cattolica di ela-borare strategie didattiche capaci di ri-spondere alle complesse domande delmondo giovanile. Non si tratta di unimpegno semplice, come evidenzianole molteplici ricerche effettuate. Infatti,il quadro offertoci è quello di un mondo

attraversato da luci e ombre. I giovani,oggi, sono forti, ma incerti; più prepa-rati sul livello culturale rispetto alle ge-nerazioni che li hanno preceduti, mameno disponibili ad assumere respon-sabilità in proprio; ricchi di entusiasmo,ma incapaci di impegni di lungo respi-ro. A ognuno è richiesto il massimo sfor-zo per aiutarli a divenire protagonisti diun mondo nuovo nel segno della spe-ranza, spesso richiamata ai giovani daGiovanni Paolo II. Ci piace ricordare qui le parole delPapa a Toronto in occasione della 17a

Giornata Mondiale della Gioventù: “Voisiete la nostra speranza, i giovani sonola nostra speranza. Non lasciate chequella speranza muoia! Noi non siamola somma delle nostre debolezze e deinostri fallimenti; al contrario, siamo lasomma dell’amore del Padre per noi edella nostra reale capacità di divenirel’immagine del Figlio suo” (Toronto, 28luglio 2002). L’Università Cattolica sappia essereluogo in cui i giovani imparano a esse-re custodi e promotori della speranzache non delude della Conferenza Epi-scopale Italiana.

MESSAGGIO CEI NELL'80 A GIORNATA PER L’UNIVERSITÀ CATTOLICA

Su iniziativa dell’episcopato dell’EmiliaRomagna la Santa Sede ha eretto il 29marzo scorso la “Facoltà Teologica del-l’Emilia Romagna”, con sede a Bolognanei locali del Seminario Arcivescovileche oggi ospita anche quello Regiona-le. Costituita secondo le norme accade-miche ecclesiastiche, è riconosciuta dal-lo Stato nella sua autorità a conferire ti-toli universitari. Grande cancelliere sarà

A BOLOGNA NUOVA FACOLTÀTEOLOGICA REGIONALE

“dimissione dallo stato clericale”.

L’“INSOSTITUIBILITÀ” DEL SACER-DOZIO. “Il sacerdozio ministeriale nonpuò essere in nessun modo sostituito”,e solo in casi di “bisogno” e “in man-canza dei ministri sacri” i fedeli laici“possono supplirlo in alcune mansioniliturgiche”. Anche se, si precisa nel nuo-vo documento, è “giusto” e “lodevole”che “alcuni laici” svolgano compiti le-gati all’azione liturgica, e che il parrocosia “coadiuvato” dai fedeli, quest’ultimo“non deve in nessun modo cedere” lorole prerogative del ministero sacerdota-le. Non è “mai” (salvo in casi “partico-lari”) compito del laico (ma neanche diun seminarista) tenere, ad esempio,l’omelia o fare il “gesto della frazionedel pane”: neanche gli “assistenti pa-storali”, presenti oggi in alcune dioce-si, devono assumere “funzioni che spet-tano propriamente al ministero dei sa-cri ministri”. Per quanto riguarda i mini-stri straordinari dell’Eucaristia, secon-do la Santa Sede sono da utilizzare solo“in caso di vera necessità”, poiché il loroimpiego indebito nella celebrazionedella liturgia può diventare “pretesto dialterazione dello stesso ministero deisacerdoti”.

LA “VIGILANZA” DEL VESCOVO EIL “PECCATO GRAVE” DEI FEDELI.Su tutto ciò, essenziale è il ruolo di “vi-gilanza” svolto dal Vescovo, cui com-pete la “responsabilità” di stabilire le for-me della celebrazione liturgica e diesercitare il “necessario discernimen-to” anche sull’atteggiamento spiritualedei fedeli, affinché chi di essi si trova in“peccato grave” non celebri la Messa“né comunichi al Corpo del Signoresenza avere premesso la confessionesacramentale”. “Ogni cattolico battez-zato”, comunque, “deve essere am-messo alla sacra comunione”. Nel nuo-vo documento pontificio, vengono dateanche precise indicazioni sul luogodella Messa: deve essere sempre il“luogo sacro” e solo in caso di “neces-sità” può essere un “luogo decoroso”,mentre “non è mai consentito a un sa-cerdote celebrare nel tempio o luogosacro di una religione non cristiana”;alla Comunione, viene ribadito, nonpossono accedere non solo i “non cri-stiani”, ma anche i “non cattolici”.

“SEMPRE DI DOMENICA” . Non man-cano, nel testo, precise raccomanda-zioni circa la “qualità” del pane (solo difrumento) e del vino (non sostituibilecon “altre bevande”), mentre si invita anon “combinare” l’Eucaristia con una“comune cena” e ad evitare l’“abuso”di introdurre nella Messa elementi di “ritidi altre religioni”. Quanto alle “celebra-zioni particolari che si svolgono in as-senza del sacerdote”, la Congregazio-ne pontificia raccomanda di “evitare con

cura ogni forma di con-fusione tra questo tipo diriunioni e la celebrazio-ne eucaristica”, invitan-do i sacerdoti a garanti-re sempre ai fedeli laMessa domenicale, nonsostituibile “con celebra-zioni ecumeniche dellaParola o con incontri dipreghiera in comunecon cristiani apparte-nenti alle altre comunitàecclesiali, oppure con lapartecipazione ai loro ritiliturgici”.

Sir

(dalla 1a pagina)

EUCARISTIABEN CELEBRATAGiovani e Università

protagonisti del nuovo mondo

l'arcivescovo di Bo-logna. Si tratta dellacontinuazione di u-na storia gloriosache risale al XIVsecolo, quando sisentì l'esigenza diarricchire l'AlmaMater Studiorumdella disciplina checoronava gli studi. L'attività progredìfino all'instaurazio-ne del Regno d'Ita-lia quando la Facol-tà teologica fu sop-pressa e sopravvis-se, in maniera più

modesta nel Seminario bolognese e poiin quello Regionale fino ad essere sop-pressa nel terzo decennio del secolo XX. La nostra diocesi è particolarmentesoddisfatta di questa istituzione poichéalcuni dei suoi sacerdoti insegnano conprofessionalità, competenza e apprez-zamento; essi sono il professor dottordon Franco Appi e il professor dottor donErio Castellucci.

FANCIULLIE PASSIONEDI GESÙLa Basilica di S. Mercuriale, nella seradel Mercoledì Santo (7 aprile) ha fattoda cornice alla rappresentazione dellaPassione di Gesù effettuata da tutti igruppi di catechismo della parrocchiacon la direzione dei catechisti e la col-laborazione di molti genitori. Si è trattato di grandi quadri che han-no ripercorso le scene della passione. Nella foto, la scoperta del traditore.

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27 APRILE 2004 - ANNO VII - N. 8 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 3

DOMENICA 9 MAGGIO la ChiesaItaliana celebra la “Giornata nazio-nale di sensibilizzazione alla firmadell’OTTO PER MILLE alla ChiesaCattolica”.

Firmare non costa nulla , perchè ilDatore di Lavoro o l’Ente Pensioni-stico ha già trattenuto e versato alloStato quanto da noi dovuto come IR-PEF, ma è un gesto di amore e disolidarietà verso la Chiesa Cattolicaed una condivisione tra tutti i fedeli.L’invito a firmare viene rivolto anchea coloro che sono esonerati dallapresentazione della dichiarazionedei redditi perché titolari di un soloreddito da lavo-ro dipendenteo da pensioneo proprietaridella prima ca-sa (in particola-re pensionati egiovani lavora-tori). Dagli ultimidati in posses-so dalla C.E.I.e trasmessialle Diocesi ri-sulta che colo-ro che espri-mono la loro preferenza sono circa il45% degli aventi diritto ed evi-denziano che nelle dichiarazioni pre-sentate nell’anno 1999 (per i redditi1998) la percentuale delle firme a fa-vore della Chiesa Cattolica è statadel 86,6 % a livello nazionale e del72 % a livello diocesano. Con le no-stre firme la C.E.I. riceve dallo Statola percentuale dovuta e destina adogni Diocesi una quota fissa ugualeper tutte ed una quota variabile inbase al numero degli abitanti.

SERVIZIO PER LA PROMOZIONEDEL SOSTEGNO ECONOMICO

ALLA CHIESA CATTOLICACome possiamo esprimere la nostra scelta:- i pensionati e i lavoratori dipendentiche hanno solo redditi certificati dalmod. CUD 2004 dove risultano effet-tuate ritenute IRPEF nella casella 12della parte B, e siano esonerati dallapresentazione della dichiarazione deiredditi, debbono firmare il mod. CUD2004 nella casella Chiesa Cattolica, fa-cendo attenzione di non invadere le al-tre caselle, e firmare in calce al model-lo stesso e poi consegnarlo, dopo aver-lo chiuso in busta bianca coi dati di ri-ferimento:- all’incaricato della parrocchia;- ad un centro di assistenza fiscale: Acli,Acai, Cisl ... ed altri;- ad uno sportello bancario o alla postala busta già prestampata è in distribu-

zione presso la parrocchia.Il servizio è gratuito ed il termine di sca-denza è il 31/07/04.- chi deve compilare il mod. 730/2004deve firmare il mod. 730/1 nella casel-la Chiesa Cattolica e consegnarlo en-tro il 15/06/04 ad un CAF autorizzato;- chi deve compilare il Modello Unico/2004 deve firmarlo nella casella Chie-sa Cattolica e consegnarlo entro il 31/07/04 ad un CAF o alla Posta o ad unoSportello bancario.

Adriano Valzania incaricato Diocesano

RENDICONTO RELATIVO ALLA GESTIONEDELLE SOMME DELL’OTTO PER MILLEASSEGNATE DALLA CEI ALLA DIOCESI

DI FORLÌ-BERTINORO NEL 2003

I - PER ESIGENZE DI CULTO E PASTORALEContributo CEI 2003 euro 558.2841. Nuovi complessi parrocchiali 244.734

(S. Giuseppe Artigiano 189.734; S. Giovanni Apost. ed Evangeli-sta 45.000; Montecchio 10.000)

2. Restauro edifici di culto 84.000(Roncalceci 22.000; S. Pancrazio 20.000; S. Maria d'Urano17.000; S. Paolo 10.000; Bocconi 5.000; Cava 5.000; Fiumana5.000)

3. Curia diocesana e centri pastorali diocesani 30.0004. Mezzi di comunicazione sociale 15.0005. Istituto di Scienze religiose 3.6006. Manutenzione straordinaria

canoniche e opere parrocchiali 149.000(Cappuccinini 25.000; S. Colombano 25.000; S. Lorenzo in No-ceto 20.000; Collina 15.000; S. Caterina 15.000; Cava 10.000;Collinello 10.000; Roncadello 8.000; Ronco 5.000; S. Martino inVillafranca 5.000; Suffragio per CDU 5.000; S. Antonio in Gualdo3.500; Ravaldino in Monte 2.500)

7. Seminario Regionale 25.0008. Iniziative culturali e formative diocesane 5.0009. Servizio diocesano promozione del

sostegno economico alla Chiesa 1.950

II - PER INTERVENTI CARITATIVIContributo CEI 2003 euro 279.7991. Opere caritative diocesane 51.000

(Ristrutturazione Centro di Ascolto Caritas 21.000; Gestione Cen-tro di Ascolto Caritas 30.000)

2. Opere caritative parrocchiali 25.000(Casa di Riposo Parrocchia S. Pietro in Vincoli 25.000)

3. Altre opere caritative 203.799(Centro di Aiuto alla Vita per nuova sede (nella foto ) 178.499;Comitato per la Lotta contro la Fame nel Mondo 10.300; Asso-ciazione "Papa Giovanni XXIII" 10.000; Società San VincenzoDe' Paoli 3.500; Banco Alimentare 1.500)

Un “libro di ricordi e di riflessio-ni”, scritto in pochi mesi, da mar-zo ad agosto dello scorso anno,

“con uno stile diretto, non semplice manon artificioso”, nello “sforzo di cercaredi arrivare al maggior numero possibiledi gente”. Così il direttore della salastampa della Santa Sede, Joaquin Na-varro Valls, ha definito la nuova “fatica”letteraria del Papa, che uscirà il 18 mag-gio (nell’edizione italiana), per i tipi del-la Mondadori, con il titolo “Alzatevi, an-diamo!”. Circa 200 pagine in cui il Paparacconta in modo autobiografico la suaattività pastorale, dalla elezione a Ve-scovo di Cracovia, nel 1958 a 38 anni,fino a una “data imprecisata” vicino al1978, anno della sua elezione al sogliopontificio. “Si è voluto far coincidere lapubblicazione del libro con il 18 mag-gio, giorno dell’84° compleanno di Gio-vanni Paolo II perché vuole essere Lui,il giorno in cui riceverà gli auguri e il ca-lore affettivo della comunità cattolicamondiale, a fare ai cristiani di tutto ilmondo il dono della sua esperienza edei suoi insegnamenti pastorali”.

La Libreria Editrice Vaticana, de-tentrice dei diritti dell’opera, con unaccordo editoriale ha affidato allaMondadori la gestione dei diritti di pub-blicazione e di diffusione di essa in Ita-lia e nel mondo. L’opera è stata com-posta in lingua polacca. “Il Papa - ha rivelato Navarro - scrivedurante il giorno, nei rari momenti ditempo libero: scrive di getto, seguen-do il filo dei ricordi, con pochissime cor-rezioni. Conoscendolo, dubito che saràla sua ultima opera letteraria”. Dopo“Dono e mistero” (1996), in cui riper-correva “parte della sua esperienza disacerdote”, ha reso noto Navarro sof-fermandosi sulla genesi della nuovaopera, è stato chiesto “insistentemen-te” da più parti al Pontefice di “scriveredella sua esperienza da Vescovo”. Due“date”, nell’anno appena trascorso,hanno “aiutato” il Papa a decidere dimettere mano al libro che verrà pubbli-cato a maggio: il 45°anniversario dellasua consacrazione episcopale e il 25°di pontificato. È nato così, ha informa-to il portavoce vaticano, il nuovo volu-

me, in cui c’è una “perfetta sintonia” tragli “elementi biografici” e la “riflessio-ne” che questi hanno “suggerito” alSanto Padre. Interrogato dai giornalistisulla possibile presenza di un “co-autore” per le pagine del Papa,Navarro ha precisato che “in questocaso si è trattato di un lavoro moltopersonale”. L’unica “presenza” a stret-to contatto con il Pontefice nel perio-do del suo abituale soggiorno estivo aCastelgandolfo, ha rivelato il portavo-ce vaticano, era in quei giorni padreTadeusz Styczen, amico e allievo delPapa dai tempi di Cracovia e ora “suc-cessore” di Giovanni Paolo II come ti-tolare della cattedra di etica a Lublino.“Non mi stupirebbe che abbiano par-lato”, ha commentato Navarro, “scam-biandosi i ricordi”. “Alzatevi, andiamo!” prende il titolodal versetto del Vangelo di Marco(14,42) in cui Gesù, nel Getsemani, in-vita i suoi discepoli addormentati a se-guirlo. “Vado cercando la sorgente dellamia vocazione”, scrive Giovanni PaoloII nell’introduzione al volume, che con-

tiene dettagli “intimi, simpatici e anchepieni di humour” sul Wojtyla vescovo,da quell’estate del 1958 in cui, mentreera in canoa, ricevette la chiamata delprimate della Polonia che lo cercavaper annunciargli la sua nomina epi-scopale.

A. B.

Alzatevi, andiamo! : il nuovo libro del Papa

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4 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 27 APRILE 2004 - ANNO VII - N. 8

VIENI E SEGUIMI

Diocesi di Forlì-Bertinoro - Centro Diocesano Vocazioni

"Perché mandi operai nella sua messe"

DOMENICA 2 MAGGIO 200441a Giornata Mondiale

di preghiera per le vocazionimartedì 27 aprile alle 21 nella Sala S. Caterina

“Tu, da che parte stai?”Gli ultimi giorni di padre Pino Puglisimusical sulla figura del sacerdote ucciso dalla mafia

DOMENICA 2 MAGGIOnelle Messe parrocchiali: intenzione di preghiera per le vocazioni

alle 17 al Buon Pastore“Io sono in mezzo a voi come colui che serve”

incontro con monsignor Quinto Fabbriper i ministri straordinari dell’Eucaristia e per gli operatori

nel campo della pastorale della carità e della salutealle 18,30 in Cattedrale S. MESSA

presieduta dal Vescovo con la candidaturaal presbiterato del seminarista di seconda teologia

GABRIELE PIRINI della Comunità del Buon Pastore

Venerati Fratelli nell’Episcopato,carissimi Fratelli e Sorelle!1. “Pregate dunque il padrone del-la messe perché mandi operai perla sua messe” (Lc 10,2).DaquesteparolediGesù indirizzateagli

Apostoli emerge la premura che il BuonPastore sempre manifesta per le sue pe-core. Tutto Egli compie perché esse “ab-biano la vita e l’abbiano in abbondanza”(Gv10,10).Dopo lasuaresurrezione il Si-gnore affiderà ai discepoli la responsabi-lità di proseguire la sua stessa missione,perché il Vangelo sia annunziato agli uo-mini di ogni tempo. E tanti sono coloroche con generosità hanno risposto e con-tinuano a rispondere al suo costante in-vito: “Seguimi!” (Gv 21,22). Sono uominie donne che accettano di porre l’esistenzaa totale servizio del suo Regno. In occa-sione della prossima 41ª Giornata Mon-diale di Preghiera per le Vocazioni, tra-dizionalmente fissata per la IV domenicadi Pasqua, tutti i fedeli si uniranno in unafervente preghiera per le vocazioni al sa-cerdozio, alla vita consacrata e al servi-ziomissionario.È infattinostroprimodo-verepregare il “Padronedellamesse”perquanti già seguono più da vicino Cristonellavitasacerdotaleereligiosa, eperco-loro che Egli, nella sua misericordia, noncessa di chiamare per tali importantimansioni ecclesiali.2. Preghiamo per le vocazioni!Con gioia constato che in molte Chieseparticolari si formano cenacoli di pre-ghiera per le vocazioni. Nei Seminarimaggiori e nelle Case di formazione de-gli Istituti religiosi e missionari si ten-gono incontri a questo scopo. Numerosefamiglie diventano piccoli “cenacoli” dipreghiera, aiutando i giovani a rispon-dere con coraggio e generosità alla chia-mata del divin Maestro.

Sì! La vocazione al servizio esclusivo

di Cristo nella sua Chiesa è dono inesti-mabile della bontà divina, dono da im-plorare con insistenza e confidenteumiltà. Ad esso il cristiano sempre piùdeve aprirsi, vigilando per non spreca-re “il tempo della grazia” e “il tempodella visita” (cfr Lc 19,44). Riveste par-ticolare valore la preghiera legata alsacrificio e alla sofferenza. La sofferen-za, vissuta come compimento di ciò chemanca nella propria carne “ai pati-menti di Cristo, a favore del suo Corpoche è la Chiesa” (Col 1,24), diventa unaforma di intercessione quanto mai effi-cace. Tanti ammalati in ogni parte delmondo uniscono le loro pene alla crocedi Gesù, per implorare sante vocazio-ni! Essi accompagnano spiritualmenteanche me nel ministero petrino che Id-dio mi ha affidato, e rendono alla cau-

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA XLI GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONIsa del Vangelo un con-tributo inestimabile, an-che se spesso del tuttonascosto.3. Preghiamo per ichiamati al sacerdo-zio e alla vita consa-crata!Auspico di cuore che si

intensifichi sempre piùla preghiera per le vo-cazioni. Preghiera chesia adorazione del mi-stero di Dio e ringrazia-mento per le “grandicose” che Egli ha com-piuto e non cessa di rea-lizzare, nonostante la debolezza degliuomini. Preghiera contemplativa, per-vasa di stupore e di gratitudine per ildono delle vocazioni.

Al centro di tutte le iniziative di pre-ghiera sta l’Eucaristia. Il sacramentodell’Altare riveste un valore decisivo perla nascita delle vocazioni e per la loroperseveranza, perché dal sacrificioredentore di Cristo i chiamati possonoattingere la forza per dedicarsi total-mente all’annuncio del Vangelo. AllaCelebrazione eucaristica è bene che siunisca l’adorazione del Santissimo Sa-cramento, prolungando così, in un cer-to modo, il mistero della Santa Messa.Contemplare Cristo, presente realmen-te e sostanzialmente sotto le specie delpane e del vino, può suscitare nel cuoredi chi è chiamato al sacerdozio o a unaparticolare missione nella Chiesa lostesso entusiasmo che indusse Pietro sulmonte della Trasfigurazione ad escla-mare: “Signore, è bello per noi restarequi” (Mt 17,4; cfr Mc 9,5; Lc 9,33).

Possano tutte le comunità cristiane di-ventare “autentiche scuole di preghiera”,dove si prega perché non manchino ope-

rai nel vasto campo dilavoro apostolico. Èpoi necessario che laChiesa accompagnicon costante premuraspirituale quelli cheDio ha già chiamato,e che “seguono l’A-gnello dovunque va”(Ap 14,4). Mi riferiscoai sacerdoti, alle reli-giose e ai religiosi,agli eremiti, alle ver-gini consacrate, aimembri degli Istitutisecolari, insomma, atutti quelli che hannoricevuto il dono della

vocazione e portano “questo tesoro invasi di creta” (2 Cor 4,7). Nel Corpo mi-stico di Cristo esiste una grande varietàdi ministeri e carismi (cfr 1 Cor 12,12),finalizzati tutti alla santificazione del po-polo cristiano. Nella vicendevole premu-ra per la santità, che deve animare ognimembro della Chiesa, è indispensabilepregare perché i “chiamati” rimanganofedeli alla loro vocazione e raggiunga-no la più alta misura possibile di perfe-zione evangelica.4. La preghiera dei chiamatiNell’Esortazione apostolica post-sino-dale "Pastores dabo vobis" ho sottoline-ato che “un’esigenza insopprimibile del-la carità pastorale verso la propriaChiesa particolare e il suo domani mi-nisteriale è la sollecitudine che il sacer-dote deve avere di trovare, per così dire,

qualcuno che lo sostituisca nel sacerdo-zio” (n. 74). Sapendo che Iddio chiamaquelli che vuole (cfr Mc 3,13), deve per-tanto essere cura di ogni ministro diCristo pregare con perseveranza per levocazioni. Nessuno meglio di lui è ingrado di comprendere l’urgenza di unricambio generazionale che assicuripersone generose e sante per l’annun-cio del Vangelo e l’amministrazione deiSacramenti.

Proprio in questa prospettiva, è quan-to mai necessaria “l’adesione spiritualealSignoreeallapropriavocazioneemis-sione” (Vita consecrata, n. 63). Dallasantità dei chiamati dipende la forzadella loro testimonianza, capace di coin-volgere altre persone spingendole ad af-fidare la propria vita a Cristo. È questala maniera di contrastare il calo delle vo-cazioni alla vita consacrata, che minac-cia l’esistenza di molte opere apostolichesoprattutto nei Paesi di missione.

Inoltre, la preghiera dei chiamati, sa-cerdoti e persone consacrate, riveste unospeciale valore, perché si inserisce nellapreghiera sacerdotale di Cristo. Egli inloro prega il Padre perché santifichi emantenga nel suo amore quelli che, puressendo in questo mondo, ad esso nonappartengono (cfr Gv 17,14-16).

GIOVANNI PAOLO II

Partendo dalla proiezione di statistiche cir-ca l’andamento delle vocazioni religiose esacerdotali si arriva a mettere in rilievo dueconseguenze: bisogna “ridistribuire i ser-vizi religiosi”, bisogna dare più spazio ailaici. Tale discorso ha una sua logica, manasconde anche profonde insidie. La vitasacerdotale e religiosa non hanno solo va-lore come servizio alla comunità, ma han-no valore in sé, come atto di amore specia-le verso Dio e il prossimo. Entrano, comefattori di particolare importanza, nella mis-sione della Chiesa, non solo in vista di co-prire ruoli tradizionali o nuovi. Pertanto ildiscorso di una migliore distribuzione ègiusto ma incompleto. Quanto al laicato, ilsuo ruolo va indubbiamente promosso. Manon si scopre una nuova vena di energieecclesiali. Il Concilio, riguardo ai laici, hamesso in rilievo la loro specifica dignità ecorresponsabilità nella Chiesa, ha illustra-to motivazioni, ha aperto spazi intonati aquanto ha detto sul “popolo di Dio”. Manella vita della Chiesa è stato sempre note-vole ed efficace la dedizione e la collabora-zione dei fedeli laici: o singoli, o raccolti inconfraternite, o viventi in famiglie compat-te e numerose, secondo le modalità del tem-po. Le diverse componenti del popolo diDio - presbiteri, religiose/religiosi, laici -sono necessarie le une alle altre, unite inun circolo virtuoso. I tentativi di supplenzanon producono benefici: al massimo pos-sono tamponare alcune urgenze. In parti-colare il ministero sacerdotale, per il rap-porto particolare che ha con l’Eucaristia,principio e culmine della evangelizzazione,della vita comunitaria, della carità ha uncompito insostituibile per la stessa cresci-ta della vita consacrata e la promozione dellaicato. Pertanto: prendiamo atto della no-stra povertà con chiarezza, coraggio e fi-ducia e, come insiste il Papa nel messag-gio per la Giornata Vocazioni 2004, mettia-mo la nostra fiducia soprattutto nella pre-ghiera: personale e comunitaria, diocesana,non occasionale, senza esitazioni o pauredi clericalismi. E ricorriamo all’intercessio-ne della B. V. Maria per questa e le altre dueintenzioni raccomandate nella PeregrinatioMariae: la santità della famiglia e la forma-zione cristiana dei giovani.

Forlì, 19 Aprile 2004+Vincenzo Zarri

IL SACERDOZIO È PIÙDI UNA STRUTTURA

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27 APRILE 2004 - ANNO VII - N. 8 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 5

VIENI E SEGUIMI

inserto a cura delCENTRO DIOCESANOPER LE VOCAZIONI

L a GiornataMondiale perle Vocazioni è

un momento fonda-mentale di preghierae di impegno per levocazioni. Essa si celebra da41 anni! Fin dall’ini-zio il santo Padre evia via, dietro a lui iVescovi, hanno volu-to la IV domenica diPasqua dedicata allapreghiera e all’impe-gno per le vocazioni.Accanto allo scopo primario ed espli-cito della preghiera, essa intende sti-molare la cultura di oggi perché facciacrescere maggiormente il significatodella vita come dono prezioso di Dio ecome risposta gratuita, generosa e li-bera alla sua chiamata, così da offrirsia Lui per testimoniare ed annunciare ilsuo Vangelo.

1) - La preghiera per le vocazioni.Quando la Chiesa prega, vive realmen-te la sua vocazione e accoglie comedono di Dio (e non come frutto di unasua particolare strategia di pastoralevocazionale) il dono della vocazione edelle varie vocazioni. Così che - comene è ben convinto il Papa - dobbiamotutti convincerci che più il nostro desi-derio che Dio mandi vocazioni alla suaChiesa saprà nutrirsi di vera preghieraper le vocazioni, più - come dice il ver-setto del vangelo di Luca - ci verrannodonate vocazioni. Per tutti dev’esserchiaro che è la preghiera l’anima di ognivocazione e più si desidera agire per-ché la Chiesa abbia vocazioni, più bi-sogna pregare. È nella preghiera cheDio rivela se stesso e chiama a parte-cipare dei suoi doni. E più la comunitàcristiana fa questa preghiera, più Dioconcede tutte le vocazioni.2) - La preghiera per i chiamati al sa-cerdozio e alla vita consacrata.All’invito alla preghiera per le vocazio-ni che deve coinvolgere ogni comuni-tà, il Papa fa seguire un appello parti-colare ai sacerdoti e in generale a tuttii consacrati, perché vi sia un impegnoforte nella cura delle vocazioni, a co-minciare dal pregare con perseveran-za per le vocazioni. Dalla santità deichiamati dipende la forza della loro te-stimonianza, capace di coinvolgere al-tre persone spingendole ad affidare lapropria vita a Cristo.3) - In parrocchia ...Possa questo 3° punto dare un conte-nuto più mirato alla Giornata. Molti sa-pranno - o dovrebbero sapere - che laparrocchia da qualche tempo è al cen-tro delle riflessioni teologico-pastoralidella Chiesa italiana. I nostri Vescovidal novembre dello scorso anno, adAssisi, hanno dato avvio ad un lavorodi discernimento sulla situazione dellaparrocchia e sui cambiamenti in atto“per offrire orientamenti pastorali che ilcontesto ecclesiale attende”. Rappor-tare la preghiera per le vocazioni conla parrocchia vuol dire far risuonare laproposta vocazionale “nel vivo delle co-

munità cristiane parrocchiali, là dovevive “la gente e dove i giovani in parti-colare sono coinvolti più o meno signi-ficativamente in un’esperienza di fede”.Così, in un mondo che cambia, s’aiutala parrocchia a rinnovarsi e a manife-stare meglio il suo volto e la sua re-sponsabilità vocazionale. Per tanti gio-vani che hanno iniziato un cammino dispeciale consacrazione, l’iniziazione aldono della fede passa attraverso la fa-miglia ed ha il suo momento di matu-razione nella parrocchia “che è radica-ta in un luogo e vive in mezzo alle casedella gente e che ha il suo compito fon-damentale nel servizio alla fede, in fa-vore delle persone che la frequentanoe la incontrano”.4) - Il compito fondamentale della par-rocchia è di essere il luogo che favori-sce l’incontro tra la fede cristiana e lecondizioni di vita di ogni giorno. Qui va inserita la dimensione vo-cazionale! Come? Certamente non cisono ricette pronte, ma diviene impor-tante cogliere la sfida che dà la certez-za della dimensione vocazionale dellavita cristiana. Essa si propone come un percorsodi fede serio e significativo. Esso vaproposto alle famiglie che si avvicina-no per il battesimo, o per il catechismoo per altre occasioni e ai giovani ches’incontrano nei vari gruppi e negli altricontesti parrocchiali. Tale percorso hacome obiettivo la maturazione di unafede adulta, capace di scelte vocazio-nali significative esse vanno dal matri-monio, ben preparato come sacramen-to, fino alle scelte di speciale consa-crazione, nelministero ordi-nato e nellavita religiosa e/o missionaria. Quando al-l’interno di unacomunità par-rocchiale ma-turano tali scel-te di servizio aDio e ai fratelli,tutti ricevonoaiuto a cresce-re nella consa-pevolezza della comune missione cheil Signore affida alla sua Chiesa e loringraziano con autentica gioia del cuo-re per averli chiamati con tanta fiduciaa divenire operai della sua messe.

monsignor Dino Zattinirettore del Seminario

“Candidatura al diaconato e al presbi-terato”: che sarà mai? che vorrà dire?Non ci si candida solo per le elezioni oper diventare presidente o direttored’azienda?” Se solo qualche anno fa’mi avessero parlato di “candidatura” ioavrei risposto più o meno così. Il “can-didato” è poi, in ogni caso, qualcunoche viene considerato “degno” di rico-prire un certo ufficio - la parola stessariconduce infatti a “candido”, “senzamacchia”. Se però si dovesse essere“candidi” per sperare di ricoprire qual-siasi tipo di incarico pubblico, credo chenessuno potrebbe mai candidarsi anulla. E, conoscendomi un po’ da vici-no, cosa dovrei dire riguardo me? Dalmomento che non sono nato proprioieri, penso anche a cosa potrebberodire alcune delle tante persone che mihanno incrociato: “Come? Proprio lui,quel ....! Ma se ha fatto questo ..., e hadetto quest’altro ...!” Qualcuno forse,magari anche tra i parenti, si spinge-rebbe a dire: “Ma che roba! Non c’è piùreligione!”. Qualcuno certo deporrebbeanche a mio favore, cosa questo affat-to banale, perché, vedete, proprio quista il punto.Infatti, molto più frequentemente di quel

che si crede, siamo proprio noi che ciaccusiamo senza appello, i giudici piùinflessibili di noi stessi siamo noi, al pun-to, a volte, da affossarci, da buttarci via.Come si sa, l’equilibrio, la pace interio-re, sono una conquista, essendo noi, finda bambini, esposti alla gratificazionecosì come alla delusione, portatiall’autoesaltazione come alla de-motivazione più cupa ... Questa inquie-tudine, questa ansia, a volte angoscia,riguarda più o meno tutti, in quanto sia-mo essenzialmente un “io” in tutto ciòche compiamo, un “io”, gigantescaquanto fragilissima realtà. Scusatemi,non sono uno psicologo, ma chi di noipuò negare che ci si può sperimentarefallibili o anche falliti, impotenti o inca-paci a rimediare, e che da qui può deri-vare la più acuta e terribile delle nostresofferenze? Si può infatti fare questaesperienza del proprio limite, della pro-pria negatività - sia essa reale o solopresunta qui non importa - in grande so-litudine, soli con sé stessi, senza un “tu”vicino. Da qui, credo, buona parte delladisperazione, di tanta e nascosta dispe-razione dei nostri tempi.

Nel caso mio ci sono state personeche non mi hanno lasciato solo “testi-moniando a mio favore”, difendendomisoprattutto da me stesso, dalla disisti-ma che avevo nei miei confronti, per-sone che hanno avuto fiducia in meproprio quando ero a terra e chiedevo

Il primo passotacitamente aiuto. Sono stati incontri“positivi”, per usare un aggettivo dimoda qualche anno fa, ma meglio sipotrebbe definirli dei soccorsi-a-difesa.Vorrei che tutti incontrassero simili “av-vocati” o “difensori” così da favorire, avolte anche inconsapevolmente, l’in-contro con il primo e vero nostro Avvo-cato: “abbiamo un avvocato presso ilPadre, Gesù Cristo giusto” (1Gv 2,1),poichè per il Suo sangue “è stato pre-cipitato l’accusatore, colui che accusa-va i nostri fratelli giorno e notte” (cfr.Ap 12,10). Non dunque da me “candi-do”, ma perché Qualcuno si è chinatoa caro prezzo su di me abbattuto e miha sollevato, seppur indegno mi ha ri-vestito del manto splendende della fi-ducia affinché camminassi a testa altae lo seguissi nella sua opera divina a“difesa e riscatto nostro”, opera di mi-sericordia. Così la Parola, così canta-no i salmi “Egli ha posto la nostra mi-

seria nel Suo cuore”, così è scritto al-l’inizio del profeta Isaia “Su venite di-scutiamo” dice il Signore. “Anche se ivostri peccati fossero come scarlatto,diventeranno bianchi come neve. Sefossero rossi come porpora, divente-ranno come lana”, Dio Colui che “can-dida”, che ci rende candidi. E la Chie-sa è questa umanità riscattata, il “nuo-vo Israele”, il segno e lo strumento nelmondo della Divina Misericordia, anchese so che da molti essa non è percepi-ta così. La Chiesa, infatti, è una realtàin cui l’Avvocato nostro, il Consolatore(nomi altrettanto biblici per chiamarecolui che noi più comunemente chia-miamo Spirito Santo), opera attraver-so la nostre povere persone, quindi nelrispetto della libertà. Dio, Chiesa, uomo,sono però un unico mistero che si puòconoscere solo in Gesù di Nazareth eguardando a Lui non si può davveroincontrar uno dei tre senza incontraranche gli altri due. È Dio che vuole sol-levare da terra noi tutti e candidareognuno di noi a un particolare servizioper l’umanità unita che è la Chiesa. Pre-ghiamo dunque gli uni per gli altri per-ché Dio ci illumini circa i passi che dob-biamo compiere.

Gabriele Pirini

Pregare in parrocchia

Nella foto in alto: Gabriele è in basso a destra.

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6 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 27 APRILE 2004 - ANNO VII - N. 8

Oltre alle 10.000 persone presenti a Stoccarda, altre decine di migliaia si ritrove-ranno in diverse città europee per poter seguire insieme lo svolgersi del Conve-gno, via satellite. Con questo Convegno si vuol rendere visibile, pur a dimensionedi “bozzetto”, l’unità dell’Europa nella sua molteplicità, da cui potranno emergerenuovi impulsi al processo di integrazione europea, perché l’Europa attui quellavocazione chiara nel progetto dei padri fondatori: una famiglia di popoli uniti e dinazioni riconciliate, impegnata alla costruzione dell’unità dell’intera famiglia uma-na. Varie personalità europee interverranno, tra cui Romano Prodi, presidentedella Commissione Europea, Chara Lubich, fondatrice del Movimento dei Foco-lari, il cardinal Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per l’unità dei cristiani,Ulrich Parzany, noto predicatore evangelicale, Andrea Riccardi, fondatore dellaComunità Sant’Egidio. Prenderanno la parola anche i giovani per dire come vogliono l’Europa del futu-ro e quali impegni si assumono affinché non si ripetano più i gravi errori del pas-sato. Iniziative per la pace, la riconciliazione tra i popoli, la famiglia, l’integrazionedi varie forme di emarginazione, l’educazione e altre, saranno presentate duranteil programma.Significativi momenti culturali e artistici esprimeranno la bellezza e ricchezza deidiversi popoli europei. L’evento è organizzato da oltre 100 movimenti di varieChiese cristiane europee. I movimenti di Cesena e Forlì si ritroveranno per assistere alle video-conferenze a CESENA, al Teatro Jolly, via Canonico Lugaresi 202, info0547 631195; a FAENZA, Centro Fieristico Provinciale, Sala Zanelli, viaRisorgimento 1, info 0546 660778.

MOVIMENTI E COMUNITÀ CRISTIANI"INSIEME PER L’EUROPA"

Sabato 8 maggiodalle 9,30 alle 13 e dalle 14,15 alle 17,30

nella Hans Martin Sleier-Halledi Stoccarda, in Germania

L a morte di Armando Spagno-li - deceduto il 10 aprile - ciinvita a riflettere sull’impegno di

una generazione di cattolici forlivesiche, nati nei primi anni del regime fa-scista, hanno trovato in alcuni sacer-doti, le figure di riferimento capaci dialimentare nelle giovani coscienze lagenerosità di spendersi come “operaidella vigna del Signore”. Da questi sonostati educati a riconoscere i valori fon-danti dell’uomo per costruire una so-cietà libera, ad essere pronti per parte-cipare in modo consapevole ed attivoalla costruzione di una società demo-cratica, negli anni difficili del secondodopoguerra. Nato a Castrocaro il 28 novembre1922, da Angelo (operaio alla For-lanini) e Eleonora Ravaioli, originari diRocca San Casciano, da famiglia dimodeste condizioni, Armando, primodi 5 fratelli - Giuliano, Virginia, Marioe Sergio - cresce a Forlì nella zonadella popolosa parrocchia di S. Mariadella Pianta - dove la famiglia si è tra-sferita - ed è seguito dal parroco donMario Bondini nella sua formazionereligiosa e umana e nel suo impegnonell’Azione Cattolica. Per l’impulso del futuro vescovo diBertinoro, Armando Spagnoli dappri-ma é attivo come catechista e succes-sivamente ricopre l’incarico di Delega-to Aspiranti, caratterizzandosi per lasua attenzione all’attività educativa deigiovani che sa coinvolgere in diversimodi con successo, attraverso la reci-ta di commedie. Sotto la guida di que-sto sacerdote si forma la sua perso-nalità intellettuale e morale ed egli cre-sce su saldi principi cristiani. Segue un itinerario scolastico rego-lare fino ad ottenere, presso l’IstitutoMagistrale di Forlimpopoli, il diploma dimaestro. L’insegnamento è stato un’e-sperienza centrale nella vita di Arman-do Spagnoli, fin dal 1940 quando inse-gnava dapprima nellescuole di San Martinoin Villafranca, poi aMassa, anni in cui nonmancano incontri im-portanti per la sua for-mazione. Frequenta, con Re-nato Ruffilli ed altri gio-vani coetanei, don Ma-rio Vasumi, parroco diCarpena, con il qualenasce un duraturo rap-porto di reciproca sti-ma: dal sacerdote èstimolato a cogliere

con immediatezza lacentralità dei problemiumani che vanno vissu-ti con equilibrio nonsolo esteriore, ma so-prattutto interiore, percui impara ad affronta-re la realtà con concre-tezza e spirito critico,senza timore di espri-mere le sue convinzio-ni elaborate con com-petenza e con quellasaggezza pratica, ne-cessaria nelle sfidequotidiane. Nel 1943 viene chia-mato alle armi e poichétra i militari di leva sicercavano maestri perle scuole in Dalmazia,egli si rende disponibi-

le e per un anno si trova a Zara a inse-gnare la lingua italiana a quelle popola-zioni. Al ritorno frequenta il Corso AllieviUfficiali a Sassuolo e nel giorno dell’ar-mistizio dell’8 settembre 1943, egli si tro-va a Pisa. Nel disorientamento dei giorni succes-sivi, tenta di tornare a casa, ma vienefatto prigioniero dai tedeschi nella sta-zione di Firenze e mandato in Germa-nia a Wuppertal. Nella regione dellaRenania settentrionale-Vestfalia rimaseprigioniero due anni - Stalag VI i, n.47618 - costretto a lavorare nella fab-brica Bemberg. Sono di questo periodole lettere di corrispondenza con don Ma-rio Vasumi che lo confortava e lo spin-geva ad avere speranza. Alla fine di giu-gno del 1945 è liberato dagli americani,ma arriva a Forlì solo il 1° settembre,dove riprende i contatti con i cattolici chesi andavano organizzando. Subito dopo l’approvazione del nuo-vo Statuto dell’Azione Cattolica - chedava di nuovo la responsabilità direttivaai laici - il vescovo, monsignor Giusep-pe Rolla, lo chiama - per il triennio 1947/49 - a ricoprire la carica di primo Presi-dente diocesano della Gioventù Maschi-le di A.C. forlivese, del dopoguerra. Egli amava ricordare i suoi spo-stamenti in bicicletta nelle parrocchiedi campagna con d. Mario Vasumi (al-l’epoca Assistente diocesano della Gio-ventù maschile di AC) con il quale sitrovava bene perché “più che trascina-re i giovani era l’uomo che li faceva ra-gionare”. Il senso della dignità della persona,dotata di libera coscienza, chiamata avivere con responsabilità nella societàe nella storia, secondo i principi cristia-ni, lo hanno portato a impegnarsi e apartecipare alla vita del sindacato deiMaestri cattolici, sotto la presidenza diGiuseppe Valeri di Meldola. Guida si-cura in questo suo nuovo impegno éstato don Diego Ruffilli (fratello del com-

pianto prof. Renato) “uno che non pre-sentava mai un cristianesimo corruc-ciato - ricordava Spagnoli - ma era unprete aperto e comprensivo, che purdando delle indicazioni precise, lascia-va anche la massima libertà”. Su questo modello di disponibilitàe di aiuto si adopera nell’ambito delsindacato dei Maestri cattolici(SI.NA.SC.EL - Sindacato NazionaleScuola Elementare) e il suo attivismolo porta ben presto ai vertici dell’AIMC:nel 1952 ne diventa Segretario Pro-vinciale, incarico che tiene quasi perun trentennio, fino al 1980. Come Se-gretario Provinciale della CISL parte-cipa, a livello cittadino, al primo scio-pero unitario per la Mangelli; ricorda-va con un certo orgoglio che il primocomunicato degli insegnanti Cisl diForlì, era uscito con la sua firma. Inquesti intensi anni accompagna la suaattività con un’attenzione alla sua for-mazione che lo porta, prima alla ma-turità classica, poi all’Università perLettere, quindi a vincere il concorsoper Direttore didattico, con incarico aMesola di Ferrara, a Predappio e poia Forlì. Riservato nella sua vita priva-ta, sappiamo che dal matrimonio(1960) con Albarosa Villa sono natiquattro figli: Sergio, Carlo, Alberto eChiara. Come direttore didattico è sta-to un promotore di sperimentazione di-dattica, una guida sicura per molti, di-sponibile a dare suggerimenti e aiuto,a suscitare il coinvolgimento degli in-segnanti e dei giovani allievi, nella sco-perta del territorio e dell’identità ro-magnola e forlivese; attraverso ricer-che sulla terra, le piazze, le strade, imestieri, ha realizzato un lavoro di cuiesiste una “cassetta” registrata, checostituisce uno stimolante esempio dimoderna pedagogia. È rimasto attivo a lungo, sempre at-tento ai problemi della scuola, parteci-pe della Consulta Diocesana, pronto a

Al servizio della scuolaLA MORTE DEL DIRETTORE ARMANDO SPAGNOLI, CATTOLICO ATTIVO NELL'EDUCAZIONE

“Sorpresa e forte disappunto per l’as-senza di qualsiasi riferimento all’istitu-zione familiare” nel nuovo Statuto del-l’Emilia Romagna. È quanto ha espres-so la presidenza del Comitato regiona-le dell’Emilia Romagna per i diritti dellafamiglia con riferimento al Preambolo aiprincipi fondamentali del nuovo Statutoregionale, approvato nei giorni scorsidalla Commissione Statuto. “Questaassenza - afferma il Comitato per i dirittidella famiglia - non appare giustificataanche in considerazione del crescenteinteresse alla famiglia mostrato dalle isti-tuzioni che la considerano, di fatto, unarisorsa indispensabile nell’ambito di unapolitica sociale adeguata alla situazio-ne attuale e a quella che si prepara peril futuro del nostro Paese”. Per il Comitato, “appare evidente lacontraddizione fra il crescente ricorsoalla famiglia per fronteggiare” diverseemergenze sociali e “la persistente re-sistenza a riconoscere alla famiglia unacittadinanza attiva”. Per questo il Comi-tato, “nel confermare la propria disponi-bilità a un eventuale confronto, ritieneindispensabile un ripensamento nellastesura definitiva dello Statuto”.

EMILIA ROMAGNAINTOLLERABILEASSENZA

dare il proprio apporto nelle situazionipiù diverse: dall’Istituto Psicopeda-gogico Pio XII di Cesena, alla ScuolaMaterna di S. Maria Lauretana. Per la sua ricca attività in cui haespresso la sua testimonianza di lai-co, fedele a Cristo, nel 1986 il papaGiovanni Paolo II lo ha nominato Com-mendatore dell’ordine di San Silvestroe la città lo ha conosciuto e rispettatocome uomo che ha saputo essere fe-dele alla sua vocazione. In una recente intervista gli fu chie-sto quale fosse la ragione fondante delsuo impegno generoso verso il pros-simo. Con semplicità, rispose: “La con-vinzione profonda che sia l’unica stra-da che può salvare l’uomo”.

Gabriella Tronconi

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27 APRILE 2004 - ANNO VII - N. 8 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 7

CENT’ANNI FA 55

CALENDARIO PEREGRINATIO MARIAEVicariato della Val Bidente

RICÒ dal 26 al 28 aprileCIVITELLA dal 28 aprile al 2 maggio

CUSERCOLI dal 2 al 6 maggioSANTA SOFIA dal 6 al 7 maggio

COLLINA DI PONDO dal 7 all'8 maggioSPINELLO dall'8 al 9 maggio

CORNIOLO dal 9 all'11 maggioISOLA 11 maggio

MONTEGUIDI 12 maggioSANTA SOFIA dal 13 al 17 maggio

MAGLIANO dal 17 al 20 maggioS. COLOMBANO dal 20 al 24 maggio

UN SALUTO AI COSCRITTIVoi partite dai campi, dalle officine, dallecase amate, o baldi compagni, per in-dossare l’uniforme, per impugnare ilfucile, per cingere la spada. Voi lascia-te la famiglia in cui vi volle la natura, lafamiglia ideale nella vita cristiana, performarne una nuova, artificiale, chesarà forse l’ideale delle famiglie per chivagheggia l’utopia del collettivismo, manon è la famiglia voluta dalla natura. Lasciate, o coscritti, che io feliciti que-sto nuovo periodo di vita che si apreper voi. Nel mandarvi il mio saluto au-gurale io penso che voi siete l’indiziodi una dolorosa realtà. Voi mi dite chegli uomini non sono ancora fratelli, chela società si regge ancora sulla forza,che l’altruismo, la solidarietà, la fratel-lanza dei popoli sono ancora una vanodesiderio, che la grandezzasi ripone ancora negli eser-citi e nella conquista che laguerra è ancora una minac-cia quotidiana. È vero che èsorto un grido di protesta,che va echeggiando nellevarie città e si ripercuote neicomizi, nei circoli, nei giorna-li. Ma quello è un grido di iro-nia. Chi lo manda non èl’apostolo della pace. Quelliche mandano quel gridosono sovversivi e quindi sono appuntoessi che rendono necessario l’eserci-to; sono materialisti e senza fede equindi concorrono ad assodare il prin-cipio che la società debba reggersi sullaforza fisica. L’idea che potrà abbassa-re le armi, sarà solo la santa idea dellademocrazia cristiana che tende a risve-gliare le coscienze al senso della forzamorale del dovere e ad elevare le mentialla visione di un Padre comune cheimpera alle anime. Da questa biancabandiera io traggo l’ispirazione per au-gurare che voi siate le ultime reclute eche un giornoi figli sian resi - alle madri piangentisi torcin le spade - in falci lucenti.Solo nel trionfo di questo spiritualismola patria si potrà ritenere forte e sicuraanche con un piccolo esercito. Ma oggivoi siete ancora una necessità, o co-scritti. Oggi è fatale che il lavoro, il su-premo ideale, l’alma nutrice dell’uma-nità, perda per un momento le vostrepreziose energie, consacrate alle armi.Salute, o coscritti, della vostra difesadi soldati valorosi può aver bisogno lapatria, può averne bisogno la causastessa della umanità, ed io felicito lavostra dipartita. Ma anche sotto l’uniforme, anche dal-la Caserma non cessate di fare con mealla patria e alla società l’augurio di tem-pi migliori e di cooperare ad avvicinar-li. Educatevi alla rigorosa disciplinamilitare, al senso dell’onore, dell’ordi-ne, della dignità umana e alla fortezzasopra tutte le debolezze. Conservate ibuoni insegnamenti di vostra madre,come un sacro talismano, fra i nuovipericoli di smarrirli. Salute, o coscritti,possiate ritornare alle vostre case, allavoro, al bacio dei vostri cari, miglio-rati. Questo è l’augurio che vi fa un de-mocratico cristiano.

il fornaio Bissi Raffaele

BERTINOROLa festa di S. Giuseppe e l’onomasticodel Papa (Giuseppe era il nome di bat-

tesimo di Pio X Sarto), per iniziativa delII Gruppo diocesano, si sono solen-nizzati qui con affermazioni cattoliche.Alla chiesa parrocchiale della Ss. Tri-nità, i soci del circolo Albertario, del cir-colo della gioventù cattolica e dellaCassa Rurale hanno preso parte allaComunione generale distribuita da SuaEccellenza che rivolse al popolo paro-le di circostanza. Dopo la funzione i socidi ambo i circoli si sono intrattenuti nelRitrovo del circolo Albertario mentre lafanfara coll’allegro squillo rendeva bril-lante e gaia la festa. Si spedì un tele-gramma a Pio X a nome di tutte le as-sociazioni cattoliche bertinoresi. Lasera poi al circolo Albertario tenne unaconferenza il direttore del “Savio” diCesena, l’ardente e intrepido propa-gandista Eligio Cacciaguerra (nella

foto ) sul tema: la necessità diorganizzarci. La sala era af-follatissima. La conferenzainterrotta da frequenti applau-si riuscì interessante e prati-ca. Il Presidente del II Grup-po a nome degli intervenutiringraziò di cuore il giovaneoratore che tanto prometteper l’azione cattolica e socia-le e che terminata la confe-renza si compiacque di farcisentire il suo grammofono. La

fanfara completò la festa con alcunesuonate. E il Conferenziere a lungo siintrattenne coi soci colla solitafamigliarità che tanto piace agli operaie lascia buona impressione.

Impavidus

S. PANCRAZIODomenica il compaesano novello sa-cerdote don Livio Casadei diceva la suaprima messa nella nostra chiesa. Il con-corso della popolazione fu assai nume-roso, partecipando al lieto avvenimen-to in modo veramente degno del suospirito ancora cristiano. Alla mattina lecomunioni oltrepassarono il numero ditrecento. Quant’era consolante il vede-re tanti giovani del Circolo Democrati-co Cristiano accostarsi alla mensa Eu-caristica! Al dopo pranzo il quaresi-malista prof. don Mario Pistocchi ten-ne un ben riuscito discorso di molta at-tualità “sul sacerdozio cattolico”. Némancò la nota democratica cristianadella festa. Alla sera nella sala dellaSocietà Operaia di Mutuo Soccorsodavanti a moltissimi convenuti GeremiaMinghetti tenne un’applaudita confe-renza su “liberalismo, socialismo e de-mocrazia cristiana”. Così terminò lacara festa che segna in questa parroc-chia un’affermazione pel rinnovamen-to della coscienza cristiana del popolo.

VERSO LE ELEZIONIDefinitivamente nelle elezioni politichedi domenica i Repubblicani porterannoil rag. Gaudenzi, i socialisti il candidatoprotesta Verro, i monarchici il marche-se Albicini. Noi, attese le camorre chesuccedono a Montecitorio, non siamocertamente dolenti di astenercene. Unparlamento che ha commesso la viltà dirifiutare a votazione segreta un proget-to di legge favorevole al popolo, mentrea voce alta mostrava di approvarlo deveessere intimamente viziato. Un parla-mento che contiene degli uomini sul tipodi Nunzio Nasi, non offre una bella pro-spettiva per i nuovi candidati.

Venerdì 16 aprile nella SalaS. Caterina è stato presenta-to il volume di cui si parla. Sono intervenuti Alessan-dro Rondoni, direttore de "IlMomento", monsignor DinoZattini, vicario generale, I-vano Natali, segretario del-l'associazione "Amici di donArturo Femicelli", don SergioSala, parroco di Ravaldino.

G li “Amici di don ArturoFemicelli” continuanonel loro impegno di

mantenere viva la memoria el’insegnamento del parroco diS. Caterina, morto nell’otto-bre del 2002. Hanno pubbli-cato un corposo volume (dicirca 270 pagine) dal titolo“La fedeltà di Don Arturo, unalucerna accesa nelle vicendedel mondo” a cura di AttilioGardini, con la prefazione dimonsignor Dino Zattini. Un li-bro ricco di foto e di testi, diagile composizione graficache invita alla lettura. Nell’in-troduzione è detto esplicitamente chequesto è un libro di “testimonianze”(scritte, fotografiche e pittoriche) e il cu-ratore «si studia di rimanere sull’uscio,lasciando al lettore, alle sue capacitàintrospettive, l’intuizione del non detto,che riposa fra le righe, in ogni caso, ilriconoscere l’incarnazione della Paro-la, che è Gesù, nel solco della vita didon Arturo. Le testimonianze radunateper temi, illuminate dal riscontro bibli-co, vengono integrate e avvalorate dastralci, oculatamente estratti dalle ome-lie di don Arturo e dal testo: La stradadella nostra gioia ritrovata, edito in oc-casione del Giubileo Sacerdotale(1998)». Il curatore continua nel dareragione delle caratteristiche del volu-me «Nella lettura di questo elaborato èbene aver presente che erano statichiesti fatti, quasi degli aneddoti, espe-rienze concrete da partecipare, ma èstato accolto ogni tipo di contributo of-ferto, nella varietà delle modalità e-spressive e nel rispetto di strutture per-sonali diverse, che hanno lasciato cam-po a stili differenziati, secondo quel prin-

cipio di cattolicità, esteso pure a que-sto versante e in base al quale ci si èguardati da quella sorta diomologazione letteraria che, in talecontesto, avrebbe provocato un inop-portuno appiattimento, a scapito dellafreschezza e genuinità delle testimo-nianze. Così il genere letterario adot-tato (dal poetico al narrativo) ha volutocustodire la valenza caleidoscopica,capace di valorizzare la variegata no-vità e bellezza dell’autentica esperien-za del cuore ... Un’eterogeneità, quin-di, se di essa si vuol parlare, al serviziodell’autenticità. Il lettore si accorgeràche, non a caso, nella collocazione deitemi trattati, la testimonianza resa alladimensione sacerdotale-eucaristica èla più ampia e centrale, come a sottoli-neare il cuore di un’esistenza, che an-corata a Cristo, ha saputo irradiare fe-deltà e comunione, illuminando ogniversante della vita». L'associazione "Amici di don ArturoFemicelli", ha sede in via Gervasi, 26Forlì; e-mail: [email protected] ;sito: www.donarturo.org .

DON ARTURO È SEMPRE VIVOIN CHI L'HA CONOSCIUTO

DA S. CATERINA UN TORRENTE DI AFFETTO CHE COINVOLGE MOLTI

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8 L'ECO DELLA DIOCESI DI FORLI'-BERTINORO 27 APRILE 2004 - ANNO VII - N. 8

quindicinale registrato al Tribunale di Forlìil 12 gennaio 1998 al n. 36/97

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sul c.c./p. 10056471 intestato aChiesa Cattedrale di Forlì - piazza Dante 1, Forlì;

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Editrice: Chiesa Cattedrale di ForlìDirettore: Franco Zaghini

Responsabile: Salvatore GioielloComitato di Redazione: Pietro Fabbri, Salvatore

Gioiello, Giorgio Guidi, Luciano Sedioli, Franco ZaghiniSegretaria di Redazione: Silvia Nussizzi

Redazione e Amministr.: piazza Dante 1, Forlìtel. 0543/ 28240 int. 22 - fax 0543/24303

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tel. 0543/754093 - fax 0543/754418

ASSOCIATO

sito della diocesi: www.forli.chiesacattolica.it

INCONTRI CON I FIDANZATIIN PREPARAZIONE

AL MATRIMONIO CRISTIANOS. GIUSEPPE ARTIGIANO (via Cerchia 101, Forlì, telefono 0543/67754)ore 21: 20, 27 aprile ; 4, 11, 18, 25 maggio .

VECCHIAZZANO (via Castel Latino 23, Forlì, telefono 0543/85466) ore21: 20, 27 aprile ; 4, 11, 18 maggio .

VILLANOVA (viale Bologna 332, Forlì, telefono 0543/754174) ore 21: 21,28 aprile ; 5, 12, 19 maggio .

CA’ OSSI (via Ribolle 110, Forlì, telefono 0543/65442) ore 21: 6, 13, 20,27 maggio ; 3 giugno .

CAVA (via Firenzuola 10, Forlì, telefono�0543/700030) ore 21: 10, 17, 24,31 maggio ; 7 giugno .

RONCADELLO (via del Canale 48, Roncadello, telefono 0543/476164)ore 21: 14, 21, 28 giugno ; 5, 12 luglio .

SAN LUIGI MUSICAL 20041a rassegna giovanile

di teatro e musicaVenerdì 23 aprile 2004 ore 21

Gruppo teatrale parrocchiale di S. PAOLO di Forlì

“Semplicemente amore”

Venerdì 30 aprile 2004 ore 21Gruppo teatrale di Predappio “A EGREGIE COSE”

“Teresa …”

Giovedì 6 maggio 2004 ore 21Gruppo teatrale parrocchiale di Vecchiazzano

“CENTO FORMICHE ... PIÙ UNO”

“C’era una volta ...... un pezzo di legno”

Venerdì 14 maggio 2004 ore 21Gruppo teatrale "DONBO FISSO SMART"

dell’Oratorio San Luigi di Forlì

“Piccolo, anzi grandegigante nello spirito”

Sabato 22 maggio 2004 ore 9,30Compagnia giovanile

ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE“Carlo Matteucci” di Forlì

“Dalla Terra alla luna”

Venerdì 28 maggio 2004 ore 21Gruppo teatrale parrocchiale

"LACRIME DI CERA" di S. Pio X di Forlì

“La fiaba della bella e la bestia”

Martedì 1 giugno 2004 ore 18FESTA FINALE

destinata alle compagnie che hanno dato vita alla rassegna

FESTA DI SAN PELLEGRINOSabato 1° maggio

Messe dalle 6,30 alle 12 dalle 16 alle 19ore 8 Messa del padre predicatore della Novena

ore 9 concelebrazione del padre generale dei Servi di Maria,fr. Angel M. Ruiz Garnica

ore 10,30 Messa pontificale di monsignor Vincenzo Zarri,con assistenza del Capitolo della Cattedraleore 15 Rosario e Liturgia in onore del santo

ore 16 Messa di don Maurilio Biellaore 17 Messa di monsignor Livio Lombardi

ore 18 Messa di monsignor Dino Zattini, vicario generaleore 19 Messa di don Paolo Giuliani

Domenica 2 maggioGIORNATA DEI MALATI CON L'UNITALSI

E CON IL CENTRO VOLONTARIDELLA SOFFERENZA

ore 15 raduno in Basilicaore 15,30 Liturgia della Vergine e a san Pellegrinoore 16 Messa presieduta da don Loriano Valzania

benedizione eucaristica dei malati

SABATO1 MAGGIO

ore 15,30Chiesa di S. Biagio

PROFESSIONEDEI VOTI

TEMPORANEIdi suor Maria

Giovanna Francescadella Croce

nell'Ordine delle SorellePovere di santa Chiarae nostra collaboratrice

Quella forlivese è un’anoma-lia sull’intero territorio nazio-nale. Per complesse vicendeplurisecolari è accaduto chealcune parrocchie si sianotrovate a continuare ad ave-re come loro pertinenza i ci-miteri della rispettiva circo-scrizione parrocchiale. Men-tre nei giorni successivi al-l’unità d’Italia dappertutto essisono stati trasferiti alla pro-prietà e alla gestione comu-nale nel territorio forlivese

l’antica situazione si è mantenuta. Alcuni sono di piccole dimensioni, altri di mag-gior rilievo (Bussecchio, S. Martino in Strada, S. Varano ...). Da tempo la gestione effettiva e l’amministrazione era stata avocata dalla Curiatramite un proprio ufficio. Per decenni ne è stato a capo monsignor SecondoFanti che rivestiva anche il ruolo di Cancelliere, in questi giorni, per motivi di età(l’ancora vegeto monsignore ha ottantotto anni), vi è stato un passaggio di con-segne. Subentra un laico, il rag. Mauro Guiducci che sarà assistito dalla signoraChiara Treossi già impegata in detto ufficio. A chi gestisce un impegno così deli-cato non possono non andare i nostri migliori auguri.

VOLTI NUOVI IN UN DELICATO UFFICIO

Pastorale sociale e del lavoroVENERDì 30 APRILE 2004 ore 20,45

chiesa di S. Giuseppe Artigiano (incrocio via Cerchia-viale Spazzoli)

VEGLIA DI PREGHIERA DEL MONDO DEL LAVOROpresieduta da monsignor Vescovo