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Grafiche Mercurio Pagina 1 “Quando ‘o stampatore’ e ’bbuono se venne senza a frasca” [se lo stampatore è bravo, la pubblicità non ha bisogno di orpelli] L’Arte della Stampa dal 1962 “Osare, Sfidare, Migliorare, Scoprire, Esplorare, Intraprendere” E’ la filosofia che da sempre spinge la dirigenza della nostra azienda verso gli obiettivi più alti di sviluppo e di competitività. Una filosofia che non nasce oggi ma che affonda le proprie radici nelle origini dell’azienda ad opera di nostro padre, Salvatore Mercurio, il fondatore, che a distanza di 20 anni ancora oggi illumina il nostro percorso ed indica, anche alle nuove generazioni, i percorsi futuri di allargamento e crescita costante nell’arte grafica. Io che sono il primogenito, ricordo che tutto ebbe inizio negli anni quaranta del secolo scorso, quando ancora adolescente Salvatore Mercurio fu mandato ad apprendere un mestiere “a bottega” presso una vecchia tipografia di Angri (SN). Mia nonna, per suscitare interesse all’apprendimento del mestiere, versava ogni fine settimana una piccola paghetta a don Carlo, il titolare, che la girava interamente a mio padre. A distanza di poco tempo nella stessa tipografia si inserì come apprendista un altro giovane angrese che in breve tempo si fidanzò e poi sposò una figlia di don Carlo, che non avendo figli maschi diede molto spazio al genero a discapito di mio padre che, con molto realismo, preso atto della situazione, cercò lavoro nei paesi vicini. Era il 1946, mio padre si era sposato ed iniziava proprio in quel periodo un girovagare per svolgere lavori diversi che spesso lo portavano a fare enormi sacrifici per il sostentamento della famiglia. Successivamente, a metà degli anni ’50, impiantò una piccola tipografia artigianale che consisteva in una pedalina e alcuni banconi di carattere, senza l’ausilio dell’energia elettrica, che per ovvi motivi ebbe una vita molto breve.

L’Arte della Stampa dal 1962

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Grafiche Mecurio - Osare, Sfidare, Migliorare, Scoprire, Esplorare, Intraprendere

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Grafiche Mercurio

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“Quando ‘o stampatore’ e ’bbuono se venne senza a frasca”

[se lo stampatore è bravo, la pubblicità non ha bisogno di orpelli]

 

L’Arte della Stampa dal 1962

“Osare, Sfidare, Migliorare, Scoprire, Esplorare, Intraprendere” 

 

E’  la  filosofia che da sempre spinge  la dirigenza della nostra azienda verso gli obiettivi più alti di 

sviluppo e di competitività.  Una filosofia che non nasce oggi ma che affonda le proprie radici nelle 

origini dell’azienda ad opera di nostro padre, Salvatore Mercurio, il fondatore, che a distanza di 20 

anni  ancora oggi  illumina  il  nostro  percorso  ed  indica,  anche  alle  nuove  generazioni,  i  percorsi 

futuri di allargamento   e crescita costante nell’arte grafica.  

Io  che  sono  il primogenito,  ricordo  che  tutto ebbe  inizio negli anni quaranta del  secolo  scorso, 

quando  ancora  adolescente  Salvatore  Mercurio  fu  mandato  ad  apprendere  un  mestiere  “a 

bottega”  presso  una  vecchia  tipografia  di  Angri  (SN).  Mia  nonna,  per  suscitare  interesse 

all’apprendimento del mestiere, versava ogni  fine settimana una piccola paghetta a don Carlo,  il 

titolare, che la girava interamente a mio padre.  

A  distanza  di  poco  tempo  nella  stessa  tipografia  si  inserì  come  apprendista  un  altro  giovane 

angrese che  in breve  tempo  si  fidanzò e poi  sposò una  figlia di don Carlo, che non avendo  figli 

maschi diede molto spazio al genero a discapito di mio padre che, con molto realismo, preso atto 

della situazione, cercò lavoro nei paesi vicini. 

Era  il  1946,  mio  padre  si  era  sposato  ed  iniziava 

proprio  in quel periodo un girovagare per  svolgere 

lavori diversi che spesso lo portavano a fare enormi 

sacrifici per il sostentamento della famiglia. 

Successivamente,  a  metà  degli  anni  ’50,  impiantò 

una  piccola  tipografia  artigianale  che  consisteva  in 

una  pedalina  e  alcuni  banconi  di  carattere,  senza 

l’ausilio  dell’energia  elettrica,  che  per  ovvi motivi 

ebbe una vita molto breve.  

 

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Dopo  questo  primo  tentativo  di  mettersi  in  proprio,  naufragato  miseramente,  riprese  il  suo 

girovagare come operaio presso varie tipografie nei comuni confinanti con Angri. 

Finalmente,  nell’anno  1962,  fondò  la  “Tipografia  San  Gerardo”  nome  attribuito  per  una 

particolare devozione che la nostra famiglia nutriva verso questo santo. 

Tale tipografia era dotata della seguente attrezzatura: innanzi tutto c’era  l’energia elettrica, una 

pedalina con puntatura a mano, un tagliacarte con pressino a mano e la lama che scendeva con la 

forza  delle  braccia,  una macchina  cilindrica  formato  50x70,  sempre  con  puntatura  a mano,  e 

banconi di carattere di piombo con relativa marginatura e di legno che si utilizzavano soprattutto 

per  i manifesti. Quando si doveva stampare un manifesto di formato 70x100, si piegavano  i fogli 

prima e si provvedevano a stampare in due fasi successive.  

 

Questo  secondo  tentativo  trovò un  terreno più  fertile  soprattutto parchè anche  l’economia del 

Paese  stava  subendo  una  trasformazione:  da  prettamente  agricola  a  preindustriale,  con  la 

diffusione sul  territorio di varie piccole aziende di  trasformazione del pomodoro, e per un più o 

meno diffuso benessere che toccava quasi tutti gli abitanti. 

I cittadini incominciavano a richiedere per tutte le occasioni liete e tristi del corso della vita l’opera 

del  tipografo  (nascita  –  prima  comunione  e  cresima  –  diploma  o  laurea  – matrimoni  – morti).  

Anche le aziende di trasformazione del pomodoro richiedevano la fornitura di stampati (blocchi di 

vario genere – modulistica – sovrastampa di etichette ecc.). 

 

Questo  stato di  cose  incominciò a  suscitare allarme proprio  in quella  tipografia nella quale mio 

padre  aveva  iniziato  il  suo  apprendistato.  Quest’azienda,  rendendosi  conto  che  un  eventuale 

successo di Mercurio  avrebbe  sottratto  a  lei benessere, prima  velatamente poi  in modo molto 

esplicito, incominciò a fare terra bruciata forte di una sua predominanza sia tecnica sia di rapporti 

umani  sul  territorio  che  giunse,  infine,  alla proposta  di un  acquisto  in  toto della  tipografia  con 

l’impegno  da  parte  di Mercurio  a  non  riprovarci  più. Mio  padre,  sdegnato,  rifiutò  la  proposta 

confidando molto sul fatto di avere ben 3 figli maschi che avrebbero potuto sviluppare in futuro la 

ditta. 

Una mia nota personale a distanza di tanti anni mi fa notare che all’epoca – fra gli anni ’60 e ’70 ‐ 

Angri e  i paesi del  circondario  avevano  già  raggiunto degli  standard produttivi nel  comparto di 

trasformazione delle  conserve  alimentari di  tutto  rispetto  con  grandi  volumi di  esportazione  in 

tutta Europa.  

Questo fenomeno avrebbe dovuto spingere i tipografi della zona ad attrezzarsi per la produzione 

di  etichette,  ma  non  fu  così:  mancò  di  fatto  ad  Angri  e  in  tutto  l’agro  sarnese‐nocerino 

l’avvedutezza e  l’intuizione  (per non parlare di  coraggio) di percorrere  strade nuove per nuove 

necessità. 

 

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Pochissime furono le aziende pronte a sfruttare le nuove tecnologie della stampa come la offset, 

fra queste merita una particolare citazione la nota ditta Di Mauro di Cava de’ Tirreni. 

Il  tipografo Salvatore Mercurio, avendo appena  frequentato con  insuccesso  la terza elementare, 

ed avendo una numerosa prole, aveva ben altri pensieri per  la  testa. Furono comunque anni di 

dignitoso lavoro e, nonostante numerose difficoltà, di lenta crescita.  

Infatti, la risoluzione del rapporto di lavoro di nostra madre Regina Manzo, con la fabbrica tessile 

MCM  e  il  relativo  TFR  di  Lire  cinquecentomila,  consentì  a 

nostro  padre  l’acquisto  della  prima  macchina  da  stampa 

automatica: trattavasi della Grapho Press   venduta  in  Italia 

dalla Bodonia,  che  scimmiottava una macchina Heidelberg 

che  ha  fatto  la  storia  della  stampa  (la mulinello), ma  che 

aveva il pregio di costare meno della metà dell’originale.  

Man mano  la  tipografia, anche se  lentamente, cresceva ed 

incominciò  ad  annoverare  i  primi  dipendenti  che,  per 

quanto  io  ricordi,  non  hanno  mai  superato  i  tre.  Io 

comunque  frequentavo  le scuole superiori e nel tempo  libero  (era parecchio) davo una mano  in 

tipografia soprattutto sulle macchine da stampa senza mai cimentarmi in composizione, salvo che 

per gli avvisi di lutto.  

E’ di quel periodo un  fatto che segnò profondamente  la vita di mio padre e, di conseguenza, di 

tutta la nostra numerosa famiglia. Per l’approvvigionamento della carta, oltre ad acquisti sporadici 

e urgenti dai grossisti di Napoli  in via S. Biagio dei  Librai  che  raggiungevamo molte volte  con  il 

treno  o  autobus,  caricandoci  qualche  risma  sulle  spalle,  utilizzavamo  soprattutto  il  canale  del 

grossista  di  Bologna  STIASSI  che,  tramite  un  rappresentante  locale  acquisiva  gli  ordini  e  dopo 

qualche  giorno provvedeva  a  far  consegnare presso  la nostra  tipografia  tutto  ciò  che  era  stato 

ordinato, con nostra grande comodità. 

Ad un certo punto ci accorgemmo che  le visite di questo signore  incominciarono a diradarsi, per 

poi cessare del tutto, stravolgendo di conseguenza il nostro modo di acquistare la materia prima e 

causandoci notevoli difficoltà. 

Poco  tempo  dopo,  scoprimmo  che  le  visite,  presso  la  ns.  tipografia,  erano  state  vietate  dai 

proprietari della tipografia concorrente che, forti di un notevole potenziale di acquisto, ottennero 

dalla Stiassi l’esclusività su Angri.  

Tale episodio, fu vissuto da mio padre in modo traumatico e, maledicendo in continuazione i suoi 

colleghi/rivali, mi  invitava,  in modo  profetico,  ad  attuare  la  stessa  ritorsione  quando  la  nostra 

realtà fosse diventata più grande della loro.  

 

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Altri anni trascorsero, io giunsi alla laurea nell’aprile del 1971 e, subito, dopo iniziai la mia attività 

di docente di materie letterarie in un paese della Lombardia.  

Nel 1974 la nostra situazione familiare‐lavorativa era la seguente:  

‐ mio padre Salvatore gestiva una tipografia artigianale ad Angri; 

‐ io, la mattina insegnavo e il pomeriggio esercitavo l’attività di tipografo artigiano nel comune di 

S. Valentino Torio;  

‐ mio fratello Aniello gestiva una tipografia artigianale a S. Antonio Abate; 

‐ mio  fratello Gerardo  frequentava  la  scuola media nel convitto dei Padri Redentoristi a Lettere 

(NA). 

Avevamo impiantato due tipografie in paesi confinanti con Angri, perché mio padre aveva ancora 

parecchie  bocche  da  sfamare:  eravamo  sette  figli,  e  di  conseguenza  non  era  il  caso  di  fargli 

concorrenza.  

Il 1978 fu  l’anno della svolta.  Io avevo già tre figli, mio  fratello Aniello aveva già una  figlia e mio 

fratello Gerardo, anche  se giovanissimo, era ormai diventato un provetto  tipografo, abile anche 

con la linotype.  

Una sera d’estate dello stesso anno, io e la mia famiglia ci recammo a casa di Aniello per seguire 

dei  festeggiamenti  rionali e  lì  incontrammo anche  i nostri genitori e nel mentre seguivamo uno 

spettacolo canoro, mio fratello Aniello lanciò una proposta: “VOGLIAMO COMPRARE L’OFFSET?”.  

Io  e  mio  padre  ci  guardammo  sorpresi  e  sebbene  avessimo,  qualche  volta,  sentito  parlare 

dell’offset,  non  avevamo  grandi  conoscenze  in  merito,  ma  la  proposta  subito  ci  interessò. 

Incominciammo  subito  a  pianificare  il  nuovo  investimento  senza minimamente  preoccuparci  di 

cosa  avremmo  stampato  dopo  l’eventuale  acquisto  e  contattammo,  vista  la  nostra  scarsa 

conoscenza  in  materia,  una  persona  che  godeva  di  un’ottima  reputazione  e  di  una  grande 

professionalità, il sig. Federico Vinciguerra, rappresentante Macchingraf in Campania.  

Ci  rivolgemmo  fiduciosi a Macchingraf  che distribuiva  il marchio HEIDELBERG per non  sbagliare 

acquisto, vista la nostra impreparazione tecnica.  

 

 

 

 

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Il sig. Vinciguerra, da persona seria e competente, 

ci  prospettò  diverse  soluzioni  e  insieme,  viste  le 

nostre scarse possibilità finanziarie, concordammo 

per  l’acquisto  di  una  NEBIOLO  INVICTA  28 

MONOCOLORE  50X70  REVISIONATA  E  GARANTITA 

DALLA MACCHINGRAF,  nella  fattispecie  dall’officina 

meccanica  Scaccabarozzi,  insieme  ad  una 

reprocamera  nuova  ed  un  espositore  lastre 

altrettanto nuovo. 

Mio padre  firmò  tante  cambiali  che  stette per un 

giorno intero con il braccio destro anchilosato! Tutta l’attrezzatura la comprammo con la ragione 

sociale di nostro padre ma, di fatto, avevamo già costituito una società in parti uguali.  

Gli  accordi  erano  che  io mi  sarei  dedicato  a  questa  nuova  attività,  pur  non  capendo  un  tubo, 

perché  avendo  lo  stipendio  certo,  potevo  distogliere  ore  alla  mia  seconda  attività,  senza 

pregiudicare il sostentamento della mia famiglia.  

Tutto  l’impianto  fu  istallato  in  un  locale  attiguo  alla  vecchia  tipografia,  chiedemmo  la 

collaborazione  di  un  impressore  litografo.  Incominciammo  a  cercare  di  produrre  biglietti  per 

bomboniere, copiandoli da quelli già  in commercio con grandissima difficoltà, rivendendoli, poi a 

colleghi tipografi della zona, ma ci accorgemmo che questo non era sufficiente per pagare la rata 

per cui ampliammo  la  fascia delle ns. produzioni con  la stampa delle cornici degli avvisi di  lutto, 

che  si  rivelò  positiva,  visto  che  i  colleghi  tipografi  acquistavano  volentieri,  per  il  prezzo 

notevolmente più basso rispetto ai produttori del nord.   

Arrivammo  così  al  1980  e  vivemmo  la  tragedia  del  terremoto  avvenuto  la  domenica  del  23 

novembre. Ricordo che per questo tragico avvenimento, furono prescritti e differiti tutti i termini 

di  pagamento, ma  io  imperterrito, mi  recavo  al Banco  di Napoli,  ogni  fine mese  per  pagare  la 

cambiale, suscitando l’ilarità degli impiegati.  

Mio fratello Gerardo, ormai aveva concluso  il periodo di  ferma e si era dedicato completamente 

all’attività  tipografica  insieme a nostro padre. Aniello  svolgeva  regolarmente  la  sua attività a S. 

Antonio Abate ed io facevo la spola tra scuola, tipografia e di sera litografia.  

Alla  fine  del  1981,  regolarizzammo  la  nostra  società  di  fatto  con  la  costituzione  di  una  nuova 

società  in nome collettivo denominata “ARTI GRAFICHE F.LLI MERCURIO” con sede  in un piccolo 

capannone ed assumemmo  il nostro primo collaboratore: Ernesto Radano che essendo capace  in 

tutte le fasi delle varie lavorazioni e sacrificandosi tanto, risultò la nostra fortuna.  

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In quello  stesso periodo, per ampliare  le nostre vendite, ci  inventammo  il  sistema della  tentata 

vendita.  Acquistammo  un  furgone  Ford  Transit,  sempre  con  cambiali,  preparammo  un 

campionario degli avvisi di lutto e con il furgone carico fino all’inverosimile, si scorazzava dapprima 

per tutta la Campania, successivamente per tutta l’Italia meridionale ed insulare. 

Quando ci  rendemmo conto che dovevamo andare oltre,  incominciammo a stampare per conto 

terzi etichette per l’industria conserviera. 

Poi  incominciammo a proporci direttamente alle aziende conserviere e pur  tra  tante difficoltà e 

generale scetticismo incominciammo ad essere conosciuti per la serietà, puntualità e qualità. 

A metà  degli  anni  ‘80  fummo  in  grado  di  acquistare  una  bicolore  Aurelia  70x100  usata  e  un 

tagliacarte Polar, per meglio soddisfare  le richieste dei nostri clienti e per velocizzare  il processo 

produttivo  e,  di  conseguenza,  essere  più  competitivi.  Nello  stesso  periodo,  poiché  gli  impegni 

diventavano sempre più pressanti, vendetti ad un mio collaboratore  la  tipografia di S. Valentino 

Torio per dedicarmi solo ed esclusivamente alla F.lli Mercurio e  fittammo un capannone di circa 

500 metri  in via Raiola convogliando all’interno 

di  esso  anche  le macchine  tipografiche  di mio 

padre e di mio fratello Aniello. 

Tempo  un  anno  e  si  consumò  in  modo 

traumatico  la  separazione  di  Aniello  che 

diversamente  da  noi,  non  trasferì  nella  nuova 

attività  quella  mentalità  imprenditoriale  e  di 

voglia  di  crescere  che  era  la  nostra  principale 

caratteristica.  Con  strazio  e  sofferenza  e  pure 

con  tanti debiti, si consumò  la separazione mai 

accettata dai nostri genitori. Mio fratello riprese 

le  sue  macchine,  qualche  collaboratore  e  una  buonuscita  a  cambiali  e  iniziò  un’altra  attività 

tipografica ad Angri.  

 

Paradossalmente questa separazione avvenuta verso  il 1986, ci diede nuovo slancio e una voglia 

infinita di crescere.  

 

Nel  1987  comprammo  una  macchina  tipografica  per  il  modulo  continuo  una  Tisson  dal  sig. 

Cannarozzi,  prima  ed  unica  macchina  a  modulo  continuo  di  tutto  l’agro  nocerino‐sarnese. 

Possiamo dire che finalmente, a metà degli anni ’80 eravamo diventati un’azienda competitiva che 

poteva essere indicata come modello imprenditoriale per il nostro territorio.  

 

 

 

 

 

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Un  episodio molto  significativo  si  verificò  verso  la  fine degli  anni ottanta, quando per  la prima 

volta ci recammo ad una fiera grafica a Milano (non ricordo se GEC o GRAFITALIA), con l’intenzione 

di acquistare un tagliacarte Polar nuovo.  

Dopo articolate trattative con il sig. Fox e con l’aiuto di Picca e Piccioli acquistammo un Polar 115 

EL  ma  non  un  tagliacarte  normale  perché  fummo  i  primi  a  renderci  conto  dell’utilità  di  un 

dispositivo che era presentato in fiera per la prima volta: l’Autotrim.  

 

All’epoca  noi  stampavamo  quattro  etichette.  C’erano  aziende  che  già  stampavano  milioni  di 

etichette.  Noi  ci  sobbarcammo  ad  un  grosso  sacrificio,  ma  capimmo  subito  l’utilità  di  quel 

dispositivo, che aveva un’incidenza di costo abbastanza alto rispetto all’intera macchina. Fummo i 

primi da Firenze alla Sicilia a comprarlo. Di Mauro e GAM (le industrie della stampa più grandi della 

Campania), nonostante le loro dimensioni, lo capirono solo dopo anni.  

Fummo i primi a confezionare le etichette con i pacchi in PVC prima e in politene dopo, mentre gli 

altri  le  inserivano  ancora  nei 

cartoni. 

Insomma, ricordo il periodo degli 

anni ’90 come quello della ricerca 

continua dell’innovazione e 

del miglioramento. 

Era in quel periodo che facemmo 

fruttare  al  massimo  la  nostra 

capacità  di  puntare  in  alto,  di 

fare  rischio  d’impresa  in  modo 

intelligente e dinamico.  

 

Nel  2000  eravamo  pronti.  Io  e 

mio fratello Gerardo abbiamo deciso di costituire un’altra società, la Rotopiù e ci siamo imbarcati 

in un’altra avventura: la stampa in rotativa.  

Altro mondo  rispetto alla stampa  in piano. Qui  si vive quotidianamente ed  in modo concreto  la 

differenza tra due universi: il settore stampa in piano è, nonostante, l’altissima automatizzazione, 

quello dell’artigianato, quello della stampa  in rotativa è sicuramente quello della  industria. Dopo 

pochissimo, ci siamo accorti che la sedici pagine non era più sufficiente a soddisfare le richieste dei 

nostri clienti e visto che  il sud pagava  lo scotto di una vera e propria condizione di sottosviluppo 

nel  mondo  della  stampa,  abbiamo  programmato  l’acquisto  di  una  grande  macchina:  una  48 

pagine.  

 

Un passo oramai non azzardato ma attentamene pianificato  sulla base di un know how oramai 

ampiamente acquisito nel mondo delle rotative e di un’analisi di mercato accurata.  

 

 

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Nel  2005  abbiamo  ultimato  la  costruzione  del  nuovo  stabilimento  e  ci  siamo  trasferiti 

abbandonando, definitivamente, la vecchia sede e tutte le attrezzature in essa contenute.  

 

Agli inizi del 2007 è arrivata la GOSS SUNDAY 4000 48 pagine, che a giugno ha cominciato a girare 

ed a settembre ha  iniziato a produrre. E’ uno spettacolo  imponente vederla  in azione. Cambi di 

lavoro rapidi e veloci grazie al dispositivo dell’Autoplate e degli slevees, controlli di cromia con  il 

densiweb,  il  punto  metallico  in  linea  della  Tolerans,  ed  una  linea  post‐press  della  Civiemme 

completa di refili e palettizzatore automatico, ne fanno un’armoniosa orchestra.   

 

 

 

  

 

 

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Aprile 2008

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Giugno 2008

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Dicembre 2008

 

 

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Il 2009 per noi, fu un anno di grandi soddisfazioni e di crescita,  l’azienda procedeva bene. Ricordo che 

registrammo nel primo trimestre 2009 un più 14% e sull’onda dell’entusiasmo decidemmo di inaugurare 

una nuova azienda  in rotooffset con sede a Catania. Con  l’apertura di Rotopiù Sicilia si volle creare un 

nucleo forte capace di rispondere a tutte le esigenze di stampa dell’Italia Meridionale. 

Ma  la  gratificazione  più  grande  arrivò  tre  mesi  dopo  l’inaugurazione  della  consociata:  l’assoluta 

dedizione al  lavoro e  l’amore per  l’arte della stampa ebbero un riconoscimento tangibile e prestigioso. 

Venni insignito di un premio alla carriera: “La Vedovella”. 

Il premio rappresenta l’oscar alle eccellenze nelle arti grafiche in Italia, viene assegnato per la capacità di 

vision e di gestione aziendale agli imprenditori che abbiano contribuito in modo significativo alla crescita 

della propria azienda e, di concerto, dell’economia italiana, ed è concesso a chi ‐a livello personale o di 

azienda nel  suo  insieme‐ abbia dimostrato 

intraprendenza, creatività e  impegno senza 

uguali  e  che  si  sia  distinto  nel  proprio 

ambito  professionale,  lasciando  con  il  suo 

lavoro un’impronta  significativa nel nostro Paese. 

Da ultimo per dirla con  le parole di Sergio 

Franzi,  amministratore  delegato  di 

Macchingraf,  il  giorno  della  premiazione: 

“l’impegno  imprenditoriale  e  il  gusto  di 

creare  hanno  sempre  contraddistinto  la 

direzione di Grafiche Mercurio che è saputa 

diventare  il punto di  riferimento obbligato 

nel settore della stampa commerciale”. 

   Da sinistra: Paola Cambiaghi presentatrice della serata; con i fratelli Gerardo 

e  Diodato  Mercurio  con  la  loro  mamma;  Piero  Capodieci,  presidente  di 

Assografici; Salvatore Mercurio, figlio di Diodato 

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Maggio 2009

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Novembre 2009

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Novembre 2009

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Gli anni successivi sono stati caratterizzati da una  ricerca  tecnologica continua, non abbiamo mai 

smesso  di    investire  nel  potenziamento  degli  impianti  e    questo  ci  ha  consentito  di  rimanere 

estremamente  competitivi  e  di  primeggiare  con  le  aziende  di  arti  grafiche  di  tutto  il  territorio 

nazionale. 

Per questo motivo la nostra azienda può vantare una eccellente dotazione tecnologica: una rotativa 

Harris/Heidelberg M300‐16 pagine con uscita a foglio, grazie alla quale siamo in grado di produrre 

stampati a colori fronte‐retro a una velocità pari a 40.000 fogli/ora, e due macchine piane 70x100: 

una HEIDELBERG con stampa a 8 colori e la nuovissima HEIDELBERG XL 105 7L YYLX3 con FOILSTAR, 

che rappresenta la seconda macchina nel suo genere esistente in Italia. 

 

  A queste, occorre aggiungere che  l’azienda ha a disposizione  le risorse  informatiche (hardware e   

software) e gli impianti di ultimissima generazione per gestire e monitorare in tempo reale tutte le 

fasi di qualsiasi processo di stampa, dal più semplice al complesso: prestampa, stampa  in offset o 

roto‐offset e le successive lavorazioni.   

 

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Febbraio 2010

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Ottobre 2010

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Novembre 2010

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Dicembre 2010

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Dicembre 2010

 

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“..tra i grandi stampatori anche il nostro saper fare..”

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Aprile 2011

“..tra i grandi stampatori anche il nostro saper fare..”

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Giugno 2011

“..tra i grandi stampatori anche il nostro saper fare..”

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Dicembre 2011

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Marzo 2012

 

 

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“Osare, sfidare, migliorare, esplorare, intraprendere” 

 

Ad anni di distanza dagli inizi della nostra attività il mondo della stampa artigianale ci sembra 

oramai lontanissimo: la meccanizzazione e il controllo continuo della qualità ci rendono fieri 

di  una produzione che ci rende unici nel meridione d’Italia.   

Ciò  che  invece  ci  lega  al  passato  è  la  mentalità  che  ci  ha  trasmesso  nostro  padre 

sintetizzabile in una tipica frase di uomo del sud: “Chi nun tene o’ curaggio nun se cocche c’a 

femmina bella”. Ovvero:   Osare, Sfidare, Migliorare, Scoprire, Esplorare, Intraprendere.  

Questa, la filosofia della famiglia Mercurio ed è sulla base di questa filosofia che  l’azienda si   

è  posta  nella  propria  vision  l’obiettivo  di  confermarsi  come  una  delle  realtà  più  grandi, 

innovative e tecnologicamente avanzate del settore in tutta l’Italia meridionale, mirando ad 

acquisire più quote di mercato e a raggiungere la leadership tecnologica.  

Così per  tradurre gli obiettivi di  leadership  in  realtà,  con  il coraggio di  chi mira  sempre al 

meglio,  ci  siamo  affidati  alla  consulenza  di  Aida  Partners  Ogilvy  PR,  agenzia  di  respiro 

internazionale che si occuperà di gestire le attività di comunicazione e network building. 

Il percorso  intrapreso è  lungo e tortuoso e nonostante gli ultimi anni, nel settore delle arti 

grafiche,    siano  stati  scanditi  da  una  recessione  generale,  la  nostra  azienda  non  ha mai 

smesso  di  crescere  registrando  un  fatturato  complessivo  nel  2011  di  circa  2O milioni  di 

euro. Questi  numeri  ci hanno permesso  di uscire  dai  confini  del  Sud  Italia  e di  aggredire 

nuovi mercati. 

Da  oltre  mezzo  secolo,  Grafiche  Mercurio  mette  a  disposizione  dei  propri  clienti 

competenza,  passione  e  tecnologia  prendendoli  per mano  e  orientando  le  loro  scelte  in 

merito a tutto ciò che è l’arte della stampa, senza mai limitarsi al semplice ruolo di fornitori.  

Ed  è  proprio  quest’approccio  consulenziale  che  Aida  Partners Ogilvy  PR  ha  scelto    come 

posizionamento  per  diffondere  i  valori  di  un’azienda  che,  pur  assistendo  al  naturale 

susseguirsi  delle  generazioni  alla  sua  guida,  è  sempre  riuscita  a mantenere  il  cuore  e  la 

passione al centro della propria attività. 

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16 Luglio 2012

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Il Primato tecnologico 

 

A pochi mesi dalla nascita della partnership, arriva  la consacrazione di Grafiche Mercurio come 

prima azienda grafica al mondo ad avere  implementato  il nuovo sistema di regolazione online 

del  colore  sviluppato  da QuadTech,  leader mondiale  nei  sistemi  di  controllo  per macchine  da 

stampa,  in collaborazione con Alwan Color Expertise, software house specializzata  in applicativi 

per le arti grafiche. 

Il sistema adottato, infatti, rappresenta lo stato dell'arte nella gestione automatizzata della qualità 

e  della  coerenza  cromatica  nella  produzione  di  stampati  a  quattro  colori  su  rotativa  offset, 

consentendo all'Azienda di ottenere gli stessi standard di eccellenza nella riproduzione del colore 

già raggiunti nel suo reparto macchine a foglio. 

In sostanza, l’impianto è in grado di misurare il colore non appena viene stampato e di trasferire i 

dati al software nella  fase di prestampa. Eventuali deviazioni dalle condizioni standard vengono 

rilevate  automaticamente  e  il  software  provvede  a  generare  in  tempo  reale  le  curve  tonali 

necessarie alla correzione, in modo che la rotativa stampi in conformità alle specifiche ISO 12747. 

Grazie  a  questa  importante  integrazione  tecnologica,  la  nostra  azienda  si  conferma 

all'avanguardia  assoluta  tra  i  grandi  produttori  di  stampati  pubblicitari,  riviste,  opuscoli  ed 

etichette dell'Italia meridionale, potendo così garantire al  cliente  l’efficienza e  l’accuratezza del 

processo  di  produzione  dalla  creazione  sino  alla  finitura  del  materiale  stampato,  nonché  un 

risultato finale di provata qualità. 

Grafiche Mercurio  inoltre, è stata  la prima azienda  in  Italia e 32° nel mondo ad aver ottenuto  le 

certificazioni Fogra PSO (Process Standard Offset) secondo lo standard ISO 12647‐2 nella gestione 

della qualità nei processi di produzione di materiali stampati.  

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Altre  certificazioni  che  possiamo  vantare  sono:  ISO‐9001  (sistemi  aziendali  di  gestione  della 

qualità) e ISO‐14001 (gestione ambientale e sostenibilità delle produzioni), quest’ultima conforme 

ai principali meccanismi di garanzia sull’origine del legno e della carta (FSC e PEFC). 

Questi primati mi ricordano  le  lezioni di mio padre Salvatore: “Andate più  lontano degli altri”   e 

confermano l’innovazione come mission aziendale.  

 

  

 

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Luglio 2012

 

 

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Luglio 2012

 

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Settembre 2012

 

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Ottobre 2012

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Novembre 2012

 

 

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Novembre 2012

 

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Dicembre 2012

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Dicembre 2012

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Stampare Dicembre 2012

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Proprio  nell’ottica  di  estendere  sempre  più  la  

leadership,  nel  febbraio  del  2013  Grafiche 

Mercurio    ha  deciso  di  abbracciare  il  convegno 

promosso  a  Milano  da  Legambiente,  in 

collaborazione  con  Aida  Partners  Ogilvy  PR: 

“Sostenibilità:  terreno  di  incontro  tra 

Distribuzione  e  Impresa”,  con  l’obiettivo  di 

fotografare  il  rapporto  tra  GDO  e  Imprese  in 

un’ottica sostenibile. 

L’Azienda, che da oltre 40 anni collabora con  le 

maggiori  catene  della  GDO  per  rispondere  alle 

loro esigenze in termine di rapidità, puntualità e 

qualità  delle  produzioni,  si  fa  così  portavoce 

della necessità di creare una fattiva sinergia tra il 

mondo della Distribuzione e quello dell’Impresa 

attraverso  la  creazione di una  filiera  sostenibile 

integrata,  in  grado  di  offrire  al  consumatore 

delle soluzioni che siano concrete e sostenibili. 

In  questa  convinzione,  Grafiche Mercurio  ha  sposato  gli  obiettivi  su  cui  si  basa  il  convegno,  con 

l’intento di contribuire alla creazione di  cultura in un settore che diventa sempre più irrinunciabile e 

strategico per ogni realtà che si affaccia sul mercato. 

 

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